La responsabilità penale è personale, ma D’Alema non
ha nulla da dire sugli indagati politicamente a lui vicini?y(7HC0D7*KSTKKQ(
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Sabato 2 luglio 2011 – Anno 3 – n° 156
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
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IL GOVERNO SALVA TELECOM
E LA7 ROMPE CON SANTORO
Martedì scorso il governo toglie il controllo della rete
telefonica alla compagnia. Giovedì salta l’accordo
con il giornalista e, miracolo, il progetto non c’è più
Tutto finto
di Antonio Padellaro
dc
a finta manovra econo-
L Scarcerato.
mica per evitarci la fine
della Grecia che riman-
da tutto al 2014 e dun-
que saranno cavoli di un altro
governo. I finti tagli alla casta
e ai Suv. La finta soddisfazio-
ne di Tremonti che risponde
alle finte domande dei tele-
giornalisti. Il finto decreto
per salvare Napoli, così finto
che Napolitano nel firmarlo
ne pretende uno vero. La fin-
ta elezione del finto segreta-
rio del Pdl che ispira a Ber-
sani una battuta finalmente
riuscita su Alfano “segretario
di Berlusconi”. La finta trat-
tativa di La7 con Michele San-
toro la cui finzione dura fino
al termine dei lunghi conci-
liaboli, quando il giornalista
pone il vero interrogativo.
“Ma voi lo volete fare questo
programma o no?”.
Lo ha insegnato Machiavelli
che finzione e politica cam-
minano a braccetto. Che il
Principe deve fingere di stare
ai patti, pronto però a rom-
perli quando più non con-
venga rispettarli. Il raggiro,
la frode, la morte, tutto sarà
lecito purché sia salvo il po-
tere. Quello è il dramma alto
del comando che persegue il
fine con qualunque mezzo.
Ma quando sulla scena del
governo si agitano mezze fi-
gure balbettanti mezze veri-
tà, allora siamo nella farsa più
insopportabile. Passi per la
nomina di Alfano, poiché in
un finto partito si può essere
obbligati a guadagnarsi la pa-
ghetta spellandosi le mani
negli evviva, e peggio per lo-
ro. Ma giocare con i conti
pubblici mentre le agenzie di
rating suonano l’allarme, o
abbandonare per turpi moti-
vi una grande metropoli nel
più completo disastro am-
bientale non ha giustificazio-
ni. Prendono in giro il Paese,
ma quando li cacceranno via
sarà tutto vero.
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Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
La banda degli onesti
di Marco Travaglio
F
inalmente il gran giorno è arrivato: Angelino
Jolie è diventato segretario (B. avrebbe
preferito una segretaria, ma le candidate sono
tutte impegnate a sfuggire alla
Buoncostume). I suoi margini di autonomia sono
piuttosto ristretti, viste le curiose procedure
dell’investitura: prima l’ha nominato B., poi l’ha
eletto per acclamazione il Consiglio nazionale del
Pdl, dove nessuno lo voleva dunque l’han votato
tutti. Ma la sua missione è immane: un’impresa che
ricorda quella degli studenti somari che, una volta
bocciati, tentano di recuperare due o tre anni in uno
non essendo riusciti a farne uno in uno. Angelino
Lo stupro che non c’è
Per l’azienda
guidata da Bernabè
però non se ne rende conto, infatti ieri era più felice
del solito di essere Angelino. Più gaudioso di lui solo
il Cainano, che non vedeva l’ora di sbolognargli un
il controllo dei cavi
STRAUSS-KAHN, CROLLA L’ACCUSA è più importante
dello share, non può
partito in fase terminale, metà defunto e metà
inseguito dalla gendarmeria: “Figliolo, tra poco tutto
questo sarà tuo...”. E Jolie, ignaro, giù a ridere.
Siccome il suo eloquio è aria fritta, e la fisiognomica
rischiare di dar noia
Restituita ha la sua importanza, molti presenti in sala son
la cauzione
da un milione
all’esecutivo rimasti colpiti soprattutto da quell’ombra di
ricrescita pilifera che ornava il suo capino non più
di dollari. Ma il destino implume, ma impreziosito da uno strato vaporoso,
Le accuse del conduttore quasi etereo di lanugine. Licheni? Muffa? Saggina?
di stupro crollano.
Un nido di rondini inopinatamente planato fin lassù?
In attesa resta incerto pag. 2 - 3 z I maligni assicurano che Jolie abbia ritentato con
di giudizio
Strauss-Kahn l’ennesimo trapianto, come suggerito a suo tempo
è (quasi) dal Cavaliere bitumato, per dotarsi di una chioma
riabilitato. più acconcia al prestigioso incarico. Ecco dov’era
E a Parigi
c’è chi lo vuole
CATTIVERIE finito, negli ultimi tempi: si stava guadagnando
l’investitura con una full immersion dal tricologo,
ancora all’Eliseo Scapagnini, medico di B.: “Il
perché anche l’occhio vuole la sua parte e Jolie vuol
(FOTO ANSA)
premier può fare sesso cinque
volte al giorno”. Batterie non essere ancora più Jolie. I precedenti erano tutt’altro
incoraggianti: ogni reimpianto pilifero era
Vitaliano pag. 12 - 13 z incluse (demerzelev www.spinoza.it)
miseramente naufragato. Non solo i magistrati, ma
pure i capelli finti disobbedivano al Guardasigilli,
che ogni mattina mestamente li raccoglieva a mazzi
PDL x Berlusconi lo fa eleggere per acclamazione e lui si prende sul serio sul cuscino e nel lavandino. Ma lì era ancora un
semplice ministro. “Adesso – si è detto fra sé e sé –
“Voglio il partito degli onesti”
voglio un po’ vedere se oseranno staccarsi un’altra
volta appena impiantati e precipitare al suolo a rotta
di collo, ora che sono il Segretario”. Così è tornato
speranzoso dal tricologo, che ha fatto il miracolo: al
posto del solito ovetto sberluccicante e
Alfano parla e tutti ridono
catarifrangente, sul cocuzzolo martoriato
dall’alopecia è spuntata una piccola siepe che
ricorda, almeno da lontano, alcune piante
ornamentali da giardino pensile, tipo il pittòsporo,
“arbusto dicotiledone a foglia lucida, coriacea e
Papa (P4) plaude entusiasta. persistente”. Il guaio è che ogni mattina un apposito
giardiniere dovrà potare Angelino per dare regolarità
Bersani ironizza: “È il segretario alla siepina parietale ancora malcerta, sporadica,
del premier”. Di Pietro: maculata a pelle di leopardo. Quasi posticcia, come
incollata o peggio poggiata lì alla meglio, dunque
“Scelta da rispettare” esposta a ogni folata di vento. Ma almeno ieri
l’impalcatura ha retto. Un filino irrigidito per non
di Fabrizio d’Esposito perdere manco una foglia, Jolie ha sfoderato “il
santino della mia prima campagna elettorale”,
uditorium della Conciliazione, alle tredici e
“A quindici. L’Unto del Signore ha benedetto se-
gretario Alfano, ancora Guardasigilli ad personam, e
portatogli da papà in una teca per reliquie. Ha
mulinato la lingua come nemmeno Bondi: “Era il
'94: a 23 anni vidi in tv un Imprenditore che aveva il
i colonnelli del Pdl si alternano sul palco. pag. 4 z sole in tasca, sentii un jingle, credetti in quell’Uomo e
Silvio Berlusconi e Angelino Alfano al Consiglio nazionale del Pdl (FOTO DLM) in quella musica, in quel progetto di società dove chi
ha talento e merito deve farsi avanti”. Sotto il palco,
Udi Vincenzo Iurillo Udi M. Lillo e F. Sansa la Minetti si sentiva chiamata in causa e plaudiva
INEQUILIBRIO xIv edizione
NAPOLITANO: “K. MARINI”
giuliva. Gli ex coordinatori Verdini e La Russa,
Gatto&Volpe, guardavano il Bugs Bunny della
1-10 luglio 2011 Trinacria senza muovere un muscolo, appena un
festival
della nuova scena
Castiglioncello
Rosignano Solvay
Castellina Marittima
IL DL RIFIUTI E IL PIZZINO filo di bava verde agli angoli della bocca, pronti a
tra teatro disossarlo alla prima occasione. Attimi di gelo
e danza
Guardistallo
Castagneto Carducci NON BASTA CHE SCOTTA quando il Segretario ha invitato i presenti a versare
Artimbanco AttoDue Babilonia Teatri Michele Bandini
a bocciatura del decreto truffa Marini 20.000”. Il fo- le quote mensili, perché il Cainano è stufo di
David Batignani Beat 72 Stefano Bollani e David Riondino
Cà luogo d’arte Massimiliano Civica Collettivo Cinetico
Veronica Cruciani Disorienta Egumteatro Simone Faloppa
Matteo Fantoni Fosca Gli Omini gruppo nanou
I Sacchi di Sabbia Kinkaleri La Macana lacasadargilla
Lcostringe
di B. per i rifiuti di Napoli, che “K. glietto che angoscia il
la Campania a cercare Pd continua a colpire. Dopo il
mantenerli tutti: alla parola “pagare”, qualcuno
metteva mano alla fondina come un anno fa,
Le Supplici Malebolge Peppino Mazzotta MK
Michela Minguzzi Nerval Teatro Officine Dioniso quando Fini li minacciò con la parola “legalità”. Ma
Orchestrina Gli Amanti del Taglio e Cucito + Bobo Rondelli in primis accordi con le regioni responsabile nazionale del era un attimo. Poi di nuovo applausi scroscianti,
Piccoli Principi public in private Punta Corsara
Schola Cantorum Virgilio Sieni Teatro dell’Elce
Teatro Gioco Vita Teatro Sotterraneo
limitrofe, proprio quelle che han- partito (ora dimesso) per il tra- quando Jolie ha chiamato a raccolta “il partito degli
info Armunia:
no serie difficoltà nell’accoglier- sporto aereo, Franco Pronza- onesti”: in prima fila, a spellarsi le mani, Alfonso
Castello Pasquini, Piazza della Vittoria, Castiglioncello (LI)
tel. 0586.754202 / 759021 www.armunia.eu ne la spazzatura, porta la firma di to, adesso tocca (forse) alla go- Papa e Nick Cosentino. Chiaro che stava parlando di
Giorgio Napolitano. pag. 6 z vernatrice umbra. pag. 5 z loro.
pagina 2

I
REGIME

l finanziamento dell’infrastruttura in
Leggi a confronto grado di supportare la banda larga
di internet nel nostro Paese (con
una connessione superiore ai 30 mega al
Il provvedimento secondo, e pari ai 100 mega al secondo per
almeno metà di questa), è stata la spada di
Damocle che Telecom si è vista sulla testa
scompare in 48 ore dalla presentazione della prima bozza del
decreto di governo sulla manovra finanziaria
fino a giovedì sera. Nella prima versione
fatta circolare nei giorni scorsi, infatti, il
testo all’articolo 29 prevedeva la creazione
di un’unica “infrastruttura nazionale di
telecomunicazione” creata anche grazie alla
“razionalizzazione, l’ammodernamento e il
coordinamento delle strutture esistenti”.
Questa la cornice, per cui chi possedeva le
infrastrutture in grado di supportare la
“rete nazionale” doveva renderle “aperte” a
tutti i soggetti. Dagli investimenti sulla rete,
anche quelli spesi in funzione di “apertura”
verso altri operatori, era scritto nella
medesima bozza, non dovevano “derivare
oneri per il bilancio dello Stato”. Così

RICATTO DI GOVERNO
Nel giorno del no a Santoro, scompare dalla manovra
una norma ammazza-Telecom sulla rete telefonica
di Giorgio Meletti me voci, il titolo di La7 crebbe ni, tasse e finte rivoluzioni libe- aprire il mercato e le connessio- dal testo della manovra quei pas-
e Carlo Tecce in un giorno del 20%; l’altroieri, rali e liberiste. In un articolo del ni veloci imponendo “obblighi saggi – “la razionalizzazione,
al niet, ha perso il 4 e ieri il 3). provvedimento, a sorpresa, si di servizio universale”. l’obbligo di diritto universale” –
a metafora di Giovanni Martedì scorso, l’ultimo incon- materializza il conflitto d’inte-

L
Stella, confezionata un
mese fa per il Fatto, annun-
ciava la discesa in campo
(televisivo) di Telecom: io
aspetto paziente sotto il bana-
no-Rai che ne scendano i maca-
chi-conduttori. L’amministrato-
re delegato di Telecom Italia
Media rompeva il bipolarismo
di Rai e Mediaset: ecco, diceva,
La7 è disposta a prendersi il
gruppo di giornalisti che il ser-
vizio pubblico e il Biscione, per
motivi diversi ma di uguale ma-
trice (il Cavaliere), non voglio-
no e non possono permettersi.
Stava nascendo una televisione
tro tra l’inventore di Annozero e
il dirigente di La7 conosciuto
con il soprannome di “canaro”
per i suoi modi spicci ed effica-
ci fino al sadismo. E che succe-
de martedì, proprio quel gior-
no? Il governo scrive e riscrive e
infine diffonde la bozza di ma-
novra economica: tagli, pensio-
La prima bozza
Tremonti
prevede
ressi che Santoro ha denuncia-
to ieri nell’intervista al Fatto.
IL GOVERNO, se vuole, può
fare male a Telecom, la multina-
zionale proprietaria di La7. E
con una norma, infilata di sop-
piatto, Palazzo Chigi ha dimo-
strato come può farle male. La
bozza prevedeva un progetto
del ministero per lo Sviluppo
economico di Paolo Romani:
“Un piano di interesse nazionale
per il diritto di accesso a Inter-
net”. E come? “Mediante la ra-
zionalizzazione, la modernizza-
zione e l’ammodernamento del-
Tradotto: Telecom investe per
migliorare la sua struttura e poi
deve metterla a disposizione dei
concorrenti. Il governo di lievi e
dure sforbiciate, che spinge al-
l’infinito una correzione nel bi-
lancio statale da 47 miliardi di
euro, sentiva l’urgenza di ricor-
rere ai soldi della Cassa depositi
e prestiti per “finanziare il piano
nazionale su Internet”. Poche ri-
ghe nascondevano un possibile
esproprio del tesoro più sensi-
bile per i vertici di Telecom. L’i-
potesi dura due giorni, esatta-
mente 48 ore, fin quando ieri ac-
cadono due fatti all’apparenza
distanti ma forse strettamente
che minavano la stabilità patri-
moniale di Telecom e preoccu-
pavano i suoi azionisti (anche
stranieri). Anche se il numero
uno di Telecom Italia Franco
Bernabè giura che tra i due fatti
non c’è alcun nesso, e ribalta su
Santoro l’accusa di aver cercato
pretesti per far saltare la tratta-
tiva con La7, i casi sono due: o le
idee del ministro Romani e del
governo sono talmente labili da
evaporare nel breve volgere di
48 ore, oppure la rivoluzione te-
lematica di Berlusconi era un at-
to di forza, un segnale per inti-
morire La7.

all’apparenza poco controllabi-
le per il Silvio Berlusconi im-
prenditore e politico, ma estre-
mamente influenzabile per la
sua versione di capo del gover-
no. La trattativa con Michele
Santoro era chiusa, mancava un
tratto di penna: la firma (alle pri-
le strutture esistenti”. Parole
che l’impresa astruse e verbi incrociati per sot-
trarre a Telecom l’ultimo bene
“apra” a tutti invidiato da tutti i concorrenti:
la rete fisica, quella che porta il
la propria cavo telefonico in tutte le case e
gli uffici, eredità del monopolio
banda larga pubblico. Il governo pensava di
legati: La7 annuncia la fine di
qualsiasi negoziato con Santoro,
azzoppando così l’ipotesi terzo
polo televisivo; e, in contempo-
ranea, il governo cambia la nor-
ma, stravolge il suo “piano di in-
teresse nazionale per il diritto di
accesso a Internet” e cancella
PER CAPIRE DOV’È intrap-
polata la ragione è utile ricorda-
re che la Rai di centrodestra, in
trincea contro i giornalisti sgra-
diti dal Cavaliere, adesso comin-
cia a riflettere: forse è meglio
trattenere Santoro, forse Vieni via
con me era davvero importante,
forse Repor t è un prezioso setti-
manale d’inchiesta, forse Lucia

Telesantoro, ecco il progetto Annunziata è una figura profes-

IL NETWORK SI POGGERÀ SU UNA CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ E SU TV LOCALI
Michele Santoro a Bologna con “Tutti in piedi” (FOTO EMBLEMA)
M ichele Santoro l’ha detto chiaro ie-
ri nell’intervista al Fatto: “Sto lavo-
rando perché un programma come An-
nozero vada in onda dall’autunno ogni
settimana, come sempre: alla Rai, a La7
o su una multipiattaforma fra satellite,
streaming in rete e network di tv locali
sul digitale”. Non è una battuta. L’idea
della tv indipendente multipiattafor-
ma è al centro di fitti colloqui che ve-
dono protagonista soprattutto Sandro
Parenzo, patron di Telelombardia e
leader di una pattuglia di grosse tv re-
gionali pronte a giocarsi la partita per
reagire al declino imposto alle realtà
locali dalle politiche del digitale ter-
restre del governo Berlusconi.
“È UNA STRADA per tentare un
vero pluralismo, e per reagire all’attac-
co durissimo alle tv regionali che il go-
verno sta conducendo ormai da anni”,
spiega Boris Mugnai di Rtv38, tv leader
in Toscana.
Alla base del progetto c’è una conces-
sionaria di pubblicità televisiva poco
conosciuta, Publishare, che da qualche
tempo ha consorziato 18 tv regionali e
raccoglie per loro la pubblicità nazio-
nale. I numeri sono ancora piccoli, ma
i 10-12 milioni di pubblicità raccolta da
Publishare oggi rappresentano una
boccata d’ossigeno importante per
realtà gloriose dell’emittenza locale co-
me Telenorba in Puglia, Primocanale in
Liguria, Umbria tv o le stesse Telelom-
bardia e Rtv38.
Secondo Parenzo un’operazione incar-
dinata sul marchio Santoro può con-
sentire la raccolta di quei 20-30 milioni
di euro di pubblicità che servirebbero a
finanziare il nuovo canale televisivo.
In campo ci sono due ipotesi. La prima
è quella più classica: una società di pro-
duzione televisiva che distribuisca alle
tv regionali del circuito il contenuto
televisivo già vestito della sua pubbli-
cità per inserirlo ad arricchimento dei
loro palinsesti. L’esperimento di “Tutti
in piedi”, andato in onda lo scorso 17
giugno da Bologna, con Santoro e la
sorpresa Roberto Benigni, ha dato ri-
sultati incoraggianti. La raccolta pub-
blicitaria è stata dieci volte superiore a
quella di “Rai per una notte” dell’anno
scorso, nonostante un preavviso molto
inferiore. Per i sostenitori del progetto
questo è il segno che il mercato pub-
blicitario sta cambiando, e già da un
anno all’altro è maturata una maggiore
disponibilità degli inserzionisti per l’in-
novazione. Anche il risultato di pub-
blico è stato ottimo: le tv generaliste
hanno perso quella sera 9 punti di sha-
re, e alcune tv regionali hanno toccato
e superato il 10 per cento.
Parenzo e Santoro lavorano però su un
obiettivo più ambizioso, un canale
nuovo di zecca.
Le tv regionali coinvolte metterebbero
a disposizione una delle nuove fre-
quenze liberate dalla tecnologia digi-
tale, e costituirebbero così il nuovo
network nazionale di Telesantoro. Per
loro il ritorno sarebbe costituito, oltre
che dall’affitto della frequenza, da una
parte dei proventi pubblicitari e dalla
fornitura di prodotto di informazione
locale al network. La Publishare rac-
coglierebbe la pubblicità nazionale,
con l’obiettivo di 20-30 milioni per par-
tire, cifra non proibitiva se confrontata
con i 2,5 miliardi di euro raccolti da
Mediaset. L’idea del canale/cantiere,
come lo definisce Parenzo, con un pa-
linsesto tutto di informazione, anche
locale, può risultare più attraente per il
pubblico e per gli investitori pubbli-
citari, del semplice intarsio di Annozero
o simile nei tradizionali palinsesti delle
tv locali, tra una vendita di materassi e
l'altra.
IL PUNTO PIÙ CRITICO è se ba-
stano i 20-30 milioni per tenere in piedi
un canale nazionale all news. Anche
perché la pubblicità televisiva è con-
siderato l’unico polmeno finanziario
ipotizzabile. La distribuzione del se-
gnale televisivo online, che ha dato ot-
timi risultati con "Rai per una notte" e
"Tutti in piedi", procura un grande pub-
blico, valutabile in centinaia di migliaia
di persone, ma un ricavo pubblicitario
praticamente trascurabile. "Ma la rete è
fondamentale", insiste Parenzo, "per-
ché crea attorno all'impresa televisiva
la comunità, che diventa un punto di
forza decisivo".
Per adesso siamo allo stadio delle
chiacchiere e delle ipotesi. Per sapere
se l'impresa ha qualche seria possibilità
di partire bisogna aspettare almeno la
fine di luglio.
Giorgio Meletti
sionale irrinunciabile per il ser-
vizio pubblico. Togliendo i for-
se, resta l’ordine di servizio di
Nella seconda,
mentre fallisce
Berlusconi, il più recente: è più la trattativa
facile controllare il servizio pub-
blico, senza indebolirlo troppo,
per giocare di sponda con Me- tra La7 e
diaset, che combattere un terzo
polo televisivo. Nella peggiore il conduttore,
delle ipotesi, un colossale ricat-
to. Nella migliore, l’ultima trasfi- l’impresa
gurazione del conflitto d’inte-
ressi. la scampa
LA LETTERA Cattaneo
“Con RaiSet non c’entro”
Gtiratoentile Direttore vorrei per dovere di cronaca e desiderio di tra-
sparenza e chiarezza scriverLe, dato che dopo oltre 6 anni vengo
nuovamente in ballo sulla vicenda “Raiset”, dopo che la stessa
è stata scandagliata in tutti i suoi aspetti ed esser stato ritenuto dal-
l’autorità giudiziaria estraneo a qualsiasi fatto, mai indagato, e con
una archiviazione che fa parte della storia.
1. La Rai è un’azienda difficile, con regole e consuetudini legate alla
politica che io non ho costruito o voluto, e con persone di grande
valore e persone che hanno riferimenti esterni come capita in altre
società. Io l’ho guidata con un solo obiettivo, quello di farla andare
bene economicamente, di battere la concorrenza e di gestire nel-
l’interesse dell’azienda tutte quelle vicende che la mia responsabilità
mi dava. Non ho mai e dico mai fatto parte di regimi, “strutture” con
iniziali greche o conciliaboli di qualsiasi natura. I risultati durante il
mio mandato sono stati i migliori.
2. Per quanto riguarda le telefonate di cui si scrive in questi giorni e
l’occasione elettorale di quel periodo, Le posso assicurare che un
Direttore generale ascolta molte voci – si parla sempre delle mie
telefonate con la Bergamini ma non delle molte telefonate che io feci
con altri –, ma poi decide per il meglio dell’azienda. I dati di proiezione
non furono mai ritardati da me perché non ho mai pensato che lo
potessero essere. Uscirono quando furono pronti nel più importante
Tg nazionale, quello delle ore 20.
3. Non so nulla di conversazioni che avrebbero riguardato scambi di
favori tra Rai e Mediaset o di persone che citano miei pensieri o azioni mai
realizzate. Se qualcuno ha usato il mio nome non ne sono responsabile.
4. Se fossi stato così integrato nel sistema, probabilmente avrei avuto
lunga vita in quella azienda, cosa che non è successa in quanto dopo
poco tempo fui sostituito con 5 voti a sfavore del centrodestra e 4 a
mio favore del centrosinistra.
Con stima, Flavio Cattaneo

l’investitore - è chiarito nella prima stesura
dell’articolo 29 - oltre a metterci i propri
danari (che avrebbe poi recuperato – è
scritto – lavorando sulla tariffa), poteva
coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti, con
il rischio di dover non solo condividere la
propria infrastruttura con gli altri operatori
ma di doverne anche dividere la proprietà
VIALE MAZZINI
Santoro torna? La Rai
può deciderlo giovedì
on trasmette mai serie di
Nferisce
azione e tensione, anzi pre-
l’amore banale e rac-
conti artefatti, ma giovedì 7 lu-
glio per la Rai sarà un giorno di
non ritorno. Tutto compresso
in un Consiglio di amministra-
zione previsto da tempo, ep-
pure crocevia di un blocco pe-
santissimo di argomenti: i voti
sul contratto di Fabio Fazio e
sull’uscita di Michele Santoro;
l’aspro duello tra Lucia An-
nunziata e Paolo Ruffini, diret-
tore di Rai3 (che a Radio 24 si è
detto pronto ad “accogliere
Lucia a braccia aperte” se fa “il
primo passo” e “rettifica la pa-
rola mafia”); il rinnovo di
esclusive e appalti; forse per-
sino un assaggio del pacchet-
to di nomine.
L’accordo tra il direttore gene-
rale Lei e il conduttore di An-
nozero dovrà passare l’esame
del Cda: una parte è intocca-
bile, cioè la rinuncia di viale
Mazzini al ricorso in Cassazio-
ne contro il reintegro del gior-
nalista; la seconda parte sarà
probabilmente rimessa ai vo-
ti; cioè il Cda, previo parere
dell’Ufficio legale, dovrà rati-
ficare l’uscita di Santoro dal
servizio pubblico come di-
pendente sottoposto al vinco-
lo dell’esclusiva.
INTERROTTO il duello giu-
diziario che imponeva a Viale
Mazzini la presenza in video di
Santoro, secondo l’ex dg Mau-
ro Masi e proseliti, adesso la Rai
con la Cassa che diventava “partner”
dell’investimento sulla rete “pubblica”. Nella
seconda versione della bozza, cambia
totalmente il reperimento dei fondi: “Alla
realizzazione del progetto strategico di cui
al comma 1 – è scritto – possono essere
destinate risorse pubbliche anche afferenti
agli interventi cofinanziati dai Fondi
può scegliere davvero, e in as-
soluta libertà, se evitare l'addio
del giornalista confermando di
fatto Annozero a costo zero (“un
euro a puntata”, l’offerta del
conduttore), oppure espellere
definitivamente la gallina dalle
uova d’oro votando l’incentivo
all’esodo del giornalista. Terza
ipotesi: proporre a Santoro
una collaborazione esterna (in
merito, anche se chiede di pro-
seguire con Annozero, c’è un or-
dine del giorno di Rodolfo De
Laurentiis dell’Udc). Tutto è
possibile in Rai e, soprattutto,
a sei giorni dal giorno decisivo.
Se i consiglieri di opposizione
e il presidente Paolo Garimber-
ti dovessero votare, come sem-
bra, contro l’addio a Santoro,
basterebbe il no di un collega
di Pdl, Lega o Tesoro per riac-
cendere Annozero. La maggio-
ranza di destra, mai abbastanza
granitica, ha una variabile in-
calcolabile al suo interno: il
L’ordine
del giorno
in Cda l’ha
presentato
il consigliere
Udc Rodolfo
De Laurentiis
strutturali europei 2007 /2013. Per
assicurare la realizzazione, in tempi rapidi,
del progetto strategico di cui al comma 1.
Questo sarà prioritariamente finanziato
nell’ambito delle procedure di
riprogrammazione e accelerazione della
spesa delle risorse previste dalla delibera
CIPE n. 1 dell’11 gennaio 2011”. Insomma,
consigliere Angelo Maria Pe-
troni, espressione del Tesoro e
dunque colonna del ministro
Tremonti in Cda.
GIÀ MULTATO per la nomi-
na di Alfredo Meocci insieme
con la leghista Giovanna Bian-
chi Clerici, nel Cda che scade
tra meno di un anno Petroni (e
magari pure la signora leghi-
sta) potrebbe dire di no all’u-
scita di Santoro per non perde-
re una trasmissione che aiuta
molto l’ascolto di Rai2, una re-
te ormai insapore (ha appena
perso anche Simona Ventura);
e tiene vivi i conti morenti del-
l’azienda. E potrebbe dire an-
cora no al contratto di Fazio
che prevede una deroga per fa-
re quattro serate di Vieni via con
me con Roberto Saviano su
La7. Anche per scansare even-
tuali nuovi fulmini della Corte
dei Conti.
Sempre giovedì 7 è atteso il pa-
rere degli avvocati Rai su Re-
por t di Milena Gabanelli: senza
copertura legale, il settimanale
d’inchiesta salta. Anche se l’in-
formazione è la materia che in-
teressa di più, quando c’è da
censurare, il centrodestra in
Viale Mazzini, la Rai rischia di
perdere diritti di produzione e
appalti per programmi come
Affari tuoi e I soliti ignoti e nume-
rose prime serate di Rai1. Ma la
strategia di Berlusconi è cam-
biata: meglio una Rai sotto con-
trollo che il terzo polo di La7.
Car. Tec.
REGIME
nella seconda
versione i soldi per
creare questa rete
arrivano in parte da
finanziamenti pubblici
a fondo perduto.
Una vittoria per
Telecom Italia.
“Siamo tutti più
deboli, ma la partita
non è chiusa”
MENTANA NON DÀ TUTTO PER PERSO
“CONTINUO A VOLERE MICHELE DA NOI”
di Silvia Truzzi
Dpo èice, lui che ne è stato un po’ il sensale, che è
come quando un amore si rompe: il giorno do-
il momento in cui ci sono solo le tossine. Enri-
co Mentana, direttore del Tg di La7 e sostenitore
dell’ingaggio di Michele Santoro, spiega che “ades-
so ci sarà da metabolizzare il lutto della rottura. Io lo
so, ci sono passato: subito dopo l’addio a Mediaset,
nel febbraio 2009 fui contattato da La7. Sono ar-
rivato qui un anno e mezzo dopo. Lo so di quanti
‘vorrei ma non posso’ è lastricata la strada”.
Direttore, l’altroieri al TgLa7 lei ha dichiara-
to: se non arrivano spiegazioni si è autoriz-
zati a pensare a una mancanza di libertà.
In privato i dirigenti di Telecom e Telecom Italia
media mi hanno detto: ‘A queste condizioni la
decisione di rompere l’abbiamo presa noi’.
Santoro dice: le mie condizioni erano la li-
bertà autoriale.
Io penso che la libertà autoriale sia una bellis-
sima cosa. La questione è quella della responsa-
bilità di chi fa informazione. Io credo di essere
libero, ma ho anche delle responsabilità di legge
come direttore.
Santoro racconta di essere stato molto con-
ciliante e rassicurante: “Mai perso una causa
in trent’anni”.
Io capisco il punto di vista di entrambi. Ma deve
esserci un responsabile delle cose che vanno in on-
da. Tant’è che avevo proposto di accogliere la tra-
smissione sotto la testata del mio tg. Non esiste
un’espressione giornalistica senza responsabilità.
Appunto: l’ostacolo era ipoteticamente ri-
mosso.
La proposta l’avevo fatta io. Si poteva accettare o
no. L’interesse che avevo e che ho è rafforzare
La7 con una presenza capace di attirare atten-
zioni e accendere passioni come quella di Miche-
le. È un obiettivo che ora è più difficile, ma che io
continuo a perseguire. I cocci si possono rimet-
tere insieme.
La trattativa c’era. Poi è successo qualcosa.
Che spiegazione si è dato?
La spiegazione sta anche nei sospetti reciproci. E
in tutto quello che si è detto in questi giorni.
Si spieghi.
Non è importante che oggi si mettano ulteriori
tossine nella centrifuga. Alla fine, se questo ma-
ledetto stop lo supereremo, si parlerà meglio e
più serenamente di quello che è accaduto. Mi-
chele ha espresso chiaramente il suo sospetto, i
dirigenti Telecom dicono che non è vero. Non
posso fare la Corte di Cassazione tra le due parti.
C’è inquietudine perché qualcuno non tifa per
noi, questo sì. Il mio problema è fare una rete che
sia libera e forte. Ero, sono e sarò convinto che
con Santoro sarebbe ancora più libera è forte.
Fu lei ad annunciare, in diretta, che si era a
un passo dalla firma.
La trattativa c’era, era forte e seria. Era a
un passo, poi purtroppo, come spesso
accade, l’ultimo scatto non si è com-
piuto. Ora l’interesse sfascista è dire: è
tutto finito. Ma il mio interesse va in
una direzione costruttiva.
Si è pentito di quell’annuncio?
Io do le notizie, è il mio mestie-
re. E certo non è stata
una sorpresa per i ver-
tici della rete. Io li ave-
Enrico Mentana
direttore del Tg di La7
(FOTO EMBLEMA)
Sabato 2 luglio 2011
vo avvisati: ‘Se non c’è nulla in contrario, lo di-
co’. E poi l’amministratore delegato di La7, Stel-
la, pochi giorni prima, aveva rilasciato un’inter-
vista molto esplicita proprio al Fatto.
Annunciarlo in diretta al Tg di casa dava il
sapore dell’ufficialità.
Ovvio che il mio intento era dare solidità alla co-
sa. E m’illudo che quello abbia portato alla quasi
conclusione dell’accordo. L’ultimo passo è stato
il più difficile.
Si è scritto di una differenza di posizioni tra
l’ad Stella e il presidente di Telecom Berna-
bè. Lei ci crede?
La questione non è questa. Un’azienda fa le sue
scelte ed essendo un’azienda privata le fa come
crede. A me la dietrologia non importa.
Cosa le importa?
Che nel risultato siamo sotto. Bisogna recupe-
rare e vincere. È inutile interrogarsi su chi era
favorevole e chi meno: è una perdita di tempo.
Quello che io vorrei, per cui mi batto, è un’e-
mittente sempre più forte. E questo naturalmen-
te passa anche per cogliere al volo le occasioni di
mercato.
Nell’intervista al Fatto Santoro ha dichiara-
to: ci sono giornalisti molto liberi a La7, ma
questa decisione dell’azienda li indebolisce.
Non ci rafforza di certo. La trattativa l’hanno fatta
Stella e Santoro, però io ho fatto un tifo sfrenato.
Detto ciò, non si può affermare che la rete non è
libera perché non ha Annozero.
Però La7 ha un telegiornale che ieri (giovedì,
ndr) ha fatto quasi il 12% di share, mentre gli
altri programmi sono abbastanza al di sotto
di questa soglia. Sarebbe naturale rilanciare
verso l’alto.
Vero, ed è anche il motivo di mercato per cui mi
battevo per prendere Santoro. La7 ha un’immagi-
ne di libertà e di ricerca, capacità di rifuggire dagli
schemi, dai clichè. Mi viene da ridere solo quando
si dice che c’è stato un problema squisitamente
politico. La censura più preoccupante sarebbe
quella di mercato. Ne so qualcosa anch’io: meglio
non far lavorare uno che rischia di fare ascolto...
Perché?
Non penso che i programmi di Gad Lerner siano
meno scomodi di quelli di Santoro.
La politica non c’entra mai? Quando usciro-
no le intercettazioni della P4 che coinvolge-
vano Gianni Letta lei disse che Letta aveva
garantito in più momenti la stabilità demo-
cratica. E che l’aveva chiamata ai tempi del-
la sua trattativa con La7.
Ho difeso Letta: quando tutti si voltavano dall’al-
tra parte, si mostrò attento al fatto che non la-
voravo perché davo fastidio. Poi il posto a La7,
me lo sono trovato io. Questo penso si veda tutti
i giorni.
Libertà
d’impresa
“ La nostra tv
poteva essere
più forte, ma
ogni azienda
fa come
crede
”
pagina 4 Sabato 2 luglio 2011

“N
NUOVI STATISTI

on è stato mica facile votare Venezia Giulia, quando si sono abbassati i cartellini
Il dissidente Pedicini: contro. Mentre ero lì con il mio degli altri 1.072 colleghi seduti in platea per dire sì ad
cartellino alzato, dal palco della Alfano, ha alzato la mano per dire no. Perché “ci
presidenza dicevano non è vero, non c'è nessuno. E vuole coraggio”, “siamo in un partito, non a una
“Non è stato facile invece ho dovuto gridare: sì, ci sono, ci sono. Fino a convention di Publitalia”. “Qualcuno – racconta lui –
che non hanno contato il mio voto”. Per un giorno dopo ha fatto anche dell’ironia: ‘Ci saranno
“dissidente” ufficiale del Popolo della libertà, ripercussioni’, mi hanno detto. Ma non temo. Sono
votare contro” Antonio Pedicini, consigliere regionale del Friuli convinto di essere in un partito democratico”.

Nel discorso
di Fabrizio d’Esposito

uditorium della Conciliazione, al-

L’ACCLAMAZIONE d’esordio
auspica “il
A le tredici e quindici. L’Unto del Si-
gnore ha benedetto segretario An-
gelino Alfano, ancora guardasigilli
ad personam, e i vari colonnelli del Pdl
si alternano sul palco per interventi da ALFANO partito degli
onesti”. E le
cinque minuti. I delegati, più di mille, si
telecamere
SEGRETARIO
rilassano. Entrano ed escono dalla sala.
Molti deambulano sorridenti nella hall.
Il deputato Alfonso Papa, uno dei pila-
stri della P4 di Gigi Bisignani, è da solo,
emarginato da tutti i capannelli. Poi si
inquadrano
rianima d’improvviso: Nicole Minetti,
vestita di bianco e di blu, gli passa vicino Papa. Mentre
e lui non resiste alla tentazione di guar-
darle il lato b quando lo supera. Papa e
Minetti, due storie del partito dell’amo-
re che adesso vuole anche essere partito
degli onesti, premiando merito e talen-
to. Non è uno scherzo. La promessa, o la
minaccia a seconda dei punti di vista, è il
DEL CAPO Verdini
fa da notaio
climax del commosso discorso di Alfa-
no: “Noi dobbiamo lavorare per il par-
tito degli onesti. Presidente, lei è stato
un perseguitato dalla giustizia perché
nel ’94 lei aveva 58 anni e non è pos-
sibile che fino ad allora non era successo
niente e poi quando è entrato in politica
le è successo di tutto con riferimento al
passato. Lei è un perseguitato, ma ho
l’onestà di dire che non tutti lo sono”.
L’auditorium esplode. Un’ovazione. E,
ironia della sorte, le telecamere del Ca- Cartoline dal Pdl
po, le uniche ammesse in sala, inquadra- A sinistra,
no Papa che applaude a scena aperta. Berlusconi e Alfano
Un’immagine imbarazzante. Siamo al- (FOTO DLM).
l’edizione 2011 della banda degli one- Da sopra, Antonio
sti, l’indimenticabile caricatura dei fal- Pedicini, Alfonso
sari di Totò e Peppino. Papa, Nicole Minetti
(FOTO ANSA) e Deborah

L’investitura nel nome Bergamini (FOTO DLM)

delle intercettazioni

LA BANDA degli onesti di Alfano non è
l’unico paradosso di “questa giornata del-
l’amore”, come la chiama B. Ce n’è un al-
tro che viene prima, in apertura. Berlu-
sconi dà inizio ai lavori, si autoincensa,
ancora una volta annuncia il bavaglio sul-
le intercettazioni e le riforme (giustizia e
Costituzione), sfotte Giulio Tremonti
chiamandolo “Guido” e poi chiama a sé
sul palco Angelino Alfano, segretario po-
litico predestinato del Pdl, carica non
prevista dallo statuto interno. La svolta
democratica del partito carismatico è
un’investitura alla nordcoreana: “Io da
presidente e fondatore del partito vi pro-
pongo l’elezione di Alfano per acclama-
zione”. Il Caro Leader Silvio che unge il
Prediletto e tutti in piedi a sbattere le ma-
ni. Un teatrino che dura una manciata di
minuti. B. non si contiene e manifesta la
solita allergia per “regole e procedure bu-
rocratiche”. Chiede “un’investitura ple-
biscitaria” e “abbraccio generale” per
“questo ragazzo intelligente”. Sembra fat-
ta, ma il triumviro Denis Verdini, coinvol-
to nell’inchiesta sulla P3 e altro volto del
partito degli onesti, lo frena. B. si scusa
con la platea plaudente: “Il notaio Verdini
mi dice che bisogna comunque fare la
modifica allo statuto”. Il triumviro lo ras-
sicura: “Scusa presidente non perdiamo
più di trenta secondi”. In questo mezzo
minuto, alle 11 e 18, un delegato di nome
Pedicini, friulano, si ritaglia un po’ di glo-
ria: è l’unico tra i mille e passa che vota
contro la modifica dello statuto. Il dissen-
so viene accolto dall’ilarità generale, co-
me una barzelletta raccontata dal pre-
mier. In prima fila c’è il berlusconismo ro-
sa delle origini, incarnato dalla Prestigia-
como, poi la Carfagna e la Gelmini. Più
defilata la Brambilla. I falchi volano di me-
no, negli ultimi tempi, è così Daniela San-
tanché è relegata a metà della sala, con
Melania Rizzoli e Antonio Angelucci.
“B. è perseguitato,
ma non tutti lo sono”
DOPOl’acclamazione, B. scende dal po-
dio, Alfano resta e comincia il suo primo
intervento pubblico da segretario. Parte
da lontano, da quando sconosciuto con-
sigliere provinciale di Agrigento, nel
1994, ascolta e vede B. in televisione e de-
cide di aderire a Forza Italia perché “quel-
l’uomo aveva il sole in tasca”. Il guarda-
sigilli ad personam descrive il partito dei
moderati che vorrebbe e paragona il so-
gno americano a quello berlusconiano:
“Vorrei che uno dei giovani presenti qui
oggi, magari consigliere provinciale, di-
ventasse segretario del Pdl tra 17 anni”.
Alfano è commosso, cita il papà in platea,
ricorda Pinuccio Tatarella, ringrazia i
triumviri, omaggia i signori delle tessere
Matteoli e Scajola che vorrebbero ingab-
biarlo con un direttorio di notabili, si sca-
glia contro l’anarchia del Pdl. È un discor-
so ecumenico. Poi sparge il panico con la
chiosa al partito degli onesti: “Berlusconi
è perseguitato ma non tutti lo sono”.
Il panico dalla Minetti
alla Bergamini e Cosentino
LA SIBILLINA frase aleggia su tutti i ca-
pannelli che si formano dopo nella hall. Il
quesito corre di bocca in bocca, con
preoccupazione: “A chi si riferiva?”. L’e-
lenco dei sospettati è ampio: i citati Papa
e Minetti, presunta tenutaria del “bordel-
lo” del bunga bunga; poi Cosentino, in-
quisito per camorra; lo stesso Scajola, cui
la cricca di Anemone ha acquistato la casa
al Colosseo a sua insaputa; il triumviro
Verdini. Anche la Bergamini, la donna di
Raiset, ha il volto corrucciato. L’ex Re-
sponsabile Mario Pepe nota: “Però che
cattiveria a inquadrare sempre il povero
Papa”. Rotondi e Baccini si dicono entu-
siasti del discorso di Alfano: “Sembrava il
Forlani di una volta”. Dai democristiani
agli ex fascisti. Sul podio sale Gianni Ale-
manno e sfora i cinque minuti. Maurizio
Lupi lo interrompe: “Gianni ancora tren-
ta secondi”. Lui infastidito, senza voltarsi
e con voce alterata: “Lupi stai buono”. Un
riflesso da vecchio camerata. Bersani e Di
Pietro, commentando, si invertono di
nuovo i ruoli. Il primo : “Alfano è il segre-
tario del Capo”. Il leader dell’Idv: “Non
condivido Alfano ma merita rispetto”.

BIOGRAFIE Il medico responsabile

Bassa politica: Scilipoti si sente Napoleone

Stristaono giorni convulsi per Domenico
Scilipoti detto Mimmo, l’ex dipie-
diventato l’icona dei Responsa-
bili che hanno salvato Silvio Berlusco-
ni dalla spallata del 14 dicembre
scorso. Ieri, Scilipoti, si aggirava im-
pettito nell’auditorium della Concilia-
zione, al consiglio nazionale del Pdl.
Domanda: “Lei aderirebbe al Pdl del
neosegretario Alfano?” Risposta:
“Potrei, perché io e lui abbiamo gli
stessi valori”.
L’altro giorno, mercoledì scorso,
quando il governo è andato sotto sulla
comunitaria, Scilipoti era invece a
Londra alla Camera dei Lord. Un in-
contro con Lord Thomas Taylor, so-
speso per sei mesi per un problema di
mazzette: un provvedimento, ha
scritto “Il Riformista”, che non veniva
preso dal Diciassettesimo secolo. Ma
Scilipoti precisa: “Lord Taylor non è
conservatore, appartiene allo schie-
ramento avverso”. Sarà. Nulla, però,
ferma ormai il piccolo siciliano della
provincia di Messina. Martedì 5 luglio
è prevista altra gloria: Silvio Berlusco-
ni interverrà alla presentazione della
biografia di Scilipoti, vergata da Giu-
seppina Cerbino. Supplica del parla-
mentare Responsabile al cronista del
“Fatto”: “Le ho mandato il libro, ma lo
Da “luminare”
dell’agopuntura
a infaticabile “re
dei peones”,
“al servizio
della
democrazia”
legga senza pregiudizi se possibile.
Voi del ‘Fatto’ siete troppo cattivi”.
Che parli il tomo, allora, nel senso di
volume: 224 pagine edite da Falzea e
intitolate: “Scilipoti re dei peones.
Perché Berlusconi”. Ed è lo stesso Ca-
valiere a fare l’apologia del peon Sci-
lipoti, scritto alla spagnola: “Peon in
quanto infaticabile, pragmatico, lavo-
ratore al servizio della democrazia”.
Il prologo è mirabile e inizia così: “Per-
ché scrivere un libro su Domenico Sci-
lipoti? Per più motivi”. Ma ce n’è uno
che risplende più degli altri: “Dome-
nico Scilipoti ha cambiato la Storia. È
l’uomo che votando contro la mozio-
ne di sfiducia, disubbidendo alle di-
rettive del suo partito, ha impedito il
Grande Passo, il Kali Yuga, il Trapasso
a una nuova era dell’umanità, quella
senza Silvio Berlusconi, l’altro uomo
che gli contende la palma di vittima
dell’odio e dell’insulto”.
Scilipoti sdogana il Kali Yuga nella po-
litica italiana. Ma che cos’è? Benché
cattolico, Scilipoti paragona il timore
per la caduta dell’Unto del Signore al-
la ricorrenza induista della morte fi-
sica di Krishna, quando appunto co-
mincia la fase oscura del Kali Yuga. Il
tomo è diviso in quattro parti fonda-
mentali: “Il politico Scilipoti”, “Il me-
dico Scilipoti”, “Le battaglie di Scili-
poti”, “Le avventure internazionali di
Scilipoti in Brasile, Giappone, India,
Sri Lanka e Malesia”.
L’agiografia del politico Scilipoti, dal
Psdi di Saragat all’Idv di Di Pietro, par-
te dall’infanzia a Terme Vigliatore,
nel Messinese, e fa i conti con il ca-
rattere duro del papà: il giovane Sci-
lipoti è un ribelle coi capelli lunghi che
a 15 anni scappa di casa o non riesce
a studiare perché distratto dall’amo-
re: “Frequentemente interrompevo il
mio impegno scolastico per passeg-
giare invece con la bicicletta sotto la
finestra della prima fidanzatina. Ne
ero così innamorato, si pensi, che
molte volte non riuscivo nemmeno a
mangiare”.
Il “medico Scilipoti” viene descritto
come un innovatore mondiale: “Da
luminare dell'agopuntura, il 19 giu-
gno 1998, con il padre dell’agopun-
tura stessa, il medico francese Ngu-
yen van Nghi, realizza un intervento
di revisione della cavità uterina di una
donna quarantatreenne, utilizzando
come analgesico l’agopuntura”. Il
“politico Scilipoti” e il “medico Scili-
poti si fondono nella “visione olistica”
che “comprende la complessità dei
fenomeni e la rete delle loro interre-
lazioni”. Ancora: “Il movimento olisti-
co scilipotiano promuove un’ecologia
profonda, non riduce l’ecologia a
qualcosa di superficiale, antropocen-
trico”. La sintesi Responsabile in sen-
so olistico (che ha un seguace in Pippo
Franco) è ovviamente Silvio Berlusco-
ni, senza il quale saremmo già nel Ka-
Scilipoti re dei peones
Con questo titolo è uscita in
libreria la biografia agiografica
dell’“eroe” dei Responsabili
li Yuga. Molto resterebbe da recen-
sire, come il toccante capitolo su “Sci-
lipoti e la Madonna” (“un uomo di
grande scienza ma anche di grande
fede”), ma lo spazio è tiranno e re-
stano poche righe per la testimonian-
za di Giuseppe Lo Presti, legale di fi-
ducia di Scilipoti: “Come per Mozart,
Ghandi e Napoleone è vero ciò che si
dice degli uomini bassi di statura. De-
vono faticare di più per essere accet-
tati”. Chissà perché non ha inserito
Berlusconi. In ogni caso la acca di
Gandhi è al posto sbagliato. fd’e
Sabato 2 luglio 2011
Gli arresti scattati
per una tangente
da 40 mila euro
CASO PRONZATO: NEL PIZZINO
C’È ANCHE UNA “K. MARINI”
La governatrice dell’Umbria forse nel foglio di Paganelli
di Marco Lillo
e Ferruccio Sansa
Marini 20.000”. Il
“K. foglietto che ango-
scia il Pd continua
a colpire. Dopo il
responsabile nazionale (ora di-
messo) del partito per il tra-
sporto aereo, Franco Pronzato,
arrestato per corruzione; dopo
la Fondazione ItalianiEuropei
di Massimo D’Alema, invischia-
ta in un giro di finanziamenti
privati leciti e di voli offerti da
imprenditori che poi hanno
ammesso mazzette ad amici del
presidente pd, ora tocca al pre-
sidente della Regione Umbria,
la 43enne Catiuscia Marini.
Al Fatto Quotidiano risulta che
sull’appunto sequestrato dal
nucleo valutario della Guardia
di Finanza coordinato dal gene-
rale Leandro Cuzzocrea a Vi-
scardo Paganelli, l’uomo arre-
stato per le mazzette a Pronza-
to, si legge un’iscrizione che fa
pensare alla governatrice:
“K.Marini 20 mila euro”. Catiu-
scia Marini è iscritta all’anagra-
fe con la “C” e non con la “K”.
Chiunque sia, “K. Marini” si tro-
va, però, nello stesso elenco do-
ve i Paganelli – secondo i pm –
avevano annotato il nome di un
politico pd che aveva preso una
mazzetta (“Franco Pronzato 40
mila euro”) e un contributo le-
cito (“Fondazione ItalianiEuro-
pei 30.000”).
Al Fatto, il presidente dell’Um-
bria risponde: “Non ho mai ri-
cevuto 20 mila euro da questo
signor Paganelli che non cono-
sco”. Quando il cronista ricor-
da che era un amico di Vincen-
zo Morichini, e chiede se la Ma-
rini abbia mai sentito parlare di
una società che voleva operare
con voli sull’Umbria, la presi-
dente prima ride e poi attacca.
Luciano Virga, il suo avvocato,
comunica: “Ho ricevuto man-
dato dalla presidente
di tutelare in sede
giudiziaria la sua
immagine in meri-
Massimo
D’Alema (FOTO DLM)
U
na tangente da 40 mila euro.
Questa la ragione dell’arresto del
consigliere di amministrazione di
Enac Franco Pronzato. Il dirigente, secondo
l’accusa, si sarebbe “messo a disposizione” della
Rotkopf, per il tramite di Vincenzo Morichini, ex
amministratore del consorzio di agenzie Ina
Assitalia di Roma, imprenditore vicino a Massimo
to alle notizie che circolano,
perché Catiuscia Marini è total-
mente estranea alla vicenda”.
Quel “K. Marini 20.000” quindi
resta un mistero. A prescindere
dalla valenza penale, comun-
que, la sequenza dei nomi nel
“pizzino” sequestrato agli im-
prenditori aeronautici Paganel-
li è imbarazzante per il Pd:
Pronzato è il manager Enac,
consigliere di Pier Luigi Bersani
e Claudio Burlando, arrestato
lunedì. ItalianiEuropei è la Fon-
dazione che fa capo a D’Alema
che aveva incaricato Morichini
di reperire finanziamenti. E
l’Umbria è la regione nella qua-
le Morichini vantava entrature
al massimo livello.
IL GIALLO PRESTO sarà ri-
solto la prossima settimana
quando Viscardo Paganelli sarà
interrogato dal pm Paolo Ielo sui
suoi affari con Morichini. Ieri Pa-
ganelli è stato sentito dal Gip El-
vira Tamburello. L’imprendito-
re difeso da Pasquale Bartolo e
Severino D’Amore ha ammesso:
“Ho consegnato 40 mila euro a
Morichini perché li desse a
Pronzato”. Secondo Paganelli, il
versamento era una gratificazio-
ne per il consigliere dell’Enac
che aveva aiutato la sua compa-
gnia aerea Rotkopf ad avere il
certificato COLA necessario per
il collegamento con l’Elba.
Le conferme di Paganelli arriva-
no dopo le ammissioni di Mori-
chini e Pronzato. Per ritrovare
l’Umbria bisogna risalire all’in-
nesco dell’indagine del pm Ielo:
le dichiarazioni dell’imprendi-
tore delle telecomunicazioni
Pio Piccini che ha raccontato di
aver concordato il versamento
al dalemiano Vincenzo Morichi-
ni e alla Fondazione ItalianiEu-
ropei di Massimo D’Alema del
5% per cento del totale dei fat-
turati ottenuti grazie a Morichi-
ni con Finmeccanica. L’obietti-
vo dichiarato da Piccini,
che aveva già versato 30
mila euro registrati alla
Fondazione ItalianiEu-
ropei, era quello di ot-
tenere un subappalto
di 8 milioni di euro al-
l’anno nel settore delle
intercettazioni.
Il quadro dell’inchiesta
si era poi allargato al-
D’Alema, al fine di agevolare la partecipazione
della Rotkopf all’appalto, da un milione di euro,
dell’Enac. In particolare, Pronzato avrebbe
agevolato la società di trasporto aereo per
l’ottenimento del Coa, il certificato di operatore
aereo, necessario per la partecipazione alla gara.
E ciò, attraverso pressioni presso l’Enac. È stato
lo stesso Morichini, uno dei sei indagati
l’Enac (con l’arresto di Pronza-
to) e quindi al Gse (Gestore Ser-
vizi Elettrici) dove il gruppo
avrebbe replicato lo schema d’a-
D’ALEMA E L’AEREO GRATIS:
zione messo in atto per l’Enac. E
ora ecco la pista umbra.
Pronzato è accusato di aver fa-
cilitato le pratiche della Rotkopf
per volare all’Elba. Ma la fami-
glia Paganelli (azionista della
Rotkopf) era interessata anche
ai voli verso Lampedusa, Berga-
mo e, appunto, l’Umbria. Pron-
zato contatta i dirigenti dello
scalo lombardo. E per l’Umbria
Vincenzo Morichini al telefono
dice: “Adesso chiudiamo anche
l’aereo in Umbria”.
Proprio dell’Umbria parla a lun-
go anche Piccini: “La parte inte-
ressante era l’Umbria, dove si
potevano portare e clonare le
stesse attività che erano state
fatte per la Regione Lombardia e
a tal proposito Morichini mi pre-
senta il dottor Adolfo Orsini”.
Piccini in Lombardia aveva otte-
nuto un appalto per informatiz-
zare le cartelle cliniche e l’Um-
bria era la sua nuova frontiera.
Con Morichini parla anche di
La presidente
della Regione al Fatto:
“Mai ricevuti soldi
da questo signore
che non conosco”
appalti nell’agricoltura e dell’in-
tervento di un esponente di pri-
mo piano del centrosinistra,
Adolfo Orsini, che oggi è mana-
ger pubblico dell’agenzia regio-
nale agricola ARUSIA, ma anche
socio privato del dalemiano Mo-
richini. E in questa veste duplice
(pubblica e privata) presenta al-
l’imprenditore Pio Piccini tutti i
dirigenti sanitari della Regione
Umbria. In questo quadro si par-
la di contributi che (su suggeri-
mento del segretario del presi-
dente della Regione Catiuscia
Marini, Valentino Valentini)
l’imprenditore avrebbe dovuto
versare al festival Umbria Jazz.
Piccini racconta: “Morichini mi
presentò Orsini come interlo-
cutore per l’Umbria e Roma”.
Orsini risulta socio di Morichini
in due società: una dedicata alle
energie rinnovabili (altro filone
dell’inchiesta), ma soprattutto
nella SDB, la società di Morichi-
ni al centro dell’inchiesta dei
pm. “Con Orsini”, prosegue Pic-
cini, “stavamo verificando se, vi-
sta la nostra esperienza an-
che nell’agricoltura, era
possibile fare qualcosa
lì”.
CORRUZIONI
TESTAROSSA
“PENSAVO FOSSE DI UNA
SOCIETÀ DI MORICHINI”
Cdo inque voli turbolenti quelli che Massimo
D’Alema ha accettato di fare nel 2010 a bor-
del monomotore della Rotkopf Aviation gra-
ziosamente offerto dagli amici del suo compa-
gno di gite in barca, il lobbista rosso Vincenzo
Morichini.
Il presidente della Fondazione ItalianiEuropei
è stato scorrazzato gratuitamente per i cieli d’I-
talia dall’aereo del gruppo guidato da Viscardo
Paganelli, finito in carcere con l’accusa di cor-
ruzione. D’Alema è salito inconsapevolmente
a bordo dell’oggetto dell’indagine del pm Ielo.
L’aereo sul quale il leader pd è salito era pro-
prio quello che anelava a vincere la gara del-
l’Enac da 1,5 milioni per i collegamenti tra Fi-
renze e l’Elba. E il suo proprietario, Viscardo
Paganelli, è finito dietro le sbarre perché ha
ammesso di avere pagato 40 mila euro non a un
qualsiasi consigliere di amministrazione dell’E-
nac, ma proprio all’unico di area
Pd, per l’esattezza il responsabile
trasporto aereo del partito. Come
se non bastasse il generoso tra-
ghettatore aereo e finanziatore
della Fondazione ItalianiEuropei
ha consegnato la mazzetta da 40
mila euro proprio a Vincenzo Mo-
richini, che oltre a essere l’uomo
prescelto da Massimo D’Alema
per trovare i contributi privati alla
sua fondazione, era sull’aereo del-
la Rotkopf con D’Alema.
“Vincenzo Morichini ci disse che
stava in una società, la quale aveva questo ae-
reo e che lo metteva volentieri a disposizione
del presidente”, spiega la portavoce del pre-
sidente D’Alema, Daniela Reggiani, che ag-
giunge - conscia del fatto che Morichini non era
socio né amministratore della Rotkopf - “noi
non abbiamo fatto nessuna visura. Comunque
D’Alema ha usato l’aereo solo 5 volte”. Per l’e-
sattezza, il 24 ottobre 2010 da Roma a Venezia
quando la Fondazione di D’Alema e quella di
Gianfranco Fini hanno organizzato un dibatti-
to comune ad Asolo; nel novembre del 2010 da
Roma a Bari per un incontro del Pd, nel marzo
del 2010 per andare in Umbria a un incontro
pubblico; e poi ancora a luglio per andare a
di Caterina Perniconi
CAMERA Questa settimana i deputati sono
stati in aula 14 ore e 55 minuti. Lunedì non c’è
stata seduta. Martedì i lavori sono stati
convocati alle 9.05 è terminati alle 11.20 per
riprendere tra le 15 e le 17.40 e tra le 18.50 e
le 19.15. In discussione la legge comunitaria. I
deputati in missione erano 66. Mercoledì,
giornata in cui sono stati bocciati due articoli
della legge comunitaria (il numero 8 e il
numero 1, caposaldo del provvedimento), la
seduta è iniziata alle 10.35 fino alle 12.50.
Ripresa alle 15 per il question time è stata
interrotta tra le 15.55 e le 16.05 e tra le 17.40
e le 19.10. I lavori sono terminati alle 19.25.
Giovedì mattina la seduta è ripresa alle 10 per
pagina 5
nell’inchiesta del pm Paolo Ielo, ad ammettere di
aver ricevuto i 40 mila euro da Viscardo Paganelli
e di averli consegnata a Pronzato. Questi, a sua
volta, avrebbe dato 20 mila euro a Morichini.
Proprio le conferme di Morichini, insieme con le
intercettazioni telefoniche, hanno determinato
l’operazione del nucleo valutario della Guardia di
Finanza.
Catiuscia Marini (FOTO ANSA)
Lamezia Terme e ad agosto, pro-
babilmente per raggiungere la
Puglia. Nello stesso periodo Pa-
ganelli, che lo staff di D’Alema
ricorda di avere conosciuto an-
che se non ricorda se fosse sul-
l’aereo in qualcuno di questi vo-
li, pagava Pronzato e Morichini
(che era sull’aereo con D’Ale-
ma) per ottenere la sua licenza
di volo.
Il Fatto Quotidiano ha verificato
che il valore di un volo da Roma a Bari o a La-
mezia o a Venezia su un aereo da 10 posti simile
a quello della Rotkopf costa circa 6 mila euro.
Nonostante il valore dei passaggi aerei non sia
quindi insignificante, gli investigatori ritengo-
no che i favori di Paganelli a D’Alema siano ir-
rilevanti penalmente. Comunque più si scava e
più si scopre che la Rotkopf, Testa rossa in te-
desco, aveva un nome coerente con la sua sto-
ria. L’aereo della Rotkopf Aviation era già sbar-
cato un anno prima nell’aeroporto dell’isola
d’Elba. E senza riscuotere, almeno secondo gli
isolani, particolare successo. Furio Maurizio,
presidente della Cooperativa Elbafly che da an-
ni si sta dannando l’anima per garantire i col-
legamenti aerei dell’isola con il continente rac-
conta: “Quando quest’anno ho sentito che
Rotkopf voleva tornare all’Elba mi è venuto un
colpo. Avevamo già avuto contatti con loro nel
2010 ed era finita nel peggiore dei modi. Pur-
troppo già un anno fa l’Enac non era riuscita a
garantire la “continuità territoriale” dell’Elba.
Insomma, rischiavamo di restare senza voli nel-
la stagione turistica. Ma all’improvviso arriva-
rono quelli della Rotkopf che si offrirono di ga-
rantire il servizio a metà prezzo. Accettammo
subito, del resto non avevamo alternative”. Ma
poi? Maurizio racconta: “Dopo appena una set-
timana il servizio fu sospeso dall’oggi al doma-
ni. Dissero che avevano problemi con l’aereo e
ci lasciarono a spasso, senza nemmeno garan-
tire la sostituzione del mezzo”. Alla Rotkopf
spiegano che in realtà la Rotkopf, non avendo
la licenza, operava solo prestando l’aereo alla
compagnia Professione Volare, che aveva ot-
tenuto i certificati per il monomotore.
Ma Maurizio racconta ancora: “Mesi fa la Rot-
kopf ha annunciato di aver vinto la gara per
assicurare il servizio, prima ancora che l’Enac
ne desse comunicazione pubblica”. I legami
del Pd e l’aeroporto dell’Elba non si limitano
all’affare Rotkopf. Lo scalo di Marina di Campo
è infatti controllato dalla società Alatoscana,
che a sua volta fa capo alla Regione Toscana
(centrosinistra). E nell’ordinanza di arresto del
manager Enac si legge: “Pronzato non mancava
di sottolineare i buoni uffici di Paganelli con la
Regione Toscana”. M.L. F.Sa.
15 minuti. I lavori sono ricominciati alle 10.40
fino alle 13.55 poi dalle 15.05 alle 15.55 per
interpellanze urgenti e dalle 17.10 alle 17.20.
All’ordine del giorno il testo unificato dei
progetti di legge in materia di riconoscimento
dei figli naturali. Venerdì non c’è stata seduta.
Nuovo appuntamento martedì alle 11.30.
SENATO I Senatori sono stati in aula per 12 ore
e 33 minuti. Lunedì non c’è stata seduta.
Martedì si sono riuniti solo dalle 16.32 alle
19.09. In discussione il disegno di legge sulla
semplificazione nella PA. Mercoledì i lavori
sono cominciati alle 9.31 e terminati alle 13.03
per riprendere alle 16.32 e chiudere alle
19.45. All’ordine del giorno le mozioni sui
flussi migratori. Giovedì l’aula di palazzo
Madama ha lavorato solo la mattina, tra 9.32 e
le 11.25 e tra le 12 e le 13.20. Venerdì non c’è
stata seduta. Nessuna convocazione fino a
mercoledì alle 9.30.
pagina 6 Sabato 2 luglio 2011

“B
POVERA ITALIA

asta con misure che non Così l’arcivescovo di Napoli, il cardinale
Cardinale Sepe: risolvono. Basta con gli Crescenzio Sepe, interviene sull'emergenza rifiuti.
attendismi. Basta anche con Il cardinale esprime “delusione e amarezza” per
le distinzioni e gli scambi di accuse che, in questo una “Napoli ancora umiliata e tradita nella sua
“Città umiliata e tradita, momento, servono solo ad allontanare la soluzione dignità, nelle sue attese e soprattutto nei suoi
del problema. La triste vicenda dei rifiuti di Napoli diritti. Di fronte al dramma che continua a vivere la
è questione morale per tutti, prima ancora di nostra città, come pure parte della provincia ogni
delusione e amarezza” essere responsabilità di alcuni o di una comunità”. parola appare ormai fuori posto. I rifiuti nelle
strade sono la tragica eloquenza di una situazione
intollerabile non solo da oggi, ma dal momento
stesso in cui si è originata. Quella che da troppo
tempo viene definita emergenza è, in realtà, il
segno di una sconfitta senza fine che riguarda tutti,
ma che oggi rischia di abbattersi come un colpo
mortale su una Napoli già duramente provata su
altri versanti”, aggiunge Sepe.

RIFIUTI, IL COLLE CONTRO IL GOVERNO

E I NAPOLETANI SI METTONO A PULIRE
Dura nota di Napolitano: “Decreto non risolutivo” (FOTO ANSA)

di Vincenzo Iurillo
Napoli
ministri non appare rispon-
dente alle attese e tantomeno
a bocciatura del decre-
risolutivo, il Capo dello Stato
(FOTO ANSA)
alcune zone l’allarme non è
affatto cessato: in serata cen-
tinaia di copertoni e altri ri-
Capua Vetere, in provincia di
Caserta. Ma la monnezza che
resta per strada è sempre tan-
ta, e per smaltirla in poco tem-
po, non resta che seguire le
regole fissate dal decreto ap-
provato ed entrato in vigore
nonostante il voto contrario
della Lega Nord. Così l’asses-
sorato regionale all’Ambiente
retto da Giovanni Romano ha
avviato i primi contatti con le
altre regioni. Trattative aperte
con Puglia, Emilia Romagna,
Marche, Calabria, Toscana e
Friuli Venezia Giulia. E si la-
vora per allargare il fronte,
consapevoli però che le Re-
gioni a guida leghista conti-
nueranno ad opporre un sec-
co ‘no’.
E LA RISPOSTA dei napo-
letani alle accuse della Lega di
essere incapaci di affrontare
da soli l’emergenza rifiuti e a
quell’insultante “non impare-
ranno mai la lezione” (copyri-
ght di Umberto Bossi) arriva
da un condominio anni ‘50 di
appartamento e hanno acqui-
stato il mese scorso una com-
posteria per fare la raccolta
differenziata dell’umido in
proprio. In questo modo i sac-
chi neri della monnezza si so-
no ridotti di peso di circa il 40
per cento, mentre il bidone
produce un compost che gli
inquilini riciclano tra di loro,
fertilizzando le aiuole del par-
co e i vasi delle piante nelle
case. “Noi napoletani non sia-
mo scansafatiche o indolenti
– afferma orgoglioso Gianni
Morra, pensionato Enel e pro-
motore dell’iniziativa – quan-
do arrivano le emergenze, sia-
mo capaci anche da soli a tro-
vare le soluzioni giuste, con
cose semplici, che si possono
fare subito e con poca spesa”.
E quando la spazzatura traci-
ma, fioccano i casi di cittadini
e di associazioni che si arma-
no di scopa, acqua
e creolina e si rim-
boccano le mani-
che per ridare un
Avviati i primi contatti
po’ di dignità alle
strade. Come han-
con le Regioni
le’, le mamme di vico Santa
Teresinella nel cuore dei
Quartieri Spagnoli, animate
dalla signora Elvira Brandi. “Io
lavoro per una cooperativa
che fa le pulizie per le Ferro-
vie, quando vedo lo sporco mi
sento male se non lo elimino”
spiega ridendo la signora
Brandi, che acquistando 15 ra-
mazze nuove, guanti, masche-
rine e secchi e incitando il vi-
cinato attraverso un volantino
auto stampato, è stata capace
di radunare duecento perso-
ne. Da allora, la spazzatura si
conferisce correttamente e
agli orari prestabiliti, il lavoro
di raccolta dell’Asìa è agevo-
lato, e il vicolo è molto più
pulito di prima. “Ai leghisti di-
co: venite qui a rendervi con-
to. Vi troverete di fronte a per-
sone che non vogliono vivere
sommersi nei rifiuti”.

L
auspica che il governo adotti fiuti sono stati dati alle fiam- corso Vittorio Emanuele dal
to-truffa di B. per i rifiuti ogni ulteriore intervento ne- me nella zona di Ponticelli. nome che profuma di antico, no fatto i sostenito-
di Napoli, che costringe cessario per assicurare l'effet- Nelle ultime ore sono state il ‘Parco della Madonnina’. ri della storica Li- che potrebbero
la Campania a cercare in tivo superamento di una state sversate 1890 tonnellate Qui 60 famiglie accompagna- breria Treves, in
primis accordi con le regioni emergenza di rilevanza nazio- negli impianti di Chiaiano, te dai volontari del comitato piazza del Plebisci- accogliere
limitrofe, proprio quelle che nale”. Napolitano ha ribadito Giugliano e Tufino in provin- di quartiere ‘Mi riguarda’ si so- to, i Meet-up cittadi-
hanno serie difficoltà nell’ac- la necessità di concertare con cia di Napoli, e Santa Maria no autotassate per 3 euro ad ni, e le ‘Teresinel- l’immondizia
cogliere la spazzatura, porta gli enti locali le misure neces-
la firma di Giorgio Napolita- sarie a uscire dalla crisi “at-
no. Non si tratta della firma
con cui, come da prassi, il Ca-
po dello Stato ha comunque
promulgato il provvedimen-
traverso una piena responsa-
bilizzazione di tutte le istitu-
zioni insieme con le autorità
locali della Campania”. Plau-
La settimana irrespirabile dell’Ilva
to del governo. Ma è quella in de il sindaco di Napoli, Luigi I CARABINIERI CHIEDONO LA CHIUSURA DELL’IMPIANTO, MA I BIMBI GIOCANO LÌ VICINO
calce a un comunicato che ha De Magistris, “molto soddi-
evidenziato l’insoddisfazione sfatto” per le parole del Capo di Pierluigi G. Cardone nessuno abbia mai fatto rispettare ciò che chiesta di sequestro, notizia prontamente
di Napolitano verso il decre- dello Stato. Plaude il presiden- Taranto il sindaco aveva ordinato. Chiedono “qua- smentita dalle parole del procuratore capo
to, arrivato molti (troppi) te della conferenza delle Re- le sia lo stato dell'arte” ad un anno dal di- Sebastio: “Non abbiamo respinto una ri-
giorni dopo il suo appello a
trovare soluzioni condivise,
mentre Napoli viveva la fase
gioni, Vasco Errani, che invita
il governo a “fare un salto di
qualità”. Per Errani però c’è
Uun nschiamazzi
pallone, pietre al posto della porta,
di gioia, maglie rossoblù. E
terreno spelacchiato dove i bambini
vieto, lo fanno con toni misurati, neanche
una parola sopra le righe. Forse non po-
tevano immaginare cosa sarebbe successo
chiesta di sequestro perché la polizia giu-
diziaria non fa richieste ma valutazioni”.
E mentre la polemica ha oltrepassato i con-
più acuta della crisi, soffoca- un solo modo per uscirne: emulano i loro idoli, non curanti o forse di lì a qualche giorno. fini regionali, un'altra, ancor più dura scure
ta da quasi 3000 tonnellate di aprire nuove discariche in ignari che lì, sul loro campo improvvisato, si è abbattuta sulla presunta “ecosicurezza”
immondizia. Campania, “l’unica strada se- si è giocata una sfida che ha già decretato È IL 25 GIUGNO, un'altra carta bollata: del più grande impianto siderurgico d'Eu-
ria e percorribile, perché le vittoriosi e vinti. Qui, infatti, i veleni del- lo stile freddo del burocratese che cozza col ropa. A firmarla, questa volta, l'Agenzia re-
“NEL RILEVARE i limiti di scorciatoie regione per regio- l'Ilva hanno sconfitto l'uomo. Non un suc- contenuto esplosivo. Il Nucleo Operativo gionale per l'ambiente, che il 27 giugno ha
contenuto del provvedimen- ne non reggono”. cesso di misura, bensì un “cappotto”: pri- Ecologico di Lecce ha chiesto il sequestro pubblicato i risultati di alcuni controlli a
to – riporta la nota del Qui- A Napoli intanto le giacenze ma la contaminazione, poi l'integrazione dell'impianto siderurgico perché, dopo sorpresa effettuati sui camini dell'Ilva: le
rinale – che nel testo appro- di immondizia, lentamente, si con la vita di tutti i giorni, e tutto questo 120 giorni di controlli sui fumi sprigionati emissioni di diossina sono quasi il doppio
vato ieri (l’altroieri per chi riducono. Ieri erano inferiori nonostante gli allarmi e i divieti. Taranto, dall'Ilva, ha riscontrato addirittura 120 vio- del valore consentito, 0,70 nanogrammi al
legge, ndr) dal Consiglio dei a 1300 tonnellate, anche se in rione Tamburi, le aree verdi della vergo- lazioni. I reati contestati ai vertici della so- metro cubo contro un massimo previsto
gna, le stesse che, giusto un anno fa, erano cietà sono gravissimi: si va dal disastro col- per legge di 0,40. Una sorpresa a metà, pe-
state oggetto di un'ordinanza del sindaco poso all'omissione di cautele contro gli in- rò, visto che già a febbraio i tecnici dell'Ar-
jonico Ippazio Stefano: divieto assoluto di fortuni sul lavoro, dal danneggiamento di pa avevano riscontrato valori fuorinorma.
SARAH Scazzi accesso “fino all’ultimazione dei lavori di
bonifica previsti dal progetto approvato, e
beni pubblici fino allo sversamento di so-
stanze pericolose. Una scena su tutte: i fumi
Se anche la terza tranche di rilievi senza
preavviso dovesse confermare la tossicità
comunque fino a nuova comunicazione rossastri che provengono dalle torce del- causata dall'Ilva la fabbrica rischierebbe
Chiusa l’inchiesta ufficiale”. Tutto nero su bianco su foglio
intestato del Comune, tutto carta straccia.
l'impianto, le stesse che, secondo gli inqui-
renti, brucerebbero sostanze inquinanti. Il
sanzioni che vanno da multe milionarie alla
chiusura dell'impianto. All'Ilva, tuttavia,
arah Scazzi venne uccisa dalla zia Cosima Serrano e Almeno così è a sentire le mamme del Co- queste notizie passano quasi in secondo
Ssoppressione
dalla cugina Sabrina Misseri; lo zio Michele operò la
del cadavere e tentò di distruggere gli ef-
mitato Donne per Taranto, che il 23 giu-
gno hanno scritto al primo cittadino per
rapporto dei carabinieri è stato poi conse-
gnato nelle mani del capo della Procura di
Taranto Sebastio, che a sua volta lo ha girato
piano per via di un'altra, per loro ben più
importante partita che si sta giocando in
fetti personali della vittima. È quanto scrivono il procu- denunciare una situazione ormai insoste- al giudice per le indagini preliminari. Que- questi giorni. Il 5 luglio, infatti, dovrebbe
ratore aggiunto di Taranto, Pietro Argentino, e il sostituto nibile. I loro figli, infatti, giocano, corrono st'ultimo, invece, ha chiesto a tre specialisti tenersi la riunione in cui il ministero per
procuratore Mariano Buccoliero nell’avviso di conclusio- e sudano sui terreni della morte senza che di verificare la portata delle presunte emis- l'Ambiente dovrebbe concedere o meno al-
ne delle indagini preliminari che i carabinieri hanno no- sioni inquinanti e di controllare le eventuali la ditta l'autorizzazione integrata ambienta-
tificato ieri ai 15 indagati dell’inchiesta. Tra loro, anche ripercussioni dei veleni sulla salute della le, ovvero il documento con le clausole (e
Vito ‘junior’ Russo, in una prima fase difensore di Sabrina
Misseri, e sua moglie Emilia Velletri. Secondo la Procura,
Il 5 luglio l’incontro gente di Taranto. Tutto questo (la richiesta
di sequestro dell'impianto e il conferimen-
ce ne sarebbero molte) che, se rispettate,
permetterebbero all'Ilva di continuare a la-
Cosima e Sabrina “privarono della libertà personale Sa-
rah Scazzi, costringendola. dopo averla strattonata ed af-
decisivo al ministero to dell'incarico agli esperti da parte del
gip), nel corso dell'incidente probatorio di-
vorare. Condizionale d'obbligo, però, visto
che l'azienda ha presentato tutta una serie
ferrata per i capelli, e comunque con tono minaccioso, a sposto nell'ambito dell'inchiesta madre, di obiezioni che il ministero vorrebbe di-
salire sull’autovettura della Serrano, conducendola verso per il rilascio quella nata dopo le denunce sulle emissioni scutere il giorno precedente la data fissata,
la loro abitazione contro la volontà della minore, di cui di benzoapirene e diossina. il che comporterà quasi sicuramente la per-
cagionavano la morte a mezzo di una cinghia”. dell’autorizzazione La reazione dell'Ilva non si è fatta attendere. dita di altro tempo prezioso per la salute dei
Con un comunicato, l'azienda ha annuncia- tarantini. Chi glielo dice alle mamme corag-
ambientale to che la Procura non aveva accolto la ri- gio del rione Tamburi?
Sabato 2 luglio 2011 pagina 7

R
GIUSTIZIA

Dai morti della Thyssen
all’Eternit, le battaglie
di un giudice del lavoro
affaele Guariniello è nato
a Frugarolo, in provincia di
Alessandria, il 15 marzo 1941.
Attualmente ricopre la carica di Vice
Procuratore Vicario della Procura della
Repubblica di Torino. Il suo nome è legato a
centinaia di inchieste e processi in tema di
sicurezza sul lavoro. Il primo - clamoroso - fu il
caso delle “schedature Fiat” del 1971. Negli
ultimi anni i principali processi istruiti dal suo
pool sono stati quello per il doping contro la
Juventus di Moggi e - soprattutto - i processi
per la strage ThyssenKrupp del 6 dicembre
2007 a Torino e per le centinaia di morti
causate dall’amianto dell’Eternit. Il primo -
terminato il 15 aprile 2011 - si è concluso con
una storica sentenza che, per la morte dei sette
operai della linea 5 dello stabilimento torinese
della multinazionale tedesca, ha condannato l’ad
di ThyssenKrupp Italia per omicidio volontario
con dolo eventuale. Il capo d’imputazione
contestato ai vertici dell’Eternit, invece, è
disastro doloso permanente. Il processo è alle
battute finali.

QUANDO IL PRETORE
duta da un articolo del giorna-
lista Diego Novelli, futuro sin-
daco comunista della città, sul-
l’Unità del 25 luglio: “Gli spioni
del monopolio Fiat”, che de-

VIOLÒ IL SANTUARIO
Agosto 1971, lo scandalo “schedature Fiat”,
l’esordio di Raffaele Guariniello
Pubblichiamo un estratto
da “Il Giudice. Le battaglie
di Raffaele Guariniello”
di Alberto Papuzzi, Donzelli
editore.
di Alberto Papuzzi
l 5 agosto del 1971, in una
binieri assunto alla Fiat negli
anni Cinquanta come fattori-
no, ma inserito nel reparto dei
Servizi generali, aveva avuto un
contrasto di lavoro con il suo
capo (...) Licenziato in tronco,
era ricorso al giudice del lavo-
ro, che però aveva confermato
il licenziamento per giusta cau-
rio i privati non possono svol-
gere attività investigative che
non siano autorizzate dalla li-
cenza del prefetto. Lo dichiara
il Testo unico delle leggi di Pub-
blica sicurezza (...) Perciò il giu-
dice del lavoro trasmise gli atti
della causa alla sezione penale,
dove finirono nelle mani del
nunciava una sistematica attivi-
tà di spionaggio dei dipendenti
all’interno della prima azienda
privata italiana. Il sopralluogo
di Guariniello portò alla scoper-
ta, negli uffici Fiat di via Giaco-
sa, di qualcosa come 354.077
schede su vita privata e orienta
menti politici dei dipendenti,
compilate nel giro di vent’anni, Il Vice Procuratore di Torino Raffaele Guariniello (FOTO EMBLEMA)
oltre a minuziose note spese
che davano conto dei compensi
pagati a un largo numero di in-
Una piccola nale di Napoli, fra proteste e po-
lemiche che giunsero fino nelle
formatori e collaboratori.
Nasceva il caso entrato nella sto-
causa civile aule parlamentari. Esattamente
un anno dopo veniva emessa
ria dell’azienda come lo “scan-
dalo delle schedature”. Era stato
provocò una l’ordinanza di rinvio a giudizio,
con 52 imputati, fra dirigenti
Vittorio Valletta a mettere in dell’azienda e funzionari pub-
piedi, nel 1953, un servizio di deflagrazione blici. Per arrivare al processo ci
investigazione e di sorveglian- vollero altri quattro anni: infatti

I città deserta per la chiusu-

ra delle fabbriche, come
capitava all’epoca in cui
Torino era una company town,
un pretore trentenne, Raffae-
le Guariniello, entrato in ma-
gistratura da quattro anni, mise
piede negli uffici Fiat con un
mandato che autorizzava so-
pralluogo e perquisizione.
Un dipendente del reparto era
stato licenziato circa un anno
prima, e aveva intentato causa
all’azienda (...) Caterino Ce-
resa, ex sottufficiale dei cara-
sa. Ma nella motivazione della
sentenza il pretore del lavoro
Angelo Converso aveva de-
scritto dettagliatamente le
mansioni affidate al Ceresa:
“Consistevano nello svolgere
indagini riservate e condotte in
modo tale da non far trapelare
né la qualifica di dipendente
Fiat, né che tali indagini erano
fatte per conto della Fiat. Tale
lavoro investigativo doveva es-
sere svolto praticamente sem-
pre fuori dall’ufficio”. Secondo
il nostro ordinamento giudizia-
pretore Raffaele Guariniello,
che dispose la perquisizione
degli uffici dei cosiddetti Servi-
zi generali.
PER QUANTO compiuto
con la massima discrezione –
come sarà nel suo costume an-
che in seguito – il passo del gio-
vane magistrato era clamoroso
e trasgressivo: si violavano i san-
tuari dell’azienda che dagli inizi
del secolo condizionava la vita
cittadina nel bene e nel male. La
perquisizione era stata prece-
za, per impedire l’accesso dei
comunisti alle officine, e per
neutralizzare l’azione del sinda-
cato rosso (...) fra gli schedati fi-
guravano non soltanto dipen-
denti, bensì uomini politici, di-
rigenti pubblici, sindacalisti,
giornalisti; tra gli informatori si
contavano anche funzionari
pubblici, il che faceva scattare
l’ipotesi di corruzione.
La vicenda processuale scaturi-
ta dallo scandalo vedeva coin-
volta larga parte del manage-
ment aziendale (...) Le ipotesi di
dagli sviluppi
imprevedibili
e incontrollabili
accusa riguardavano diversi
reati, il più grave dei quali era la
corruzione. Ma l’inchiesta uscì
dalla competenza del pretore
che l’aveva promossa, poiché
venne invocata la cosiddetta
“legittima suspicione” (...) Il 3
dicembre 1971 la Cassazione di-
spose il trasferimento al Tribu-
la prima udienza si tenne il 19
gennaio 1976. La sentenza di
primo grado arrivò nel febbraio
del 1978: 36 condanne (fra cui
quelle a carico di cinque diri-
genti dell’azienda), per il reato
di corruzione o per quello di
violazione del segreto d’ufficio,
mentre i reati minori risultaro-
no coperti dall’amnistia. In se-
de di appello, l’anno dopo, le
pene furono dichiarate estinte
per intervenuta prescrizione,
grazie alla concessione delle at-
tenuanti generiche.
pagina 8 Sabato 2 luglio 2011

COSE LORO

SPATUZZA HA DIRITTO ALLA PROTEZIONE

IL TAR SBUGIARDA IL VIMINALE
Un anno fa l’esclusione del pentito che accusa B. e Dell’Utri
Alfredo Mantovano (FOTO LAPRESSE)

di Antonella Mascali giugno 2010”. Cioè quella concessa su istanza delle Pro-
che ha confermato la con- cure di Firenze, Caltanissetta,
l Tar del Lazio ha accolto danna di Dell’Utri per con-

I
il ricorso del pentito di
mafia Gaspare Spatuzza
contro il Viminale, per
essere stato escluso dal pia-
no di protezione, un anno
fa. Sei mesi prima, al proces-
so contro Marcello Dell’U-
tri, aveva confermato che il
suo ex capomafia, Giuseppe
Graviano, gli avrebbe rac-
contato di un accordo, del
1993, con Marcello Dell’Utri
e Silvio Berlusconi.
Il sottosegretario all’Inter-
no, Alfredo Mantovano, che
da presidente della Commis-
sone competente, ha sem-
pre rivendicato quell’esclu-
sione, annaspa: “Il Tar non
riammette Spatuzza al piano
protezione, ma riaffida la de-
cisione alla Commissione”.
Vero. Ma la Commissione
deve tenere conto di quanto
hanno stabilito i giudici am-
ministrativi. E cioè il ribal-
tamento della decisione pre-
sa dal Viminale il 15 dicem-
bre 2010, con il voto con-
trario di due componenti si-
gnificativi: i magistrati della
Direzione nazionale antima-
fia.
Per il Tar, Spatuzza ha diritto
al piano di protezione per-
ché i pentiti sono obbligati a
dire entro i 180 giorni pre-
visti dalla legge, solo i fatti
che conoscono direttamen-
te. Per tutte le altre vicende
che hanno conosciuto de re-
lato, da altri, non c’è quel
limite temporale. Quindi, il
collaboratore che parla “tar-
divamente” di circostanze
apprese indirettamente,
non può essere escluso dal
programma di protezione.
È il caso di Spatuzza e del
suo racconto, dopo i 180
giorni, sulle presunte confi-
Alfredo
Mantovano:
“Non è una
riammissione,
la decisione
torna alla
commissione”
denze che Giuseppe Gravia-
no gli avrebbe fatto al bar
Doney di Roma, nel gennaio
‘94.
IL CAPOMAFIA gli avreb-
be detto: grazie a Berlusconi
e Dell'Utri “Abbiamo il Paese
nelle nostre mani”. I giudici
del Tar, infatti, indicano alla
Commissione del Viminale
che quelle dichiarazioni non
Gaspare Spatuzza nel giorno del suo arresto (FOTO ANSA)
dovevano essere considerate
per la valutazione sull’acces-
so al piano di protezione:
“Dopo la chiusura dei verbali
illustrativi (sui punti della
collaborazione, ndr) non an-
davano necessariamente
compendiati. La loro divulga-
zione, si ritengano essi, co-
me sostiene l'amministrazio-
ne, di ‘particolare gravità’,
ovvero come sostengono le
Direzioni antimafia, accesso-
ri e complementari a uno
scenario delittuoso già com-
piutamente delineato, non
poteva interdire l'ammissio-
ne alla misura tutoria propo-
sta”.Ma Spatuzza non è un
pentito qualsiasi: si è autoac-
cusato della strage di via D’A-
melio, senza essere mai stato
indagato, ha parlato della
trattativa Stato-mafia del ’93,
l’anno delle bombe a Roma,
Firenze e Milano. E così, l’an-
no scorso, la decisione del
Viminale ha scatenato pole-
Palermo e della Direzione na-
corso in associazione mafio- zionale antimafia che ritengo-
sa, ma che ha valutato nega- no il pentito attendibile. “Spa-
tivamente la testimonianza tuzza è un collaboratore di
di Spatuzza al processo. giustizia ritenuto da noi fon-
damentale per andare avanti
A MANTOVANO replica- e fare luce sulla strage di via
no gli avvocati di Spatuzza, D'Amelio”, dichiara il procu-
Valeria Maffei, Adriano Tolo- ratore di Caltanissetta, Sergio
meo e Sergio Luceri: “Nessu- Lari, che rimarca: “Sarebbe
na violazione comportamen- stato deleterio non ammette-
tale poteva essere imputata re Spatuzza al Servizio di pro-
allo Spatuzza. È quindi venu- tezione”. E il procuratore ag-
to meno il solo ostacolo che giunto di Palermo, Antonio
la Commissione aveva indivi- Ingroia, rileva che la decisio-
duato per il riconoscimento ne del Tar “è una sentenza im-
del programma di protezio- portante, che può restituire
ne”. Comunque l'ex boss ha fiducia al mondo dei pentiti,
sempre avuto le misure di tu- anche quando parlano di fatti
tela provvisorie. Il ricorso ha scottanti”. Perché la legge è
sospeso la decisione del Vi- uguale per tutti. Almeno, do-
minale; la protezione è stata vrebbe.
miche politiche; dubbi su
una possibile ritorsione nei
confronti del pentito, per L’ISPRA sbarca
aver toccato il filo spinato
delle presunta collusione tra
il presidente del Consiglio e
in America, sulla Cnn
Cosa nostra. attenzione che i media
IL SOTTOSEGRETARIO
L’cesso
italiani non hanno con-
alla vicenda dei pre-
Mantovano, però, la senten- cari dell’Ispra, l’Istituto su-
za di ieri non la digerisce e periore per la protezione e
lamenta: “Se, in tema di di- la ricerca ambientale, è ar-
chiarazioni ‘a rate’, si affian- rivata da quelli americani.
cano una giurisprudenza del- L’occasione è un servizio
la Cassazione e la sentenza della Cnn in cui si parla di
del Tar Lazio, ci si trova di paesi a rischio crac, della
fronte al dissolvimento della Grecia, e poi anche dell’I-
norma sul termine dei 180 talia e della sua incapacità
giorni. Vale la pena interro- d’investimenti pubblici in
garsi se non è opportuno un ricerca e sviluppo.
nuovo intervento del Parla- La tv americana riprende
mento per fare chiarezza sul in sottofondo il video “Non sparate alla ricerca”,
punto”. Poi avverte: la Com- che ha reso famosi i ricercatori precari dell’i-
missione dovrà valutare i fatti stituto romano e la loro protesta di 59 giorni sul
avvenuti da un anno a questa tetto. Il giornalista spiega ai cittadini d’oltreo-
parte. “Per esempio la sen- ceano che cosa siano i precari, cioè persone che
tenza della Corte di appello trascorrono molti anni della loro vita nell’insi-
di Palermo n. 2265 del 29 curezza con contratti temporanei, e intervista
due di loro, Massimiliano Bottaro e Ivan Con-
salvo. I due ricercatori sono precari Ispra da oltre

Riina, tocca al fratello “piccolo” 10 anni, quindi entrambi evidentemente neces-

IN MANETTE GAETANO: SECONDO I PM, ERA IL “CONSIGLIERE” DEI GIOVANI BOSS
di Pierluigi G. Cardone
na vita trascorsa nell'om-
UUnbra del fratello maggiore.
cognome che solo a no-
minarlo rimanda al capitolo
più sanguinario della storia
della criminalità organizzata
italiana. E una vecchiaia in
cui lo status di tranquillo
pensionato era solo il para-
vento per il suo vero ruolo di
eminenza grigia della nuova
generazione dei corleonesi.
Tutto questo fino a ieri,
quando i carabinieri del
gruppo Monreale e del Ros
hanno messo le manette ai
polsi di Gaetano Riina, 78 an-
ni, da Corleone, fratello mi-
Avrebbe protetto
i nuovi reggenti
di Corleone,
Giuseppe
Grizzaffi
e Alessandro
Correnti
nore di Totò Riina, il capo dei
capi. Associazione a delin-
quere di stampo mafioso ed
estorsione: accuse degne di
un boss per chi, del boss,
non aveva neanche il pedi-
gree. Gaetano Riina, infatti,
in 78 anni di vita - e nono-
stante il peso di quel cogno-
me - non aveva mai subito
una condanna per mafia, né
passato un giorno in carce-
re.
IL SUO NOME , però, oltre
a ricorrere in varie inchieste
del passato (nel 2010 era
comparso in un'indagine del-
la Dia di Roma che cercava di
vederci chiaro sugli affari di
camorra, 'ndrangheta e mafia
a Fondi, ndr), era troppo im-
portante negli equilibri crimi-
nali siciliani perché le forze
dell'ordine non lo tenessero
sotto controllo. E ieri, dopo
due anni di indagini popolate
da intercettazioni ambientali
e telefoniche, il cerchio si è
chiuso. Secondo gli inquiren-
ti, infatti, il 78enne originario
di Corleone, ma residente da
tempo a Mazara del Vallo (in
provincia di Trapani, ovvero
il feudo del super latitante
Matteo Messina Denaro), do-
Un carabiniere mostra la foto di Gaetano Riina, arrestato ieri (FOTO ANSA)
po l'arresto del fratello - risa-
lente al 1993 - aveva ereditato
tutta una catena di relazioni e
di legami che lo avevano por-
tato, negli ultimi anni, a di-
ventare la chioccia dei due
nuovi reggenti di Corleone,
ovvero Giuseppe Grizzaffi e
Alessandro Correnti, 33 e 39
anni, figlio di una sorella di
Riina il primo, cognato di
quest'ultimo il secondo.
I due rampolli, secondo quan-
to ricostruito dagli inquiren-
ti, spesso e volentieri chiede-
vano consigli e raccomanda-
zioni a Gaetano Riina, il qua-
le, non lesinando lezioni di
strategia mafiosa, ne aveva
curato l'apprendistato crimi-
nale recandosi spesso e vo-
lentieri a Corleone per segui-
re le vicende dei suoi pupilli,
arrestati ieri insieme al loro
mentore. Oltre ai tre, inoltre,
il sostituto procuratore di Pa-
lermo Marzia Sabella e l'ag-
giunto Ignazio De Francisci
sari all’ente, che però non riescono ad acquistare
un motorino o una casa. I loro contratti, infatti,
sono atipici, non l’agognato tempo determinato
che permetterebbe ferie o paternità. A gennaio
dello scorso anno, dopo la protesta sul tetto, era
stato firmato un protocollo d’intesa col Ministe-
ro dell’Ambiente, vigilante sull’ente, che preve-
deva, tra i dieci punti dell’accordo, nuovi con-
corsi per i precari (200 su 1200 dipendenti). Ma
ad oggi devono ancora essere assunti gli 89 vin-
citori dei concorsi banditi prima del “tetto”.
Nel video della Cnn anche gli scontri di piazza tra
la polizia e gli studenti del 14 dicembre scorso,
quando la protesta infuriò per l’approvazione
della riforma dell’Università e i tagli all’istruzio-
ne. Il giornalista definisce la situazione “esplo-
siva” e spiega che qualcosa deve cambiare per
non fare la fine della Grecia.
Intanto sulla storia dell’Ispra è stato realizzato un
fumetto da Nancy Poltronieri, che ripercorre la
protesta partendo sempre dal noto video con le
maschere che ha attratto anche gli americani.
Caterina Perniconi
hanno emesso una quarta or-
dinanza di custodia cautelare
pegnato a coordinare la ves-
sazione organizzata della par-
nei confronti di Giovanni Du-
rante, accusato solo di con-
te sana dell'economia locale,
soprattutto di quegli impren-
corso nell'estorsione ordita
da Gaetano Riina ai danni di
ditori che riuscivano ad acca-
parrarsi appalti pubblici. Il
un imprenditore agricolo. basso profilo da tranquillo
agricoltore in pensione, tut-
EH SÌ, PERCHÉ oltre a cer- tavia, non gli è servito a sviare
care di riorganizzare il cartel- le attenzioni della legge. Per-
lo di Corleone dopo la serie di ché buon sangue non mente,
arresti degli ultimi anni, stan- perché quel cognome ha
do alle accuse il fratello mi- troppi morti alle spalle per
nore del capo dei capi era im- passare inosservato.
Sabato 2 luglio 2011
EXPO 2015
LO STRANO CASO
BOERI-PISAPIA
Sindaco e assessore alla cultura cercano
insieme un’intesa su verde e cemento
di Gianni Barbacetto
he strana coppia, Giulia-
C no Pisapia e Stefano Boe-
ri. Quando si sono scon-
trati alle primarie per
scegliere il candidato sindaco
del centrosinistra a Milano, Pi-
sapia era, per la stampa, il can-
didato molto di sinistra amico
di Nichi Vendola e Boeri era
invece l’uomo del Pd che par-
lava con Pier Luigi Bersani e
lavorava per l’immobiliarista
Salvatore Ligresti. Ora, dopo il
trionfo arancione e l’ingresso
di Pisapia a Palazzo Marino, le
parti in commedia sembrano
essersi invertite. Tema: l’E-
xpo, naturalmente, cioè il pri-
mo dossier di peso che il nuo-
vo sindaco ha trovato sulla
scrivania finora occupata da
Letizia Moratti.
Ora Pisapia sembra diventato
realista e moderato, disponi-
bile a realizzare il progetto,
molto immobiliare, imposto
dal presidente della Regione
Roberto Formigoni; mentre
Boeri ha provato a insistere
sulla sua idea, secondo cui le
aree dell’Expo devono ospita-
re un grande parco permanen-
te degli orti planetari, mica es-
sere sommerse dal cemento.
BELLA GRANA, per il sin-
daco appena insediato in piaz-
za della Scala, tra l’entusiasmo
della Milano di sinistra e la sod-
disfazione di quella moderata.
Non aveva neppure completa-
to il trasloco, che si è trovato il
dossier Expo sul tavolo, con la
soluzione già decisa da Formi-
goni: le aree su cui realizzare
l’Esposizione universale del
2015 (un milione di metri qua-
dri, due terzi della Fondazione
Fiera, controllata dalla Regio-
ne di Formigoni, un terzo del
gruppo Cabassi) dovranno es-
sere comprate da una società
appositamente costituita, la
Arexpo spa, che poi le metterà
a disposizione della società
Expo spa per realizzare l’even-
to. Costo dell’operazione aree:
120 milioni di euro, 80 alla
TAV L’Europa frena:
la strada è ancora lunga
i fa presto a dire Tav, non basta un cantiere. Il mo-
S mento della (prossima) verità per la sorte dei 672
milioni di euro di finanziamenti europei destinati alla
Torino-Lione sarà la conferenza intergovernativa ita-
lo-francese del 6 luglio prossimo. Bruxelles, riferiscono
fonti vicine al commissario Ue ai Trasporti Siim Kallas,
ritiene che “al momento” non si possano dire rispettate
tutte le condizioni fissate per ottenere i fondi europei e
si augura che mercoledì prossimo vengano forniti ul-
teriori elementi di chiarezza. Le tre condizioni che Ita-
lia e Francia si sono impegnate a rispettare entro il 30
giugno scorso sono l’apertura del cantiere per il tunnel
della Maddalena, l’approvazione dei nuovi progetti e la
firma di un nuovo accordo bilaterale sulla ripartizione
dei costi finanziari dell’opera. La Commissione “ha ri-
cevuto la lettera e si nota che la situazione viene presa
molto sul serio. Ma al momento le tre condizioni non
sono ancora rispettate”, ha spiegato Helen Kearns, por-
tavoce del commissario Ue ai Trasporti Siim Kallas.
Fondazione Fiera, 40 a Cabas-
si, sborsati dal Comune di Mi-
lano (38 milioni per avere il 51
per cento di Arexpo), dalla Re-
gione (9,5 milioni per il suo
12,7) e dalla Fondazione Fiera
(che ottiene il 34,9 per cento
di Arexpo senza versare un sol-
do, ma conferendo i suoi ter-
reni). Qualche euro lo mette-
ranno anche la Provincia di Mi-
lano e il Comune di Rho, che
nella nuova società avranno lo
0,7 per cento.
QUAL È il problema che
preoccupa Pisapia? Che dopo
averci messo tutti questi soldi,
l’Expo dell’orto planetario
progettato da Boeri diventa im-
possibile. Per rientrare dell’in-
vestimento, Comune e Regio-
ne dovranno tirar su case e uf-
fici, altro che aree agricole e or-
ti. Lo dice chiaro l’Accordo di
programma: la Arexpo dovrà
realizzare “la riqualificazione
del sito espositivo privilegian-
do progetti mirati a realizzare
una più elevata qualità del con-
testo sociale, economico e ter-
ritoriale” (pag.13). Lo dovrà fa-
re “al termine dell’esposizione
Muore per strada dopo l’arresto. La famiglia
accusa la polizia, che replica: “Infarto”
di Martino Valente
Milano
Ptrolloicchiato a morte dai po-
liziotti durante un con-
o stroncato da un in-
farto nel tentativo di sot-
trarsi con la forza agli ac-
certamenti? Violenza o ma-
lore? Due verità contrappo-
ste nella vicenda di Miche-
le Ferrulli, 51 anni, dece-
duto giovedì sera in via Var-
savia a Milano dopo essere
stato ammanettato da due
poliziotti con i quali aveva
avuto una colluttazione.
Per i familiari non ci sono
dubbi: l’uomo è stato ag-
universale mediante un inter-
vento di trasformazione urba-
nistica” (pag. 17). Chiuso l’E-
xpo, arriverà il cemento. Lo
permette l’indice urbanistico
previsto, 0,52: almeno 520 mi-
la metri quadri, concentrati
sulla metà dell’area (l’altra me-
tà dovrebbe restare a verde),
che si aggiungeranno ai 230
mila metri quadri comunque
previsti nel piano Expo. Tota-
le, 750 mila metri quadri.
L’Expo naturale e tecnologico
delle biodiversità si trasforma
in un’operazione immobiliare,
a tutto vantaggio dei bilanci
L’architetto dopo
l’evento vuole
portare nell’area
l’Ortomercato,
creando un polo
agricolo
e alimentare
gredito dalla polizia. Lo
hanno denunciato ai cara-
binieri di San Donato, di
fronte all’ospedale Policli-
nico. “È morto a faccia in
giù, per terra, come un ca-
ne. Poi lo hanno rigirato
cercando di rianimarlo. Ha
segni evidenti sui polsi: gli
agenti volevano ammanet-
tarlo dopo che si era sen-
tito male”, hanno riferito
ancora i familiari che si so-
no affidati a un legale.
Del tutto diversa la versio-
ne fornita dalla Questura.
Ferrulli, a quanto riferito
dai poliziotti, avrebbe rea-
gito in modo aggressivo, e
Michele Ferulli, la vittima (FOTO ANSA)
Michele
Ferrulli, 51
anni, è stato
fermato giovedì
notte a Milano
Il Tg1 trasmette
un video
CRONACHE
Stefano Boeri e Giuliano Pisapia (FOTO EMBLEMA)
della Fondazione Fiera. Formi-
goni ha detto a Pisapia: pren-
dere o lasciare. E Pisapia non
vuole e non può passare come
il sindaco che appena arrivato
fa perdere l’Expo a Milano.
ORA PERÒ sta riflettendo:
non può neanche passare co-
me il sindaco del cemento.
Gliel’ha ribadito anche Legam-
biente, con un comunicato
che ricorda l’esito di uno dei
cinque referendum cittadini
votati il 12 e 13 giugno a Mi-
lano: il parco dell’Expo deve ri-
manere parco anche dopo l’e-
sposizione. “La richiesta di un
parco dell’Expo, espressa dai
cittadini due settimane fa, è
chiara”, scrive Legambiente,
“e non può essere elusa. Siamo
consapevoli delle esigenze
dell’evento, ma non possiamo
far finta di non sapere che in
quell’area si stanno accumu-
lando previsioni per milioni di
metri cubi di nuovi edifici, non
solo nel recinto di Expo, ma
anche a Cascina Merlata, Ste-
phenson, Città della Salute. Il
risultato non sarà la ‘Dèfense’
milanese, ma una bolgia di ce-
solo con grande fatica è sta-
to immobilizzato, con due
paia di manette. All’im-
provviso però si sarebbe
accasciato e gli agenti han-
no chiamato il 118. Il resto
è cronaca di un viaggio inu-
tile: caricato in ambulanza,
Ferrulli è morto prima del-
l’arrivo al Policlinico. “È
giunto in stato di arresto
cardiocircolatorio dopo
colluttazione con polizia”,
hanno scritto i medici del-
l’accettazione, aggiungen-
do che il paziente era in
uno stato di “grave anossia”
e che “si allerta l'autorità
giudiziaria”.
I MEDICI hanno gli hanno
iniettato una fiala di adrena-
lina che non è servita a sal-
varlo. Hanno quindi allerta-
to la Procura, che ha aperto
un fascicolo per omicidio
preterintenzionale a carico
di ignoti.
Ancora più dubbi solleva un
video girato con il telefoni-
no da un amico di Ferrulli a
una trentina di metri di di-
stanza . Le condizioni di lu-
ce e la bassa qualità del fil-
mato non permettono di di-
stinguere nitidamente figu-
re e azioni. Si vede un uomo
con pantaloni bianchi che
viene fatto salire sulla volan-
te e un secondo, il Ferrulli, a
terra. Due agenti si chinano
su di lui, uno pare colpirlo.
Per il legale della famiglia sa-
rebbero evidenti le percos-
se.
I primi punti fermi alla vi-
cenda li fornirà probabil-
mente l’autopsia. La salma è
pagina 9
N
ROMA, RIONE MONTI
Preso il terzo
aggressore
È stato fermato ieri
dalla Digos il terzo
complice responsabile
dell’aggressione ai danni
di un musicista nella notte
tra il 25 e il 26 giugno al
Rione Monti di Roma.
Si tratta di un 23enne
gravitante negli ambienti
della tifoseria romanista,
colpito da Daspo nel 2009.
Avrebbe colpito la vittima
con un casco.
mento. La città viene prima di
Expo e degli interessi, pur le-
gittimi, dei proprietari dei ter-
reni”.
A questo punto, Pisapia sta ri-
considerando la questione e si
è riavvicinato a Boeri, che un
paio di proposte continua a far- PRESO IERI A FIUMICINO
le. La prima è abbassare l’indi-
ce di edificabilità: troppo alto Iorio, vacanze
quello 0,52. Ormai sembra im- con Cannavaro
possibile trovare soluzioni al-
ternative all’acquisto delle
aree. Mantenerle agricole ap-
pare un’utopia. Ma si può al-
M arco Iorio,
l’imprenditore al
centro dell’inchiesta
meno limare quel numeretto, su ristoranti e
riducendo la quantità di ce- riciclaggio della
mento. Procura della
La seconda idea di Boeri è tra- Repubblica di Napoli
sferire sull’area Expo, dopo il
2015, l’Ortomercato. Nasce-
che ha coinvolto, tra
gli altri, Vittorio
rebbe così un grande polo agri-
colo e alimentare, con il parco
Pisani, fino all’altro
ieri capo della squadra
delle biodiversità, il nuovo
mercato all’ingrosso di frutta e
mobile del capoluogo
campano, è stato
verdura, la “Città del gusto”, la arrestato ieri sera
nuova facoltà di Agraria... dalla Dia all’aeroporto
Su questo progetto Pisapia e di Fiumicino. Iorio,
Boeri stanno lavorando, di che si trovava in
nuovo fianco a fianco, come Florida in compagnia
sul palco di piazza Duomo do- dell’amico Fabio
po la vittoria comune su Leti- Cannavaro per una
zia Moratti. breve vacanza, ha
deciso di tornare in
Italia per costituirsi.
AMORE E POLITICA
Italo Bocchino
si separa
stata portata all’Istituto di
medicina legale e il pm Gae-
tano Ruta ha disposto l’esa-
È finito il
matrimonio fra
Italo Bocchino e la
moglie Gabriella
me autoptico che sarà ese-
guito già questa mattina o al
massimo lunedì. “Le indagi-
Buontempo. La
coppia, fa sapere
ni - dice il procuratore capo l’ufficio stampa
Bruti Liberati - si faranno dell'onorevole, ha
con il massimo scrupolo. depositato presso il
Dobbiamo acquisire dati Tribunale di Roma un
obiettivi, sentire testimoni, ricorso per
valutare le cartelle cliniche, separazione
i video, e vedere l'esito del- consensuale. Nei mesi
l'autopsia. Al momento scorsi il rapporti tra
quindi - precisa - non c'è gli ex coniugi
nessuna ipotesi in nessun Bocchino era finito
senso. Non si può parlare sotto i riflettori per via
né di un eccesso né di un di una possibile
uso legittimo della forza”. relazione sentimentale
Tra gli accertamenti com- tra l’esponente Fli e il
piuti ieri il sequestro in casa ministro Mara
Ferrulli di un farmaco usato Carfagna, novella
per contrastare le tachicar-
dia e di due bottiglie di bir-
sposa.
ra. L’uomo, del resto, aveva LAVORO
più di un problema di salu-
te, era sovrappeso e soffriva Istat: un giovane
di cuore. E mentre si aspet- su tre disoccupato
ta di fare chiarezza sugli ul-
timi istanti della sua vita
emerge uno spaccato delle
gravi difficoltà sociali, eco-
I l tasso di
disoccupazione a
maggio sale all'8,1%,
nomiche e di salute in cui con un aumento di 0,1
versava Michele Ferrulli. La per cento rispetto ad
moglie invalida, un lavoro
precario come facchino. In
aprile (quando era
pari all'8,0%), ma in
via del Turchino 22 era abu-
sivo con la famiglia dal
calo su base annua di
0,5 punti (a maggio
1991. Due ingiunzioni di
sfratto esecutivo rinviate al-
2010 era pari a 8,6%).
Lo rileva l’Istat in base
l’ultimo per intervento del a dati destagionalizzati
sindacato degli inquilini e e a stime provvisorie.
del comitato di via. Ferrulli Male la
minacciava di incatenarsi disoccupazione
alla cancellata verde delle giovanile, salita nel
case popolari dove, da ieri, primo trimestre del
è affisso un cartello: “Mi- 2011 dal 29,6% al
chele sei uno di noi”. 28,8%
pagina 10 Sabato 2 luglio 2011

ECONOMIA

IL BUCO
CON LA MANOVRA
INTORNO
Standard&Poor’s dice che il nostro debito
è pericoloso come prima
di Stefano Feltri EFFETTO IMMEDIATO. Le Il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti,
misure che scattano subito non per dare il buon esempio, ieri ha fatto
olo la stupidità umana sono molte. Da ieri il prezzo

“S
o il pregiudizio senza
limite possono porta-
re a polemizzare sulla
natura temporale della mano-
vra”, il ministro del Welfare
Maurizio Sacconi non ha dubbi.
Nessun problema se il governo
fa una manovrina da 1,5 miliar-
di nel 2011, con 5,5 nel 2012 e
rimanda la stangata da 40 mi-
liardi a 2013 e 2014. Peccato
che Standard&Poor’s, la princi-
pale agenzia di rating, la pensi
diversamente. E il giorno dopo
l’approvazione della manovra
da parte del Consiglio dei mini-
stri comunica che “Nonostante
le misure di austerità annuncia-
te, ci sono ancora sostanziali in-
certezze sulla riduzione del de-
bito”. E quindi niente è cambia-
to rispetto a quando, poche set-
timane fa, S&P annunciava di
pensare a un taglio del rating,
cioè del giudizio sulla capacità
dell’Italia di sostenere il suo de-
bito. Per l’agenzia i problemi
sono molti, la bassa crescita
che non viene stimolata, il pan-
tano in cui è invischiato il go-
verno, le incertezze sul gettito
previsto dalla lotta all’evasione
fiscale. La Consob, la commis-
sione che vigila sulla Borsa, ha
deciso ieri di convocare S&P e
Moody’s per discutere delle
tempistiche con cui si pronun-
ciano sui problemi del Paese,
visti i pesanti effetti che di so-
lito (non ieri) i loro giudizi han-
no sui mercati.
Ma il punto più immediato è
che questa è una manovra a
scoppio ritardato, dove quasi
tutti i provvedimenti più rile-
vanti produrranno i loro effetti
soltanto a fine legislatura o ad-
dirittura nella prossima.
Visti da fuori
della benzina è aumentato di 4
centesimi, è una tassa (un’acci-
sa) voluta dal governo per finan-
ziare il Fus, cioè il fondo per il
settore dello spettacolo, nelle
prossime settimane si prevede
un ulteriore aumento dovuto al-
l’andamento del mercato petro-
lifero. Questo però non è parte
della manovra, ma uno strascico
dei tagli della Finanziaria appro-
vata a novembre. Le altre misure
i cui effetti si faranno sentire su-
bito sono quelle che riguardano
gli statali: blocco del turnover
– cioè niente nuove assunzioni
per sostituire chi va in pensione
– e una ulteriore proroga al 2014
del congelamento degli sti-
pendi. Anche i controlli sull’as-
senteismo, con la visita fiscale
fin dal primo giorno, dovrebbe-
ro scattare già dal 2012. Il gover-
no ha annunciato un aumento
del canone per l’utilizzo dell’in-
frastruttura dell’Alta velocità
ferroviaria e Trenitalia ne antici-
pa già gli effetti aumentando i
prezzi sui Freccia Rossa. E que-
ste sono, più o meno le uniche
certezze.
TUTTO RIMANDATO. Per
vedere quasi tutte le altre cose
annunciate bisogna aspettare.
Molti provvedimenti forse non
compariranno neppure nel te-
sto definitivo della manovra,
che i tecnici del governo stanno
rimaneggiando: è probabile che
non si materializzi alcuna tassa
sulle transazioni finanziarie e
neppure sui proventi che le ban-
che ottengono dalla compra-
vendita di titoli (due misure
che dovevano servire a scorag-
giare dal compiere operazioni
speculative). Se mai ci saranno
queste imposte, finiranno nella
sapere di aver preso un aereo di linea
e non un volo di Stato (FOTO LAPRESSE)
L’agenzia vede
l’Italia ancora
a rischio,
la Consob
la convoca
per chiedere
spiegazioni
legge delega sulla riforma fisca-
le e quindi rimandate di anni.
Non si capisce ancora se e quan-
do scatteranno i ticket sanitari
(10 euro sulle visite specialisti-
che e le analisi), resta l’ipotesi
che scattino dal primo gennaio
2012. C’è una certa incertezza
perfino su un provvedimento
condiviso da tutti e annunciato
come cosa fatta da Silvio Berlu-
sconi venerdì: un’aliquota Irpef
ridotta al 10 per cento sul cosid-
detto salario di produttività,
centrale nei nuovi accordi tra
Confindustria e sindacati. Entro
dicembre il governo deve stabi-
lire se e quanti soldi ci sono per
finanziarlo. Anche il provvedi-
mento sulle pensioni è diventa-
to a lunghissima scadenza: lo
scopo è alzare l’età delle pensio-
ni di vecchiaia per le donne nel
settore privato da 60 a 65 anni,
uniformandole a quelle del pub-
blico impiego. Nell’ultima boz-
za della manovra questo aumen-
to avviene in modo molto gra-
duale tra il 2020 e il 2032. Quin-
di non ha alcun impatto, dal
punto di vista dei risparmi di
spesa, sul periodo più delicato
che è quello 2012-2014.
FORSE MAI. L’elenco più lun-
go, però, è quello dei provvedi-
menti destinati a non concretiz-
zarsi mai. A cominciare dalla ri-
forma del fisco, che è soltanto
una legge delega abbinata alla
manovra. La delega al governo
dura tre anni, cioè ha un trien-
nio per attuare i principi e le ri-
forme indicati dalla delega, a co-
minciare da quello più impor-
tante, il passaggio dell’Irpef
(l’imposta sul reddito delle per-
sone fisiche) da cinque a tre sole
aliquote, 20, 30 e 40 per cento.
Anche nel 2003 il governo si era
attribuito una delega analoga,
niente di fatto. E questa volta i
tre anni scavallano la legislatura.
Nella categoria delle cose irrea-
lizzabili contenute nella legge
delega c’è anche la graduale eli-
minazione dell’Irap, l’impo-
sta regionale che finanzia la sa-
nità con 38 miliardi all’anno. Co-
me sostituire quel gettito? Mi-
stero. Si parla di rivedere le de-
trazioni fiscali, operazione da
cui ci si attende un mirabolante
risparmio da 161 miliardi tutto
da verificare. E tra le rivoluzioni
annunciate e impossibili c’è, ov-
viamente, il taglio dei costi del-
la politica. Rigorosamente dal-
la prossima legislatura e previo
negoziato defatigante con Ca-
mera e Senato, oltre che con le
Regioni e gli enti locali. Un iter
che, su questi temi, di solito ren-
de privi di conseguenze anche i
migliori propositi.
CIRIO Unicredit paga
il conto di Geronzi
UUnanicredit è pronta a sborsare 150 milioni per chiudere
una volta per tutte la storia brutta del crac di Cirio.
storia cominciata negli anni Novanta quando la Ca-
pitalia presieduta da Cesare Geronzi finanziò il gruppo
alimentare guidato all’epoca da Sergio Cragnotti e finito
in bancarotta nel 2003. Quattro anni dopo, nel 2007,
Capitalia è stata assorbita da Unicredit che ha ereditato
anche la vertenza con il fallimento Cirio ora in ammi-
nistrazione straordinaria.
I tre commissari Luigi Farenga, Lucio Francario, Attilio
Zimatore a marzo avevano chiesto un risarcimento di
oltre 1,2 miliardi a Unicredit. Adesso, in aggiunta ai 150
milioni messi sul piatto per rimborsare il danno, la banca
milanese è disposta a rinunciare anche a crediti per 200
milioni nei confronti del gruppo fallito. L’intesa non è
comunque ancora definitiva. Nelle prossime ore si do-
vrebbe pronunciare anche il ministero delle Attività pro-
duttive a cui spetta la sorveglianza sulla’amministrazio-
ne straordinaria. Dopo anni di trattative, l’accordo tra
Unicredit e i commissari di Cirio è stato raggiunto con
pochi giorni di anticipo rispetto alla scadenza di lunedì
prossimo quando in tribunale a Roma è fissata l’udienza
per la lettura della sentenza nel processo per il crac.
Imputato eccellente è proprio Geronzi per cui i pm han-
no chiesto otto anni di reclusione per concorso in ban-
carotta. Cragnotti rischia invece 15 anni. Il risarcimento
potrebbe essere il viatico verso una sentenza meno pe-
sante nei confronti degli imputati manager della vecchia
Capitalia. D’altra parte il pagamento del risarcimento
rappresenta anche un’implicita ammissione di colpa. I
legali di Geronzi hanno sempre difeso la legittimità del-
l’operato dell’ex presidente di Capitalia affermando che
il banchiere non ha mai personalmente preso nessuna
decisione sui prestiti concessi a Cirio.
Lunedì vedremo se i giudici hanno creduto a questa ver-
sione dei fatti. Intanto però i 150 milioni versati da Uni-
credit (se arriverà l’ok del ministero) vanno a migliorare
la posizione delle migliaia di risparmiatori, che tra il
2000 e il 2002 avevano comprato bond Cirio per oltre un
miliardo di euro. Finora i rimborsi non hanno superato il
10 per cento. L’incasso targato Unicredit potrebbe of-
frire nuovi spiragli per gli obbligazionisti.
Vit.Mal.

Un bilancio da Bunga Bunga

di Caterina Soffici sono esauriti”. greco. Il tormentone “Gli italia- nari. sfogliando il giornale, ha subito è farlo quando ti chiedono per-
Londra L’ironia garantisce sempre buo- ni sono come il loro primo mi- Gli avvertimenti delle agenzie commentato: “Cosa succede in ché i politici italiani sono così
ne vie di fuga. Ma la commedia nistro”, ovvero il sottinteso che di rating internazionali non so- Italia?”. In verità era un pezzo corrotti e viziati, privilegiati e

NtunnelonEravamo
si può mai stare in pace.
appena usciti dal
del Bunga Bunga. Era-
vamo sopravvissuti gloriosa-
mente ai sorrisini, alle battutine
e alle domande dettagliate sul-
le attitudini sessuali del pre-
mier. Avevamo appena finito di
spiegare lo strano caso di una
minorenne marocchina che pe-
rò era nipote di un egiziano.
Avevamo respinto perfino gli
ammiccamenti idioti che qual-
che britannico un po’ su di giri
azzardava verso signore e si-
gnorine italiche abbigliate con
vestito nero: “Vai a un party eh?
C’è un un festino Bunga Bunga
stasera? Posso accompagnar-
ti?”. È successo a una giovane
manager di origine napoletana
che in un affollato ascensore ha
dovuto decidere se mollare di-
rettamente un ceffone al col-
lega importuno o buttarla sul
ridere: “Mi spiace non averti
invitato, ma ormai tutti i posti
all’italiana è un genere sul viale
del tramonto. Non si può pre-
tendere che all’estero continuino
sempre a prenderci sul ridere.
Prima o poi ci prenderanno sul
serio e allora sarà peggio. Non
siamo molto lontani da quel mo-
mento. Perché ora il Bunga Bun-
ga ha lasciato il posto all’incubo
Per fortuna
non ci prendono
troppo sul serio,
o qualcuno
comincerà
a pensare
che ormai siamo
come la Grecia
se abbiamo un premier come
Berlusconi un motivo ci deve
pur essere e quindi ce lo me-
ritiamo, è stato soppiantato da
un altro tormentone: “L’Italia è
come la Grecia”. Dove non si
allude alle affinità turistiche, al
sole, al mare e alle bellezze na-
turali, ma a ben più nefasti sce-
Le proteste in Grecia contro il piano
di austerità del governo (FOTO ANSA)
no stati un bel segnale. E se
anche il declassamento non è
dietro l’angolo e non dobbiamo
aspettarci a breve un’altra co-
pertina devastante dell’Econo-
mist (non fosse altro perché
l’anno appena fatta), una serie
di articoli e commenti usciti nel-
le ultime settimane sull’Italia ci
descrivono in maniera perico-
losamente levantina. Anche la
vicenda Bankitalia non contri-
buisce: è abbastanza incom-
prensibile per chi non è avvez-
zo agli intrallazzi romani e al-
l’incapacità di prendere qua-
lunque decisione, anche sba-
gliata, che il governo italiano
non abbia risolto il caso Bini
Smaghi prima di farlo diventare
un caso europeo.
L’Independent ha pubblicato ie-
ri un intervento dal titolo: “Il
risultato di 20 anni di corru-
zione, evasione fiscale e realtà
ignorate”. La persona con la
quale stavo prendendo il caffè,
sulla Grecia, dove lo scrittore
greco Iason Athanasiadis (studi
a Londra e attualmente basato
tra Istanbul e Kabul) racconta-
va di un paese caratterizzato
da clientele e assenza di me-
ritocrazia, che non sa assumer-
si responsabilità, che nasconde
la polvere sotto il tappeto che
non punisce i corrotti e gli eva-
sori fiscali, e dove la politica ha
costantemente manipolato l’o-
pinione pubblica. Non si par-
lava dell’Italia, insomma, ma il
titolo ci stava a pennello. E l’au-
tore concludeva che nei suoi re-
centi soggiorni a Kabul, in que-
sto paese fallito, con la sua
massiccia corruzione e la cre-
scente influenza talebana, si
sentiva un po’ come a casa, in
Grecia. Ancora al parallelo con
Kabul non ci siamo, ma di que-
sto passo siamo avviati sulla
buona strada.
Rispondere ridendo al Bunga
Bunga è forse possibile. Difficile
intoccabili. Difficile spiegare a
chi ci vede così simili alla Grecia
(e forse anche a Kabul?) che
non è vero, quando la manovra
ha solo spostato avanti i pro-
blemi, senza tagliare le spese,
toccare i vitalizi dei parlamen-
tari, gli sciali per aerei ed eli-
cotteri di stato, le auto blu, i
bonus e i privilegi della Casta
eccetera eccetera. Ancora più
difficile spiegare come alcuni
parlamentari italiani rivendichi-
no apertamente il diritto a que-
sti privilegi e mandino messaggi
mafiosi al governo sulle conse-
guenze per la durata dell’ese-
cutivo nello sfortunato caso di
tagli ai propri già ricchissimi sti-
pendi.
Questo davvero, agli occhi di
cittadini cresciuti nella più vec-
chia democrazia occidentale, è
un comportamento talmente
corrotto e levantino, che para-
gonarci alla Grecia diventa qua-
si un complimento.
Sabato 2 luglio 2011 pagina 11

ECONOMIA

LO BOMBARDA E LO FINANZIA
Dal Lussemburgo B. versa 15 milioni per sostenere
la Quinta communication di Ben Ammar e Gheddafi
Va detto che il socio di mag-
gioranza Tarak di fatto non ha
sborsato denaro, ma si è limi-
tato a convertire in azioni pro-
pri crediti per circa 30 milioni
verso la società parigina. A
pagare il conto, insomma, so-
no Berlusconi e i libici. Anzi,
l’amico Silvio ha fatto ancora
di più, perchè la sua Trefinan-
ce ha concesso alla Quinta an-
che un prestito di 5 milioni di
euro. Il conto finale, quindi,
arriva a 15 milioni. Tutto de-
naro targato Fininvest che
serve a tenere in linea di gal-
leggiamento la società parigi-
na
DEL RESTO Berlusconi non
poteva davvero chiamarsi
fuori. Troppo stretti i legami
con Tarak. Un tipo che negli
ultimi tempi si è sempre espo-
sto in prima persona, con in-
numerevoli interviste ai gior-
nali, quando c’era da difende-
re il Cavaliere. L’amicizia tra i
due risale addirittura al 1984,
Il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, nei tondi Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi (FOTO ANSA) quando si incontrarono a una
festa ad Hammamet, ospiti di
di Vittorio Malagutti
Milano
noscono i dati, si è chiuso in
rosso per quasi 10 milioni di
Poco prima della Bettino Craxi. Una festa piena
di belle donne, racconta la
cui ora è un entusiastico so- grande, dichiarata passione
stenitore. però resta il cinema. La Quin-
Ben Ammar, abilissimo a de- ta communication ha prodot-
streggiarsi su più tavoli con- to o distribuito negli anni
temporaneamente, è da tem- scorsi film importanti. Tra gli
po anche una sorta di amba- ultimi Baaria di Giuseppe Tor-
sciatore della finanza france- natore e L’ultima legione. A
se in Italia. Con questo ruolo quanto sembra, però, i pro-
si è conquistato un posto nel venti del botteghini non sono
consiglio di amministrazione bastati a far quadrare i bilanci.
di Mediobanca, in rappresen- Niente paura. Quinta riparte.
tanza dei soci transalpini gui- Grazie all’amico Silvio. E a
dati da Vincent Bollorè. La sua Gheddafi.
FIAT Male in Italia
Chrysler invece vola
Nalloeilarestesso
primi sei mesi del 2011 il gruppo Fiat ha visto ca-
le sue vendite in Italia del 17,8 per cento rispetto
periodo del 2010. Da gennaio a giugno le
immatricolazioni di marchi del Lingotto hanno supe-
rato di poco le 296 mila unità per una quota di mercato
del 29,2 per cento, con una diminuzione dell’1,7 per
cento rispetto a un anno fa. Anche i dati del solo mese di
giugno, comunicati ieri, non sono affatto confortanti
per l’amministratore delegato Sergio Marchionne. Do-
po la momentanea ripresa di maggio (più 4,6 per cento)
il mese scorso le vendite sono tornate a diminuire del
3,6 per cento per cento. Un calo superiore a quello del-

n amico è un amico:
euro, dopo la perdita per 6
milioni registrata nel 2008.
guerra in Libia il leggenda. “Ma Silvio pensava
solo alla sua Veronica”, ha ga-
l’intero mercato nazionale che a giugno si è ristretto
dell’1,7 per cento. Soffre in particolare il marchio Fiat

U mai lasciarlo solo nel

momento del bisogno.
E così, se Tarak chia-
ma, Silvio non può davvero
fare a meno di rispondere.
Pronti, via: ecco un assegno
da 15 milioni di euro che par-
te dal Lussemburgo e finisce
nella casse della Quinta com-
munication, società di pro-
duzione cinematografica
con base a Parigi. Il fondatore
e socio di maggioranza della
Quinta si chiama Tarak Ben
Ammar, tunisino di nascita,
francese d’adozione, da al-
meno un ventennio sodale
tra i più fidati di Silvio Ber-
lusconi. E nel nome dell’an-
tico rapporto, il presidente
del Consiglio è corso in soc-
corso della società parigina,
che da un po’ di tempo se la
passa piuttosto male. Il bilan-
cio 2009, l’ultimo di cui si co-
PER TIRARE avanti servi-
vano al più presto risorse fre-
sche. Detto, fatto: la Quinta
vara un aumento di capitale a
cui contribuiscono i soci. Ov-
vero Tarak, azionista di mag-
gioranza con una quota del 68
per cento, insieme a Berlu-
sconi forte del 22 per cento
controllato attraverso la so-
cietà lussemburghese Trefi-
nance. Infine ha fatto la sua
parte anche Muammar Ghed-
dafi. La partecipazione libica,
pari al 10 per cento, è inte-
stata alla Lafitrade, una hol-
ding che fa capo al regime di
Tripoli. Il rais è socio della
Quinta sin dal maggio 2009,
quando finanziò la società pa-
rigina con una decina di mi-
lioni.
Quest’ultima operazione fi-
nanziaria risale invece all’ot-
Cavaliere trova i
soldi per la
società di cui è
socio con Tarak
e il rais di Tripoli
tobre scorso, ma fin qui non
se ne aveva avuta notizia. In
effetti, sarebbe stato piutto-
sto imbarazzante raccontare i
rapporti finanziari tra Ghed-
dafi e il premier di uno degli
Stati che adesso lo stanno
bombardando. Ancora più
imbarazzante se si pensa che
l’aumento di capitale della
Quinta è stato concluso solo
poche settimane prima dell’i-
nizio delle guerra.
rantito Tarak al Corriere della
Sera.
Donne a parte, sono gli affari
ad aver cementato i rapporti
tra i due sodali. Quando Ber-
lusconi decide di quotare In
Borsa le sue televisioni è Ta-
rak a spianargli la strada con
un investitore come il princi-
pe arabo Al Walid. Ed è ancora
l’imprenditore tunisino, qual-
che anno dopo, a mediare
con Rupert Murdoch nella
trattativa per la vendita di Me-
diaset saltata proprio sul ret-
tilineo finale. Quinta e Finin-
vest un paio di anni fa hanno
lanciato anche una nuova te-
levisione con base in Tunisia
e rivolta ai Paesi del Maghreb.
Problemi con rivoluzione dei
mesi scorsi? Macchè: Tarak,
da sempre legato al regime
deposto, è passato a gran ve-
locità con i nuovi padroni di
che in giugno perde il 6 ,6 per vento circa, mentre Lan-
cia cresce dello 0,3 per cento e Alfa Romeo consolida la
ripresa facendo segnare un incremento delle vendite
pari al 7,3 per cento. Un risultato positivo che però ser-
ve solo ad attenuare parzialmente il tonfo del gruppo
del Lingotto che ancora una volta soffre in modo par-
ticolare la mancanza di nuovi modelli.
Le speranze per i prossimi mesi sono affidate al suv Free-
mont e alla nuova Ypsilon della Lancia. Anche nella più
ottimnistica delle previsioni sembra però ormai quasi
impossibile centrare gli obiettivi di vendita fissati da
Marchionne. Tutt’altra musica invece negli Stati Uniti
dove in giugno la Chrysler ha fatto segnare un incre-
mento delle vendite addirittura del 30 per cento rispet-
to allo steso mese dell’anno scorso. La casa di Detroit, di
cui Fiat si avvia a conquistare la maggioranza assoluta
del capitale, ha sfruttato l’onda di un mercato statuni-
tense in forte ripresa. Anche le due rivali General Mo-
tors e Ford hanno visto aumentare le loro vendite con
una crescita per entrambe intorno al 10 per cento.
Chrysler viaggia ancora più veloce e a questo punto i
target annunciati nei mesi scorsi sembrano davvero a
portata di mano.

Donne, quindi disoccupate

130 LAVORATRICI DELLA CITMAN DI BRESCIA DEVONO CERCARE UN NUOVO LAVORO DOPO IL FALLIMENTO
di Salvatore Cannavò
e want sex” è il titolo di un bel film che
”W racconta una grande vertenza fatta da
operaie in nome della parità di genere: la pa-
rità del salario, in particolare, tra uomini e
donne. La storia è degli anni Sessanta, ma a
quanto pare potrebbe essere raccontata an-
cora oggi. È dell'altro giorno la vicenda del-
per via di una delocalizzazione in Serbia. Nel
bresciano, confine Sud con Cremona, c'è
un'altra vicenda che non è un caso “da glo-
balizzazione”. “Qui siamo di fronte al più clas-
sico caso di incompetenza di imprenditori vo-
tati al guadagno facile e che hanno gettato sul
lastrico più di cento lavoratrici”, ci spiega Lau-
ra Tonolo, della Filtem-Cgil di Brescia che se-
gue la storia della Citman.
vani che oggi non sanno bene dove ricollocar-
si. “Si tratta di lavoratrici che con un'occhiata
riconoscono una giacca di qualità, che hanno
permesso a quell'azienda di crescere, che era-
no anche in grado di lavorare da sole, senza
guida anche per via di quell'orgoglio operaio
che spesso fa la differenza. Specialmente nel
tessile, settore ad alto valore aggiunto”. Oggi la
ricollocazione rischia di essere quella di ba- 46 per cento Le donne disoccupate in Italia secondo l’ Istat(F
OTO ANSA)

l'azienda di Inzago, in Lombardia, produttrice
di motori elettrici per condizionatori che ha
deciso di licenziare una parte dei suoi dipen-
denti selezionando solo le donne e lascian-
done a casa 13 su un totale di 30. “Potranno
occuparsi dei figli e comun-
que si tratta di un secondo la-
voro” è stata la giustificazione
addotta dall'amministratore
I padroni della
delegato.
Una frase che le donne che la-
fabbrica
vorano si saranno sentite ripe-
tere migliaia e migliaia di vol-
chiedono di
te, fino alla nausea. Il caso di
Inzago è forse il più eclatante e non protestare,
quello che più da vicino ricor-
da le operaie di “We want rovina
sex”. Ma ce ne sono altri. Molti
ricorderanno le lavoratrici l’immagine del
dell'Omsa, ospitate da Annoze-
ro, che hanno perso il lavoro nuovo outlet
LA CITMAN è, anzi era, una fabbrica tessile
di alta qualità, produttrice di giacche da uomo
che riforniva marchi piuttosto pregiati: Arma-
ni, Zegna, Dolce&Gabbana per intenderci.
“Una fabbrica tirata su da una
titolare che ci ha fatto penare
sindacalmente perché era
molto dura, ma che in ogni
caso sapeva fare il suo lavo-
ro”. Alla sua morte, gli eredi
litigano un po' per l'eredità,
poi risolvono i conflitti ma in
capo a tre anni, dal 2008 al
2011, si passa alla cassa in-
tegrazione e poi al fallimento
dichiarato il 7 giugno scorso.
A perdere il lavoro sono circa
130 operaie, forse di più. La-
voratrici di lunga esperienza
e competenza, non più gio-
dante, di colf, anche la pensione può essere
preclusa viste le intenzioni di innalzamento
dell’età pensionistica. Nel frattempo i titolari
della Citman stanno per aprire un outlet nei
capannoni dismessi e, racconta sempre Tono-
lo, “sono venuti a chiederci di sgombrare il pre-
sidio organizzato lì davanti perché può arre-
care danno all'immagine della nuova attività”.
Le operaie, infatti, hanno collocato due gazebo
davanti alla fabbrica e hanno dovuto subire
un'azione vandalica denunciata ai carabinieri:
“Un danno da squadraccia” dice Tonolo.
SEMBRANO VERTENZE occasionali, ma
vanno iscritte nel contesto generale. Sono di
ieri i dati Istat sulla disoccupazione che sale a
maggio all'8,1 per cento in aumento dello 0,1
rispetto ad aprile e in calo dello 0,5% su base
annua. Solo che a farne le spese, oltre ai gio-
vani, sono soprattutto le donne che registrano,
al Sud, un tasso di disoccupazione del 46 per
cento (mentre i giovani tra i 15 e i 24 anni si
attestano al 29,6 per cento). Il tasso di occu-
pazione delle donne a livello nazionale è del
46,4 per cento, sotto di 13,6 punti percentuali
rispetto all’obiettivo europeo fissato dalla stra-
tegia di Lisbona. Nel Sud siamo intorno al 30
per cento. Anche i piccoli aumenti occupazio-
nali che vengono registrati riguardano tipolo-
gie contrattuali che non migliorano la condi-
zione di vita. Secondo i dati della Cgil, infatti, se
nel 2009 si registravano 720 mila contratti “ati-
pici” per gli uomini, per le donne il numero
saliva a 2,5 milioni. Anche il tasso di inattività è
profondamente diseguale. In Italia ci sono
9.679.000 donne che non lavorano e non stu-
diano e il tasso di inattività, che complessiva-
mente è pari al 37,8 per cento fra i 15 e i 64
anni, sale, se si considerano solo le donne, al
45,8 per cento. “We want sex” andrebbe girato
ancora.
pagina 12

COSE DELL’ALTRO MONDO

Siria Ancora sangue sulle piazze di Damasco Venezuela Chávez ha il cancro

Almeno 12 morti in un venerdì di manifestazioni Hugo Chávez è malato di cancro ma
record in tutta la Siria: nonostante la repressione, esercita i pieni poteri di presidente del
centinaia di migliaia di persone Venezuela. Le voci che volevano il capo di
hanno chiesto di nuovo la fine di Assad. Stato latinoamericano gravemente
Ieri, persino i calmi giordani sono scesi in piazza ad ammalato si sono rivelate fondate quando
Amman, anche se non in massa, per protestare contro alle 21 dell’altra sera (ora locale) lo
il Parlamento “corrotto”, di uno dei Paesi che stesso Chávez è apparso in diretta tv per
rimangono tra i meno turbolenti dell’area. annunciare da Cuba la propria malattia.

MA QUALE STUPRO?
“Indagine disastrosa”. Strauss-Kahn ritorna libero
Pezzi del Ps lo rivogliono in corsa per l’Eliseo
di Angela Vitaliano un amico, in prigione, per chie- Dall’Olimpo al declino
New York dergli consiglio su quanti soldi Da sinistra: Strauss-Kahn
avrebbe potuto ricavare da una alla presidenza del Fmi; dopo
irano un mezzo sospiro di l’arresto il 15 maggio scorso

T
sollievo i socialisti france-
si e riaprono il dibattito su
una possibile candidatu-
ra alla presidenza di Domini-
que Strauss-Kahn che, con un
verdetto di innocenza dalle ac-
cuse di stupro, potrebbe dav-
vero essere incoronato dal Ps
per la sfida a Sarkozy.
Da ieri, infatti, tutto è cambiato
e, per la prima volta dopo mol-
te settimane, Strauss-Kahn sor-
ride, una mano sulla spalla di
sua moglie, Anne Sinclair, im-
mancabilmente al suo fianco,
all’uscita del Tribunale penale
di New York dove il giudice,
Michael Obus, ha deciso di so-
spendere gli arresti domiciliari
garantendogli la libertà vigila-
ta, con possibilità di muoversi
senza limiti in tutti gli Stati Uni-
ti. Restituito anche il milione di
dollari versato come cauzione
e il titolo di proprietà della casa
di Washington, del valore di
circa 5 milioni di dollari.
L’EX DIRETTORE del Fon-
do monetario internazionale
ora non è più costretto, dun-
que, a muoversi all’interno del-
la lussuosa residenza di Tribeca
dove, dopo il rilascio su cauzio-
ne, si era trasferito con sua mo-
glie, dopo una breve parentesi
in un condominio di downtown.
Un susseguirsi di eventi che ha
lasciato grande sorpresa sebbe-
ne anticipata, nella serata di gio-
vedì sera, da un’esclusiva del
New York Times, che aveva rile-
vato la possibilità di un crollo
delle accuse nell’affare Dsk, do-
vuto a una serie di lacune e in-
congruenze riscontrate dagli
investigatori nella versione del-
la cameriera del Sofitel: la gran-
de accusatrice. La donna, da
sempre indicata solo con il no-
me, di shakespeariana memo-
ria, di Ofelia, avrebbe, dunque,
mentito e lo avrebbe fatto ripe-
tutamente: a proposito della di-
namica dei fatti avvenuti il 14
maggio scorso, a proposito dei
dettagli della sua richiesta di asi-
lo politico (incluso il riferimen-
to ad un precedente stupro di
cui non sarebbe stato trovato ri-
scontro) e anche a proposito di
documenti relativi alla dichiara-
zione delle tasse. La donna,
inoltre, il giorno successivo al
presunto stupro, telefonò ad
storia come quella e la telefona-
ta, essendo avvenuta con un de-
tenuto, era stata regolarmente
registrata.
Interrogata, la donna, come ri-
velato in una lettera inviata da-
gli accusatori ai legali di Strauss-
Kahn, avrebbe ammesso di aver
mentito su tutti questi punti
pur continuando ad insistere
con l’accusa di violenza. La de-
nuncia dello stupro, dunque, a
differenza di quanto dichiarato
inizialmente, non sarebbe avve-
nuta subito ma solo dopo che la
donna finì di pulire la stanza del
francese e un’altra sullo stesso
piano. Anche sulle dichiarazio-
ni di violenze subite in Guinea,
suo Paese di origine, la donna
Andrà
a giudizio,
ma intanto
gli viene
restituita
la cauzione
di un milione
ha ammesso di aver mentito e di
aver raccontato una storia do-
po essere stata “addestrata” da
un suo amico a raccontare fatti
mai accaduti. Elementi suffi-
cienti, quelli elencati nella mis-
siva, per spingere il procurato-
L’Argentina in silenzio, palla a Messi
COMINCIATA LA “COPA AMÉRICA”: UNA NAZIONE IN DIFFICOLTÀ ALLO STADIO O DAVANTI ALLA TV PER LA “SELECCION”
di Carlo Antonio Biscotto
ilenzio, poi il fischio dell’ar-
Ssommerge
bitro e il boato di La Palta
i rumori del campo.
La Copa América è cominciata la
notte scorsa, con l’incontro Ar-
gentina-Bolivia, in un clima fe-
stoso, ma preoccupato. Occhi
puntati sulla sicurezza e sul bi-
lancio del comitato organizza-
tore. A pochi giorni dall’inizio
del “mundialito” latino-ameri-
re generale, Cyrus R. Vance jr,
inizialmente molto determina-
to, ad ammettere, davanti al giu-
dice, di avere “problemi con il
caso”.
IL PROCURATORE, infatti,
si è reso conto che c’erano ab-
bastanza dubbi per far crollare
rapidamente la donna in un
eventuale confronto nel corso
del processo. Sebbene le accu-
se penali nei confronti di Domi-
nique Strauss Kahn non siano
state ritirate e le indagini pro-
seguano per cercare di stabilire
cosa sia realmente successo in
quella famosa sera nella stanza
del Sofitel, è divenuto, infatti,
chiaro che la reputazione della
donna sia diventata improvvisa-
mente l’anello debole di tutta la
ricostruzione degli eventi. Il
cano, i violenti scontri all’inter-
no e all’esterno dello stadio Mo-
numental in occasione della
partita che ha condannato il Ri-
ver Plate alla serie cadetta dopo
110 anni di ininterrotta perma-
nenza in massima divisione,
non sono sembrati di buon au-
spicio per la manifestazione
che vede schierate 12 nazionali
e farà affluire in Argentina cen-
tinaia di migliaia di tifosi. Il Mo-
numental, che ospiterà la finale
Si parla solo
del dramma
del River
e del confronto
col Brasile
che ospiterà
il Mondiale
nel 2014
Il suo avvocato:
“Parlerà solo
quando sarà
ritornato
in Francia,
ripulito da tutti
i sospetti”
fatto che fra i due ci sia stato un
rapporto sessuale, contingenza
che l’ex direttore del Fmi non
aveva negato nella sua prima
udienza, insistendo però sulla
sua innocenza rispetto all’accu-
sa di stupro, non è dunque suf-
della Coppa, ha subìto danni
gravissimi ed è già cominciata
la corsa contro il tempo per i
necessari interventi di ripristi-
no.
AL DRAMMA della retroces-
sione del River Plate, El Clarin, La
Nacion e gli altri quotidiani ar-
gentini dedicano ancora più
spazio che alla Coppa America,
con interviste al presidente del
River Daniel Passarella, vecchia
conoscenza dei tifosi fiorentini,
al nuovo allenatore dei “Milio-
narios” Matias Almeyda deside-
roso di “restituire dignità allo
storico club” e a Carlos Bilardo,
assistente di Maradona al Mon-
diale in Sudafrica e accusato dal-
lo stesso Maradona di essere “un
traditore”, secondo il quale il di-
sastro del River avrà influenze
pesantemente negative sulla
Coppa America: “La retroces-
sione del River influirà negativa-
mente sulla Coppa perché molti
tifosi avranno pochissima voglia
di andare allo stadio”. Ed è pro-
prio Bilardo a mettere il dito nel-
mentre viene scortato
in tribunale; Tristane Banon,
la scrittrice francese
che lo accusò nel 2008;
la manifestazione delle
cameriere solidali con Ofelia
(FOTO ANSA, MILESTONE, LAPRESSE)
ficiente a considerare le cose Gli eventi della giornata di ieri
nello stesso modo tanto che, hanno, com’è facile immagina-
addirittura, si pensa che una ri- re, sollevato molto stupore an-
soluzione del caso, a favore del che se era noto, per ammissio-
francese, possa arrivare addirit- ne stessa dei legali di
tura prima della prossima Strauss-Kahn, che il team difen-
udienza fissata per il 18 luglio. sivo del francese aveva assolda-
la piaga: “Dobbiamo vincere; è scommettono in pochi. La notte
troppo tempo che l’Argentina scorsa, con una decisione ap-
non vince nulla”. A parte gli Ori parsa sorprendente a molti os-
olimpici di Atene 2004 e Pechi-
no 2008, l’ultima Coppa Améri-
servatori, la presidente Cristina
Fernandez non ha assistito alla
ca conquistata dall’Argentina ri- partita inaugurale accanto al
sale al 1993, poi due finali perse presidente boliviano Evo Mora-
nel 2004 e nel 2007, per di più les. Un altro brutto presagio?
col Brasile. L’ultimo Mondiale Resta il fatto che, come scrive
resta quello del trionfo di Mara- Soledad Gallego-Diaz su El Pais,
dona a Messico ‘86. E Bilardo ne “il calcio rappresenta una parte
approfitta per lanciare una stoc- importante nella vita di molti
cata proprio al nemico Marado- popoli, ma quasi in nessun po-
na: “Non credo che prenderò sto al mondo ha una dimensione
mai più un caffè con lui”. intima e, al tempo stesso, smi-
Per l’Argentina, che non attra-
versa un momento particolar-
surata e dolorosa, oltre che let-
teraria, come in Argentina”.
mente felice sul piano economi-
co e politico, una vittoria sareb- CHI NON ricorda Osvaldo So-
be di estrema importanza anche riano, tifosissimo del San Loren-
per la storica rivalità con il Bra- zo de Almagro e poetico canto-
sile, già lanciato nell’organizza- re de los campeones de futbol? Ne-
zione dei Mondiali del 2014. Lo gli ultimi giorni ci sono state le
sforzo economico è stato ingen- elezioni per i governatori, alcu-
te, ma c’è chi parla di probabile ni politici hanno annunciato la
fallimento organizzativo. La Co- loro candidatura alle presiden-
pa del 2007 in Venezuela si chiu- ziali, sono venuti alla luce scan-
se con oltre tre miliardi di euro dali clamorosi, ma sulle pagine
di attivo. Il bilancio di quest’an- dei giornali e in tutte le televi-
no sarà altrettanto positivo? Ci sioni non si parlava altro che del-
 Sabato 2 luglio 2011

COSE DELL’ALTRO MONDO

Monaco Comincia la fiaba reale (dopo il gossip) Uk Downing Street ordinò: oscurare Fukushima
Charlene Wittstock, ex nuotatrice professionista Due giorni dopo il catastrofico sisma-tsunami in
sudafricana, bionda trentatreenne con fisico statuario, ha Giappone, il governo britannico cercò di organizzare una
oggi cambiato il suo status sposando con rito civile nella campagna mediatica diretta ad attutire gli effetti del
sala del Trono di Palazzo Grimaldi il sovrano Alberto Di disastro nucleare di Fukushima. Lo rivela
Monaco e diventando principessa. Una cerimonia sobria il “Guardian”, secondo cui tale strategia, organizzata
con tanto di bacio finale che ha messo definitivamente fine assieme ad alcune major dell’energia atomica,
alle indiscrezioni che fino a poche ore dalle nozze volevano mirava a proteggere i piani di Downing Street
la sposa in crisi prima di pronunciare il sì. O forse no? per la costruzione di nuove centrali in Inghilterra.

MINNESOTA
quanto poi non avvenne nella
realtà”. Non dello stesso avvi-
so, gli osservatori democratici
che lo accusano di aver gene-
rato “il casino” in cui si trova lo
Stato proprio alla vigilia di un
weekend critico per il Paese co-
me quello del 4 luglio. A segui-
to della decisione di giovedì

SENZA SOLDI
Il dramma del governatore:
“Chiudo gli uffici pubblici”
New York
a scadenza per trovare
sera, infatti, come prima con-
seguenza, sono stati chiusi
una serie di siti web governa-
tivi di informazione e tante
aree di servizio lungo le auto-
strade, proprio in uno dei gior-
ni a maggior circolazione stra-
dale di tutto l’anno.
Il mancato accordo sul bilan-
cio, infatti, ha determinato,
già da venerdi mattina, che 23
mila impiegati pubblici, sui 36
mila presenti nella Stato, fos-
sero messi in aspettativa fino a
nuove direttive; conseguenza
immediata anche la chiusura
va deciso, lo scorso anno, di di molti parchi e luoghi di at-
non ricandidarsi per una terza trazione turistica, gestiti ap-
tornata, annunciando, invece, punto da personale pubblico.

L un accordo sul bilancio,

to un gruppo di investigatori
per provare in tutti i modi a
smantellare la credibilità del-
l’accusatrice. In un processo in
cui i due attori, presunto colpe-
vole e presunta vittima, si sfida-
no “sulla parola” più che su pro-
Ieri e oggi Sotto, Dsk desolato
dopo l’arresto del 15 marzo, con lo
sguardo perso nel vuoto. Sopra,
ieri con sua moglie all’uscita del
Tribunale (FOTO ANSA, MILESTONE, LAPRESSE)
ve inconfutabili, una reputazio-
ne inattaccabile è ovviamente
fondamentale. Particolare che
non poteva certo sfuggire ai le-
gali di Dominique Strauss-Kahn
fra i quali spicca il nome di Ben-
jamin Brafman noto per aver di-
feso personaggi di spicco come
Sean Combs (meglio noto co-
me P. Diddy) per possesso di ar-
mi, Jay- Z e Michael Jackson,
scagionato dalle accuse di mo-
lestie sessuali a danno di mino-
ri. Fra i suoi clienti “eccellenti”
anche i gangster Rocco Mur-
docca, James Patino e Vincent
Basciano. Ken Thompson, di-
fensore di Ophelia, però, non si
arrende e dichiara che “la don-
na ha commesso degli errori
ma che questi non rendono me-
no grave l’atto di violenza da lei
subito”.
fra maggioranza e oppo-
sizione, era fissato per la
mezzanotte di giovedì. Cene-
rentola, però, non si è trasfor-
mata in principessa e il gover-
natore democratico dello Sta-
to del Minnesota, Mark Da-
yton, ha dovuto, sebbene a
malincuore, annunciare l’ini-
zio del temutissimo shutdown,
la misura di austerity che ricade
su tutti gli uffici pubblici.
“Credo davvero di aver fatto
tutto ciò che era possibile – ha
detto il governatore Dayton,
in una conferenza drammati-
ca – e di aver offerto tutto ciò
che ero in grado di offrire.
Questa è una serata di profon-
do dolore per me perché non
volevo in alcun modo vedere
questa possibilità diventare
concreta”.
Il governatore e i Repubblica-
ni si erano confrontati per me-
si nel tentativo di trovare una
soluzione utile a colmare il
“buco” di 5 miliardi di dollari
lasciati nelle casse dello Stato,
per la quasi totalità, dall’ex go-
vernatore, il repubblicano
Tim Pawlenty. Dopo due man-
dati che gli avevano dato una
certa popolarità a livello na-
zionale, infatti, Pawlenty ave-
di voler correre alle primarie
repubblicane per le Presiden-
ziali del 2012. Raggiunto dai
giornalisti, l’ex governatore,
piuttosto che giustificare il bu-
co del bilancio ha detto che lo
“shutdown sarà una cosa buona
per lo Stato, tanto che quando
accadde durante il mio gover-
no nel 2005, mi augurai che
durasse un po’ più a lungo di
Il governatore Mark Dayton (FOTO LAPRESSE)
di Giampiero Gramaglia
Gheddafi tratta coi ribelli
Ma si affida alla stregoneria
MISSILI, BOMBE, combattimenti nelle strade,
almeno 15 mila morti. E poi si tratta. In Libia
come in Afghanistan, ma senza aspettare 10
anni. Aisha, figlia di Muammar Gheddafi, dice a
una tv francese che ci sono “negoziati diretti e
indiretti” tra il regime di Tripoli e gli insorti di
Bengasi. “Noi - afferma Aisha, 35 anni,
avvocato - vogliamo che cessi lo spargimento
di sangue dei libici e siamo pronti, per questo,
ad allearci col diavolo”, cioè con i ribelli
armati. Bengasi non smentisce. Anzi, un
giornale arabo, “Assharq Al Awsat”, sostiene
che l’isola di Djerba in Tunisia ha ospitato
trattative segrete tra emissari di Gheddafi, da
Sale su una ferita, considerata
appunto la particolarità del
lungo weekend che è uno dei
più attesi dagli operatori turi-
stici di tutti gli Stati Uniti. An-
dare in Minnesota ora, per tro-
vare un cartello con “chiusi
per shutdown” un po’ ovun-
que, diventa una decisione
difficile da mantenere.
A. V.
una parte, e funzionari e diplomatici della
Nato e di Francia e Gran Bretagna dall’altra
(l’Italia non è citata). Il raìs proporrebbe un
cessate il fuoco immediato sotto l’egida
dell’Onu. E, dopo l’ordine di cattura dell’Aja,
chiede garanzie di impunità. Mentre negozia, il
Colonnello, però, si rivolge addirittura agli
sciamani di tutto il Sahara, a cui avrebbe
chiesto un aiuto a sconfiggere i ribelli e la
Nato. La Francia dà armi agli insorti e irrita
Russia, Cina e Africa, ma l’Alleanza è
impotente contro la stregoneria. E Gheddafi
la minaccia con l’ennesimo proclama: “Cessi i
raid o sarà catastrofe”, anche in Europa.

Numeri 10 Diego Armando ATENE IN AZIONE Fermate la navi americana e canadese

la retrocessione del River e della
Copa América. Quella iniziata sta-
notte è la 43esima edizione. Nel
palmarès primeggiano a pari me-
rito Argentina e Uruguay con 14
vittorie ciascuna e molti temo-
no uno scherzetto da parte di Ta-
barez alla guida di un Uruguay
temibile e imprevedibile, quar-
to ai Mondiali sudafricani. Ma
questa volta in Argentina sono
convinti di poter contare su Leo
Messi, detto “La pulce”, il più
grande giocatore del mondo. A
contendergli il titolo di “Re del
Maradona, esce dal campo sconfitto
da ct al Mondiale sudafricano. Sotto
a sinistra, il talento brasiliano
Neymar e Lionel Messi (FOTO ANSA, LAPRESSE)
pallone”, il brasiliano Neymar,
giovanissimo, talentuoso e am-
bito da tutti i club europei di
spicco, fresco vincitore della Li-
bertadores, la Chiampions Lea-
gue del Sudamerica, con la ma-
glia del Santos, la squadra che fu
di Pelé. Dall’altra parte l’erede
di Maradona che con le sue gio-
cate a Wembley ha distrutto il
Manchester United regalando al
Barcellona il titolo europeo.
LA CARRIERA di Messi con
la maglia della Nazionale argen-
tina, però, ha conosciuto finora
poche pagine esaltanti e molte
delusioni. In particolare piutto-
sto modesto è stato il rendimen-
to della Pulce proprio con Ma-
radona alla guida della squadra:
appena tre gol in 14 partite. “In
Nazionale sono stato sempre
molto discusso”, dice Leo. “Con
il Barcellona ho vinto tutto. So-
no venuto in Argentina per vin-
cere la Copa con la maglia bian-
coceleste”. Oltre 40 milioni di
argentini pendono dalle sue lab-
bra, anzi... dai suoi piedi.
Sabotaggi e miraggi: Gaza è lontana
di Stefano Citati
inviato a Corfù
a “Audacity of Hope” forza il
Le salpa
blocco prima di tutto psicologico
dal Pireo. Smuovendosi dallo
stato di quiete la nave “Audacia della
Speranza” (dal titolo del libro di
Obama) americana della Freedom
Flotilla2, con 36 persone a bordo,
molla gli ormeggi nel pomeriggio e
viene fermata dopo venti minuti dal-
la guardia costiera ellenica. A bordo
salgono diversi agenti armati e si
confrontano con i naviganti, mentre
l’imbarcazione resta per ore ferma
davanti al porto di Atene. La notizia
si propaga attraverso i responsabili
delle varie imbarcazioni che atten-
dono da giorni di partire alla volta di
Gaza. La comunicazione arriva an-
che alla ciurma della “Stefano Chia-
rini”, ferma al molo di Corfù. Gruppi
di agenti si preparerebbero intanto a
salire sulla decina di imbarcazioni
che compongono la Flotilla 2011. In
serata fermati anche i canadesi.
La tensione torna a scorrere tra le
centinaia di attivisti filopalestinesi do-
po giorni di rinvii frustranti, conditi da
una battaglia mediatica con le auto-
rità israeliane. Gli statunitensi, che il
segretario di Stato Usa Hillary Clin-
ton aveva avvertito sulle conseguen-
ze di un’eventuale missione di aiuti
alla Striscia, hanno deciso di accede-
re i motori dopo che un comunicato
del ministero della Protezione civile
greco aveva spiegato come le navi
della flottiglia non fossero autorizza-
te a partire, posizione ufficiale presa
dopo i ringraziamenti del premier
israeliano ad Atene (e ad altre capitali
europee e Washington) per l’impe-
gno preso nella vicenda. Un’accele-
razione improvvisa dopo il tira-e-mol-
la verbale tra attivisti, autorità elle-
niche e governo israeliano. In matti-
nata un centinaio di attivisti aveva
manifestato davanti all’ambasciata
Usa della capitale greca: “Faza arri-
viamo”, e “fateci partire per Gaza”.
“Le acque territoriali di Gaza si sono
spostate di fatto nell’Egeo – nota
Vauro, capo della Chiarini – e di fatto
i greci si sono messi a fare il lavoro
degli israeliani”. Il rincorrersi degli
avvenimenti lascia poco tempo per
organizzare una risposta: l’impres-
sione di molti è che il sogno di partire
sia sfumato. “Organizziamo in tem-
pi brevi la partenza contemporanea
di tutte le navi: verranno fermate,
ma avranno un grande seguito”, pro-
pone Vauro prima della riunione col-
legiale che a tarda sera deciderà con
un voto quale opzione scegliere (pro-
teste ad Atene, sciopero della fame o
sulle navi o davanti al Parlamento
greco). Si pensa a un presidio per-
manente sulla “Chiarini”, dove nella
notte è scattato l’allarme-sabotag-
gio: durante un temporale prima del-
l’alba, uno dei guardiani della nave,
Si è rotto
lo sciacquone,
ma tutto
sembra
un complotto
alla ciurma
esasperata
Zamira, bosniaca, ha visto in se-
quenza “cerchi formarsi sulla super-
ficie dell’acqua a qualche decina di
metri dalla nave, un gommone con
due persone a bordo sfrecciare da-
vanti alla prora e colpi in ripetizione
sulla chiglia”; solo a tarda mattina,
dopo ispezione di un sommozzato-
re, il fatto è stato derubricato all’at-
tivazione della pompa dello sciac-
quone del bagno di bordo.
Gaza resta un miraggio lontano, con
la riuscita di uno stop generale da
parte dei greci che ha i contorni della
legalità ma senza motivazioni uffi-
ciali. Nessuna possibilità ormai di ar-
rivare alla Striscia per il match di ri-
torno tra Palestina e Afghanistan di
domani (qualificazioni mondiali), né
di poter assistere all’incontro tra le
selezioni dei giocatori migliori di Ci-
sgiordania e Striscia di Gaza, propo-
sto ieri dal primo ministro di Hamas,
Haniyeh, per rafforzare la riconcilia-
zione con Fatah.
Per non perdere la speranza un
gruppo di attivisti scatta foto ricordo
mostrando la bandiera della pace di-
segnata da Vauro e alzando il pugno
chiuso al sole tramontante.
pagina 14 Sabato 2 luglio 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

LA COPPIA DALL’INTERNO

CARA, PERCHÉ Ligabue

Otto suoi
Verdone
Appello
Djokovic
Primo
Sky Uno
Sul web

OGGI NON
dischi nella dell’attore finalista a parte
classifica a Vasco: Wimbledon il casting
dei cento “Non puoi e nuovo n. 1 del nuovo
più venduti dimetterti” del mondo X-Factor

CUCINI NUDA? In “Le cazzate che dice mio marito”,

quindici anni di tavolette
del water alzate, telecomandi cercati tra i piatti e altre amenità assortite
di Elisabetta Ambrosi in giro. Le cazzate che dice re, per cui gli rispon-
E proprio il problema calzino mio marito Marica Facci, do così: ‘Bè, per pri-

D
abbandonato a sé, che non ar- ALIBERTI, 141 PAGG
., 12 ma cosa non so come
EURO

riva neanche alla consapevo- ti possa venire in te-

A SINISTRA, ILLUSTRAZIONE
lezza di lui (nonostante lei glie- DID sta questo pensiero
ORIANO

li lasci sopra lo schermo del pc, mentre sono concia-

nella borsa da lavoro, nella taz- ta così. Poi ti spiego
zina del caffè) diventa il simbo- perché non cucinerò
lo del fallimento della convi- mai nuda: non voglio
venza. O forse, chissà, della sua turbare i bambini,
segreta riuscita, come se l’im- non voglio ustionar-
possibilità di raggiungere l’Or- mi con schizzi di olio
dine Perfetto tenesse uniti i bollente, non voglio
due. Assieme alla terapia della sentirmi dentro a un
scrittura, visto che l’autrice film con Edwige Fe-
ammette apertamente che il nech e Lino Banfi’”.
iecimila ottocento volte. È il suo diario-denuncia è una for-
numero delle volte in cui, in ma di sfogo alternativo al divor- STANZA DA LETTO
quindici anni di matrimonio, zio. “È il sacro giorno del calcetto.
lui, il Marito, ha lasciato la ta- Come nel gioco in scatola Clue- Sono le dieci di sera e tra cinque
voletta del water alzata. Co- do, dove l’assassino può colpi- minuti la mia dolce metà var-
stringendo lei, la Moglie, a po- re con diverse armi e in diverse cherà la soglia di casa gemendo
sare le chiappe sulla gelida ce- stanze, Marica Facci suddivide e sbuffando. Farà cadere pesan-
ramica. E spingendola per l’e- le azioni incriminate nei diver- temente il borsone, si toglierà
sasperazione a comprare, pur- si luoghi della casa, raccontan- le scarpe emettendo grugniti di
troppo senza esito, una tavo- do cosa il marito fa o, per dirla sforzo e dolore e infine verrà ad
letta parlante che grida “Abbas- meglio, non fa. Seguiamola in accasciarsi sul letto, accanto a
sami, abbassami”. questo percorso immobi- me, che beata mi leggo la mia
È uno degli episodi che Marica liar-esistenziale dell’orrore, rivista preferita dopo aver mes-
Facci (pseudonimo di una don- che certamente scatenerà le so a dormire i bimbi. Rumore di
na allo stremo) racconta nel li- reazioni sia dei mariti feriti che porta che si apre. Tonfo di bor-
bro Le cazzate che dice mio ma- delle mogli-medee. Pronte a di- sone pieno di sudiciume. Gemi-
rito (Aliberti Editore, pp. 141, fendere, con i capelli a serpen- ti. Grugniti. Rumo-
euro 12). Una sorta di fenome- te, il proprio compagno dalle re di scarpe lasciate
nologia delle miserie della vita
coniugale dal punto di vista di
accuse dell’autrice. E insieme
il proprio ruolo ufficiale di rac-
tura abbassarla? Non dici sem-
pre che dovremmo avere gli
’Scusa, ma perché usi il mio
shampoo per capelli ricci?’.
“Davanti al frigo in caduta libera. Pas-
so zoppicante in av-
lei, che osserva attonita come
le azioni quotidiane del marito
catta-calzini.
Prima, però, sveliamo qual è
stessi diritti e doveri? Allora
forse potremmo cominciare
‘Ma sono tutti uguali, non lo
sai?’. ‘Se sono tutti uguali, per-
aperto, vicinamento. ‘Hai
fatto gol?’. In anni di
rendano il matrimonio una
specie di tragicommedia che si
stata l’incredibile argomenta-
zione filosofica del marito alla
da questo: fammi trovare la ta-
voletta alzata e io te la abbas-
ché non usi il tuo, scusa?’. Eh,
non risponde. Non ha il corag-
imbambolato, mi matrimonio ho ca-
pito che è molto im-
ripete ogni giorno uguale. In questione della tavoletta, de- serò volentieri”. gio di ammettere che adora la portante fargli que-
una sorta di assurdo eterno ri- gna di un Socrate contempora- densa schiuma del mio costo- chiede dov’è il latte sta domanda. Ormai
torno del tappo del dentifricio neo (e molto paraculo): “Teso- BAGNO sissimo shampoo”. riesco a simulare
non avvitato, del costoso ro, perché tu devi trovarti tutto “Vado in bagno e vedo che è il Lo sta cercando dove piuttosto bene una
shampoo femminile usato con già pronto, mentre io devo al- mio shampoo a essere finito, BAGNO/2 sincera partecipa-
noncuranza, dei calzini lasciati zarmi la tavoletta e poi addirit- mentre il suo è ancora a metà. “Cosa c’è di più facile che fare non è mai stato” zione”.
una lavatrice? Ma a quanto pare
l’elettrodomestico, una tecno- SALOTTO
logia rimasta pressoché invaria- dov’è il cibo con cui vuole “‘Dov’è il telecomando?’. Ecco
LA NOTTE della Rete dal sito del Fatto – in cui si
alterneranno cittadini e
ta dagli anni Cinquanta, risulta
astruso ed estremamente com-
riempirsi lo stomaco. Tic-tac fa
l’orologio della cucina. ‘Dov’è
la fatidica domanda. Sento l’an-
goscia di mio marito che au-
associazioni, politici, plicato da usare all’uomo del il latte?’. Come volevasi dimo- menta: prima tasta convulsa-
contro Agcom giornalisti, cantanti,
esperti: tutti contro il ba-
Duemila che senza alcuna dif-
ficoltà installa programmi sul
strare. Mi giro e lo osservo: è
impalato davanti al frigorifero
mente il divano attorno a sé,
poi comincia a girare la testa di
empre più calda la mobilitazione con- vaglio alla rete. Tra i presenti: Peter Go- computer e si destreggia tra de- qua e di là, poi si alza di scatto
Ssociazione
tro la delibera Agcom che blogger e as-
definiscono “il bavaglio alla re-
mez, Oliviero Beha, Pippo Civati, Antonio
Di Pietro, Dario Fo, Alessandro Giglioli,
coder, lettori blu-ray, Wii e Pla-
ystation. Prima è venuto con un
aperto e guarda dritto davanti a
sé, vale a dire che sta fissando il
ripiano più alto, dove il latte
facendo cadere a terra la sua co-
pertina, nella quale non manca
te”. Il 6 luglio l’Autorità per le Comuni- Beppe Giulietti, Giulia Innocenzi, Gian- asciugamano color panna per non è MAI stato, né mai ci sarà. di inciampare. Mi sembra un li-
cazioni varerà una delibera – “contro la franco Mascia, Roberto Natale, Piotta, domandarmi se non c’era il ri- Non gli rispondo, ma lui im- cantropo, metà uomo e metà
pirateria” – con cui potrà oscurare siti In- Franca Rame, Guido Scorza e Mario Sta- schio che scolorisse. Poi mi ha bambolato e attratto come una lupo, che fiuta l’aria alla ricerca
ternet stranieri e rimuovere contenuti da derini. Antonio Di Pietro aderisce con portato una federa con i bordi falena dalla luce del frigo ripe- della sua preda di plastica. In
quelli italiani senza il vaglio del giudice. l’Idv e Benedetto Della Vedova con Liber- ricamati: ‘Non è che si rovina il te meccanicamente: ‘Dov’è il questo momento la sua ragione
Agorà Digitale e altre associazioni hanno tiamo; anche il Pd si dice contrario al prov- ricamo?’ ‘Tesoro, no. E non latte?’”. è offuscata e la caccia al teleco-
dato vita nei mesi scorsi alla campagna “si- vedimento. In serata è arrivata una mezza pensare che sia stata ricamata a mando procede per inutili ten-
to non raggiungibile” e oltre 130.000 cit- marcia indietro di Agcom che afferma co- mano da una nonnina sarda, è CUCINA/2 tativi. Apre le ante della creden-
tadini hanno aderito alla campagna di me il 6 luglio non ci sarà nessuna “appro- roba industriale, è Ikea, vedi l’e- “Si struscia un po’ e poi mi sus- za, cerca tra i piatti e i bicchieri
Avaaz.org esprimendo il loro dissenso al- vazione definitiva” e che la delibera “sarà tichetta?’”. surra all’orecchio con tono am- del servizio buono, ma niente.
l’Agcom. Per martedì 5 luglio è stata lan- sottoposto a una pubblica consultazio- miccante: ‘Perché una volta Quando si avvicina alla consol-
ciata a Roma “La notte della Rete”: una ne”. Ogni info su delibera e “La notte della CUCINA non cucini nuda?’. Mi giro e lo le sulla quale ho disposto con
no-stop – trasmessa in diretta streaming Rete” su ilfattoquotidiano.it. “Mio marito è davanti al frigo, guardo sconvolta. Sono ben in- cura la mia collezione di anima-
sta per aprirlo e so già che en- tenzionata a spegnere questa letti Swarovski, capisco che è il
tro due secondi mi chiederà fantasia scollacciata sul nasce- momento di intervenire”.
Sabato 2 luglio 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

TRICOLORE CONTES O

INTER, UN PUNTO
di Giancarlo Padovan ra riservata, la relazione e tredi-
ci giorni dopo (il18) si esprime-
e, come ha detto il presi- rà. Il consiglio federale è com-

S dente Giancarlo Abete,

“l’etica non va in prescri-
zione”, come la mettiamo
con i consiglieri federali che il
18 luglio potrebbero andare in
posto da ventisette elementi: il
presidente federale, tre rappre-
sentanti della Lega di serie A,
uno di Lega B, quattro di Lega
Pro, otto di Lega Dilettanti, sei

ferie? La mettiamo nell’unica
maniera possibile: decisione
politica fu l’assegnazione dello
scudetto 2006 all’Inter, deci-
sione politica sarà l’eventuale
revoca da parte del Consiglio
federale a cinque anni di di-
stanza. Allora molto fece Gui-
do Rossi – ex consigliere d’am-
ministrazione dell’Inter e com-
missario straordinario della Fe-
dercalcio che, nonostante il
palese conflitto di interessi,
non avrebbe voluto dimettersi
neppure quando fu nominato
presidente di Telecom (cedet-
te a fatica) – con la complicità
di un ristretto sinedrio di saggi:
l’Inter fu giudicata degna di
quel titolo – sul campo vinto
dalla Juve (punti 91, Milan 88,
Inter 76) – in base a un’assoluta
limpidezza di comportamen-
to.
QUESTA VOLTA bisognerà
tenere conto delle conclusioni
del procuratore federale, Stefa-
no Palazzi, che ieri ha conse-
gnato la sua relazione a propo-
sito della richiesta di revoca da
parte della Juventus. Palazzi ha
archiviato tutto, comprese le
posizioni di Moratti e Facchetti
(allora presidente e deceduto
nel 2006), oltre che dell’Inter.
Motivo: l’avvenuta prescrizio-
ne. Scrive testualmente e, co-
me al solito, in maniera sibilli-
na, nella sua motivazione: “Per-
ché non sono emerse fattispe-
cie di rilievo disciplinare non
prescritte ai sensi dell’articolo
18 codice di giustizia sportiva,
vigente all’epoca dei fatti”. L’e-
poca dei fatti era la stagione
2004-2005, ma gli atti su cui Pa-
lazzi si è espresso riguardano le
trascrizioni di conversazioni te-
lefoniche mai prese in esame e
depositate al Tribunale di Na-
poli, dove è in corso il processo
A FAVORE
penale (richieste già fatte, sen-
tenza a settembre). Per essere
inequivocabile la frase, che in
un primo tempo aveva fatto ri-
tenere a Moratti di avere segna-
to un punto a proprio favore,
mentre è vero l’esatto contra-
rio, sarebbe dovuta essere que-
sta: “Non sono emerse fattispe-
cie di rilievo disciplinare che
non siano prescritte dall’artico-
lo 18 (…)”.
Al di là delle quisquilie lingui-
stiche (ma la chiarezza giova al-
Palazzi
“prescrive”
e delude la Juve:
per lo scudetto
2006 l’ultima palla
passa alla Figc
Interdetto Luciano Moggi, ex
raìs del calcio italiano, condannato
a non farne più parte per i noti
fatti di Calciopoli
la comprensione), va rilevata
una sostanziale coerenza di Pa-
lazzi che ha disposto l’archivia-
zione perché “non sussistono
fatti di rilevanza disciplinare”,
cioè perché il fatto non sussi-
ste, solo per Zamparini, presi-
dente del Palermo, Zanzi, allora
dirigente dell’Atalanta e adesso
al Bologna, l’ex arbitro interna-
zionale De Santis, comunque
già punito dal primo processo
sportivo di Calciopoli (4 anni
già scontati). Tutti gli altri per-
sonaggi coinvolti hanno godu-
to della prescrizione che, per
l’appunto, non è un’assoluzio-
ne. Tra i presidenti ci sono Cel-
lino (Cagliari), Campedelli
(Chievo), Corsi (Empoli), Spi-
nelli (Livorno), Foti (Reggina); i
dirigenti sono Gasparin, Gover-
nato, Foschi; un allenatore
(Spalletti) e gli immancabili
Leonardo Meani, ex addetto
agli arbitri del Milan, più l’inte-
ra classe arbitrale di quegli anni:
i designatori Bergamo e Pairet-
to, il vice commissario Mazzei
(designava gli assistenti), il pre-
sidente dell’Aia, Tullio Lanese.
Non sarà solo il confine tra pre-
scrizione e assoluzione a fare da
traccia ai consiglieri federali
per la revoca del titolo a tavo-
lino, ma anche le spiegazioni
che, caso per caso, Palazzi avrà
addotto. Il 5 luglio ciascun con-
sigliere potrà leggere, in manie-
dell’Associazione allenatori,
tre dell’Associazione calciatori
e il presidente dell’Aia. Certa-
mente, però, non voteranno
due consiglieri in quota Lega
Dilettanti: Mariano Delogu,
che partecipa in veste di udito-
re, e il sottoscritto, eletto pre-
sidente della Divisione Calcio
Femminile nel febbraio 2009 e
dimessosi il 20 giugno, dopo
due anni e mezzo.
Una cosa è certa: al massimo, lo
scudetto del 2006 potrà essere
revocato all’Inter, mai ri-asse-
gnato alla Juve, non foss’altro
perché la sentenza che ai bian-
coneri gliene ha tolti due (quel-
lo del 2005 e, appunto, quello
dell’anno successivo) era della
giustizia sportiva ed è passata in
giudicato.
DOPO un quinquennio e mol-
te telefonate, buona parte del-
l’opinione pubblica calciofila,
capeggiata anche da giornali
sportivi ecumenici, come La
Gazzetta dello Sport, pensa che la
decisione di Guido Rossi e dei
tre saggi fu improvvida a pre-
scindere da quanto emerso a
Napoli. Personalmente mi limi-
to a ricordare che la “limpidez-
za” dell’Inter era stata corrotta
appena due mesi prima dell’as-
segnazione abusiva, quando il
Gip del Tribunale di Udine, Giu-
seppe Lombardi, accolse la ri-
chiesta di patteggiamento del-
l’attaccante nerazzurro, Alvaro
Recoba e del responsabile del-
l’area tecnica, Gabriele Oriali,
infliggendo a ciascuno sei mesi
di reclusione. Pena sostituita
con una multa di 21.420 euro. I
reati erano di concorso in falso
e ricettazione. L’inchiesta ri-
guardava i passaporti falsi. Fini-
ti stranamente in nulla di fronte
alla giustizia sportiva dell’epo-
ca.

di Furio Colombo Ma L'inizio del buio cambia anche la dislocazione del tutto il doppio distacco del "non sono io" e "io
dell'autore. Chi scrive definisce un suo luogo di non c'ero". Manca del tutto il "giudizio della Sto-
i chiamava New Journalism, osservazione che è diverso nel tempo, è lontano ria". Lettori, autore e personaggi delle vicende

S
nella New York degli anni
Sessanta, un nuovo modo di
scrivere che usava solo fatti e
notizie vere, fino ai dettagli e
solo un linguaggio letterario,
con le sue fenditure, le sue
coloriture, i suoi arresti e ac-
celerazioni improvvise, la di-
scesa nei pensieri e la dilatazione e contrazione
del tempo, il conscio e l'inconscio narrati come
da un inviato nel dentro della esistenze che scor-
rono nel racconto, ma mai l'invenzione. I due
grandi nomi del tempo sono stati Tom Wolfe e
Guy Talese. Memorabile, di Tom Wolfe, la grande
prova politica del nuovo linguaggio: il celebre
pomeriggio trascorso nella lussuosa casa di Leo-
nard Bernstein, in Park Avenue, da agiate signore
di Manhattan assieme ai i leader delle Pantere Ne-
re, venute a spiegare la rivoluzione.
È l'occasione in cui è nata l'amicizia con Wolfe e la
scoperta che il "nuovo giornalismo" si fondava su
due ingredienti, la scrupolosa narrazione dei fat-
ti, ma anche un distacco, una posizione eccen-
trica del narratore, a cui giovava una misura di
umorismo. È in quel luogo e in quel punto che è
nata l'espressione radical chic che ha segnato la
storia sociale, prima in America e poi nel mon-
do.
Credo che sarà da ricordare, adesso, in Italia, la
prova di "nuovo giornalismo" che offre Walter
Veltroni nel suo nuovo libro L'inizio del buio (Riz-
zoli, 18 euro). Propongo tre ragioni. In questo
libro Veltroni si sdoppia dal personaggio politi-
co, è scrittore in senso pieno e non basterà il sar-
casmo che tipicamente raggiunge i protagonisti
della politica a sminuire il senso e il peso del suo
lavoro letterario. In questo libro l'autore entra
con forza e competenza nel nuovo giornalismo,
ma stabilisce il punto di osservazione sul lato do-
loroso e oscuro delle vicende narrate, stabilendo
un modo completamente nuovo di usare uno
strumento narrativo già consolidato dalla parte
del distacco ironico.
nella percezione e nella responsabilità degli
eventi, ma è vicinissimo, quasi a ridosso, di ciò
che accade.
E ciò si realizza non come molti potrebbero de-
sumere dalla conoscenza del cliché di Veltroni
politico, ovvero buona volontà e buone intenzio-
ni. Il Veltroni scrittore, che qui
chiede – e io credo meriti – pie-
na attenzione, vede e indica, ac-
canto alle vittime (il bambino di
Vermicino, il fratello del terro-
rista) il buco nero della tragedia
SULLO SCAFFALE
Notizie
da un buco nero
Nell’ultimo libro di Walter Veltroni
la svolta del 1981, tra la tragedia
di Vermicino e l’omicidio Peci
che sta per compiersi e che non è il fato, non è il
destino, non è neppure l’inevitabile. È ciò che
esseri umani sanno e fanno, credendo comunque
che sia necessario, perché una cecità o l'altra im-
pediscono in quel momento di vedere l'errore.
È bene prestare attenzione al modo – tempo, spa-
zio, relazione – in cui l'autore sceglie di dislocare
Il presidente Pertini con Franca Rampi (FOTO ANSA)
se stesso, mentre gli eventi
accadono. Non è dio, non è
uno che, non appartiene in
nessun istante della narra-
zione, al senno di poi. Ciò
che accade, accade in tempo
reale. E l'autore, benché por-
ti su di sé il peso della vicen-
da conosciuta e della tragica fine di entrambe le
storie che narra, non permette che la fine cono-
sciuta e tragica delle storie prenda il sopravven-
to. Lo vive con i suoi lettori in una strana "diretta"
che attraversa il tempo e fa stare col cuore in gola,
come se tutto accadesse adesso, come se l'esito
inevitabile non si fosse ancora compiuto. Manca
sono sullo stesso piano perché prevale sulla vi-
sione delle idee e sulla coscienza del tempo e del-
l'irreversibile evento, l’identificazione – o me-
glio un vivere insieme e accanto – con "i prescel-
ti". È una doppia storia di Abramo e Isacco in cui
l'Angelo non arriva e non ferma il colpo mortale,
l'adempiersi del sacrificio, per quanto inutile. È
qui che il buco nero esercita tutta la sua forza po-
tente, misteriosa e tragica. Una sorta di rivelazio-
ne a rovescio. Non potrai mai più dire che "a tutto
c'è rimedio". Puoi dubitare di tutto, ma non che
esista la zona misteriosa del male e che ti respiri
accanto. La risposta del
libro di Veltroni è allo
stesso tempo tipica del
"nuovo giornalismo" e
completamente origina-
le.
L'originalità è nella tecni-
ca del doppio racconto.
C'è il racconto documen-
tario dell’evento, monta-
to in modo che le sequen-
ze che riguardano Alfre-
dino, del pozzo di Vermi-
cino, si alternino con l'al-
tra storia straziante e as-
surda e altrettanto rigo-
rosamente documentata, di Roberto Peci. Una
notevole qualità di fiction segna l'intreccio dei
due percorsi, una qualità così intensa che prevale
di gran lunga sul già saputo. Accanto sosta lo scrit-
tore, lontano dal fatto e vicino al lettore. Quel suo
rivedere a distanza dallo stesso punto di vista di
chi legge crea un legame che non è del politico e
non è della guida, e annulla l'esclamazione del
"che tempi!". Invece tutto ti arriva in tempo reale,
un "allora" e un "adesso" che sono come i tempi di
una sonata. Il passato è sempre in scena, il nar-
ratore è sempre in scena, i lettori sono sempre in
scena, formando una comunità inedita che è il
vero tratto originale di un libro non facilmente
dimenticabile.
pagina 16 Sabato 2 luglio 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ cappellini (ma senza ragazze
pon pon): “Sui volti c’è l’emo- di Luigi Galella
Che c’entra
Signorini?
la pancia piena. Si è alle prese del gelato ai pistacchi di

Acclamazione zione”. E quando Berlusconi

imputa alla televisione pubbli-
ca la sconfitta elettorale delle
amministrative (“La morsa co-
municativa della Tv pubbli-
Uvedì,ltima puntata della “Notte
degli chef” (Canale 5, gio-
21.15). Nato male, fini-
to peggio. Fra una risata gau-
con le delicate alchimie po-
stprandiali e in quel momen-
to vedere la gente che si ar-
rabatta ai fornelli, anziché
l'acquolina in bocca, solleti-
Bronte? E semplicemente di
Bronte in provincia di Cata-
nia o della strage di Bronte?
Signorini, tuttavia, qualcosa
ha appreso: “A vivere il cibo

superlativa ca”), Ida non fa una piega: evi-

dentemente non si sente parte
della “morsa”.

di Paolo Ojetti
g1
T Nella storia politica recen-
te della Repubblica, si ricorda
(a parte le cerimonie celtiche
di Bossi) un solo segretario
eletto per acclamazione: Cra-
xi, per superare le sue difficol-
tà. Non è un bel precedente
per Alfano, le acclamazioni
servono solo a strangolare il
dissenso, anche quello ragio-
nevole, sono roba sudameri-
cana. Ma il Tg1 non riflette e
dà alle trombe della piaggeria
con tutto il fiato che gli resta. A
soffiare per prima, Sonia Sar-
no. Non aggiunge, non toglie
(la “papera” su Guido e non
Giulio Tremonti è sparita),
non analizza, ripete: tutti in
piedi applaudono, il “nuovo
inizio”, amore-coesione- uni-
tà, il Pdl avrà un posto nella
storia. Subito dopo Maria
Soave, che supera le sue mae-
stre parlando di Alfano: emo-
zionato, articolato, appassio-
nato, vita, famiglia, libertà, il
monito, lancia la costituente.
Alla fine, commenta: “È evi-
dente che tutto il partito sia in
sintonia con Alfano, parte la
svolta qui dove si consumò la
rottura con Fini”. Berlusconi
dice che la tv pubblica lo ha
“stretto in una morsa”. Qui,
nel Tg1, ha trovato sicuramen-
te un decisivo piede di porco
per scampare alle persecuzio-
ni.
g2
T Esiste un vocabolario di
tutti superlativi? Sì, è andato in
onda ieri sul Tg2 in occasione
dell’elezione di Angelino Alfa-
no. Non è stata una cosa seria,
ma una specie di kermesse fol-
cloristica dove un Berlusconi
commosso lancia il segretario
al grido “non voterete mica,
basta questo applauso”. Ida
Colucci era trasportata in
questa cerimonia che sembra-
va copiata dalle “convention”
americane con i palloncini e i
g3
T Per sfuggire alla tentazio-
ne di essere assimilato agli altri
confratelli, il Tg3 ha aperto
con Strauss Khan: troppo
sbrigativa la giustizia america-
na. Poi tocca a Terzulli e Ac-
cardo occuparsi del popolo
della libertà assiepato ad accla-
mare Alfano su ordine di Ber-
lusconi. Ma quale differenza
con gli altri tiggì: qui nessuno
si fa travolgere, tutti manten-
gono il senso critico (che, vi-
sta la carnevalata è solo buon
senso). Berlusconi ironizza sul
Tremonti cattivissimo, ma lo
chiama Guido. Alfano, invece,
non è ironico, pensa di avere
raccolto il testimone e imma-
gina di essere il segretario del
“partito degli onesti” con “re-
gole e sanzioni”. Prima che
cambi partito, c’è il commen-
to di Paolo Mieli: i segretari
non si eleggono così, non è
una cosa seria. La stessa cosa
ha detto Bersani che – chissà
se è un bene o un male – so-
miglia sempre più a Crozza.
diosa di Valeria Marini –
non le si può chiedere di più
– e una tardiva ma meritoria
assunzione di responsabilità
civile di Emanuele Filiber-
to, che principe mai fu, il
quale ha confessato con sof-
ferta sincerità: “Ho imparato
a lavorare”, fra un sospiro e
un sorriso, dimenticando il
perduto reame, dopo aver
scoperto che può avere un
futuro democratico ai fornel-
li, nel ruolo di aiuto-cuoco.
La serata doveva proclamare
il vincitore della competizio-
ne, ma la nave ammiraglia di
Mediaset, nella fascia oraria
di massimo ascolto, coglie
poco più del 13 per cento
dello share. Ma perché mai
una gara culinaria che pro-
metteva bene, con il soste-
gno dei vip e delle grandi grif-
fe della cucina, mobilitati a
sostenere i giovani talenti,
non ha funzionato? Una pri-
ma, semplicissima, motiva-
zione potrebbe riguardare la
collocazione oraria. È il caso
di rammentare che durante la
digestione, di sera, non si
vuol sentir parlare di cibi.
Guai a mostrarli quando si ha
ca semmai altre reazioni ga-
striche.
Inoltre, che c’entra Signori-
ni? Qualcuno si è preoccupa-
to di verificare che avesse
una qualche conoscenza del-
la materia da trattare? Certo,
l’uomo è abbastanza a la pa-
ge, ha modi affabili e cerimo-
niosi, ed è capace di intrat-
tenersi con chiunque. Ad
esempio, se deve intervistare
Ruby Rubacuori, preparan-
do la ricetta delle domande, e
forse perfino delle risposte, è
adattissimo. Ma di altra cuci-
na, ahimè, mastica poco. E
incorre in gaffe colossali.
Sembrando ignorare tutto,
ma proprio tutto, di ciò che
dovrebbe governare. Va bene
che in tv non occorre alcuna
specifica professionalità, va
bene che l'ignoranza è così
sdoganata da esser diventata
una virtù, ma non sapere
nemmeno che cosa siano i
pistacchi di Bronte è trop-
po. Mai sentito parlare del ri-
sotto ai pistacchi di Bronte? E
Alfonso Signorini
conduce “La notte degli chef”
su Canale5
come un dono che la natura
ci fa, da trattare con rispet-
to”. Ed eccolo, il rispetto,
prontamente servito, dalla
colorazione amaranto. Che
cos’è questa salsina? Chiede
l’ignaro conduttore allo chef,
Gennaro Esposito. Che lo
informa trattarsi di ricci. Be-
neamati ricci. Ma insomma,
pigola il buongustaio, ma co-
me mai al ristorante li chiedo
sempre e mi rispondono
“non è la stagione?” Poveri-
no: ma quando è questa sta-
gione dei ricci? E il grande
cuoco: questo è un buon mo-
mento. E la Marini, mamma
chioccia, verso il piccolo, af-
famato pulcino: “Sì e anche
quando c’è la luna piena” ag-
giungendo che lei adora i ric-
ci, proprio quando hanno le
uova dentro.
In maggio e giugno, tuttavia,
è assolutamente vietata la
raccolta. Ma forse certe infor-
mazioni è utile non saperle,
non averle. Rispettare il cibo
e la natura? Ignorando le re-
gole, magari.
Del resto, sono così buoni i
ricci con le uova, nella notte
di luna piena degli chef.

LA TV DI OGGI
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teo 6
13.30 NOTIZIARIO TG1
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PO Meteo
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PO Meteo
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PO Meteo
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PO Meteo
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PO Meteo
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Motomondiale 2011 GP
Italia: Prove Classe 125cc
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Motomondiale 2011 GP
Italia: Prove Classe Moto2
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Oggi in TV - TuttoMusica
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1.25 FILM Dietro la porta
chiusa
3.15 DOCUMENTI La7
Colors

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ John Rabe
Basato su fatti realmente accaduti, il
film ripercorre la storia di John Rabe,
definito dal New York Times “l’Oscar
Schindler della Cina”. Direttore della
fabbrica della Siemens a Nanchino, nel
1937 Rabe, nonostante fosse stato
richiamato in patria per lasciare, dopo
circa 30 anni, il posto al suo successore,
riuscì a salvare circa 200.000 cinesi dal
massacro messo in atto dalle truppe
imperiali giapponesi.
Rai 3 21,05
/ Sky High
In un mondo di supereroi, Will Stron-
ghold, figlio di due celebrità, frequenta
la “Sky High”, scuola per “figli d’arte”.
Peccato che il povero Will non abbia
ereditato il benché minimo superpotere
e si ritrovi relegato ad “alunno di serie
B”. Simpatica via di mezzo tra “Harry
Potter”,“X-Men”e “Gli Incredibili”, la
pellicola unisce i tipici ingredienti
Disney a scene d’azione costellate da
effetti speciali.
Italia 1 21,10
 Tour de France 2011  I Nostri Angeli
Oggi prende il via la 98ma edizione del La Serata Speciale “I Nostri Angeli”
Tour de France, la corsa ciclistica più 2011 verrà ospitata nel prestigioso Tea-
importante del Mondo. Contrariamente tro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.A
alla tradizione la Grande Boucle non condurre il programma saranno que-
inizierà con una cronometro, ma con st’anno i giornalisti Gerardo Greco e
una tappa in linea. Verosimilmente, con- Maria Concetta Mattei, motore portan-
siderato il percorso pianeggiante, che va te di una serata che si propone di testi-
da Passage du Gois a Mont des Alouet- moniare la passione per il giornalismo,
/ Ricette d'amore  Il Palio...
tes in Vandea, la prima maglia gialla il coraggio e la professionalità dei corri-
Il film racconta con delicatezza e garbo Torna, in una chiave del tutto originale,
sarà indossata da un velocista. Per il spondenti e inviati internazionali impe-
il difficile rapporto tra Martha, single, la storica telecronaca del Palio di Sie-
successo finale il favorito è Contador. gnati nelle “prime linee”del mondo.
dall’apparenza fredda e tutta concen- na. Il Celebre evento è stato dedicato ai
trata sul suo unico interesse, l’arte culi-
Rai 3 14,50 150 anni dell’Unità d’Italia e pertanto
Rai 1 23,10
naria, e la nipotina Lina, figlia della l'attualità si incrocia con la storia: il
sorella morta in un incidente. Dopo un tema sarà quindi Palio e Patria. La cor-
inizio difficile, le due diventano indi- sa ed il fiammeggiante corteo storico
spensabili l’una all’altra, Martha trova saranno accompagnati da singolari rie-
l’amore in un passionale cuoco italiano, vocazioni risorgimentali. Siena è una
e Lina una famiglia che le era tanto metafora dell’Italia e delle sue diversità
mancata. che si specchiano nelle 17 contrade.
Rai 1 21,10 Rai 2 18,05
Sabato 2 luglio 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

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di Federico Mello
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ilFattoQuotidiano.it:
“‘La cameriera ha
mentito’, Strauss-Kahn
forse libero in giornata”
di Roberto Festa

“Google+” convince è BELLA dimostrazione di

come giornali e magistrati
possano essere strumenti di
lotta politica, in questo caso
internazionale.

e sfida Facebook beppe78

è SENTO tante stupidaggine

che la metà basterebbe,
quest’uomo si e fatto
on si hanno conferme a ri-

N
Tra i fortunati “tester” ci siamo ri- processare ed è stato
guardo, ma c’è da scom- trovati anche noi e, dopo alcune dichiarato innocente. Da Noi
mettere che in queste ore sessioni sul nuovo social net- non vuole farsi processare,
Mark Zuckerberg sia mol- work, vi diciamo subito che il anzi, dichiara guerra alla
to preoccupato: il suo sogno di nuovo progetto di Big G, convin- magistratura e si fa leggi a
dominio mondiale sui social net- ce. Sembra che dalle parti di personam punto e basta.
work si trova davanti, di punto in Mountain View abbiamo studiato akab (ex nessuno)
bianco, un competitor agguerri- per anni Facebook, prestando Anche Zuckerberg base alle “cerchie” e gli “spunti”:
to; adesso anche l’obiettivo di un però le orecchie alle lamentele è comparso su “Google+” (sotto); si seleziona un interesse, per è IO LO DICEVO sin
trionfo in Borsa per Facebook, degli utenti su ciò che piace me- nelle foto, l’home page e alcune esempio, “Il Fatto”; o “Serie A” e si dall’inizio che era tutta una
potrebbe naufragare clamorosa- no del sito blu; aggiungendo al- schermate del nuovo social network accede a tutti gli aggiornamenti al fuffa. Ci sta sotto qualcosa,
mente. cune caratteristiche vincenti di riguardo. Ogni post sulla bacheca evidentemente la Lagarde fa
strumenti come Twitter e inca- di Google+, inoltre, è commenta- comodo perchè avrà certi
GOOGLE, il gigante del motore stonando, infine, il tutto nel quindi? No, al contrario, e questa tremo condividerlo con amici (“i bile, condivisibile e si può usare il “contatti”.
di ricerca, dopo varie prove – con “mondo” Google. è la novità. Perché su Google Plus tuoi amici veri, quelli con cui con- tasto +1 esprimendo un gradi- Alan Bicco
risultati deludenti – sulla strada Google Plus a una prima occhiata i contatti vanno organizzati in dividi dettagli della tua vita priva- mento che, nel caso di un link,
del web “sociale”, fa davvero sul si presenta come il sito di Zucker- “cerchie”: quelle di partenza sono ta”, è la didascalia); una segnala- verrà visualizzato anche fuori, af- è MAGARI e comunque il
serio. Il suo social network, Goo- berg. Ogni utente (un account “Amici”, “Famiglia”, “Conoscen- zione, con i “colleghi”; un video fianco ai risultati di ricerca quan- francese, considerato il suo
gle+ (da leggere “Google Plus”), Gmail è sufficiente per entrare) ha ti”, “Persone che seguo”, ma se ne divertente, con i “conoscenti” (si do si cerca su Google. Due ultime ruolo, doveva stare più
annunciato all’inizio di questa il suo profilo con informazioni, fo- possono aggiungere altre, titolan- possono scegliere anche più cer- features: il tasto feedback sempre attento. Uno così neanche
settimana, è online. Gli utenti to, esperienze lavorative, situazio- dole come si desidera (per esem- chie). Ma non finisce qui: un blog- a disposizione per mandare opi- amministratore del mio
non possono ancora iscriversi: ne personale (c’è anche una op- pio “colleghi”; “compagni calcet- ger, o una persona con un seguito nione ed entrare in contatto con il condominio!
l’accesso è riservato ai dipenden- zione geolocalizzazione). E ogni to”; ecc.). Quando pubblichiamo on e off line (per esempio un po- team Google (su Facebook è sem- marioa
ti Google e a una cerchia ristretta utente ha una sua bacheca dove un aggiornamento sul nostro pro- litico, o un cantante), potrebbe pre stato molto difficile contatta-
di persone “invitate” a testarlo può pubblicare status, foto, link, filo, siamo obbligati a scegliere decidere che alcuni contenuti re i gestori del sito); e le applica- è NON SO e mai saprò
(tra questi, abbiamo trovato lo video. La differenza di fondo con con quali cerchie condividerlo. pubblicati sono rivolti a tutti: ba- zioni per il mobile: Android è già come sia andata davvero in
stesso Zuckerberg, con vari Facebook è però che su Google+ Uno stato d’animo personale po- sta selezionare post “pubblici”, e disponibile, quelle per le altre quella camera d’albergo e
membri del suo staff pronti a stu- non c’è bisogno di chiedere “l’a- questi saranno visibili a tutti gli piattaforme seguiranno presto. poco m’importa, ma
diare le contromosse; per un po’ micizia” a qualcuno: chiunque utenti di Google Plus: ecco che Va aggiunta un’ultima impressio- complotto o no se fosse
è comparso anche un certo Steve può visualizzare il nostro profilo e una parte degli aggiornamenti si ne generale: con Google Plus, in- capitato a noi comuni mortali
Jobs ma presto è sparito). viceversa. Tutto aperto per tutti, trasforma in qualcosa di molto si- castonato in Google, si ha l’im- altro che 007 missione africa o
mile a Twitter. Va detto, inoltre, pressione di avere tutto sotto con- domiciliari di lusso da 250000
che noi saremo informati se qual- trollo: le nostre cose, quelle degli dollari. Penso a due giovani
cuno ci segue, ma non sapremo amici, ma anche le funzioni clas- ragazzi di Cagliari accusati di
I FILM LO SPORT in quale “cerchia” ci ha messo: siche: ricerca, gmail, youtube; tut- stupro da una donna e
lui vedrà i nostri aggiornamenti to ciò che ci interessa in Rete è a recentemente assolti dopo
SC1= Cinema 1 SCF=Cinema Family SP1=Sport 1 senza sapere da quali è stato portata di mano (molto comodo, aver passato quasi due anni da
SCH=Cinema Hits SCC=Cinema Comedy SP2=Sport 2
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
escluso (perché magari è nella forse troppo: come se la nostra vi- stupratori. Non lo scopro
cerchia “colleghi” e non ve- ta digitale fosse di Google). certamente io, ma ancora una
17.45 Alieni in soffitta SCH 11.35 Rugby, Super 15 2011
drà i post rivolti agli “amici”). Le prime impressioni degli utenti volta sono i soldi a far pendere
18.55 Io sono l'amore SCP Prima semifinale Reds - Blues
Google+ è un social network online sul nuovo social network la bilancia della giustizia da un
19.00 Green Zone SCM (Diretta) SP2
3.0: “Condividi online come nella sono positive. E ieri il titolo Goo- parte o dall’altra e chissà,
19.00 Percy Jackson e gli dei 14.00 Golf, PGA European Tour tua vita reale”, è lo slogan scelto gle a Wall Street guadagnava quasi anche a discapito della verità.
dell'Olimpo SCF 2011 Alstom Open de France: da Mountain View: nella vita reale il 3 per cento. Mark Zuckerberg haunted
19.15 Il risolutore SCH 3a giornata (Diretta) SP2 in effetti, non si condivide con la aveva annunciato lo sbarco in Bor-
19.15 Notte prima degli esami 15.00 Tennis, Grande Slam famiglia quello che si condivide sa del suo Facebook all’inizio del è SBAGLIA chi pensa che si
- Oggi SCC 2011 Wimbledon finale femmi- con i conoscenti (mentre su Face- 2012. Alcuni analisti davano il sito possa paragonare qualunque
19.15 Una notte al museo 2: nile: Petra Kvitová - Maria book, tutti gli “amici” sono sullo blu al valore stellare di 100 miliardi altra persona a B. di cui
La fuga SC1 Sharapova (Diretta) SP3 stesso piano). di dollari. Ora, previsioni così ro- fortunatamente ce n’è uno
21.00 Che fine hanno fatto i 17.00 Tennis, Grande Slam see dovranno tenere alla prova dei solo. Spero però che SK faccia
Morgan? SCP 2011 Wimbledon: finale doppio MA LE NOVITÀ sono anche fatti. Non stiamo dando Facebook un mazzo così agli
21.00 Linea mortale SCM maschile (Diretta) SP3 altre. Nel sito è presente la chat di per spacciato: ieri il fondatore ha investigatori americani. Mi
21.00 Up SCF 18.00 Beach volley, Campionato Gmail, con tanto di videochiama- annunciato “novità straodinarie”. chiedo, soprattutto come si
21.00 Little Nicky SCC italiano 2011 Catania: qualifica- te; c’è l’opzione decisamente in- Ma colossi come MySpace, da lea- sia potuto procedere con
21.10 Boy Girl SCH zioni (Diretta) SP2 novativa “videoritrovo”, che per- der del mercato si sono eclissati in questa faciloneria. E se è vero
21.10 Genitori e figli: agitare 18.30 Tennis, Grande Slam mette di avviare una diretta strea- pochi mesi. La stessa Microsoft, quello che è scritto
bene prima dell'uso SC1 2011 Wimbledon: finale doppio ming interattiva con la propria leader assoluta fino a pochi anni nell’articolo come è possibile
22.35 Ho visto le stelle! SCC femminile (Diretta) SP3 webcam da condividere con le fa, è in affanno. La lezione dell’in- non gli sia stato restituito il
22.40 La storia infinita SCF 20.20 Calcio, Copa America “cerchie”; ci sono gli aggiorna- novazione è sempre quella: chi si passaporto con molte scuse?
22.50 La prima cosa bella SCP 2011 Colombia - Costa Rica menti degli altri utenti (lo ferma è perduto. E nel mercato Curioso di vedere se
22.55 Holes SCH (Diretta) SP1 “stream”), sempre organizzati in “social” ora è competizione vera. qualcuno pagherà, a differenza
23.00 La chiave SCM 22.00 Tennis, Grande Slam di quanto succede qui.
23.05 Apocalypto SC1 2011 Wimbledon prima semifi- rocco siffredi
0.20 The Longshots SCF nale maschile: Jo-Wilfried
0.30 L'insegnate balla... con Tsonga - Novak Djokovic è INFATTI sembrerebbe
tutta la classe SCC (Replica) SP3 è LA “TOWN HALL” SU TWITTER che lui sia innocente, quindi
OBAMA INCONTRA I CITTADINI USA non vedo perchè paragonarlo
Una “town hall”, l’incontro con la cittadinanza tipico della al berlusca.
politica americana, ma virtuale e su Twitter. È quello che Barack giacomo79
RADIO Obama ha convocato per mercoledì prossimo per discutere
soprattutto della situazione economica e
del mondo del lavoro. Secondo quanto ha
è L’HANNO pagata. Non ci
sono altre spiegazioni.
Al via “La Pecoriana - Un Giorno reso noto la Casa Bianca le domande al
sito “askobama.twitter.com” e l’incontro
redfish
da Pecora alla Versiliana” è L’HACKER “BUCA” DILMA
NELLA POSTA DELLA PRESIDENTE
virtuale inizierà il 6 luglio alle due del è LA “SESSUOFOBIA
Dopo una stagione in cui ha raccontato un paese politi- pomeriggio, ora di Washington. Twitter si occidentale” (copy M.Fini), ha
“Douglas”, un hacker brasiliano di 21 anni, ha
camente sull’orlo di una crisi di nervi, tra un bunga prepara a essere – dopo Internet e colpito ancora? Adesso siamo
assicurato che, nel 2010, durante la campagna
bunga, lo Scilipoti di turno e un Partito Democratico Facebook – la novità di comunicazione al “Sesso.bugie e
elettorale per le Presidenziali, è penetrato nel sito
più diviso che mai, il radio talk show più irriverente della prossima campagna elettorale. video-shame”...
personale dell’attuale capo di Stato Dilma Rousseff
dell’etere chiude la sua quinta edizione in Versilia,“Un Anche i candidati alla nomination Massimo011
copiandone 600 messaggi politici e sulle sue
Giorno da Pecora”, il programma condotto da Claudio repubblicana hanno già messo in cantiere
condizioni di salute, ma che nessun partito
Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, si trasferisce dagli stu- un dibattito via Twitter, che si svolgerà il 20 è DOPO TUTTE le varie
dell’opposizione ha voluto acquistarli. Lo ha
di Rai di Via Asiago a Roma al Caffè della Versiliana, lo luglio prossimo. In effetti, commentano gli discussioni e i paralleli tra
specificato a un giornalista del quotidiano “Folha de
spazio per gli incontri dello storico Festival di Marina esperti di comunicazione strauss kahn porco e
Sao Paulo”, che lo contattato in un centro
di Pietrasanta, per dar vita a cinque puntate, in diretta politica, Twitter appare la perfetta berlusconi , c’e’ speranza che i
commerciale a 20 chilometri dalla capitale.
radiofonica e davanti al pubblico, davvero speciali del versione digitale delle town hall, dal denigratori facciano qualche
programma cult di Radio2. Per “La Pecoriana – Un
“Douglas” ha anche assicurato che, in precedenza,
momento che permette di porre la articolo o qualche
Giorno da Pecora alla Versiliana”, la formula classica era entrato nel sito del Partito dei lavoratori (Pt), al
domanda al politico facendosi però sentire trasmissione tv su quanto
della trasmissione lascerà il posto ad una serie di novi- governo prima con Lula ed oggi con la Rousseff. La
dall’intera comunità. sono approfittatrici certe
tà: gli ospiti (come sempre, un politico insieme a perso- rivelazione avviene dopo una inedita serie di
donne? mi rivolgo alle
nalità della cultura, dell’economia e dello spettacolo) continui attacchi di hacker ai siti governativi
femministe e a gente come
saranno tutti presenti sul palco del “Caffè”. brasiliani.
Gad Lerner…
Radiodue da lunedì 17,30 maurox
pagina 18 Sabato 2 luglio 2011

SECONDO TEMPO

battibecco
PIAZZA GRANDE É di Massimo Fini

Tav, democrazia del manganello
di Pierfranco Pellizzetti
n Val di Susa il ministro
Compresa “l’opzione zero”,
ossia il rifiuto di autorizzarne
la realizzazione.
Certo in Val di Susa, dove la
corretta applicazione di pro-
cessi deliberativi avrebbe eli-
lo fisico e – soprattutto –
brandendo quello virtuale.
UN FUTURO
SPAVENTOSO
S i avverte in giro, sotto le rutilanti bellurie che ogni giorno
ci vengono ammannite per placare la nostra ansia, un
desolante “sensus finis”. Non parlo qui dell’Italia che un
tempo, molti secoli fa, fu un luogo importante e oggi è ridotta
a uno sputo nell’universo mondo. Parlo dell’Occidente inteso
non però in senso tecnico (del resto che cosa sia realmente

I
degli Interni Roberto
Maroni può inalberare
la grinta da duro infles-
sibile che non assume quan-
do sta sull’attenti davanti a
Umberto Bossi. Anche per-
ché ha la ghiotta occasione
di prendersela con perden-
ti; vista la tesi strombazzata,
diventata pensiero pensabi-
le corrente, che la scelta di
realizzare la Tav risponde a
indifferibili esigenze di pro-
gresso, contro cui devono
infrangersi le resistenze re-
trograde dei valligiani. Rap-
presentazione della realtà
ampiamente e opportuna-
mente smentita proprio su
queste pagine.
Al riguardo – però – ci sono
ancora due aspetti che me-
ritano di essere affrontati:
perché gli esperti di logisti-
ca ritengano “inutile” tale
intervento infrastrutturale,
un po’ come tutte le Grandi
Opere di questo tipo che
l’informazione mainstream
certifica “indispensabili”;
per quale ragione al di qua
del Frejus si è giunti a una
situazione pre-rivoluziona-
ria, mentre al di là – nel ver-
sante francese – medesime
scelte si sono affermate nel
sostanziale consenso delle
popolazioni interessate.
Procediamo con ordine. Per
quanto attiene agli interven-
ti infrastrutturali risulta ri-
mosso un aspetto decisivo:
il cosiddetto time-to-make;
ossia la variabile tempo. Per
la Tav almeno una quindici-
na di anni (e nessuno può
prevedere la situazione che
avremo al momento della
messa in funzione). Sicché
sarebbero infinitamente più
urgenti e utili investimenti
meno costosi e invasivi, ma
a effetto immediato.
PER DIRE, il raddoppio
delle linee ferroviarie nel no-
do di Novara sbloccherebbe
subito l’ingolfo trasportisti-
co del Nord-Ovest, senza
aspettare le calende greche
nella Val di Susa. Insomma,
gli unici davvero interessati a
tale realizzazione sono i pro-
gettisti e chi la dovrà realiz-
zare (oltre che una serie di
ragioni inconfessabili, che
determinano il singolare ef-
fetto per cui costruire tali in-
frastrutture sul nostro terri-
torio nazionale viene a costa-
re allo Stato – dunque a tutti
noi – all’incirca cinque volte
di più che negli altri Paesi eu-
ropei).
Ancora più importante l’al-
tro aspetto di cui si diceva,
con evidenti ricadute sulla
stessa qualità democratica
nazionale: l’opposta reazio-
ne nel lionese rispetto a
quella piemontese. Il motivo
è semplice. In Francia ope-
rano da tempo strumenti di
consultazione popolare (dé-
bat public) che producono
trasparenza e coinvolgimen-
to deliberativo in materia di
scelte ad alti effetti economi-
co-sociali come ambientali.
Si chiamano VAI (valutazio-
ne dell’impatto ambientale)
e VAS (valutazione strategi-
ca); in altre parole, procedu-
re previste dalla legge in cui
le popolazioni possono
esprimere un giudizio defi-
nitivo sull’opera prevista.
L’ennesima creazione di un l’Occidente, termine inquietantemente orwelliano, nessuno è
Dal 2001 l’Unione europea minato la possibilità di “con- “regno del falso” dove i linea- mai stato in grado di precisarlo), ma come modello di sviluppo
ha promulgato una direttiva flitti per errore” e ridotto la menti della realtà reale non economico e sociale che ormai coinvolge il mondo intero, da
che imponeva agli Stati percezione di scelte calate sono più percepibili.
New York agli Urali alla muraglia cinese al Gange. La grande
membri la recezione della dall’alto sulla pelle dei resi- Un’opera di rimozione mani-
VAS nelle normative naziona- denti. polatoria a supporto di pra- Rivoluzione che ha cambiato la storia del mondo ha preso le
li, a partire dal 21 luglio tiche repressive che scopria- mosse circa otto secoli fa proprio dall'Italia quando si afferma
2004. Ci sono stati governi IL FATTO È CHE – nono- mo al lavoro oggi in Val di per la prima volta come forte classe sociale la figura del
più diligenti e altri meno. In stante tutto – in Francia i cit- Susa come, dieci anni fa, la- mercante (oggi detto imprenditore) fino ad allora collocata,
Italia questo è avvenuto con tadini sono ancora conside- vorò nel suo pessimo meglio in tutte le culture d’oriente e di occidente, all'ultimo gradino
quello Prodi nel 2008. Il pro- rati tali, mentre in Italia li si nei giorni terribili del G8 ge- della gerarchia umana, inferiore, perlomeno eticamente,
blema – però – è che tali nor- tratta da “popolo bue”. novese, quando si manganel- persino allo schiavo. È la Rivoluzione della percezione del
mative da noi restano larga- Appunto, una questione di larono le suore e gli studenti tempo. Si passa dal quieto e statico presente al dinamico e
mente disattese a livello re- qualità democratica, che vie- pacifisti e ci raccontarono allettante futuro. Lo storico Piero Camporesi esprime così, nel
gionale. ne aggirata con il manganel- che si trattava di black bloc. dualismo contadino/mercante, povero/ricco, questo diverso
atteggiamento esistenziale: “L’affannoso tempo storico e
lineare del mercante misurato sui ritmi della partita doppia,
In Francia, dei tassi di interesse e dell'investimento produttivo, non era il
a differenza tempo dei contadini, serpentino, ciclico, ritmato dalle
stagioni, dai soli e dalle lune… Il povero coniuga i verbi al
dell’Italia, operano presente, non conosce le lusinghe ingannevoli del futuro,
contrariamente al ricco che costruisce strategie nel tempo
da tempo tracciando precari piani e ipotetiche prospettive (“Cultura
strumenti popolare e cultura d'élite fra Medioevo ed età moderna”).
Per otto secoli abbiamo inseguito questo futuro orgiastico
di consultazione con accelerazioni sempre più parossistiche che passano per
la Rivoluzione industriale e l’odierna globalizzazione che ha
popolare coinvolto, per amore o per forza, anche culture che non ne
che producono volevano sapere. Ed ora questo futuro è finalmente arrivato.
È qui. E si presenta sotto forme spaventose. Un modello che
trasparenza ha puntato tutto sull’economico, rendendo marginali tutte
le altre e complesse componenti dell’essere umano,
e coinvolgimento provocando stress, angoscia, nevrosi, depressione, anomia,
deliberativo dipendenza da ogni sorta di droga per avere la forza di tirare
avanti, fallisce anche, e proprio, sull'economico. Le crisi si
Alcuni momenti delle tensioni
in Val di Susa.
succedono alle crisi. E, invece di rifletterci su, vengono
Sotto, il sindaco tamponate al solito modo: immettendo nel sistema denaro
di Roma Gianni inesistente, cioè un’ipoteca su un ulteriore futuro tanto
Alemanno (FOTO ANSA) sideralmente lontano da essere solo una Fata Morgana. Ma
un giorno, vicino, questo trucchetto da magliari non reggerà
più. La gente, sia pur confusamente, lo avverte. Un modello
basato sulle crescite infinite, che esistono solo in
matematica, cioè nell’astrazione, quando non potrà più
espandersi imploderà su se stesso provocando una
catastrofe planetaria.
Probabilmente questo era il destino, ineludibile, di
quell'arrogante specie animale che è quella umana.
Elisabetta Pozzi conclude la pièce “Cassandra” che, col mio
contributo, porterà in tournèe nei prossimi mesi, nel circuito
teatrale estivo, con queste profetiche e agghiaccianti parole
di Nietzsche: “In un angolo remoto dell’universo scintillante
e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c’era una volta un
astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza.
Fu il minuto più tracotante e più menzognero della storia del
mondo: ma tutto durò soltanto un minuto. Dopo pochi
respiri della natura, la stella si irrigidì e gli animali
intelligenti dovettero morire. Quando tutto sarà finito, non
sarà avvenuto nulla di notevole”.
Qual è l’idea di Roma di Alemanno?
di Luigi Zanda* Qual è il suo progetto, tro, cuore nevralgico della Capitale, si sta progres-
se ne ha uno, per la sivamente trasformando in un suk dove domina-
a tragica vicenda di Alberto Bonanni, pic- preservazione e ma- no disordine, anarchia e, spesso, illegalità. Capita
L chiato a sangue e ridotto in fin di vita nel
centro storico di Roma, ha nuovamente at-
tirato l’attenzione sul fondamentale tema
della sicurezza sul quale, è bene ricordarlo, il sin-
daco Alemanno nel 2008 (con tecnica mascalzo-
nutenzione di quel
grande “museo a cielo
aperto” che è il centro
di Roma?
Roma ha un centro
a chiunque, purtroppo anche ai tantissimi turisti,
di imbattersi in decine e decine di baracchini di
ambulanti, ben posizionati davanti ai principali
monumenti della città attrezzati come veri e pro-
pri supermarket. Nascono come funghi ristoran-
nesca) ha fondato gran storico che racchiude ti, gelaterie e pizze a taglio al posto di esercizi
parte della sua fortuna un immenso reticolo storici che vantavano una lunga tradizione. Apro-
elettorale. Se il sindaco di tesori artistici: palazzi, monumenti, no ovunque botteghe senza arte né parte, acco-
La violenza al rione Monti strade, vicoli, basiliche, chiese. Ma è an- munate solo dal cattivo gusto della merce che
è un fatto gravissimo, ul- non ha chiaro che un luogo dove tanti romani vivono e espongono: tutti le stesse, identiche schifezze.
timo di una lunga serie di lavorano che, come dimostra la cronaca Il centro di Roma cambia (anzi, ha già cambiato) il
aggressioni, stupri e rapi- che cosa deve fare odierna, è giunto a un livello di degrado suo profilo, la città diventa impersonale e perde
ne. Sono convinto che tra i per il bene di definibile con una sola parola: inaccet- l’anima. Il suo carattere di comunità solidale e
tanti fattori che favorisco- tabile. amichevole si sta lentamente spegnendo per re-
no la violenza uno dei Roma, dedichi Nessuno chiede ad Alemanno di fare sponsabilità più che dei romani, dell’amministra-
principali sia la disgrega- quello che, con ogni evidenza, non è alla zione che li governa.
zione civile, sociale e mo- il suo tempo alla sua portata. Ma i romani hanno il diritto Nella sua storia, Roma è sempre stata una grande
rale di una comunità. A di sapere quali sono le sue idee e i suoi capitale mondiale dell’accoglienza. Un’acco-
Roma la questione sicu- crisi del Popolo progetti per il presente e per il futuro glienza di qualità che, fino a ieri, ha saputo pre-
rezza è strettamente con- delle Libertà della città, quante risorse vuole impe- servare, pur tra mille difficoltà, un tessuto urbano
nessa a una precisa do- gnare, quanto tempo gli serve per con- e monumentale che è l’orgoglio dell’intera nazio-
manda alla quale il sinda- e dichiari il suo seguire risultati visibili. ne. Se il Sindaco non ha chiaro che cosa deve fare
co Alemanno non ha mai Negli ultimi tre anni i romani hanno as- per il bene di Roma, dedichi il suo tempo alla crisi
risposto: qual è la sua idea fallimento come sistito a una vera e propria trasforma- del Popolo delle Libertà e dichiari il suo fallimento
di Roma? Qual è il suo im- zione (in peggio) del carattere urbani- come amministratore.
pegno per le periferie? amministratore stico e architettonico della città. Il cen- *Senatore Pd
Sabato 2 luglio 2011
Perchè i napoletani
MAIL
non si ribellano?
Giusto per fare un po’ di chia-
rezza e rinfrescare la memoria
a qualcuno. Le città del nord a
cui è stato imposto il termo-
valorizzatore raggiungono -
guarda caso - livelli di differen-
ziata non proprio esaltanti.
Andate a vedervi cos’è il Cip6
e vi spiegherete il perché. La
responsabilità della raccolta e
dello smaltimento dei rifiuti
non è dei cittadini ma di chi
amministra. In Campania - per
chi non lo sapesse o l’avesse
dimenticato - dal 1994 re-
sponsabile della gestione è il
governo tramite un suo com-
missario. Affidataria dell'ap-
palto dello smaltimento dei ri-
fiuti è stata la Fibe (ovvero Im-
pregilo più altre imprese). Nel
maggio 2008 vengono arresta-
te 25 persone, fra cui l'ammi-
nistratore delegato di Fibe. In-
dagati, tra gli altri, ex Com-
missari Straordinari all’emer-
genza rifiuti e numerosi ma-
nager delle società operative.
Qualcuno ha ancora il corag-
gio di dire che la colpa è dei
napoletani?! I napoletani in
tutto questo sono parte lesa. I
reati commessi ai loro danni -
e ai danni delle generazioni fu-
ture - sono di attentato alla
salute pubblica e di disastro
ambientale. Ma per questo fi-
nora nessuno ha pagato. L’u-
nica cosa che gli amministra-
LA VIGNETTA
tori della cosa pubblica hanno
saputo fare è aumentare la tas-
sa sui rifiuti: oltre al danno, la
beffa. Mi sbagliavo, in effetti
una colpa i napoletani ce l’han-
no: non ribellarsi e chiedere
ragione del denaro pubblico (e
del futuro) rubato, come ades-
so stanno facendo i cittadini di
Parma.
Gaspare Bisceglia
Una canzone
per voi
Vorrei dedicare una nota can-
zone di Masini all’On Schifani
perché non è bello prendere
per i fondelli i lavoratori della
P.A. quando lui appartiene ad
Abbonamenti
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rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri 2 luglio 1955
BOX Il profumo del mare e degli spaghetti notturni, l’aria dolce
delle Apuane, quell’atmosfera di Versilia glamour. Qualche
flash rétro per dire Bussola di Focette, set dorato di
un’Italia felix inaugurato la sera del 2 luglio ’55 sulle note
serrate di Caravan Petrol. Palcoscenico inventato da un
eccentrico patròn, Sergio Bernardini, un po’ oste,
impresario, confidente, uno che la sua Bussola la chiamava
semplicemente “la vecchia troia” e che aveva fatto il
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO miracolo di creare un locale mitologico, dove vip del tempo
e star system mondiale si sentissero a casa. Impazziva il
pubblico danaroso in smoking bianco e mise in lungo per
TAGLIATE TUTTO gli idoli del momento, Carosone, Van Wood, i Platters,
Buscaglione e, alle soglie del boom, la dolce vita scorreva
MA NON L’AUTOSTRADA lì, tra un viavai di secchielli di ghiaccio e champagne, fritti
profumati di mezzanotte, scene madri di artisti bizzosi,
liaison dangereuses fulminanti. Un mondo a parte dove
aro Furio Colombo, ricordo attraggono da tutto il mondo proprio coloro
C che quando Bruno Manfellotto
dirigeva “Il Tirreno” ti sei molto
che vogliono stare lontani da grandi folle e
da grande traffico). Non ha niente a che
poter incrociare nella stessa sera Agnelli e il conte Agusta,
Marlene Dietrich e Joséphine Baker e dove una sera arriva
lei, Mina, ancora Baby Gate, che con “Un’anima pura”
battuto contro l’autostrada detta fare con il trasporto, perché se venisse stordisce la platea e, da quel momento, diventa star
“corridoio tirrenico”, che tu avevi davvero spostato traffico pesante così vicino assoluta del locale. Primadonna per anni di quello strano
ribattezzato, per scempio al mare, ucciderebbe il turismo, principale tempio edonistico.
ecologico, “Spaccamaremma”. risorsa di tutta la costa. Se dici: “Ma, i Giovanna Gabrielli
Vedo che, mentre tutto crolla, si fondi?”, ti rispondono che il finanziamento
aprono i cantieri, iniziano i lavori, verrà da investitori privati. Chiunque sa che,
come se fossimo in piena stagione anche bloccando l’Aurelia cementata, l’altro…. basta la poltrona… sono diplomati hanno potuto
dell’abbondanza. Mi domando che allargata, asfaltata fino a deformare il sono tutti uguali… Ergo, dop- esercitare la professione di
cosa c’è sotto. paesaggio più bello del mondo con caselli pia fatica in funzione del rime- geometra e migliorare il loro
Ezio ogni pochi chilometri, il traffico potrà essere dio. La realtà è che, ormai, tenore di vita e comunque
devastante per l’ambiente e le persone, ma Berlusconi si trova nelle con- rendere alla società , quello
SOTTO C’È l’Aurelia, nel senso che non remunerativo. E allora, sotto la dizioni di chi, colto dalla di- che lo Stato aveva investito
agli implacabili costruttori della deprecabile autostrada che si comincia a sperazione, spara l’ultima car- per formarli. Per me , anche se
“Spaccamaremma” non basta l’idea di costruire, mentre la Repubblica taglia i fondi tuccia per vegetare ancora non ho terminato gli studi, è
impegnare somme enormi per una persino ai disabili, non c’è solo l’Aurelia. C’è qualche mese, essendo già il rimasto un ritrovato rispetto
autostrada inutile. Hanno aggiunto la la frenesia di aprire cantieri per fare suo governo in coma farma- ed amore per la scuola e lo
trovata di farla colando cemento e asfalto arrivare fondi che intanto sono dello Stato. cologico. Con la sola differen- studio, grazie soprattutto al-
sul tracciato originale della via Aurelia, che Qualche Bisignani di turno deve avere za che il coma farmacologico l’impegno ed alla dedizione dei
da un lato viene cancellata e dall’altro priva indicato la mossa giusta e qualcuno, che non tende a limitare alcuni danni docenti , che ho potuto tra-
tutti i residenti dei tanti Paesi e borghi vicini vedremo ai caselli, è già pronto a incassare. cerebrali, mentre il berlusco- smettere alle mie figlie, due
alla costa di una strada libera e senza Se poi i lavori si interrompono qua e là, nismo, dalla sua posizione di laureate ed una laureanda.
pedaggio. Se si pensa che l’Aurelia, così lasciando per sempre spezzoni di lavoro dominanza dittatoriale, li pro- L’abbandono scolastico è un
come è oggi, è una superstrada a doppia incompiuto, dopo che coloro o chi devono duce apposta per far morire gli dramma per il nostro Paese, e
corsia, salvo un breve tratto di 27 chilometri, incassare avranno incassato, dovrete Italiani. Anche di fame, mentre la responsabilità spesso è del-
lo spreco per la costruzione di una intera ammettere che il fatto non sarà del tutto i comuni si stanno già attrez- l'istituzione stessa, eliminando
autostrada a pagamento dove c’è già un nuovo in Italia. zando per sgozzarli attraverso i corsi serali lo Stato si disin-
percorso quasi perfetto e un traffico limitato, multe vigliacche per fare bilan- teressa della formazione dei
appare clamoroso e offensivo. Non ha Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano cio. Il voto di fiducia per la ma- propri cittadini e demanda alla
niente a che fare con il turismo (la Toscana 00193 Roma, via Valadier n. 42 novra che altro è se non un scuola privata. Molti lavorato-
in generale, e la Maremma in particolare, lettere@ilfattoquotidiano.it atto antidemocratico legaliz- ri studenti hanno una famiglia ,
zato, un imbroglio program- sono precari o disoccupati e
mato, un segno di vigliaccheria pagare una retta è impossibi-
le cui conseguenze ricadranno le.
subito, tutte e per intero, ver- Paolo Giunti
corgeranno che grazie alla ma- attenzioni sui diritti umani, so le persone oneste. E non
novra finanziaria dovranno pa- quei diritti continuamente cal- verso coloro che, a mio avviso, Tv italiana
garsi tutti i servizi che Scuole, pestati da chi pone il profitto, i ne hanno approfittato fin tro-
Comuni e Asl non potranno dati macro economici, gli in- po. Vergogna! Signor Berlu- che vergogna
più garantire. Questo è il fe- dici prima di ogni cosa. Sogno sconi! E vada a casa subito sen- Che vergogna, in televisione
deralismo fiscale che ha volu- un'iniziativa originale: un gior- za aspettare che ce lo man- non è rimasto più nulla da
to. Ma tanto suo figlio è siste- no senza notizie economiche dino! guardare. Adesso ci tolgono,
mato e la moglie riceve con- sui media. Si può fare, magari Arnaldo De Porti oltre a Michele Santoro, anche
tributi per la sua scuola pri- una domenica. Lucia Annunziata. Non è pro-
vata. Teodoro Lascella Il dramma prio giusto, invece rimangono
A. R. sempre al loro posto in prima
Una manovra dell’abbandono scolastico serata programmi come
Meno economia, per vegetare Ho letto l’accorato appello del “Amici” e “C’è posta per te”.
professor G. Rallo (lettere al Non se ne può proprio più.
più diritti La manovra appena approvata “Fatto Quotidiano” del 17 giu- Meglio, a questo punto, le par-
I sagaci esperti di economia in- dal Consiglio dei Ministri, ol- gno), mi unisco alla sua lotta tite che devo subire da mio
ternazionale hanno incassato tre ad essere un totale falli- come ex studente degli anni marito.
il piano di austerity della Gre- mento per le sorti del Paese, 74-76 proprio a Cagliari. Anni Grazie tubo catodico.
cia, dando quindi il via libera al nasconde viltà, imbroglio, sal- duri di lavoro e di studio, corsi Mariarosa Baccola
rifinanziamento del suo debi- vaguardia delle poltrone e regolari di 4 -5 ore dalle 7 di
to. Non credo che sia questa la spostamento del debito pub- pomeriggio fino quasi a mez-
soluzione migliore: la Grecia è blico a carico del governo che zanotte. Materie, programmi,
nei guai perché si è indebitata verrà. Le misure adottate so- uguali a quelli dei corsi nor-
troppo e non capisco quale sia no poco più di acqua fresca (i mali, titoli di studio, per chi li IL FATTO QUOTIDIANO
la logica nel sanare una situa- Suv, parte della manovra, sem- ha ottenuti, sudati, non com- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
zione simile con un rimedio brano essere un una pagliac- prati. I colleghi di studi che si lettere@ilfattoquotidiano.it
una casta che non contribui- che è lo stesso che ha causato ciata, i tagli alla politica sono
sce neanche per un euro al il male. Nessuno penserebbe come la sottrazione di 5 Euro
contenimento del debito pub- di far passare una sbornia be- ad un privato, mentre lo spo- Direttore responsabile
blico .La dedico volentieri an- vendo altri alcolici. Se l'Europa stamento del debito altro non
che al Ministro fannullone e il mondo intero sono arrivati è se non un vile e vigliacco im- Antonio Padellaro
Brunetta ricordandogli che al- a questo punto la causa è forse broglio nei confronti di chi si Vicedirettore Marco Travaglio
la P.A. non interessa niente se da ricercare nella troppa fidu- appresterà a prendere le re-
sono bravo, tanto il mio sti- cia che i governi hanno riposto dini del prossimo governo, il Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
pendio (da due anni e per i negli economisti, quelli che ve- quale, oltre a dover accollarsi Progetto grafico Paolo Residori
prossimi tre) sarà sempre dono solo il profitto, che cre- il fallimento berlusconiano (il Redazione
uguale , senza nessuna possi- dono nella crescita infinita e debito lasciato da Prodi era al 00193 Roma , Via Valadier n°42
bilità di carriera, senza nessun che fanno a gara per convin- 104% del Pil mentre ora è al tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
tipo di riconoscimento, alla cerci che le loro teorie sono le 120%, con inflazione pari al e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
faccia dei suoi proclami sulla uniche degne di essere appli- 2,6% quando Prodi l’aveva la-
meritocrazia. E in ultimo vor- cate, dimenticando che è da sciata a zero) sarà costretto a Editoriale il Fatto S.p.A.
rei dedicarla anche Bossi che pazzi sperare in una crescita sentirsi dire dalle fasce popu- Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
invece delle quote latte e dei illimitata per un pianeta che ha liste, dovendo il prossimo go- Presidente e Amministratore delegato
rifiuti di Napoli dovrebbe risorse limitate. Mettiamo da verno necessariamente pren- Giorgio Poidomani
preoccuparsi dell’incazzatura parte l'economia e concen- dere delle misure finanziarie Consiglio di Amministrazione
dei suoi padani quando si ac- triamo per un attimo le nostre gravose, che un governo vale Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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