A Tripoli gli imam di regime minacciano attentati anche in Italia.
Intanto la guerra prosegue nell’indifferenza e nel silenzio
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Domenica 15 maggio 2011 – Anno 3 – n° 115
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
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BRIGATE ROSSONERE
L’ultima vergogna elettorale: milioni di milanisti offesi dalla presenza
sul pullman dello scudetto di Lassini, il pdl che ha paragonato i pm alle Br
Io voto Don Gallo
di Antonio Padellaro
dc
ante volte si ha l’impressione di una
T
guerra persa in partenza. Capita, per
esempio, d’incontrare in treno Elio Vel-
tri che va a presentare il suo libro sulla
'ndrangheta al Nord. Documenta massicce in-
filtrazioni mafiose negli uffici comunali (an-
che milanesi) finanziate dai giganteschi pro-
venti della cocaina. Si stanno comprando tut-
to e tutti, dice sconsolato, la magistratura fa
quello che può ma nella totale indifferenza
della politica. Anche i leader dell’opposizione
che ha incontrato gli sembravano lontani, di-
stratti: vedremo, faremo... A Parma, per inizia-
tiva di Maurizio Chierici, dell’università e di
altri benemeriti cultori della memoria, si parla
di P2 a trent’anni dalla scoperta delle liste di
Gelli. C’è il giudice Giuliano Turone, lui e Ghe-
rardo Colombo che violarono le stanze di Ca-
stiglion Fibocchi. Un atto di enorme coraggio
nell’Italia schiava delle trame occulte. Ci sem-
brò, allora, la fine di un incubo, l’inizio di una
rinascita. Però oggi si parla ancora di cricche,
di P3 e P4 osserva una ragazza. Cosa è cam-
biato? Poi, alla sera, sono finalmente a Genova
da Don Andrea Gallo. Stiamo divagando? E le
elezioni? Eppure questo breve viaggio italiano
finirà per portarci nel cuore della ventennale
anomalia nazionale. Berlusconi, certo, ma
non solo. Egli vince perché qualcun altro per-
de. Delle sue vergogne, dei suoi colpi bassi,
del suo costruire mattone su mattone un mi-
naccioso anti-Stato sappiamo tutto o quasi.
Non si sfugge alla domanda successiva: pos-
siamo ancora fidarci dei suoi avversari (che
sono poi i candidati della sinistra, dell’oppo-
sizione) dopo le cocenti delusioni di questi
anni? Sono davvero pronti ad affrontare il Cai-
mano nell’attacco che egli porterà alla Costi-
tuzione repubblicana? Domani seguiremo col
fiato sospeso la conta delle schede auguran-
doci che qualcosa si sia inceppato nel motore
della destra. Ma dopo, incassato il voto, rico-
minceremo con il tran tran di un’opposizione
molle, divisa, esitante (vedremo, faremo)? Do-
po l’incontro con Don Gallo nella locanda ‘A
Lanterna’, fortilizio solidale dove cena circon-
dato da Elisa, Cinzia, Luigi e dai
ragazzi che da lui hanno ap-
preso l’alfabeto della dignità e
del lavoro, ho letto una frase di
David Foster Wallace sulla li-
bertà del tipo più importante:
“Essere veramente capaci di
interessarsi ad altre persone e
a sacrificarsi per loro più e più
volte ogni giorno in una miria-
de di modi insignificanti e po-
co attraenti”. Per una volta an-
dassero a lezione da lui i leader
della sinistra, che già lunedì se-
ra ricominceranno a fumarsi
parole nei salotti televisivi. Io
voto Don Gallo.
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Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Tafazia Moratti
e Mastro Olindo
di Marco Travaglio
O
gni tanto, leggendo quel che sono costretti a
scrivere i cosiddetti “giornalisti liberali”, cioè i
trombettieri di B., viene da compatirli al
pensiero di come sarebbero più felici se
riuscissero a essere, anche per un giorno soltanto,
liberi. Il fu Giornale di zio Tibia titola: “I figli delle
Oggi e domani
le amministrative, il “Niente invettive contro B.” vittime difendono i carnefici dei padri. Tobagi, Rossa
e Alessandrini stanno con Pisapia. Amico dei
premier a gamba terroristi che uccisero i loro genitori”. Ce n’è pure
tesa per salvare
la Moratti dal
IL SALONE DEL LIBRO per Umberto Ambrosoli, “legale di Pisapia che ha
difeso il mandante dell’assassinio di suo padre”. Ora,
sempre che i libri di storia non siano già stati
ballottaggio. A
Napoli sinistra con
HA PAURA DI CORDERO riformati da Dell’Utri e la Carlucci, il mandante
dell’assassinio di Ambrosoli non fu Pisapia, ma
Il premier protesta Sindona, piduista come B. e amico di Andreotti.
il rebus del “voto per un editoriale Pisapia, come avvocato, difese Robert Venetucci,
utile” tra Morcone e del giurista in cui pure lui condannato all’ergastolo per il delitto
si accostano Ambrosoli. E allora? Se tutti gli avvocati fossero
De Magistris pag. 2 - 6 z il berlusconismo complici dei loro clienti, o addirittura “carnefici”,
e la soppressione non se ne salverebbe nessuno, visto che il più delle
del Parlamento da volte i loro clienti sono colpevoli. Bizzarro che i
Udi Nando Dalla Chiesa parte di Hitler. “garantisti” rimproverino un avvocato perché
Poi il direttore della difende colpevoli: tutti hanno diritto alla difesa
Fiera torinese, eppoi, quando assume la difesa di un imputato,
NOMI PER UNA Ernesto Ferrero, l’avvocato non sa ancora se sia colpevole o
CITTÀ NUOVA si dissocia: innocente (il processo si fa appunto per questo).
“Il Salone del libro Un’intera pagina del fu Giornale di Olindo Sallusti è
isto che non l’ha scritto nes-
Veranosuno, diciamolo qui: a Milano
decenni che non si vedeva
non è il luogo
per le invettive”
dedicata a manganellare una delle persone più miti e
pacifiche esistenti in natura: “Ecco gli amici
sanguinari di Vauro”. Di che sarà mai colpevole
una qualità così alta dei candidati Vauro? Di aver smascherato ad Annozero l’ultima
al consiglio comunale. Nel cen- Franco Cordero (FOTO CONTRASTO) Truzzi pag. 12 z bufala di Rosa Santanchè: la presunta bandiera di
trosinistra, si intende. pag. 3 z Hamas al raduno pro-Pisapia. In realtà la bandiera è
quella di un gruppo di pacifisti filopalestinesi,
disegnata da Vauro con colomba della pace al centro.
Così Rosa si candida a entrare di diritto nell’album
BOLOGNA x Duro discorso dell’ex premier tornato sulla scena politica delle “Figurine di merda” del nostro Misfatto. E
l’amato Olindo, geloso, prenota una figurina anche
Prodi: “Liberiamoci di B.
per sé. Persino Libero, dopo che Feltri aveva ammesso
l’autogol di Tafazia Moratti (“sbaglia, fa di tutto per
perdere”) trascinandosi dietro il più allineato
Belpietro (“brutto fallo da cartellino giallo, chieda
e della sua volgarità”
scusa”), è costretto a tornare sui suoi passi con un
paginone rosso-Lassini: “Via le Br dalle liste
elettorali”. Segue pezzo di Feltri sui “molti ex
estremisti nei partiti progressisti”. E Aldo Brandirali,
ex maoista di Servire il Popolo, consigliere comunale
Pdl pro-Moratti? E Liguori, ex lottatore continuo e
“Sento la vergogna
in tutti i Paesi
Cdellahiusura con sorpresa per
campagna elettorale
candidato Sindaco di
direttore di Tgcom-Mediaset? E la Maiolo, ex Manifesto
ed ex Rifondazione? E tutti gli (ex?) picchiatori
del mondo. Ed è Bologna del Pd, Virginio fascisti travestiti da “moderati” e “liberali” nel Pdl? E
Renato Farina, il giornalista-spia che ha patteggiato la
un’onta da cui Merola. Venerdì sera Roma-
pena per favoreggiamento nel sequestro di Abu
no Prodi è salito sul palco
dobbiamo riscattarci, per dargli man forte, con un
Omar, dunque è deputato del Pdl e spara su Libero
contro quel pericoloso incensurato di Celentano?
perché essa colpisce discorso da leader, accolto Curioso che questo disperato ravanare nel passato di
con un grandissimo entusia-
la nostra dignità trent’anni fa, e per questioni di idee, non di sangue,
smo. E molti hanno rico- non attiri l’attenzione di Pigi Battista, noto
e soprattutto minciato a parlare del suo fustigatore di giustizialisti, sempre pronto con
il nostro futuro” ritorno in politica pag. 5 z Romano Prodi (FOTO ANSA) l’estintore quando qualcuno rammenta i crimini
(veri) di Mr. B. L’altro giorno il pompierino della sera
stroncava senza pietà il libro Indignatevi di Hessel e chi
ha osato pubblicarlo in Italia, rischiando di svegliarla:
Udi Furio Colombo non sia mai. Ieri, anziché occuparsi della porcata
morattiana, se l’è presa con le donne che si sono
CHI PENSA permesse di fischiare, al Salone di Torino, un libro
DAVVERO del Movimento per la vita. D’ora in poi, per fischiare
qualcuno, dovremo chiedere il permesso a Pigi. O al
AI GIOVANI povero Ostellino, che sempre sul Corriere ci regala il
All’Interno 8 pag. z suo prezioso “giudizio di merito sulle motivazioni
hi sono i giovani? Qua-
C si ogni giorno qualcu-
della sentenza” Thyssen, giudicandola “moralmente
mostruosa se avesse voluto ‘colpirne uno per
no scarica nella nostra
conoscenza e nella no- CATTIVERIE educarne cento’”. A parte il fatto che qui gli unici
colpiti sono i sette operai bruciati vivi, le motivazioni
stra immaginazione ci-
www.libera.it
53enne romeno arrestato per aver della sentenza non sono state depositate: dunque
fre, percentuali, statisti- rubato le monetine dalla Fontana di non esistono. Ostellino le conosce già per scienza
Trevi. Nulla da fare per il 73enne che
che, che sono sempre al- ha rubato un’intera casa editrice infusa o, tanto per cambiare, non sa di che parla?
larmanti. pag. 14 z (Raf Guarino, www.luttazzi.it) Figurina di merda anche per lui, dishonoris causa.
pagina 2

L
AL VOTO AL VOTO

Le regole calpestate:
abbattimenti, canone
(e libertà)
e amministrative saranno “un test
nazionale”, come lui stesso ha
ripetuto senza sosta. E così Berlusconi
è ricorso al classico repertorio di promesse e
strali. Il premier ha iniziato a Napoli, garantendo
che fermerà le ruspe contro gli abusi edilizi con un
decreto “già pronto”. Annuncio su misura per la
Campania, dove erano previsti 66 mila dei 100
mila abbattimenti obbligatori. Poi Berlusconi è
passato alla Rai: “Non pagherò più il canone
finché ci sono Annozero e Ballarò”. L’ennesimo
strale contro l’emittente pubblica, nonché la
confessione di un possibile illecito. Per di più, da
parte del patron di Mediaset, gruppo concorrente
della Rai, a cui un calo degli abbonamenti
provocherebbe molti guai. C’è anche chi fa le veci
di Berlusconi, come Monica Faenzi, sindaco di
Castiglione della Pescaia (Grosseto). Furente per
l’esclusione della lista Pdl nelle Comunali, Faenzi
invita gli elettori a non andare a votare e
promette un monitoraggio a distanza del voto. La
Procura di Grosseto ha aperto un’inchiesta,
mentre il governatore Rossi ricorda: “È reato
limitare la libertà degli elettori”. l.d.c

Antonio Scurati so le candidature proposte
dalle segreterie di partito
“La mia scelta erano deludenti: stavolta ci
sono persone capaci e de-
per la democrazia” gne”. La vittoria di Pisapia
per Scurati vorrebbe dire
Silvia Ballestra
“Contro i vecchi
dentro e fuori”
toria al primo turno: “Vedo
grande partecipazione, so-
prattutto da parte dei gio-
vani. Stanno dalla parte
nostra. Anche perchè di là
ci sono personaggi vecchi

S crittore (ha vinto il

Campiello nel 2005)
ogni settimana scrive la sua
“Lettera dal Nord” a Parla
con me. Oggi voterà Pisapia
e “mai come questa volta
con tanto entusiasmo”. Un
voto alla società civile,
quella vera, “un messaggio
che da Milano parla al Pae-
se” perché è “l’unica via
d'uscita dal
pantano in cui
è sprofondata
la politica ita-
liana”. Ripren-
dersi in mano
la città, signifi-
ca chiudere
con quel passa-
to dove “spes-
due cose. La prima che “Mi-
lano, capitale dell'immora-
lismo divenuto categoria
politica, propone al contra-
rio la moralità e il senso
della decenza”. La seconda
è il futuro della nostra de-
mocrazia: all’ombra del
Duomo c’è “un potentato
economico che combatte
contro un individuo”, la
“sproporzione
enorme delle
forze economi-
che in campo –
avverte Scurati
– rende eviden-
te il problema
del destino del-
la democrazia
in Italia”.
S crive libri da vent’anni,
l’ultimo è “I giorni del-
la Rotonda”, collabora con
diverse testate giornalisti-
che. Sostiene Pisapia da
prima delle primarie: “Sia-
mo in pista da un po’, era
luglio dell’anno scorso”.
Oggi è arrivato il grande
giorno delle urne. “È ora di
cambiare e Giuliano è in
grado di af-
frontare seria-
mente le que-
stioni di que-
sta città, che
da troppi anni
è amministra-
ta malissimo”.
Spera addirit-
tura nella vit-
decrepiti, dentro e fuori.
Quando ho visto le imma-
gini del Palasharp mi sono
sentita male: cantavano
‘Viva la mamma’, cose da-
tate, da fiera di strapaese...
ma Milano è una città che
dovrebbe fare la gara con
altre città europee!”.
Con Pisapia, secondo la
Ballestra, la cultura mila-
nese può tor-
nare a essere
“vivace”. Spera
di “recupera-
re” i “giovanis-
simi” grillini:
“Mi rivolgo a
loro: ragazzi,
ci vuole la te-
sta!”.

L’ULTRÀ ANTI-PM
SUL BUS DEL MILAN
L’ultimo spot di B: a Milano il candidato Lassini sfila
alla festa scudetto. Domani comizio per Mills?
di Gianni Barbacetto tato da settimane l’uo- prio lui per il bagno di fol- ran di Silvio (da Daniela San- Mills. Saprà resistere dall’e- tra le righe di una lunga elen-
mo-simbolo dell’attacco la rossonera. Una presen- tanchè a Giorgio Stracqua- sternare nuovi anatemi? cazione: 'C'è un tempo per
el giorno del silenzio za che vale più di mille co-

N
pre-elettorale, Silvio
Berlusconi ha conti-
nuato la campagna
per il voto nel più rumo-
roso dei luoghi, lo stadio.
A Milano, nella città dove
si gioca lo scontro politi-
camente più significativo,
trasformato dallo stesso
presidente del Consiglio
in un giudizio di Dio sulla
sua figura. A San Siro si è
presentato sorridente e
soddisfatto, per festeggia-
re il diciottesimo scudetto
del suo Milan. Trionfale gi-
ro di campo e poi in tri-
buna, a godersi lo spetta-
colo di uno stadio intera-
mente rossonero.
ai giudici e il vero al-
ter-ego del presidente del
Consiglio. Era sul bus sco-
perto di Radio Italia, che
precedeva quello dei cal-
ciatori e che dalla sede del
Milan di via Turati è arri-
vato fino in piazza Duo-
mo. “Sono un appassiona-
to di calcio, sono qui con
un amico”, ha minimizza-
to Lassini, giocando la par-
te dell’imbucato. Ma tra le
migliaia di “appassionati
di calcio” presenti ieri a
Milano, è stato scelto pro-
GIANNI RIVERA In campo per Lady Letizia
mizi.
Dopo le proteste per i ma-
nifesti che equiparavano i
magistrati ai brigatisti, Las-
sini era stato criticato per-
fino dal candidato sindaco
del centrodestra, Letizia Mo-
ratti: “O me o lui”, aveva det-
to. Ma nel giro di pochi gior-
ni Letizia si era dimenticata
il suo aut-aut e Lassini la sua
promessa di dimettersi, nel
caso fosse risultato eletto
consigliere comunale. So-
stenuto e difeso dai pasda-
danio), ma soprattutto da
Berlusconi in persona, Las-
sini è diventato il candidato
più visibile della lista Pdl,
nel momento in cui il pre-
sidente del Consiglio ha de-
ciso di politicizzare al mas-
simo lo scontro a Milano,
trasformando l’elezione del
sindaco in un referendum
sulla sua figura. B. si gioca il
tutto per tutto e la tentazio-
ne di violare il silenzio elet-
torale è forte. Oggi sarà al
suo seggio, domani sarà in
tribunale per il processo
FORSE è per questo che ie-
ri la Diocesi di Milano, dopo
una campagna elettorale
“dai toni, e dai modi, parti-
colarmente accesi", ha invi-
tato al silenzio e a una "ri-
flessione seria". L’appello è
arrivato da monsignor Eros
Monti, vicario episcopale
Vita Sociale della Diocesi
meneghina. Monsignor
Monti spiega che "'vi è un
tempo per ogni cosà, ammo-
nisce un antico sapiente bi-
blico, il Qoèlet. E aggiunge,
tacere e un tempo per par-
lare’. Ci sembra sia giunta,
oggi, l’opportunità di sotto-
lineare questo secondo tem-
po: 'per tacere’".
Ieri non sono stati zitti in-
vece quei cittadini che han-
no contestato a suon di “ver-
gogna” Nicole Minetti. La
consigliera regionale è stata
presa di mira da un centi-
naio di persone a Sedriano,
nel Milanese, che hanno
contestato che fosse stata
scelta come madrina del
concorso “La creatività del-

IL PRESIDENTE del Mi-

lan e il capolista del Pdl a
Milano, casualmente uniti
nel sorriso di Berlusconi,
nel pomeriggio hanno ri-
nunciato alla festa dei ti-
fosi, che prima della par-
tita hanno occupato il
centro della città. Ma lì
c’era Roberto Lassini, l’e-
sponente del Pdl respon-
sabile dei manifesti “Via le
Br dalle procure”, diven-
Il premier ieri
allo stadio per lo
show rossonero
che capita
proprio a 24 ore
dall’apertura
dei seggi
“Niente falli, se no chiamiamo l’arbitro”
di Davide Vecchi L'anno successivo corre con l'Udc per la “Che nessuno gli vieta di non farsi vedere, cultura della legalità, anche perché ci sono
Ue e sostiene Filippo Penati, candidato del giusto? Deve soltanto evitare di distribuire gli arbitri a obbligarti il rispetto delle re-
a sorpresa è ritrovarlo in campo. Non a centrosinistra alla Provincia di Milano. In- volantini elettorali, di fare comizi”. E il voto gole”. E in politica? “Mancano gli arbitri,
L San Siro con la maglia rossonera, con somma, una carriera politica giocata tutta
cui ha vinto tre scudetti, ma impegnato nel centrosinistra. Nel maggio 2011, im-
dei milanisti è importante, lo ha detto il
premier. “Se non ricordo male alle ultime
eccome se mancano. Sì certo c'è Giorgio
Napolitano; ma nei comuni, nelle ammi-
nelle elezioni comunali milanesi. E anche provviso, il cambio di casacca e campo: elezioni molte schede sono state annul- nistrazioni locali non c’è nessuno a con-
qui, il golden boy del Milan, Gianni Rivera, nella lista “Unione Italiana” guidata da late perché c'era scritto Kakà, questa vol- trollare e sanzionare, ed è proprio quello
si schiera dove non ti aspetti: a favore di uno sconosciuto Gianfranco Librandi, a ta posso scegliere almeno”. Moratti sin- che faremo noi”. Come pensate di riuscir-
Letizia Moratti. Attaccati gli scarpini al sostegno di Moratti sindaco e, quindi, con daco, giusto? “Giusto, anche se”. Anche ci? Il suo partito è piuttosto sconosciuto,
chiodo nel 1979, ormai consacrato leg- il premier. Lui non si scompone. Anzi. “Vo- se? “Anche se non mi è piaciuta ultima- come il capolista Librandi, chi è? “Un im-
genda, il “ragazzo d'oro” (lo definì Gianni gliamo cambiare il centrodestra e si può mente, i manifesti lì contro i magistrati, prenditore che voleva candidarsi sindaco,
Brera) è stato vicepresi- fare solo da dentro”. E attaccare in quel modo becero un avver- poi la Moratti ci ha chiesto di rinunciare
dente dei diavoli fino al Gianni Rivera (F E
OTO )
MBLEMA
di fatto mostra coeren- sario; no, non mi piace”. perché era preoccupata le rubassimo voti,
1986, quando l'allora im-
prenditore brianzolo Sil-
za: critica gli alleati.
Berlusconi che si mo- CON LA SUA STORIA politica sa-
quindi entreremo in comune e forse Li-
brandi potrebbe essere vicesindaco”.
vio Berlusconi comprò la
squadra. Poi si è dedicato
stra alla festa per il di-
ciottesimo scudetto del
rebbe stato più a suo agio con Pisapia
probabilmente. “Che c'entra? Quando
Guardi che la casella è già occupata dalla
Lega. “La Lega? No, non mi piace; non
alla politica. Passato dalla
Dc al Patto Segni, di cui è
Milan? “È stato fortu-
nato, come sempre.
qualcuno sbaglia io lo critico, a prescin-
dere. Se c'è una scorrettezza istituzionale,
condivido parte di quello che dice la Lega
né parte di quel che dice il Pdl”. Ma sono i
stato presidente. Dal Avere una squadra che politica, una mancanza di rispetto grave suoi alleati. “Per entrare nel centrodestra e
1996 al 2001 è sottose- vince il giorno prima bisogna dirlo, denunciarlo”. Guardi che so- cambiarlo, mica per altro”. Si rende conto
gretario alla Difesa nei delle elezioni non è ma- stiene il candidato sindaco che ha come che è come se scendesse in campo per fare
governi dell'Ulivo. Nel le. E infatti ha fatto il capolista proprio Silvio Berlusconi, lo stesso autogol? “Macché, anzi: speriamo di vin-
2005 subentra a Merce- giro di campo prima che da mesi si scaglia contro la magistra- cere subito, perché il secondo tempo po-
des Bresso al Parlamento della partita, da presi- tura e la definisce eversiva. “Che c'entra, la trebbe essere rischioso”. Lo sostiene anche
europeo e nel 2008 ade- dente del Milan ovvia- mia è onestà intellettuale; se non condivido Berlusconi, “se va bene poi l'arbitro lo de-
risce alla Rosa per l'Italia. mente eh”. Nel senso? qualcosa io lo dico. Lo sport insegna la cido io”.
 Domenica 15 maggio 2011

D
AL VOTO AL VOTO

ue editoriali affiancati, uno di adesso” con un folto gruppo di musulmani

Anni di piombo Vittorio Feltri, l’altro di Maurizio
Belpietro. Così si presentava ieri
Libero. Un unico obiettivo, un’unica tesi:
e moschee, “Libero” allarmare i milanesi sul voto di oggi e domani. Il
primo titolava: “L’Italia che piaceva a Pisapia”,
associata a immagini di violenza urbana durante
allarma i milanesi gli anni ’70; l’altro “E quella che vogliono
inginocchiati davanti al Duomo in preghiera.
Feltri scrive: “Troppi giovani di allora, invecchiati
nel mito osceno della rivoluzione, conservano
nel loro intimo la suggestione delle bandiere
rosse (...) non ci fidiamo di loro”. Quindi
Belpietro: “Nel programma vuole consentire agli
extracomunitari di votare”.

I ragazzi di Pisapia
e il deserto Moratti
BASTA POLITICI USA E GETTA, NELLE LISTE
DEL CENTROSINISTRA LA NUOVA CITTÀ
di Nando Dalla Chiesa sociazioni giovanili più effer- Lo stesso succede nei consigli ferto da Milano dopo Tangen- tere del capo del governo
vescenti. Mai tante persone di zona, di solito improbabili topoli si va riempiendo, e non quando riesce a imporre il ven-
accordo. E allora visto note della società civile orga- arene per perfetti sconosciuti. raschiando nelle nomenclatu- to delle ideologie e degli scon-

D’ che finora non l’ha

scritto nessuno, di-
ciamolo qui: a Milano
erano decenni che non si ve-
deva una qualità così alta dei
nizzata avevano dato la dispo-
nibilità a metterci la faccia.

NON I NOMI grandissimi, i

candidati al consiglio comu-
nale. Nel centrosinistra, si in-
tende, perché dall’altra parte
sembrano obbligati a tirar fuo-
ri dal cilindro conigli sempre
mostri sacri usati ogni tanto co-
me specchietto per le allodole,
sapendo che avrebbero prima
o poi dato le dimissioni o che
non si sarebbero impegnati.
Ma i nomi di livello, conosciuti
E anche i comuni dell’hinter-
land (in particolare Rho, quasi
sessantamila abitanti) vivono
uguale, spumeggiante stagio-
ne. E d’altronde non si era avu-
to il primo segnale proprio con
la candidatura alle primarie –
spontanea, non contrattata – di
tre grandi professionisti come
Giuliano Pisapia, Valerio Oni-
re di partito, ma grazie a linfa
ed energie nuove.
Comunque vada a finire, non ci
sarà più l’usa e getta, il ricomin-
cio da tre. Perché sta nascendo
qualcosa di nuovo. Con una
unità di consensi, dalla borghe-
sia moderata, quella vera, ai
tri epocali, la maggioranza del-
la sinistra pensa che sia meglio,
molto meglio tenere i toni bas-
si, quasi far finta che non si va-
da a votare. Non è un caso se la
destra vuole parlare, come nel
’93, di centri sociali e di peri-
colo comunista; o se il suo lea-
der farnetica di bierre in pro-
cura, o di sinistra che non si la-

I manifesti della vergogna

più spelacchiati. Nelle case,
nei gruppi di amici, circola da
e apprezzati nei cosiddetti
mondi vitali: la scuola, l’univer-
da e Stefano Boeri? In autunno
purtroppo, presi dalle polemi-
Il cambiamento va.

Un mese fa Milano si sveglia tappezzata

da manifesti oltraggiosi: “Via le Br dalle
Procure” (FOTO EMBLEMA). Li firma
l’associazione “Dalla parte della
democrazia”. Esplode la polemica e
Roberto Lassini (FOTO ANSA) si autodenuncia:
sono io il presidente onorario del gruppo.
È anche candidato Pdl. La Moratti dice:
“O me o lui”. B. invece gli esprime
solidarietà. Lui prima promette di
dimettersi se verrà eletto. Poi cambia idea:
il voto popolare è più forte delle accuse.
le donne della Provincia di
Milano”. I manifestanti han-
no portato cartelli con scrit-
te come “Minetti madrina
delle donne, no grazie”,
“Facciamo Olgettina a Se-
driano?”. Uno striscione è
stato appeso anche sul bal-
cone dell’abitazione di fron-
te alla sala comunale in piaz-
za del Seminatore dove è in
corso la premiazione e i ma-
nifestanti hanno gridato
“Vergogna” all’arrivo del
consigliere regionale.
“LA PROTESTA è nata
spontanea dall’indignazio-
ne per un invito che in que-
sto momento ci sembrava
inopportuno - ha spiegato il
segretario del Pd locale
Atos Barbieri -, non voglio
entrare nella logica dei giu-
dici, ma bisognava evitare
che proprio la Minetti pre-
miasse i vincitori di un con-
corso al femminile”. Nel co-
mune del Milanese, ammi-
nistrato da una coalizione
di Lega Nord-Pdl, è stata va-
rata anche un’ordinanza
molto dura nei confronti
della prostituzione, che pu-
nisce i clienti con il seque-
stro dell’auto e una multa
da 500 euro.
La Diocesi
cittadina invita
al silenzio che
precede il voto
Pdl senza freni
per evitare
il ballottaggio
settimane sempre la stessa
battuta. Non si sa per chi vo-
sità, la musica, i comitati di
quartiere, le comunità di recu-
che intestine, non si è saputo
trasmettere all’esterno il gran-
è in questi MEGLIO, molto meglio parla-
re delle buche: già, le infinite e
tare. E non per l’impresentabi-
lità o la mediocrità delle can-
pero, le libere professioni.
Molti i giovani, e non i porta-
de valore di quella competizio-
ne. Oggi si capisce che è stata la
nomi veri, non clamorose buche nelle strade
che danno tanto fastidio pure a
didature, ma per l’abbondan- borse dei deputati, ma i giovani prima spia del cambiamento. Bossi. E anche dei buchi verti-
za di quelle buone. Ce n’è per veri, quelli che si guadagnano Un cambiamento importante. nei mostri sacri ginosi nei conti delle società
tutti i gusti. Buoni o ottimi sul campo la stima dei loro coe- Vuol dire che Pisapia non è il collegate al Comune. Dei ser-
consiglieri comunali uscenti, tanei. Per questo non girano candidato di bandiera con cui usati come vizi che peggiorano. Di una va-
professionisti, intellettuali, molte sponsorizzazioni dei sin- nascondere o compensare una langa di metri cubi in verticale
ecologisti; esponenti delle as- goli candidati. Per non dispia- politica mediocre, ma il punto specchietti dove nessuno andrà mai ad abi-
sociazioni di volontariato più cere ad altri che meriterebbero più alto di una risalita colletti- tare o a lavorare, ma che stanno
prestigiose o outsider delle as- appoggio uguale o maggiore. va. Che il deserto politico sof- per le allodole soffocando ogni spazio della
città. Meglio parlare del biso-
gno di cultura, di buona crean-
centri sociali, che non è mai za e di solidarietà, perché
stata così ampia. Hanno ben quando è troppo è troppo. E ri-
scavato, per giungere a questo cordare che la politica è nata in
risultato, l’amministrazione fondo per sottrarre le società
Moratti, il delirio berlusconia- all’imperio dei ricchi mentre
no, la xenofobia leghista. E ci qui una coppia di ricchi, Ber-
ha messo del suo Giuliano Pi- lusconi e Moratti, pretende per
sapia, difensore dei ragazzi di sé pure la politica. Che dietro i
Bolzaneto ma gradito alla clas- due canidati principali ci sono
se dirigente colta della città, mondi diversi. Chi vuole resti-
compresi alcuni suoi segmenti tuire decoro civile a Milano,
ex socialisti. Avremo il giudizio chi la vuole servire, insomma,
di Dio per Berlusconi? Oppure e chi vuole servirsi di Milano
bisogna “solo” scegliere tra per arricchirsi e arricchire gli
Moratti e Pisapia? Su questo c’è amici.
ampia discussione. In città e a L’effetto sarà nazionale, non
livello nazionale. Ma a Milano, c’è dubbio. E ci mancherebbe.
dove ben si conosce lo strapo- Ma è su questo che si vota.
L’APPELLO
DE MONTICELLI: “ELETTORI, VI SUPPLICO: NON SVENDETE LA LEGALITÀ”
Una lettera aperta, un appello. O meglio, tano a Milano. tima – fatta agli abusivi edilizi che sa- versibilità, e molto è già compromes-
una “supplica”, come la definisce la Non vi parlerò di Milano. Se lavorate e ranno condonati e perdonati. Di ciò so – questa logica suicida di sistema-
stessa professoressa Roberta De vivete in questa città, a cosa sia ridotta che resta delle nostre spiagge, del te- tica svendita di legalità in cambio di
Monticelli. Lei, l’ha mandata al “Corriere l’antica “capitale morale” lo potete ve- soro fragile e senza prezzo che ancora consenso.
della Sera” e al “Foglio”, ma non è stata dere con i vostri occhi, e quante pro- in parte si potrebbe salvare: e che sa- Vi supplico, aiutateci a fermare questa
pubblicata. Eppure il giornale di Giuliano messe siano state mantenute dall’at- ranno perdute, perdute come tutta la logica. Qualunque lista votiate, se vo-
Ferrara ha altre volte ospitato le tuale amministrazione, pure. bellezza indifesa perché gratuita, per- tate a Milano, aiutate a fermare sim-
riflessione della professoressa-scrittrice, Non di Milano vi parlo, ma del nostro ché non ancora comprata, che fa le bolicamente questa dissipazione della
anche se non proprio in linea con le idee Paese. Delle sue povere preziose ossa nostre vite degne di essere vissute. nostra anima, anche e soprattutto nel
del suo direttore. Questa volta no, che franano in polvere, come a Pom- Non la mia o quella di altri “puritani”, resto del Paese.
appunto. Così la ospitiamo noi de “Il pei. Delle sue meravigliose città me- no: la nostra, la vostra, quella dei no-
Fatto Quotidiano”. ridionali umiliate dalla stri figli. Le nostre ore DATE UN SEGNO, un segno con-
catastrofe civile del- Roberta De Monticelli (F O ) migliori, le nostre fonti
OTO LYCOM
trario all’immoderatezza di cui il sin-
di Roberta De Monticelli l’immondizia, perché
divorate nell’anima dal
di rinnovamento spiri-
tuale, le radici di questa
daco uscente – e altri dietro di lei –
hanno dato prova. Può darsi che per
crivo a tutti voi, che leggete questo
Sparadossale
giornale e apprezzate la solforosa,
cancro delle mafie,
che ora hanno preso
nostra lingua di fuoco e
di grazia. Gli alimenti
voi, anche per voi, sia cosa buona una
svolta di ragionevolezza. Che sia buona
prosa di Giuliano Ferrara,
tutta lampi di spade e fuoco di invet-
possesso anche di
grandi pezzi di econo-
della nostra cultura,
della nostra fede, dei
cosa per quella Destra di cui io per pri-
ma mi auguro l’effettiva ricostruzione.
tive, che lascia spesso interdetti, ma mia anche nel Nord e a nostri amori, della no- In qualunque modo votiate, però, vi
non scende mai, mi pare, al servilismo Milano. Di questa di- stra sofferenza, della prego: fermatevi ancora qualche minu-
vile e alla intollerabile volgarità degli sperante sequela di nostra pietà. to, e riconsiderate con gli occhi della
altri giornali della stessa parte. Con i abusi, soprusi, condo- Tutto questo sarà per- vostra mente le rovine di Pompei, le
quali io credo che voi, lettori di que- ni e perdoni, di corru- duto se continuerà an- strade di Napoli, i nostri golfi incom-
sto, non abbiate nulla da spartire. zione e tangenti e in- cora a lungo – o anche parabili distrutti dal cemento, le nostre
Questa è una supplica. Una supplica dulgenze e deroghe, di solo per poco, perché colline invase da centinaia di migliaia di
diretta a quelli fra voi che vivono e vo- questa promessa – l’ul- siamo al limite dell’irre- villette a schiera. E poi votate. Grazie.
pagina 4 Domenica 15 maggio 2011

O
AL VOTO AL VOTO

ggi e domani si vota in 30 capoluoghi e 11
Provinciali e comunali province. Coinvolti 13 milioni di
cittadini, per 134 mila neo diciottenni
sarà la prima volta. u Alle provinciali (scheda gialla)
Come si vota non è ammesso il voto disgiunto, ovvero non si può
votare per un candidato presidente e una lista
diversa. L'elettore può votare per uno dei candidati
e si dà la preferenza al consiglio provinciale (vota così anche il
presidente di provincia collegato), per uno dei
candidati alla carica di presidente (non vota così
nessun candidato consigliere) o per entrambi,
scrivendo il nome e cognome del consigliere.
v Alle comunali con oltre 15 mila abitanti (scheda
azzurra) l'elettore può votare per una delle liste (il
voto va anche al candidato sindaco collegato), solo
per un candidato a sindaco, oppure per un sindaco e
una lista a lui collegata o anche diversa (il cosiddetto
voto disgiunto). È anche possibile esprimere un
voto di preferenza, scrivendo nome e cognome del
candidato al consiglio comunale. w Per i comuni
fino a 15 mila abitanti (scheda azzurra) la scheda
prevede l'indicazione del simbolo con il nome del
candidato sindaco. La preferenza per un consigliere
può essere scritta sotto al simbolo.

13 milioni alle urne

Svegliamoci
da questo
incubo lungo
venti anni

Rebus astensionismo
SEGGI APERTI DALLE 8
IN 1315 COMUNI Oggi e domani al voto; a destra Miranda Martino

di Luca De Carolis sono 1315 Comuni e 11 Pro- senza patemi. Il candidato de- stra, dove il Pd spera di ag- Sel, 35 anni e molto entusia- di Miranda Martino*
vince, e i riflessi sul piano na- mocratico Virginio Merola, ha guantare almeno il ballottag- smo. Ieri Vendola si è esposto:
l giorno del silenzio per i zionale. Inevitabili, visto che già fatto sapere che domani gio. Tante le suggestioni, an- “I veri laboratori della politica uella faccia di gomma

I candidati, tra le promesse

dei leader nazionali e la
paura dei numeri. La vigi-
lia delle Amministrative è sta-
ta soprattutto questo, nelle
potranno votare 13 milioni di
persone. Le urne saranno
aperte anche in 189 Comuni
commissariati. Tanti, a ribadi-
re le difficoltà della politica. Il
attenderà i risultati in casa as-
sieme alla moglie, mentre il
più quotato degli sfidanti, il
leghista Manes Bernardini, se-
guirà lo spoglio nella Casa del
che grazie allo scrittore “fa-
scio-comunista” Antonio Pen-
nacchi. Convinto che Berlu-
sconi abbia chiuso la campa-
gna elettorale proprio a Latina
sono Milano e Cagliari. La vit-
toria al primo turno a Bologna
e a Torino e gli eventuali bal-
lottaggi a Milano, Napoli e Ca-
gliari vorrebbero dire molto
Qcra,truccata fra il giallo e l’o-
quel perenne sorriso, ti-
rato, finto, che si apre a co-
mando su una dentatura ro-
busta all'apparenza, ma in
grandi città come nelle segre- commissario governativo c’è sindaco, assieme ai militanti. “perché ha paura di me”. Par- sul varco che si è aperto nel profondità piena di infiltra-
terie dei partiti, dove le ipo- anche a Bologna (il più grande Da un commissariamento al- tita molto importante anche a berlusconismo”. Sel invoca zioni mafiose, ogni canino
tesi hanno fatto a gara con il dei Comuni senza sindaco), l’altro, si arriva a Latina, tra- Cagliari, dove il centrosinistra invece l’intervento del Vimi- una calunnia, ogni molare
nervosismo. La posta in palio dove il Pd spera di vincere dizionale roccaforte della de- punta su Massimo Zedda di nale a Termoli, in Molise. In un'invenzione, ogni sorriso:
una lettera al prefetto di Cam- “Non preoccupatevi italiani
pobasso, il partito protesta coglioni ghe pensi mi”! È da
perché “la Fiat di Termoli con- quasi vent'anni che ci sta co-
QUANDO PROVINCIALI - LE SFIDE sidererà come giorni di ferie o glionando. E ben ci sta!!!
SI VOTA di permesso non retribuito Ma tanti italiani non ci stan-
PRIMO TURNO CAMPOBASSO GORIZIA LUCCA quelli in cui i rappresentanti no, io non ci sto.
OGGI DOMANI Nicolino D’Ascanio Enrico Gherghetta Stefano Baccelli di lista (e dipendenti dello sta- Ho saputo che in Russia al
dalle 8 alle 22 dalle 7 alle 15 Micaela FANELLI Enrico GHERGHETTA Stefano BACCELLI
bilimento Fiat, ndr) saranno tempo di Stalin le barzellette
impegnati ai seggi”. A Torino, erano considerate eversive e
BALLOTTAGGI Rosario DE MATTEIS Simonetta VECCHI Gabriele BRUNINI
cuore dell’azienda automobi- chi le raccontava veniva ad-
DOMENICA LUNEDÌ
29 maggio 30 maggio MACERATA MANTOVA PAVIA listica, il grande favorito è Pie- dirittura arrestato. Racconta
dalle 8 alle 22 dalle 7 alle 15 Franco Capponi Maurizio Fontanili Vittorio Poma
ro Fassino. Sostenuto da tutto Simon Vilenski, sopravvissu-
Antonio PETTINARI Alessandro PASTACCI Daniele BOSONE
il centrosinistra, Fassino pun- to ai gulag, che nei campi di
LE SCHEDE ta a vincere già al primo tur- lavoro ha incontrato gente
Franco CAPPONI Gianni FAVA Ruggero INVERNIZZI
ELETTORALI no. arrestata soltanto per aver-
ne ascoltata una (notizia let-
RAVENNA REGGIO CALABRIA TREVISO IL PRINCIPALE sfidante è ta su Donna di Giacomo Pa-
Scheda Gialla Francesco Giangrandi Giuseppe Morabido Leonardo Muraro
ELEZIONI PROVINCIALI l’assessore regionale Michele pi). Tutti i suoi servi pagati
Claudio CASADIO Giuseppe MORABIDO Floriana CASELLATO Coppola, appoggiato da Pdl e urlano: “Berlusconi è perse-
Scheda Azzurra
ELEZIONI COMUNALI Rudi CAPUCCI Giuseppe RAFFA Leonardo MURARO Lega. Va da solo il Terzo Polo di guitato dai magistrati 'briga-
Lorenzo Cesa, che guarda già tisti' da quasi vent'anni, qua-
TRIESTE VERCELLI
avanti: “Staremo in gioco sino si tutto è andato in prescri-
Maria T. Bassa Poropat Renzo Masoero
I DOCUMENTI in fondo, partecipando anche zione!”. E cos'è un merito la
Maria T. BASSA POROPAT Luigi BOBBA ai ballottaggi, e in quei casi la- prescrizione? Si sa benissi-
TESSERA ELETTORALE Giorgio RET Carlo Riva VERCELLOTTI sceremo decidere alle dirigen- mo che chi commette un
DOCUMENTO D’IDENTITÀ ze di periferia”. Già sotto pres- reato e i termini del proces-
COMUNALI - I TRENTA CAPOLUOGHI AL VOTO sione, perché in molte città so sono scaduti, la prescri-
Presidente l’appoggio del Terzo polo po- zione lo rende non più per-
LEGENDA

USCENTE
Candidato
trebbe fare la differenza. Per seguibile, ma il reato rima-
CENTROSINISTRA AREZZO BARLETTA BENEVENTO ora Udc e Api vanno da soli ne. E allora!!! Non è più sem-
Candidato Giuseppe Fanfani Nicola Maffei Fausto Pepe anche a Salerno, dove Vincen- plice dire che: Berlusconi è
CENTRODESTRA zo De Luca punta alla ricon- sceso in politica per i suoi in-
Giuseppe FANFANI Nicola MAFFEI Fausto PEPE
ALTRO
Grazia SESTINI M.Francesca VITOBELLO Raffaele TIBALDI
ferma. Tra le liste che lo so- teressi, facendone di tutti i
stengono non c’è il simbolo colori e contravvenendo a
BOLOGNA CAGLIARI CARBONIA CASERTA del Pd, con cui il sindaco è da tutte le regole stabilite dalla
Flavio Delbono Emilio Floris Salvatore Cherchi Nicodemo Petterutti tempo in rotta. Costituzione con una stra-
Virginio MEROLA Massimo ZEDDA Giuseppe CASTI Carlo MARINO
Molto equilibrio, almeno nelle fottenza immane. Sveglia-
previsioni , a Trieste. Al posto moci da questo sonno, ri-
Manes BERNARDINI Massimo FANTOLA Antonello MEREU Pio DEL GAUDIO
del “suo” sindaco, l’uscente Di scattiamo la nostra Italia.
CATANZARO COSENZA
Piazza, il centrodestra presen- Vinciamo le diffidenze, le pi-
CROTONE FERMO
Rosario Olivo Salvatore Perugini
ta il parlamentare Roberto An- grizie e andiamo a votare!!
Peppino Vallone Saturnino Di Ruscio
tonione. Il candidato del cen-
Salvatore SCALZO Salvatore PERUGINI Peppino VALLONE Nella BRAMBATTI trosinistra è Roberto Cosoli- * cantante, soubrette
Michele TRAVERSA Mario OCCHIUTO Dorina BIANCHI Ester Maria RUTILI ni. e attrice
GROSSETO IGLESIAS LATINA NOVARA
Emilio Bonifazi Pierluigi Carta Vincenzo Zaccheo Massimo Giordano
Emilio BONIFAZI Marta TESTA Claudio MOSCARDELLI Andrea BALLARÉ di Lidia Ravera
Mario LOLINI Gino PERSEU Giovanni DI GIORGI Mauro FRANZINELLI

OLBIA PORDENONE RAVENNA REGGIO CALABRIA

Donna Letizia,
Gianni Giovannelli
Gianni GIOVANNELLI
Sergio Bolzonello
Claudio PEDROTTI
Fabrizio Matteucci
Fabrizio MATTEUCCI
Giuseppe Scopelliti
Massimo CANALE
così legnosa e fragile
Settimo NIZZI Giuseppe PEDICINI Nereo FOSCHINI Demetrio ARENA
BENCHÉ MONDANA per estrazione, matrimonio e doveri
RIMINI ROVIGO SALERNO NAPOLI d’ufficio, Letizia Moratti, ha conservato, intatta, una goffaggine
Alberto Ravaioli Fausto Merchiori Vincenzo De Luca Rosa Russo Iervolino celestiale. Si muove nei suoi tailleur , legnosa e fragile, come
Andrea GNASSI Federico FRIGATO Vincenzo DE LUCA Mario MORCONE una fascina secca. Tutto in lei, nonostante la carriera e la
Gioenzo RENZI Bruno PIVA Anna FERRAZZANO Luigi de MAGISTRIS destrezza , grida una taciuta timidezza: la parola inceppata,
Gianni LETTIERI
l’umorismo assente, la battuta lenta, il timbro querulo (le
SAVONA SIENA TORINO sindache hanno spesso quella voce troppo bianca, fra la
Federico Berruti Maurizio Cenni Sergio Chiamparino
MILANO
cavatina del castrato e il cigolio dell’infisso arrugginito).
Federico BERRUTI Franco CECCUZZI Piero FASSINO Letizia Moratti
Quando il mister le ha ordinato di bruciare sul tempo
Paolo MARSON Alessandro NANNINI Michele COPPOLA l’avversario dandogli del ladro una frazione di secondo prima
Mattia CALISE (Mov. 5 stelle)
del gong, si è sentita a disagio come un tranquillo golfista cui
Manfredi PALMERI (Lista Civica)
TRIESTE VARESE VILLACIDRO chiedano di sfidare Bolt sui cento piani. Dal green ha provato a
Giuliano PISAPIA protestare : per dire, promettere e baciare, vado bene,
Roberto Di Piazza Attilio Fontana Giannina Orrù
Letizia MORATTI uccidere non mi viene. Non fare la donnetta, ha detto il
Roberto COSOLINI Luisa OPRANDI Maria Teresa PANI
Roberto ANTONIONE Attilio FONTANA Antonio SILANOS
Da domani lo speciale Mister, e la sventurata ha colpito. Ma non ha affondato.
su ilfattoquotidiano.it
Domenica 15 maggio 2011 pagina 5

S
AL VOTO AL VOTO

ospesa l'informazione televisiva sulle
In tv, le proiezioni Rai amministrative per lasciare agli elettori
il tradizionale giorno di riflessione,
subito dopo la chiusura delle urne, lunedì la Rai
e gli exit poll di Sky, comincerà alle 15:30 la maratona elettorale:
senza exit poll e con le proiezioni soltanto per 4
città capoluogo, Milano, Torino, Bologna e Napoli,
si comincia alle 15:30 mentre tutti gli altri risultati saranno sulle schede
scrutinate. Lo speciale su Rai1 sarà condotto da
Francesco Giorgino del Tg1 con gli opinionisti
Stefano Folli, Massimo Franchi e Bechis di Libero,
con loro ci sarà il direttore del Tg1 Augusto
Minzolini, in serata Porta a Porta. Rai2 parlerà di
amministrative il giorno dopo, martedì mattina
per tre ore dalle 9 alle 11. Il direttore del Tg3
Bianca Berlinguer condurrà lo speciale su Rai3
sempre dalle 15:30, costanti aggiornamenti su
RaiNews. Anche La7 con Enrico Mentana e
SkyTg24 avranno lo speciale pomeridiano con le
proiezioni e le voci in diretta dalle città. Sky farà gli
intention poll che sono gli eredi degli exit poll, le
interviste anonime all'uscita dei seggi. Mediaset
sui tre canali generalisti, tranne Matrix in seconda
serata, lascia il palinsesto invariato.

NAPOLI NON È PERDUTA

Il centrosinistra punta al candidato più “utile” tra Morcone
e De Magistris: molti faranno il voto disgiunto
di Enrico Fierro
inviato a Napoli

L’ incubo di Berlusconi a Na-

poli si chiama ballottaggio. Se
il suo candidato Gianni Lettieri
non vincerà al primo turno –
eventualità esclusa ormai da
tutti i sondaggi, compresi quel-
li ultimi commissionati dal Pdl
nazionale – sarà dura. Il Pd, in-
vece, è proprio ai ballottaggi
che affida le sue speranze. Na-
poli non è perduta, lo hanno
capito gli uomini di Bersani
sotto il Vesuvio. Lo scenario
della disfatta al primo turno,
soprattutto dopo le primarie
con imbroglio, sembra cam-
biato. Ora l’ordine imposto da
Roma ai vari capataz napoleta-
ni del partito è quello di mar-
ciare compatti. Ecco perché i
grandi detentori del consenso,
Antonio Bassolino e il suo pu-
pillo, l’europarlamentare An-
drea Cozzolino, hanno supera-
to l’iniziale freddezza nei con-
fronti di Mario Morcone e si so-
no tuffati nella campagna elet-
torale. L’ordine è serrare le fila,
a cominciare dai consiglieri co-
munali uscenti, tutti ricandida-
ti e alla faccia del rinnovamen-
to. Il nemico da battere è il voto
disgiunto: scelgo il mio candi-
dato targato Pd, ma voto per un
altro sindaco.
LA CANDIDATURA del
prefetto Morcone, imposta da
Roma, non è piaciuta alla “ba-
se” . Il prefetto appariva come
un corpo estraneo rispetto alla
realtà napoletana. “Marcone”,
“Morconi”, “Morcone chi?”, le
storpiature erano all’ordine
del giorno. Oggi, invece, Mor-
cone appare rinvigorito, nei
suoi discorsi ha accantonato
ogni riferimento critico al pas-
sato, a quello che qui chiama-
no il “sistema Bassolino”: nelle
convention e nelle uscite pub-
bliche si fa accompagnare vo-
lentieri dall’ex governatore e
dai suoi fedelissimi. L’obiettivo
è ambizioso: fermare l’altro
contendente a sinistra, l’ex pm
ed europarlamentare Luigi De
Magistris. I sondaggi li portano
a una incollatura, questione di
percentuali risibili, pochi voti
per contendersi la sfida con
Lettieri. De Magistris ha un
vantaggio, e nel quartier gene-
rale del Pd lo sanno, tira più del-
le liste che lo sostengono (Idv,
civiche e Federazione della si-
nistra) e può beneficiare del
Secondo
i sondaggi
Lettieri
rischia
di non
vincere
al primo turno
voto disgiunto. Nelle settima-
ne scorse ha fatto discutere l’a-
desione di Luca Stamati, diri-
gente del Pd dell’area Marino,
alla sua candidatura. Comuni-
cati e prese di posizione del Pd
abbastanza imbarazzati per
smentire quello che appare co-
me un sentimento diffuso.
PROBLEMI anche nella Cgil,
con dirigenti nazionali come
Massimo Brancato, ex leader
della Fiom, ora chiamato a Ro-
ma a dirigere le politiche per il
Mezzogiorno, apertamente
schierati con l’ex pm. “La ve-
rità – dice Andrea Amendola,
segretario regionale della
Fiom-Cgil – è che De Magistris
rappresenta l’unica vera rottu-
ra col passato. Certo, dalla par-
te del prefetto Morcone si è
schierato l’intero apparato di
potere bassoliniano, la lotta è
sul filo di lana, ma credo che a
sinistra in molti utilizzeranno il
voto disgiunto”. È il problema
apertosi anche all’interno del
partito di Vendola. Anche qui
la “base” non ha gradito. Nelle
settimane scorse ha fatto il giro
delle redazioni la candidatura
per Sel in una municipalità del-
lo scrittore-attore Peppe Lan-
zetta (l’ultimo libro per Gar-
zanti è InferNapoli) e il contem-
poraneo appoggio a De Magi-
stris. “Ma quella mia candida-
tura era una trappola, quando
l’ho capito ho sospeso ogni
campagna elettorale. Io ap-
poggio De Magistris perché è
l’unica possibilità per cambia-
re davvero Napoli. Chi arriverà
al ballottaggio? Dipende da co-
me in queste ore si muoveran-
no i poteri forti della città”. An-
che Gaetano Di Vaio aveva sim-
patie per il partito di Vendola.
Un passato di tossicodipen-
denza, l’esperienza del carcere
e poi la rinascita. Ora Di Vaio,
che vive sempre a Scampia,
presiede l’associazione “Figli
del Bronx” ed è un avviato pro-
duttore cinematografico (con
altre “case” ha prodotto Napoli,
Napoli, Napoli, con la regia di
Abel Ferrara). “Non ho condi-
viso la scelta di Vendola, quella
volontà di continuare con il
bassolinismo e di non capire
che De Magistris viene perce-
pito anche nei quartieri più po-
polari come il nuovo”. Voto di-
sgiunto anche sul fronte dei fettuare con tutta tranquillità il
grillini. Ha scosso e non poco il voto disgiunto che vuol dire
Movimento Cinque Stelle la di- apporre una x sul Movimento
chiarazione della candidata 5 Stelle, che è la cosa più im-
Ileana Incoglia, una folgorante portante da fare e un’altra sul
apparizione ad Annozero. “Se candidato sindaco che si crede
qualcuno teme di disperdere il possa avere più possibilità di
voto in questo caso si può ef- arrivare al ballottaggio”.
di Pino Corrias
Perché non
gli tirano uno specchio?
QUESTA PICCOLA porcheria di dire a qualcuno che guardandosi
allo specchio “si è già rovinato la giornata”, Silvio B. la ripete da
più di mezzo secolo. Viene dagli intermezzi dei suoi spettacoli
sulle navi da crociera Costa (primi anni ‘60, Fedele Confalonieri
al pianoforte) pescata in un qualche repertorio del cabaret, già
masticata da comici a corto di idee. Negli anni ‘80 la usava
durante le Convention di Publitalia per motivare i suoi venditori
a essere allegri, positivi (“puliti, eleganti, senza barba”) diversi
dai pessimisti così tristi che ogni mattina, guardandosi allo
specchio, “si sono già rovinati la giornata”. L’insolenza l’ha poi
infilata nel kit della politica, ripetendola a ogni scadenza
elettorale. Toccò per primo al povero Occhetto, in subordine
“ai comunisti”. Poi a Prodi, “lo sapete perché è sempre così
triste? Perché ogni mattina, mentre si fa la barba…”, eccetera.
Tranne a Casini (che guarda dal basso con tanta invidia da farsi
male ai denti) l’ha ripetuta proprio a tutti, da Fassino a Follini, da
Violante a Rosy Bindi fino alla Iervolino. Il dettaglio più
sorprendente è che mai nessuno, in 50 anni, gli abbia tirato non
dico un schiaffo, ma nemmeno uno specchio.

Liberiamoci della volgarità senza paura

ROMANO PRODI HA CHIUSO LA CAMPAGNA ELETTORALE DI MEROLA PARLANDO DA LEADER
Venerdì sera Romano Prodi a
Bologna è salito sul palco
dove Pier Luigi Bersani
chiudeva la campagna
elettorale di Virginio Merola.
Accolto con grande
entusiasmo ha fatto un
discorso di orgoglio e di
speranza, invitando non solo
i bolognesi, ma tutti gli
italiani a credere nel futuro.
Un discorso autorevole che
ancora una volta ha
alimentato le illazioni su un
possibile ritorno del
Professore nella vita politica.
Magari al Quirinale. Qui di
seguito pubblichiamo
un’ampia parte del suo
inter vento
are amiche e cari amici,
Clogna,
sono appena tornato a Bo-
ma non sono voluto
mancare a questo grande, fa-
miliare appuntamento in
questa piazza legata ai più bei
ricordi della nostra vita poli-
tica, a tante numerose vitto-
rie del centrosinistra, a tanti
momenti di gioia, a tanti mo-
menti che sono stati esempla-
ri per tutto il paese. A tante
vittorie che in altre piazze si
sono a volte offuscate, ma
che qui sono state sempre
confermate. E che saranno
confermate anche domenica
prossima con la chiara vitto-
ria di Virginio Merola. Una
piazza che è il centro, il cuore
della vita della città. Una città
in cui vivo da 50 anni e alla
quale con il passare degli anni
mi sento sempre più profon-
damente legato. Una città che
dovrà prendere grandi e im-
portanti decisioni nella pros-
sima legislatura e che ha bi-
sogno di una maggioranza
forte e chiara fin dal primo
turno. Un’elezione decisiva
dopo una campagna elettora-
le, a volte aspra, ma che salvo
il momento di Alì e dei pa-
ragoni con la mafia, non ha
mai toccato le punte di vol-
garità delle altre città, dove
ha fatto direttamente la cam-
pagna Berlusconi. Perché do-
v'è arrivato ha portato una
punta ulteriore di volgarità, la
volgarità che è diventata la
sua bandiera. Questa volgari-
tà di cui sento la vergogna in
tutti i paesi del mondo. Ed è
una volgarità da cui dobbia-
mo riscattarci, perché essa
colpisce la nostra dignità e so-
prattutto il nostro futuro. Il
futuro di noi italiani, di tutti
noi italiani. Ed è al futuro di
Bologna e della sua immagine
e del suo ruolo nel mondo a
cui voglio pensare (...)
In questi giorni dicono le sta-
tistiche che nel mondo si ar-
riva a 7 miliardi di persone. E
qualcuno dirà che collocarsi
nel mondo sia un atto di am-
bizione, un atto di follia per
una città che ha circa 380 mila
abitanti: quello che nella Cina
può essere considerato un
condominio. Ed è però questa
la nostra sfida: la nostra sfida è
proprio quella di misurarsi nel
mondo. Di non avere paura, la
paura che è il sentimento do-
minante di tutti, che ha cor-
roso le radici del nostro paese.
Mi ha colpito come sulla stam-
pa straniera – la stampa italia-
na era un po' più distratta – nei
giorni attorno al primo mag-
gio quando è stato beatificato
Papa Wojtyla abbiano riporta-
to sostanzialmente una frase:
non abbiate paura. Perché
questo è quello che corrode la
nostra società: la paura di per-
Romano Prodi (FOTO ANSA)
dere, la paura di essere sopraf-
fatti. Noi non dobbiamo e non
possiamo avere paura. Perché
è sulla paura che la Lega sta
fondando la sua campagna: al-
trimenti non si parla di Alì.
Non si parla di Alì se non si ha
paura. Paura della globalizza-
zione, paura degli immigrati,
paura di tutto. Ricordatevi
che con la paura si perde. Da
quando il paese è governato
dal matrimonio tra Berlusconi
e la Lega, il paese non fa che
registrare sconfitte.
pagina 6 Domenica 15 maggio 2011

B
AL VOTO AL VOTO

enedette le unioni omosessuali. A
I luterani evangelici differenza di quanto accade in
Vaticano, il Sinodo della Chiesa
evangelica luterana in Italia ha approvato ieri la
benedicono relazione della Commissione per la benedizione di
persone etero e omosessuali in comunioni di vita
particolari. Con l’approvazione del documento,
le unioni omosessuali frutto di un anno di lavori della Commissione
Sinodale, la Celi prende una posizione nel solco
del processo che è stato avviato nel 2007 dalla
Federazione Luterana Mondiale, con il documento
di Lund “Matrimonio, famiglia e sessualità”. La
benedizione potrà essere impartita solo alle
coppie etero od omosessuali che vivano la propria
relazione con volontà, continuità, fiducia e assenza
di violenza. E soltanto nel caso in cui ricorrano tre
condizioni: uno dei due partner sia membro della
Celi o di altre Chiese con cui la Celi ha la piena
comunione ecclesiale, la presidenza ecclesiastica
della Comunità d'appartenenza abbia dato il suo
benestare e il titolare della sede pastorale abbia
espresso il consenso. La benedizione avverrà con
culti pubblici, anche se con una forma liturgica
differente da quella del matrimonio.

“LA SOCIETÀ DEVE RIBELLARSI

AL DEGRADO DELL’ITALIA”
Il prof. Lino Prenna invita i cattolici democratici alla protesta
Piazza San Pietro in Vaticano; in alto, il professore Lino Prenna (FOTOANSA)
di Marco Politi la “devastazione delle istituzio-
ni” attuata dal berlusconismo.
uousque tandem... fi- “L’ora richiede un’azione siste-
Prenna – ad una caduta della
qualità democratica del Paese.
Attacchi continui alle istituzio-
Sono ostaggi del sistema berlu-
sconiano. Servirebbe uno scat-
to di autonomia per liberarsi
dalla dipendenza”.
Certo non si avverte nulla di
cattolico nella maggioranza,
a parte l’allineamento ver-
bale con il Vaticano.
Bisogna andare alle radici cul-
turali dell’attuale situazione.
Negli ultimi decenni si è fatto
strada un cambiamento di
mentalità. E’ stato creato un
modello culturale, anche gra-
zie alla televisioni Mediaset,
che svaluta qualsiasi idea di co-
munità, di appartenenza nazio-
nale, di bene comune. È stato
propagandato un individuali-
smo totale, che è contrario al-
l’essenza del cattolicesimo. A
sua volta questo governo forni-
sce legittimazione ad una mu-
tazione antropologa che deva-
sta le coscienze. D’altronde an-
che il cardinale Bagnasco, pre-
sidente della Cei, denuncia il
disastro antropologico sotto
gli occhi di tutti.
comune. La Chiesa, come dice
il Concilio, non deve identifi-
carsi con un sistema politico.
La sua missione è la formazione
delle coscienze, specialmente
in un Paese espropriato del suo
futuro com’è l’Italia.
Invece abbiamo sentito e
sentiamo voci cattoliche au-
torevoli affermare che i pes-
simi comportamenti privati
sono un fatto personale,
perché conta solo il risultato
del governare.
E’ sconfortante. Mai la morale
tradizionale ha separato la vita
personale da quella pubblica.
E’ il contrario della dottrina cat-
tolica per la quale tutto ciò che
La Chiesa tace
e tollera tutto in nome
di una collusione
con il governo per i suoi
di bene o di male fa una perso-
na supera il proprio l’ Io e ha
un’incidenza pubblica. Questo
tipo di separazione radicale è ti-
pica della visione liberistica,
non appartiene al cattolicesi-
mo.
Come mai tace anche il
mondo dell’associazionismo
cattolico?
C’è difficoltà oggi ad essere lai-
ci nella comunità ecclesiale. Si
è riaffacciata una concezione
clericale di Chiesa. In certi mo-
menti alcune associazioni sono
state quasi commissariate. La
stagione ruiniana, di cui porta
la responsabilità anche Giovan-
ni Paolo II, ha pesato molto con
il suo insistere sull’
“obbedienza”.
Non dimentichia-
mo che al tempo
del referendum
sulla procreazione
assistita le associa-
zioni furono chia-
mate ad una ad una
dalla Cei per alli-

“Q no a quando si deve
sopportare?”. I cattoli-
ci democratici, come
Cicerone rivolto a Catilina, si
matica di protesta da parte del-
la società e sull’altro versante il
rifiuto di Napolitano di firmare
leggi non conformi alla Costi-
ni, delegittimazione degli orga-
nismi di garanzia, pretesa di su-
bordinare la magistratura al po-
tere politico. Il governo mani-
I vertici ecclesiastici denun-
ciano ogni tanto, ma poi si
attestano su una posizione
di appoggio al governo.
interessi temporali nearsi sull’asten-
sione.

chiedono fino a quando l’Italia
dovrà essere degradata e scar-
dinata. “Agire politicamente”,
la loro rivista, ha dedicato que-
sto titolo alla situazione del
Paese.
Dice Lino Prenna, professore
di Filosofia dell’educazione e
coordinatore del movimento
collegato a varie realtà del mon-
do cattolico (Città dell’uomo,
Rosa bianca, Argomenti 2000,
Cristiano sociali, fondazione
“Persona, comunità, democra-
zia”), che non si può accettare
Giorgio Pressburger
tuzione.”
Dire cattolici democratici è ri-
ferirsi a un tessuto di credenti
apparentemente invisibile. So-
no minoranza, ma ramificati
nella società. Inseriti nelle pro-
fessioni, impegnati nelle par-
rocchie, attivi nelle strutture
sociali e istituzionali. Eredi del-
la tradizione di Scoppola, Laz-
zati, Moro e – più indietro an-
cora nel tempo – Dossetti. Con-
cilio e Costituzione potrebbe
essere il loro motto.
“Stiamo assistendo – afferma
festa sistematicamente insoffe-
renza per regole e procedure
che sostanziano la democrazia.
Il governo considera la Costitu-
zione ostacolo alla propria
azione”.
Eppure sono con Berlusconi
esponenti di proclamata fe-
de cristiana. Come si spiega?
Non riesco a individuare un
sentire cristiano in posizioni
che sostengono, legittimano o
scusano quanto sta succeden-
do. L’unica spiegazione è quel-
la della sindrome di Stoccolma.
Preparandoci alle ultime Setti-
mane sociali, abbiamo detto
che tutto questo è avvenuto
con la complicità, più o meno
consapevole, di parte del mon-
do cattolico e di gerarchia ec-
clesiastica. C’è un temporali-
smo, che diventa collusione
con il governo. Nei silenzi si
svolgono trattative di fatto tra
vertici ecclesiastici e politici. E
invece è urgente un nuovo ini-
zio per risanare il tessuto socia-
le e ricentrare l’asse culturale
del Paese sul primato del bene
MICROMEGA:
Hack senatore a vita
L’ga, astrofisica Margherita Hack senatore a
vita. È la proposta che lancia MicroMe-
che festeggia 25 anni a Torino al Salone
del libro, attraverso il suo direttore Paolo
Flores d'Arcais che critica l'ipotesi di Gian-
ni Letta, braccio destro del Cavaliere: “So-
no andato a rileggermi l’articolo della Co-
stituzione e c'è scritto che può essere no-
minato senatore a vita chi ha ‘illustrato la
Patria per altissimi meriti nel campo so-
ciale, scientifico, artistico e letterario’. Mi chiedo cosa ab-
bia fatto Letta. Noi invece proporremmo Margherita Hack
senatrice a vita". E parte stata una standing ovation di ap-

“TRIESTE IMMOBILE plausi. Poi Flores d’Arcais ha spiegato cosa farà Micromega:
“Da lunedì mattina sarà on-line, sul sito, un appello a Na-
politano da far circolare. Spero che altri siti aderiscano”.

COME IL PAESE” Giorgio

di Elisabetta Reguitti dapest nel 1937 si è trasferito in Italia nel
Inviata a Trieste 1956 fuggendo dagli orrori del nazismo pri-
ma e dal totalitarismo sovietico poi. L’ano-
iò che sta avvenendo in Ungheria malia italiana tornerà più volte nel corso del-
Pressburger
(FOTO EMBLEMA) vante e non porta alcun beneficio al Paese.
Revisionismo costituzionale, più poteri
all’esecutivo su magistratura e media.
di affari di poche persone. Uso l’immagine di Trova qualche inquietante similitudine

“C mi spaventa e non mi fa piacere, ma

quel metodo l’hanno appreso da
noi. Mi dicono che i consiglieri del-
la Comunicazione ungherese appartengano
allo stesso gruppo di Berlusconi. Lo stampo è
quello: neutralizzare gli organi di comunica-
zione con i media di un solo proprietario”. A
parlare è Giorgio Pressburger, scrittore,
drammaturgo ungherese naturalizzato italia-
no, tra le figure più rappresentative del pa-
norama culturale internazionale. Nato a Bu-
La censura ungherese:
“Hanno appreso da noi.
I consiglieri della
Comunicazione sono
del gruppo di Berlusconi”.
la conversazione che inizia però dalle elezio-
ni a Trieste. Città simbolo della secessione
interna al Pdl nata dalla guerra tra il sindaco
uscente (dopo due mandati Roberto Dipiaz-
za) e il potere dell’eminenza grigia triestina
rappresentata dal senatore Giulio Camber. Il
risultato ha portato a undici candidati e tre
favoriti su tutti: l’ex sottosegretario e coor-
dinatore nazionale di Forza Italia Roberto An-
tonione (nel segno della continuità con di Di-
piazza), i segretari della Lega Massimiliano
Fedriga e il candidato del Pd Roberto Coso-
lini sostenuto da tutta la sinistra eccetto il
“Movimento 5 stelle”. Trieste, dove ha scelto
di vivere Pressburger, specchio dell’ immo-
bilismo in cui versa il Paese.
Poltrone, lobby e affari gestiti da poche
famiglie. Dagli interessi del porto alla sa-
nità passando per “il leone” delle assicu-
razioni. Decisioni che contano prese nel-
le case triestine di “pochi”.
Trieste è tenuta ferma da interessi che aspet-
tano che le cose si risolvano a favore dei gran-
un bracciale d’oro conservato nel Museo
etrusco di Roma. Raffigura dei cavalli che
corrono circondati da leoni pronti a sbranar-
li. A Trieste la gente corre e lavora, ma è cir-
condata da politici in attesa. In Italia accade
la stessa cosa, un ceto di governanti e politici
aspetta di spolpare quei poveracci che cor-
rono a perdifiato solo per sopravvivere.
Quindi?
Servirebbe uno slancio tale per togliere la cit-
tà da questa situazione di immobilità davvero
difficile da realizzare. Penso che l’unica spe-
ranza sia un cambiamento radicale di perso-
ne, togliendo potere a chi ha contribuito a un
tale immobilismo. Dove si è fatto molto in
questi anni è in provincia di Trieste. Per il re-
sto tutto è fermo. Per quanto riguarda l’Italia,
l’unica speranza possono essere alcuni mo-
vimenti e persone che, almeno a parole, sem-
brano portare un’idea di fiducia alla gente.
Penso ad esempio a Vendola. Una cosa è si-
cura però, questo battere e controbattere tra
il presidente del Consiglio e la sinistra è sner-
con l’Ungheria del premier Orban?
Quello che sta accadendo in Ungheria mi
spaventa e non mi fa piacere. Anche in Italia
potrebbe avvenire un indebolimento della
Costituzione, ma non del Parlamento perché
l’interesse, per esempio del capo del gover-
no, non è quello di esautorare l’assise dove
siedono suoi servitori. Rispetto all’informa-
zione in Ungheria mi dicono che da quelle
parti hanno appreso da noi. Che i consiglieri
della Comunicazione appartengono allo
stesso gruppo di Berlusconi. Lo stampo è
quello: neutralizzare gli organi di comunica-
zione con i media di un solo proprietario.
Trieste potrebbe fare da sponda alle
spinte ultranazionaliste provenienti dai
paesi dell’ex area comunista?
Nulla è da escludere, tutto è possibile. A par-
te qualche improbabile e fastidiosa levata di
scudi della Lega, lo ritengo però molto im-
probabile.
Lei sceglierebbe ancora l’Italia?
Sì.
Domenica 15 maggio 2011 pagina 7

C’
DIRITTI NEGATI

Coppie dello stesso sesso,
ora se la prendono persino
con un videogioco
è un videogioco che dà la possibilità
di creare famiglie dello stesso sesso,
attraverso il matrimonio e
l’adozione omosessuale, si chiama “The Sims”, cioè la
simulazione della vita. L’europarlamentare Udc Carlo
Casini, leader del Movimento per la Vita, chiede di
vietarne la vendita ai minori perchè “educa
all’omosessualità”. Con lui il sottosegretario
Giovanardi, che invita i produttori a spiegare ai
consumatori che il matrimonio omosessuale “è fuori
legge”, ma anche il capogruppo Pdl al Senato Maurizio
Gasparri. Una presa di posizione contestata dalle
associazioni gay. Franco Grillini, presidente nazionale
di Gaynet: “Non sono i videogiochi e neppure i libri ad
alterare la realtà, ma è la realtà a entrare nei
videogiochi e nei libri. Le famiglie omogenitoriali sono
tante anche in Italia e la Costituzione afferma
all’articolo 3 che tutti i cittadini hanno uguali diritti. Il
fatto che in Italia non ci sia ancora neppure una legge
che riconosca le semplici convivenze non è dovuto alla
Costituzione, ma all’arretratezza culturale di chi ci
malgoverna”. Sulla stessa linea Aurelio Mancuso,
presidente di Equality Italia, che nota come la polemica
sia stata sollevata nella “giornata di silenzio elettorale”.

Alla Bocconi insulti

contro uno studente gay
DENUNCIA DEL GRUPPO “BEST”
PER L’EGUAGLIANZA DI GENERE Il campus dell’Università Bocconi in via Sarfatti (FOTO OLYCOM)

di Stefano Feltri scipline economiche e sociali.

uarto piano di via Sarfatti,
Q lo storico edificio princi-
pale dell’Università Boc-
coni: uno studente del
terzo anno cerca di staccare
un manifesto di un evento or-
ganizzato dall’associazione
Best, un altro prova a fermarlo.
E si becca insulti omofobi fa-
cilmente immaginabili (una
selezione: “Omosessuale, fro-
cio, ricchione”), perché Best
sta per “Bocconi Equal Stu-
dents”, un’associazione che
“è nata poco più di un anno fa e
si occupa di promuovere il ri-
spetto di genere e di orienta-
mento sessuale, conferenze e
cineforum”, come spiega la re-
sponsabile Giulia Tagliaferri,
una studentessa al primo anno
della laurea specialistica in Di-
“Da giorni stiamo promuoven-
do un evento per martedì 17
maggio, giornata internazio-
nale contro l’omofobia e la
transfobia. Ma i poster veniva-
no staccati o vandalizzati”.
Quando si arriva agli insulti, gli
studenti di Best decidono di
segnalare il caso allo sportello
Campus Life, che assiste gli
studenti bocconiani, e poi di
denunciare la cosa in una let-
tera al rettore, il professor Gui-
do Tabellini. “Non è stata
un’aggressione, ma insulti sì,
ed è importante rendere pub-
blici questi episodi perché
spesso gli episodi di omofobia
avvengono nell’indifferenza
del silenzio e non se ne ha no-
tizia”, dice Giulia Tagliaferri.
La Bocconi si sta scoprendo in-
tollerante e omofoba? Calma,
bisogna inquadrare la situazio-
ne. Tra pochi giorni ci saranno
le elezioni dei rappresentanti
degli studenti, ma il clima è lo
stesso tendente all’indifferen-
za politica che regna di solito
tra via Sarfatti e i nuovi palazzi
di via Roentgen: protagoniste
le solite tre associazioni di rap-
presentanza, i ciellini di Obiet-
tivo studenti, la destra di BLab
e il centrosinistra di Alternati-
va democratica (Lilliput, stori-
ca sinistra bocconiana, si è
praticamente estinta). Ma nes-
suno di questi gruppi sta fa-
cendo campagna elettorale
sui temi di cui si occupa Best.
Seconda nota: il rettore Tabel-
lini ha subito diffuso una let-
tera in cui dice che “ci preme
ricordare a tutti che far parte
della comunità bocconiana si-
gnifica prima di tutto condivi-
dere i valori, a partire da quelli
di libertà di espressione, valo-
rizzazione delle diversità, eti-
ca e solidarietà”. Nessun ac-
cento specifico all’omofobia,
“ma è un enorme passo avanti
rispetto al passato, quando nel
2003 alcuni studenti gay pre-
sentarono la domanda per co-
stituire Oibò, Omosessuali in
Bocconi, l’università respinse
la richiesta”, ricorda Luca de
Vecchi, ex studente per anni
esponente e rappresentante
di Alternativa democratica.
Anche Best ha scelto un nome
così generico per non sottoli-
neare troppo la connotazione
omosessuale. A proposito di
Oibò, il professor Tabellini di-
ce al Fatto: “All’epoca non ero
rettore e quindi non ho segui-
to bene la vicenda, di certo og-
gi la politica dell’università è
Il rettore
interviene, ma
pochi anni fa
l’università
bloccava
le associazioni
omosessuali
di incoraggiare gli studenti a
formare associazioni non solo
accademiche ma culturali, va-
lorizzando le diversità, e Best
ha proprio queste caratteristi-
che”.
Le tante altre associazioni cul-
turali hanno espresso solida-
rietà. Anche se martedì arrive-
rà il momento di dimostrarla
concretamente: gli studenti di
Best si piazzeranno all’ingres-
so dell’università per distri-
buire volantini informativi sul-
la giornata internazionale con-
tro l’omofobia. Distribuiran-
no anche nastrini rosa da ap-
pendere allo zaino o alla borsa,
“è il colore del triangolo che i
nazisti imponevano agli omo-
sessuali”, spiega Giulia Taglia-
ferri, di Best. A seguire, evento
alla Casa della cultura, storico
presidio della sinistra milane-
se, con Elio De Capitani ed Eva
Cantarella. Anche dal numero
di nastrini rosa in circolazione
nel quadrilatero bocconiano
si capirà se è stato raccolto l’in-
vito del rettore Tabellini a “ri-
flettere su alcuni gravi com-
portamenti di intolleranza che
si sono verificati” in Bocconi.
pagina 8 Domenica 15 maggio 2011

LA CAPITALE DEGLI SPRECHI

I POMPIERI DIVENTANO MURATORI

PER SISTEMARE LE CASE AI DIRIGENTI
Tre appartamenti in un palazzo nel cuore di Roma
I mezzi dei vigili del fuoco sono aree alluvionate lasciate nei
parcheggiati davanti al palazzo di Via depositi perché poco stabili
dei Quattro Cantoni, dove procede la e inadatte al soccorso, dav-
ristrutturazione di tre appartamenti vero uno sfacelo totale”.

COSÌ, tra amarezza e curio-

di Chiara Paolin porto psicologico per con- sità, si porta avanti il lavoro
to del ministero delle Pari di cazzuola, aspettando di
vicini, nei primi giorni opportunità: “La storia è capire chi saranno i fortuna-

I di febbraio, s’erano spa-

ventati. Pick-up dei Vi-
gili del Fuoco, mezzi del
115, un via vai continuo di
gente con tuta e martelloni:
nell’elegante via dei Quat-
tro Cantoni, centralissimo
rione Monti di Roma, tutti
pensavano ci fosse qualche
guaio serio.
Ma gli inquilini del numero
48 conoscevano il motivo
di tanto impegno, perché
da tempo avevano ricevuto
lo sfratto: quel bel palazzet-
to del ‘700, di proprietà de-
maniale, aveva cambiato
destinazione. Prima c’era-
no in affitto alcuni inquilini
e una onlus, poi l’intera
struttura è stata ceduta ‘ad
uso governativo’ – e cioè
gratuitamente – ai Vigili del
Fuoco per offrire conforto
ad alcuni dirigenti che pre-
sto potranno godersi un co-
modo soggiorno in città: tre
appartamenti da 100 metri
quadri ciascuno, più un pic-
colo ambiente di circa 30
metri vicino all’ingresso, un
perfetto pied-à-terre o una
residenza di servizio per la
portineria.
Spiega Carlo Cerracchio,
presidente del centro Ai-
pep che proprio al piano
terra gestisce Psicotel, un
servizio telefonico di sup-
semplice – riepiloga Cer-
racchio –. Qui ci abitava la
stessa gente da almeno
mezzo secolo. Nel 2000 è
morta una signora molto an-
ziana, l’anno dopo hanno
cominciato ad avviare lo
sfratto, e nonostante la no-
stra opposizione sono riu-
sciti a buttare fuori tutti:
l’inquilina dell’ultimo pia-
no aveva 85 anni, era nata
proprio in questa casa. Il 20
maggio saremo noi gli ulti-
mi ad andarcene, dovremo
interrompere il servizio
perché ancora non sappia-
mo dove andare”.
LASCIANDO il posto a
chi? Vorrebbe tanto saperlo
la squadra di una decina di
uomini che è al lavoro da or-
mai quattro mesi: via le vec-
chie tappezzerie, giù qual-
che muro interno, nuovi ba-
gni con cabine doccia por-
tate su a spalla da giovani
pompieri. “C’erano le signo-
re a impartire ordini – pre-
cisa Cerracchio –. Donne
ben vestite, che parlavano di
dettagli: qui la cucina, lì una
porta. Non si sono qualifi-
cate, ma mi sembravano in
tutto e per tutto le mogli dei
dirigenti che verranno a sta-
re qui. Purtroppo non lo sa-
prò mai: avevamo chiesto ad
Alfio Pini, capo nazionale
dei Vigili del Fuoco, di la-
sciarci almeno la nostra stan-
zetta. Non c’è stato nulla da
fare”.
Proprio Pini potrebbe esse-
re tra i destinatari dei pre-
giati alloggi, che sul mercato
valgono ottomila euro al me-
tro quadro e circa tremila
euro al mese di affitto cia-
scuno: “Tutte sciocchezze –
ha smentito Pini –, mia mo-
glie non è mai stata in via
Quattro Cantoni e l’attività
dei Vigili si è resa necessaria
solo per alcune opere di
consolidamento”.
Scuote la testa Antonio Jiri-
tano, rappresentante sinda-
Inquilini sfrattati per far posto
ai Vigili del Fuoco: “A dirigere
i lavori sono le mogli”
cale Usb: “Ma quando mai i
Vigili del Fuoco si mettono a
fare i muratori? Io sono pure
geometra, e di lavori ne ca-
pisco: lì stanno mettendo su
tre appartamenti coi fioc-
chi. Eppure a Roma abbia-
mo case a bizzeffe per tutti i
dirigenti: alloggi più che
confortevoli, anche dentro
le caserme, non c’era biso-
gno di restaurare un palazzo
antico. Oltretutto i colle-
ghi-muratori vengono sot-
tratti alle attività di servizio
alla popolazione quando i
problemi della categoria so-
no enormi: taglio delle risor-
se del 35 per cento, stessi
mezzi in dotazione da prima
del terremoto de L’Aquila e
ora totalmente sfiancati, il
recente acquisto di auto-
pompe e imbarcazioni per
ti. Pezzi grossi, è chiaro. Ol-
tre a Pini si parla del capo
Dipartimento dei Vigili del
Fuoco, il prefetto Filippo
Tronca, ma di certo c’è un
alto funzionario che ha var-
cato il bel portone in legno
massiccio per visionare i la-
vori nei giorni scorsi. È Dan-
te Pellicano, uomo in ascesa
verticale: nel 2007 stringeva
patti metropolitani con la
Moratti in quanto responsa-
bile provinciale a Milano,
nel 2010 veniva nominato
direttore del Corpo per la
Calabria e lo scorso gennaio
è passato a funzioni dirigen-
ziali direttamente nel Dipar-
timento, dentro il ministero
negli Interni.
“Eh sì, alla fine dipende tut-
to da Maroni, ma ultima-
mente non è che il ministro
pensi molto a noi – chiude
Jiritano –. Abbiamo chiesto
di andare a Lampedusa per
dare una mano, siamo il cor-
po più specializzato nei soc-
corsi: ci hanno risposto di
stare a casa. Anche se dob-
biamo arrangiarci, e indos-
siamo divise vecchie ormai
di sei anni, avremmo dato
l’anima per aiutare quella
gente. Evidentemente sia-
mo più utili a tirar su muretti
in città che a salvare vite lag-
giù”.

Cura i rapporti col Vaticano: Alemanno lo premia 7 volte

GIANLUCA SCARNICCI, DELL’UFFICIO STAMPA DEL SINDACO, È PASSATO DA UNO STIPENDIO DI 23 MILA A 145 MILA EURO IN SOLI TRE ANNI
di Fabrizio d’Esposito
del sindaco, con deliberazione
prodigio proteso sempre più in
alto. Il terzo, immancabile scat-
to arriva un anno dopo. Stavolta
per il nuovo palio della cucca-
gna corre l’intero ufficio stam-
pa del sindaco. Rinnovi e au-
menti per tutti. E chi ci va a gua-
dagnare di più? Risposta: Scar-
nicci. Per lui 16 mila euro in più.
Il nuovo stipendio annuo è di
61.409 euro. Il 2010 è un altro
anno di grandi soddisfazioni
per il solerte uomo designato
dagli ambienti vaticani. Lui
smania, s’affatica, s’allarga. Co-
me dimostra questa entusiasti-
ca dichiarazione di don Carmi-
ne Petrilli, parroco di Santa Ma-
ria Regina della Pace a Tor Ver-
zione al Signor Scarnicci della
responsabilità dei rapporti con
la Santa Sede”. Scarnicci diventa
sempre più infaticabile. Riesce
pure a laurearsi e a questo punto
l’ufficio stampa comincia ad an-
dargli stretto. Del resto, è pur
sempre l’ambasciatore persona-
L’ultimo scatto a marzo: dirigente
di prima fascia per “raccordarsi
col mondo dell’associazionismo”
le del sindaco presso la Santa Se-
de. La nuova promozione risale
al 16 marzo scorso. Dirigente di
prima fascia perché “si rende
necessario assicurare il costante
presidio dei compiti di raccordo
tra l’amministrazione e il mondo
dell’associazionismo”. Scarnic-
ci è destinato a questo importan-
te presidio e l’impegno di spesa
per il suo stipendio annuo è di
144.019,05 euro. Appena tre an-
ni fa era partito da poco più di 20
mila. Sette volte tanto. Quando
esplose lo scandalo dell’Atac,
Pietrangelo Buttafuoco, giorna-
lista e scrittore della destra che
fu, disse al Fatto: “ll sindaco di
Roma deve fare il sindaco di Ro-
ma. Invece che fa? Politica: co-
struisce il suo gruppo, piazza i
suoi uomini, coltiva il suo giar-
dino di consensi. Si è fatto demo-
cristiano a suon di clientele”.

l salto settuplo dello stipen-

IAlemanno
dio. La Roma nera di Gianni
può vantare anche
questa specialità nella catego-
ria “casta”. Poi ci sono gli scan-
dali di Parentopoli, che conti-
nuano in sede giudiziaria, come
quello dell’Atac, la municipaliz-
zata dei trasporti pubblici. Un
tormento senza fine per il sin-
daco della Capitale che sta tra-
sformando il Comune in posti-
numero 121 nella seduta del 18
di quel mese. L’importo annuo
gata. Il sindaco gli ha donato il
terreno per una nuova chiesa e PEDOFILIA Arrestato il parroco
lordo è quantificato in 23.024
euro. Il primo scatto in avanti
don Petrilli ringrazia: “Questo
terreno è il primo passo per da- di Sestri Ponente. Bagnasco: vergogna
nemmeno venti giorni dopo. re servizi alla comunità territo-
Un record che abbaglia. Il “Sig. riale. Ringrazio per questo il di Tommaso Rodano minore e cessione di sostanze stupefacenti”.
Gianluca Scarnicci” entra nel- sindaco Gianni Alemanno e il La messa nella parrocchia di don Seppia ieri
l’ufficio stampa del primo citta- suo collaboratore Gianluca n nuovo caso di pedofilia scuote la pomeriggio è stata celebrata dal cardinale Ba-
dino. La delibera è la numero
173 del 2 luglio 2008, all’una-
nimità. Curiosità: si vota in for-
ma segreta, con l’antico meto-
do delle palline bianche e nere.
Scarnicci che ci è stato molto vi-
cino in questo percorso”.

SCARNICCI segue percorsi,

ficio senza fondo.
L’ultimo regalo della sua giunta
è stato quello fatto a Gianluca
Scarnicci, prezioso tessitore
dei rapporti tra Alemanno e il
Vaticano. La carriera del pio
Scarnicci è stata fulminante.
Appena tre anni fa, nel giugno
del 2008, viene assunto a tem-
po determinato nella segreteria
Per Scarnicci, le palle bianche
sono dodici. Anche lo stipen-
dio fa un bel balzo in avanti: “Al
Sig. Gianluca Scarnicci è attri-
buito il trattamento economico
annuo lordo complessivo di
45.598,60 euro”.
Già assistente di monsignor
Giovanni D’Ercole, volto reli-
gioso di Rai2, Scarnicci è un
collabora, scrive, modera: può
non meritare un altro premio?
Detto fatto. Altri 15 mila euro in
più. Deliberazione numero 220
della giunta comunale di Roma
nella seduta del 14 luglio 2010.
L’aumento, configurato come
“indennità ad personam”, si ren-
de necessario perché il direttore
dell’ufficio stampa, Simone Tur-
bolente, “ha richiesto l’attribu-
U Chiesa cattolica. Don Riccardo Seppia,
50 anni, parroco della chiesa di Santo
Spirito di Sestri Ponente, in provincia di
Genova, è stato arrestato dai carabinieri del
Nas di Milano con l’accusa di violenza sessua-
le su un minore di 16 anni e spaccio di droga.
Secondo gli inquirenti gli abusi sarebbero sta-
ti ripetuti e potrebbero aver coinvolto altri ra-
gazzi della parrocchia. La Curia di Genova ha
immediatamente sospeso il prelato dal suo
ruolo e in un comunicato ha confermato che
le ipotesi di reato nei confronti di don Seppia
“attengono a comportamenti immorali su un
gnasco, presidente della Cei e arcivescovo di
Genova. Nell’omelia, ha espresso “sgomen-
to”, “vergogna”, “dolore” e “totale disappro-
vazione”, se i fatti dovessero essere confer-
mati. Bagnasco ha poi pronunciato “piena fi-
ducia nei confronti della magistratura” e “fra-
terna vicinanza alle eventuali vittime e ai loro
familiari”. L’arresto di don Seppia avviene a
meno di due mesi di distanza dalla lettera di
Benedetto XVI ai sacerdoti irlandesi, nella
quale il Papa aveva affrontato in modo espli-
cito, con una condanna netta, il problema del-
la pedofilia nella Chiesa cattolica.
Domenica 15 maggio 2011 pagina 9

CRONACHE ITALIANE

N
‘NDRANGHETA PADANA THYSSEN DI TERNI
Sacconi
promette lavoro

MEMORIE E SPERANZE I l ministro del Lavoro

Maurizio Sacconi ha
rassicurato gli operai
della Thyssen di Terni,
dopo che l’azienda ha
annunciato di essere

DI UN PENTITO pronta a cedere i suoi

stabilimenti in Umbria.
“Il governo agirà con
tutti gli strumenti a
disposizione per
garantire il futuro delle
Antonino Belmonte ricostruisce produzioni Thyssen a
Terni”, ha affermato
Sacconi in una nota.
l’iniziazione e i riti criminali
di Davide Milosa nio Tedesco, detto “l’america- Belnome è stato arrestato durante l’operazione
Milano no” e Rocco Stagno ucciso a “Infinito” del 13 luglio 2010. Nella foto i capi
picconate. A leggerli, i suoi rac- delle ‘ndrine milanesi durante la votazione per
ntonino Belnome è un conti sembrano tratti dalle sce-

A
uomo di mafia. Meglio:
un uomo di quella ‘ndran-
gheta padana che ha lan-
ciato un'opa mafiosa sulla po-
litica lombarda. Antonino Bel-
nome è un boss che possiede i
giusti quarti di nobiltà crimina-
le. La sua “dote” è quella di pa-
drino. Lui è un generale della
‘ndrangheta. Un generale ne-
ro, naturalmente. Il suo regno è
stata la ricca Brianza. Qui ha fat-
to affari, intrecciato rapporti,
pianificato omicidi. Oggi, pe-
ne più violente di Gomorra. Ep-
pure, accanto agli orrori della
‘ndrangheta, c’è Antonino Bel-
nome, e soprattutto la sua vita
in presa diretta dall’interno
dell’organizzazione mafiosa
più potente del mondo. Un rac-
conto parallelo che scorre per
le 48 pagine di un memoriale
scritto tra il 2010 e il 2011 e de-
positato agli atti dell’inchiesta
Infinito.
alzata di mano del capo dell’organizzazione
criminale in Lombardia (FOTO ANSA)
“Un picciotto deve va mai. Vedevi tutti
che ti guardavano
re 99 parole di umiltà e una di
cattiveria. Un uomo di ‘ndran-
curare l’abbigliamento e ti salutavano con
timore o solo per
gheta cammina in avanti e se ca-
de, cade a destra perché a sini- CATANIA
far pensare che ti stra cadono sbirri e infami”.
Alle riunioni bisogna conoscevano”. Dopo il battesimo, la vita cam- Latitante tradito
presentarsi con camicie bia. “Un nuovo picciotto – rac- dal lavoro
EPPURE la conta – deve curare anche l’ab-

“VORREI che questo brutto

rò, non è più così. Antonino,
classe ‘72, affiliato alla cosca
Gallace di Guardavalle, ma na-
to nella lombardissima Giussa-
no, è un pentito. Il primo in as-
soluto cresciuto in riva al Na-
viglio.
Arrestato durante l’operazione
Infinito del 13 luglio 2010, a ot-
tobre inizia a collaborare con la
giustizia. Davanti a Ilda Boccas-
sini riempie decine di verbali.
Antonino ricorda e riordina gli
episodi. Trasforma quelle che
sono semplici ipotesi investi-
gative in fonti di prova. In po-
che ore d’interrogatorio spie-
ga quattro omicidi, a partire da
quello di Carmelo Novella, il
boss scissionista che sognava
l'autonomia dalla Calabria e in-
vece fu ammazzato a tavolini di
un circolo di San Vittore Olona
il 15 luglio 2008. Belnome fa di
più: svela due casi di lupara
bianca e indica ai carabinieri i
luoghi dove sono sepolti Anto-
male stia lontano da quei ragaz-
zi che in gergo sono chiamati
contrasti onorati o giovani in
fiore”. Belnome lo scrive fin dal-
la prima pagina di quelle che lui
chiama “memorie con la spe-
ranza di un mondo migliore”.
Perché “quando si entra a far
parte della struttura, difficil-
mente se ne viene fuori. E una
volta dentro ci si trasforma e co-
sì in noi subentrano metamor-
fosi che prima non sapevamo
nemmeno esistessero. La
‘ndrangheta è come la droga
per un drogato, ti entra nella
pelle. Acquisisci la sua menta-
lità, la sua durezza, la sua catti-
veria. Vorresti sempre di più.
Diventi sempre più spietato. La
tranquillità non ti appartiene
più e dovrai sempre guardarti
dal carcere o dalla morte. Que-
sto è quello che attende un
‘ndranghetista”.
Belnome è un tipo tosto. Un ca-
po. “Ero diventato boss e pote-
a maniche lunghe”
vo comandare cinquanta uomi-
ni. La mia è stata una scalata ver-
tiginosa. Decidevo su tutto, per
qualsiasi cosa avrebbero dovu-
to parlarne con me. Alle man-
giate con capretto e agnello, si
iniziava solo quando io davo
l’invito con un buon appetito.
Era come essere tre metri sopra
al cielo. Gli uomini mi ammira-
vano. Quando uscivamo la sera,
per andare in qualche posto
nuovo, avevo l’abitudine di
guardare tutti in faccia. Il ri-
schio sta dietro l’angolo”.
È in questi momenti che l’adre-
nalina è al massimo. “Sei fiero di
te – prosegue Belnome – e non
pensi ad altro. Cominciano a
piacerti i locali più belli, lo
champagne, le macchine sem-
pre più belle, super orologi,
mazzette di soldi sempre in ta-
sca, vestiti firmatissimi. Insom-
ma curi i particolari in maniera
assurda. Nei locali non si paga-
‘ndrangheta è un
caleidoscopio den-
tro al quale i colori
si deformano stor-
cendosi e dove “cammini con i
piedi senza toccare terra. Ti in-
segnano a odiare lo Stato e le
forze dell’ordine, ti inculcano
nella testa che loro sono il mar-
cio, i disonesti e tu sei il giusto”.
Nonostante tutto questo “la
‘ndrangheta futuro non ne può
dare. Sei rispettato finché sei il
numero uno. Ma quando non lo
sei più, sei messo da parte. La
‘ndrangheta può decidere in
ogni momento della tua vita”.
“Ricordo il giorno in cui fu ce-
lebrato il rituale della mia affi-
liazione. Per l’occasione era sta-
ta organizzata una mangiata
con carne arrostita. Eravamo
una quindicina. Ci siamo messi
tutti in cerchio a braccia conser-
te. E qui ho giurato di rinnegare
padre, sorelle e fratelli fino alla
settima generazione”. Belnome
trascrive decine di rituali. Le
formule sono moltissime. “Un
uomo di ‘ndrangheta deve ave-
bigliamento. Alle riunioni biso-
gna presentarsi con camicie a
maniche lunghe. Dopodiché si
L atitante di notte,
impiegato di
giorno. La squadra
mangia”. A tavola “i neo-affiliati mobile di Catania ha
sono tesi, perché devono stare arrestato Sergio
attenti alle regole”. Anche alle Bonaccorso, 41 anni,
più strampalate. “Mentre si fratello dei boss Ignazio
mangia, può capitare che un af- e Concetto e
filiato con doti importanti dica condannato a 7 anni e
a uno più giovane: ti vincolo tre mesi per
quel bicchiere di vino. E se quel- associazione a
lo non sa la formula per svinco- deliquere, rapina,
larselo non può bere per tutto il sequestro di persona e
tempo”. droga. Bonaccorso era
Adesso, però, tutto questo è fuggito nello scorso
dietro alle spalle. Antonino Bel- aprile, pochi giorni
nome lo sa bene. “Ogni mo- prima che il
mento della giornata – scrive provvedimento di
l’ex padrino nella notte di Na- condanna divenisse
tale del 2010 – penso ai miei fi- esecutivo, ma non ha
gli e mi frantuma il cuore non smesso di lavorare per
poter passare il tempo con loro. la Pubbliservizi,
Prima gli riempivo di regali, ma azienda partecipata
non era quello che desiderava- dalla Provincia di
no. Volevamo semplicemente il Catania. La polizia lo ha
loro papà. Tutto questo me lo arrestato mentre puliva
ha rubato la ‘ndrangheta. Que- dalla cenere i tornanti
ste mie memorie sono per quei dell’Etna sui quali
bambini che per colpa dei padri domenica passerà il
hanno una vita infelice”. Giro d’Italia.

IMPEDIMENTI MERIDIONALI
REGGIO CALABRIA, UN AEROPORTO CHE NON DECOLLA
di Adele Fortino
ccolo lì il pontile dell’Aeropor-
Enegletto,
to dello Stretto, il Tito Minniti,
abbandonato, mai vera-
mente sfruttato per il trasporto
dei passeggeri da e per Messina e
costato alle casse pubbliche, pri-
ma (circa trent’anni fa) 10 miliardi
di vecchie lire, erogate dalla Re-
gione Calabria e oggi, 1 milione e
200 mila euro, pagati dalla Sogas,
la società che gestisce, arrancan-
do, lo sfortunato scalo reggino. E
già. Perché la Sogas presenta, se-
condo fonti ufficiali, un debito
pregresso di sei milioni di euro
(fonti ufficiose parlano di 30 mi-
lioni), di cui quattro con lo Stato e
due con privati e perde ogni anno
3 milioni e 500 mila euro.
I MOTIVI di tale disastro ce li sin-
tetizza Michele Limosani, docente
Il pontile non è mai
stato realmente
sfruttato per
lo spostamento dei
passeggeri a Messina
di Economia politica all’Università
di Messina, nonché rampante con-
sigliere di amministrazione della
Sogas e, come tutti i neofiti, con-
vinto che il suo libro dei sogni po-
trà un giorno, per l’aeroporto dello
Stretto, diventare realtà. Dice in
sintesi Limosani che la prima palla
al piede per il Minniti è rappresen-
tata dal regime di monopolio in cui
opera l’Alitalia che si accaparra da
sempre l’85 per cento dell’han-
dling (cioè dei servizi a terra che
forniscono assistenza a terzi), in-
camerando ben 1 milione e 500 mi-
la euro l’anno a sfavore delle casse
dell’aeroporto. Poi c’è il problema
delle tasse relative al numero dei
passeggeri: per fare respirare il
Minniti sarebbe necessario un mi-
lione di utenti, invece Reggio ne
registra 650 mila, di radici calabre-
si. Ce ne vorrebbero altri 350 mila,
messinesi. Ecco che ritorna prepo-
tente il problema del pontile,
mai risolto in trent’anni di in-
felicissima e inutile esistenza.
Continua a spiegare Limosani.
La sfida di rilanciare il Minniti
si potrà vincere solo attraendo
Messina. E Messina si potrà at-
trarre soltanto con tre elemen-
ti: l’accessibilità qualitativa
(cioè inventando una maniera
accettabile per raggiungere
l’aeroporto, anche attraverso
ROMA
Bambino in coma
per metadone
U n bambino di due
anni è finito in
l’uso del pontile), con tariffe age- coma dopo aver
volate e un maggior numero di vo- ingerito una boccetta di
li. metadone. Se ne è
Attualmente il servizio di trasporto
dei passeggeri da e per Messina vie-
accorta per prima la
mamma, un’ex
ne svolto da un team Metroma- tossicodipendente, che
re-Sogas. La prima (società neona- lo ha portato
ta composta da Rfi e Ustica Lines), immediatamente
che ha fortissime responsabilità all’ospedale. Dopo una
nell’abbandono del pontile perché lotta di un’ora, tra
nel contratto iniziale previde sol- defibrillazioni e
tanto cinque corse tra Messina e massaggi cardiaci, il
l’Aeroporto, insufficienti per co- bimbo ha ripreso
prire tutti i voli, oggi provvede a L’aeroporto di Reggio Calabria (FOTO ANSA) conoscenza. Adesso è
fornire 11 corse, ma non con il ricoverato nel reparto
pontile bensì con il porto di Reggio dello Stretto, sogno del presidente di terapia intensiva,
Calabria, da lì un pulmino, pagato della Provincia di Messina (che de- fuori pericolo.
dalla Sogas, trasporta gli utenti si- tiene il 20 per cento delle azioni
no al Minniti. Ma il dottor Richi Mu- della Sogas), Nanni Ricevuto, co- DELITTO DI ASCOLI
nafò, affezionato alla linea Reg- nosciuto, nella vulgata, come
gio-Roma, confida sconfitto: “An- “Nanni bugia”, nonostante gli spa- Per Melania
cora ci sono molti disservizi”. smodici sforzi del Nostro, è ancora nuova autopsia
fermo al palo.
QUANTO alle tariffe, il nuovo
Consiglio di amministrazione della
Sogas si è mosso bene: a parte gli
Pare che Nanni non abbia avuto
l’appoggio politico del presidente
della Regione siciliana, Raffele
I l nuovo esame sulla
salma di Melania Rea
ha stabilito che la
estenuanti contatti con un’Alitalia
sorda e riottosa, ha fatto un accor-
Lombardo, essendo politicamente
legato a un nemico di Lombardo,
donna è morta nel
Bosco delle Casermette,
do con Blue Panorama, che partirà
dal 17 giugno, ha implementato i
l’onorevole Castiglione. Ma Limo-
sani una speranzella la serba nel
a Ripe di Civitella
(Teramo) dopo una
voli con gli scali di Torino, Milano, suo cuore: se alle imminenti am- rapida e breve
Pisa attraverso un bando finanziato ministrative, a Reggio vince la de- colluttazione. Rimane
dallo Stato, è in trattative spinte stra, Scopelliti, presidente della Re- difficile individuare
con un altro vettore di cui ancora è gione calabra, farà fuori tutti i ne- l’ora precisa della
prematuro parlare. Quanto al mici (di sinistra) e l’Aeroporto vo- morte, collocata tra le
check-in, da effettuare nella città lerà. 14 e le 17.
pagina 10 Domenica 15 maggio 2011

ECONOMIA

Debito di Roma

“IO NON PAGO”, RIVOLTA ANARCHICA VARAZZANI

BLOCCATO
IN GRECIA CONTRO LA CRISI DA DEBITO DAL TAR
di Marco Palombi

uova puntata nella tele-

Scontri e scioperi fiscali aspettando 60 miliardi dall’Europa
di Federico Simonelli ripagare le banche tedesche e
e Stefano Vergine francesi che hanno in pancia la
Atene maggior parte del debito pubbli-
co greco”.
l casello autostradale di In effetti da quando Atene ha ac-
Ndi governo
novela del commissario
che dovrebbe ri-
sanare il debito del comune
di Roma: il commissario, di
fetteria a Monastiraki, quartiere fatto, non c’è più.
centrale di Atene, dice che da Il Tar infatti, con una sen-
quando il governo ha aumentato tenza depositata giovedì,
l'Iva dal 9 al 13 per cento, il suo ha sospeso la validità del de-
fatturato si è ridotto di almeno creto di nomina di Massi-

A Atene ogni giorno quasi

5mila persone passano
senza pagare. Da quando è
iniziata la crisi ogni mattina un
gruppo di cittadini tiene alzata
cettato la ricetta messa a punto
da Fondo Monetario e Unione
Europea (un prestito da 110 mi-
liardi di euro da restituire in sette
anni e mezzo al 4,2 per cento di
un terzo. “Forse pensavano che i
consumi sarebbero aumentati e
le entrate dello Stato pure, inve-
ce la gente consuma meno, fuma
meno e usa meno la macchina”
mo Varazzani, l’uomo che
Giulio Tremonti ha voluto
a tutti a costi – e al prezzo di
parecchie centinaia di mi-
gliaia di euro l’anno – piaz-
la sbarra. Si sono dati anche un interesse) il potere d'acquisto dice Vassili, un impiegato di ban- zare su quella poltrona l’e-
nome, “Den Plirono”, io non pa- dei greci si è decisamente ridot- ca quarantenne sceso in piazza state scorsa. Risultato: con
go, perché sono convinti di non to. I lavoratori hanno visto scom- anche lui in occasione dello scio- l’applicazione della senten-
dover subire gli aumenti delle parire d'un tratto tredicesima e pero generale dell'11 maggio. Di za scomparirà il commissa-
tariffe imposte dal Governo. quattordicesima, gli scatti di an- scioperi in Grecia nell'ultimo an- rio al debito, al contrario –
Fanno lo stesso anche con auto- zianità sono stati congelati e così no ce ne sono stati parecchi, è peraltro – del debito in sé e
bus, treni, tram e ticket sanitari. le pensioni. Nel frattempo però i nato un sito (www.apergies.gr) delle super-addizionali Ir-
“Le autorità non ci fermano - prezzi sono aumentati. Per capir- per districarsi tra le continue pef che pesano sui cittadini
spiega Adonis, uno di loro - per- lo basta uscire dalla città e im- mobilitazioni. L'ultima, quella di romani.
ché sanno che siamo tanti e che boccare l'autostrada: capita di mercoledì scorso, è finita con Varazzani è il terzo “invia-
potremmo diventare ancora di percorrere decine di chilometri una trentina di fermati e 12 feriti, to” governativo per il buco
più”. senza incrociare un'altra auto. tra cui due gravissimi, ancora in di Roma: il primo era stato
Colpa dell'aumento dell'Iva (dal ospedale in condizioni incerte lo stesso sindaco Gianni
SI PUÒ PARTIRE da qui per 19 al 23 per cento) che ha fatto Alemanno, poi era arriva-
capire cosa sta succedendo in schizzare la verde oltre gli 1,8 eu- LA TELEVISIONE ha mostra- to il magistrato contabile
Grecia, Paese zavorrato da una ro al litro, quasi il doppio rispet- to le immagini degli agenti che Domenico Oriani e infi-
recessione che dura da tre anni e to a un anno fa. Stesso discorso picchiavano i manifestanti ne, a settembre, l’uomo di
da un debito pubblico sta per per alcool, sigarette e beni di lus- sdraiati a terra: quattro poliziotti Tremonti. A tacere d’ogni
provocare la bancarotta. Si parla so. Ma anche per i beni alimen- sono stati sospesi. La sera stessa altro aspetto della cosa, ti-
molto di una “ristrutturazione” tari. Georgios, titolare di una caf- un gruppo di anarchici ha issato po quelli finanziari, la fac-
del debito: ad Atene potrebbe es- la propria bandiera sulla sede Gli scontri del 12 maggio ad Atene (FOTO ANSA) cenda s’è parecchio ingar-
sere concesso più tempo per pa- centrale dell'Università di Atene bugliata quando il buon
gare i prestiti, o addirittura ridot-
to l'ammontare da restituire.
I giovani e ha srotolato uno striscione con
la scritta “Assassini”. La tensione
pandreou raffigurato in abiti da
pagliaccio. Dicono di ispirarsi al-
cidio di un cittadino greco da
parte di un gruppo di rapinatori
Oriani decise che non gli
piaceva essere rimosso
Sembra certo ormai un nuovo
prestito da Europa e Fondo mo-
disoccupati sono in città è palpabile, vedere deci-
ne di militari schierati per le vie
le proteste pacifiche di piazza
Tahrir.
stranieri ha scatenato in questi
giorni una caccia all'immigrato,
senza ragione e a mezzo
stampa: fece ricorso alla
netario da 60 miliardi e un piano
di privatizzazioni da cui il gover-
al 36 per cento del centro in assetto antisom-
mossa non stupisce più. E non C'È PERÒ anche chi soffia sul
conclusasi con il ferimento di 12
persone e la morte di un 21enne
giustizia amministrativa e
sia il Tar che il Consiglio di
no spera di ricavarne almeno al- sono solo gli anarchici a minac- fuoco della crisi, agitando lo del Bangladesh. Stato si dissero d’accordo
tri 50. “Sono tutte misure inevi- e si rivolgono ciare una rivolta: da qualche spettro degli immigrati, tantissi- La maggior parte dei simpatiz- con lui. Siamo a dicembre,
tabili, ma non rappresentano la tempo c'è un gruppo di persone mi, quasi un quinto della popo- zanti dell'estrema destra sono ra- ma il governo pensa di ave-
soluzione - spiega Yanis Varoufa- all’estrema di ogni età che si ritrova abitual- lazione. I sondaggi vedono in gazzi ventenni, i più colpiti dalla re la soluzione: basta un
kis, docente di Economia all'U- mente in piazza Syntagma, pro- crescita i consensi del Laos, par- crisi del debito che ha fatto ar- nuovo decreto di nomina
niversità di Atene - Questi soldi destra prio davanti al Parlamento. Si sie- tito di estrema destra che predi- rivare il tasso di disoccupazione di Varazzani nel Millepro-
non raggiungono l'economia dono in cerchio intorno ad un ri- ca la sicurezza sociale e la caccia- giovanile al 36 per cento. Il dato roghe e tutto va a posto (già
reale, perché il governo li usa per del partito Laos tratto del premier Georgios Pa- ta degli stranieri. Risultato: l'omi- è aggiornato al dicembre del che c’erano, gli alzarono
2010, ma la realtà potrebbe es- pure vertiginosamente lo
sere anche peggiore perché nel stipendio). Solo che Oriani
frattempo molte aziende hanno non s’è rassegnato: ha fatto
OMISSIS di Ste. Fel. chiuso e nei prossimi mesi, com- ricorso anche contro la se-
plice il piano di privatizzazione, conda nomina chiedendo-
di portare i giornali nelle scuole).
A LEZIONE DI GIORNALISMO DA CECCHERINI P.S. A leggere le cronache accuratissime
dell’evento colpisce che non si parli mai
altre migliaia di lavoratori po-
trebbero essere lasciate a casa.
ne la sospensione e l’annul-
lamento. Giovedì, come
detto, il Tar ha detto sì alla
l convegno annuale di Andrea di punta su Sky... E deve essere sempre
I Ceccherini a Bagnaia e del suo
osservatorio permanente
per spiegare ai giovani come funziona il
giornalismo che ieri Ceccherini ha
di un giornale – di cui non faremo il
nome – che vende quasi 100 mila copie,
SUI COLPEVOLI della crisi i
greci hanno idee convergenti: il
premier Papandreou, il suo pre-
prima richiesta (e in un mo-
do che lascia intendere an-
che l’accoglimento della
che è considerato un case study
Giovani-Editori regala sempre lezioni di vietato le domande al ministro europeo visto che macina utili milionari decessore Karamanlis e poi il seconda): Varazzani è, in-
giornalismo preziose. Ieri, per esempio, Tremonti che pure, dicendo che a lui Fondo Monetario, l'Europa e le somma, “sospeso”.
e assume personale invece di implorare banche. Quando si chiede loro A questo punto tutti i suoi
Fedele Confalonieri in veste di delle spiagge appena concesse ai privati lo ‘stato di crisi’, che gli studenti
presidente Mediaset ha spiegato che in per 20 anni “non frega niente”, qualche che cosa vogliono, però, la chia- atti da commissario sono a
portano in classe perché se lo rezza svanisce. Qualcuno pensa rischio nullità: difficile che
Italia Rupert Murdoch è stato accolto domandina se la sarebbe meritata. comprano e non perché viene imposto all'uscita dall'euro, altri propon- possa portare a termine il ri-
benissimo con Sky, “non mi sembra che Tempo scaduto, ha spiegato Ceccherini, loro da Ceccherini. Una testata che nel gono di non ripagare il debito, al- finanziamento del debito
non ci sia concorrenza, anzi”, assicura il svizzero nella precisione più di quanto suo piccolo dimostra come forse il tri ancora pretendono solo in- che stava trattando con un
monopolista della tv privata in chiaro. sia anglosassone nel giornalismo. Non si problema è che i giornali celebrati a dietro i propri soldi. “Io la deci- pool di banche proprio in
Guai a ricordare a Confalonieri l’Iva poteva irritare il ministro e di sione l'ho già presa - dice Chri- queste settimane. Nessuno
Bagnaia non vendono perché danno stina, 28 anni, laurea di filologia pare preoccuparsene, al
raddoppiata, i tentativi di esclusione conseguenza gli editori che assicurano a poche notizie o le nascondono bene.
dal beauty contest, il satellite Ceccherini la sua bicamerale in tasca - appena riesco mi trasfe- momento: Alemanno qual-
Non per colpa del destino cinico e baro. risco all'estero, ma non in occi- che settimana fa spiegò “se
Rai-Mediaset per critpare i programmi dell’editoria (giustificata dalla necessità
dente, vado in Turchia. Perché il vince Oriani vedremo”. È
futuro è lì”. ora di occuparsene.
Domenica 15 maggio 2011 pagina 11

DAL MONDO

LA FATWA LIBICA
Gli imam del regime minacciano l’Occidente:
avete ucciso 11 religiosi. Avrete 11 mila morti
di Giampiero Gramaglia mesi”, perché “la lealtà introno a
lui è ormai molto fragile”. LAMPEDUSA,
a Libia seppellisce 11 reli- IN 1700 SULL’ISOLA

L
giosi vittime, secondo il re-
gime di Muhammar Ghed-
dafi, d’un raid della Nato. E
gli imam del regime lanciano
una fatwa: “Mille persone mori-
ranno per ciascuno dei religiosi
uccisi”, minacciano, incitando i
musulmani alla rappresaglia
contro Italia, Francia, Danimar-
ca, Qatar et Emirati Arabi Uniti,
tutti Paesi che sono parte attiva
della coalizione anti-libica.
Centinaia di persone hanno as-
sistito, ieri, alle esequie dei re-
ligiosi uccisi nel cimitero di
Chatia al-Henchir, a est di Tripo-
li, fra grida di ‘jihad, jihad’ e
‘Dio, Libia e Gheddafi’. Secon-
do le fonti del regime, gli 11
imam sono stati vittime, nella
notte tra giovedì e venerdì, di un
bombardamento della Nato su
Brega (ci sarebbero pure state
decine di feriti). Il comandante
Khuildi al-Hamidi, un intimo di
Gheddafi, rappresentava alla ce-
rimonia il Colonnello dittatore,
che ha preferito restare nasco-
sto nel suo nascondiglio dove,
aveva detto alla Nato in un mes-
saggio audio, “non mi troverete
mai e non mi potete colpire”.
IL MESSAGGIO di Gheddafi,
che smentiva di essere ferito o
fuggito e asseriva di “essere nel
cuore di milioni di libici” era una
sfida all’Alleanza e pure una re-
plica al ministro degli esteri
Franco Frattini, con le sue sorti-
te, irrita i nemici e imbarazza gli
alleati – internazionali e politici,
tanto che anche Il Foglio gli tira le
orecchie –. Dopo un raid della
Nato sul compound del Colon-
nello a Tripoli – tre le vittime e 27
i feriti, secondo le fonti ufficiali
–, Frattini, con scelta diplomati-
camente incomprensibile, ave-
va citato il vescovo di Tripoli
monsignor Giovanni Martinelli e
aveva giudicato “credibile” che
il dittatore, apparso il giorno pri-
ma in un video della tv di Stato,
fosse ferito e in fuga dalla capi-
tale. Monsignor Martinelli ha poi
smentito di avere mai fatto un’af-
Anche il Foglio
di Ferrara
critica Frattini
per le notizie
non fondate
sulla salute
di Gheddafi
fermazione del genere.
Che la vicenda libica non nasces-
se sotto una buona stella per il
ministro Frattini, come per l’Ita-
lia, handicappata dall’amicizia
esagerata per il regime libico, era
apparso evidente fin dai prodro-
mi. La Tunisia era in fermento,
l’Egitto in subbuglio, da Londra
venivano annunci di mobilita-
zione dell’opposizione libica,
ma il ministro, l’8 gennaio, di-
chiarava: “Gheddafi è un capo di
Stato che riesce a controllare
una situazione altrimenti esplo-
siva. Guardiamo a che cosa sta
succedendo altrove, con rischi
di tumulti e con il pericolo, nel
Sahara settentrionale, di azioni
Carro armato in territorio libico; in alto
a sinistra, il ministro Frattini (FOTO ANSA)
terroristiche”. E il primo feb-
braio Frattini correggeva il tiro,
ma ancora una volta non era
buon profeta: “Quello che sta ac-
cadendo in Egitto deve essere
una lezione per tutti. Credo che
anche il leader libico stia guar-
dando la tv e stia riflettendo su
quello che può fare per il suo po-
polo”. Evidentemente, Ghedda-
fi la tv l’aveva spenta o era sin-
tonizzata su un altro canale.
I PASSI FALSI del ministro
Frattini, che sono poi quelli del-
l’Italia in questa crisi, sono poi
proseguiti coi bombardamenti
che non sono bombardamenti o
la guerra a termine e la previsio-
ne che tutto è ormai “questione
di settimane”. Un terreno su cui,
ieri, l’ha però raggiunto il mini-
stro degli esteri francese Alain
Juppé, chiedendo d’intensifica-
re la pressione militare sul regi-
me libico, perché “non si tratta
di tirare in lungo per mesi l’inter-
vento, ma di chiuderlo in setti-
mane”. E l’ex governatore della
banca centrale libica Farhat
Omar Bengdara pronostica al
potere del rais “al massimo tre
In un comunicato, la Nato am-
mette di avere colpito un centro
di comando a Brega, utilizzato
dal regime “per coordinare at-
tacchi contro la popolazione ci-
vile”: “Sappiamo di affermazioni
sulla morte di civili nell’attacco e
benché non possiamo confer-
marne la correttezza ci ramma-
richiamo dell’uccisione di civili
innocenti quando essa si verifi-
ca”. Il 1° aprile, l’Alleanza aveva
colpito a morte nove ribelli e
quattro civili a est di Brega e il 7
aprile aveva causato almeno
quattro morti civili tra Brega e
Ajdabiya.
MENTRE LA LINEA del
fronte s’è ormai stabilizzata so-
stanzialmente da settimane pro-
prio tra Ajdabiya, 160 km a
sud-ovest di Bengasi, e Brega, 80
km più a ovest, nelle mani dei
lealisti, l’iniziativa diplomatica è
in pieno sviluppo: l’inviato del-
l’Onu Abdel-Elah al-Khatibè è di
ritorno a Tripoli, mentre il capo
degli insorti Mahmud Jibril rien-
tra da Washington a Bengasi via
Parigi (è il suo secondo incontro
con il presidente francese Nico-
las Sarkozy). Finora, solo cinque
Paesi riconoscono il Cnt (Consi-
glio nazionale transitorio) dei ri-
belli come l’unico rappresentan-
te legittimo del popolo libico, e
non come uno degli interlocuto-
ri: Francia, Italia, Gran Bretagna,
Qatar e Gambia. Gheddafi tiene
pure aperto il fronte della fuga
dalla Libia di migliaia di disgrazia-
ti che scappano dalla guerra e
dalla repressione e che prima, in
forza del Trattato d’Amicizia con
l’Italia, venivano tenuti prigio-
nieri nei campi del Colonnello. E
questa è l’unica cosa che impor-
ta al ministro dell’interno, il le-
ghista Roberto Maroni: “L'unica
soluzione è che cessino i bom-
bardamenti e che finisca la guer-
ra. Se non c’è la guerra, non esi-
stono nemmeno i profughi che
diventano clandestini e che co-
me tali puoi rimpatriarli”. Quel
che poi succede loro, a Maroni,
evidentemente, non importa.
BAGNASCO CONTRO IL GOVERNO:
MIGRAZIONI INEVITABILI
I l Centro d’accoglienza di contrada Imbriacola a
Lampedusa torna a essere gremito. Anche di
tunisini: evidentemente l’accordo stretto tra il
governo italiano e quello di Tunisi non funziona.
Con gli arrivi di ieri, infatti, sono circa 1.700 i
migranti presenti sull’isola, di cui 300 tunisini.
Dopo i sette barconi di venerdì, ieri sono approdate
a Lampedusa, soccorse da Guardia costiera e
Guardia di finanza, altre due carrette del mare: una
con 199 persone, tra cui due donne e un bambino,
tutti di provenienza subsahariana, e un’altra con a
bordo 218 tunisini, tra cui cinque donne e un
bambino. Mentre nella notte, a Licata, in provincia
di Agrigento, un’imbarcazione con 213 migranti è
stata intercettata dalle motovedette della Guardia
costiera: i profughi, tutti provenienti dall’Africa
centrale, hanno raccontato di essere stati in mare
per tre giorni. E sono ripresi anche i rimpatri
forzati dei migranti tunisini: nella tarda mattinata
di ieri è decollato dall’aeroporto di Lampedusa un
volo con a bordo una trentina di uomini.
Il fenomeno migratorio non riguarda solamente i
Paesi del Maghreb. All’alba di ieri sono sbarcati a
Steccato di Cutro, nel crotonese, 17 pachistani che,
secondo quanto accertato da Carabinieri e Polizia,
sarebbero partiti da un porto della Grecia e
avrebbero fatto un giorno di navigazione. Ora sono
ospitati nel centro di S. Anna di Isola Capo Rizzuto.
E alle parole del ministro dell’Interno Maroni, che
giovedì aveva affermato che gli sbarchi cesseranno
non appena finirà la guerra in Libia, ha risposto il
cardinale Angelo Bagnasco che ieri a Genova ha
dichiarato che “questi movimenti nel Mediterraneo
sono inevitabili, fanno parte della storia. E la storia
non si ferma, bisogna accompagnarla e starci
dentro. La bussola è la persona”. E nonostante gli
spot di Silvio Berlusconi per richiamare turisti a
Lampedusa, gli operatori dell’isola definiscono
drammatica la situazione economica e “cattiva e
ingannevole” la politica adottata dal Governo.
“Un’intera categoria è letteralmente al collasso – ha
detto Antonio Martello, presidente del consorzio
albergatori Isole Pelagie – e non bastano di certo le
promesse del governo. Risultano propagandistici e
non risolutivi gli accordi esposti dal ministro
Brambilla con alcune compagnie aeree che
operano su Lampedusa, in particolar modo con Blu
Express, che dimostra di seguire una politica low
cost a tutti gli effetti, mantenendo un tariffa a basso
costo su un numero limitato di posti, per poi
procedere ad aumenti importanti sul contingente
residuo”. Michele De Gennaro

ACIDO NEGLI OCCHI in Iran rinviata Bielorussia, cinque anni di carcere

la legge del taglione contro un uomo all’oppositore di Lukashenko
di Roberta Zunini
Ivenstata
Iran, per una volta, la legge del taglione è quando incontrano donne più ricche che po-
rinviata. Nel paese mediorientale do- trebbero prendere più facilmente in moglie
vige la pena di morte tramite impiccagio- se ripudiassero quelle “vigenti”. Certo, guar- uando nel 2009 Silvio Berlusconi
di aver organizzato "proteste di
massa" contro la rielezione di
Lukashenko del 2010. Dopo il
ne pubblica o lapidazione per punire i “pec-
cati” di adulterio commessi dalle donne, l’or-
da caso la punizione “occhio per occhio” è
stata sospesa quando avrebbe dovuto essere
Q andò a far visita – unico leader eu-
ropeo negli ultimi 12 anni – al dit-
contestato annuncio della vitto-
ria di quest’ultimo con l’80%
ganizzazione non governativa Amnesty In- comminata a un uomo. “Sebbene quest'uo- tatore della Bielorussia Alexander delle preferenze, nella capitale
ternational è riuscita a bloccare un acceca- mo si sia macchiato di un crimine orrendo - Lukashenko, rimase incantato dagli Minsk migliaia di oppositori
mento attraverso l’uso di acido, nei confronti recita un comunicato - l'accecamento con l'a- applausi che il popolo gli tributava. scesero in piazza. La repressio-
di un uomo - Majid Mohahedi, che aveva reso cido è una punizione crudele e inumana, pa- “La tua gente ti ama Presidente, lo si ne delle manifestazioni fu vio-
cieca e sfigurato il volto della ragazza che ragonabile alla tortura”.La notizia del rinvio è vede anche dai risultati elettorali Lukashenko (F A )
OTO lenta e furono circa seicento le
NSA

avrebbe voluto diventasse sua moglie -con lo
stesso metodo barbaro. Sfigurare e accecare
una donna è una pratica purtroppo ancora
usata dagli uomini mediorientali e asiatici.
Che questi maschi siano tutti musulmani pe-
rò non significa che si tratti di una usanza le-
gata strettamente alla religione. Sicuramente
nasce dalla considerazione infima della don-
na, vista come proprietà maschile, sicura-
mente inferiore a un capo di bestiame, dif-
fusa grazie a un’interpretazione retriva del
Corano. Ma se questo atteggiamento brutale
parte da un diffuso disprezzo per le donne,
spesso finisce o nei menandri della gelosia o
del denaro. Molti uomini bruciano con la cal-
ce viva o con l’acido i volti delle ragazze che li
rifiutano, altri lo fanno perché si vogliono li-
berare di mogli considerate troppo vecchie o
stata confermata anche dal portavoce di
"Iran Human Rights", Mahmood Amiry-Mo-
ghaddam, che ha invitato la comunità inter-
nazionale a mantenere alta l’attenzione sugli
abusi che vengono compiuti nella Repubbli-
ca Islamica. Movahedi era stato condannato
all’accecamento per aver a sua volta ridotto
alla cecità nel 2004 Ameneh Bahrami, che
aveva rifiutato la sua proposta di matrimo-
nio. Stando alla sentenza, doveva essere la
stessa Bahrami a versare alcune gocce di aci-
do solforico in entrambi gli occhi del suo ag-
gressore. Dopo numerose campagne di sen-
sibilizzazione internazionale molti governi
hanno deciso di punire gli aggressori che fi-
no a qualche anno fa non venivano nemme-
no condannati a pagare una multa.
(rob.zun.)
che sono sotto gli occhi di tutti”, persone fermate e interrogate
esclamò B. entusiasta”. Quella sfrontata affer- tra cui Sannikov e altri candidati alla presiden-
mazione fece il giro del mondo. Tutti sanno che za. Anche altri quattro oppositori sono stati
Lukashenko è un feroce satrapo in abiti cau- condannati a tre anni di galera. La reazione de-
casici. E un premier che si possa definire tale gli Stati Uniti e dell’Europa è stata tanto imme-
non può ignorare le continue violazioni dei di- diata quanto inutile. Il portavoce del Diparti-
ritti umani che l’autocrate bielorusso perpetra mento di Stato Usa, Mark Toner, ieri ha indicato
senza pietà. Da quasi 20 anni costringe la pro- che “Washington condanna la decisione presa
pria gente a umilianti messinscene di giubilo e perché politicamente motivata”. Anche la
a elezioni farsa. E non si è mai premurato di Gran Bretagna ha protestato. “Sono molto
nasconderlo. Anzi. Le punizioni nei confronti preoccupato” per la sentenza che ha colpito
degli oppositori politici sono all’ordine del Sannikov, ha detto il sottosegretario per l’Eu-
giorno poiché hanno il doppio scopo di toglie- ropa, David Lidington spiegando che Londra
re questi di mezzo e tagliare alla radice ogni nutre “grave preoccupazioni” anche per il trat-
progetto di dissenso. La pena è proporzionata tamento che riceverà Sannikov in carcere.
all’importanza del dissenziente. Il principale Secondo Lidington, Sannikov “non è respon-
candidato dell’opposizione alle elezioni presi- sabile di altro che dell’espressione pacifica del-
denziali dello scorso dicembre in Bielorussia, le sue opinioni sulle elezioni truccate”. Nessun
Andrei Sannikov, ieri, si è “meritato” cinque an- membro del governo italiano invece ha espres-
ni di carcere. La sua colpa, secondo la corte, è so alcun tipo di critica.
pagina 12
LIBRI AL LINGOTTO
Il Salotto buono si
dissocia da
Cordero: “Niente
invettive contro B.”
di Silvia Truzzi
inviato a Torino
P
rofeticamente, in mattinata, al-
l’incontro per i 25 anni di Micro-
Mega si era parlato, in una sala
affollatissima di cittadini dai 15
ai 70 anni, della patria tradita da
chi vuol calpestare la Costitu-
zione. Margherita Hack aveva
rievocato il “Resistere, resiste-
re, resistere” di Borrelli. Trava-
glio aveva spiegato dell’impor-
tanza del non dimenticare chi,
in questi 17 anni, ha scelto la re-
sa. Si era detto dello svuotamen-
to delle parole. Come per esem-
pio “comunista”, trasformata
dal gergo transgenico dell’ex
partito dell’amore in generica
contumelia priva di significato
storico.
PASSO indietro: venerdì, il pre-
mier era a Napoli, a chiudere la
campagna elettorale delle ammi-
nistrative. Dal palco si era lamen-
tato di un pezzo, uscito su Repub-
blica e firmato da Franco Corde-
ro. Era l’anticipazione della lectio
magistralis che il professore
avrebbe tenuto ieri pomeriggio
al Salone del libro. Nell’articolo
si diceva di come il Parlamento
sia sempre più addomesticato
dal padrone, cosa che accade nei
regimi totalitari, si evocava il Rei-
chstag, si spiega il pericolo delle
spallate alla Costituzione. Così,
con una decina d’anni di ritardo,
il premier si è accorto che Cor-
dero ha qualche appunto da far-
gli: “Ho letto un articolo su Re-
pubblica di un certo professor
Cordero che mi paragona a Hi-
tler. Questi sono i moderati della
sinistra, che discendono dal Pci.
Non sono mai cambiati, sono
sempre gli stessi. Non si sono ac-
corti che il Muro di Berlino è ca-
duto. Usano gli stessi metodi del
passato per fare politica. Fanno
politica con gli antichi metodi
del partito stalinista”. Per la cro-
naca: il professor Cordero non è
un Carneade, è il più illustre pro-
SECONDOTEMPO
cessual penalista di questo Pae-
se. E il partito stalinista non è mai
esistito. Ma il nostro, si sa, non è
un filologo. Per l’esegesi del suo
pensiero bastava leggere lo sfo-
go a firma Maria Giovanna Ma-
glie, apparso su Libero ieri, dove
in una sorta di lista di proscrizio-
ne di anti-Cav (D’Avanzo, Flores
d’Arcais, Bocca) si definisce Cor-
dero “vecchio giurista rosso”.
Cordero non è mai stato comu-
nista, ma è quasi un dettaglio se
lo si paragona al clima surreale
che ieri ha accompagnato la sua
lectio magistralis a Torino. Prece-
duto da un tam tam allarmistico
che profetizzava contestazioni
del Pdl (non ci sono state), l’in-
contro si sarebbe svolto in asso-
luta tranquillità. Non fosse che
in apertura ha preso la parola il
direttore del Salone, Ernesto Fer-
rero, visibilmente a disagio. Non
dev’essere piacevole sensazio-
ne per un uomo colto e intellet-
tualmente onesto (e Ferrero lo
è) chinare la testa. E dire: “Caro
professore, ci aspettavamo che
Roberto
Saviano lascia
la Mondadori
per Einaudi
Ma l’ editore
resta
Berlusconi
ci parlasse di quel libro a quattro
mani uscito qualche mese fa da
Bollati Boringhieri, e intitolato
Discorso sopra lo stato dei costumi
presenti degli italiani. Ieri su Repub-
blica abbiamo letto invece un
estratto del suo intervento di og-
gi che va in una direzione un po'
diversa: diciamo una direzione
ad personam. È sostanzialmente
una fiammeggiante invettiva ba-
rocca contro il presidente del
Consiglio dei ministri. Fatta ov-
viamente salva la libertà d'e-
spressione, che al Lingotto trova
uno dei suoi presìdi più convin-
ti, mi lasci dire però che lo spi-
rito che informa gli oltre mille in-
contri del programma culturale
del Salone non è propriamente
quello dell'invettiva. In questi 24
anni, e in particolare nei tredici
della gestione pubblica, il Lin-
Domenica 15 maggio 2011
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out
Bob Dylan
“Nei miei
Mancini
A Wembley il
Bennato
In un libro
Giro d’Italia
Nell’ottava
recital
in Cina
nessuna
censura”
Manchester
conquista la
Coppa
d’Inglilterra
racconta la
storia
segreta delle
sue canzoni
tappa la
zampata
vincente di
Oscar Gatto
Un’immagine del Salone del libro in corso Torino. A destra, il professor Franco Cordero (FOTO ANSA)
gotto è sempre stato, e mi augu-
ro continui a essere, il luogo del
confronto e della discussione
anche dura, ma sempre nel reci-
proco rispetto”.
ECCO , il punto dev’essere la
“pubblica gestione”, perché la
Regione è socia della Fondazio-
ne Salone del libro, è governata
dal centrodestra che non ha di-
gerito le riflessioni di Cordero. Il
quale, sia al Festival di Mantova
che l’anno scorso a Torino, ha
detto più o meno le stesse cose
di ieri. Ma “la campagna eletto-
rale altera le sensibilità” spiega
Stefano Mauri, presidente di
Gems (di cui Bollati fa parte).
Senza contare che a giugno si nità d’Italia” o lo spettacolo di Al- comicità. Ieri, dal palco dell’Os- ho ragione di credere che il per-
rinnovano i vertici del Salone. E do Cazzullo e non appuntamenti servatorio dei giovani editori al- corso iniziato con Saviano possa
più di una telefonata di sollecito, seguitissimi (come l’incontro di la Bagnaia, il presidente di Me- continuare”. Cioè Saviano passa
è immaginabile, dev’essere MicroMega) che possono ampli- diaset Confalonieri ha annuncia- da una casa editrice di Berlusco-
giunta da parte del socio pubbli- ficare dichiarazioni poco allinea- to che nemmeno il prossimo li- ni a un’altra casa editrice sempre
co per indurre Ferrero a dire te? Chissà, certo se la Regione le- bro di Roberto Saviano sarà pub- di Berlusconi.
quel che ha detto. E poi: sarà per ghista mettesse definitivamente blicato da Mondadori. Bensì, E l’annuncio chi lo fa? Non l’au-
caso che l’ufficio stampa interno le mani sul Salone le cose non mi- colpo di scena, da Einaudi: “Ci tore o i vertici editoriali, ma il
al Salone segue appuntamenti gliorerebbero. Non c’è limite al sono, ci saranno autori che con- più Fedele tra gli amici. Di Ber-
come “Le donne che fecero l’U- peggio, è noto. E nemmeno alla testano la linea dell'editore, ma lusconi.
Festival di Cannes
Depp&Co, Pupazzi dei Caraibi
di Federico Pontiggia azzurrate, baffetti e bracciali, chi l’ha già visto, come Car-
Cannes tatuaggi e panama, per ricor- lo Rossella, e per i rumors
darci che Rimbaud è il suo “This Must Be The Place” di
Pirati sono arrivati, ma questo D-Day poeta preferito. “Una combi-
Ie Johnny
ha più uno stile da sbarco (di crociera)
Depp e ciurma glamour non so-
nazione tra una star rock & roll
del ‘700 in stile Keith Richards
Sorrentino ha delle chance,
mentre note meno liete toc-
cano a Moretti: stroncatura
no i liberatori di una Cannes mai come e un mascalzone molto roman- politica della Bibbia “Varie-
quest’anno invasa dai sans papier e dai tico”, dice del suo Jack Spar- ty”, che affonda: “Forma e
profughi senza fissa dimora. Tra i cinefili, row, ma guardi Bruckeimer e dottrina conservatrice, per
qualcuno tira la lapide: “Pupazzi dei Ca- di combinazione ne vedi un’al- non dispiacere l’Opus Dei”.
raibi”. A vedere il quarto capitolo della tra: $$$. “Robin Hood” (nel Intanto Mohammad Rasou-
saga di Jerry Bruckeimer, Re Mida di Hol- 2010, con Crowe) quest’anno non c’è: louf dall’Iran manda sulla Croisette il suo
lywood, si fatica a non convenirne, ma il soldi chiamano soldi, e Armani si guada- struggente “Goodbye”, perché Ahmadi-
punto è un altro: per Cannes e non solo, gna il posto al sole con un maxiposter nejad lo tiene bloccato in Iran con l’amico
le star sono il tesoro, i Pirati il forziere. pubblicitario da 300mila euro. A fregarsi Panahi, ma anche per la Francia non sono
Verità a colpi di flash, conferenza sold le mani è il mercato, quello che Galan rose e fiori: il ministro Frédéric Mitterand
out e Montée presa d’assalto: il Fuori tanto invidia: operatori e buyer indaffa- non parla più di “eccezione culturale
concorso ha bisogno del blockbuster, e rati, perché “less is more” non fa per que- francese, che nel mondo ultraliberista è
dell’unico divismo rimasto in piedi, sto festival. L’America detta legge, e pro- un peggiorativo, ma di modello”. Parlan-
quello stelle & strisce di Johnny, Brad prio “The American”, con Clooney e l’A- do di altri modelli, in concorso regge an-
(Pitt, atteso per Malick) e la moglie An- bruzzo, è quello che ha fatto scucire più cora il formato famiglia – la Pastorale
gelina, passata per “Kung Fu Panda”. E la dollari per la cessione dei diritti Oltralpe: israeliana, lucida e crudele, di Footnotes
ricetta funziona: a decine i cartelli per 3 milioni e 570mila. Noi come vendiamo – ma soprattutto la violenza sui minori:
avere un biglietto, “une invitation” ai Ca- ai cugini? “Io sono l’amore” si è fermato a allievo di Haneke, Markus Schleinzer ru-
raibi. Missione impossibile, ma Julie, 12 140mila euro, “Draquila” a 120, 20mila ba il nome al maestro e fa con Michael lo
anni su tacchi alti e rimmel, rassicura: “E’ in più di “La nostra vita”, che pure l’anno spietato ritratto di un pedofilo, un assicu-
bello comunque: qui c’è tutto”. Ma con scorso valse a Elio Germano la Palma. ratore che tiene segregato in cantina
differenti livelli d’accesso: per la stampa, un’innominabile preda. Problema: forse
il bianco (accredito della super priorità) MA IL TITOLO che forse ci definisce non David Rauchenberger, il piccolo at-
è il colore della salvezza, poi c’è la pa- meglio è quello di Cristiano Bortone: tore che lo interpreta, ma in sala a vedere
sticca sul rosa, il rosa e dopo… cronisti “Rosso come il cielo” e come il nostro im- il pene del suo aguzzino e altre amenità
oltre l’orlo della crisi di nervi, perché tut- port-export, svenduto con 8mila euro per c’erano almeno due minori. La violenza
to è notizia, anche la mise di Depp: lenti sette anni di diritti. Che Palma farà? Per scende in platea?
Domenica 15 maggio 2011 pagina 13

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TG PAPI

Silenzio
TELE COMANDO + un puzzle della Ravensbur-
ger. Di nuovo (se non ci fos-
sero i testimoni, sembrava
una storia inventata), solo la
decapitata di Tenerife. Un
matto, coltello alla mano,
di Fulvio Abbate

Gturgorazie a Rete4 ho scoperto che Bertolt Bre-

l’ha decollata in un super-
cht è tornato di moda. Parlo del dramma-
tedesco che fra molto altro ha messo al
mondo “L’opera da tre soldi”, “Vita di Galileo”
Il format
da tre soldi
come veri e propri giudici di gara, si tratterà di
essere implacabili sia sulla scelta del locale sia
riguardo, metti, alle stesse zeppe delle scarpe.
Tu a questo punto ti aspetteresti una Folliero
e, parlando di atti unici, “Le nozze dei piccoli “complice” del rito (un po’ come accadeva al-

assordante mercato e poi è andato a

spasso (ma non è andato in
onda) con la testa in mano.
Una scena rubata da Apoca-
lypto di Gibson.
di Pinco Pallino scegliere per la vacanza in
barca (comprese le istruzioni g3
borghesi” che molti anni fa fu recitato niente-
meno che dal mio amico Dario. Dopo anni di
stallo culturale e politico dei cartelloni, insom-
ma, c’è di nuovo speranza di rinascita per il pro-
tagonista che contrappose alla formula teatrale
l’impareggiabile Davide Mengacci quando,
una ventina d’anni addietro, pronunciava “que-
sto è il padre della sposa!” in pieno pacchiano
nazional-berlusconiano), una Emanuela ipocri-
tamente accondiscendente verso ogni forma di
“drammatica” la sua ipotesi alternativa, cioè bizzarria nuziale. Nulla di tutto questo. La no-
quella “epica”. La differenza? Semplice: nel tea- stra brechtiana, al contrario, sembra sempre

T g1
l Tg1 è partito che sem-
brava Al Jazeera. Gheddafi è
l’arcinemico che lancia mes-
saggi “violenti e beffardi”, gli
iman gheddafiani ci tirano la
“fatwa”. I pakistani sono nel
guano da quando non si ca-
pisce se hanno consegnato
Bin Laden agli americani o se
glielo hanno sfilato dalle ma-
ni per incapacità. E il Medio
Oriente? Ma è “in subbuglio”,
dalla Giordania alla Siria e an-
che a Gerusalemme, proprio
adesso che arriva Napolita-
no. Finito il giro arabo, c’era
solo la cronaca, stupefacen-
te: nel Tg1 sono finiti un bim-
bo che ha bevuto metadone,
i prodotti taroccati dai cinesi,
il covo di un boss, gli animali
contrabbandati, le vecchie
latterie trasformate in risto-
ranti trendy (roba da anni
’70), il giro in mongolfiera, il
fitness e la “consapevolezza
corporea”, i grandi yacht da
per le “golose ricette della
tradizione”). Per finire, la fe-
sta “rossonera” con zoom su
Pato: il fidanzato.
g2
T Silenzio assoluto. Non
un nome, nemmeno sussur-
rato. Un sabato senza sentire,
non diciamo l’intero cogno-
me di Berlusconi, ma nem-
meno la lettera B, che potreb-
be essere l’iniziale anche del-
l’ orsacchiotto Bongo. C’era
anche l’immondizia, ma a
stento si è capito che si par-
lava di Napoli. Nel deserto
della politica, solo i consigli
per i votanti: si fa così con la
scheda azzurra, cosà con
quella gialla, qui si scrive il
candidato e qui la lista col-
legata, ma anche scollegata.
Difficile pensare che questi
consigli abbiano un senso e
un’ utilità: i nostri sistemi
elettorali non solo sono di-
storti, ma più complicati di
T Silenzio bis: la politica
“politichese” era assente.
Ma, uscita dalla porta, è rien-
trata dalla finestra attraverso
un reportage di Rino Pellino
dalla Germania. Ebbene, in
questi ultimi anni il governo
ha tenuto sotto controllo i
prezzi, investito nelle inno-
vazioni, protetto l’occupa-
zione razionalizzando i salari,
nessun taglio all’istruzione,
salvaguardia dello stato so-
ciale. Risultato: disoccupa-
zione crollata, crescita al 5
per cento l’anno, consumi in-
terni che volano. Il resto è
sottinteso: il governo italiano
si occupa di Ruby e i bunga. E
rientra, la politica, con un in-
chiesta volante sull’Atac e le
“assunzioni della parentopo-
li” dell’amministrazione Ale-
manno. Sottinteso: non date
retta a chi vi dice che la de-
stra produce amministratori
coi fiocchi, mancano poche
ore al voto, riflettete.
tro “drammatico” sono i personaggi a prendere
atto della propria condizione penosa, mentre
in quella “epica”, cioè didascalica, deve essere
lo spettatore a fargli aprire gli occhi. A fargli
pronunciare una sorta di anvedi che stronzo
che so’! Quasi che i personaggi parlino diret-
tamente alla platea.
Ora, se vi dicessi che, al momento, la creatura
più brechtiana in assoluto è Emanuela Follie-
ro voi mi prendereste per esaurito. Ma è esat-
tamente come sto affermando. C’è voluta la vi-
sione di “Matrimoni all’italiana” (in prima se-
rata su Rete 4) per in-
tuire questa verità, os-
Emanuela Folliero sia che ben oltre il da-
conduce su Rete4 to evidente del suo es-
“Matrimoni all’italiana” sere “procace”, Follie-
ro è la dimostrazione
vivente della forma
teatrale brechtiana,
dello “straniamento”.
Il format: ci sono quat-
tro spose da seguire in
vista dei singoli matri-
moni, fra preparativi,
scelta dell’abito e così
via fino al finale della
cerimonia, quando,
mantenersi tre passi indietro (dunque seguen-
do la già citata forma “epica” che mira a far pren-
dere coscienza dell’orrore) rispetto alla linea
del fuoco matrimoniale. Anche al momento de-
gli immancabili baci che i concorrenti preten-
dono di piazzare sulle guance ben truccate del-
la conduttrice. Perfino in quegli attimi, Folliero
non nasconde una certa sdegnosa, appunto
brechtiana ritrosia. In breve: nessuno potrà mai
dire che ci sia una forma di complicità da parte
sua rispetto alle predestinate all’altare o al mu-
nicipio. Per ritrovarla infatti a proprio agio, oc-
corre attendere l’attimo dello sponsor che ren-
de possibile la crociera cui è destinata la coppia
vincitrice che ha avuto modo di dimostrarsi me-
ritevole del viaggio di nozze a spese della pro-
duzione. Volendo essere crudeli, si potrebbe di-
re che Emanuela non ama dimostrare empatia
verso un format che pretende il precipizio nelle
sabbie mobili del pasticcio di lasagne. O forse,
volendo scegliere l’ipotesi più culturalmente
suggestiva, non resta che ringraziarla per aver
riportato in vita la lezione del comunista Bre-
cht. Ingiustamente, l’avevamo ritenuto una an-
nunciatrice, seppure di lusso, dal seno prospe-
roso, impossibilitata ad andare oltre la lettura di
un gobbo elettronico. E invece Emanuela me-
riterebbe già i panni di “Madre Coraggio”.

LA TV DI OGGI
12.00 EVENTO Recita del
Regina Coeli
12.20 RUBRICA Linea
verde
13.30 NOTIZIARIO TG1 -
TG1 Focus
14.00 VARIETÀ Il meglio
di... Domenica In -
L'Arena
15.50 VARIETÀ Il meglio
di... Domenica In - Amori
16.15 VARIETÀ Domenica
In... onda Mix
18.50 GIOCO L'eredità
20.00 NOTIZIARIO TG1
20.35 NOTIZIARIO SPORTI-
VO TG Sport
20.40 GIOCO Affari tuoi
21.30 FICTION Un medico
in famiglia 7 "Da che par-
te stai?" "Quello che le
donne vogliono davvero"
23.40 ATTUALITÀ Speciale
TG1
0.45 NOTIZIARIO TG1
Notte - Che tempo fa
1.10 RUBRICA Applausi
2.25 RUBRICA Sette note
13.30 RUBRICA TG2 Moto-
ri
13.40 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo 2
13.45 VARIETÀ Quelli
che... aspettano
15.40 VARIETÀ Quelli che
il calcio e...
17.05 RUBRICA SPORTIVA
Rai Sport Stadio Sprint
18.00 NOTIZIARIO TG2
L.I.S.
18.05 RUBRICA SPORTIVA
Rai Sport 90° Minuto
19.05 RUBRICA SPORTIVA
Numero Uno
19.35 TELEFILM Squadra
Speciale Cobra 11
20.30 NOTIZIARIO TG2 -
20.30
21.00 TELEFILM N.C.I.S.
21.45 TELEFILM Hawaii
Five-0
22.35 RUBRICA SPORTIVA
La Domenica Sportiva
1.00 NOTIZIARIO TG2
1.20 RUBRICA RELIGIOSA
Protestantesimo
12.55 RUBRICA SPORTIVA
94º Giro d'Italia - Si gira
13.25 ATTUALITÀ Passe-
partout
14.00 NOTIZIARIO TG
Regione - TG3
14.30 EVENTO SPORTIVO
Ciclismo, 94º Giro d'Italia
9a tappa: Messina - Etna,
169 Km (DIRETTA)
17.10 RUBRICA SPORTIVA
Processo alla tappa
17.45 CULTURALE Per un
pugno di libri (DIRETTA)
19.00 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione - Meteo
20.00 VARIETÀ Blob
20.10 ATTUALITÀ Che
tempo che fa
21.30 ATTUALITÀ Report
23.25 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione
23.40 RUBRICA Cosmo
0.40 NOTIZIARIO TG3
0.50 ATTUALITÀ TeleCa-
mere Salute
1.35 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo 3
20.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Ippocrate
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
4 (Esteri) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Tempi
dispari (REPLICA)
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24 - Meteo
0.30 RUBRICA Tempi
dispari (REPLICA)
1.00 NOTIZIARIO TG -
Rassegna stampa - Meteo
13.40 VARIETÀ Domenica
Cinque
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.40 VARIETÀ Paperissi-
ma Sprint
21.10 TALK SHOW Il senso
della vita
0.30 ATTUALITÀ Terra!
15.45 EVENTO SPORTIVO
Tennis, Internazionali BNL
d'Italia 2011 (DIRETTA)
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 FILM Ritorno al
futuro - Parte III
21.25 FILM Harry Potter e
il prigioniero di Azkaban
0.00 FILM Conan il
distruttore
16.50 FILM Doc West
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 TELEFILM Il ritorno
di Colombo
21.30 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
23.20 RUBRICA SPORTIVA
Controcampo
1.35 NOTIZIARIO TG4
Night News
13.55 FILM Lo sport prefe-
rito dall'uomo
15.55 TELEFILM Cuore
d'Africa
17.50 FILM La carovana di
fuoco
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.30 FILM L'ultimo treno
23.50 NOTIZIARIO TG La7
0.05 RUBRICA Bookstore
I FILM LO SPORT
SC1= Cinema 1 SCC=Cinema Comedy SP1=Sport 1
SCH=Cinema Hits SCF=Cinema Family SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
19.00 Il sapore della vittoria SCP 16.55 Calcio, Premier League
19.10 The Last Song SC1 2010/2011 Liverpool - Totten-
19.20 Io & Marilyn SCC ham Hotspur (Diretta) SP3
19.20 Malevolent SCM 19.15 Rugby, AVIVA Premier-
19.20 Beverly Hills Cop III SCH ship 2010/2011 2a semifinale
19.25 L'asso del Go-Kart SCF Saracens - Gloucester Rugby
21.00 Le Divorce SCP (Differita) SP2
21.00 Wrong Turn - Ingra- 20.40 Calcio, Serie A 10/11
naggio Mortale SCM Posticipo 18a giornata ritorno
21.00 Il sogno di Calvin SCF Napoli - Inter (Diretta) SP1
21.00 Cose da pazzi SCC 20.55 Calcio, Liga 2010/2011
18a giornata ritorno Barcellona
21.10 Mostri contro AlieniSCH
21.10 Spy Game SC1 - Deportivo La Coruna
22.40 Star System SCC (Diretta) SP3
22.45 The Longshots SCF 21.00 Rugby, AVIVA Premier-
22.50 Anamorph SCH ship 2010/2011 1a Semifinale
23.00 Così fan tutte SCM Leicester Tigers - Northam-
23.05 L'amante SCP pton Saints (Replica) SP2
23.25 L'uomo nell'ombra SC1 23.30 Calcio, Liga 2010/2011
0.25 Inspector Gadget SCF 18a giornata ritorno Barcellona
0.35 Ho visto le stelle! SCC - Deportivo La Coruna
0.40 Halloween II SCM (Replica) SP3
0.40 Figli di Annibale SCH 0.00 Poker, SNAI Poker Main
1.25 Fine pena mai SCP Episodio 1 SP2

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ Ritorno al futuro - Parte III
Durante il recupero della mitica auto
DeLorean, il Dottor Brown e Marty
McFly scoprono una tomba, la cui lapi-
de ricorda proprio la morte di Brown,
avvenuta il 7 settembre 1885. Per scon-
giurare la morte dell’amico, Marty deci-
de di viaggiare un’altra volta a ritroso
nel tempo. Una volta tornato nel sel-
vaggio West, Marty danneggia la mac-
china del tempo e non sarà facile far
ritorno al presente.
Italia 1 19,00
/ Harry Potter e il prigioniero di Azkaban  Internazionali BNL d’Italia 2011  Cosmo
Per il giovane mago inizia un nuovo Atto conclusivo degli Internazionali Annamaria Testa, pubblicitaria, Annali-
anno scolastico al castello di Hogwarts. d’Italia. Per la prima volta dopo molti sa Tota, sociologa di Roma Tre, Nicola
Ma, i fantasmi del passato, continuano anni si giocano contemporaneamente il Piepoli, sondaggista, Enrico Bertolino,
a tormentare Harry. Un nuovo nemico torneo femminile e quello maschile. Sul comico con un background di uomo di
arriva dalla tetra prigione di Azkaban: Centrale del Foro Italico si disputano marketing e Paolo Genovese, regista e
il feroce assassino Sirius Black, colui nell’ordine prima la finale donne e di autore di spot di successo, si confronta-
che un tempo tradì i genitori del giova- seguito quella riservata agli uomini. Per no sul tema della persuasione: dalla
ne mago consegnandoli a Lord Volde- quest’ultimi grande favorito è ancora  Report pubblicità commerciale alle campagne
/ L’ultimo treno
mort, è riuscito in una fuga ritenuta da una volta il numero uno del Mondo Il concorso pubblico dovrebbe servire a elettorali. Le inviate di Cosmo incontra-
Durante la seconda guerra mondiale,
tutti impossibile. Ed ora è sulle tracce Rafael Nadal, già vincitore sulla terra selezionare la classe dirigente di un no Nando Pagnoncelli, presidente del-
mentre le truppe tedesche si appresta-
di Harry. Ma non tutto è come sembra. rossa romana per cinque volte. paese. Scegliere i migliori di ogni cate- l’IPSOS, il professor Giampiero Lugli.
no a conquistare Cracovia, un contadi-
Italia 1 21,25 Italia 1 15,45 goria sulla base di criteri oggettivi Rai 3 23,40
no di nome Gniecio nasconde il bambi-
no ebreo Romek, che la famiglia, desti- basati sulla meritocrazia. Volete che a
nata ai campi di sterminio, è riuscita a fabbricare un ponte sia un ingegnere
far fuggire. Intanto, il sacerdote del vil- capace o un raccomandato che ha tro-
laggio decide di insegnare al giovane i vato il compito fatto? Quando vi fate
rudimenti della religione cattolica con- operare volete che il chirurgo prenda in
vinto che questo sia l'unico modo per mano il bisturi dopo una “giusta ed
salvargli la vita. equa valutazione”?
La7 21,30 Rai 3 21,30
pagina 14 Domenica 15 maggio 2011

SECONDO TEMPO

FATTI di VITA
PIAZZA GRANDE É di Silvia Truzzi

Lavoro, la falsa via di fuga
di Furio Colombo
hi sono i giovani? Quasi
Due studiosi noti nel mondo co-
me Alberto Alesina e Francesco
Giavazzi sostengono insieme i se-
ITALIANI,
DEI “POVERINI”
T ra le miserie della politica affamata di palcoscenico, i
postulanti e i figuranti, le polemiche sugli elenchi tanto in
voga, gli annunci trionfali (per esempio, quelli su una mostra
costata 700 mila euro andata pressoché deserta), al Salone del libro
no il suo capo; il non anziano mi- togliere: togliere garanzie otte- c’è anche un polmone sano, che mette in circolo idee dee. È
nistro degli Interni ha cacciato nute in altri tempi agli "anziani" Bookstock Village il posto delle fragole dei moltissimi ragazzi che
con violenza e brutalità i giovani senza notare (vedi la vicenda

C
ogni giorno qualcuno sca-
rica nella nostra conoscen-
za e nella nostra immagina-
zione cifre, percentuali, statisti-
che, che sono sempre allarman-
ti. Ma, se le mettete insieme, no-
terete subito che ogni pezzo
non coincide con l'altro. Ne na-
sce una immagine che dovrebbe
allarmare non tanto per le noti-
zie che dà (il non lavoro, la non
scuola, il non futuro ) quanto
per il senso che non ha.
Chi sono i giovani? Sono, per
convenzione ormai comune-
mente accettata, gli "under 30"
se si parla di formazione, gli "un-
der 40" se il contesto è il lavoro.
Se parliamo di formazione, i non
trentenni che sono impegnati (o
dovrebbero) a prepararsi per
dopo, per il lavoro, le professio-
ni o la scienza, sono ancora par-
te di un vasto mondo caotico
che chiamiamo "la scuola". Se
parliamo del dopo, li troviamo
chiusi fuori dal lavoro. Sono
chiusi fuori dagli anziani che
non vogliono perdere i loro pri-
vilegi.
NELLA VERA VITA, questa
contrapposizione di universi,
giovani-anziani, non esiste, per-
ché i giovani sono i figli degli an-
ziani (come potrebbe esserci
una generazione successiva sen-
za legami con quella che prece-
de?). E dunque i giovani vengono
immaginati come frenati e osteg-
giati da padri e madri che sono
occupati e adeguatamente pen-
sionati, mentre vivono nella stes-
sa casa con i figli ingiustamente
esclusi dalla concorrenza sleale
dei genitori. Alcune settimane fa,
il prof. Mario Deaglio, scrivendo
sulla Stampa sosteneva che "i pre-
cari sono lavoratori cuscinetto
che assorbono i colpi della crisi e
forniscono un riparo ai più sicu-
ri" . E concludeva: "Le due parti
del Paese non si conoscono". È
una descrizione suggestiva, ma
ovviamente non vera che copre
un fatto semplice e tremendo: il
lavoro non c'è, è stato "tagliato",
così come per gli stessi giovani,
in cammino verso il futuro, è sta-
ta tagliata (ovvero immensamen-
te declassata) la scuola e la ricer-
ca. Il prof. Deaglio non è solo.
guenti punti (Il Corriere della Sera,
10 maggio): 1) “L'età media degli
italiani è la terza più alta al mon-
do. Se le riforme che favoriscono
i giovani richiedono qualche sa-
crificio agli adulti, è difficile che
siano sostenute dai partiti".
2) “La famiglia è diventata il mec-
canismo di protezione dei giova-
ni. La loro sopravvivenza è assi-
curata, il dinamismo e il futuro
no”.
3) “Bisogna riformare radical-
mente il mercato del lavoro abo-
lendo la separazione fra contratti
a tempo determinato e indeter-
minato, sostituendolo con garan-
zie che crescono con la anzianità
sul posto di lavoro”.
4) “Si deve sbloccare la geronto-
crazia che domina l'Italia. Per
esempio, perché non abbassare
a 16 o 17 anni l'età per votare o
porre dei limiti (esempio: 72 an-
ni) ai politici, ai burocrati, ai
membri dei consigli di ammini-
strazione delle società quota-
te?".
Prendo quest'ultimo punto. Sia-
mo sicuri che siano in questo
elenco (per esempio nei membri
anziani dei consigli di ammini-
strazione) le controparti che
bloccano il futuro dei giovani?
Pensate davvero che sia l'età a im-
pedire a questo Parlamento ita-
liano di legiferare in modo da
aprire il futuro ai giovani? Il mi-
nistro Gelmini ha fatto, da giova-
ne, la peggiore riforma della
scuola che ci si potesse aspetta-
re; il giovane ministro degli Este-
ri va e viene dall'isola di Santa Lu-
cia (mentre il mondo si incendia)
per tentare di danneggiare il pre-
sidente della Camera; il giovane
ministro della Giustizia ha lascia-
to le carceri in condizioni disu-
mane, e si dedica anima e corpo
alle intercettazioni che disturba-
sono passati per il Lingotto. Andrea Bajani, scrittore einaudiano, ha
e giovanissimi tunisini che, in Marchionne) che comunque deciso che quest’anno non avrebbe presentato libri
pieno dramma del Nordafrica, quegli "anziani" (che poi sono i “suppostamente per ragazzi”. Ha formato un gruppo di lavoro con
erano arrivati a Lampedusa gri- genitori) sono in uscita, che il lo-
16 studenti tra i 15 e 18 anni delle scuole superiori torinesi – dai licei
dando "Viva l'Italia" (e, come in- ro lavoro non c'è più e che il pro-
segna l'America, il loro contribu- blema non è di smontare un mon- agli istituti tecnici – e li ha fatti parlare per tre mesi. Scopo del
to al risveglio auspicato dai due do finito, ma di montarne uno, “laboratorio di coscienza” era individuare 15 parole chiave che
studiosi sarebbe stato rilevante). decente e vivibile, per chi viene identificano il nostro tempo su cui poi confrontarsi al Salone con
Nessuno di questi ministri, e po- dopo, in condizioni fortemente autori, giornalisti, artisti. Ce n’è una che attira immediatamente
litici e presidenti di commissio- sfavorevoli, comunque profon- l’attenzione: “Poverini”. Ma a chi si riferisce? “Dovessi scrivere un
ne di ogni età ha legiferato in al- damente cambiate, nel mondo saggio sugli italiani, sarebbe un saggio sul poverinismo”, spiega
cun modo sul lavoro non per ra- del lavoro. Perché camuffare ciò Bajani. E racconta che la scelta nasce da un’analisi dei vizi degli
gioni generazionali, ma per ra- che è sotto gli occhi di tutti? I gio- italiani. Le loro (anzi, le nostre) posture sono il vittimismo, la lagna,
gioni di cattiva politica che dei vani sembrano troppi per la il paternalismo. Dicono i ragazzi: ci indigniamo per i gommoni
giovani non sa cosa fare, tranne scuola (classi superaffollate da carichi di dolore che sbarcano sulle spiagge di una ipotetica
che nel mondo dello spettacolo. bambini e niente posti di ricerca salvezza e poi quel dolore lo andiamo a bombardare. Poi c’è
per i più qualificati alla fine del “pantano” e l’ha trovata Giorgia, 15 anni: attorno al mondo degli
PURTROPPO PERÒ il cuore percorso) e troppo pochi per il adolescenti tutto è immobile, “non riusciamo a muoverci”. C’è un
della proposta Alesina-Giavazzi è mondo del lavoro. Non contri- filo conduttore che lega queste sensazioni cupe e incerte e ha
buiranno mai abbastanza, si dice,
portato ad altre voci: “Impedimento”, “svolta”, “resistenza”. Si
per le pensioni degli anziani. Me-
La tentazione del no che mai per le proprie. Ma sul fanno molte chiacchiere, su molti temi, ma poi non succede nulla.
posto di lavoro si sommano due Come se un gas immobilizzante ci imprigionasse. Andando a
governo è evidente: politiche: il governo xenofobo cercare la parola “svolta”, gli studenti hanno guardato dentro i
blocca e caccia e perseguita i non vuoti e le occasioni mancate della storia patria come Tangentopoli,
eliminare i italiani. E gli italiani vengono fatti che scoperchiando il vaso di Pandora avrebbe dovuto restituirci un
lavoratori “di girare dentro piccole posizioni Paese migliore. Invece è stato l’opposto. L’orizzonte dei ragazzi è
precarie senza alcuna garanzia, e fosco: “Mi viene in mente”, continua Bajani, “Joseph Conrad che
vecchio tipo” e fare con una tendenza ad aumentare nella ‘Linea d’ombra’ affida il comando di una nave a un ragazzo.
sempre di più la distanza tra le Chi lo farebbe oggi?”. Ed è vero, ormai due generazioni sono al palo
spazio a un mercato persone e il lavoro. C'entrano gli e non riescono a stringere alleanze, a elaborare strategie: quando
"anziani" con il loro contrattino sarà il loro (il nostro) turno, saranno vecchi, soprattutto, già
giovane, senza "privilegiato"? La tendenza sem- superati. “Relativo” invece nasce dalla constatazione lucida di un
tutele né garanzie, bra ovvia: eliminare i lavoratori fatto: non esiste nessuna verità. Quel che si dice un giorno viene
"di vecchio tipo" e fare spazio per smentito nel giro di 24 ore e i punti di riferimento vanno a farsi
ognuno da solo, un agile mercato del lavoro gio-
benedire. Però, oltre l’inquietudine di un presente fangoso e
vane, senza garanzie, senza tute-
tavolo per tavolo e le, ognuno da solo, tavolo per ta- inconcludente, c’è lo sguardo che l’età degli studenti del Bookstock
volo e giorno per giorno. Il do- rischiara. Perché ci sono anche parole come “resistenza”,
giorno per giorno po-giovani è già cominciato. “r ivoluzione”, “fiducia”. “Rivoluzione” è l’ultimo lascito di un
grande vecchio, Mario Monicelli, ce
Il regista Mario Monicelli. A sinistra, il ministro Mariastella Gelmini. Sotto l’ex sindaco di Bologna Flavio Delbono (FOTO ANSA) l’ha affidato prima di chiudere la
porta. Ed è un’eredità,
evidentemente, raccolta. Resistere a
cosa? Alla fatica quotidiana: sono i
primi che hanno genitori i cui lavori
cominciano a vacillare. Poi c’è
“femminile”: un aggettivo che divide
ancora, maschi e femmine, nella
percezione delle discriminazioni. E
“bellezza”: “È ciò che ha più unito,
commosso, coinvolto. Tutte le volte
che spedivo ai ragazzi una poesia,
sentivo la loro partecipazione”. Tra
alcune sorprendenti parole condivise,
ce ne sono altre che “avrebbero
bisogno di un percorso di
riabilitazione”. Una per tutti:
“Politica”. Fino a non molto tempo fa
era il passepartout per “cambiare il
mondo”. Oggi è un insulto.

A Bologna la
No sindaco, consultazione su
come ripartire i
Statuto comunale alcun elemen-
to per una simile soluzione.

TANTO PIÙ che – durante il

ste indecenti di bavaglio a libertà
di insegnamento, ribadisce la vo-
lontà di zittire i docenti: “Soprat-
tutto in Emilia Romagna ci sono

no referendum fondi alla scuola

di Marina Boscaino
a domanda è: i cittadini ri-
con l’interruzione del mandato
dell’ex sindaco.
dell’infanzia è stata
commissariamento del comune
– Annamaria Cancellieri, oltre ad
aver rinnovato le suddette con-
venzioni, ha deliberato su que-
stioni altrettanto significative:
troppi prof. della Cgil che fanno
propaganda politica”. E – qualo-
ra i vituperi del Capo sul tratta-
mento da riservare ai docenti
che “inculcano” principi contra-
bloccata dal non ultima l’introduzione di una ri a quelli delle famiglie non fos-
posizione solleva contro chi, cri- tassa di 250 euro per l’iscrizione sero stati abbastanza chiari – ec-
Commissario: ticando l’erogazione di fondi sta- alla scuola dell’infanzia comuna- co la proposta di una sospensio-

L
mangono tali – e cioè con-
tinuano a poter/dovere
esercitare la propria citta-
dinanza – anche se non c’è il
consiglio comunale? La risposta
dovrebbe essere scontata. Non
sono previste deroghe a quell’e-
sercizio.
EPPURE A BOLOGNA –
commissariata per le note vicen-
de legate al nome di Delbono, di-
messosi a gennaio del 2010 e
condannato lo scorso febbraio a
19 mesi di reclusione per pecu-
lato, truffa aggravata, intralcio al-
la giustizia e induzione a rilascia-
re false dichiarazioni – quelle
prerogative sembrano decadute
I fatti. Il Comitato art. 33 – un pe-
ricoloso manipolo di vetero-no-
stalgici, che ancora determina la
propria identità attraverso –
pensate! – un articolo della Co-
stituzione repubblicana, dedica-
to alla scuola pubblica, quello
che al terzo comma recita “Enti e
privati hanno il diritto di istituire
scuole ed istituti di educazione,
senza oneri per lo Stato” – in se-
guito al rinnovo nel gennaio
2010 da parte del consiglio co-
munale delle convenzioni con le
scuole dell’infanzia paritarie pri-
vate, cui sono state destinate ri-
sorse pari a 1.055.000 euro –
promuove un referendum con-
sultivo, improntato, oltre che al
buon senso, al dettato del sud-
improcedibile fino
all’insediamento del
nuovo consiglio
comunale
detto articolo della Carta. “Quali
delle seguenti proposte ritieni
più idonea per migliorare la qua-
lità della scuola dell’infanzia? 1)
destinare tutti i fondi disponibili
alle scuole comunali 2) destina-
re fondi alle scuole paritarie pri-
vate”.
Si badi bene: si tratta di fondi co-
munali. Nulla potrebbero le
obiezioni che una parte dell’op-
tali alle scuole paritarie, dimen-
tica che in quelle sono incluse le
scuole comunali. La familiarità
della Giunta bolognese con que-
sto stravagante tipo di finanzia-
mento è antica: fu inaugurato nel
’95 dal sindaco Vitali, vicesinda-
co proprio Delbono. La sorpresa
non è tanto nella richiesta del co-
mitato promotore, quanto nella
strabiliante risposta del Comita-
to garante e del commissario
Cancellieri: il quesito è improce-
dibile; viene dichiarato sospeso
fino all’insediamento del nuovo
consiglio comunale. Per la cele-
brazione del referendum e per
una determinazione nel merito
occorrerà dunque attendere
tempi biblici. Non esiste nello
le, per un totale di 750 mila an-
nui. È comprensibile che la que-
stione sia particolarmente scot-
tante durante una campagna
elettorale amministrativa che ha
tutte le caratteristiche della di-
mensione nazionale. Ma cosa sta
succedendo all’Emilia Roma-
gna, laboratorio di polarizzazio-
ni? Quella previsione costituzio-
nale dell’art. 33 è paradigma di
pluralismo culturale e libertà di
insegnamento, considerati dai
costituenti l’essenza stessa, a dif-
ferenza della scuola privata, del-
la scuola della Repubblica. In
questi giorni proprio un bolo-
gnese, sebbene della provincia,
Fabio Garagnani, responsabile
scuola del Pdl, habitué di propo-
ne fino a 90 gg per i prof. sgraditi
alle famiglie, improvvisate dela-
trici al dirigente delle malefatte
del comunista in cattedra. E Ga-
ragnani, che non sa stare con le
mani in mano, propone un’ulte-
riore modifica al Testo Unico sul-
la scuola del ’94, specificando
che l’insegnamento della religio-
ne cattolica non può essere con-
siderato “semplicemente studio
della storia delle religioni”. Il
commissariato Comune di Bolo-
gna si porta avanti con i lavori,
favorendo senza infingimenti le
scuole dell’infanzia paritarie,
notoriamente in prevalenza con-
fessionali. Il futuro della laicità
come principio fondante di que-
sto Paese non è affatto scontato.
Domenica 15 maggio 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

MAIL BOX A DOMANDA RISPONDO

Furio Colombo

La Moratti cerca
i voti di Grillo
Il colpo basso della Moratti a Pi-
sapia è certamente un segno di
insicurezza e paura tra le file del
centrodestra, ma ciò che mi ha
maggiormente convinto di que-
sto stato di emergenza a destra è
stato un altro faccia a faccia, ben
diverso da quello già citato fra la
Moratti e Pisapia. Mi riferisco al-
l’incontro fra la Moratti e il can-
didato del Movimento 5 Stelle di
Grillo: Mattia Calise. È sotto gli
occhi di tutti che la Moratti, co-
me un cobra incantatore, sta
cercando in tutti i modi di tirare
acqua al proprio mulino andan-
do a pescare anche tra le file dei
Grillini. La cosa che mi spaventa
è che il giovane candidato del
Movimento 5 stelle sembra stia
cedendo a queste lusinghe e che
forse il suo piccolo tesoretto di
voti potrebbe essere determi-
nante per l’esito di queste ele-
zioni su Milano. Possibile che il
Movimento 5 Stelle che critica
tutti e pone tutta la politica sullo
stesso piano possa, per il mede-
simo motivo, allearsi con chiun-
que? Il candidato Mattia Calise
ha commentato l’attacco della
Moratti verso Pisapia con una
frase che mi ha lasciato perples-
so: “È stata strategia politica”, mi
chiedo se questa “strategia po-
litica” possa giustificare un cla-
moroso sostegno dei militanti
del Movimento 5 Stelle alla Mo-
ratti.
Nicola Zurlo
La moderazione
e il “metodo Boffo”
La signora Milly Moratti nel con-
dannare “il metodo Boffo” usato
da sua cognata Letizia, le ha con-
cesso la giustificazione di essere
stata forse informata male. La
tempistica dell’intervento della
signora Letizia Moratti nel dibat-
tito televisivo su Sky con il can-
didato Giuliano Pisapia dimostra
invece inequivocabilmente che
essa era perfettamente consa-
pevole di dire una cosa falsa. In-
fatti se avesse avuto in mano una
notizia vera e inoppugnabile l’a-
vrebbe usata subito all’inizio del-
la trasmissione per mettere im-
LA VIGNETTA
mediatamente ko l’avversario;
l’avere invece usato questa falsa
notizia all’ultimo minuto della
trasmissione, quando l’avversa-
rio non poteva più replicare, è la
riprova che era perfettamente
cosciente di dire una falsità.
Questa è la signorilità e la mo-
derazione di chi vorrebbe rap-
presentare la buona borghesia
milanese.
Franco Terzi
Berlusconi
e il giudice a Berlino
Ieri ho potuto sentire alla radio
la “rielaborazione” storica del-
l’aneddoto del “mugnaio di Pot-
sdam” fatta da Berlusconi nel co-
mizio di Napoli. Dunque: c’era
questo mugnaio che essendo
stato “condannato da un giudice
locale” si rivolse a un “giudice a
Berlino”, che altri non era che
“l’imperatore di Prussia Federi-
co secondo”, che gli diede ragio-
ne e soddisfazione “facendo in-
carcerare tutti i giudici” e così il
mugnaio visse libero felice e con-
tento. Il mugnaio (ammesso che
veramente sia esistito) non ven-
ne in realtà né condannato né in-
carcerato: semplicemente si op-
poneva all’esproprio e demoli-
zione del proprio mulino per la
costruzione del castello reale di
Sansouci da parte del re di Prus-
sia (non è mai esistito un impero
di Prussia). Un giudice di Berlino
diede ragione al mugnaio a disca-
pito del re e il mulino rimase do-
ve era (potrebbe essere quello
oggi visibile presso il castello). L’
aneddoto in realtà è espressione
dell’ideologia illuminista della
separazione e autonomia del
potere giudiziario da quello po-
litico, il primo posto a garanzia di
tutti i cittadini da eventuali abusi
e prevaricazioni del secondo
(proprio ciò a cui Berlusconi ha
deciso di muovere guerra). Ma
forse Berlusconi, promettendo
poco dopo che le case abusive
non verranno demolite, voleva
forse dire che il mulino di Pot-
sdam era abusivo e che perciò
non doveva essere demolito.
Antonio Usala
Diritto di Replica
Incredibile, il FQ non conosce a
sufficienza gli atti di un procedi-
mento giudiziario! Nella speran-
za di chiudere una polemica or-
mai stantìa su fatti di quasi tren-
t’anni orsono, ci si vede costretti
a ribadire che nella vicenda re-
7 MARONI:
LE SUE PRIGIONI
aro Colombo, mentre scrivo (12 detenzione voluto da Maroni. Prima, ti raccontano,
C maggio, ore 13) vedo sul televisore
il ministro italiano (si fa per dire, lui è
era un brutto e squallido campo di accoglienza
dove venivano mandati, da Lampedusa o da altri
della Padania) dell’Interno che va o punti di sbarco, anche mille migranti alla volta,
viene da qualche incontro europeo e detti “clandestini” perché hanno commesso il
dice: “È inutile che facciano finta di non reato di non morire in mare. Era una tendopoli del
sentire. Qui ci vuole il pattugliamento tutto inadeguata al numero di persone gettate
congiunto. Lo promettono sempre ma dentro, al punto che tende da cinque persone
restiamo sempre da soli a combattere i dovevano essere usate per quattordici o quindici
clandestini”. Ma in che tempo, in che migranti. Ma i volontari potevano entrare, portare
luogo, in che Europa vive questo Maroni? acqua (manca sempre acqua in questi posti) e
Altiero protestare per soli 30 bagni chimici a disposizione
di mille persone. Allora il ministro dell’Interno, che
IL TEMPO è quello della Lega, cioè secoli non passerà inosservato nei libri di storia, quando
fa. Il luogo è un’Europa che dà alla Lega l’Italia tornerà normale e civile, ha cambiato, da un
continuamente torto perché non può condividere il giorno all’altro, lo status del Campo. Di colpo, e
minimo spazio mentale di piccoli uomini come senza alcuna modifica, tranne il filo spinato e i
Maroni che hanno poche idee fisse nel loro frammenti di vetro sui muri, per rendere l’accesso
angusto orizzonte: tutti gli uomini e le donne e i invalicabile, il Centro di Accoglienza di Santa Maria
bambini in mare in cerca di salvezza sono Capua Vetere è diventato un Centro di
clandestini. Essere clandestini è un reato Identificazione e di espulsione, cioè una prigione
(inventato da Maroni e cancellato dall'Europa). E senza regole, senza servizio medico e senza
tutti i clandestini vanno rigettati in mare (finora personale carcerario specializzato. Soltanto
Maroni ha avuto un certo successo, ma non soldati e polizia in tenuta da guerra, turni
dovrebbe gloriarsene) oppure rinchiusi in attesa di massacranti e nessun training per questo tipo di
espulsione. Interessante il frammento televisivo attività. Immediatamente è stato vietato ogni
descritto dal lettore: in esso Maroni ammette che accesso. I volontari e i mediatori, gli interpreti e
l’Europa ha promesso pattugliamenti congiunti in ogni altro tipo di personale umanitario, sono stati
mare (congiunti con chi?). Ascoltiamolo bene. Il cacciati e tenuti lontani, e a nessuno è dato il
discorso di Maroni è privo di senso (pattugliamenti permesso di accedere e di verificare. Come sapete
in mare a caccia di “clandestini” durante una questo tipo di visita è un privilegio dei
guerra, mentre i profughi muoiono a centinaia in parlamentari. Però Maroni non ha problemi a
mare?). L’Europa nega di avere mai fatto una renderlo impossibile, violando la Costituzione. È
simile promessa che, infatti, è impossibile. In accaduto all’on. Sarubbi e a me, a Lampedusa, il 4
guerra si può solo cercare di salvare. Respingere è aprile, senza alcuna scusa o giustificazione, solo
ancora più disumano della guerra stessa. Ma ecco violazione della legge. Ma in questa sprezzante
che cosa si viene a sapere lo stesso giorno, a aggressività, oltre la campagna elettorale, c’è una
proposito delle buone azioni italiane in tempo di logica: rendere l’Italia odiosa e indesiderabile per i
guerra, e del suo buon ministro dell’Interno. Si migranti, attraverso maltrattamenti
viene a sapere del Lager di Santa Maria Capua deliberatamente umilianti e disumani. Ci stiamo
Vetere, che sta diventando, tra i volontari che preparando un ponte per il futuro con il Nordafrica
assistono o tentano di assistere gli immigrati, una libero e democratico che sta per venire e che non
vera storia di orrore. Ho usato la parola Lager non dimenticherà.
per accentuare la mia nota e continua polemica
con la Lega di Bossi e di Maroni. “Lager” è Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
esattamente la parola che i gruppi che si occupano 00193 Roma, via Valadier n. 42
di immigrati usano per dire com’è il luogo di lettere@ilfattoquotidiano.it
accertato che il contributo vi era “intrinsecamente attendibili”, ma ha trovato sostanziale conferma,
stato, ma non certo che fosse ha stabilito che il reato “risulta pur nella diversità di taluni
stato illecito. Come i cittadini estinto per intervenuta marginali elementi circostanziali,
pugliesi ben sanno, comunque, la prescrizione”, dunque c’era ‘hinc et inde’ riferiti, nella leale
deriva criminale delle aziende (altrimenti non si capisce che cosa dichiarazione dell’on. Massimo
sanitarie del Cavallari fu di gran si sia prescritto). Il gip Concetta D’Alema, segretario regionale pro
lunga successiva all’erogazione Rossi, il 25 giugno 1995, tempore del Pci”. A casa nostra,
del predetto contributo, e anni archiviando l’indagine su D’Alema quando un giudice scrive “illecito
dopo fu proprio il Pci a denun- (che dunque era sotto inchiesta), finanziamento”, significa che sta
ciare per primo i rapporti del- scrive: “Il reato è estinto per parlando di un reato. Chissà che
l’imprenditore con la criminalità intervenuta prescrizione”, dunque cosa significa in casa dell’on.
organizzata, provocando l’avvio il reato c’era stato: “Non v’è D’Alema.
dell’inchiesta giudiziaria. dubbio – scrive il giudice – che le FQ

IL FATTO di ieri15 maggio 1935 lativa a un contributo versato nel

1985 al PCI pugliese in occasio-
Ufficio stampa di Massimo D’Alema accuse formulate dal Cavallari nei
confronti dei politici appaiono
Manifesto dell’estetica staliniana, il metrò di Mosca, tra i ne di una Festa de L’Unità dal sig. Incredibile! L’ufficio stampa intrinsecamente attendibili… Uno
più sontuosi del mondo, come era nelle intenzioni dei capi Francesco Cavallari, l’on. Massi- dell’on. D’Alema non sa leggere. degli episodi di illecito
mo D’Alema non è mai stato im- Intanto la “polemica stantia” l’ha finanziamento riferiti dal Cavallari IL FATTO QUOTIDIANO
del Politburo, è vero “topos” architettonico del socrealizm.
putato di alcun reato (e dunque avviata l’on. D’Alema, inviando (corresponsione di un contributo via Valadier n. 42 - 00193 Roma
Una cattedrale sotterranea inaugurata in gran pompa il 15 non ha beneficiato di alcuna pre- l’altroieri una smentita che non di lire 20 milioni in favore del Pci) lettere@ilfattoquotidiano.it
maggio ‘35, affidata al gotha degli architetti scrizione) e non risulta neppure poteva smentire nulla perché
post-costruttivisti e destinata a glorificare la vita essere stato formalmente inda- abbiamo scritto la pura verità. Il
quotidiana dell’“homo novus” sovietico. Liquidate le gato. Il suddetto contributo, pe- “contributo” di Cavallari non fu
estrose esperienze urbanistiche di Mendelsohn e Le Direttore responsabile
raltro, era assolutamente lecito, versato “al Pci pugliese in
Corbusier, la subway moscovita si ispirerà a canoni come precisato dall’on. D’Ale- occasione di una festa dell’Unità”, Antonio Padellaro
vetero-classicisti, diventando simbolo della nuova ma nelle dichiarazioni rese spon- ma personalmente a D’Alema Vicedirettore Marco Travaglio
“architettura parlante”, messaggio scenografico ad uso del taneamente all’Autorità giudi- durante una cena a casa dello
ziaria nel 1994. Non a caso, nella stesso Cavallari, già noto in quel Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
mito staliniano. “Emozionante e radiosa”, secondo gli
richiesta di archiviazione del periodo per aver travestito da Progetto grafico Paolo Residori
slogan di propaganda, come apparirà nei suoi graniti,
stucchi e marmi preziosi, nelle sue vetrate iridescenti, nei procedimento i pm hanno esclu- infermieri-sindacalisti delle sue Redazione
so di avere “accertato” reati (co- cliniche alcuni esponenti del clan 00193 Roma , Via Valadier n°42
mosaici e alabastri dagli effetti di luce rosata filtrante dai tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
cristalli delle cupole. E nelle sue stazioni decorate con me inesattamente scrive FQ), mafioso Capriati, per far
avendo viceversa ritenuto su- malmenare i sindacalisti della Cgil e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
bassorilievi a tema, inneggianti all’epopea della rivoluzione sito: www.ilfattoquotidiano.it
perfluo, dato il tempo trascorso, che osavano scioperare contro le
e alla lunga marcia del proletariato. Fiore all’occhiello del “ogni ulteriore accertamento in violazioni dei diritti dei lavoratori. Editoriale il Fatto S.p.A.
“Plan rekonstrukii” del ’35, l’underground di Mosca, è oggi, ordine alla loro effettiva sussi- Quanto alla “liceità” del Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
con i suoi 300 kilometri, 200 stazioni e 8 milioni di stenza (o insussistenza)”. In- contributo, non registrato a Presidente e Amministratore delegato
passeggeri al giorno, la sotterranea tra le più somma, grazie a quella che il Gip bilancio né da Cavallari né dal Pci, Giorgio Poidomani
all’avanguardia del mondo. ha definito “la leale collabora- la Procura ha ritenuto le Consiglio di Amministrazione
Giovanna Gabrielli zione dell’on. D’Alema”, fu solo dichiarazioni di Cavallari Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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