Il New York Times fa causa alla Ue perché non ha pubblicato gli sms tra Von der

Leyen e Pfizer. In Italia invece si pensa a censurare le intercettazioni dei potenti y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!"!?!#!\

Mercoledì 15 febbraio 2023 – Anno 15 – n° 45 e -2,00

a 2,00 - Arretrati: a 3,00 a 12,00 con il libro 'UeSICCU'
– Arretrati: 3,00
Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Mannelli ELETTI E TROMBATI Regionali: fuori Moratti, Gallera e Nobili Di destra sarà lei
ECCO L’AUDIO ESCLUSIVO
Gucci ridà 1 mld Calenda incolpa gli elettori » Marco Travaglio
al fisco: “In Italia
protetti da anni”
M5S riparla di 3° mandato L’
ultima fesseria è che “l’Ita-
lia è sempre stata di destra”.
Lo ripetono quelli di de-
stra, affinché l’opposizione si ras-
p Il patto Azione-Iv barcolla. FdI pensa alla resa segni, e quelli di sinistra che poi
dei conti in Rai e con B. su Kiev. Il Pd esulta per danno la colpa a Conte perché
la sconfitta. E Conte riorganizza i 5S sui territori non si allea col Pd (che ha scomu-
nicato Conte dando retta a quelli
q DE CAROLIS, GIARELLI, RODANO, ROSELLI che vogliono Conte suo alleato,
E SPARACIARI A PAG. 2 - 3 E 4 ma solo il giorno delle elezioni):
ma se l’Italia è di destra, cosa cam-
bia se gli altri si alleano o si divi-
dono? La verità è che negli ultimi
30 anni la maggioranza ha votato

SALVATAGGI MELONI PRONTA A REVOCARE LA PARTE CIVILE PURE A BARI

q VERGINE A PAG. 15 quasi sempre contro le destre, che
infatti non hanno mai superato il

Il governo assolve B.
50%, neppure quando stravince-
PARTE OFFENSIVA RUSSA vano le elezioni (2001 e 2008).
Vediamo i voti proporzionali alla
La Nato a Kiev: Camera. 1994: Polo B.-Fini-Bos-
si-Casini 42,8%, Progressisti
“No ai jet e tempi 34,3 e Patto Segni-Ppi 15,7. 1996:
Ulivo 43,3, Polo 42, Lega 10.
lunghi sui tank”

anche per Puttanopoli

2001: Casa delle Libertà 49,5 e
Ulivo 35,4 (ma con Rifondazione
q GRAMAGLIA E IACCARINO e Idv separate al 5 e al 3,8). 2006:
A PAG. 8 - 9 Unione 49,8 e Cdl 49,7. 2008: Po-
polo delle Libertà+Lega 46,8,
Pd-Idv 37,5, Udc 5,6 e Sinistra Ar-
AUTO GREEN DAL 2035 cobaleno 3,1. 2013: Pd-Sel 29,5,
Destre 29,1, 5Stelle 25,5 e Centro
Patto di Stabilità: Monti-Fini-Casini 10,5 (senza
contare il 2,2 di Rivoluzione civi-
quello nuovo è
OGGI SENTENZA RUBY
le). 2018: Destre 37, 5Stelle 32,6,
Pd-Più Europa 22,8 (senza con-
peggio dell’altro tare il 3,3 di LeU). 2022: Destre

q BORZI E PALOMBI A PAG. 14 L’AVVOCATURA DI STATO 43,7, Progressisti 26,1, 5Stelle

15,4 e Azione-Iv 7,9.

PARLÒ DI “DISCREDITO
Ricapitolando: nel 1994 B. an-
dò al governo sebbene i votanti
VELENO CON BOTULINO che non lo volevano fossero più di

“Neruda è stato PLANETARIO” E CHIESE quanti lo volevano, infatti non eb-

be la maggioranza in Senato e do-

ucciso: l’ordine 10MILIONI DI DANNI. ORA vette fare shopping fra i centristi;
nel 2001 tornò con la maggioran-

I GIUDICI DECIDONO E SI
za relativa (ma non assoluta) dei
fu di Pinochet” votanti; nel 2008 fece il terzo go-
verno con metà dei votanti pro e
q GROSSI A PAG. 18
TENTA DI INFLUENZARLI metà contro; ora la Meloni gover-
na contro la maggioranza dei vo-
tanti, che le ha preferito i tre poli
» LA MEGLIO GIOVENTÙ q BARBACETTO, IURILLO E SALVINI
A PAG. 6 - 7
d’opposizione. Nell’ultimo de-
cennio, con l’avvento dei 5Stelle,
Ameri, Tognazzi, la destra è sempre stata lontanis-
sima anche dalla maggioranza re-
Vianello, Fo&C.: La cattiveria lativa. Ma la scelta degli elettori
s’è spostata dal finto asse de-
i futuri Vip a Salò Ruby ter, il governo ritira la costituzione
di parte civile contro Berlusconi. In
stra-sinistra al vero asse nuo-
vo-vecchio. Nel 2013, se il Pd di
attesa di ritirare la Costituzione, punto Bersani avesse accettato la propo-
» Gianni Oliva WWW.FORUM.SPINOZA.IT sta di Grillo “Votiamo Rodotà al
Quirinale e governiamo insieme”,

D
a Dario Fo a Rai- l’alleanza giallo-rosa ante litte-
mondo Vianello, ram avrebbe unito M5S (25,5),
da Ugo Tognazzi a LE NOSTRE FIRME. Pd (25,4) e Sel (3,2): il 54,1% dei
Walter Chiari, da votanti. E ci avrebbe risparmiato

• Padellaro E Meloni può sognare il “ventennio” a pag. 3

Giorgio Alber- il governo Letta con B., quattro
tazzi a Enrico anni di renzismo e altre catastrofi.
Maria Saler- Invece Napolitano si fece rieleg-

• Ranieri Letizia perde perché l’inverno è freddo a pag. 11

no: e con loro gere per stoppare Rodotà, man-
i giornalisti dare all’opposizione i vincitori e al
Enrico Ameri e governo gli sconfitti. La scena si
Mauro De Mauro,
il futuro deputato missi- • Gomez Ruby-ter: dopo tante anomalie, l’ultima a pag. 11 ripeté nel 2018, quando Renzi re-
spinse la proposta di Di Maio di u-

• Robecchi Hai torto se non voti. E pure se voti a pag. 11

no Mirko Tremaglia, lo nire il primo, il secondo e il sesto
storico Roberto Vivarelli: partito (M5S 32,6, Pd 18,8, LeU
sono tanti i nomi diventa- 3,3), cioè il 54,7 dei votanti, con-

• Delbecchi Gino Paoli, la sua vita in una stanza a pag. 13

ti illustri tra le decine di tro le destre arrivate terza, quarta
migliaia di uomini in uni- e quinta (Lega 17,3, FI 14, FdI
forme della Repubblica 4,3). L’accordo arrivò nel 2019 col
sociale italiana.
A PAG. 17 • Vitali Il mio voto riparatore è stato immorale? a pag. 20 Conte-2 e funzionò così bene che
Renzi lo abbatté. Casomai qual-
cuno non avesse ancora capito
perché governa la destra.
2 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023

REGIONALI • IL POST-VOTO A PALAZZO CHIGI

Fazzolari dixit L’uomo
chiave della premier
Meloni a ruota libera
su guerra e Sanremo:
“Riportare decoro in Rai”

» Giacomo Salvini

L
a Rai? A noi, perché a “Sanremo il livello è stato
bassissimo e bisogna riportare il decoro”. E Ber-
lusconi amico di Putin? “Ogni uscita del genere ci
rafforza, perché il deep state americano e l’omino
della Cia sa che siamo gli unici a garantire il sostegno
granitico all’Ucraina”. La febbre di Giorgia Meloni ieri
non era ancora passata ma, di fronte alle intemperanze
degli alleati di governo dopo le Regionali, ci pensa Gio-
vanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio e vero factotum della premier, a garantire
che da oggi Fratelli d’Italia farà pesare la vittoria elet-
torale sugli alleati su molti fronti. A partire dal repulisti
nella televisione pubblica e dalla posizione del governo
sulla guerra che, dopo le dichiarazioni di Berlusconi

“B. ci è utile, così Usa e Cia sanno

che siamo gli unici con Zelensky”
contro Zelensky, ha creato un
caso internazionale e messo in
PPE CONTRO
SILVIO: “NON È
imbarazzo Meloni.
NOSTRA LINEA” FAZZOLARI all’ora di pranzo si
prende una pausa da Palazzo
Chigi per partecipare a una
conferenza sull’agricoltura a
Palazzo Ferrajoli, storico edifi-
cio del Trecento in piazza Co-
lonna. Lui, prima di addentare
tartine e fare un brindisi, parla.
“Le elezioni regionali hanno
rafforzato il governo e tutta la
coalizione” esulta Fazzolari.
Poi, però, arrivano le spine.
Perché il sottosegretario sa che
DOPO LE PAROLE di Palazzo Chigi è assediato dalle
Berlusconi contro il polemiche esterne (Sanremo) e
pato un cartello con la foto di un
sottosegretario vestito da nazi-
sta e il giorno dopo chiesto di le-
galizzare la cannabis. “No, Fe-
dez il primo giorno fa quella co-
sa contro Bignami. La Rai dice
che non ne sapeva nulla, ma se
sai che Fedez non è controllabi-
le però come fai il giorno dopo a
sapere che lui non bestemmia
contro il Papa? Quindi gli dici:
NELLA BERGAMASCA
t
‘guarda non puoi esibirti in di-
retta’”. Poi il bacio tra lui e Rosa
Chemical. “Per noi, ognuno
può baciare chi vuole, il proble-
ma è il messaggio generale
mandato all’esterno...”. E quin-
di, arriva il repulisti in Rai? “La
Rai ha fatto l’ennesima figurac-
cia. Chi paga il canone non si
merita niente di tutto questo”.
Anche se Fazzolari specifica
“Covid, strage rimossa”
Offensiva “Bassissimo
livello” in Viale Mazzini
e chiarire all’estero
che FdI garantisce
aiuti e armi all’Ucraina
che “le priorità sono altre”, con-
clude: “È arrivato il momento
di riportare decoro in Rai”. FdI
farà pesare il suo potere anche
sulle partecipate. Ma su questo
Fazzolari scherza: “Chiedere-
mo al Pd di farci i nomi...”.
L’ALTRA QUESTIONE che preoc-
cupa Meloni è il segnale dato da
Berlusconi a livello internazio-

Fontana trionfa nelle valli

presidente ucraino
Zelensky, ieri il Partito
Popolare Europeo ha
preso le distanze dal
leader di FI: “Il Ppe
respinge fermamente le
dichiarazioni di Berlusconi
sull'Ucraina. Non
riflettono la nostra linea
dagli alleati, a partire da quel
Berlusconi che l’ha sparata
grossa su Zelensky. Così arriva
la prima stoccata, alla Rai e al
leader di Forza Italia: “C’è un
governo che prova a fare il suo
lavoro, se tornassimo tutti a da-
re un’immagine più decorosa » Andrea Sparaciari gamasca per quell’os pe da le ciante, lunedì è arrivata al 19 crollata dal 38,6 al 20,9).
del contesto, dell’informazione chiuso e fatto riaprire dal Pi- per cento, quando ha preso Ma come si spiega questo

politica. Non cederemo
alla narrazione di Putin e
Kiev può contare sul
nostro sostegno”. Un
problema per il ministro
degli Esteri Antonio Tajani
e della politica gioverebbe a
tutti”. Spieghi pure, Fazzolari.
Che dice di Sanremo? Fedez
contro il sottosegretario Bigna-
mi, l’invito sulla cannabis
(“Giorgia legalizzala”), Zelen-
sky che ha rinunciato al vi-
deo-messaggio dopo le polemi-
che di Salvini. “Con Sanremo la
Rai ha fatto una figuraccia, ha
raggiunto un livello bassissi-
mo” attacca Fazzolari. Tipo?
“Cominciamo: Chiara Ferra-
gni non ha mai nascosto le sue
antipatie contro Meloni. Tu sei
la tv di Stato e che fai? Tra le
tante persone rispettabili e va-
lide che hai, non ne hai una che
non sia ispirata da un’antipatia
nei confronti della premier? O
non sei capace o altrimenti l’hai
scelta proprio per le sue posi-
zioni contro Meloni. Fedez non
ne parliamo...”. Ha solo strap-
A
leggere i risultati delle
Regionali a Castione
della Presolana (Berga-
mo), si potrebbe pensare che
la pandemia non sia mai esi-
stita. Attilio Fontana lunedì ha
vinto con il 78,41 per cento dei
voti, contro un Pierfrancesco
Majorino inchiodato al 26,4.
Anche nel 2018 Attilio aveva
stravinto a Castione, ma si era
“fermato” al 70,9. Uno dei tan-
ti paradossi usciti dalle urne
delle ultime Amministrative.
Sì, perché nelle aree che più
hanno pagato pegno al Co-
vid-19 in termini di vittime,
quelle dove più chiare sono
state le mancanze e le respon-
sabilità della giunta lombar-
da, Fontana ha vinto a mani
basse. Ad Alzano Lombardo –
che divenne epicentro del con-
tagio di buona parte della Ber-
rellone, nonostante non fosse
stato sanificato – il governato-
re ha raccolto il 52,4 contro il
36,6 di Majorino. A Nembro,
altro paese simbolo del dram-
ma della prima ondata, il 58
per cento dei votanti ha scelto
l’Attilio. E, uscendo dalla Ber-
gamasca, Fontana ha fatto il
pieno anche a Codogno (56,3)
e a Casalpusterlengo (53,4).
Insomma, dai numeri sem-
brerebbe che in Lombardia
l’effetto pandemia non si sia
sentito e che nulla sia cambia-
to. “Ma non è affatto così. Una
cosa deve essere chiara: la Le-
ga non ha vinto, anzi – spiega
Consuelo Locati, legale
dell’associazione delle vittime
del Covid – Ha vinto una coa-
lizione di centrodestra. Nei
paesi dove da decenni la Lega
aveva la maggioranza schiac-
tanto. Il resto è andato a FdI”.
In effetti, a Castione, il partito
di Giorgia Meloni è passato
dal 5 per cento del 2018 al
50,9. Mentre la Lega è crolla-
ta dal 49,7 all’attuale 17,2. I-
dem a Nembro (FdI aveva il
9,9, oggi ha il 28,8, con la Lega
LE ASSOCIAZIONI
“È RIUSCITO
A RISCRIVERE
LA STORIA”
risultato comunque positivo
per la destra-destra? “I cittadi-
ni non hanno più fiducia nella
politica. E la politica non è più
in grado di parlare coi cittadini
– commenta amara Locati – Il
tentativo di riscrivere la storia
sembra riuscito. Mirano a far
dimenticare la strage della
Valle Seriana. Ora per loro sa-
rà più facile dire: ‘I lombardi
hanno capito che c’è stato uno
tsunami. E ci hanno riconfer-
mato la fiducia’”.
PER ELIANA COMO, Cgil Berga-
mo, “è mancata un’elaborazio-
ne collettiva della tragedia.
Così com’è mancata una chia-
ra campagna politica contro
Fontana per quello che ha
combinato. In campagna elet-
torale si è parlato di sanità
pubblica, ma non delle mal-
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
nale. Ma Fazzolari dice no pro-
blem: “Di fronte alle posizioni
contrarie nella sinistra, il fatto
che non ci sia un sostegno gra-
nitico a Kiev però rafforza Me-
loni: il deep state americano e
l’omino bianco della Cia pensa
che lei sia l’unica ad avere que-
sta posizione di fronte a un’opi-
nione pubblica poco granitica.
E questi si chiedono: se toglia-
versazioni, oggettive e pun-
tuali, ascrivibili al presidente e
alla sua giunta”. L’altra motivo
della vittoria di Fontana è, per
Como, “la mancata chiusura
dell’inchiesta della Procura di
Bergamo. Il procuratore due
settimane prima del voto ha
parlato di ‘gravi omissioni’
nella gestione della pan-
demia. E i cittadini lom-
bardi avevano il diritto di
sapere quali fossero queste
gravi omissioni”. Ma la sinda-
calista ce l’ha anche con l’op-
posizione: “Ci siamo trovati
sempre soli quando contesta-
vamo Fontana. La sinistra non
c’era. Per questo dico che non
c’è stata un’elaborazione vera e
propria di quanto avvenuto”.
“Sono andato a vedere le
percentuali di voto in Val
Brembana: lì hanno votato
tutti per FdI e meno per la Le-
ga – si lamenta invece Ivano
Battista, ex investigatore della
Dda, oggi pensionato e attivi-
sta per la tutela della sanità
pubblica – E dopo tanti anni,
ho rivisto nelle valli i manifesti
dell ’opposizione strappati e
gettati per terra. Speravo che
dopo 28 anni di governi con la-
drocini e scandali ci fosse la
voglia di cambiare. È umano,
no? Invece sono disumani...”.
mo lei chi mettiamo?”. Qui ar-
riva la stoccata a Berlusconi:
“Ogni volta che qualcuno, fi-
nanco nel centrodestra, si di-
stingue, Meloni si rafforza.
Tanto più se il suo partito non lo
segue, come ha fatto il ministro
degli Esteri Tajani che ha giu-
rato fedeltà a Kiev”. Da qui al
nonno da mandare ai giardi-
netti, è un attimo.
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Urne spietate: fuori “L’
il sottopanza di Iv
e il tragico Gallera
» Tommaso Rodano
I
n Lombardia la prima seduta del nuo-
vo consiglio dovrebbe essere presiedu-
ta da un arzillo 79enne, ben noto al
pubblico per le invettive – spesso non
lucidissime, talvolta detestabili – con cui
ha annaffiato una longeva carriera nei
giornali della destra. Vittorio Feltri ce
l’ha fatta (di nuovo): a pochi mesi
dalle dimissioni dal Comune di
Milano per motivi di salute –
a maggio annunciò di avere
un cancro –è stato eletto in
Regione. Era capolista di
Fratelli d’Italia, che in
Lombardia avrà 22 consi-
glieri: lui ha preso 6.076
preferenze. Poiché è il più
anziano, gli spetta l’onore di
fare il presidente nella seduta
d’esordio, ma ha già risposto nel
consueto stile: “Rifiuterò, non
ho nessuna voglia di romper-
mi i coglioni”.
Non bastasse Feltri, il
centrodestra ha fatto eleg-
gere il sempre pirotecnico
Vittorio Sgarbi, unico
superstite dei Moderati di
Maurizio Lupi: la lista ha
preso la bellezza di 33.711 voti
(1,17%) e avrà un solo consiglie-
re: lui, con un migliaio scarso di
preferenze. Ma Vittorio rinun-
cerà, poiché nell’accumula-
zione compulsiva di incari-
chi e poltrone (era candi-
dato, sconfitto, anche
nel Lazio) già occupa
quella di sottosegretario
alla Cultura, incompatibi-
le con il consiglio regionale.
Non ce l’ha fatta invece Clau-
dio Gallera: l’ex assessore alla
Sanità lombarda (5.670 prefe-
renze) paga il cattivo risultato
di Forza Italia, che avrà solo 6
consiglieri. Non si riunirà VERDETTI
quindi il dream teamdella pan-
demia con il governatore Atti- TORNA FELTRI,
lio Fontana, a meno di un ripe-
scaggio (Gallera è arrivato alle
CALENDA
spalle del consigliere uscente DÀ LA COLPA
Gianluca Comazzi,
7.902 voti). A proposito AGLI ELETTORI
di Covid, l’esercito dei
virologi, in grande af-
fanno mediatico, riac-
quista Fabrizio Pregliasco, boc-
rieletto ciato nella lista civica di Pierfran-
esas cesco Majorino: troppo poche
asdas, 2.005 preferenze. Fuori anche il
Medusa direttore d’orchestra Alberto Ve-
ronesi, figlio del più celebre onco-
logo Umberto e candidato con FdI. Esclu-
sa, ovviamente, Letizia Moratti: non era
candidata in alcuna circoscrizione e per
essere ripescata in consiglio sarebbe do-
vuta arrivare almeno seconda nella corsa
alla presidenza.
Sempre in Lombardia, il migliore dei
meloniani è l’ex sindaco di Turbigo Chri-
stian Garavaglia, ricercatore universita-
rio, con 10.329 voti. FdI elegge an-
che Chiara Valcepina, tra i
protagonisti dell’inchies ta
giornalistica sulla “lobby
nera”. Il più votato in asso-
luto è tra i perdenti: il sin-
daco di Brescia, il dem E-
milio Del Bono, ha preso
da solo 35.761 voti. Nei
banchi d’opposizione siede-
ranno anche il portavoce dei
“Sentinelli di Milano”, Luca Pa-
ladini, (lista Majorino) e l’ex depu-
tata renziana Lisa Noja. È una
dei tre superstiti della lista di
Carlo Calenda, che ha già
fatto l’analisi della sconfit-
ta in un’intervista sul Cor-
riere della Sera: “La colpa
è degli elettori, non ho ti-
more di dirlo”.
Nel Lazio la situazione è
più fluida: mentre scriviamo
mancano ancora i dati sulle pre-
ferenze a Roma. Al momento il più
votato è Giancarlo Righini,
consigliere uscente vicino a
Francesco Lollobrigida, ma
tra gli eletti c’è anche il
rampelliano Fa br i z i o
Ghera. Nel Pd conferma-
to l’ex vice di Zingaretti,
Daniele Leodori, ma il ve-
ro botto lo fa Sara Battisti
con 17mila preferenze a Frosi-
none: è la compagna di Albino
“Rocky ” Ruberti, l’ex capo di
gabinetto di Roberto Gualtieri
diventato famoso per una rissa
dai contorni inquietanti fuori
da un ristorante. C’è poi un caso
che tiene col fiato sospeso gli e-
segeti della parabola renziana:
Luciano Nobili, già trombato
alle Politiche, rischia seria-
mente di restare fuori anche
dal consiglio regionale. Azio-
ne-Iv avrà solo due eletti: al
momento sono Marietta Tidei
(6988 preferenze) e Luca An-
dreassi (3810). Nella provincia di Roma,
Nobili ne ha prese solo 700: per salvarsi
gli serve una rimonta clamorosa nei seggi
cittadini. Altrimenti – ironizzano i suoi
“fan” su Twitter – gli resterà solo il reddito
di cittadinanza.
POLITICA l 3
l FRANCO TIRATORE
ADESSO GIORGIA
PUÒ SOGNARE
IL “VENTENNIO”
» Antonio Padellaro
Opa contro il Pd ha fatto male a
chi l’ha tentata”: con una delle
frasi più enigmatiche della sto-
ria politica (accessibile agli operatori
di Borsa e ai cultori di scienze esoteri-
che) Enrico Letta ha commentato la
sconfitta dei dem in Lombardia e nel
Lazio, in continuità con la sinistra per-
dente del mi spezzo ma non mi spiego.
Mentre Carlo Calenda, nell’accusare
della tragica disfatta di Azione “gli elet-
tori che hanno sbagliato”, da uomo di
buone letture non fa che parafrasare
Bertolt Brecht (“se il popolo non è d’ac-
cordo, bisogna nominare un nuovo po-
polo”) ma decisamente con meno senso
dell’umorismo. Quanto ai dirigenti
5Stelle, che davanti al brusco calo dei
voti si consolano chiamando in causa
lo storico, scarso radicamento sul terri-
torio nelle Amministrative, verrebbe da
dire loro: be’, cosa diavolo aspettate a
radicarvi?
Non sorprende che anche stavolta i
partiti dell’opposizione cerchino, cia-
scuno parecchio lontano da sé, le cause
del rovescio elettorale. Ciò che colpisce è,
SURREALI
LE REAZIONI
DELLE TRE
OPPOSIZIONI
ALLA DESTRA
semmai, l’assenza di una qualunque i-
dea sul futuro prossimo da parte di quei
tre pezzi di ceto politico erroneamente
classificati come facenti parte di un u-
nico schieramento di centro-sinistra.
Niente di più sbagliato poiché trala-
sciando l’ottovolante degli accordi e di-
saccordi tra Pd e M5S, il ruolo del cosid-
detto Terzo polo – di fatto retrocesso da-
gli elettori a Sesto polo (copy Marco Tra-
vaglio) – è paragonabile alla figura del
maggiordomo killer in certi gialli doz-
zinali. Pronto a versare stricnina nella
minestra (vedi la loffia candidatura di
Letizia Moratti in Lombardia), la tra-
gica coppia Renzi&Calenda punta
all’annientamento dei 5Stelle e all’as-
sorbimento del Pd. Disegno politica-
mente delittuoso che appare eccessivo
definire l’offerta di un’alleanza. In que-
sto caloroso clima di pugnali e veleni, il
segretario uscente (come quello proba-
bilmente entrante, Stefano Bonaccini),
invece di mostrare un qualche turba-
mento davanti alla quindicesima re-
gione passata dal Pd alla destra si au-
tocongratula per lo scampato pericolo
del sorpasso (che lui chiama Opa) da
parte dei 5Stelle. Movimento che a giu-
dicare dai primi commenti di Giuseppe
Conte appare intenzionato a preferire
un percorso solitario rispetto a certi
compagni di viaggio. Una separazione
che assumerà forme più accese quando,
l’anno prossimo, si voterà per le Euro-
pee con il sistema proporzionale, il più
competitivo. Giorgia Meloni può co-
minciare a sognare il suo Ventennio.
4 l POLITICA
DOPO LE REGIONALI
t
ZINGARETTI:
“LA ‘SLEPPA’
CI SARÀ UTILE”
DICE che “serve uno
choc”, che in questo
momento significa
che “serve Elly Schlein,
l’unica che può rispondere
a una domanda
di rinnovamento''.
Il presidente uscente del
Lazio, Nicola Zingaretti,
parla al “Foglio” e lancia
la volata della deputata
per la segreteria Pd.
Rivendicando quanto fatto
nel Lazio e la strada
indicata ai tempi della
leadership dem: ”Forse
ci voleva questa sleppa.
Quando lo dicevo io che
serviva il campo largo mi
dicevano che ero fissato.
L'astensione ha colpito
il centrosinistra: il nostro
popolo non è andato a
votare quando si è reso
conto che non c'era una
proposta di governo, che
noi e il M5S andavamo
divisi, ma uniti
verso la sconfitta''
Struttura Oggi Conte
nomina i coordinatori
territoriali, ma resta
il problema di fondo:
“Lasciati in panchina
quelli che portano voti”
I 5Stelle sconfitti senza big
riparlano dei due mandati
» Luca De Carolis
e Lorenzo Giarelli
L
e chat del giorno dopo
sono una colata di ran-
core. Anche per lui, per
il Giuseppe Conte che
stamattina, dopo infiniti rinvii,
calerà la lista dei coordinatori
provinciali. Una boa cui ag-
grapparsi, in attesa di ragiona-
re davvero sul futuro. Perché
l’avvocato a 5Stelle ora deve de-
cidere. Deve scegliere se rende-
re il M5S un vero partito, con
rappresentanti territoriali a cui
delegare davvero potere e non
medaglie di latta. Capire se può
ancora sostenere il vincolo dei
due mandati, che Beppe Grillo
non ha mai voluto cambiare –
per tacita convenienza dell’ex
premier, voglioso di ricambio
–, ma di cui quasi tutto il cor-
paccione del Movimento è stu-
fo, “perché se candidiamo sco-
nosciuti le preferenze non si
prendono, e figurarsi alle Euro-
pee l’anno prossimo...”. Riecco-
le a galla, istanze e proteste re-
presse per mesi nel M5S che a
Conte doveva il 15 per cento alle
Politiche. Ma ora è tempo di al-
tri numeri: l’8,5 nel Lazio, dove
l’ex premier che sognava il sor-
passo è rimasto distante anni
luce dal Pd, rimediando solo
quattro eletti (tra cui Donatella
Bianchi, che deve decidere se
restare alla Pisana). E il 3,93 in
Lombardia (tre eletti). “Abbia-
mo tenuto in panchina gente
come Virginia Raggi, Paola Ta-
verna o Roberta Lombardi, ma
si rende conto?”, si sfoga un ex
deputato. Che assicura: “Giu-
seppe i due mandati non vuole
toccarli. Ma sbaglia”. Mentre
proprio l’ex assessore Lombar-
di, che voleva l’accordo coi dem,
morde in chiaro: “La ricerca del
consenso senza la cura del ter-
ritorio porta a risultati grami,
non ci sono più scusanti per
non far partire l’organizzazio-
ne territoriale e per non mette-
re il livello nazionale al servizio
del territorio. Altrimenti ri-
marremo un partito dei like”.
TRADOTTO: non può girare tut-
to attorno a un unico sole. Cioè
a Conte, che trascorre il marte-
dì a limare la lista di referenti.
L’aveva annunciato da mesi,
l’elenco: ma non arrivava mai,
per lo sbuffare di tanti. Doveva
diffonderlo ieri, come aveva
giurato lunedì alla stampa. Ar-
riverà stamattina. “Siamo in ot-
tima salute a livello nazionale
ma dobbiamo ripartire dai ter-
ritori”, dice ai suoi Conte. Per
poi pungere Calenda: “Non sia-
mo come lui che dà la colpa agli
elettori, in politica ci vuole u-
miltà”. Di sicuro tra i referenti ci
saranno tanti ex eletti, da tene-
re calmi. E comunque i dati ur-
lano altre urgenze. A Bergamo
il 5S più votato è Danilo Albani
Rochetti, 305 preferenze.
Mentre il più votato di Azione –
con percentuali simili al M5S –
è Niccolò Carretta, che di pre-
ferenze ne ha prese 2400.
Invece a Brescia i 5Stelle e-
leggono Paola Pollini, 412 voti.
Proprio nella città dove il dem
Emilio Del Bono da solo ha pre-
so 35 mila preferenze. Ergo, il
nodo è sempre quello delle can-
didature, in una Regione dove
dietro al capogruppo uscente
Nicola Di Marco –rieletto a Mi-
lano – non c’erano volti cono-
sciuti. Il coordinatore regiona-
le Dario Violi e l’ex parlamen-
tare e consigliere regionale
Massimo De Rosa erano incan-
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
FRATELLI D’ITALIA
t
Roma, Rampelli
“vince” e adesso
rivuole la guida
del partito locale
I
rampelliani vincono il derby con
Giorgia Meloni. Almeno nella
Capitale. A Roma, dove FdI è ar-
Risultati rivata al 34%, il più votato è l’ex ca-
deludenti pogruppo alla Pisana Fabrizio
L’ex premier Ghera con quasi 19 mila preferen-
e leader 5S, ze, superando l’augelliana Roberta
Giuseppe Angelilli e, soprattutto, il melonia-
Conte no Giancarlo Righini, che però nel
FOTO LAPRESSE Lazio conquista il titolo di “mr.
preferenze”, con oltre 30 mila voti,
mentre Ghera si ferma a 26 mila.
La partita, però, i rampelliani la
didabili a causa del vincolo dei giocavano soprattutto a Roma, do-
due mandati. Proprio come il ve sono riusciti a piazzare anche
veterano Stefano Buffagni. Marika Rotondi. Vicina al vicepre-
sidente della Camera è considerata
E POI C’È IL TEMA del metodo, anche Elena Palazzo, eletta a Lati-
sostiene un big: “I candidati na. Tredici dei 22 meloniani eletti,
pensano a contendersi i voti de- del resto, arrivano dalla Capitale,
gli attivisti, ma non a conqui- frutto, secondo i rampelliani, del
starli fuori. Salvini per due me- lavoro di Massimo Milani, l’ex
si ha fatto un evento al giorno”. coordinatore cittadino fatto fuori
Cose da partiti. Veri. dalla premier a tre settimane dal
PREFERENZE
26 MILA VOTI
PRESI NELLA
CAPITALE PER
COMUNE DI CASTELSARDO
BANDO DI GARA - CIG 9637891F3E
IL “SUO” GHERA
È indetta procedura aperta telematica per servizio di manutenzione e
gestione degli impianti elettrici, di illuminazione pubblica e tecnologici
del comune di Castelsardo. Durata: 24 mesi oltre eventuali proroghe.
CPV 50232100-1. Importo complessivo: €.214.993,50 oltre eventuali
proroghe. Criterio di aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa. voto, con la nomina di un commis-
Termine ricezione offerte: 07/03/2023 ore 09:00. Responsabile del
procedimento: Dott.ssa Maria G. Pattarino. Data di invio GUUE: 07/02/2023. sario, Giovanni Donzelli. I rampel-
Responsabile dell’aRea Tecnica e ambienTale, Geom. salvaToRe anGelo ledda
liani, però, si sono buttati pancia a
terra in campagna elettorale a so-
stegno di Francesco Rocca. E le im-
magini del comitato elettorale
all’Eur dopo la vittoria sono lì a di-
mostrarlo, con l’ex presidente della
Croce Rossa ad abbracciare il vice-
presidente della Camera. Che pare
aver superato il rammarico per la
mancata candidatura. “Mi sono
messo a capo del comitato eletto-
rale di Rocca, che è mio amico dal
1980. Ci aspettavamo la vittoria ed
è arrivato un trionfo”, ha spiegato
Rampelli. Ora, però, tutti si aspet-
tano una marcia indietro sul com-
missariamento. Che era arrivato a
causa di una manifestazione elet-
torale al Teatro Brancaccio a soste-
gno di Ghera e Rotondi. “Hanno u-
tilizzato la mailing list di FdI”, l’ac-
cusa che aveva mandato su tutte le
furie la premier. “Non è vero, a
Giorgia hanno raccontato bugie”,
dicono loro. E ora Rampelli, forte
anche del risultato a Roma, auspi-
RETTIFICA
BANDO DI GARA SETTORI SPECIALI
ca una retromarcia. Qualcuno fa
Lavori notare che nelle altre province FdI
FERSERVIZI S.p.A., in data 03.02.2023,
ha trasmesso alla GUUE la rettifica al Bando
non fa il botto: a Rieti la Lega fa un
di gara avente ad oggetto la eGPA 5.2022. clamoroso 23,4%, a Frosinone e
SNC “Progettazione e realizzazione “chiavi in
mano” degli impianti di produzione di ener-
Latina supera il 12%, e in quest’ul-
gia elettrica tramite pannelli fotovoltaici pres- tima pure Forza Italia ottiene un
so i siti di produzione delle Società del Grup- sorprendente 20,5%. I candidati
po FS Italiane” - Lotto 1 (CIG 958446785F);
Lotto 2 (CIG 9584483594); Lotto 3 (CIG di Francesco Lollobrigida, il vero
9584492CFF); Lotto 4 (CIG 95845046E8). competitor di Rampelli, invece,
NUOVA SCADENZA PER LA PRE-
SENTAZIONE DEI CHIARIMENTI: vanno forte in provincia di Roma.
07.02.2023 ORE 13:00.
NUOVA SCADENZA OFFERTE:
GIANLUCA ROSELLI
01.03.2023 ore 13:00.
La rettifica è stata altresì pubblicata in
modo integrale all’indirizzo internet
www.acquistionlineferservizi.it.
Gennaro Ranieri
6 l POLITICA
RICATTO Il salva-Silvio La scelta di Meloni
Processo escort,
pronto lo sconto
anche su Gianpi
Bivio In ballo un altro
“favore” a Bari, dove il
suo legale era Sisto, ora
sottosegretario di FI
» Giacomo Salvini
D
are un segnale. Giudiziario,
ma soprattutto politico. Per-
ché l’alleato riottoso che im-
barazza il governo sulla guer-
ra (“Zelensky non l’avrei incontrato, lo
giudico negativamente”) e rischia di
diventare la scheggia impazzita sulla
stabilità dell’esecutivo va placato. Da
qui ai prossimi mesi. Per questo la pre-
sidente del Consiglio Giorgia
Meloni ha deciso di man-
dare a Silvio Berlusconi
un ramoscello d’ulivo:
lunedì, nell’ul ti mo
giorno utile prima del-
la sentenza di oggi, la
Presidenza del Consi-
glio, parte civile, ha de-
ciso di ritirarsi dal pro-
cesso Ruby-Ter. Una
mossa clamorosa che non è
stata tanto colta dall’opposizio-
ne: il Pd è rimasto in silenzio mentre il
M5S, con la capogruppo Barbara Flo-
ridia, ha parlato di “regalo di Meloni a
Berlusconi”. Ma non sarà l’unica mos-
sa del governo in favore del leader di
Forza Italia. A Palazzo Chigi si sta pen-
sando di chiedere all’Avvocatura dello
Stato di ritirarsi anche da un altro pro-
cesso in cui Berlusconi è imputato,
cioè quello “Escort” a Bari. Il leader di
Forza Italia qui è imputato con l’accu-
sa di induzione indebita per aver pa-
gato l’imprenditore pugliese Giam-
paolo Tarantini perché mentisse di
fronte ai pm sulle escort portate ad Ar-
core nel biennio 2008-2009 (le famo-
se “cene eleganti”).
BERLUSCONI È STATO rinviato a giudi-
zio a Bari nel 2018 e la Presidenza del
Consiglio si è costituita parte civile nel
2014, all’epoca del governo Renzi, per
lo stesso motivo: il danno di immagine
causato al governo italiano. A Palazzo
Chigi, quindi, circola l’idea di ritirarsi
anche da quel processo come fatto lu-
nedì con il Ruby-ter. D’altronde la mo-
tivazione con cui il governo si è ritirato
dal processo milanese è che la costitu-
zione di parte civile risaliva a “un altro
esecutivo a guida politica, in base a u-
na scelta dettata da valutazioni sue
proprie” e prima delle “assoluzioni” di
IL DOSSIER • L’arringa dell’Avvocato dello Stato
“DA B. UN DISCREDITO PL
Berlusconi in processi collegati. Per lo
stesso principio, quindi, dicono
nell’inner circle di Meloni, il governo
potrebbe ritirarsi dal processo Escort
a Bari. Soluzione auspicata da Forza I-
talia, tanto più che l’avvocato di Ber-
lusconi nel processo pugliese è stato
Francesco Paolo Sisto, oggi sottose-
gretario alla Giustizia.
LA STRATEGIA di Meloni è chiara: cer-
care di favorire l’uscita di scena poli-
tica di Berlusconi, ma senza umiliarlo
dal punto di vista giudiziario. Ed è an-
che per questo, dunque, che nelle ul-
time ore in FdI si è molto attenuata la
posizione contraria all’abolizione del-
la legge Severino, la norma che po-
trebbe portare a una nuova decadenza
di Berlusconi in caso di condanna de-
finitiva nel Ruby-Ter. Qualche segnale
potrebbe già arrivare quando
sarà modificato il reato di
abuso d’ufficio e traffico
di influenze. L’obietti-
vo di Palazzo Chigi è
quello di salvaguar-
dare la cosa a cui Ber-
lusconi tiene di più:
l’immagine di statista.
In cambio però, il lea-
der di FI non dovrà più a-
prire nuove crepe nel go-
verno, a partire proprio dalle
posizioni filo-russe che hanno gettato
discredito internazionale sul governo.
“Basta che la smetta con queste uscite
e se ne stia buono per un po’...” si sfoga
una fonte di governo di Fratelli d’Ita-
lia. Meloni quindi vedrebbe Berlusco-
ni come una sorta di “garante esterno”
della coalizione, ma lo considererebbe
politicamente superato dai governisti
Antonio Tajani e dai ministri di Forza
Italia. Non è detto che questo scenario
sia anche nella testa di Berlusconi.
Un piano che, però, ha un’incogni-
ta: la sentenza di oggi sul Ruby-Ter.
Nonostante il segnale di vicinanza da-
to dal governo, ieri a Palazzo Chigi si
sperava fortemente in un’assoluzione
del leader di Forza Italia. Perché, in ca-
so di condanna, il rischio è che Berlu-
sconi e i maggiorenti di FI tornino a
gridare contro le “toghe rosse” come ai
vecchi tempi. E a quel punto, soprat-
tutto dopo aver detto che “non vanno
aperti conflitti con i magistrati”, la po-
sizione di Meloni si farebbe più sco-
moda: difendere Berlusconi signifi-
cherebbe mettersi contro la magistra-
tura. Ieri intanto Lega, FI e Azione
hanno presentato alla Camera una
proposta di legge sulla separazione
delle carriere. Assenti gli esponenti di
FdI: meglio non mettere in difficoltà il
ministro della Giustizia Nordio.
RUBY-TER
Oggi la sentenza:
Palazzo Chigi
lunedì ha ritirato
la costituzione
di parte civile,
eliminando così
la richiesta danni
da 10 mln di euro
» Gianni Barbacetto
“Q
uesta è u-
na vicen-
da che in
tutti i suoi
aspetti e in tutti i suoi risvolti ha
fatto il giro del mondo. Lo Stato
era rappresentato da un sog-
getto che è stato coinvolto in
questo procedimento, che è
stato per ben quattro volte pre-
sidente del Consiglio e che ha
gettato un discredito planeta-
rio che certamente dovrà esse-
re valutato e potrà costituire un
metro di liquidazione del dan-
no, anche sia pure in via equi-
tativa”. A parlare così, in un’au-
la del Tribunale di Milano, è
Gabriella Vanadia, avvocato
dello Stato, nella sua lunga ar-
ringa di parte civile su Silvio
Berlusconi, imputato nel pro-
cesso Ruby 3 di corruzione in
atti giudiziari, con l’accusa di a-
ver pagato una trentina di testi-
moni per indurli a mentire ai
giudici sulle feste del bun-
ga-bunga di Arcore, celebrate
nell’estate del 2010, che nelle
aule di giustizia dovevano esse-
re ridotte a “cene eleganti”.
IL GOVERNO GENTILONI si era co-
stituito parte civile nel proces-
so. Alla vigilia della sentenza,
che arriva oggi, il governo di
Giorgia Meloni ha invece riti-
rato la costituzione a parte ci-
vile e la richiesta di 10 milioni di
euro che l’Avvocatura dello
Stato aveva avanzato come ri-
sarcimento del danno inflitto
da Berlusconi all’istituzione
che rappresentava, da presi-
dente del Consiglio. Il “discre-
dito planetario” non c’è più.
La revoca è arrivata in Tri-
bunale con una lettera firmata
dal sottosegretario alla presi-
denza del Consiglio dei mini-
stri, Alfredo Mantovano, il cui
di dice che la costituzione di
parte civile era stata “disposta
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
Alleati
al governo
B. e Meloni.
Sotto, Ruby,
Barbara Guerra e
Marysthell Polanco
FOTO ANSA
nel 2017 da un esecutivo
espressione di una de-
finita maggioranza
politica, in base a
una scelta detta-
ta da valutazio-
ni sue proprie,
in un momento
storico in cui non era-
no ancora intervenute pro-
nunce giudiziarie sulla me-
desima vicenda oggetto”
del processo Ruby ter. So-
no le assoluzioni, in verità,
per altri fatti, quelli che ri-
guardavano i pagamenti
di Berlusconi al cantante
Mariano Apicella e al pia-
nista Danilo Mariani.
Ma la requisitoria di
parte civile, di cui il Tribu-
nale non dovrà più tener
conto, è già stata pronunciata,
il 25 maggio 2022. E l’avvocata
Vanadia ha allineato fatti e con-
siderazioni giuridiche. “Condi-
vido in tutti gli aspetti la lunga,
attenta e minuziosa ricostru-
zione da parte della Procura
della Repubblica dei fatti e de-
gli argomenti di diritto. (...) Per
quanto riguarda il reato di cor-
ruzione in atti giudiziari e il
reato di falsa testimonianza”,
sostiene l’avvocata Vana-
dia, “la giurisprudenza
è assolutamente uni-
voca nel ricono-
scere la legitti-
mazione alla
costituzione di
Parte Civile del-
la presidenza del
Consiglio in quanto
ente esponenziale dan-
neggiato dalla lesione po-
sta sia dalla corruzione in
atti giudiziari, sia dalla falsa
testimonianza a quello che è
l’ordinato, leale e corretto
svolgimento della funzione
giurisdizionale. Quindi c’è u-
na lesione che viene vista co-
me una lesione alla collettivi-
tà rappresentata dalla presi-
denza del Consiglio dei mini-
stri che appunto per questa è
stata ammessa la costituzione
di Parte Civile. Il reato è un
reato particolarmente grave,
proprio perché si mina una
delle funzioni fondamentali
del nostro ordinamento, la
funzione giurisdizionale con la
falsa testimonianza e si fa col
mercimonio della testimo-
nianza mercimonio di una fun-
zione che è una delle funzioni
 ‘‘
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
La corruzione in atti giudiziari è un reato particolarmente grave e offensivo
Gabriella Vanadia, avvocata dello Stato • 25 gennaio 2023
ANETARIO SULL’ITALIA”
Natangelo
costituzionalmente ricono-
sciute delle funzioni più alte.
(…) E qui bisogna ricordare che
l’imputato Silvio Berlusconi è
stato quattro volte presidente
del Consiglio... Altro elemento
è la notorietà del fatto mediati-
co. Molti fatti di questo proces-
so sono storia ormai, sono sto-
ria che tutti noi abbiamo vissu-
to, ci dimostra e ci porta alla
mente tutti quelli che sono stati
i risvolti mediatici di questa vi-
cenda. Risvolti che tutti noi ab-
biamo comunque vissuto, in
un modo o nell’altro, che abbia-
mo avuto come percezione di-
retta... è una vicenda che co-
munque in tutti i suoi aspetti e
in tutti i suoi risvolti ha fatto il
giro del mondo”.
‘‘
“GLI APPUNTI da passare a
un’imputata, per esempio, era-
no scritti sul foglio intestato
della Presidenza del Consiglio
dei ministri. Ovviamente è una
banalità, ma ricordare come,
appunto, chi svolge una funzio-
ne ha anche degli oneri partico-
lari di comportamento. Non si
tratta della corruzione del sin-
golo soggetto o del singolo fun-
zionario che magari è certa-
mente gravissima, ma che co-
munque ha un risvolto media-
tico sicuramente inferiore e dà
un discredito inferiore all’am-
ministrazione. Purtroppo la
natura qui degli imputati coin-
Il mercimonio volti e in particolare dell’impu-
tato Berlusconi, e la sua carica
di testimoni istituzionale, hanno provocato
quel discredito che tutti noi ab-
biamo conosciuto, quel discre-
mina dito planetario che dovrà cer-
tamente essere valorizzato”.
una funzione “Condivido gli argomenti
della pubblica accusa anche a
fondamentale proposito dell’ordinanza del 3
’’
novembre 2021”, dice l’avvoca-
dell’ordinamento to Vanadia. Si riferisce all’ordi-
nanza in cui, acco-
gliendo un’eccezio-
Avvocato dello Stato ne avanzata tre anni
prima, nel gennaio
2019, dai legali di
Berlusconi, il Tribu-
nale stabilisce che
sono inutilizzabili le
testimonianze delle ragazze o-
spiti dei festini, perché non do-
vevano essere considerate te-
stimoni, nei processi Ruby 1 e
Ruby 2, ma le si doveva già con-
siderare indagate in procedi-
mento connesso: perché “già il
21 marzo 2012” i pm milanesi
avevano cominciato a fare ac-
certamenti sui soldi che le ra-
gazze ricevevano da Silvio.
Dunque le ragazze andavano
subito iscritte nel registro degli
indagati e nel Ruby 1 e Ruby 2
dovevano essere sentite come
indagate in procedimento
connesso, assistite da un difen-
sore e con facoltà di non ri-
spondere. Non è d’accordo con
questa lettura dei fatti la pub-
blica accusa, rappresentata dal
procuratore aggiunto Tiziana
Siciliano e dal sostituto procu-
ratore Luca Gaglio. Ma non è
d’accordo neppure l’avvocato
dello Stato: “La Procura della
Repubblica”, sostiene Gabriel-
la Vanadia, “è il dominus ri-
spetto alle scelte che vengono
fatte in relazione a quello che è
lo stato delle indagini e in rela-
zione a quelli che sono gli ele-
menti per distinguere quando
si possa passare da un semplice
sospetto a un elemento indi-
ziante. Ci sono poi degli ele-
menti che, dice la giurispru-
denza, si possono poi valutare
concretamente, attribuendo la
veste di... imputato di fatto ai
fini, appunto, delle cautele per
quanto riguarda la garanzia
per la testimonianza, anche a
chi di fatto non era stato iscrit-
to nel registro degli indagati”.
“Questo è un elemento di
fatto, appunto, una valutazio-
ne operata dalla Procura e sulla
base di un principio fonda-
mentale: da un lato bisogna
garantire il diritto delle testi-
moni a non rendere dichiara-
zioni autoindizianti, dall’altro,
però, bisogna evitare che si
passi all’eccesso opposto e
quindi si vengano a iscrivere
nel registro degli indagati sog-
getti sulla base di semplici so-
spetti e non di indizi partico-
larmente significativi”.
POLITICA l 7
LA STORIA GIUDIZIARIA
t
C’era una volta
Karima: la saga
della “nipote
di Mubarak”
È
una sfilza di condanne e as-
soluzioni quella dell’esito
dei processi collegati al ca-
so Ruby, numerati come la saga
di Rocky, 1, 2 (Bis), e 3 (Ter), del
terzo ci manca il finale, si saprà
oggi. Per la verità i processi sono
cinque, aggiungendo quelli al
cantante e al pianista di Arcore,
Mariano Apicella e Danilo Ma-
riani, assolti a Roma e a Firenze
in due rivoli del Ruby Ter insieme
a Berlusconi, che per i giudici
non era il loro corruttore ma sol-
tanto il loro impresario: vennero
pagati, e bene, non per mentire in
aula durante i primi processi Ru-
by, ma per le loro prestazioni pro-
fessionali di musicisti.
E proviamo a riepilogare co-
me sono andate le cose. La vicen-
da madre, il primo processo Ru-
by, vedeva l’ex presidente del
consiglio imputato di concussio-
ne e prostituzione minorile per
aver chiesto al capo di Gabinetto
del Questore di Milano di rila-
sciare nel cuore della notte la mi-
norenne Ka-
r i m a E l
TRONCONI Mahroug
( d e t t a R u-
LA VICENDA by), prospet-
NELLE AULE tando ragio-
È AL TERZO ni diploma-
tiche colle-
CAPITOLO gate a una i-
nesistente
parentela
della ragazza con il presidente
dell’Egitto Mubarak. Con lo sco-
po, secondo l’accusa, di occultare
le attività di prostituzione di Ru-
by nella villa di Arcore. Condan-
nato in primo grado a 7 anni, Ber-
lusconi è stato assolto in Appello
e in Cassazione perché la legge
Severino aveva spacchettato la
concussione e il reato non sussi-
steva più, mancando una vera e
propria minaccia al funzionario
della Questura, e inoltre il sesso a
pagamento tra B. e Ruby non po-
teva costituire prostituzione mi-
norile perché compiuto senza la
consapevolezza che lei avesse ap-
pena 17 anni.
Il secondo processo sul caso
Ruby vedeva imputati di favo-
reggiamento della prostituzione
Nicole Minetti, Lele Mora ed E-
milio Fede, i procacciatori di a-
spiranti soubrette e attrici per le
“cene eleganti” di Arcore. Sono
fioccate le condanne, definitive:
4 anni e 7 mesi a Fede, 2 anni e 10
mesi a Minetti, 6 anni a Mora
(che rinunciò all’appello e otten-
ne la continuazione di pena con
un’altra condanna patteggiata
per bancarotta da 8 milioni e
mezzo di euro delle sue società).
E oggi la saga continua.
VINCENZO IURILLO
8 l ESTERI IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023

GUERRA IN UCRAINA • BOMBE E DIPLOMAZIA

Riunione a Bruxelles
Gli alleati sugli aerei
da combattimento: non
sono urgenti. Varsavia
ripropone i Mig-29

» Giampiero Gramaglia

I
caccia per l’Ucraina non sono urgenti: possono at-
tendere. I carri armati sono urgenti, ma attendono lo
stesso, perché la loro consegna procede con rallen-
tamenti e perplessità. La riunione a Bruxelles dei
Paesi della Nato e non, che sostengono l’Ucraina, non dà
riscontri “esaltanti”, per usare le parole del ministro del-
la Difesa tedesco, Boris Pistorius. L’esito dell’incontro
delude Kiev. Il segretario generale dell’Alleanza atlan-
tica Jens Stoltenberg dice: “La priorità, ora, è la conse-
gna dei tank, i Leopard e gli altri che sono stati promessi,
nonché dei veicoli blindati di fanteria. Ed è quello che
stiamo facendo. Poi, bisogna che ci siano le munizioni. I

La Nato delude Zelensky: no ai jet

e prima i tank, ma c’è da aspettare
‘‘
caccia non sono la questione
più pressante”.
Lloyd Austin III, segretario
alla Difesa Usa, conferma:
Non ho “Non ho annunci sui caccia.
Siamo concentrati a fornire
presta a mandare 14 Leopard 2,
la Norvegia otto con munizio-
ni, pezzi di ricambio e fino a
quattro veicoli di supporto.
Viene chiesto al ministro nor-
vegese Bjorn Arild Gram quan-
decisione nazionale, noi non
abbiamo mai interferito”. Se-
condo fonti d’intelligence, i
russi stanno ammassando cac-
cia ed elicotteri al confine con
l’Ucraina per sostenere l’offen-
L’allarme La Norvegia:
navi russe con testate
nucleari nel Baltico. Gli
Usa: non vediamo forze
delle forze aeree russe, che so-
no ingenti: “Abbiamo una fine-
stra di tempo breve per aiutare
gli ucraini a prepararsi all’of-
fensiva. Le forze terrestri russe
sono mal messe; è quindi pro-

annunci
le capacità militari già pro-
messe all’Ucraina”. Pisto-
rius osserva che, dopo la fa-
sui caccia: se delle pressioni da Kiev
per sbloccare la consegna
forniremo dei carri Leopard, Abrams,
Challenger, ora la coalizio-
i mezzi già ne internazionale si muove
do avverrà la consegna: “Pre-
sto”, è la risposta. Varsavia, che
non consegna i Leopard, sa-
rebbe invece pronta a cedere a
Kiev i suoi Mig-29 di produzio-
ne sovietica. C’è chi dice che
Washington blocchi l’opera-
zione, ma Austin nega: “È una
siva di terra attesa nell’anniver- babile che i russi punteranno
sario dell’invasione. Lo scrive il
Financial Times citando fonti
di Mosca ammassate sugli aerei”. Ieri s’è appreso che
due caccia olandesi F-35 ave-
informate. A Bruxelles, Austin
ridimensiona l’informazione –
vano intercettato lunedì una
formazione di tre aerei militari
“Non vediamo che Mosca stia
ammassando aerei” –, ma sot-
russi sopra la Polonia. Non di
aerei, ma di navi si occupa l’in-
tolinea la portata e la minaccia telligence norvegese, secondo

’’
con una certa lentezza: Pae-
promessi si che spingevano su Berli-
no per essere auto-
INDIA
Modi e il Cremlino
rizzati a cedere
Lloyd Austin all ’Ucraina i loro t

‘‘
tank, ora dicono d’a-
vere problemi di
consegna: nel miri-

uniti da armi e affari

no del ministro, c’è la
Polonia. Olanda e
Danimarca non consegne-
ranno i Leopard 2 all’Ucrai-
na. Lo scrive Welt, che parla

Bakhmut non di crepe nella coalizione.

L’Olanda aveva valutato la

cadrà domani,
consegna di 18 Leopard 2
affittati dalla Germania,
parte del battaglione tede-
c’è una forte sco-olandese.
resistenza, ma SECONDO IL MINISTERO della
Difesa dell’Aia, questi co-
il tritacarne razzati non sono però di-
S
ono arrivati i russi e i loro
missili a Bangalore, India
meridionale. È iniziata
due giorni fa la fiera di armi Ae-
ro India 2023 e, tra le 807 a-
ziende presenti, c’è anche la
Rosoboronexport, l’age n z i a
statale del Cremlino che media
indiano. Oltre ai missili a lungo
raggio S-400 Triumf, a quelli
terra-aria Tor, i russi mostre-
ranno per la prima volta in pub-
blico l’ultimo fiore all’occhiello
delle loro industrie: il sistema
di difesa anti-aerea Abakan.
cipali partner della Federazio-
ne lo ha detto anche Dmitry
Shugaev, responsabile della
cooperazione tecnologica e
militare dell’apparato statale
russo: perfino lui ha ricono-
sciuto che sono falliti i nume-
rosi tentativi dei diplomatici a-
mericani che, da febbraio scor-
so, provano a spezzare il lega-
me tra i due Stati.
Che l’India non abbia inter-
rotto, ma anzi moltiplicato, gli
scambi politici e commerciali
con il loro nemico, lo hanno no-

’’
sponibili per l’Ucraina. “La
funziona decisione è stata presa in
stretta consultazio-
le transazioni commerciali su-
gli armamenti. Agli indiani i
russi presenteranno un menu
GLI INDIANI, CHE HANNO fretta tato anche i falchi di Kiev, che
di acquistare da loro elicotteri
Mig-29, droni, caccia multi-
continuano a premere su Wa-
shington affinché sanzioni

Y. Prigozhin
ne tra Olanda e Ger-
mania”, ha spiegato
un portavoce. Se-
condo Welt, fonti del
governo danese
hanno affermato
che il Paese non con-
segnerà nessuno dei suoi 44
Leopard 2 A7. E vi sono indica-
zioni secondo cui anche la Fi-
nlandia potrebbe decidere la
stessa cosa. La Germania s’ap-
letale da 200 pezzi: caccia, si-
stemi anti-missile, droni di ul-
tima generazione, cannoni.
Sono i media di Mosca in
questi giorni a ricordare che
Nuova Delhi svetta al primo
posto nella lista di compratori
di equipaggiamento bellico:
negli ultimi cinque anni la Fe-
derazione ha venduto all’India
almeno tredici miliardi di armi,
il 20% del totale dell’arsenale
ruolo Su-57 con tecnologia
stealth – ovvero, invisibile ai
radar –, potrebbero diventare
presto molto più che clienti dei
russi, ma loro partner com-
merciali e militari. Mosca nei
prossimi giorni potrebbe pro-
porre alle aziende di Nuova
Delhi una collaborazione per
la produzione dei nuovi caccia
multiruolo Checkmate. Che
l’India sia ormai uno dei prin-
LA FIERA 2023 Nuova Delhi. Dopo quasi un
anno di guerra, l’India è riusci-
DELHI RESTA ta a evitare ogni posizione netta
e definita sul conflitto. Più che
condanne al presidente russo o
NEUTRALE IN aperto supporto a quello ucrai-
no, il primo ministro Narendra
CAMBIO DI MISSILI Modi ha solo fatto appelli per
favorire dialogo e negoziati, au-
spicandosi pubblicamente una
pace imminente.
Al Consiglio di Sicurezza O-
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
IL DOSSIER • Tutti gli uomini del presidente
Un anno fa
Tank russo distrutto
Stoltenberg
con il ministro
della Difesa ucraino
Reznikov FOTO
LAPRESSE/ANSA
cui la Russia sta dispiegando cina all’epilogo. Il capo dei
navi tattiche con armi nucleari mercenari del gruppo Wagner,
nel Mar Baltico, per la prima Yevgeniy Prigozhin, avverte
volta da 30 anni. “La parte es- che la presa della città è tutt’al-
senziale del potenziale nuclea- tro che imminente: “Non cadrà
re è sui sottomarini e sulle navi domani, c’è una forte resisten-
di superficie della Flotta del za, ma il tritacarne funziona”,
Nord”, sta scritto in un rappor- cioè i combattimenti prose-
to citato da Politico. Austin am- guono sanguinosi. Secondo la
mette “alcuni arretramenti” Casa Bianca, i russi a Bakhmut
delle forze ucraine, ma si mo- stanno facendo “crescenti pro-
stra ottimista sull’esito finale. gressi”, ma la sua caduta “non a-
Sul terreno, nel Donbass, la vrà un impatto strategico” sul
battaglia di Bakhmut non è vi- conflitto ucraino”.
nu, però, la sua dele- La linea Pechino, Delhi non
gazione si è astenuta asiatica Modi ha emesso misure
dal voto di condanna e Putin a Delhi, restrittive contro
alla Russia. In realtà, dicembre 2021 Mosca, privilegian-
i legami tra i colossi FOTO LAPRESSE do la linea asiatica
statali di Putin e Mo- tanto apprezzata dal
di sono diventati an- Cremlino, dove cin-
cora più saldi: mentre il blocco que giorni fa Putin ha incontra-
occidentale tempestava la Fe- to Aijt Doval, consigliere per la
derazione di sanzioni, gli india- sicurezza di Modi. Motivo uffi-
ni accettavano gli sconti offerti ciale del colloquio, dice l’amba-
dai russi, aumentando di 33 sciata indiana a Mosca, defini-
volte i loro volumi di esporta- re dettagli per “implementare
zione di petrolio (oltre un mi- la partnership tra i due Paesi”.
lione di barili al giorno). Come MAGI
Yermak, l’eminenza
grigia e gli altri: quelli
che contano a Kiev
» Michela A.G. Iaccarino
N
el 2019, quando decise di candi-
darsi alle Presidenziali, i detrattori
di Zelensky cominciarono subito a
chiamarlo “marionetta”: per gli
avversari era solo il burattino di Igor Kolo-
mojsky, uno dei più potenti oligarchi ucrai-
ni. Tre anni dopo quelle urne, il 1º febbraio
scorso, le forze di sicurezza del presidente
hanno bussato alle porte della villa del
tycoon che già aveva alle spalle una lista di
accuse di corruzione: dai quasi 6 miliardi di
dollari sottratti illecitamente alla Privat
Bank fino alle indagini negli Usa per aver
riciclato milioni in Florida. Dopo la perqui-
sizione, nessuna accusa formale è stata for-
mulata contro il magnate-sostenitore del
presidente che, negli anni, è diventato sem-
pre più ingombrante e marginale.
Il politico che li ha legati a filo stretto fino
a due anni fa è stato il primo
capo del gabinetto di Ze-
lensky, Andry Bogdan, av-
vocato dell’oligarca che nel
2020 il leader ha sostituito
con quello che molti, oggi,
considerano la vera testa
d’ariete del potere ucraino,
Andry Yermak. Il presiden-
te lo conosce nel 2011: all’e-
poca lui era ancora solo una
star dello spettacolo che
calcava i palchi dei teatri,
Yermak era un produttore
cinematografico che, quasi
dieci anni dopo, lavorerà al-
la campagna elettorale del
“Servitore del popolo”. In
tre anni è diventato un al-
leato di cui oggi Zelensky si
fida ciecamente. Roman
Kravets, del quotidiano U-
krainskaia Pravda, descri-
ve Yermak come “l’uni co
che può sussurrare all’orec-
chio del presidente”. CORRUZIONE
GIÀ COINVOLTO nello scan- LE RETATE
dalo che ha travolto Trump
alla ricerca di kompromat
SERVONO
(materiale sporco sugli af- A ELIMINARE I
fari di Hunter Biden in U-
craina) Yermak è per i re- NON ALLINEATI
porter investigativi l’emi-
nenza grigia al vertice della
piramide politica di Kiev.
Pure l’ex caporedattore Mikaylo Podolyak,
spesso illuminato dalle telecamere dei tg
mentre accompagna ‘Ze’, è arrivato in po-
litica quando è diventato consigliere di Yer-
mak nel 2020. Sarebbe collegata a una resa
dei conti interna, racconta Kravets, l’ulti-
ma purga di gennaio: i cinque governatori
licenziati per corruzione erano vicini a un
potenziale avversario di Yermak, Kyril
Tymoshenko, numero due dello staff pre-
sidenziale, ora allontanato con gli altri. An-
che nel repulisti del luglio scorso, quando
perdono le cariche due fedelissimi di Ze-
lensky (la procuratrice generale Iryna Ve-
nediktovae l’allora capo dell’Sbu, Ivan Ba-
kanov) arrivano a occupare le loro poltrone
politici vicini all’ex produttore. Queste e-
purazioni-lampo non sono però il primo ri-
mescolamento dell’esecutivo. Uno dei pri-
mi risale al 2020 e da quell’anno il presi-
dente non si è mai più separato dal veterano
della diplomazia,Dmytro Kuleba. Due anni
fa arrivò dopo l’esonero dell’ex diplomatico
Vadym Prystajko, cacciato nello stesso pe-
riodo in cui fu travolto da diversi scandali il
premier più giovane della storia ucraina,
Oleksij Honcaruk, a cui subentrò Denys
Smyhal. Quando il ministro degli Interni,
Denys Monastursky, zelenskiano della pri-
ma ora, muore in un incidente aereo nel
gennaio scorso, Smyhal nomina al suo po-
sto Igor Klymenko, in arrivo dai ranghi della
polizia nazionale. Né sotto la guida di Hon-
caruk, né di Smyhal, ha interrotto il suo
mandato il vicepremier Mykhailo Fedorov,
che segue Zelensky da quando diventa il ca-
po dell’ufficio digitale della campagna pre-
sidenziale. Quando la Russia invade, è il
poco più che 30enne Fedorov a convincere
Elon Musk a mettere a disposizione il
sistema di collegamenti Starlink. Solo
fino a qualche giorno fa, come Kuleba,
era considerato insostituibile nei cor-
ridoi della Rada, il Parlamento ucrai-
no, Oleksii Reznikov, il ministro della
Difesa rimasto coinvolto nell’ultimo
scandalo sui bilanci gonfiati per le
spese militari. Reznikov non sembra
avere alcuna voglia di andarsene an-
che se da settimane si parla di un even-
tuale sostituto, l’ambizioso Kyrylo Buda-
nov, 37 anni, a capo dell’intelligence di
Kiev. In un percorso d’ascesa senza pari,
Budanov è considerato un astro nascente
capace di oscurare tutte le altre stelle in mi-
metica, ma pure i vecchi pianeti della sfera
politica. Guida gli 007 ucraini dal luglio
2022, quando l’amico di infanzia e spetta-
coli di Zelensky, Ivan Bakanov, è stato silu-
rato perché rimasto coinvolto nelle inchie-
ste Panama Papersper delle compagnie of-
fshore. Se Budanov diventerà ministro, ce-
derà il suo posto a Vasyl Malyuk, delfino di
quello che Transparency International
(ong ucraina che indaga la corruzione po-
litica nazionale) chiama “l’avvocato del dia-
volo”, Oleg Tatarov, il vicecapo dello staff
presidenziale.
ESTERI l 9
SVEZIA
t
Pronti al peggio
sono 400 mila
i riservisti messi
in allerta
I
l richiamo dei riservisti in Sve-
zia è prassi, almeno da qualche
anno a questa parte. Ma con
l’invasione dell’Ucraina, e nell’at-
tesa di entrare nella Nato, Stoc-
colma non si vuole trovare impre-
parata. Così sono saliti a 404.218
– al 31 dicembre 2022 – gli uomi-
ni a cui è stato chiesto di indos-
sare ancora la divisa per parteci-
pare a esercitazioni. Si tratta del-
le categorie più disparate; dagli
ex militari di professione ai civili,
con qualche eccezione. I dipen-
denti della televisione e della ra-
dio pubblica potranno mantene-
re la loro posizione, ritenuta fon-
damentale in una società che ha
PRONTI
IN ATTESA
DI ESSERE
ACCETTATI
NELLA NATO
bisogno continuo di aggiorna-
menti. Come riporta Le Monde,
“abbiamo voluto credere nella
pace eterna”, dice Marinette Nyh
Radebo, addetta alla comunica-
zione con le Forze Armate. Ma
così non è più, ed è necessario an-
che avere una “forza di protezio-
ne civile” che sia al passo con i
tempi. Insomma, non si tratta di
partire per la guerra, ma essere
pronti nel caso drammatico di u-
na invasione. Nel 2022, 121.500
giovani svedesi hanno compiuto
16 anni. L’agenzia di protezione
civile (MSB) ha inviato loro una
lettera, per informarli che avreb-
bero fatto parte della “difesa tota-
le” della Svezia, avendo “l’obbligo
di fornire assistenza in caso di
minaccia di guerra o di conflitto”.
Un tempo l’addestramento alle
pratiche militari era appannag-
gio degli Hemvärnet, i volontari
della guardia civile: ma le cose in
Europa sono cambiate.
10 l PIAZZA GRANDE
NONC’ÈDICHE
DANIELE LUTTAZZI
I COMICI E L’ANTI-SATIRA
LA TRADUZIONE IN LIS
AMADEUS E LA POLITICA
L
a tv generalista italiana, da qualche anno, è una
vetrina per comici che, sull’esempio di Checco
Zalone, Dave Chapelle e dell’ultimo Ricky Ger-
vais, fanno anti-satira, un tipo di comicità che fo-
menta i pregiudizi, sdoganando, in nome di una malin-
tesa libertà di espressione, contenuti misogini, qualun-
quisti e razzisti. Alfieri del discorso tossico, hanno dalla
loro la pancia del Paese, contro la quale si scaglia invece la
satira, che per questo è osteggiata con mille pretesti dai
conformisti; e vengono esaltati come “trasgressivi” e “po-
liticamente scorretti” da arci-italiani come loro, che li di-
fendono con gli slogan vittimistici “Non si può più dire
niente!” e “Lasciateci ridere!”. A volte, tuttavia, il caso
s’incarica della nemesi. Il monologo proposto da Angelo
Duro all’ultimo Sanremo aveva, come argomento crucia-
le, quello che andare a puttane è sacrosanto perché salva
il matrimonio (e qui applausi del pubblico, con una don-
na che urla “bravo!”; questo in un Paese dove un ex capo
del governo può promettere “un pullman di troie” come
premio ai suoi calciatori e nessuno ha da eccepire, anzi
grasse risate: tutto molto trasgressivo). Senonché il mo-
nologo misogino di Duro (la colpa del tradimento ma-
schile è della moglie perché le piace soffrire, e poi sfascia
la famiglia per fargliela pagare; le puttane rilassano il
marito; le mogli sono razziste nei confronti delle putta-
ne: davanti al figlio minorenne di Amadeus, va ricordato,
che per fortuna sembrava morto dal sonno, a quell’ora) è
presente su Raiplay nella versione LIS, la lingua dei segni
italiana: bit.ly/3RWNfG0. La traduttrice simultanea in
LIS, interpretando la performance del comico, ne effet-
tua uno straniamento: per esempio, esibisce facce dida-
scaliche dove Duro cerca di essere inespressivo; e sorride
compiaciuta dove quello ostenta una posa cool. Il testo è
lo stesso, ma i due caratteri non potrebbero essere più di-
versi: quando Duro tenta l’efferatezza, l’altra è bonaria-
mente carnascialesca. Il risultato è una critica del fatto
rappresentato: la grinta dell’attore in scena viene smon-
tata dall’eccesso semaforico della versione accanto, il
monologo finisce come fra virgolette ironiche, e il comico
che voleva essere provocatorio fa la figura del pirla. Il bo-
nus per lo spettatore curioso è che, guardando il video,
impara come si dicono in LIS parole come cretino, cazzo,
merda, scopano, coglioni, casino, puttane. Confare in cu-
lo si ride, riconoscendo il gesto dell’ombrello.
Amadeus ha detto in sala stampa che lui non fa po-
litica. Fosse vero, a Sanremo avrebbe letto anche un mes-
saggio di Putin. E quando il capo di Stato maggiore
dell’aeronautica, generale Goretti, ha aperto una puntata
dicendo: “Un presente che ci vede impegnati in situazio-
ni per la difesa della Patria, per la difesa della nostra li-
bertà, e per la difesa della libertà di qualcun altro, come
l’Ucraina per esempio”, Amadeus, invece di annuire e ap-
plaudire, avrebbe obiettato, per completezza d’informa-
zione, che in base all’art. 11 della Costituzione l’Italia ri-
pudia la guerra come mezzo di risoluzione delle contro-
versie internazionali; e magari avrebbe ricordato le pa-
role dette il 7 aprile 2022 dal generale Bertolini, ex co-
mandante del Comando operativo interforze: “Prolun-
gare una guerra come questa non fa vincere nessuno, al-
lontana il dialogo tra le parti, e aumenta il tasso di morti,
di violenze, con costi sociali ed economici su tutti i fronti.
Non era mai successo. L’Italia non ha mai dato le armi a
nessuno perché non usiamo alimentare i conflitti, ed è lo
stesso criterio che abbiamo usato in altre situazioni in cui
c’era un popolo aggredito. Proprio perché il conflitto è a
due passi da noi bisognava spegnerlo prima possibile,
non tenerlo acceso alimentando una resistenza di poche
speranze”.
I commenti dei lettori
sulle elezioni regionali
Ringrazio tutti quelli che non
votano “perché è inutile” ma poi
si lamentano e quelli che non
hanno il coraggio di dire che
questa politica è anche figlia dei
sopracitati cervelloni. Un grazie
va anche ai pochi elettori lom-
bardi, che hanno scelto di farsi
ammazzare da Fontana e soci, e
agli elettori laziali, per la loro
scelta a destra. Infine, un grazie
anche a Enrico Letta per le sue
dichiarazioni entusiastiche del
dopo-elezioni, con le quali, inve-
ce di vergognarsi per aver perso
il Lazio dopo 10 anni, si dice sod-
disfatto per aver respinto l’assal-
to dei M5S.
FRANCESCO BERTUCCELLI
Ero ai seggi come segretaria di
sezione. La maggioranza delle
persone che è venuta a votare a-
veva un’età media alta, rarissimi
i giovani. Perché i ragazzi non
hanno contezza dell’importanza
del diritto e dovere del voto? Ma-
gari sbaglio, ma credo che que-
sto vada di pari passo col fatto
che la Scuola abbia rinunciato a
essere il motore educativo della
società, troppo svilita e depau-
perata per avere la forza suffi-
ciente a contrastare la potenza
della propaganda social. Oltre-
tutto da un lato ai nostri giovani
non viene dato spazio nel mondo
del lavoro e dall’altro non ci chie-
diamo cosa fare con chi smette di
studiare (i Neet): siamo una so-
cietà gerontocratica.
CARLA RICCI
Ma i 6 su 10 che non sono andati
a votare alle Regionali, sono
consapevoli che indirettamente
hanno comunque votato per
Rocca e Fontana? A volte biso-
gna scegliere il meno peggio.
LUCIANO SOLIERI
Letta ha esultato per la tenuta del
Pd e la sconfitta del M5S. Come se
non sapessimo che con una af-
fluenza così bassa l’apparato del
poltronificio democratico (asses-
sori, sindaci, enti occupati, ecc.) è
oltremodo determinante. Se a-
vessero votato percentuali del
60/70 % allora si sarebbe vista la
vera percentuale del Poltronificio
Democratico. Che poi Letta con-
tinui a gioire sulle sconfitte del
M5S e non si vergogni, lascio a voi
commentare.
GIANFRANCO CAGNONI
Alla vergogna non c’è limite .
D’Amato perde e dice a Conte
che lo sconfitto è lui e per di più
gli intima di meditare. In so-
stanza il Pd deve essere conside-
rato il “re” e gli altri tutti sudditi.
Ecco che la destra è ormai al si-
curo almeno per i prossimi 20
anni!
RAFFAELE FABBROCINO
Direttore responsabile Marco Travaglio
Vicedirettore responsabile libri Paper First Marco Lillo
Vicedirettori Salvatore Cannavò, Maddalena Oliva
Caporedattore centrale Edoardo Novella
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Società Editoriale il Fatto S.p.A.
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IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
Inviate le vostre lettere (max 1.200 battute) a: il Fatto Quotidiano
00184 Roma, via di Sant'Erasmo n° 2 - lettere@ilfattoquotidiano.it
LODICOALFATTO
Querele temerarie “In 150 attaccati
da un politico. Basta intimidazioni”
IO E ALTRI 150 BLOGGER come me siamo stati
querelati per “diffamazione grave” (pena 4 anni)
dall’onorevole M. di Forza Italia per aver condiviso
un elenco di direttori Rai, in cui, accanto al nome di
M., uomo di B. eletto in Sicilia, compariva la parola
“mafiosetto”. Il processo è andato per le lunghe
(un anno) e ha comportato lo spostamento di cen-
tinaia di poliziotti e l’impiego di altre centinaia di
impiegati, avvocati, pm, giudici... la perquisizione
completa di 150 domicili, il sequestro di 150 stru-
menti informatici, l’invasione ripetuta della loro
privacy (io ho subito 21 invasioni nel portatile!), In tribunale Aula vuota in attesa di sentenza
con un aggravio non indifferente alla macchina
della giustizia. Una movimentazione delle forze del potere contro i cittadini critici e i nemici politici,
dell’ordine che nemmeno per Matteo Messina cosa che fa a pugni con l’idea di democrazia. In ve-
Denaro in 30 anni di latitanza. Il tutto è costato a rità la legge prevede che il querelante rifonda le
me soltanto 4.000 euro e un carico di nervosismo spese giudiziarie. Ma nel mio caso, per poter avere
e ansia durato, appunto, un anno. E me la sono ca- soddisfazione, avrei dovuto spendere altri 4.000
vata con lo spostamento del processo a Bo (ho do- euro per intentare la causa. Ben diversa sarebbe
vuto pagare anche un 2° avvocato per lo sposta- stata la situazione se si fosse potuto dispiegare u-
mento delle carte processuali), perché sarei dovu- na class action, moltiplicando per 150 le richieste
ta andare a Roma, il che per me che ho 80 anni, di rimborso, il che avrebbe portato a un costo per
sono invalida e non posso fare scale, sarebbe stato l’onorevole in questione di 600.000 euro, tale da
impossibile. Il processo è finito in niente “per l’e- renderlo più cauto in futuro. Ma il caso è ancora più
vidente irrilevanza penale del fatto”. Nemmeno grave quando il querelante stabilisce lui l’entità pa-
capisco però perché ciò non sia stato dichiarato trimoniale del danno subito. Uno dei personaggi
prima. Ma intanto la denuncia ha dispiegato i suoi più querelati d’Italia è ovviamente Travaglio, punta
effetti intimidatori aggravando per futili motivi la della resistenza a difesa della democrazia. Per cui
macchina giudiziaria che dovrebbe essere rivolta, mi rallegro della vittoria appena conseguita contro
più seriamente, a ben altri reati. La causa era, ov- la querela di Renzi per il famoso rotolo di carta i-
viamente, “temeraria”, cioè quel tipo di azione giu- gienica con la sua faccia che si intravedeva sullo
diziale senza fondamento giuridico fatta, spesso, a sfondo. Ma, siccome costui aveva chiesto come ri-
titolo dilatorio, cioè era una causa infondata e in- sarcimento del danno morale 500.000 euro, giu-
timidatoria. Il M5S voleva eliminare le cause teme- stizia vorrebbe che quei 500.000 euro fosse Renzi
rarie ma gli altri partiti lo hanno impedito perché la a pagarli a Travaglio. Così come i 435.000 euro
querela è ormai un’arma di strapotere abusata dai chiesti a Vissani. Forse Renzi e altri sarebbero più
politici (si veda anche la Meloni che querela un in- prudenti con lo strumento della querela e si occu-
tero giornale o Crosetto che minaccia chiunque osi perebbero invece più seriamente del ruolo che loro
imputargli un conflitto di interessi) che, in luogo di compete di difesa del bene comune.
operare per leggi migliori, puntellano l’arroganza VIVIANA VIVARELLI
B. ha ragione riguardo sta chiedendo da tempo, anche menti. Adesso viviamo in una crisi
la guerra in Ucraina? scendendo in piazza: un vero ne- permanente. Stiamo lasciando
goziato di pace. indietro le persone e certe catego-
Per la prima volta mi trovo, mio CRISTINA BEVILACQUA rie di lavoratori emarginati.
malgrado, d’accordo con Berlu- MASSIMO AURIOSO
sconi. Basta invio di armi all’Ucrai- Berlusconi avrebbe dovuto però condan-
na. Con questa continua richiesta nare l’invasione di Putin. Dire che le col-
di armi sempre più potenti da par- pe sono anche del regime ucraino (e dei
te di Zelensky e la frenesia da parte suoi mandanti Usa e Nato) e la guerra è
dei leader europei, che sembrano iniziata nel 2014 in Donbass con gli ag-
non rendersi conto che gli Stati u- gressori invertiti è corretto, fingere che
niti stanno tirando i fili per un loro Zelensky si sia invaso da solo è ridicolo.
vantaggio, la parola “pace” sembra M. TRAV.
essere stata bandita dal vocabola-
rio. Ecco che paradossalmente mi Lo stato di crisi
trovo a condividere il pensiero di
Berlusconi. In realtà non ha mai della società italiana
fatto mistero che se fosse stato per In Italia, il periodo degli anni Ses-
lui questa guerra non sarebbe mai santa e Settanta è stato caratteriz-
cominciata. Sono solo parole al zato da grandi cambiamenti. In LEGGI, GUARDA, ASCOLTA,
vento, certo. In questo governo particolare, questi hanno riguar- ESPLORA. Inquadra il Codice QR e
non solo non c’è coesione tra allea- dato il tessuto sociale, culturale, accedi a FQEXTRA, la versione digi-
ti, ma non si ascolta nemmeno ciò ed economico. Un’intera società tale del nostro quotidiano
che la maggior parte degli italiani era coinvolta in grandi cambia-
Cinzia Monteverdi Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130;
(Presidente e amministratore delegato) Litosud, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;
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IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023 PIAZZA GRANDE l 11

FATTICHIARI
LETIZIA “GENIO”, CALENDA PETER GOMEZ

BASTONA E RENZI FA PIPPA

Processo Ruby-ter,

L
a buona notizia per il DANIELA RANIERI mente ha capito che per vincere le
cosiddetto Terzo Po-
lo è che in effetti è ter-
zo, ma solo se gareg- giato (anzi: imposto al Pd) D’A- renda “Buona Scuola” di Renzi),
elezioni bisogna vincerle e che lo-
ro non contano niente dovunque
li metti. Rinfaccia ai giornali di a-
la sentenza dopo
le troppe anomalie
giano in tre (fratta- mato, che infatti ha perso (ma dà praticamente la candidata che verlo illuso: “Avete tutti scritto
glie escluse). la colpa a Conte), è la sconfitta in tutti avrebbero voluto (ma che che la Moratti era la candidata
Non essendosi ancora espres- Lombardia che pesa di più a Ca- tutti hanno scaricato, tranne ap- perfetta per la Lombardia”, e an-
si entrambi i leader, non è chiaro lenda: “Non si spiega”, dice, “co- punto i due riciclatori). che su questo ha ragione: i media
se il 4% conquistato da Azione-Iv me gli elettori abbiano potuto vo- Renzi manda avanti i suoi pez- padronali ci hanno brasato i cor-

in Lazio e in Lombardia verrà
smezzato alla pari, 2% a Renzi e
2% a Calenda, o se uno dei due si
intesterà il 3%, che è comunque
più vicino al 38% che i due deten-
gono su Twitter e che giustifica la
boria di cui sono in pari misura
insufflati.
Purtroppo Renzi tace (è schi-
vo, rifugge i trionfi), ammesso
che stia in Italia e non a Riad dove
le sue doti sono più apprezzate;
invece Calenda, che da anni so-
stiene che gli italiani non lo vota-
no perché sono analfabeti funzio-
nali, si fa intervistare dal Corrie-
re: “Insomma, hanno sbagliato
gli elettori?”, gli chiede la croni-
sta, e lui: “Sì, non ho timore di dir-
lo. È la maledizione ita-
liana: si vota per appar-
tenenza. Sono di destra
voto la destra, sono di si-
nistra voto la sinistra”,
invece di votare la sini-
stra se si è di destra e la
destra se si è di sinistra
come sarebbe logico, o,
come vorrebbe lui, di vo-
tare lui, che non è né di
destra né di sinistra, ma
è un po’ più di destra che
di sinistra, motivo per
cui chi è di destra vota
effettivamente la destra
tare Fontana, dopo la gestione del
Covid”. Su questo ha ragione, ma
si guarda bene dal domandarsi
come mai la gente preferisce non
votare o votare uno come Fonta-
na piuttosto che Letizia Moratti
(che comunque con la sua lista ha
preso 30mila voti in più dei me-
diaticissimi Matteo e Carlo): a-
mazzone di Berlusconi (che in-
fatti l’ha endorsata in extremis),
lottizzatrice Rai pro-Mediaset,
privatizzatrice selvaggia, con-
dannata dalla Corte dei Conti per
consulenze d’oro, anti-darwini-
sta, classista (voleva dare più vac-
cini alle Regioni col Pil più alto),
ideatrice della scuola-azienda
delle tre “i” (ispirazione della or-
zi grossi. Scalfarotto: “Non dob-
biamo farci influenzare da una
giornata negativa che non inficia
la validità di un progetto politico”,
ma figuriamoci, continuate così.
Marattin: “La sfida del Terzo Polo
è ottenere consenso più duratu-
ro…Magari falliremo, per carità”,
chissà come gli viene in mente. E-
lena Bonetti redarguisce Enrico
Letta che accusa M5S e “Terzo
Polo” di non aver voluto coaliz-
zarsi: “Enrico, niente lezioni di
strategia: avete messo la testa di
Mario Draghi sull’altare della vo-
stra linea di alleanza strutturale
con i 5S”, per dire la lucidità di
questa Bonetti, dopo che le Poli-
tiche hanno rivelato la natura
fantasy dell ’age nd a
Draghi, a cui il Pd si era
ridicolmente votato,
motivo per cui è stato
punito dagli elettori
che hanno premiato F-
dI, l’unico partito che
non faceva parte del
governo Draghi.
Calenda non se ne
fa una ragione. Azzar-
da un’aporia ontologi-
ca: “Nelle elezioni Re-
gionali se siamo in
coalizione perdiamo
perché scegliamo una
belli per mesi con ritratti a tutta
pagina della signora con cinque
cognomi, analisi sulle virtù tau-
maturgiche del “centro solido”
morattiano, sedute spiritiche per
evocare la Thatcher di cui ella è la
reincarnazione; Repubblica ve-
deva in lei la “sinistra fluida” che
desse “una sveglia al Pd”, e inter-
vistava direttori di teatro, notai,
registi, insomma il popolo che
non vedeva l’ora di votare la com-
petente Letizia. La quale Letizia
la prende meglio di Calenda:
“Tante persone non sapevano che
questa settimana si votava il 12 e il
13”, infatti ci sono code tra Brem-
bate e Cernusco sul Naviglio di
gente che pensava si votasse oggi
e si sta recando ai seggi per votare
lei; del resto è stata “una campa-
gna in pieno inverno con un fred-
do terrificante”, dal che si deduce
che una lista Moratti ai Caraibi
varrebbe il 40%.
(Mentre scriviamo, Calenda
diffonde un video - dietro di lui,
la scritta involontariamente co-
mica “L’Italia, sul serio” - con cui
insegna agli altri come si vinco-
no le elezioni: “Quindi, cosa bi-
sogna fare? Fare più rapidamen-
te il partito unico e continuare a
lavorare territorio per territo-
rio!”; l’ipotesi di ritirarsi a vita
N
on abbiamo la minima idea di quale sarà og-
gi il verdetto nel processo Ruby-ter in cui
Silvio Berlusconi è imputato di corruzione
giudiziaria. Sappiamo però una cosa: a me-
moria d’uomo è pressoché impossibile trovare un al-
tro processo caratterizzato da così tante anomalie. U-
na serie impressionante di stranezze culminate due
giorni fa nella decisione di Giorgia Meloni di ritirare
la costituzione di parte civile della Presidenza del
Consiglio nei confronti del leader di Forza Italia e de-
gli altri 27 accusati. Una scelta che nei fatti si trasfor-
ma in una pressione psicologica senza precedenti sul
collegio giudicante, presieduto da Marco Tremolada,
il giudice noto al grande pubblico per aver assolto tut-
ti gli imputati del caso Eni-Nigeria. Il messaggio di
Meloni è destinato a caratterizzare, in un senso o
nell’altro, un dibattimento che se avesse riguardato
qualunque altro comune cittadino si sarebbe già con-
cluso da anni. Il cosiddetto Ru-
by-ter è in piedi dal 2015,
quando a dicembre la Pro-
cura chiede il rinvio a giu-
dizio di Berlusconi. Se-
condo i pm, i pagamenti
effettuati dall’ex premier
a una serie di persone
presenti ad Arcore du-
rante le sere del bunga
bunga (dalle cosiddette ol-
gettine, fino ad alcuni collabora-
tori) sono stati il prezzo per le loro
false testimonianze. L’udienza DA CHIGI
preliminare tra malattie, legitti-
mi impedimenti e rinvii, dura tre ULTIMA
anni. E si chiude con una decisio- STRANEZZA:

lano per la maggioranza degli LA MELONI

invece che un pallido e parte, se siamo fuori privata per non molestare ulte- ne sorprendente. Processo a Mi-
arrogante imitatore. (perdiamo, ndr) per riormente gli italiani ovviamen-
Benché nel Lazio A- voto utile”. È un bel te non è contemplata). imputati. Ma sette posizioni in- CHE RITIRA LA
zione-Iv abbia appog- problema. Pratica- © RIPRODUZIONE RISERVATA viate in sette diverse città d’Italia COSTITUZIONE
dove Berlusconi dovrà essere
processato assieme ad altrettanti DI PARTE CIVILE

PIOVONOPIETRE
falsi testimoni. Giusta o sbagliata
che sia la scelta del gup (giudice
udienza preliminare) ha un effetto: la frammentazio-
ne e la confusione. Tanto che due tribunali (Monza e
ALESSANDRO ROBECCHI Torino) rimandano tutto a Milano, mentre a Siena i
processi si sdoppiano. Qui, Berlusconi è imputato di
corruzione nei confronti del suo pianista, Danilo Ma-

Regionali Chi non vota ha sempre riani. Ma visto che le condizioni di salute dell’ex pre-
mier bloccano le udienze, i giudici stralciano la sua
posizione e condannano il pianista solo per falsa te-

torto? No, magari ha torto chi vota stimonianza. Poi lo riprocessano davanti a un altro
collegio assieme a Berlusconi per corruzione giudi-
ziaria. Verranno assolti entrambi: l’ex Cavaliere pa-
gava sì il pianista, spiegano, ma lo faceva anche prima

L
etti e compulsati i commenti del
dopo-tsunami lombardo-lazia-
le, forse bisogna ribaltare il con-
cetto. Una cosa simile a quella
famosa retorica kennedyana,
sapete: non chiederti cosa può
fare il tuo Paese per te, ma cosa puoi fare tu
per il tuo Paese, eccetera eccetera. Fuffa. Ec-
co. Forse la domanda non è: perché la gente
(sei su dieci) non è andata a votare, ma per-
ché l’hanno fatto quelli che ci sono andati (4
su dieci, anche meno). È la minoranza che
dovrebbe spiegare, non la maggioranza. E la
maggioranza ha detto chiaro e tondo che
questo modello di democrazia rappresenta-
tiva non la rappresenta, non è credibile né
per proposta politica né come meccanismo.
Traduco in italiano: nessuno – nemmeno
quelli che sono andati a votare – crede ve-
ramente che votando Tizio piuttosto che
Caio, una compagine piuttosto che un’altra,
cambierà realmente qualcosa. La percezio-
ne diffusa è che la scelta sia inesistente, far-
locca, questione di sfumature. Che questo
sia vero o no (ci sono ovviamente centinaia
di varianti, e sfumature molto brutte) non è
importante, quel che conta è la percezione e
la sua ricaduta sulla realtà.
Nella ridente Lombardia, da dove scrivo,
locomotiva italiana e vanto dei dané, se ti
della sua testimonianza. Quindi non si può affermare
serve una gastroscopia paghi sull’unghia, Sempre nella ridente Lombardia di Atti- che egli abbia mentito per denaro. Potrebbe averlo
oppure aspetti un anno e più, e questo, no- lio Fontana, nei comuni martiri di Alzano fatto per amicizia.
nostante le belle promesse e le belle parole, Lombardo, Albino, Nembro, la coalizione Stessa sorte segue il processo contro il cantante
non cambierà perché lo dice un candidato o della destra ha sfiorato il sessanta percento, Mariano Apicella. I giudici dicono che vi è “più di un
perché campeggia nei programmi distri- e anche quelli scampati a una gestione de- sospetto” sull’esistenza di un patto corruttivo tra lui e
buiti nei mercati. La parola “eccellenza” si lirante della pandemia, a votare non ci sono Berlusconi, ma manca la prova piena. E nel dubbio si
spreca in lungo e in largo, ma se non hai sol- andati. Già, la pandemia, il Covid, l’emer- assolve. Anche a Milano, intanto, si susseguono i col-
di, o un’assicurazione che costa genza, l’afflato emotivo delle “bare pi di scena. Prima muore, forse per cause naturali, I-
soldi, di eccellente non c’è niente, di Bergamo”. Non pervenuti. Il si- mane Fadil, una testimone che sosteneva esplicita-
il tuo medico di base sembra di- IL MESSAGGIO gnor Gallera di Forza Italia –quel- mente di aver subito tentativi di corruzione. Poi, a un
sperso in Nepal e vai al pronto lo che andava in giro a dire che per anno e mezzo dalle richieste delle difese, il collegio
soccorso, dove ti rimbalzano, per LA PERCEZIONE prendere il Covid dovevi incon- dichiara inutilizzabili gli interrogatori di quasi tutte
un mal di testa. DIFFUSA È CHE trare due positivi insieme, e che le olgettine. Per Tremolada, che ribalta le ordinanze
Il Pd di Majorino – gius ta-
mente considerato più a sinistra
LA SCELTA TRA nei momenti più bui vagheggiava
di diventare sindaco di Milano –
precedenti di due diversi gup, le ragazze andavano a-
scoltate come indagate e non come testimoni. Le di-
delle fantasiose candidature Pd TIZIO O CAIO pur non eletto, ha preso le sue bel- fese esultano: se non sono testi come possono essere
degli ultimi decenni – spingeva il SIA INESISTENTE le preferenze, oltre cinquemila. La state corrotte? Bella domanda. Intanto però altre tre
famoso Pregliasco (non eletto), badante di Fontana che lo sostituì olgettine si mettono a lanciare strani messaggi attra-
virologo à la page durante la pan- E FARLOCCA all ’assessorato, Letizia Moratti, verso la stampa. Roba del tipo: se parlo io... Forse an-
demia e dirigente della sanità gioia dei salottini chic finto-pro- che per questo la difesa di Berlusconi chiederà nella
privata, il che non è, anche dal gressisti della Milano da bere, sa- sua arringa un’assoluzione sostenendo che l’ex Cava-
punto di vista dei simboli e dei segnali, il lutata come salvatrice della Lombardia solo liere ha pagato sì, ma in quanto vittima di un’estor-
modo migliore per “rilanciare la sanità perché nel frattempo erano arrivati i vacci- sione. Oggi conosceremo il finale. Visto come è an-
pubblica”, come si diceva a ogni passo. E in ni, non entra in consiglio, naufragata come i data, nessuno però si dovrà sorprendere se alla fine
caso di vittoria, ipotesi peregrina, d’accor- due cabarettisti che si sono inventati la sua Berlusconi verrà dichiarato innocente e minorenne.
do, si sarebbe installato un comitato inca- candidatura. Ora si dirà, come sempre, che © RIPRODUZIONE RISERVATA
ricato di “immaginare (sic) una buona po- chi non è andato a votare ha torto. Può darsi.
litica per lo sviluppo della Regione”, affida- Ma, visti i risultati, si può dire anche il con-
to a… Carlo Cottarelli. trario: è chi è andato a votare che ha torto.
Poi dice che la gente non va a votare. Questione di punti di vista.
12 l ZOOM IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023

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MILANO
L’UDIENZA PRELIMINARE
Appalti al Miur,
i giornalisti di Dire
contro l’ex editore

21 DATE: OGGI LA PRIMA
Beppe Grillo torna
a teatro da Orvieto:
“Sono il Peggiore”
I
giornalisti dell’agenzia Dire
contro il loro ex editore, Fe-
derico Bianchi di Castel-
bianco. Tre dipendenti della
Com.E., in rappresentanza di
tutta la redazione, ieri hanno a-
vanzato richiesta di costituirsi
parte civile nel corso dell’u-
dienza preliminare che vede
imputato l’imprenditore per
corruzione. L’inchiesta è quella
su un presunto giro di mazzette
e favori nell’ambito delle asse-

D
opo un lungo periodo gnazioni di appalti e consulen-
di silenzio, Beppe Gril- ze al ministero dell’Istruzione,
lo ritorna a teatro con indagine che vede coinvolta
uno spettacolo dal titolo Io so- anche l’ex capo dipartimento
no il peggiore. Oggi la prima per le Risorse umane del Miur,
tappa a Orvieto, al teatro Giovanna Boda, i cui legali
Mancinelli ma seguiranno al- sempre ieri hanno fatto richie-
tre 21 tappe da Nord a Sud, in- sta di rito abbreviato. All’ex
dicate sul sito di Grillo ma an- manager pubblica e a Bianchi
che presso i rivenditori auto-
rizzati: si va da Cassino (Tea-
tro Manzoni) a Napoli (Teatro
Diana), Torino (Teatro Colos-
San Siro non si abbatte: il Consiglio di Stato
seo) e poi Palermo (Teatro
Golden), Milano (Teatro Na-
zionale), Firenze (Teatro Puc-
vuole una relazione sul progetto Milan-Inter
cini), Sanremo (Teatro Ari-

ston), Roma (Teatro Brancac-
cio) e al Duse di Bologna, pas-
sando per Ancona (Teatro
delle Muse), Lamezia Terme
(Teatro Grandinetti) e fino al
Teatro Politeama Genovese, a
Genova. È “lo spettacolo delle
rivelazioni – si legge nella pre-
sentazione –, dove tutti sono
coinvolti e nessuno è escluso.
Dalla religione alle silenziose
guerre economiche, passan-
do per il metaverso, fino al la-
to oscuro dell’ambientalismo.
Il grande ritorno sulle scene
del comico italiano più spiaz-
zante, caustico e odiato di tut-
ti i tempi, come non lo avete
mai visto”.
di Castelbianco i magistrati di
piazzale Clodio contestano i
reati di corruzione per atti con-
trari ai doveri d’ufficio, corru-
zione per l’esercizio della fun-
zione, rivelazione e utilizzazio-
ne di segreti d'ufficio. In questa
vicenda sei posizioni hanno già
chiesto il patteggiamento con
pene che vanno dai 4 mesi e due
anni di reclusione. La decisione
su abbreviati e rinvii a giudizio
è attesa per il 6 giugno.
V.B.
U
no stop all’abbattimento dello stadio Meazza: pri-
ma serve una relazione sul nuovo progetto propo-
sto da Milan e Inter che lo vogliono demolire per
costruire nell’area accanto un nuovo impianto. Lo stop
non è riuscito a Vittorio Sgarbi, ma ora lo impone il Con-
siglio di Stato, con un provvedimento del 30 gennaio
2023 arrivato all’avvocato Veronica Dini che segue il ri-
corso contro l’abbattimento dello stadio di San Siro. La
storia inizia nel 2020, quando due portavoce di Europa
Verde, Andrea Bonessa e Mariolina De Luca, presentano
al presidente della Repubblica –come previsto dalla legge
– un ricorso straordinario contro l’abbattimento del
Meazza, struttura di valore architettonico e icona simbo-
lico-culturale di Milano. Nel 2019 e poi ancora nel 2021, il
progetto di Milan e Inter ottiene dalla giunta comunale di
Giuseppe Sala la dichiarazione di “pubblico interesse”.
Ma intanto maturano due fatti: l’impossibilità di abbat-
tere il Meazza prima del 2026, perché dovrà ospitare la
cerimonia inaugurale delle Olimpiadi Milano-Cortina:
allora anche il secondo anello dello stadio avrà compiuto
70 anni, maturando il vincolo di legge che ne impedisce
l’abbattimento. E il nuovo progetto dei due club adesso
prevede l’abbattimento totale dello stadio, cancellando
anche la sopravvivenza iconica del Meazza (una delle torri
laterali) che era prevista nel primo progetto. Così il Con-
siglio di Stato pretende ora di avere una relazione aggior-
nata sull’operazione San Siro. I fondi esteri attuali pro-
prietari dei due club, con i conti in rosso, vogliono l’ab-
battimento del Meazza per far scattare la legge sugli stadi,
che premia chi distrugge un vecchio impianto per realiz-
zarne uno nuovo: concedendo volumetrie immobiliari
che permetterebbero di risanare i conti (con la realizza-
zione, in questo caso, di un grattacielo a uffici di 17 piani,
del centro commerciale urbano più grande d’Italia e altre
meraviglie). Ma il Consiglio di Stato ha deciso che, prima
di prendere una decisione, vuole un rapporto aggiornato
sul progetto, che nel frattempo è cambiato. Il ministero
della Cultura dovrà presentare una relazione integrativa,
che dovrà essere prodotta dalla giunta del sindaco Sala,
con “l’aggiornamento progettuale e il cronoprogramma
dei lavori”. Questa dovrà essere mandata ai ricorrenti e ai
club, che potranno fare le loro controdeduzioni e repliche.
Prima della decisione del presidente della Repubblica.
GIANNI BARBACETTO
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
PAPER FIRST
\/
RISCHI SUL DEFICIT
Superbonus,
per Eurostat zero
impatti sul debito
I
crediti fiscali generati dai
bonus edilizi non avranno
alcun impatto diretto sul de-
bito pubblico, ma rischiano di
averlo nella contabilizzazione
temporale del deficit: tutto di-
penderà dall’Istat. L’audizione
di ieri nella Commissione fi-
nanze del Senato del direttore
di Eurostat Luca Ascoli ha fatto
chiarezza dopo diversi allarmi
apparsi sui giornali.
La questione riguarda l’ef-
fetto sui conti pubblici che po-
trebbe avere la classificazione
di “pagabili” dei crediti fiscali
generati da Superbonus etc.
Nei giorni scorsi, il Sole 24 Ore
aveva parlato del rischio di un
impatto fino a 110 miliardi sul
debito pubblico se ciò avvenis-
se. Ascoli ha spiegato che così
non è e che in nessun caso que-
sti crediti possono impattare
sul debito, visto che il loro pro-
filo è già scontato nei saldi di bi-
lancio. Diverso è il caso dell’im-
patto contabile sul deficit: se i
crediti verranno considerati
“pagabili” l’impatto lo si avrà
tutto già dal primo anno e non
in cinque come previsto. Per
stabilirlo, però, Eurostat atten-
de che sia Istat a decidere sulla
“pagabilità” dei crediti e questo
avverrà a breve. “Stiamo discu-
tendo e non abbiamo ancora
concluso”, ha spiegato il diri-
gente Eurostat. Molto dipen-
derà dalla quota di crediti che
alla fine non saranno “usati”
nella stima di Istat: più alta sa-
rà, meno il nuovo regolamento
impatterà sui conti del 2022. I
5Stelle esultano e parlano di
“detrattori del Superbonus
smentiti”. L’impatto sul deficit
potrebbe però creare qualche
problema, visto che gonfiereb-
be il disavanzo dell’anno scor-
so. Nel lungo termine, ovvia-
mente, nulla cambierebbe.
\/
NICOLA, 82ENNE EX DIRIGENTE
Insider trading, Bulgari
condannato a Parigi
NICOLA BULGARI, ex dirigente
q della gioielleria Bulgari, di proprietà
del gruppo francese Lvmh, è stato condan-
nato a Parigi a una multa di 1,2 milioni e la
sua società “Tara” a 5,5 milioni, per ope-
razioni borsistiche collegate con il gigante
del lusso nel 2016. La pena, patteggiata
con la procura nazionale finanziaria, pre-
vede anche una pena di 9 mesi con la con-
dizionale per Bulgari, ritenuto colpevole di
insider trading. L’uomo, 82 anni, ha am-
messo di aver realizzato operazioni di ac-
quisto e rivendita di azioni di Lvmh in base
a un’informazione ottenuta il 5 luglio 2016.
"Ho 82 anni - ha risposto Bulgari alla giu-
dice -, ho pochissima memoria e non mi ri-
cordo le persone che mi hanno suggerito di
farlo”. Mi sento colpevole”, ha aggiunto.
“A sinistra, da capo”: Bettini
dialoga con Gotor e Carugati
NUOVO APPUNTAMENTO alle 18 di oggi
su ilfattoquotidiano.it e sui canali social del
Fatto e di Paper First con i Dialoghi a sinistra, il
ciclo di incontri sull’attualità politica a partire
dal libro di Goffredo Bettini, A sinistra, da capo
LE PROTESTE
Manfredonia contro il maxi-deposito Gpl
“vecchio” di 30 anni. Governo pronto all’ok
I
l gpl dovrebbe scomparire nel 2035 eppure a Manfre-
donia, nel Foggiano, la comunità combatte da quasi 30
anni contro la costruzione del più grande impianto di
stoccaggio d’Europa. Un mega-impianto da 60 mila metri
cubi progettato negli anni 90 e ancora oggi sogno della E-
nergas spa. Un deposito costiero con chilometri di tuba-
zioni che dal mare dovrebbero trasportare il carburante
nei 12 serbatoi da 5 mila metri cubi passando sopra a ter-
reni, parchi archeologici e persino a pochi metri da una
base militare Nato. A quel progetto si sono detti tutti con-
trari: la Regione Puglia, il Comune di Manfredonia, i cit-
tadini che con un referendum hanno raggiunto il 95% dei
“no”. Anche la Chiesa è scesa in piazza: è stato l’arcivescovo
Franco Moscone a promuovere la manifestazione che ieri
ha portato in strada studenti, famiglie, movimenti e par-
titi politici. “Se vogliamo costruire il futuro di questa, come
di qualsiasi altra città – ha detto – non possiamo più rifarci
a progetti vecchi di 25 anni”. In realtà il progetto non è an-
cora cancellato: dopo un’interminabile battaglia legale tra
pareri, ricorsi e giudizi dei tribunali amministrativi, la pal-
la è sul tavolo di Giorgia Meloni. La Presidenza del Con-
siglio, infatti, ha il potere di superare la controversia in-
\/
PER LA PRIMA VOLTA
Corte di Cassazione,
una donna al vertice
SI CHIAMA Margherita Cas-
q sano e sarà la prima donna nel-
la storia italiana a guidare la Corte di
Cassazione. La sua nomina è stata
proposta ieri all’unanimità dalla
Commissione per gli incarichi diret-
tivi del Csm. Il voto finale è stato fis-
sato per il 1º marzo in una seduta di
plenum presieduta dal capo dello
Stato, Sergio Mattarella. Attualmen-
te presidente aggiunto della Cassa-
zione, in passato è stata consigliera
togata del Csm, eletta con il gruppo di
Magistratura Indipendente. La pro-
posta di nominare Cassano al vertice
della Corte è stata avanzata dal rela-
tore, il togato indipendente Andrea
Mirenda.
(Paper First, 18,00 euro). A due giorni dalla
chiusura delle Regionali in Lazio e Lombardia
e a meno di due settimane dalle primarie dem
del 26 febbraio, Goffredo Bettini, tra i padri
fondatori del Pd, e Miguel Gotor, assessore
alla Cultura di Roma Capitale, con Andrea
Carugati, giornalista politico de il manifesto,
dialogano sulle prospettive della sinistra.
sorta tra società ed enti locali e autorizzare l’impianto. Un
rischio avvertito da molti come particolarmente concreto
visto che qualche mese fa, un comunicato stampa di Pa-
lazzo Chigi annunciava l’autorizzazione che in realtà non
c’è ancora stata e che potrebbe arrivare anche dal prossimo
Cdm. Ieri a protestare c’era anche Gianni Rotice, il sindaco
eletto col sostegno del centrodestra nel 2021 dopo anni di
commissariamento per le infiltrazioni mafiose nel Comu-
ne di Manfredonia: “Dalle forze di governo mi aspetto un
atto di coerenza e responsabilità, un gesto d’amore per la
città, dicendo definitivamente no a Energas” ha detto il
primo cittadino. “I terreni interessati dai 60 mila metri cu-
bi di serbatoio – ha detto l’europarlamentare foggiano del
M5S, Mario Furore – sono siti di importanza comunitaria
e zone di protezione speciale, già oggetto di procedura di
infrazione. Abbiamo presentato una interrogazione alla
Commissione Ue chiedendo di bloccare questa opera per-
ché il futuro è delle rinnovabili, del turismo sostenibile e
del sostegno alle piccole e medie imprese e su questi obiet-
tivi lavoreremo in sinergia con i consiglieri Gianluca To-
taro e Raffaele Fatone e del Foggiano”.
FRANCESCO CASULA
\/
PRESIDENTE DIMISSIONARIA
Acea, l’inceneritore
dietro l’addio di Castelli
IL FUTURO INCENERITORE di
q Roma alla base delle dimissioni di
Michaela Castelli da presidente di Acea
Spa. A quanto risulta al Fatto, la manager
nominata da Virginia Raggi a capo della
multiutility romana – con mandato in sca-
denza fra 2 mesi –non avrebbe condiviso le
modalità con cui la società starebbe per a-
vanzare la proposta per la realizzazione
dell’impianto voluto dal sindaco Roberto
Gualtieri. Queste, dunque, le “ragioni per-
sonali”che l’avrebbero spinta a dimettersi.
Sulla decisione, invece, non avrebbe influi-
to l’inchiesta giornalistica portata avanti
da Repubblica sulle presunte pratiche ses-
siste delle quali l’Ad Fabrizio Palermo è sta-
to accusato da parte di alcune hostess
dell’ex società esterna Cosmopol.
ZOOM l 13
THE WINNER IS
GINO PAOLI A SANREMO:
LA VITA IN UNA STANZA
, UNA DICE non sono nuda,
ma mi penso libera, uno
canta e intanto sfascia il palco, un
altro strappa la foto di un costume
di carnevale, un altro ancora si cala
le braghe e rivendica le mutande;
uno va in platea e bacia sulla bocca
quello di prima, un’altra dice l’Italia
è un paese razzista (applausi), pe-
rò sta migliorando (applausi),
un’altra ancora davanti a una car-
rozzina vuota dice che ogni donna
senza figli ha il complesso di non
averli avuti (non volerli, no?)… Nu-
meri nemmeno da teatro, magari.
Numeri da circo, nient’altro che
numeri di un circo truccato da a-
stronave, piccole pagliacciate truc-
cate da eventi, il Bianco e l’Augusto
con le barbe finte.
Ma adesso, direbbe Mina, arriva
lui. Giacca crema da anziano gan-
gster, baffo spiovente da bandole-
APPARIZIONI
SONO BASTATE
DUE PAROLE
A SBARACCARE
L’INTERO CIRCO
ro stanco, passo incerto, occhiale
azzurro fumé. Lui: Gino Paoli. “Gi-
no, Gino, evviva, è arrivato il mae-
stro di tutti noi! Ti ricordi quando
eravamo dei ragazzini alle prime
armi quante cose ci hai insegna-
to?”. Lui, per sicurezza, si appoggia
al pianoforte. “Certo che mi ricor-
do. Ah ah ah! Mi ricordo soprattut-
to quella volta che Little Tony al ri-
torno da una tournée scoprì che la
ragazza con cui stava si era fatta
tutti i suoi amici. Allora venne da
me disperato e mi chiese Gino, co-
sa bisogna fare quando scopri che
la tua donna ti ha fatto fesso? Ven-
ne da me a chiedermelo, capito?
Ah ah ah!”.
Silenzio. Gelo in sala. Sapore di sa-
le. Occhi sbarrati. Sorrisi emipare-
tici. Cos’era successo? Era passata
la vita. La bastarda, infame, mera-
vigliosa vita vera. In quel lampo
della memoria c’era una goccia di
vera vita, solo una goccia, ma ba-
sta una goccia di vita vera per scio-
gliere tutta la cartapesta del mon-
do, figuriamoci di Sanremo. “Gino,
Gino, lasciamo perdere i tempi an-
dati!” “Ma non ero il vostro mae-
stro?” “Sì, sì, ma ora cantaci Il cielo
in una stanza”. E lui, sempre appog-
giato al pianoforte, la canta. La
canta di malavoglia, di straforo,
mezzo brillo e mezzo stonato; ma
la canta davvero. La vita in una
stanza. Grandioso.
NANNI DELBECCHI
14 l ECONOMIA
RIECCOLI • Austerità La pessima proposta della Commissione
» Marco Palombi
D
iciamo che l’aria che
tira a Bruxelles non
pare buona: alla riu-
nione dei ministri
delle Finanze Ue di ieri s’è ca-
pito intanto che il Patto di Sta-
bilità rientrerà pienamente in
vigore dal 2024, senza nessuna
nuova proroga, e che la sua ri-
forma è dunque “u r ge n t e ”
(Paolo Gentiloni), ma difficil-
mente sarà una buona notizia
per l’Italia (e, dunque, per l’Eu-
ropa). La base di discussione,
com’è noto, è la proposta avan-
zata a novembre dalla Com-
missione Ue, che dovrebbe
portare a un testo condiviso dai
governi entro il Consiglio euro-
peo di fine marzo e a quel punto
lasciare la palla (per poco)
all ’Europarlamento: i rischi
che il continente – e il nostro
Paese in particolare – sia nuo-
vamente avviato a un equilibrio
di bassa crescita e maggiori di-
suguaglianze è altissimo.
CHE LE REGOLE FISCALI Ue va-
dano riformate ormai è consa-
pevolezza diffusa: decisamente
pro-cicliche (ti spingono solo
in discesa), ossessivamente bu-
rocratiche e persino largamen-
te inefficaci. Lo stesso Mario
Draghi, che pure ne fu uno de-
gli sponsor, ha detto che “sono
inadeguate: lo erano e lo sono
di più per l’uscita dalla pande-
mia. Dovremo concentrarci su
un forte slancio della crescita
per assicurare la sostenibilità
dei conti pubblici”. È quello che
dice di voler fare la proposta
della Commissione, che in real-
tà fa esattamente il contrario:
razionalizza e prova a rendere
più stringente un cappio che
Bilanci Niente proroga: nel 2024 in vigore le regole
sui conti. Ora Bruxelles cerca l’intesa sulla sua riforma:
ecco perché sarebbe peggio del vecchio sistema
prima faticava a funzionare.
Tanto è vero che riesce a far
contenta gente come la vice-
premier olandese Sigrid Kaag
(“le riduzioni del debito devono
essere misurabili e le sanzioni
progressive: servono bastone e
carota”) e il ministro delle Fi-
nanze tedesco Christian Lin-
dner (“abbiamo bisogno di un
percorso affidabile di riduzione
dei disavanzi”).
E allora cosa propone Bru-
xelles? Via tutto il bric-à-brac
degli zero virgola annuali, via
regole mai rispettate tipo la ri-
duzione del debito pubblico di
un ventesimo l’anno della quo-
ta che eccede il 60% del Pil, via
pure il calcolo dell’output gap,
del Prodotto potenziale e delle
altre porcherie con cui si è co-
stretto i Paesi a bassa crescita a
crescere ancora meno.
La Commissione propone
un “percorso di aggiustamen-
to” del bilancio dei “reprobi”
della durata di 4 anni, che pos-
sono diventare 7 a richiesta in
cambio di riforme (il modello
Pnrr), il tutto “sulla base della
sua metodologia di analisi della
sostenibilità del debito” (ci tor-
neremo). Dopo la presumibile
trattativa Commissione-Stato,
il piano finisce al Consiglio eu-
ropeo (i governi) che ha potere
di veto. I parametri da rispetta-
re sono più semplici: intanto
un tetto alla “spesa primaria
netta”, vale a dire al netto degli
interessi sul debito e dei sussidi
Tornano i vincoli Ue: i pericoli
del “nuovo” Patto di Stabilità
di disoccupazione; poi un defi-
cit “credibilmente sotto al 3%
del Pil” e un debito in discesa
nell’intero periodo del piano.
SÌ DELL’EUROPARLAMENTO LEGA FI E FDI VOTANO CONTRO, IL GOVERNO AVEVA DATO L’OK
Auto: dal ’35 stop benzina e diesel
» Nicola Borzi
• VIA LIBERA DEFINITIVO
dell’Europarlamento con 340
“sì”, 279 “no” e 21 astenuti
all’accordo Ue di novembre sul-
lo stop a nuove immatricolazio-
ni di veicoli a motore endoter-
mico (benzina e diesel) dal
2035. La norma fa parte del
pacchetto “Fit for 55”per azze-
rare le emissioni di CO2 con o-
biettivi intermedi nel 2030.
L
a Commissione presenterà
entro il 2025 metodi per
valutare le emissioni di
CO2 nell’intero ciclo di vita di
auto e furgoni. Ora il Consiglio
Ue dovrà approvare il testo. Gli
europarlamentari italiani di Fi,
Lega e FdI hanno votato com-
patti “no”, mentre si è sgreto-
lato l’asse tra Socialisti e Popo-
lari, con il Ppe diviso. Il regola-
mento ha incassato i “sì” di
Le sanzioni pecuniarie, mai ap-
plicate, sono ridotte rispetto a
ora ma quasi automatiche e
comprendono il blocco dei fon-
M5S, S&d, Verdi, Sinistre e gran
parte dei liberali di Renew.
“Il governo ha manifestato a
più riprese perplessità su tempi
e modi che ha stabilito l’Europa
per superare i motori a benzina
e diesel. L’automotive italiana
rappresenta il 20% del Pil e dà
lavoro a 250mila persone”, ha
scritto il ministro dell’Ambien-
te Gilberto Pichetto. “Decisio-
ne folle e sconcertante, contro
industrie e lavoratori, a tutto
vantaggio di imprese e interes-
si cinesi. Ideologia, ignoranza o
malafede?”, ha detto il vicepre-
mier e ministro delle Infrastrut-
ture e Trasporti, Matteo Salvini.
“Gli europarlamentari di FdI, FI
e Lega votano contro mentre i
rappresentanti del governo al
Coreper hanno dato il via libera.
È il tentativo di strumentalizza-
re una discussione fondamen-
tale per il futuro dell’industria i-
taliana ed europea, serve
di europei; il premier del Paese
che non rispetta il percorso do-
vrà presentarsi all’Europarla-
mento per giustificarsi (sanzio-
ne “reputazionale”).
QUAL È IL PROBLEMA? Ce ne so-
no parecchi. Intanto lo spirito
della proposta. Come ha scritto
sul Fatto l’economista Gustavo
Piga, la parola più usata è “de-
bito” (96 volte contro le 34 di
un’ammissione di responsabi-
lità di chi governa invece di na-
scondersi dietro alla mancanza
di una politica industriale”, at-
tacca Brando Benifei, capo de-
gli Eurodeputati Pd.
“È una conferma attesa che
ci spinge a concentrarci ancor
più sulla gestione di una tran-
sizione industriale epocale e
non priva di difficoltà, che non
possiamo limitarci a subire. Le
imprese della filiera, specie
quelle della componentistica
per i motori tradizionali, devo-
no poter contare su misure di
supporto agli investimenti”, ha
detto il direttore generale
dell’associazione produttori
auto (Anfia), Gianmarco Gior-
da. “È una buona notizia per la
salute di 500 milioni di europei:
ogni anno per l’inquinamento
atmosferico sparisce una città
da 400mila abitanti”, afferma
il presidente della Società ita-
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
“crescita”), i concetti “sor ve-
glianza”e“monitoraggio”com-
paiono 70 volte, la “spesa” pub-
blica 41, ma solo per dire che va
ridotta, “occupazione/disoccu-
pazione” solo 6 volte. Lo spirito
della proposta pare chiaro. Nel
merito è anche peggio: in breve
i punti maggiormente critici.
1) La riforma proposta au-
menta le asimmetrie europee,
visto che introduce “un quadro
liana di medicina ambientale
(Sima), Alessandro Miani.
“L’agenzia europea per l’am-
biente stima 593.700 anni di
vita persi ogni anno solo in Ita-
lia per le polveri sottili e altri
200.700 per gli ossidi di azoto,
con costi tra 24 e 34 miliardi nel
nostro Paese . Un veicolo su 4 in
Italia ha oltre 15 anni e il parco
auto continua a invecchiare. Le
auto ibride sono solo il 2,9% del
totale, quelle solo elettriche
addirittura lo 0,3%. I trasporti
privati causano il 23% dell’in-
quinamento atmosferico”,
conclude Miani. Secondo un
sondaggio di Zebra Technolo-
gies Corporation, un italiano su
5 si dice pronto a comprare
un’auto elettrica ma a patto di
pagarla meno di 30mila euro.
La sostenibilità è una priorità
per l’auto per l’87% dei “mil-
lennial”, il 78% della “Gen X” e
il 76% dei “Baby Boomer”.
L’INTESA
PER IL CONSIGLIO
DI FINE MARZO
“È URGENTE”. Così
il Commissario Ue, Paolo
Gentiloni, ha definito
l’accordo da trovare
sulla riforma del Patto
di Stabilità, che torna
pienamente in vigore
dalla prossima sessione
di bilancio (in autunno):
l’idea è arrivare a un testo
condiviso tra i governi
al Consiglio Ue di fine
marzo; poi la palla passa
all’Europarlamento
puntando all’approvazione
definitiva entro l’estate
di sorveglianza” che “differenzi
maggiormente i Paesi tenendo
conto delle loro sfide in materia
di debito pubblico”. Una dispa-
rità fatta regolamento.
2) La Commissione giudi-
cherà la sostenibilità del debito
dei Paesi - Italia e Grecia saran-
no di sicuro “ad alto rischio”, un
mirino sulla schiena mostrato
ai mercati - grazie a un suo al-
goritmo col quale fisserà varia-
bili tipo i tassi d’interesse o il
tasso di crescita strutturale del
Pil (rientra dalla finestra l’out-
put gap): possibili storture, a-
busi ed errori sono fuori scala.
3) La Commissione si attri-
buisce un potere abnorme e
fuori dai Trattati: propone un
piano di 4-7 anni, sorvegliando
e sanzionando i cattivi (anche a
livello reputazionale, cioè an-
cora: esponendoli ai mercati).
Gli elettori di uno Stato, cam-
biando col voto governo e Par-
lamento, non potranno però
cambiare il piano di Bruxelles:
se la politica economica non è
un fatto politico, la politica non
è un fatto democratico.
4) La regola della spesa cor-
rente - in cui comunque ci sono
cose come gli stipendi di medici
e insegnanti - unita al deficit
sotto al 3% (che ovviamente ri-
guarda pure gli investimenti) e
al debito in calo disegna una
nuova stagione di austerità per
Paesi come l’Italia. Il nuovo si-
stema è pro-ciclico come quello
vecchio, che – giova ricordarlo
– ha ammazzato il Pil finendo
per aumentare il peso del debi-
to. L’Italia, per di più, ha pochi
ammortizzatori sociali e in ge-
nere finanzia gli interventi an-
ti-crisi con misure discreziona-
li: così potrà farlo solo copren-
do la spesa via tagli o tasse.
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
L’INCHIESTA/1 • L’audio esclusivo di Pinault, n. 1 di Kering
» Stefano Vergine
“Q
uando guardia-
mo alle statisti-
che italiane ab-
biamo la sensa-
zione, per essere molto chiari,
che Gucci sia protetta da an-
ni. Non sappiamo come, ma
abbiamo meno problemi de-
gli altri, molti meno proble-
mi, e non ne vediamo il mo-
tivo. Ci chiediamo: siamo
protetti perché compriamo la
protezione?”. È il 4 febbraio
2016 quando François-Henri
Pinault pronuncia queste pa-
role. Il miliardario francese,
amministratore delegato e a-
zionista di maggioranza di
Kering, è in riunione con al-
cuni dei massimi dirigenti
della multinazionale, pro-
prietaria di marchi come
Gucci, Yves-Saint Laurent,
Balenciaga, Bottega Veneta e
tanti altri. Pinault ha convo-
cato negli uffici londinesi i
suoi tre più fidati collaborato-
ri. Una riunione a porte chiu-
se per affrontare temi che
preoccupano il settimo uomo
più ricco di Francia. Mentre
parla, di fronte a lui c’è
Je a n - Fra n çois Palus, vice
amministratore delegato; il
direttore finanziario,
Jean-Marc Duplaix; il re-
sponsabile del settore immo-
biliare e fiscale, Carmine Ro-
tondaro.
LE PERQUISIZIONI negli uffici
di Gucci, quelle che porteran-
no la Procura di Milano a sco-
perchiare la più grande con-
testazione fiscale mai avve-
nuta in Italia (chiusa con il
versamento di 1,25 miliardi di
euro da parte di Kering), ini-
zieranno quasi due anni dopo
questa riunione, a novembre
del 2017. Una decina di giorni
prima del meeting di Londra,
però, è successo qualcosa.
L’ong svizzera “Déclaration
de Berne” ha pubblicato un
rapporto per denunciare il
trucco su cui Gucci fa affida-
mento da anni: usare il Can-
ton Ticino per pagare meno
tasse. Il report cita nello spe-
cifico il caso della Lgi, filiale
svizzera di Gucci registrata
nel comune di Cadempino.
La stessa cittadina menzio-
nata da Pinault negli audio
della riunione di Londra. Ec-
cone un estratto:
Pinault: Per gruppi quo-
tati come il nostro, il senso
della storia, lo sappiamo be-
ne a proposito di Cadempino
e dell’Italia, è che non possia-
mo più giocare facendo otti-
mizzazione fiscale nei para-
disi fiscali.
Palus: Ci esploderà in fac-
cia.
Pinault: Per le cose che so-
no in corso, aspettiamo che le
leggi passino e le rispettere-
mo, non anticipiamo le leg-
gi.
Questi audio, ottenuti dal
Fatto e dalla testata francese
Mediapart, dimostrano co-
me il numero uno di Kering,
mai indagato dalla Procura
di Milano per il regime fiscale
utilizzato dal gruppo, fosse
consapevole almeno dal feb-
braio 2016 che la svizzera Lgi
venisse utilizzata per pagare
meno imposte. Secondo i cal-
coli di Mediapart, a partire
Tasse, il patron di Gucci:
“In Italia protetti da anni”
GLI SCOOP
DEL FATTO
E MEDIAPART
QUELLO che leggete
qui a fianco è il primo
di una serie di articoli
che pubblicheremo sul
caso Kering, il gigante
del lusso controllato
dalla famiglia Pinault.
Le rivelazioni sono frutto
di un lavoro d'inchiesta
che il Fatto conduce
da oltre un anno assieme
alla testata francese
Mediapart e al consorzio
internazionale
di giornalismo Eic
(di cui il Fatto fa parte)
JEAN-FRANÇOIS
PALUS
• Vice Ad di Kering, è da
sempre il braccio destro
di François-Henri Pinault
dal 1999 il gigante del
lusso ha infatti regi-
strato artificialmente i
suoi profitti nella so-
cietà svizzera Lgi. Così
facendo ha evitato di
pagare 2,5 miliardi di
euro di imposte, a sca-
pito di Francia (per i
JEAN-MARC
m a r c h i Yv e s S a i n t
DUPLAIX Laurent e Balenciaga)
e soprattutto Italia
• Ancora oggi è il (per Gucci e Bottega
direttore finanziario di Veneta).
Kering, l’uomo dei conti
TUTTO CIÒ senza considerare
il sistema delle finte residen-
ze in Svizzera: uno strata-
gemma utilizzato da almeno
30 dirigenti di Kering, avvia-
to su input di Pinault in per-
sona, come avevamo svelato
un anno fa grazie a una email
interna al gruppo. Quel do-
CARMINE cumento provava quanto il
ROTONDARO miliardario francese fosse
consapevole del trucco usato
• Nel 2016 era il capo dai suoi manager per non pa-
del settore immobiliare e gare le imposte in Italia. Gli
fiscale del gruppo Kering audio scoperti ora dimostra-
no molto di più: dicono che
Pinault sapeva del sistema
con cui il suo gruppo ha sot-
tratto miliardi di euro a Italia
Il 7° uomo più e Francia.
ricco di Francia Nella riunione di Londra,
François-Henri Pinault preferisce usare l’e-
Pinault, Ad spressione “ottimizzazione fi-
di Kering, gruppo scale”, ma il suo braccio destro
proprietario gli ricorda che il gioco è molto
di Gucci, Yves- pericoloso. “Ci esploderà in
Saint Laurent, faccia”, dice infatti Palus che,
Balenciaga e altri oltre a essere il vice ammini-
FOTO ANSA stratore delegato di Kering,
all’epoca era anche presiden-
te di Lgi. Nonostante questa
consapevolezza, Pinault alla
fine ha deciso di continuare a
utilizzare la scappatoia sviz-
zera fino a quando non è stato
costretto a smettere a causa
delle indagini giudiziarie.
CRONACA l 15
Alta moda A Londra, Tutto sommato, alla fine
a Kering non è andata ma-
in una riunione con tre le. Il gruppo ha infatti be-
neficiato di transazioni fi-
fedelissimi, il magnate scali favorevoli, in Francia
come in Italia. Per chiu-
confessa i “trucchi” usati dere i contenziosi la mul-
tinazionale ha pagato in
dal gruppo per pagare tutto 1,6 miliardi di euro:
meno imposte
900 milioni in meno ri-
spetto alle imposte
non versate. Inoltre,
Pinault non è mai stato
indagato né in Francia né in
Italia.
BENCHÉ registrati nel feb-
braio del 2016, i file audio del-
la riunioni di Londra sono
stati consegnati al Tribunale
di Milano solo nel luglio del
2022, quando il contenzioso
fiscale era chiuso da tempo.
La multinazionale ci ha spie-
gato che il resoconto della riu-
nione “costituisce uno degli
atti depositati da Kering nel
fascicolo del procedimento in
corso che coinvolge il signor
Carmine Rotondaro”, il ma-
nager con il quale da anni il
gruppo di Pinault ha intra-
preso una battaglia giudizia-
ria ora in sede civile. Pinault e
Palus si sono rifiutati di di ri-
spondere alle nostre doman-
de sul regime fiscale usato da
Kering: “Sono argomenti sui
quali Kering ha già fornito
spiegazioni e che sono stati
oggetto di procedimenti giu-
diziari che ora si sono chiusi”.
Il gruppo ci ha anche scritto
che le citazioni degli audio
menzionate nelle nostre do-
mande “sono state alterate ed
estrapolate dal contesto, pre-
sentando così un quadro dei
fatti gravemente distorto e
contrario alla realtà”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
16 l CRONACA
COVID-19 • La trattativa per l’acquisto dei vaccini nel 2021
» Sabrina Provenzani
N
uovo capitolo nella sa-
ga delle comunicazio-
ni “segrete” fra la pre-
sidente della Commis-
sione europea, Ursula von der
Leyen, e Albert Bourla, presi-
dente del colosso farmaceutico
Usa Pfizer. Nei primi mesi del
2021, in piena emergenza Co-
vid e nei giorni frenetici delle
trattative per la stipula dei con-
tratti di acquisto dei vaccini an-
ti-Covid tra l’Unione europea e
la multinazionale Usa, von der
Leyen e Bourla si scambiano
messaggi via chat e sms: il ne-
goziato si concluderà con la for-
nitura di 1,8 miliardi di dosi.
Scambi ricostruiti ad aprile di
quell’anno dal New York Times
ma di cui non si riesce ad avere
copia: ora il quotidiano ha fatto
causa all’esecutivo Ue che non
li ha resi disponibili.
La denuncia è stata presen-
tata il 25 gennaio alla Corte eu-
ropea di giustizia. Il Nyt ha
commentato in una nota: “Pre-
sentiamo molte richieste in ba-
se alla legge sul diritto di acces-
so alle informazioni pubbliche
(Freedom of Information).
L’INTERVISTA
t ALEXANDER FANTA IL GIORNALISTA TEDESCO CHE PER PRIMO FECE RICHIESTA DEGLI ATTI
» Cosimo Caridi
BERLINO
C
irca un anno fa, Ale-
xander Fanta, giorna-
lista di netzpolitik.org
specializzato in politi-
che digitali, ha chiesto alla
Commissione Ue una copia dei
degli sms scambiati tra Ursula
von der Leyen e il ceo di Pfizer,
Albert Bourla. Poco prima, il
New York Times aveva rico-
struito la negoziazione per l’ac-
quisto di 1,8 miliardi di vaccini,
parte avvenuta tramite mes-
saggi sui cellulari: “Seguo da
anni il fenomeno delle comu-
nicazioni ufficiali via sms. Non
è un tema che sembra interes-
sare molto il pubblico, ma que-
sta storia ho pensato che an-
dasse approfondita”.
Perché è importante?
È uno dei più grandi accordi
sanitari che l’Ue ha fatto in de-
cenni. In più c’è la natura di
questo contratto: i Paesi han-
no fatto un acquisto collettivo
di vaccini, che sono un bene di
altissimo profilo. Penso che
specialmente nelle questioni
di sanità sia vitale rendere tut-
to trasparente.
Cosa ha risposto l’Ue alla
sua richiesta di accesso?
La risposta ufficiale è che nes-
sun documento rispondeva al-
le informazioni che chiedevo.
Mi hanno detto che erano con-
versazioni effimere e non veni-
vano considerate documenti.
Hanno cercato di aggirare do-
manda e regolamenti, non
Il Nyt fa causa all’Ue: “Pubblichi
sms tra Von der Leyen e Pfizer”
CHAT E SMS, POI
L’ACQUISTO DI 1,8
MILIARDI DI DOSI
È IL FEBBRAIO 2021.
Preoccupata per la
campagna di vaccinazione
in Europa e dai ritardi
nelle consegne di
AstraZeneca, Ursula von
der Leyen intavola una
trattativa con Albert
Bourla, Ad di Pfizer.
Quell’interlocuzione,
condotta via chat e sms
e rivelata dal New York
Times, apre la strada a un
contratto da 1,8 miliardi di
dosi, il più grande appalto
mai concluso dall’Ue.
“Ma quali messaggi effimeri,
il contenuto deve essere noto”
Non possiamo fare commenti
su questa in particolare”.
LA VICENDA si trascina da mesi.
Già nel gennaio 2022 il media-
tore europeo, l’Ombudsman
(Difensore civico) Emily
O’Reilly, dando seguito alla ri-
chiesta del giornalista tedesco
Alexander Fanta, aveva verifi-
cato gravi omissioni da parte
della Commissione nel tentare
di recuperare quei messaggi:
gli uffici non avevano chiesto e-
splicitamente alla presidente
di cercarli. La O’Reilly aveva
concluso che l’esecutivo non a-
veva osservato il regolamento
sulla trasparenza. Il 29 giugno
2022 arriva la risposta della vi-
cepresidente della Commissio-
ne e Commissaria alla Traspa-
renza, Vera Jourova: “La Com-
missione ritiene di non aver
trattato la richiesta in modo ‘ri-
stretto’ e può confermare che la
hanno risposto nel merito. Ho
avuto l’impressione che stesse-
ro barando.
Pensa che le abbiano rispo-
sto così perché lavora per
un media piccolo, che non
poteva fare tanto rumore?
Quando sono arrivato a Bru-
xelles nel 2018 non avevo abba-
stanza contatti e supporto per
fare questo tipo di richieste. Mi
mancavano le fonti all’interno
delle istituzioni. Quando ho
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
ricerca intrapresa dal Gabinet- sto di escludere Pfizer dal Regi-
to del presidente per i messaggi
di testo pertinenti alla richiesta
stro dei lobbisti ammessi a
Strasburgo e a Bruxelles, dopo
di accesso ai documenti non ha che Bourla ha evitato per due
prodotto risultati”. Insomma, volte di confrontarsi con la
le prove della trattativa da mi- commissione Covid che voleva
liardi sarebbero sparite. La giu- sentirlo proprio sui dettagli di
stificazione? Ancora la Jouro- quel negoziato. La cui prima fa-
va: “Quando un documento re- se, ha appurato la Corte dei
datto o ricevuto dalla Commis- Conti Ue, è stata condotta dalla
sione non contiene informa- von der Leyen in persona, con
zioni importanti e/o è effimero una procedura inusuale visto
e/o non ricade nella sfera istitu- che l’iter tradizionale prevede
zionale di responsabilità dell’i- trattative preliminari condotte
stituzione non soddisfa i criteri da alti funzionari di Commis-
per la registrazione e, pertanto, sione e Stati membri. A metà
non viene registrato. Tali docu- gennaio la presidente del Par-
menti effimeri non vengono lamento Ue, Roberta Metsola,
conservati e, di conseguenza, ha raccolto la richiesta della
non sono nelle disponibilità Commissione Covid di convo-
dell’istituzione”. care von der Leyen, che non ha
Nel frattempo però sui con- ancora risposto. Come per
tratti ha aperto una inchiesta la Bourla, è una richiesta non vin-
Procura europea e la commis- colante ma un rifiuto gettereb-
sione di inchiesta sul Covid be un’ombra sulla presidente e
dell’Europarlamento ha chie- sull’istituzione che guida.
ma tutti i documenti. La Com-
missione ha ribadito che ren-
derà pubblico solo ciò che c’è
negli archivi ufficiali. In casi
come questo tutti i documenti
dovrebbero essere trascritti e
accessibili per principio
È normale che rappresen-
tanti istituzionali e azien-
de negozino attraverso co-
municazioni private?
Questo tipo di comunicazioni
non possono essere considera-
te private. Non tra un rappre-
sentante commerciale e il ne-
goziatore di un’istituzione. Ac-
cade sempre più spesso, anche
se non sono la parte finale
dell ’accordo. Un caso
recente è quello degli
sms tra il ministro delle
Parti in causa Finanze tedesco Chri-
La presidente Ue stian Lindner e l’ad di
Von der Leyen Porsche.
e Bourla (ceo Quando potremo
Pfizer). In basso, leggere questi sms
Alexander Fanta cosa vedremo?
FOTO ANSA Non lo so, ma questa è
una lotta che va fatta per
principio. Se le istitu-
zioni sanno di essere controlla-
deciso di lavorare su questi sms te, che le stiamo osservando, a-
sono arrivato fin dove ho potu- vranno molto più rispetto e at-
to. Né io, né il mio giornale a- tenzione nelle cose che fanno.
vevamo la forza di andare oltre, Non penso ci siano cose terri-
quindi sono contento che il Nyt bili in quegli sms. Credo sia più
abbia fatto causa alla Commis- una questione di morale dei
sione, dà l’opportunità a media nostri governanti, devono sa-
più piccoli di fare richieste si- pere che non possono avere
mili in futuro. questo tipo di conversazione
Il Nyt ha fatto causa per senza che diventi pubblica. La-
leggere i messaggi? vorano con i nostri soldi, è il
Non solo, da quanto capisco minimo chiedergli di essere
non sta chiedendo solo gli sms, trasparenti.
LA COMMISSIONE
UK, VIA ALL’INCHIESTA
SU GESTIONE PANDEMIA
È
iniziata ieri a Londra con un’audi-
zione preliminare l’inchiesta indi-
pendente sulla gestione del Co-
vid-19, che dovrà valutare errori e ne-
gligenze delle autorità britanniche.
“Una impresa estremamente difficile
e senza precedenti”, l’aveva presen-
tata la presidente Heather Harriet,
magistrato oggi alla Camera dei Lor-
ds, promettendo massima trasparen-
za come contraltare alla carenza di in-
formazioni nel corso della pandemia.
Ogni passaggio sarà pubblico: le u-
dienze, virtuali, si potranno seguire in
streaming su YouTube e su un sito de-
dicato, dove sono già disponibili ag-
giornamenti, regole di ingaggio, o-
biettivi, documenti depositati e la tra-
scrizione delle udienze. Harriet ha or-
ganizzato il materiale in tre moduli: il
primo, reazione e preparazione, per
valutare il livello di preparazione e
prevenzione delle autorità: fra le parti
in causa, le associazioni dei familiari
delle vittime che sono state uno dei
grandi motori di questa indagine e
che sono stati pubblicamente critici
sia della gestione della pandemia che
della decisione di Harriet di non am-
mettere testimonianze individuali. Il
secondo approfondirà il tema scot-
tante dei processi decisionali e della
governance politica: per esempio la
PUBBLICO
I CITTADINI
POTRANNO
SEGUIRE
I LAVORI ONLINE
scelta dell’allora ministro della Salute
Matt Hancock di trasferire pazienti
dagli ospedali alle case di cura senza
test accurati, che ha portato la pande-
mia negli istituti per anziani, deci-
mandoli. A proposito di trasparenza,
sappiamo che molte decisioni cruciali
in quei giorni furono prese con mes-
saggi whatsapp in modalità a scom-
parsa, non quindi via canali istituzio-
nali di cui sarebbe rimasta traccia.
L’ultimo modulo riguarda l’impatto
della pandemia sui sistemi sanitari
delle 4 nazioni del Regno Unito, spa-
ziando dalla campagna vaccinale agli
appalti al sistema di tracciamento alle
ineguaglianze evidenziate dall’emer-
genza, comprese quelle del sistema
educativo durante il lockdown.
Durante la prima riunione, uno de-
gli avvocati di punta dell’inchiesta,
Hugo Keith, che ha difeso anche Ber-
lusconi e dovrà interrogare l’ex primo
ministro Boris Johnson, ha richiesto il
rinvio di un mese della prima udienza:
molti dei documenti presentati dal
governo hanno necessitato di una e-
norme mole di correzioni manuali che
stanno rallentando il lavoro.
SAB. PROV.
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023 CRONACA l 17

I CONTI CON IL REGIME

.LA MEGLIO GIOVENTÙ.

.CHE STAVA A SALÒ.
» GIANNI OLIVA

Pubblichiamo un estratto del nuovo saggio dello storico Gianni Oliva, “Il

D
purgatorio dei vinti”, in libreria da oggi per Mondadori.

a Dario Fo a Raimondo Vianello, da Ugo Tognazzi a

Walter Chiari, da Giorgio Albertazzi a Enrico Maria
Salerno: e con loro i giornalisti Enrico Ameri e
Mauro De Mauro, il futuro deputato missino Mirko
Tremaglia, lo storico Roberto Vivarelli. Ci sono tan-
ti nomi diventati illustri tra le decine di migliaia di
uomini in uniforme della Repubblica sociale italia-
na che nella primavera 1945 giungono al capolinea
della loro militanza fascista.
Alcuni vengono arrestati dalle truppe angloamericane negli ultimi giorni di
guerra, altri si arrendono per sfuggire alla giustizia insurrezionale, altri ancora
sono consegnati alle truppe alleate da formazioni partigiane moderate. Sono i
“vinti” della guerra civile, i “ragazzi di Salò”, adolescenti o poco più che dopo l’ar-
mistizio dell’8 settembre 1943 hanno scelto la continuità con i valori del com-
battentismo nel quale il Ventennio li ha educati e che in nome di un senso ma-
linteso della patria e dell’onore sono andati volontari a cercare la dannunziana
ILLIBRO “bella morte”. La maggior parte di loro viene ammucchiata nel campo di pri-
gionia di Coltano, alle porte di Pisa, dove resta fino alla fine del 1945 in attesa che
siano verificate eventuali responsabilità in crimini contro i combattenti parti-
giani: il campo è una vasta agricola di 1200 ettari senza l’ombra di un albero,
presidiata da reparti della 92ª divisione americana “Buffalo”.
Di questa esperienza controversa alcuni hanno parlato senza reticenze. Rai-
mondo Vianello, volontario in un reparto di bersaglieri, in un’intervista del 1998
esordisce sornione dichiarando “non rinnego né Sanremo né Salò”, poi continua
con l’analisi della stagione drammatica vissuta dalla sua generazione: prima l’e-
ducazione del Ventennio, con i miti dell’eroismo e della patria; poi la guerra fa-
scista 1940-43, i morti, le sconfitte; poi ancora l’8 settembre, il crollo della na-
» Il purgatorio zione, l’atmosfera diffusa di tradimento. Per un ventenne come Vianello la Re-
dei vinti pubblica sociale significa continuità con la cultura di provenienza: “I giovani che
Gianni sono andati a Salò dovrebbero essere più rispettati, se non altro per i loro ideali
Oliva ispiratori – afferma nell’intervista – Erano spinti dall’idea di non abbandonare
Pagine: 216 la battaglia, anche se destinati a perdere, e questo conferisce dignità morale alla
Prezzo: 21 e scelta. Chi è andato su sapeva di finire male. Non va abiurato”. La riflessione
Editore: Monda- esula da considerazioni su che cosa sarebbe accaduto in Europa se tutto il con-
dori tinente fosse caduto sotto il nuovo ordine dominato da Hitler, ma stabilisce una
distinzione netta tra le responsabilità del regime (“ciò che va rinnegata è l’e-
sperienza del regime, la dittatura, anche perché il fascismo imborghesendosi Da quale parte chele Armando Annichiarico, per tutti Walter Chiari. Nato nel 1924 a Ve-
ha tradito le sue origini socialiste”) e la “buona fede” dei “ragazzi di Salò” che Partigiani rona, dopo un’adolescenza irrequieta tra studi irregolari e lavori improv-
“sono andati a combattere della Rsi non per vincere la guerra, ma per tenere scortano visati, nel 1944 Chiari entra nella Decima Mas di Junio Valerio Borghese
fede alla parola data”. prigionieri fascisti e collabora con alcune vignette satiriche al giornale del reparto, L’Oriz-
(….) Altri non hanno rilasciato interviste specifiche sulle ragioni della scelta, a Milano zonte. Le testimonianze sulla sua esperienza militare non sono concordi.
ma non hanno negato l’appartenenza alla Rsi. È il caso di Enrico Maria Salerno, FOTO LAPRESSE Secondo alcuni, dopo un periodo con i marò del “Principe Nero”, egli si
che arriva al campo di Coltano nel luglio 1945: è un giovanissimo, classe 1926, a aggrega volontario a reparti della Wehrmacht e partecipa alla battaglia
17 anni si è arruolato volontario della Guardia Nazionale Repubblicana. Anche delle Ardenne; dopo la sconfitta germanica sul Reno, egli rientra rocam-
per lui, una scelta di campo figlia dei miti coltivati nella Gioventù Littoria. bolescamente in Italia, dove nel maggio 1945 viene arrestato e imprigionato a
Dell’ambiente di Coltano ha il ricordo del caldo sfibrante e dei maltrattamenti: Coltano. Secondo altri, egli viene catturato a Milano nei giorni della Liberazione
“Attorno al campo, chiuso dai reticolati e dalle torrette di guardia, c’erano pini ma, facendosi credere ex internato militare fuggito dai campi germanici, ottiene
altissimi e ombrosi, ma il campo era al sole cocente, non un albero, non un angolo il rilascio e può rientrare a casa sua a Verona. In ogni caso, la sua adesione alla Rsi
d’ombra”. Rispetto al passato repubblicano, nessuna abiura e nessuna rivendi- è riconosciuta e mai smentita, così come traspare anche da alcune sue battute
cazione da parte sua: semplicemente, la consapevolezza di una stagione difficile, colte dalle cronache: in un teatro di Genova, nel 1975, saluta dal palco “gli amici
attraversata nell’età più fragile, l’adolescenza. E la coscienza di ciò che è stato della prima fila e anche della decima”, in riferimento alla Decima Mas.
diventa lo strumento per un’attività artistica dove la testimonianza democratica Uomo destinato a una brillante carriera universitaria e storico noto per la
è sincera quanto priva di pregiudizi. Non a caso egli esordisce come attore pro- nettezza delle sue posizioni antifasciste è Roberto Vivarelli, classe 1929, che
tagonista ne La lunga notte del ’43, film del regista Florestano Vancini e tratto da nell’estate 1944, appena quindicenne, ottiene di entrare nelle Brigate Nere. I
un testo di Giorgio Bassani, ambientato nella Ferrara del novembre 1943, dove suoi conti con il passato sono lucidi e onesti ed esprimono ciò che molti pri-
per rappresaglia gli squadristi di Salò fucilano dieci cittadini inermi accusati di gionieri di Coltano hanno pensato senza avere il coraggio per esprimerlo: “Se
attività antifascista. qualcuno mi chiedesse se sono pentito di aver combattuto nelle file della Re-
Un altro personaggio dello spettacolo che non ha mai smentito le sue scelte pubblica di Salò, risponderei di no, pur essendo oggi consapevole che la causa
giovanili, e che secondo alcune fonti è stato prigioniero a Coltano, è Walter Mi- era moralmente e storicamente ingiusta”. Riconoscere le motivazioni delle
scelte non significa riabilitare la Rsi, ma evitare
che essa funga da assoluzione per tutti coloro
DA TOGNAZZI A FO E poi Ameri, De Mauro, Salerno, Vianello... I futuri Vip che hanno rimosso il proprio passato di citta-
dini irreggimentati: “Il tribunale speciale, le
che si schierarono da giovanissimi con la Rsi: alcuni poi abiurarono, altri leggi razziali, l’alleanza con Hitler, l’intervento in
guerra al fianco di coloro che sembravano allora
no. Ma riconoscere i motivi delle loro scelte non assolve chi le ha rimosse i vincitori, sono fatti odiosi che ben più di Salò
hanno qualificato il fascismo”.
18 l SECONDO TEMPO IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023

Sci, oro a squadre agli Usa Spal, De Rossi esonerato

Ai Mondiali di Maribor trionfano L’allenatore è stato cacciato dopo soli
gli americani che battono i norvegesi 4 mesi: pesano le ultime due sconfitte
nel parallelo misto. Bronzo al Canada che hanno fatto scivolare gli estensi
e Italia già fuori ai quarti di finale al terzultimo posto. Subentra Oddo

LA SCOPERTA Tracce di botulino nel corpo del poeta

HANNO
AMMAZZATO
PABLO
Neruda è stato avvelenato

P
» Alessia Grossi
ablo Neruda è stato ucciso. Il
corpo del “poeta del corpo” ha
parlato. A quasi 50 anni dalla
sua morte è tutto chiarito.
“C’era una comunicazione fra
sconosciuto e sconosciuto, c’e-
ra un’esigenza, una richiesta e
una risposta anche nelle soli-
tudini più lontane e più remo-
te di questo mondo”, aveva
cantato lui stesso, ambascia-
tore per il governo del Cile a
Parigi, ricevendo il Nobel per
la Letteratura nel 1971, due
anni prima della fine. La fine
IL CELEBRE dei suoi versi e quella della de-
“POSTINO” mocrazia cilena del presiden-
CON TROISI te e amico Salvador Allende.
MICHAEL Radford
diresse nel 1994 E LA RISPOSTA È ARRIVATA, nel
“Il postino”, ispirato 2023, dieci anni dopo la riesu-
al romanzo mazione del corpo, da quelle
“Il postino di Neruda” ossa di una carne “deperita”ed
di Antonio Skármeta. “emaciata” per il lungo dolore
Il protagonista del cancro, finora e per tutti
è Massimo Troisi causa della sua fine. Ma no,
(di cui tra pochi non lo uccise il cancro. A farlo
giorni ricorreranno – lo raccontano ora altre carte,
i 70 anni dalla quelle sudate, vergate con me-
nascita), mentre il no poesia, ma con altrettanta
ruolo del poeta cileno metodica di quelle che Neru-
è di Philippe Noiret da ci ha lasciato, dal Terzo pa-
nel di periti interna-
zionali chiamati a
indagare sul cada-
vere del Premio No-
bel, uomo politico e
militante nato nel
1904 nella piccola
cittadina cilena di
Parral e che da lì
partì per incantare
il mondo – è stato il Clostri-
dium botilinum. Il batterio
del botulino, trovato nei denti
di Neruda già nel 2017, ma che
solo ora, alla terza perizia,
scienziati riuniti dal Canada,
dal Messico, da El Salvador,
dalla Danimarca, dagli Stati
Uniti, dalla Germania e del Ci-
le stesso hanno convenuto si
trovasse nel suo fisico già pri-
ma dell’ultimo respiro e non vi
sarebbe entrato dalla terra
della Isla Negra in cui riposa-
“Confesso che mi hanno ucciso”
A 50 anni dalla morte del Vate
cileno, un team di scienziati avvalora
l’ipotesi dell’omicidio: per la famiglia
il mandante è il dittatore Pinochet
no le ossa del poeta accanto a
quelle dell’ultima musa e don-
na amata, Matilde Urrutia.
“È la pallottola fumante che
conferma l’omicidio”, ha rac-
contato Rodolfo Reyes, avvo-
cato e nipote di Neftali Ricar-
do Reyes Basolato, in arte Ne-
ruda, nell’anticipare il report
che oggi verrà depositato da-
vanti alla Corte penale cilena.
Comunista
Pablo Neruda
(1904-1973)
con la sua terza
moglie Matilde
Urrutia ANSA/
LAPRESSE
È la confessione postuma
dell’autore di Confesso che ho
vissuto: un “Confesso che mi
hanno ucciso”, da parte di Ne-
ruda, che avrebbe dovuto par-
tire per il Messico il giorno
stesso della morte per guidare
un governo in esilio. Una ra-
gione, quindi, per eliminarlo.
Ma è soprattutto la conferma
alla tesi del suo Partito, quello
comunista del Cile,
quello in cui Neru-
da ha militato e
quello da cui si è
sentito anche delu-
so. Lo stesso che
mai ha smesso di in-
terrogarsi sulla
morte di Pablo. E la
tesi vuole il vate della poesia
cilena vittima di uno dei tanti
espedienti che, dal colpo di
Stato di Alberto Pinochet con-
tro Salvador Allende, i nemici
della democrazia perpetraro-
no per togliersi di torno ogni
opposizione. “Un’arma batte-
riologica” lo ha avvelenato, so-
stengono da anni “i compa-
gni” comunisti. Un’arma i-
niettata nell’addome di Neru-
da attraverso una siringa,
quella che secondo il suo ex
autista e amico, Manuel Ara-
ya, il poeta malato avrebbe ri-
cevuto poco prima di spirare,
ricoverato per le gravi conse-
guenze del cancro alla prosta-
ta con metastasi che lo afflig-
geva dal 1969.
Una teoria che non sor-
prende: Allende, il primo pre-
sidente socialista democrati-
camente eletto era caduto to-
gliendosi la vita alla Moneda
da 12 giorni, alle 14 di quell’11
settembre 1973 che segna il
buio per il popolo cileno. La
Giunta militare al potere so-
spende la Costituzione, scio-
glie il Congresso, silenzia la
Corte suprema, elimina i par-
titi, dichiara lo stato d’assedio,
mette al bando le manifesta-
zioni e censura la stampa. Do-
dici giorni dopo spira il Vate
cileno. Seguono gli anni del
terrore, l’Operazione Condor:
qualsiasi forma di opposizio-
ne viene repressa con ferocia;
sono gli anni delle torture, de-
gli elettrochoc, dei dissidenti
rinchiusi nello stadio sede
della Coppa del Mondo del
’62, a Santiago. Quelli della
“Carovana della morte” con-
tro i comunisti, dei campi di
prigionia; gli anni delle esecu-
zioni sommarie, di migliaia di
desaparecidos.
Allora, se la giudice Paola
Plaza oggi confermerà, sulla
base – seppur non vincolante
– del giudizio dei periti, che ci
fu una mano terza ad agire sul
corpo del poeta, lui, Neruda,
non diventerà che la prima, e-
semplare, sacrificale vittima
dei futuri anni bui della ditta-
tura di Pinochet. Lui, il poeta
che il collega della Generazio-
ne del ’27 e drammaturgo Fe-
derico García Lorca – ucciso
a n c h’egli dallo squadrone
delle forze nazionaliste spa-
gnole –presentò all’Universi-
tà di Madrid come “un poeta
più vicino alla morte della fi-
losofia; più vicino al dolore
che all’intelligenza; più vici-
no al sangue che all’inchio-
stro”, in una profezia doppia-
mente auto-inverantesi. Il
corpo di Lorca non è mai sta-
to ritrovato. Su quello di Ne-
ruda, solo oggi, si conoscerà
la verità, perché, beffa della
Storia, avvenuta nel 1973, la
morte del poeta de Le pietre
del Cile e la sua causa sono se-
cretate come da volere di Au-
gusto Pinochet.
IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023
IL COLLOQUIO
“Le relazioni sono un campo
di battaglia che non ha pace”
» Camilla Tagliabue
“A
me interessa la
guerra interiore,
l’energia crimi-
nale che si spri-
giona in ogni relazione”: Dimi-
tris Papaioannou è un artista;
può felicemente eludere le do-
mande dei cronisti su Putin e i
soldati morti per riflettere su se
stesso, sulla propria sensibili-
tà, sul proprio lavoro.
Danzatore, coreografo, re-
gista e pittore – già curatore
della cerimonia d’apertura del-
le Olimpiadi di Atene, vincito-
re dell’European Theater Prize
e creatore di spettacoli inter-
nazionalmente acclamati –Pa-
paioannou torna a Roma,
all’Argentina, con Ink – Play
for two, in una nuova versione
rispetto all’originale del 2020,
blasonato con l’Ubu. In scena il
maestro greco (classe 1964) è
“l’uomo vestito”, accompagna-
to dall’ “uomo nudo” Šuk a
Horn (1997): “Uno è giovane,
l’altro non più; uno entra nella
vita, l’altro sta uscendoci. Tra
loro c’è tensione: il nuovo cerca
LEDATE
di imparare dal vecchio, a costo
‘‘
di ammazzarlo; l’anziano è
fonte di ispirazione e alimento,
» “Ink – Play
for two”
al prezzo di divorare l’al-
tro”. Tra il parricidio di
Edipo e l’infanticidio di
Da domani a Crono, questa è “una
domenica al Teatro vecchia storia di succes-
Argentina di Roma sione”. L’eredità, il rap-
porto tra padre e figlio,
allievo e maestro, o la
Mi interessano
passione tra amanti: so- i conflitti interiori,
no i fili della trama muta
di Ink. Un gioco, un bal- l’energia criminale
lo a due che “è conflitto e
distruzione, rincorren- dentro di noi: più
do il sogno impossibile
di unità, fusione e amo- difficili da fermare
re con l’altro. La relazio-
delle guerre là fuori
ne è un campo di batta-
glia in cui si conoscono
pochi momenti di pace:
LO SPETTACOLO i conflitti interiori sono
di Dimitris difficili da sedare. È for-
Papaioannou torna se più facile fermare le
in una nuova guerre là fuori. Me lo
versione rispetto auguro”.
all’originale del 2020 Ink è “nato come Primal
(già premiata in Matter durante una crisi”: allo-
Italia con un Ubu): ra era socio-economica, ora è
quattro serate, già socio-sanitaria. “La maggior
sold-out, in cui parte dei miei colleghi ha sof-
l’artista è in scena ferto molto il default della Gre-
con Šuka Horn. cia, così come il Covid. Io non
Le musiche sono tanto: ero già un artista affer-
di Kornilios Selamsis, mato, privilegiato. Però ho spe-
dirette e registrate rimentato la mia fase più inti-
dal maestro Teodor ma, mi sono reincarnato, tor-
Currentzis nando in un piccolo studio a la-
vorare, con pochi oggetti, po-
chi performer. Alla fine, consi-
dero questi spettacoli, nati e
fatti con poco, i miei lavori più
D’Amore dirige Servillo
Sono iniziate nel capoluogo campano le
riprese del film “Caracas” del regista
partenopeo. La storia è tratta dall’opera
“Napoli ferrovia” di Ermanno Rea
I Dimitris Papaioannou Il regista, con “Ink-Play for two”,
riflette e danza sul rapporto tra padri e figli (o tra amanti)
forti... E oggi posso affermare 3SULLO SCAFFALE3
che, sì, il mio Paese sta meglio;
Atene è piena di vita”. Forte
della sapienza ancestrale della
L’amore viaggia con “Pizza Girl”
sua terra, a chi gli chiede il sen-
so del “mito oggi”, il regista re-
plica che “un archetipo
non ha età: non è antico
né moderno, né di ieri
tra mamme depresse e cetriolini
né di oggi”. Come quelle
» Carlotta Vissani
S
e g n i p a r t i c o l a r i : d i-
ciott’anni, tediata, in stal-
lo, un impiego da fattori-
na per una mediocre pizzeria di
Los Angeles, un padre stronca-
to di recente dall’alcol, una ma-
dre ansiosa e soffocante, un fi-
danzato così amorevole da ri-
sultare stomachevole e una vita
che le fiorisce in grembo ma
che considera un’erba infe-
stante, qualcosa che rifiuta, per
cui non prova trasporto, non è
una questione di essere pronta
o meno. Di notte lascia il letto
“di coppia” e raggiunge il ca-
“storie che non avvennero mai, panno degli attrezzi con televi-
ma sono sempre”, scrisse Sallu- sore e poltrona sfasciata annes-
stio. “Il mito è fondamentale sa, dove suo padre si rifugiava
anche per costruire uno spetta- dopo devastanti litigate asso-
colo senza parole”, aggancian- ciate quasi sempre a sbronze
do il pubblico in modo istinti- colossali. Come lui, Jane – alias
vo, irrazionale, pre-verbale. “Io Pizza Girl –, beve e fa zapping,
lavoro nel caos: le immagini le lo fa per anestetizzarsi e per al-
trovo durante il percorso; le in- lontanare il pensiero di
contro, ma non le inseguo ra- quell’attesa che subisce in si-
zionalmente. Il corpo è sempre lenzio. La sua monotona routi-
alla base della creazione: è il ne viene ribaltata quando un
burattinaio di se stesso”. mercoledì telefona una donna
L’acqua è il terzo personag- che la scongiura di mettere dei
gio in scena, “origine della vita cetriolini sottaceto sulla pizza
e libido, forza che tutto trasci- preferita del figlio di otto anni,
SECONDO TEMPO l 19
Addio a Libero Casagrande
È morto a 93 anni l’editore ticinese
fondatore dell’omonima casa editrice
creata nel 1949 e punto di riferimento del
panorama culturale della Svizzera italiana
na con sé. Lo sforzo
dell ’uomo è quello di
Bianco e nero imbrigliare il flusso:
Dimitris vuole domarlo e scol-
Papaioannou pirlo. Invano”. Il quarto
e Šuka Horn protagonista è infine il
in “Ink” FOTO polpo: Ink è infatti l’in-
J. MOMMERT chiostro, il nero di sep-
pia, “sperma nero: qui
noi trasformiamo con
un gesto alchemico qualcosa di
carnale – il liquido – in qualco-
sa di spirituale – l’inchiostro
con cui si scrive e dipinge”.
L’artista è “ossessionato dal-
la bellezza del bianco e nero”.
Ama il cinema horror e soprat-
tutto Fellini (“Mi espande l’a-
nima, mi rallegra”), la Grecia
classica e il Rinascimento ita-
liano. “Ma non saprei dire esat-
tamente perché. Non mi inte-
ressa spiegare o intellettualiz-
zare, mi limito a ‘questo mi pia-
ce’, ‘questo non mi piace’ ”. Il
perché, o il senso, lo lascia ai
critici teatrali.
La black comedy d’esordio di Kyoung Frazier
che non mangia da giorni. Sen- Kyoung Frazier, metà coreana
za pensarci su Jane l’acconten- e metà americana, una a cui
ta, li acquista lei stessa. “piacciono i personaggi ai mar-
Dalla prima consegna in Ja- gini, con una morale discutibi-
ne scatta una scintilla, quella le”, che con Pizza Girl confezio-
che la porterà a desiderare che na una storia che non lascia in-
Jenny sia il suo tutto. Tra le due differenti perché scardina, e
s’instaura un legame manda a quel paese,
particolare, ambi- la narrazione univo-
guo, disperato, salvi- ILLIBRO
ca sulla maternità,
fico, destinato a tra- sulle donne, sulla vi-
sformarsi per Jane ta in senso lato. Pagi-
in ossessione amo- ne che offrono una
rosa, attaccamento visione alternativa
morboso, perché gli dell’umano sentire,
unici momenti in cui da considerare e ri-
non pensa a quello spettare, e se non ci si
che sarà il suo futuro riesce è un problema
di lì a pochi mesi so- di chi legge. Il perso-
no quelli con lei. Una naggio di Jane, così
donna più grande, » Pizza girl ben cesellato, tra luci
sposata, a sua volta Jean Kyoung e ombre, conquista,
in difficoltà, lontana Frazier come fa la sua voce
dall ’imm aginario Pagine: 208 su carta, tanto ta-
collettivo che identi- Prezzo: 18,90 e gliente quanto stra-
fica l’essere madre Editore: ziante senza mai
come la cosa più bel- Blackie scadere nel patetico.
la del mondo. Nessuno dovrebbe
Un esordio, forse semi auto- mai essere come gli altri si a-
biografico?, di valore, squisita- spettano sia e no, l’evoluzione e
mente nichilista, schietto, au- il finale, seppur vagamente più
tentico, senza filtri, duro e a- luminoso dell’apertura, non
maro, che strappa risate e spez- hanno il profumo di “redenzio-
za il cuore, quello di Jean ne” che tanti auspicherebbero.
20 l ULTIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO Mercoledì 15 Febbraio 2023

l IL RACCONTO

Il mio voto è stato

solo riparatore:
degno di rispetto
o immorale ?

» Andrea Vitali

U
n voto riparatore è im-
morale oppure è degno
di qualche rispetto? Ai
posteri, come si dice. Per
quanto mi riguarda non me ne
pento. I fatti, adesso. È la do-
menica elettorale, sole calduc-
cio in cielo, sul lago una breva
che definir gentile non è affat-
to esagerato. Incrocio così tal
Bodio Augusto, per gli amici il
Borsa, che mi ferma per chie-
dere se mi ricordo di un tal Ge-
ranio, tuttora residente in pae-
se ma domiciliato dalle parti di
Milano per ragioni di lavoro e
famiglia. Come no!, rispondo.
Bene, fa lui, avresti dovuto ve-
dere com’era incazzato questa
mattina. E ride, ride, differen-
do per un paio di minuti e forse
più la spiegazione per tanta in-
cazzatura. Che infine si rivela
nell’essere tornato in paese, in
treno per di più, col preciso
scopo di votare e aver scoperto
davanti al presidente di seggio
di aver dimenticato il certifi-
cato elettorale. Avresti dovuto
vedere che faccia!, sottolinea il
Borsa, riferendomi che tra l’al-
tro questa sua gitarella eletto-
rale aveva innescato il giorno
prima l’ennesima discussione
con la moglie che da tempo in-
siste affinché lui metta in ven-
dita i tre locali che possiede per
trasferire armi, bagagli e resi-
denza là dove effettivamente
vive. Così adesso, conclude il
Borsa, oltre a essere venuto su
per niente dovrà sentirne altre
dalla moglie. Mi spiace, dico,
perché bastava andare in mu-
nicipio e farsi fare un duplica-
to. Il Borsa mi guarda e ride
ancora. Ti pare che non lo sap-
pia? chiede. E allora perché
non glielo hai detto? ribatto io.
Ma perché sai benissimo per
chi vota lui e così ho tolto un
voto a quelli ! È un po’ una ca-
rognata, no? commento. A la
guerre comme à la guerre, sen-
tenzia il Borsa. Vero. E allora
mi avvio verso la mia sezione
elettorale deciso a votare quel-
lo che il Geranio non ha potu-
to. Che sia lo stesso oppure no
mi sembra privo di importan-
za, anzi, non appena finito di
tracciare la mia ics so di avere
riparato a un torto. E quando
esco dai seggi il sole mi bacia in
fronte.

PROGRAMMITV

06:35 Rassegna stampa 08:00 ...e viva il Video Box 08:00 Agorà 07:40 Chips 07:59 Tg5 06:50 Cartoni animati 06:55 Oroscopo 19:35 Loro chi?
09:05 UnoMattina 08:45 Radio2 Social Club 10:30 Elisir 08:45 Miami Vice 08:44 Mattino Cinque News 08:46 Chicago Fire 07:00 Omnibus 21:15 Black Mass - L'ultimo
09:50 Storie italiane 10:00 Tg2 Italia 12:00 Tg3 09:55 Hazzard 11:00 Forum 10:30 Chicago P.d. 07:30 Tg La7 gangster
11:55 È sempre mezzogiorno 11:00 Rai Tg Sport Giorno 12:45 Quante storie 10:55 Monk 13:00 Tg5 12:25 Studio Aperto 09:40 Coffee Break 23:20 Sotto assedio - White
13:30 Tg1 11:10 I fatti vostri 13:15 Passato e presente 11:55 Tg4 13:46 Beautiful 13:00 Grande Fratello Vip 11:00 L'aria che tira House Down
14:05 Oggi è un altro giorno 13:00 Tg2 Giorno 14:20 Tg3 - Tgr Leonardo 12:23 Il Segreto 14:10 Terra Amara 13:16 Sport Mediaset 13:30 Tg La7 01:35 Notte prima degli esami
14:00 Ore 14 15:25 Alla scoperta del ramo 13:00 La Signora in Giallo 14:45 Uomini e Donne 14:05 I Simpson 14:15 Tagadà tutto quanto fa 03:35 Il settimo figlio
16:05 Il Paradiso delle Signore 05:15 Baciato dalla fortuna
17:05 La vita in diretta 15:25 Bella Ma' d'oro 14:00 Lo Sportello di Forum 16:10 Amici di Maria 15:35 Ncis: Los Angeles politica
17:00 Nei tuoi panni 16:10 Geo 15:30 Tg4 - Diario del Giorno 16:40 Grande Fratello Vip 17:25 The Mentalist 17:00 Animali al fronte
18:45 L’eredità 18:35 Tg Sport Sera 19:00 Tg3 16:44 Come le foglie al vento 16:50 Un Altro Domani 18:30 Studio Aperto 17:55 Hitler: Le foto della sua
20:00 Tg1 19:00 Hawaii Five-0 20:00 Blob 18:58 Tg4 17:25 Pomeriggio Cinque 19:30 C.s.i. - Scena del Crimine vita 19:15 Cash or Trash
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