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Meloni, la conferenza stampa in diretta |

Meloni: «Pozzolo sospeso da FdI, sarò rigida.


Le accuse di familismo cominciano a
stufarmi». Verdini? «Salvini non coinvolto»
di Alessandra Arachi, Marco Galluzzo e Valentina Santarpia

Giorgia Meloni ha tenuto oggi - dopo i rinvii per motivi di salute dei giorni scorsi - la conferenza
stampa «di fine anno»: oltre 40 domande. E il discorso è finito anche sul caso del deputato Pozzolo,
la cui pistola ha sparato a Capodanno, ferendo un 31enne: è stato sospeso da Fratelli d’Italia

Ore 14:58 - La conferenza stampa di Giorgia Meloni, punto per punto

(Marco Galluzzo) Dopo due ore fa una battuta. Il primo obiettivo dei prossimi sei mesi? «Abolire
la povertà». Poi ovviamente si fa seria, risponde nel merito, ma è la conferma di una notizia. E la
notizia è che in oltre tre di conferenza stampa Giorgia Meloni non ha nessun battibecco con i
giornalisti. È asciutta, non alza mai la voce, non ci sono gli incidenti dialettici, o politici, temuti dal
suo staff alla vigilia dell’incontro.

«Vado in bagno»
In pochi ci avrebbero scommesso, ma tutto fila via liscio, in modo sereno, dopo 40 domande, in un
clima a tratti persino noioso. Lei stessa rimarca, con un sussurro che tutti ascoltano, arrivata alla
36sima domanda, una certa fatica: «Sto morendo, comincio ad avere degli svarioni». E lei stessa
regala un siparietto, arrivata alla 40esima, «scusate, ma non ce la faccio più, devo andare in bagno,
torno subito» (qui il video).

Il momento più buio


C’è un momento di intimità e di bilancio insieme, più o meno dopo due ore. Anche questo è una
sorta di break, un intermezzo rispetto alla trafila di domande politiche. Il momento più difficile
dello scorso anno? La risposta è pronta, arriva senza pensarci, «la strage in mare di Cutro, 94 morti,
e soprattutto l’accusa che è colpa tua». I momenti più entusiasmanti: «Stare in mezzo alla gente,
vedere le persone che ti incitano e capiscono che ce la stai mettendo tutta, questa è la mia unica
benzina possibile».

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Pozzolo deferito e sospeso
Le notizie più ghiotte dal punto di vista politico sono almeno quattro o cinque: sulla candidatura
alle Europee Maloni non ha ancora deciso, ma ha deciso invece che farebbe certamente, in ogni
caso, «un confronto tv con la segretaria del Pd, perché no?, sarebbe un bel test democratico».
Sul deputato di Fdl Pozzolo che aveva una pistola a Capodanno, alla festa della sorella del
sottosegretario Delmastro, «ho chiesto che venga deferito alla commissione garanzia di probi viri di
FdI, e sospeso dal partito, che è quello che posso fare sul piano statutario».

Anas, Verdini e Salvini


Poi l’inchiesta che ha coinvolto il figlio di Verdini, che gira anche intorno agli appalti Anas - e
dunque anche al ministero diretto da Salvini: «Penso che sulla questione bisogna attendere la
magistratura, sicuramente quello che ho letto è che le intercettazioni fanno riferimento al precedente
governo, Salvini non viene chiamato in causa, e non ritengo che debba riferire in Aula- risponde
Meloni-. Penso che si faccia sempre un errore quando si tenta di trasformare un caso come questo in
un caso politico, da quello che so l’unica tessera che ha avuto Verdini è quella del Pd, ma nessuno
ha pensato di coinvolgere il Pd in questa materia. Mi pare che con questo governo affaristi e lobbisti
non stiano passando un buon periodo, e non escludo che sia anche questo il motivo per cui mi
arrivano certi attacchi».

Il Mes
Ma andando con ordine. Gli appuntamenti più importanti dell’anno che si apre sono il G7 e le
elezioni Europee. Sulle elezioni, sulla candidatura personale, «deciderò insieme ai miei alleati»,
per quanto riguarda la cosiddetta maggioranza Ursula a Bruxelles invece «io lavoro per costruire
una maggioranza alternativa, di sicuro mai sarei disponibile ad accordi con la sinistra». Sul Patto di
Stabilità appena approvato: «Sono soddisfatta, anche se non è quello che volevo». Tornando
poi sul tema del Mes, bocciato dal Parlamento. «È stato un errore sottoscrivere una modifica del
Trattato, come ha fatto Giuseppe Conte, sapendo che non c’era una maggioranza in Parlamento
all’epoca per sottoscriverla. Penso che il Mes sia uno strumento obsoleto, la reazione dei mercati
dimostra che è vero, quindi se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno forse la mancata ratifica
può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace. E su questo non siamo
affatto isolati, come non lo fu la Francia quando Chirac decise di fare un referendum sulla
Costituzione europea, che i francesi bocciarono».

Banche e regali
Nel corso dell’anno le sono arrivate delle accuse per il provvedimento sugli extra profitti delle
banche, che però rivendica, e «mi fa sorridere che i primi a criticare il primo governo che ha avuto
il coraggio di tassare le banche, sono quelli che alle banche hanno preferito fare regali miliardari.
Vale per il Pd, con salvataggi diretti, per il M5S, cintura nera di aiuti alle banche. Noi abbiamo
applicato una tassa su quello che riteniamo un margine ingiusto. L’operazione è una operazione win
win, da una parte c’è l’ipotesi di pagare subito la tassa l’altra ipotesi è il rafforzamento del capitale.
Dobbiamo riconoscere il coraggio e finora i cittadini italiani hanno mostrato di capire».

«Non ho paura di chi pensa di influenzare le mie scelte»


Uno dei momenti più frizzanti arriva con la domanda che riguarda il magistrato della Corte dei
Conti che in un post ha criticato il governo. Il caso Degni? «Non voglio intervenire, ma immaginare
che le persone di nomina politica in incarichi super partes si comportino da militanti politici mi fa
paura. Non si può considerare normale, è una mentalità che combatto. Mi aspetto una risposta da
parte di Elly Schlein, e anche da parte di Gentiloni, che ha nominato questa persona. Colpisce la
sfrontatezza, ma è grave il silenzio della sinistra». Per un attimo si torna ad una frase simbolo
pronunciata da Meloni più di un anno fa, durante la formazione del governo: «Non sono
ricattabile». Nel rispondere a una domanda la ripete: «Io non ho paura di quelli che pensano di
influenzare le scelte del governo, preferisco andare a casa piuttosto». Le viene chiesto anche di
spiegare meglio, a chi si riferisce? «Non ho da aggiungere altro, se non che esistono alcune persone
che ritengono di avere alcuni ruoli che non hanno fondamento…».

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Balneari, pronti a intervenire
La carrellata è lunga, si discute di migranti, il primo degli obiettivi della premier, «non siamo
ancora soddisfatti dei risultati del nostro lavoro», si discute del ritardo italiano sulle concessioni
balneari, «l’appello del Presidente non rimarrà inascoltato e su questo occorrerà valutare nei
prossimi giorni con i partiti della maggioranza e con i ministri interessati l’opportunità di interventi
chiarificatori sulla materia, ora l’obiettivo del Governo è una norma di riordino che ci consenta di
mettere ordine alla giungla di interventi e pronunciamenti e di un confronto con la Commissione
europea con il duplice obiettivo di scongiurare la procedura di infrazione e dare certezza agli
operatori». Ma si discute anche dei gap italiani sugli investimenti esteri, per attrattività economica
siamo ultimi fra i paesi del G7, al posto 58 su 190 Paesi in una classifica della Banca mondiale: «È
obiettivo centrale del governo far la riforma della burocrazia e della giustizia, che sono i due pezzi
del sistema che in primo luogo scoraggiano gli investimenti», assicura la premier. Il capitolo
privatizzazioni. «Il governo intende muoversi con una «riduzione delle quote in partecipate che non
riduce il controllo pubblico, come Poste, oppure con l’entrata di privati con quote minoritarie, come
in Ferrovie. Ovviamente sono passaggi complessi e la tempistica non dipende solo da me».

Le accuse sulla Rai


Poi arriva la Rai, l’accusa di averla trasformata in Telemeloni. «Ho letto accuse di regime. Ma
quando FdI unica opposizione ai tempi di Draghi ed era l’unico partito non rappresentato in Rai. È
il Pd con il 18% aveva occupato l’80% dei posti in Rai. Io sto solo cercando di riequilibrare il
servizio pubblico».

Il familismo
Il finale è più scoppiettante della prima parte, «l’accusa continua di familismo del mio partito
comincia a stufarmi. Sono accuse che non ho sentito a sinistra, come in Sinistra Italiana. Mia sorella
sono trent’anni che lavora in fratelli d’Italia. L’ho messa a capo del partito. Certo, potevo metterla a
capo di una partecipata». E anche la penultima risposta non è scontata: «Tra mia figlia e la
presidenza del Consiglio? Non avrei dubbi. Sono tra le donne più affermate di Italia eppure se mi
chiedesse cosa sceglierei tra mia figlia Ginevra e la presidenza del Consiglio dei ministri, non avrei
dubbi, come qualsiasi altra madre»: risponde così quando le si chiede se condivide le idee della
deputata Mennuni, che aveva ipotizzato che l’aspirazione delle donne fosse fare figli. «Ma- precisa
subito - non credo che la parola aspirazione sia quella giusta. Non accetto che una donna debba
scegliere, che la maternità possa precludere altre opportunità. La presidente della commissione Ue
ha 7 figli, quella del Parlamento Ue 4, l’obiettivo è costruire gli strumenti per conciliare lavoro e
maternità».

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Ore 14:20 - La conferenza stampa fiume

Si conclude dopo quasi tre ore e mezza la conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia
Meloni: dall’economia ai migranti, dall’Intelligenza artificiale a Elon Musk, dal confronto con
Schlein (che ci sarà) alla riforma costituzionale, dagli incarichi ai familiari fino al caso Pozzolo, il
deputato che- ha annunciato Meloni- sarà sospeso dal partito dopo l’episodio della pistola. La
presidente del Consiglio non si è sottratta, si è difesa, ha difeso la sua maggioranza (compreso
Salvini e il caso Verdini che non lo coinvolge, dice la premier), ha risposto a quasi tutti i quesiti,
glissando su qualcosa (come la Fiamma Tricolore) e manifestando solo alla fine un po’ di
stanchezza: «Sto a morì».

Ore 14:19 - Il finale sulla Ferragni

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(Arachi) Chiara Ferragni compare alla fine, si fa una domanda sulla qualità dell’informazione.
Giorgia Meloni dice che non avrebbe da dire sull’influencer. Ma non si trattiene: «Per la sinistra
sembra che io abbia attaccato Che Guevara perché ho attaccato Chiara Ferragni».

Ore 14:16 - Amministrative, Meloni: ci sarà accordo, no candidati tardi

Nel centrodestra «siamo famosi per discussioni accese ma anche per risolverle. Tra persone che si
parlano chiaro e fanno un percorso insieme è normale dirsi le cose con chiarezza, sapendo che si
devono risolvere le cose. Confido che accadrà anche questa volta». Lo ha detto Giorgia Meloni
durante la conferenza stampa di Fine anno. «Vorremmo non arrivare troppo a ridosso delle elezioni
per selezionare i candidati alle cariche monocratiche, abbiamo sempre risolto in passato e si figuri
se non lo faremo adesso. Non è una cosa che mi preoccupa, mi preoccupa che lo facciamo tardi.
Spero si faccia il prima possibile».

Ore 14:13 - L’islamizzazione e la stanchezza

(Arachi) Il processo di islamizzazione derivante dall’immigrazione: una domanda che sembrava un


assist. La stanchezza prende invece il sopravvento, poche blande considerazioni della presidente.
Quando sono passate quasi tre ore e mezza è il momento dell’ultima domanda.

Ore 14:10 - La pausa tecnica

(Arachi) Viene annunciata la dirittura finale. Mancano tre domande alla fine. Giorgia Meloni chiede
un’interruzione: «Vorrei trattenermi ma non ce la faccio». Un momento di umanità. La premier ha
già risposto a 42 domande.

Ore 14:06 - Le guerre

(Arachi) Questione mediorientale e conflitto in Ucraina: quale percorso di pace? «In Ucraina
l’unica possibilità è continuare a inviare le armi per una trattativa. In medio oriente? Abbiamo
cercato di mantenere un equilibrio. Condannando Hamas e il diritto di Israele ad esistere.
Sostenendo la popolazione civili, i nostri ospedali hanno preso i bambini da Gaza».

Ore 14:01 - FdI, Meloni: accusa di familismo comincia a stufarmi

(Arachi) Terza ora di domande. Giorgia Meloni sussurra a microfono aperto. Ride: «Comincio ad
avere degli svarioni». Sulle pensioni una risposta ecumenica: «La sostenibilità del sistema
pensionistico va costruito: deve essere il migliore possibile ma uguale per tutti». Torna in auge il
caso Pozzolo. E il giornalista rilancia: pensa ad una riforma del suo partito che non è più a
conduzione familiare? Pensa di togliere la fiamma dal simbolo? «L’accusa continua di familismo
del mio partito comincia a stufarmi. Sono accuse che non ho sentito a sinistra, come in Sinistra
Italiana. Mia sorella sono trent’anni che lavora in fratelli d’Italia. L’ho messa a capo del partito.
Certo, potevo metterla a capo di una partecipata». Nessuna risposta sulla fiamma nel simbolo: la
premier glissa, non si sa pensa di toglierla.

Ore 13:49 - «Tra mia figlia e la presidenza del Consiglio? Non avrei dubbi»

«Sono tra le donne più affermate di Italia eppure se mi chiedesse cosa sceglierei tra mia figlia
Ginevra e la presidenza del Consiglio dei ministri, non avrei dubbi, come qualsiasi altra madre»:
risponde così la premier Giorgia Meloni quando le si chiede se condivide le idee della deputata
Mennuni, che aveva ipotizzato che l’aspirazione delle donne fosse fare figli. Ma- precisa subito -
«Non credo che la parola aspirazione sia quella giusta. Non accetto che una donna debba scegliere,
che la maternità possa precludere altre opportunità. La presidente della commissione Ue ha 7 figli,
quella del Parlamento Ue 4, l’obiettivo è costruire gli strumenti per conciliare lavoro e maternità. I

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provvedimenti su cui ci siamo concentrati sono quelli legati al lavoro delle donne, come i fringe
benefit che aumentano se sei dipendente con figli. Voglio smontare il racconto che le donne sono
discriminate o discriminabili perché vogliono essere madri. Nient’altro ti può regalare l’emozione
che può regalarti la maternità ma questo non significa che la maternità sia nemica di altre scelte
nella vita».

Ore 13:46 - Meloni: da me no patenti ma distanze insormontabili Afd

(Arachi) Cosa pensa di un’alleanza con Marine Le Pen e Afd? La risposta è diplomatica: «Non
fanno parte del partito popolare europeo del quale mi onoro di essere presidente».

Poi ha aggiunto: «Io non sono una persona che ama dare patenti anche per ragioni di storia. Con
Afd ritengo ci siano delle distanze insormontabili, a partire dal tema del rapporto con la Russia su
cui, invece, Marine Le Pen sta facendo un ragionamento interessante. Ma ritengo di non dover
distribuire patenti. Quando ci sono partiti che prendono il 25 per cento dei consensi, bisogna porsi il
tema di come rispondere a quei cittadini. Per ora lavoro soprattutto al partito dei conservatori
europei».

Ore 13:43 - Il tema delle carceri

(Arachi) Una domanda sulle carceri, la premier sciorina numeri a memoria sul sovraffollamento:
«Non penso di risolverlo con amnistia e indulti».

Ore 13:37 - «Non lavoro a rimpasto»

(Arachi)Vuole candidare il generale Roberto Vannacci? Ha letto il libro? Pensa di vivere in un


mondo al contrario? Il primo sospiro (di stanchezza?) di Giorgia Meloni: «Non ho letto il libro ma a
volte penso di vivere in un mondo al contrario». Le hanno anche chiesto su un possibile rimpasto
del governo in vista delle elezioni europee, risposta sintetica: «Non mi occupo delle candidature di
Fdi, ma non ho intenzione di fare un rimpasto del governo».

«Non auspico, non voglio e non lavoro ad un rimpasto del governo. Sono contenta della mia
squadra», ha aggiunto la premier.

Ore 13:36 - La via della Seta

(Arachi) La via della seta: l’ha disdetta. Perché? «Eravamo l’unico paese del G7 a far parte della via
della seta, e poi ho seguito la mia coerenza». Ma sulla Cina le intenzioni sono tutte tranne che ostili:
«Non ho bisogno della via della seta per avere accordi con la Cina».

Ore 13:32 - Meloni: referendum? Me ne vado quando mi cacciano a elezioni

«Me ne vado quando mi cacciano alle elezioni politiche. Per quanto riguarda i referendum
confermativi, il mio impegno è mettere a terra un programma sul quale mi sono impegnata con i
cittadini»: risponde così la premier a una domanda sull’eventuale referendum sulla riforma
costituzionale.

Ma è anche l’occasione per parlare della durata dell’incarico politico, alla luce delle richieste dei
governatori e dei sindaci di prolungare il mandato: «Nel merito sono laica sulla materia, sul
metodo invece penso sia meglio una iniziativa del parlamento piuttosto che del governo sul terzo
mandato di sindaci e presidenti di Regione, non credo sarebbe buona cosa una iniziativa che parta
dal governo».

Ore 13:32 - Meloni: Italia punta a un ruolo di peso in Commissione Ue


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«Ritengo che l’Italia abbia le carte in regola per avere un ruolo importante in linea col suo peso: è
un altro obiettivo che l’Italia si dà». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza
stampa di fine anno a proposito della «rappresentanza» italiana nella prossima Commissione
europea. Tra le «cose da fare» il lavoro è per «avere domani una Commissione e una politica che
sappia essere più forte negli scenari di crisi, più efficace, più determinata nel perseguimento di una
sua agenda strategica per non consegnarci a nuove pericolose dipendenze, dobbiamo imparare dai
nostri errori, più efficace sulle migrazioni».

Ore 13:30 - Il bilancio

(Arachi) Il momento più difficile? È quello più entusiasmante? Finalmente una domanda rilassante.
Là premier non esita: «Il più difficile è stato Cutro. Ma per fortuna ci sono stati i momenti
entusiasmanti, stare in mezzo alla gente, mi rende felice».

Ore 13:29 - I sospiri di Meloni

(Arachi) La conferenza stampa è stata fatta sospirare ai giornalisti dalla premier. Ma adesso sono i
giornalisti che fanno sospirare Giorgia Meloni: in due ore e mezza di domande non le è stato
risparmiato nulla.

Ore 13:27 - Magistrati e separazione delle carriere

(Arachi) La separazione delle carriere: alla domanda sulla riforma della giustizia non esita a
definirla la priorità.

Ore 13:26 - I buoni propositi

(Arachi)Tre obiettivi per il 2024: messa a terra della riforma pnnr, riforma della giustizia. E poi un
piano per gli studenti meritevoli. Prima là premier aveva ironizzato su obiettivi irraggiungibili,
come l’abolizione della povertà .

Ore 13:23 - Draghi alla Commissione Ue?

(Arachi) La domanda che forse là premier aspettava da sempre: in dieci anni ha fatto lievitare in
partito. Ma perché adesso non cerca di consolidare l’elettorato? perché non fare qualcosa di centro e
nominare Mario Draghi alla commissione Europea? «È impossibile decidere adesso chi farà il
presidente. Parlare del toto nomi non è il tema, ma invece parlare di cosa deve fare la
Commissione».

Ore 13:20 - I paradisi fiscali

(Arachi)Una domanda sugli italiani ricchi che detengono 200 miliardi nei paradisi fiscali, che fate
per questo? «La risposta deve essere data a livello europeo. Prevediamo anche una riforma del
fisco». Le domande continuano, non sono ancora state annunciate le domande finali.

Ore 13:19 - Meloni: preferisco andare a casa che accettare scelte altrui

«Io penso che qualcuno in questa nazione abbia pensato di poter dare le carte, ma in uno Stato
normale non ci sono condizionamenti, l’ho visto accadere e non dico di più- ha detto la premier
Giorgia Meloni, nel corso dell’incontro con la stampa - Vedo degli attacchi e pensano che ti
spaventi se non fai quello che vogliono, ma io non sono una che si spaventa facilmente, preferisco
100 volte andare a casa, hanno a che fare con la persona sbagliata. Ci sono quelli che pensano che
possono indirizzare le scelte, ma con me non funziona, io sono il premier e le faccio io, me ne
assumo la responsabilità».
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Ore 13:13 - «Non abbiamo allentato i poteri di controllo sugli appalti»

«Non ritengo che abbiamo allentato i poteri di controllo, è una lettura distorta, non condivisibile e
non la posso seguire su questo». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza
stampa di fine anno rispondendo a chi citava gli interventi ad esempio sulla Corte dei Conti e sul
codice degli appalti.

Ore 13:10 - La questione morale

(Alessandra Arachi) Già due ore di domande fitte: là premier non mostra cedimenti. Una domanda
complessa scivola sulla questione morale degli esponenti del suo partito viene respinta al mittente:
«A sinistra si è garantisti coi propri (cuccia di cane compresa) e giustizialista con gli altri. Non è la
mia idea di Stato di diritto». E aggiunge: «Ho un ottimo rapporto con i miei alleati, a differenza di
quello che leggo su alcuni giornali. Sono molto contenta di quelli che con la mia maggioranza
abbiamo costruito e stiamo costruendo. E non temo nemmeno le elezioni europee».

Ore 13:04 - Salvini e il caso Huawei

(Arachi)Il ministro Salvini ha incontrato il Ceo di Huawei che è il cliente di suo cognato: lo ritiene
corretto? La risposta diretta: «Non so se può incontrarlo, mi informerò».

Ore 13:01 - Musk? Ad Atreju invito tutti

L’incontro con Elon Musk e il caso della maternità surrogata. «A Atreju invito tutti e lui è una
persona che delle cose da dire, ha una sua rilevanza anche sull’intelligenza artificiale. Non cambia
la mia posizione sulla maternità surrogata e sul fatto che i bambini non si comprano e non si
vendono e non sono merce da banco che puoi scegliere da un catalogo, non penso che questo sia
difendere la vita umana, non penso che pagare una donna povera che mette al mondo un figlio che
poi vende sia progresso. L’ho sempre vista così, continuo a pensarla così e sono contenta se il
Parlamento approva la legge che prevede per la maternità surrogata il reato perseguibile anche se
commesso all’estero».

Ore 13:00 - Rai, Meloni: «Si può fare molto per pluralismo e qualità»

«La Rai è la principale azienda culturale italiana, ma è anche un’importante e imponente struttura
pubblica con pregi e difetti, che ha avuto e ha i suoi problemi. Penso che molto si possa fare
soprattutto per migliorare la qualità del servizio pubblico, per garantire maggiore pluralismo e
maggiore obiettività, per limitare alcuni sprechi che abbiamo vissuto in passato». Così il presidente
del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa in corso a Roma. «Sono soddisfatta del
percorso che è stato intrapreso per ridurre il pesante indebitamento che era stato ereditato», ha
spiegato. «Ho letto delle critiche in tema di ascolti, però la Rai fa servizio pubblico: se noi
pensiamo di giudicarla unicamente sul parametro dell’audience, forse perdiamo un po’ il senso di
che cosa deve fare».

Ore -

Ore 12:57 - Rai Telemeloni?

(Arachi) Rai Telemeloni? «Ho letto accuse di regime. Ma quando FdI unica opposizione ai tempi di
Draghi ed era l’unico partito non rappresentato in Rai. È il Pd con il 18% aveva occupato l’80% dei
posti in Rai. Io sto solo cercando di riequilibrare il servizio pubblico».

Ore 12:54 - Caivano e l’impegno per le periferie

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(Arachi)L’intervento su Caivano come simbolo delle periferie: «Finalmente ho visto una mamma
che poteva portare il bambino al parco», il nostro impegno sarà su questo.

Ore 12:47 - Consulta, Meloni: in Costituzione nomine da Pd e Amato?

(Alessandra Arachi) Ha sentito i giudizi di Giuliano Amato sul suo governo? Ha detto che si
oppone alla Corte Costituzionale? È un giudizio compatibile con la collaborazione di Amato con il
governo sulla commissione sugli algoritmi? «Sul tema della commissione» algoritmi «credo si
sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo ma al di là
di questo, non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato, sono rimasta francamente basita
dalle dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale», ha risposto Meloni. Aggiungendo: «La
democrazia per cui la sinistra fa quello che vuole e gli altri non hanno diritti non è il mio mondo e
farò di tutto per combatterlo».

Ore 12:40 - Il caso Verdini: ritengo che Salvini non debba riferire in Aula

Inchiesta appalti Anas che coinvolge Tommaso Verdini e Denis Verdini, padre e fratello della
fidanzata di Matteo Salvini. La domanda: «Ne ha parlato con Salvini?». La premier dà una risposta
tranciante: «Penso che sulla questione bisogna attendere la magistratura, sicuramente quello che ho
letto è che le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in
causa, e non ritengo che debba riferire in Aula- risponde Meloni- Penso che si faccia sempre un
errore quando si tenta di trasformare un caso come questo in un caso politico, da quello che so
l’unica tessera che ha avuto Verdini è quella del Pd, ma nessuno ha pensato di coinvolgere il Pd in
questa materia. Mi pare che con questo governo affaristi e lobbisti non stiano passando un buon
periodo con questo governo, e non escludo che sia anche questo il motivo per cui mi arrivano certi
attacchi».

«Sulla classe dirigente del mio partito, c’è sempre qualcuno che non ti aspettavi e fa errori o cose
sbagliate. Però non son disposta a fare questa vita se persone intorno a me non sentono la
responsabilità. Non sempre accade ma per la responsabilità che abbiamo, e io vivo quella
responsabilità, su questo intendo essere rigida», ha concluso Meloni.

Ore 12:36 - Il caso Pozzolo: sarà sospeso da FdI

Un’ora e mezzo di conferenza stampa, quattordici domande: il caso Pozzolo- Del Mastro arriva alla
quindicesima, per bocca del giornalista di Fanpage.

«Il parlamentare Pozzolo ha un porto d’armi per difesa personale, non so perchè ma questo non va
chiesto a me ma all’autorità competente- risponde Meloni- Girava con un’arma a Capodanno,
presumo che chi ha un porto d’armi per difesa personale porti con sé un’arma, ma la questione non
è questa. Il punto è che chiunque abbia un’arma deve disporne con serietà e responsabilità, per
questo c’è un problema con quello che è accaduto, non conosco la dinamica della vicenda, vedremo.
Ma in ogni caso qualcuno non è stato responsabile, e chi non è stato responsabile è chi detiene
quell’arma, non va bene per chiunque ma in particolare , ho chiesto che venga deferito alla
commissione garanzia di probi viri di FdI, e sospeso dal partito, che è quello che posso fare sul
piano statutario», sottolinea la premier che non dice una parola sul sottosegretario Delmastro.

Ore 12:30 - Migranti: non siamo soddisfatti

(Arachi) Secondo i dati del Viminale gli sbarchi degli immigrati sono aumentati, gli accordi con
l’Albania e la Tunisia sono di fatto congelati, attendiamo ancora risposte sulla tragedia di Cutro: la
domanda sul problema dei migranti costringe Giorgia Meloni ad un’ammissione: « Non siamo
soddisfatti del risultato ottenuto».

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Ma là premier rivendica un grande lavoro sul problema dell’immigrazione: “Altrimenti sarebbe
stato tutto molto peggiore. Il lavoro è molto complesso». Poi tira fuori il piano Mattei e la necessità
di aiutare i migranti in Africa, la loro terra di origine, fermare le partenze e combattere i trafficanti.

Ore 12:27 - L’autonomia differenziata

(Arachi) Autonomia differenziata? «Non contraddittoria, si tiene perfettamente con la riforma del
premierato». Là premier con una domanda vuole fugare i dubbi sulle divisioni all’interno del
governo su questo tema.

Ore 12:25 - Il premierato e la difesa di Meloni

(A.Arachi) Il premierato? Vorrà dire perdita dei poteri del presidente della Repubblica? Là premier
risponde secca: no. L’elezione diretta del capo dello Stato rafforza la stabilità dei governi: come può
questo ledere i poteri del capo dello Stato? Giorgia Meloni difende la loro riforma costituzionale.

I temi economici sono preponderanti in questa conferenza stampa che, in forma inedita, si svolge
agli inizi dell’anno invece che alla fine. «Non volevo sottrarmi alle vostre domande», si è
giustificata là premier all’inizio del confronto con i giornalisti.

Ore 12:20 - Privatizzazioni: i tempi non li so

(A.Arachi) 20 miliardi nel triennio 24/26, un punto Pil in tre anni, le entrate per le privatizzazioni,
Poste e Ferrovie tra queste e c’è anche Monte dei Paschi di Siena...che tempi ci sono? La premier
scuote la testa: i tempi non li so. So che cosa non sono le nostre privatizzazioni, regali di milioni a
pioggia. Piuttosto riduzione di quote di partecipazioni statali che non vuol dire perdita di controllo
pubblico.

Ore 12:19 - Privatizzare Fs o Poste?Sì ma mantenere il controllo

Nelle privatizzazione il governo intende muoversi con una «riduzione delle quote in partecipate che
non riduce il controllo pubblico, come Poste, oppure con l’entrata di privati con quote minoritarie,
come in Ferrovie. Ovviamente sono passaggi complessi e la tempistica non dipende solo da me», ha
anticipato Meloni. «Abbiamo dato un segnale con Mps - ha aggiunto - con la nostra iniziativa parte
delle risorse sono rientrate, abbiamo dato un bel segnale. Lo Stato deve controllare ciò che è
strategico ma ciò comporta aprirsi anche al mercato».

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Ore 12:18 - Angelosanto nuovo coordinatore lotta all’antisemitismo

«Il prefetto Pecoraro si è dimesso per ragioni personali dal suo incarico» di coordinatore nazionale
per la lotta all’antisemitismo, «siamo in procinto di nominare il generale Angelosanto, già capo del
Ros», una figura «molto autorevole per occuparsi di questa materia», ha detto la premier Giorgia
Meloni durante la conferenza di fine anno.

Ore 12:14 - Come si combatte il nuovo antisemitismo

(Alessandra Arachi) La giornata della memoria, il 27 gennaio. C’è un rigurgito di antisemitismo.


Cosa pensa di fare? Giorgia Meloni parte dall’attentato del 7 ottobre per parlare del nuovo
antisemitismo, «quello mascherato nelle sembianze islamiche». Per l’antisemitismo stiamo
lavorando sul piano della sicurezza, ma quello più importante è quello culturale.

Ore 12:13 - Il coraggio delle riforme


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(Alessandra Arachi) Le tasse sugli extra profitti sulle banche, Giorgia Meloni risponde fiera: siamo
stati gli unici che hanno avuto coraggio, a differenza del Pd ma anche del Movimento cinque stelle.
E la burocrazia? La domanda è incisiva: su questo siamo al 120esimo posto su 190 paesi. Si vuole
fare qualcosa? La premier dice: si, la riforma della burocrazia è tra le priorità di questo governo. Ma
aggiunge: anche la riforma della giustizia. Dobbiamo avere coraggio per queste due riforme:
bisogna avere coraggio.

Ore 12:10 - Giustizia e burocrazia? Priorità riformarle

«La riforma della giustizia e quella burocrazia sono una priorità. Spesso abbiamo dato l’immagine
di uno Stato forte con i deboli, debole coi forti. Non è la mia mentalità, credo che questo segnale sia
arrivato, e che alcuni segnali dall’economia lo dimostrino. Ma sono due cose su cui bisogna avere il
coraggio di riformare in maniera seria, e dare il segnale che l’Italia non vuole essere più fanalino di
coda».

Ore 12:09 - Ambulanti, appello di Mattarella non rimarrà inascoltato

« Ho letto con grande attenzione la lettera del Presidente Mattarella» , ha detto la presidente del
Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo alla domanda in conferenza stampa sul tema delle
concessioni su ambulanti e balneari. Sul primo punto, Meloni, ha spiegato che «l’intervento si è
reso necessario per uniformare il trattamento dei soggetti interessati in Comuni diversi. L’appello
del Presidente non rimarrà inascoltato e su questo occorrerà valutare nei prossimi giorni con i partiti
della maggioranza e con i Ministri interessati l’opportunità di interventi chiarificatori sulla
materia». Sui balneari la premier ha ricordato che il Governo da lei presieduto ha fatto la mappatura
delle coste per valutare la scarsità del bene. È stato fatto un «lavoro serio e ora l’obiettivo del
Governo è una norma di riordino che ci consenta di mettere ordine alla giungla di interventi e
pronunciamenti e di un confronto con la Commissione europea con il duplice obiettivo di
scongiurare la procedura di infrazione e dare certezza agli operatori. Questo è il lavoro che stiamo
facendo per dare certezza sia agli operatori che agli enti che devono applicare le norme e sarà
l’oggetto del lavoro delle prossime settimane».

Ore 12:06 - I balneari

(A.Arachi) Arriva una tra le domande più attese: la questione dei balneari. Non è ancora arrivata
quella sulla sparatoria di capodanno: Emanuele Pozzuoli e Andrea Delmastro.

Ore 12:03 - La domanda che accende la conferenza stampa

(Alessandra Arachi).Il Mes, la manovra di Bilancio già in previsione per il 2025, il caso di Marcello
Degni: domande a tutto campo per la conferenza stampa della premier Giorgia Meloni. E una
domanda che accende la conferenza stampa di Palazzo Chigi: lei farebbe un confronto diretto con la
segreteria del Pd Elly Schlein? Giorgia Meloni non esita: sì.

Ore 11:56 - Migranti: nuove regole migliori delle precedenti

Meloni affronta anche il tema dei migranti, ricordando che il Patto Ue non è una soluzione, perché
il solo modo di agire è a monte. «Quello che va fatto in Africa è il diritto a non emigrare prima del
diritto ad emigrare. Il piano Mattei costituisce questa idea, e il mio obiettivo è che diventi un
modello a cui altri Paesi possano aggregarsi: è più avanti di quanto sembri e di quanto senta dire.
Non è solo l’energia il nostro focus, ma ritengo che se vogliamo lavorare a una strategia, dobbiamo
considerare che l’energia è un tema importante se vogliamo confrontare Europa, che ha bisogno di
energia, e Africa, che è un grande produttore. Ma lavoriamo anche sulla formazione. Ci sono
progetti specifici, ma non ne voglio parlare in anticipo».

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Ore 11:50 - Degni: «No a militanti in incarichi super partes»

Il caso Degni? «Non voglio intervenire, ma immaginare che le persone di nomina politica in
incarichi super partes si comportino da militanti politici mi fa paura. Non si può considerare
normale, è una mentalità che combatto. Mi aspetto una risposta da parte di Elly Schlein, e anche da
parte di chi ha nominato questa persona».

Ore 11:47 - «Pronta a incontrare la segretaria del Pd»

Un confronto con Schlein? «Sì, non mi sono mai sottratta né lo farò. Ma lei lo sa come la penso
sulla condizione femminile, non credo debba essere solo questo l’oggetto del confronto. Siamo due
leader politici. Non so se lei sia disponibile, non mi prendo impegni sul dove, ma posso dare la mia
disponibilità a fare il confronto».

Ore 11:41 - Le tasse sulle banche: un’operazione win win

La tassa extraprofitti alle banche: «Mi fa sorridere che i primi a criticare il primo governo che ha
avuto il coraggio di tassare le banche, sono quelli che alle banche hanno preferito fare regali
miliardari. Vale per il Pd, con salvataggi diretti, per il M5S, cintura nera di aiuti alle banche. Noi
abbiamo applicato una tassa su quello che riteniamo un margine ingiusto. C’è stata una differenza
tra i tassi di interesse per i mutui e quelli dei depositi e dei conti correnti. La differenza è stata
oggetto della tassazione per il 40 per cento. La tassa c’è, quello che è cambiato è stata l’aggiunta
della possibilità di accantonare un importo par a due volte e mezzo l’ammontare della tassazione in
una riserva non distribuibile», spiega ancora la premier. «Questo comporta che aumentando le
riserve aumenterà anche il credito erogato ai cittadini. Nel caso in cui si optasse per il non
versamento immediato della tassazione, questo comporterebbe un aumento del credito erogato e
questo comporta nel medio periodo che molte banche pagheranno più tasse di quelle previste dalla
tassa sugli extraprofitti. L’operazione è una operazione win win, da una parte c’è l’ipotesi di
pagare subito la tassa l’altra ipotesi è il rafforzamento del capitale. Dobbiamo riconoscere il
coraggio e finora i cittadini italiani hanno mostrato di capire».

Ore 11:36 - Patto di stabilità? Non è quello che volevo, ma sono soddisfatta

«Sono soddisfatta su Patto stabilità anche se non è quello che volevo», ha detto Meloni. Tornando
poi sul tema del Mes, bocciato dal Parlamento. «È stato un errore sottoscrivere una modifica del
trattato sapendo che non c’era una maggioranza in parlamento all’epoca per sottoscriverla. Non
credo che il tema della mancata ratifica del Mes vada letto in relazione ai risultati del patto di
Stabilità. Penso che il Mes sia uno strumento obsoleto, la reazione dei mercati dimostra che è vero,
quindi se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno forse la mancata ratifica può diventare
un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace, ed è questa la strada su cui lavorare».

Ore 11:32 - Europee: «Non ho ancora deciso»

«Non ho ancora deciso se mi candido, valuterò consenso cittadini»: così Meloni risponde all’ipotesi
candidatura alle elezioni europee. «La mia eventuale candidatura potrebbe forse portare altri leader
a fare la stessa scelta, penso ai leader dell’opposizione: sarebbe anche un test», ha aggiunto. In ogni
caso, «per quanto riguarda la ”maggioranza Ursula“in Ue, io lavoro per costruire una maggioranza
alternativa che tra l’altro negli ultimi mesi ha dimostrato di poter esistere su alcuni dossier come la
transizione verde o l’immigrazione. Se questo non fosse possibile, non sarei mai disponibile a fare
un’alleanza parlamentare con la sinistra, non lo ho fatto in Italia e non lo faro’ in Europa».

Ore 11:28 - «Taglio la spesa pubblica piuttosto che aumentare le tasse»

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Mancano 32 miliardi, a conti fatti: da dove verranno tutti questi soldi? «Bisogna sapere di cosa
parliamo perché non sappiamo quale sarà la crescita dell’economia italiana, è stimata superiore alla
media Ue, io non sono per aumentare le tasse, lavoro prevalentemente sul taglio della spesa, che è
quello che abbiamo fatto con questa legge di bilancio, sostenendo ad esempio il rinnovo del taglio
del cuneo contributivo. Io confido che magari lungo questo anno si possa essere ragionevoli e
immaginare una diminuzione dei tassi di interesse che libererebbe diverse risorse, il mio obiettivo è
confermare le misure che abbiamo portato avanti, se riesco addirittura migliorarle, ma lo
valuteremo. Tra i due -aumentare le tasse o tagliare la spesa pubblica- ovviamente scelgo la
seconda».

Ore 11:19 - L’introduzione di Meloni: le scuse per il ritardo e le risposte all’Ordine dei
giornalisti

«Auguri di buon anno, un anno importante anche per la presidenza italiana del G7, non mi aspetto
altro che rispetto ma nemmeno sconti»: così Meloni apre la conferenza stampa di inizio anno. «Mi
scuso di aver rinviato questa conferenza per due volte, mi spiace che abbia generato polemiche
ma non c’era alcun intendimento di scappare dalle domande dei giornalisti, raramente sono scappata
da qualcosa- sottolinea. La legge bavaglio è frutto di un emendamento parlamentare, che tra l’altro
arriva dall’opposizione. La legge prevede che non possa essere pubblicata per intero o per estratto
l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sapete che nel 2017 fu fatta dall’allora riforma Orlando
fu fatta un’eccezione a questa previsione del nostro codice penale, consentendo la pubblicazione,
ma questo non toglie al diritto del giornalista di informare, rimane il diritto del giornalista a
conoscere quell’atto e riportare le notizie. Quindi francamente non ci vedo un bavaglio, sempre
che non si dica che fino al 2017 la stampa non sia stata imbavagliata. Mi pare una iniziativa di
equilibrio tra il diritto di informare e il diritto di un cittadino prima di essere condannato e di
esercitare il diritto alla difesa a far pubblicare elementi che possono ledere la sua onorabilità. Sul
tema dell’ordine e il sistema di voto dell’Ordine dei giornalisti, ono pienamente disponibile, so che
in questa legislatura si è formato un intergruppo parlamentare che sta formulando una proposta,
preferirei che ci fosse una iniziativa del Parlamento, ma non ho problemi a ragionare di un
intervento, sappiamo che le norme risalgono al 1967, è giusto che cambino anche le regole di
funzionamento. E infine, sono molto d’accordo sulle regole sulla Intelligenza artificiale, perché
sono preoccupata del suo impatto su vari livelli e in particolare sul mercato del lavoro. In passato
abbiamo sempre conosciuto una sostituzione di lavoro fisica, che quindi consentiva alle persone di
concentrarsi su lavori più profilati, oggi ci troviamo di fronte a una rivoluzione dove l’intelletto
rischia di essere sostituito»:

Ore 11:13 - L’inizio della conferenza stampa e la protesta dei giornalisti

«In questa sala ci sono alcuni banchi vuoti: la Fnsi ha inteso disertare per protesta la conferenza.
Una protesta che nella sostanza condivido. Ci allarma l’approvazione di un emendamento che
rischia di far calare il sipario sull’informazione in materia giudiziaria». Lo ha detto il presidente
dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, in apertura della conferenza stampa di fine anno.
«Chiediamo di ripensare a fondo la riforma della diffamazione in discussione al Senato - ha
proseguito -; una proposta che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece
il diritto dei cittadini a un’informazione libera».

«In questi decenni i giornalisti non hanno esitato a rischiare la vita e talvolta a perderla per
raccontare la realtà- ha ricordato - Sono diventati testimoni scomodi, questa è la nostra storia, le
nostre radici ispirate alle tradizioni internazionali, in difesa della libertà e dei diritti umani».

Ore 11:11 - Schlein: in conferenza stampa Meloni difenderà l’indifendibile, si scusi per
Pozzolo

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«Fra poco assisteremo ad una conferenza stampa in cui Meloni proverà a difendere l’indifendibile,
dai disastri della manovra economica che taglia pensioni e sanità all’affossamento del salario
minimo, dalla riforma costituzionale che riduce i poteri del presidente della Repubblica allo smacco
di aver accettato a testa bassa un compromesso dannoso sul Patto di stabilità. Le ribatteremo punto
per punto, perché gli italiani hanno diritto a conoscere la verità. Ma ci aspettiamo che la prima cosa
che dica appena si siederà di fronte ai giornalisti è chiedere scusa per Pozzolo e pretendere le sue
dimissioni». Così risponde la segretaria del Pd Elly Schlein a chi le chiede cosa si aspetta dalla
conferenza stampa della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Ore 10:55 - Paita (Iv): «Da Meloni mi aspetto condanna netta»

«Sulla vicenda Pozzolo da Giorgia Meloni mi aspetto una condanna netta rispetto a tutto quello che
è accaduto. La premier non potrà fare il solito vittimismo, prendendosela con l’Europa o
l’opposizione. È un fatto gravissimo, sul quale ci sono ancora punti da chiarire, reticenze,
interrogativi. E che più di tutto denota l’inadeguatezza comportamentale di questa classe di governo
e in particolare di Fratelli d’Italia». Lo dice a Radio anch’io su Radio Uno la senatrice Raffaella
Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. «Per il resto, dalla conferenza stampa di Meloni mi
aspetto poco. Tutto lo schema di gioco della premier - aggiunge Paita - l’abbiamo visto con la legge
di bilancio, che è stata davvero poca cosa. C’è stato qualche aumento di tasse, anche sulla casa, e
una totale assenza di una strategia sulla crescita. Pochissimi investimenti, un forte rallentamento
della capacità realizzativa del Pnrr e la mancanza di riforme».

Ore 10:34 - Spari alla festa, l’irritazione di Meloni che poi detta la linea: fatto senza valenza
politica

Chi parla con la presidente del Consiglio la descrive parecchio infastidita da quanto accaduto, ed è
probabilmente un eufemismo: è stata lei stessa a chiedere un’istruttoria completa e approfondita
dell’incidente, vuole vederci chiaro sino in fondo perché comunque non viene esclusa nemmeno
un’espulsione dal partito per Pozzolo, che in ogni caso, al di là delle ricostruzioni che arriveranno
nelle prossime ore, ha commesso quantomeno un peccato di leggerezza e di mancata vigilanza sulla
pistola di sua proprietà. Di sicuro a tre giorni dalla conferenza stampa con i giornalisti accreditati in
Parlamento Meloni non ha gradito l’ennesimo scivolone mediatico del suo partito, come spiega qui
Marco Galluzzo.

Ore 10:17 - Emanuele Pozzolo: «So di aver fatto una leggerezza. Ma, ve lo giuro, non ho
sparato io»

Il deputato Emanuele Pozzolo come sta vivendo l’attesa? Chi lo ha incontrato ha trovato una
persona dispiaciuta, consapevole dell’errore commesso ma anche convinto della versione data ai
carabinieri al termine del cenone di Capodanno nella sala della Pro loco di Rosazza, piccolo paese
di appena 99 anime della Valle Cervo, in provincia di Biella. Giustificazioni che per tutta la
giornata di ieri ha tentato di fornire anche al partito.

Ore 10:11 - Meloni pronta a sospendere Pozzolo per provare a chiudere il caso

Giorgia Meloni è pronta per quella che si annuncia come una lunga conferenza stampa di fine anno,
slittata al nuovo per un problema di otoliti che l’ha costretta a casa dove anche ieri ha passato la
giornata, in compagnia della figlia. Dopo le tre ore dell’anno scorso, è prevedibile che anche
stavolta la premier sfrutterà le oltre 40 domande previste da parte di tutta la stampa italiana e dei
corrispondenti esteri per dire la sua su ogni tema. Ma la leader di FdI sa bene che tutta l’attenzione
si concentrerà sui problemi aperti e sulle ultime polemiche, più che su quello che è andato come lei
avrebbe voluto. A partire dal caso Pozzolo, come spiega qui Paola Di Caro.

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