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Paolo Emanuele Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992) è stato
come Giovanni Falcone un magistrato italiano che ha combattuto contro la mafia. Fu assassinato
da Cosa nostra con alcuni uomini della sua scorta nella strage di via d’Amelio. Scoprite la storia del
suo attentato eseguendo gli esercizi (testi tratti e adattati da Wikipedia).
1) Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato con la moglie a) scampato perché al momento della
Agnese e i figli, Paolo Borsellino… deflagrazione stava parcheggiando uno dei
veicoli della scorta.
2) Una Fiat 126 imbottita di tritolo e parcheggiata b) il vecchio giudice che aveva diretto l’ufficio di
sotto l’abitazione della madre detonò al passaggio Falcone e Borsellino.
del giudice, …
3) L’unico sopravvissuto fu l’agente Antonino Vullo, c) andò insieme alla sua scorta in via D’Amelio,
… dove viveva sua madre.
4) Il 24 luglio circa diecimila persone parteciparono… d) dove, all’arrivo dei rappresentanti dello stato
(compreso il Presidente della Repubblica Italiana),
una folla inferocita aveva sfondato la barriera creata
dai 4000 agenti chiamati per mantenere l’ordine.
5) I familiari rifiutarono i funerali di Stato; la e) di non aver saputo proteggere il marito, e volle
moglie Agnese Borsellino accusava il governo … una cerimonia privata senza la presenza dei politici.
Secondo i giudici del Tribunale di Palermo, all’inizio degli anni Novanta ci sarebbe stata una
trattativa tra Cosa Nostra e lo Stato italiano, per raggiungere un accordo sulla fine degli attentati
stragisti, in cambio dell’attenuazione delle misure detentive. Tutto partirebbe all’indomani della
sentenza del Maxi-processo del gennaio 1992, quando Cosa Nostra decide di eliminare gli amici
traditori e i grandi nemici. Nel giro di pochi mesi cadono Salvo Lima, Giovanni Falcone, Paolo
Borsellino, Ignazio Salvo. Ma per i magistrati, oltre alla vendetta, nelle intenzioni di Cosa Nostra ci
sarebbe anche quella di ricattare lo Stato: una serie di attentati per mettere in ginocchio le
istituzioni.
Calogero Mannino, uno dei politici minacciati dei mafiosi, si rivolge al generale dei Carabinieri
Subranni per essere protetto. E qui partirebbe per iniziativa dei Carabinieri una lunga
negoziazione. Borsellino sarebbe stato ammazzato anche perché voleva ostacolare questi contatti.
I familiari di Borsellino affermano che il giudice portava sempre con sé un’agenda rossa dove
annotava tutte le sue indagini sulla trattativa Stato-Mafia. Il giorno della strage di via D’Amelio,
l’agenda rossa si trovava nella macchina di Paolo Borsellino, ma dopo l’esplosione l’agenda è
scomparsa nel nulla. Il fratello di Borsellino, Salvatore, accusa lo Stato italiano di aver fatto sparire
l’agenda rossa per non nascondere la verità sulla trattativa in corso.