Nasce cosě questo libro, pubblicato per la prima volta da Rizzoli nel 1985 e
ora riproposto in una nuova edizione aggiornata.
George Jonas
Vendetta
dell’antiterrorismo israeliano
Rizzoli
Un ex-agente
di Monaco»
VENDETTA
i principali responsabili di
e di addestramento, le minacce
subire ad altri.
uomini dell’antiterrorismo lo
George Jonas
George Jonas
Vendetta
dell’antiterrorismo israeliano
Traduzione di Adriana Dell’Orto
Rizzoli Editore
MILANO 1984
ISBN 88-17-67460-5
Vendetta
dell’antiterrorismo israeliano
RINGRAZIAMENTI
dal signor Frank Barbetta, dalla signora Brindusa Caragiu, dalla signora
dal dottor A.I. Malcolm, dal signor Michael Smith, dal signor A. Soos e
Nota introduttiva
molti col loro vero nome. Nel caso di alcuni di loro, per ovvie ragioni,
Per le stesse ragioni, non posso rendere nota l’identità della mia
Nella maggior parte dei casi, gli avvenimenti sui quali mi proponevo
al tempo in cui avevano avuto luogo. Sebbene non siano mai stati
fondo.
questo, che non sempre in questo libro ho potuto soddisfare. (nota 2). Del
del suo punto di vista e del mio. Lo stesso criterio ho seguito con
complesso.
Israele. Lo faccio per due ragioni, oltre a quella di essere ebreo. Primo,
da questo punto di vista non sia stato perfetto - nel corso del conflitto
Toronto
Giugno 1983
George
Jonas
PROLOGO
MONACO.
espulso dalla corta canna a una velocità di circa 700 metri al secondo,
chiave universale nella serratura della porta che immetteva nel vestibolo
averlo catturato.
Chi era stato svegliato dal rumore, non era stato in grado di identificarne
l’uno dall’edificio che ospitava la squadra della Corea del Sud, l’altro
dagli alloggi della squadra italiana. Nella mezz’ora che seguì, le
e Andreas Baader, che erano stati arrestati dalla polizia tedesca nel
concedeva tempo alle autorità fino alle nove del mattino per esaudire
circostanza.
proseguimento dei giochi olimpici, che era poi quanto aveva preteso
nei pressi del villaggio olimpico. I nove ostaggi e gli otto fedayin
Gli israeliani non potevano far nulla. Erano seduti, legati saldamente
con la copertura di sei carri armati. Non appena ebbe inizio l’attacco,
legami - furono rilevati i segni lasciati dai denti sui nodi delle robuste
“Samir” Talafik, furono a loro volta catturati. Non erano stati colpiti,
ma si fingevano morti.
sigaretta dopo l’altra, a nome Tony, cui piaceva farsi anche chiamare
tra di esse non rientrava certo il coraggio fisico. Tony (nota 3). continuò
tutto finito.
Il giorno dopo, i giochi olimpici proseguirono. Quell’anno,
al
secondo
posto,
con
33.
Parte prima
Capitolo 1
Avner.
Avner sapeva grosso modo che cosa gli avrebbe detto la lettera,
gliela scriveva e perché. Per cose del genere, poteva sempre far affidamento
media. La sua vista, ottima per la vita di tutti i giorni, sarebbe stata
paio di maniche.
nel caso che la cosa non gli interessasse o l’ora non fosse di suo
gradimento.
ventidue anni in ottima salute. Avner, che era un sabra, cioè nato in
Aveva combattuto nella guerra dei Sei Giorni, come tutti del resto,
Quelle due cose, farsi una doccia nel bel mezzo della giornata e
dire «right on», cioè «avanti, coraggio», in inglese, erano tipiche di
Per non parlare di quell’altra cassetta di arance con un bel buco ritagliato
Non che la pulizia fosse poi tanto importante, però si dava il caso
gli era stata consegnata quattro anni prima, be’, e con ciò?
momento, Avner non era mai andato negli Stati Uniti, ma la madre
di Avner aveva sempre sostenuto che la prima parola che aveva imparato
Poteva darsi che fosse solo una frottola, però sembrava vero.
grande per correre lungo le strade deserte, riarse dal sole, di Rehovot per
arrivare
dell’FBI.
Non che Avner pensasse più molto a queste cose. Chi poteva
Per questo, avrebbe dovuto essere più grande e grosso. Più biondo,
con la busta marroncino posata sullo sgabello del bagno. Non direttamente,
corrente della faccenda. «Mio figlio no, non l’avrete» avrebbe detto
No, grazie.
comunque dovuto trovarsi a Tel Aviv, per incontrarsi con Shoshana. Perché
non
aerea nazionale, ormai da due mesi. Tutti avevano detto che era impossibile
pur sempre lavorare per una compagnia aerea. Persino lavorare come
addestramento di base che poi erano finiti in aviazione. Poteva darsi che ora
un decollo.
liscio come l’olio. Le enormi ruote del grosso jet fluttuarono sulla
Tel Aviv. Papà... be’, Avner supponeva che avrebbe potuto prendere
quella volta che si era presentato a casa dei suoi genitori per il
«Sì?»
capito di che cosa stesse parlando Avner ed era stata sul punto di
sbattergli la porta sul muso, quando, per fortuna, era scesa Shoshana. Avner,
volta.
Neppure una.
parso del tutto naturale alla maggior parte dei loro amici.
Quel modo era lì, appena dietro l’angolo ardente e polveroso dove
fragili.
La città prodigiosa.
la cosa non aveva alcun significato. Lei non aveva mai fiutato, in
favola dopo due giorni di pioggia. La neve era solo una parola per
lei, qualcosa in cui qualche bimbo fortunato può imbattersi per
né aveva mai neppure intravisto una città che avesse più di vent’anni.
frutto del copioso raccolto degli esuli provenienti dai quattro angoli
della terra. Perché non avrebbe dovuto trovarsi a suo agio in Palestina?
Ciò che accadde ad Avner nel 1959, quando aveva appena dodici
parole. Essendo di gran lunga più reale, era qualcosa di più intenso
della fantasia. Era altresì inspiegabile, qualcosa che suo padre e sua
madre non avrebbero assolutamente potuto prevedere quando avevano
Francoforte.
Germania non era il posto dove i nazisti non facevano che ammazzare
gli ebrei? Perché dunque il nonno, che Avner non aveva mai visto
Ma con suo sommo stupore, durante quell’estate del 1959, Avner scoprì
tutto ciò
molto più grande di Tel Aviv, dove tutto era pulito e la gente non si
sgomitava per le strade. Eppure, tutto era enorme e affollato, illuminato
una come se si trattasse di una mela era una cosa del tutto
ad anni di distanza, per descriverlo. Non si trattava del clima. Avner amava
il
e dell’America.
«Be’, sei contento che siamo venuti?» gli aveva domandato suo
piace, qui?»
«L’adoro.»
molto più tagliente di come fosse solita parlare, «che tutte queste
possano dipendere dalle più piccole. Non fosse stato per la bilancia
per altri dieci mesi. Non avrebbe imparato a parlare tedesco come
uno del posto. Non avrebbe fatto amicizia col ragazzo ricco, Andreas.
Sarebbero rimasti a prendersi cura del nonno finché non si fosse rimesso
in sesto.
Stranamente, benché il vecchio fosse suo padre, fu proprio la
fatto di metter su casa e allevare i suoi figli fuori dai confini di Israele,
la mamma, che da ogni altro punto di vista era una signora gaia, non
su Israele, e sul suo viso animato calava una gelida calma, una
del male.
scoprisse fino a che punto suo padre era disposto a spingersi per il
proprio paese.
Avner non aveva la più pallida idea di ciò che faceva suo padre
in viaggio, a volte per mesi e mesi di fila, per quanto riusciva a ricordare
Avner.
Il che era un altro punto a favore di Francoforte: per tutto l’anno che erano
rimasti
Goethe Platz, finché papà non intravedeva l’uomo con cui doveva
«Lascia stare. Affari. Sono solo le tre, hai voglia di andare al cinema?»
La sola cosa strana che Avner rilevava nel fatto che suo padre
fosse un uomo d’affari, era che non fosse ricco. Gli uomini d’affari
avrebbero dovuto essere ricchi, no? A Rehovot, la cosa non era tanto
evidente,
dato che laggiù di ricchi non ce n’erano, o almeno Avner non ne conosceva.
Non
del suo più caro amico, Andreas, ne aveva addirittura tre. E fu solo
in una vetrina:
Avner.
Andreas aveva detto che Doris non avrebbe mai accettato di uscire
un po’ più grande della sua età, e inoltre parlava inglese meglio della
maggior parte dei ragazzi tedeschi. Così, alla fine, la bionda Doris
in mezzo ai cespugli. Doris si fece tali graffi che non volle più saperne
di uscire con lui. Be’, in effetti, Avner correva certi rischi per far
Erano tornati in Israele nel 1961. Nel frattempo, papà era più o
meno uscito di scena. Tornò, sì, in patria con loro, si trattenne persino
evitarlo», aveva detto papà, «si tratta del mio lavoro. Dovrò rimanere
prossimo.»
«Oh, come puoi dire una cosa del genere», fece la mamma, prima
che Avner potesse aprir bocca. «Naturale, che vuole andarci. E
dell’idea che volessero scacciarlo di casa. Per quanto gli sarebbe piaciuto
vita. Anche se Avner si era ben presto reso conto, dopo la violenta
sarebbe stato un bene per lui. Col suo sesto senso, Avner aveva captato
la sincerità della sua passione. Aveva avvertito il suo entusiasmo
per l’idea del kibbutz. (nota 2). Ma com’era possibile che si sbagliasse a
Se faceva buon viso a cattivo gioco, no, non solo buon viso a cattivo
più ore di tutti gli altri ragazzi, i veri kibbutznik! ecco la risposta, lo
per dirle che ragazzo formidabile era suo figlio. Allora, lei avrebbe
a Rehovot.
della Germania.
Non c’era niente che non andasse, nelle amichevoli strette di mano,
suo agio. Ma Avner si accorgeva che quello non era il posto suo, già
madre gli aveva comprato a Francoforte. Tutti gli altri ragazzi calzavano
Avner fece tutte e tre le scelte insieme, spesso nel giro di una
stessa giornata.
più ardite fantasie potevano metter radici nel sottile strato superficiale
della realtà. Alle sei del mattino, John Wayne si svegliava come
tutti gli altri all’urlo della sirena, residuo di una vecchia cannoniera
acciaio di una pista provvisoria, lungo la quale gli enormi carri armati,
dopo aver messo ali da cacciabombardiere, si sarebbero alzati
L’eroe e difensore del suo popolo, la pistola più veloce del Medio
pomeriggio per tagliare le zampe dei polli. Ne usciva alle quattro nei
no, quel vecchio ronzino non farà un passo. Sì, invece, se arroventiamo
sul fatto.
fronte a tutti gli altri ragazzi. Dai, signor Mocassino, che cosa combineresti,
potz. Il fatto di essere uno Yekke era un’altra delle cose nuove che
dei casi, gli altri ragazzi del kibbutz erano galiziani, il che per Avner
aggressivi, ignoranti. Lui, d’altro canto, era uno Yekke - un colto, raffinato
I due termini, almeno nel senso che finì con l’attribuir loro Avner, stavano a
di tutto ciò che negli ebrei era tribale, corrotto, presuntuoso, infido
ascoltava la buona musica, gli Yekke avevano un’idea del tutto diversa
i quadri di Rembrandt.
ben poco peso. Gli ebrei mediterranei, poi, non contavano praticamente
Il fatto che Avner fosse giunto a credere una cosa del genere
furbi, forti, decisi, privi di scrupoli potessero essere, alla fine avrebbe
vinto lui.
tutti, in Israele. Persino per uno Yekkepotz, che in cuor suo si sentiva
eroe. Un vero eroe, un Har-Zion, (nota 3), un ragazzo sul ponte della nave
nella diga.
1964, che Avner scoprì che suo padre era un agente segreto. In
di Israele.
c’era un ragazzo del cui padre si sapeva che “faceva qualcosa” per il
Mossad.
che suo padre, prima o poi, potesse venire a trovare lui. L’uomo
spalle e gli batté più volte la mano sulla schiena. Poi gli cadde lo
sguardo su Avner.
«Ti presento Avner» disse suo figlio.
negli occhi. «Così, sei suo figlio. Bene! Salutalo da parte mia quando
lo vedi.»
per il Mossad, conoscesse suo padre era ben lungi dal provare
Per un’ulteriore conferma, Avner non dovette far altro che domandarlo
alla madre, come se niente fosse, la prima volta che si
«Sicuro, mamma.»
Adesso, non solo poteva scusare suo padre di aver permesso alla
tutto. C’era anche il fatto che Avner da quel momento si sentiva pari,
Magari avrebbe potuto parlarne con suo padre, se mai fosse venuto
quando fece ritorno a Rehovot per una breve vacanza e ci trovò anche
rimanere soli, Avner magari ne avrebbe parlato con lui. Peccato che
Ora, nel 1969, Avner poteva incontrarsi con suo padre quando
voleva. O almeno con ciò che restava di suo padre: un uomo malato
della riserva, con alle spalle quattro anni di servizio militare nelle
file di un’unità scelta. Ora che la cosa non aveva più importanza,
poteva vederlo. Ma di importanza ne aveva ancora.
«Ciao papà.»
«Eh?» Suo padre aprì gli occhi, prima uno, poi l’altro. Era una
sua vecchia abitudine. Avner non l’aveva mai visto fare da qualcun
altro.
«Come stai?»
«Uhm.»
doveva aver avuto a che fare col suo lavoro, supponeva Avner, col
era che papà l’aveva sposata e solo dopo le nozze Wilma aveva
collaborato con lui, però poteva darsi benissimo che le cose fossero
appena finita la guerra dei Sei Giorni, papà si era portato Wilma in
«Benone.»
Papà inforcò gli occhiali per leggere la lettera. Erano solo quattro
righe, sicché dovette leggerla almeno due volte, dato che non
cessò: l’unico rumore che si udiva nel giardino era il ronzìo delle
mosche attorno al succo d’arancia.
«Dirai di no.»
«Sicuro che dirò di no» fece Avner. «Volevo solo fartela leggere,
tutto qui.»
«Non è uno scherzo» disse suo padre. «Puoi anche pensare che
la mano, di essere andato al cinema con lei, senza far parola di tutta
cosa posso dirti? Non so neppure se sei l’uomo giusto, dovremo scoprirlo.
Però,
se
lo
sei,
il
tuo
paese
ha
bisogno
di
te.»
Capitolo 2
Andreas
servizio militare.
nel modo asciutto, sbrigativo, privo di sorrisi con cui tese ad Avner
sparita dietro una delle porte senza targhetta. Domanda n. 36: Avete
era ancora troppo tardi per alzarsi e andarsene. Non perché il fatto
a rapporto alle ore sei. Non ne aveva avuto abbastanza negli ultimi
quattro anni?
Avner non aveva mai detestato il servizio militare per una delle
sanità, tanto meglio. Avner, infatti, non sveniva mai, anche se non
aveva imparato a nuotare solo sotto le armi. Alla fine, era stato lui a
quanto ti sforzassi, non tiravano mai via del tutto lo sporco. Il rancio
tutti i soldati del mondo, anche degli eroi. Avner non lo metteva in
dettate più dalla spavalderia che dalla convinzione. Avner non era
sicuro di ciò che quelli avrebbero potuto fargli. In effetti, non era
però suo padre non aveva mai fornito una reale spiegazione ad Avner, dopo
che
che un tempo era sposato con sua madre non era più lo stesso che
aveva sposato Wilma all’estero. Uno dei due non esisteva più legalmente.
Sì, era finito in carcere per avere svolto attività spionistiche
rimasti cordiali. Suo padre veniva quasi ogni settimana alla vecchia
sua madre: «Stai di più con lui adesso di quando vivevate assieme»,
Avner interpretò il commento nel senso che, per sua madre, anche
altri avevano sacrificato la vita per Israele? Non avrebbe mai detto
una parola meno che rispettosa sul conto di papà, o persino di Wilma,
a Wilma, questa diventava una delle tante cose che «il tuo povero
in testa.»
vista, due, tre anni di prigione sono durissimi», come spiegò una
volta ad Avner, «ma se la consideri da un altro punto di vista, non
forse era una verità che valeva solo per lui. Non doveva essere
necessariamente
di fuori del cerchio magico? Tagliare le zampe dei polli vita natural
durante? Non rivedere più Francoforte? Fare l’autostop con Shoshana per
andare
Aspettare che l’amico di sua zia gli trovasse un lavoro all’El Al?
sé, o per il suo paese, mai, solo perché le cose erano andate male per
papà? Forse non era colpa loro, comunque, o almeno non completamente.
Forse
parte sbagliata.
«Benissimo, grazie.»
Avner. I nomi degli ufficiali delle unità scelte, come quella di Avner, non
erano di
non offre sigarette agli altri, per cui doveva trattarsi di un altro controllo
Un fumatore che avesse voluto farsi passare per lui, senza pensarci
Poteva darsi che fosse bocciato, come capitava a una metà circa dei
lettere. Avner, però, era ben lungi dall’aver preso una decisione
«Non si è più fatto vivo quel tale dell’El Al?» gli aveva domandato
Shoshana dopo uno dei fine settimana passati insieme.
«Non c’è solo l'El Al» la tranquillizzò Avner. «Ho dell’altra carne
al fuoco.»
Era una delle cose che ad Avner piacevano di lei, oltre ai capelli color
miele, ai lineamenti affilati da principessa, agli occhi azzurro
faccenda. Semmai, era ancora più ansioso di aver notizie dall'El Al.
«Si tratta del lavoro di cui abbiamo già parlato con te» disse l’uomo.
«T’interessa sempre?»
«Sì.»
qualche prova. Alla fine del corso, farai un esame. Per il resto,
si vedrà.»
Avner esitò.
strada.
Quello stesso giorno, più tardi, mentre era al volante della Citroën
con Shoshana accanto, seguendo un impulso che non avrebbe
idea di ciò che lo aveva indotto a farle una domanda del genere.
America.»
«Ma certo, per sempre. È questo che significa emigrare.» Shoshana scoppiò
a
un buon lavoro».
Avner non disse nulla. Non raccontò a Shoshana che aveva già
aver già vissuto quel momento. Era strano. Non riusciva proprio a
spiegarselo. Quella notte, però, prima di addormentarsi, il momento
gli tornò alla mente. Ma sicuro! Era stato quando suo padre aveva
però passare. Aspettava un segnale del suo sesto senso, qualcosa che
Avner, però, capì che non lo erano. Non avrebbe saputo dire
cemento armato, proseguì la sua corsa attraverso quello che ora Avner
individuò
Alla fine del viale c’era una porta scorrevole azionata elettricamente,
già visto due o tre dei più giovani, forse sotto le armi, magari in occasione
suo reparto.
Una settimana più tardi ricevette per posta la prima busta paga.
aveva importanza. Il denaro come tale non era mai stato al centro
dei pensieri di Avner; a quei tempi, poi, ancor meno che in seguito.
L’unica cosa che gli interessava era la possibilità di condurre una vita
così in forma.
corso, sarebbe stato ben lieto di parlare con lui in inglese, ma Dave
insisteva con l’ebraico. «Tu impara a usare ’ste fottute armi, che io
guardingo Avner.
E per almeno un’ora al giorno, era proprio quel che faceva tutto
il gruppo, nella palestra sotterranea. Una dozzina di aspiranti agenti
dodici anni. Dave pareva nutrire una fede quasi mistica nello stretto
non dubitò mai delle sue parole. Dave era in grado di conficcare un
a lungo.»
secondo per decidere da quale direzione era più probabile che arrivasse
campione. E allora, schivi sulla destra. Se non sei furbo, schivi sulla
impugnare una pistola vera, Avner constatò con stupore che le armi
22. Be’, forse servivano solo per esercitarsi nel tiro al bersaglio.
all’armamento degli agenti operativi del Mossad. Prima del suo avvento,
45. «Mi fanno: che roba è questa ventidue? Ci vuole un’arma più
grossi calibri.»
c’era bisogno di silenziatore. Era anche possibile far fuoco nella cabina
jet.
slitta in cima alla canna, che serve in pari tempo a mettere il colpo in
volte. Esercitatevi finché non sarete in grado di farlo anche nel sonno,
agente segreto. Quando tiri fuori la pistola, buono a nulla che non
sei altro, sei bruciato. Non tirar mai fuori la pistola a mo’ di avvertimento.
motivo qualsiasi, non puoi dargli quel che cerca... ammazzalo. Non
tirar mai fuori la pistola come semplice minaccia. Non sparare mai
altra cosa.
un senso del ritmo, che Avner proprio non possedeva, ma era risoluto
reazione di Dave a un errore del genere, solo che non ebbe mai occasione
volta.
minore che a certi altri, perché aveva già fatto pratica al suo
esplosivo. E fin qui, era una cosa semplicissima. Era tutto prefabbricato:
impossibile sbagliare.
Avner eccelleva, forse perché aveva a che fare col sesto senso. Non
L’istruttore era un ebreo argentino che si chiamava Ortega. (nota 2). Come
faceva notare Ortega, la sua era una materia che si basava sulla psicologia
della pagina sulla quale gli aspiranti falsari avevano lavorato di buona
ciglia della persona cui era intestato. E ciò era il massimo che ci si
o magari voler dire qualcosa che non aveva niente a che fare
con ciò che interessava all’altro. Magari quel tale tentava solo di
il suo modo di guidare era più avventato che esperto, così come
Ma, e questo era l’importante, nelle file del Mossad c’era spazio
voce interiore gli sussurrasse: lascia perdere questo, sta invece attento
Tanto per fare un esempio, il passaporto belga durante una delle lezioni
pratiche. Non avrebbe saputo dire, lì per lì, che cosa non andasse
non combaciavano. Non succedeva mai nel caso che la foto fosse
immobilizzare gli altri tratti del volto. Era un’ennesima piccola cognizione
torna a raccontarci che cosa hai visto. Non trascurare niente. Non
operare scelte, non decidere tu che cosa fosse importante e che cosa
non lo fosse. Limitati a riferire tutto quel che ricordi - e ricorda tutto
quanto.
finta, nello scegliere gli uomini più adatti, nel compilare la lista
gruppo più adatti a svolgere una certa funzione, a seconda della loro
stesso edificio, in modo da aver accesso alle piantine dei vari piani.
settore specifico.
sarcastico:
ciò che più colpiva Avner era sempre ciò che recepiva
informazioni.
Avner, per esempio, non avrebbe mai dimenticato una cosa che
agente una sola volta, in caso di emergenza. Ma, disse Ortega, ancor
più importante della qualità del documento è ciò per cui servono;
per una sola ora. D’altro canto, se si crede nella sua validità, si può
le coppie anziane siano più credibili come inquilini dei covi, nei
una continua prova in base alla quale gli istruttori avevano avuto
aveva idea di chi, nel suo gruppo, fosse stato “promosso” o “bocciato”,
che gli era stato affidato un altro compito o che era stato indirizzato
che era stato giudicato carente ed escluso dal corso. Gli addestrandi si
fosco presagio per il futuro. Il suo sesto senso ci scorgeva certe somiglianze
metro e mezzo di statura, visto che con i piedi non arrivava a sfiorare
in origine. Non era un galiziano come tutti gli altri, decise Avner. Era il
nonno di
tutti i galiziani.
niente di personale; non ti ho mai visto prima in vita mia. Qual che
«Vuoi sapere che cosa sono tutti questi libri che tengo sulla scrivania?
perché.
«Ti dico questo, perché alcuni di voi pensano che si tratti di una
Se non lo fai, ciò che avrai speso ti sarà trattenuto a suo tempo
sullo stipendio.
I tuoi compiti sono qualcosa di speciale; tu, no. Per me, tu non
personale, a chi l’hai fatta, alla tua ragazza? Perché, se è stato così,
di Avner.
«Per favore, non tenermi sulla corda» disse. «Se non mi sono
Avner si alzò.
un’assurdità.
può fare una cosa del genere, e così via - era chiaro che quasi tutti
scopo dei test psicologici pareva diverso. Avner aveva sempre l’impressione
un esito soddisfacente.
Avner doveva prima percepire che cosa volevano da lui e poi cercare
La cosa principale, a quanto gli sembrava, era che il Mossad non vedeva
Il suo sesto senso, per esempio, gli diceva che il Mossad non
a che fare con gente che si appassionasse al suo lavoro oltre certi limiti.
dato che una loro banda aveva ucciso tutti i componenti della sua
in seno all’organizzazione.
non doveva essere affatto stupido o insensibile. In tal caso, non sarebbe
che ben di rado sono presenti nello stesso essere umano, anche
ammesso di trovarle.
non era certo fatto così. E a quanto poteva giudicare non lo erano
neppure gli altri allievi del corso di sua conoscenza. I quali erano...
be’, per essere sinceri, erano tutti diversi, proprio come i comuni
tuttavia, se gli psicologi del Mossad volevano che lui fosse una persona
del genere, be’, li avrebbe accontentati. Avrebbe trovato a fiuto
scelto, quali che fossero i loro sentimenti verso John Wayne. Sarebbe
era riuscito a menare per il naso gli psicologi del Mossad oppure no.
non faceva il pilota, gli era pur sempre permesso di volare. Sarebbe
all’altro del mondo. Nel giro di qualche mese, Avner visitò in aereo,
spia come il leggendario Eli Cohen, (nota 5). mentre la maggior parte degli
agenti sembrava fare esattamente ciò per cui Avner veniva addestrato.
Gli si chiedeva di non dare nell’occhio, anche se era affar suo trovare
dubbio.
glielo avessero ordinato, avrebbe fatto del suo meglio per ottenere
plichi a Parigi. Avner calcolava che, con la paga che gli davano,
Europa, il fatto di avere dalla propria uno Yekke in più non guastava.
il tedesco o il francese quanto bastava per farsi passare per gente del
quanto si fosse mai sentito a suo agio in Israele. Andare a far compere,
ma puliti, sui negozi dove si comprava meglio e sui tragitti più brevi
per raggiungere gli aeroporti. Si fece una cultura sui caffè e i locali
notturni frequentati dai turisti. Divenne un esperto in fatto di orari
Andreas.
grossa, l’ebbe.
girò l’angolo, una trentina di metri più in là. Non come l’amico
un personaggio di spicco.
nome che Avner aveva cambiato sotto le armi, come tutti quelli del
suo reparto. (nota 7). In ogni caso, non avrebbe rivelato ad Andreas la sua
sceriffo dei cieli per l'El Al. La cosa più semplice era non dire niente.
Lasciare che fosse Andreas a parlare. Chi poteva dire che genere
la sua vita.
per bere una birra; altre volte si limitavano a parlarsi per telefono.
per Zurigo, Andreas gli chiese di impostare una lettera per suo conto
gli aveva domandato come fosse venuto a saperlo: poteva darsi che
vita.»
scosse la testa.
una volta che ti affideranno un incarico, dacci dentro a più non posso.
non mettere tutte le tue carte in tavola. Tieni sempre un asso nella
manica.»
Così, Avner decise di non dir niente di Andreas. Era la cosa più
Avner era ancora un agente alle prime armi, estraneo alla raccolta di
Atene o Londra - dove il capo dell’ufficio locale del Mossad gli procurava
nei paesi arabi sotto falsa identità non erano tenuti a rientrare in
per Israele. Quasi tutti i servizi segreti delle varie potenze mondiali
fece saltare in aria un jet di linea della Stoissair al momento del decollo
postale austriaco in volo per Tel Aviv. Questi attacchi ebbero luogo
tra cui una famosa attrice israeliana, Hannah Marron, cui dovette
stesso anno, cinque aerei furono dirottati dal Fronte Popolare per la
scampò a tale sorte, quando gli sceriffi dei cieli uccisero un dirottatore
e catturarono la sua compagna, la terrorista Leila Khaled. I terroristi
non ebbe certo origine alla fine degli Anni Sessanta. Può accadere
che l’arma del terrore politico sia trascurata per qualche decennio,
gruppi palestinesi sul finire degli Anni Sessanta è stato il fatto che
dei territori occupati da Israele, Arafat ben presto iniziò a far ricorso
Wadi Haddad. (nota 10). Fu proprio il dottor Haddad a stabilire per primo
di spionaggio o sabotaggio.
mai assieme, però era probabile che si tenessero in contatto tra loro,
più letale di una grossa quantità di keef, cioè di marijuana. Nel secondo
proprio nessuno nella sala partenze. Avner non avrebbe saputo dire
Non sarebbe però esatto dire che Avner divenne uno specialista
fine del 1971 lo spedirono persino a New York. Il viaggio per eccellenza,
un sogno che si avverava.
Avner ora non viaggiava più sotto le spoglie di sceriffo dei cieli,
Lo fecero nel 1971, mentre Avner era ancora impegnato nel suo
ufficiali.
Avner non aveva mai tradito Shoshana durante i suoi viaggi, ma
non perché non avesse occhi per le belle donne o perché il fatto di
c’era in lui una sorta di impalpabile resistenza, che forse aveva a che
fare con il padre. Non fare come papà; cerca di costruirti una normale
non possedere niente di speciale con cui far colpo sulle donne. Occorreva
con loro. Altri magari riuscivano a far colpo sulle donne parlando di
altre cose, ma Avner non ne è mai stato capace. A quei tempi, l’unica
cosa che riuscisse a fare quando incontrava una bella figliola era
acido nei confronti delle donne. Ogni volta che gli altri membri
Shoshana era diversa. Era bella anche lei, magari non da perderci
dietro gli occhi ma bella in modo più tranquillo. E poi era una
sabra. Non c’era bisogno di far colpo su di lei. Capiva Avner senza
sempre
in
direzioni
opposte.
Capitolo 3
Golda Meir
di tornare in patria.
per l’appunto.
pasto caldo il venerdì dopo il tramonto, per cui non fu troppo felice
«Sì, sì, ottimo» disse Avner. Di solito i suoi superiori non si scomodavano
a venire a prenderlo all’aeroporto, a meno che non si trovassero
alle nove.»
nove.»
un po’.»
finì lì.
e tenne la porta aperta per far passare Avner. Poi lo seguì in strada e
Avner esitò.
incontrare Zamir due volte: la prima quando gli era stato presentato di
sfuggita
durante una sessione di addestramento, assieme a numerosi
trovati a volare sullo stesso aereo per Roma, Zamir come passeggero
Proprio così.
due individui non erano mai così profonde come nella maggior parte
degli altri paesi, in Israele. Erano tutti ebrei, imbarcati sulla stessa
c’era sotto. Gli sfiorò la mente l’idea di aver potuto fare qualche errore,
ma avrebbe dovuto trattarsi di un errore madornale perché
l’aria si fece parecchio più fresca. Avner percorreva sempre con piacere
del genere. Di solito gli israeliani erano così abituati a vederli che
il tragitto, se non per domandare ad Avner notizie di suo padre. Avner ormai
ci
Cohen. Erano stati scritti molti articoli sulle sue imprese nell’interesse
sapevano ben poco della sua vita privata, per non parlare
dei suoi sentimenti personali. Il nome con cui era noto al pubblico
non era lo stesso che portava quando viveva ancora a Rehovot; e comunque
finché non vide le fotografie alla parete. Fotografie di lei. Che tagliava
porta, Avner vide che arrivava dalla cucina. Un po’ curva, con indosso
sta?»
Avner non aveva la più pallida idea di ciò che borbottò per tutta
risposta.
tutti
quanti?»
Avner notò solo allora che oltre alla guardia del corpo e al generale
del servizio militare come il generale di brigata Ariel Sharon. (nota 2). Uno
un po’ di frutta?»
tra loro, senza offrirsi di dare una mano. Avner si alzò, poi si
Parigi, non l’aveva mai osservata sul serio. Gli ricordava sua nonna,
Lì per lì, Avner non avrebbe saputo dire a chi rivolgesse le sue
occhi fissi a un punto del muro sopra le loro teste, come se parlasse a
qualcuno che stava fuori, a un invisibile pubblico oltre le pareti della
paese, anche se non alzò mai il tono di voce. Forse parlava solo con
se stessa.
Golda Meir. Non per via di ciò che andava dicendo. Parlava con
un capo all’altro del mondo, solo perché volevano avere una patria.
come trent’anni prima, disse, gli ebrei erano stati legati, bendati e
com’erano sempre stati. Gli altri, nella migliore delle ipotesi, elevavano
una certa moderazione pur nella difesa dei suoi figli. Cercava di salvarli
o alle spie. (nota 3). Dal canto suo, dichiarò Golda Meir, si era sempre
opposta
udire dalla bocca del primo ministro tutte le cose che lui, o la
Avner, «ciò che sta accadendo è molto importante. Non c’è bisogno
che te lo dica io. Sai bene che non ti troveresti seduto qui, se non
fosse importante.»
Avner rimase zitto per qualche istante, e lo stesso fecero gli altri
farlo.»
trattarsi?
Doveva dire qualcosa, così fece la prima domanda che gli venne
in mente:
«Agirò da solo?».
Il memune aprì bocca per la prima volta. «No» disse. «Ma per il
momento, questo non è rilevante. Qual è la tua risposta? Ti offri di
farlo?»
Non aveva idea della causa della sua esitazione. Forse era il suo
quattro anni di servizio militare, la guerra dei Sei Giorni, gli incarichi
era incinta, cosa che Avner sapeva da qualche mese. Era così esile
che quasi non si vedeva, anche se era già al quinto mese. Ma non
Meir, col capo del Mossad che gli chiedeva di partire in missione...
e lui esitava!
non era possibile. Sarebbe stata una missione come quelle di Eli Cohen?
farsi il vuoto.
parte di Golda Meir, come per dire: «Ve l’avevo detto che non era
«Saluta tuo padre per me» disse Golda «e anche tua moglie...
come si chiama, già?... Shoshana... Ti auguro di cuore buona
sul suo volto non fosse troppo sciocco. Se ne stette a guardare mentre
unicamente il primo ministro e noi tre.» Fece una pausa. «Va bene,
discutere.»
su basi impersonali.
di fare qualcosa che non era mai stato chiesto di fare prima a nessun
soldato israeliano.
gli israeliani hanno sempre provato nei confronti di ogni atto di violenza
dei massacri di Lod e di Monaco. Nel 1956, per esempio, dopo che
sempre apparse di gran lunga più discutibili agli occhi di Israele che
quel tempo Avner non era in grado di sapere neppure questo, potrebbe
che Yariv fosse un favorito di Golda Meir. (nota 4). La presenza di Golda
a Golda gli sforzi che stava facendo, come capo del Mossad, per
tempo.
In realtà, non ne aveva neppure più bisogno. Sapeva già che cosa
avrebbe risposto.
Eppure, mentre si fermavano accanto al marciapiede, a Tel
indegno di uno che stava per recitare una parte nel cambiamento
mente
di
Avner.
Capitolo 4
Ephraim
1972, Avner era seduto sul letto di una modesta camera d’albergo,
edifici del centro direzionale, sull’altra riva del Rodano, la cui stretta
La città svizzera era come una casa di vetro: la gente che ci abitava
su quattro uomini che lo fissavano a loro volta con l’aria distesa, sicura
stato un altro essere umano. Più vicini di sua madre e suo padre. Più
vicini di Shoshana. Più vicini dei suoi più cari amici; più vicini persino
genere con ogni sua scelta, fin dai giorni del servizio militare nei
vano.
dalla scrivania.
qualcuno.»
aveva una piega amara, anche se gli occhi erano vivaci. Era un tipo
questione, no.
col capo, perfettamente d’accordo. Era anche ora. Avner era persino
e crittografia. Una squadra: era una gran bella cosa. Un po’ come ai
tempi del servizio militare. In Europa: be’, anche questo era perfetto.
le istruzioni.
a non rivelarlo.
ogni volta che gli metteva sotto il naso un nuovo foglio di carta.
«Leggilo. Non voglio che firmi qualcosa che non hai letto.»
Dopo che Golda Meir gli aveva messo un braccio attorno alle
era nei guai avrebbero mosso cielo e terra per trarlo in salvo.
Cohen, quel che Israele fece per salvargli la vita quando altri paesi
nella maggior parte dei casi una volta che un agente si fosse bruciato.
commandos solo per riportare in patria il corpo di Cohen dalla Siria. (nota
1).
Era una delle poche cose di cui Avner riteneva di non doversi
preoccupare.
parliamo della faccenda qua dentro, e mi dicessi che non hai voglia
di cambiar idea.»
degli eserciti, che erano estensioni dei rispettivi paesi nel loro
maggior parte dei casi, gli individui non sono fanatici; e nella maggior
non siamo qui per questo. Siamo qui per progettare un’operazione.
dell’operazione.»
da solo in Europa per mesi o magari anni. Una squadra che non
delle consuete fonti del Mossad. Ciò, non solo per tenerne i componenti
crearsi una rete di informatori; una squadra i cui membri non avessero
pianta stabile, a una fonte di contatto usata per altre operazioni del
Mossad o magari al fermo posta; una squadra che non avesse mai
Perché no? Sarebbe equivalso a prendere due piccioni con una fava.
ideale.
avrebbe dovuto occuparsene lui. Con una missione del genere, sarebbe
riuscito a dar prova del suo valore. Però si guardò bene dal rivelare il suo
test psicologici. Non sanno che farsene dei tipi che prendono il
mondo come viene, che si danno arie da eroi. Meglio mostrarsi pensieroso,
a fargli domande.
non gli stava dicendo la verità, ma la cosa non gli parve importante.
«Eh, eh.»
uno specialista in... sai, uno che tiri il grilletto. Un tizio addestrato
«Vuoi dire... che non sai tirare un grilletto? In quattro anni di servizio
viene addestrato a fare una cosa del genere? Sai di un posto in Israele
pratica sui cani, ti dicono lo vedi quel vecchio che attraversa la Dizengoff,
adesso
sparagli?»
aspettarselo. Il fatto era che proprio non se lo era aspettato. Era per
proprio io?»
spazientito.
«Be’, che cosa c’è che non va, in te?» domandò Ephraim.
«Non c’è niente che non vada, in me» disse Avner. «Conosco
vuoi saperlo, tanto non è un segreto, forse nessuno ha scelto te. Forse
«Sta a sentire» disse Ephraim «so che non è facile. Non pensare
aveva tratto in salvo una dozzina di soldati egiziani che stavano morendo
«E tu sei lì, e hai una pistola. Puoi anche dirmi che non te ne frega
come prima. Non per questo avrò meno stima di te. E molto difficile
sparare a qualcuno.
in grado di farlo.»
Era una gran bella cosa che Ephraim non ne fosse preoccupato,
pensò Avner, perché lui lo era. Molto preoccupato. Non era mai
stato tanto preoccupato per qualcosa in vita sua. Il cuore gli batteva
così forte, per tutta la conversazione, che era un miracolo che Ephraim
chiariti.
conti e affittò una cassetta di sicurezza. Su uno dei conti versò una
Il primo conto era quello sul quale sarebbero stati versati di tanto
più del doppio della paga precedente. Perdipiù non avrebbe avuto
era uno dei vantaggi di una missione in cui ci si aspettava da lui che
che non si poteva chiedere la ricevuta a uno che faceva una soffiata
altre città. In tal modo, era più difficile risalire alla fonte.
eventuali messaggi per lui, anche se era improbabile che ciò accadesse
Dopo che ebbe finito di sbrigare le faccende delle banche, Avner lasciò
l’auto al
i posti più ovvii per far la posta a qualcuno senza parere. In occasione
dei precedenti incarichi, anche Avner aveva bazzicato le banche,
dato che erano i posti giusti per individuare altri agenti. Aveva sempre
essere imprevedibile, per fare quel che gli altri non si aspettavano
da te, ogni volta che era possibile, finché non diventava un’abitudine.
l’elenco.»
Non preoccuparti. Facile a dirsi. E se becchiamo la persona sbagliata?
«Non dirla neppure, una cosa del genere» era stata la risposta di
Ephraim.
dopo aver prenotato una camera per sé per il 25. Poi si avviò a piedi
Mont Blanc per assicurarsi di non essere seguito, poi restituì la macchina
del recapito di via Borochov, dove si era recato per il primo colloquio,
«Be’» disse Ephraim. Fece una pausa per schiarirsi la gola. «Ragazzi,
non aveva la più pallida idea dei pensieri che passavano per la mente
Steve, dimostrava una decina d’anni più di Avner. Carl, il più vecchio,
Non era-tanto il fatto che fossero troppo vecchi per quel lavoro
nella campagna del Sinai. Carl pareva abbastanza maturo per aver
missione, a Ginevra.»
Avner era troppo teso per sedersi. Guardò Carl che si riempiva
l’aria di scusarsi.
Avner non aveva idee precise in merito agli altri tre, ma riguardo
a Carl sì. Era pronto a scommettere che con Carl sarebbe andato
allora gli altri prenderanno paura. “Oh, quei maledetti ebrei sono
me”.»
precedenza. Bene.
Non siete terroristi, che lanciano bombe a mano contro gli autobus
sicuri al cento per cento che si tratti di lui... lasciatelo andare. Tutto
chi è. Se non siete assolutamente certi, non fate niente. Lasciatelo andare.»
Ephraim si alzò.
che Avner aveva raccolto a quel tempo, era possibile che nell’esplosione
oltre al Mossad. Sussisteva qualche dubbio sul fatto che Kanafani fosse
stato
Non c’erano invece dubbi di sorta sul fatto che sua nipote, una
non c’entrava per niente.2 Era la prima volta, da allora, che Avner
parlarne.
missione.»
di ciò che Ephraim aveva detto. E dal momento che il capo era Avner,
toccava a
lui farla.
posso dirvi? Se uno dei presenti tira fuori la pistola, cessa di essere
ogni cosa per filo e per segno? Chi non vorrebbe che non dovessimo
farvi ricorso? Sto solo stabilendo le priorità, vi sto dicendo ciò che
minimamente che farete del vostro meglio. È tutto ciò che possiamo
pretendere.»
esattamente ciò che Ephraim andava facendo, vale a dire che passava
dal tono duro a quello più moderato, recitando con loro una sorta
capo da cui c’era molto da imparare. Bastava osservare come gli uomini
far suo.
gli interesserà.»
schiarì la gola. Era l’unico che portasse la cravatta. Era magro, con
il servizio militare, si era dato agli affari per poi arruolarsi nel Mossad.
dei loro ricordi, della conoscenza delle lingue e della cultura generale,
gli agenti più abili potevano assumere da tre a sei identità fisse,
anche se si sapeva che qualcuno di loro riusciva ad assumerne fino a
«Tedesco e francese.»
a Hans. «Robert?»
Anche Robert era alto e magro, sebbene non quanto Hans. Poteva
prima di entrare nel Mossad il suo hobby era stato quello di trafficare
insisti.»
siete spassata.»
quel modo la guerra dei Sei Giorni, ma sorrise assentendo col capo.
di nascita locale non era certo la sola cosa che contasse, in Israele,
ogni cosa tutti assieme, non occorre neppure dirlo. Il capo è solo
primo tra pari. E questi, come sapete, è Avner. Il secondo tra pari è
rimasti; gli altri tre se n’erano già andati. «Solo a titolo di curiosità»
si trattava dei generali, come Arafat, Habash o Jibril, bensì dei primi
cui a quel tempo generalmente ancora non si sapeva che fosse anche
al-Kubaisi, era uno degli incaricati dell’acquisto delle armi per conto
era uno dei più alti funzionari del movimento palestinese, incaricato
più come artista e donnaiolo che come figura di spicco del terrorismo
uno dei più importanti contatti tra l’OLP e il KGB. L’ultimo uomo
Con l’eccezione di due o tre nomi, era un elenco con cui qualsiasi
scorrere le dita sul petto, guardandolo con gli occhi azzurro porcellana.
«Ti scriverò più spesso che potrò» riprese a dire Avner. «Non
esserlo. «Ti avevo detto che poteva succedere» fece. «Ne abbiamo
già parlato.»
«Lo so.»
del tutto illogico, «perché te la prendi con me? Non posso evitarlo.»
Shoshana rise e gli afferrò la testa fra le mani. I capelli color del
miele le ricaddero sulla fronte, e lei se li soffiò via dal volto. «Il
guaio con te» disse «è che proprio non capisci.» Lo baciò. «Cerca di
«Capisco che cosa vuoi dire» fece Hans, annuendo. «Be’... stando
agli esplosivi.»
Robert alzò gli occhi. «Ti sbagli» disse. «Non si deve necessariamente
compagni.
che
abbia
l’impressione
che
tu
io
ne
usciremo.»
Capitolo 5
Wael Zwaiter
gusti di Avner.
vari giorni nei dintorni della Città Eterna. Steve e Carl alloggiavano
per trasferirsi a Roma, Robert s’incontrò con uno dei suoi contatti
ciascuna.
Via dei Gracchi sfocia in uno slargo alberato detto Piazza della Libertà.
Eritrea, che più avanti cambia nome in Viale Libia. Queste due
può accedere da entrambi i lati, oltre che dalla punta del cuneo.
e filò via nella direzione da cui era venuto. Il suo lavoro era finito.
Erano le nove passate da qualche minuto.
che Hans era già seduto accanto al posto di guida di una macchina
l’altro lato della piazza, circa venticinque metri più in là, dove
Steve aspettava a bordo di una 125 Fiat verde presa a nolo, targata
e si sarebbero allontanati.
conto per Avner e per sé al Leonardo da Vinci - gli altri avevano già
pace un Campari in uno dei molti bar del quartiere, seduto presso
La parte principale del suo lavoro sarebbe iniziata solo più tardi.
strombazzando i viali sul sellino delle loro Vespa. Però c’era gente
sera non avesse fatto eccezione alla regola, tra qualche minuto
sarebbe tornato a casa a piedi dall’appartamento della sua amichetta,
era probabile che facesse un salto al Bar Trieste per un paio di brevi
possesso della squadra risultava che gli era stato staccato per mancato
Il fatto che Hans avesse mandato via la sua auto voleva dire che
o perché.
a Steve non fosse scesa dalla macchina, Avner e Robert non sarebbero
entrati nell’atrio.
annoiata nei muscoli flosci attorno alla bocca, nelle palpebre semiabbassate
o nell’altro.
Trieste.
prima, appena quanto bastava per farsi un’idea del posto dove
con la porta che si apriva solo inserendo una moneta. Una specie di
vetro riflettente, simile a uno specchio, su una parete che ora fece
abituavano al buio, per poco il suo cuore non si fermò. Per un attimo
per la sua ombra. Meno male che Robert pareva non l’avesse
notato.
Avner sia Robert furono certi che fosse lui, diretto, come avevano
Sapevano già.
a casa, solo.
per uscire. In tal caso, non se ne sarebbe fatto niente. Tutto annullato
che avessero già iniziato quella che, nel gergo della squadra, era definita
quella di scartare una possibilità del genere. Rischio zero poteva solo
significare
Solo che, e Avner non riusciva a credere ai suoi occhi, gli tenevano
per via della coppia che camminava alle spalle dell’uomo. Più tardi,
non avrebbe saputo dire con certezza neppure lui perché si fosse
che si fermarono.
entrambi si allontanarono.
Davanti a loro, l’uomo col sacchetto della spesa non notò nulla.
passo deciso, di chi conosce la strada, senza far caso al buio. Con la
mano libera stava ancora frugando nella tasca della giacca. Un uomo
magro, snello, ignaro del pericolo. Avner vide sbucare dal sacchetto
Investito dal subitaneo bagliore, che non era poi così intenso,
l’uomo alzò gli occhi, ma non rallentò il passo né si fermò. Non aveva
cosa stessero facendo quei due estranei nell’androne buio, non era
affar suo.
che ai trenta; nato nella città di Tchem, sulla sponda occidentale del
un delitto.
saltare in aria un altro jet dell’El Al per mezzo di una bomba nascosta
quale era stato regalato. (nota 1). Il comandante di quell’aereo era riuscito a
per una frazione di secondo Zwaiter non abbia avuto sospetti. Robert
aveva detto Ephraim. «Lascia che sia lui a dire chi è.»
domandato quale fosse stata la causa che gli aveva fatto intuire, in
«No!»
concesso dal Mossad in cambio del rischio zero, per non aver mai
un’arma in pugno, per non aver mai una pallottola già in posizione
di tiro. A meno che non si intendesse farne uso. Poi nessun altro
avvertimento,
erano esatte, non aveva neppure una pistola con sé. Niente guardie
del corpo, niente armi. Per la sua sicurezza personale, Zwaiter faceva
simpatia per la causa del suo popolo. Un uomo che non era neppure
per la mente di Avner durante l’attimo che seguì. E Avner non aveva
la più pallida idea di ciò che poteva essere passato per la mente di
Robert. Dopo, non ne parlarono mai. Ma una cosa era certa: non
Più tardi Avner pensò che ciascuno di loro due doveva avere
sperato che l’altro sparasse per primo.
volte, due volte, poi ancora due volte, seguendo con la mira il corpo
gli ultimi due colpi da solo. Seguì una breve pausa. Poi Robert fece
ma sia Avner sia Robert ne infilavano sempre due di più. Era perfettamente
sicuro, soprattutto se non si prevedeva di tenere la molla
premuta per vari giorni di fila. Avner aveva sparato sei volte, per
in Robert quella che gli parve una certa confusione restituì immediatamente
meno di tre minuti dal momento in cui Zwaiter era entrato nel palazzo,
persone sul marciapiede. Il muso della Fiat era puntato nella direzione
Beretta erano state così assordanti che Avner era convinto che le
frenare e sterzare così bruscamente che per poco non fece un testacoda.
lungo Corso Trieste furono solo una macchia confusa. (nota 2).
più in là. Fece cenno all’autista italiano di avanzare un po’ per lasciare
Robert avesse perso, Carl, che più o meno in quel momento doveva
di chi aveva a bordo o del perché. Nel retro del furgone c’erano alcuni
mentre il furgone si fermava. Sia lui sia Robert avevano infilato caricatori
non ancora terminate. Poco più in là, allo scoperto, erano parcheggiate
al volante di una delle due auto fumava. Avner vide nel buio la brace
e aprì la portiera per far salire Avner e Hans. Qualsiasi cosa potesse
momento.
l’Autostrada del Sole, bensì una strada secondaria che correva lungo
Ad Avner venne fatto di pensare che Hans non era mai stato
trecentocinquantamila
dollari.»
Capitolo 6
Le Group
del cortile sul retro Avner avvertiva il sentore del mare. Se fosse
uscito per una breve passeggiata, sarebbe persino riuscito a scorgerlo,ma era
più
attenzione.
La cifra cui aveva fatto cenno Hans in macchina non aveva sorpreso
Avner si sforzò di ricordare dove fosse finito tutto quel denaro. Era
un esercizio che gli serviva per mettere a fuoco gli avvenimenti delle
ultime tre settimane.
Era facile ricordare che cosa ne era stato, dei primi cinquantamila
n’erano stati seduti con aria tetra per ore di fila in un caffè di Ginevra,
il lato peggiore della cosa era che gli altri aspettavano che fosse lui, il
cominciare.
bersagli nello stesso ordine della lista. Sarebbe stato inutile sprecare
naso.
uno, due, sei, sette, otto, dieci e undici erano quelli che Avner e i
per evitare di essere smascherati e sorpresi, non solo dai loro nemici
di uno dei bersagli, infatti, figurava assieme agli altri suoi dati
errori. A meno che l’errore non fosse già stato commesso alla centrale
dai loro nascondigli per vari mesi, per dar modo al mondo di dimenticarsi
meglio.
un giorno qui, il giorno dopo là, e gli uomini della squadra avevano
colpo, non avrebbero mai usato la stessa identità che avevano usato
d’identità.
Roma era una seconda casa per Carl; così come lo erano Parigi
potevano aver raccolto una voce in merito a questo o quello dei bersagli.
infiltrato nella rete dei terroristi. Prendere due piccioni con una fava.
alla cultura della droga, all’opposizione alla guerra del Vietnam, alla
sino alla fine degli Anni Sessanta. In certi casi, non immeritata
da un lodevole Zeitgeist.
della distensione.
anche dopo che molti dei fatti relativi erano diventati di pubblico
ragione non era solo, come ritengono molte persone peraltro bene
un altro, fino a che le grandi democrazie non avessero perso ogni fiducia
Nel 1972, tuttavia, questo fatto non era ancora noto a tutti. Chi
per tutti.
aveva persino invitato a cena Avner. Era una splendida bruna - Avner, a dire
il
«Può darsi che sia nei guai» rispose Avner. Poi attese. Il suo sesto
altro paese.» Prese fiato come se stesse per dire qualcos’altro, aspettando
«Denaro ne hai?»
«Sì, sì» fece Avner. Funzionava. «Il denaro è l’unica cosa che ho.
In abbondanza.»
un’altra pausa, poi domandò: «Quando dici che hai denaro in abbondanza,
grazie. Mi farò vivo.» Riappese prima che Andreas potesse fargli altre
domande.
Lenzlinger teneva in casa un ocelot. Avner seppe che cos’era solo perché lo
bassa statura, con occhi piccoli e le mani minute. Una parete del suo
Pretendeva mille dollari per ogni Beretta calibro 22 più tre caricatori,
e da due a tremila dollari per passaporto, a seconda del paese di
emissione, consegna entro due giorni. Nel 1972 erano somme assai
rilevanti, anche alle tariffe del mercato nero. Avner le sborsò senza
batter ciglio.
conto suo una spiegazione per quello che Avner stava facendo; se la
smentita.
con pochi mobili in stile scandinavo. C’erano due valigie accanto alla
era entrato; palesemente, la valigia era piena, già pronta per una rapida
così bene.
un’occhiata a Yvonne per indicare che voleva restar solo col suo
vecchio amico.
«E, a quanto pare, hai anche dato una mancia generosa al corriere»
proseguì Andreas.
rischi.
«Se hai una macchina per stampare i soldi» disse Andreas «non
dalla legge?»
«Più o meno» rispose Avner.
sorridere.
una sua idea, e Avner avrebbe dato chissà che per sapere esattamente
quale fosse.
«Be’, alcuni altri tizi e io» rispose «abbiamo tutti... dovuto lasciare
molto grosso.»
spinello, «ci siamo visti qualche volta in questi ultimi anni, ma...
non abbiamo mai parlato seriamente. Tu facevi gli affari tuoi, e io...
sia riconoscente.»
non averne chiesti di più. Lasciamogli credere che potrà farlo, in futuro.
subito.»
dello spinello, anche se sapeva che Avner non fumava ed era astemio,
Erano tutte cose che Avner aveva appreso, in linea generale, dai
profili operativi dei gruppi terroristici. Facevano parte del suo
addestramento
O anche peggio.
stesse attività che esercitava lui, anche se da un’altra parte, con tutta
un’occhiata? Non voglio che li affitti subito, solo che mi dia gli indirizzi.
sette covi tra cui scegliere. Gliene servivano solo tre: uno per Steve
e Robert, un altro per Carl e lui, un terzo per Hans, da solo. C’erano
con uno di loro senza impazzire in capo a una giornata. Vivere con
fila. Lui, però, non l’avrebbe definito “gingillarsi”, perché per Robert
posto tranquillo tutto per sé, quando doveva occuparsi dei documenti.
due giorni. Nel frattempo, Avner andò con Yvonne a dare un’occhiata
gli appartamenti erano tutti adatti alla bisogna, situati in rispettabili quartieri
Yvonne che ne aveva affittato solo uno, per sé e un amico, dato che
gli altri amici avevano cambiato idea e deciso di non venire più a
Avner non aveva la più pallida idea di quanto tempo avrebbero passato
pareva già ansioso di guadagnarsi il denaro che Avner gli aveva dato,
presenti. La cosa fece sì che tutti gli altri, e la serata in se stessa, risultassero
sentito parlare, ma chi diavolo erano Paul Goodman e Regis Debray? E quei
sparare o collocare una bomba? Ma poi Avner ricordò, con una fitta
a tutte le sciocchezze che dice. E gente che va bene per portare una
nuovo?»
o le abitudini di uno solo degli uomini della lista. «Da come stanno
le cose ora, amico,» buttò lì Steve, «ci siamo agghindati per andare a
qualcosa.»
«No» disse in tono quasi sommesso. «Mi serve qualcuno che sia
somma pretenda.»
Andreas fece udire una risatina. Avner si avvide che l’altro aveva
po’ dei tuoi soldi. Forse che i palestinesi non pretendono di essere
Ora un po’ di quei soldi rientrano per la vostra causa. Non è come
ragazza non stava con Andreas per ragioni venali. Nessuno sarebbe
riuscito a far colpo su di lei con gioielli o pellicce. Però doveva pur
esserci qualcosa con cui un uomo poteva far colpo su di lei - bisognava
per assumere una posizione del genere? E di dove poteva finire, una
qualche
volta.
Le
informazioni
rendono
bene.
Sarai
pagato.
«ricordati che siamo vecchi amici, come seguiti a ripetere. Non farei
non c’è nessuno... non conosco nessuno.» Si mise a pulire gli occhialetti.
era infilato nell’attimo in cui Andreas si era messo a pulire gli occhiali.
«Combinami un incontro.»
Tony sorrise, fece un cenno col capo, scostò una sedia e si accomodò.
spedito con un forte accento italiano. «Ho una fame da lupo.» Diede
Avner.
Tony si forbì la bocca, dandosi solo qualche colpetto agli angoli,
Tony. «Ascolta, per il denaro garantisco io» disse. «Di questo non
abita; dove va e quando; con chi si vede? E tutto quel che c’interessa
sapere.»
cinquantamila dollari.»
Milanese, di origine. Però non parla mai di politica. E una fase che
ha superato da anni.»
Avner era perfettamente d’accordo sul fatto che Tony aveva superato
una pista che portava al bersaglio numero uno, Ali Hassan Salameli.
(L’indizio
raggiunti a Roma.
tutto ciò che gli serviva, e che si sarebbe rifatto vivo in seguito.
Durante la terza fase, gli uomini del gruppo di sorveglianza di
“spazzato” la scena per conto suo, unendosi agli altri solo in un secondo
tempo.
vero e proprio.
Roma. Per questo incarico Tony pretese altri centomila dollari, una
mai, neppure nei particolari, erano il più grosso aiuto che una vittima
Avner finì col convincersi che Tony avrebbe potuto rintracciarli nel
L’unico che Tony e i suoi non avrebbero mai visto, per il momento,
era Carl. Carl si sarebbe sempre tenuto sullo sfondo per tener
Tutto ciò avrebbe fatto di Carl l’uomo più impegnato, oltre che
della prima automobile per la fuga, che sarebbe stata condotta per
suo gelato nel piccolo caffè con i tavolini all’aperto dove si trovavano,
una carta di credito del Diner’s Club, che l’ha noleggiata a Milano.
Louis. Digli che ti ho detto io che gli devi qualcosa, e pagalo. Non
denaro pulito.»
più provetto, per cui era logico che si mettesse lui al volante della
prima automobile per la fuga. Essendo il capo, nella più pura tradizione
presbite, «puoi prendere il mio posto ogni volta che vorrai. Solo
Era una tattica per trovarsi in vantaggio rispetto agli altri, solo
se, nel caso specifico, chi poteva dirlo? Forse Hans era davvero felice
quanti.
Ciononostante, di lì a un paio di giorni, l’incarico era assolto:
E ora Avner passeggiava tra gli stenti albicocchi sul retro di una
parte, anche se Avner non avrebbe saputo dire che cosa passasse
l’impresa, se solo non avesse dovuto. Però... non era poi così
male come aveva temuto che potesse essere. Non era neppure così
dato che erano costretti a parlare di continuo delle varie azioni, parlavano
fare cose del genere, e che il fatto di parlarne avrebbe solo contribuito
a peggiorare la situazione.
Non c’era sconosciuto che potesse lasciar cadere qualcosa senza che
Roma, qualche giorno prima del colpo, Avner vide Robert regalare
Carl arrivò a Latina nelle prime ore del pomeriggio del 17 ottobre,
erano che se Carl avesse avuto l’impressione che tutto era in ordine
Quando smontò dalla sua auto a Latina, Tony doveva ormai sapere
amici dovevano averci avuto mano. E tuttavia Tony non fece commenti.
di Papà, il numero due dei tre uomini del Group, anche se Avner ancora
per un certo tempo non avrebbe saputo nulla di Papà o dei suoi
nuovi. Carl riferì che la polizia italiana era giunta sul luogo del
parlare con i poliziotti sulla scena del delitto - non era difficile origliare,
iniziali - però gli era sembrato che non fossero in grado di fornire
indicazioni tali da ledere la sicurezza della squadra.
dei terroristi della lista. Poteva darsi che alcuni di loro fossero in
Europa, ma era anche possibile che non mettessero il naso fuori dai
loro nascondigli del Medio Oriente - dove ad Avner e alla sua squadra
era che Avner si recasse a Parigi. Benché Hans fosse, dei cinque,
e disse ad Avner che era «un po’ come Tony». Vale a dire
pur sapere che il solo modo per farlo consisteva nel dar denaro ai
terroristi.
Gli altri erano d’accordo con Avner. «Non tocca a noi trovare i
A quest’ora deve aver capito che ci sta dando una mano a far
di Zwaiter non aveva avuto gli onori delle prime pagine dei giornali,
l’aveva saputo che non avesse intuito subito un nesso logico. Capitava
a vicenda.
Non doveva neppure essergli passata per la testa l’idea che l’amico
gli aveva dato per mettersi in contatto con Louis, che corrispondeva
Louis chiamò a sua volta la sera dopo, poco dopo le sei. Avner si
Royal Monceau era uno dei più famosi alberghi di Parigi, tutt’altro
con me Fifi.»
magari per tutta la durata della missione. A dire il vero, era sceso
L’uomo che aprì la portiera di una Citroën nera dalla parte del
qualcosa?»
compagnia.»
un po’ più in là» disse Avner a Louis. «Mi sembra proprio il posto
giusto.»
Avner avrebbe voluto che non l’avesse fatto, però capiva perfettamente
cane. Se non si poteva dire magro, era però alto, molto più alto di
Anche Louis parve legare subito con Avner. La loro prima conversazione,
che Avner non aveva mai sentito nominare. Il succo di quanto andava
mano a quella gente, che parteggiasse o meno per la sua causa. Per
ancor più grosse di quelle con cui gli studentelli della banda
piedi, o quei fessi del KGB, con le brache senza piega. Sono dei barbari.
appieno ciò che Louis gli andava dicendo durante quella prima
Il sesto senso di Avner gli dava via libera, ma avrebbe capito sul
moda e la pesante catena d’oro che gli penzolava dal taschino del
saltare in aria un bel po’ di camion e treni dei boches nella Francia
Louis e i suoi due fratelli minori alla Sorbona, non perché si lasciassero
conquistare da tutti quei libri che avrebbero dovuto leggere alla
Può darsi che Avner non abbia mai compreso tutto di ciò che riguardava
zio e due o tre cugini, i quali gestivano una così brillante organizzazione
tutti i governi, non escluso quello francese, e diceva di non aver mai
merde!
russi, che pure non gli andavano a genio, non sembravano preoccupare
inglesi per avere costruito un impero, per averlo fatto a spese dei
una guerra assai più antica di qualsiasi conflitto in atto nel mondo.
Una guerra le cui origini si perdevano nelle brume della storia europea,
oltre che in quelle della sua mente; una guerra contro quell’antipatica
Sarebbe stato esagerato dire che Le Group era a conoscenza del recapito
fidarsi di lui. Tanto per cominciare, trattare con i governi era contro
cosa volesse dire un certo code d’honneur, il codice d’onore tra ladri.
delle prime cose che aveva imparato negli anni trascorsi nel maquis,
da uomini e donne comuni, nativi del paese in cui aveva luogo l’operazione
n'est-ce pas?»
gente disposta a fare molte cose, e che quasi tutti erano disposti a
fare qualcosa. Per esempio, quasi tutti erano disposti a fare ciò che
ad avere sul libro paga una quantità di gente diversa in una quantità
da coprire le spese.
Un’altra delle grosse scoperte di Papà era che gli agenti, come
dato paese con regolari aerei di linea, treni o navi, o talvolta a bordo
piedi all’albergo.»
Sorrise anche Louis. «Che stupido sono stato» fece. «Sicuro che
ha detto che è stato un piacere fare affari con te. Ricordati, se ti occorre
Tienilo a mente.»
una cosa».
Louis si girò.
Hamshari?»
Louis assentì col capo. «Lascia però che ti dia un numero più sicuro»
alle sei e un quarto di sera, ora di Parigi, non dovrai neppure lasciar
detto chi sei; capirò che sei tu. Solo, dammi un numero dove possa
richiamarti.»
una volta una cosa del genere era successa a un agente alle prime armi.
era una caratteristica che doveva aver ereditato dalla madre. Alla fine,
serviva ogni volta che tiravano a sorte per decidere a chi toccasse
gruppo.
Era una delle cose della squadra che piacevano ad Avner. Per
quanto diversi potessero essere da lui, o tra loro, avevano in comune
era se non codardia. Non erano fatti così, loro, nessuno di loro. Sapevano
senza il quale Israele non sarebbe mai esistito. Almeno per quanto
riguardava Avner.
numero
tre
della
lista
di
Ephraim.
Capitolo 7
Mahmoud Hamshari
Amina.
Un bersaglio “facile”.
Ciò che i conoscenti superficiali non sapevano, di Mahmoud
Hamshari, era che, almeno stando al Mossad, era anche uno dei
le sue radici negli Ishutiniti russi del XIX secolo, il cui movimento
per allora avrebbero dovuto aver pronto un piano che nessuno potesse
agli altri terroristi facendo capire che «gli ebrei arrivavano dappertutto»,
in casa sua, sulla sua auto o nel suo ufficio. Anche se l’eventuale altra
esplosivi.
da solo.»
«Per piacere, non essere disgustoso» fece Hans, con una smorfia,
palesemente scandalizzato.
nomi?
una cifra, cosa che non fece. A quanto sembrava, era soddisfatto
disse l’altro.
la propria voce.
ora, domani?»
«Lo farò» rispose Louis.
di tenersi alla larga dal centro della città e presero alloggio in un albergo
sulla Route des Romèles, non lontano dal Palais des Nations.
Ginevra non era mai stata un luogo molto comodo per operazioni
del genere. Soprattutto per il Mossad. Era difficile affittare dei covi,
e gli alberghi non erano certo adatti a fungere da basi per gli
agenti. I servizi segreti svizzeri erano, a dir poco, tutt’altro che disposti
Ali Hassan Salameh e Abu Daoud, (nota 4), però, erano un rischio che
Per qualche ragione, tra l’ultimo scorcio del XIX secolo e la seconda
tramandata di padre in figlio, cosa che faceva dei belgi, assieme forse
con la pipa, e alla fine suggerì ad Hamshari che magari sarebbe stato
non suscitare i sospetti del bersaglio. L’incontro gli offrì anche l’occasione
della Rue d’Alésia e a circa quattro isolati di distanza dal numero civico
sicura dopo il colpo era quella che li avrebbe portati lungo Rue
Vercingétorix fino
Exelmans fino al covo sulla Riva Destra. Visto com’era stata progettata
le macchine.
risultava dai precedenti rapporti, non si serviva di guardie del corpo. (nota
7).
sue attività per tutto il resto della giornata. Di solito non rientrava
donna di nome Nanette, che poteva darsi fosse la sua amante e che
da uno dei covi parigini della squadra. Nanette faceva la sua telefonata
d’Alésia con Rue des Plantes, a qualche isolato di distanza dal numero
175. Presumibilmente, controllava se Hamshari
era pronto o
se sua moglie e sua figlia avevano lasciato l’appartamento. Ottenuta
d’Alésia, dove c’era una caserma dei pompieri oltre a vari banchi
era il lasso di tempo tra le otto e le nove di mattina, dopo che la moglie
persone. Il problema si faceva ancora più grave nel caso dei dispositivi
trovasse
meno
nei
paraggi.
di Avner.
non fosse disattivata per mezzo di un altro pulsante, nel timore che
di un segnale radio.
del tutto innocua finché il ricevitore non venisse sollevato dalla forcella,
con una delle sue amiche? Poteva accadere che proprio alla
stessa ora un radioamatore del vicinato decidesse di mettersi a trasmettere
se, anche così, per Avner era un rischio eccessivo, avrebbero dovuto
«Va bene» disse Avner, dopo un attimo di esitazione. «Bada solo a non
palazzo.»
Robert.
paraggi. Ma fu solo poco dopo le sei di sera che Steve chiamò, per riferire
a pedinarlo.
proprio quello il motivo per cui Hamshari era uscito di casa. Robert
libero più vicino, sul lato opposto della strada. Avner si appostò
alla larga.
Steve telefonò quasi subito dopo che Avner aveva preso posizione.
tipo Lega Araba» (Steve, il cui francese non era migliore di quello di Avner,
non
squadra avrebbe avuto almeno tre quarti d’ora di tempo prima che
nell’apparecchio da sola.
Robert e Hans, nel caso che tornassero prima che i suoi compagni
avessero finito.
che dalla finestra la visuale fosse libera, tra lui e Avner. Poi
Avner adocchiò Robert che gli sedeva accanto nel furgone. Anche
quella distanza era impossibile udirlo o persino essere certi che stesse
anche lui Carl che faceva il segnale, però si sarebbe mosso solo al comando
di
E vide anche una ragnatela di crepe formarsi su una delle grandi vetrate
sopra di lui.
Ce l’avevano fatta.
La sera non furono più tanto sicuri, seduti in uno dei covi a
alla polizia del giornalista italiano che gli aveva telefonato poco
prima dell’esplosione.
Hamshari gli era parso un po’ strano al telefono, disse Carl agli
altri, un po’ rauco, come se si fosse appena svegliato. Carl non era
stato neppure sicuro che fosse davvero la sua voce, tanto che, una
volta spiegato che era il giornalista italiano che telefonava per l’intervista,
Hamshari. Carl si era grattato la testa solo quando aveva udito la risposta
spiegò, ma avevano tutti quanti così insistito sul fatto che nessun altro
per sempre, e non gli sembrava importante ciò che avrebbe potuto
- alla fine, con tutta probabilità avrebbero scoperto che si era trattato
sistema.
aereo dell’El Al, all’aeroporto Kennedy. Era una voce che valeva la
In ogni caso, Avner aveva anche una ragione personale per recarsi
Non doveva far ritorno in Israele per tutto quel periodo, fuorché in
da parte del suo sesto senso, che magari non avrebbe più potuto
esserci una ragione, magari operativa, magari no, che gli impedisse
di tanto in tanto - magari avrebbe finito col piacerle. Magari Shoshana non
una donna. Non che non le guardasse, le donne, però non faceva
mai niente. Forse voleva restare fedele a sua moglie; forse dipendeva
era mai affiorato nei loro discorsi. Avner, però, ne aveva certamente
Avner non si sarebbe mai aspettato di udire dalle sue labbra. Non
dalle labbra di una sabra, di una moglie israeliana, che avesse il marito
Per un attimo, Avner non seppe che cosa rispondere. Poi disse:
«Verrò».
propria richiesta più che dalla risposta di Avner. «Non essere sciocco.
Non parlavo sul serio. Ho tutto quel che mi serve, qui. Entrerò
nessuno».
operative, Avner sgattaiolò a Tel Aviv. Sapeva che quanto stava facendo
era imperdonabile e che, se fosse stato visto da qualcuno dei
suoi, Dio sa che cosa sarebbe potuto accadere. La cosa migliore che
missione, la propria vita e anche quella dei suoi compagni. Non aveva
in parte per via della posta in gioco ma anche perché, come la maggior
Si
diedero
appuntamento
New
York
per
aprile.
Capitolo 8
Abad al-Chir
della squadra. Questa era la ragione principale per cui Avner e Carl lo
sarebbero imbarcati su una nave greca che avrebbe fatto scalo nel
casa.»
Louis era esatta, quanto prima al-Chir avrebbe dovuto farsi vivo a
telefono per chiamare Louis. (Fino a quel momento, Avner era stato l’unico
a
aspetto del suo lavoro di cui borbottava suo padre. Era stato sempre
realtà. L’anziano agente del Mossad che a quel tempo era il responsabile
Sua moglie, che a quanto sembrava era avvezza alle occasionali esibizioni
di volgare cocciutaggine del marito, si era limitata ad alzarsi
scontato che il capo della sede locale fosse un uomo degno di ogni rispetto.
Perdipiù gli ebrei possono avere gli stessi vizi di qualsiasi altro
imperdonabile.
dopo averne discusso con l’altro giovane agente, il quale aveva detto
era loro dovere farlo: poteva darsi che il loro capo avesse bisogno di
tutta la faccenda potesse essere stata una prova, una commedia inscenata
senso di lealtà verso il collega più anziano. Be’, non l’avrebbero preso
in castagna!
Avner era strabiliato. «Di che cosa stai parlando?» aveva domandato.
Adesso gli manca solo un anno per andare in pensione. Una cosa del
Si dava il caso che per Avner quella fosse una nota stonata; gli
si facevano gli affari loro. Così, si era alzato in piedi. «Avete in mano
C’è dell’altro?»
Era su tutte le furie. Nessuno gli aveva più detto niente sull’episodio,
ma gliene era rimasto l’amaro in bocca. Quando gli era stato affidato
un rapporto.
Quando Carl gli aveva telefonato dopo che Avner era partito
per Israele, Louis aveva comunicato che al-Chir era comparso a Cipro.
con l’individuo di cui si sapeva che era il residente del KGB a Cipro.
l’Unione Sovietica aveva scelto come una delle basi da cui far tremare
luogo ideale dal quale attizzare l’incendio del Medio Oriente, per
non parlare del conflitto ormai cronico tra greci e turchi. (nota 1).
Comunque
per cui tornò anche lui a Francoforte. Lo stesso fece Robert. «Senti» disse
Robert
era motivo di qualche attrito fra i due. Una volta che, rientrando
le furie.
far perdere Robert, quando tirarono a sorte per decidere chi dei due
consiglieresti?»
«Perché sei?»
fatto che il bersaglio non era morto, almeno non sul colpo. L’ultima
volta che Avner aveva parlato per telefono con Louis, il francese,
non volle neppure sentirne parlare. Non avrebbe mai toccato un dispositivo
«Ma se Louis ti è così simpatico» disse Robert «ti dico io che cosa
conto nostro.»
Era una buona idea. In un certo senso, la parte più rischiosa di
controlli doganali. Dal momento che gli uomini di Avner non potevano
plausibile del fatto che teneva in tasca vari foglietti di carta con i
sul quale gli veniva versato lo stipendio mensile mentre era in missione.
presero alloggio all’Olympic Hotel. Era stata un’idea di Carl che alcuni
precedenza.
israeliani che erano venuti a Cipro per sposarsi, dato che la ragazza
non era ebrea. La cosa era abbastanza diffusa, visto che le autorità
misti.
«Devo dedurne che non ci sarà pericolo che capiti loro qualche
che un uomo della squadra dicesse una cosa del genere dopo
«Oh, per l’amor del cielo! Vuol dire che te la darò, allora, la garanzia
scritta».
di sicurezza della bomba era inteso a far sì che il letto saltasse in aria
dieci della lista di Ephraim lasciò la sua camera verso le otto. Vennero
tutto il giorno in una casa di Nicosia, di cui si sapeva che era stata
prima che entrasse, uno di loro gli consegnò una busta. (nota 3). Uno degli
che sarebbe morto di lì a poco, per accertarsi che nessun altro entrasse
dietro la sua finestra. (La finestra degli sposini israeliani della stanza
che al-Chir si fosse seduto sul bordo del letto per togliersi i calzini, e
molle.
quella forza era superflua, dal momento che non avrebbe portato
aveva fatto.
che non aveva ucciso sul colpo Hamshari. Dopo un’esplosione del
Abad al-Chir.
dei
greci.
Capitolo 9
Basii al-Kubaisi
letto.
itinerari diversi, con Avner che era rientrato via New York allo scopo
soggiorno di Shoshana.
ivi compresi gli sposini israeliani. Dall’altra parte della sottile parete
letteralmente in briciole.
- e non disse nulla sui suoi legami col Mossad. Il francese, come
Ora Louis gli disse che un certo capo terrorista sarebbe arrivato
e l’ottavo posto.
Israele.
a Tel Aviv. In base alle clausole della loro missione, non “lavoravano”
più per il Mossad. Dal canto suo, disse Carl, il Mossad non
con Carl, fece osservare al compagno più anziano che stava facendo
esattamente ciò che sospettava avrebbe fatto Tel Aviv con le
le' histader di Tel Aviv, quelli che erano impegnati a spartirsi la torta.
Forse era la pura verità. E poi, chi era Avner per avere il diritto
olandese, dichiarare a muso duro che se ne fregava della gloria? (nota 1).
ad Avner parve che il loro controllo non si sprecasse in elogi per ciò
questo punto anche loro devono guardarsi alle spalle. Molto bene.
riunioni del giovedì. (nota 3). Dobbiamo apprendere certe notizie dalla
cavarvela.»
si avverte una certa tensione. C’è altra gente che ha le sue idee su
e due nelle spalle, poi Avner disse: «Benone. Non avete bisogno di
L’intero quadro».
con la mano, come per dire è proprio quello contro cui ti ho messo
«Che cosa vuol dire, l’intero quadro? Dobbiamo scoprire i loro movimenti,
che è,» fece, «siamo all’asilo? Non posso crederci! Non ha importanza
tutte queste chiacchiere sulle pressioni e sul fatto che altri hanno le
loro idee. Comunque sia, voialtri non avete già abbastanza da fare?
farlo noi?»
pur sempre di un attacco frontale, e come tale non faceva che spingere
che facesse sia Avner sia Ephraim. «Senti, tu sai benissimo come
siamo. Forse non vogliono saperlo, in parte per via del denaro, in
rinunciò subito.
restate qui a Ginevra,» disse, «mi metterò in contatto con voi tra un
esclusi.
controllo di qualcun altro. Poi, quando ogni cosa fosse stata predisposta
terroristi.
che non potevano sapere per quanto tempo i capi fedayin sarebbero
Che ne dite?»
stato il programma.
la sua base operativa in Libia. Carl riteneva che un “Abu Zeid” potesse
persona, voleva dire che si era ripreso dalle ferite. Su una cosa non
sono l’ultimo che si metta a cercare altra gente, giusto nel caso che
perché al-Chir figurava nella lista? Forse perché a Ephraim non piaceva
il colore dei suoi occhi? Figurava nella lista per una ragione
Pensateci.»
istruzioni esistono per una ragione precisa. Badate alla ragione che
prima con Ephraim - agire al di fuori della lista, anche per la più valida
giorni.
che il loro controllo avrebbe dovuto trattare Avner e Carl come eroi
parte di Tel Aviv riguardo alla missione nel suo complesso. Poteva
darsi che qualcuno nelle file della burocrazia, del Mossad, del governo,
terroristi? E stupido!
stupida. «Oh» avrebbe detto la gente «alludi a quel tale che era andato
ore, per metà spesa? E metà del casino che faceva lui?»
Forse quel che Ephraim aveva voluto far capire a Ginevra, pur
Carl doveva aver intuito quel che passava per la mente di Avner, perché,
una volta
Non farti prendere dalla tensione, però. Ricordati, se fai fiasco nessuno
volta che Avner vedeva una donna assolvere un incarico più importante
che
c’erano
molte
donne
impegnate
ogni
livello
della
grande notorietà. (nota 4). Però stava di fatto che Avner non aveva
“Kathy” era molto in gamba nel suo lavoro. Snella, occhi scuri e
corti capelli bruni, Kathy sarebbe stata una bella ragazza se non
origine borghese del Québec, quale Avner riteneva che fosse. Al pari
Kathy stava facendo? Una domanda del genere Avner non se la sarebbe
una donna faceva un mestiere insolito, era più probabile che avesse
che era stato tenuto prigioniero per otto mesi in un “carcere del popolo”
dai Tupamaros.
Può darsi che Kathy nutrisse una certa simpatia per i “patrioti”
in generale, termine che per lei stava a indicare tutti coloro che erano
impegnati in
Questo, perlomeno, fu tutto ciò che Avner riuscì mai a scoprire dei
suoi sentimenti. Per tutti gli altri, sembrava che Kathy nutrisse solo
Papà, gli consigliò alcuni alberghetti a basso prezzo nel cuore di Parigi,
poi, non avendo la più pallida idea di chi fosse al-Kubaisi, fece
porta all’Opéra.
tragitto.
covo, non lontano dal Boulevard des Capucines, nei pressi dell’inizio
suo albergo.
darsi che al-Kubaisi avesse scelto quella strada deserta proprio per
protetto dalla presenza assai più fitta dei pedoni. Si sarebbe trovato
all’albergo.
al minimo.
che l’arabo camminava di buon passo, non era facile coprire quella
distanza nello spazio dei prossimi due isolati senza tradire l’intenzione
avanti sarebbe stato troppo tardi. Tra il terzo e il quarto isolato, al-
perso.
del Fronte Popolare chiaramente non era più ignaro del fatto di essere
Sebbene al-Kubaisi non corresse, era ancora possibile che Avner e Hans
non
per questo gesto fu che volevano aver di fronte al-Kubaisi per essere
Alcuni attimi prima, Avner aveva alzato gli occhi per vedere se
per caso non ci fosse qualcuno che osservava la scena da una finestra,
era già ridotto della metà. Tutt’altro che rischio zero, ma sempre
fissava con gli occhi sgranati, dicendo: «La! La! La!» poi ripetendo
primi due colpi prima che toccasse terra. Tirò il grilletto altre due
volte, poi due volte ancora. Quasi non si rese conto dello schiocco
della pistola di Hans che sparava con lo stesso ritmo accanto a lui,
con la testa che quasi sfiorava la colonnina del semaforo, i piedi ancora
strada. Pareva che là, in piedi, ci fosse un uomo, o forse due, con
erano ad Atene.
con tre uomini soli più un paio di automobili predisposte per la fuga,
catturati.
termine
con
professionismo.
Capitolo 10
Beirut e Atene
giornata nell’atrio del Sands Hotel, finché non fosse entrato Steve.
da Louis.
Come tale, era forse l’unica città in tutto il bacino mediterraneo che
Club nei quartieri occidentali di Beirut, dove con una carta di credito
Avner non beveva e non giocava d’azzardo. Gli sarebbe però piaciuto
parte del lunedì a esplorare sei località ben precise. Due si trovavano
a Beirut, tre alla periferia della città, e la sesta una cinquantina di
era già stata effettuata dagli agenti locali del Mossad che si
di Avner era stato chiesto di svolgere solo quella parte del lavoro
che gli agenti locali non avrebbero potuto compiere senza bruciarsi.
Era una notte senza luna. Il mare era nero. All’una, Steve vide
il bagliore di una torcia elettrica nel buio e accese i fari della sua auto,
emergendo neri dalle onde come la pece, alcuni uomini rana raggiunsero
seguito, Steve commentò che si era trattato del più difficile problema
tecnico dell’intera missione - e, dividendosi in due gruppi, si diressero
partenza diversi.
l’operazione.
corpo.
Beirut. Era sposato, con due figli in tenera età. Riuscì a sparare una
stando ad altri rapporti, morì anche lui nella sparatoria. Quanto alla
marito col proprio corpo, era perita assieme a lui, crivellata di colpi.
quanto pare, la donna in questione era del tutto estranea alla faccenda
degli israeliani.
Sembra che nelle due ore successive abbiano perso la vita più di
cento guerriglieri palestinesi. (nota 4). Le perdite degli israeliani furono di
disparte, proprio come gli israeliani si erano aspettati che facesse. (nota 5).
A Cipro, non tutto era tranquillo. Per pura coincidenza, i fedayin avevano in
programma
a
Nicosia
un
assalto
alla
residenza
sceriffo dei cieli israeliano uccise uno dei sei attaccanti, appartenente
minuto prima dell’attacco dei fedayin. Così, una volta messo fuori
non fosse stato quello di dividere ancora una volta la squadra, come
Alla rapidità con cui lavoravano, era persino possibile che riuscissero
Louis, ma in precedenza si erano già serviti due volte dei suoi uomini
per farsi recapitare armi o esplosivi, e per far sparire le loro pistole
tanto efficienti negli ultimi tre o quattro anni. Semmai, era sorprendente
farsi preparare gli esplosivi dal solito fornitore, avrebbero usato ciò
in varie occasioni.
dell’Imitou, fin quasi all’altro capo della città, per l’esattezza l’angolo
Robert con la sua sacca da viaggio. (Il secondo covo era nei pressi di
suo meglio per cavarsela nel traffico di Piazza Omonia - una specie
eccezione dell’individuo che fornì gli esplosivi ad Atene, tutti gli altri,
ospite. Quel che avrebbero potuto fare nella stanza, era affar loro.
esplosivo disponibile.
avesse per puro caso inviato un segnale radio sulla stessa frequenza
che giudicava nelle migliori condizioni per essere collegate con una
d’ore sarebbe spuntata l’alba. L’uomo che lavorava per Louis all’interno
l’arabo era entrato in camera sua, da solo. (C’erano altri arabi ospitati
fossero stati costretti a rendersi conto che far la pace rendeva di più
che fare la guerra. Questo concetto stava alla base della filosofia e
agli ebrei.
troppo buio persino per essere certi che fossero due o più. Quando
l’ingresso dell’albergo.
bombe. Il tal caso, Avner sapeva che Robert non avrebbe atteso un
dall’albergo.
nell’albergo.
Istintivamente, Avner alzò gli occhi al muro, fino alla fila di finestre
con la precisione che era occorsa a Robert per le sei piccole bombe
Ancora nulla.
del genere? Pareva quasi che a Hans avesse dato di volta il cervello,
qualche istante. Hans non aveva neppure sbirciato nella sua direzione,
mano al fianco.
uscendo, pallido, il volto impietrito. Il greco alle sue spalle era fuori
mancavano ancora alcuni passi. Mentre Hans apriva la porta, Avner scorse
il
potuto lasciare l’albergo dalla porta principale, per cui erano entrati.
Ma no, aveva dovuto fare il furbo. Mai uscire dalla stessa porta
Anche Hans vide l’auto dei russi, e si fermò. L’uomo del KGB
le due cose.
E lo fece. Mentre ancora stava al riparo della portiera socchiusa,
sbagliato. Forse il russo, che dopotutto era un agente, con una copertura
Hans sparò per primo. Come gli era stato insegnato: due volte.
fondina con la destra. Avner sparava dai piedi della scala, di sbieco,
Hans giungere a segno, ma dei suoi non era certo. Anzi, pensava di
strada.
greco aveva già acceso i fari. «Va,» gli disse Avner quando
alla sparatoria.
ciascuno facendo uno sforzo tremendo per stare calmo. Per prima
cosa, dovettero tranquillizzare il dipendente dell’albergo, che parlava
Avner decise di prenderlo da parte, con l’aiuto del greco più anziano,
buon senso avrebbe preteso che Hans si consultasse con gli altri,
aveva persuaso l’ignaro greco a salire con lui in ascensore e a far venire
no. Almeno in un primo momento. Poi sono sicuro che avreste detto
dopo che l’hai fatto chiamare da quel greco avresti anche potuto
sparargli.»
«Gli ho sparato perché ho visto te che gli sparavi» ribatté Avner, ma senza
troppa
che dire con Ephraim e gli altri galiziani per aver ucciso un agente
sovietico. Eppure, se il russo stava per estrarre una pistola, che altro
con i suoi occhiali da presbite; Hans, che somigliava tanto a una matita.
storia ci sta dando sui nervi, a tutti quanti. Quando saremo tornati
la coscienza del gruppo. E dato che questa volta Carl non era
solo perché apparivano sconvolti per ciò che avevano fatto. «E allora?»
hai paura?»
«Oh, piantala, Steve» disse alla fine Carl. «Sentite, io non ero
presente, per cui non sono in grado di giudicare. La cosa più importante
Non avrebbe saputo dire perché. Finora tutto era andato liscio.
Forse troppo facile. Per la prima volta da che era iniziata la missione,
Avner
avvertiva
un
crampo
alla
bocca
dello
stomaco.
Capitolo 11
Mohammed Boudia
mangiava.
Quando si rese conto che era paura, e per la verità non ci mise
a tu per tu:
sull’argomento.
una settimana con Shoshana, e poteva darsi che questo avesse qualcosa
La loro riunione non era stata del tutto felice. Nella prima settimana
fuori dai confini di Israele. Senza avere idea di dove potesse essere
Quando lui arrivò, circa tre settimane più tardi, Shoshana gli si aggrappò
male. Se Avner avesse mai creduto che il modo in cui erano costretti
spiato. Aprì gli occhi e vide Shoshana seduta sul letto che gli osservava
attentamente il viso.
«Non so» rispose lei. Il suo tono era grave. «Voglio dire, i capelli
non ti diventano grigi o cose del genere, ma... non so. Sembri invecchiato
pugno, dalla paura che negli ultimi due giorni era quasi sparita. Non
disse niente, ma più tardi, mentre si faceva la barba, seguitò a esaminarsi
ad alta voce, cosa che non rientrava nelle sue abitudini, «a quanto
«Niente.»
un po’ con la città e non sentirsi più così spaesata. Prima del suo arrivo,
notò in lei qualcosa che tradiva una tale solitudine, una tale vulnerabilità,
Ma non c’era molto che Avner potesse fare. Perlomeno Shoshana sembrava
con l’età.
ragione della sua paura. Sua, di Carl, e forse anche degli altri.
Perché li aggredisse proprio ora, dopo sette mesi, dopo cinque attentati
E se era così facile per loro, sarebbe stato altrettanto facile per
individui, uno o l’altro dei quali, prima o poi, avrebbe potuto rivelarsi
accadere che una sera spegnessero la luce, e che i loro letti venissero
scagliati
nervi dei cinque compagni un po’ di più ogni volta. Una sera, a
delle pistole, a braccia tese, con le mani appoggiate sul tettuccio della
Opel di Avner, parvero segnare la fine per tutti e cinque. Lì per lì,
corso della missione, che ebbero a che fare con le autorità di un paese
occidentale.
bussare alla porta - cosa insolita, dato che i visitatori avrebbero dovuto
piedi allo spioncino Avner scorse due sconosciuti ben vestiti, in attesa
nel corridoio. Mentre Carl gli copriva le spalle dalla porta della
parte della strada, che se ne stava con gli occhi alzati verso la loro finestra.
in inglese alla vista di Avner, «non l’ho fatto apposta. Potrei riavere
Dopodiché, per due notti, Avner fece una gran fatica ad addormentarsi.
Nello stesso tempo, il carattere di Avner era tale che tutte le cose
a quella esile minoranza di essersi umani che trova stimolo nelle avversità.
Era
squadra.
autorità francesi per il fatto di essere stato in prigione nel 1959 sotto
nei circoli teatrali e negli ambienti alla moda della Parigi radical-
quasi mai nello stesso posto alla stessa ora due volte di seguito, e
che costò diciotto feriti e causò danni per milioni di dollari. Si diceva
«No,» rispose Louis, «ma perché non torni qui, comunque? C’è
gli piaceva anche guidare, e ormai era sua abitudine variare la trafila
grande frigo con la macchina per fare il ghiaccio e quel forno autopulente.
per niente alla missione. Meditò invece sui suoi viaggi, su tutti i
paesi che aveva visitato negli ultimi anni. Bastava paragonare le autostrade
italiane e francesi per capire un bel po’ di cose sui due paesi.
francese.
C’era anche una differenza, pensò Avner, nel modo in cui le varie
Roma. Non che Avner avesse qualcosa contro gli italiani, tutt’altro,
però era colpito dal contrasto tra gli splendidi edifici e il modo in
giungla da una civiltà antica era ora abitata da una razza di scimmie.
era solo un’opinione di Avner, che non aveva niente a che fare col
conto o no. Gli unici che vi si adattavano erano gli ebrei provenienti
punto di vista di Avner. Questo non aveva niente a che fare con la
storia antica o con ciò che gli ebrei europei avevano costruito e compiuto
ebrei fossero finiti, una volta che i cosacchi e i nazisti e tutti gli altri
adesso agli europei non andava a genio che gli israeliani e gli arabi
alla frontiera.
quantità di soldi che avevano sborsato al Group negli ultimi sei mesi
o giù di lì, era logico che il Vecchio in persona potesse essersi incuriosito.
dei loro guadagni all’OLP - era probabile che non esistesse un singolo
un’occhiata da vicino.
Avner pensava che, una volta salito in macchina da solo con Louis,
alcun pericolo.
viale che saliva alla grande casa di campagna un po’ cadente. Mentre
scendevano dall’auto, un irsuto cane da pastore dal carattere oltremodo
uomo sulla sessantina o poco più, con i capelli grigio ferro e un naso
C’era qualcosa in lui che ricordò ad Avner non solo suo padre, ma
anche Dave, l’ex marine americano che era stato suo istruttore di tiro
dipendeva dalla loro palese fede nell’astuzia e nella forza, una fede
«Mais non, monsieur, mais non. Parlo inglese. Pourquoi pas? Faccio
Oh, be’, pensò Avner. Almeno Papà non faceva mistero di ciò
che lo preoccupava.
Pareva che Papà non avesse antipatia per le singole persone, eccezion
verteva su una certa persona, era probabile che papà facesse un cenno
far rumore, servì loro dei rinfreschi, ma senza prender parte alla
nella stanza con Avner e Papà, oltre a Louis, fu un vecchio zio. Parlava
snocciolare dati e cifre con una monotona cantilena ogni volta che
Louis sulla somma che ancora dovevano al loro contatto greco per
la domanda.
a bruciapelo ad Avner.
Avner ripeté ciò che aveva già detto a Louis, e cioè che raccoglieva
Benché non fosse che una bugia, era abbastanza plausibile e corrispondeva
interessi privati. Dio solo sapeva come Papà fosse giunto a una tale
bene o male finivano col beneficiare dei loro aiuti, se non in denaro
era sconcertato, constatando che un francese così scaltro, che sapeva tante
cose
Nel qual caso, pensò Avner, anche lui e i suoi compagni erano
E in ultima analisi chi poteva mai dire, comunque? Avner, no, di sicuro.
che aveva Papà, lo fu però più o meno da ogni altra sua caratteristica.
fin quando avesse avuto Papà dalla sua, sarebbe stato al sicuro.
agli occhiali scuri che aveva appoggiato sul cruscotto, Papà glieli
era contento. Ciò che avrebbe voluto dire era: «Bene, vuol dire che
La verità era che, da quando si era immischiato col Group, Avner aveva
sempre la
nei confronti di Papà e dei suoi figli. Rimane tuttora dubbio - dal
qualche
impulso
politico
preciso
oppure
vendesse
informazioni
Papà che la forza motrice alla base degli intrighi internazionali fosse
gli inglesi, che avevano turbato l’ordine costituito del mondo rinunciando
tutti i loro informatori arabi. Che gli uomini di Avner fossero comunque
l’aiuto del Group, oppure no, sta di fatto che, fino all’estate del
espressione che Avner non riusciva mai a ricordarsi, per cui la cambiò
con Rue des Fossés Saint-Bernard sulla Riva Sinistra. Era il 28 giugno,
un giovedì.
stante.
o degli stessi automezzi per due volte di seguito. Entro certi limiti,
preparativi, però era anche quello che rendeva più difficile la fuga, e
parlasse mai, era un fattore essenziale. Per dirlo chiaro e tondo, premere
pallottole.
ne sto qui seduto a studiare le vie di fuga? Perché Robert sta trafficando
uno di noi? Ve lo dico io. Alle otto di sera collegherebbe una bomba
non ci si venga a trovare a più di trenta metri dal punto in cui salta
«Hai finito?» domandò Carl dopo una breve pausa. «Sicuro? Sì?
ragazza per tutta la notte di mercoledì 27, Avner temeva che al mattino
mise quasi tre quarti d’ora, anche se si era messo per strada prima
eclissarsi.
la portiera.
più semplice.
sperava che tardasse almeno finché gli studenti non avessero finito
Le undici.
per accertarsi che avesse visto l’uomo. Robert fece segno di sì con la
testa. Avner accese il motore della sua auto, sapendo che Steve
che lavorava nel suo ufficio nei paraggi, udì l’esplosione, anche se
si era procurato poco prima. Dato che l’auto non presentava traccia
i crampi alla bocca dello stomaco non fossero cessati, Avner era
soddisfatto. Persino Carl il Prudente ammise che la missione stava
avessero uccisi altri due, avrebbero pareggiato il conto per gli undici
Ciò che né Avner né Carl, e neppure Robert, che era molto fiero
del suo lavoro, avevano modo di sapere era che, con l’eliminazione
Ramirez Sanchez.
Carlos
lo
Sciacallo.
Capitolo 12
La guerra dello Yom Kippur
del pomeriggio di quel giorno, ora di Tel Aviv, Israele era di nuovo
Giorni, che si estendeva dal monte Hermon alla confluenza del torrente
guerra mondiale.
quasi, ma non del tutto, dal momento che voci di movimenti e preparativi
quello di altri agenti del Mossad, già nella primavera del 1973, tramite
come sia Avner sia Carl convennero che era il caso di fare, benché a
rigor di termini non rientrasse nei loro compiti. Ma, come apparve
chiaro dopo la guerra dello Yom Kippur, dati segreti raccolti da fonti
assai più importanti della squadra di Avner erano giunti regolarmente
La verità era che dopo giugno Avner, e anche Carl, gli sembrava,
poteva fare a meno di pensarci, e il suo sesto senso gli diceva che anche
che pensare a cose del genere non era solo un’eresia, era anche
della parola. Avner non provava alcun rimorso per la morte dei mechablim,
e
era un atto di mera vendetta e come tale andava intesa. Una bomba
ai nemici di Israele.
stati fermati appena in tempo da uno sceriffo dei cieli, prima che facessero
D.C. (nota 2). Circa tre settimane più tardi, un gruppo misto del
un Boeing 747 delle Japan Air Lines in volo per Amsterdam. Benché
il capo del gruppo, una donna, fosse riuscito a farsi saltare in aria en
del Cancelliere Kreisky che, quasi alla vigilia della guerra, e contro
una nuova testa dopo l’altra. A volte più letale di quella di cui prendeva
fino a giugno.
ucciso due terroristi arabi a Roma. (nota 4). Si dà il caso che Avner e gli
altri
per caso Avner non fosse stato soddisfatto dei suoi servigi, visto che
alla squadra di Avner, che invece non c’entrava per niente. C’era
la possibilità che i due arabi, in realtà, fossero stati uccisi da un
Un enorme fiasco, che ebbe luogo il 21 luglio, non lasciò più alcun
situazione era il fatto che la vittima non era Salameh. Si trattava invece
che, con ogni probabilità, non aveva assolutamente niente a che fare
La seconda ragione del loro turbamento era che quanto era accaduto
era potuto accadere a quei ragazzi, i quali senza dubbio erano stati
Altre squadre. A ben pensarci, non c’era motivo per cui non dovessero
aveva domandato. Era una guerra: non un safari con privilegi speciali,
per gli ospiti del generale Zvi Zamir, di infilare nel carniere
facessero il loro stesso lavoro. Chi poteva dire perché? Non riuscivano
avevano torto. Ma, saputa la faccenda di Lillehammer, Avner non poté fare
a
a far parte della storia ebraica. Quanti altri Yekkepotz potevano andarsene
attorno per il mondo, ricordando la voce di Golda, la sua
come tutti gli altri, come uno dei tanti schmuck, dei tanti coglioni,
che sudavano sangue dentro un carro armato sulle alture del Golan.
per una cosa del genere? Hans parlò a nome di tutti quando commentò:
Vero, ma...
l’idea gli balenò alla mente - che quelli di Tel Aviv neppure sapessero
verrò a sapere dai giornali» aveva detto Ephraim. Possibile che, ancora
detto tutto ciò che avevano fatto fino a quel momento, per cui Ephraim
era il problema.
questa la pura, orribile verità? Tutte quelle idee che gli passavano
per la mente sulla futilità, sul fatto che non cambiava proprio niente,
dello stomaco. Stava solo cercando dei motivi per non dover ammettere
proprie paure?
fosse la verità. Nel qual caso la cosa migliore da farsi era andare al
fronte. Andare a raggiungere il suo reparto, dove tutto sarebbe stato
molto più semplice. Un soldato come tutti gli altri, ora che il paese
in campo aperto, con i fucili che sparavano, l’uno contro l’altro. Essere
Tel Aviv per andare a dare una mano a combattere. Era un problema
Ciò gli avrebbe garantito un posto sul primo volo dell’El Al in partenza,
dalla sua ultima visita a Tel Aviv, in occasione della nascita di Geula, questa
volta
senza ordini specifici. Il paese era così piccolo, il margine tra vittoria
e sconfitta nei termini della guerra moderna così esiguo, che per
tutti gli israeliani ciò che dovevano fare subito e di loro spontanea
incontrarlo lì. Lei si portò appresso Geula che, a dieci mesi, cominciava
per lei qualcosa che non fosse solo una remota curiosità. Quella
mettersi in contatto per telefono con uno dei suoi amici di Tel Aviv
da poliziotta.
Poi ricordò. Ma sicuro! Nella fretta di procurarsi un’auto, sia Avner sia il
suo
Avner fece del suo meglio per scusarsi. Spiegò che era stato
non gli era neppure passato per la testa, e via discorrendo. E ora,
Il galiziano lo guardò.
tornare in patria.
cioè dalla fondazione dello stato di Israele, le forze arabe non avevano
Hai notato
dal fatto che la divisione del generale di brigata Ariel Sharon riattraversò
Di tale spirito, alimentato dagli scacchi non meno che dai successi,
riteneva che gli arabi avessero bisogno di una sonante vittoria militare
di
umore
più
conciliante.
si è scritto circa le sofferenze dei deboli per mano dei forti, di rado
si è fatto caso ai gravi danni psicologici subiti dai forti allorché vengono
che scatenano inconsueti furori. Per citare le parole di Nizar Qabbani, sono
Amici miei che avete colmato il mondo col profumo della lotta
Degli uragani
Gli imperialisti non afferrano
che contava, per loro, era quella che consideravano come la liberazione
per ottenerla.
a patto che fosse inteso all’instaurazione di uno stato nazionale. (nota 7).
Fu così che i fedayin varcarono la linea tra lotta per la libertà e terrorismo.
loro obiettivi, a scavar loro la fossa sotto i piedi, per quanto ciò possa
che però rivelò anche per la prima volta come lo stato ebraico non
fosse invincibile. Può darsi che questo sia stato più una sorpresa per
i loro nemici che per gli israeliani. Comunque sia, pose un dilemma
dall’altro.
Benché entrambe le parti puntassero alla distruzione dello stato
incondizionata.
tipo di Arafat. Altri erano persuasi che il capo di Al Fatah non fosse
neppure degnati di dire ad Arafat che ora era, mentre Carl non aveva
una cosa era certo, e cioè che Salameh, lo stratega di Settembre Nero
Noto col nome di “Abu Hassan” nelle file della resistenza palestinese,
di Ali Hassan, e alla fine fu ucciso da una bomba della Haganah nel
causa palestinese. Uno dei suoi più stretti collaboratori a Parigi, per
conto dei palestinesi in Europa, così come aveva fatto per i nazisti
non avevano la più pallida idea di ciò che avevano fatto da quando
quando questi giunse alla base, persino i cuochi erano stati inviati al
da cavarsela senza un graffio, così come Steve e Robert nelle loro rispettive
unità.
settore sud, sulla riva occidentale del canale di Suez, che un ufficiale
Aviv.
nel suo ufficio. «Credete di essere dei tali eroi che senza di
voi non siamo capaci di vincere la guerra? Dovrei deferirvi tutti alla
dal tono della voce che, come aveva previsto, non ci sarebbero state
reali ripercussioni.
di parlargli in quel tono, c’era qualcosa nella sua voce che lo accarezzava
la vita per Israele, ogni volta che faceva qualcosa che esulava dai
suoi precisi doveri, ci fosse qualche galiziano che gli saltava addosso
di Tel Aviv la sera del suo arrivo. Ma non sarebbe mai finita?
L’unica cosa che Avner non riusciva a fare, ogni volta che era di
quell’umore, era tenere la bocca chiusa.
Ephraim. «Oh, togliti dai piedi» disse «prima che ti tiri dietro qualcosa.
madre, poi suo padre. Nessuna delle due visite ebbe esito troppo
positivo.
di quella guerra. Parve ad Avner che, ancora una volta, sua madre
quando il fratello minore di Avner, Ber, avesse avuto l’età per andare
del fatto che lui potesse nel frattempo rimanere ucciso in battaglia.
l’idea che non glielo avesse nemmeno chiesto. Neppure in modo generico.
e più abbattuto. In pari tempo, loro due erano così simili, non
e le loro emozioni, che alla vista di suo padre Avner ebbe l’impressione
come vanno le cose. Non mi credi, ma vedrai». Il guaio era che Avner
cominciava
il giorno dopo.
Nero (anche se non era una novità per il Mossad). Due giorni dopo,
agli informatori, Abu Daoud era stato avvistato in ogni capitale europea.
L’incapacità della squadra a scoprire una vera pista che portasse
file del suo reparto, ma ora gli erano tornati i crampi allo stomaco.
più tempo nel suo negozio di mobili antichi, magari fingendo con se
stesso che fosse quella la ragione prima del fatto che si trovava a
disse:
delle ipotesi. Per quanto Carl fosse versatile, le arti culinarie non
tocca a me» diceva. «Che cosa c’è che non va nel mio pollo alla
cacciatora?»
era che Carl, tutto preso dalla trasmigrazione delle anime, lo servì
chiesa cattolica.
che è ancor più vicina. Confonderci nella grande folla degli sciatori.
la testa.
sesto per sabato, anche se Robert non voleva sentirne parlare. Arrivarono
piazzetta con una fontanella al centro. Sul retro della chiesa c’era
due battenti, con una porticina intagliata in uno dei due che, a differenza
luogo del genere per la prima volta. Rimase colpito dalla luce rifratta
non ci fosse una canonica attigua alla chiesa ma solo alcuni capanni. Il prete
parte.
Carl li seguiva su un’altra. Erano armati ciascuno con una delle Beretta
come Carl convenne con Avner, per un assalto a uno scantinato era
Sarebbero usciti dalla porta, uno alla volta. Bersagli facili. Una
bomba fumogena poteva altresì coprire una frettolosa ritirata su per
a mano non faceva rumore, per cui non avrebbe messo in allarme
chiesa, la squadra avrebbe già percorso circa metà del tragitto per
Lucerna.
piano.
venisse notificato alle autorità svizzere. Nel corso degli anni uomini
di sinistra sia di destra a dar loro asilo e assistenza nelle loro “lotte
avrebbe avuto le sue buone ragioni per mettere a tacere tutto ciò
fermando le automobili sui due lati della piazza, stava già per imbrunire.
della chiesa, con Steve alle calcagna. Hans li seguiva più lentamente.
per impedire che entrasse altra gente e coprire la fuga. Non era
previsto che Hans usasse la sua Beretta, a meno che non fosse strettamente
necessario.
neppure ci provò. La porta della stanza sulla destra della navata distava
E sul tavolo, di fronte all’arabo che sedeva più vicino alla porta,
paesi arabi. E subito dopo, Avner vide, pur senza staccare gli occhi
Due volte, poi di nuovo due volte. Avner, che teneva la pistola
puntata sul giovanotto all’altro capo del tavolo, fece fuoco una frazione
di secondo più tardi. La verità era che non aveva la più pallida
idea di ciò che l’uomo stesse facendo nel preciso istante in cui tirò il
da come si erano messe le cose, sarebbe stato impossibile per lui non
Avner fece fuoco due volte, ed ecco che il secondo arabo si accasciò,
Il giovane, che dei tre era quello seduto più vicino al Kalashnikov,
fatto irruzione nella stanza. Ma poi aveva alzato le mani sopra la testa.
Sia Avner sia Steve lo avevano visto fare quel gesto, ed era stato
aver concluso che sarebbe stato ucciso anche lui, qualsiasi cosa
facesse. Questa era una possibilità. L’altra possibilità era che si fosse
nella stanza.
Avevano ucciso o gravemente ferito tre arabi che non figuravano
nella lista.
Sebbene questa idea balenasse per un attimo alla mente di Avner, non c’era
tempo
maniglia della porta che dava sulla scala. Era aperta. Levò lo sguardo
stati colpiti almeno due volte ciascuno, era impossibile dire se erano
aspettava che fosse sprangata, ma non lo era. Non era neppure chiusa
deserta. In tal caso, sarebbe corso più avanti lungo il corridoio, dove
preti sbalorditi alla vista di Avner che si avventava oltre l’uscio con
Tre normali preti svizzeri, due più giovani e uno anziano, con i capelli
matto.
Tre preti terrorizzati. Avner era certo che dovevano aver udito
almeno l’eco della sparatoria e il tonfo dei corpi che cadevano a terra
due stanze più avanti sul corridoio. Era possibile. Ma Avner doveva
altri.
Così facendo, i preti avrebbero visto anche lui, ed era già abbastanza
le forze d’attacco di un altro cinquanta per cento. Più tardi, Avner avrebbe
con Steve impegnato a tenere sotto tiro tre prigionieri e Hans inutilizzato
paura per poter fare una mossa qualsiasi ancora per qualche secondo.
Forse di più. Ciò avrebbe dato a lui e agli altri il tempo necessario
per scappare.
non fece domande. I tre arabi giacevano nella stanza in una pozza di
sangue e latte. Uno dei tre era palesemente ancora in vita, perché si
lamentava, e Avner non poteva esser certo degli altri due. Hans era
nessuno, solo tre galut.» Per qualche ragione, usò il termine yiddish
tutto buio. Non dovevano essere rimasti dentro la chiesa più di sette
verso ovest. Il suo sesto senso gli suggeriva che non dovevano tornare
a Zurigo. Aprì la portiera per far salire Hans e Steve, poi attese
con sé tutte le armi su una sola auto, e far salire i compagni sulla
rimontiamo in macchina.»
dire. Chi poteva dire se Salameh e Abu Daoud si trovavano a Glarona o no?
Un
riguardo a una sola cosa, senza dubbio alcuno: tre arabi armati in
«E c’è un altro motivo per cui qui la faccenda non è andata come
«E sarebbe?»
Capitolo 14
Londra
non solo gli arabi, fossero più a loro agio quando trattavano sempre
sue rare licenze di tre giorni per far visita ai genitori in Sudafrica.
nel cuore di Londra? Se così era, qual era l’indirizzo esatto del
sicuro.
essere sicuri.
sulle prime pagine dei giornali - doveva essere stato messo a tacere
«Per l’amor del cielo,» diceva Robert, «ogni volta che i mechablim
fanno saltare in aria un autobus carico di ragazzini ebrei, gongolano.
quanti?»
molte donne e bambini. Quello stesso mese di maggio del 1974 ventidue
dei civili non era uno sbaglio. Era anzi lo scopo preciso della
me, no.»
ancor più pensieroso, succhiando la pipa più a lungo del solito prima
suo, era d’accordo con lui. Non aveva molta pazienza per le argomentazioni
nell’atrio del Grosvenor House Hotel in Park Lane. Non era stato
avrebbe raggiunto per conto suo. Gli altri due avrebbero fatto da
Avner aveva saputo a quel tempo, poteva darsi che l’agente del
Mossad Baruch Cohen fosse morto a Madrid perché per qualche ragione
elastici erano tutt’altro che insoliti, benché fossero una spina nel
fianco. Avner cominciava a trovare sempre più tedioso il compito,
Mews, poi aveva svoltato a destra in South Audley Street per il breve
quella persona fissi sulla nuca. Era una sensazione fisica, come di
Avner aveva sempre preso molto sul serio gli avvertimenti del
suo sesto senso. Di regola, non erano mai falsi allarmi. Quando il sesto
senso lo metteva in guardia il pericolo esisteva realmente. Una
Monaco nel cuor della notte senza una ragione precisa. Era appena
entrato, con l’idea di andare a letto, quando d’un tratto il suo sesto
lì. Lo aveva fatto e, appena girato l’angolo, aveva visto alcune auto
una retata.
nel suo sesto senso; lo riteneva semplicemente più sensibile del normale
perché.
Ora, non si girò. Anziché tagliare per il parco - un tragitto a piedi
che lo tallonava nelle vetrine dei negozi e nei parabrezza delle auto
Oxford Street. Però non si poteva mai sapere. Avner avrebbe voluto
armato.
fosse fatto vivo quel giorno, sarebbe stato più saggio, da parte loro,
Era strano. Non aveva ancora fatto una mossa per seminare
metempsicosi.
di trascendentale.
fase della sua carriera, certamente si era fatto vivo di persona a Londra,
una
donna.
fino al pomeriggio?».
e le poltrone del bar erano rivestiti di finta pelle scura, e alla parete
andare a letto.
Carl non era seduto al bar, ma c’erano alcuni sgabelli liberi accanto
donna che doveva aver passato da poco la trentina, con i capelli lisci
lunghi fino alle spalle e tranquilli occhi azzurri. Una donna che faceva
di birra.
lei, fu che la ragazza posò la borsetta dall’altra parte del banco, dopo
che Avner le si era seduto accanto, e poi gli girò a mezzo le spalle
insolita.
naso. Portava la camicetta di seta verde con due bottoni aperti sulla
gola, ancora troppo in alto per lasciar intravedere il solco del seno;
di soffrire di solitudine.
Avner era quasi certo che la ragazza non era una squillo. Riusciva
sulla lingua, di cui Avner aveva sentito parlare più di quanto avesse
possibilità. Avner era ancora un po’ nervoso per via del sospetto,
«Eh, sarebbe bello» le disse. «Ma non posso, Devo alzarmi prestissimo
fino all’ascensore.
di birra.»
il punto in cui ricordava di aver visto una cassetta postale. Era una
sull’angolo per qualche istante a guardare gli alberi scuri sulla piazza,
Oh, be’. Doveva essere salita in camera sua; poteva darsi benissimo
che alloggiasse anche lei all’albergo. Poteva persino darsi che avesse
una stanza sullo stesso piano, pensò Avner, dato che avvertì ancora
che riuscì a cogliere fu il lieve ronzìo del televisore che non aveva
spento. Per un attimo gli parve anche di udire una risata di donna
nella stanza di Carl, ma non poteva esserne certo. Be’, non faceva
farlo, per quanto riguardava Avner. Non era di certo affar suo.
Carl il marito perfetto; Carl, che comprava ricordini per sua moglie
mai una ragazza, che nel tempo libero non faceva altro che
Per certi uomini era una tortura dover rinunciare alle donne.
Ma Carl?
E che dire della ragazza bionda, riguardo alla quale Avner nutriva
meno di un’ora prima di salire in camera con Carl - Carl che era stato
tutti sapevano che non sempre il consiglio veniva seguito. Gli esseri
umani avevano certe esigenze; c’era persino chi sosteneva che sarebbe
inutilizzabili.
Riaprì gli occhi verso le sette e mezzo. Era ora di fare la doccia e
caffè aspettandosi che Carl scendesse, ma così non era stato. Si stava
era ora che Carl si muovesse. Avner prese a bussare con insistenza
alla porta.
non avrebbe mai perso un aereo rimanendo a letto più del solito.
Aveva gli occhi chiusi. Quando Avner tirò indietro la coperta, vide
petto
ed
era
chiaramente
morto.
Capitolo 15
Hoorn
attimo, poi rimise a posto la coperta. Le cose che fece subito dopo
scritta «Non disturbare» dalla maniglia della porta. Uscì dalla stanza,
tornato a Francoforte.
tre minuti» disse Avner «per cui mi domando se non potresti richiamarmi
ebbe spiegato quanto era accaduto. «Metti via tutto. La tua valigia,
la sua. Aspetta. Verrà uno dei miei, busserà tre volte. Non far niente,
tu piges?»
che non fosse entrato nessuno nelle camere dopo che se n’era
La donna era salita nella sua camera per ucciderlo o per metterlo
che la ragazza non voleva far sapere a nessuno? Era possibile, per
esempio, che Carl avesse frugato nella sua borsetta mentre lei era in
bagno, e che lei lo avesse visto farlo? Se Carl aveva scoperto qualcosa
che non ne avesse fatto parola con lei. E lei, giocando a sua volta
d’astuzia, poteva aver fatto finta di non aver notato che lui lo aveva
nel petto?
Ma perché mai Carl - proprio Carl - aveva fatto una cosa del genere?
Steve, perché capitava che alzasse gli occhi dal suo libro e
a sapere, che non aveva rivolto la parola a Robert per una settimana.
bene, ed era stato mandato in Israele dai genitori sul finire degli
Anni Trenta, quando aveva appena sei o sette anni. Era cresciuto in
non era stato pescato dal Mossad. Suonava il violino. Leggeva una
che Carl adorava la figlia adottiva perché, ogni volta che ne aveva
con sottili tratti di matita. Almeno una volta al mese le spediva una
Era tutto ciò che Avner sapeva. Oltre al fatto che ora Carl giaceva
riuscito a levitare.
Carl che dopo l’attentato a Zwaiter, quando tutti gli altri si congratulavano
fossi in voi non farei salti di gioia. Abbiamo appena ucciso un uomo.
Nessuno di loro avrebbe avuto una sortita del genere, solo Carl.
fosse Carl. Lui aveva tutto il diritto di dirlo. Carl aveva il diritto di
dire qualsiasi cosa.
una mezz’ora più tardi. Bussarono alla porta tre volte, e Avner li
nera.
capo. «Dammi le chiavi, della sua stanza e della tua. Non passare
Il più vecchio degli italiani era vestito di nero e parlava col timbro di voce
cupo di
detto Papà in occasione di uno dei loro incontri: «Perché vuoi scavare
più imbarazzante.
noi di tutto.»
era persuaso che avrebbero dato a lui la colpa della morte di Carl.
Avner non lo aveva avuto, sicché la morte di Carl era colpa sua.
infuriato:
po’, disse: «Il povero Carl avrebbe dovuto andare un po’ più a donne.
Fecero segno di sì con la testa, rendendosi conto, senza che Avner dovesse
dirlo
certo senso, era una faccenda privata. Non aveva niente a che fare
con la missione.
mente che, come capo, avrebbe dovuto essere lui a darle la notizia,
Londra. Poi gli fornì una descrizione della bionda. Neanche una
bianco e nero, una delle quali chiaramente scattata col consenso del
soggetto, mentre le altre tre avevano più l’aria di essere state scattate
minuto per additare una delle foto. Ritraeva una giovane donna che
«Perché?»
nelle loro file c’erano anche dozzine di donne. Oltre, beninteso, alle
molte dozzine che militavano nelle file del terrorismo, o della criminalità
comune,
in via ausiliaria. Alcune terroriste, come Leila
«Non sono sicuro se sia lesbica o ambidestra, però ci vive con una
qualcosa.»
Fatto ciò, tornò a Francoforte. Anche gli altri erano già tornati.
esclamò Hans, facendo eco alla domanda di Avner. «Se l’ha presa
tratta della donna che è salita in camera con Carl. Diciamo anche
che l’informazione di Louis è esatta. Diciamo che è una sicaria, sotto
proposito?»
se... oh, non so, e se fosse solo una puttana che ha sparato a Carl
«Già, solo che non mancava niente» disse Avner. «Il portafogli
era ancora lì, nella tasca della giacca. Con dentro più di cento sterline,
in contanti.»
liscia?»
avrebbe derubato.
«Ma se fosse stata solo una donna che aveva voglia di farsi scopare?
Avner «mentre se ne stava a letto nudo? Carl non dormiva mai nudo.
è la stessa ragazza.»
«E voialtri?»
nella chiesa.
la metà di agosto che Louis poté finalmente dar loro una notizia
od otto giorni.
non tentò mai di tradurlo in parole, se non molto più tardi, ma non
loro, allo stesso modo in cui i cacciatori provano rispetto per una
tutto. Avner dubitava che avrebbero odiato fino a quel punto uno
dei tanti terroristi palestinesi il quale avesse sparato a Carl per strada.
maschili circa l’opportunità di far del male alle donne. Anzi. A causa
lo garantisco.»
solo a farlo.»
a vedere.»
Il problema era che a bordo c’era anche la sua amica - una ragazza
Dato che erano solo le tre del pomeriggio, decisero che era
meglio aspettare.
che la cosa migliore da fare era passare subito all’azione. Non potevano
solo una ventina di minuti o tutta notte. Negli ultimi due giorni
non avevano potuto tracciare uno schema fisso dei suoi movimenti,
desse loro almeno venti minuti di tempo. Erano più che sufficienti.
ogni traccia. Avner non voleva che il cadavere della donna venisse
tutto quanto.
Avner si era preparato una risposta, nel caso che Ephraim fosse
compagnia di Carl. Può persino darsi che abbia visto anche Hans.
mezza verità.
quanto prima sarebbe stata messa in allarme dai lamenti del gatto.
negli occhi. Lui era ritto sulla soglia, col disco rosso del sole al tramonto
Steve entrò nella cabina, seguito dal gatto. Il quale saltò immediatamente
furore.
Londra?».
Avner la vide posare gli occhi sul pezzo di tubo che impugnava.
Ovviamente, non si era resa conto di ciò che realmente era, ma poteva
aver pensato che si proponessero di usarlo per darle una botta
Fuori, era quasi completamente buio. Avner fece segno agli uomini
bordo, e ora vide che erano rimasti sulla barca esattamente tre minuti
in fondo al furgone.
esistenze.
Con quella donna era stato diverso. Non aveva implorato. Aveva
seguitato a fissarli con un gelido odio negli occhi. Il suo viso aveva
ad
Avner
il
compito
di
ucciderla.
Capitolo 16
Tarifa
A Robert capitò ciò che aveva sempre detto che capitava ai terroristi
con monotona regolarità: si fece saltare in aria maneggiando
aveva spiegato qualcosa a Steve - che era più attratto di Avner dagli
avrebbe posto fine alla missione, se non avesse ottenuto altri risultati
a mezzo, e soprattutto dover tornare senza aver beccato Salameh, per tutti
loro
come i mechablim.
Questa sensazione di urgenza era una delle ragioni per cui Robert
Il 13 settembre Avner aveva parlato con Robert per telefono alla solita
ora. «Fra due o tre giorni avrò finito, qui» aveva detto Robert.
di riagganciare.
darti.»
Ad
Avner
si
seccò
la
gola.
«Capisco» disse.
«Sì.» Avner stentava a farsi uscire le parole di bocca. «Sì. La soluzione più
semplice. Fate pure. Sì... Grazie per avermi chiamato.»
«Ah, certo» replicò Avner. La sua voce era del tutto inespressiva.
io possa fare.»
valigia. Gli venne da pensare che, con tutta probabilità, la valigia di Robert
non
L’unica cosa di cui non sapeva che fare era la gigantesca ruota
averli lasciati l’ultima volta che si era alzato. In quel momento, Avner udì
un
Avner raccolse la valigia e la portò giù alla sua auto, poi si recò
municipale, nei pressi del covo dove abitava da solo Hans. Camminarono
Si va avanti, e basta.»
Carl si fosse comportata con grande dignità. Era probabile che questa
modo di incontrare una sola volta, aveva fama di essere una signora
ciò risultava spesso difficile. Benché Pepe fosse sotto ogni punto
squadra.
spesso in Belgio, per cui il fatto di avere sul posto Pepe e i bambini
ora assieme ogni volta che gli fosse capitato di passare per Bruxelles
sia Pepe, e così alla fine Robert aveva spedito la famiglia a Washington,
DC, per la durata della missione. Pepe aveva uno zio cui
era possibile.
trovato in un dato posto a una data ora, era possibile, per tre uomini
risoluti armati di mitra, ucciderlo. Senza tener conto del tipo di posto
ciò che dovevano fare era portarsi a sessanta o settanta metri dal
loro bersaglio.
ogni occasione possibile. Non ci atterremo alla regola del rischio zero.
Siete d’accordo?»
«Ma» proseguì Hans dopo una pausa «in sostanza sono d’accordo
facciamo.»
anche Hans non era tipo da darsi per vinto. Lo aveva lasciato intendere
Avner ebbe a dire a Steve: «Non ero preoccupato per Hans. Se dicevamo
Ma
Hans
sollevò
anche
un’altra
obiezione.
stato logico che gente come Papà, Louis, Tony, per non parlare
di Andreas, li tradisse. Se ciò che Louis diceva delle idee del Group
rispondeva a verità, sarebbero stati ben lieti nel vedere le varie parti
ricavar denaro dai mechalim per l’eliminazione di Carl, e poi da Avner per
fare
poi forse altro denaro ancora dagli arabi per fare in modo che Robert
via di seguito.
ci credeva.
forse perché non voleva uccidere l’oca che stava per deporre l’uovo
d’oro.»
«Non so che cosa credere» rispose Hans. «Mi sto solo domandando
per noi. Lavorano per metà delle Armate Rosse d’Europa. A quanto
ne
sappiamo,
lavorano
anche
per
la
mafia.»
Non sarebbe poi un’idea tanto stupida. Magari, neppure loro sanno
pensi?»
un po’ come Papà. Di colpo si rese conto di ciò che stava succedendo:
E sebbene non fosse del tutto distaccata dalla realtà come la paranoia
stata una fuga di notizie tramite uno dei nostri informatori. Abbiamo
un Ahmed o un Yassir in una città sì e una no, e a volte anche loro
sì, potrebbe essere stato Papà. Per guadagnare di più, per essere
amico di tutti, per non correre rischi, chissà? Ma il punto è che Papà
qualcosa ci dà. Non ci siamo posti tutte queste domande mentre seguitava
darci. Solo teniamo gli occhi bene aperti, tutto qui. Cerchiamo di
Hans ci pensò su. «Un rischio tremendo» finì col dire. «È questo,
«No» rispose deciso Avner. «Non è ciò che credo. Forse sono
Hans si mise a ridere. «Sei proprio matto, lo sai» disse ad Avner. «Voglio
dire,
per noi.»
che si fidava del Group. Se davvero non se ne fosse fidato, con tutta
ciò che aveva detto a Hans. Non era poi così matto. Faceva affidamento
quanto Avner avesse previsto. Pepe ebbe una crisi isterica. Per
Allora lei si mise a piangere. Suo zio aveva almeno avuto il buon
Avner.
granché.
da
una
bruttissima
neonata
nella
più
bella
trottolina
che
si
alla vista di Avner, che saltò su a dare un morso al naso del padrone.
paese? Forse persino sua madre avrebbe convenuto che ormai aveva
del congedo «ma forse la prossima volta che verrò sarà per
fermarmi.»
più difficile dormire nel suo letto, la notte. Non era mai stato un
cercato nel letto - ma nel frattempo Avner, che aveva il sonno molto
che Avner continuò a dormire nell’armadio ogni volta che era solo,
ma non ne fece parola con gli altri. Quando Avner e Steve rientrarono
Concludere immediatamente.
estinti. Hans lo sapeva, perché era stata la prima cosa che aveva
sugli altri conti che Carl aveva aperto per la squadra in varie capitali
a Hans.
che la squadra non l’aveva ancora ritirato. Non c’erano periodi prestabiliti
che il denaro fosse finito. Non prima che avessero avuto l’occasione
locali effettive.
Ovest.
Presumibilmente da Algeri.
tre Beretta calibro 22 e tre mitra Uzi, del tipo europeo, fabbricato
dal Marocco solo dalle otto miglia di mare dello Stretto di Gibilterra, si
trova da
non soltanto per via delle armi, ma anche perché indicasse loro
ai palestinesi.
non
ci
fosse
stata
una
ragionevole
probabilità
di
successo.
luna quasi piena era completamente nascosta dalle nubi. Gli alberi e
nella direzione da cui erano venuti, sul ciglio della via, quasi in un basso
fossato,
era proprio il caso di farsi notare ogni volta che il guidatore toccava
il freno; poi seguì Avner che s’inoltrava nei cespugli dal lato della
strada verso il mare. Hans rimase accanto all’auto, armato con uno
degli Uzi.
casa dal retro aprendosi un varco tra i cespugli. La villa dava le spalle
retrostante.
fossero appostate lontano dalla casa. Gli arabi, al pari degli africani
in generale, non amano combattere di notte e tendono a sfuggire il
un’altra voce.
una vetrata che si chiudeva. Non si udivano più le voci. Con estrema
lungo tavolo carico di frutta, che parlavano tra loro. Due degli arabi
Turisti, studenti o uomini d’affari. L’unico modo per essere certi che fossero
tutti insieme. Forse ne erano attesi altri nei giorni successivi. Forse
avanscoperta.
a loro.
ben presto si sarebbe reso conto che erano due intrusi. Due agenti
israeliani, circondati da arabi presumibilmente ostili in un isolato
aveva notati dai cespugli già prima che loro due lo udissero arrivare,
Accennò a sollevarlo.
Non nella direzione da cui erano venuti, ma per la via più breve,
loro grande, storica missione, correndo giù per una tortuosa strada
Capitolo 17
Francoforte
che era passato alla storia col nome di Guzman il Buono aveva sacrificato
un pazzo, a fari spenti, finché Avner non gli urlò di fermare. Non
per casa della zona per scovare un paio di aggressori che neppure
c’era indizio che potesse collegare Avner e i suoi compagni con l’attacco
di Hoorn.
Come terroristi.
Nella settimana che seguì, lasciarono Madrid uno alla volta e fecero
più probabile che le due sparatorie fossero passate sotto silenzio. (nota 2).
Sicuramente i terroristi non desideravano attirare l’attenzione su di
senso di futilità.
valore e convinzione.
ma una volta che Avner gli domandò se si sentiva bene, Hans rispose
per cui non parliamone proprio. Facciamolo, e basta. Non c’è altro
di cui parlare».
punto.
dalle forze del capo di Settembre Nero, Abu Iyad). Nel 1974
jet della TWA in volo da Tel Aviv ad Atene, nel cielo del mar Egeo,
lista. Neppure Abu Nidal figurava sulla loro lista. E non potevano
Salameh.
di venire in Europa.
su di sé, giusto nel caso che il loro compagno avesse ragione di ritenere
piede. Era una cosa che veniva consigliata a tutti gli agenti, e poteva
tarda sera, nell’immenso parco nei pressi del covo. Gli era sempre
panchina nel suo posto preferito, un punto isolato del parco presso
«Le anatre dimostrano molto più buon senso di te» Steve disse a
Hans, una volta che aveva dovuto arrivare fino allo stagno per farsi
314
ribattuto Hans.
Robert, aveva invitato Steve a trasferirsi nel covo che prima aveva
La sera del 6 gennaio 1975 Hans uscì dal covo a un’ora imprecisata,
ma non era mai rimasto fuori fin dopo la mezzanotte. Era sempre
di quel tipo, Hans avrebbe telefonato. Sapeva che Avner e Steve a quell’ora
preoccuparsi.
loro covo, fin quasi a Ròderbergweg, dove abitava Hans. Nel covo,
Hans non c’era. Avner aprì la porta con un duplicato della chiave,
«Se è rimasto allo stagno» disse Steve «dovrà trovare una scusa
allo stagno.
passo spedito, ma non fu così. Nel parco era buio pesto, e non c’era
anima viva. Mentre si avvicinavano al laghetto artificiale, tuttavia,
Ma Steve non gli spaccò il grugno. Hans aveva una scusa più che
Alla vista di Hans morto nel parco, la prima cosa che venne in
appena dietro il fianco. Non aveva sparato. Hans non si era ucciso.
Hans.
tasca, intatto.
qualcuno senza farsi notare. Hans non sarebbe andato allo stagno a
Eppure, visto che non era stato rapinato, chi altri poteva averlo
trovasse al centro del petto di Hans, ne tastò anche una lunga goccia
oppure doveva esserci stata una seconda persona che gli puntava
granché. Anche se in Hans non c’era niente che potesse far sospettare
un tantino ridicola - era anche vero che Avner non sapeva niente in
proposito. Dubitava che l’Ostpark, in gennaio, fosse un luogo di ritrovo
una decina di minuti a piedi. Avner chiamò Louis a Parigi. «Ci troviamo
Attese con Steve all’ingresso principale del parco gli uomini incaricati
modo?».
arrivati a quel punto, non poteva fare proprio più niente. Se fosse
La seconda volta che Steve aprì bocca, fu per dire: «Per un bel
po’ ho pensato che fossimo molto furbi. Ma forse abbiamo solo avuto
Avner riuscì a vedere ancora per qualche minuto i fari del camion
vide più nulla. Hans se n’era andato. Come se n’erano andati Carl e
delega che Hans aveva dato ad Avner qualche tempo prima, vendettero
moglie di Hans.
«Be’... no.»
Avner guardò Steve. «Mi dispiace» disse alla fine. «Non posso
scusarmi un momento?»
usando troppe parole, ma ciascuno dei due capì d’istinto che l’altro
più presto.
nient’altro da aggiungere.
PARTE QUARTA
L’agente
venuto
dal
freddo
Capitolo 18
America
Hans era morto in gennaio; quando Avner e Steve ebbero sistemato
Avner e Steve non avevano prelevato denaro dai loro conti personali,
della fazione dell’OLP di Arafat, in seguito alla guerra dello Yom Kippur.
Era
Non che ciò avesse importanza. Quel che avevano fatto doveva
non poteva permettere che i suoi figli e le sue figlie venissero assassinati
Avner arrivò a New York il 10 aprile, senza aver preso una decisione
Mossad dal 1972, e ora che la missione era stata annullata sentiva di
per cui Avner dovesse provare quella sensazione, sta però di fatto
fuori dalla porta. Shoshana gli fece solo una domanda, dopo che
Avner era a New York da circa tre settimane. «Questa volta, quando
«Uno di questi giorni, mi dirai che te ne vai. Quel che vorrei sapere
«Sai una cosa?» fece Avner. «Forse questa volta sarà solo per un
domandò.
soltanto che c’è qualcuno che aspetta il tuo ritorno, in patria. Adesso
era qualcos’altro.
Dieci ore più tardi metteva piede sulla pista rovente dell’aeroporto
Avner come bambagia umida. Era una sensazione così familiare che
Francoforte, da piccolo.
fieri di te».
arti dinoccolati come una gigantesca marionetta. Gli altri due uomini
successo.
gli parlava. Ora, invece, tutto filava liscio. Chi poteva dire perché?
guerra del 1973. Allora, sì, che si sarebbero meritati una medaglia,
sul denaro che costava l’impresa, per non parlare della lavata
di capo che si erano presa tutti quanti per essere tornati a combattere
Avner non riusciva a capire. Forse erano tutti sollevati che fosse
scodinzolare.
Uniti. Un uomo rispettato persino dal più duro dei kibbutznik. Tutto
ciò che aveva mai sognato da bambino. Tutte le sue fantasie dei
ma anche se non è stato così che altro potevi fare? I russi avevano le
Hans: una tragedia, ma che cosa pretendi? Non si può fare la guerra
frego delle ragioni che avevate per farlo. Che avesse ucciso Carl o
solo nei film.» Fu l’unica volta che fece udire una nota di biasimo,
per via del monito di suo padre a tenere sempre un asso nella manica,
- e forse era la sua unica speranza - Papà non aveva mai tradito
francese, dove era più o meno possibile che Papà avesse installato
sostituito da un computer.
quelli. Lo comprese da come gli altri gli battevano sulla spalla quando
Tuttavia, come Avner avrebbe detto più tardi a suo padre, questa
ministro.
nel suo tranquillo ritiro, anche se non era al corrente dei particolari.
«Ho sentito dire che te la sei cavata bene» disse, quando Avner mise
eroe.»
importa quel che pensi tu; non importa quel che hai fatto. Oggi sei
sugli scudi. Prendi. Prendi adesso. Oggi sono disposti a darti. Domani, puoi
mi hai dato retta prima, ma dammi retta adesso. Quel che è fatto è
fatto. Avrebbe potuto andar peggio, ma hai avuto fortuna. Oggi hai
solo per oggi. Domani rimetteranno sotto chiave i rubini. Non saranno
sua seconda moglie, Wilma, era morta da un anno. Era morta dopo
che l’aveva colpita mentre lui era in carcere, accusato di essere una
spia di Israele. Wilma, tuttavia, non era israeliana - non era neppure
ebrea - e perciò non aveva diritto alla mutua che le avrebbe assicurato
termine della sua famosa missione. Malgrado tutto ciò che papà
Avner non apprese nulla di tutto questo dalla bocca di suo padre.
padri, madri, figli e figlie nel corso delle varie guerre; e se si fosse
simpatia.
«Che cosa intendi dire, una santa? Che razza di discorsi sono,
cosa che non va, in lui. Tu invece lo sei, ed è l’unica cosa che non va
in te.»
ragione. Seguiva i criteri giusti, lei. Il fatto che Avner, o suo padre,
non potesse vivere in base a tali criteri, non era certo colpa della
mamma.
suo, nel frattempo, aveva preso una decisione, ma non ne fece parola
a New York. «Ormai sono due anni che vivi in America» le disse
«Sì e no» disse Avner. «Ma non credo di voler tornare a vivere
dici?»
Erano due sabra. Per loro emigrare non era la stessa cosa che
Eppure, alla fine di maggio del 1975, Avner aveva preso la decisione
di emigrare.
idea.
Credimi.»
qualcosa di diverso. Aveva poco a che fare con ciò che uno
«Lo so» le disse. «Solo, non voglio tornare a viverci. Non saprei
spiegartelo. Non ha niente a che fare col paese o... con l’idea o qualcosa
del genere.»
«Forse.»
lettino. «Ancora prima che Geula vada all’asilo. Non voglio che cresca
in due posti diversi. Facciamo almeno in modo che sia o una cosa
o l’altra.»
giungendo alla conclusione che era il motivo più probabile per cui
cercava un pretesto.
perso il vezzo esasperante, che Avner ricordava fin dal loro primo
In Sudamerica.»
ehm, per due o tre settimane, magari ogni sette mesi. Un paio di
un po’ su.»
Ephraim non aprì bocca per qualche istante. Poi posò la mano
un altro viaggio del genere. E... be’, non m’interessa più farlo.»
fuori per qualche attimo, poi si girò verso Avner. «Be’, se la risposta
per pensarci.»
D’accordo? Mi dispiace.»
che non capisca, ma non è vero. Credimi.» Nella sua voce si avvertiva
Capisco benissimo che sei stanco di combattere. Capisco che ti sei perso
di coraggio. Capisco che a lungo andare hai ottenuto meno di quanto tu
abbia dato. E non con sarcasmo, non in tono di sfida, ma nel modo
non poteva far nulla. Fu il momento peggiore della vita di Avner. Da eroe a
secondi.
importante».
lentamente.
«Che cosa intendi dire tu: non posso?» fece Avner, levando lo
«Ma non puoi restare a New York» disse Ephraim, quasi come
non hai niente di niente. Che cos’hai intenzione di fare qui?» Allargò
stai parlando?»
restarci con la mia famiglia, tutto qui. Non voglio proprio sapere
nient’altro.»
Mi stai dicendo che sarai uno dei tanti immigrati? Mi stai incaricando