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Rendiconto dellattivit parlamentare

del deputato

Gianni Melilla
marzo dicembre 2013

INDICE

INTRODUZIONE DI GIANNI MELILLA PROPOSTE DI LEGGE presentate come primo firmatario

pag. 2 pagg. 6-21

PROPOSTE DI LEGGE

presentate come cofirmatario

pag. 22-28

ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO Interpellanze Interrogazioni a risposta immediata in Assemblea Interrogazioni a risposta orale Interrogazioni a risposta In Commissione Risoluzioni In Commissione Interrogazioni a risposta scritta pag. 30-69 pag. 70-72 pag. 73-110 pag. 111 pag. 112-113 pag. 114-207

ORDINI DEL GIORNO in assemblea su proposte di legge

pag. 208-216

INTRODUZIONE di Gianni Melilla UN ANNO ALLA CAMERA dei DEPUTATI


Ero stato deputato con il PDS per 2 anni nella legislatura segnata dalle inchieste di Mani Pulite che determinarono il crollo dei partiti che avevano governato sino ad allora: dalla DC al PSI. Tornare alla Camera in una situazione istituzionale completamente cambiata, mi ha fatto verificare da vicino la complessit inedita e straordinaria che vive la politica italiana. Pensavamo di vincere le elezioni come Italia Bene Comune, e invece l'affermazione del M5S di Grillo e la resistenza accanita di Berlusconi, hanno portato alla nostra sconfitta al Senato e alla vittoria per un soffio alla Camera. Il risultato stato l'impossibilit di una maggioranza di centrosinistra al Senato e di un accordo col M5S per un governo del cambiamento. Il caimano ha aspettato il logoramento parlamentare di Italia Bene Comune inabissandosi in attesa che arrivasse il suo momento. Nel frattempo le elezioni dei Presidenti della Camera e del Senato sono state per me una bella e piacevole sorpresa: Laura Boldrini, eletta nelle liste di SEL, alla Camera e Pietro Grasso al Senato. Nelle elezioni del Presidente della Repubblica invece successo di tutto: prima Marini affossato dal PD mentre noi di SEL votavamo, insieme al M5S, Stefano Rodot e poi i 101 franchi tiratori del PD che hanno impallinato Romano Prodi che noi di SEL votavamo con grande convinzione. A quel punto stato rieletto a grande maggioranza Giorgio Napolitano e si aperta la strada al governo delle larghe intese con Enrico Letta, con la prima resurrezione di Berlusconi. A quel punto andato in frantumi completamente l'alleanza centrosinistra e come SEL abbiamo scelto di stare all'opposizione. di

Ma anche collocandoci all'opposizione, non abbiamo mai trovato una sintonia con l'altra grande forza di opposizione, il M5S che ha sempre di pi assunto posizioni antisistema e qualunquistiche. La fatica politica diventa anche dolorosa quando si deve andare controcorrente in un Paese terremotato dal punto di vista economico, sociale, morale. L'impoverimento crescente della societ italiana, con livelli di disoccupazione e di precariet sconvolgenti, ha prodotto delusione, frustrazione, rancore, disprezzo per la politica e i partiti. Gli scandali a ripetizione che hanno coinvolto tanti partiti e istituzioni si sono tradotti in ulteriore benzina gettata nel fuoco della protesta sociale, che forze come M5S hanno strumentalizzato con spregiudicatezza. Sinistra e destra appaiono concetti vaghi a tanti cittadini, anni di sostegno a governi tecnici che hanno praticato la linea dell'austerit rigorista e antisociale, con controriforme che hanno peggiorato la vita di milioni di cittadini (basti pensare alla riforma delle pensioni della Fornero), hanno provocato un rigetto della politica e un giudizio severamente critico dei cittadini. E la stessa idea dell'Europa appare fortemente appannata dalle politiche recessive del fiscal compact imposte dalla BCE e dalla Germania della cancelliera Merkel, con la benedizione dei governi Berlusconi, Monti e Letta. Per SEL , una forza piccola con il 3,2% dei consensi elettorali, non facile districarsi nella giungla della nuova politica italiana in cui il chiasso della Rete e le frustrazioni di una protesta forcaiola rischiano di mettere in secondo piano le lotte sindacali e per la democrazia, per la difesa della Costituzione e per una legge elettorale, dopo la nota sentenza della Corte Costituzionale, che salvaguardi il principio della rappresentanza oltre che quello della governabilit. Io ho cercato di esercitare la mia funzione parlamentare innanzitutto dedicandomi agli impegni di componente della Commissione Bilancio e della Giunta del Regolamento. Sono stati mesi impegnativi alla commissione Bilancio: molti provvedimenti e leggi economiche finanziarie, la legge di stabilit e la manovra di Bilancio, con nottate e giornate intere al 4 piano di Montecitorio o in Aula a votare emendamenti e decreti leggi, ordini del giorno e disegni di legge. Ho
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approfondito le questioni economiche con esperti, economisti, funzionari del servizio legislativo. Preziosa stata la collaborazione fornitaci dal Gruppo di SEL e in particolare da Sandro De Toni, altrettanto importante stata l'intesa umana e politica con gli altri 2 compagni di SEL che, con me, sono in Commissione Bilancio: Giulio Marcon e Sergio Boccadutri. Ci siamo divisi i compiti e li abbiamo svolti con diligenza in commissione e in Aula dove abbiamo parlato spesso. Nella Giunta del Regolamento invece abbiamo affrontato, su impulso della Presidente Boldrini che presiede questo fondamentale organo che disciplina l'autogoverno della Camera, le modifiche da apportare al Regolamento. Siamo una decina di deputati di tutti i gruppi e abbiamo lavorato molto intensamente tutta l'estate e l'autunno e abbiamo definito una proposta, non condivisa per da tutti, che presto sar all'esame della Camera. La frequenza delle riunioni della Giunta del Regolamento mi ha dato modo di conoscere meglio la Boldrini, e apprezzarne la grande seriet personale e la voglia di fare, di cambiare, di dare una nuova efficienza ed autorevolezza al lavoro della Camera dei Deputati. Anche nella Giunta del Regolamento ho dovuto constatare la pregiudiziale ostilit del M5S, in questo alleato di Forza Italia, nel proporre sempre rinvii, ostacoli, contrapposizioni, cavilli, perdite di tempo. Non ho sottovalutato la mia funzione legislativa e ho presentato come primo firmatario 4 proposte di legge e come cofirmatario, insieme ad altri parlamentari, altre 61 proposte di legge. Anche il lavoro di sindacato ispettivo di controllo ed indirizzo riveste grande importanza non solo nei risvolti nazionali, ma anche nella capacit di rappresentare i problemi del Territorio abruzzese che mi ha eletto. Ho presentato oltre 150 atti tra interrogazioni, interpellanze,mozioni su fatti nazionali e regionali. In particolare in Abruzzo ho seguito alcuni filoni di fondo : le crisi aziendali ed occupazionali, la situazione delle carceri, lo stato delle ferrovie e di altre infrastrutture, fatti ambientali (rifiuto della petrolizzazione, risanamento dei siti inquinati, parchi, fiumi), questioni sociali (scuola, sanit, anziani, disabili, minori), casi individuali e collettivi di discriminazione.

Uno spazio l'ho riservato alla mia passione pi forte: la cooperazione internazionale allo sviluppo e gli aiuti alle popolazioni dei paesi pi poveri del mondo. Sono stato assegnato alle relazioni con i Parlamenti dell'Africa Orientale. Il legame con l'Abruzzo stato forte perch non va dimenticato mai chi rappresentiamo. I parlamentari non hanno, secondo la Costituzione, vincolo di mandato, ma evidente che se si vuole ricostruire una relazione empatica con i cittadini, dobbiamo rappresentare i problemi che vivono quotidianamente a partire dalla sofferenza sociale della parte pi debole della popolazione che ha per questo pi bisogno di una azione di tutela istituzionale e politica. Il 2014 inizia con la speranza di una ripresa economica e occupazionale, ma restano molte ombre sulla capacit di questo Governo di corrispondere a questo obiettivo fondamentale per l'Italia. La elezione a segretario del PD di Renzi ha mosso le acque nel pi grande partito del centrosinistra, ma le prime mosse mi sembrano contraddittorie e anche pericolose. In particolare non mi convince la rilegittimazione di Berlusconi per la riforma elettorale su contenuti inaccettabili e secondo me incostituzionali. Per Berlusconi stata un'altra resurrezione dopo la sentenza definitiva che lo ha condannato al carcere per frode fiscale. Vedremo gli sviluppi della situazione. Con questo Rendiconto riassumo quello che ho fatto nel 2013. Nel prossimo anno il mio impegno continuare a lavorare con la stessa passione e ,spero, competenza. Saranno i cittadini, le compagne e i compagni a giudicare la qualit del mio lavoro. Da loro mi attendo proposte, critiche, suggerimenti, insomma un aiuto a fare meglio.

GIANNI MELILLA

Roma gennaio 2014


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PRESENZE 15 marzo 31 dicembre 2013 deputato GIANNI MELILLA

Sedute Camera 144

Presenze Melilla 144 100%

Totale numero votazioni 2810

Numero votazioni Melilla 2791 99,32%

Le proposte di legge

presentate come

primo firmatario

PROPOSTA DI LEGGE n. 856 d'iniziativa del deputato MELILLA Abrogazione dei commi 13, 14 e 15 dell'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, concernenti il transito del personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla funzione e degli insegnanti tecnico-pratici nei ruoli del personale non docente
Presentata il 30 aprile 2013 Onorevoli Colleghi! I commi 13, 14 e 15 dell'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonch misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario, cosiddetto decreto-legge spending review), recano disposizioni concernenti il transito di personale docente inidoneo per motivi di salute e degli insegnanti tecnico-pratici nei ruoli del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA). Con le citate disposizioni del decreto-legge spending review, si compiuta una doppia ingiustizia: a danno di insegnanti gravemente ammalati che oggi offrono per quel che possono il loro contributo di lavoro alla scuola e a danno di ATA precari sulla cui pelle si gioca il cosiddetto risparmio di spesa. Persone, queste ultime, che con dedizione e competenza stanno svolgendo un lavoro per nulla semplice, visto l'appesantimento burocratico che grava sulle autonomie scolastiche dotate di segreterie ormai ridotte all'osso dai tagli previsti dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitivit, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. In particolare, il citato comma 13 stabilisce che il personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, transita nei ruoli del personale ATA con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico, con decreto del direttore generale del competente ufficio scolastico regionale (USR), da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge. Attualmente circa 3.500 docenti, poco pi del 2 per cento degli insegnanti della scuola pubblica, sono inidonei all'insegnamento ma idonei ad altri compiti, come la programmazione e l'approfondimento della didattica, le attivit connesse all'insegnamento, le cosiddette funzioni strumentali, la cura della biblioteca, dei laboratori, l'organizzazione delle visite istruttive e delle attivit di orientamento, l'organizzazione delle prove di ingresso e di esame, i test Invalsi. L'inidoneit in un profilo, con l'opportunit di svolgere altri compiti, evita la discriminazione di un lavoratore per le sue condizioni di salute ed anche un'opportunit per il luogo di lavoro di poter continuare ad usufruire, sia pure in parte, della professionalit di quel lavoratore. Per questi motivi appare incomprensibile e lesiva del loro ruolo di docenti la scelta del decreto-legge spending review di spostare i docenti inidonei nei ruoli degli assistenti amministrativi e tecnici delle scuole, licenziando di fatto gli ATA precari. I docenti inidonei sono privati del loro ruolo e retrocessi di qualifica, chiamati a svolgere funzioni amministrative e tecniche per le quali non hanno nessuna preparazione e formazione. Questa scelta non aiuta la scuola, ma rappresenta l'ennesimo fattore di indebolimento, senza peraltro raggiungere gli obiettivi fissati di contenimento della spesa.
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A tutt'oggi non stato ancora chiarito il futuro del personale oggetto di queste norme e non sono state ancora regolate le modalit e i termini di questo passaggio. Con riferimento al personale docente dichiarato temporaneamente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, il comma 13 dispone l'utilizzazione, entro venti giorni dalla data di notifica del verbale della commissione medica operante presso la ASL, su posti anche di fatto disponibili di assistente amministrativo o tecnico, nella provincia di appartenenza, tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente, ovvero su posti di altra provincia. Il comma 14 riguarda invece il personale docente attualmente titolare delle classi di concorso C999 (insegnanti tecnico-pratici degli enti locali transitati nei ruoli dello Stato) e C555 (ex LII/C-esercitazioni di pratica professionale), per il quale si prevede il transito nei ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico, in base al titolo di studio posseduto. Il transito effettuato con decreto del direttore generale del competente USR, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge. Il personale immesso in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili nella provincia di appartenenza, tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente, e mantiene il maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti. Il comma 15 dispone infine che i criteri e le procedure per l'attuazione di quanto previsto ai commi 13 e 14 sono adottati con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universit e della ricerca. La presente proposta di legge prevede dunque l'abrogazione dei commi 13, 14 e 15 dell'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, nella convinzione che la norma che dispone il transito di personale docente inidoneo per ragioni di salute e degli insegnanti tecnico pratici nei ruoli di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) non risolve il problema del suddetto personale n del personale precario amministrativo e tecnico ed lesivo della professionalit e della dignit dei docenti e dello stesso funzionamento della scuola. Art. 1. (Abrogazione dei commi 13, 14 e 15 dell'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135). 1. All'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, i commi 13, 14 e 15 sono abrogati. Art. 2. (Copertura finanziaria). 1. Ai maggiori oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 1, determinati in 115 milioni di euro per l'anno 2013, in 111 milioni di euro per l'anno 2014 e in 160 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015, si provvede mediante i maggiori risparmi di spesa di cui al comma 2. 2. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 7, commi 12, 13, 14 e 15, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e dall'articolo 1, comma 4, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, al fine di consentire alle amministrazioni centrali di pervenire ad una ulteriore riduzione della spesa corrente primaria in rapporto al prodotto interno lordo, le spese di funzionamento relative alle missioni di spesa di ciascun Ministero, le dotazioni finanziarie delle missioni di spesa di ciascun Ministero, previste dalla legge di bilancio, relative alla categoria interventi, e le dotazioni finanziarie per le missioni di spesa di ciascun Ministero previste dalla legge di bilancio, relative agli oneri comuni di parte capitale e agli oneri comuni di parte corrente, sono ridotte in via permanente, in misura tale da garantire
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risparmi di spesa per un ammontare complessivo non inferiore a 115 milioni di euro per l'anno 2013, a 111 milioni di euro per l'anno 2014 e a 160 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015. I Ministri competenti predispongono, entro il 30 settembre di ciascun anno a decorrere dall'anno 2013, gli ulteriori interventi correttivi necessari per assicurare, in aggiunta a quanto previsto a legislazione vigente, i maggiori risparmi di spesa di cui al presente comma. 3. Il Ministro dell'economia e delle finanze, entro il 15 ottobre di ciascun anno a decorrere dal 2013, verifica gli effetti finanziari sui saldi di finanza pubblica derivanti dagli interventi correttivi di cui al comma 2, ai fini del rispetto degli obiettivi di risparmio di cui al medesimo comma. A seguito della verifica, gli interventi correttivi di cui al comma 2 predisposti dai singoli Ministri e i relativi importi sono inseriti in un'apposita tabella allegata alla legge di stabilit. Qualora, a seguito della verifica, gli interventi correttivi di cui al comma 2 non risultino adeguati a conseguire gli obiettivi in termini di indebitamento netto, il Ministro dell'economia e delle finanze riferisce al Consiglio dei ministri e con il disegno di legge di stabilit sono disposte la corrispondente riduzione delle dotazioni finanziarie, iscritte a legislazione vigente nell'ambito delle spese rimodulabili di cui all'articolo 21, comma 5, lettera b), della legge 31 dicembre 2009, n. 196, delle missioni di spesa di ciascun Ministero interessato, necessaria a garantire il rispetto degli obiettivi di risparmio di cui al comma 2, nonch tutte le modificazioni legislative eventualmente ritenute indispensabili per l'effettivo raggiungimento degli obiettivi di risparmio di cui al medesimo comma.

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PROPOSTA DI LEGGE n. 907 d'iniziativa dei deputati MELILLA, FRANCO BORDO, MATARRELLI, SANNICANDRO Istituzione di un Corpo giovanile per la difesa del territorio
Presentata il 9 maggio 2013 Onorevoli Colleghi! La presente proposta di legge prevede l'istituzione di un Corpo giovanile per la difesa del territorio, costituito da giovani disoccupati da impiegare nelle opere di pulizia dei corsi di acqua e delle rive, di rimboschimento, di regolazione del flusso delle acque e di difesa del suolo nell'ambito di singoli bacini o sottobacini idrografici. L'esempio del New Deal. La proposta di legge trova ispirazione da un'analoga iniziativa del 1933 presa da Franklin Delano Roosevelt, eletto nel marzo di quell'anno, proprio ottanta anni fa, Presidente degli Stati Uniti d'America, che si trov di fronte un Paese in cui rigurgiti di consumismo estremo si alternavano con la disperazione di milioni di disoccupati pieni di debiti, nel quale l'agricoltura era allo sbando con le famiglie rurali alla fame e in cui esisteva una diffusa criminalit resa possibile dalla corruzione di funzionari statali e di uomini politici. L'America non era soltanto quella delle banche e delle borse valori dissestate, del debito pubblico avanzante, ma si presentava con il suolo impoverito da decenni di sfruttamento, esposto all'erosione dovuta alle piogge e al vento, con le foreste devastate da incendi, con paesi e citt senza fogne e senza discariche dei rifiuti, con citt violente e inquinate, solcate da lunghe code di disoccupati pieni di debiti. Nell'America ereditata da Roosevelt era crollata la produzione di acciaio, di alimenti, di automobili e di petrolio. Roosevelt cap che la salvezza dell'America dipendeva anche dalla regolazione del corso dei fiumi e dalla lotta all'erosione, dalla ricostruzione della fertilit dei suoli agricoli e dei pascoli e dalla regolamentazione dell'estrazione di minerali,carbone e petrolio, da una nuova politica urbanistica e da un nuovo rapporto tra citt e campagna, da un controllo della produzione delle merci e dalla lotta alle frodi praticate a danno dei consumatori, dalla salvaguardia delle foreste e dall'estensione dei parchi. Lo stato di erosione del suolo dell'America richiedeva interventi immediati e le opere di regolazione del corso dei fiumi sarebbero state vanificate se non fossero state accompagnate da una vasta azione di rimboschimento delle valli. Roosevelt aveva sottolineato, fin dalla campagna elettorale, l'importanza delle foreste. Gli alberi disse trattengono la terra fertile sui declivi e l'umidit del suolo, regolano il fluire delle acque nei ruscelli, moderano i grandi freddi e i grandi caldi: sono i polmoni dell'America perch purificano l'aria e danno nuova forza agli americani. Il 14 marzo 1933, dieci giorni dopo essersi insediato alla Casa Bianca, Roosevelt predispose un grande progetto per impiegare un esercito di giovani disoccupati al lavoro nelle foreste. Nell'estate del 1933, 300.000 americani, celibi, dai 18 ai 25 anni di et, figli di famiglie assistite, organizzati nei Civilian Conservation Corps, erano nei boschi, impegnati nei lavori di difesa del suolo che da molti anni erano stati trascurati. Negli anni successivi, in molte campagne, 2 milioni di giovani lavoratori, complessivamente, piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, prepararono laghetti artificiali per la pesca, costruirono

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dighe, scavarono canali per l'irrigazione, costruirono ponti e torri antincendio, combatterono le malattie dei pini e degli olmi, ripulirono spiagge e terreni per campeggi. L'aggravamento della disoccupazione giovanile in Italia. I dati dei centri studi evidenziano un quadro di recessione globale, nell'ambito del quale l'Italia risulta in particolare sofferenza. L'economia in recessione, la societ in frantumi, la politica bloccata: questa l'Italia del 2013, dopo cinque anni di crisi. Dopo cinque anni di Governi di Berlusconi e di Monti il prodotto interno lordo (PIL) del nostro Paese, in termini reali, ai livelli di dieci anni fa. Il reddito medio pro capite sceso ai livelli dell'anno 2000. Ma il reddito medio un'illusione statistica, le disuguaglianze sono aumentate e tutto l'aumento del reddito degli ultimi dieci anni finito ad aumentare la ricchezza del 10 per cento pi ricco degli italiani che possiede il 46 per cento di tutta la ricchezza del Paese. Nove italiani su dieci stanno ora peggio di dieci anni fa. Il peggioramento dell'economia si accompagnato a una crisi sociale senza precedenti. Il nostro Paese sta tragicamente vivendo una vera e propria emergenza occupazionale, che si aggraver nei prossimi mesi. Gli ultimi rilevamenti dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ci hanno restituito ancora una volta un'immagine drammatica: sono 2,8 milioni i lavoratori precari, la disoccupazione prossima ormai alla soglia inaudita del 12 per cento con punte che sfiorano il 40 per cento tra i pi giovani, mentre i consumi delle famiglie si stanno notevolmente riducendo (meno 7 per cento nel biennio 2012-2013). Particolarmente acute sono le difficolt nel sud del Paese: secondo l'ultimo rapporto della Svimez, la crisi ha prodotto nel meridione il doppio dei danni sociali arrecati al resto del Paese ed esiste il reale pericolo che il divario tra il nord e il sud da incolmato divenga incolmabile. Proprio nelle regioni del sud si sono concentrate le riduzioni pi significative di posti di lavoro legate soprattutto al fenomeno della desertificazione industriale. Nel Mezzogiorno una persona su due fuori dal mercato del lavoro regolare: in valori assoluti, 7 milioni di uomini e di donne che convivono con lavori in nero o precari. Soprattutto preoccupa quello che la Svimez ha definito spreco generazionale inaccettabile, cio il dato che vede in crescita nelle regioni meridionali la quota dei giovani Neet (ot in education, employment or training) con un alto livello di istruzione. Le stime economiche rese note il 3 maggio scorso dalla Commissione europea confermano come per l'Italia non ci sono segni di ripresa a breve e il PIL continua a contrarsi. La fiducia di imprese e consumatori ancora negativa e il PIL continua a contrarsi (1,3 per cento per il 2013). Anche la disoccupazione continua resta sotto il segno negativo: raggiunger quota 11,8 per cento nel 2013 e superer la soglia del 12 per cento arrivando al 12,2 per cento nel 2014, contro, rispettivamente, l'11,6 per cento e il 12 per cento stimati a febbraio. Secondo le stime della Commissione, la ripresa dell'attivit economica troppo lenta per ridurre la disoccupazione, che per il 2013 e il 2014 nell'eurozona resta invariata rispetto alle vecchie stime, rispettivamente al 12,2 per cento e 12,1 per cento. L'alta disoccupazione avverte la Commissione potrebbe mettere a rischio la coesione sociale. Si propone, dunque, tra le misure atte a rilanciare l'occupazione giovanile, anche un intervento diretto da parte dell'operatore pubblico, ovvero l'istituzione di un Corpo giovanile per la difesa del territorio, che si deve inserire in un pi generale Piano straordinario pluriennale per la difesa del suolo e la bonifica del territorio, quale vera e prioritaria opera infrastrutturale in grado non solo di mettere in sicurezza il nostro fragile territorio, ma di attivare centinaia di cantieri con evidenti ricadute importanti dal punto di vista economico e occupazionale.
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Solo nell'ultimo triennio lo Stato ha stanziato circa un miliardo di euro per le emergenze causate da eventi calamitosi di natura idrogeologica in tredici regioni. Per la prevenzione, invece, sono stati stanziati solo 2 miliardi di euro in dieci anni, laddove il fabbisogno necessario per la realizzazione degli interventi per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto in tutto il territorio nazionale stimato in circa 40 miliardi di euro. Considerando che la messa in sicurezza del territorio comporta delle spese iniziali che saranno poi pi che ampiamente compensate dai benefci anche economici in termini di minori spese postcalamit, il Governo dovrebbe negoziare con l'Unione europea una disposizione transitoria (ad esempio di cinque anni) per mettere questi investimenti fuori dal patto di stabilit. La grave situazione di degrado territoriale del Paese. In Italia abbiamo la necessit di evitare che la grave situazione di degrado territoriale peggiori ulteriormente e di ridurre il grado di rischio idrogeologico esistente. L'estensione delle aree a criticit idrogeologica del territorio italiano pari al 9,8 per cento del territorio nazionale (dati di alta criticit idrogeologica desunta dai piani stralcio di assetto idrogeologico predisposti), dei quali il 6.8 per cento coinvolge direttamente zone con beni esposti (centri urbani, infrastrutture, aree produttive eccetera) strettamente connessi con lo sviluppo economico del Paese. Occorre evitare che la politica di difesa del suolo sia fondata soltanto su interventi di emergenza: viceversa, l'azione di difesa del suolo deve essere perseguita attraverso la prevenzione, cio attraverso la manutenzione delle opere, degli impianti e del suolo al fine di ridurre il rischio idraulico. Serve mettere in essere una pi efficace azione di tutela e di prevenzione soprattutto nel territorio non urbanizzato nonch una migliore pianificazione delle aree agricole anche al fine di consolidare il ruolo multifunzionale dell'impresa agricola e di contrastare il consumo di suolo. Le foreste italiane sono cresciute dal 1985 a oggi, passando da 8,5 a circa 10,5 milioni di ettari: un terzo del territorio italiano quindi forestale. Tuttavia stato rilevato che l'Italia un Paese ricco di boschi poveri, non curati: in un territorio abbandonato non sono curati le scoline, gli alberi, il sottobosco e, di conseguenza, gli alberi sono pi soggetti a malattie e (per l'accumulo di necromasse) anche a incendi. Lo spopolamento produce una mancata gestione del suolo, delle aree boschive e della regimentazione delle acque e, quindi, un aumento del pericolo di incendi. sempre pi urgente una forte azione di tutela del territorio. Forte anche la rilevanza dell'impegno in materia di difesa del suolo e di tutela del territorio ai fini della prevenzione dei fenomeni di siccit e di desertificazione. La politica di prevenzione deve essere attuata anche attraverso il recupero degli ambiti fluviali, ossia la restituzione al fiume delle sue pertinenze naturali, ove l'uomo ha impropriamente edificato. In tal senso stato auspicato un intervento dello Stato volto a riacquisire pertinenze fluviali per restituirle al demanio. Il piano di bacino si affermato come strumento principale di pianificazione delle risorse secondo un approccio integrato di difesa del suolo, tutela e risanamento delle acque, fruizione e gestione del patrimonio idrico. Tenuto conto delle caratteristiche fisiche del territorio, nonch del frequente ripetersi di movimenti franosi e di fenomeni di esondazione, chiara la necessit accanto alla programmazione triennale di prevedere una programmazione annuale degli interventi, a supporto dei piani di bacino, con un continuo aggiornamento dei programmi di intervento. In tale ambito si sottolinea la necessit di destinare un'adeguata parte delle risorse alla manutenzione. Servirebbe un'attenzione maggiore agli aspetti di sicurezza per le aree fluviali. Per queste l'obiettivo va individuato nella garanzia del rispetto delle fasce fluviali indicate dai piani di assetto idrogeologico e
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soprattutto nella necessit di restituire naturalit ai corsi d'acqua; in tal modo si garantirebbe una dinamica pi idonea a sostenere i sempre pi frequenti picchi di piovosit e il mantenimento di quelle aree in prossimit dei corsi d'acqua che potrebbero essere destinate ad attenuare i colmi di piena eccezionali. In un processo di lungo periodo, inoltre, occorrer provvedere a un progressivo spostamento e delocalizzazione degli impianti a rischio, situati nelle aree a rischio idrogeologico e, successivamente, procedere anche alla delocalizzazione degli immobili situati in queste stesse aree di pertinenza fluviale. La proposta di legge. Si propone, da subito, l'istituzione di un Corpo giovanile per la difesa del territorio, sotto la vigilanza dei Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali, per un periodo sperimentale di quattro anni, prorogabile per altri due, per fare fronte all'emergenza lavorativa che colpisce in particolar modo le giovani generazioni e per contrastare il dissesto idrogeologico del nostro territorio nazionale, come elemento parziale di un pi generale Piano straordinario pluriennale per la difesa del suolo e la bonifica del territorio. Il Corpo giovanile per la difesa del territorio, di seguito denominato Corpo, opera in ambito regionale e ha le seguenti funzioni: a) opere di pulizia dei corsi d'acqua, dei bacini lacustri e delle rive; b) rimboschimento dei bacini idrografici; c) regolazione del flusso delle acque e di difesa del suolo nell'ambito di singoli bacini o sottobacini idrografici. Le sue attivit sono coordinate anche con quelle del Corpo forestale dello Stato. Le regioni e le province autonome individuano annualmente, nell'ambito dei piani di assetto idrogeologico, i piani di intervento per ogni singolo bacino o sottobacino idrografico. Il Corpo far svolgere annualmente le attivit inerenti alle sue funzioni a 10.000 giovani disoccupati di ambedue i sessi di et compresa tra i diciotto e ventinove anni per la durata di un anno, periodo che pu essere prorogato una sola volta per un'altra annualit. Tali attivit non instaurano nessun rapporto di lavoro subordinato e non comportano la cancellazione dagli elenchi tenuti dai centri per l'impiego. Ai giovani impegnati nelle attivit del Corpo, l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) versa un'indennit mensile pari a 800 euro esente da imposte e contributi. Tale indennit sostitutiva di ogni altra indennit di disoccupazione o ammortizzatore sociale. Il periodo d'impegno nel Corpo riconosciuto in via figurativa ai fini previdenziali. I giovani sono assicurati contro gli infortuni e le malattie professionali. La partecipazione dei giovani alle attivit del Corpo costituir, altres, elemento preferenziale nei concorsi per l'assunzione da parte delle Forze armate e dei Corpi di polizia e nelle pubbliche amministrazioni. Il Corpo si articola in unit, ciascuna delle quali impegnata in un singolo bacino o sottobacino idrografico ed diretta da un coordinatore scelto tra figure professionali quali geologi, ingegneri idraulici eccetera. Tali figure professionali, in numero non superiore a duecento, saranno fornite dal Corpo forestale dello Stato che, in caso di carenze di alcune professionalit, potr procedere ad assunzioni. Il Corpo forestale dello Stato provveder anche alla formazione dei giovani. I Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali trasmettono annualmente una relazione alle Camere sui risultati ottenuti dall'attivit del Corpo sia
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in termini di difesa del territorio e occupazionali. Nei casi di calamit il Corpo chiamato a collaborare in coordinamento con le strutture della Protezione civile. All'onere derivante dall'istituzione e dal funzionamento del Corpo, pari complessivamente a 126 milioni di euro annui per gli anni 2014-2017, si provvede attingendo alle risorse del Fondo Kyoto, rifinanziato con i risparmi derivanti da una riduzione di importo corrispondente, a decorrere dall'anno 2014, dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale, di cui all'allegato C-bis del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, con l'esclusione delle disposizioni a tutela dei redditi di lavoro dipendente e autonomo, dei redditi da pensione, della famiglia, della salute, delle persone economicamente o socialmente svantaggiate, del patrimonio artistico e culturale, della ricerca e dell'ambiente. Per gli anni successivi all'anno 2017, qualora l'attivit del Corpo sia prorogata, si provvede appostando le necessarie risorse nella tabella C della legge di stabilit. Art. 1. (Istituzione del Corpo giovanile per la difesa del territorio). 1. istituito, in via sperimentale per gli anni 2014-2017, per fare fronte all'emergenza lavorativa che colpisce in particolare modo le giovani generazioni e per contribuire all'azione di contrasto del dissesto idrogeologico nel territorio nazionale, sotto la vigilanza congiunta dei Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali, il Corpo giovanile per la difesa del territorio, di seguito denominato Corpo, come elemento parziale di un pi generale Piano straordinario pluriennale per la difesa del suolo e la bonifica del territorio. 2. Il Corpo opera nell'ambito regionale e delle province autonome di Trento e di Bolzano e ha le seguenti funzioni: a) opere di pulizia dei corsi d'acqua, dei bacini lacustri e delle rive; b) rimboschimento dei bacini idrografici; c) regolazione del flusso delle acque e di difesa del suolo nell'ambito di singoli bacini o sottobacini idrografici, definiti ai sensi dell'articolo 54, comma 1, lettere r) e s), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. 3. Le attivit del Corpo sono coordinate con quelle del Corpo forestale dello Stato, al quale sono affidate la formazione e la direzione delle unit territoriali del Corpo. Il Corpo forestale dello Stato ha altres il compito di vigilare sul rispetto dell'ambiente, della flora e della fauna nelle aree interessate dagli interventi del Corpo. 4. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano individuano annualmente, nell'ambito dei piani stralcio di assetto idrogeologico (PAI), i piani di intervento per ogni singolo bacino o sottobacino idrografico la cui attuazione affidata al Corpo. 5. Il Corpo autorizzato a fare svolgere annualmente le attivit inerenti alle sue funzioni a 10.000 giovani di ambedue i sessi di et compresa tra i diciotto e i ventinove anni iscritti negli elenchi tenuti dai centri per l'impiego da almeno sei mesi e la cui famiglia ha un indicatore della situazione economica equivalente
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(ISEE) non superiore a una somma definita dal decreto di cui al comma 10, per la durata di un anno, periodo che pu essere prorogato una sola volta per un'altra annualit. Tali attivit non instaurano alcun rapporto di lavoro subordinato e non comportano la cancellazione dei citati elenchi. 6. Ai giovani di cui al comma 5, l'Istituto nazionale della previdenza sociale versa un indennit mensile pari a 800 euro esente da imposte e contributi. Tale indennit sostitutiva di ogni altra indennit di disoccupazione o ammortizzatore sociale e, nel caso l'indennit derivante dall'ammortizzatore sociale sia superiore a quella prevista dal presente comma, questa integrata fino alla concorrenza dell'indennit spettante per il numero di mesi durante i quali il giovane ne avrebbe avuto diritto. Il periodo di impegno nel Corpo per i giovani assunti ai sensi del comma 5 riconosciuto in via figurativa ai fini previdenziali. I giovani sono assicurati contro gli infortuni e le malattie professionali. La partecipazione dei giovani alle attivit del Corpo costituisce, altres, elemento preferenziale nei concorsi per l'assunzione da parte delle Forze armate e dei Corpi di polizia e nelle pubbliche amministrazioni secondo le modalit definite dal decreto di cui al comma 10. 7. Il Corpo avvia i giovani alle attivit inerenti alle proprie funzioni, dividendoli per bacini o sottobacini idrografici, dando priorit ai residenti nelle aree territoriali caratterizzate da speciali situazioni di dissesto idrogeologico e in proporzione al tasso di disoccupazione per i giovani di et inferiore ai ventinove anni di ogni singola regione e provincia autonoma, come rilevato dall'Istituto nazionale di statistica, e secondo i criteri stabiliti dal decreto di cui al comma 10. 8. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, nomina il dirigente del Corpo che coadiuvato da un ufficiale del Corpo forestale dello Stato. Il Corpo si articola in unit, ciascuna delle quali impegnata in un singolo bacino o sottobacino idrografico ed diretta da un coordinatore scelto tra le figure professionali di cui al comma 9 che deve rendere conto annualmente del lavoro compiuto secondo modalit stabilite dal decreto di cui al comma 10. 9. Il Corpo forestale dello Stato fornisce le figure professionali ritenute utili all'espletamento delle funzioni del Corpo in misura non superiore complessivamente a 200 unit annue secondo un organigramma definito dal decreto di cui al comma 10 e, se necessario, assumendo le figure professionali non disponibili, per una spesa complessiva annua comunque non superiore a 10 milioni di euro. 10. Con decreto emanato, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza delle regioni e delle province autonome, sono stabilite: a) la ripartizione regionale e per aree di particolare dissesto idrogeologico dei giovani da avviare alle attivit del Corpo; b) le modalit di presentazione della domanda e i criteri per stabilire le priorit nell'avvio dei giovani di cui al comma 5 alle attivit del Corpo, inclusa la definizione del limite massimo per l'ISEE di cui al medesimo comma 5; c) le modalit di espletamento dell'attivit dei giovani assunti, inclusi la previsione di attivit formative obbligatorie da affidare al Corpo forestale dello Stato e l'orario per la prestazione delle attivit richieste; d) le modalit per la definizione della partecipazione alle attivit del Corpo quale titolo preferenziale nelle assunzioni da parte delle Forze armate e dei Corpi di polizia e delle pubbliche amministrazioni;
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e) la struttura delle unit del Corpo divise per bacini o sottobacini idrografici; f) la definizione dei ruoli dirigenziali del Corpo e delle figure professionali che il Corpo forestale dello Stato deve fornire o assumere, sulla base delle specifiche necessit avanzate dalle singole regioni e province autonome, per un numero complessivamente non superiore a duecento unit. Per le modalit del loro reclutamento si applicano le norme previste per il Corpo forestale dello Stato; g) la definizione delle modalit con le quali i responsabili delle singole unit del Corpo rendicontano annualmente del lavoro compiuto alla direzione del Corpo e alle regioni e province autonome interessate; h) la definizione delle attrezzature necessarie all'espletamento delle funzioni del Corpo, le modalit del loro acquisto, nonch la loro distribuzione tra le unit del Corpo, per una somma annua complessiva comunque non superiore a 10 milioni di euro. 11. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, trasmette annualmente, anche sulla base dei dati forniti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano, una relazione alle Camere sui risultati ottenuti dall'attivit del Corpo in termini di difesa del territorio e occupazionali. 12. Nei casi di calamit il Corpo chiamato a collaborare in coordinamento con le strutture della Protezione civile. Art. 2. (Proroga delle attivit del Corpo). 1. Sulla base della relazione di cui all'articolo 1, comma 11, le attivit del Corpo possono essere prorogate per un altro biennio, oltre il periodo sperimentale di cui al medesimo articolo 1, comma 1, con decreto emanato dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza delle regioni e delle province autonome e previo parere favorevole delle Commissioni parlamentari competenti. Art. 3. (Copertura finanziaria). 1. All'onere derivante dall'attuazione delle disposizioni dell'articolo 1 della presente legge, pari complessivamente a 126 milioni di euro annui per gli anni 2014-2017, di cui 96 milioni di euro per quanto concerne le disposizioni del comma 5, 10 milioni di euro per quanto concerne il costo delle assicurazioni di cui al comma 6, 10 milioni di euro per quanto concerne la disposizione del comma 9 e 10 milioni di euro per l'acquisto delle attrezzature necessarie alle attivit del Corpo, si provvede, per gli anni 2014 e 2015, mediante le risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 1110, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, come da ultimo rifinanziato ai sensi del comma 2 del presente articolo. Per gli anni successivi all'anno 2017 qualora, ai sensi dell'articolo 2 della presente legge, l'attivit del Corpo sia prorogata, si provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera e), della legge 31 dicembre 2009, n. 196. 2. Al Fondo di cui al comma 1 affluiscono, per gli anni 2014-2017, i risparmi derivanti dalla riduzione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscali, di cui all'allegato C-bis del decreto-legge 6 luglio 2011, n.
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98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, con l'eccezione delle disposizioni a tutela dei redditi di lavoro dipendente autonomo, dei redditi da pensione, della famiglia, della salute, delle persone economicamente o socialmente svantaggiate, del patrimonio artistico e culturale, della ricerca e dell'ambiente, in misura da determinare effetti positivi, ai fini dell'indebitamento netto, non inferiori a 126 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2014. Con uno o pi regolamenti adottati con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalit per l'attuazione del presente comma con riferimento ai singoli regimi interessati.

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PROPOSTA DI LEGGE n. 931 d'iniziativa dei deputati MELILLA, DURANTI, BOCCADUTRI Disposizioni per l'istituzione del luogo elettivo di nascita
Presentata il 13 maggio 2013 Onorevoli Colleghi! La presente proposta di legge si prefigge l'obiettivo di consentire ai genitori la scelta del luogo di nascita dei propri figli, al posto dell'identificazione di questo nel comune dove avvenuto il parto. In tal modo, al momento della nascita i genitori potranno di comune accordo stabilire che comune di nascita del figlio o della figlia sia quello nel quale sono residenti entrambi o quello dove uno di essi residente, in caso risiedano in due comuni diversi. Nel caso in cui non vi sia accordo tra i genitori, il luogo di nascita sar il comune nel quale avvenuto il parto. La proposta di legge prevede anche che, se il figlio o la figlia riconosciuto solo dalla madre o solo dal padre, il luogo elettivo di nascita il luogo di residenza di chi rende il riconoscimento di filiazione. L'introduzione del luogo elettivo di nascita assume un significato particolare nel nostro Paese che conta ben 8.093 comuni, ciascuno dei quali importante che sia valorizzato anche attraverso la continuit e la crescita del numero dei nati. Con l'istituto del luogo elettivo di nascita potranno vantare nuovi nati anche quei comuni dove mancano un ospedale o una clinica dotati di sale parto: questo ci sembra un segnale positivo di riconoscimento verso le radici, la cultura e le tradizioni di tutti i comuni. Art. 1. 1. Nella dichiarazione di nascita di cui all'articolo 30, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, da rendere ai soggetti competenti per legge, ciascuno dei genitori ha la facolt di indicare il luogo elettivo di nascita del bambino, in alternativa al luogo effettivo dove la nascita avvenuta o al luogo di nascita convenzionalmente stabilito dagli articoli 39, 40 e 41 del medesimo regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 396 del 2000, e da ogni altra norma di legge. fatto salvo quanto disposto dall'articolo 15 del citato regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 396 del 2000, relativamente agli atti dello stato civile formati all'estero. 2. Il luogo elettivo di nascita pu essere individuato esclusivamente nel luogo di residenza di entrambi i genitori. Nel caso in cui i genitori non risiedano nello stesso comune, il luogo elettivo di nascita stabilito mediante accordo tra gli stessi. In mancanza di accordo, dichiarato luogo elettivo di nascita il comune nel quale effettivamente avvenuta la nascita. Se la dichiarazione di filiazione resa da uno solo dei genitori, il luogo elettivo di nascita quello della residenza di quest'ultimo. Agli effetti della presente legge, la residenza da intendere secondo la nozione di cui all'articolo 43, secondo comma, del codice civile. 3. L'ufficiale dello stato civile provvede all'iscrizione del luogo elettivo di nascita nell'archivio di cui all'articolo 10 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, nonch in ogni altro atto e registro dello stato civile, previo accertamento nei modi di legge della qualit del soggetto che ha reso la dichiarazione di nascita e della veridicit di quanto da esso dichiarato. Art. 2. 1. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con regolamento da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, il Governo, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta le necessarie modifiche alle disposizioni del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396, rese necessarie dall'introduzione delle norme contenute nella presente legge. 2. Con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro della giustizia, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge sono emanate disposizioni concernenti l'adeguamento dei
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programmi informatici utilizzati dallo stato civile, nonch dei modelli dei documenti di identit e delle certificazioni di nascita, anagrafiche e dello stato civile rese necessarie dall'introduzione delle norme contenute nella presente legge.

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PROPOSTA DI LEGGE n. 1308 d'iniziativa dei deputati MELILLA, RAGOSTA, PLACIDO, LAVAGNO, PELLEGRINO, ZARATTI, PAGLIA, RICCIATTI, DURANTI, PANNARALE, SANNICANDRO Modifica all'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di attivit di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare
Presentata il 3 luglio 2013

Onorevoli Colleghi! Il decreto-legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012, ha, per ultimo, introdotto delle modifiche al decreto legislativo n. 152 del 2006 novellando il comma 17 dell'articolo 6 relativamente alla disciplina delle attivit di ricerca, di prospezione nonch di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare e volte prevalentemente a fissare un unico limite e un'unica fascia di rispetto di 12 miglia per lo svolgimento di tali attivit in mare. Il comma 17 dell'articolo 6, oggetto della modifica della proposta di legge, per fa salvi i procedimenti concessori in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 128 del 2010 (cio al 26 agosto 2010), e i procedimenti ad essi conseguenti e connessi, e conferma l'efficacia dei titoli abilitativi gi rilasciati alla stessa data, anche ai fini delle eventuali relative proroghe. Anzi, tale disposizione ulteriormente ampliata, come si evince dalla lettura della relazione illustrativa del Governo al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 83 del 2012, ove si chiarisce che nell'ambito dei titoli gi rilasciati possono essere svolte, oltre alle attivit di esercizio, tutte le altre attivit di ricerca, sviluppo e coltivazione di giacimenti gi noti o ancora da accertare, consentendo di valorizzare nel migliore dei modi tutte le risorse presenti nell'ambito dei titoli stessi. Da un lato, quindi, si fissa a 12 miglia la distanza dalle linee di costa e dal perimetro delle aree marine e costiere protette entro le quali sono vietate le attivit di prospezione, ricerca e coltivazione di gas e di greggio. Dall'altro lato, per, sono fatti salvi i procedimenti concessori in materia di idrocarburi off-shore che erano in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo n. 128 del 2010. Con la proposta di legge che sottoponiamo alla vostra attenzione rafforziamo il divieto delle attivit di ricerca, di prospezione nonch di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare entro 12 miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette. Ma, soprattutto, prevediamo che la fascia di rispetto delle 12 miglia, debba valere, senza alcuna deroga, anche per i procedimenti concessori in essere, e per i procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi, nonch relativamente all'efficacia dei titoli abilitativi gi rilasciati, anche ai fini dell'esecuzione delle attivit di ricerca, di sviluppo e di coltivazione da autorizzare nell'ambito dei titoli stessi, delle relative proroghe e dei procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi. Ricordiamo che, al 31 maggio 2012, nel mare italiano risultano vigenti trenta permessi di ricerca di idrocarburi e ottanta concessioni di coltivazione, compresi i titoli autorizzati per la regione Sicilia, dove la materia regolamentata da una normativa autonoma. A questi numeri potrebbero aggiungersi nuovi permessi e nuove concessioni, considerando che le misure per ottenere ulteriori autorizzazioni per permessi e concessioni sono, complessivamente, cinquantasette. Il mare maggiormente interessato l'Adriatico. Tra Pesaro e Urbino, nelle Marche, e Pescara, in Abruzzo, sono gi state autorizzate diciannove concessioni di coltivazioni, con otto richieste di nuovi permessi di
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ricerca che stanno per essere presentate. Seguono, poi, la costa ionica della Calabria e la Puglia, le isole Tremiti e il Salento inclusi. evidente l'impatto sull'ambiente e, in particolare, i gravissimi rischi potenziali di inquinamento di queste attivit in un mare sostanzialmente chiuso qual il Mediterraneo e che minacciano in misura maggiore un mare, quale l'Adriatico, per il quale stato presentato un grande numero di richieste di attivit di prospezione, ricerca e coltivazione di gas e di greggio. Art. 1. 1. I periodi secondo e terzo del comma 17, dell'articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, sono sostituiti dai seguenti: Il divieto altres stabilito nelle zone di mare poste entro le dodici miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette. Le disposizioni del presente comma si applicano anche per i procedimenti concessori di cui ai citati articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991, e successive modificazioni, in corso alla data di entrata in vigore del decreto-legge 22 giugno 2012. n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, e ai procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi, nonch all'efficacia dei titoli abilitativi gi rilasciati alla medesima data, anche ai fini dell'esecuzione delle attivit di ricerca, di sviluppo e di coltivazione da autorizzare nell'ambito dei titoli stessi, delle relative proroghe e dei procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi. Le predette attivit sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attivit di cui al presente comma.

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Le proposte di legge
presentate come cofirmatario

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1. Istituzione del reddito minimo garantito (n. 1683)


d'iniziativa dei deputati MIGLIORE, DI SALVO, AIELLO, AIRAUDO, BOCCADUTRI, FRANCO BORDO, COSTANTINO, DURANTI, DANIELE FARINA, FAVA, FERRARA, FRATOIANNI, GIANCARLO GIORDANO, KRONBICHLER, LACQUANITI, LAVAGNO, MARCON, MATARRELLI, MELILLA, NARDI, NICCHI, PAGLIA, PALAZZOTTO, PANNARALE, PELLEGRINO, PIAZZONI, PILOZZI, PIRAS, PLACIDO, QUARANTA, RAGOSTA, RICCIATTI, SANNICANDRO, SCOTTO, ZAN, ZARATTI Presentata il 14 ottobre 2013

2. Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della bellezza nel paesaggio italiano, nell'ambiente e nella qualit architettonica e urbanistica (n. 64) 3. Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti nonch dei comuni compresi nelle aree naturali protette (n. 65) 4. Disposizioni per la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle manifestazioni dei cortei in costume, delle rievocazioni e dei giochi storici (n. 66) 5. Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attivit illecite connesse al ciclo dei rifiuti (67) 6. Disposizioni concernenti la ricognizione e la demolizione degli immobili costruiti abusivamente, le sanzioni penali e i procedimenti di sanatoria, nonch disciplina dell'attivit dell'Osservatorio nazionale sull'abusivismo edilizio (n. 71) 7. Norme per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ferroviario in abbandono e la realizzazione di una rete della mobilit dolce (n. 72) 8. Introduzione del titolo V-bis del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, recante disposizioni per la tutela e lo sviluppo della mobilit ciclistica (n. 73) 9. Disposizioni per la promozione e lo sviluppo della responsabilit sociale delle imprese (n. 74) 10. Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale (n. 75) 11. Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di utilizzo di farmaci contenenti derivati naturali e sintetici
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della cannabis indica a fini terapeutici (n. 76) 12. Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualit, nonch modifiche all'articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (n. 77) 13. Disposizioni per la celebrazione del settantesimo anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione (n. 153) 14. Modifiche al codice civile e altre disposizioni in materia di eguaglianza nell'accesso al matrimonio e di filiazione da parte delle coppie formate da persone dello stesso sesso (n. 242) 15. Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia (n. 245) 16. Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza (n. 250) 17. Modifica all'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso (n. 251) 18. Disposizioni in materia di bellezza e salvaguardia del paesaggio (n. 252) 19. Princpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ri-pubblicizzazione del servizio idrico (n. 253) 20. Disposizioni in materia di modalit per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie del lavoratore e del prestatore d'opera (n. 254) 21. Introduzione del titolo VI-bis del libro II del codice penale, in materia di delitti contro l'ambiente (n. 342) 22. Modifica all'articolo 7 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di limite del numero dei mandati parlamentari (n. 477) 23. Abrogazione dell'articolo 8 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, recante disposizioni in materia di sostegno alla contrattazione collettiva di prossimit (n. 577)

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24. Abrogazione dell'articolo 10-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, concernente il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato (n. 586) 25. Abrogazione della legge 5 dicembre 2005, n. 251, recante modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione (n. 587) 26. Introduzione dell'articolo 608-bis del codice penale e altre disposizioni concernenti il reato di tortura (n. 588) 27. Abrogazione della legge 21 dicembre 2005, n. 270, recante modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (n. 632) 28. Norme per l'inserimento dello studio della tecnica e della tecnologia atte al superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati nei programmi didattici delle scuole secondarie di secondo grado e nell'ambito degli insegnamenti impartiti presso le universit, nonch introduzione di sanzioni penali per il mancato adeguamento di edifici e spazi pubblici alla vigente normativa in materia di eliminazione delle barriere architettoniche (n. 705) 29. Modifiche alla legge 6 luglio 2012, n. 96, e altre disposizioni concernenti il finanziamento privato e la trasparenza dell'attivit dei partiti e movimenti politici nonch la disciplina e i limiti dei rimborsi per le spese elettorali effettivamente sostenute (n. 733) 30. Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro C 169 su popoli indigeni e tribali, fatta a Ginevra il 27 giugno 1989 (n. 777) 31. Riorganizzazione della cooperazione allo sviluppo e delle politiche di solidariet internazionale (n. 832) 32. Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio 2011 (n. 881) 33. Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalit organizzata di tipo mafioso o similare (n. 887) 34. Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attivit illecite ad esso connesse (n. 893)
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35. Modifiche agli articoli 48 e 51 della Costituzione in materia di conferimento del diritto di elettorato attivo e passivo agli stranieri (n. 908) 36. Modifica all'articolo 2 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di conferimento del diritto di elettorato attivo e passivo agli stranieri nelle elezioni e nelle consultazioni referendarie di carattere locale (n. 909 37. Disposizioni concernenti la partecipazione italiana a operazioni internazionali di mantenimento o di imposizione della pace, nonch a missioni internazionali di assistenza umanitaria (n. 933) 38. Disposizioni concernenti il diritto all'obiezione di coscienza per il personale militare (n. 934) 39. Istituzione dell'Istituto superiore di studi per la formazione, la ricerca e l'intervento per la costruzione di processi di pace, la trasformazione non violenta dei conflitti e la promozione dell'eguaglianza sociale (n. 935) 40. Modifiche al codice civile, concernenti le disposizioni penali in materia di societ e consorzi (n. 943) 41. Norme in materia di protezione umanitaria e di diritto di asilo (n. 944) 42. Modifiche all'articolo 13 della legge 27 marzo 1992, n. 257, e all'articolo 47 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, in materia di benefci previdenziali in favore del personale civile del Ministero della difesa che sia stato esposto all'amianto (n. 967) 43. Esclusione dal patto di stabilit interno delle spese per interventi finalizzati alla bonifica dei siti di interesse nazionale (n. 1109) 44. Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione e cessione della cannabis indica e dei suoi derivati (n. 1203) 45. Modifica all'articolo 31 della legge 12 novembre 2011, n. 183, concernente l'esclusione delle spese per gli interventi realizzati direttamente dai comuni e dalle province in relazione a eventi calamitosi dal saldo finanziario rilevante ai fini del patto di stabilit interno (n. 1209)
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46. Modifiche ai testi unici di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e 16 maggio 1960, n. 570, nonch alla legge 17 febbraio 1968, n. 108, in materia di inammissibilit delle liste elettorali che si richiamino all'ideologia fascista o al disciolto partito fascista (n. 1246) 47. Disposizioni concernenti il calcolo del limite massimo dei trattamenti pensionistici (n. 253) 48. Ratifica ed esecuzione del Trattato sul commercio delle armi, adottato a New York dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 2 aprile 2013 (n. 1271) 49. Disposizioni per la celebrazione del settantesimo anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione (n. 1433) 50. Modifiche all'articolo 21-ter della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visite dei detenuti a figli affetti da handicap in situazione di gravit (n. 1438) 51. Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione, in materia di riduzione del numero dei componenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (n. 1439) 52. Modifiche all'articolo 1, commi da 491 a 500, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, in materia di disciplina dell'imposta sulle transazioni finanziarie (n. 1446) 53. Modifiche agli articoli 12 e 14 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, per la promozione dell'equilibrio della rappresentanza dei sessi nell'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia (n. 1473) 54. Modifiche al codice civile e al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, in materia di requisiti e remunerazione degli amministratori delle societ, nonch all'articolo 23-bis del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di compensi degli amministratori e dei dipendenti delle societ controllate dalle pubbliche amministrazioni (n. 1489) 55. Introduzione dell'insegnamento dell'educazione sentimentale nelle scuole del primo e del secondo ciclo dell'istruzione (n. 1510) 56. Disposizioni per il contrasto dell'obsolescenza programmata dei beni di consumo (n. 1563)

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57. Aumento dell'importo minimo mensile delle pensioni in regime internazionale (n. 1626) 58. Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni concernenti i comuni di minore dimensione demografica, l'esercizio associato delle loro funzioni, nonch le unioni di comuni e la fusione dei medesimi (n. 1737) 59. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di relazioni affettive e familiari dei detenuti (n. 1762) 60. Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul progetto del sistema ferroviario ad alta velocit (n. 1810) 61. Istituzione di un programma nazionale sperimentale di interventi pubblici denominato 'Green New Deal italiano' contro la recessione e la disoccupazione (n. 1877)

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Atti di indirizzo e di controllo

Interpellanze Interrogazioni a risposta immediata in Assemblea Interrogazioni a risposta orale Interrogazioni a risposta in Commissione Risoluzioni in Commissione Interrogazioni a risposta scritta

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INTERPELLANZA 2/00259
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 17/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere premesso che: nel gennaio 2005 la societ Snam Rete Gas Spa ha presentato un progetto relativo alla realizzazione un metanodotto denominato Rete Adriatica da Massafra (Taranto) a Minerbio (Bologna), di 687 chilometri e il cui percorso interessa 10 regioni; l'infrastruttura energetica ha una condotta di un metro e 20 centimetri di diametro, pressione di esercizio di 75 bar, e dovrebbe essere interrata a 5 metri di profondit; il metanodotto suddiviso in 5 lotti: Massafra-Biccari; Biccari-Campochiaro; Sulmona-Foligno; FolignoSestino e Sestino-Minerbio; nel lotto Sulmona-Foligno, di 167,7 chilometri, definito dalla stessa Snam uno dei tratti pi sensibili dell'intero progetto prevista anche la costruzione di una centrale di compressione e spinta, da ubicarsi a Sulmona, in localit Case Pente nei pressi del cimitero; la centrale di compressione e spinta dovrebbe occupare una superficie di circa 12 ettari, con una previsione di spazi per ulteriori ampliamenti; sono previsti tre turbo compressori alimentati a gas di 11 megawatt ciascuno, per complessivi 99 megawatt termici; previsto un camino di 14 metri e tre caldaie con camino di 6,5 metri; inoltre prevista, la realizzazione di quattro fabbricati, strade asfaltate, parcheggi di automezzi, basamenti di calcestruzzo armato per le apparecchiature, una strada esterna carrabile di larghezza commisurata al transito di autoarticolati; l'opera, oltre che della centrale, consiste anche di quattro gasdotti di collegamento con la rete esistente di Snam Rete Gas (metanodotto Campochiaro-Sulmona). Le quattro condotte hanno una lunghezza complessiva pari a 1,880 chilometri e diametro DN 1200 ciascuna; nella sintesi non tecnica dello studio di impatto ambientale, al capitolo motivazioni dell'intervento si legge che la realizzazione della nuova centrale di compressione a Sulmona a supporto del nuovo metanodotto Rete Adriatica; l'opera (centrale di compressione e quattro linee di collegamento alla rete esistente) presenta un impatto molto elevato sul territorio, non solo sotto il profilo ambientale ma anche dal punto di vista della salute, della sicurezza dei cittadini e delle conseguenze negative sull'economia locale; al pari del metanodotto, che corre lungo l'intera dorsale appenninica, la centrale di compressione con annesse linee di collegamento collocata in un territorio altamente sismico. Il sito scelto, in zona sismica di primo grado, nei pressi della faglia attiva di Monte Morrone, dormiente da circa 1900 anni e, secondo gli esperti, prossima al risveglio. Infatti l'ultimo evento di attivazione di faglie risale al IIo secolo d.C. L'area della catena appenninica in cui si trova il bacino di Sulmona unanimemente ritenuta un'area con elevata probabilit di occorrenza di un forte terremoto, con una magnitudo attesa che pu arrivare a 6.7 della scala Richter. I sismologi pongono particolare attenzione sull'origine geologica della Conca Peligna (piana con depositi alluvionali come quella dell'Aquila) che, in caso di terremoto, amplifica notevolmente l'onda sismica per effetto dell'accelerazione. Nella zona dove dovrebbe sorgere la centrale, tra Sulmona e Cansano,
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il 29 marzo 2009 (pochi giorni prima del sisma dell'Aquila) si avuto un evento tellurico di forte intensit; il sito individuato dalla Snam appare incompatibile con il PRG del comune di Sulmona che classifica l'area a verde agricolo e non consente, pertanto, insediamenti di tipo industriale, per i quali esiste una zona appositamente destinata e attrezzata; la centrale, unitamente alle quattro linee di collegamento con la rete Snam esistente, inoltre in contrasto con il vincolo di rispetto cimiteriale: la realizzazione dell'infrastruttura energetica rappresenterebbe un pericolo per i visitatori del luogo sacro in quanto non risulterebbero rispettate le distanze di sicurezza previste per legge. Inoltre sarebbe impedito in futuro l'ampliamento del cimitero stesso; un ulteriore vincolo esistente quello idrogeologico essendo la zona (vallone Rascito) interessata da fenomeni alluvionali che possono raggiungere anche notevole intensit, fino ad interessare, come avvenuto in passato, il vicino cimitero; il sito individuato dalla Snam parrebbe incompatibile con la normativa regionale relativa all'adeguamento del piano regionale per la tutela della qualit dell'aria (deliberazione del C.R. n. 74/4 del 25 settembre 2007). Tale normativa sancisce espressamente il divieto di insediamento di nuove attivit industriali e artigianali con emissioni in atmosfera in aree esterne alle aree industriali infrastrutturate nell'ambito delle procedure autorizzative ai sensi del decreto-legge 3 aprile 2006, n. 152; l'impianto collocato in un contesto ambientale e paesaggistico di pregio, su una delle porte di accesso al Parco nazionale della Majella, in un'area limitrofa e circondata da quattro siti della Rete Natura 2000. Il territorio in cui ricadrebbe l'insediamento al centro del sistema delle aree protette abruzzesi comprendente tre parchi nazionali, un, parco regionale e diverse riserve naturali e oasi; esso inoltre crocevia per raggiungere alcuni dei borghi pi belli d'Italia, caratterizzati da elevati valori storici, monumentali e culturali (su 21 esistenti in regione ben 7 sono nel comprensorio peligno); il percorso del metanodotto, lungo la dorsale appenninica, interferisce pesantemente con l'elevata qualit ambientale dei territori attraversati e sostanzialmente coincide con il tracciato del progetto APE (Appennino Parco d'Europa), considerato il pi importante progetto di sistema avviato nel nostro Paese finalizzato alla conservazione della natura; l'area di Case Pente, sede dell'intervento, considerata dalla sovrintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo un complesso archeologico tra i pi importanti ed inediti dell'area peligna. Essa infatti interessata da strutture, reperti e stratificazioni che documentano un insediamento italico-romano. Nella zona fu rinvenuta la nota iscrizione detta dei Callitani e il sarcofago di et romana contenente le spoglie di Numisia. Nelle vicinanze sono presenti le strutture della chiesetta rupestre di S. Angelo in Vetulis; desta molta preoccupazione l'inquinamento dell'aria in conseguenza delle emissioni previste dalla centrale (monossido di carbonio, ossidi di azoto, PM10,PM2,5 e altro). Ci a causa della specifica conformazione della Conca Peligna, circondata da rilievi alti anche 2000 metri e caratterizzata da particolari condizioni meteoclimatiche, con scarsa ventilazione e bassa piovosit, aggravate dal fenomeno dell'inversione termica. Tutto ci fa s che le sostanze inquinanti emesse dalla centrale ristagnino, costituendo cos un grave fattore di rischio sanitario sia per gli esseri umani che per l'ambiente circostante. Al riguardo stato lanciato un allarme attraverso un documento sottoscritto da circa 200 operatori tra medici, biologi e veterinari della Valle Peligna. Anche l'inquinamento acustico e luminoso prodotti dalla centrale costituirebbero elemento di forte disturbo non solo per un luogo sacro come il cimitero ma anche per le specie animali (in particolari uccelli migratori e mammiferi) dal momento che la zona funge da corridoio faunistico; la realizzazione dell'opera avrebbe una incidenza molto negativa anche sulla gi molto debole economia locale, in particolare sull'agricoltura e sul turismo, due settori in forte sofferenza che per per questo territorio rappresentano la speranza della ripresa economica per il futuro. La ulteriore sottrazione di terreno agricolo rappresenterebbe una grave penalizzazione trattandosi di terreni che sono tra i pi fertili della vallata e in cui sono presenti coltivazioni di pregio come uliveti, vigneti, frutteti e il famoso aglio rosso di Sulmona. Ad essere colpite, anche a causa dell'inquinamento (fenomeno delle piogge acide) non sarebbe per solo l'agricoltura ma anche diverse altre attivit del comparto alimentare esistenti nella zona come caseifici, apicoltura e allevamenti. Un grave danno verrebbe arrecato al turismo in quanto l'irreversibile manomissione dell'ambiente e del paesaggio (si richiama qui la Convenzione europea del paesaggio, ratificata dall'Italia nel 2006) si ripercuoterebbe negativamente sull'intero settore, a cominciare dalle attivit ricettive e di ristorazione presenti nell'area e pi in generale nell'intero territorio. Un ulteriore elemento di impoverimento del tessuto economico e sociale dato dal deprezzamento del patrimonio immobiliare come conseguenza dell'insediamento della centrale e del metanodotto. C da considerare, infine, che la
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trasformazione dell'area da agricola in industriale rappresenterebbe un fattore di attrazione per ulteriori insediamenti peggiorando cos ancora di pi la situazione da quanto fin qui rappresentato si deduce che l'opera essendo di mero attraversamento territoriale in quanto finalizzata al disegno perseguito da SNAM e ENI di diventare lhub del gas per il sud Europa se da un lato porter notevoli vantaggi economici alle societ multinazionali coinvolte nel progetto, dall'altro produrr solo danni e rischi per i territori interessati e in particolare per Sulmona e la Valle Peligna; i due decreti ministeriali relativi all'opera (di pubblica utilit del dicembre 2010 e di compatibilit ambientale del marzo 2011) appaiono all'interpellante fortemente irragionevoli; infatti non si comprende come possa essere considerato di utilit pubblica un progetto destinato a procurare enormi profitti a privati mentre nello stesso tempo espone i territori e le comunit che in essi vivono a cos gravi pericoli e limitazioni; n come lo stesso progetto possa essere ritenuto compatibile sotto l'aspetto ambientale dal momento che esso, anzich essere sottoposto ad una VIA unica, stato suddiviso in cinque parti e conseguentemente assoggettato a cinque diverse e separate VIA; stata elusa la valutazione ambientale strategica (VAS) necessaria per i piani o programmi che possono avere effetti sensibili sull'ambiente; non risulta se sia stata fornita una spiegazione documentata sotto il profilo tecnico del perch il tracciato della Rete Adriatica, inizialmente previsto appunto lungo la fascia Adriatica, sia stato invece dirottato lungo la dorsale appenninica, con criticit sicuramente maggiori rispetto alla costa; non sono mai state prese in considerazione valide alternative come ad esempio quella del passaggio in mare; l'opera stata licenziata positivamente pur in presenza di evidenti carenze progettuali rilevate dalla stessa Commissione nazionale VIA, come la mancanza degli studi di dettaglio sulla sismicit e quelli sulla qualit dell'aria; su richiesta della societ proponente, nell'agosto del 2011, stato operato uno sdoppiamento delle procedure autorizzative, dando priorit alla procedura relativa alla centrale di compressione e perfino attribuendo alla stessa una finalit prioritaria (ovvero il pompaggio del gas di stoccaggio di San Salvo) che diversa da quella prevista negli atti progettuali prodotti dalla Snam. Tale sdoppiamento procedurale ad avviso dell'interpellante illegittimo dal momento che l'intero iter autorizzativo, compresi i due decreti ministeriali, ha sempre riguardato l'opera unitaria denominata Metanodotto Sulmona-Foligno DN 1200 mm (48) P=75 bar e Centrale di compressione di Sulmona; nel luglio scorso il Governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge della regione Abruzzo n. 14 del 7 giugno 2013 relativa alla installazione di centrali di compressione a gas in aree sismiche. Secondo il Governo la legge regionale sarebbe incostituzionale perch prescrive che per la collocazione e realizzazione delle centrali necessario effettuare uno studio particolareggiato della risposta sismica locale attraverso specifiche indagini geofisiche, sismiche e geologiche di dettaglio. La posizione assunta dal Governo appare assurda perch arriva a sostenere che studiare il territorio sotto il profilo del rischio sismico sarebbe addirittura contro la nostra Costituzione. Non esiste nessuna norma nazionale che vieti tali studi; anzi, i disastrosi i terremoti dell'Aquila e dell'Emilia-Romagna, hanno posto in evidenza come una sempre pi precisa conoscenza del territorio sia condizione essenziale per l'adozione di efficaci misure di prevenzione a tutela della pubblica incolumit. La norma della regione Abruzzo, impugnata in maniera secondo l'interpellante irragionevole dal Governo, va in questa direzione, avendo come finalit quella di garantire diritti costituzionali fondamentali quali quelli alla salute e alla sicurezza dei cittadini. La posizione del Governo, inoltre, appare ancora pi illogica ed incomprensibile perch la regione Abruzzo non ha fatto altro che recepire ed inserire in un propria legge, utilizzando addirittura gli stessi termini, una precisa prescrizione contenuta nel parere della Commissione nazionale VIA relativo proprio al progetto della Snam Metanodotto Sulmona-Foligno e centrale di compressione di Sulmona, parere che stato recepito integralmente dal Governo con il decreto di compatibilit ambientale. La situazione francamente paradossale perch il Governo, impugnando la legge regionale, come se avesse impugnato il proprio decreto; proprio per i motivi fin qui sommariamente riassunti, l'opera ha incontrato ed incontra una decisa opposizione non solo da parte dei cittadini ma anche delle istituzioni locali (comune di Sulmona, provincia dell'Aquila e regione Abruzzo) i cui rispettivi consigli hanno pi volte espresso la loro formale e motivata contrariet. In particolare il consiglio regionale d'Abruzzo ha approvato al riguardo, con voti unanimi, due leggi e due risoluzioni; l'opera nel suo complesso (metanodotto e centrale) fortemente contestata lungo l'intera area appenninica, tanto che contro di essa hanno espresso il loro motivato no, oltre al consiglio regionale d'Abruzzo, anche quelli dell'Umbria e delle Marche, nonch le province dell'Aquila, di Perugia e di Pesaro-Urbino e molti
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comuni tra cui spiccano, oltre a Sulmona, L'Aquila e Foligno; recependo la volont espressa dai cittadini e dalle istituzioni dei territori interessati dall'opera, la Commissione ambiente della Camera dei deputati ha approvato, alla unanimit, in data 26 ottobre 2011, una risoluzione (n. 7-00518) che, impegna il Governo ad assumere tutte le iniziative di competenza, anche dopo un necessario approfondimento attraverso un tavolo tecnico, e in accordo con le amministrazioni interessate, per disporre la modifica del tracciato ed escludere la fascia appenninica al fine di evitare, sia gli alti costi ambientali che ne deriverebbero, sia l'elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico che metterebbe a dura prova la vulnerabilit del metanodotto; finora, da parte del Governo, non stata data alcuna attuazione alla risoluzione della Commissione ambiente della Camera dei deputati n stato convocato il tavolo, con tutti i soggetti interessati, per la individuazione di una soluzione alternativa al progetto presentato dalla Snam : 1) se non intendano revocare i due decreti ministeriali relativi all'opera, stante la palese violazione delle disposizioni comunitarie e nazionali che impongono la valutazione complessiva degli interventi proposti come interpretato dalla giurisprudenza comunitaria e da quella amministrativa nazionale cos come opportunamente rilevato dalla Commissione ambiente della Camera dei deputati; 2) se non intendano revocare l'impugnazione da parte del Governo della legge della regione Abruzzo n. 14 del 7 giugno 2013 per l'assoluta irragionevolezza di tale impugnazione e anche perch la regione, attraverso la sua legge, non fa altro che recepire una prescrizione della Commissione nazionale VIA in merito alla necessit di studi sismici di dettaglio, prescrizione che a sua volta stata fatta propria dal Governo, attraverso l'emanazione del decreto di compatibilit ambientale relativo all'opera; 3) se non intendano fermare ogni procedura autorizzativa in atto e disporre come deliberato dalla Commissione ambiente della Camera la modifica del tracciato escludendo la dorsale appenninica, anche attraverso la convocazione di un apposito tavolo che veda la partecipazione di tutte le parti interessate (rappresentanti istituzionali, societ proponente ed espressioni della societ civile).

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INTERPELLANZA 2/00238
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 02/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 02/10/2013 ITERIN CORSO SOLLECITO IL 14/10/2013 SOLLECITO IL 06/11/2013

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere premesso che: il 16 ottobre del 2000 fu ritrovato il cadavere del giornalista di Radio Radicale Antonio Russo (nato a Francavilla a Mare il 6 giugno 1960) vicino al villaggio di Udzharma, a 25 chilometri da Tiblisi, capitale della Georgia, che da pochi anni era diventato uno Stato indipendente, dopo aver fatto parte dell'URSS; dall'autopsia risultata la natura violenta della morte di Antonio Russo: il torace fracassato, due costole rotte con il colpo netto di un'arma che assomiglia ad una mazza di ferro..., il suo assassinio stato particolarmente crudele e probabilmente preceduto anche da torture; a tutti gli ambienti giornalistici, istituzionali e diplomatici era nota l'attivit di Antonio Russo e le sue corrispondenze dalle zone di guerra dell'Est europeo e anche dell'Africa, in Burundi; a lungo era stato l'unico giornalista indipendente rimasto a Pristina a denunciare il dramma dei profughi bosniaci, e per molto tempo stato uno dei pochi giornalisti a raccontare la guerra civile in Cecenia nella disattenzione dell'Europa e dell'Occidente in generale; un altro esponente del Partito Radicale transnazionale stato ucciso nelle strade di Mosca in circostanze mai chiarite dalle autorit russe, alla vigilia della discussione in sede ONU della proposta avanzata dalla Russia di sospendere il PRT, accusato ingiustamente di complicit con il terrorismo ceceno; Antonio Russo aveva dichiarato prima di essere assassinato di essere in possesso di nuovo materiale video sulla guerra civile in Cecenia e sulle violenze commesse in Cecenia dai Russi in aperta violazione dei diritti umani, tutelati a livello internazionale; l'appartamento in cui alloggiava il giornalista Antonio Russo stato trovato devastato e sono scomparsi i documenti riguardanti il suo lavoro, il computer e il telefono satellitare; secondo alcune fonti Antonio Russo avrebbe documentato l'uso di armi chimiche da parte russa contro la popolazione cecena, con possibili responsabilit del Governo russo : quali siano le responsabilit accertate dalle indagini sugli autori e sui mandanti dell'omicidio di Antonio Russo in Cecenia 13 anni fa; quali siano state le iniziative assunte dalla rappresentanza diplomatica italiana in Russia e dai vari Governi che si sono succeduti in 13 anni per avere la piena collaborazione delle autorit russe nelle indagini effettuate; quali siano state le conseguenze politiche e diplomatiche di questa vicenda.

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INTERPELLANZA 2/00216
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 19/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 19/09/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere premesso che: si apprende dal primo rapporto di Terre des Hommes e Cisnai (coordinamento dei servizi contro il maltrattamento) che un bambino su 100 in Italia finisce sotto la tutela dei servizi sociali perch vittima di maltrattamenti o abusi; la ricerca condotta ha coinvolto i servizi sociali di 31 comuni Italiani e i dati emersi sono a dir poco drammatici: le giovani vittime sarebbero almeno 100 mila; il campione della ricerca particolarmente significativo perch basato su una popolazione di quasi 5 milioni di persone, di cui minori sono 758.932. Di questi, 7.464 (pari allo 0,98 per cento) sono bambini presi in carico dai servizi sociali. Principali vittime sono le bambine, 52,51 per cento, contro il 47,48 dei bambini; nella maggior parte dei casi i maltrattamenti riguardano la trascuratezza materiale e/o affettiva (52,7 per cento), seguiti da violenza (16,6), maltrattamenti psicologici (12,8), abusi sessuali (6,7), patologia delle cure (6,1) e maltrattamenti fisici (4,8); le cifre raccolte sono evidentemente una stima al ribasso considerando tutto il sommerso che non si riesce intercettare per mancanza di strumenti : se non intenda intervenire, a partire da un sistema di raccolta di dati, per prevenire e contrastare i maltrattamenti sui minori.

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INTERPELLANZA 2/00204
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 11/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 11/09/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere premesso che: negli ultimi anni il diritto alla casa stato messo in seria discussione attraverso la liberalizzazione degli affitti, le dismissioni e la privatizzazione del patrimonio abitativo pubblico, la caduta verticale degli investimenti nell'edilizia residenziale pubblica, la crescente tassazione sugli immobili; la crisi economica e sociale, con l'aumento della disoccupazione e delle fasce sociali travolte dalla povert, ha aggravato l'emergenza della casa sintetizzabile in cifre allarmanti: a) 650 mila famiglie collocate nelle graduatorie comunali per l'accesso ad una casa popolare; b) 65 mila sentenze di sfratto emesse ogni anno di cui il 90 per cento per morosit incolpevole; c) 130 mila richieste annue di esecuzioni di sfratti da parte di ufficiali giudiziari; d) 30 mila sfratti ogni anno eseguiti con la forza pubblica; e) azzeramento del Fondo contributo agli affitti per le fasce pi povere, con un rischio di sfratti per morosit per 350 mila famiglie; f) azzeramento di ogni finanziamento per edilizia residenziale pubblica a canone sociale; g) 30 mila case popolari tenute sfitte in gravi condizioni di degrado; h) un milione di assegnatari di case popolari condannati a vivere senza un'adeguata manutenzione degli alloggi da parte degli Enti gestori; i) 200 mila alloggi di enti pubblici posti in dismissione e sottratti alla locazione a canone sostenibile : quali iniziative intenda assumere per contrastare l'emergenza abitativa attraverso: a) nuovi programmi di edilizia residenziale pubblica per la manutenzione e la costruzione di nuove case popolari; b) la sospensione degli sfratti per morosit incolpevole garantendo il passaggio da casa a casa; c) una nuova politica della casa che aiuti le famiglie bisognose e le giovani coppie alla costruzione di nuove abitazioni.

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INTERPELLANZA 2/00180
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 06/08/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 06/08/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere premesso che: negli Stati Uniti da tempo si discute di una legge per tornare ad una netta separazione fra due funzioni bancarie diverse: quella della banca di depositi che amministra il risparmio e quella delle merchant bank che investe in attivit ad alto rischio; le prime gestiscono i conti correnti che sono assicurati dallo Stato contro il fallimento, le seconde investono e speculano a proprio rischio e pericolo; questa regola fu adottata negli Stati Uniti durante la grande depressione (la legge Glass-Stagall) ed rimasta in vigore fino al 1999 quando venne abolita sotto la amministrazione Clinton in una fase politica dominata dall'egemonia culturale della deregulation neoliberista; la fine di quella netta separazione considerata una delle cause principali dell'attuale crisi finanziaria internazionale; tra i pi autorevoli sostenitori di questa riforma vi l'ex governatore della Federal Reserve Paul Volcker; i pi accaniti oppositori di questa riforma sono le grandi lobby bancarie e i colossi di Wall Street e dei mercati finanziari internazionali che dopo aver realizzato profitti e speculazioni gigantesche hanno affossato l'economia mondiale : se non ritenga anche, in Italia, di assumere una iniziativa normativa per la separazione delle banche che amministrano il risparmio da quelle che investono in attivit ad alto rischio.

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INTERPELLANZA 2/00161
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 24/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/07/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere premesso che: il 9 marzo 2006, con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3504, stato nominato commissario delegato Adriano Goio al fine di fronteggiare la crisi di natura socio-economica-ambientale determinatasi nell'asta fluviale del bacino del fiume Aterno-Pescara (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3504 del 9 marzo 2006); per la finalit di cui sopra il commissario delegato avrebbe predisposto un apposito programma di interventi che prevedeva: la realizzazione delle opere di regolazione della portata del fiume al fine di assicurare il deflusso minimo vitale nonch consentire l'utilizzo di acque superficiali per usi multipli; la realizzazione delle opere di collettamento degli scarichi civili ed industriali e degli impianti depurativi, nonch l'adeguamento di quelli esistenti, al fine di ridurre il livello di inquinamento; l'espletamento, in via generale, di tutte le altre iniziative comunque necessarie al superamento del contesto emergenziale, con particolare riferimento a quelle funzionali alla sicurezza idraulica ed al ripristino ambientale; con riferimento agli aspetti qualitativi come emerge dal rapporto Il monitoraggio e la prima classificazione delle acque ai sensi del decreto legislativo 152/99 della regione Abruzzo (2003), il bacino dell'Aterno Pescara pu essere classificato come ambiente inquinato (III classe di qualit) ed in alcuni tratti anche molto inquinato (IV classe di qualit). Pi in dettaglio i campionamenti effettuati sul fiume Aterno prima della confluenza nel Pescara hanno portato a classificare tale tratto in classe III. Una volta che il fiume Pescara riceve le acque dell'Aterno si determina, a valle di Popoli, una III classe di qualit, che rimane per tutto il corso del fiume fino a Ponte Villanova, dove subisce un ulteriore peggioramento, registrando uno stato ecologico di IV classe, fino a Pescara, appena prima di entrare nell'Adriatico (Fonte, sito regione Abruzzo); nel gennaio 2013 il commissario Goio presenta un progetto relativo alla messa in sicurezza di emergenza (Mise) della megadiscarica dei veleni di Bussi (Pescara). Il costo di 4,2 milioni di euro ed redatto dal professore Quintilio Napoleoni. Il progetto consiste nel posizionamento di una barriera (palancolata) metallica su parte di perimetro della discarica, che si spinge a circa 7 metri di profondit con il fine di impedire il contatto dei terreni inquinati con le acque del fiume Pescara e deflussi sotterranei; nel dicembre 2012 il Wwf comunica al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le sue fondate preoccupazioni e successivamente i tecnici dell'ufficio rifiuti e bonifiche della regione Abruzzo hanno inviato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un testo per integrare il verbale della conferenza dei servizi del Ministero. I tecnici nella relazione esprimono le loro perplessit sulla mancanza delle necessarie informazioni specifiche su idrogeologia, stratigrafie e permeabilit. Inoltre nel testo si evidenzia come sia fondamentale definire la direzione di flusso della falda, misurare la conducibilit idraulica del cosiddetto livello impermeabile individuato nel sito, verificare il rapporto tra falda e fiume Pescara, escludere che l'infissione delle palancole possa mettere in comunicazione pi falde sovrapposte con
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possibili fenomeni di contaminazione indotta. Nonostante questa netta contrapposizione tra ufficio commissariale e regione il commissario Goio andato ugualmente avanti pur essendo un'iniziativa estremamente costosa e di dubbia efficacia in un sito molto delicato che meriterebbe ben diversa attenzione; da una indagine scientifica emerge che il 68 per cento dei corsi fluviali abruzzesi non rispetta gli obiettivi di qualit, fissati dalla Commissione europea, da raggiungere entro il 2015. Il dossier si basa su elaborazioni svolte sugli ultimi dati resi disponibili dall'Arta, relativi al 2011. Oltre 100 stazioni lungo i corsi d'acqua vengono monitorate dal 2004 e i tratti fluviali vengono classificati in cinque classi di qualit (pessimo, scadente, sufficiente, buono ed elevato); la maggior parte dei fiumi abruzzesi, nel 2011, stata catalogata nelle categorie pessimo, scadente o sufficiente. In particolare tra il 2009 e il 2011 l'Aterno-Pescara ha visto peggiorare la qualit, passando da sufficiente a scadente; dunque dopo 7 anni di commissariamento si deve prendere atto di una situazione della qualit del fiume Aterno Pescara assolutamente peggiorata : quali misure intenda adottare al fine di superare questo fallimentare commissariamento e far tornare agli enti competenti pieni poteri per poter intervenire con efficacia e urgenza sulla gravissima situazione del corso fluviale Aterno-Pescara.

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INTERPELLANZA 2/00154
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 23/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 23/07/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere premesso che: nell'Italia dimenticata dall'Alta Velocit, i treni viaggiano con tempi di percorrenza superiori a quelli di 40 anni fa; rispetto al 1975 le relazioni ferroviarie sotto indicate impiegano i seguenti minuti in pi: Pescara Roma 24 minuti in pi; Avezzano Roccasecca 14 minuti in pi; Lecco Brescia 36 minuti in pi; Messina Palermo 29 minuti in pi; Taranto Reggio Calabria 1 ora e 35 minuti in pi; Venezia Bassano 24 minuti in pi; Milano Varese 2 minuti in pi; Venezia Trieste 23 minuti in pi; Torino Savona 14 minuti in pi; Venezia Calalzo 8 minuti in pi; Vercelli Genova 34 minuti in pi; Napoli Caserta 10 minuti in pi; Brescia Cremona 12 minuti in pi; Como Lecco 5 minuti in pi; Firenze Viareggio 8 minuti in pi; Palermo Trapani 17 minuti in pi; e l'elenco potrebbe continuare a lungo; generalmente i treni utilizzati sono sporchi, vecchi e spesso privi di condizionamento climatico Tutto ci che non alta velocit, considerato da Trenitalia di importanza relativa, ma su questi treni i viaggiatori pagano prezzi sicuramente superiori a quelli delle frecce rosse se rapportiamo i tempi di percorrenza e la qualit del servizio ricevuto; sulla linea adriatica, da Ancona in gi l'alta Velocit non esiste cos come in intere regioni nonostante il progresso tecnologico e l'enorme aumento delle risorse finanziarie messe a disposizione dallo Stato e dalle Regioni per Trenitalia, il servizio ferroviario del tutto scadente e inadeguato: l'aumento incredibile dei tempi di percorrenza rispetto a 40 anni fa lo testimonia in modo drammatico : quali iniziative intenda assumere per chiedere a Trenitalia una assunzione di responsabilit sulla situazione del servizio ferroviario nelle relazioni non interessate dall'Alta velocit, al fine di superare l'attuale degrado qualitativo del trasporto ferroviario in larga parte del Paese.

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INTERPELLANZA 2/00143
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 16/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE delegato in data 16/07/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro per la coesione territoriale, per sapere premesso che: nell'utilizzo dei Fondi strutturali europei del periodo 2007-2013, l'Italia al terzultimo posto tra tutti i Pesi Europei, supera solo la Romania e la Bulgaria: l'Italia ha utilizzato mediamente solo il 40,25 per cento dei 49,5 miliardi di euro a disposizione, con una diversa capacit di spesa delle regioni; ci preoccupante in considerazione della grave crisi economica e occupazionale che vive il Paese, in particolare nel Mezzogiorno; entro quest'anno vanno assegnati tutti i fondi residui da spendere entro il 31 dicembre 2015, pena la loro decadenza, ci sono quindi 17 miliardi di euro provenienti dall'Europa, a cui si aggiungono 13 miliardi di cofinanziamenti nazionali, per un totale di 30 miliardi di euro, una massa imponente di investimenti che possono tonificare l'economia italiana, a patto per che tutte le regioni, nessuna esclusa, facciano la loro parte sino in fondo, recuperando ritardi intollerabili, e spendendoli in modo produttivo su progetti strategici evitando la loro dispersione in una miriade di interventi; il Ministro della coesione territoriale ha annunciato sulla stampa una riprogrammazione degli interventi su almeno 5 miliardi di euro, cos come ha gi fatto mesi fa l'ex Ministro Fabrizio Barca; nel frattempo sta per partire la nuova programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali europei per una somma complessiva di 60 miliardi euro e c quindi urgenza nella definizione di una azione istituzionale che ci faccia recuperare il tempo perduto nella utilizzazione dei vecchi fondi e ci faccia essere pronti ad affrontare la sfida del nuovo quadro degli investimenti strutturali europei : quale sia lo stato della spesa delle singole Regioni italiane nella programmazione 2007-2013 dei Foni strutturali e quale siano le ragioni dei ritardi; se non intenda promuovere un'approfondita verifica per stabilire le cause e le responsabilit dei ritardi; su quali assi strategici intenda procedere alla riprogrammazione degli interventi; come intenda procedere nella definizione delle nuove linee per la programmazione 2014-2020.

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INTERPELLANZA 2/00135
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 04/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 04/07/2013 RITIRATO IL 05/07/2013 ITER CONCLUSO IL 05/07/2013 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere premesso che: la MEDOILGAS SpA di Londra ha presentato un progetto chiamato OMBRINA MARE per la trivellazione di 6 pozzi di petrolio, l'installazione di una piattaforma a 6 chilometri da riva, al largo di Ortona e San Vito in Abruzzo, nel Mare Adriatico, e di una grande nave desolforante; il petrolio estratto sar di qualit scadente, ricco di impurit sulfuree e di indice AP17, e quindi con maggiore impatto negativo sull'ambiente, rendendo necessaria un'attivit di desolforazione (eliminazione dello zolfo) in loco, nel mare, vicino al posto di produzione, attraverso una nave galleggiante che provveder allo stoccaggio, trattamento, e scarico del petrolio; per separare il petrolio da acqua e gas occorrer eliminare gli scarti sulfurei e non, attraverso una fase di incenerimento di rifiuti a fiamma costante, 24 ore su 24 e l'insieme di tutti i prodotti di scarto bruciati sar di almeno 80 mila chilogrammi al giorno; il pericolo di rilascio a mare di materiale inquinato misto a residui petroliferi, reale e desta serie preoccupazioni; gli scoppi e gli incidenti sono eventi rari, ma uno solo di essi potrebbe distruggere l'equilibrio ecologico delicato del Mare Adriatico che ha un limitato ricambio delle acque; in Italia le royalty in mare sono del 4 per cento e sono particolarmente vantaggiose per le compagnie petrolifere. Basti riflettere sulla circostanza che in Norvegia applicata una tassa speciale del 50 per cento; nel 2010 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore Prestigiacomo rilasci un parere negativo al progetto Ombrina, e decret una fascia di rispetto di 5 miglia (9 chilometri) lungo tutto il perimetro nazionale e di 12 miglia (22 chilometri) nei tratti prospicienti i parchi e le riserve naturali. Successivamente il Governo Monti, con l'articolo 35 del cosiddetto decreto sviluppo del luglio 2012 estese il limite a 12 miglia, ma solo per progetti e concessioni successive al 2010 riaprendo cos liter del progetto Ombrina; il progetto Ombrina insiste in un tratto costiero interessato dall'istituzione del parco nazionale della Costa Teatina, quindi si tratta di un'area di rilevante interesse ambientale e paesaggistico che mal si concilia con un progetto di trivellazione petrolifera a pochi chilometri da un'area protetta nazionale; tutti i comuni e le province interessate e la regione Abruzzo hanno manifestato la loro contrariet nei confronti del progetto Ombrina : quali iniziative si intendano assumere per evitare la realizzazione di un progetto di trivellazione particolarmente devastante oltre che antieconomico per l'ambiente e per l'Abruzzo.

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INTERPELLANZA 2/00134
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 04/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 04/07/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere premesso che: quasi 4 mila cittadini italiani hanno raccontato agli operatori del PIT Salute, di cittadinanzattiva e del tribunale per i diritti del malato i ritardi e i disagi che hanno incontrato per il riconoscimento della loro invalidit civile; queste gravi violazioni del diritto degli invalidi civili ad avere la pensione di invalidit e l'indennit di accompagnamento sono state raccolte nel primo Rapporto Nazionale sull'invalidit civile e la burocrazia nell'ambito della campagna nazionale Sono un V.I.P. - Very Invalid People; queste segnalazioni coincidono con i dati della Corte dei conti che ogni anno svolge attivit di controllo sulla gestione finanziaria dell'INPS; eppure le nuove procedure introdotte dall'INPS a gennaio 2010 dovevano semplificare le pratiche degli invalidi garantendo tempi pi veloci e maggiore trasparenza; secondo il suddetto rapporto sono aumentati i tempi di attesa, che sono passati nel 2012 ad una media di 8 mesi contro i 6 mesi del 2011 solo per essere convocati alla prima visita, mentre secondo la norma vigente dovrebbe avvenire entro 15 giorni dalla presentazione della domanda per i pazienti oncologici e 3 mesi per le altre patologie; dopo la visita, la ricezione del verbale avviene in media dopo 11 mesi e l'erogazione dei benefici dopo 1 anno con un danno enorme per i richiedenti che devono continuare a pagare i ticket sanitari e non possono usufruire di permessi lavorativi per curarsi, pur avendone diritto, secondo la legge; chi paga il costo di questi ritardi sono cittadini deboli in quanto malati cronici (oncologici, malattie rare, e patologie degenerative, malati di mente); sconcertante l'aumento degli invalidi civili chiamati a visita pur essendo esonerati (legge n. 80 del 2006) perch affetti da malattie irreversibili che non possono migliorare con la gravissima sospensione dell'assegno di invalidit e dell'indennit di accompagnamento : se non intenda assumere adeguata iniziativa nei confronti dei responsabili di ostacoli, ritardi burocratici e carenze, nonostante le vigenti norme di tutela delle prestazioni sociali a favore degli invalidi civili.

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INTERPELLANZA 2/00115
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 26/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 26/06/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere premesso che: 400 mila persone senza lavoro, hanno avuto l'amara sorpresa, presentando la dichiarazione dei redditi 2013, di scoprire che per ricevere i rimborsi IRPEF del 2012, dovranno aspettare almeno 2 anni; si tratta di una odiosa beffa per i licenziati del 2012 che non avendo pi un datore di lavoro come sostituto d'imposta, non possono pi presentare il 730 per portare in detrazione le varie spese sostenute nell'anno precedente (mediche, per i figli a carico, per gli interessi passivi sui mutui, e altro) e ottenere il conguaglio con la retribuzione di luglio 2013; questi licenziati non hanno neanche la cassa integrazione perch in questo caso l'INPS farebbe da sostituto d'imposta ottenendo il rimborso a fine luglio; con il modello Unico invece queste persone devono chiedere all'Agenzia delle entrate il rimborso dei crediti e anticipi versati nel 2012 e i tempi dei rimborsi diventano biblici danneggiando famiglie in grave difficolt e per le quali anche cifre modeste possono rappresentare un vitale sollievo economico : quali iniziative intenda assumere per far s che sia restituito quanto dovuto a queste 400 mila persone nel pi breve tempo possibile, trattandosi peraltro di cifre modeste.

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INTERPELLANZA 2/00105
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 19/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere premesso che: il CREDIOP Consorzio di Credito per le opere pubbliche oggi Dexia Crediop s.p.a. una banca italiana che si occupa del finanziamento delle opere pubbliche; nell'ambito del processo di privatizzazione avviato nei primi anni Novanta, il CREDIOP stato prima trasformato in societ per azioni e poi ceduto dallo Stato al gruppo San Paolo di Torino e da questo al Credit Local de France (Gruppo Dexia); nell'ambito di questo gruppo transnazionale (franco-belga-lussemburghese), che finanziava gli enti locali europei e contemporaneamente trattava la finanza dei subprime, il CREDIOP ha perso la sua vocazione di volano per lo sviluppo del Paese; il fallimento del gruppo DEXIA stato gestito, d'accordo anche con la Commissione europea, attraverso un processo di nazionalizzazione che ha visto alla fine la creazione di una societ veicolo garantita da Francia, Belgio e Lussemburgo e dentro la quale sono ancora le partecipazioni nelle societ estere, inclusa quella del CREDIOP; il CREDIOP l'unica banca che non stata ancora ceduta nonostante i ripetuti inviti in tal senso della Commissione europea; il CREDIOP partecipato tra l'altro per il 30 per cento da tre banche popolari italiane (esposte quindi ognuna per il 10 per cento ai rischi propri dell'azionista); il Governo italiano con la cessione del CREDIOP negli anni Novanta, ha, secondo l'interpellante, determinato il declino di una realt fino ad allora considerata uno dei principali e dei migliori attori del sistema di finanziamento delle opere pubbliche, vantando un expertise che nessun'altra realt possedeva ma oggi si disinteressa completamente del suo destino, senza prendere affatto in considerazione le potenzialit positive che in grado di esprimere in un momento in cui quanto mai necessario ridare slancio agli investimenti in infrastrutture; sarebbe opportuno chiarire, qualora CREDIOP dovesse rimanere nell'orbita del Gruppo Dexia, svuotato di qualsiasi capacit operativa, a chi spetterebbe coprire le inevitabili future perdite di esercizio, in particolare se ai contribuenti francesi, belgi e lussemburghesi mediante la sottoscrizione degli aumenti di capitale necessari, ovvero vi sia il rischio che sarebbero costrette a pagare pro quota anche le banche popolari azioniste del CREDIOP : se il CREDIOP abbia ricevuto sostegno pubblico da parte dello Stato italiano in forma di garanzia su titoli di propria emissione o direttamente sotto forma di sottoscrizione dei Tremonti/Monti bond e, in tal caso, se e quali eventuali misure siano state prese per assicurare che i contributi pubblici rimanessero effettivamente nell'ambito della banca a tutela della stabilit del sistema finanziario italiano per evitare il loro trasferimento al Gruppo DEXIA per il finanziamento della sua esposizione; se, qualora gli attuali azionisti non provvedessero a sostenere le necessarie ricapitalizzazioni, lo Stato italiano intenda intervenire mediante iniziative normative per garantire la provvista necessaria a pagare puntualmente i sottoscrittori delle obbligazioni o se le perdite finiranno per gravare sugli obbligazionisti che hanno sottoscritto i titoli CREDIOP.

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INTERPELLANZA 2/00093
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 12/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA DIFESA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 12/06/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, per sapere premesso che: nel 2001 scoppia il caso Sindrome nei Balcani, con l'emergere dei primi casi di militari italiani ammalatisi o deceduti al rientro dalle missioni in Bosnia Erzegovina e Kosovo, due paesi bombardati dalla Nato, nel 1995 e nel 1999, con proiettili all'uranio impoverito (DU); l'uranio impoverito (depleted uranium) deriva da materiale di scarto delle centrali nucleari e viene usato per fini bellici per il suo alto peso specifico e la sua capacit di perforazione. Quando un proiettile al depleted uranium colpisce un bunker o un carro armato, vi entra senza incontrare resistenza e alla sua esplosione ad altissima temperatura rilascia nell'ambiente nano-particelle di metalli pesanti. Ad oggi, viene confermato dalla ricerca scientifica che questi proiettili sono pericolosi sia per la radioattivit emanata sia per la polvere tossica che rilasciano nell'ambiente. Una neverending story anche per i cittadini di Bosnia, Serbia e Kosovo: nonostante il battage mediatico, poco si fatto per analizzare in maniera approfondita le conseguenze di quei bombardamenti. Una sentenza del 18 marzo 2013, emessa dalla Corte dei Conti della regione Lazio, accoglie il ricorso di un militare ammalatosi di tumore, al quale il Ministero della difesa aveva rigettato la richiesta di pensione privilegiata. Il Ministero ha rifiutato la richiesta in base al parere negativo del comitato di verifica per le cause di servizio che ha definito la malattia del militare di tipo ereditario e non dipendente dal servizio svolto nei Balcani. Dalla sentenza della Corte laziale emergono invece due fatti; la diagnosi del Comitato errata e la malattia correlata alle condizioni ambientali in cui stato prestato il servizio in Kosovo; Sono 307 i militari morti e oltre 3.700 i malati, per quanto riguarda i dati di cui siamo in possesso ha dichiarato Domenico Leggiero portavoce dell'Osservatorio militare a Osservatorio Balcani e Caucaso (Obc); sono 17 le sentenze di condanna per l'amministrazione della Difesa in vari ordini di giudizio. Tar, tribunali civili, Corte dei conti di varie zone d'Italia indicano l'uranio come colpevole delle malattie dei militari e condannano l'amministrazione perch sapeva e aveva taciuto i pericoli. I militari, ma anche civili che hanno operato nei Balcani, si sono rivolti agli avvocati per non aver ottenuto dallo Stato il riconoscimento della causa di servizio e gli indennizzi per i quali era stato istituito un fondo di 30 milioni di euro con la finanziaria per il 2008. Come emerge dalla relazione finale della terza Commissione d'inchiesta sul depleted uranium, approvata il 9 gennaio, ad oggi sono pochissime le domande prese in esame e accolte : quali iniziative intenda intraprendere per dare risposte alle esigenze poste dai militari delle missioni in Bosnia Erzegovina e Kosovo malati o morti di cancro in conseguenza dei bombardamenti Nato con proiettili all'uranio impoverito.

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INTERPELLANZA 2/00091
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 12/06/2013 Ministero destinatario:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI MINISTERO DELLA DIFESA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 24/06/2013 ITER CONCLUSO il 02/07/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 02/07/2013 MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' RISPOSTA GOVERNO 02/07/2013 SOTTOSEGRETARIO DI ALFANO GIOACCHINO STATO DIFESA REPLICA 02/07/2013 MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa, per sapere premesso che: sul colle di San Cosimo, tra Sulmona (L'Aquila) e Pratola Peligna (L'Aquila), installata una vasta base militare di 134 ettari, completamente infrastrutturata che ospita un importante deposito di armi dell'Italia centrale, intitolata alla medaglia d'oro al valor militare Enrico Giammarco; tale deposito militare fu realizzato prima della seconda guerra mondiale nel 1939 per accogliere la fabbrica di esplosivi della Montecatini Nobel in cui lavoravano per la produzione bellica oltre 2 mila lavoratori; nel 1954 gli impianti furono riconsegnati dalla Montecatini al Ministero della difesa, direzione generale di artiglieria; nel 1990 l'Enea avrebbe predisposto un elenco riservato dove si individuano 4 aree militari del Paese, ritenute idonee per realizzarvi grandi depositi di materiale radioattivo; negli ultimi anni si sviluppata un'iniziativa culturale delle forze pacifiste e nonviolente, in accordo con gli enti locali della Valle Peligna per la riconversione del deposito militare a struttura logistica di riferimento per l'Abruzzo della protezione civile, in considerazione della sua collocazione centrale regionale e della sua notevole infrastrutturazione (collegamento ottimale con autostrada e ferrovia, edifici e gallerie, oltre che servizi di ogni genere) : quali siano a tutt'oggi le funzioni precise e le caratteristiche militari del deposito di San Cosimo Enrico Giammarco; se corrisponda al vero che nella polveriera di San Cosimo siano custodite armi convenzionali per il rifornimento delle Forze armate del centro-sud Italia e se vengano custoditi armamenti di altro tipo; se il materiale esplosivo custodito possa presentare problemi per la salute dei cittadini del territorio limitrofo; se non si ritenga necessaria un'adeguata informazione agli enti locali della Valle Peligna e, in particolare, ai comuni di Sulmona e Pratola Peligna;

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se non si ritenga possibile prevedere una diversa utilizzazione pubblica del deposito di San Cosimo, riconvertendolo da base militare a centro regionale della protezione civile per la regione Abruzzo.

Svolgimento
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Melilla n. 2-00091, concernente caratteristiche del deposito militare presso la base di Monte San Cosimo in Abruzzo e intendimenti in merito alla sua possibile riconversione per scopi di protezione civile. Chiedo al deputato Melilla se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, illustri colleghi, signor rappresentante del Governo, stiamo parlando di un sito militare molto antico, su cui c un'enorme sensibilit da parte degli enti locali e delle popolazioni della Valle Peligna. La valle Peligna in provincia dell'Aquila e questo sito si colloca vicino ai comuni di Sulmona e di Pratola Peligna; nato prima della Seconda guerra mondiale, nel 1939, in pieno fascismo. un'ampia area di centinaia di ettari che stata all'inizio adibita ad una fabbrica per la produzione di esplosivi della Montecatini Nobel. Lavoravano per la produzione bellica oltre duemila lavoratori. Finita la guerra, questa fabbrica stata riconvertita ed stato creato al suo posto un deposito militare e, nel 1954, gli impianti furono consegnati dalla Montecatini al Ministero della difesa, alla direzione generale di artiglieria. E per decenni ha ospitato, nel pi segreto assoluto di quello che fosse l destinato, esplosivi di varia natura. Nel 1990, l'ENEA addirittura predispose un elenco riservato dove si individuavano quattro aree militari del Paese ritenute idonee per realizzarvi grandi depositi di materiale radioattivo. Tutto ci ha provocato una mobilitazione delle popolazioni locali che, innanzitutto, non conoscevano cosa effettivamente fosse custodito in questo deposito militare. Ogni tanto le voci pi disparate si rincorrevano. Quindi, c stata una mobilitazione delle forze pacifiste che hanno dato vita a tante manifestazioni a livello territoriale. Soprattutto, ci sono stati gli enti locali che hanno sempre chiesto che non fossero allargate le servit militari e che, quindi, non fosse sottratto territorio prezioso alle coltivazioni agricole. Siamo in presenza di una delle aree agricole pi ricche dell'Abruzzo, ma io dico anche dell'Italia, con produzioni importantissime dal punto di vista vinicolo ed ortofrutticolo. Ci sono stati interventi anche parlamentari. Alla fine degli anni 60 e 70 il senatore Celidonio fece varie interpellanze a livello di Senato della Repubblica e poi ci sono stati nel 1986 degli interventi molto puntuali del gruppo radicale (Pannella, Rutelli ed altri deputati) che, appunto, chiedevano di sapere che cosa fosse custodito in questo deposito militare e, soprattutto, si battevano contro l'ampliamento delle servit militari. La regione Abruzzo, in particolare negli ultimi anni, ha chiesto, insieme ai comuni di Pratola Peligna e di Sulmona, che questo deposito militare, anche in considerazione dell'evoluzione radicale che c stata nelle relazioni internazionali e anche nelle politiche della difesa nazionale ed europea, fosse riconvertito a struttura logistica di riferimento per l'Abruzzo della protezione civile, in considerazione di tanti fattori. Innanzitutto, la sua collocazione centrale nella regione Abruzzo e la sua enorme infrastrutturazione. Noi abbiamo dei collegamenti ottimali con le autostrade, con la ferrovia, edifici e gallerie per decine e decine di chilometri all'interno di quest'area e servizi di ogni genere, dall'acqua all'energia elettrica, in una regione che ha notevoli problemi sismici e che, quindi, ha bisogno di un sistema di protezione civile particolarmente efficiente. Di qui la mia iniziativa volta a chiedere al Governo innanzitutto quali siano le caratteristiche militari e le funzioni precise del deposito di San Cosimo, intitolato alla medaglia d'oro al valor militare Enrico Giammarco; se corrisponda al vero che in questo deposito siano custodite armi convenzionali di rifornimento per tutte le Forze armate del Centro-sud Italia; se il materiale custodito possa presentare problemi per la salute dei cittadini; se non ritenga utile fornire adeguate informazioni agli enti locali della Valle Peligna, in particolare ai comuni di Sulmona e di Pratola Peligna, che le hanno chieste ripetutamente nel corso degli anni; se non si possa, infine, prevedere una diversa utilizzazione pubblica del deposito di San Cosimo, riconvertendolo da base militare a centro regionale della protezione civile per la regione Abruzzo. PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano, ha facolt di rispondere.
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GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, io dar una risposta all'interpellanza, non tralasciando per volont tutte le questioni poste in premessa, che comunque rimangono all'attenzione del Governo. L'infrastruttura militare di San Cosimo, di complessivi 130 ettari, dislocata in localit Pratola Peligna (L'Aquila) ed utilizzata dalle Forze armate quale deposito per lo stoccaggio di munizioni convenzionali necessarie per il rifornimento dei reparti militari del Centro Italia che svolgono attivit addestrative a fuoco presso i poligoni italiani, tra i quali il poligono Foce Reno e di Carpegna, secondo le modalit ed i vincoli contenuti nei rispettivi disciplinari d'uso, continua ad essere attiva. Nell'ambito delle attivit connesse con la razionalizzazione dei depositi militari di Forza armata, avviate dal dipendente comando logistico dell'Esercito, si rende noto che il citato deposito di Pratola Peligna non stato interessato da ipotesi di soppressione/riconfigurazione e, pertanto, anche nel prossimo futuro, continuer a svolgere la funzione di deposito militare. Al riguardo, si precisa che il materiale stoccato all'interno del deposito munizionamento esclusivamente di tipo convenzionale, la cui conservazione non costituisce, di fatto, alcun pericolo per la salute dei cittadini del territorio limitrofo. Per completezza d'informazione, quindi per rispondere all'ultima parte, si comunica che al momento non sussiste alcuna ipotesi di riconversione del deposito militare in centro regionale della Protezione civile per la regione Abruzzo e, in tal senso, non risulta in ogni caso essere mai pervenuta specifica richiesta da parte dell'ente territoriale interessato. PRESIDENTE. Il deputato Melilla ha facolt di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, mi ritengo totalmente insoddisfatto della risposta del Governo. Peraltro, l'ultima osservazione da lei fatta, che non esista una proposta in questo senso, smentita dal fatto che il Consiglio regionale ha approvato all'unanimit, da parte di tutte le forze presenti in Consiglio regionale negli anni scorsi, una risoluzione che andava proprio in questo senso. Prendo atto delle comunicazioni fatte, relative alla scelta della Ministero della difesa di non prevedere alcuna riconversione di questo deposito militare e, quindi, di continuare con le sue attivit tradizionali. Ovviamente questo non va nel senso di quanto richiesto dagli enti locali, dalla regione e soprattutto dal movimento pacifista delle popolazioni della Valle Peligna, a partire dagli agricoltori. E soprattutto, ritengo che sia necessario, da parte del Governo e del Ministero della difesa garantire agli enti locali una puntuale informazione sulle attivit che vi sono rispetto alle possibili incidenze sulla salute dei cittadini, anche se prendo atto che, da parte del sottosegretario, ci stato detto che non vi sono pericoli in questo senso. Ovviamente, la risposta deludente rispetto a quello che le popolazioni della Valle Peligna si aspettano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libert).

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INTERPELLANZA 2/00075
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 04/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELLA SALUTE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 04/06/2013 ITER IN CORSO Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della salute, per sapere premesso che: il carbone la fonte energetica pi sporca e dannosa per la salute umana e il clima; l'Enel produce con il carbone quasi la met dei suoi chilowatt, i tre quarti circa della produzione nazionale di elettricit da carbone sono di Enel; Greenpeace ha commissionato uno studio ad un istituto di ricerca indipendente che sostiene che l'inquinamento delle centrali a carbone dell'Enel provochi danni enormi alla salute dei cittadini, all'ambiente e all'economia italiana; Greenpeace per questa sua attivit di denuncia stata portata in tribunale dall'Enel con la motivazione che quelle notizie fossero diffamatorie e lesive della sua immagine; Enel un'azienda che seppure privata in termini di diritto, largamente controllata dallo Stato che, attraverso il Ministero dell'economia e delle finanze, ne nomina gli amministratori; Enel non ha fornito risposte esaurienti alle denunce di Greenpeace in merito agli impatti ambientali e sulla salute dei cittadini della sua produzione elettrica con il carbone; una grande azienda multinazionale come Enel, a controllo dello Stato italiano, ha il dovere di rispondere alle accuse di inquinamento industriale che riguardano diritti di rango costituzionale come la salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente; se il Governo intenda acquisire elementi in merito all'inquinamento derivante dalle centrali a carbone dell'Enel.

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INTERPELLANZA 2/00032
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 07/05/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'INTERNO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 07/05/2013 ITER CONCLUSO il 18/06/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 18/06/2013 MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' RISPOSTA GOVERNO 18/06/2013 MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO INTERNO REPLICA MELILLA GIANNI 18/06/2013 SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, il Ministro per l'integrazione, per sapere premesso che: il 31 dicembre 2012 in Italia erano ospitati 7.575 minori stranieri non accompagnati, giunti nel nostro Paese dopo viaggi pericolosi e spesso drammatici; la loro et di appena 16-17 anni generalmente, ma anche di et minore, testimonia da sola la drammaticit del fenomeno; molti di loro sfuggono ad ogni controllo e sono di fatto invisibili, e spesso finiscono nel traffico della schiavit; si calcola che nel mondo i bambini e i ragazzi vittime di tratta siano oltre un milione, ad essi devono aggiungersi altri milioni soggetti allo sfruttamento sessuale e lavorativo; si stima che in Italia circa 2 mila ragazze e ragazzi siano costretti alla prostituzione nelle forme pi degradanti nelle strade del nostro Paese; i minori stranieri non accompagnati o vittime di strada sono anche in Italia una delle categorie pi vulnerabili e bisognose di una ferma azione di tutela che li sottragga dalla rete dello sfruttamento e della schiavit gestita da una criminalit spietata e senza scrupoli : quali iniziative di competenza intendano adottare per definire: a) linee di intervento volte a rafforzare l'azione di prevenzione e repressione di questa realt di sofferenza drammatica; b) una politica di accoglienza e recupero di questi minori non accompagnati ad una vita degna di essere vissuta; c) un'azione a sostegno delle associazioni e del volontariato che supportano le istituzioni pubbliche nell'aiuto ai minori non accompagnati.

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Svolgimento
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza all'ordine del giorno Melilla n. 2-00032, concernente iniziative a tutela dei minori stranieri non accompagnati. Chiedo all'onorevole Melilla se intenda illustrare la sua interpellanza per quindici minuti o se si riservi di intervenire in sede di replica. GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, intendo illustrare la mia interpellanza. Essa riguarda un argomento di grandissimo rilievo, non solo istituzionale e politico, ma anche morale. L'ultimo report del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ci dice che al 30 maggio 2013 in Italia vi sono 7.074 minori stranieri non accompagnati, di cui 5.656 segnalati e 1.418 irreperibili. Sono ragazzi per i quali un sogno la Convenzione di New York sui diritti dell'infanzia del 1989, ratificata in Italia nel 1991 con la legge n. 176. Eppure, anche a loro, che sono venuti in Italia in condizioni drammatiche molti di loro hanno dovuto affrontare viaggi terribili, spesso sono stati vittime dei fenomeni noti della tratta, della schiavit, dello sfruttamento noi dobbiamo un'attenzione particolare. Anche per loro deve valere il principio della Convenzione di New York, che noi abbiamo ratificato con legge nazionale, del superiore interesse del minore e anche i principi dei vari diritti riconosciuti all'infanzia: il diritto alla salute, all'istruzione, alla protezione, all'unit familiare. Con questa mia interpellanza volevo porre proprio questo problema: in Italia questi diritti sono riconosciuti ? Esistono luoghi sicuri in cui questi minori vengono accolti ? Vengono operati con seriet programmi di assistenza, di protezione, di inclusione sociale, come prevede l'articolo 18 del testo unico sull'immigrazione e l'articolo 13 della legge n. 228 del 2003, contro la tratta di persone ? Occorre, in Italia, una strategia organica per un piano nazionale di contrasto a questo fenomeno. Vi bisogno di un maggiore impiego di educatori alla pari, cio educatori vicini, anche da un punto di vista esistenziale e di esperienza, a questi ragazzi. Occorrono percorsi di istruzione, di formazione professionale e di inserimento lavorativo. Occorre un'analisi approfondita del fenomeno dello sfruttamento e delle attivit illegali in cui questi ragazzi spesso vengono costretti da una criminalit senza scrupoli. Occorre ragionare sui nostri centri di prima accoglienza e di primo soccorso. Ognuno di noi ha in mente le immagini terribili di Lampedusa, quando arrivano ondate di profughi in fuga dalla fame, dalle guerre, dalle siccit, dalle malattie. Alcuni di loro sono bambini, addirittura alcuni nascono durante questi viaggi. Nascono, addirittura, sulle imbarcazioni con le quali solcano il Mediterraneo per raggiungere l'Europa. Abbiamo in mente, nei nostri occhi, quelle immagini di qualche tempo fa di sovraffollamento, di condizioni igieniche precarie, di tempi lunghi per i pasti, per la consegna degli indumenti, anche quelli intimi. E quando pensiamo alla quotidianit che questi bambini appena nati, che questi minori devono subire, non possiamo che stare dalla parte di quelle organizzazioni non governative, di quelle associazioni del volontariato, delle agenzie delle Nazioni Unite, che hanno con forza, ripetutamente denunciato come in Italia, purtroppo, la nostra normativa sull'accoglienza riguardante i minori non sia pienamente attuata. Esistono problemi seri, naturalmente, perch l'accertamento della identit dei minori non un compito facile. Spesso questi ragazzi vengono senza neanche avere i documenti perch nei loro Paesi di origine non esiste neanche una anagrafe degna di questo nome. Quindi, occorre avere delle procedure omogenee e standardizzate per accertare la loro et, cos come necessario collegare i vari soggetti che si interessano di questo fenomeno, perch sono diversi: il Ministero dell'interno per quanto riguarda le politiche dell'immigrazione, ma sono le regioni e gli enti locali per quanto riguarda la politica di accoglienza. C un dato di fatto che, per, preoccupa: due terzi dei ragazzi si allontana dalle comunit di prima accoglienza per le difficolt e il disagio che incontrano e la criminalit l fuori e li aspetta; spesso, organizza queste fughe. Io mi sento e concludo di raccomandare al Governo di ascoltare con pi attenzione le proposte che vengono da organizzazioni come Save the Children o il Gruppo Abele, o, nella mia regione, in Abruzzo, una
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ONLUS come On The Road, che opera nella strada per dare un sollievo e una alternativa di legalit e di vita degna di essere vissuta per questi ragazzi. E le raccomandazioni sono quelle del coordinamento dei vari soggetti che operano, delle risorse finanziarie per i servizi di prima e seconda accoglienza, per la presa in carico effettiva di questi ragazzi, per il monitoraggio, per la formazione del personale, assicurando degli standard minimi di condotta al personale che si occupa di questi ragazzi, per il forte investimento sui servizi di prossimit nel territorio quindi le unit di strada e i centri a bassa soglia per recuperare chi senza protezione e proteggere chi invece in questi centri , per rendere effettivo il rilascio dei permessi di soggiorno ai minori che compiono 18 anni, per una azione di contrasto a tolleranza zero contro la criminalit che organizza la tratta delle persone, la schiavit sessuale, lo sfruttamento dei minori (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libert). PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, ha facolt di rispondere. DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie signor Presidente. L'interpellanza ora illustrata dall'onorevole Melilla affronta un problema rispetto al quale il Governo ha una particolare sensibilit, quello dei minori stranieri non accompagnati. Quindi, diciamo che, da un punto di vista generale, il Governo ha la possibilit di assicurare all'interpellante che il livello di sensibilit rimarr alto e sar possibilmente rinforzato. Sar alto e coordinato anche grazie all'ausilio di quelle associazioni e organizzazioni umanitarie a cui l'onorevole Melilla ha fatto ora riferimento. Questo in punto generale. Dal punto di vista delle specifiche domande poste dall'interpellanza, cio con riferimento a questa tematica riguardante le linee di tendenze e di intervento volte a rafforzare l'azione di prevenzione e di contrasto, una politica di accoglienza e un'azione a sostegno delle associazioni che abbiamo or ora rammentato, il Governo pu dire che la normativa vigente offre efficaci forme di tutela per i minori stranieri non accompagnati, nei confronti dei quali, in particolare, si applicano le disposizioni in materia di assistenza e di protezione dei minori. Sin dal loro arrivo sono accolti in aree appositamente riservate, quindi dedicate esclusivamente ad essi, o meglio a categorie vulnerabili, nell'ambito dei centri di primo soccorso ed accoglienza, per il tempo strettamente necessario per le prime cure e per lo svolgimento, nei casi dubbi, degli esami medici volti all'accertamento dell'et perch, come giustamente sottolineava lo stesso interpellante, talora non si in grado di stabilirla per difetto di documentazione, n per evidenza visiva rispetto al fisico del soggetto. Gli stranieri giunti in Italia, a questo proposito, nel corso del 2011, hanno visto la presenza di minori non accompagnati in un numero di circa 4200 unit. Lo scorso anno il numero si dimezzato. Quest'anno, sino al 30 aprile, si sono registrati 522 arrivi, con un incremento rispetto allo stesso periodo di riferimento dell'anno precedente. Considerata, quindi, l'entit del fenomeno, gi sottolineata opportunamente dallo stesso interpellante, non si pu assolutamente escludere, anzi un rischio concreto, che alcuni di essi finiscano per cadere nella rete dei sodalizi criminali che, proprio come diceva prima l'onorevole Melilla, aspettano, pronti a trarre illeciti vantaggi dalle condizioni di fragilit dei soggetti cui si rivolgono. Da questo punto di vista stata riorganizzata una sezione apposita delle squadre mobili della Polizia di Stato, al cui interno sono state individuate le sezioni criminali extracomunitari e prostituzione. stata avvertita l'esigenza di gestire a livello centrale il patrimonio informativo e di analisi, nonch l'attivit investigativa condotta sull'immigrazione irregolare e sui fenomeni criminali ad essa connessi. Ci ha consentito negli anni di assicurare una risposta unitaria e coordinata all'istanza di sicurezza determinata da un fenomeno complesso ed articolato, spesso condizionato dalla situazione socio politica dei Paesi di origine. Le organizzazioni che favoriscono l'ingresso dello straniero sul territorio nazionale agiscono sovente con il fine di destinare i migranti all'esercizio di attivit connesse con lo sfruttamento della prostituzione, il lavoro nero ed anche l'accattonaggio. La complessa attivit delle organizzazioni criminali dedite al traffico di migranti o alla tratta di persone ha richiesto e richiede costantemente ovviamente l'impiego di grandi risorse investigative e il massimo sviluppo della cooperazione tra gli Stati interessati dal fenomeno. Nei Paesi dove originano i flussi migratori esistono, infatti, situazioni di estrema povert e disagio sociale che hanno consentito il radicamento di organizzazioni criminali per le quali il traffico e la tratta di persone costituiscono fonte di denaro e di potere. Rispetto a questo, evidentemente, va svolto il massimo sforzo investigativo e repressivo da parte dello Stato italiano.
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Per quanto riguarda, quindi, l'attivit di contrasto posta in essere dalle forze dell'ordine, rammento che nello scorso anno sono state denunciate e arrestate per il reato di riduzione in schiavit 360 persone, 295 per il reato di prostituzione minorile, 149 per la tratta delle persone e 10 per acquisto e alienazione di schiavi. Si tratta di dati in linea con quelli registrati nei due anni precedenti e attestano, tutti insieme, l'attenzione sempre elevata che viene riservata a questa tipologia di fenomeno. La gravit del fenomeno, non di meno, richiede risposte adeguate ed efficaci. Tra le varie iniziative operative in chiave interforze va segnalato il Protocollo di intesa sulle linee guida per il coordinamento dell'attivit di contrasto al fenomeno della tratta degli esseri umani che stato siglato il 28 aprile 2010 tra il Ministero dell'interno e la Direzione nazionale antimafia. L'accordo volto all'analisi approfondita del fenomeno, soprattutto in relazione ai cosiddetti indicatori di tratta cio alla formazione e allo scambio di buone prassi, alla costituzione di gruppi di lavoro comuni tra le procure distrettuali e le procure ordinarie, nonch all'individuazione da parte dei vertici provinciali delle forze di polizia di uno o pi referenti per un migliore coordinamento lo dicevamo gi prima degli attori interessati. Inoltre, al fine di elaborare il piano d'azione nazionale contro la tratta, stato costituito, nel gennaio scorso, un tavolo tecnico collegato alla commissione interministeriale per il sostegno alle vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento. Al tavolo tecnico, che presieduto dal Ministro per le pari opportunit, partecipano, oltre ai rappresentanti delle amministrazioni interessate e delle forze di polizia, anche appartenenti al settore del privato sociale, nonch alcune personalit invitate in ragione dell'esperienza che stata maturata in materia. Sul fronte della cooperazione internazionale, d'altra parte, positive collaborazioni posso testimoniarlo sono state raggiunte con la Romania, l'Albania, la Libia e la Nigeria. Grazie allo sviluppo della collaborazione tra autorit di polizia dei Paesi interessati dai fenomeni criminali transnazionali, attraverso i canali Interpol ed Europol sono state realizzate diverse importanti operazioni di polizia che hanno avuto tutte come oggetto il fenomeno da lei prima indicato. Inoltre, il Ministero dell'interno autore del progetto pilota europeo Analisi delle politiche di accoglienza, protezione e integrazione dei minori non accompagnati nell'ambito dell'Unione europea, che ha realizzato in partenariato con diverse organizzazioni internazionali. Il progetto finanziato anche dalla Commissione europea e ha la finalit di adottare particolari misure e procedure a garanzia dei minori non accompagnati nell'ambito dell'Unione europea. Inoltre, particolare attenzione posta all'analisi delle diverse realt volte a contrastare il fenomeno della scomparsa dei bambini, cui lei pure faceva riferimento prima. Con l'azione di prevenzione e contrasto necessario consolidare, ovviamente, anche gli interventi relativi all'accoglienza passo, quindi, agli altri due aspetti dell'interpellanza sia sotto il profilo procedurale che del reperimento delle risorse dedicate. Sotto il primo profilo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha avviato contatti con la regione Sicilia, nella consapevolezza che la questione dell'accoglienza in un territorio di sbarco vada affrontata attraverso una governance che coinvolga le istituzioni centrali non meno di quelle locali: evidentemente, senza una sinergia non si ottengono i risultati sperati o voluti. Per tale ragione, presso lo stesso Dicastero stato istituito un tavolo tecnico con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni interessate. Tra i progetti innovativi elaborati va segnalata la realizzazione attualmente in corso d'opera di un sistema informativo online per la tracciabilit del percorso di accoglienza del minore. Tale sistema consentir a tutti gli operatori coinvolti, dalle forze di polizia agli enti locali, di accedere a una banca dati condivisa. Voglio anche ricordare che per incrementare i livelli di efficienza e i sistemi di accoglienza stato previsto anche l'ampliamento del sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati che gi stato implementato nel 2012 di 702 posti ed stato ulteriormente incrementato di 800 nuovi posti portando la ricettivit complessiva a 4.500 posti. In merito alle modalit di finanziamento del complessivo sistema di accoglienza volevo poi ricordare che per i minori non accompagnati giunti in Italia durante l'emergenza Nord Africa in corso l'erogazione, da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dei contributi relativi alle spese sostenute durante lo scorso anno, quindi il 2012. Al fine di assicurare la prosecuzione degli interventi a favore dei minori non accompagnati, connessi al superamento dell'emergenza umanitaria, con il decreto-legge n. 95 del 2012 stato poi istituito presso lo stesso Ministero del lavoro e delle politiche sociali un apposito fondo nazionale finalizzato alla copertura dei costi sostenuti dagli enti locali per l'accoglienza, dal momento che questo si rilevato essere uno dei
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principali problemi, visto che la spesa erogata dagli enti locali in certi casi fa fatica per cos dire a essere ristorata da parte dell'amministrazione centrale. Per quanto riguarda l'anno 2012 l'erogazione dei contributi in corso; dovr terminare entro il 30 giugno 2013. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha attivato tutte le iniziative necessarie per ottenere un rifinanziamento del predetto fondo anche per il prosieguo, quindi per il resto del 2013. Un ulteriore intervento ritengo di fondamentale importanza riguarda l'inclusione socio-lavorativa dei minori. In proposito, nel 2012 sono stati finanziati, sia con risorse nazionali che del Fondo sociale europeo, specifici percorsi di integrazione per garantire il proseguimento della permanenza dei minori in Italia fino al raggiungimento della maggiore et. In particolare, nell'ambito del programma annuale 2012 del Fondo europeo per l'integrazione dei cittadini di Paesi terzi stato approvato il progetto Autonomia e integrazione per giovani donne straniere, che si pone l'obiettivo di promuovere sul territorio nazionale lo sviluppo, la diffusione e lo scambio di modelli e strumenti di intervento per il supporto alle minori straniere non accompagnate in fase di transizione verso l'et adulta e alle giovani donne straniere a rischio di esclusione sociale fino al ventiquattresimo anno di et. Con riferimento, invece, ai minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo, il Ministero dell'interno ha destinato la somma di 5 milioni di euro per il rimborso che gli enti locali possono richiedere alle prefetture in relazione ai costi sostenuti dal momento della formazione della domanda di asilo fino all'inserimento del minore nelle strutture appositamente dedicate e che ho gi prima rammentato. Sono, peraltro, gi state richieste risorse aggiuntive rispetto alla somma inizialmente stanziata per coprire l'istanza di rimborso relativa all'intera annualit 2013. Va poi ricordato che operativo il progetto Praesidium per il consolidamento delle capacit di accoglienza rispetto ai flussi migratori che interessano le localit strategiche di frontiera sulle coste meridionali del Paese. Il progetto al quale partecipano la Croce Rossa italiana, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e Save the Children fornisce un primo orientamento legale, comprensivo di un supporto informativo, sulla legislazione italiana in tema di immigrazione, tratta di esseri umani e riduzione in schiavit. Infine, voglio ribadire che la politica migratoria efficace richiede strategie condivise da vari livelli di governo sul territorio, con interventi coordinati per la migliore razionalizzazione nell'impiego delle risorse, in una logica di condivisione delle responsabilit di tutti gli operatori coinvolti. In questa prospettiva, un ruolo fondamentale di sempre maggiore impegno pu essere richiesto, come lei gi sottolineava, alle associazioni, anche di volontariato, che da sempre concorrono con i soggetti pubblici nella gestione dei servizi di accoglienza e di assistenza alle categorie vulnerabili. I suggerimenti che costoro vorranno dare saranno tutti ben accetti ovviamente dal Governo e dal Ministero. PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facolt di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, mi dichiaro soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo e mi auguro che ci sia piena corrispondenza con gli impegni che ha assunto, anche perch noi abbiamo una normativa legislativa assolutamente all'avanguardia e, come purtroppo succede anche in altri campi, non sempre essa attuata. Vorrei concludere questa mia risposta leggendovi una lettera di un bambino, Iqbal Masih, che ci dice come questa problematica sia assolutamente da non sottovalutare in Italia e nel mondo, perch nel mondo parliamo di milioni di persone coinvolte da questo fenomeno. Iqbal Masih aveva cinque anni quando fu venduto al proprietario della fabbrica di tappeti per saldare un debito contratto dal padre per pagare il matrimonio della primogenita e, quindi, dovette lasciare il suo Paese. Aveva un grande desiderio di imparare a leggere e a scrivere, ma l non si poteva studiare, bisognava lavorare giorno e notte: Ci tenevano incatenati l'uno all'altro per paura che fuggissimo, ma io non avevo alcuna intenzione di fuggire, perch dovevo aiutare mio padre a pagare il suo debito. Il padrone ci teneva sotto controllo ogni istante, perch se sbagliavamo ad annodare un tappeto ci puniva severamente, costringendoci a stare sotto il sole dentro un recipiente di metallo senza n mangiare n bere. Da grande voglio diventare avvocato e lottare perch i bambini non lavorino troppo.
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Un giorno, negli anni Novanta, nel 1992, questo bambino riesce a lasciare, dopo anni, la fabbrica di nascosto, per partecipare insieme ad altri bambini ad una manifestazione del Fronte di liberazione dal lavoro schiavizzato, dove racconter la sua storia diventando simbolo della lotta per i diritti dell'infanzia. A dodici anni interviene alla Conferenza internazionale sul lavoro di Stoccolma, denunciando, in un discorso che rimasto storico, le fabbriche dello sfruttamento del lavoro minorile, che sono in tutto il mondo, anche in Europa. Mi appello a voi affinch fermiate le persone dall'usare i bambini come manodopera, perch i bambini hanno bisogno di una penna piuttosto che di strumenti di lavoro. Non ho pi paura del mio padrone, ora lui ad aver paura di me. Ma la criminalit non lo lasci indenne dalla sua vendetta. Venne assassinato dalle organizzazioni criminali che controllano lo sfruttamento del lavoro minorile.

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INTERPELLANZA 2/00027
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 23/04/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 23/04/2013

ITER CONCLUSO il 08/10/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 08/10/2013 MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' RISPOSTA GOVERNO 08/10/2013 PISTELLI LAPO VICE MINISTRO AFFARI ESTERI RINUNCIA REPLICA 08/10/2013 MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere premesso che: a Washington in questi giorni in corso un vertice del Fondo monetario internazionale sulla lotta alla povert nel mondo e sull'impegno ad essa dedicato dai Paesi pi ricchi; il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel discorso al Development Commitee, riaffermando l'impegno del nostro Paese nell'aiuto pubblico allo sviluppo, ha detto che nel mondo gli indigenti sono 1 miliardo e 200 mila persone, il 21 per cento della popolazione mondiale che vive con meno di 1,25 dollari al giorno; l'impegno assunto da tutti i Paesi pi ricchi del mondo, compresa l'Italia, di abbattere la povert estrema entro il 2030 attraverso un costante aumento delle risorse destinate dai Paesi pi ricchi; l'obiettivo End Poverty delle Nazioni Unite, del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale deve naturalmente fare i conti con la grave recessione che colpisce anche le economia ricche, incluse quelle europee e, in particolare, quella dell'Italia; in questo contesto, l'Italia si contraddistingue per avere disatteso negli ultimi anni i suoi impegni internazionali nella lotta alla povert e, in particolare, quelli assunti per gli obiettivi di sviluppo del millennio in sede di Nazioni Unite; gli stanziamenti per la cooperazione internazionale a dono gestiti dal Ministero degli affari esteri sono crollati dai 732 milioni di euro del 2008 ai 179 milioni del 2011, per recuperare qualcosa, ma ancora troppo poco, nel 2013 con 228 milioni di euro; il livello di aiuti dell'Italia si attesta cos allo 0,16 per cento del prodotto interno lordo, una cifra nettamente inferiore alla media europea (0,4 per cento del prodotto interno lordo) e assai distante dall'obiettivo dell'Ocse e dell'Unione europea dello 0,7 per cento del prodotto interno lordo : quali impegni si intendano assumere per destinare maggiori risorse italiane alle politiche di cooperazione internazionale con i Paesi in via di sviluppo per la lotta alla povert estrema, cos come concordato dal nostro Paese in sede internazionale.
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Svolgimento
PRESIDENTE. Passiamo alle interpellanze Migliore n. 2-00240 e Melilla n. 2-00027, concernenti chiarimenti in merito al disegno di legge di riforma in materia di cooperazione allo sviluppo, con particolare riferimento all'incremento delle risorse finanziarie destinate a tale finalit. Le interpellanze, vertendo sullo stesso argomento verranno svolte congiuntamente. Chiedo ai presentatori se intendano illustrare la rispettiva interpellanza o se si riservino di intervenire in sede di replica. GIANNI MELILLA. Signor Presidente, penso che il Viceministro Lapo Pistelli avr partecipato l'anno scorso all'incontro del Forum della cooperazione internazionale a Milano per iniziativa del Ministro della cooperazione internazionale di allora, il 1o e il 2 ottobre. Migliaia di cooperanti imposero, tra l'altro, il raddoppio della sede del convegno, perch si era pensato di ospitare quel Forum nella grande sala del Piccolo Teatro, ma era assolutamente insufficiente e, addirittura, dovettero trovare un'altra sede. I lavori di quel Forum si conclusero con un rapporto in cui il Ministro Riccardi diceva: Abbiamo riconosciuto la necessit di risorse addizionali, come previsto nel DEF 2012, e di un piano del Governo che calendarizzi un riallineamento graduale dell'aiuto pubblico allo sviluppo alla media OCSE per il triennio 2013-2015, per segnare un'inversione di tendenza. necessario poter contare su risorse certe, sufficienti e programmate. L'aiuto pubblico allo sviluppo in Italia la Cenerentola d'Europa, addirittura siamo stati sorpassati in percentuale sul PIL anche da Cipro. Siamo allo 0,19 per cento del PIL (c chi dice anche lo 0,16 per cento del PIL); quindi, veramente siamo in presenza di una disattesa di ogni impegno assunto in sede internazionale. Basti pensare che il Regno Unito, la Germania e la Francia sono all'incirca sullo 0,5 per cento del PIL; i Paesi scandinavi hanno gi raggiunto lo 0,7 per cento, che l'obiettivo che entro il 2015 si dovrebbe raggiungere secondo gli impegni assunti con la Dichiarazione di sviluppo del Millennio, in sede di Nazione Unite, da 170 Capi di Stato e di Governo, tra cui l'Italia. Andrea Riccardi sostenne in quel convegno che la cooperazione internazionale l'indice di estroversione di un Paese e l'autorevolezza di un Paese che aspira a un ruolo internazionale di primo piano, come l'Italia, si misura anche da come sviluppa le sue politiche di cooperazione internazionale. La cooperazione internazionale aiuta a capire la politica generale di un Paese, la sua politica estera, la sua scelta di internazionalizzarsi, la sua concezione dei diritti umani. Per questo la cooperazione internazionale non pu essere umiliata allo spazio marginale in cui, purtroppo, costretta da politiche miopi. Forse l'ultimo Presidente del Consiglio che si speso in questa direzione, anche per la sua formazione culturale e politica, fu Romano Prodi. Da allora, noi siamo in presenza di una vera e propria notte della Repubblica, per quanto riguarda le politiche della cooperazione. Tra l'altro, l'Italia ha ancora una legge sulla cooperazione internazionale che risale al 1987 (la legge n. 49), prima del crollo del muro di Berlino e dell'URSS. passato non solo un quarto di secolo, ma addirittura passata un'era geologica politica. Quindi, necessario nel modo pi assoluto che mettiamo mano sia sul versante delle entrate, sia sul versante di una riforma organica degli interventi di cooperazione internazionale. Infine, i tagli sono ancora pi devastanti, perch naturalmente non dobbiamo escludere i contributi obbligatori agli organismi internazionali e, quindi, non potendo escludere quei contributi obbligatori, andiamo a colpire ancora di pi le organizzazioni non governative (sono 251 quelle riconosciute: le associazioni, la societ civile, per intenderci), un mondo di migliaia di volontari. Qualche giorno fa c stato il dramma di Lampedusa. Anche in quest'Aula alcuni parlamentari di forze politiche non propriamente sensibili al tema dell'immigrazione hanno contestato dicendo a chi, secondo loro, buonista: aiutiamoli nei loro Paesi, siete ipocriti; aiutiamoli nei loro Paesi. Bene, queste stesse forze politiche sono quelle che in questi anni hanno ridotto la cooperazione internazionale allo stato purtroppo umiliante in cui si trova. Per vero che, se noi vogliamo avere una politica dell'immigrazione seria, dobbiamo anche sapere che bisogna manovrare anche l'altro corno del problema, che quello degli aiuti ai Paesi poveri, che quello di favorire un aumento dell'aiuto pubblico
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allo sviluppo, che quello di rispettare gli impegni che assumiamo nelle sedi internazionali. Per questo, noi abbiamo chiesto al Ministro degli affari esteri e, per sua vece, al Viceministro che cosa si intenda fare in proposito, in quanto anche in sede di aggiornamento del DEF non abbiamo visto una presa di posizione molto netta in questa direzione. Chiediamo anche che cosa si intenda fare con la legge di stabilit, che sta per arrivare, e se si voglia dare un'accelerazione all'iter delle varie proposte di legge che sono state predisposte da parte di tanti gruppi parlamentari, perch su questo argomento io credo si possa sviluppare un'azione positiva del Parlamento nel suo insieme, al di l della diversa collocazione politica dei vari gruppi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libert). PRESIDENTE. Essendosi il deputato Scotto riservato di intervenire in sede di replica, do subito la parola al Viceministro degli affari esteri, Lapo Pistelli, per la risposta. LAPO PISTELLI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, come sanno i colleghi interpellanti fino a pochi mesi fa sedevo dall'altra parte della barricata, sui banchi del Parlamento, e ho avuto occasione, con molti di voi, di condividere negli ultimi dieci anni i vari tentativi che abbiamo fatto di operare sia sul fronte delle regole, quindi sulla riforma della legge n. 49 del 1987, sia sul fronte delle risorse, per porre un freno alla caduta verticale dei finanziamenti che, a seguito della crisi che ha colpito l'Europa, e dunque anche noi, ha tagliato quasi fino all'80 per cento le risorse disponibili per il finanziamento della cooperazione italiana allo sviluppo. Per questa ragione, fatemi premettere che condivido lo spirito dei due strumenti di sindacato che stamattina discutiamo e che non ritualmente desidero ringraziare anche i colleghi interpellanti, perch sollevare attenzione ripetutamente su questo tema aiuta anche noi, aiuta anche il Governo a fare bene o meglio quello che stiamo facendo. Due sono i corni del problema che vengono affrontati dai due strumenti di sindacato ispettivo: uno pi relativo al dibattito internazionale e agli impegni assunti in sede delle Nazioni Unite; l'altro relativo invece ai compiti per casa, quindi risorse e stato di discussione della proposta di riforma. Parto dal primo punto, cio dallo stato del dibattito internazionale, dicendo in apertura che il Ministro Bonino, la Farnesina, tutti noi condividiamo e siamo dentro questo percorso globale, n nazionale n soltanto europeo, rappresentato dal tentativo di raggiungere gli obiettivi che la comunit internazionale si era data con la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite nel 2000. una sfida, come sapete, alla quale stato dedicato prevalentemente il lavoro della settimana ministeriale delle Nazioni Unite che si appena conclusa a New York e sulla quale vorrei approfittare per dare qualche brevissimo aggiornamento. Infatti, proprio in quella settimana la delegazione del Governo presente e quindi nella fattispecie per queste questioni il Presidente del Consiglio, il Ministro degli affari esteri e il sottoscritto ha avuto occasione di partecipare a una nutrita serie di eventi, a seconda ovviamente del livello: il livello pi importante lo ha seguito il Presidente del Consiglio, il livello ministeriale il Ministro Bonino e io ho seguito molti altri eventi relativi a vari aspetti di questa questione (la finanza innovativa, i least developed countries, la coerenza delle politiche) organizzati sia in sede Nazioni Unite, sia al di fuori delle Nazioni Unite. Condividiamo tutti che gli Obiettivi del Millennio restano tuttora un unfinished business, per citare Ban Ki-moon, cio non sono stati interamente raggiunti (su qualcuno si fatto meglio, su qualcuno peggio), e che questo deve diventare uno stimolo ulteriore nel percorso che ci condurr nel 2015 a concordare, se possibile, la nuova Agenda dello sviluppo. Come i colleghi interpellanti sanno, questo traguardo del 2015 all'interno del quale abbiamo proposto anche l'Expo come una tappa collaterale: in fondo, il tema Feeding the planet. Energy for life assolutamente sintonico e coerente col tema dell'obiettivo del millennio viaggia di pari passo con un altro percorso, che quello che inizi venti anni fa a Rio, cio quello dei Sustainable development goals. Dunque, l'obiettivo sul quale da un paio di anni tutta la comunit internazionale impegnata quello di arrivare nel 2015 ad una convergenza tra questi due percorsi, quello iniziato con gli Obiettivi del Millennio e quello iniziato quasi dieci anni prima con Rio; ci per arrivare ad un modello condiviso su scala globale, che permetta di raggiungere l'obiettivo ambiziosissimo, presentato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, della eradicazione totale della povert entro il 2030: obiettivo quindi non pi temporaneo, non pi graduale, ma obiettivo definitivo. Come sapete dentro questo percorso, che sta cercando di riunire appunto Millennium development goals e Sustainable development goals, si inserisce anche una tappa rispetto alla quale il Ministro Bonino ha dato
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particolarmente enfasi nella sua partecipazione a New York e che recepisce un terzo filone diciamo cos aggiuntivo, presente nelle indicazioni dellHigh-Level Panel, che lo strumento di lavoro utilizzato da Ban Ki-moon, guidato tra l'altro da David Cameron, Kawakel Karnan e altre personalit politiche del pianeta, e che stato alla base della sua relazione generale e ha aggiunto a questo dibattito non soltanto l'attenzione agli obiettivi economici, a quelli ambientali e a quelli sociali, ma anche la convinzione profonda che questi obiettivi non sono raggiungibili e non sono compatibili se non c in generale una cornice di buona governance, di rules of law e di diritti umani che caratterizzi i Paesi che diventano destinatari in questo caso dell'aiuto. Questo per dire a che punto siamo. Come sapete, da quando siamo in carica, quindi dalla fine di aprileprimi di maggio, al Governo noi abbiamo partecipato a questo esercizio prima definendo in sede europea, al Consiglio per lo sviluppo, l'Agenda europea post 2015 e il quadro finanziario 2014-2020, partecipando poi al segmento di discussioni in ECOSOC, a Ginevra a luglio, e poi partecipando a settembre alle Nazioni Unite. La convinzione che quest'anno che viene sar decisivo per arrivare a una definizione condivisa di questo modello. Mi permetto di aggiungere due considerazioni, che credo utili anche per i colleghi interpellanti: da un certo punto di vista io trovo assolutamente straordinario, come esercizio multilaterale, che per la prima volta dopo vent'anni si arrivi ad avere l'ambizione di definire assieme un modello olistico e coerente in cui economia, diritti, sviluppo ambientale e coesione sociale si tengano insieme, senza pi la distinzione tradizionale che ha accompagnato il dibattito in questi anni e che vede il nord e il sud avere idee diverse, i vecchi Paesi donatori e i Paesi recepienti avere idee diverse, avere i nuovi donatori tipo i BRICS avere idee diverse, cio l'obiettivo quello di avere un modello in cui tutto si tiene e che rappresenterebbe una sorta di nuova grammatica globale dello sviluppo. Questo ottimo. Io segnalo il dubbio, che ho sollevato anche ieri mattina in sede di revisione OCSEDAC, la Peer review, che cominciata appunto ieri mattina, e che si traduce nella formulazione seguente: mentre i Millennium development goals erano sicuramente obiettivi parziali, ma avevano il grande pregio di essere obiettivi facilmente comprensibili, dunque facilmente comunicabili, e di diventare un'ottima leva per creare mobilitazione, questo documento estremamente ambizioso ed estremamente coerente rischia di diventare, se non lo riusciamo poi a spacchettare in contenuti e obiettivi comunicabili, sicuramente un'ottima grammatica, ma di non avere quella forza di mobilitazione che, come sapete, base prima di una buona narrativa politica, poi di una buona legittimazione politica e, dunque, della spesa di risorse adeguate, per mobilitare appunto l'intera comunit internazionale. Questo il tema che stiamo discutendo in queste settimane per cercare di dare forza a questa discussione. Per quanto riguarda i nostri compiti per casa, purtroppo i dati di partenza sono addirittura peggiori di quelli che ha citato l'onorevole Melilla, nel senso che noi siamo arrivati fra lo 0,15 e lo 0,16 quest'anno per effetto del sostanzioso aumento di bilancio dell'anno scorso, eravamo allora 0,13 l'anno precedente, appunto penultimi in Europa, soltanto davanti alla Grecia; condividiamo assolutamente la preoccupazione degli interpellanti che non si tratta di una politica quella della cooperazione allo sviluppo marginale, collaterale e da alimentare soltanto nei momenti di crescita del Paese; si tratta esattamente della proiezione internazionale del Paese, per cui non possibile avere un'idea di noi stessi non dico importante, ma adeguata e del ruolo che giochiamo nel Mediterraneo, nei Balcani, in Europa e nel mondo, senza avere fra le frecce del nostro arco anche una buona politica di cooperazione, e una buona politica di cooperazione evidentemente si fonda anche su un portafoglio adeguato, su risorse adeguate. Voglio dire su questo che proprio in questi giorni anzi, fatemi dire quasi in queste ore stiamo discutendo il finanziamento di due strumenti importanti, cio la legge di stabilit, per un verso, e il decreto missioni; ovviamente l'obiettivo che il Ministero ha ben chiaro e per il quale si sta adoperando con ogni sforzo quello di essere coerenti con gli strumenti che il Parlamento ha gi approvato l'anno scorso. C un percorso virtuoso scritto nel DEF, che ci porta, da qui al 2016-2017, non ad obiettivi fantastici, ma a obiettivi credibili, concreti e graduali, cio al raggiungimento dello 0,29 per cento tra il 2016 e il 2017, con una base dunque di aumento annuo del 10 per cento rispetto allo stanziamento precedente. Come l'onorevole Melilla riportava nel suo intervento, il nostro mancato adeguamento delle risorse ha sostanzialmente zavorrato l'intera Europa, perch chiaramente per un'Europa che si era data un obiettivo, lo 0,56 per cento nel 2010 e lo 0,7 per cento nel 2015, se un grande Paese come il nostro, terzo contributore, come chiave nelle politiche di sviluppo cos indietro, il nostro peso affonda anche obiettivi molto virtuosi,
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ma raggiunti da Paesi oggettivamente molto piccoli: non il caso soltanto di Cipro, ma potrei citare il Lussemburgo, che gi oggi viaggia su percentuali superiori all'1 per cento; il nostro 0,13 per cento evidentemente zavorra l'intera Unione. Noi siamo responsabili fino ad oggi per oltre il 40 per cento ponderato del mancato raggiungimento dell'obiettivo in sede europea. Su questo ultimo punto, fatemi chiudere dicendo questo: io, fin da adesso, chiedo che il Parlamento ci aiuti in questa difficile discussione anche sulla legge di stabilit, che non riguarda soltanto la legge di stabilit, ma riguarda l'adeguato finanziamento della parte di cooperazione anche nel decreto missioni e, per quanto mi consta, potrebbe riguardare anche gli obiettivi che ho letto in un'altra mozione parlamentare relativa alla nostra partecipazione sul quarto replenishment del Fondo globale, Fondo che abbiamo contribuito a creare qualche anno fa e dal quale siamo usciti negli ultimi due anni. Evidentemente, questa la sede giusta per per avere un chiarimento con i colleghi tutti di ogni parte politica e di ogni orientamento per mettersi d'accordo, una volta per sempre, su un punto: che le politiche di cooperazione ripeto non sono politiche minori rispetto ai pur importantissimi obiettivi di investimento in altre aree della nostra agenda domestica, ma sono investimenti preventivi in pace, in stabilit e in ordine internazionale e fatemelo dire diventano dopo qualche anno anche investimenti dal punto di vista economico. Quindi, importante che il Parlamento tutto su questo sia convinto. Con riferimento infine alla legge e chiudo, signor Presidente io riconfermo che la legge un obiettivo come detto dal Ministro Bonino in audizione di questo Esecutivo. Come ho avuto modo di raccontare anche in Commissione esteri, chiaramente, liter per arrivare al bollino verde di un disegno di legge un iter pi complicato di quello di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, per cui lo stato dell'arte che la parte di mia competenza terminata due mesi fa. In questa settimana e credo di non azzardare una previsione sbagliata siamo in condizione di fare uscire il testo dalla Farnesina per avviare, con una buona collaborazione degli altri Ministeri, la fase del concerto con gli altri Ministeri e soprattutto con il Ministero dell'economia e delle finanze, che dovrebbe permetterci di arrivare io spero in un tempo molto, molto ragionevole in Consiglio dei ministri. Come sapete, il testo su cui abbiamo lavorato sino ad oggi un testo che prende in amplissima considerazione la base delle proposte Tonini-Mantica, che sono gi state oggetto di una eccellente collaborazione bipartisan nella scorsa legislatura. Dunque, nel ripulire, rifinire e ritoccare quel testo, ci si muove per lo stesso obiettivo, quello cio di avere una collaborazione parlamentare ampia e importante su quel testo di legge e aggiungo pure di vedere se riusciamo a far lavorare le due Camere come se fossero quasi una Camera sola, cio in collaborazione tra loro, come gi era successo nel tentativo della scorsa legislatura. Chiudo dunque, ringraziando ancora una volta gli interpellanti per l'attenzione che mettono su questo argomento e per aver sollevato la questione, e spero che questa sia semplicemente una delle molte tappe che vedranno il Parlamento, pure in questa breve legislatura, impegnate a rimettere, per un verso, il nostro Paese back on track sul tema delle risorse dedicate a queste politiche e ad adeguare una legge che fu una buona legge, ma che inevitabilmente risente oggi di un quadro profondamente mutato e che ha bisogna dunque di un suo adeguamento. Se su entrambi questi obiettivi vi sar una buona collaborazione tra Esecutivo e Parlamento come noi auspichiamo e come io personalmente auspico , sono convinto che entrambi gli obiettivi potranno essere raggiunti. PRESIDENTE. Il deputato Arturo Scotto ha facolt di replicare. ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, ringrazio il Viceministro Pistelli. Noi siamo soddisfatti della risposta, perch avvertiamo nelle parole del Viceministro una grande sensibilit e uno sforzo autentico nella definizione di una calendarizzazione, di un obiettivo politico che noi ci siamo dati e che tanta parte del Parlamento si data nel corso degli ultimi mesi, a partire da questa legislatura. chiaro che, per, adesso dobbiamo passare alla fase operativa. Lo dico perch noi riteniamo, come Sinistra Ecologia Libert (ma sono convinto che questo sia il pensiero di tante colleghe e di tanti colleghi), che questa sia una riforma di sistema e non sia semplicemente una delle tante leggi che questo Parlamento dovr approvare. una riforma di sistema perch parla del ruolo e della funzione dell'Italia, parla del ruolo e della funzione del nostro Paese nel contesto europeo e parla della missione storica che ci dovremo dare e che ci siamo dati, che quella di gettare ponti soprattutto verso quel Mediterraneo che non pu essere
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esclusivamente un cimitero di vite umane che ogni giorno siamo costretti a contare. Ma il Mediterraneo il luogo delle opportunit ed anche il luogo in cui noi abbiamo l'obbligo di costruire una nostra nuova visione della globalizzazione, dei rapporti tra i Paesi, del modo in cui noi facciamo solidariet e di come portiamo in un terreno pi avanzato la lotta per la redistribuzione della ricchezza e per l'uguaglianza. Dico questo perch credo che sia fondamentale, quando andremo a studiare e a lavorare sul testo, mettere al centro alcune cose che noi riteniamo prioritarie sulla legge della cooperazione. Noi dobbiamo separare lo dico al Viceministro le politiche di cooperazione e di aiuto allo sviluppo dalle spese militari e dagli interventi militari. Non sono cose che possono stare pi troppo insieme. E bisogna finalizzarle a interventi di pace, di prevenzione per la pace. Per noi la solidariet significa promozione dei diritti umani e per finanziare questo noi proponiamo, all'interno della legge Marcon, che una parte del gettito sia finanziata da una tassa sulle transazioni finanziarie, perch lo riteniamo un fatto di igiene politica e anche il modo in cui una parte del mondo, che si arricchita attraverso meccanismi speculativi, riesce ad aiutare e a dare sollievo ai popoli che hanno subito di pi le politiche della diseguaglianza. E, contemporaneamente, abbiamo la necessit di sganciare le politiche di cooperazione dalla discrezionalit. Occorre costruire un'agenzia, un fondo unico e bisogna ridare respiro alla funzione che una volta ha avuto per una breve fase e i risultati si sono visti il Ministero della cooperazione. E, allora, anche da questo punto di vista ci vuole una figura nel Governo che abbia questa funzione, che sia visibile e che sia, diciamo, percepibile all'esterno. Contemporaneamente abbiamo la necessit e sono d'accordo di fare una battaglia unitaria di tutto il Parlamento nella legge di stabilit perch non possiamo perdere un'altra occasione. Se la tabella di marcia quella di portare entro il 2016-2017 gli aiuti allo sviluppo allo 0,3 per cento rispetto al PIL, abbiamo la necessit di fare una sforzo unitario e una battaglia che vada oltre gli schieramenti politici e che parli contemporaneamente, come dire, delle parole e della grammatica che c dentro la missione e l'obiettivo del millennio: libert, uguaglianza, solidariet, rispetto della natura, responsabilit condivisa. Nel corso di questi anni quella grammatica cos leggibile ha consentito a 600 milioni di adulti e di bambini di essere sottratti alla povert, a 56 milioni di bambini di avere un accesso all'istruzione, di diminuire la mortalit infantile, per allo stesso tempo ci sono obiettivi che non sono stati ancora raggiunti o alcune possibilit di intervento che sono state in qualche modo seppellite dentro la lunga stagione della crisi economica: il lavoro, lavoro fragile, lavoro sottopagato, lavoro sfruttato, la mortalit materna, che ancora lontana dagli obiettivi di riduzione, e due miliardi e mezzo di persone che non sono ancora nella possibilit di accedere all'acqua potabile, a fonti sicure. Questa la missione delle classi dirigenti europee, questa la missione delle classi dirigenti italiane, se non vogliamo non soltanto scivolare all'ultima casella di una classifica dell'OCSE o dell'Unione europea, ma se vogliamo provare a dare senso anche al motivo per cui noi siamo qui e abbiamo una funzione. E lo dico perch penso che le politiche di cooperazione debbano essere strutturali, un capitolo immodificabile per un Paese che ambisce a una funzione internazionale e che ha l'interesse precipuo a garantire pace e stabilit. Io ho concluso, noi saremo vigili, saremo attenti, saremo dentro la battaglia delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Dobbiamo porci un obiettivo: entro l'inizio del semestre europeo dobbiamo portare a casa una nuova legge sulla cooperazione. Abbiamo la necessit di presentarci dentro il contesto europeo, nel momento in cui questo Paese dovr avere la funzione di guidarlo e l'onore di poterlo fare, con un altro approccio rispetto alle politiche di aiuti allo sviluppo, un approccio che parli di solidariet, di promozione dei diritti umani e contemporaneamente anche di un cambio di marcia rispetto ad un altro capitolo che spesso viene derubricato ad un fatto secondario. Lo dico all'ultimo, perch penso che sia un punto di riflessione vero. La cooperazione decentrata centrale e fondamentale non soltanto per fattori economici, e lo ha detto lei molto spesso: per ogni euro che noi investiamo in cooperazione, dopo cinque anni, ne possono ritornare tre dal punto di vista occupazionale e dal punto di vista delle opportunit di sviluppo. Ma la cooperazione decentrata fondamentale anche perch consente agli enti locali di liberarsi da una tendenza che nel corso degli ultimi anni diventata quasi permanente e ha fatto vincere i pregiudizi e ha fatto vincere coloro che immaginavano che un comune fosse un recinto, fosse una monade, fosse un luogo nel quale si dovevano esercitare solamente le piccole ambizioni. Nel frattempo abbiamo avuto tanti episodi gravissimi sul terreno del razzismo, sul terreno di politiche dell'accoglienza sempre minori e abbiamo visto che i nostri comuni arretravano. La cooperazione decentrata un modo di proiettare i comuni e gli enti locali nel mondo
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e noi abbiamo la necessit di portare il cosmopolitismo dentro le nostre piccole realt. Anche cos si ricostruisce una politica estera (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libert).

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INTERPELLANZA 2/00026
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 20/04/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

ITER CONCLUSO il 17/06/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 17/06/2013 MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' RISPOSTA GOVERNO 17/06/2013 BERRETTA GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO GIUSTIZIA REPLICA MELILLA GIANNI 17/06/2013 SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere premesso che: sono 70 i bambini reclusi nelle carceri insieme alle loro mamme detenute; si tratta di una condizione disumana e palesemente incompatibile con il diritto dei bambini allo sviluppo psico-fisico e ad una naturale socializzazione; necessario superare questa violazione dei diritti fondamentali dei bambini come pi volte hanno fatto rilevare organizzazioni internazionali e del volontariato : se non ritenga urgente procedere alla costruzione di strutture alternative al carcere a custodia attenuata e di case famiglia protette per le donne attualmente detenute con i loro bambini, come peraltro previsto dalla legge n. 62 del 2011, e migliorare da subito le condizioni di accesso e di possibilit di relazione dei figli dei detenuti con i propri genitori, creando negli istituti di pena degli spazi child friendly per permettere ai bambini, figli di detenuti, di visitare in condizioni accettabili i loro genitori nel rispetto della loro condizione infantile.

Svolgimento
PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza Melilla n. 2-00026, concernente iniziative volte alla realizzazione di strutture alternative al carcere a custodia attenuata e di case famiglia protette per le donne attualmente detenute con i rispettivi figli (Vedi l'allegato A Interpellanze e interrogazioni). Chiedo all'onorevole Melilla se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, intervengo subito. Anche questa interpellanza affronta una problematica molto impegnativa, anche dal punto di vista emotivo e non solo politico e istituzionale. Immaginiamo un bambino da un mese a tre anni condannato a stare in carcere con la madre. Pensiamo all'igiene di questo bambino, alla sua alimentazione, alla salute, al riposo, allo svago, ai suoi giochi dentro un carcere. Nel grigiore della carcerazione, dei bagni indecenti, della sovraffollamento: il pianto, le grida, la gioia di vivere di questo bimbo, i suoi lamenti. Pensiamo al suo primo compleanno in carcere e pensiamo magari a
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nostro figlio, al primo compleanno di nostro figlio, a casa nostra, con la candelina, con gli amici. Pensiamo alle prime malattie di questo bambino o di questa bambina, a come saranno curati. Pensiamo che, per tutta la vita, questi bambini, anche quando usciranno, saranno macchiati senza colpa, perch sono stati in carcere. La madre povera, generalmente un'extracomunitaria o una nomade, non ha niente, forse ha solo quella creatura a cui si attacca per cercare di trovare un sollievo ad una parte terribile della propria vita, condizionata dalla detenzione. Il carcere incompatibile con lo sviluppo psicofisico e con il benessere di una creatura. La legge n. 40 del 2001 offre alternative alla detenzione, per sappiamo tutti che queste alternative valgono relativamente per le extracomunitarie e per le nomadi. Il volontariato impegnato per dare un sollievo. Sembra che attualmente ci siano settanta bambini nelle carceri italiane. Anche se il numero non enorme, anche se ce ne fosse uno, il problema non cambierebbe. Accanto a questa problematica ce n un altra ben pi ampia, che riguarda i 100.000 bambini che ogni anno entrano in carcere per incontrare i propri genitori. Questi figli sopportano diciamo le cose come stanno emarginazione ed umiliazioni, perch hanno i genitori in carcere, lo sappiamo tutti, perch nella nostra vita abbiamo incontrato questi ragazzi segnati dalla detenzione dei loro genitori. una problematica diversa da quella dei bambini che stanno con le loro mamme in carcere, ma altrettanto seria. L'Europa, attraverso il Parlamento europeo, ma anche le Nazioni Unite si sono occupate ripetutamente della condizione di detenzione nel nostro Paese. Come sapete una condizione censurata da ogni punto di vista, in via generale, ma censurata soprattutto relativamente a queste problematiche specifiche, che riguardano ovviamente un segmento della nostra popolazione carceraria: la risoluzione del 13 marzo del 2008 sulle donne detenute, sia sulle donne incinte sia sulle donne con i bambini in carcere, e il decreto attuativo della legge n. 62 del 2011. Se non viene attuata questa legge, i bambini rischiano di raddoppiare il periodo della loro presenza in carcere da 3 a 6 anni. Le case protette introdotte insieme all'ICAM dalla nuova legge sono certamente la soluzione migliore per tutelare l'interesse superiore del minore, ma fondamentale che esse dispongano di fondi adeguati per essere realizzate. Qualche mese fa il Ministro Severino assunse impegni molto seri e stringenti per quanto riguarda la dignit delle donne in carcere e il diritto dei bambini a vedere rispettate le convenzioni internazionali ed europee, e anche la Costituzione del nostro Paese. In questo senso ho voluto chiedere al Governo quali siano i suoi impegni nella costruzione delle strutture alternative al carcere a custodia attenuata e di case famiglia protette per le donne attualmente detenute con i loro bambini, come prevede appunto la legge n. 62 del 2011. E cosa intenda fare anche per migliorare le condizioni di accesso e di possibilit di relazione dei figli dei detenuti con i propri genitori, creando negli istituti di pena degli spazi per i bambini figli dei detenuti, per far visitare i loro genitori in condizioni accettabili e nel rispetto della loro condizione infantile, a partire dal superamento di quella situazione umiliante della perquisizione. importante pure il modo in cui noi andiamo incontro al lavoro che meritoriamente svolgono tante associazioni che operano nei nostri istituti di pena, ma anche all'umanit del personale penitenziario, perch, nelle varie visite che ho compiuto in tante carceri del nostro Paese, ho visto come ci sia una piena consapevolezza, da parte dei direttori delle carceri e del personale che opera nelle carceri, per venire incontro sempre di pi ad una condizione dei detenuti che inaccettabile da tanti punti di vista (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libert). PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giuseppe Berretta, ha facolt di rispondere. GIUSEPPE BERRETTA, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, con riferimento all'interpellanza dell'onorevole Melilla, relativa al problema del trattamento dei minori che vivono con le madri all'interno degli istituti penitenziari, si premette che, alla data del 5 giugno scorso, erano presenti negli istituti penitenziari del Paese 45 detenute madri con 47 bambini al seguito. A tal proposito, si rappresenta che la legge 21 aprile 2011, n. 62, recante disposizioni in materia di misure alternative al carcere per le detenute madri di minori conviventi, ha la finalit di limitare al massimo l'ingresso negli istituti penitenziari di figli minori conviventi di donne indagate, imputate o condannate, nei cui confronti si debba eseguire una misura cautelare coercitiva o una pena detentiva. Sebbene la piena attuazione delle disposizioni di cui alla legge n. 62 del 2011 presupponga la completa
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realizzazione del piano straordinario penitenziario, le stesse saranno comunque operative a decorrere dal 1o gennaio 2014 con la necessit di utilizzare i posti gi disponibili presso gli istituti a custodia attenuata. L'amministrazione penitenziaria, proprio in considerazione dell'approssimarsi della predetta scadenza, particolarmente impegnata nel programma di realizzazione degli istituti penitenziari a custodia attenuata per le detenute madri (cosiddetti ICAM). Gli ICAM, che trovano il proprio precedente in un'esperienza realizzata a Milano e riservata alle sole detenute madri, sono istituti penitenziari previsti a beneficio delle donne indagate o imputate in stato di custodia cautelare, madri di prole di et inferiore a sei anni, nonch delle donne condannate, madri di bambini sino ai dieci anni di et, in attesa di accedere alla detenzione domiciliare, ai sensi degli articoli 47-ter e 47-quinquies dell'ordinamento penitenziario. Solo nel caso in cui la madre sia deceduta o comunque assolutamente impossibilitata ad assistere la prole, la normativa de qua si applica anche al padre. La ratio ispiratrice della nuova normativa, che ha introdotto significative modifiche all'ordinamento penitenziario e al codice di procedura penale, quella di garantire un'adeguata tutela della genitorialit e dell'infanzia nel corso dell'esecuzione penale, assicurando una crescita armoniosa e senza traumi dei minori. Gli ICAM, infatti, sono pensati con caratteristiche strutturali diverse da quelle delle carceri tradizionali e modellate, piuttosto, su quelle di una casa di civile abitazione. In tali strutture viene attuato un regime penitenziario di tipo familiaristico-comunitario incentrato sulla responsabilizzazione del ruolo genitoriale. Allo stato, sono in corso i seguenti progetti: il progetto Liberi bimbi, finanziato dalla Cassa delle ammende, che prevede la realizzazione di un ICAM presso un edificio demaniale ristrutturato. La costituenda struttura sar destinata alle detenute madri ospiti degli istituti penitenziari del Piemonte e della Liguria. Vi poi un ICAM, il secondo, quindi realizzato dal provveditorato per il Triveneto e denominato Una casa tra le case, contiguo alla casa di reclusione femminile di Venezia. La struttura, destinata ad accogliere sino a dodici madri con bambini di et inferiore a sei anni, sar attivata entro il prossimo mese di luglio, non appena sar stata completata la procedura di assegnazione del necessario contingente di polizia penitenziaria femminile. Nella regione Lombardia, dove sorta, come detto, la prima esperienza di istituto a custodia attenuata per madri, il locale provveditorato si sta muovendo in una duplice direzione: la costituzione di una sezione nido regionale presso la casa di reclusione di Milano Bollate per le madri con prole di et inferiore a tre anni, e la ricerca di una nuova sede per l'ICAM di Milano, in quanto l'immobile attuale non risulta pi idoneo alle molteplici esigenze derivanti dall'ampliamento dei soggetti destinatari della legge in questione. Per la regione Toscana, sono in corso contatti tra il locale provveditorato e i rappresentanti della regione, per esplorare soluzioni in grado di assicurare la piena attuazione della legge n. 62 del 2011, atteso che l'immobile, individuato prima della promulgazione della legge, risulta di dimensioni cos ridotte da non consentire l'accoglienza di genitori di sesso maschile o la permanenza di bambini di et superiore ai sei anni, come previsto dalla legge. Per la regione Lazio, l'immobile del Casale Alba 2 prescelto, anteriormente all'entrata in vigore della legge n. 62 del 2011, come sede dell'ICAM consente, per le sue ridotte dimensioni, di ospitare solo un massimo di dieci donne con bambini non oltre tre anni di vita; va, tuttavia, rilevato che, a causa degli avvicendamenti politici al vertice della regione e dell'amministrazione comunale, il progetto si trova, da qualche tempo, in una fase di stallo e l'assenza di referenti locali ha impedito, sino ad oggi, ogni decisione relativa all'esecuzione o alla variazione del progetto iniziale. Per la regione Campania, nell'ambito del progetto regionale per la revisione dei circuiti detentivi, stato determinato di destinare a ICAM l'istituto di Lauro gi sede di un istituto a custodia attenuata per tossicodipendenti previa riqualificazione della struttura, che dovrebbe divenire polo specifico per le regioni meridionali. Quanto, invece, alle case famiglia protette, si tratta di strutture di nuova istituzione, estranee al circuito penitenziario, la cui realizzazione rappresenta uno snodo fondamentale per la piena applicazione della legge n. 62 del 2011, in quanto consente ai destinatari della norma, se sprovvisti di riferimenti familiari e abitativi, di evitare in toto l'ingresso in strutture penitenziarie, seppur a custodia attenuata, come gli ICAM. Si tratta di strutture destinate all'accoglienza di donne indagate o imputate, madri di prole di et inferiore a sei anni, nei cui confronti stata disposta la misura degli arresti domiciliari, e di donne condannate, madri di prole di et inferiore ai dieci anni, ammesse alla detenzione domiciliare ex articolo 47-ter o alla detenzione speciale ex
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articolo 47-quinquies. All'interno di queste strutture che devono avere le caratteristiche tipologiche individuate con decreto ministeriale dell'8 marzo scorso potr essere realizzato un trattamento comunitario ispirato a quello familiare, assicurato da personale specializzato. Il predetto decreto ministeriale prevede la possibilit che il Ministero della giustizia stipuli convenzioni con gli enti locali, volte ad individuare le strutture residenziali da utilizzare come case famiglia protette. Ai fini della loro istituzione, i provveditorati regionali dell'amministrazione penitenziaria sono stati sensibilizzati a intraprendere ogni utile iniziativa di impulso e di confronto con gli enti locali, cui demandato il compito di individuare edifici idonei ad essere utilizzati come case famiglia protette. Tra le iniziative avviate merita ancora di essere segnalato il progetto nazionale di accoglienza delle donne detenute con figli fino a sei anni, predisposto dalla Caritas italiana insieme ai centri diocesani Migrantes e all'Ispettorato dei cappellani delle carceri italiane, che assicura una rete di strutture di accoglienza disponibili su tutto il territorio nazionale e cura con grande impegno un piano di intervento che, tenendo conto delle posizioni giuridiche delle madri, predispone percorsi personalizzati in grado di garantire il reinserimento nella societ. Va, altres, sottolineato che, ai sensi dell'articolo 19 del regolamento di esecuzione delle norme sull'ordinamento penitenziario, presso gli istituti o sezioni dove sono ospitate gestanti e madri con bambini, le camere dove sono ospitate le madri con i bambini non devono essere chiuse, affinch gli stessi possano spostarsi all'interno del reparto o della sezione; inoltre, ai bambini soggiornanti all'interno degli istituti sono assicurate attivit ricreative e formative proprie della loro et; i predetti, con l'intervento dei servizi pubblici territoriali o del volontariato, possono essere accompagnati, previo consenso della madre, presso gli asili nido esistenti sul territorio per lo svolgimento delle attivit sopra indicate. Quanto, infine, alla segnalata esigenza di consentire adeguate possibilit di relazione dei figli di persone detenute con i loro genitori, sottoposti a limitazione della libert personale, da anni sono presenti in diversi istituti penitenziari le cosiddette aree verdi, costituite da spazi sia al chiuso che all'aperto dotati di attrezzature adeguate per permettere l'espletamento di lunghi momenti relazionali fra genitori e figli, in ambiti logistici individuati e disegnati con lo scopo di far dimenticare ai bambini sia pure per un periodo di tempo limitato la situazione di detenzione sofferta dai genitori. PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facolt di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. GENEROSO MELILLA. Signor Presidente, sono parzialmente soddisfatto della risposta del Governo. Vorrei proporre al Governo di pensare che gli ICAM debbano essere, per, anche realizzati anche nella parte meridionale del nostro Paese: infatti, anche dalla sua esposizione, vediamo come nel Nord e nel Centro ne sono stati realizzati e sono in via di realizzazione; non ho sentito, invece, impegni altrettanto forti per le altre regioni del nostro Paese, in particolare, del Mezzogiorno e delle isole. Questa una problematica che, ovviamente, ha un'importanza nazionale e, quindi, io mi auguro che ci sia la consapevolezza da parte del Governo di come sia opportuno investire in questo senso. Naturalmente, questi interventi sono parte di un'azione pi forte e pi incisiva che bisogna portare avanti sul complesso della condizione penitenziaria del nostro Paese. Una condizione penitenziaria con riferimento alla quale, da anni, ci sono forze politiche che magari in questo Parlamento non sono rappresentate, ma che hanno svolto una funzione fondamentale, meritoria, insostituibile, come tutte le azioni fatte dal partito radicale, che sono diventate senso comune, che sono ormai oggetto di un consenso, di un'azione consapevole da parte delle massime istituzioni del nostro Paese. Penso poi all'incessante invito che ci rivolge il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a far s che la condizione penitenziaria sia meno disumana di quella che attualmente, purtroppo, . Decine di migliaia di persone vivono una condizione diciamo le cose con il loro nome subumana, bestiale. Soprattutto adesso che il caldo si sta manifestando in forma dirompente, io sfiderei chiunque a vivere in celle ristrette, in quattro, cinque, sei persone, e vedere come questa detenzione abbia un'incidenza sulla rieducazione di cui parla la nostra Costituzione. E del resto, le censure che noi riceviamo periodicamente dalle autorit europee sono l a dimostrare come il nostro Paese sia in grave ritardo per quanto riguarda i problemi di edilizia penitenziaria, i problemi di sovraffollamento, di condizioni sanitarie in cui versa la popolazione dei detenuti italiani.
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Con questa mia interpellanza, ho voluto sollevare due questioni che nella loro peculiarit, comunque, danno l'idea di come un Paese civile, tra i pi ricchi, nonostante la crisi economica che viviamo, del nostro pianeta, debba avere un'attenzione maggiore nei confronti di quelle 70 mila persone che popolano le nostre carceri, che devono scontare la loro pena perch hanno sbagliato, ma che la debbono scontare in condizioni dignitose, serie. Ne va, io penso, del livello di civilt del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libert).

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INTERPELLANZA 2/00019
Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 09/04/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE delegato in data 09/04/2013 ITER CONCLUSO il 30/10/2013 RITIRATO IL 30/10/2013 CONCLUSO IL 30/10/2013 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, per sapere premesso che: il Servizio civile nazionale consente a tanti giovani dai 18 ai 28 anni di servire l'Italia in modo non armato e non violento, sviluppando un alto senso civico nell'aiuto concreto a persone svantaggiate (dai disabili ai rifugiati, dagli immigrati ai minori a rischio, ai malati terminali), nella cooperazione internazionale all'estero, nella tutela del patrimonio pubblico artistico, ambientale, culturale e nella protezione civile; le risorse finanziarie destinate al Servizio civile nazionale sono state ridotte drasticamente di anno in anno: nel 2008 erano 299 milioni di euro, nel 2009 sono scese a 170 milioni, nel 2010-2011 a 100 milioni, nel 2012 a 68 milioni con conseguente inevitabile riduzione del numero complessivo dei giovani impegnati nelle varie attivit; nel 2007 i posti a disposizione per i giovani del servizio civile erano 51.273 a fronte di 104.815 domande, nel 2011 sono scese a 20.157 a fronte di 86.571 domande; per il 2013 la legge di stabilit ha stanziato 71 milioni di euro pi altre risorse dovrebbero derivare dal fondo di cui all'articolo comma 270, della legge n. 228 del 24 dicembre 2012; inoltre il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione ha reperito altri 50 milioni di euro che per non chiaro se siano stati ancora assegnati al Servizio civile nazionale e che comunque sono ancora insufficienti; nell'annunciare la disponibilit dei 50 milioni di euro aggiuntivi il Ministro aveva assicurato che si sarebbero potuti emanare i bandi 2013 e 2014 per un contingente di 18.800 volontari annui; ad oggi, al di l dello stanziamento aggiuntivo, ancora in corso di perfezionamento, il dipartimento della giovent e del Servizio civile nazionale non ha ancora annunciato il contingente di volontari che metter a bando nel 2013; considerando che sul fondo nazionale per il servizio civile sono disponibili 71 milioni di euro per il 2013 e 76 milioni di euro per il 2014, ai quali si andranno ad aggiungere gli altri 50 milioni spalmati sul biennio 2013-2014, si dovrebbe avere una disponibilit annua di circa 98,5 milioni, non sufficiente per l'avvio di 18.800 volontari, per i quali occorrerebbero almeno 112,8 milioni di euro l'anno : quali siano le effettive risorse destinate per il 2013 al Servizio civile nazionale e quanti posti sia possibile mettere a bando e quale sia la reale volont politica di aumentare le risorse destinate ad una attivit di alto valore educativo ed essenziale per la formazione nei giovani di valori autenticamente costituzionali.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00207


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ZAN ALESSANDRO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/07/2013 PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/07/2013 ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE delegato in data 16/07/2013 ITER CONCLUSO il 17/07/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE MELILLA GIANNI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

17/07/2013

RISPOSTA GOVERNO 17/07/2013 TRIGILIA CARLO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO COESIONE TERRITORIALE REPLICA MELILLA GIANNI 17/07/2013 SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

MELILLA, ZAN, PELLEGRINO e ZARATTI. Al Ministro per la coesione territoriale. Per sapere premesso che: il sisma del 6 aprile 2009 ha distrutto gran parte del centro storico dell'Aquila, con un patrimonio immobiliare tra i pi rilevanti dal punto di vista storico, culturale e religioso d'Italia; danni altrettanto gravi hanno subito altri 56 comuni del cosiddetto cratere sismico; sono stati colpiti 160 comuni abruzzesi con danni alle case e agli edifici pubblici; gli sfollati nella fase emergenziale sono stati 67 mila; sono stati realizzati numerosi interventi (moduli abitativi provvisori e complessi antisismici sostenibili ecocompatibili) per 19 new town, con circa 4.500 alloggi che ospitano 15 mila persone; dinanzi alle difficolt e ai ritardi nel processo di ricostruzione, il precedente Governo ha conferito un incarico specifico al Ministro Fabrizio Barca; il decreto-legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, ha istituito due uffici speciali per la ricostruzione, uno per la citt dell'Aquila e un altro per gli altri 56 comuni del cratere sismico, con il compito di fornire assistenza tecnica alla ricostruzione, monitoraggio finanziario e attuativo degli interventi, controllo dei processi di ricostruzione e sviluppo dei territori; nella citt dell'Aquila la ricostruzione privata utilizza nella periferia un criterio di priorit ordinaria cronologica, mentre nel centro storico assegnata una priorit alta (70 per cento delle risorse) ai criteri della cantierabilit e del coordinamento tra interventi pubblici e privati; per la ricostruzione pubblica stata assegnata priorit ai progetti strategici;
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nell'audizione presso le Commissioni V e XIV della Camera dei deputati, il Ministro interrogato ha stimato, nella sua relazione, che i tempi, allo stato, occorrenti per il completamento della ricostruzione in 8-10 anni (in Friuli Venezia Giulia la ricostruzione durata 15 anni, in Umbria e nelle Marche 13 anni) e gli ulteriori costi in 10-11 miliardi di euro; per l'emergenza le risorse stanziate sono state pari a 2 miliardi e 861 milioni di euro; il Ministro interrogato ha detto, inoltre, che per l'anno 2013 in termini di competenza le esigenze attuali sono stimate in 1-1,5 miliardi di euro; a settembre 2013 prevista un'ulteriore verifica per assegnare, se occorrenti, ulteriori risorse che consentano la piena programmazione di tutti gli interventi ancora necessari per completare la ricostruzione; la recente conversione in legge del decreto-legge n. 43 del 2013 ha previsto vari interventi a favore dei comuni terremotati abruzzesi, ma ancora insufficiente lo stanziamento di 197,2 milioni di euro per la ricostruzione; il sindaco dell'Aquila e il presidente della regione Abruzzo chiedono, in linea con quanto gi stabilito dal precedente Ministro Barca e dal Ministro interrogato, che venga stanziato 1 miliardo di euro ogni anno per 10 anni per assicurare continuit e certezza al processo complesso di ricostruzione dell'Aquila e degli altri comuni del cratere sismico : quali iniziative intenda assumere il Governo per assicurare, attraverso il suddetto finanziamento, il processo di ricostruzione dell'Aquila e degli altri comuni del cratere sismico.

SVOLGIMENTO PRESIDENTE. La prima interrogazione all'ordine del giorno la n. 3-00207 a prima firma del deputato Melilla, concernente iniziative volte a garantire adeguate risorse per la ricostruzione de L'Aquila e degli altri comuni del cratere sismico. Avverto che i firmatari dell'interrogazione n. 3-00207 sono i deputati Melilla, Zan, Pellegrino e Zaratti. Il deputato Gianni Melilla ha facolt di illustrare la sua interrogazione n. 3-00207 GIANNI MELILLA. Signor Presidente, il 6 aprile 2009, alle ore 3,32, uno spaventoso terremoto ha devastato L'Aquila e tanti altri comuni abruzzesi: 308 morti, 1.600 feriti, 67.000 sfollati, danni incalcolabili, tutte le attivit economiche in ginocchio, migliaia di case distrutte, molti centri storici a partire da L'Aquila evacuati, un patrimonio monumentale e artistico gravemente compromesso. Non sottovalutiamo gli interventi sinora realizzati dallo Stato a partire da quelli che hanno contrastato l'emergenza immediata. Ma a quattro anni dal sisma, signor Ministro, il centro storico de L'Aquila ancora disabitato, le case chiuse, i palazzi puntellati: la ricostruzione in grave ritardo. Nell'audizione che lei ha svolto alla Camera ha stimato in dieci anni i tempi per la ricostruzione e in 10 miliardi di euro lo stanziamento necessario, le stesse previsioni che fa il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente. Le chiedo quando stanzierete effettivamente queste risorse per la ricostruzione de L'Aquila e degli altri comuni abruzzesi. PRESIDENTE. Il Ministro per la coesione territoriale, Carlo Trigilia, ha facolt di rispondere per tre minuti. CARLO TRIGILIA, Ministro per la coesione territoriale. Signor Presidente, ritengo preliminarmente opportuno dare conto delle risorse che risultano complessivamente stanziate a favore dei territori dell'Abruzzo gravemente colpiti dal sisma del 2009. Anzitutto 10 miliardi e 500 milioni di euro per l'emergenza e la ricostruzione sono stati stanziati con il decreto-legge n. 39 del 2009 come lei sa e un altro miliardo e 183 milioni di euro per l'edilizia privata, riferiti al periodo 2014-2019, sono stati stanziati con il recente decreto-legge n. 43 del 2013. Riguardo ai 10 miliardi e 500 milioni di euro segnalo che poco meno di tre miliardi sono stati utilizzati per la prima fase di emergenza e sono stati gestiti dalla Protezione civile, 7 miliardi e 600 milioni di euro sono stati destinati alla ricostruzione e, allo stato, sono stati quasi integralmente assegnati. Le rimanenti risorse, pari a circa 100 milioni di euro, sono state finalizzate per
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interventi di sostegno alle attivit produttive e di sviluppo. In particolare, ricordo che proprio qualche giorno fa si riunito il comitato, al quale ho partecipato, per l'attribuzione di questi fondi a sostegno della ripresa economica dell'area. Con riferimento allo stato di attuazione del processo di ricostruzione mi segnalano il rientro a casa di circa il 70 per cento degli sfollati. Il solo comune de L'Aquila, inoltre, ha gi erogato circa 23.000 contributi alla ricostruzione privata, per la maggior parte concentrati nella periferia della citt. Bisogna, tuttavia, riconoscere io stesso ho potuto constatarlo recandomi qualche settimana fa a L'Aquila che il problema della ricostruzione del centro storico, cos come dei centri storici dei comuni del cratere, resta ancora in gran parte da affrontare. C un ritardo da questo punto di vista che il Governo impegnato a colmare. In particolare, sono stati istituti due uffici speciali per la ricostruzione che adesso stanno lavorando e sono quasi arrivati a regime. Tuttavia le risorse disponibili attualmente per la ricostruzione sono pari solo a 630 milioni di euro fino al 2015. Esiste, quindi, un problema di integrazione delle risorse che il Governo impegnato ad affrontare a partire dalla prossima legge di stabilit. PRESIDENTE. Il deputato Gianni Melilla ha facolt di replicare per due minuti. GIANNI MELILLA. Signor Presidente, dalle parole del Ministro abbiamo colto l'urgenza di un intervento per la ricostruzione de L'Aquila che dobbiamo mettere in campo nei prossimi mesi. Mi auguro che nella legge di stabilit ci siano le risorse necessarie. Peraltro, il Ministro per la coesione territoriale che ha preceduto questo Governo, Fabrizio Barca, ha svolto un grande lavoro che ha istruito la pratica ricostruzione in modo egregio. E anche lei, nell'audizione a cui ho fatto anche riferimento prima, ha detto che occorrono 10 miliardi di euro in un tempo di dieci anni ed proprio quello che noi crediamo, che il sindaco de L'Aquila in particolare chiede, di avere certezza dei finanziamenti: un miliardo di euro ogni anno. Noi non possiamo lasciare quella citt capoluogo di una regione da sola. Il problema della ricostruzione de L'Aquila non un problema che interessa solo gli aquilani e le migliaia di famiglie che ancora vivono fuori della propria casa distrutta o gravemente danneggiata. una grande questione nazionale. Lo Stato deve essere consapevole che la ricostruzione de L'Aquila deve essere nelle priorit dell'agenda politica di questo Governo e noi in questo senso, come Sinistra, Ecologia e Libert, siamo impegnati.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00546


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 14/01/2014 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 14/01/2014 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: il sistema penitenziario da tempo interessato da un grave stato di emergenza, a causa del gravissimo sovraffollamento delle carceri e, infatti, la Corte europea dei diritti dell'uomo con la sentenza (Torreggiani e altri sei ricorrenti contro l'Italia), dell'8 gennaio 2013, ha condannato il nostro Paese, secondo la procedura della sentenza pilota, la violazione dell'articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e delle libert fondamentali, sentenza divenuta definitiva il 28 maggio 2013, data in cui stata respinta l'istanza di rinvio alla Grande Chambre della Corte, presentata dall'Italia; nonostante la gravit della situazione carceraria italiana, in occasione del suo recente intervento in Commissione Giustizia della Camera, il 17 ottobre 2013, il Ministro della giustizia, nel riferire in ordine alla grave situazione penitenziaria ed alla complessit del sistema penitenziario, nelle sue diverse articolazioni, ha indicato, come criticit di tale sistema, la circostanza che Attualmente si contano 395 Dirigenti a fronte di un organico previsto di 441 e nel contempo ha paventato la possibile applicazione di ulteriori tagli a seguito della spending review nei confronti della dirigenza penitenziaria; il Si.Di.Pe. Sindacato dei Direttori Penitenziari gi a suo tempo al precedente governo, ed all'allora Ministro della giustizia, aveva rappresentato le allarmanti conseguenze che sarebbero discese per il sistema penitenziario nel caso di applicazione all'Amministrazione penitenziaria della Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni prevista dal comma 1 dell'articolo 2 del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95 (Spending review); le preoccupazioni del Si.Di.Pe. e dei dirigenti penitenziari erano state autorevolmente avallate anche dalla Commissione giustizia del Senato, che aveva espresso parere favorevole all'articolo 2 del decreto-legge n. 95 del 2012 solo a condizione che si fosse escluso il personale dell'amministrazione penitenziaria dalle ulteriori riduzioni delle dotazioni organiche; il Capo del dipartimento Giovanni Tamburino aveva rappresentato, con lettera del 13 luglio 2012, la grande apprensione dell'amministrazione penitenziaria per gli effetti che l'applicazione dei tagli di organico statuiti nel decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95 produrrebbero sull'organizzazione dell'amministrazione, pi in particolare precisando che tale ulteriore riduzione rispetto alle precedenti comprometterebbe la tenuta del sistema penitenziario, sottolineando nel contempo che l'esecuzione della pena e delle misure cautelari detentive contribuisce ad assicurare l'ordine e la sicurezza pubblica, in tal senso costituendo il sistema penitenziario nel suo insieme articolazione appartenente alla complessiva struttura di sicurezza dello Stato, come comunicato alle organizzazioni sindacali, con nota GDAP-0276479-2012 del 25 luglio 2012; il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, inoltre, aveva segnalato agli organi competenti la grave destabilizzazione del sistema che conseguirebbe all'applicazione dell'articolo 2, comma 5, del decreto-legge n. 95 del 2012, evidenziando che l'Amministrazione penitenziaria per essere amministrazione di sicurezza implicitamente inserita dalla dizione della norma tra quelle destinatarie dell'esclusione di cui all'articolo 2, comma 7 del medesimo decreto-legge;
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l'espressione utilizzata dal comma 7 del precitato articolo 2 decreto-legge n. 95 del 2012 Sono escluse dalla riduzione del comma 1 le strutture e il personale del comparto sicurezza (...) gi evidenzia ex se che il legislatore ha inteso escludere dalla riduzione degli organici non solo il personale del Corpo di polizia penitenziaria ma anche il personale penitenziario e, comunque di certo, il personale della carriera dirigenziale penitenziaria (dirigenti di istituto penitenziario e di esecuzione penale esterna), come d'altra parte dovrebbe ritenersi ovvio. Infatti i dirigenti penitenziari rientrano pienamente nell'ambito del Comparto Sicurezza e, in tal senso noto che: a) in capo il Direttore dell'istituto penitenziario, in base all'Ordinamento penitenziario, al Regolamento di esecuzione e al decreto legislativo 15 febbraio 2006 n. 63 svolge funzioni di garanzia dell'ordine e della sicurezza; b) il personale della carriera dirigenziale penitenziaria di cui al decreto legislativo 15 febbraio 2006 n. 63 rientra pienamente nell'ambito del comparto sicurezza essendo destinatario del trattamento giuridico ed economico del personale dirigente della Polizia di Stato. E difatti il personale della carriera dirigenziale penitenziaria destinatario degli assegni una tantum destinati al personale del Comparto sicurezza, per gli anni 2011-2012-2013, in applicazione del decreto del Ministro 17 novembre 2011; c) il direttore si avvale del personale di polizia penitenziaria e ne superiore gerarchico, cos come il restante personale della carriera dirigenziale penitenziaria al quale ai sensi del decreto legislativo n. 63 del 2006 sono attribuiti anche gli altri incarichi di cui al comma 1 dell'articolo 9, legge 15 dicembre 1990, n. 395 Ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria; al riguardo intervento, all'epoca, persino un ordine del giorno, il n. 9/5389/53, approvato, nella precedente legislatura, dalla Camera dei deputati il 7 agosto 2012 e accettato dall'Esecutivo del tempo, che impegnava il Governo a interpretare l'articolo 2, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, nel senso che sono esclusi dalla riduzione di cui al comma 1 del medesimo articolo anche i dirigenti penitenziari ed in tal senso interpretare anche la deroga prevista per le forze di polizia gi dal precedente provvedimento normativo (articolo 1, comma 5, decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con legge 14 settembre n. 148); per l'attuazione di tale impegno dell'allora Governo numerosi furono i Parlamentari che presentarono specifiche interrogazioni parlamentari e in relazione ad una delle interrogazioni parlamentari l'allora Ministro della giustizia, per bocca di un suo Sottosegretario, si espresse nel senso che il sistema penitenziario costituisce nel suo insieme una struttura dello Stato deputata a contribuire al mantenimento della sicurezza pubblica ed , quindi, parte integrante delle strutture di sicurezza della Repubblica, rendendo noto che il 4 ottobre 2012 aveva chiesto all'allora Ministro per la Pubblica amministrazione e semplificazione un'interpretazione che escludesse il personale penitenziario dalle nuove riduzioni di organico (cfr. intervento del 29 novembre 2012 del sottosegretario alla Giustizia relativo all'interrogazione a risposta immediata in Commissione Giustizia n. 5-08488, nella seduta della Camera dei Deputati n. 721 del 21 novembre 2012); per le conseguenze che sarebbero discese da un'applicazione della spending review all'amministrazione Penitenziaria il Si.Di.Pe., e tutte le altre organizzazioni sindacali dei dirigenti penitenziari, con un comunicato congiunto dell'11 febbraio 2013, dichiararono lo stato di agitazione; a seguito di ci e delle numerose lettere del Si.Di.Pe., anche al Presidente del Consiglio dei ministri dell'epoca, l'esecutivo dell'epoca decise di non portare avanti nessuna ipotesi di riduzione del personale della carriera dirigenziale penitenziaria, che si sarebbe voluta effettuare attraverso un'evidente errata interpretazione ed applicazione dell'articolo 2 del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95 sulla spending review. E, in effetti, entro il termine di decadenza del 28 febbraio 2013, non fu esercitata la facolt di operare la riorganizzazione del Ministero della giustizia, che si sarebbe potuta effettuare ai sensi del comma 10-ter dell'articolo 2 del decreto-legge n. 95 del 2012, attraverso una proposta di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri al Presidente del Consiglio dei ministri; le riduzioni gi previste ma non ancora attuate ai sensi del decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con legge 14 settembre n. 148, determinerebbe una dotazione organica pari a 343 dirigenti penitenziari, con un esubero di 20 dirigenti penitenziari, cosicch l'applicazione della ulteriore riduzione discendente dai criteri previsti dal decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (convertito con modificazioni dall'articolo 1, comma 1, legge 7 agosto 2012, n. 135) comporterebbe un organico di soli 20 dirigenti generali e 274 dirigenti penitenziari (del ruolo di direttore di istituto penitenziario e del ruolo di esecuzione penale esterna);
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la riduzione ulteriore dei dirigenti penitenziari finirebbe con il privare ulteriormente molte carceri del suo direttore in sede, situazione questa gravissima perch il direttore il primo garante dei principi di legalit nell'esecuzione penale, essendo armonizzatore delle esigenze di sicurezza e di quelle trattamentali in quanto responsabile dell'ordine e della sicurezza penitenziaria ma anche del trattamento rieducativo dei detenuti; per effetto della sola riduzione di unit di personale della carriera dirigenziale penitenziaria del ruolo di istituto penitenziario e di esecuzione penale esterna conseguente alla collocazione a riposo, senza sostituzioni, di coloro che ne maturano di volta in volta i requisiti, considerando che l'ultima immissione in ruolo di detto personale risale a sedici anni or sono, ossia all'anno 1997, il gi assolutamente inadeguato e drammaticamente insufficiente numero di dirigenti penitenziari, determiner l'impossibilit gestionale delle carceri e degli uffici di esecuzione penale esterna; il Governo sta curando la realizzazione di nuove carceri e la realizzazione di molti nuovi padiglioni detentivi (attraverso il cosiddetto Piano carceri) e sono de iure condendo progetti di riforma destinati ad aumentare anche il ricorso alle misure alternative (in data 9 ottobre 2013 la Commissione Giustizia del Senato, in sede referente, ha approvato in via definitiva il disegno di legge n. 925 contenente Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili, gi approvato dalla Camera dei deputati) ma, in assenza di dirigenti penitenziari, nel cui ruolo l'ultima immissione risale al lontano 1997 ed i cui pensionamenti non trovano rimpiazzo, determiner l'impossibilit di garantire la copertura delle sedi penitenziarie e l'attuazione delle misure alternative; il Si.Di.Pe. (Sindacato Direttori Penitenziari) che l'organizzazione sindacale che raccoglie il maggior numero dei dirigenti penitenziari di diritto pubblico ex decreto legislativo n. 63 del 2006 (del ruolo di istituto penitenziario e di quello di esecuzione penale esterna) ha pi volte espresso tanto al Ministro della giustizia quanto ai vertici del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria la forte preoccupazione per disastrose conseguenze discenderebbero per il sistema penitenziario nel caso di applicazione all'amministrazione penitenziaria della Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni prevista dal comma 1 dell'articolo 2 del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95 (Spending review) ed ha evidenziato la necessit che il personale della carriera dirigenziale penitenziaria sia escluso dalle riduzioni di cui all'articolo 2 del decreto-legge n. 95 del 2012 : se il Governo, alla luce delle premesse illustrate, in particolare della pacifica appartenenza al comparto sicurezza del personale della carriera dirigenziale penitenziaria di cui al decreto legislativo 15 febbraio 2006 n. 63, anche alla stregua del trattamento giuridico ed economico applicato nonch dei compiti, ruoli e funzioni la cui natura propria di quelli del menzionato comparto non ritengano, pertanto: a) di applicare al predetto personale della carriera dirigenziale penitenziaria l'esclusione dalla riduzione delle dotazioni organiche, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135; b) ed in tal senso di applicare al medesimo personale della carriera dirigenziale penitenziaria anche la deroga gi prevista per le forze di polizia dall'articolo 1, comma 5, decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con legge 14 settembre n. 148.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00528


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 20/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 20/12/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: la svolta investigativa sulla Cassa di Risparmio di Teramo (TERCAS) ha portato all'arresto dell'ex-direttore generale e a 19 indagati per associazione finalizzata all'ostacolo alla vigilanza e bancarotta; dalla stampa si ha notizia di un inquietante scenario di intrecci perversi con settori politici e dell'emittenza televisiva nazionale che avrebbero beneficiato di ingenti finanziamenti da parte di TERCAS : ferma restando l'autonomia dell'organo di vigilanza sulle banche e della magistratura inquirente se non intenda fornire ogni elemento a disposizione sullo stato economico della TERCAS, recentemente acquisita da una banca pugliese, al fine di una doverosa informazione ai 500 dipendenti della TERCAS che rischiano il posto di lavoro.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00521

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 18/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 18/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'istruzione, dell'universit e della ricerca. Per sapere premesso che: il decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1984 vieta ai docenti di svolgere ripetizioni private agli studenti dell'istituto in cui insegnano per evidenti motivi di incompatibilit con la funzione pubblica che svolgono; si hanno, purtroppo, segnalazioni da verificare di comportamenti in tante citt non appropriati uniti al malcostume di avere in cambio delle ripetizioni compensi in nero : quali dimensioni abbia l'eventuale violazione del decreto legislativo n. 297 del 1984 e quali fatti siano stati nel caso accertati negli anni passati; se non intenda promuovere una azione preventiva di sensibilizzazione nelle scuole pubbliche italiane al fine di assicurare piena trasparenza e correttezza alla funzione docente.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00520

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 18/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: l'associazione delle piccole imprese dell'Aquila torna a porre l'accento sul problema della restituzione delle tasse e dei contributi sospesi dopo il sisma; le imprese denunciano un ingiustificato silenzio dopo i clamori di qualche tempo fa, che avevano condotto a una audizione in consiglio comunale, alla presenza del sottosegretario Giovanni Legnini; la restituzione di tasse, tributi e contributi un argomento di vitale importanza per la sopravvivenza economica delle imprese locali che auspicano una presa di posizione chiara del Governo e delle istituzioni; dopo il drammatico terremoto dell'Aquila ci fu un provvedimento che sospese il pagamento delle imposte per le imprese all'interno del cratere: provvedimento a pi riprese sospeso e riproposto in aula dal Governo, che ha rimandato all'Unione europea la decisione finale; la decisione definitiva, da parte dell'Unione europea, sulla procedura di infrazione aperta nei confronti del Governo e sulla vicenda della restituzione delle tasse sospese, attesa per la fine di gennaio : se il Governo non intenda intervenire al pi presto per fare chiarezza definitivamente sulla restituzione delle imposte che rischia di compromettere la sopravvivenza delle piccole imprese aquilane.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00516

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 12/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 12/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per l'integrazione. Per sapere premesso che: 24 coppie di genitori adottivi sono bloccate in Congo con i loro figli in una situazione intollerabile con gravi conseguenze sul piano sanitario, psicologico ed economico; il blocco della partenza dei genitori italiani con i bambini stato deciso dal DGM (Direction General Migration) della Repubblica democratica del Congo al termine di un lunghissimo processo autorizzativo delle adozioni; le eventuali irregolarit sono riferite ad altri Paesi quali gli USA e il Canada, ma sono state ingiustamente bloccate le partenze verso tutti gli Stati esteri compresa l'Italia; la Commissione per le adozioni internazionali e la Ministra Kyenge, insieme alle organizzazioni italiane operanti nel settore delle adozioni, avevano lavorato per uno sblocco della vicenda, ma purtroppo la realt che le 26 coppie di genitori partite per il Congo vivono nell'orfanotrofio dove sono ospitati i bambini adottivi, tra evidenti difficolt di ogni natura; la situazione non ancora trova uno sbocco positivo creando disagi non pi sopportabili dai genitori adottivi e dai loro bambini : quali iniziative il Governo intenda assumere presso le autorit del Congo e internazionali per consentire il ritorno in Italia delle 26 coppie di genitori italiani adottivi con i loro figli per ridare serenit e speranza a persone duramente provate da una esperienza assurda e intollerabile e superare cos lo spettacolo indegno di un rimpallo delle responsabilit sulla pelle di innocenti bambini e dei loro genitori.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00515

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 11/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 11/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: la Santa Croce spa di Canistro (AQ) ha aperto, il 15 novembre 2013, la procedura di mobilit per 38 lavoratori sui 78 dipendenti giustificando tale atto con un calo della produzione che, attualmente, non supera 100 milioni di bottiglie l'anno, una quota, secondo l'azienda, insufficiente a mantenere i livelli occupazionali. La storica azienda di Canistro (AQ) ha confermato gli esuberi ma ha comunque assicurato che il marchio non verr ceduto; i sindacati annunciano la richiesta di incontrate con urgenza l'azienda e la Regione Abruzzo, che d la concessione del prelevamento delle acque, per discutere di come salvaguardare il livello occupazionale e il rilancio dello stabilimento; in particolare, si chiede che la mobilit dei dipendenti sia volontaria, laddove possibile, che siano attivati i contratti di solidariet, che consentirebbero un minore impatto sulle maestranze. Inoltre si chiedono forti investimenti nel settore commerciale per il rilancio dello stabilimento di Canistro e la tutela di un marchio di qualit, come quello dell'acqua Santa Croce : se non intenda assumere una iniziativa nei confronti dell'azienda, coinvolgendo sindacati, regione Abruzzo ed enti locali, per salvaguardare i livelli occupazionali.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00514

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 11/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 11/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: 14 lavoratrici della Sigistel, call center di Sulmona (AQ), sono state accusate dall'azienda di scarso rendimento e perderanno il posto di lavoro; quello che la propriet del call center avrebbe contestato alle dipendenti sarebbe lo scarso rendimento, che avrebbe portato alla perdita di commesse importanti; l'azienda pescarese che conta 30 dipendenti ha infatti avviato le sospensioni cautelative per quasi la met dei suoi dipendenti, che dal 7 novembre 2013 sono in cassa integrazione a zero ore, senza cio poter lavorare nemmeno a turno; i giovani operatori, quasi tutti laureati e con un'et media di trent'anni, in passato hanno accettato di essere pagati anche a rate, pur di non perdere il posto di lavoro. Un'occupazione fissa e a tempo indeterminato, faticosamente conquistata grazie a vertenze e mobilitazioni; in una nota i sindacati, sostengono che si tratta in sostanza di licenziamenti camuffati e che non si pu attribuire alla negligenza degli operatori la perdita di alcune commesse. I sindacati inoltre sottolineano come sia necessario impedire che il call center chiuda senza saldare gli ultimi stipendi arretrati ai lavoratori: l'accordo di cassa integrazione, infatti, prevedeva anche il saldo rateizzato delle ultime mensilit : se non intenda assumere una iniziativa per scongiurare la chiusura dell'azienda e il mancato pagamento degli stipendi dovuti ai dipendenti.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00513

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: la Irplast, ex Bimo, sita ad Atessa (Chieti) una fabbrica che produce nastri adesivi stampati, etichette e pellicole in polipropilene e che occupa circa 180 dipendenti; la fabbrica il risultato di una fusione tra la Bimo (con sede ad Atessa) e la Irplast di Empoli. Lo stabilimento della Val di Sangro, dopo una forte crisi iniziale, continua ad avere problemi tanto da aver fatto ricorso da 4 anni alla cassa integrazione ordinaria realizzando solo un terzo dei volumi produttivi iniziali e impegnando due impianti su tre; l'azienda, con sede legale a Empoli, ha da poco annunciato che 8 dipendenti amministrativi saranno licenziati a gennaio 2014; la nuova societ Irplast per motivi di semplice organizzazione del lavoro vuole trasferire tutto il lavoro commerciale e pezzi importanti di lavoro amministrativo, dalla sede di Atessa alla sede di Empoli, generando esuberi strutturali e irreversibili in Val di Sangro; ad alcune unit, per evitare il licenziamento, la direzione ha solo prospettato la scelta del trasferimento a Empoli, altrimenti saranno licenziate a fine gennaio, per altri invece non c spazio di scelta, quindi saranno semplicemente licenziati a fine gennaio; per i lavoratori della produzione, questo significa sempre pi allontanare le possibilit di ripresa prospettate nell'iniziale piano di rilancio dell'azienda, sia a causa di un assottigliamento di ruoli e professionalit medioalte che non vengono rimpiazzate, che per una scarsa evoluzione verso nuovi prodotti pi competitivi; i sindacati sottolineano il timore di uno smantellamento della fabbrica. Inoltre chiedono alla direzione aziendale di scegliere altre modalit condivise per affrontare la crisi aziendale, evitando di ricorrere ai licenziamenti. Infine, alle istituzioni locali chiedono di intervenire affinch alcune attivit restino inderogabilmente ad Atessa : se non intenda assumere una iniziativa, per quanto di competenza, per scongiurare lo spostamento delle attivit produttive ed evitare esuberi strutturali e irreversibili in Val di Sangro.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00483

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 27/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: nell'ottobre del 2011, l'INAIL decise di dedicare alla ricostruzione dell'Aquila una parte dei suoi risparmi. L'INAIL una delle strutture della pubblica amministrazione che chiude i suoi conti in attivo: i contributi incassati superano le indennit erogate e il surplus girato per legge al Tesoro che lo usa per tenere in equilibrio i conti pubblici. Dopo il terremoto dell'Aquila, per, si decise di fare un'eccezione e riservare una parte di quei soldi alla ricostruzione; si era previsto che gli interventi dell'INAIL potessero avvenire solo nella cosiddetta forma indiretta: vale a dire con un lungo procedimento che comincia con il bando, prosegue con le manifestazioni d'interesse, per poi passare alla valutazione dei progetti da parte di un advisor e chiudere con l'analisi di compatibilit fatta dai Ministeri vigilanti; sono passati 1.700 giorni dal terremoto dell'Aquila e a tutt'oggi non stato utilizzato nemmeno un euro di quel tesoretto da 2 miliardi messo a disposizione dall'istituto per ridare vita alla citt; Giuseppe Lucibello, direttore generale dell'Istituto per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, conferma che il fondo stanziato doveva essere utilizzato per cinque obiettivi: recuperare il centro storico, rimettere a posto le strutture sanitarie, creare un nuovo campus universitario, oltre che per interventi mirati sui beni culturali e sul tessuto urbano; quei soldi per sono finiti in un labirinto burocratico: dagli investimenti indiretti si passati a quelli diretti, con la Presidenza del Consiglio e la protezione civile a seguire liter dei progetti che dovevano essere presentati sul territorio. Ma nemmeno un anno fa la protezione civile stata completamente ridisegnata, con la riforma voluta dal Governo Monti, e di quella funzione di fatto si sono perse le tracce; il direttore generale denuncia inoltre che mentre mancano i soldi per la ricostruzione, in cassaforte restano due miliardi inutilizzati e alla fine dell'anno 500 milioni andranno in perenzione, dunque saranno persi definitivamente : se non intenda intervenire d'urgenza affinch i fondi dell'INAIL stanziati per la ricostruzione siano effettivamente utilizzati ed evitare il rischio che il fondo vada in perenzione.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00473

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 26/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 26/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: l'Inps non versa parte del salario dei contratti di solidariet ai lavoratori della Marsica Innovation&Technology di Avezzano (AQ); in base a quanto previsto dall'accordo sindacale siglato ad agosto scorso l'azienda si era impegnata ad anticipare i soldi dovuti dall'Inps per pagare gli stipendi fino a quando il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non avesse dato il via libera; secondo quanto previsto dai contratti di solidariet una parte del compenso viene pagata ai lavoratori dall'azienda e una parte dall'Inps. L'accordo siglato dall'azienda e dalle parti sociali, sottoposto poi al vaglio del Mistero del lavoro e delle politiche sociali, aveva rassicurato i lavoratori; in realt, per, le cose poi sono andate diversamente: durante un incontro avvenuto alcuni giorni fa l'azienda ha ribadito ai rappresentanti sindacali di stabilimento che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non ha ancora firmato il decreto che autorizza l'Inps a pagare la parte degli stipendi. Di conseguenza i rappresentanti della Marsica Innovation&Technology hanno comunicato che non sono pi disposti ad anticipare i fondi lasciando cos 1400 dipendenti a dicembre senza la copertura salariale prevista; il termine massimo per la firma del decreto mercoled 27 novembre 2013 : se non intenda intervenire con urgenza per sbloccare il pagamento dei contratti di solidariet dei 1400 dipendenti della Marsica Innovation&Technology.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00472

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 26/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 26/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: il prosciuttificio Gran Sasso sito in Colledara (TE) a fine anno cesser l'attivit produttiva; lo stabilimento che occupa 82 lavoratori, ha una superficie coperta di 14 mila metri quadri e possiede una capacit produttiva di 16.500 prosciutti a settimana. Inaugurato nel duemila completamente automatizzato e robotizzato ed un'eccellenza del sistema produttivo teramano; l'azienda fa parte di un grande gruppo specializzato nella produzione di prosciutti di Parma, la Crudi d'Italia. Si tratta di un gruppo che ha altri due stabilimenti: uno a San Vitale Baganza, proprio nel cuore della zona tipica di produzione del prosciutto di Parma, acquistato dall'Aba prosciutti nel 1986 e la Luppi Alimentari, sempre nella stessa localit, acquisito nel 2005. In totale il gruppo ha una capacit produttiva di pi di un milione di prosciutti all'anno ed esporta oltre che in Europa, anche in Cina, Australia, Giappone, Stati Uniti e Brasile; il fermo del moderno stabilimento avverr alla fine dell'anno, ma gi stato firmato un accordo per la messa in cassa integrazione straordinaria degli 82 dipendenti e per una mobilit solo su base volontaria, a cui hanno aderito per ora solo un paio di persone; in una nota i sindacati sottolineano che il gruppo entrato in crisi esclusivamente per difficolt di carattere finanziario dato che le banche pongono condizioni insostenibili. Il gruppo non ha problemi di mercato, a parte un lieve ed ininfluente calo dei consumi. La medesima situazione si creata anche negli altri due stabilimenti in Emilia Romagna dove si fatto gi ricorso alla cassa integrazione straordinaria; i sindacati hanno lanciato un appello alle istituzioni regionali e provinciali e al Mistero del lavoro e delle politiche sociali chiedendo l'apertura di un tavolo istituzionale a seguito del perdurare di questa grave crisi finanziaria e per evitare il precipitare degli eventi che, per ammissione dei vertici aziendali, condurranno alla chiusura dello stabilimento, con la conseguente perdita di 82 posti di lavoro, oltre ad un indotto di difficile quantificazione : se non si intenda promuovere un tavolo istituzionale con l'azienda, i sindacati e gli enti locali al fine di individuare un'alternativa industriale solida e credibile che possa scongiurare la chiusura del sito produttivo e possa garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00434

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 12/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 12/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: si apprende a mezzo stampa che la Carbotech di Martinsicuro, azienda che produce spazzole per motori elettrici, ha deciso di non utilizzare le prestazioni lavorative di un dipendente licenziato nel gennaio 2013 e reintegrato dal giudice del lavoro di Teramo il 30 ottobre 2013; il caso risale a gennaio quando uno dei 60 operai, da dieci anni alle dipendenze della Carbotech, viene licenziato dall'azienda che gli contestava una omissione nel funzionamento delle presse e del forno a cui era addetto durante il turno di notte; l'operaio, dopo aver fatto ricorso al tribunale per contestare il provvedimento, trovava l'accoglienza dell'istanza da parte del giudice del lavoro di Teramo Giuseppe Marcheggiani che specificava nella sentenza: non ricorrono gli estremi del giustificato motivo soggettivo e della giusta causa addotti dal datore di lavoro per insussistenza del fatto contestato ovvero perch il fatto rientra tra le condotte punibili con una sanzione conservativa sulla base delle previsioni dei contratti collettivi dei codici disciplinari applicabili e per questo annulla il licenziamento e condanna il datore di lavoro alla reintegrazione; l'avvocato dell'Azienda, ha scritto ai due legali dell'operaio una lettera in cui spiega che in attesa che venga esaminata la legittimit del provvedimento giudiziale e deciso il comportamento da seguire, la propriet ritiene opportuno ricostituire il rapporto di lavoro con la riapertura della disposizione previdenziale, assistenziale ed infortunistica e con la sua re-iscrizione nel libro unico ed il compimento di tutte le formalit amministrative connesse al ripristino del rapporto di lavoro; tuttavia la societ non intende al momento utilizzare le prestazioni lavorative dell'operaio anche se provveder al pagamento della normale retribuzione per tutto il tempo in cui egli rimarr a disposizione della Carbotech; gli avvocati dell'operaio attaccano l'Azienda sostenendo la natura assolutamente vessatoria e pretestuosa del licenziamento ritenuto illegittimo dal giudice e la reiterazione della vessazione impedendo la ripresa del servizio nonostante l'esito del giudizio; mantenere a casa il dipendente lede gravemente la dignit del lavoratore e non ottempera alla sentenza del tribunale di Teramo; la suprema corte di Cassazione, ha sancito recentemente come a carico del datore di lavoro grava l'obbligo di adibire il dipendente al lavoro. In caso contrario la sua una condotta illecita che viola la Costituzione ed i diritti del lavoratore : se non intenda svolgere una iniziativa volta a garantire il diritto dell'operaio a svolgere la propria attivit lavorativa dopo la sentenza del giudice del lavoro di Teramo.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00411

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega: Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 30/10/2013 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 09/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: ogni anno il fiume Pescara riversa alla foce una quantit di 50 mila metri cubi di materiale (fanghi, sabbia e altri detriti) e per evitare l'insabbiamento della foce sono attualmente in corso i lavori di dragaggio del fiume; si apprende a mezzo stampa che il comandante della direzione marittima Luciano Pozzolano e i docenti dell'universit D'Annunzio esperti in geologia denunciano l'insufficienza di tale azione sostenendo che senza manutenzione costante e senza interventi strutturali si rischia di precipitare all'emergenza del 2011 quando scatt la chiusura del porto con gravissimi disagi per il commercio locale. Gli stessi, chiedono, inoltre, alle istituzioni locali, l'approvazione immediata del Prp (piano regolatore portuale) come primo intervento urgente per pianificare il lavoro di manutenzione; il dragaggio in corso porter via 250 mila metri cubi di fanghi dal fondale e calcolando che ogni anno il fiume porta con s almeno 50 mila metri cubi di detriti, nel giro di una manciata di anni il caso si ripresenter nuovamente; per questo, rispetto all'emergenza che il fiume sta vivendo, necessario garantire un progetto di medio termine per evitare l'insabbiamento e consentire i normali traffici commerciali e turistici della citt; inoltre secondo un rapporto della forestale, lungo il Pescara sono censiti 116 scarichi abusivi: sono necessarie soluzioni tecniche per evitarlo, oltre che l'immediata bonifica dei siti contaminati e delle discariche a ridosso dell'alveo fluviale : se non intenda convocare il commissario straordinario al fiume Pescara, la regione Abruzzo, gli enti locali e le parti sociali per studiare soluzioni volte al superamento del problema dell'insabbiamento dell'alveo del fiume Pescara ed evitare il ripetersi di tale emergenza.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00387

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 16/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 16/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: 30 militanti di Greenpeace, tra cui l'italiano Cristian D'Alessandro, sono stati arrestati il 19 settembre dalle autorit giudiziarie russe con l'accusa di pirateria dopo un blitz contro una piattaforma della Gazprom nel mare di Barents; Greenpeace non ha affatto violato la legge internazionale che impone di rimanere a 500 metri di distanza dalle piattaforme petrolifere. La Russia ha stabilito unilateralmente un limite di 3 miglia per le sue installazioni in mare, ma la Arctic Sunrise non ha violato nemmeno questa norma; la protesta di Greenpeace motivata dalla situazione disastrosa dell'area dal punto di vista ecologico: lo strato di ghiaccio del polo nord si sta assottigliando ad una velocit preoccupante, l'ecosistema sta morendo, gli animali non hanno dove vivere e riprodursi e lo sfruttamento minerario di questa regione non far che accelerare questi processi distruttivi : quali iniziative si intendano assumere per la libert di Cristian D'Alessandro e, in generale, per la salvaguardia ambientale del polo nord.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00386

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 16/10/2013 Ministero destinatario:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 16/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: nell'ultima indagine dell'UNICEF Italia Report Card sulla povert infantile si sostiene che in Italia vivono 1 milione e 700 mila bambini sotto la soglia di povert e pi di settecentomila in condizioni di miseria assoluta; il portavoce italiano di UNICEF Andrea Iacomini ha sostenuto: Abbiamo acceso la luce rossa anche sull'Italia. Numeri da terzo mondo... In genere siamo concentrati sulle politiche del terzo mondo, sullo sviluppo e le emergenze. Questo rapporto ci porta con i piedi per terra e ci dice: bisogna occuparsi anche dei Paesi pi industrializzati e, tra loro, dell'Italia; l'Italia occupa il 22o posto tra i 29 Paesi pi industrializzati, nella graduatoria della povert infantile; la povert infantile si traduce in dispersione scolastica, insufficienza alimentare, limitazione delle attivit culturali, sportive, e di svago, lavoro minorile; vengono coinvolte tutte le sfere della vita infantile: famiglia, abitazione, scuola, abbigliamento, alimentazione, salute, giochi, sport; l'impoverimento delle famiglie colpisce in particolare quelle con pi minori, le mono genitoriali, le straniere; i tagli al welfare state hanno colpito anche i fondi destinati ai minori e alle famiglie fino a limitarli all'1,1 per cento del prodotto interno lordo; il contributo per la prima infanzia passato dai 100 milioni di euro del 2008 allo zero dell'ultimo anno; la scuola la seconda casa dei bambini e anche in questo ambito si sono operati dei tagli inaccettabili: gli asili nido coprono solo il 14 per cento delle richieste; fare sport un costo che molte famiglie non possono pi sostenere per i propri ragazzi : quali iniziative il Governo intenda assumere per un piano nazionale di contrasto alla povert infantile.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00373

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 10/10/2013 ITER CONCLUSO il 18/11/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 18/11/2013 VICE MINISTRO AFFARI ARCHI BRUNO ESTERI REPLICA MELILLA GIANNI 18/11/2013 SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

MELILLA. Al Ministro degli affari esteri. Per sapere premesso che: nel 2001, anche grazie alle proposte dell'Italia, a Genova fu assunto l'impegno alla costituzione di un Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria; nel 2002, a Ginevra le Nazioni Unite costituirono questo fondo destinato alla lotta alle grandi pandemie; dalla sua nascita, il Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria ha consentito di finanziare programmi sanitari in 151 Paesi del mondo che hanno curato 5 milioni di persone malate di Aids e 11 milioni malati di tubercolosi, mentre contro la malaria sono stati acquistati oltre 300 milioni di zanzariere trattate con insetticidi appropriati; il Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria il principale finanziatore dei programmi sanitari di cooperazione internazionale; la diffusione dell'hiv-Aids si rallentata, cos come la malaria e la tubercolosi sono state contrastate con efficacia: in particolare, in Africa i decessi per Aids negli ultimi anni si sono ridotti di un terzo; ciononostante nel 2011 si sono registrati 2,7 milioni di morti per Aids e tubercolosi, mentre a causa della malaria nel 2010 i morti sono stati quasi 700 mila; la crisi economica internazionale dal 2008 ha avuto un riflesso negativo sul finanziamento del fondo globale da parte dei Paesi donatori; pur avendo avuto l'Italia un ruolo importante nella costruzione del Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria, con contributi nel 2001 di 200 milioni di euro, nel 2002 e nel 2003 rispettivamente di 100 milioni di euro, divenendo cos il secondo donatore dopo gli Usa con un totale di 790 milioni di euro complessivi, l'Italia dal 2009 non rispetta pi nessun impegno e non ha provveduto a dare contributi : se non intenda provvedere rapidamente ad onorare gli impegni a contribuire al Fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria per recuperare un ruolo positivo nella lotta alle grandi pandemie nei Paesi pi poveri del mondo.

Svolgimento

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PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Melilla n. 3-00373, concernente iniziative volte ad assicurare la contribuzione dell'Italia al fondo globale per la lotta contro l'Aids, la tubercolosi e la malaria Il Viceministro degli affari esteri, Bruno Archi, ha facolt di rispondere. BRUNO ARCHI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Melilla per l'interrogazione alla quale ora mi appresto a rispondere. Una piccola premessa: chiaro che, come dire, per la politica italiana, il settore della salute, della salute globale, ha avuto un'importanza enorme a partire, appunto, dall'avvio del fondo con il G8 di Genova del 2001, fondo a cui tra l'altro come giustamente arcinoto abbiamo praticamente contribuito con circa oltre un miliardo di dollari fino al 2008. evidente che poi per la crisi economico-finanziaria, dal 2009 fino al 2010, siamo, come dire, inadempienti per una somma pari a circa 260 milioni di dollari. L'Italia per e la cooperazione italiana in particolare, quindi anche come Ministero degli esteri si sempre adoperata nel settore della salute globale, attraverso tutta una serie di programmi importanti che hanno fatto s anche che si potessero mettere in luce quelle che sono le eccellenze italiane nel settore. Il Fondo riuscito a salvare dall'anno della sua costituzione circa 8,7 milioni di vite umane nel settore di queste pandemie. Quindi, noi ci siamo prodigati, anche con l'apporto del settore privato, e direi che cresciuta in maniera abbastanza importante anche la nostra attenzione nei confronti di meccanismi di finanziamento innovativi, come lInternational Finance Facility for Immunisation o anche lAdvance Market Commitments, a cui stiamo dando buona prova di collaborazione, anche grazie al settore privato. Il punto fondamentale di questa mancanza derivante dalla crisi economico-finanziaria noto. Ora qual il punto di svolta ? che il Governo intende attivamente dare segnali di grande collaborazione. Sono in atto numerosi contatti con gli esponenti del Fondo per cercare anche di rivedere il piano di riallineamento globale e un graduale riallineamento dell'Italia a questi standard internazionali. Questi contatti porteranno ed questa la novit che posso annunciare qui ed un segnale importante che il Governo intende dare alla rinnovata attenzione al Fondo stesso e, quindi, anche all'impegno che il Governo intende mettere nel riattivarsi sotto questo profilo a un'importante conferenza a Washington il 2 e 3 dicembre prossimi, che la Conferenza per il IV rifinanziamento del Fondo per il triennio 2014-2016. Vi parteciper l'onorevole Pistelli, il Viceministro degli affari esteri, e in questa occasione il Governo intende annunciare un importante contributo, che sar in linea con le aspettative del Parlamento e della comunit internazionale e che segnerebbe, quindi, a tutti gli effetti il ritorno dell'Italia nel Fondo globale. Mi preme qui dire che forte auspicio del Governo che rimanga, quindi, inalterato il consolidamento dei fondi stanziati per la cooperazione nella legge di stabilit, attualmente all'esame del Senato, fino al termine del suo iter parlamentare. Questo consentirebbe, quindi, di mantenere l'impegno a realizzare concretamente il percorso di riallineamento delineato nel DEF 2013. Ci determiner, quindi, una forte valorizzazione del ruolo dell'Italia nel Fondo globale stesso e, pi in generale, nella lotta contro la piaga delle pandemie, cui l'Italia da sempre ha dedicato una particolare attenzione. PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facolt di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione. GIANNI MELILLA. Signor Presidente, purtroppo questa scelta dell'Italia di essere inadempiente rispetto al finanziamento del Fondo di lotta alle grandi pandemie si inserisce in un contesto di grave sottovalutazione del ruolo della cooperazione internazionale allo sviluppo, che, invece, secondo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, una delle forme pi alte e pi nobili della politica estera di una grande nazione. Noi negli ultimi anni siamo scivolati credo all'ultimo posto, se escludiamo la Grecia, in Europa per la percentuale del prodotto interno lordo. Credo che siamo allo 0,13 per cento del PIL, quando la media in Europa allo 0,30 per cento, quando le grandi nazioni europee, come la Germania, il Regno Unito e la Francia, sono allo 0,50 per cento del prodotto interno lordo e le grandi nazioni del nord Europa (Svezia, Olanda) sono oltre lo 0,7 per cento, che era l'obiettivo fissato dagli Obiettivi del Millennio, che videro 169 Capi di Stato e di Governo riuniti a New York al Palazzo di Vetro, per contrastare la povert con l'obiettivo di abbatterla di met entro il 2015. Ora, questo Fondo di lotta alle grandi malattie, che mietono milioni di vittime nel mondo, dall'AIDS alla
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malaria, alla tubercolosi, aveva visto l'Italia in una posizione di avanguardia: eravamo il secondo Paese donatore, dopo gli Stati Uniti d'America. Purtroppo, questo ruolo che noi avevamo avuto la capacit di proporre fin dal G8 di Genova nel tempo si andato perdendo e la crisi economica internazionale non pu essere un alibi, perch gli altri Paesi pure sono stati in crisi, sono entrati in crisi economica, ma hanno comunque ridotto magari il loro contributo, il loro dono a questo Fondo, ma non lo hanno azzerato come l'Italia, che appunto ha un debito nei confronti di questo Fondo di 260 milioni di dollari. Il fatto che nella legge di stabilit adesso ci sia un lievissimo aumento non ci fa assolutamente essere tranquilli, perch il Viceministro Pistelli, proprio in quest'Aula, rispondendo ad una mia interrogazione sugli Obiettivi di sviluppo del millennio e il ruolo dell'Italia, aveva assicurato che nei prossimi tre anni, a partire dal 2014, vi sarebbe stato un aumento dello 0,10 per cento ad anno per arrivare rapidamente a superare lo 0,3 per cento del prodotto interno lordo. Infatti questa latitanza dell'Italia nell'aiuto pubblico allo sviluppo sta facendo diminuire di molto la media europea, perch naturalmente l'Italia un grande Paese donatore. Se l'Italia dona lo 0,13 per cento del PIL, chiaro che si abbassa tutto il livello di contribuzione europea per quanto riguarda l'aiuto pubblico allo sviluppo. Quindi noi siamo insoddisfatti e chiediamo che venga al pi presto sanato questo debito da parte dell'Italia e che si riattivi un meccanismo virtuoso, perch non possiamo neanche e concludo assistere all'ipocrisia di chi, anche in quest'Aula, contrasta l'immigrazione, soprattutto l'immigrazione clandestina, dicendo che noi dobbiamo portare l lo sviluppo e gli aiuti per evitare che queste persone vengano qui, e poi queste stesse persone sono quelle che hanno praticamente annullato gli sforzi che l'Italia aveva fatto agli inizi degli anni Duemila fino appunto al 2008 per cercare di adeguare la contribuzione italiana agli standard europei.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00301

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 11/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 11/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: una recente riunione a Pescara delle associazioni professionali, imprenditoriali e sindacali dell'Abruzzo, con la partecipazione di Parlamentari ed istituzioni Abruzzesi, ha chiesto con forza un programma per la velocizzazione della linea ferroviaria adriatica, anche in considerazione di un positivo impegno in questo senso annunciato dall'amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti; dobbiamo purtroppo constatare come il nostro Paese sia segnato da una netta cesura tra area adriatica e resto dell'Italia, con la prima contrassegnata da una dotazione infrastrutturale ferroviaria decisamente penalizzante esclusa com dalla attuale rete del trasporto ad alta velocit, ma cosa ancora pi grave anche da previsioni di investimenti futuri se non in aree limitate e circoscritte; in questo senso appare decisivo, al fine di alleggerire questo grave handicap che pesa sull'Abruzzo in modo particolare, procedere subito all'ammodernamento della rete esistente, attraverso una sua prima velocizzazione nel tratto compreso tra Bologna e Bari. Intervento possibile con un investimento quantificato dallo stesso amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, in un miliardo e mezzo di euro. La misura, se attuata, porterebbe ad accrescere significativamente fattuale velocit commerciale dei vettori, riducendo sensibilmente i tempi di collegamento tra la nostra regione e le grandi citt, tanto del nord che del sud; strumento operativo per procedere all'investimento l'inserimento dell'investimento del Piano nazionale per le infrastrutture, il cui aggiornamento in via di redazione e che gi nelle prossime settimane dovrebbe essere definito; il processo di velocizzazione deve vedere l'Abruzzo al centro dell'investimento, perch tra le regioni dell'area adriatica la pi penalizzata. Nelle Marche, infatti, sono gi operativi i treni veloci di Trenitalia e Ntv; mentre la tratta pi a sud, tra Bari e Foggia addirittura gi inserita organicamente nei piani finanziari dell'Alta velocit : quali iniziative intenda assumere per inserire il programma di velocizzazione della linea ferroviaria adriatica nel Piano nazionale per le infrastrutture in via di aggiornamento.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00259

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 06/08/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/08/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: La direzione della Italcementi ha comunicato alle organizzazioni sindacali la sua decisione di voler chiudere entro il 2013 lo stabilimento di Scafa in provincia di Pescara e di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria, decidendo unilateralmente di non rinnovare la concessione demaniale-mineraria; tale scelta significa l'azzeramento di 130 posti di lavoro diretti e indiretti e la fine di una storia industriale che ha caratterizzato dal secolo scorso l'intera Val Pescara che d'un colpo si ritrova senza il polo chimico di Bussi e senza quello minerario di Scafa; tale scelta contraddice gli impegni sottoscritti ripetutamente con le organizzazioni sindacali per un piano di ristrutturazione industriale di rilancio produttivo e occupazionale; le rappresentanze sindacali unitarie e i sindacati hanno proclamato un'ampia mobilitazione con l'adesione degli enti locali pescaresi e abruzzesi : se non intendano convocare la propriet e i sindacati per cercare una soluzione industriale condivisa e non traumatica dal punto di vista sociale e occupazionale.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00256

Atto 3/00510 abbinato in data 10/12/2013 Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 05/08/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'INTERNO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 05/08/2013

ITER CONCLUSO il 10/12/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 10/12/2013 BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO INTERNO REPLICA MELILLA GIANNI 10/12/2013 SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

Svolgimento

MELILLA. Al Ministro dell'interno. Per sapere premesso che: in Abruzzo il 15 dicembre 2013 scadono i 5 anni di durata della legislatura regionale e, secondo la legge, dovrebbero essere indette entro questa data le elezioni per il consiglio regionale e il presidente della giunta regionale; sulla stampa si apprende che autorevoli rappresentanti della regione Abruzzo e del PdL hanno avuto incontri in sede di Ministero dell'interno per cercare di abbinare le suddette elezioni regionali dell'Abruzzo a quelle europee, che si dovrebbero tenere a fine maggio del 2014; in questo modo si verificherebbe l'anomalo prolungamento di 6 mesi della legislatura regionale, con una pesante limitazione, peraltro, della attivit della giunta e del consiglio regionale dell'Abruzzo, che non potrebbe andare al di l dell'ordinaria amministrazione; si legge sulla stampa abruzzese anche di un parere dell'Avvocatura dello Stato su questa eventualit; la legge elettorale dell'Abruzzo vieta che nei 6 mesi precedenti la fine della legislatura regionale, che scade il 15 dicembre 2013, non possano essere adottate modifiche delle norme elettorali regionali; tutti i partiti del centrosinistra della regione Abruzzo hanno ufficialmente richiesto che si voti entro i termini stabiliti dalla legge regionale elettorale e dallo statuto della regione Abruzzo, contrastando cos la proposta di abbinare le elezioni regionali dell'Abruzzo a quelle europee del 2014; su questioni cos delicate dal punto di vista istituzionale, come un procedimento elettorale di una regione, ci si deve attenere scrupolosamente a quanto prevedono le leggi nazionali e regionali vigenti :
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se corrisponda al vero che il Ministero dell'interno abbia avuto riunioni con rappresentanti della giunta e del consiglio regionale dell'Abruzzo per trattare questo problema; quale sia la posizione sostenuta dal Ministero dell'interno su questo problema; quale sia il parere espresso dall'Avvocatura dello Stato e per impulso di chi sia stato richiesto suddetto parere, posto che sarebbe grave che si omettano provvedimenti di avvio del procedimento elettorale regionale dell'Abruzzo nei tempi stabiliti dalla legge.

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Melilla n. 3-00256 e Vacca ed altri n. 3-00510, concernenti elementi ed iniziative di competenza in merito alle prospettive di svolgimento delle elezioni regionali in Abruzzo. Le interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente Il Viceministro dell'interno, Filippo Bubbico, ha facolt di rispondere. FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, come annunciato, rispondo congiuntamente alle interrogazioni all'ordine del giorno, con le quali gli onorevoli Melilla e Vacca pongono all'attenzione del Governo la questione dell'accorpamento delle elezioni per il consiglio della regione Abruzzo con le elezioni europee. All'approssimarsi della scadenza naturale degli organi elettivi, la regione Abruzzo ha sottoposto al Ministero dell'interno l'ipotesi che le votazioni si svolgessero contestualmente alle elezioni dei membri del Parlamento europeo, previste per il mese di maggio dell'anno 2014, in applicazione delle norme sul cosiddetto election day, di cui all'articolo 7 del decreto-legge n. 98 del 2011. Tali norme, come noto, oltre ad essere state adottate dal legislatore statale nel contesto del coordinamento della finanza pubblica al fine di realizzare risparmi di spesa, si pongono altres come disposizioni di principio in materia di sistema elettorale. In merito all'ipotesi formulata, il Ministero dell'interno ha richiesto un parere all'Avvocatura generale dello Stato sulla corretta interpretazione dell'applicazione della normativa, anche in ragione dell'interesse generale che finiva con l'assumere la questione. L'organo consultivo, in particolare, ha evidenziato che la Corte costituzionale ha chiarito che l'espressione sistema di elezione, utilizzata nell'articolo 122 della Costituzione, deve ritenersi comprensiva di tutti gli aspetti del fenomeno elettorale. In questa definizione sembra rientrare anche la disciplina di cui al citato articolo 7, la quale pone un principio fondamentale del sistema elettorale in senso proprio, secondo il quale le elezioni regionali e comunali devono svolgersi in abbinamento alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Tuttavia, mentre il comma 1 dell'articolo 7, nel disciplinare l'accorpamento delle elezioni regionali e comunali con quelle nazionali, fa espressamente salva la compatibilit con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, tale limite non presente nel comma 2, nel quale si disciplina anche l'accorpamento delle elezioni regionali e comunali con quelle europee. Secondo l'Avvocatura dello Stato, il limite della compatibilit con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti non opera qualora, nello stesso anno, abbiano luogo sia le elezioni regionali sia le elezioni europee, con la conseguenza che la fissazione della data delle elezioni europee esercita in ragione del risparmio di spesa che ne consegue una vis attrattiva anche sulla data di celebrazione delle elezioni regionali. La stessa Avvocatura, inoltre, per evitare eventuali problemi che potrebbero derivare dai profili di criticit emergenti dalla complessiva ricostruzione ermeneutica della normativa regionale e statale, ha comunque rimesso a questa Amministrazione, sentito il Ministro per gli affari regionali, ogni valutazione circa l'opportunit di suggerire in ossequio al principio di leale collaborazione una modifica alla legge elettorale della regione, mediante la previsione di una espressa clausola di richiamo alla norma dellelection day. Tale intervento normativo, espressamente finalizzato a far salva l'applicazione del secondo comma dell'articolo 7, dovrebbe fugare ogni residuo dubbio sull'abbinamento elettorale. La modifica stata poi attuata con la legge regionale del 9 agosto scorso. Recentemente, lo stesso Consiglio dei ministri, nella sua collegialit, ha auspicato nel rispetto dell'autonomia regionale in materia elettorale che la consultazione possa svolgersi in coincidenza con le
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elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, in un'ottica di contenimento della spesa pubblica ed in ossequio al principio dellelection day. PRESIDENTE. L'onorevole Melilla ha facolt di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione. GIANNI MELILLA. Signor Presidente, io non solo sono insoddisfatto, ma francamente sono stupefatto di questa scelta criminale che il Governo fa, violando completamente leggi regionali e la stessa Costituzione. Forse il Ministero dell'interno non sa che lo statuto della regione Abruzzo fa divieto al consiglio regionale, nei sei mesi precedenti la scadenza del consiglio regionale, di adottare qualunque riforma del sistema elettorale. Siccome la scadenza il 14 dicembre del 2013 e la legge, approvata nottetempo perch parliamo del 9 agosto, quindi qualche giorno prima di Ferragosto: presumo che sia qualche codicillo, qualche comma, qualche subcomma o qualche subemendamento che stato fatto in consiglio regionale palesemente entro quel termine dei sei mesi, quindi una legge che il Governo avrebbe dovuto impugnare. E io chiedo il motivo per cui il Governo non ha impugnato quella legge per evidente difetto di legittimit. Il problema purtroppo ben pi meschino, caro Viceministro. La Costituzione italiana dice che le Assemblee durano cinque anni. C una legge che determina lelection day. Siccome l'anno scorso ci sono state le elezioni politiche, anzi quest'anno, chiedo scusa, il 24 e il 25 febbraio ci sono state le elezioni politiche in questo Paese, se si volevano risparmiare soldi, alcuni milioni di euro, potevano essere accorpate le elezioni regionali alle elezioni politiche di quest'anno, visto che il termine era il 14 dicembre di quest'anno. Evidentemente, per, il presidente della regione Abruzzo e i consiglieri regionali sarebbero rimasti in carica sei mesi di meno e non sei mesi di pi, come invece si sono regalati, truffando la democrazia, perch non esiste la possibilit di prolungare in questo modo una legislatura regionale. Immaginiamo cosa succederebbe se questo Parlamento, alla scadenza dei cinque anni, dicesse: No, io mi accorpo con le elezioni europee dell'anno prossimo e duro cinque anni e sei mesi in pi o sei anni. C un vulnus di cui dobbiamo tener conto ed io ovviamente non provo nessuna meraviglia, perch le leggi si sono rispettate finch la Repubblica italiana ha avuto la dignit di farle rispettare. La prima Repubblica purtroppo non c pi. Non sarebbe mai potuto succedere nella prima Repubblica un caso di questo tipo. Ormai siamo nella notte della Repubblica e tutto ci stato fatto nel pi totale dispregio della legge vigente. E io mi meraviglio di come un Governo legittimamente in carica si sia prestato a un'operazione che ha semplicemente allungato di sei mesi, in modo illegittimo, la vita di una regione, perch se fosse vera quella motivazione di cui parlano il Governo e l'Avvocatura dello Stato, con un parere che mi permetto di dire preconfezionato, io vorrei sapere allora, onorevole Viceministro, per quale motivo in Sardegna si vota a febbraio. Per quale motivo. La Sardegna non un'altra regione ? Per quale motivo se uno statuto dice che non si possono approvare leggi elettorali sei mesi prima della scadenza, lo si pu fare tranquillamente ? Quello statuto l'ho scritto io, personalmente, e so che aver messo quella norma, sia nello statuto, che nella legge elettorale, aveva un significato, ossia adeguare la nostra legislazione a quella europea che addirittura dice che un anno prima delle elezioni non si deve intervenire con legge elettorale. Quindi, io sono scandalizzato dalla sua risposta e dal comportamento criminale del Governo e del Ministero dell'interno.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00247


Atto 2/00114 abbinato in data 18/11/2013 Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'INTERNO MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 30/07/2013

ITER CONCLUSO il 18/11/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 18/11/2013 SOTTOSEGRETARIO DI STATO MANZIONE DOMENICO INTERNO REPLICA MELILLA GIANNI 18/11/2013 SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

MELILLA. Al Ministro dell'interno, al Ministro per l'integrazione. Per sapere premesso che: i centri di identificazione ed espulsione (cie) hanno manifestato il loro totale fallimento; ad avviso dell'interrogante rinchiudere persone sino a 48 mesi, oltre che un'inqualificabile forma di carcerazione, un enorme spreco di risorse pubbliche; nel 2012 sono state trattenute 7700 persone e ne sono state rimpatriate meno della met; un numero insignificante se rapportato al dato ufficiale, e sicuramente sottostimato, di 326 mila immigrati senza documenti presenti in Italia, secondo lo studio della fondazione Ismu; grave, inoltre, la situazione sotto l'aspetto dell'ordine pubblico: sono ripetute e costanti le violazioni dei diritti umani dei trattenuti, gli episodi di autolesionismo, le fughe, le violenze, le rivolte, le risse e le denunce di maltrattamenti; il sovraffollamento nei centri di identificazione ed espulsione ormai a livelli impressionanti: a Lampedusa ve ne sono 977 in un centro che, al massimo, ne potrebbe ospitare 300; i costi per la gestione dei centri di identificazione ed espulsione sono ormai insostenibili; anche i sindacati di polizia ritengono queste strutture una sorta di lager per immigrati e poliziotti : quali iniziative intendano assumere per superare in tempi rapidi i centri di identificazione ed espulsione.

Svolgimento
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Matarrelli n. 2-00114 e all'interrogazione Melilla n. 3-00247, concernenti iniziative per il superamento dei centri di identificazione ed espulsione che, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente Chiedo al deputato Melilla se intenda illustrare l'interpellanza Matarrelli n. 2-00114, di cui cofirmatario, per quindici minuti, o se si riservi di intervenire in sede di replica.
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GIANNI MELILLA. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il Ministro ed il sottosegretario per la cortese disponibilit all'interpellanza, di cui sono cofirmatario, ed alla mia interrogazione, che vertono appunto su un argomento abbastanza di attualit e, per molti versi, anche drammatico nei suoi risvolti umani, quale quello dei centri di identificazione ed espulsione. La nostra interpellanza partita da un servizio pubblicato sul The New York Times e ripreso dalla rivista Internazionale e dal rapporto dei Medici per i diritti umani, che hanno svolto un'ampia indagine conoscitiva sulla realt dei centri di identificazione ed espulsione del nostro Paese. Le conclusioni di questo rapporto sono inequivocabili. Il rapporto dei Medici per i diritti umani afferma: a quindici anni dalla loro istituzione i centri di identificazione ed espulsione si confermano strutture congenitamente incapaci di garantire il rispetto della dignit e dei diritti fondamentali della persona. Abbiamo ancora dinnanzi a noi le immagini terribili degli immigrati che sbarcavano a Lampedusa, centinaia dei quali purtroppo sono morti, una realt drammatica, un esodo biblico, che si vorrebbe fronteggiare con i pattugliamenti in mare e con un centro di identificazione ed espulsione che a Lampedusa pu ospitare fino a 300 persone, ma che ne contiene normalmente pi di mille. Le condizioni di vita di queste persone in questi centri sono molto gravi; sono disumani, inefficaci, costosi. Le rivolte si susseguono, purtroppo, in tutta Italia e in questi centri sono frequenti le violenze, le fughe, le risse, i maltrattamenti, la promiscuit, l'autolesionismo e, spesso, ci sono anche fenomeni di tentati suicidi e anche di suicidi. Alcuni centri di identificazione ed espulsione, tra l'altro, sono stati anche chiusi, proprio in considerazione di questa estrema difficolt a una loro efficacia. Gli stessi sindacati di polizia, ai quali va il mio plauso per il modo anche umano con il quale si rapportano a questa realt, considerano l'hanno scritto in parecchi documenti sindacali queste strutture quasi dei lager. Trattenere sino a quarantotto mesi queste persone immigrate, oltre che un'inqualificabile forma di carcerazione, un enorme spreco di risorse pubbliche. Tra l'altro, dobbiamo dire anche che l'efficacia di queste strutture dal punto di vista del contrasto nei confronti dell'immigrazione irregolare molto relativo. I dati del 2012 ci dicono che solo il 50 per cento di questi immigrati irregolari detenuti nei centri sono stati effettivamente espulsi, una minima percentuale se teniamo conto che in Italia non ci sono dati ufficiali, ma c chi parla di 440 mila persone che attualmente sono presenti in modo irregolare e vivono in Italia. Tra l'altro, accanto a questi CIE, si sono verificati anche scandali e casi di corruzione, proprio perch sono delle strutture che vivono borderline, anche rispetto ad un funzionamento fisiologico di una struttura democratica. A questo punto noi riteniamo che sia necessario un bilancio lo diciamo in modo non assolutamente ideologico, lo diciamo in modo molto sereno sull'efficacia di queste strutture, capire se servono oppure, come noi sosteniamo, sono delle strutture non solo inutili nel contrasto all'immigrazione irregolare ma anche dannose, in quanto disumane, inefficaci e fonti di sprechi enormi. Per questo, a quindici anni dalla loro istituzione, in generale si ritiene necessaria una revisione della legislazione in materia di immigrazione. All'interno di questa revisione, naturalmente vi sono dei picchi, delle emergenze vere e proprie che vanno affrontate anche subito, prima che avvenga questo disegno di riforma complessivo che quello appunto di superare i CIE, di scegliere nuove strade e, quindi, di evitare che ci sia una forma di detenzione inqualificabile che sicuramente viola il dettato costituzionale e che pu arrivare per queste persone a prevedere la loro carcerazione senza alcun processo, proprio perch c questo reato di clandestinit, addirittura fino a quarantotto mesi. Quarantotto mesi sono quattro anni, cio un'enormit. Tutti i servizi televisivi, le ispezioni e le visite che abbiamo fatto ci dimostrano come non sia possibile vivere in queste strutture per cos lungo tempo e come sia necessario che ci sia una diversa valutazione e gestione dell'immigrazione clandestina da parte dello Stato italiano. PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, ha facolt di rispondere. DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, trattandosi di un'interrogazione e di un'interpellanza come lei stesso ha ricordato aventi sostanzialmente il medesimo oggetto, mi permetterei di rispondere congiuntamente, intanto segnalando alcuni dati che non elidono e non annullano il problema reale che stato sollevato dagli interroganti, ma che tuttavia consentono diciamo
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cos di affrontarlo nella sua giusta dimensione. Lampedusa, prima di tutto. In realt, Lampedusa non un CIE, un centro di prima accoglienza, quindi i soggetti che transitano da Lampedusa non transitano per essere riespulsi, ma in realt transitano per poter essere smistati all'interno poi delle strutture capaci di dare accoglienza ai migranti, tanto pi che, in base agli ultimi dati e agli ultimi arrivi, si tratta quasi integralmente di soggetti bisognosi di protezione internazionale o richiedenti asilo. Quindi, diciamo che il numero rilevante per via degli sbarchi e dipende dalla possibilit del sistema di assorbirli, ma sicuramente non si tratta di un CIE e, quindi, i soggetti non devono essere l trattenuti per essere espulsi. Per quanto riguarda poi i numeri a cui faceva riferimento il quotidiano che lei citava, sono numeri che possono essere considerati attendibili solamente se visti in una logica complessiva, per cos dire, perch i centri CIE attualmente aperti (infatti molti, come lei giustamente ricordava, sono ahim chiusi proprio per le ragioni che lei ha gi esplicitato), in realt hanno una capienza virtuale, quindi sulla carta, di non pi di 1.800 o 1.900 posti; di questi, attualmente, ne sono coperti all'incirca 500 (ovviamente i dati variano continuamente a seconda delle espulsioni che si riesce a fare e a seconda dei nuovi ingressi che si ottengono). Quindi, diciamo che i dati possono raggiungere le cifre di cui parlava il quotidiano che lei ha rammentato, solamente se si tiene conto delle porte girevoli, cio se si fa una somma di tutti quelli che, a rotazione, passano all'interno delle strutture, altrimenti i dati sono molto pi contenuti nei termini in cui ho detto. Con riferimento alla normativa europea, ovviamente, la presenza dei CIE volta alla rimozione degli ostacoli che transitoriamente impediscono di effettuare il rimpatrio: essenzialmente l'identificazione, in buona sostanza, come sappiamo tutti, e, da questo punto di vista, devo dire per che il tempo massimo di mantenimento assai pi ristretto rispetto a quello che stato sottolineato. Potrebbe sicuramente essere pi breve, come dir poi nella parte finale, anche perch il picco dell'identificazione si realizza in realt in tempi pi ristretti rispetto al termine massimo che consente il trattenimento nei CIE. Per quanto riguarda le percentuali degli espulsi, negli ultimi anni, la percentuale di stranieri allontanati dall'Italia dopo il collocamento nei CIE stata superiore al 50 per cento, mentre quella delle persone dismesse da tali centri, perch non identificate, stata di poco pi del 9 per cento nel 2011 e del 5 per cento nel 2012. Per il 2013, si conferma sostanzialmente il trend di cui ho appena parlato, cio la percentuale degli allontanati attorno al 47 per cento, quella relativa ai dismessi per mancata identificazione di poco superiore al 5 per cento. Il Ministero dell'interno svolge, sia direttamente, sia tramite le prefetture territorialmente competenti, un costante monitoraggio sulle condizioni di vivibilit di tali strutture e sui servizi soprattutto offerti, secondo le modalit del capitolato unico per la gestione dei CIE, dal momento che, in effetti, la gestione non a carico del Ministero dell'interno, ma delle societ che si aggiudicano il procedimento di evidenza pubblica, effettuato per la gestione dei centri stessi. In particolare, viene verificata la regolarit dei servizi appaltati, nonch la correttezza dell'erogazione del servizio di assistenza socio-sanitaria, psicologica ed infermieristica, finalizzata a garantire la salute psicofisica degli ospiti. In caso di disservizio, le stesse prefetture applicano una penale del 3 per cento del corrispettivo mensile ed il risarcimento del maggior danno e, in caso di grave inadempienza, hanno la facolt di risolvere il contratto, come pi volte avvenuto anche di recente, nei mesi scorsi. Il Ministero dell'interno sempre al fine di garantire il rispetto dei diritti umani e civili degli stranieri presenti all'interno delle strutture per immigrati si avvale, altres, della collaborazione di organismi ad hoc, quali il Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libert, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, la Croce rossa italiana, l'Agenzia dell'ONU per i rifugiati e la Caritas, con i quali le singole prefetture stipulano apposite convenzioni volte a garantire attivit di assistenza o a sviluppare progetti in collaborazione con l'ente gestore. In questo contesto sono state istituite, presso ciascuno dei centri governativi, apposite commissioni con il compito di svolgere verifiche secondo una cadenza periodica che, ovviamente, ha come obiettivo quello di verificare il rispetto delle convenzioni che sono state stipulate. Al di l dei risultati cui perverranno le commissioni, il monitoraggio effettuato ha senz'altro evidenziato
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alcune difficolt, come del resto lei stesso ha sottolineato e che inutile nasconderci. Del resto, dove pi forte il livello di attrito e di conflittualit e pi elevato il numero degli immigrati ospitati anche pi alta la possibilit che si verifichino problemi legati alla sicurezza e alla gestione dell'ordine pubblico, con il conseguente irrigidimento delle misure di sorveglianza. Il Governo ben consapevole che questi problemi vanno affrontati con decisione. Corrisponde, pertanto, a un preciso impegno dell'Esecutivo, pur nelle attuali ristrettezze di bilancio, promuovere un significativo miglioramento delle condizioni dei CIE. Del resto, gli episodi di tensione e i disordini che hanno interessato anche di recente come lei stesso ha ricordato dianzi alcuni dei centri dislocati sul territorio nazionale dimostrano chiaramente che sussiste l'esigenza di intraprendere iniziative finalizzate ad assicurare sempre migliori standard di accoglienza e un maggior livello di sicurezza degli ospiti e degli stessi operatori di PS, che non di rado si trovano coinvolti in altre vicende, diciamo cos, estranee alle loro funzioni. In tal senso, anche senza arrivare a ipotizzare una soppressione di tali strutture, che potrebbero ritenersi ancora necessarie sotto diversi profili e, soprattutto, ripeto, per quanto riguarda l'identificazione, si ritiene che possano essere riviste alcune modalit di funzionamento nonch la struttura dei CIE, per recuperare condizioni di maggiore vivibilit ordinaria e nel rispetto di tempi strettamente funzionali all'identificazione (non un giorno di meno, non un giorno di pi). Sotto il primo profilo, compatibilmente con le risorse economiche disponibili, si potr intervenire sui criteri posti a base d'asta per l'aggiudicazione degli appalti di gestione, anche modificando l'elenco dei servizi previsti dall'attuale capitolato unico. Finora probabilmente le gi noto e lo rammento, quindi, pi per me stesso stata privilegiata la proposta al massimo ribasso. L'idea quella di cercare di ridurre il numero dei servizi, in maniera da rendere la base d'asta, diciamo cos, conforme rispetto ai servizi da apprestare, oppure diversificare la base d'asta con riferimento alle presenze, perch, essendo i costi fissi sempre gli stessi, evidentemente la presenza di un numero di persone ristretto pu essere affrontata con una base d'asta maggiore rispetto a quella dove il numero di presenze maggiore. Ulteriori iniziative, che coinvolgono anche altre amministrazioni, dovranno essere e saranno attentamente valutate dal Governo. Mi riferisco, in particolare, alla necessit di rafforzare gi in carcere, visto che il numero dei soggetti che finiscono nei CIE e hanno gi scontato pene detentive elevatissimo, l'espletamento dell'attivit di identificazione, in maniera tale che chi ha patito una pena non sia poi costretto, per cos dire, a patirne un'altra impropria, dopo che ha gi pagato il suo conto con la giustizia. Questi interventi sarebbero finalizzati a garantire una gestione trasparente ed efficiente dei centri, nel pieno rispetto della dignit degli stranieri che entrano nel nostro Paese. Per altri aspetti e, in particolare, per quanto riguarda la durata, ovviamente necessario un percorso normativo di pi ampio respiro (le misure di cui ho parlato finora possono essere adottate anche da un punto di vista strettamente amministrativo). Come dicevo, dunque, essendo necessario un percorso normativo di pi ampio respiro, per i tempi dovranno essere effettuate approfondite valutazioni, nella consapevolezza che tali iniziative necessitano di un sostanziale contributo parlamentare, considerata la particolarit della materia destinata inevitabilmente a incidere sul delicato equilibrio tra sicurezza e diritti fondamentali della persona. PRESIDENTE. L'onorevole Gianni Melilla ha facolt di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Matarrelli n. 2-00114, di cui cofirmatario, e alla sua interrogazione n. 3-00247. GIANNI MELILLA. Signor Presidente, naturalmente io apprezzo il tentativo di manutenzione che il sottosegretario ci dice volere essere il prossimo impegno del Ministero dell'interno. Per, non posso assolutamente essere soddisfatto, diciamo, da questo approccio minimalista, perch quello che noi abbiamo chiesto rivedere complessivamente l'efficacia di questi centri ma, pi in generale, il modo in cui noi affrontiamo il tema dell'immigrazione in generale e dell'immigrazione clandestina in particolare. Quando a Lampedusa, infatti, come giustamente lei rilevava, al Centro di prima accoglienza abbiamo una situazione ingovernabile, caotica da ogni punto di vista, naturalmente questo non ascrivibile ad una scelta diabolica, diciamo, dello Stato italiano, di non prevedere che possono arrivare migliaia di persone contemporaneamente. Noi pensiamo che ci sia una sottovalutazione purtroppo del livello di sofferenza, di disagio, che coinvolge una parte enorme della popolazione che vive al di l del Mediterraneo, nell'Africa al di l del deserto, nell'Africa subsahariana, e che affronta viaggi, odissee vere e proprie per attraversare prima
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il Sahara e poi il Mediterraneo e arrivare da noi. chiaro che bisogna predisporre una strategia sull'altra sponda del Mediterraneo. Bisogna innanzitutto cercare di prevenire la partenza di queste persone, attraverso un accertamento dello status di rifugiati di questa persona in quei Paesi, attraverso degli accordi bilaterali, attraverso una politica dell'immigrazione che eviti che queste persone si mettano in viaggio su quelle carrette, che mettano in pericolo la loro vita e creino un disagio generale a loro e anche alle popolazioni, per esempio, di Lampedusa rispetto alle quali invece dobbiamo evidenziare la grandissima generosit, il modo in cui si sono fatti carico di questo disagio, facendo prevalere un atteggiamento di solidariet umana e cristiana nei confronti di queste persone. Quindi, ecco, la nostra proposta quella di chiudere i centri di identificazione e di espulsione, di avere una politica di prima accoglienza diversa, di avere complessivamente nei confronti dell'immigrazione un atteggiamento diverso, perch non come diceva Andrea Riccardi alzando le saracinesche che noi possiamo pensare di impedire all'acqua che viene dall'Africa di entrare nelle nostre case, perch l'acqua il mare lo trova sempre, ogni fiume trova sempre il mare. Quindi noi dobbiamo essere in grado di favorire, attraverso una politica diversa dell'immigrazione, la creazione di condizioni che consentano a queste persone di vivere in maniera diversa nei posti in cui sono nate e in cui risiedono. Quindi noi siamo insoddisfatti di questa risposta. Del resto il Ministro e il Sottosegretario lo sanno, perch abbiamo sviluppato molte iniziative pubbliche, anche a livello locale dove sono questi CIE. Noi chiediamo che queste strutture chiudano.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00238


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA SALUTE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 30/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro della salute. Per sapere premesso che: i 6 ospedali psichiatrici giudiziari dovevano essere chiusi il 31 marzo del 2013, ma i ritardi dello Stato e delle regioni nella realizzazione delle strutture alternative in cui curare e recuperare i mille detenuti malati di mente, hanno costretto il Parlamento a prorogare la loro chiusura di un anno; la Commissione di inchiesta della passata legislatura presieduta dal senatore Ignazio Marino ha documentato una inaccettabile violazione della dignit umana negli ospedali psichiatrici giudiziari : quali siano: a) i piani dettagliati delle regioni per realizzare le strutture alternative agli ospedali psichiatrici giudiziari; b) le azioni del Governo per garantire che gli ospedali psichiatrici giudiziari siano effettivamente chiusi entro il 31 marzo 2014.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00181


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 04/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 04/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: il terzo rapporto ISTAT sulla non autosufficienza, pur nella difficolt di una definizione univoca e condivisa, stima che circa il 5 per cento della popolazione italiana oltre i 6 anni sia affetta da disabilit, per un totale stimato di circa 2.800.000 persone, di cui 170 mila sono assistite in strutture extrafamiliari. Poco meno di 700.000 persone disabili risulterebbero totalmente dipendenti da terzi per lo svolgimento delle attivit elementari della vita quotidiana. L'80,7 per cento delle persone definite non autosufficienti ha et superiore ai 65 anni; secondo una rilevazione ISTAT l'80 per cento delle famiglie con disabili non risultano assistite dai servizi pubblici a domicilio e, tra queste, oltre il 40 per cento delle famiglie con disabili al Sud e il 36,5 per cento, nelle isole ne avrebbe necessit; in uno scenario che vede la drastica riduzione del finanziamento pubblico dei servizi sociali, e in particolare di quello destinato alla non autosufficienza, il carico assistenziale si va sempre pi spostando sulle rete informale che circonda la persona con disabilit; in questo nuovo modello di cure domiciliari, assume particolare rilievo la figura del caregiver familiare. Il caregiver il parente o affine che si prende cura a domicilio, o per situazioni definite e particolari all'interno delle strutture della rete, del proprio familiare (persona fragile e non autosufficiente) di qualunque et, in modo prevalente o continuativo, seppure per livelli di intensit diversi, provvedendo a tutte le funzioni quotidiane dei bisogni primari (igiene personale, alimentazione e altro) e alla cura della persona, aiutando ed integrando prestazioni di carattere sanitario-assistenziale. Spesso l'individuazione del caregiver avviene per necessit, per designazione familiare o attraverso un meccanismo di selezione spontaneo da parte di un congiunto che volontariamente si assume l'impegno di assistere il parente, instaurando una relazione pressoch esclusiva (fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, novembre 2011): il coordinamento nazionale famiglie di disabili gravi e gravissimi ha intentato causa contro lo Stato tramite i tribunali di Roma (depositata il 9 giugno), Milano (depositata 22 giugno) e Palermo (depositata il 29 giugno), al fine di sollecitare un provvedimento finalizzato alla regolamentazione legale della tutela dei malati gravi e delle loro famiglie, a fronte della sentenza del 17 luglio del 2008 della Corte di Giustizia europea che prescrive, a livello comunitario, la protezione da qualunque forma di discriminazione non soltanto della persona disabile, ma anche, e nello stesso modo, dei familiari che di essa si prendono cura; in altri Paesi dell'Unione europea prevista per i family caregiver una forma di tutela sanitaria e assicurativa, che comprende il riconoscimento delle condizioni usuranti del lavoro di cura prestato. Nel nostro Paese la legge 3 dicembre 1999, n. 493 (Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell'assicurazione contro gli infortuni domestici) prevede solo una tutela assicurativa obbligatoria contro gli infortuni domestici per le persone tra 18 e 65 anni di et che svolgano lavoro domestico in modo non occasionale e che non abbiano altre tutele assicurative; la norma prevede peraltro l'indennizzabilit solo per una invalidit residua che sia pari o superiore al 27 per cento : quali iniziative, anche normative, intenda adottare per far fronte alle gravi lacune sopra evidenziate in materia di finanziamento dei servizi sociali, con particolare riguardo a quelli destinati alle persone non autosufficienti, e in materia di sostegno alle reti informali di assistenza a tali categorie di cittadini, con
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particolare riferimento alla figura del caregiver, anche relativamente alla contribuzione previdenziale e nel caso lavoratore, ai permessi personali da utilizzare per le attivit di cura prestate.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00118 Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 12/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 12/06/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: il gruppo Selex ES ha presentato alle organizzazioni sindacali un piano di riorganizzazione industriale che prevede una eccedenza di 1.938 lavoratori, di cui 840 diretti e 1.098 indiretti; dal 1o luglio 2013 al 30 giugno 2015 ha annunciato la messa in cassa integrazione straordinaria a zero ore di 1.822 lavoratori e sempre nello stesso periodo i restanti 10 mila lavoratori faranno fermate periodiche di cassa integrazione di 4 ore settimanali; naturalmente i sindacati unitariamente hanno respinto queste scelte e chiesto di condividere le scelte di riorganizzazione industriale del gruppo attraverso un piano che utilizzi gli ammortizzatori sociali in una chiave di solidariet sociale e di risanamento e di rilancio delle attivit produttive; a Chieti scalo in Abruzzo interessato il sito Selex ES che conta 118 addetti e rappresenta una delle poche fabbriche sopravvissute dalla crisi industriale che ha investito in questi anni l'intera Val Pescara; i sindacati hanno scioperato marted 11 giugno 2013 : quali iniziative intendano assumere per la ricerca di un accordo tra le parti sociali che tuteli l'occupazione e operi per il risanamento di un gruppo industriale strategico per l'Italia come la Selex ES.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00088


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 29/05/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 29/05/2013 ITER CONCLUSO il 08/10/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 08/10/2013 SOTTOSEGRETARIO DI STATO FERRI COSIMO MARIA GIUSTIZIA REPLICA MELILLA GIANNI 08/10/2013 SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

MELILLA. - Al Ministro della giustizia. Per sapere premesso che: il giovane trentenne Davide Rosci, di Teramo, stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per gli scontri con le forze dell'ordine a Piazza San Giovanni a Roma nel corso di una manifestazione di protesta; da febbraio 2013 in carcere per evasione dagli arresti domiciliari e da allora ha girato 3 case di reclusione, da Castrogno (Teramo) a Rieti e, infine, a Viterbo; nel carcere di Viterbo ha iniziato uno sciopero della fame per evidenziare la grave e disumana situazione dei detenuti e ha denunciato trattamenti gravemente lesivi della dignit delle persone che scontano la pena in carcere; stato sottoposto a lunghi periodi di isolamento che hanno indubbiamente aggravato la sua salute psicofisica; il suo trasferimento a Viterbo ha comportato gravi disagi per la sua famiglia data la distanza dalla sua citt di residenza, Teramo. Viterbo non collegata direttamente a Teramo e occorre fare un lungo giro per raggiungerla; le conseguenze dello sciopero della fame sulla sua salute possono essere gravi; trattandosi di una persona condannata solo in primo grado e, dunque, secondo la Costituzione innocente, si ritiene doveroso accogliere la richiesta dei suoi familiari di un riavvicinamento a Teramo, in un carcere dove sia possibile visitarlo e assisterlo senza i disagi e le spese derivanti da un viaggio oneroso : se non si ritenga di accertare con urgenza le condizioni di salute di Davide Rosci e accogliere la richiesta di riavvicinamento in una struttura carceraria vicina a Teramo per evidenti ragioni umanitarie e costituzionali.

Svolgimento
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Melilla n. 3-00088, concernente elementi ed iniziative in merito alle condizioni di salute di un detenuto nel carcere di Viterbo Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri, ha facolt di rispondere.
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COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, rispondo all'onorevole Melilla in merito alla vicenda del detenuto Davide Rosci, sulla base degli elementi informativi acquisiti dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Il detenuto Davide Rosci, arrestato il 18 febbraio 2013, riveste la posizione giuridica di appellante con fine pena provvisorio al 18 febbraio 2019, essendo stato condannato per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, devastazione e saccheggio. Il 22 febbraio 2013, la direzione della casa circondariale di Teramo, nel comunicare l'avvenuto ingresso del detenuto, ne chiedeva il trasferimento in altra sede penitenziaria, avendo appreso la notizia di possibili manifestazioni di protesta esterne all'istituto volte ad esprimere solidariet al Rosci, considerato un leader nell'ambito del movimento denominato Azione Antifascista di Teramo. In considerazione di tale richiesta, veniva disposta l'assegnazione del detenuto alla casa circondariale di Rieti, ove lo stesso faceva ingresso in data 5 marzo 2013. Il successivo 13 marzo 2013, su segnalazione della casa circondariale di Rieti, che riferiva circa la possibilit di analoghe manifestazioni di protesta in favore del detenuto, il Rosci veniva trasferito alla casa circondariale di Viterbo. Nel carcere di Viterbo, il 22 maggio 2013, il Rosci intraprendeva una protesta pacifica attraverso lo sciopero della fame, al fine di ottenere il trasferimento in una sede penitenziaria vicina ai propri affetti familiari. Durante il periodo di detenzione a Viterbo il Rosci non mai stato sottoposto al regime di isolamento, ha svolto regolari colloqui con i familiari e la fidanzata, ha partecipato con particolare interesse al corso di autobiografia. Inoltre, durante lo sciopero della fame, effettuato dal 22 al 29 maggio 2013, stato costantemente seguito dal personale medico e sottoposto a provvedimento di grande sorveglianza custodiale. Il 28 giugno scorso il detenuto stato nuovamente trasferito presso la casa circondariale di Teramo. In questo istituto il Rosci ha effettuato colloqui visivi con i propri familiari, ha mantenuto una regolare condotta sia con i compagni di detenzione che con gli operatori penitenziari ed risultato essere in buone condizioni di salute. Anche presso il carcere di Teramo il detenuto ha intrapreso uno sciopero della fame, iniziato il 10 settembre e terminato il 16 settembre, con la motivazione di voler sostenere la mobilitazione indetta dal coordinamento dei detenuti per rivendicare migliori condizioni di vita all'interno delle carceri, ed anche presso tale istituto penitenziario il Rosci stato tenuto sotto continuo controllo medico durante lo sciopero della fame ed stato sottoposto a regime di grande sostegno completo da parte degli operatori dell'area sicurezza, dell'area trattamentale, del servizio medico/infermieristico e del servizio psichiatrico. Da ultimo, in data 5 ottobre, essendo venute meno le esigenze di giustizia che avevano giustificato il trasferimento a Teramo, il Rosci stato nuovamente riportato nell'istituto di Viterbo. A tale riguardo, occorre sottolineare che il Rosci era stato trasferito nel carcere di Teramo per esigenze di giustizia; di conseguenza, coerentemente con tale motivazione, una volta cessate le predette esigenze stato disposto il ripristino del precedente stato di detenzione a Viterbo e l'amministrazione ha ritenuto di operare tale scelta anche in conformit con la prassi seguita in altri casi, analoghi a quello in esame, nei quali vi erano ragioni che evidenziavano che, a livello locale, sussistevano rischi per l'ordine pubblico derivanti da possibili manifestazioni pubbliche a favore del detenuto. Tra l'altro, si evidenzia che, anche nel mese di settembre, tali manifestazioni sono state ripetute, creando problemi per l'ordine pubblico. Va anche ribadito che il Rosci non si trova, n si mai trovato, in cattive condizioni di salute e che stato adeguatamente seguito e sorvegliato dal personale medico dei vari istituti penitenziari dove stato ristretto, cos come va riaffermato l'ovvio principio che non possono essere ammesse deroghe o eccezioni alle prassi ed ai regolamenti carcerari, cos ponendo in essere disparit di trattamento tra detenuti, per il solo fatto di mettere in pratica uno sciopero della fame. Quindi i motivi principali per cui stato disposto di nuovo il trasferimento presso l'istituto di Teramo sono dovuti non solo alla cessazione di esigenze di giustizia, ma soprattutto anche a problemi di ordine pubblico che si sono verificati con le manifestazioni effettuate di fronte all'istituto di Teramo. Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Ringrazio per l'attenzione. PRESIDENTE. Il deputato Gianni Melilla ha facolt di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione. Ha cinque minuti.

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GIANNI MELILLA. Signora Presidente, io mi dichiaro, in questo caso, totalmente, insoddisfatto della risposta del sottosegretario per la giustizia. Questo ragazzo innocente ai sensi della Costituzione, perch stato giudicato solo in primo grado e ha avuto una condanna in primo grado. Quindi, tecnicamente, un imputato in attesa di un giudizio e sta scontando il carcere. Per altri procedimenti stato assolto. Quelle esigenze di giustizia, di cui parla il sottosegretario che sono state all'origine del suo trasferimento da Viterbo a Teramo, per sottoporsi ad altri procedimenti giudiziari sempre inerenti la sua attivit politica, si sono concluse con la sua assoluzione. Il motivo per il quale si chiede che questo ragazzo sconti la sua pena pur essendo tecnicamente innocente ai sensi della Costituzione vigente vicino a Teramo, perch suo padre in condizioni di salute del tutto precarie, condizioni gravissime di salute, che gli impediscono di andare a Viterbo. Forse non tutti conoscono la situazione stradale dei collegamenti tra Teramo e Viterbo. Per andare a Viterbo bisogna andare a Roma e poi andare a Viterbo, un giro lunghissimo. una famiglia che ovviamente vuole essere vicina a suo figlio, perch ogni genitore, come ognuno di noi sa, vuole essere vicino ad un figlio che in carcere, e quindi sarebbe stato semplicemente un fatto umanitario acconsentire a che un padre malato potesse visitare periodicamente il proprio figlio in carcere. I motivi di ordine pubblico, che sono legati al fatto che questo ragazzo viene trasferito in un carcere lontano dalla sua citt, sono assolutamente infondati. I motivi di ordine pubblico ci sono perch i giovani antifascisti di Teramo protestano contro questo accanimento nei confronti di questo ragazzo. Quindi esattamente il contrario: pi ci si accanisce contro questo ragazzo e pi si respinge ai margini una parte di giovani. Ognuno di noi potr avere le sue opinioni, e sicuramente i reati di devastazione concernenti una manifestazione ricorderemo tutti che si svolse nell'ottobre del 2011, ovviamente vedono tanti di noi su posizioni di assoluto respingimento nei confronti di queste pratiche politiche illegali, ma questo non vuol dire niente, nel senso che noi siamo in presenza di un ragazzo che dice che non ha assolutamente commesso quei fatti per i quali stato condannato. Lui ha partecipato ad una manifestazione insieme ad altre centomila persone e quindi noi aspettiamo serenamente che la magistratura svolga il suo ruolo, rispettando le sentenze, in questo caso, di primo grado che lo hanno visto condannato. Io ritengo per che il Ministero della giustizia, nell'ambito del rispetto rigoroso dei regolamenti vigenti, debba considerare che il trasferimento nel carcere di Teramo per scontare quella pena possa essere assunto tranquillamente e andare incontro anche a questioni umanitarie che sarebbero anche viste in termini positivi da parte di tanti giovani che fanno parte di questo movimento antifascista, che a Teramo vede tantissimi giovani impegnati in pratiche politiche che sono assolutamente nel solco della democrazia e di quanto prevedono le leggi e la Costituzione italiana. Quindi io chiedo con forza al Ministero della giustizia nell'ambito delle sue prerogative di rivedere questa situazione per motivi semplicemente umanitari perch non pu esser un padre a pagare il prezzo di questa lotta, lo dico tra virgolette, tra lo Stato e il detenuto. E sono con Giorgio Napolitano, con il nostro Presidente, perch quegli scioperi della fame non sono relativi alla sua condizione ma sono relativi alla condizione di tutti i detenuti d'Italia e, quindi, penso che bisognerebbe comportarsi diversamente.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00020


Trasformato il 30/10/2013 in 4/02346 Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/04/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE delegato in data 10/04/2013

ITER CONCLUSO il 30/10/2013 TRASFORMA IL 30/10/2013 TRASFORMATO IL 30/10/2013 CONCLUSO IL 30/10/2013

MELILLA. Al Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. Per sapere premesso che: il servizio civile nazionale consente a tanti giovani dai 18 ai 28 anni di servire l'Italia in modo non armato e non violento, sviluppando un alto senso civico nell'aiuto concreto a persone svantaggiate (dai disabili ai rifugiati, dagli immigrati ai minori a rischio, ai malati terminali), nella cooperazione internazionale all'estero, nella tutela del patrimonio pubblico artistico, ambientale, culturale e nella protezione civile; le risorse finanziarie destinate al servizio civile nazionale sono state ridotte drasticamente di anno in anno: nel 2008 erano 299 milioni di euro, nel 2009 sono scese a 170 milioni, nel 2010-2011 a 100 milioni, nel 2012 a 68 milioni con conseguente inevitabile riduzione del numero complessivo dei giovani impegnati nelle varie attivit; nel 2007 i posti a disposizione per i giovani del servizio civile erano 51.273 a fronte di 104.815 domande, nel 2011 sono scese a 20.157 a fronte di 86.571 domande; per il 2013 la legge di stabilit ha stanziato 71 milioni di euro; altre risorse dovrebbero derivare dal fondo di cui all'articolo 1 comma 270 della legge n. 228 del 24 dicembre 2012; inoltre il Ministro interrogato ha reperito altri 50 milioni di euro che per non chiaro se siano stati ancora assegnati al servizio civile nazionale e che comunque sono ancora insufficienti; nell'annunciare la disponibilit dei 50 milioni di euro aggiuntivi il Ministro aveva assicurato che si sarebbero potuti emanare i bandi 2013 e 2014 per un contingente di 18.800 volontari annui; ad oggi, al di l dello stanziamento aggiuntivo, ancora in corso di perfezionamento, il dipartimento della giovent e del servizio civile nazionale non ha ancora annunciato il contingente di volontari che metter a bando nel 2013; considerando che sul fondo nazionale per il servizio civile sono disponibili 71 milioni di euro per il 2013 e 76 milioni di euro per il 2014, ai quali si andranno ad aggiungere gli altri 50 milioni spalmati sul biennio 2013-2014, si dovrebbe avere una disponibilit annua di circa 98,5 milioni, non sufficiente per l'avvio di 18.800 volontari, per i quali occorrerebbero almeno 112,8 milioni di euro l'anno : quali siano le effettive risorse destinate per il 2013 al servizio civile nazionale, quanti posti sia possibile mettere a bando e quale sia la reale volont politica di aumentare le risorse destinate ad una attivit di alto valore educativo ed essenziale per la formazione nei giovani di valori autenticamente costituzionali.
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01037


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 19/09/2013 Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE) Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 19/09/2013 ITER IN CORSO MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/09/2013 MELILLA. Al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: il decreto legislativo 14 marza 2011, n. 23 recante Disposizioni in materia di federalismo fiscale, all'articolo 10, tratta dell'applicazione dei tributi nell'ipotesi di trasferimento immobiliare, prevedendo che, in relazione agli atti di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 1 del decreto legislativo medesimo, sono soppresse tutte le esenzioni ed agevolazioni tributarie a decorrere dal 1o gennaio 2014; la legge regionale n. 25 del 1988 dispone che i comuni della regione Abruzzo debbano procedere alla verifica demaniale; i comuni hanno avviato le procedure per la sistemazione del demanio in ottemperanza alle disposizioni della richiamata legge regionale n. 25 del 1988; le suddette procedure non sono ancora giunte a conclusione n presumibile che possano esser concluse entro la fine del 2013; un notevole numero di cittadini, possessori di immobili ubicati nei suddetti comuni, interessato alla sistemazione del demanio attraverso il trasferimento coattivo della propriet delle aree di sedime sulle quali insistono le loro abitazioni (secondo le risultanze della verifica demaniale effettuata); la complessit e l'onerosit dell'operazione, in una fase notoriamente critica per l'economia e per il settore edilizio in particolare, sta creando non poche difficolt ai cittadini interessati : se intenda effettuare un monitoraggio sullo stato di attuazione dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 23 del 2011 e qualora rilevasse problematiche simili a quelle descritte in premessa se non ritenga utile un rinvio del termine previsto per la decorrenza della soppressione delle agevolazioni sopra richiamate.

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RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00194


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 04/12/2013 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BOCCADUTRI SERGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/12/2013 MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 04/12/2013 Commissione: V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE) ITER IN CORSO La V Commissione, premesso che: il piano presentato dal Commissario dottor Roberto Cottarelli, nominato dal Consiglio dei ministri il 4 ottobre 2013 ai sensi dell'articolo 49-bis del decreto legislativo n. 69 del 2013, prevede tagli alla spesa pubblica per circa 32 miliardi di euro, articolati in tre anni di esercizio; il suddetto piano prevede il taglio dei prezzi di acquisto di beni e servizi attraverso il rafforzamento del ruolo delle centrali di acquisto e l'ottimizzazione delle procedure di spesa; la razionalizzazione dell'utilizzo degli immobili attraverso il taglio delle spese per locazioni, contratti di fornitura dei servizi energetici, dei global service e della manutenzione; la razionalizzazione e l'accorpamento delle amministrazioni centrali; l'incentivazione della mobilit all'interno della pubblica amministrazione; la riduzione dei costi della politica; la riduzione del numero delle societ partecipate pubbliche; la riorganizzazione della Presidenza del consiglio e di alcuni suoi dipartimenti; la revisione dei contribuiti sull'editoria; il piano prevede esplicitamente dei tagli alla spesa sanitaria che riguarderanno il riassetto organizzativo della rete periferica veterinaria e medica, gli enti vigilati, le centrali di acquisto, i protocolli terapeutici e la revisione dei livelli essenziali delle prestazioni; nonostante il dottore Cottarelli abbia pi volte ribadito che non si tratter di tagli lineari, non vi alcuna traccia delle misure che concretamente saranno adottate; in particolare, non vi alcuna indicazioni su quali saranno le categorie di pazienti che saranno interessati dai tagli, non citata, inoltre, la necessit di ridurre i costi derivanti dalla corruzione e dagli abusi in ambito sanitario, e dalla medicina cosiddetta difensiva (fenomeno in virt del quale il medico, per non incorrere in responsabilit, solito prescrivere medicinali in eccesso); altri interventi sono stati annunciati sulle pensioni; con tagli alle cosiddette pensioni d'oro e alle pensioni di reversibilit, e sulla scuola, l'universit e la ricerca, attraverso una rivisitazione della dimensione delle scuole, dei criteri di finanziamento dell'universit, dell'utilizzo dei docenti inidonei; la necessit di revisione della spesa non si pu tradurre in ulteriori tagli lineari e in riduzione della capacit dello Stato di portare a termine i propri compiti, a partire dalla scuola e dalla sanit pubblica, sino all'assistenza e alla previdenza; come evidenziato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giovannini, la spending review non deve essere intesa come cutting review, eliminando quelle risorse che permettano, ad esempio, di effettuare ispezioni nelle aziende al fine di assicurare il rispetto dei diritti dei lavoratori; risparmi notevoli, stimati da alcuni in 7 miliardi di euro l'anno, si potrebbero realizzare attraverso l'attuazione dell'Agenda digitale, introducendo l'obbligo per i cittadini italiani dell'identit digitale, implementando la fatturazione elettronica e creando l'anagrafe nazionale; gli impiegati della pubblica amministrazione hanno in genere una bassa alfabetizzazione informatica, circostanza dovuta ad un'et media alta, dovuta principalmente al blocco del turn over; nonostante negli ultimi anni sia stato posto un limite all'utilizzo del contante, abbassando la soglia massima di spesa a 1.000 euro, in Italia non si ancora riusciti a eliminare l'abitudine all'utilizzo del cash, che ha un costo sociale di gestione stimato in circa 7 miliardi di euro;
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i principi ispiratori della spending review vogliono che i tagli non incidano in modo negativo sulla qualit dei servizi assicurati dallo stato; impegna il Governo: ad attuare la spending review per potenziare i servizi offerti dallo Stato ai cittadini, non utilizzando i risparmi di spesa unicamente per ridurre il deficit; ad assumere iniziative per riconfigurare i contratti d'appalto di lavori e di forniture al fine di evitare norme capestro per le pubbliche amministrazioni; a non sottrarre ulteriori risorse alla sanit pubblica, limitando i risparmi alla sola riduzione degli sprechi e intervenendo in modo pi deciso nella lotta alla corruzione; a non proseguire nel cosiddetto dimensionamento scolastico, evitando di innalzare il numero minimo di studenti che le scuole devono avere per essere istituti autonomi; ad intervenire nel sistema previdenziale in modo tale da aumentare le pensioni minime, senza tagliare le pensioni di reversibilit, che in Italia costituiscono parte integrante dello stato sociale stante il numero elevato di donne senza lavoro e reddito proprio; a porre al centro della spending review la piena attuazione dell'Agenda digitale, introducendo l'obbligo per i cittadini italiani dell'identit digitale, implementando la fatturazione elettronica e creando l'anagrafe nazionale; a investire sulla formazione e sull'alfabetizzazione informatica della pubblica amministrazione, anche attraverso l'eliminazione del blocco del turn over; a valutare di porre un limite all'utilizzo del contante inferiore a quello vigente, potenziando la diffusione di altri strumenti di pagamento virtuali anche per i pagamenti dei cittadini alle pubbliche amministrazioni, rendendolo obbligatorio sopra una certa soglia; ad investire le risorse risparmiate per potenziare lo stato sociale.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03027

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 20/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA COESIONE TERRITORIALE delegato in data 20/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro per la coesione territoriale. Per sapere premesso che: si apprende a mezzo stampa che si aperto un nuovo fronte investigativo riguardante la ricostruzione de L'Aquila riferito agli appalti pubblici per i restauri delle chiese e dei palazzi storici; i militari del nucleo di polizia tributaria della Finanza si sono presentati nei locali della Curia arcivescovile aquilana per chiedere l'esibizione e la messa a disposizione di copie degli atti legati alla ricostruzione dei tanti edifici di culto ricadenti nella diocesi; l'altro aspetto investigativo riguarda la direzione regionale dei beni culturali dove c stata una verifica degli uomini della polizia con le stesse modalit che le Fiamme gialle hanno usato in Curia. Anche qui sono stati acquisiti atti riguardanti altri lavori pubblici con particolare riferimento agli appalti della gestione del gi commissario per la ricostruzione; gli inquirenti stanno cercando di capire se e in quale misura sono state rispettate le procedure per gli appalti pubblici, a chi sono stati affidati e con quali procedure. Inoltre da chiarire il ruolo avuto dalla direzione regionale del Ministero competente nell'affidamento negli appalti per i restauri dei luoghi di culto : ferma restando l'autonomia della magistratura inquirente, se non intenda fornire chiarimenti sullo stato della ricostruzione de L'Aquila anche per rendere conto dell'impegno del Governo alla massima vigilanza e trasparenza su quanto di competenza sui lavori pubblici in corso a L'Aquila. (4-03027)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03020


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 20/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 20/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro degli affari esteri. Per sapere premesso che: il Ministero degli affari esteri ha programmato un'importante riorganizzazione della struttura consolare italiana nel mondo; tale ristrutturazione si resa necessaria per gli obblighi assunti in materia di riduzione della spesa pubblica; le scelte dei tagli da operare non devono per tradursi in pesanti disagi per gli italiani che vivono e lavorano nel mondo con i quali si deve avere la capacit di rinnovare legami sempre pi intensi e produttivi da ogni punto vista; si parla della soppressione di 33 sedi di cui 3 ambasciate, 11 uffici consolari, 5 istituti di cultura e 8 sezioni distaccate di istituti di cultura; ci sta provocando grande preoccupazione tra le comunit italiane : se non intenda fornire elementi sul piano di riorganizzazione della rete diplomatica italiana anche per chiarire le ragioni delle scelte che si intendono fare e il modo in cui venire incontro ai problemi che si creano ai connazionali che usufruiscono dei servizi delle strutture italiane all'estero soppresse. (4-03020)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02896


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: la Ad Manifatture sita a Corropoli (Teramo) era un'azienda che occupava circa 80 persone; a seguito delle vicende societarie della Sixty, che era il committente principale, sono finite le commesse ed iniziata una crisi finanziaria, che ha avuto come epilogo il concordato preventivo; attualmente in cassa integrazione sono rimaste 19 operaie, il resto in mobilit; il consistente esubero stato gestito in questi anni con la Cassa integrazioni guadagni straordinaria ammortizzatore sociale pagato dai lavoratori e dalle aziende, che stato sottoscritto con verbale al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. stato fatto un primo anno per cessazione dell'attivit, ma poi intervenuto il concordato preventivo, per cui stato sottoscritto un nuovo accordo cambiando la motivazione del pagamento; attualmente la pratica bloccata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali a cui spetta la firma del decreto di assegnazione dell'ammortizzatore sociale, un fatto burocratico che ha per di fatto bloccato tutti i pagamenti da circa 10 mesi; un problema, peraltro che nella provincia di Teramo riguarda almeno un migliaio di lavoratori, di cui la met proprio nel settore tessile-abbigliamento; c inoltre da considerare che se la modulistica per i pagamenti delle indennit da ammortizzatori sociali, che senza il decreto del Ministero non pu essere presentata, viene inviata all'Inps dopo la prima decade di dicembre essa verr acquisita a gennaio: di conseguenza i lavoratori potrebbero ricevere le indennit tra altri due mesi; in una nota le lavoratrici insieme ai sindacati hanno annunciato che nei prossimi giorni ci sar una forte mobilitazione davanti alla prefettura per chiedere di sbloccare i pagamenti : se non intenda procedere con urgenza a firmare il decreto di assegnazione dell'ammortizzatore sociale e sbloccare i pagamenti alle lavoratrici dell'Ad Manifatture. (4-02896)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02895


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/12/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: la Las Mobili stata fondata nel 1976 ed una delle maggiori imprese italiane nel settore del mobile per l'ufficio. La sede principale situata a Tortoreto Lido (Teramo) in Abruzzo ed ha dodici unit operative in Italia: l'azienda esporta in ben 76 Paesi nel mondo; a luglio 2013 la fabbrica ha iniziato un pesantissimo piano di riorganizzazione aziendale: stata aperta la procedura di mobilit per quaranta operai, la maggior parte dei quali in situazione di pre-pensionamento, mentre dal 2 dicembre 2013, altri quaranta verranno espulsi dal ciclo produttivo, messi in cassa a zero ore e mandati in mobilit; tutto ci in base ad un accordo interno tra le parti che non chiarisce nel concreto i termini della situazione e l'aspetto e la forma di questa presunta crisi aziendale; per il 2014 inoltre previsto il ricorso ad un contratto di solidariet per cercare di evitare una nuova espulsione di lavoratori nel numero compreso tra le 40 e le 60 maestranze. Espulsione peraltro assolutamente certa, visto e considerato il processo di esternalizzazione in atto di interi settori della lavorazione, come il reparto carico; uno strano silenzio da parte dell'azienda non lascia intravedere quale sar il vero destino produttivo per la Las Mobili: i lavoratori temono la chiusura definitiva nel giro di qualche anno, o una ristrutturazione aziendale che preveda una esternalizzazione consistente di lavorazioni, restringendo sempre pi l'azienda e mantenendo un'attivit unica con un ristretto numero di operai : se non intenda promuovere una iniziativa coinvolgendo l'azienda, i sindacati, la regione Abruzzo e gli enti locali al fine di salvaguardare il futuro produttivo e occupazionale della Las Mobili. (4-02895)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02892


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 10/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'istruzione, dell'universit e della ricerca. Per sapere premesso che: ad Avezzano (AQ) vi sarebbero dei docenti che impartirebbero lezioni di greco e latino ricevendo quotidianamente in casa studenti e studentesse; l'istruzione in tal modo impartita sarebbe retribuita in nero, aggiungendo all'illecito un grave malcostume fiscale; il decreto legislativo n. 297 del 16 aprile 1994 vieta in modo esplicito tali circostanze in quanto si configura uno stato di grave incompatibilit; se ci fosse accertato ad avviso dell'interrogante sarebbero inficiate anche le valutazioni e gli esami effettuati dai docenti coinvolti in pratiche evidentemente illecite : se non ritenga di disporre procedure di rapido accertamento della situazione ipotizzata; quali iniziative di competenza intenda assumere per reprimere eventuali illeciti e salvaguardare la dignit professionale dei tanti docenti onesti e la seriet degli studenti che non ricorrono a tali pratiche; se non ritenga di sensibilizzare tutti gli istituti scolastici italiani al fine di prevenire tali pratiche illecite nella salvaguardia della seriet della scuola italiana pubblica. (4-02892)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02804

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 04/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro della giustizia. Per sapere premesso che: in data 28 luglio 2011 con una sentenza (n. 248/11) del giudice del lavoro del tribunale di Sulmona, la casa circondariale di Sulmona, stata condannata a pagare lo stipendio pregresso ad un detenuto che aveva lavorato nella cucina della casa di reclusione; in base all'ordinamento penitenziario data possibilit ad un condannato, di trascorrere parte del giorno fuori dall'istituto di pena, per partecipare ad attivit lavorative, istruttive o comunque utili al reinserimento sociale, in base ad un programma di trattamento, la cui responsabilit affidata al direttore dell'istituto di pena; la norma regolatrice l'articolo 22 della legge n 354 del 1975 secondo cui la retribuzione mensile del detenuto lavoratore non deve essere inferiore ai due terzi della retribuzione stabilita per gli altri lavoratori della stessa categoria dal CCNL vigente al momento dello svolgimento delle prestazioni; con una delle prime sentenze in Italia del genere stato disposto anche il pignoramento preventivo dei beni dell'istituto di pena. A vincere la sua battaglia legale, tramite l'avvocato Fabio Cantelmi, Pasquale Contini; la portata della sentenza storica perch sancisce che un lavoratore che svolge la sua attivit all'interno di una casa di reclusione ha diritto a vedere salvaguardata la dignit in tutti i suoi molteplici aspetti compreso quello lavorativo in senso stretto come qualsiasi altro lavoratore; questa sentenza riconosce a Pasquale Contini il pagamento delle prestazioni maturate tra il 2003 e il 2007 pari a 16.277,58 euro da parte del Ministero della giustizia e nella fattispecie il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria; Pasquale Contini oggi vive con una pensione di invalidit di soli 260 euro al mese e a distanza di due anni dalla sentenza il Ministero continua a risultare inadempiente. In una nota il signor Contini minaccia uno sciopero della fame se non avr immediate risposte e chiarimenti circa il mancato pagamento : se non intenda intervenire d'urgenza per riconoscere quanto dovuto al signor Pasquale Contini. (4-02804)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02775

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 03/12/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 03/12/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: l'Enav, la societ che gestisce il controllo del traffico aereo, dal primo gennaio (o dal primo marzo) 2014 declasserebbe l'Aeroporto D'Abruzzo abbassando l'operativit da 24 ore al giorno a 16 ore. Per lo scalo pescarese, che ha gi subito l'azzeramento del traffico commerciale e la cancellazione del volo postale, si prospetta l'ennesimo ridimensionamento; attualmente il controllo del traffico aereo garantito per l'intera giornata solare, per 24 ore. Il piano prospettato dal l'Enav prevede che detto presenziamento si riduca a 16 ore giornaliere, cio nemmeno lo stretto indispensabile per garantire gli attuali voli; la regione Abruzzo dovrebbe fare del trasporto aereo uno dei principali volani per la ripresa di una economia legata al turismo e alle attivit commerciali; per questo non possibile accettare il progetto di ridimensionamento dell'aeroporto regionale d'Abruzzo di Pescara; i sindacati hanno dichiarato che questo atto potrebbe essere un colpo mortale per il futuro dell'aeroporto pescarese e chiedono, in subordine, di ragionare su una riduzione del presenziamento che per non pu scendere sotto le 18 ore giornaliere, unitamente a programmi di reperibilit del personale : se non intenda intervenire per salvaguardare l'operativit dello scalo, mantenendo l'attivit H 24, evitare di mettere a rischio il futuro dell'aeroporto D'Abruzzo e garantire un servizio efficiente ai cittadini e alle imprese abruzzesi. (4-02775)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02748


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 29/11/2013 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 29/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 29/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA e FRANCO BORDO. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: il sindacato Cub Trasporti ha rivolto nei confronti della Manutencoop Facility Management spa, azienda appaltatrice per i lavori delle pulizie dei treni Ntv (Italo), a tutela dei 30 addetti part-time che operano presso la Stazione Ostiense, alcune pesanti denunce su giorni di riposo di fatto annullati, ore di lavoro che si allungano a dismisura ma soprattutto un comportamento intimidatorio e vessatorio nei confronti dei dipendenti; il responsabile Cub Trasporti, Antonio Amoroso, imputa alla Manutencoop FM s.p.a. intimidazioni e minacce, sostenendo che da aprile/maggio 2013 fino alla fine di ottobre 2013, a fronte di una serie di dichiarate interruzioni di corrente elettrica, per alcune ore dal luned al gioved, durante il turno notturno l'azienda ha imposto un sistematico prolungamento dell'orario giornaliero di lavoro fin oltre le 9 ore. Qui, la sera, ai lavoratori, con la minaccia di ritorsioni e provvedimenti da parte di alcuni responsabili, era impedito di non effettuare lavoro straordinario/supplementare anche a fronte di giustificate ragioni ed impegni improrogabili da parte degli stessi dipendenti. In tal modo l'azienda si assicurava che il personale, il quale per un periodo ha trovato addirittura i cancelli di uscita chiusi, terminata l'interruzione della corrente elettrica, riprendesse le attivit e terminasse la fine delle pulizie dei treni in programma. Al pi, ai lavoratori era concesso di attendere il ripristino della corrente in magazzino: un ambiente privo dei minimi requisiti igienici e di sicurezza; la sicurezza un altro tasto su cui batte il sindacato: I lavoratori prestano servizio con guanti monouso in lattice sottile, facilmente lacerabile e perforabile, pur essendo costretti a mettere le mani nei cestini dei rifiuti. Il risultato che in un paio di casi, i lavoratori hanno raccontato di essersi punti con siringhe per insulina usate; secondo quanto rapporta la Cub, per la Manutencoop FM spa un giorno di ferie per il personale impiegato nel turno notturno, consiste solo in qualche ora di permesso su due turni: il servizio si interrompe alle ore 24, dopo averlo iniziato alle ore 21,00 e si riprende alle 00,01 del giorno successivo per terminarsi in orario da definire secondo le esigenze aziendali. Con tale trovata l'azienda in questione priva il lavoratore in ferie del diritto di essere esonerato da un turno di lavoro completo: un escamotage per far fronte al sottorganico esistente ed imporre ai dipendenti di richiedere 2 giorni di ferie per fruire di un giorno pieno di riposo, svincolandoli dall'obbligo di presentarsi al lavoro sempre e comunque. Analogo approccio la Manutencoop FM spa lo ha imposto ai dipendenti a cui il medico del servizio sanitario nazionale prescrive la malattia: anche in tal caso i lavoratori sono esentati da un turno completo se e solo se il certificato medico prescrive 2 giorni di riposo. Inoltre ai lavoratori a tutt'oggi non sono state consegnate le buste paga, in molti casi anche a
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partire dal marzo 2013, negando la possibilit ai dipendenti di verificare la regolarit del pagamento delle competenze maturate e se gli straordinari sono stati regolarmente riconosciuti o se le ore lavorate in pi o trascorse sul luogo di lavoro in attesa della ripresa del servizio interrotto a fronte della mancanza di corrente elettrica siano state regolarmente retribuite o erroneamente considerate recupero delle ore non lavorate; la Cub aggiunge sia che ai lavoratori viene negato l'adeguato vestiario mettendo in pregiudizio la salute dei dipendenti; la Cub Trasporti, alla quale si sono iscritti circa la met dei lavoratori coinvolti, ovviamente ha scritto a Manutencoop FM spa ed a Ntv, nonch alla prefettura, ottemperando agli obblighi sindacali previsti dalla legge 146 del 1990 e successive modificazioni, preliminarmente all'indizione di uno sciopero. Convocata a Palazzo Valentini, la Manutencoop FM spa, pur dichiarandosi sensibile alle tematiche sollevate e senza mai confutarle e/o negare la fondatezza di quanto sollevato, non entrata nel merito delle questioni oggetto della vertenza dichiarando di non voler intrattenere relazioni sindacali con la Cub Trasporti, in quanto non firmataria del contratto aziendale; il rappresentante del prefetto, stigmatizzando il comportamento della Manutencoop FM spa che non interessata a ci che ha denunciato il sindacato di base, ha sottolineato che la partecipazione attiva alle procedure di raffreddamento sempre doverosa. Il rappresentante del Prefetto ha inoltre sollecitato la Manutencoop FM spa affinch le questioni sollevate siano tenute in adeguata considerazione; la Cub Trasporti denuncia che la Manutencoop FM Spa tentando di impedire che i lavoratori si dotassero di una legittima rappresentanza sindacale fino ad allora inesistente nell'unit produttiva di Roma-Ostiense, dopo essersi opposta al riconoscimento delle RSA del sindacato di base, ha tentato di ostacolare il regolare svolgimento delle elezioni delle RSU indette dalla suddetta organizzazione sindacale e ha confutato la legittimit dei delegati eletti dal 51 per cento dei dipendenti, utilizzando argomentazioni pretestuose ed infondate, legate ad una fantasiosa interpretazione dell'accordo interconfederale del 31 giugno 2013, a quanto pare neppure sottoscritto dalla Legacoop al momento dell'indizione delle elezioni RSU stesse e comunque in barba allo spirito della Sentenza 231 della Corte Costituzionale relativamente al riconoscimento della oggettiva rappresentanza di un sindacato : se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa; quali iniziative intenda prendere per verificare se Manutencoop FM s.p.a. adempia agli obblighi previsti dalle norme vigenti in tema di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, nonch al rispetto delle normative legali e contrattuali in tema di trattamento dei lavoratori, con particolare riferimento alle questioni citate in riferimento alla fruizione della malattia, delle ferie, dei permessi; come ritenga di intervenire nei confronti della Manutencoop FM spa, che a dispetto dei principi e dei valori enunciati nel codice etico redatto dalla societ stessa in merito alle politiche del personale, sembra addirittura sottrarsi agli obblighi contrattuali e normativi a danno dei lavoratori, peraltro in alcuni casi mettendo a repentaglio l'integrit psicofisica dei dipendenti; se e come voglia favorire un interessamento anche della societ Nuovo trasporto viaggiatori spa (Italo) affinch si accerti che anche la societ che gestisce l'appalto della pulizia dei treni si attenga, in materia di trattamento del personale e di riconoscimento dei diritti dei lavoratori anche al complesso di regole e valori espressi nel Codice Etico redatto dalla stessa NTV, consentendo peraltro che tale documento non resti una ampia ma sterile enunciazioni di principi condivisibili perch sistematicamente disapplicati nell'ambito finora descritto; quali interventi voglia promuovere per favorire che i moltissimi appalti della pubblica amministrazione, della sanit, del comparto scuola, di tutti gli enti pubblici, e delle societ da loro controllate non possano essere assegnati e gestiti da societ che si rendono responsabili di gravi comportamenti ed intollerabili inadempienze nei confronti del personale dipendente, in qualsiasi ambito si perpetrino tali illegittime condotte datoriali. (4-02748)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02690

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 27/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 27/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: si sta costruendo, con un finanziamento CIPE, la nuova stazione ferroviaria di Castel di Sangro (AQ) che unificher le 2 attuali stazioni di RFI e Sangritana; al fine di evitare che questa stazione sia un esempio di irrazionalit e spreco di risorse finanziarie pubbliche necessario rivedere la scelta negativa di RFI di chiudere la relazione ferroviaria tra Sulmona e Carpinone che passa appunto da Castel di Sangro e nel contempo ripristinare la relazione tra Lanciano e Castel di Sangro gestita dalla Sangritana e sospesa da 10 anni; la scelta di RFI di insistere sulla chiusura della ferrovia Sulmona-Castel di Sangro-Carpinone priverebbe l'Abruzzo interno montano di un mezzo fondamentale di mobilit che collega due regioni, l'Abruzzo e il Molise, attraversando un territorio ad alta vocazione turistica, sede del pi importante bacino sciistico dell'Appennino (altopiano 5 miglie Roccaraso Rivisindoli) e di 2 parchi nazionali e di varie riserve naturali regionali e statali; mentre la Sangritana ha chiarito che entro 2 anni saranno ultimati i lavori sulla linea Lanciano-Castel di Sangro e il collegamento tra le province di Chieti e L'Aquila torner in funzione, da parte di RFI e Trenitalia non si danno segnali positivi per il ripristino della Sulmona-Carpinone; anche in considerazione della costruzione della nuova stazione di Castel di Sangro si rende necessario un ripensamento di RFI e Trenitalia che salvi la transiberiana d'Italia, come viene chiamata la linea SulmonaCarpinone che si svolge in gran parte ad alta quota e con un innevamento nel periodo invernale : se non intenda intervenire per salvare la relazione Sulmona-Carpinone, rilanciare il nodo ferroviario di Castel di Sangro, favorire una collaborazione tra Trenitalia, RFI e Sangritana e rendere cos produttivo l'investimento di 10 milioni di euro per la costruzione della nuova stazione di Castel di Sangro. (4-02690)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02579

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 19/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 19/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: nel mese di luglio 2013 il Ministero dello sviluppo economico ha accordato alle compagnie Gas Plus Italiana, Medoilgas e Petrorep Italia il permesso di ricercare idrocarburi liquidi e gassosi in un'area vasta 83,19 chilometri quadrati, suddivisa tra i comuni di Bellante, Campli, Controguerra, Corropoli, Mosciano Sant'Angelo, Nereto, Sant'Omero, Torano Nuovo, Tortoreto e Spinetoli; la Gas Plus Italiana potr cos dare avvio al programma di ricerca denominato convenzionalmente Colle dei Nidi che, superata una fase iniziale potr comportare la programmazione di un rilievo sismico e la perforazione di un pozzo esplorativo della profondit di circa 3.500 metri; all'indomani del rilascio del permesso i sindaci dei comuni interessati dal perimetro del progetto (Campli, Controguerra, Nereto, Corropoli, Torano, Sant'Omero, Mosciano, Tortoreto in Abruzzo e Spinetoli nelle Marche) hanno fatto ricorso al Tar esprimendo la loro netta contrariet al programma di ricerca perch a loro avviso comprometterebbe il turismo e la vocazione del territorio alla green economy dato che la ricerca interesserebbe persino aree naturali protette; i legittimi dubbi sul progetto sono confermati dal fatto che l'indagine, come stabilito dalle norme europee, non stata sottoposta ad assoggettabilit da parte del comitato Via (valutazione impatto ambientale) al fine di verificare se la ricerca degli idrocarburi fosse compatibile con le attivit che insistono sul territorio provinciale : se il Ministro dello sviluppo economico non intenda verificare, ai fini della concessione dell'eventuale autorizzazione, il rigoroso rispetto delle normative di protezione ambientale e, in particolare, che sia stata posta in essere la verifica di assoggettabilit alla valutazione di impatto ambientale nel procedimento autorizzativo scongiurando il rischio di un enorme danno ambientale nell'area interessata dal progetto. (402579)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02575

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 19/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 19/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: dal mese di agosto i 120 operai della Martelli Lavorazioni Tessili di Ancarano (TE) non ricevono le indennit del contratto di solidariet in scadenza il 30 Novembre 2013; nei giorni scorsi c stata forte mobilitazione dei lavoratori dell'azienda ed stata indetta una giornata di sciopero con un presidio di fronte alla Martelli, allo scopo di sollecitare l'azienda ad anticipare le indennit relative al contratto di solidariet; a seguito dell'incontro i vertici aziendali hanno dichiarato di non avere la liquidit necessaria per anticiparla e che sarebbero disposti a prorogare il contratto di solidariet solo per una parte dei dipendenti; all'inizio di ottobre 2013, infatti, stata avviata dalla Martelli la procedura di mobilit per 85 lavoratori; in una nota i sindacati hanno sollecitato i vertici aziendali a riportare all'azienda di Ancarano le commesse che oggi vengono lavorate in altri stabilimenti della stessa societ, per rendere cos possibile la sottoscrizione e la gestione di un contratto di solidariet, che permetterebbe il mantenimento dei livelli occupazionali attuali : se non intenda promuovere una iniziativa con l'azienda, i sindacati e gli enti locali al fin di sottoscrivere un contratto di solidariet per la salvaguardia dei livelli occupazionali. (4-02575)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02533

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 14/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 14/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: Trenitalia ha cancellato alcuni anni fa la relazione secolare tra Pescara e Napoli che collegava via Sulmona le regioni Abruzzo, Molise e Campania; di quella relazione ferroviaria era rimasto il pezzo Sulmona Carpione, chiamata la Transiberiana d'Italia, che collegava Abruzzo e Molise che per nell'ottobre 2012 stato sospeso con gravi ripercussioni sul turismo e sull'economia delle zone montane oltre che sulla qualit della vita delle popolazioni coinvolte; questa relazione ferroviaria fu inaugurata nel 1892 e dopo pi di un secolo di vita ora si vorrebbe sopprimerla del tutto privando l'Appennino abruzzese e molisano di ogni collegamento ferroviario; tale relazione peraltro attraversa un territorio bellissimo, che ospita il parco nazionale della Maiella Morrone, il parco nazionale d'Abruzzo Molise e Lazio, la riserva regionale Monte Genzana, il pi grande bacino sciistico dell'Appennino (altopiano delle 5 miglie di Roccaraso Rivisindoli Pescocostanzo) e collega decine di piccoli paesi montani, che soprattutto d'inverno, con la neve, hanno seri problemi di mobilit; la scelta minacciata da Rete Ferroviaria Italiana di sopprimere l'infrastruttura ferroviaria gravissima e deve essere rimessa in discussione nel quadro di un rilancio nazionale del sistema ferroviario nazionale e in particolare delle zone montane e a pi alta vocazione turistica; recentemente a Rivisondoli (AQ) vi stata una grande assemblea popolare a cui hanno partecipato decine di amministratori abruzzesi e molisani e di tanti operatori economici e turistici che hanno posto con forza il problema del rilancio del collegamento ferroviario Sulmona Carpinone nel quadro di concreti progetti di valorizzazione turistica dell'area interessata : se non intenda svolgere, per quanto di competenza, un'urgente iniziativa di sensibilizzazione nei confronti di RFI spa per rivedere la sua scelta e rilanciare la relazione Sulmona Carpinone. (4-02533)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02478


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 12/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELLA SALUTE MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 12/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: la VECO Fonderia Smalteria s.p.a. di Martinsicuro (Teramo), copre attualmente un area di 62.000 metri cui 23.000 coperti. Opera da sempre nel settore delle fusioni di ghisa ed una delle pi moderne ed attrezzate fonderie d'Italia. La produzione giornaliera di circa 150 tonnellate e d stabile occupazione a oltre 160 unit tra diretti e indotti; dopo l'esposto in comune da parte di alcuni abitanti delle vicinanze della fabbrica e la conseguente rilevazione dell'Arta, il sindaco di Martinsicuro, Camaioni, ha emanato un'ordinanza (n. 185 del 13 settembre 2013) che impone alla Veco di adottare tutti i provvedimenti necessari al fine di rientrare nei limiti di legge sulla rumorosit prodotta dai propri impianti produttivi; conseguentemente a tale provvedimento sono stati ridotti i turni di lavoro da parte dell'azienda (quello notturno cui venivano caricati i forni e dunque quello pi rumoroso), con una perdita sulla produzione, stimato intorno al 20-25 per cento; l'azienda in una nota ha fatto sapere che con i turni ridotti diventa impossibile rispettare i tempi di eventuali immesse mettendosi a rischio di pagare delle penali; un problema, quello delle emissioni acustiche, che parte da lontano, quando con l'ormai noto emendamento della delibera del 2007 si inser la Veco in zona acustica 5, quella dove dovrebbero essere inserite le industrie. Il problema cruciale di una Veco in zona 5 riguarda la corretta creazione di aree contigue visto che la legge vieta la disposizione di fasce acustiche con differenze di decibel superiori a 5. Contro tale ordinanza l'azienda ha presentato ricorso al TAR, che dovrebbe pronunciarsi per il 20 novembre; Confindustria ha scritto una lettera ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Andrea Orlando e dello sviluppo economico Flavio Zanonato oltre che ai vertici regionali e provinciali, al comune, all'Arta e all'Asl per sollecitare un intervento immediato che sblocchi tale situazione; la stessa Confindustria sottolinea che nel 2007 venne approvato il piano di classificazione acustica che poneva la Veco in classe quinta, cio in zona industriale con meno vincoli, ma poi tutto rimasto in sospeso; anche i sindacati chiedono un adeguamento della disciplina per tener conto del caso specifico della Veco, onde evitarne la chiusura. Gli stessi sottolineano come sia fondamentale adeguare il piano acustico e mettere a norma gli impianti produttivi, trovando un equilibrio tra la salvaguardia dei posti di lavori e la salute dei cittadini che vivono nella zona della fonderia e quella degli stessi lavoratori : se non intendano convocare enti locali, vertici aziendali e sindacati per contribuire a trovare una soluzione al problema e scongiurare il rischio di chiusura dello stabilimento Veco tutelando i 160 dipendenti e la salute dei cittadini nell'area. (4-02478)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02386

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 04/11/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 04/11/2013 ITER CONCLUSO il 21/12/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 21/12/2013 PISTELLI LAPO VICE MINISTRO AFFARI ESTERI MELILLA. Al Ministro degli affari esteri. Per sapere premesso che: si apprende a mezzo stampa che, Ahmed Deeb, fotografo dell'Agenzia Foto-giornalistica NurPhoto, con sede a L'Aquila, sarebbe stato aggredito mentre seguiva il rilascio a Gaza dei 26 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane; il reporter avrebbe attraversato il valico di Erez Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza per coprire la liberazione dei prigionieri passando il confine tramite la porta come tutti i giornalisti internazionali; mentre svolgeva le riprese, un poliziotto avrebbe aggredito il fotografo asserendo che lo stesso avrebbe saltato il muro senza utilizzare l'accesso indicato per la stampa accreditata; successivamente sarebbe intervenuta un'altra guardia e insieme avrebbero picchiato brutalmente e in modo indiscriminato il fotoreporter. Ad aggravare ulteriormente la situazione sarebbero intervenuti altri cinque poliziotti che avrebbero picchiato su tutto il corpo il giovane tacciandolo di essere un criminale e un assassino; successivamente trasportato all'ospedale di Kamal Adwan nel nord della striscia di Gaza, per essere curato il referto medico afferma che ci sono state lesioni muscolari alla schiena, lividi e gonfiori al basso ventre, alla spalla e alla mano, e una ferita all'orecchio; numerosi sono i giornalisti che ogni anno vengono arrestati o uccisi: nel 2012 sono 88 i giornalisti uccisi per garantire la libert di stampa, mentre nel 2013, si contano circa 43 reporter assassinati e 184 arrestati : se non intenda immediatamente prendere contatti con il Governo israeliano per chiarire la gravissima vicenda accaduta e sincerarsi della attuali condizioni di salute del fotoreporter Ahmed Deeb. (4-02386)

Risposta scritta pubblicata Sabato 21 dicembre 2013


RISPOSTA. La nostra ambasciata a Tel Aviv, pur non potendo formalmente agire in protezione diplomatica poich il signor Ahmed Deeb non cittadino italiano, avvalendosi di una prassi di collaborazione e cortesia si messa in contatto con il Ministero degli esteri e l'amministrazione militare per i territori occupati (Cogat) israeliani al fine di ottenere informazioni sul caso. Secondo quanto riferito dalle autorit stesse, Ahmed Deeb non risulterebbe essere stato fermato, aggredito
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o ferito da militari israeliani, i quali hanno escluso che l'incidente sia accaduto in territorio israeliano o che abbia visto il coinvolgimento di personale militare israeliano. A supporto di quanto affermato ritengono che se l'incidente fosse avvenuto in territorio israeliano, il fotoreporter sarebbe stato trasportato per cure mediche presso una struttura israeliana e non inviato oltre il confine nella striscia di Gaza. Per tale ragione nulla possono dichiarare circa le sue attuali condizioni di salute. Del resto, da verifiche effettuate dal nostro Consolato generale a Gerusalemme, emerso che, secondo l'associazione per i diritti dei giornalisti in Palestina, Gaza Center for Madia Freedom, il 30 ottobre 2013 il giornalista Ahmad Deeb sarebbe stato aggredito dalle forze di sicurezza di Gaza. Risulta peraltro che lo stesso fotoreporter avrebbe dichiarato alla stampa che l'aggressione subta stata eseguita da Hamas e non da poliziotti israeliani. Il Viceministro degli affari esteri: Lapo Pistelli.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02347

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE delegato in data 30/10/2013 ITER CONCLUSO il 13/12/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 13/12/2013 KYENGE CECILE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE MELILLA. Al Ministro per l'integrazione. Per sapere premesso che: il servizio civile nazionale consente a tanti giovani dai 18 ai 28 anni di servire l'Italia in modo non armato e non violento, sviluppando un alto senso civico nell'aiuto concreto a persone svantaggiate (dai disabili ai rifugiati, dagli immigrati ai minori a rischio, ai malati terminali), nella cooperazione internazionale all'estero, nella tutela del patrimonio pubblico artistico, ambientale, culturale e nella protezione civile; le risorse finanziarie destinate al servizio civile nazionale sono state ridotte drasticamente di anno in anno: nel 2008 erano 299 milioni di euro, nel 2009 sono scese a 170 milioni, nel 2010-2011 a 100 milioni, nel 2012 a 68 milioni con conseguente inevitabile riduzione del numero complessivo dei giovani impegnati nelle varie attivit; nel 2007 i posti a disposizione per i giovani del servizio civile erano 51.273 a fronte di 104.815 domande, nel 2011 sono scese a 20.157 a fronte di 86.571 domande; per il 2013 la legge di stabilit ha stanziato 71 milioni di euro pi altre risorse dovrebbero derivare dal fondo di cui all'articolo comma 270, della legge n. 228 del 24 dicembre 2012; inoltre il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione pro tempore ha reperito altri 50 milioni di euro che per non chiaro se siano stati ancora assegnati al servizio civile nazionale e che comunque sono ancora insufficienti; nell'annunciare la disponibilit dei 50 milioni di euro aggiuntivi il Ministro pro tempore aveva assicurato che si sarebbero potuti emanare i bandi 2013 e 2014 per un contingente di 18.800 volontari annui; ad oggi, al di l dello stanziamento aggiuntivo, ancora in corso di perfezionamento, il dipartimento della giovent e del servizio civile nazionale non ha ancora annunciato il contingente di volontari che metter a bando nel 2013; considerando che sul fondo nazionale per il servizio civile sono disponibili 71 milioni di euro per il 2013 e 76 milioni di euro per il 2014, ai quali si andranno ad aggiungere gli altri 50 milioni spalmati sul biennio 2013-2014, si dovrebbe avere una disponibilit annua di circa 98,5 milioni, non sufficiente per l'avvio di 18.800 volontari, per i quali occorrerebbero almeno 112,8 milioni di euro l'anno : quali siano le effettive risorse destinate per il 2013 al Servizio civile nazionale e quanti posti sia possibile mettere a bando e quale sia la reale volont politica di aumentare le risorse destinate ad una attivit di alto valore educativo ed essenziale per la formazione nei giovani di valori autenticamente costituzionali. (4-02347)

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Risposta scritta pubblicata Venerd 13 dicembre 2013

RISPOSTA. Con l'interrogazione in esame, l'interrogante pone una serie di quesiti in merito al servizio civile nazionale. A tal riguardo, le comunico che venerd 4 ottobre 2013 sono stati pubblicati il nuovo bando per il servizio civile nazionale e i bandi regionali di selezione dei volontari, che complessivamente permetteranno la partecipazione di 15.466 giovani, 502 dei quali da impiegarsi in progetti all'estero. Tale termine ha tenuto conto dell'acquisizione dei pareri favorevoli della Conferenza Stato-regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e della Consulta nazionale per il servizio civile sul documento di programmazione finanziaria per il 2013. Dal punto di vista finanziario, pur nell'attuale difficile contesto economico che aveva comportato delle progressive riduzioni degli stanziamenti per il servizio civile nazionale negli ultimi anni, il mio impegno e quello del Governo stato quello di recuperare ulteriori risorse. Ci ha permesso di avere a disposizione 99.923.540 euro per i bandi del 2013, al netto dei costi generali e di funzionamento e degli oneri finanziari scaturiti dai precedenti bandi. Per quanto riguarda i bandi appena pubblicati, la ripartizione del fondo nazionale per il servizio civile prevede una quota del 54 per cento assegnato al Dipartimento della giovent e del servizio civile nazionale (compresa la quota dei volontari da impiegare all'estero) e la restante, pari al 46 per cento, distribuito tra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Nel bando per gli enti iscritti all'albo nazionale sono stati ammessi al finanziamento 542 progetti da svolgersi in Italia per un totale di 7.614 volontari e 48 da realizzarsi all'estero per 502 volontari, cui si aggiungono i 6 progetti autofinanziati dalla Confederazione nazionale delle misericordie per altri 30 volontari. I 21 bandi delle regioni e delle province autonome permetteranno invece la partecipazione di 7.320 volontari impegnati in 1.189 progetti finanziati dal fondo nazionale per il servizio civile. Il Ministro per l'integrazione: Ccile Kyenge.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02346

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER L'INTEGRAZIONE delegato in data 30/10/2013

ITER CONCLUSO il 31/10/2013 RITIRATO IL 31/10/2013 CONCLUSO IL 31/10/2013

MELILLA. Al Ministro per l'integrazione. Per sapere premesso che: il servizio civile nazionale consente a tanti giovani dai 18 ai 28 anni di servire l'Italia in modo non armato e non violento, sviluppando un alto senso civico nell'aiuto concreto a persone svantaggiate (dai disabili ai rifugiati, dagli immigrati ai minori a rischio, ai malati terminali), nella cooperazione internazionale all'estero, nella tutela del patrimonio pubblico artistico, ambientale, culturale e nella protezione civile; le risorse finanziarie destinate al servizio civile nazionale sono state ridotte drasticamente di anno in anno: nel 2008 erano 299 milioni di euro, nel 2009 sono scese a 170 milioni, nel 2010-2011 a 100 milioni, nel 2012 a 68 milioni con conseguente inevitabile riduzione del numero complessivo dei giovani impegnati nelle varie attivit; nel 2007 i posti a disposizione per i giovani del servizio civile erano 51.273 a fronte di 104.815 domande, nel 2011 sono scese a 20.157 a fronte di 86.571 domande; per il 2013 la legge di stabilit ha stanziato 71 milioni di euro; altre risorse dovrebbero derivare dal fondo di cui all'articolo 1 comma 270 della legge n. 228 del 24 dicembre 2012; inoltre il Ministro interrogato ha reperito altri 50 milioni di euro che per non chiaro se siano stati ancora assegnati al servizio civile nazionale e che comunque sono ancora insufficienti; nell'annunciare la disponibilit dei 50 milioni di euro aggiuntivi il Ministro aveva assicurato che si sarebbero potuti emanare i bandi 2013 e 2014 per un contingente di 18.800 volontari annui; ad oggi, al di l dello stanziamento aggiuntivo, ancora in corso di perfezionamento, il dipartimento della giovent e del servizio civile nazionale non ha ancora annunciato il contingente di volontari che metter a bando nel 2013; considerando che sul fondo nazionale per il servizio civile sono disponibili 71 milioni di euro per il 2013 e 76 milioni di euro per il 2014, ai quali si andranno ad aggiungere gli altri 50 milioni spalmati sul biennio 2013-2014, si dovrebbe avere una disponibilit annua di circa 98,5 milioni, non sufficiente per l'avvio di 18.800 volontari, per i quali occorrerebbero almeno 112,8 milioni di euro l'anno : quali siano le effettive risorse destinate per il 2013 al servizio civile nazionale, quanti posti sia possibile mettere a bando e quale sia la reale volont politica di aumentare le risorse destinate ad una attivit di alto valore educativo ed essenziale per la formazione nei giovani di valori autenticamente costituzionali. (402346)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02336

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 30/10/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: da met novembre 2013 dalla stazione di Ancona, oltre a Trenitalia, anche la compagnia ferroviaria privata collegher le Marche al nord del Paese con treni ad alta velocit; la stazione di Pescara e l'intero Abruzzo rimarranno fuori dall'alta velocit con una grave penalizzazione per un bacino di oltre 1 milione e 300 cittadini; la stazione di Pescara ha un traffico superiore a quello di Ancona con una media giornaliera di oltre 5 mila viaggiatori con 133 treni, di cui 94 regionali e interregionali, 20 frecce bianche, 19 intercity, per cui la scelta di non partire da Pescara, cio ad appena 100 chilometri a sud, appare irrazionale ed antieconomica; ci nonostante si registra una politica inaccettabile di costante spoliazione del sistema ferroviario abruzzese che negli ultimi anni ha tagliato da Pescara le relazioni con Napoli, ha soppresso o sospeso decine di treni, a partire dalla Sulmona Carpinone, dalla Avezzano Roccasecca, ha peggiorato i tempi di percorrenza verso Roma, utilizza materiale rotabile vecchio e spesso sporco e privo di ogni servizio; Trenitalia aveva annunciato interventi di velocizzazione con investimenti e l'utilizzo di treni pi veloci e confortevoli lungo la linea adriatica abruzzese, ma di questi impegni non si vede traccia alcuna : quali siano le ragioni di queste scelte a giudizio dell'interrogante antieconomiche e irrazionali di Trenitalia e se intenda operare affinch l'Abruzzo non sia tagliato fuori dall'alta velocit e pi in generale dai processi di modernizzazione del sistema ferroviario. (4-02336)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02324

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 29/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 29/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: si apprende a mezzo stampa che un'orsa di circa 4 anni stata investita, ed morta subito dopo i soccorsi, da un'auto tra Villalago e Anversa degli Abruzzi, lungo la strada della Valle del Sagittario, ai limiti della zona di protezione esterna del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise; muore cos l'ennesimo esemplare di Orso bruno marsicano: il fatto molto grave essendo ridotta la popolazione di questi rari plantigradi a circa 60 unit ed quindi a rischio la conservazione di questa specie; quest'ultimo episodio segnala una progressione preoccupante: se dividiamo infatti l'intervallo temporale, della statistica relativa agli orsi rinvenuti morti tra il 1971 ed il 2012, in periodi di sette anni, notiamo come ai primi due cicli turbolenti della vita del parco con rispettivamente 22 e 26 decessi, ne sono seguiti altri due dei quali il primo con soli 12 morti ed il secondo in ripresa con 17 vittime; l'ultimo che stiamo vivendo (2006-2013), registra una brutta accelerazione con ben 20 perdite di cui quattro nel solo anno 2013; il commissario straordinario del parco, Giuseppe Rossi, subito dopo l'episodio ha posto all'attenzione delle istituzioni locali e nazionali, il problema della conservazione dell'orso bruno marsicano come grande emergenza sottolineando che il Parco, da solo, non in grado di gestirla; si rende urgente e non pi rinviabile, dinanzi al ripetersi di simili incidenti, adottare in tempi brevi una incisiva azione di conservazione attraverso la costituzione di una banca del seme dell'orso bruno marsicano, valutando con un pool di esperti internazionali la fattibilit di un programma di conservation breeding; necessaria dunque una forte mobilitazione della comunit scientifica e ambientalista per scongiurare il pericolo della scomparsa di questa straordinaria specie appenninica di orsi : quali iniziative intenda assumere il Governo per sostenere l'azione dell'Ente parco nazionale d'Abruzzo a tutela della conservazione dell'orso bruno marsicano e in particolare se non ritenga necessario adottare in tempi brevi la costituzione di una banca del seme. (4-02324)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02281

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 24/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: agli inizi di ottobre uno dei simboli del Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena, l'isola di Budelli, di 1,60 chilometri quadrati con 12 chilometri di costa, stata venduta all'asta ad un banchiere neozelandese per appena 2 milioni e 940 mila euro; il Parco Nazionale ai sensi della legge quadro 391 del 1991 pu esercitare entro 90 giorni il diritto di prelazione; non esercitare tale diritto sarebbe semplicemente una resa dello Stato nei confronti di una delle aree pi belle d'Italia e del mondo; dinanzi alla norma che impedisce agli enti pubblici di acquistare immobili, potrebbe essere promossa una raccolta di fondi e donazioni finalizzata all'acquisizione dell'isola Budelli : se non intenda, nell'ambito delle proprie competenze, promuovere una iniziativa comune con il Ministero dell'economia e delle finanze, la regione Sardegna e il Parco nazionale della Maddalena affinch l'isola di Budelli diventi un bene dello Stato. (4-02281)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02280

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 24/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 24/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: nella Val Sinello, in provincia di Chieti, un'altra azienda entrata in crisi aggravando la situazione economica e occupazionale di un territorio gi gravemente penalizzato dalla crisi della ex Golden Lady; l'azienda del gruppo Canali ha annunciato la cessazione delle attivit del reparto pantaloni, che occupa 97 lavoratrici, non avendo individuato un percorso di riconversione produttiva; inaccettabile che un grande gruppo industriale come Canali, presente con vari stabilimenti nelle Marche e in Brianza, non riesca a proporre una soluzione industriale per il suo stabilimento in provincia di Chieti; forte la preoccupazione per l'intero sito industriale (il reparto giacche occupa 300 persone) : se non intenda assumere una iniziativa convocando le parti sociali per individuare soluzioni per la salvaguardia dell'occupazione e del sito produttivo. (4-02280)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02254

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 23/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 23/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: i PRUSST sono programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio promossi dal Ministero dei lavori pubblici (decreto ministeriale 8 ottobre 1998) con l'obiettivo di realizzare, all'interno di quadri programmatici organici, interventi orientati all'ampliamento e alla riqualificazione delle infrastrutture, all'ampliamento e alla riqualificazione del tessuto economico-produttivo-occupazionale, al recupero e alla riqualificazione dell'ambiente, dei tessuti urbani e sociali degli ambiti territoriali interessati; in virt del P.R.U.S.S.T. 7/93 denominato La citt lineare della costa approvato dalla regione Abruzzo, finanziato dal Ministero per i lavori pubblici, ubicato nell'ambito del piano regolatore territoriale del consorzio industriale Chieti/Pescara, oggetto dell'accordo di programma dell'11 aprile 2002, ratificato dal Consiglio comunale di Chieti con deliberazione 7 giugno 2002 n. 227 e approvato con decreto del presidente della regione Abruzzo del 17 luglio 2001 n. 179, in localit Santa Filomena di Chieti, in un'ansa del fiume Pescara, terreno alluvionale e cassa di espansione del fiume stesso, utilizzata in precedenza per attivit di cava, stato realizzato il centro commerciale Megal, con opere strutturali e infrastruttura li neppure sottoposte a preventiva valutazione V.I.A. per via di una esenzione stabilita dall'articolo 36 della legge regionale n. 7 del 2002, come poi modificata dall'articolo 184 della legge regionale 26 aprile 2004 n. 15, abrogata appena quattro mesi dopo dalla legge regionale n. 32 del 2004, ma comunque non applicabile, essendo in contrasto con la normativa statale e comunitaria; tale realizzazione ha aumentato il potenziale pericolo esondazione a danno di territori della Val Pescara (Chieti, Spoltore, Cepagatti, San Giovanni Teatino, Pescara) densamente abitati e con numerose attivit produttive; attualmente, sulla base dello stesso Prusst sono attivati due diversi procedimenti da parte di SIRECC S.r.l. e di Pinti Carmen e altri ora AKKA s.r.l. per la realizzazione ciascuno di ulteriori altri 5 edifici, per un totale di 10 edifici, sempre nell'area golenale del fiume Pescara; l'eventuale attuazione di queste altre colate di cemento aggraverebbe sia l'impatto ambientale su un territorio fragile sia il rischio in caso di eventi meteorici avversi. appena il caso di sottolineare la estrema pericolosit che pu derivare da scelte imprudenti: si vedano ad esempio le alluvioni che negli ultimi anni sono state causa di lutti e di ingenti danni in varie regioni d'Italia e si ricordi l'alluvione dello stesso fiume Pescara nel 1992: allora ci furono notevoli danni e la cassa di espansione naturale non era stata occupata da Megal e non c'era quindi l'attuale restringimento del fiume. Una eventuale nuova alluvione della dimensione del 1992 avrebbe effetti molto pi gravi; del tutto incongruente che un programma finanziato dal Ministero venga stravolto nei suoi obiettivi per favorire la cementificazione della zona di esondazione del pi grande fiume d'Abruzzo con gravissimi danni ambientali e con aumento del rischio esondazioni a monte e a valle : se non intenda attivarsi per verificare la situazione ed eventualmente superare un programmi di
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riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio utilizzato ad avviso dell'interrogazione per danneggiare il territorio anzich per riqualificarlo. (4-02254)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02237

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 22/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 22/10/2013 ITER IN CORSO SOLLECITO IL 12/11/2013

MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: si apprende che la linea ferroviaria Sulmona-Carpinone verr chiusa perch la Rfi-Reti ferroviarie italiane, non ritiene pi opportuno mantenere percorribile la tratta; la ferrovia Sulmona-Isernia lunga 128,7 chilometri una linea ferroviaria, attualmente sospesa, che collega la citt di Sulmona a Carpinone-Isernia; essa anche chiamata la Transiberiana d'Italia per l'elevata altitudine della linea e il suggestivo panorama che si pu ammirare percorrendola, per gran parte dell'inverno innevato. Alla stazione di RivisondoliPescocostanzo la linea raggiunge i 1.268,82 metri sul livello del mare ed la seconda stazione pi alta della rete italiana. Attraversa 2 parchi nazionali, quello della Majella-Morrone e quello d'Abruzzo Molise e varie riserve regionali di grande valore naturalistico e turistico. D'inverno molto frequentata da turisti che raggiungono il pi grande bacino sciistico dell'Appennino, quello dell'Aremogna di Roccaraso, Rivisondoli e Pescocostanzo (L'Aquila); ora Rfi-Reti ferroviarie italiane vorrebbe sopprimere definitivamente questa linea ferroviaria, dando un colpo mortale alle prospettive turistiche e alla mobilit delle persone delle zone interne di 2 regioni, l'Abruzzo e il Molise; a difesa della tratta scattata la mobilitazione degli enti locali, delle regioni, degli imprenditori, dei sindacati e di tante associazioni della Valle Peligna, dell'Alto Sangro, dell'Alto Molise tra cui Transita di Isernia che da oltre un anno organizza i percorsi turistici sulla Sulmona-Carpinone. In una nota l'associazione ha dichiarato che con la chiusura della tratta svanirebbe quel circolo virtuoso istituito con amministrazioni locali, agricoltori, associazioni, produttori eno-gastronomici d'eccellenza e artigiani che hanno visto nel treno una importante vetrina di promozione capace di portare ricchezza su territori per lo pi dimenticati : se non intenda adoperarsi per salvaguardare la relazione ferroviaria Sulmona Carpinone per il suo valore sociale, economico e ambientale. (4-02237)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02209

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 17/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 17/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: la firma del Ministro del lavoro e delle politiche sociali per l'assegnazione della cassa integrazione guadagni ai 120 ex lavoratori Finmek spa di Sulmona (AQ), indispensabile per sbloccare tale indennit e purtroppo, ad aggravare la situazione, il fatto che gli stessi 120 ex operai Finmek devono restituire l'indennit di mobilit, circa 4 mila e 300 euro lordi a testa, richiesti dall'INPS perch erroneamente corrisposti ad ottobre 2012 e solo per tre mesi, perch all'epoca i 120 operai ex Finmek spa di Sulmona erano ancora in regime di cassa integrazione e dunque spettava loro la cassa integrazione guadagni, scaduta per a maggio 2012 e non ancora assegnata; la vidimazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per sbloccare la cassa integrazione straordinaria, necessaria ed possibile solo a condizione che sia presentata una relazione del commissario straordinario della societ Finmek, Guanluca Vidal, mai giunta per agli uffici del Ministero, almeno per il resoconto che riguardava la Finmek spa di Sulmona, l'atto infatti ancora atteso dagli uffici ministeriali per poter procedere alla vidimazione e all'assegnazione della cassa integrazione guadagni ai 120 disoccupati; bisogna porre in essere tutte le misure possibili e necessarie per porre fine al problema che sta recando serie difficolt a 120 famiglie di un comprensorio sin troppo devastato dalla crisi e dalla chiusura delle aziende. Occorre rintracciare e sollecitare il commissario straordinario Gianluca Vidal, attualmente irreperibile, affinch invii al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al pi presto, il resoconto sulla Finmek spa di Sulmona liquidata nel 2011. stato verificato che il ritardo nella corresponsione dell'indennit dovuto solo all'azienda che purtroppo ancora non ha presentato la relazione richiesta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonostante i vertici Finmek abbiano inviato, negli stabilimenti di Sulmona, gli ispettori per i dovuti sopralluoghi per redigere la suddetta relazione : se sia possibile una procedura ad hoc per detrarre, alla stregua di una compensazione, quanto i lavoratori devono restituire all'INPS al credito che gli stessi 120 disoccupati hanno maturato come diritto alla cassa integrazione straordinaria, scaduta a maggio; se la richiesta di riconsegna delle somme, gi assegnate a titolo di mobilit da parte dell'INPS, non sia perentoria, in modo che lo stesso istituto possa reclamare la restituzione della mobilit solo nel momento in cui la cassa integrazione guadagni venga riconosciuta e corrisposta ai 120 lavoratori sempre se ci sar 1'erogazione della cassa integrazione guadagni da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; se, in alternativa, sia possibile riconoscere una rateizzazione delle somme che i lavoratori devono restituire all'INPS, a titolo di mobilit, ricevute per alcuni mesi e da rendere, solo dopo l'erogazione della Cig da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e sempre a rate. (4-02209)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02203

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 17/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 17/10/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: si apprende a mezzo stampa che i 50 milioni destinati alla bonifica dell'ex Polo chimico di Bussi sul Tirino (PE) e delle aree limitrofe potrebbero essere utilizzati solo per queste ultime, rendendo di fatto inutilizzabile il sito per un nuovo intervento industriale; la cifra stanziata largamente insufficiente data la gravit della situazione, se la notizia fosse vera, e la bonifica interesserebbe solo i siti limitrofi, non ci sarebbe pi possibilit di nuovi insediamenti industriali, nonostante ci siano gi degli imprenditori interessati, come dimostrano le istanze pervenute al comune di Bussi a seguito di un avviso pubblico; anche l'ipotesi opposta, che si risani cio solo il sito industriale di propriet della Solvay che attualmente porta avanti il piano di smantellamento delle attivit produttive tralasciando le aree circostanti che sono le pi inquinate e pericolose, sarebbe altrettanto inaccettabile; attualmente non si conoscono gli effetti prodotti dagli interventi di messa in sicurezza finora realizzati sulla mega discarica di Tremonti dal commissario Adriano Goio, prima con il cupping il telo con il quale si coperta l'area della discarica per impedire filtrazioni delle acque meteoriche e il trascinamento di inquinanti negli stati sottostanti poi con i diaframmi metallici lungo la sponda sinistra del fiume Pescara per isolarlo dal sito inquinato ed affrancarlo dai contatti superficiali con il terreno contaminato; il decreto n. 225 del 2010 impone il risanamento sia del sito industriale che delle aree limitrofe ma a tutt'oggi le operazioni di bonifica non sono partite e questa situazione di stallo va a precludere qualunque ipotesi di re-industrializzazione e di rilancio lavorativo ed occupazionale del sito di Bussi (PE) : se intenda operare per rispettare il decreto n. 225 del 2010 che impone il risanamento sia del sito industriale che delle aree limitrofe garantendo cos la salute per i 300.000 abitanti in vario modo interessati dalle conseguenze degli inquinanti e un'ipotesi di re-industrializzazione e di rilancio occupazionale; quali saranno le modalit di intervento di bonifica ed i tempi di attuazione della stessa. (4-02203)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02186

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 16/10/2013 Destinatari Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 16/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: il sito di Bussi sul Tirino (Pe) tra le discariche pi grandi d'Europa: investe un'area vasta che coinvolge le province di Pescara e di Chieti e vede oltre 300.000 abitanti in vario modo interessati dalle conseguenze degli inquinanti; oltre le tonnellate di rifiuti tossici, inquinanti e contaminanti situati sia nella discarica Tremonti che nei siti di interesse nazionale (quello Solvay), presente in modo massiccio anche l'amianto contenuto negli impianti e soprattutto, nelle coperture degli stabilimenti industriali (onduline in eternit); sono centinaia le posizioni giudiziali dei lavoratori che attendono di avere benefici previdenziali per essere stati a contatto con il materiale nocivo per decenni; fino al 2011 vigeva il decreto del Presidente della Repubblica n. 639 del 1960 che non poneva termini di scadenza fra la domanda amministrativa del riconoscimento di benefici e quella giudiziale: ci si basava sulla giurisprudenza conclamata; con il decreto-legge n. 98 del 2011 sono stati posti dei termini precisi: il tempo fra le due domande non pu superare i tre anni. Una normativa che viene applicata retroattivamente, escludendo tutte quelle posizioni di lavoratori che hanno avanzato domanda amministrativa molti anni prima del 2011; il problema, molto sentito dai lavoratori, stato oggetto di una manifestazione nazionale a Roma lo scorso 8 ottobre promossa dal Coordinamento nazionale contro l'amianto che ha presentato un pacchetto di richieste al Governo Letta contenente appunto l'approvazione del piano nazionale amianto, l'istituzione del fondo vittime dell'amianto, la discussione su disegno di legge per la riapertura delle domande dei benefici previdenziali e la bonifica dei siti : se intenda finanziare adeguatamente il Piano nazionale amianto sia per la bonifica dei siti, sia per creare un fondo vittime dell'amianto, e se intenda assumere iniziative per modificare l'attuale normativa e consentire i benefici previdenziali ai lavoratori che hanno operato per anni a contatto con l'amianto, favorendo cos il pensionamento di molti lavoratori delle fabbriche di Bussi. (4-02186)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02155

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 14/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 14/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: su vari organi di informazione apparsa la notizia che la Faist Sangro az di Lanciano (CH) che produce componenti per auto e turbo compressori e che occupa una cinquantina di dipendenti, ha licenziato due lavoratrici con gravi problemi di salute; nel primo caso la lavoratrice madre di due figli, invalida, dunque categoria protetta, era reduce da due interventi delicati, ed aveva superato di qualche settimana il periodo di comporto che il Contratto nazionale prevede in materia di malattia. A nulla valsa la disponibilit della lavoratrice che sarebbe rientrata in azienda non ancora guarita pur di non perdere il lavoro; nel secondo invece si tratta di una donna nigeriana, madre di tre bimbi, affetta da una grave patologia operabile soltanto in America e attualmente ancora ricoverata in ospedale; in questo caso la direzione aziendale ha negato due mesi di aspettativa che indirettamente hanno costretto la lavoratrice alle dimissioni; se ci venisse confermato si tratterebbe ad avviso dell'interrogante di una gravissima discriminazione sul lavoro; i diritti al lavoro e alla salute, sanciti dalla Costituzione Repubblicana, devono essere garantiti a tutti e non si possono penalizzare le donne madri, chi portatore di problemi invalidanti o chi non detiene il passaporto italiano; i sindacati hanno annunciato che nelle prossime ore chiederanno alla Honeywell, azienda committente della Faist, di togliere la commessa all'azienda lancianese. Inoltre hanno minacciato di intraprendere un'azione legale fino alla Corte di Giustizia europea : se non ritenga doveroso verificare la veridicit della notizia e nel caso in cui venisse confermata evitare che si compia una gravissima discriminazione sul lavoro nei confronti delle due dipendenti. (4-02155)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02152

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 14/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 14/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso: la Val Pescara, sede per pi di un secolo di importanti insediamenti industriali, versa in una grave crisi con la chiusura di varie fabbriche e la perdita di centinaia di posti di lavoro; il processo di deindustrializzazione, a partire dallo storico polo chimico di Bussi (Pescara) si esteso a tante altre realt produttive dell'intera provincia di Pescara quali Italcementi, Sacci, Faricerca, Somi, Aurum, Italcables, Dayco, Telecom. Matex, Telecomn, Oma, Sicabeton, Icie, aziende abbigliamento; le organizzazioni sindacali hanno aperto vari tavoli di confronto con le aziende interessate e a livello istituzionale, con la regione e con il Ministero dello sviluppo economico anche in relazione ad accordi sottoscritti precedentemente e disattesi a seguito della crisi industriale : se non ritengano di assumere una iniziativa di confronto con le parti sociali e le istituzioni abruzzesi per fronteggiare la crisi industriale della provincia di Pescara con proposte specifiche di sviluppo locale al fine di creare nuova occupazione. (4-02152)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02148

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 11/10/2013 Ministero destinatario:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 11/10/2013 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 14/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Presidente del Consiglio dei ministri. Per sapere premesso che: su vari organi di informazione apparsa la notizia che un alto manager dello Stato, il presidente nazionale dell'INPS percepisce una indennit per la sua carica di 216.711 euro l'anno a cui si aggiungono gli emolumenti di vicepresidente di Equitalia e quelli derivanti da altri 22 incarichi per un totale complessivo stimato di oltre 1 milione di euro l'anno; la cifra assolutamente inconcepibile se fosse confermata e crea nell'opinione pubblica sentimenti di sdegno se rapportati alla situazione finanziaria dell'Italia e al suo debito pubblico : se la notizia corrisponda al vero e quale sia effettivamente l'importo delle indennit percepite dal presidente dell'INPS per i suoi incarichi pubblici; se non ritenga di adottare iniziative normative urgenti per riportare a livelli accettabili i compensi del presidente dell'INPS e dei manager dello Stato in linea con la politica di rigore finanziario adottata nel campo previdenziale pubblico, nelle politiche retributive e nei tagli al sistema della sicurezza sociale con i gravi riflessi che ci ha determinato sulle condizioni di vita dei cittadini italiani a partire da quelli appartenenti alle fasce meno abbienti del Paese. (4-02148)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02117

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: alcuni organi di stampa hanno riportato la notizia che l'INPS non conteggi pi nel calcolo previdenziale le giornate in cui i lavoratori usufruiscono di permessi per assentarsi dal lavoro in quanto impegnati in attivit di protezione civile come volontari per operazioni di soccorso e assistenza in occasione di calamit naturali e attivit di addestramento e simulazione; i volontari hanno consentito in tante occasioni di affrontare situazioni di emergenze contenendo i danni per le persone e per il patrimonio pubblico; la riforma previdenziale, meglio conosciuta con il nome dell'ex Ministra del lavoro Fornero, ha cambiato la normativa vigente : quali iniziative intenda intraprendere per tutelare il mondo del volontariato italiano. (4-02117)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02091

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 08/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 08/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: la Dayco, tra le pi importanti realt produttive nel territorio della Val Pescara, sia per numero di occupati che per qualit produttiva. L'azienda produce cinghie di trasmissione in gomma destinate agli autoveicoli delle case automobilistiche pi prestigiose; sono circa seicento i dipendenti dislocati in varie sedi: due stabilimenti allo scalo di Manoppello (PE), e uno a Chieti dove c'e anche la sede direzionale; per circa 280 dipendenti sono in atto, da novembre 2012, contratti di solidariet per impedire i licenziamenti, che scadranno nel novembre 2013; i rappresentanti sindacali hanno espresso forti preoccupazioni per l'incertezza sulle prospettive dell'azienda; inoltre gli stessi contestano l'annuncio di 60 esuberi che potrebbero scattare entro fine anno sottolineando che un tale provvedimento striderebbe notevolmente con l'ammortizzatore sociale in atto; si paventa anche il rischio che l'azienda ricorra ad esternalizzare parti di produzione che potrebbe provocare nuovi esuberi; in questo scenario critico per i lavoratori e per lo sviluppo economico della Val Pescara diventa urgente salvaguardare le eccellenze produttive attraverso la condivisione di un piano industriale che possa mettere in sicurezza sia la produzione che l'occupazione : se non ritenga doveroso convocare le parti sociali per verificare il piano industriale e cercare soluzioni produttive e occupazionali che salvaguardino il futuro economico e sociale di Val Pescara. (4-02091)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02034

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 02/10/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 02/10/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'istruzione, dell'universit e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: l'istituto di ricerca Negri Sud un centro di ricerche biomediche e farmacologiche sito in Santa Maria Imbaro (Chieti). Costituito nel 1980 dall'Istituto Mario Negri Milano e dalla Provincia di Chieti, il centro di ricerche contribuisce al progresso della cultura scientifica, alla formazione di giovani ricercatori ed riconosciuto a livello internazionale per la qualit dei suoi programmi di ricerca e di alta formazione scientifica; il consorzio Mario Negri Sud ha da poco ricevuto il riconoscimento come persona giuridica dal prefetto di Chieti conquistando ufficialmente lo status di fondazione; in un documento programmatico l'attuale direzione del Consorzio Mario Negri Sud ha presentato ai rappresentanti di provincia e regione, un piano di licenziamenti di 25-30 persone, tra aree di ricerca e servizi. la cassa integrazione dura ormai da quattro anni per gli oltre 60 lavoratori del centro; inoltre il Centro di Eccellenza continua a perdere cervelli e professionalit; molti ricercatori e responsabili di dipartimenti e di laboratori hanno abbandonato il Consorzio per spostarsi in altre sedi, e questo depauperamento di risorse umane e di massa critica non stato compensato dall'arruolamento di nuovi ricercatori; questo aspetto rappresenta uno dei problemi centrali delle difficolt economiche del Centro, a cui i vertici attualmente non sono in grado di dare risposte concrete; l'apprezzabile sforzo delle istituzioni pubbliche, quali provincia e regione, per mantenere sul territorio un importante Centro di ricerca, le cui potenzialit si inseriscono perfettamente nelle strategie di programmazione e di sviluppo della regione, appare fragile, se immediatamente accompagnato da una operazione di ristrutturazione del centro con ulteriore indebolimento in termini di competenze e di linee di ricerca : se non si intendano convocare le parti sociali e gli enti locali per verificare il piano di ristrutturazione del Centro e scongiurare ulteriori tagli al personale che andrebbero a indebolire ulteriormente una situazione gi molto critica. (4-02034)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01971

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 26/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 26/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: nel maggio 2012 la GIS, storica azienda di gelati di Mosciano (TE), termina la sua produzione; dalla dichiarazione di fallimento della Gis avvenuta 16 luglio 2013, sono passate circa 6 settimane, e da allora non stato compiuto alcun tentativo per cercare di tutelare il reddito dei lavoratori; i 27 lavoratori fissi, senza contare un centinaio di stagionali, sono senza cassa integrazione straordinaria dall'8 agosto 2013 e senza stipendio da aprile 2013; i sindacati chiedono che i dipendenti non siamo messi in mobilit, soluzione che spalancherebbe solo le porte alla disoccupazione, ma di verificare strade alternative dato che recentemente il curatore fallimentare, Nicola Rossi, aveva dichiarato l'esistenza di un imprenditore intenzionato all'affitto della Gis; il giudice delegato alle procedure fallimentari del tribunale di Teramo, Flavio Conciatori, giudica come ancora possibile la facolt di richiedere la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti dello stabilimento : se non ritenga doveroso convocare le parti sociali per verificare la possibilit di salvare la continuit occupazionale ed erogare la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti del ex-stabilimento GIS. (401971)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01960

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 25/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 25/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: il presidente della regione Abruzzo Gianni Chiodi ha fatto alcuni giorni fa affermazioni di rilievo istituzionale, penale e politico sulla grave situazione della TERCAS di Teramo, il pi grande Istituto bancario abruzzese, che controlla anche la CARIPE di Pescara, e che stato recentemente commissariato dalla Banca d'Italia ed in amministrazione straordinaria dal 30 aprile 2013; il quotidiano d'Abruzzo Il Centro ha riportato alcuni giorni fa le sue dichiarazioni che non possono essere sottovalutare soprattutto nel momento in cui il suddetto Istituto bancario commissariato dalla Banca d'Italia impegnato in una complessa trattativa con altri soggetti bancari per uscire dalla pesante crisi finanziaria che attraversa e che genera tante preoccupazioni tra i suoi 1250 dipendenti e soprattutto nella societ e nell'economia abruzzese; Il Presidente Chiodi parla di strategia di depauperamento non fatta da una sola persona in quanto il direttore della Tercas avrebbe avuto persone nei punti nevralgici dirigenziali per attuare queste operazioni, si parla di titoli tossici introdotti dal 2005 nell'attivo della Banca, si cita una cifra enorme di 1 miliardo di euro, si sostiene che il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale potrebbero essere stati quindi tratti in inganno, infine si dichiara testualmente: Ho l'impressione che alcune possano essere operazioni trasmigrate dal mondo del Gruppo Unipol; il direttore del quotidiano de Il Centro Mauro Tedeschini in un editoriale pubblicato il 20 settembre 2013 giustamente chiede che si faccia chiarezza a tutti i livelli; non possibile dinanzi ad accuse cos eclatanti che tutto sia ricondotto a semplici commenti politici anche per la primaria funzione istituzionale di chi rivolge simili affermazioni : di quali elementi disponibili con riferimento a quanto indicato in premessa. (4-01960)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01954

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 25/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 25/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: da 5 mesi, 120 lavoratori dell'azienda ex-Finmek di Sulmona (AQ), messa in liquidazione nel 2011, aspettano la cassa integrazione straordinaria scaduta ad aprile e mai corrisposta; gli stessi 120 operai ex-Finmek da ottobre 2012 hanno erroneamente percepito l'indennit di mobilit (anche se solo parzialmente) dato che tale somma andava corrisposta solo ad esaurimento della cassa integrazione straordinaria che invece, a quel tempo, non era ancora scaduta; ora l'Inps chiede la restituzione delle somme assegnate direttamente ai lavoratori a titolo di mobilit (nella misura dell'80 per cento della retribuzione teorica lorda che comprende le sole voci fisse che compongono la busta paga) perch a loro parere l'assegno non era dovuto; attualmente dunque ogni lavoratore dovrebbe restituire all'Istituto pensionistico circa 4 mila e 300 euro (lordi); la restituzione della prestazione di disoccupazione stata chiesta dall'Inps e non sarebbe nemmeno possibile una compensazione con il credito che i lavoratori hanno maturato per la cassa integrazione straordinaria perch quest'ultima viene erogata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali; la somma da erogare a favore dei 120 lavoratori superiore a quella che dovrebbero restituire alle casse dell'Inps; l'ingorgo amministrativo nasce dal fatto che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, anzich procedere all'approvazione della richiesta di cassa integrazione, inoltrata a dicembre scorso, ha ritenuto opportuno inviare gli ispettori negli stabilimenti dell'Aquila e Sulmona. Da allora, non vi stato alcun pronunciamento da parte degli organi ministeriali; i lavoratori sono ovviamente preoccupati per il loro futuro dato che il mancato pagamento della cassa integrazione straordinaria blocca questioni piuttosto rilevanti come il Tfr e le pensioni : se non intenda procedere in tempi brevissimi sbloccando la procedura per approvare la cassa integrazione straordinaria ai 120 lavoratori della ex Finmek. (4-01954)

153

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01948

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 25/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 25/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro degli affari esteri. Per sapere premesso che: i 30 mila italiani residenti in Argentina che ricevono una pensione italiana, subiscono una forte penalizzazione da parte dello Stato Argentino a causa della conversione delle suddette pensioni in valuta locale con una decurtazione in termini reali di circa il 50 per cento per il cambio sfavorevole; il cambio ufficiale imposto alle pensioni italiane dei nostri connazionali in Argentina del tutto svantaggioso e colpisce una comunit legata da vincoli storici, affettivi e familiari con l'Italia; in pi le autorit argentine fanno pagare ai nostri pensionati commissioni per il cambio obbligatorio in valuta locale, molto onerose; il Governo Argentino pi volte sollecitato ad un comportamento pi rispettoso dei diritti dei nostri pensionati non intende intervenire per ripristinare un'elementare condizione di giustizia : quali iniziative intenda assumere per superare questa assurda e ingiusta situazione che colpisce la nostra comunit di pensionati italiani in Argentina. (4-01948)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01945

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 25/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 25/09/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: nei giorni scorsi numerose industrie dell'indotto hanno protestato contro la chiusura dell'Acs, azienda che produce spugne per le imbottiture dei furgoni Ducato e il cui direttivo ha annunciato nelle scorse settimane il trasferimento di tutta la lavorazione da Atessa (CH) a Cassino (Fr) dove ha sede anche la propriet; dopo tre settimane di protesta nello stabilimento Acs di contrada Saletti (Atessa), i sindacati hanno annunciato nuove mobilitazioni in tutte le fabbriche dell'indotto automotive della Val di Sangro e una manifestazione davanti ai della Isringhausen; la fabbrica, multinazionale italo-tedesca, l'azienda che governa la commessa Acs; secondo il parere dei 23 dipendenti e dei sindacati la scelta di delocalizzare non sarebbe legata al lavoro e alla produzione dal momento che la Fiat ha annunciato un forte investimento per il restyling del Ducato; tutti i dipendenti hanno lavorato per anni nell'azienda e hanno una media d'et tra i 40 e i 50 anni. Ci sono molte donne tra gli operai e solo alcuni dipendenti sono a un passo dalla pensione; dunque sono difficilmente ricollocabili nel mercato del lavoro; inoltre i sindacati sottolineano che in questi anni il sito produttivo dell'Acs non ha beneficiato di veri investimenti che avrebbero potuto rafforzarne la competitivit; se nemmeno la Fiat, con il suo colosso Sevel, la pi grande fabbrica per veicoli commerciali leggeri d'Europa, riesce a garantire l'indotto, si profilano prospettive negative per l'economia industriale dell'intera Val di Sangro : se non ritenga doveroso convocare le parti sociali e gli enti locali per esaminare la vertenza e cercare soluzioni alternative scongiurando il trasferimento dell'azienda. (4-01945)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01942

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 25/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 25/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: a soli 3 anni dal passaggio della Societ Officine Maccaferri di Celano (AQ) alle Trafilerie Zincherie del Gruppo Pittini, la nuova propriet ha deciso la chiusura dell'attivit industriale con la perdita di tutti i posti di lavoro; il passaggio tra le due aziende era stato frutto di un accordo siglato presso il Ministero dello sviluppo economico con le garanzie produttive e occupazionali concordate anche con i sindacati oltre che con il Governo; le cause, secondo l'azienda, sono da ricercarsi nella crisi del mercato e nel costo energetico; i lavoratori sono in lotta con il presidio dei cancelli per evitare l'uscita delle merci prodotte : se non ritenga doveroso convocare le parti sociali e gli enti locali per esaminare la vertenza e cercare soluzioni produttive e occupazionali. (4-01942)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01882

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 19/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 19/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: le disposizioni in materia di aiuti de minimis nel settore agricolo, scadono il 31 dicembre 2013; pertanto, a tale data verrebbe meno la base giuridica per la concessione della agevolazioni per l'anno 2014; in discussione una bozza di regolamento di proroga delle disposizioni, al fine di poter dare certezza al pi presto alle imprese agricole italiane, in un momento di grave crisi economica e finanziaria; sembrerebbe per, che il regolamento non si applichi agli aiuti concessi alle imprese operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli con la conseguenza che per queste imprese (cantine sociali, cooperative e organizzazioni di produttori ortofrutticoli e altro), si debba attendere l'emanazione di altro nuovo regolamento, con il rischio che non si riesca ad approvarlo in tempi certi e immediati; varie regioni hanno chiesto al Governo una rapida azione a favore delle imprese agricole in materia di aiuti de minimis : se non ritengano che la cifra concedibile in regime de minimis alle aziende della produzione primaria, debba essere elevata dagli attuali 7.500 euro ad almeno 50.000 euro, per ridurre il dislivello rispetto alle imprese degli altri settori. (4-01882)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01857

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 18/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI 18/09/2013 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 14/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: dal 2010 il laboratorio della ex Technolabs, gi Italtel e Siemens centro di ricerca e sviluppo specializzato nell'elettronica e nelle telecomunicazioni, stato rilevato dalla Intecs spa; nonostante le grandi potenzialit in termini di innovazione e l'alta professionalit delle risorse umane, il sito stenta a decollare a causa di un basso numero di commesse; dall'evento sismico del 6 aprile 2009 ad oggi l'occupazione diminuita di pi di 50 unit e attualmente nel sito Intecs dell'Aquila, all'interno del polo elettronico, lavorano circa 130 ricercatori; in seguito all'insediamento della nuova propriet sono avvenute fuoriuscite volontarie con uso di incentivi ed ammortizzatori sociali e licenziamenti individuali; inoltre stata unilateralmente disdetta la contrattazione di secondo livello con relativa diminuzione del reddito dei lavoratori; i vertici aziendali della Intecs, denunciano il totale abbandono delle istituzioni che a loro parere avrebbero ignorato una delle poche aziende che ha investito nel territorio dopo il sisma. L'azienda denuncia condizioni ambientali e politiche sfavorevoli poich non si riusciti, all'Aquila e in Abruzzo, a incanalare finanziamenti pubblici per il settore della ricerca a differenza di altre regioni; i vertici aziendali hanno dichiarato di voler rivedere la propria politica sul territorio aquilano anche con la chiusura del sito e la ricollocazione dei dipendenti, se le condizioni economiche lo permettono, in altre realt aziendali italiane; anche altre realt dell'industria elettronica aquilana hanno annunciato esuberi (i.e. Selex), e quello che era uno dei poli elettronici pi grandi d'Italia, con oltre 5 mila addetti, ora ridotto ad occupare circa 550 lavoratori complessivamente : quali iniziative di competenza intendano assumere, insieme ai sindacati e all'azienda, per sostenere il laboratorio Intecs dell'Aquila in un territorio gi duramente provato dalle crisi industriali delle varie aziende del polo elettronico, e scongiurare il rischio di una chiusura. (4-01857)

158

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01856

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 18/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 18/09/2013 ITER IN CORSO SOLLECITO IL 01/10/2013 MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: la SACCI spa ha deciso di chiudere il cementificio di Pescara per cessazione della attivit; le motivazioni addotte sono la crisi nazionale del settore delle costruzioni e la decisione dell'amministrazione comunale di Pescara di chiederne la delocalizzazione per motivi ambientali e sanitari essendo in una zona densamente abitata della citt di Pescara; a perdere il posto di lavoro sarebbero un centinaio di persone, molte delle quali gi in cassa integrazione guadagni da mesi; i sindacati hanno chiesto una riconversione dell'impianto e un piano per la ricollocazione produttiva dei lavoratori, molti dei quali lontani dall'et minima pensionabile : se non intendano accogliere la richiesta dei sindacati per un incontro con le parti sociali, la regione Abruzzo e il comune di Pescara per una soluzione condivisa della crisi aziendale con l'obiettivo di tutelare, nelle forme concordate, l'occupazione. (4-01856)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01788

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 11/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 11/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: il Consiglio europeo, nel dicembre 2012, ha istituito la Macroregione Adriatico-Ionica, di cui l'Abruzzo parte integrante. Tale area deve essere immaginata come lo scenario di riferimento in cui inserire le scelte di programmazione e le scelte prioritarie di infrastrutturazione della nostra regione; oltretutto, le nuove scelte europee in tema di macro-regione offrono all'Italia e all'Abruzzo un'occasione irripetibile per proporsi come baricentro di questa nuova dimensione che collegher parti importanti del continente; scelta strategica, da questo punto di vista, l'ingresso in Connecting Europe Facility, programma che stanzia pi di 50 miliardi di euro sulle reti europee di trasporti, energia e digitale per la programmazione 2014-2010. Primo punto di questa strategia il collegamento dell'Abruzzo con il Corridoio V (Kiev-Sarajevo-Ploce). Si tratta di un nodo della rete trasportistica europea (TEN-T) completamente mancante, che pu essere pienamente soddisfatto recuperando il ruolo di land bridge tra la penisola iberica e i Balcani e valorizzando l'unica rete trasportistica di rilievo (quella autostradale) gi esistente tra l'Adriatico e il Tirreno, quella dell'Abruzzo da Pescara/Chieti verso Roma/Civitavecchia. Questa funzione infrastrutturale gi nella programmazione nazionale essendo prevista nel Quadro strategico nazionale 2007-2013; la connessione con Ploce e la realizzazione del collegamento Adriatico-Tirreno, via Abruzzo, deve inoltre favorire il prolungamento del Corridoio Baltico-Adriatico (ora limitato a Ravenna) fino a Brindisi, permettendo all'Abruzzo di inserirsi nelle vie continentali Nord-Sud ed Est-Ovest : quali iniziative intenda assumere per concordare con la Commissione europea il prolungamento nelle reti TEN-T anche nell'area adriatica, al fine di permettere la realizzazione dell'alta velocit ferroviaria. (4-01788)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01784

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 11/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 11/09/2013 ITER IN CORSO SOLLECITO IL 01/10/2013

MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: l'Italcementi ha deciso di chiudere lo stabilimento di SCAFA (PE) a partire dal 1o gennaio 2015, contravvenendo agli accordi che aveva sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali per la ristrutturazione del cementificio al fine di fronteggiare la crisi che investe tutto il settore collegato alla edilizia; i lavoratori e gli enti locali della Val Pescara hanno in queste settimane dato vita ad un ampio movimento di protesta per cercare di tutelare l'occupazione e una presenza produttiva che ha segnato la storia industriale della provincia di Pescara; nella Val Pescara in crisi da anni anche il polo industriale pi grande della Provincia, quello di Bussi, con la quasi totale scomparsa delle aziende chimiche che nel passato sono arrivate ad occupare migliaia di lavoratori; dunque la situazione occupazionale a seguito del crollo verticale dell'industria e della crisi che attraversano i settori del commercio e dell'artigianato drammatica, con un tasso di disoccupazione giovanile oltre il 40 per cento; stato chiesto un intervento urgente ai Ministeri competenti essendo questa vertenza di valenza nazionale poich sono coinvolti tutti gli stabilimenti del Gruppo Italcementi : se non intendano rispondere positivamente alla richiesta dei sindacati e degli Enti Locali della provincia di Pescara per un incontro urgente tra Sindacati e Propriet presso il Ministero competente per individuare un percorso condiviso di tutela dell'occupazione e di ristrutturazione del cementificio di Scafa. (4-01784)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01766

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: il Ministro interrogato ha annunciato recentemente ... una fortissima accelerazione delle bonifiche industriali su cui si traccheggia da anni con conferenze dei servizi che non approdano a nulla; in questo quadro nazionale, desta seria preoccupazione la situazione del sito industriale di Bussi Sul Tirino, gi dichiarata da anni area SIN, e della annessa discarica, la cui bonifica ad un punto morto da anni ed il commissariamento delle attivit non solo non sta risolvendo le problematiche di inquinamento ma le sta peggiorando costantemente da anni; il sito di Bussi (Pe) tra le discariche pi grandi d'Europa, investe un'area di circa 60 chilometri e vede circa 300.000 abitanti in vario modo interessati dalle conseguenze degli inquinanti; l'inquinamento delle aree industriali sta producendo effetti devastanti lungo tutto il corso del fiume Pescara, e le popolazioni residenti sono sottoposte agli inquinanti presenti nelle acque; il porto canale di Pescara ha visto interrotte le attivit di pesca per pi di due anni, anche a causa delle difficolt di dragaggio nel suo alveo delle sostanze inquinanti presenti nel sito di Bussi Sul Tirino, che hanno bisogno di essere trattate in modo speciale; le attivit industriali della Solvay di Bussi sono minacciate di chiusura aggiungendo al problema ambientale anche quello occupazionale : in che modo intenda accelerare le attivit di bonifica dei siti SIN e, in particolare, di quello di Bussi Sul Tirino; con quali tempi e con quali modalit intenda intervenire garantendo una possibile reindustrializzazione delle aree ottenibile solo con le opportune bonifiche; quali azioni intenda attivare per la bonifica dell'asta fluviale del fiume Pescara; se non si intenda superare subito il commissariamento affidato a GOIO alla luce dei risultati, a giudizio dell'interrogante fallimentari, della sua azione. (4-01766)

162

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01744

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 09/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 09/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: l'aeroporto regionale dell'Abruzzo di Pescara perde i voli postali notturni in coincidenza con la chiusura del centro di meccanizzazione delle poste di via Volta di Pescara; tale scelta oltre che danneggiare l'occupazione locale, crea seri problemi alle prospettive dell'aeroporto regionale dell'Abruzzo di Pescara avendo l'ENAC deciso di ridurre l'assistenza al volo da 24 ore giornaliere a 18 ore; Poste italiane, attraverso il proprio operatore Mistral Air, ha scelto l'aeroporto di Ancona rinunciando a quello di Pescara per i voli postali : quali siano le motivazioni di questa scelta di Poste italiane e quali iniziative intendano assumere per evitare questo progetto negativo per il futuro dell'aeroporto regionale dell'Abruzzo di Pescara. (4-01744)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01733

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 06/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: nelle ultime settimane al centro di smistamento di Fiumicino (RM) sono stati fermi per vari giorni circa 11 mila quintali di posta: 5 milioni di lettere e 3 mila quintali di raccomandate; a denunciare la gravissima situazione stata una organizzazione sindacale che lo scorso febbraio non ha firmato con Poste italiane il piano di riorganizzazione che prevede, dal 10 giugno scorso ed entro il 7 ottobre, il taglio di quasi seimila portalettere, di 4.600 zone di recapito che vengono unite alle altre e di 1.407 centri di meccanizzazione e la consegna a giorni alterni nei centri con meno di 20 mila abitanti; il risultato di questo grave disservizio stato che interi quartieri di Roma non hanno ricevuto corrispondenza, e sono stati registrati numerosi ritardi nelle citt italiane; enormi i disagi creati a singoli cittadini da pubbliche amministrazioni che minacciano ora azioni legali nei confronti di Poste italiane per i danni creati da questi ritardi : se non intenda assumere iniziative al fine di promuovere una revisione del piano di riorganizzazione di Poste italiane che ha provocato gravissimi danni a singoli cittadini, aziende pubbliche e private per evitare che disservizi di questo tipo si ripetano in futuro. (4-01733)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01732

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 06/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/09/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: la societ americana Forest-Cmi S.p.A, filiale della Forest Oil Corporation ha presentato un progetto che interessa l'area del comune di Bomba (CH) in Abruzzo; esso prevede lo sviluppo del campo gas Monte Pallano, tramite la perforazione e la messa in produzione di cinque pozzi e la realizzazione di un impianto per il trattamento del gas estratto; l'area interessata dalla Forest Oil, oltre ad essere vicinissima a 2 importanti zone di interesse comunitario totalmente ricompresa in un'area di interesse archeologico, in cui stato portato alla luce un inestimabile patrimonio di resti di epoca ellenistico romanica; la proposta della multinazionale americana, dopo un'analisi attenta e circostanziata, aveva ottenuto la netta e motivata opposizione dei cittadini dei comuni della Val di Sangro, riunitisi nel comitato di gestione partecipata del territorio, e la ferma contrariet dei rappresentanti istituzionali del territorio (la provincia di Chieti e 19 comuni del Sangro-Aventino); lo scorso aprile anche il Comitato di coordinamento regionale per la valutazione di impatto ambientale aveva dato parere contrario al progetto ma con una relazione eccessivamente succinta che non teneva in considerazione le numerose osservazioni tecniche (raccolte in un documento di circa 100 pagine) prodotte dai membri del comitato. A seguito di tale relazione la Forest Oil ha avuto gioco facile nel demolire la decisione del comitato regionale e, allo stato attuale, si rischia che l'ultima parola passi direttamente al Ministero dello sviluppo economico, negando in tal modo alle comunit locali la possibilit di scegliere quale futuro dare al proprio territorio : se intenda convocare ad un tavolo nazionale una delegazione del comitato di gestione partecipata del territorio e delle associazioni ambientaliste che hanno dato parere contrario alla realizzazione del progetto; come intenda procedere per evitare che tale progetto comprometta le prospettive di un percorso di crescita equilibrato che pu determinare il benessere delle comunit locali nel rispetto della storia, della cultura, delle tradizioni e del patrimonio naturalistico del territorio con una spiccata vocazione turistica. (4-01732)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01731

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 06/09/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 06/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: nel novembre del 2011 ha avuto inizio un percorso riservato a lavoratori collocati nelle liste di mobilit della regione Abruzzo che nel loro passato avevano lavorato in ambito industriale, commerciale, nei servizi sperimentando un percorso virtuoso di mobilit lavorativa attraverso un bando della regione Abruzzo assessorato alle politiche del lavoro; questo percorso costruito sulle esigenze degli uffici giudiziari dell'Abruzzo ha portato 210 persone in contesti lavorativi mai visti prima ma nei quali hanno trovato accoglienza, possibilit di apprendere con il tirocinio formativo e di svolgere un lavoro socialmente utile nel pi profondo senso della parola, con l'utilizzo di ore retribuite con l'assegno di mobilit per catalogare atti giudiziari, sistemare archivi, svolgere un servizio per un'utenza specifica e a dare una mano in generale al servizio giustizia dell'Abruzzo; nella considerazione del positivo e lusinghiero risultato raggiunto, rappresentato in pi sedi dai magistrati, capi degli uffici giudiziari e dai dirigenti amministrativi dell'Abruzzo, la regione Abruzzo ha posto in essere tutte le attivit per consentire la proroga del percorso per un anno, dando un'opportunit lavorativa e possibilit di sostegno economico alle famiglie dei lavoratori, tale proroga si intersecher con un progetto di tirocinio del Ministero della giustizia di 210 ore circa, che dovr concludersi nel novembre 2013; va evidenziato che gli uffici giudiziari dell'Abruzzo hanno sofferto negli ultimi anni gravi carenze di personale e la presenza dei lavoratori in mobilit ha rappresentato un aiuto e un sostegno non di poco conto. Purtroppo la prospettiva per il prossimo anno, al momento non si intravede, le conoscenze e le competenze acquisite finora negli uffici giudiziari andranno sostanzialmente perse e persone di un'et media tra 40 e 55 anni e le loro famiglie torneranno a fare i conti con una precariet o meglio disoccupazione, e, dato che si tratta di lavoratori con mobilit in deroga, non potranno pi beneficiare neanche degli ammortizzatori sociali; la situazione di tirocini presso il Ministero della giustizia sostanzialmente la stessa anche in altre regioni ed il numero di tirocinanti di circa tremilaquattrocento persone in tutta Italia, e ci sono state varie proposte all'esame del Parlamento per poter trovare una soluzione a gravi carenze di organico, e nel contempo salvare un'acquisizione di conoscenze e competenze utili al funzionamento degli uffici giudiziari, e naturalmente dare un sostegno economico seppure minimo che possa rappresentare una speranza per tante famiglie : quali soluzioni intendano assumere per risolvere anche questa vicenda specifica riferita, nel quadro generale dei precari della pubblica amministrazione, alla suddetta tipologia di personale tirocinanti nel Ministero della giustizia, nelle diverse articolazioni territoriali delle amministrazioni dello Stato, in particolare gli dell'Abruzzo e anche delle altre regioni italiane. (4-01731)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01652

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 08/08/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 08/08/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: nelle province di Teramo e di Ascoli, il Ministero dello sviluppo economico ha rilasciato il permesso denominato Colle dei Nidi alle societ Gas Plus Italiana, Medoilgas e Petrorep Italia per un progetto industriale di ricerca di idrocarburi sia liquidi che gassosi nei comuni di Bellante, Campli, Controguerra, Corropoli, Mosciano Sant'Angelo, Nereto, Sant'Omero, Torano Nuovo, Tortoreto e Spinetoli. L'area interessata pari a 83,19 chilometri quadrati; la regione Abruzzo ha concordato con la scelta del Governo, la conferenza dei servizi del 16 aprile 2010 andata deserta, stata rilasciata l'Intesa il 24 gennaio 2013; l'Abruzzo la regione verde d'Europa con oltre un terzo del suo territorio tutelato da parchi e riserve naturali nazionali e regionali, in provincia di Teramo sono presenti il parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga, un'area protetta marina nazionale, e varie riserve regionali; contro la scelta del Governo nazionale di fare in Abruzzo un distretto petrolifero nazionale si sono schierate le istituzioni regionali e locali, le forze sociali, ambientaliste con una forte mobilitazione popolare : quale sia liter autorizzativo del progetto Colle dei Nidi nelle province di Teramo e Ascoli Piceno; se non intenda rivedere queste scelte energetiche centrate sugli idrocarburi e liberare l'Abruzzo da questa ipoteca negativa di regione del petrolio. (4-01652)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01593

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 06/08/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA SALUTE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 06/08/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro della salute. Per sapere premesso che: a quanto consta all'interrogante alla ASL di Pescara non viene garantito il diritto ai LEA nel servizio di risonanza magnetica; infatti ad utenti affetti da gravi patologie che devono sottoporsi ad esame di risonanza magnetica vengono fissati gli esami a distanza di 8 mesi con una grave compromissione del proprio stato di salute; ci costringe nei casi pi disperati gli utenti a ricoverarsi per eseguire questo esame con un notevole aggravio della spesa sanitaria; il decreto del Ministro della salute 17 giugno 2006 stabilisce che afferiscono al Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (SIVEAS) le potest di verifica presso le aziende sanitarie locali dell'effettiva erogazione dei livelli essenziali di assistenza, compresa la verifica dei relativi tempi di attesa, ai sensi dell'articolo 1, comma 172, della legge n. 311 del 2004 : di quali elementi disponga in relazione a quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda assumere per monitorare l'erogazione di questo servizio essenziale di assistenza presso le strutture sanitarie e pubbliche e, in particolare, presso la ASL di Pescara. (4-01593)

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INTERROGAZIONE ARISPOSTA SCRITTA 4-01581

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 05/08/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA SALUTE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 05/08/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro della salute. Per sapere premesso che: la Asl di Teramo ha previsto nel nuovo atto aziendale di declassare il Sert di Giulianova-Atri (TE) da unit operativa complessa a struttura semplice. Questo comporta la riduzione dei tre SERT esistenti nella provincia di Teramo a uno, con sede a Teramo, compromettendo cos per gli utenti un livello essenziale di assistenza in un campo molto delicato per la salute dei cittadini; con la delibera della G.R. n. 2496/C del 2 maggio 1991, la regione Abruzzo prevedeva l'istituzione di un Sert per ogni Unit locale socio-sanitaria, con la sola eccezione del Sert di Giulianova, al quale si attribuiva la competenza territoriale non solo della Ulss di Giulianova, ma anche di quella di Atri. Tale eccezione era motivata da un bacino di utenza quantitativamente secondo solo a quello di Pescara; le caratteristiche socio-economiche del territorio di competenza, sommate ad una riconosciuta qualit del servizio erogato, hanno fatto s che questo Sert si caratterizzasse anche come il secondo per numerosit di utenti in carico, diventando un polo di eccellenza regionale; il Ministero della sanit, (decreto ministeriale n. 444, articolo 6, comma 1, tabella 1, del 30 novembre 1990) inoltre stabiliva che i Sert ad alta utenza sono quelle strutture che hanno avuto in un biennio un'utenza superiore alle 100 unit; il Sert. di Giulianova risponde a questo requisito, perci deve essere considerato ad alta utenza; nel 2002 l'Asl di Teramo stabiliva che in tali unit operative complesse fosse obbligatoria la presenza di un direttore medico. Nel 2012 la regione, facendo chiarezza sulla permanenza del Sert giuliese quale unit operativa complessa ed allontanando la minaccia di declassamento, ribadiva la necessit di potenziare le strutture territoriali, evitando il sovraffollamento degli ospedali e l'incremento della spesa; il Sert di Giulianova-Atri ha avuto in carico, dal 1992 ad oggi, oltre 4000 soggetti con problematiche di usoabuso o dipendenza da sostanze o comportamentali (gioco d'azzardo, internet). Insieme a questi 4000 soggetti sono state coinvolte altrettante famiglie, formali o informali. Sono state offerte risposte personalizzate e coerenti con le evidenze scientifiche e con i bisogni primari dell'utenza. L'enorme gamma di prestazioni offerte ed erogate, di tipo medico-farmacologico, sociale, riabilitativo e preventivo, stata possibile solo attraverso la costruzione di un'ampia rete territoriale: il privato sociale, il volontariato, gli enti locali, i servizi sociali, la prefettura, la magistratura, le istituzioni scolastiche, gli istituti di pena ed i servizi ad essi collegati, il dipartimento di psichiatra; risulta evidente come la bozza dell'atto aziendale delle asl di Teramo metta a rischio il livello essenziale di assistenza attualmente assicurato a circa 1.000 pazienti, dato che, con il declassamento non vi sarebbero pi le condizioni per poter fare fronte ad un numero cos elevato di richiesta : quali iniziative intenda adottare per verificare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza con riferimento al previsto declassamento del Sert di Giulianova-Atri da struttura complessa a struttura semplice sottoposta alla diretta gestione del Sert di Teramo. (4-01581)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01499

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI 30/07/2013 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 14/11/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: il 1o maggio 2011 CAI-Alitalia ha chiuso il centro di manutenzione Air One Tecnich dell'aeroporto regionale di Pescara, trasferendo la manutenzione a Napoli e determinando la perdita di 80 posti di lavoro altamente qualificati e con una capacit competitiva a livello europeo; le istituzioni locali, tramite la costituzione di una cordata di imprenditori abruzzesi, hanno avanzato una proposta per salvaguardare una rilevante presenza produttiva e gli 80 posti di lavoro, ma la risposta di CAIAlitalia al piano industriale presentato, non risulta sia mai pervenuta, nonostante ripetute sollecitazioni; inoltre CAI-Alitalia non ha neanche liberato gli hangar utilizzati, al fine di metterli a disposizione della nuova societ in via di formazione : se non ritengano necessario convocare le parti sociali e imprenditoriali, le province di Pescara e Chieti, la regione Abruzzo per favorire il superamento dell'attuale situazione di stallo e favorire la realizzazione di un progetto industriale volto a qualificare l'aeroporto regionale di Pescara e tutelare 80 posti di lavoro. (4-01499)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01491

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 30/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: L'INPDAP, dal 27 ottobre 1995, ha avviato a Pescara l'attivit della casa albergo La Pineta; questa apertura avviene a fronte dell'esperienza acquisita con la casa albergo di Monteporzio Catone (Roma) in attivit dal 1961; la casa albergo di Pescara in grado di ospitare 119 persone. Una struttura moderna costruita per i pensionati autosufficienti (accertati da una commissione di valutazione geriatrica) iscritti al fondo di previdenza e credito per dipendenti civili e militari dello Stato; questa prestazione, cos come tutte le altre prestazioni di welfare (creditizie e sociali), sono finanziate in via esclusiva dalla gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (il cosiddetto Fondo credito), alimentato dal prelievo obbligatorio sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici in servizio dello 0,35 per cento per quanto riguarda la gestione dipendenti pubblici (ex Inpdap); dello 0,80 per cento per quanto riguarda la gestione assistenza magistrale (ex Enam) e dello 0,40 per cento per quanto riguarda la gestione (ex Ipost); nonch dalla trattenuta dello 0,15 per cento per quanto riguarda i pensionati pubblici; la struttura offre integrazione sociale e sicurezza personale. La vita nella comunit cadenzata da numerosi momenti durante i quali si svolgono attivit ricreative, culturali e sportive ai fine di favorire integrazione e socialit fra gli ospiti. Particolare attenzione rivolta all'attivit fisica, seguita da personale specializzato. Accanto a ginnastica, cinema, teatro, conferenze e giochi di societ anche assistenza medica e infermieristica. La casa garantisce vitto, alloggio, servizi comuni, assistenza sociale, medica, dietetica e infermieristica; per effetto del decreto-legge n. 201 del 6 dicembre 2011 decreto salva Italia), poi convertito con modificazioni dalla legge n. 214 del 27 dicembre 2011, dal 1o gennaio 2012 l'Inpdap confluito in INPS e di conseguenza tutto il patrimonio di immobili e di servizi che venivano erogati; il 30 marzo 2012 il CIV riunito in seduta congiunta delibera (Del. n. 351) nel suo rapporto di fine mandato, le linee guida 2011-2013 indicando tra le priorit strategiche l'ampliamento dell'offerta nei confronti di anziani e giovani; riguardo alle case albergo sottolinea in un passaggio: Il servizio rappresenta un esempio di eccellenza che non dovrebbe restare appannaggio di pochi utenti. Nell'ambito del pi ampio progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare ad uso sociale, che ha subito un arresto a seguito della soppressione dell'INPDAP, una delle proposte quella di utilizzare strutture di propriet dell'ente che risultino a tutt'oggi inutilizzate o sottosviluppate. Viene sollecitata quindi la presentazione di un piano di razionalizzazione e valorizzazione delle strutture al fine di evitare il depauperamento del patrimonio stesso; a fronte del quadro illustrato si evidenziano alcune preoccupanti criticit: 1) dal luglio 2011 l'amministrazione cambia le spese a carico degli ospiti: non pi con una quota fissa e uniforme per tutti ma con una quota mensile legata all'indicatore ISEE cos da determinare maggiore equit contributiva e nel contempo una pi adeguata correlazione tra costi e contribuzioni per gli utenti. (Determina n. 299 del 09 marzo 1999 del Presidente sull'adeguamento delle rette). Tuttavia il suddetto adeguamento e la differenziazione per fasce ISEE, ha generato negli ospiti un forte malcontento tanto da aprire un contenzioso
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ancora in corso che ha prodotto un abbandono di numerosi ospiti della struttura, al punto tale che lo stesso presidente del CIV ha dichiarato: L'adeguamento delle rette intervenuto con un approccio e metodo sbagliato dell'istituto in quanto avvenuto senza consultazione preventiva (verbale della seduta congiunta del CIV del 21 febbraio 2012); 2) a fronte dell'aumento numerosi servizi (fisioterapia, ginnastica, animazione, elioterapia eccetera) dall'anno 2012 vengono sospesi e poi, solo alcuni, nuovamente erogati dopo lunghissime pause (anche sei mesi di attesa); 3) il bando di accesso per la graduatoria 2013 non ancora viene pubblicato lasciando numerosi posti letto inutilizzati e danneggiando cos numerosi anziani e le loro famiglie che potrebbero usufruirne; questi disagi destano preoccupazioni sia per i numerosi ospiti della struttura che per i lavoratori rispetto al futuro della struttura : quali iniziative intenda mettere in campo per valorizzare e promuovere le case-albergo di Pescara e Monteporzio Catone (Roma) e se intenda aumentare l'offerta complessiva ad uso sociale come auspicato dal CIV recuperando e valorizzando il patrimonio immobiliare acquisito negli anni con i soldi dei contribuenti. (4-01491)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01490

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 30/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: l'area industriale di San Salvo (provincia di Chieti) tra le pi dinamiche e ospita aziende che danno lavoro a migliaia di lavoratori; in particolare la Pilkington con le aziende satellite, la pi grande fabbrica di vetro per auto del mondo, con 2.500 dipendenti pi 700 nell'indotto, e rappresenta in questo settore un'eccellenza tecnologica; la Pilkington ogni giorno utilizza 25-30 camion per spedire i suoi prodotti verso il Nord Europa. I camion arrivati in provincia di Modena si spostano sul treno; l'area industriale di San Salvo dispone di un anello ferroviario collegato con la ferrovia Adriatica e la Pilkington chiede un investimento di Trenitalia per allestire un treno merci al fine di risparmiare sul costo del trasporto che incide notevolmente sulla competitivit dei prodotti e inoltre lo spostamento sul ferro consentirebbe un significativo risparmio energetico e una riduzione dell'inquinamento conseguente al trasporto su gomma : quali iniziative intenda intraprendere per promuovere, per quanto di competenza, un servizio su rotaia per le merci prodotte nell'area industriale di San Salvo (Chieti) essendovi una domanda specifica in questo senso. (4-01490)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01420

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 25/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 25/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: la strada statale 652 collega l'Abruzzo della provincia di Chieti, partendo da Fossacesia (Chieti) e percorrendo il Sangro, al Molise e alla Campania; in quella area vi un'importante area industriale, quella di Atessa, in cui sono presenti grandi aziende industriali a partire dalla Sevel, la pi grande fabbrica europea di veicoli commerciali e la pi grande fabbrica italiana del Gruppo Fiat con 6.300 dipendenti, e anche tante altre imprese industriali e commerciali del Gruppo Fiat; decine di camion portano verso Napoli e Roma i veicoli commerciali prodotti dalla Sevel cos come fanno tante altre aziende industriali; questa strada collega anche al pi importante bacino sciistico dell'Appennino, quello di RoccarasoRivisindoli e al pi conosciuto e frequentato Parco nazionale, quello d'Abruzzo, Molise e Lazio: quindi enorme la valenza turistica di questa strada; infine questa strada collega tantissimi comuni montani dell'Appennino abruzzese e molisano ed quindi utilizzata da decine di migliaia di cittadini; nonostante sia ormai una strada a scorrimento veloce, vi inspiegabilmente una strozzatura derivante dai ritardi decennali nella mancata realizzazione di un pezzo di strada di appena 4 chilometri tra Quadri e Gamberale che costringe camion, autobus e macchine ad una fastidiosa e pericolosissima deviazione su una strada del tutto inadeguata con un disagio per le popolazioni, una insicurezza nella circolazione e un danno all'economia : quali iniziative intende assumere per completare in tempi rapidi l'ultimo residuo tratto di strada suddetto tra Quadri e Gamberale e favorire cos la mobilit delle persone e delle merci tra l'Abruzzo, il Molise e la Campania. (4-01420)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01405

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 24/07/2013 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 26/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA SALUTE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 24/07/2013 ITER IN CORSO APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 24/07/2013 MELILLA e D'INCECCO. Al Ministro della salute. Per sapere premesso che: i livelli essenziali di assistenza devono essere assicurati in tutto il territorio nazionale; la ASL di Teramo non sta assicurando i LEA a seguito delle scelte operate con la nuova Convenzione con l'Universit dell'Aquila per l'unit operativa di urologia; il 9 luglio 2013 la Asl Teramana con una comunicazione firmata dal Direttore Generale rimuove dall'incarico il docente Responsabile dell'unit operativa di urologia dell'ospedale; si susseguono numerosi rifiuti a prendere il posto del docente dirigente di quel Servizio (il vicario rifiuta l'incarico e cos anche un altro chirurgo) producendo una paralisi della struttura con un grave disservizio per gli utenti; la lista d'attesa per gli interventi di circa 200 pazienti che attendono di essere operati; il disagio ha prodotto anche una mobilitazione di pazienti, cittadini e di gran parte del personale sanitario che chiedono il reintegro del responsabile rimosso; il servizio di urologia stato storicamente la prima cattedra dell'Universit di L'Aquila ad essere stata convenzionata con l'allora ULSS di Teramo per la lungimiranza di illustri medici e docenti universitari che intuirono le reali potenzialit di una sinergia tra universit dell'Aquila e ospedale di Teramo; da allora Teramo ha visto un susseguirsi di illustri docenti universitari che hanno costruito, tassello per tassello, l'urologia teramana come la vediamo oggi, con un professore ordinario ormai abruzzese ed una struttura riconosciuta tra le migliori in ambito nazionale; il reparto nel lontano 1972 venne costruito di sana pianta dal nulla con personale medico proveniente dall'Istituto di urologia di Roma; gli anni 80 hanno visto l'urologia teramana tra le prime in assoluto sia per produzione scientifica che per novit tecnologiche e chirurgiche. Era quello il periodo in cui la chirurgia si rinnovava nelle tecniche e nei materiali, era quello il tempo dell'innovazione tecnologica che ha consentito lo sviluppo di approcci chirurgici mini invasivi ed extracorporei. In quest'ambito e per il servizio di urologia di Teramo fu uno dei primi centri ad utilizzare e sviluppare metodologie terapeutiche extracorporee come la Trans Urethral Microwave Thermotherapy per il trattamento chirurgico mini invasivo delle patologie prostatiche; Teramo fu poi uno dei primi 4 centri in Italia a sviluppare le tecniche percutanee e di litotrissia per il trattamento della litiasi renale ed uno dei pochi centri ad iniziare uno studio sistematico e con rigore metodologico delle disfunzioni del pavimento pelvico e l'applicazione pratica di nuove e rivoluzionarie tecniche chirurgiche. Nascono in quel periodo la Scuola Urologica Teramana e la Scuola di Specializzazione in Urologia con sede
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a Teramo che in questi anni hanno diplomato specialisti abruzzesi, apprezzati per la loro preparazione professionale e scientifica che rappresentano un esempio di come la formazione sia una insostituibile risorsa per la crescita culturale della sanit di una citt e di una regione; tutto questo lavoro durato 35 anni ha portato alla creazione di un Centro Regionale per lo studio ed il trattamento delle patologie prostatiche, quinto in Italia secondo una inchiesta del Corriere della Sera, qualificando Teramo come centro di riferimento nazionale per il trattamento chirurgico mini invasivo per la incontinenza maschile e femminile, per lo studio ed il trattamento della calcolosi urinaria e per il trattamento chirurgico delle patologie oncologiche di carattere urologico : quali iniziative intenda intraprendere per assicurare i livelli essenziali di assistenza nel servizio di urologia della ASL di Teramo anche tenuto conto delle liste d'attesa generate. (4-01405)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01396

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 24/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 24/07/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: grande interesse assume la questione della tassazione delle grandi imprese italiane che risiedono legalmente all'estero; non esiste una stima su questa realt che spesso ricorre in modo spregiudicato all'elusione fiscale; nel 2008 gli economisti Harry Huizinga e Lue Laeven hanno tentato una stima sugli utili che le multinazionali spostano nei Paesi che hanno un regime fiscale pi favorevole, e hanno sostenuto che l'Italia era al secondo posto dopo la Germania; il profit shifting (spostamento degli utili) delle aziende italiane incide notevolmente sulle entrate fiscali complessive tenendo conto che, negli ultimi 5 anni, la guardia di finanza ha scovato 49,7 miliardi di euro da operazioni all'estero di imprese italiane; l'aliquota effettiva pagata da alcuni famosi gruppi economici e industriali italiani tra il 12 per cento e il 15 per cento; l'evasione fiscale non quella classica ma quella moderna ben pi insidiosa di massimizzare i benefici dall'occultamento dei profitti nei paradisi fiscali; tra elusione ed evasione, il rischio che si apra un'area opaca di risparmio fiscale attraverso il trasferimento di parti delle aziende e dei ricavi tassabili all'estero beneficiando di aliquote inferiori alle nostre; fra l'Italia e Svizzera esiste un sistema sofisticato di risparmio fiscale che incentiva a non riportare pi gli utili in Italia negoziando con l'autorit elvetica aliquote individuali rapportate all'occupazione che si crea e alla loro durata; un altro modo di evitare il fisco italiano coinvolge le trading company cio imprese commerciali situate all'estero, dalla Svizzera ad Hong Kong, che si preoccupano di vendere i prodotti tassando gli utili in questi Stati esteri a condizioni vantaggiose; le societ controllate che operano all'estero spesso sono solo prestanomi di imprese italiane che si spingono oltre ogni limite legale per non pagare le tasse dovute allo Stato italiano : quali iniziative intenda assumere per contrastare l'elusione fiscale attraverso l'occultamento dei profitti nei paradisi fiscali all'estero. (4-01396)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01395

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 24/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 24/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: la Kimberly Clark un grande gruppo industriale internazionale statunitense, leader a livello mondiale nel settore dei prodotti in carta; ad Alanno (Pescara) vi uno dei suoi 2 stabilimenti italiani, con 170 dipendenti e ad altri 100 occupati nell'indotto; questa multinazionale ha deciso di mettere in vendita questo stabilimento non dando nessuna certezza circa la continuit dell'occupazione e il progetto industriale; forte la preoccupazione tra i lavoratori sul proprio futuro in una area interessata da processi negativi di crisi industriale e di forte disoccupazione : quali iniziative intenda assumere per conoscere le intenzioni di questa multinazionale circa il suo stabilimento di Alanno (Pescara) anche convocando le parti in un incontro al Ministero. (4-01395)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01391

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 24/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 24/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: la TERCAS-CARIPE la pi grande Banca regionale dell'Abruzzo con i suoi 1.250 dipendenti; da 14 mesi stata commissariata dalla Banca d'Italia; in un momento di grave crisi economica e finanziaria desta seria preoccupazione la situazione di difficolt in cui versa e che ha spinto tutte le organizzazioni sindacali a chiedere un intervento delle Istituzioni volto a ridare peso e ruolo al sistema bancario abruzzese e in particolare a questa Banca; il rischio la scarsa chiarezza sulla strategia scelta dal vertice e dalla governance di questo istituto bancario al fine di salvaguardare il suo equilibrio e la funzione fondamentale che ha svolto da sempre a tutela del risparmio locale e dello sviluppo economico regionale; si rincorrono voci di ricapitalizzazione, esuberi occupazionali, acquisizioni da parte di altri Gruppi Bancari con conseguenti preoccupazioni a tutti i livelli istituzionali e sociali : quali iniziative intende svolgere nell'ambito delle sue competenze istituzionali per il futuro della pi importante banca abruzzese, a tutela dei livelli occupazionali. (4-01391)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01380

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 23/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI MINISTERO DELL'INTERNO

Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 23/07/2013 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/09/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro degli affari esteri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. Per sapere premesso che: il 9 luglio 2013 sul sito della rivista Internazionale apparsa una e-mail di Google in cui si diceva che su quel sito c'era un malware, un tipo di software in grado di causare danni pi o meno gravi al computer degli utenti; il minaccioso messaggio dell'autorevole Google provocava di fatto il blocco di ogni accesso al sito della rivista per il semplice motivo che ogni utente vuole evitare di infettare il proprio computer; la rivista ha subito rimosso il codice che poteva contenere il malware informando Google, ma solo dopo giorni di continue sollecitazioni rivolte ai responsabili di Google, stato tolto il messaggio di pericolo; Google ha giustificato i ritardi con la motivazione che si verificano 30 mila casi come questo ogni settimana nel mondo e le procedure di verifica sono gestite da software e che non si pu intervenire per accelerare il processo; si giustifica questa procedura per tutelare gli utenti, anche se si limita cos fortemente la libert di comunicare e informare; nella sostanza si verifica che una multinazionale privata con sede negli Stati Uniti ha oscurato per giorni un sito di informazione indipendente di un altro Stato e ci evidenzia un enorme potere nelle mani di 3 o 4 grandi aziende private tecnologiche americane : se non intendano approfondire una materia estremamente sensibile per la democrazia e potenzialmente gravida di rischi per la libert di informazione e assumere iniziative, per quanto di competenza, a tutela di un bene di rilevanza costituzionale. (4-01380)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01372

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 23/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 23/07/2013 ITER CONCLUSO il 13/09/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 13/09/2013 PISTELLI LAPO VICE MINISTRO AFFARI ESTERI MELILLA. Al Ministro degli affari esteri. Per sapere premesso che: dal 22 Giugno scorso Claudia D'Intino (Ortona CH), volontaria della onlus Music for Peace bloccata ad Alessandria d'Egitto con un convoglio carico di beni di prima necessit da distribuire nella striscia di Gaza, in Palestina, insieme al resto della delegazione Italiana; sono dunque 30 giorni che, pur disponendo di tutte le autorizzazioni necessarie, le autorit egiziane non intendono far uscire l'auto medica, una Mercedes, parte integrante del carico umanitario destinato alla popolazione di Gaza; il carico inoltre prevede un'ambulanza e 120 tonnellate fra medicinali e cibo donati da cittadini italiani; l'autorit egiziana, bloccando il transito della delegazione umanitaria, ha di fatto messo in dubbio quanto dichiarato dalla nostra ambasciata, che pi volte ha specificato che l'autovettura da considerare a tutti gli effetti facente parte del carico umanitario. Quell'autovettura destinata ad un ospedale che opera in una delle zone pi povere di Gaza City, e verr equipaggiata in loco per il trasporto di disabili : quali misure intenda adottare al fine di sbloccare questa situazione e permettere a Claudia D'Intino e agli altri volontari di portare a termine la missione umanitaria in aiuto della popolazione di Gaza City, in Palestina. (4-01372)

Risposta scritta pubblicata Venerd 13 settembre 2013


RISPOSTA. Dopo aver ricevuto dall'Ambasciata d'Italia a Il Cairo informazione circa l'iniziativa promossa dallonlus music for peace per il trasporto di materiale umanitario nei Territori Palestinesi attraverso il Valico di Rafah, la Farnesina ha provveduto ad inviare lo scorso 10 giugno una lettera al Presidente dell'associazione al fine di informarlo delle precarie condizioni di sicurezza della zona. In particolare, si sconsigliava qualsiasi viaggio l diretto a causa della situazione di rischio permanente nell'area, che non consentiva di poter assicurare assistenza consolare in caso di emergenza e necessit. A tutela dell'incolumit dei nostri connazionali si invitava il Presidente a riconsiderare la decisione di entrare nella Striscia di Gaza dal Valico di Rafah. A fronte del rifiuto dellonlus sulla possibilit di modificare il percorso, sono stati richiesti all'associazione informazioni utili (numeri di telefono, luogo e durata della
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permanenza, numeri di contatto delle organizzazioni che eventualmente avrebbero assistito lonlus nella Striscia di Gaza) per poter assicurare un monitoraggio e una possibile assistenza alla missione. A questo proposito, anche alla luce del progressivo deterioramento delle condizioni di sicurezza nella maggior parte del territorio egiziano (grandi citt e Nord Sinai) seguita alla destituzione del Presidente Morsi, l'Ambasciata a Il Cairo e il Consolato generale in Alessandria sono rimasti in contatti costanti con i cinque membri dell'ong, gi giunti in Egitto, ad El Arish nella serata del 22 ultimo scorso fornendo il massimo supporto per il disbrigo delle pratiche burocratiche necessarie al rilascio dei 6 container umanitari e dell'autoambulanza. Molte difficolt sono scaturite dal contenuto dei containers (in particolare un generatore di energia elettrica ed alcune macchine fotocopiatrici), nonostante la precedente autorizzazione rilasciata dalle Autorit egiziane. Nel ritardo del rilascio dei necessari permessi per lo sdoganamento del materiale da parte delle Autorit egiziane, le autorit diplomatiche e consolari italiane hanno invitato il Presidente ed i membri dell'ong, che hanno declinato, a prendere in considerazione la possibilit di un momentaneo rientro in Italia, in attesa di un miglioramento del clima politico, assicurando che le nostre Rappresentanze in loco avrebbero seguito direttamente il caso. Il Consolato generale ad Alessandria, coordinato dall'Ambasciata a Il Cairo, ha compiuto numerosi interventi presso le competenti autorit egiziane per ottenere il permesso da parte delle dogane del Porto di Alessandria necessario allo sdoganamento del materiale. L'Ambasciata tra l'altro intervenuta chiedendo un incontro urgente con il Direttore del Dipartimento Palestina del ministero degli affari esteri egiziano. Dopo una prima reazione rigida delle Autorit stesse, seguita infine una comunicazione alla nostra Ambasciata con la quale stato invece assicurato che sarebbe stato consentito il passaggio, realizzato poi il 27 luglio scorso, per tutto il carico senza eccezioni. Il passaggio del convoglio umanitario da Alessandria a Rafah stato poi monitorato, ora per ora, dalle nostre autorit diplomatico-consolari che hanno effettuato a pi riprese passi ai pi alti livelli presso i locali ministeri della difesa e degli affari esteri per rimuovere gli ostacoli di natura logistica incontrati dall'ong nel corso del tragitto. Tale intensa azione diplomatica ha permesso alla comitiva di passare nella tarda mattinata dello scorso 27 luglio il confine egiziano a Rafah per poter quindi consegnare a Gaza gli aiuti umanitari da distribuire attraverso la red crescent. L'Ambasciata sempre rimasta in stretto contatto con le controparti egiziane per gestire eventuali nuovi ostacoli e con i rappresentanti di music for peace per verificare che il loro passaggio a Gaza avvenisse nei termini previsti. Il Viceministro degli affari esteri: Lapo Pistelli.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01282

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 16/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 16/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro della giustizia. Per sapere premesso che: dalla stampa si apprende che l'ex Ministro della giustizia, in vacanza in un relais a 5 stelle in Puglia, insieme alla sua famiglia, ha beneficiato della scorta di 4 uomini della Polizia Penitenziaria con 2 auto blindate; queste ferie protette hanno provocato la giusta protesta del sindacato della polizia penitenziaria; come noto il personale di polizia penitenziaria gravemente sotto organico con un costante e grave ricorso a straordinari e carichi di lavoro stressanti per assicurare la sicurezza nelle carceri italiane sovraffollate; tale scelta appare all'interrogante uno spreco intollerabile e uno schiaffo al buon andamento della pubblica amministrazione in un campo peraltro delicato dove il personale di polizia penitenziaria dovrebbe essere utilizzato solo per il fine istituzionale di garantire la sicurezza nelle carceri italiane : se quanto riportato in premessa corrisponda al vero e quali eventuali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato. (4-01282)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01280

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 16/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO MINISTERO DELLA SALUTE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 16/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. Per sapere premesso che: a Pescara in corso uno sciopero della fame di un gruppo di residenti del colle di San Silvestro ove sono localizzati illegalmente impianti per la diffusione radio televisiva che dovrebbero essere gi stati trasferiti in un altro dei siti alternativi individuati a livello regionale; ci al fine di evitare l'attuale situazione di grave danno alla salute dei residenti a San Silvestro di Pescara per il grave inquinamento elettromagnetico : quali siano le ragioni del colpevole ritardo delle autorit statali competenti e se non intendano finalmente emanare il decreto per la delocalizzazione degli impianti da San Silvestro in uno dei siti individuati in Abruzzo per non compromettere ulteriormente la salute dei cittadini interessati mettendo fine ad una storia che si trascina penosamente da decenni. (4-01280)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01279

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 16/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 16/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: l'11 luglio a Pescara presso gli uffici della giunta regionale d'Abruzzo si sono incontrati i sindacati CGIL CISL UIL e la direzione aziendale della SILDA spa, ex Golden lady di Gissi (Chieti) per fare il punto sulla drammatica crisi aziendale a seguito del fallimento del progetto di riconversione industriale sottoscritto il 29 maggio 2012 al Ministero dello sviluppo economico; l'azienda ha comunicato il licenziamento di tutte le lavoratrici dal 12 luglio 2013 motivandolo con l'assenza di garanzie sulla interpretazione dell'articolo 2 comma 6 della legge n. 451 del 2013 sulla formazione on the job. Su questo problema l'interrogante aveva richiesto al Governo, con una interrogazione del maggio 2013, un chiarimento interpretativo nel tentativo di salvare quell'accordo, ma dal Governo non venuta nessuna risposta; le organizzazioni sindacali al fine di salvare i posti di lavoro hanno chiesto la convocazione urgente di un incontro al Ministero dello sviluppo economico per definire una proposta in grado di salvare l'occupazione e rilanciare un progetto di reindustrializzazione sul quale l'azienda ha comunque confermato una residua volont di operare, chiarita la normativa sulla formazione : se intenda convocare al pi presto un incontro tra le parti sociali sulla vertenza della ex Gonden lady di Gissi (Chieti). (4-01279)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01196

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/07/2013 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/07/2013 CONCLUSO il 15/11/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO CIRILLO MARCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO AMBIENTE E TUTELA DEL FLAVIO TERRITORIO E DEL MARE 15/11/2013

MELILLA e PELLEGRINO. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: un altro orso bruno marsicano stato ucciso nella zona delle Mainarde, nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, a colpi di fucile da criminali senza scrupoli. L'esame radiografico eseguito dalla facolt di veterinaria dell'universit di Teramo ha rilevato 3 pallottole, di cui una mortale alla testa. I responsabili di questo gesto hanno attirato l'orso con una carcassa di cavallo; l'esecuzione di un orso marsicano assume una gravit inaudita essendo ridotta la popolazione di questi rari plantigradi a circa 60 unit; quindi a rischio la conservazione di questa specie con la quale si identifica il parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise; ad aprile 2013 un altro esemplare di orso marsicano era morto investito da un'automobile mentre attraversava una strada; si rende urgente, dinanzi al ripetersi di simili atti criminali, adottare in tempi brevi un'incisiva azione di conservazione attraverso la costituzione di una banca scientifica della riproduzione dell'orso bruno marsicano e una forte implementazione delle misure di tutela attiva e prevenzione sul territorio che siano di supporto ad una politica di espansione dell'attuale popolazione di orsi marsicani; la Societ di storia della fauna Giuseppe Altobello ha rilevato come a tutt'oggi non sia stata ancora realizzata una banca del seme, passo quasi obbligato in tutti i casi in cui si ha a che fare con una specie o una sottospecie la cui consistenza numerica al di sotto della soglia minima di vitalit nel lungo periodo come appunto il caso dellUrsus arctos marsicanus; il conservation breeding potrebbe rappresentare l'unica strada per favorire la necessaria espansione dell'orso bruno marsicano al di fuori dell'area di diffusione primaria; necessaria una forte mobilitazione della comunit scientifica e ambientalista per scongiurare il pericolo della scomparsa di questa straordinaria specie appenninica di orsi :
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quali iniziative intenda assumere il Governo per sostenere l'azione dell'ente parco nazionale d'Abruzzo a tutela della conservazione dell'orso bruno marsicano. (4-01196)

Risposta scritta pubblicata Venerd 15 novembre 2013


RISPOSTA. In merito ai quesiti posti dagli interroganti, appare opportuno premettere ed evidenziare che questo Dicastero, com noto, istituzionalmente e direttamente impegnato nella conservazione dell'orso bruno marsicano, in particolare, attraverso il coordinamento delle azioni di conservazione previste dal piano d'azione per la tutela dell'orso bruno marsicano (Patom), nel cui contesto agisce congiuntamente con le regioni interessate alla presenza dell'orso e con l'Ente parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise. E anche per questo, lo scrivente Ministero si interessato al caso citato nell'interrogazione sin dalla prima segnalazione del rinvenimento della carcassa di un orso in localit Monte Morrone, nel versante molisano del Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, tenendosi, in seguito, in stretto e costante contatto con l'Ente gestore del Parco e con le autorit interessate per seguire la vicenda ed acquisire ogni utile elemento al riguardo. La carcassa del plantigrado veniva segnalata, infatti, da un escursionista il 7 luglio 2013 nel Comune di Castel San Vincenzo; in prossimit di essa venivano altres rinvenuti i resti di un puledro, verosimilmente predato dai lupi, nonch, a poca distanza da questo, anche una carcassa di volpe totalmente integra che non presentava segni di predazione. La carcassa dell'orso veniva immediatamente inviata al laboratorio dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise. La relativa autopsia, avviata il giorno 9 luglio 2013 e conclusa il successivo giorno 26, ha potuto evidenziare che l'esemplare sarebbe stato oggetto di colpi di arma da fuoco di diversi calibri, nessuno di essi mortale, e comunque risalenti ad epoca non recente; allo stesso modo, non sono state rilevate tracce di avvelenamento. Ancora allo stato, l'Istituto zooprofilattico di Teramo, che ha svolto l'autopsia, non in grado di stabilire con certezza la causa della morte del plantigrado. Al proposito, appare opportuno ricordare che il Parco nazionale d'Abruzzo veniva istituito nel 1922 al fine specifico di tutelare le specie faunistiche pi rare e a rischio di estinzione, come, appunto, l'orso bruno marsicano e il camoscio appenninico. Esso ha sempre svolto, nel corso di questi novant'anni, la sua funzione di tutela delle suindicate specie faunistiche, probabilmente salvandole dall'estinzione, nonch attivit di promozione del territorio, di ricerca scientifica e didattico-educative. In particolare per la tutela delle popolazioni di orso bruno marsicano tuttora in atto lo specifico progetto Life Arctos, attuato nell'ambito del programma finanziario della Commissione europea Life + Natura, di cui l'Ente parco il coordinatore, e tra i cui partner figurano, tra gli altri, le Regioni Abruzzo e Lazio e l'Universit La Sapienza di Roma. Tale progetto, che terminer nel prossimo anno, ha gi consentito di pervenire a importanti risultati e indicazioni, per l'adozione di ulteriori indispensabili misure di salvaguardia del plantigrado, e per la soluzione di problematiche attinenti, quali la chiusura di talune strade montane forestali, la eliminazione del fenomeno del pascolo brado, i tagli boschivi, il controllo sanitario del territorio, ecc. L'Ente parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise ha, quindi, messo in atto importanti iniziative di contrasto di attivit incompatibili e illegali e di tutela proattiva, quali, ad esempio, l'assunzione in concessione diretta di territori comunali strategici per la tutela e conservazione della specie, il controllo sanitario di bestiame domestico, il miglioramento costante della regolamentazione degli indennizzi dei danni provocati dalla fauna protetta, il miglioramento delle relazioni con istituzioni e operatori locali, compresi allevatori e agricoltori. Dal canto suo, questo Ministero contribuisce alle iniziative di tutela del territorio e delle specie protette mediante il costante e il pi efficace esercizio delle proprie funzioni di controllo e indirizzo sull'Ente gestore
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del Parco nazionale. Con riferimento al ritrovamento della carcassa di orso, ad esempio, seppure le verifiche successive, come sopra riferito, abbiano ridotto la drammaticit dell'episodio, quale amplificato nei giorni successivi al rinvenimento dagli organi di stampa, non per questo lo scrivente Ministero (anche in considerazione dei recenti casi di uccisione, in particolare per avvelenamento, di altre specie di fauna protetta, e segnatamente del lupo appenninico) ha ritenuto di sottovalutare il potenziale delittuoso del fenomeno, adottando con immediatezza le azioni di competenza ritenute pi idonee. E, infatti, al fine di prevenire e reprimere eventuali atti di bracconaggio nei confronti delle specie faunistiche protette, questo Ministero ha provveduto ad una idonea sensibilizzazione del Corpo forestale dello Stato volto a un rafforzamento dell'attivit di vigilanza e di intelligence, richiedendo, altres, al Comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente (Ccta), stante la rilevanza e gravit della situazione, un robusto e mirato intervento, sempre in collaborazione con il Coordinamento territoriale per l'ambiente (Cta) del Corpo forestale dello Stato, finalizzato ad evitare che eventuali condotte criminali poste in essere da malintenzionati possano nuocere alle comunit delle specie protette nel Parco nazionale e condurre, al limite, all'estinzione dell'orso marsicano. Nella considerazione, poi, che le azioni di conservazione di un'area protetta, ivi comprese quelle volte alla tutela delle specie protette, presuppongono un quadro normativo definito e conoscibile, nell'ambito del quale poter sviluppare le opportune attivit di enforcing da parte delle autorit a ci preposte, questo Ministero ha invitato i Presidenti delle regioni Abruzzo, Lazio e Molise affinch collaborino per il superamento dell'attuale gestione commissariale, e perch si giunga finalmente e con la massima sollecitudine, alla approvazione del Piano del Parco, previsto dall'articolo 12 della legge n. 394 del 1991, nonch alla istituzione delle aree contigue del Parco, ai sensi dell'articolo 32 della medesima legge. Nel frattempo, in attesa della approvazione del piano del Parco, stata acquisita la bozza di regolamento del Parco, sulla quale gi stata avviata la pre-istruttoria in vista della sua prossima approvazione ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 394 del 1991. Il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare: Marco Flavio Cirillo.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01194

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/07/2013 ITER CONCLUSO il 18/10/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 18/10/2013 GIOVANNINI ENRICO MINISTRO LAVORO E POLITICHE SOCIALI

MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: il rapporto di Save The Children e dell'Associazione Bruno Trentin sul lavoro minorile, ha accertato che in Italia lavorano 260 mila adolescenti e ragazzi, cio il 5,2 per cento degli italiani sotto i 16 anni. La legge italiana vieta il lavoro ai giovani sotto i 16 anni. Hanno tra 7 e 16 anni (secondo l'indagine il 2,7 per cento ha meno di 11 anni, l'8,5 per cento meno di 12 anni, il 13,8 per cento meno di 13 anni, il 72,3 per cento pi di 13 anni), lavorano dopo aver abbandonato gli studi, il 40 per cento lavora in modo saltuario, gli altri in modo continuativo, spesso in famiglia; trenta mila di loro lavorano in condizioni di sfruttamento minorile, senza tutele contrattuali, a volte in condizioni di pericolo per la salute, la sicurezza e l'integrit morale, anche di notte e in modo continuativo, senza spazi accettabili, in relazione all'et, per il riposo, lo svago e lo studio; sono lavori disparati: baristi, camerieri, ambulanti, sciampiste, agricoltori, edili; aiutano le loro famiglie povere e impossibilitate ad assicurare un futuro scolastico ai propri figli; a volte vengono reclutati in attivit criminali: piccoli pusher, piccoli ladri, piccoli rapinatori fanno l'apprendistato alla delinquenza : se non intenda svolgere un'azione di monitoraggio del fenomeno al fine di assumere le iniziative necessarie al contrasto al lavoro minorile illegale e alla tutela integrale dei diritti di questi giovanissimi ragazzilavoratori. (4-01194)

Risposta scritta pubblicata Venerd 18 ottobre 2013


RISPOSTA. Con riferimento all'interrogazione in esame, concernente il monitoraggio sulle condizioni di sfruttamento del lavoro minorile in Italia a seguito della ricerca realizzata dall'associazione Save the Children, si rappresenta quanto segue.
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Il nostro ordinamento giuridico si dotato di idonei strumenti normativi in materia di tutela dei diritti dell'infanzia tra cui va annoverato il diritto del minore ad essere protetto contro lo sfruttamento economico ed ogni forma di lavoro pregiudizievole per la sua educazione, la sua salute e il suo sviluppo psico-fisico, come previsto dell'articolo 32 della convenzione Onu sui diritti del fanciullo, ratificata con la legge 27 maggio 1991, n. 176. In particolare, si ricorda che con legge del 25 maggio 2000, n. 148 stata ratificata la convenzione Oil n. 182 relativa alla proibizione delle forme peggiori di lavoro minorile e all'azione immediata per la loro eliminazione nonch la Raccomandazione n. 190 sullo stesso argomento, adottate dalla Conferenza generale dell'Organizzazione internazionale del lavoro durante la sua ottantesima sessione tenutasi a Ginevra il 17 giugno 1999. In Italia la tutela del lavoro minorile disciplinata, inoltre, dalla legge 17 ottobre 1967, n. 977, che individua due categorie di minori: il minore che non ha ancora compiuto 15 anni di et o che ancora soggetto all'obbligo scolastico e l'adolescente, ovvero il minore di et compresa tra i 15 e i 18 che non pi soggetto al suddetto obbligo. La legge richiamata, pertanto, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 37 della Costituzione, stabilisce l'et minima di ammissione al lavoro, fissandola al momento in cui il minore ha concluso il periodo di istruzione obbligatoria e comunque non inferiore ai quindici anni compiuti (articolo 3). Il comma 622 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per l'anno 2007) ha rimodulato la durata dell'obbligo di istruzione innalzando il periodo a dieci anni, conseguentemente l'et minima per l'accesso al lavoro passata dai 15 ai 16 anni. Pertanto, attualmente, i requisiti richiesti per la valida e corretta instaurazione di un rapporto di lavoro con un soggetto minorenne sono due: il compimento dell'et minima prevista dalla legge, fissata a 16 anni, e l'assolvimento dell'obbligo scolastico per almeno dieci anni. Costituiscono eccezione le ipotesi previste dall'articolo 4 della richiamata legge n. 977 del 1967 e successive modificazioni e integrazioni, vale a dire quelle relative ad attivit di carattere culturale, artistico, sportivo o pubblicitario e nel settore dello spettacolo, che possono essere svolte anche dai bambini previa autorizzazione della competente direzione territoriale del lavoro. Inoltre, deve essere evidenziato che l'assunzione di un lavoratore minorenne era prima sempre subordinata all'effettuazione di una visita medica preventiva (in base a quanto previsto dall'articolo 8 della legge n. 977 del 1967), volta ad accertare l'idoneit alla specifica attivit lavorativa a cui il minore dovr essere adibito. Tale obbligo venuto meno a seguito dell'entrata in vigore della disposizione di cui all'articolo 42, comma 1, lettera b), del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, secondo cui, fermi restando gli obblighi di certificazione previsti dal decreto legislativo del 9 aprile 2008 n. 81 e successive modificazioni e integrazioni, sono abrogate le disposizioni concernenti l'obbligo dei certificati di idoneit psico-fisica al lavoro di cui all'articolo 8 della legge 977 del 1967. L'articolo 7 della legge 977 del 1967, inoltre, sancisce che il datore di lavoro prima di adibire i minori al lavoro e comunque in occasione di ogni modifica rilevante delle condizioni di lavoro, sia tenuto ad effettuare una valutazione dei rischi, ossia un'attenta analisi dei fattori che potrebbero nuocere al soggetto in relazione all'et, allo sviluppo non ancora completo, alla mancanza di esperienza, alla consapevolezza e alla capacit di discernimento dei rischi lavorativi esistenti o possibili. Inoltre, l'allegato I della legge pi volte citata legge n. 977 del 1967, come modificato dai decreti legislativi n. 345 del 1999 e n. 262 del 2000, elenca le attivit ritenute pericolose, in relazione sia all'esposizione a particolari agenti fisici, biologici e chimici sia a particolari processi e lavorazioni, e, in quanto tali, dunque, vietate ai minori. Al riguardo prevista un'unica eccezione nell'ipotesi di svolgimento di tali attivit da parte di adolescenti per indispensabili motivi didattici o di formazione professionale e per il tempo necessario alla formazione stessa, purch effettuate sotto la sorveglianza di formatori competenti anche in materia di prevenzione e di protezione nel rispetto di tutte le condizioni di salute e sicurezza prescritte dalla legge. La competente direzione generale per l'attivit ispettiva coordina l'azione ispettiva svolta dalle direzioni territoriali del lavoro, affidata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali ai sensi dell'articolo 29 della legge n. 977 del 1967, mirata a verificare le corrette modalit di occupazione dei lavoratori minori. In occasione delle visite ispettive effettuate nel corso dell'anno 2012 sono state riscontrate n. 897 violazioni di rilevanza penale, con riferimento, in particolare, al settore terziario in cui maggiore risulta la
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percentuale (78 per cento di impiego dei minori (pari a complessive n. 704 violazioni). Per quanto riguarda la diffusione geografica, il maggior numero di violazioni concernenti i lavoratori minori impiegati irregolarmente si registrato in Lombardia (n. 130), in Puglia (n. 125) e in Emilia Romagna (n. 105). Anche nell'ambito della programmazione dell'attivit di vigilanza per l'anno 2013 le verifiche sull'osservanza della normativa in materia di lavoro minorile costituiscono uno degli obiettivi primari al fine di contrastare il fenomeno di sfruttamento dei minori sul lavoro e di tutelarne adeguatamente la loro l'integrit psico-fisica in quanto soggetti deboli. Si precisa, infine, che nel corso del primo trimestre dell'anno in corso il numero di minori interessati alle violazioni penali stato pari a n. 188 lavoratori. Al fine di avviare un'azione di monitoraggio del fenomeno e per assumere le iniziative necessarie al contrasto al lavoro minorile illegale, potrebbe essere opportuno riconvocare il Tavolo tematico di coordinamento tra il Governo ed i rilevanti stakeholders la cui attivit si interrotta nel 2008 per continuare ad offrire sia una sede di confronto stabile tra istituzioni, parti sociali, autonomie territoriali ed Ong che si occupano di infanzia ed adolescenza, sia per fornire un programma di impegni condiviso riguardo al tema dello sfruttamento del lavoro minorile. Il Tavolo assicura l'interazione di politiche sociali, formative, della salute, del lavoro, della sicurezza necessarie ad un efficace azione in materia di lavoro minorile che necessita del massimo coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e sociali che si occupano di politiche per l'infanzia, permettendo la definizione di azioni concordate, nonch la ricerca di informazioni precise dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Proprio per queste sue potenzialit, il Tavolo la sede pi idonea per avviare il confronto sulla redazione del piano d'azione ai sensi della convenzione Oil n. 182 contro lo sfruttamento del lavoro minorile che individui gli interventi di competenza di ogni soggetto coinvolto e ricondurlo all'interno del piano nazionale d'azione e di interventi per lo sviluppo e la tutela dei diritti dei minori in et evolutiva. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Enrico Giovannini.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01175

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 05/07/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/07/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: la MEDOILGAS SpA di Londra ha presentato un progetto chiamato OMBRINA MARE per la trivellazione di 6 pozzi di petrolio, l'installazione di una piattaforma a 6 chilometri da riva, al largo di Ortona e San Vito in Abruzzo, nel Mare Adriatico, e di una grande nave desolforante; il petrolio estratto sar di qualit scadente, ricco di impurit sulfuree e di indice AP17, e quindi con maggiore impatto negativo sull'ambiente, rendendo necessaria un'attivit di desolforazione (eliminazione dello zolfo) in loco, nel mare, vicino al posto di produzione, attraverso una nave galleggiante che provveder allo stoccaggio, trattamento, e scarico del petrolio; per separare il petrolio da acqua e gas occorrer eliminare gli scarti sulfurei e non, attraverso una fase di incenerimento di rifiuti a fiamma costante, 24 ore su 24 e l'insieme di tutti i prodotti di scarto bruciati sar di almeno 80 mila chilogrammi al giorno; il pericolo di rilascio a mare di materiale inquinato misto a residui petroliferi, reale e desta serie preoccupazioni; gli scoppi e gli incidenti sono eventi rari, ma uno solo di essi potrebbe distruggere l'equilibrio ecologico delicato del Mare Adriatico che ha un limitato ricambio delle acque; in Italia le royalty in mare sono del 4 per cento e sono particolarmente vantaggiose per le compagnie petrolifere. Basti riflettere sulla circostanza che in Norvegia applicata una tassa speciale del 50 per cento; nel 2010 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore Prestigiacomo rilasci un parere negativo al progetto Ombrina, e decret una fascia di rispetto di 5 miglia (9 chilometri) lungo tutto il perimetro nazionale e di 12 miglia (22 chilometri) nei tratti prospicienti i parchi e le riserve naturali. Successivamente il Governo Monti, con l'articolo 35 del cosiddetto decreto sviluppo del luglio 2012 estese il limite a 12 miglia, ma solo per progetti e concessioni successive al 2010 riaprendo cos liter del progetto Ombrina; il progetto Ombrina insiste in un tratto costiero interessato dall'istituzione del parco nazionale della Costa Teatina, quindi si tratta di un'area di rilevante interesse ambientale e paesaggistico che mal si concilia con un progetto di trivellazione petrolifera a pochi chilometri da un'area protetta nazionale; tutti i comuni e le province interessate e la regione Abruzzo hanno manifestato la loro contrariet nei confronti del progetto Ombrina : quali iniziative si intendano assumere per evitare la realizzazione di un progetto di trivellazione particolarmente devastante oltre che antieconomico per l'ambiente e per l'Abruzzo. (4-01175)
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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00979

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 21/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 21/06/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro dell'economia e delle finanze. Per sapere premesso che: la filiale di Pescara della Banca d'Italia, specializzata nei servizi all'utenza, chiuder nel biennio 2014-2015, nell'ambito del processo di riorganizzazione nazionale della sua rete territoriale; si tratta di una scelta grave che colpir l'utenza delle province di Pescara e Chieti che attualmente beneficiano di vari servizi bancari e finanziari erogati dalla Banca d'Italia; per tutta la fascia adriatica da Ancona a Bari, la Banca d'Italia non fornir pi questi servizi altamente specializzati per le imprese e i cittadini, determinando un impoverimento oggettivo del territorio e dell'economia; i 34 lavoratori interessati, altamente professionalizzati, saranno trasferiti con i conseguenti disagi per le loro famiglie : se non intenda nell'ambito delle sue competenze e nel rispetto dell'autonomia organizzativa della Banca d'Italia, intervenire per verificare la possibilit di un suo ripensamento circa la chiusura della filiale di Pescara. (4-00979)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00921


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 19/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 19/06/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: nonostante le sentenze n. 306/2008 e 11/2009 della Corte Costituzionale abbiano sancito in progressione l'illegittimit degli articoli 80, comma 19, della legge n. 388 del 2000 e 9 del decreto legislativo n. 286 del 1998 nella parte in cui si escludono l'accesso ad indennit di accompagnamento e prestazioni economiche per gli invalidi civili extracomunitari privi di carta di soggiorno (ora permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo), l'INPS nega tali prestazioni e le riconosce solo dopo un ricorso amministrativo ai comitati provinciali dell'INPS annullando il provvedimento di diniego attraverso una procedura di autotutela per evitare un contenzioso giudiziario dall'esito scontato; non appare accettabile questo comportamento dell'INPS teso a riconoscere un diritto solo se i cittadini extracomunitari promuoveranno il ricorso, nel qual caso, comunque occorrer aspettare, per la liquidazione della prestazione, tempi molto pi lunghi di quelli che devono attendere i cittadini italiani, comunitari o i titolari di permesso CE per soggiornanti di lungo soggiorno (per i primi i tempi di liquidazione sono dai 10 ai 20 giorni, per i secondi dai 6 mesi a un anno); ci sono casi addirittura in cui anche i ricorsi amministrativi sono respinti e gli immigrati sono costretti a proporre ricorsi giudiziari, con ulteriori lungaggini e disagi : se non ritenga necessario un intervento risolutivo tendente a dare un indirizzo chiaro e inequivocabile al comportamento dell'INPS, stabilendo un principio coerente da applicare per tutte le prestazioni sociali ed assistenziali inerenti i cittadini immigrati. (4-00921)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00817


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 12/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 12/06/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei. Per sapere premesso che: le imbarcazioni della marineria di Pescara per 16 mesi non hanno potuto svolgere nessuna attivit di pesca per l'insabbiamento del porto a seguito del mancato dragaggio da parte dello Stato e della regione Abruzzo; le imbarcazioni sono tornate in mare il 3 giugno 2013 riprendendo l'attivit dopo un danno economico e occupazionale gravissimo per l'intera economia legata direttamente e indirettamente alla pesca; c il rischio adesso di un nuovo blocco delle attivit a seguito del fermo biologico per la riproduzione delle specie ittiche che avviene in estate; in considerazione del blocco durata ben 16 mesi della marineria di Pescara, gli operatori economici e la regione Abruzzo, con il parere positivo del CNR, hanno chiesto al Ministero la deroga al fermo biologico per la sola marineria di Pescara per evidenti ragioni economiche e sociali; un nuovo fermo delle attivit di pesca determinerebbe infatti la crisi definitiva del settore con danni enormi su tutta l'economia pescarese, soprattutto nel periodo estivo, nel pieno delle attivit turistiche : quali iniziative intendano assumere per ottenere la deroga al fermo biologico per la marineria di Pescara. (400817)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00737

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 06/06/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 06/06/2013 ITER IN CORSO

MELILLA. Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: il sottosegretario alle attivit produttive pro tempore Stefano Saglia, a nome dell'ultimo Governo Berlusconi, si era espresso favorevolmente sulla possibilit di sondare la presenza di gas scisto nella pianura padana, in quanto a suo giudizio si sarebbero aperte nuove strade per l'approvvigionamento energetico in un momento particolarmente delicato a livello globale; la tecnica della fratturazione idraulica consiste nella frantumazione della roccia usando fluidi saturi di sostanze chimiche iniettati nel sottosuolo ad alta pressione; attraverso la fratturazione idraulica (cosiddetta fracking) si estrae in modo non convenzionale idrocarburi da roccia porosa di origine argillosa chiamata scisti; ma questa tecnica presenta molti e gravi problemi: rischi sismici, inquinamenti dell'acqua, del suolo e dell'aria; molti Paesi (Canada, Australia, Francia, Bulgaria, Lussemburgo, eccetera) hanno vietato il ricorso alla tecnica della frantumazione idraulica, l'Inghilterra ha una moratoria dopo il terremoto del 2011 a Blackpool; recentemente sulla stampa sono apparsi articoli che collegano il terremoto recente in Emilia al ricorso alle trivellazioni derivanti dalla ricerca mineraria di idrocarburi nella pianura padana : se non intenda vietare anche in Italia il ricorso alla tecnica della frantumazione idraulica per la ricerca degli idrocarburi e quale relazione ci pu essere stata con il terremoto nella pianura padana. (4-00737)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00662

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/05/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 30/05/2013 CONCLUSO il 16/07/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 16/07/2013 DASSU' MARTA VICE MINISTRO AFFARI ESTERI MELILLA. Al Ministro degli affari esteri. Per sapere premesso che: il Ministero degli affari esteri ha bandito l'8 aprile 2013 un concorso, per titoli ed esami, a 35 posti di Segretario di legazione in prova; l'articolo 2 del suddetto bando stabilisce che per l'ammissione al concorso non bisogna aver superato l'et di 35 anni; tale limite di et lede il diritto di tante persone che a causa della devastante crisi economica e occupazionale che viviamo, non hanno ancora trovato un lavoro o ce l'hanno precariamente pur avendo superato l'et di 35 anni; tale limite di et per l'accesso al concorso viola palesemente secondo l'interrogante il principio costituzionale della uguaglianza dei cittadini : se non ritenga necessario revocare quel bando per annullare quanto previsto dall'articolo 2 sul limite di et di 35 anni al fine di evitare una ingiusta discriminazione nei confronti di tanti cittadini che vorrebbero concorrere ai posti di lavoro previsti. (4-00662)

Risposta scritta pubblicata Marted 16 luglio 2013


RISPOSTA. Il Ministero degli affari esteri ha bandito lo scorso 8 aprile un concorso, per titoli ed esami, a trentacinque posti di segretario di legazione. Il bando di concorso trova il suo fondamento giuridico nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, n. 72 regolamento per il concorso di accesso alla carriera diplomatica, cos come modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 gennaio 2013 n. 17. L'ordinamento dell'amministrazione degli affari esteri, approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, fissava inizialmente addirittura a 30 anni il limite di et (articolo 94, comma 2). Tale limite stato recepito nel Regolamento per l'accesso alla carriera diplomatica ed inserito tra i requisiti previsti dai bandi di concorso emanati con cadenza pressoch annuale.
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Successivamente, la legge 15 maggio 1997, n. 127 misure urgenti per lo snellimento dell'attivit amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo (nota come Bassanini bis), nello stabilire all'articolo 3 comma 6 che la partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche amministrazioni non soggetta a limiti di et, ha permesso alle singole Amministrazioni di introdurre tramite regolamento deroghe a tale disposizione generale connesse alla natura del servizio o ad oggettive necessit dell'amministrazione stessa. Attesa quindi la necessit di mantenere un limite massimo di et per la partecipazione al concorso diplomatico e in applicazione della deroga dettata dalla citata Bassanini bis apparso comunque opportuno procedere ad un adeguamento al rialzo di detto limite. Nel 1998, quindi, il limite di et stato elevato dai 30 ai 35 anni (elevabili a 38 anni, in presenza di specifici status quali ad esempio: l'essere coniugato; avere prole; appartenere a categorie protette; essere dipendenti civili di ruolo delle pubbliche amministrazioni, ed altri ancora). Posto che l'accesso a tale carriera non pu che avvenire tramite concorso pubblico, ed esclusivamente al grado iniziale quello di segretario di legazione in prova necessario che vi accedano funzionari relativamente giovani. L'esercizio delle funzioni loro affidate, infatti, richiede un percorso di formazione, di maturazione professionale e di applicazione attuabile soltanto in tempi lunghi. Inoltre, per percorrere tutti i cinque gradi in cui si articola la carriera diplomatica (segretario di legazione, consigliere di legazione, consigliere di Ambasciata, Ministro plenipotenziario e ambasciatore) sono necessari non meno di 28 anni di servizio da prestare sia presso l'amministrazione centrale che presso le Rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari all'estero. Infine, a conferma di quanto sopra detto, parimenti rilevante l'esigenza di questa amministrazione di potersi avvalere di un adeguato numero di diplomatici giovani da inviare, dopo un primo servizio al Ministero degli affari esteri, in quelle sedi estere considerate particolarmente disagiate. Il Viceministro degli affari esteri: Marta Dass.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00661

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 30/05/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 30/05/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: i cittadini che utilizzano i treni lungo la direttrice adriatica, pur non disponendo dell'alta velocit, pagano i biglietti come se viaggiassero sulle frecce rosse; sulla linea dell'alta velocit Milano Roma Napoli, Trenitalia offre biglietti a un prezzo decisamente concorrenziale (nelle pubblicit si propone 29 euro) mentre sulla direttrice adriatica il prezzo dei treni a bassa velocit addirittura superiore (da Pescara a Milano si paga 68 euro); tale politica dei prezzi favorita dalla concorrenza esistente sulla linea tirrenica e sulla inesistenza di concorrenza sulla linea adriatica; Trenitalia stata denunciata all'antitrust per questo comportamento tariffario; i cittadini della direttrice adriatica sopportano tempi di percorrenza pi bassi, treni meno moderni e forniti di servizi, e nello stesso tempo pagano il biglietto di pi dei viaggiatori della direttrice tirrenica; sarebbe almeno possibile adottare da parte di Trenitalia alcuni provvedimenti correttivi quali: l'utilizzo dei treni ETR 500 lungo la direttrice adriatica da Pescara a Milano in modo da ridurre il tempo di percorrenza a 4 ore mentre oggi ne occorrono quasi 5 ore e 30 minuti; l'utilizzo da Bari a Pescara e da Pescara a Bologna di treni regionali veloci a prezzi pi bassi e tempi di percorrenza accettabili, cos come Trenitalia fa sulla linea tirrenica, affiancando i treni regionali veloci all'offerta dell'alta velocit : se non ritenga di intervenire per chiedere a Trenitalia di rimuovere questa inaccettabile discriminazione nei confronti dei viaggiatori della linea adriatica e in particolare di quelli della regione Abruzzo. (4-00661)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00632

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 29/05/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 29/05/2013 ITER IN CORSO MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: la Solvay di Bussi (PE) ha avviato in modo unilaterale la procedura di CIGS per cessazione attivit dei reparti di chimica fine e silicati; considerando che l'azienda da tre anni consecutivi ha il bilancio in attivo, l'azienda sostiene che il trasferimento della produzione della chimica fine in un altro stabilimento della Solvay sarebbe necessaria perch i silicati non costituiscono il principale business aziendale; la joint-venture al 50 per cento stretta qualche settimana fa con il colosso chimico inglese Ineos per la produzione del cloro e derivati, ha escluso lo stabilimento di Bussi. La nuova societ avr 17 impianti produttivi in nove paesi, con 5650 addetti. La Ineos, oltre a prendere impianti, dovr assorbire anche le maestranze. Questa fusione sar di breve durata perch, da come scritto nella lettera di intenti, la Ineos avr la possibilit di rilevare dopo 4 anni e non oltre 6 anni, l'intera quota di Solvay nella joint venture. L'uscita di Solvay da questo tipo di chimica rappresenta un passo in avanti verso la strategia pi volte illustrata che quella di abbandonare la chimica di base a favore di una chimica con pi alta marginalit con elevati tassi di crescita. La scelta aziendale secondo l'interrogante inaccettabile e incomprensibile di escludere lo stabilimento di Bussi da questo processo; Bussi uno dei siti chimici pi vecchi d'Italia essendo nato agli inizi del novecento, ha occupato in alcuni periodi migliaia di lavoratori, il cloro e derivati si producono da pi di un secolo. Bussi verrebbe escluso da questo processo di riorganizzazione industriale poich questo impianto, secondo la propriet, dovrebbe essere dismesso nel 2014 quando inizieranno le operazioni di fusione con Ineos; la chiusura del settore cloro significherebbe coinvolgere anche quello dello sbiancante Isagro che insieme occupano la maggioranza dei lavoratori rimasti dopo devastanti processi di riduzione della manodopera. Questo significa la fine del sito produttivo di Bussi. Resterebbe solo la gestione della centrale idroelettrica di produzione di energia con pochi addetti, con il beneficio per per l'azienda di un introito elevato a bassissimo costo; la Solway disattende cos gli accordi sottoscritti in sede ministeriale quando rilev lo stabilimento di Bussi che, peraltro durante tutta la sua attivit, ha prodotto il pi colossale inquinamento del territorio e della salute dei lavoratori e dei cittadini, la cui bonifica rimasta a carico dello Stato : se non intendano convocare le parti sociali, la Regione Abruzzo e gli enti locali per una verifica degli impegni sottoscritti dalla Solway nell'accordo siglato a livello ministeriale al fine di salvaguardare l'occupazione e il sito industriale di Bussi (Pescara). (4-00632)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00553


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 22/05/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 22/05/2013 ITER IN CORSO SOLLECITO IL 30/10/2013 MELILLA. Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Per sapere premesso che: la tratta ferroviaria abruzzese e molisana Sulmona-Carpinone, dopo 117 anni di onorato servizio, con notevoli benefici per tutta la zona interessata, dal punto di vista occupazionale, sociale e turistico, ha cessato la sua attivit il 12 dicembre 2011 e da allora chiusa al traffico ferroviario e le sue stazioni sono state abbandonate; eppure questa infrastruttura che attraversa i parchi nazionali d'Abruzzo-Lazio-Molise, della MajellaMorrone, la riserva regionale del Monte Genzana, il pi importante bacino sciistico dell'Appennino (Roccaraso Rivisindoli, Pescocostanzo), collegando le zone interne e montane di due regioni, svolgeva una importante funzione sociale ed economica e poteva diventare il treno dei parchi nazionali abruzzesi con notevoli riflessi sull'economia del territorio al pari di altri treni della zona alpina che sono una grande attrattiva turistica; un sistema di trasporto sostenibile e non inquinante come quello ferroviario avrebbe una funzione ancora pi importante in un'area integralmente tutelata e protetta per la bellezza del suo territorio e la ricchezza del suo patrimonio naturale; la regione Abruzzo si era dichiara disponibile a inserire questa tratta ferroviaria nei programmi europei del Fondo per le aree sottoutilizzate; la decisione di Trenitalia di chiudere la tratta ferroviaria Sulmona-Carpinone ha vanificato ogni progetto di valorizzazione turistica e ambientale di questa infrastruttura nonostante una domanda crescente di utenti anche in considerazione del collegamento effettuato dalla ferrovia Sangritana, proveniente dalla provincia di Chieti, con la stazione di Castel di Sangro, punto strategico della tratta Sulmona-Carpinone : se non intenda assumere un'iniziativa nei confronti di Trenitalia per rivedere quella decisione e aprire un tavolo di confronto con le regioni Abruzzo e Molise, gli enti locali e Parchi nazionali interessati per rilanciare la grande idea di un Treno dei Parchi Nazionali abruzzesi e molisano. (4-00553)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00407

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 09/05/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 09/05/2013 ITER CONCLUSO il 09/08/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 09/08/2013 GIOVANNINI ENRICO MINISTRO LAVORO E POLITICHE SOCIALI MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Per sapere premesso che: la direzione aziendale dello stabilimento Real Aromi spa di Citt Sant'Angelo (Pescara), proprietaria del marchio storico AURUM di Pescara, ha comunicato ai sindacati la volont di chiudere l'attivit produttiva trasferendola nello stabilimento del Gruppo ILLVA spa di Saronno; tale scelta mortifica il territorio pescarese, getta nella disperazione le famiglie dei lavoratori che perdono il proprio posto di lavoro, aggrava la situazione occupazionale della provincia di Pescara che ha gi altri rilevanti crisi aziendali e un alto tasso di disoccupazione; il sindacato ha chiesto alla prefettura di aprire un tavolo tra le parti sociali per trovare soluzioni non traumatiche per questa vertenza : quali iniziative intenda assumere per una soluzione positiva della vertenza in direzione della salvaguardia dell'occupazione e del sito produttivo di Citt Sant'Angelo. (4-00407)

Risposta scritta pubblicata Venerd 9 agosto 2013


RISPOSTA. Con riferimento all'interrogazione in esame, con cui si chiede quali iniziative si intendano adottare in merito alla situazione occupazionale della Real Aromi s.p.a., si rappresenta quanto segue. La Real Aromi spa di citt S. Angelo (Pe) una delle 20 societ che compongono il gruppo Illva Saronno Holding, una multinazionale da anni attiva nel mercato dell'industria dolciaria, per la produzione di liquori, vini, gelati e bakery, e dei loro semilavorati (basi, estratti ed aromi). Nata nel 1989 e interamente di propriet della Illva Saronno Holding S.p.A., la Real Aromi S.p.A. ha sempre operato presso lo stabilimento industriale di citt S. Angelo (Pe), una vasta area di circa 36.000 metriquadri composta da tre corpi logistici distinti, adibiti a distilleria, a laboratorio di produzione di estratti ed aromi e a magazzino per lo stoccaggio delle merci e per il deposito di macchinari. Nel medesimo terreno industriale insistono anche gli uffici amministrativi e direzionali e una foresteria ad uso abitativo
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del personale interno. L'attuale forza lavoro della Real Aromi S.p.A. composta di ventiquattro unit, un dipendente assunto con contratto a tempo determinato e un lavoratore si trova in part time. Attualmente l'azienda impiega anche tre lavoratori in somministrazione. Negli ultimi tre anni l'azienda ha occupato costantemente una forza lavoro media annua di 24 unit, in regola con le denunce ed i versamenti contributivi all'Inps, non si mai avvalsa di agevolazioni contributive verso l'Inps e non ha mai fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni, ordinaria o straordinaria. Attualmente circa l'80 per cento del fatturato annuo della Real Aromi S.p.A. rivolto alle societ del gruppo Illva (cosiddetto fatturazione intercompany) e proviene in larga misura dalla vendita di semilavorati (cosiddette basi) allo stabilimento Illva Saronno S.p.A. di Saronno (Va), all'interno del quale si realizza la finitura e/o l'imbottigliamento e la commercializzazione di liquori come lAmaretto di Saronno, il Rabarbaro Zucca lAmaro 18, eccetera. Il restante 20 per cento del fatturato della Real Aromi S.p.A. proviene dalla produzione e vendita ad aziende che non appartengono al gruppo Illva Saronno di estratti ed aromi destinati alla finitura e all'imbottigliamento. Lo storico liquore dannunziano Aurum viene interamente prodotto presso le distillerie dello stabilimento di citt Sant'Angelo (Pe), per poi essere imbottigliato e commercializzato nello stabilimento Illva di Saronno. La produzione di Aurum stata stimata in non pi dell'1-2 per cento dell'intero fatturato annuo della Real Aromi S.p.A., per un totale di circa 15.000 bottiglie di liquore prodotte ogni anno. Nel triennio 2009/2011, l'azienda ha registrato un utile lordo fiscale annuo (quale base imponibile IRES) pressoch costante, addirittura in leggero e progressivo aumento. Nel 2012 il totale dei ricavi lordi della Real Aromi S.p.A. stato di euro 9.454.000,00 (in crescita rispetto agli 8.048.000,00 del 2011), di cui euro 7.604.000,00 (in crescita rispetto agli euro 6.257.000,00 del 2011) per ricavi Inter company (ossia da societ del gruppo) ed euro 1.850.000,00 (in crescita rispetto agli euro 1.791.000,00 del 2011) per ricavi da vendite trade (ossia a clienti esterni). Nella comunicazione di avvio della procedura di mobilit del 20 maggio 2013 l'azienda argomenta che il fatturato delle vendite trade, oltre a rimanere costante, non genera alcun profitto, anzi vi una perdita per l'elevato costo del venduto che non permette di servire il mercato a prezzi competitivi. Negli ultimi mesi, la Illva ha intrapreso una strategia di riorganizzazione aziendale di alcune societ del gruppo, che ha interessato, in particolar modo, la Real Aromi S.p.A. di citt Sant'Angelo, intesa a trasferire l'intera produzione di semilavorati dal sito industriale di citt Sant'Angelo allo stabilimento Illva Saronno S.p.A. di Saronno (Va) in una prospettiva di migliore efficienza produttiva, di contenimento dei costi di produzione e di migliori livelli di competitivit da perseguire mediante il rafforzamento di sinergie operative, organizzative e produttive tra le societ del gruppo. Le ragioni di questa scelta sono state sintetizzate dall'azienda nei tre seguenti fattori critici: 1) ingenti costi fissi di gestione degli impianti produttivi e logistici (per forniture di energia, manutenzione degli spazi aperti e degli immobili, ad uso industriale e non); 2) inefficienza dell'organizzazione dell'attuale processo produttivo, a motivo della eccessiva ampiezza dell'area industriale e alle distanze che dividono i corpi produttivi che aumenta i servizi accessori e i connessi costi di produzione; 3) ingenti costi per il trasporto dei semilavorati verso lo stabilimento di Saronno. Per queste ragioni come argomentato nella comunicazione di attivazione della procedura di mobilit del 20 maggio 2013 e ulteriormente spiegato ai funzionari ispettivi della Direzione territoriale del lavoro di Pescara incaricati degli accertamenti il trasferimento e il conseguente accentramento dell'intero processo produttivo all'interno di un unico stabilimento industriale consentirebbe di rimuovere le suddette inefficienze logistiche e funzionali, e di perseguire una migliore ottimizzazione del processo produttivo, oltre che di abbattere notevolmente i costi di gestione. Da ci deriva una inevitabile riduzione del personale, attesa, peraltro, la presenza di maestranze qualificate proprio presso il sito produttivo di Saronno. La decisione di chiudere lo stabilimento di citt Sant'Angelo e di trasferire l'intera produzione presso lo stabilimento del varesino sembra rispondere dunque alla necessit di una razionalizzazione ed ottimizzazione dei processi produttivi delle aziende del gruppo Illva, in ragione di una lamentata sofferenza del mercato nazionale attenuata soltanto dalla presenza sui mercati esteri. Il 20 maggio 2013, la Real Aromi S.p.A. ha aperto una procedura di mobilit per 23 unit lavorative. Si
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tratta di figure professionali inerenti la produzione e le attivit di servizio alla produzione, nonch le funzioni direttamente amministrative, con esclusione della funzione commerciale gi presente a Saronno con una sola unit lavorativa in forza, e della funzione direttiva (il direttore di stabilimento di citt Sant'Angelo). Azienda e parti sociali territoriali si sono gi incontrate pi volte, sia in sede sindacale che presso le sedi istituzionali della provincia e della prefettura di Pescara, fino a raggiungere, il 30 maggio 2013, un accordo di massima a firma della societ, della Confindustria di Pescara, delle Rsa, e della Cgil e Uil di Pescara, con il quale stata dichiarata chiusa positivamente la procedura di mobilit, salvo poi specificarne e ratificarne i contenuti presso la sede della provincia di Pescara, come da vigente normativa in materia. I punti principali dell'accordo sono stati i seguenti: nel prendere atto delle motivazioni economiche e di mercato che hanno originato l'esigenza della chiusura dell'unit produttiva di citt Sant'Angelo, le organizzazioni sindacali firmatarie hanno convenuto con l'azienda in merito alla impercorribilit di strade alternative alla procedura di mobilit; la procedura di mobilit interessa n. 23 lavoratori dipendenti; viene predisposto e regolamentato un piano sociale, che prevede misure di sostegno economico all'esodo dei lavoratori, interamente a carico dell'azienda. L'incentivo consiste in una integrazione al trattamento di fine rapporto maturato e dovuto, secondo criteri di calcolo predefiniti. Gli incentivi hanno importi e massimali variabili a seconda delle fasce di reddito e della tipologia contrattuale in essere con ciascun lavoratore. Viene concordata, inoltre, la corresponsione dell'indennit di preavviso a fronte dell'intimazione di licenziamento con effetto immediato. Tali misure restano subordinate alla sottoscrizione, da parte di ciascun lavoratore, di un atto di rinunzia ad impugnare, in qualsivoglia sede, il provvedimento di licenziamento, e va redatto con le modalit di un verbale di conciliazione in sede sindacale, s da consentire il perfezionamento, a tutti gli effetti giuridici, della fattispecie dell'esodo. La predetta rinuncia costituisce titolo per l'erogazione degli incentivi previsti, decorsi 30 giorni dalla sua sottoscrizione; fino al 15 giugno 2013, i lavoratori interessati potranno presentare alla direzione risorse umane eventuali richieste di trasferimento presso gli impianti di Saronno; a partire dal 5 agosto 2013 l'azienda attiver un processo di cassa integrazione guadagni straordinaria, con trattamento economico mensile anticipato dal datore di lavoro, che avr la durata di 12 mesi continuativi e con termine fissato improrogabilmente alla data del 4 agosto 2014. Il ricorso alla procedura di Cig straordinaria della quale l'accordo costituisce l'atto formale di avvio, il cui esito resta comunque subordinato all'approvazione di questo Ministero interesser n. 23 lavoratori dipendenti e sar inteso a realizzare un percorso di graduale recupero e reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori dell'azienda. Nel corso dell'intero periodo di sospensione, non saranno attuati meccanismi di rotazione tra i lavoratori, a motivo della necessit di svolgere operazioni di svuotamento e bonifica degli impianti aziendali, che si presume saranno completate il 31 dicembre 2013; il ricorso al suddetto ammortizzatore sociale non osta a che i lavoratori in Cigs possano, nel periodo di sospensione dell'attivit, iscriversi alle liste di mobilit, senza opposizione al licenziamento, al fine di ricollocare la loro professionalit presso altre aziende, ovvero dichiarare la propria disponibilit alla risoluzione del rapporto di lavoro al fine di conseguire l'indennit di mobilit in un'unica soluzione per l'avviamento di un'attivit in proprio, ovvero risolvere il proprio rapporto di lavoro sulla scorta della maturazione dei requisiti pensionistici, utilizzando la contribuzione figurativa spettante per la CIGS e la successiva mobilit, e comunque previa dichiarazione scritta resa all'azienda e suffragata da adeguata certificazione contributiva; in caso di mancata autorizzazione ministeriale all'istanza di Cig straordinaria, l'azienda proceder mediante due tranches di licenziamenti collettivi con effetto immediato, in data 5 agosto 2013 e 31 dicembre 2013, derogando al limite dei 120 giorni, come da facolt prevista dalla legge della quale le parti hanno dichiarato di volersi avvalere, con immissione in mobilit di tutti i lavoratori entro e non oltre la data del 5 agosto 2014. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Enrico Giovannini.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00196

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/04/2013 Destinatari Ministero destinatario:

MINISTERO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE

Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE 10/04/2013 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 14/11/2013 ITER CONCLUSO il 21/12/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 21/12/2013 PISTELLI LAPO VICE MINISTRO AFFARI ESTERI

MELILLA. Al Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. Per sapere premesso che: le risorse destinate alla cooperazione internazionale allo sviluppo dal capitolo 2181 della legge di stabilit per il 2013, vanno rapidamente utilizzate, cos come chiedono tutte le Ong italiane, dalla AOI (associazione delle Ong italiane) al CINI (coordinamento italiano Network internazionale) e a LINK 2007 (cooperazione in rete); il non impiego di tali risorse con il loro riassorbimento nel bilancio dello Stato sarebbe un grave colpo alla credibilit dell'Italia nelle politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo e provocherebbe un danno ingiusto al sistema della cooperazione non governativa; il Ministero per la cooperazione internazionale e l'integrazione ha prodotto nell'ultimo anno una prima parziale inversione di tendenza nella disponibilit di risorse finanziarie per l'APS che negli ultimi anni sono scese ad appena lo 0,13 per cento del PIL, facendo scivolare l'Italia all'ultimo posto tra i Paesi europei; i princpi ispiratori delle nuove procedure in via di definizione per i programmi di cooperazione devono basarsi su efficienza, trasparenza, obiettivit, che sono un patrimonio consolidato da anni del sistema europeo della cooperazione; il confronto tra la DGCS e i rappresentanti delle Ong per la definizione di regole efficaci e trasparenti nella selezione e nella gestione dei progetti di cooperazione deve consentire l'utilizzo rapido dei fondi a disposizione : se non ritenga necessario accelerare i tempi per il rapido e integrale impiego delle risorse disponibili per la cooperazione non governativa per il 2013. (4-00196)

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Risposta scritta pubblicata Sabato 21 dicembre 2013


RISPOSTA. Nel merito si segnala quanto segue. Per l'esercizio finanziario 2013, lo stanziamento disponibile per il finanziamento dei progetti delle organizzazioni non governative una volta detratto l'accantonamento di competenza stato in totale pari a 34.896.582 euro. Alla data del 19 novembre 2013, di questa somma sono gi stati impegnati 11.822.057,67 euro per un residuo disponibile di 23.074.524,33 euro. Della rimanenza, verranno impegnati 22.419.322,06 euro ovvero, la somma delle prime annualit dei 57 progetti approvati (nella seduta del Comitato Direzionale del 19 settembre 2013) non appena il Ministero dell'economia e delle finanze (Mef) avr provveduto al rilascio delle prescritte autorizzazioni agli impegni di spesa pluriennali. Un'ulteriore accelerazione dei tempi per l'impiego delle risorse disponibili non dipende dunque, in questo momento, dal Ministero degli affari esteri che ha comunque provveduto a sensibilizzare il Mef a che le prescritte autorizzazioni agli impegni pluriennali arrivassero nei tempi utili. Nell'anno 2013 infatti questo dicastero si adoperato ad impegnare tutte le risorse a disposizione secondo le forme di garanzia della trasparenza e accountability. A tal fine, le procedure per la selezione dei progetti da ammettere al finanziamento pubblico sono state totalmente riviste, anche alla luce delle raccomandazioni formulate dalla Corte dei conti nell'analisi svolta nel 2012, con l'introduzione di una procedura di valutazione comparativa basata sul modello delle calls for proposals dell'Unione europea. Il Viceministro degli affari esteri: Lapo Pistelli.

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00188


Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/04/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 10/04/2013 ITER IN CORSO SOLLECITO IL 02/07/2013 SOLLECITO IL 26/09/2013 MELILLA. Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. Per sapere premesso che: il 29 maggio 2012 a Roma presso il Ministero dello sviluppo economico stato sottoscritto con le parti sociali e le istituzioni abruzzesi e locali un accordo di riconversione dello stabilimento Golden Lady di Gissi, in provincia di Chieti, dalla produzione di calze a quella di calzature; la Silda Invest spa ha firmato quell'accordo sostenendo il progetto di riconversione industriale della Golden Lady e la conseguente salvaguardia dell'occupazione anche sulla base della norma cosiddetta Training on the job prevista dall'articolo 1 del decreto-legge n. 78 del 1o luglio 2009 convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102; tale norma doveva essere applicata per 2 anni, unitamente alla Cassa integrazione guadagni per ristrutturazione; con la legge di stabilit del dicembre 2012, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, si deciso di non prorogarne gli effetti creando cos enormi problemi al progetto della riconversione industriale della Golden Lady, nonostante tale norma non abbia bisogno di nessuna copertura economica : se il Governo intenda assumere iniziative per il ripristino delle misure di cui alla suddetta norma al fine di consentire il progetto di riconversione della Golden Lady di Gissi e la salvaguardia dell'occupazione in un'area interessata da gravi processi di crisi industriale e occupazionale. (4-00188)

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INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00100

Primo firmatario: MELILLA GIANNI Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 26/03/2013 Ministero destinatario:

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 26/03/2013 ITER CONCLUSO il 03/10/2013 Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 03/10/2013 DE GIROLAMO NUNZIA MINISTRO POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

MELILLA. Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per sapere premesso che: l'amministrazione di Francavilla a Mare (provincia di Chieti) nel 2012 ha deciso di abbattere ben 55 tigli cinquantenari, nel pieno centro cittadino, col pretesto di dover rifare i marciapiedi (attivit per la quale non necessario l'abbattimento degli alberi, come giustamente sostiene il Corpo forestale dello Stato); contro questo progetto sono scese in campo tutte le maggiori associazioni ambientaliste (WWF, Legambiente, Italia nostra, CONALPA, ecc.) ed nato un comitato di cittadini per contrastare il progetto, proponendo soluzioni alternative al tagli di alberi che, per quanto ragionevoli, sono rimaste inascoltate. stato inoltre inviato un esposto all'autorit giudiziaria contro il taglio dei 55 tigli; il comune ha gi approvato il progetto esecutivo e ha aggiudicato l'appalto a una ditta che a breve potrebbe radere al suolo gli alberi; nel frattempo entrata in vigore la legge 10 del 14 gennaio 2013 recante Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani che disciplina la tutela degli alberi di particolare pregio in ambito urbano e stabilisce che tali alberi possono essere abbattuti solo in determinati casi e previo parere obbligatorio e vincolante del Corpo forestale dello Stato. In particolare l'articolo 7 della legge 10 del 2013 inserisce tra le piante monumentali anche i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, storico e colturali come appunto il caso dei 55 tigli di Francavilla a Mare (CH); il Corpo forestale dello Stato ha avuto un incontro con l'amministrazione comunale di Francavilla a Mare e successivamente ha scritto una lettera a firma della comandante provinciale di Chieti con la quale si evidenzia un parere negativo all'abbattimento invitando l'amministrazione ad adottare un atteggiamento prudente nei confronti dei suddetti tigli, che sono stati piantati negli anni cinquanta ed hanno un importante valore, non solo ambientale, per la capacit di abbattere l'inquinamento e le polveri sottili, ma anche storico e paesaggistico, per le dimensioni, per il fatto di essere disposti a doppio filare per pi di due chilometri, per la loro bellezza. La lettera del Corpo forestale dello Stato di Chieti si conclude confermando il concetto per cui appare difficilmente accettabile, anche alla luce del recente inquadramento normativo, un taglio a raso
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come unica soluzione percorribile; secondo stime scientifiche del Coordinamento Nazionale per gli alberi e il Paesaggio ognuno di quei tigli ha un valore economico di 8 mila euro per un totale di 440 mila euro per non parlare del decoro e della bellezza che conferiscono al centro di Francavilla a Mare, e della tutela della salute dei cittadini per il contrasto che operano nei confronti dell'inquinamento; ciononostante l'amministrazione comunale di Francavilla a Mare intenzionata a procedere al taglio dei 55 tigli : quali iniziative intendano assumere per evitare una scelta irreparabile che contraddice la legge nazionale n. 10 del 2013, laddove prevede un parere obbligatorio e vincolante del Corpo forestale dello Stato che ha proposto soluzione radicalmente diverse dall'abbattimento a raso. (4-00100)

Risposta scritta pubblicata Gioved 3 ottobre 2013


RISPOSTA. In riferimento all'interrogazione in esame, concernente le iniziative da intraprendere per evitare l'abbattimento di 55 alberi di tiglio (disposto dall'amministrazione comunale di Francavilla a Mare Chieti), evidenzio che la legge n. 10 del 2013, oltre a dettare norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, potenzia anche il preesistente quadro normativo in materia di tutela e valorizzazione degli alberi monumentali (decreto legislativo n. 42 del 2004, cos come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 63 del 2008, e normative regionali promulgate negli ultimi decenni). In particolare, l'articolo 7 della legge n. 10 citata, oltre ad introdurre una definizione univoca di albero monumentale (che le regioni dovranno recepire a livello legislativo), estesa anche alle formazioni vegetali costituite in filare o gruppi, ne vieta l'abbattimento nonch le modifiche dei relativi apparati, limitando gli interventi di tale tipo solo a casi motivati e improcrastinabili e a fronte di autorizzazione comunale, previo parere obbligatorio e vincolante del Corpo forestale dello Stato. Detta legge prevede, tuttavia, anche una serie di adempimenti per l'amministrazione centrale e quelle locali, necessari affinch le disposizioni in essa contenuta possano effettivamente attuarsi. Infatti, entro sei mesi dalla sua entrata in vigore (avvenuta il 16 febbraio 2013), devono essere individuati con mio decreto emanato, di concerto con i ministri per i beni e le attivit culturali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, i princpi e i criteri direttivi per il censimento degli alberi monumentali d'Italia. I comuni, dal canto loro, hanno un anno di tempo dal predetto termine per censire gli alberi monumentali del territorio di competenza e trasmetterne i risultati alle regioni. Queste ultime, compilato un apposito elenco, devono inoltrarlo al corpo forestale dello Stato per la successiva redazione di un elenco nazionale degli alberi monumentali, da aggiornate costantemente. Ci premesso, nelle more dell'attribuzione al singolo elemento arboreo o filare del carattere di monumentalit ai sensi della suddetta legge, attraverso l'inserimento nell'elenco nazionale e il successivo provvedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico di cui agli articoli 137 e successivi del decreto legislativo n. 41 del 2004, ogni parere fornito dal C.f.s. non ha carattere vincolante, a meno che non sia stabilito da normative regionali. Peraltro, la competente avvocatura distrettuale dello Stato (interpellata dal comando provinciale del C.f.s. di Chieti), ha ritenuto la tutela delle alberature prevista della legge regionale n. 24 del 1986 (che sottopone a regime vincolistico le specie forestali che abbiano raggiunto portamento arboreo e richiede, ove necessario l'abbattimento, il previo parere dell'ispettorato ripartimentale del C.f.s.) applicabile solo alle aree extraurbane con esclusione, quindi, della zona urbana in questione. Chiarito quanto sopra, informo l'interrogante che stiamo predisponendo lo schema di decreto interministeriale grazie al quale, una volta stabiliti i principi e i criteri direttivi per il censimento degli alberi monumentali d'Italia, potr essere data esatta e piena attuazione alla legge n. 10 del 2013, anche riguardo alla formulazione del parere obbligatorio e vincolante da parte del C.f.s. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali: Nunzia De Girolamo.
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ORDINI DEL GIORNO


in Assemblea su proposte di legge

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Ordine del Giorno 9/01865-A/056 presentato da MELILLA Gianni Venerd 20 dicembre 2013, seduta n. 142
La Camera, premesso che: il provvedimento all'articolo 1, comma 76, introduce un incremento delle detrazioni per lavoro dipendente che scende all'aumentare del reddito, un accorgimento che per non risolve i problemi relativi alla progressivit dell'imposta sui redditi, troppo accentuata sui primi scaglioni, che non restituisce il drenaggio fiscale ai lavoratori e lascia intatti i problemi dovuti all'introduzione delle addizionali locali che, quando dovute, colpiscono il contribuente nel complesso della sua capacit contributiva, con il risultato di una altissima progressivit dell'imposta per i redditi medio bassi che agisce come una trappola della povert; al successivo articolo 1, commi da 288-bis a 288-sexies, contemplata l'istituzione di un fondo per la riduzione della pressione fiscale, finanziato con i risparmi aggiuntivi derivanti dalla spending review e le maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, finalizzato all'incremento, in uguale misura, delle deduzioni per lavoratori autonomi ed imprese e delle detrazioni per lavoratori e pensionati; entrambe le disposizioni non tengono conto di due emergenze sociali che numerosi indicatori economici ed autorevoli indagini ci restituiscono; quello dell'aumento incessante dei cosiddetti incapienti e quello dell'inesorabile scivolamento verso l'indigenza di numerose famiglie italiane; gli interventi fiscali degli ultimi anni, infatti, hanno prodotto iniquit non solo riguardo alla distribuzione del carico fiscale, ma anche modificando profondamente quell'imposta, l'IRPEF, che avrebbe dovuto ridistribuire il peso sulla base della capacit reddituale; da una recente indagine dell'Associazione Bruno Trentin-lsf-lres e del Cer (Centro Europa ricerche), emerge che, a causa della progressiva perdita di capacit redistributiva del sistema, dei 19,2 milioni di contribuenti che si collocano nel primo scaglione Irpef, circa la met, 9,3 milioni (cio il 46,4 per cento), sono incapienti, ossia i contribuenti che non possono usufruire di sgravi fiscali perch il loro livello di reddito talmente basso da non percepirne il beneficio; pi dei quattro quinti della platea, cio 3,8 milioni, si distribuiscono, in misura equivalente fra i contribuenti che dichiarano redditi da lavoro dipendente e redditi da pensione. Il restante 18 per cento comprende gli altri soggetti Irpef (lavoro autonomo, professionisti, impresa individuale, rentier). Dalla stessa indagine emerge inoltre che la quota degli incapienti all'interno di ciascuna categoria, di contribuenti risulta fortemente diversificata. A fronte di un valore medio di circa il 23 per cento, gli altri superano il 36 per cento a fronte del pi contenuto peso fra i pensionati (25 per cento) e fra i dipendenti (18 per cento). Ulteriori indicazioni di natura distributiva si traggono da un focus sui redditi fino a 15.000 euro, la classe in cui, come si sottolineato, si concentra la quasi totalit degli incapienti (il 95,7 per cento); gli effetti del riordino delle detrazioni Irpef per i redditi da lavoro dipendente previsto dal suddetto comma 76 del provvedimento interessa circa 17,5 milioni, dei quali poco pi di 4,5 milioni (26,08 per cento) sono esclusi dal beneficio perch, appunto, incapienti. La stessa norma non ricomprende neanche misure destinate a ridurre l'incidenza del carico fiscale per le famiglie, e previste, invece, dall'articolo 12 del TUIR; il rigore nella gestione dei conti pubblici ed il rientro del debito pubblico sono priorit irrinunciabili per il nostro Paese, come sottolineato anche da numerose Raccomandazioni dell'Unione Europea, che riconoscono come altrettanto prioritario ed urgente restituire alle famiglie italiane la possibilit di guardare con fiducia al futuro,

impegna il Governo
a valutare l'opportunit di ricomprendere, con future disposizioni normative, nel novero delle fattispecie contemplate dalle suddette misure redistributive le famiglie e gli incapienti ingiustamente esclusi dalle stesse, al fine di far percepire alle une i benefici legati all'aumento delle detrazioni d'imposta e agli altri un bonus annuale compensativo pari o superiore al mancato godimento delle stesse. 9/1865-A/56. (Testo modificato nel corso della seduta) Melilla, Di Salvo, Paglia, Marcon.
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Ordine del Giorno 9/01690-A/002 presentato da MELILLA Gianni Gioved 21 novembre 2013, seduta n. 123
La Camera, premesso che: il provvedimento al nostro esame serve sostanzialmente, secondo il Governo, a correggere l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni per l'anno 2013 (pari tendenzialmente al 3,1 per cento del Pil) dello 0,1 per cento (pari a circa 1,6 miliardi di euro); per ottenere tale correzione si provvede con gli interventi di cui all'articolo 2, comma 5 (riduzione della spesa corrente dei comuni per 450 milioni), all'articolo 3, commi 1 e 4 (limitazione delle spese delle amministrazioni statali per 316 milioni e risorse dal Fondo compensazione attualizzazione contributi pluriennali per 274 milioni), comma 5 (residui non utilizzati del fondo piccole opere per 35 milioni), per un totale complessivo pari a 1.075 milioni di euro; ai fini del raggiungimento dell'obiettivo concorre altres, per i rimanenti 525 milioni di euro, un programma di dismissioni immobiliari, da adottare con procedure a legislazione vigente, da realizzare entro l'anno; ancora una volta, l'ottimismo, un po di maniera, manifestato da esponenti del Governo nei mesi scorsi stato puntualmente sconfessato dai dati e da quello che poi, in realt, successo, ovvero lo sforamento della soglia del 3 per cento; si tratta della filosofia un po stupida dei parametri e dei vincoli che l'Europa impone al nostro Paese. Bisognerebbe avere pi coraggio per, in qualche modo, rompere i vincoli e i paletti di questa impostazione. Intanto, le risorse potevano essere reperite in altro modo, dalla riduzione delle spese militari alla riduzione delle spese per le grandi opere, a una serie di interventi riguardanti gli sprechi della pubblica amministrazione; si tratta di una filosofia generale che il nostro Governo non ha l'intenzione di mettere in discussione. A parole, s, perch il Primo Ministro Letta ha ricordato in sede europea come sia necessario puntare sulla crescita e anche molti altri esponenti di Governi di Paesi europei fanno affermazioni di questo tipo; dall'altra parte per, nella concreta pratica delle decisioni che vengono assunte, siamo ligi e disciplinati a una impostazione che completamente sbagliata e che ha portato alla depressione economica dell'Europa, ha portato all'aumento della disoccupazione, ha portato a una maggiore difficolt delle nostre imprese e delle imprese di molti Paesi europei, e ha sostanzialmente portato l'Europa su una strada sbagliata; permanendo questa situazione, infatti, non ci saranno le condizioni per avere strumenti economici e finanziari nel 2014 per fare uscire il Paese dalla crisi e per fare uscire l'Europa dalla depressione economica in cui si trova. Si persa, cio, un'occasione per affrontare questo tema in Europa e per, attraverso una decisione coraggiosa, riaprire il dibattito per andare in una direzione diversa da quella che l'Europa, le istituzioni europee, la burocrazia europea, ci ha imposto in questi anni; non un caso che la Commissione europea ha finalmente aperto un'indagine sulla potenza tedesca e il suo sbalorditivo saldo positivo della bilancia commerciale (l'eccesso delle esportazioni sulle importazioni); va infatti rilevato il carattere asimmetrico della crisi e le gravi responsabilit della Germania, ed in particolare va sottolineato il carattere aggressivo della politica economica tedesca, finalizzata a comprimere i salari per ottenere due risultati: da un lato, abbassare il costo del lavoro per unit di prodotto, rendendo pi competitive le imprese nazionali e aumentando le esportazioni; dall'altro lato, contenere il reddito disponibile delle famiglie tedesche e quindi le importazioni di merci e servizi dal resto d'Europa. Cos facendo, la Germania ha fatto mancare la sua domanda in Europa (perch le importazioni tedesche sono le esportazioni del resto d'Europa), contribuendo ad alimentare la crisi, e ha accumulato clamorosi avanzi della bilancia commerciale a cui sta facendo seguito una tentacolare crescita del potere e dell'influenza delle multinazionali tedesche nel continente; consultando i dati ufficiali della stessa Commissione europea, si deduce che dal 1995 ad oggi i salari
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nominali sono cresciuti in Germania 21 punti percentuali in meno rispetto alla media dell'area euro. Una differenza enorme, che spiega in grande misura la contrazione relativa del costo del lavoro per unit di prodotto in Germania rispetto al resto d'Europa. Contemporaneamente, i dati della Commissione europea mostrano che la Germania ha praticato una linea di austerit addirittura pi drastica di quanto richiesto in Europa, tenendosi molto al di sotto del vincolo sul deficit al 3 per cento. Il risultato , appunto, che la Germania ha contratto la sua domanda di prodotti europei e ha accresciuto molto le sue esportazioni, facendo l'esatto contrario di ci che il paese pi ricco dovrebbe fare, cio agire da locomotiva della domanda europea. Il tutto accumulando avanzi commerciali intorno al 7 per cento del pil, ben al di sopra del limite, gi particolarmente elevato, del 6 per cento stabilito dai trattati europei (Six Pack); la pi forte economia dell'Unione Monetaria non ha fatto i compiti a casa. Si fatta paladina di una rigida politica di austerit che alimenta la crisi e impone ai paesi periferici costi sociali in primo luogo disoccupazione non pi sostenibili. Trae da questo quadro macroeconomico enormi vantaggi sul piano commerciale e accresce la sua influenza sull'intero sistema economico europeo. Ci che forse Berlino non ha seriamente considerato che l'eurozona non pu resistere ancora a lungo sotto il peso dei processi di divergenza territoriale in corso. Se l'eurozona saltasse, e la Germania dovesse tornare al marco, le sue esportazioni, per via di un cambio non pi favorevole, subirebbero un drastico calo; tutto questo considerato, si ritiene profondamente errato aver destinato un miliardo e 600 milioni per una correzione dello 0,1 per cento del PIL, per stare dentro il 3 per cento. Potevamo in qualche modo concordare e avviare con la Commissione europea e con le istituzioni europee un dialogo per permettere al nostro Paese di sforare il tetto del 3 per cento. Anzi, questa impostazione va ribadita nei prossimi mesi per avere in qualche modo una maggiore elasticit, un maggiore allentamento di questi vincoli da ricontrattare con le istituzioni europee,- in modo tale da permettere di finanziare la crescita, di finanziare interventi per l'economia e permettere di sostenere interventi per l'occupazione, impegna il Governo a valutare l'opportunit di porre con forza all'ordine del giorno dei prossimi vertici europei, anche in vista della Presidenza europea affidata all'Italia nel secondo semestre del 2014: a) la questione di un mutamento radicale del trattato sulla convergenza dei bilanci, il cosiddetto Fiscal compact, una delle cause della recessione, concordando con i partner europei misure sostanziali a favore dello sviluppo sostenibile; b) lo slittamento della scadenza per il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali dei Paesi membri e per l'avvio della riduzione dello stock del debito e/o l'esclusione di alcune spese per investimenti (golden rule) dai saldi del Patto di stabilit; c) proporre, a trattati vigenti, che si garantisca, come gi stato deciso in favore della Spagna, la possibilit di un rientro pi morbido e dilazionato nel tempo del debito sovrano; d) un orientamento pi espansivo della politica monetaria della Banca centrale e anche con una revisione degli statuti che regolano l'attivit della Banca centrale stessa, in modo da dare pari dignit all'obiettivo della crescita rispetto a quello che ha oggi, il mantenimento della stabilit dei prezzi; e) una pi incisiva politica di bilancio federale, a cui corrisponda anche una unione di bilancio tra i Paesi membri dell'Unione, perch evidente che la possibilit di attuare politiche anticicliche e di fare investimenti che possano rimettere in moto l'economia europea, sono anche legate a un maggior attivismo del livello federale dell'Unione. 9/1690-A/2. (Testo modificato nel corso della seduta) Melilla, Marcon, Boccadutri.

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Ordine del Giorno 9/01682-A/057 presentato da MELILLA Gianni Gioved 24 ottobre 2013, seduta n. 104

La Camera, premesso che: il decreto-legge reca diverse misure tese a incentivare la stabilizzazione di lavoratori e lavoratrici impiegate con contratti precari presso le pubbliche amministrazioni; la legge di stabilit 2013 ha previsto la presa in carico da parte del Ministero della Giustizia di quelle lavoratrici e di quei lavoratori che, a partire dal 2010, hanno prestato attivit attraverso lavori socialmente utili negli uffici, giudiziari garantendo per il 2013 il completamento del tirocinio formativo e un contributo economico da parte del Ministero della Giustizia per tutti coloro che al momento della presentazione della domanda fossero in una lista di mobilit, cassaintegrati, inoccupati o disoccupati; questi lavoratori hanno svolto e stanno svolgendo nell'anno in corso un'attivit assai utile di sostegno allo smaltimento di lavoro arretrato di cui gli Uffici Giudiziari sono oberati, ma il loro impegno scadr al 31 dicembre 2013; importante che lo risorse investite dallo Stato nella formazione di queste lavoratrici e di questi lavoratori possano essere utilizzate al meglio consentendo, per un altro periodo determinato di tempo, la prosecuzione del rapporto di lavoro a supporto dell'attivit giudiziaria di smaltimento dell'arretrato a chi sia stato coinvolto nei tirocini formativi attivati, impegna il Governo a stanziare, nel primo provvedimento che verr adottato e comunque prima della fine del 2013, le risorse necessarie a stipulare 3000 contratti a tempo determinato, ai sensi della normativa vigente, per la durata di un anno per quei lavoratori cassaintegrati, in mobilit, lavoratori socialmente utili, disoccupati o inoccupati, che abbiano svolto il tirocinio formativo presso il Ministero della giustizia in virt dello stanziamento di cui all'articolo 1, comma 25, lettera c) legge 24 dicembre 2012, n. 228. 9/1682-A/57. Melilla, Daniele Farina, Sannicandro.

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Ordine del Giorno 9/01670-AR/020 presentato da MELILLA Gianni Mercoled 4 dicembre 2013, seduta n. 131

La Camera, premesso che: il comma 15 dell'articolo 1 decreto-legge 10 ottobre 2013 n. 114 autorizza, a decorrere dal 1o ottobre 2013 e fino al 31 dicembre 2013, la spesa di euro 42.470 per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione delle Nazioni Unite nella Repubblica del Sud Sudan, denominata United Nations Mission in South Sudan (UNMISS), di cui all'articolo 1, comma 16, del decreto-legge 28 dicembre 2012, n. 227, convertito, con modificazioni, dalla legge 1o febbraio 2013, n. 12; la realt del Sudan e del Sud Sudan resta complessa, con il prorogarsi di scontri e guerre civili dopo l'indipendenza ottenuta dal nuovo Stato del Sud con il referendum del 2011; il Sudan inserito nei finanziamenti per la cooperazione, di cui all'articolo 5 comma 1 decreto-legge 10 ottobre 2013 n. 114, per iniziative in argomento tese in particolare ad assicurare il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e il sostegno alla ricostruzione civile in favore di Afghanistan, Iraq, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Paesi ad essi limitrofi autorizzata, a decorrere dal 1o ottobre 2013 e fino al 31 dicembre 2013, con la spesa di euro 23.600.000; tra i contenziosi presenti nel conflitto Sudan-Sudan Sud, per cui l'ONU si impegna con la UNMISS ed altre iniziative di cooperazione, ci sono le propriet e i diritti sui giacimenti petroliferi e la sovranit sulla provincia che confina tra i due stati, il distretto di Abyei; Abyei un'area del Sudan di 10.460 kmq, a cui concesso uno speciale status amministrativo, contenuto nel Comprehensive Peace Agreement che ha concluso al seconda guerra civile sudanese; de facto, Abyei amministrata dal Sudan e rinvendicata dal Sudan del Sud; nel territorio conteso, sono presenti bacini di idrocarburi, e campi petroliferi; il Protocollo sulla risoluzione del conflitto di Abyei del gennaio 2005, concedendo lo speciale status amministrativo all'area, prevedeva che Abyei avesse il diritto a scegliere tramite referendum se rimanere con il Nord o tornare al Sud; l'Italia partecipa alla missione UNMISS e ad iniziative di cooperazione negli stati del Sudan e Sudan del Sud, impegna il Governo a riferire nell'ambito della relazione presentata al Parlamento ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130, in modo specifico e dettagliato in merito all'impegno di unit militari italiane nel territorio della provincia di Abyei; a continuare a cooperare insieme alle competenti istanze internazionali, in particolare UE e UA, ed in un quadro ONU, ai fini di una pacifica soluzione del conflitto di Abyei in attuazione delle disposizioni del Comprehensive Peace Agreement. 9/1670-A-R/20. (Testo modificato nel corso della seduta) Melilla.

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Ordine del Giorno 9/01544-A/053 presentato da MELILLA Gianni Mercoled 16 ottobre 2013, seduta n. 98
a Camera, premesso che: il provvedimento reca alcune misure atte ad incidere sul settore immobiliare, in maniera particolare agevolando l'accesso alla locazione e l'acquisto dell'abitazione principale al fine di rispondere ad un problema, quello del disagio abitativo, che ha oramai assunto i contorni di una vera e propria emergenza sociale; strettamente correlata al disagio abitativo la cosiddetta emergenza sfratti, realt presente oramai non solo nelle grandi citt ma che interessa l'intero territorio nazionale; la suddetta crisi abitativa l'effetto di decenni di assenza di politiche abitative indirizzate alla protezione sociale e all'edilizia pubblica unite alle politiche di liberalizzazione del mercato privato delle locazioni attuate dal 1992 in poi e che non hanno comportato alcun beneficio, n ad un allargamento dell'offerta, n ad un maggior incontro tra quest'ultima e la domanda, anche a causa del costante aumento spropositato dei prezzi; nel 2007, l'allora governo Prodi var la legge 8 febbraio 2007, n. 9, (Interventi per la riduzione del disagio abitativo) che aveva l'obiettivo di gestire l'emergenza abitativa , fornendo una serie di indicazioni atte a gestire gli sfratti, pratica che allora sollev forti risentimenti, stabilendo le fasce economiche e sociali delle persone che potevano accedere alla protezione, come famiglie con minori, anziani, ammalati, disoccupati etc, ed introducendo una procedura per chiedere la non esiguibilit dello sfratto; la suddetta legge oggi incontra un limite: dalla sua tutela lascia fuori coloro che per vari motivi non riescono a pagare l'affitto, condizione, quella della morosit, allora giudicata illegale ed incostituzionale. In realt la maggior parte delle famiglie che vanno in morosit non lo fanno per colpa o volont, ma per l'incapacit e l'incapienza reddituale di corrispondere i canoni di locazione; secondo un'elaborazione dei dati forniti dal Ministero della giustizia. gli sfratti emessi nel 2012 sarebbero 67.790 (+ 6,18 per cento), di cui 60.244 quelli per morosit, raggiungendo 1'88,86 per cento delle sentenze emesse; volendo guardare al passato da almeno sei anni si assiste ad una perdurante spirale degli sfratti secondo un trend esponenziale: fino al 2007, infatti, i provvedimenti di rilascio hanno mantenuto un andamento omogeneo attestandosi sui circa 40 mila l'anno. Dal 2008, quando la crisi economica ha cominciato a mordere, la tendenza cresciuta senza pi arrestarsi; il provvedimento, con uno sforzo senz'altro apprezzabile ma non sufficiente. affronta la situazione, da una parte istituendo presso il Ministero delle infrastrutture un Fondo, con una dotazione pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, destinato agli inquilini morosi incolpevoli, e dall'altro, allo scopo di rendere il mercato degli affitti pi allettante, riducendo l'aliquota della cedolare secca dal 19 per cento al 15 per cento in modo da renderla pi semplice e meno onerosa; una soluzione potrebbe essere quella finalizzata a riportare a nuovi contratti, inquilini soggetti a sfratto esecutivo, prevedendo forti agevolazioni per quei proprietari che offrono un nuovo contratto ai propri inquilini che hanno ricevuto una sentenza di sfratto. Sarebbe infatti necessario procedere alla riconversione di sfratti in essere in nuovi contratti in modo da evitare che la precariet abitativa aumenti e si arrivi ad una minore pressione nei confronti dei comuni ad oggi impossibilitati a dare risposte alla mole di richieste, impegna il Governo ad adottare, nell'ambito di una riforma della fiscalit immobiliare, una norma che riduca drasticamente ed ulteriormente l'aliquota della cedolare secca nel caso in cui il locatore, a seguito di una sentenza di sfratto, proponga al conduttore un nuovo contratto di locazione scritto e registrato, ai sensi della legge 9 dicembre 1998, n. 431, ed esenti, per l'intera durata contrattuale, il locatore dal pagamento dell'IMU riferito all'immobile oggetto del contratto. 9/1544-A/53. Melilla, Piazzoni, Lavagno, Boccadutri, Paglia, Marcon, Ragosta.
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Ordine del Giorno 9/01310-A/024 presentato da MELILLA Gianni Marted 30 luglio 2013, seduta n. 61

La Camera, premesso che: il comma 1-bis dell'articolo 16 estende la detrazione d'imposta pari al 65 per cento di cui al precedente articolo 14 e prevista per le spese documentate relative ad interventi di riqualificazione energetica di edifici, anche alle spese sostenute per l'adeguamento antisismico; la suddetta detrazione, fino ad un massimo di spesa di 96.000 euro, viene riconosciuta fino al 31 dicembre 2013, per le costruzioni adibite a prima casa e ad attivit produttive, ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosit, zone 1 e 2, di cui all'Opcm n. 3274 del 2003; con la suddetta l'ordinanza i comuni italiani sono stati classificati in 4 categorie principali, in base al loro rischio sismico, calcolato a sua volta in base al PGA (Peak Ground Acceleration, ovvero picco di accelerazione al suolo), e per frequenza ed intensit degli eventi, classificazione soggetta a continuo aggiornamento legato all'evolversi del quadro delle calamit; tra esse la zona 1 quella di pericolosit pi elevata, potendosi verificare all'interno di essa eventi molto forti, anche di tipo catastrofico, cos come a rischio alto risulta anche la zona 2 (e zona 3S della Toscana), dove gli eventi sismici, seppur di intensit minore, possono creare gravissimi danni; la zona 3, in cui peraltro sono ricompresi numerosi comuni dell'Emilia Romagna gi interessati dagli eventi sismici del maggio del 2012, secondo la suddetta classificazione sarebbe caratterizzata da una bassa sismicit che per in particolari contesti geologici pu vedere amplificati i propri effetti, come avvenuto nel caso del terremoto di Tuscania del 1971, comune classificato in tale zona; la detrazione delle spese di cui al citato articolo 16 del provvedimento non riconosciuta per l'adeguamento antisismico di immobili ricadenti in zona 3, e che invece sono stati gravemente danneggiati dagli eventi sismici verificatisi in Emilia Romagna, impegna il Governo a prevedere, compatibilmente con la disciplina comunitaria, con futuri provvedimenti normativi, l'estensione dei benefici di cui al suddetto articolo 16 del provvedimento, anche per i proprietari di immobili ricadenti su territori interessati negli ultimi 30 anni da eventi sismici, anche se non classificati come zona 1 ad alta sismicit e zona 2 a media sismicit. 9/1310-A/24. (Testo modificato nel corso della seduta). Melilla, Paglia.

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Ordine del Giorno 9/01012-A/033 presentato da MELILLA Generoso Marted 18 giugno 2013, seduta n. 35

La Camera, considerato che: l'imposta sugli immobili IMU si applica anche sugli immobili in comodato d'uso. Il decreto-legge n. 201 del 2011, nell'introdurre in via sperimentale l'imposta ha cancellato la disposizione (il comma 3, dell'articolo 58 e le lettere d), e) ed h) del comma 1, dell'articolo 59 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446) che consentiva, nell'ambito della disciplina della vecchia ICI di assimilare all'abitazione principale gli immobili concessi ad uso gratuito ai familiari; infatti il MEF, con propria circolare ha definito ai fini Imu l'abitazione principale come l'immobile nel quale il possessore ed il suo nucleo familiare dimorano abitualmente, definizione questa che non integra in s la norma prevista dalla disciplina sull'ICI che comprende al suo interno una quantit enorme di rapporti di comodato di fatto e che caratterizzano i rapporti interni al gruppo familiare e parentale; la suddetta tipologia di immobili considerata imponibile come seconda casa e soggetta ad aliquota ordinaria, e non pu beneficiare n delle detrazioni per l'abitazione principale, n della riduzione di aliquota. La normativa prevede invece che l'eventuale regime di favore pu essere deliberato dai singoli comuni nell'ambito della potest regolamentare loro riconosciuta, contribuendo in tal modo a determinare una disparit di trattamento tributario sul territorio nazionale rispetto ad un utilizzo particolare dell'immobile; sono sempre pi numerosi coloro che ricorrono al notaio per costituire un diritto di abitazione, o per provvedere alla cessione o donazione dell'usufrutto anche temporaneo a favore del figlio o del nipote e viceversa, anche al fine di attuare il trasferimento di soggettivit dell'imposta dal comodante al comodatario, vanificando a volte, in tal modo, lo spirito solidaristico che c alla base dell'atto di liberalit tra parenti in linea retta, impegna il Governo a dettare una norma, nell'ambito di una revisione organica della disciplina dell'imposizione fiscale del patrimonio immobiliare, che equipari all'abitazione principale anche l'unit immobiliare, e relative pertinenze, concessa in uso gratuito a parenti fino al secondo grado in linea retta che la occupano a titolo di abitazione principale. 9/1012-A/33. Melilla, Paglia, Ragosta, Lavagno, Boccadutri.

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