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Pino Ciampolillo
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numerosi colpi di arma da fuoco. In preda al panico, la donna non sapeva dare
nessuna altra utile indicazione sui killer, sulle armi adoperate o sulla dinamica
del fatto. Licastri Emilio riferiva che, precedendo con la sua auto quella di
Gallina Stefano, stava recandosi al ristorante La Campagnola per
partecipare al banchetto nuziale. A circa 250 metri dal passaggio a livello
ferroviario notava una autovettura ferma in senso trasversale rispetto allasse
della strada. Detta auto impegnava il senso di marcia opposto al suo, anche se
con la parte anteriore:rivolta verso la SS.113.
Notava, altresi, quattro uomini fermi sul margine destro della strada, uno
accanto allaltro, intenti a guardare verso il centro della carreggiata, tanto da
dargli limpressione che si fosse vericato un incidente stradale.
Subito dopo aver superato detta auto e, comunque, dopo circa 60/70 metri,
udiva dei colpi di arma da fuoco per cui, istintivamente, bloccava il suo mezzo
e si rannicchiava per proteggersi.
Proprio in quel momento, percepiva il rumore di unautovettura che
proseguiva ad alta velocita in direzione della SS.113 e riusciva a legge:e, a
distanza di circa 40 metri, le ultime due cifre della targa, indicandole in 38.
Il mezzo che si allontanava era lo stesso poco prima avvistato fermo in mezzo
alla carreggiata ed era di colore giallo.
Il Licastri, quindi, riferiva di essere sceso e di essersi avvicinato alla BMW del
Gallina ed aveva constatato come questi fosse morto, mentre la moglie veniva
soccorsa da un parente. Sul luogo del delitto. poco dopo sopraggiungeva il
Carabiniere Taormina Angelo originario di Carini ed in servizio presso la
Borgo Nuovo il quale stazione di Palermo riferiva che:
verso le ore 13,30 si trovava a transitare a bordo della sua auto, proveniente
da Palermo per far ritorno a Carini; giunto a circa 200 metri dal passaggio a
livello di Carini aveva notato una BMW con a bordo una donna in preda a
forte agitazione;
nel frattempo aveva notato a circa 1520 metri dalla sua auto una Alfa
Romeo Giulia di colore giallo con a bordo un individuo dalla apparente eta di
3035 anni che eettuava una repentina inversione di marcia per poi dirigersi
velocemente verso Palermo; aveva intuito che era accaduto qualcosa
eettuata a sua volta di grave e, linversione quindi, di marcia, si era posto
allinseguimento della Giulia, riuscendo a riprendere contatto con la stessa nei
pressi della zona industriale di Carini; aveva constatato che gli sarebbe stato
impossibile raggiungere lauto che procedeva a velocita sostenuta ed aveva
desistito dallinseguimento. mentre la predetta auto imboccava lo svincolo
autostradale per Palermo era riuscito. comunque, a rilevare il numero di targa
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Dopo qualche era, lui, il Bruno ed il Vitale si erano portati a circa 100 metri di
distanza dal cantiere per tracciare la recinzione di un villino gia esistente ed
avevano nito detto lavoro verso le ore 14.
Avevano consumato la colazione sul posto e, successivamente, erano tornati al
cantiere dove si erano trattenuti sino alle ore 17.
Aggiungeva che il Bruno era tornato in cantiere, seppure per pochi minuti.
Vitale Paolo (Vo1.1/V f.154) (Vo1.1/V f.157) confermava sostanzialmente
le dichiarazioni rese dal Biondo sui movimenti del Bruno il giorno 1 ottobre e
insisteva nel riferire che loro tre erano stati a tracciare la recinzione ed
avevano passato insieme la giornata.
I due venivano, ovviamente, tratti in arresto con la imputazione di
favoreggiamento personale, essendo palese il mendacio in relazione ai
movimenti del Bruno nella giornata del 1 ottobre.
Si provvedeva, comunque, a rintracciare il Proprietario del villino della cui
recinzione avevano parlato il Vitale ed il Biondo.
Il predetto identicato per Luparello Santo dichiarava di aver incaricato il
Biondo, il Vitale ed il Bruno dei lavori di recinzione del suo villino in contrada
Inserra di Palermo, verso la ne di luglio primi di agosto.
Gli stessi avevano accettato, ma avevano dichiarato di non potere iniziare
subito i lavori perche altrove occupati.
A ne agosto, avendo venduto il suo appartamento di via Cataldo Parisio, era
stato costretto a trasferirsi nel residence Marbela in attesa che fosse reso
abitabile il suo predetto villino e, pertanto, aveva pregato i tre di accellerare i
lavori di recinzione agli stessi adati.
Aveva, quindi, potuto notare che sicuramente prima della ne di settembre, la
recinzione era gia stata tracciata con calce e terra e che i lavori erano iniziati.
Dei lavori si occupava quasi esclusivamente il Vitale, con lassistenza del
Biondo, mentre il Bruno era presente solo saltuariamente.
Precisava come fosse da escludere che il 1 ottobre 1981 la recinzione con la
linea di calce dovesse ancora essere tracciata (Vol.3/V f.83).
Le indagini istruttorie, dunque, avevano acclarato come il Bruno si fosse
presentato in cantiere la mattina del 1 ottobre e, allontanatosi, non era stato
piu visto, ne quel giorno. ne nei successivi giorni.
Il tentativo di fornire un alibi al Bruno da parte dei suoi soci Vitale e Biondo
era miseramente naufragato: i due, infatti, erano stati smentiti dai dipendenti
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della impresa sulla presenza del Bruno in cantiere nel corso della giornata del
ottobre. come pure erano stati smentiti dal Luparello sulla recinzione del
villino per tracciare la quale tutti e tre i soci sarebbero:rimasti a lavorare sino
al primo pomeriggio di quel fatidico 1 ottobre.
Tornando alla scena del delitto e, segnatamente, alla BMW del Gallina, si deve
osservare come sulla stessa fossero state rinvenute tracce di una lunga
striatura dalla lunghezza di mt.2 sulla ancata sinistra, dal parafango
posteriore allo sportello posteriore, prodotta verosimilmente da collisione con
altro autoveicolo (Vol.1/V f.48), nonche tracce di vernice, presumibilmente
beige.
Veniva disposta perizia tecnica per accertare la natura e le caratteristiche
chimico-siche e meccaniche di alcune impronte e tracce esistenti sulla
carrozzeria della BMW.
Il Perito Vo1.3/V f.2.42.) e segg.) riferiva come lesame, eettuato con
adeguata attrezzatura, avesse permesso di accertare che limpronta in
argomento consisteva in un riporto di smalto di nitura di tipo sintetico
termoindurente a tono cromatico giallo chiaro e doveva ritenersi lesito di un
urto di tipo superciale, ad andamento continuo, fra lunita in esame ed altra
autovettura, con carrozzeria denita a mezzo prodotti (smalti) sintetici a tono
cromatico giallo.
In breve, il Perito rilevava come la striatura fosse stata prodotta dallurto con
altra autovettura di colore giallo.
Depositata la relazione di perizia in cui si e detto, perveniva. in data
29.11.82, una istanza dei difensori del Bruno
verniciatura.
Veniva fuori. cosi, la fantomatica Giulietta del Bruno che invano cercata nel
corso dei numerosissimi controlli e delle accurate perquisizioni. ora risultava
essere in possesso dei genitori dello stesso.
Il giorno 11 gennaio 83 venia conferito allo stesso Perito il nuovo incarico di
perizia sulla auto Alfa Romeo Giulia Nuova Super 1300 targata PA-453236
La relazione Yo1.3/V f.314) e segg.) permetteva di far naufragare anche
questo ulteriore tentativo di maldestra difesa approntato dal Bruno e dai suoi
genitori.
Rilevava, infatti, il Perito che: trattavasi di una berlina con carrozzeria in tono
cromatico giallo; lautovettura denunciava, in tutta evidenza, gli esiti di
interventi estesi di ripristino della verniciatura e, in particolare, dello smalto
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Lo stesso avv. Ganci gli aveva specicato come il garage si trovasse a circa 200
mt dalla abitazione del Bruno.
Precisava il Ribaudo di non essere in grado di indicare chi avesse eettuato le
riparazioni rilevate sullautovettura e che, comunque, queste risalivano ad
epoche diverse: la brillantezza degli smalti gli faceva dedurre che le
riparazioni piu recenti erano quelle della parte anteriore dellautovettura.
Il Comandante della Compagnia Carabinieri di Partinico veniva, quindi,
incaricato di svolgere indagini per individuare il citato garage, nonche per
individuare chi avesse disposto le riparazioni sullauto. Al predetto veniva
chiesto anche di indicare i nomi dei militari dellArma incaricati delle ricerche
del Bruno e della sua autovettura.
Con il rapporto del 27 Yol.3/Y f.330) gennaio 1984 e segg.), -la Compagnia
cc. di Partitico indicava i nominativi dei Militari impegnati nelle ricerche di
cui sopra.
Con lo stesso rapporto si segnalava lavvenuto sequestro dellauto trovata in
possesso di Tesauro Girolamo.
che: Questultimo (Vo1.1/V f.345) dichiarava nel 1981 Bruno Antonino
(padre dellimputato) gli aveva oerto in vendita unauto che deteneva in un
garage;
provata lauto e laveva acquistata;
concordato il prezzo, poiche lauto presentava macchie di ruggine, aveva
contattato un carrozziere eventuale riverniciatura;
per la a causa dellalto costo necessario per eseguire detta riverniciatura, vi
aveva rinunciato ed aveva solo provveduto, prima dellestate 83, a far
installare sulla stessa limpianto di alimentazione a gas; nel novembre del
1983 aveva avuto un incidente stradale allincrocio tra via Leopardi e via
Pipitone Federico;
mentre era in possesso di detta autovettura, Bruno Antonino gliela aveva
chiesta in prestito per qualche giorno e, cosi, lui gliela aveva data per un 15
giorni nessun altro tipo di lavoro aveva fatto eettuare sullauto, tranne il
citato impianto a gas e la pulitura dei carburatori.
Bruno Antonino(Vol.1/V f.347) dichiarava di aver venduto lauto al
Tesauro con limpegno, da parte di costui, di permettere la esecuzione di
eventuali perizie sulla stessa. Aveva, infatti, riottenuto la predetta auto
quando il difensore (del glio) gliene aveva fatta richiesta.
Escludeva, comunque, di aver fatto eseguire lavori su detta auto.
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Tesauro, successivamente (Vol.1/V f.354) aggiungeva che lauto gli era stata
venduta i primi mesi di quellanno (1982), in quanto ricordava che era
dinverno e che nellestate io avevo gia la macchina. Specicava che
lautovettura era stata da lui ritirata in una autorimessa sita a pochissimi
metri dal caseicio del Bruno.
In una ultima occasione precisava (Vol.1/V.365) che lauto gli era stata
consegnata dal Bruno il 1 agosto 1982, lo stesso giorno in cui aveva subito una
contravvenzione perche sorpreso a circolare senza il bollo.
Lautovettura, quindi, laveva restituita n dai primi dellottobre 1982 ed il
Bruno non gli aveva specicato i motivi di questa richiesta.
Era sicuro di non aver eettuato lavori in detta auto in tutto il periodo in cui
ne era stato in possesso, come pure escludeva che la stessa auto avesse subito
riparazioni nel periodo in cui era stata riconsegnata al Bruno.
Ling. Ribaudo (Vol.1/V f.364) precisava di aver compiuto accertamenti sulla
Giulia del Bruno nelle ore antimeridiane del giorno 8 marzo 1983 (Vol.1/V
f.367).
I Militari dellArma che aveva partecipato alle ricerche e del Bruno e della sua
auto, concordemente, dichiaravano di aver eettuato accurate ricerche anche
del mezzo, ma infruttuosamente, ((Vol.1/V f.350) e segg.) nel corso delle
numerose perquisizioni.
Nessun dubbio, quindi, che lauto del Bruno venne accuratamente cercata e
cio, prescindendo dalle dichiarazioni dei Carabinieri, e del tutto ovvio se solo
si pone mente al fatto che il nome dellimputato era venuto fuori proprio
eettuando accertamenti sulla sua auto notata sul luogo dellomicidio
del Gallina.
Gli accertamenti del Ribaudo, eettuati nel marzo del 1983, evidenziavano
come i lavori di ripristino della vernice erano stati eettuati 12/16 mesi
prima: cio porta a ritenere che tali lavori vennero eseguiti proprio in epoca
prossima e posteriore a quella dellomicidio del Gallina.
Lauto, subito dopo limpatto con la BMW del Gallina,era stata fatta
riparare ed era stata nascosta in un garage non di pertinenza del Bruno,
si che era stato impossibile rinvenirla.
Se il Bruno, non avesse avuto nulla da temere avrebbe subito messo a
disposizione degli inquirenti detta auto.
Aveva, invece, occultato la stessa anche per non farne rilevare lavori di
riverniciatura eettuati e, dopo oltre 16 mesi, quando gia si conoscevano i
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risultati degli accertarnenti cromatici eettuati sulla BMW del Gallina, aveva
tentato di giocare la carta dellesame peritale sulla stessa, sicuro della
diversita delle vernici e della eliminazione delle striature.
Che il Bruno sia lautore materiale dellomicidio del Gallina, comunque,
evidenziato anche dal falso alibi allo stesso fornito dal Vitale e dal
Biondo e di cui si e ampiamente detto.
Giova ribadire che i dipendenti del Bruno quel giorno lo videro solo nella
primissima mattinata, mentre videro allontanarsi dal cantiere gli altri due soci
solo per lora della colazione: cio e stato ulteriormente confermato dal
Luparello che ha decisamente aermato che la recinzione del suo villino era
gia stata eettuata molto tempo prima di quel 1 ottobre 81.
Individuato uno degli autori materiali dellomicidio sorpreso proprio mentre
precipitosamente si allontanava a bordo della Giulia con la quale aveva, con
altri, atteso il Gallina resta da esaminare il movente dellomicidio stesso.
Gallina Stefano apparteneva ad una famiglia (i Malavita) tristemente
famosa nella zona di Villagrazia di Carini per vari episodi delittuosi. Gallina
Vito suo cugino era stato ucciso in Fabriano il 4.2.74, mentre un altro suo
cugino Gallina Giovanni era stato ucciso a Carini subito dopo, il 26.5.74.
Gallina Salvatore, fratello dei suddetti Vito e Giovanni,era stato tratto in
arresto dai cc. di Palermo il 22.10.80 perche implicato in fatti connessi al
traco di stupefacenti, mentre un altro Gallina Salvatore, pure cugino della
vittima, risulta essere latitante perche colpito da mandato di cattura
(n.220/S0) emesso dal G.Io di Palermo per traco di stupefacenti.
Pipitone Angelo Antonino elemento di spicco della maa di Carini- e imputato
nel presente procedimento penale, e implicato nel traco di stupefacenti
(m.c. N.240/80 emesso dal G.I.di Palermo): lo stesso e un altro cugino della
vittima.
Nellagosto del 1980, proprio dietro labitazione del predetto Pipitone veniva
scoperta una raneria eroina (Gerlandi abitazione e della raneria si trovava
la Alberto ed altri), mentre nei pressi di detta villabunker di Badalamenti
Antonino (ucciso il 18 agosto 81), reggente della famiglia maosa di Cinisi,
succeduto a Gaetano Badalamenti nel controllo di detta famiglia.
Lomicidio del Gallina quindi si inquadra perfettamente nella strategia di
eliminazione Dei fedelissimi di Gaetano Badalamenti.
Ed, invero, dopo la eliminazione di alcuni dei suoi cugini, dopo larresto e la
latitanza di altri, Gallina Stefano aveva assunto un ruolo di preminenza
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La Stampa Torino
pag. 11
http://archivio.lastampa.it/articolo?
id=9022483ee8476c8f255075420f839b625b422880
TRIBUNALE DI PALERMO UFFICIO ISTRUZIONE PROCESSI PENALI N.
2289/82 R.G.U.I.
ORDINANZA SENTENZA emessa nel procedimento penale
CONTRO
ABBATE GIOVANNI + 706 VOLUME N. 3
- PAGO 365 GRECO MICHELE, GRECO SALVATORE N.7.7.1927, RIINA SALVATORE,
RICCOBONO ROSARIO, MARCHESE FILIPPO, VERNENGO PIETRO, GRECO
GIUSEPPE DI NICOLO, PRESTIFILIPPO MARIO GIOVANNI, PROVENZANO
BERNARDO, BRUSCA BERNARDO, SCAGLIONE SALVATORE, CALO
GIUSEPPE, MADONIA FRANCESCO, GERACI ANTONINO N.2.1.1917,
SCADUTO GIOVANNI, LO JACONO PIETRO, MONTALTO SALVATORE,
BONURA FRANCESCO, BUSCEMI SALVATORE N.28.5.1938, PULLARA
IGNAZIO, PULLARA G. BATTISTA, SAVOCA GIUSEPPE, CUCUZZA
SALVATORE, CORALLO GIOVANNI, BONO GIUSEPPE, BRUNO FRANCESCO,
MOTISI IGNAZIO, GRECO LEONARDO:
131) DEL REATO P. E P. DAGLI ARTT.110, 112 N.1, 575, 577 N.3 C.P., PER
AVERE, AGENDO IN CONCORSO TRA LORO E CON IGNOTI, IN PIU DI
CINQUE PERSONE RIUNITE, CAGIONATO LA MORTE DI GALLINA
STEFANO, CONTRO CUI ESPLODEVANO NUMEROSI COLPI DI ARMA DA
FUOCO, COMMETTENDO IL FATTO CON PREMEDITAZIONE.
IN CARINI, 11.10.1981.
VEDI ORDINE DI CATTURA 189/81 DEL 15.12.1981.
VEDI MANDATO DI CATTURA 2/82 DEL 2.1.1982.
VEDI MANDATO DI. CATTURA 323/84 DEL 29.9.1984.
VEDI MANDATO DI CATTURA 418/84 DEL 4.12.1984.
132) DEL REATO P. E P. DAGLI ARTT.110, 112 N. C.P., 56, 575, 577 N.3 C.P.,
PER AVERE, AGENDO IN CONCORSO TRA DI LORO, IN PIU DI CINQUE
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DELIBERA
Autorizzare il responsabile del III Settore, arch. Sandro DArpa, a
rappresentare il Comune di Isola delle Femmine per la stipula dellatto
relativo alla cessione a titolo gratuito delle aree, censite al catasto terreni al fg.
n. 3, p.lla n. 1790, per la realizzazione delle quali stato ottenuto lo scorporo
degli oneri di urbanizzazione primaria relativi agli immobili realizzati con
C.E. n. 09/02, prospicienti su detta strada;
Pareri ed attestazioni resi ai sensi e per gli eetti dellart. 49 del t.u.
sullordinamento degli enti locali, approvato con D.lgs. 18/08/2000, n 267,
relativi alla proposta indicata in oggetto:
Si esprime parere favorevole sulla regolarit tecnica della superiore
deliberazione
Il Direttore Generale
F.to Dr. Manlio Scadi
LA GIUNTA COMUNALE
Vista la superiore deliberazione, corredata dal parere prescritto;
Ritenuta meritevole di approvazione;
Con voti unanimi, espressi per alzata di mano, accertati e proclamati dal
Sindaco
DELIBERA
Di approvare la superiore proposta di deliberazione, corredata dal prescritto
parere, rendendola immediatamente esecutiva.
VASSALLO ANTONIETTA C.E.C..ASSENTITA 12 14 5 2009 RICHIESTA DA
VASSALLO ANTONIETTA EREDI FIGLI BILLECI LEO by Pino Ciampolillo
BRUNO PIETRO 46 LOTTIZZAZIONE DI MATTEO PIETRO ED ALTRI 19 SETT
1986 VASSALLO BILLECI 37 deceduto GRAZIANO by Pino Ciampolillo
FILM BILANCIO E CAPACI ISOLA DELLE FEMMINE by Pino Ciampolillo
DECRETI SCIOGLIMENTO CONSIGLI COMUNALI ISOLA DELLE FEMMINE
MISILMERI CAPACI by Pino Ciampolillo
MAFIA CARINI CAPACI ISOLA DELLE FEMMINE E DINTORNI by Pino
Ciampolillo
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Lintreccio tra i due sistemi porta Vassallo alla conquista della citt negli anni
50 e 60. Le nuove imprese (la Edil Palermo, la Leonardo da Vinci, la San
Francesco residenziale Piraineto) partecipano alla speculazione edilizia che
passata alla storia come sacco di Palermo e molti degli immobili che
vengono costruiti saranno attati alle pubbliche amministrazioni per
installarvi delle scuole, mentre non vengono utilizzati i fondi per la
costruzione di edici scolatici. Nel 1969 risultava che ben 15 istituti scolastici
erano ubicati in immobili di propriet di Vassallo, attati al comune e alla
provincia di Palermo, mentre in quegli anni la Sicilia risultava ultima nella
graduatoria per regioni delle opere ultimate, appaltate e in corso di appalto.
C una vera e propria industria dellatto che comporta vantaggi notevoli
per imprenditori come Vassallo e oneri altrettanto consistenti per le casse
pubbliche. Alla ne degli anni 60 il comune di Palermo spendeva in canoni
datto per le scuole lire 606.154.000 allanno, e la provincia 308.514.000
lire. Ancora agli inizi degli anni 90 la provincia di Palermo risultava
attuaria di immobili degli eredi di Vassallo per uso scolastico (Santino-La
Fiura, 1990, p. 142). A dire della Commissione parlamentare antimaa, il
Vassallo ha potuto attuare un vero e proprio piano regolatore di edilizia
scolastica, valendosi di un potere extralegale, esercitato addirittura tramite la
provincia e il comune di Palermo (ivi, p.140)
Il costruttore Vassallo per anni stato linterlocutore privilegiato del nuovo
gruppo dirigente del partito di maggioranza relativa (tra cui guravano nomi
che diventeranno notissimi, come Giovanni Gioia, Salvo Lima, Vito
Ciancimino), che esercitava un potere decisionale quasi assoluto; aveva ottimi
rapporti con le banche che gli concederanno prestiti consistenti,
indispensabili per la sua attivit imprenditoriale; in compenso praticava
prezzi scontati per lacquisto di appartamenti da parte dei suoi protettori. Il
suo patrimonio veniva valutato in 17 milioni nel 1947, passa a pi di tre
miliardi nel 1960.
Nella ricerca gi citata ho registrato le linee di credito di cui ha goduto
Vassallo, a cominciare dal 1947, e osservato un andamento che procede in
parallelo con le carriere di uomini politici. Nel 1958 egli ottiene vari mutui dal
Banco di Sicilia per circa 400 milioni, nel 1959 per circa 500 milioni e nel
1960 per 250 milioni. Il 1959 lanno in cui Salvo Lima viene eletto sindaco di
Palermo. Anche alla Cassa di risparmio, presieduta da Gaspare Cusenza,
suocero di Giovanni Gioia,Vassallo godeva di notevole credito: ottiene 117
milioni nel 1960, 137 milioni nel 1961 e 676 milioni nel 1962. Gli anni 1964
66 sarebbero stati anni di stasi economica per il costruttore, che per sarebbe
riuscito a superare la crisi grazie a un mutuo di 560 milioni ottenuto dal
Banco di Sicilia. Anche per tale crisi passeggera s visto un legame con la
carriera politica di Lima, non pi sindaco, e con linchiesta sul comune di
Palermo condotta dal prefetto Bevivino (ivi, pp. 139 sg.). Linchiesta del
prefetto, avviata nel novembre del 1963, partiva da una situazione di fatto
emblematica: l80 per cento delle licenze edilizie veniva rilasciato a cinque
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costruttori per conto terzi, cio a dei prestanomi, uno dei quali era un murifabbro, un altro un venditore di carbone, e riscontrer varie violazioni alle
disposizioni del Piano regolatore compiute da Vassallo. Per anni il mercato
edilizio era stato contrassegnato da una vera e propria anomalia e il Piano
regolatore, adottato dal consiglio comunale nel dicembre del 1959, era venuto
a legittimare una speculazione che aveva distrutto buona parte del patrimonio
monumentale della citt e cementicato la conca doro, cio la piana di
Palermo una volta coltivata ad agrumi.
In questo periodo il maoso-imprenditore conduce gran parte della sua
attivit grazie al denaro pubblico e ai rapporti che instaura con la pubblica
amministrazione e con il ceto politico e si impone come la gura pi dinamica
di una borghesia di Stato, in gran parte parassitaria, dato che lo strato pi
consistente formato dalla burocrazia degli Enti pubblici, in particolare della
Regione siciliana a statuto speciale.
Nella geograa politica di Cosa Nostra, Isola delle Femmine ricade stando
alle ultime indicazioni del Ministero dellInterno nel Mandamento di San
Lorenzo/Resuttana ed in particolare il suo territorio rientra nella sfera
dinuenza di quella che viene comunemente denominata famiglia di
Capaci.
Dai registri della GdF risulta che tra i componenti della Copacabana spa la
societ immobiliare che, stando agli inquirenti, avrebbe dovuto reinvestire i
proventi del traco di eroina gestito dal clan Badalamenti, facendo fare un
salto di qualit allorganizzazione erano tali Billeci Salvatore e Rocco di
Capaci, Bruno Pietro, Giuseppe e Giovanni di Isola delle Femmine,
Badalamenti Vito e Leonardo di Cinisi (i gli di Tano) e Pomiero Giuseppe
anche lui di Isola delle Femmine.
La societ B.B.P. snc richiamata da Russo Spena, risultava costituita dai Bruno
e da Pomiero che, pertanto, il senatore nel 2000 indicava come verosimili
prestanome di Gaetano Badalamenti
Il 6.05.05 il Giornale di Sicilia ha pubblicato la notizia del sequestro per maa
di beni per 4 milioni di euro a due imprenditori edili di Isola delle Femmine,
Bruno Pietro e Vassallo Giuseppe: del primo si ricordava il collegamento alla
cosca maosa del boss Badalamenti ed il fatto che aveva partecipato con altri
personaggi della maa di Capaci e Isola delle Femmine cito testualmente
alla societ Copacabana spa realizzata per la lottizzazione di un vasto
appezzamento di terreno; Vassallo Giuseppe, glio di Vincenzo, veniva
addirittura indicato come il capo della famiglia maosa di Capaci, inserito
pienamente nel mandamento maoso di San Lorenzo.
Entrambi sono stati condannati con sentenza passata in giudicato per
associazione a delinquere di stampo maoso ex art. 416 bis c.p.
https://medium.com/@isolapulita/omicidiogallinastefano15d0dec601fb#.xg027pcd3
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Nella geograa politica di Cosa Nostra, Isola delle Femmine ricade stando
alle ultime indicazioni del Ministero dellInterno nel Mandamento di San
Lorenzo/Resuttana ed in particolare il suo territorio rientra nella sfera
dinuenza di quella che viene comunemente denominata famiglia di
Capaci.
Dai registri della GdF risulta che tra i componenti della Copacabana spa la
societ immobiliare che, stando agli inquirenti, avrebbe dovuto reinvestire i
proventi del traco di eroina gestito dal clan Badalamenti, facendo fare un
salto di qualit allorganizzazione erano tali Billeci Salvatore e Rocco di
Capaci, Bruno Pietro, Giuseppe e Giovanni di Isola delle Femmine,
Badalamenti Vito e Leonardo di Cinisi (i gli di Tano) e Pomiero Giuseppe
anche lui di Isola delle Femmine.
La societ B.B.P. snc richiamata da Russo Spena, risultava costituita dai Bruno
e da Pomiero che, pertanto, il senatore nel 2000 indicava come verosimili
prestanome di Gaetano Badalamenti
Il 6.05.05 il Giornale di Sicilia ha pubblicato la notizia del sequestro per maa
di beni per 4 milioni di euro a due imprenditori edili di Isola delle Femmine,
Bruno Pietro e Vassallo Giuseppe: del primo si ricordava il collegamento alla
cosca maosa del boss Badalamenti ed il fatto che aveva partecipato con altri
personaggi della maa di Capaci e Isola delle Femmine cito testualmente
alla societ Copacabana spa realizzata per la lottizzazione di un vasto
appezzamento di terreno; Vassallo Giuseppe, glio di Vincenzo, veniva
addirittura indicato come il capo della famiglia maosa di Capaci, inserito
pienamente nel mandamento maoso di San Lorenzo.
Entrambi sono stati condannati con sentenza passata in giudicato per
associazione a delinquere di stampo maoso ex art. 416 bis c.p.
14.05.2009 lUcio Tecnico Comunale del Comune ha rilasciato una
concessione edilizia in favore della famiglia Pomiero ed unaltra in
sanatoria in favore della famiglia Vassallo/Billeci.
A distanza di 25 anni dalla consca delle quote della Copacabana spa il nostro
UTC ha riunito i nomi di Pomiero e Billeci, quasi a conferma del noto brocardo
vichiano circa i corsi e ricorsi della storia.
In data 10.11.09 i ROS nel quadro delloperazione Rebus hanno disposto il
sequestro di beni siti nel territorio di Isola delle Femmine perch riconducibili
al clan maoso Madonia-Di Trapani.
In particolare pare si tratti a detta degli organi di stampa di immobili siti
in via Passaggio del Coniglio n. 4 le cui risultanze catastali potrebbero
condurre a terreni, opici e appartamenti intestati a tali DArpa Vincenzo,
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L OPERAZIONE
GRANDE FALCO
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si proceduto
all identi
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S.I.A. Srl
l esplosivo.
coinvolto il mobili
osi) e di LONGO
appartenere a sodalizi ma
http://www.capitanoultimo.it/d/ultimo4.htm
- PARRINO Giuseppe
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- SEMINARA Antonino
- COSTA Francesca
- SEMINARA Domenico
- MANISCALCO Salvatore
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- CRIVELLO Erasmo
ROMEO
S.I.A.
Sicula Industriale
Avicola................
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http://www.trovanorme.salute.gov.it/dettagli
oAtto?id=22810&completo=true
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