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Una storia semplice (romanzo)

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Una storia semplice
«Ancora una volta voglio scandagliare
scrupolosamente le possibilità che forse ancora Autore Leonardo Sciascia
restano alla giustizia» 1ª ed. originale 1989
Genere Romanzo
(da Friedrich Dürrenmatt, Giustizia)
Sottogenere Giallo
Una storia semplice è un breve romanzo di carattere
poliziesco dello scrittore Leonardo Sciascia, ispirato a un Lingua originale italiano
fatto realmente avvenuto, il furto della Natività con i santi Ambientazione Sicilia
Lorenzo e Francesco d'Assisi di Caravaggio.

Indice
Trama
Adattamenti cinematografici
Edizioni
Voci correlate
Altri progetti

Trama
Il telefonista di una stazione di polizia riceve la telefonata di un uomo che chiede di poter parlare col
questore. Sarà tuttavia il brigadiere a prendere la telefonata: l'uomo al telefono gli fornisce i propri dati,
indica il luogo in cui si trova e chiede l'intervento di una pattuglia della polizia dicendo di aver "trovato
qualcosa". Il commissario convince il brigadiere che si tratti di uno scherzo, dato che l'uomo che aveva
chiamato, un diplomatico, non torna in quei luoghi da anni. Il brigadiere tuttavia ha avvertito dell'urgenza
nelle parole dell'uomo e si offre di andare sul luogo, ma il commissario lo convince a rimandare
all'indomani.

Il giorno dopo il brigadiere raggiunge in pattuglia il casolare da cui è partita la chiamata, ma l'abitazione,
quasi in rovina, sembra deserta: all'interno si intravede tuttavia il corpo di un uomo accasciato su una
scrivania. Il brigadiere decide di rompere il vetro della finestra per entrare, e constata che l'uomo è morto
per un colpo di pistola che viene ritrovata sulla scena; viene inoltre rinvenuto un biglietto apparentemente
scritto dal morto, su cui si legge la frase:

«Ho trovato.»
Questi elementi fanno presto avanzare l'ipotesi che l'uomo si sia suicidato; tuttavia il fatto che la penna
stilografica utilizzata per vergare il messaggio sia chiusa convince il brigadiere che in realtà si tratti di
omicidio: egli pensa che l'uomo, dopo aver telefonato in questura, abbia iniziato a scrivere quello che aveva
trovato ormai dubitando che la polizia arrivasse e che poi, sentito bussare alla porta abbia aperto, nella
convinzione che fosse la polizia, ma si era trovato davanti l'assassino. La penna chiusa dimostrerebbe che
l'assassino aveva cercato di far passare l'omicidio per suicidio. Dopo aver perquisito la casa, inoltre, il
brigadiere si convince che, malgrado l'apparente stato di abbandono, essa non fosse disabitata: vi sono
infatti evidenti tracce della presenza di qualcuno. Le sue elucubrazioni vengono interrotte dall'arrivo del
questore, il procuratore della Repubblica, il medico, il fotografo, un giornalista e molti agenti, tra i quali
quelli della scientifica: il questore e il commissario rigettano però la sua teoria.

Dopo le indagini emergono nuovi indizi e si ricostruisce parte della vicenda: l'uomo, tornato la sera prima,
entrando nella sua villa aveva trovato con sorpresa un telefono che prima della sua partenza non c'era.
Aveva chiamato allora il professor Carmelo Franzò, suo vecchio amico, al quale riferì di essere ritornato
improvvisamente per recuperare delle lettere autografe che Garibaldi e Pirandello avevano scritto a suo
nonno e al suo bisnonno; gli disse inoltre del telefono e di aver trovato un quadro famoso che era
scomparso qualche anno prima nascosto nella sua soffitta. In seguito alla testimonianza del professore la tesi
del suicidio viene scartata e si decide di fare una perquisizione più accurata nella villa.

Quello stesso pomeriggio accade però un fatto che porta ulteriore


sconvolgimento. Un treno locale si era fermato al semaforo che
precedeva la stazione di Monterosso, ma dopo mezz'ora il segnale
di impedimento non era ancora cambiato. Passeggeri e ferrovieri
avevano pensato che il capostazione avesse avuto dei problemi e,
dopo aver fermato una Volvo, il capotreno aveva chiesto al
conducente di salire alla stazione per domandare cosa fosse Una Volvo 940, il modello utilizzato
successo. Tuttavia il semaforo era rimasto rosso, così il capotreno nella trasposizione cinematografica
aveva deciso di andare a controllare di persona, ma al suo arrivo in
stazione aveva scoperto che il capostazione e il manovale erano stati
uccisi. La polizia e i carabinieri sospettano dell'uomo della Volvo, il quale poi si presenta spontaneamente in
questura per raccontare quanto aveva visto il pomeriggio prima: un uomo, che lui ritiene fosse il
capostazione, gli aveva aperto la porta, mentre altri due arrotolavano quello che sembrava un tappeto. Però,
siccome lui non riconosce le 2 vittime in foto, tale deposizione non convince il commissario che trattiene
l'uomo.

Da Edimburgo arrivano nello stesso giorno la ex-moglie della vittima e il figlio che racconta al questore che
ogni tanto suo padre scriveva al prete del paese, Padre Cricco, perché lo informasse sullo stato di
mantenimento della proprietà. Padre Cricco viene interrogato e afferma di non aver mai avuto le chiavi
delle proprietà, ma di averla sempre vista dall'esterno. Durante una perquisizione della villa, il brigadiere e il
commissario salgono in soffitta: inizialmente il brigadiere non trova l'interruttore, ma d'istinto il
commissario, il quale non dovrebbe essere mai stato in quella casa prima, gli dice che esso è collocato
dietro una statua, dove effettivamente è. Il brigadiere comincia dunque a sospettare che il commissario sia
coinvolto nel caso e stia facendo di tutto per insabbiarlo; l'indomani, quando entrambi sono nell'ufficio, il
commissario tenta di sparargli ma il brigadiere risponde prontamente al fuoco e lo uccide. Alla conclusione
delle indagini si svela il mistero: il commissario assieme alla sua banda conduceva traffici di droga e opere
d'arte utilizzando il villino come base; quando Roccella era tornato senza preavviso, aveva visto nella sua
villa il quadro rubato e aveva telefonato alla polizia. Il commissario, allarmatosi, si era recato alla villa e lo
aveva assassinato, inscenandone il suicidio; aveva poi fatto sparire il quadro e la droga dal capostazione e il
manovale, suoi complici, questi però, non volendo avere da loro tutta quella merce illegale, avevano
protestato e il commissario li aveva uccisi. L'uomo della Volvo, arrivato dopo, ha in realtà incontrato gli altri
membri della loro banda che stavano portando via il quadro. Malgrado ciò il magistrato, il questore e il
colonnello, siccome non ci sono prove sufficienti per dimostrare tutto questo, decidono di archiviare questi
fatti come suicidio (il proprietario della villa), delitto irrisolto (capostazione e manovale) e incidente (il
commissario).

L'uomo della Volvo viene finalmente lasciato libero, e nell'uscire dalla questura incontra fugacemente padre
Cricco, venuto a benedire la salma del commissario, il quale lo ferma un istante chiedendogli se si
conoscono. Lui risponde di no e se ne va ma poi, uscendo dalla città, gli viene in mente il volto dell'uomo
che gli aveva aperto, colui che aveva creduto essere il capostazione, e si rende contro che era lui: Padre
Cricco dunque era a sua volta complice del commissario. Il romanzo termina con questo amaro explicit:

«Pensò di tornare indietro, alla questura. Ma un momento dopo: "E che, vado di nuovo a cacciarmi
in un guaio, e più grosso ancora?" Riprese cantando la strada verso casa.»

Adattamenti cinematografici
Dal romanzo venne tratta la sceneggiatura del film Una storia semplice, che uscì nelle sale nel 1991 con la
regia e la sceneggiatura di Emidio Greco e l'interpretazione dell'attore Gian Maria Volonté al suo ultimo
film italiano, nel ruolo del Professor Franzò, che di fatto incarna il punto di vista di Sciascia. Tra gli altri
attori che vi prendono parte, Ennio Fantastichini nel ruolo del Commissario, Ricky Tognazzi nel ruolo del
brigadiere, e Massimo Ghini, uomo della Volvo.

Al romanzo si ispira liberamente anche il film del 2018 Una storia senza nome, la cui trama ruota intorno al
furto della Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi del Caravaggio, al quale lo stesso Sciascia si
ispirò per la creazione del suo racconto.

Edizioni
Stampato nel novembre 1989 Leonardo Sciascia, Una storia semplice, collana Piccola
Biblioteca Adelphi 238, Adelphi, 1989, p. 66, ISBN 88-459-0729-5.

Voci correlate
Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi
Una storia semplice (film)

Altri progetti
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