I contagi di Covid tornano ad aumentare, ma i fragili in attesa del richiamo

del vaccino sono costretti a folli gimkane dalla solita babele delle Regioni y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!"!}!=!"

Domenica 10 settembre 2023 – Anno 15 – n° 249 e 2,00

a 2,00 - Arretrati: a 3,00 - a 17,00 con il libro “IleSanto”
– Arretrati: 3,00
Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Mannelli
1938 - 2023 Mimmo
LE FIRME DEL “FATTO”
“Con i traditori » Marco Travaglio
dell’Ue la guerra
ADDIO A DE MASI, A
luglio eravamo a Ra-
vello, Mimmo De Ma-
non potrà finire” si, Cinzia Monteverdi e
L’AMICO GENIALE io, per presentare il mio libro.
A Ravello sono vietate le auto.
Cinzia e io arrancavamo come
q BOFFANO, CANNAVÒ, MONTANARI, MONTEVERDI zombi sotto la canicola del
E PADELLARO CON UN RICORDO DI PETRINI mezzogiorno. Lui trotterella-
NELL’INSERTO va e saltellava come un caprio-
lo. Nulla era più lontano di lui
dalla morte, che invece se l’è
portato via in pochi giorni. E
non bastano tutte le parole del
vocabolario per descrivere chi

SCHLEIN LA SEGRETARIA PD INTERVISTATA ALLA FESTA DEL “FATTO”

era, cosa ha rappresentato per
q CITATI A PAG. 4 il nostro giornale con i suoi ar-
ticoli e il progetto Scuola, e

Elly contro gli ex renziani

quanto ci mancherà. Era il no-
TRUFFE SENZA PERDITE stro amico geniale. Il nostro
nonno acquisito, arrivato
Dati Superbonus: troppo tardi e andato via trop-
po presto. Più giovane di tutti
sono 17 milioni noi messi insieme: dovevate

“Conte, non dividiamoci”

vederlo alle riunioni sulla
i crediti già ceduti Scuola del Fatto, l’ultima im-
presa in cui si gettò a capofitto
q LILLO A PAG. 7 con l’entusiasmo e l’energia di
un ragazzino, occupandosi
persino dell’erba del prato da-
TOMMASO È INDAGATO vanti alla sede prefabbricata
nel giardino della nostra re-
Verdini junior è dazione.
Di solito gli intellettuali di
l’astro nascente
“UE, BASTA RIGORE”
sinistra sono noiosi, verbosi,
seriosi, faziosi, retorici, sup-
fra i due Matteo ponenti, tromboni: lui era

q PROIETTI A PAG. 9 ATTACCA L’AUSTERITÀ, tutto l’opposto. Brillante, sin-

tetico, asciutto, spiritoso, iro-

MA DIFENDE GENTILONI
nico e dunque autoironico,
mai settario e talmente colto
STRAGE DI BRANDIZZO da permettersi il lusso di dis-

Morti lavorando SALUTA CHI SE NE VA: simularlo. Il libro che ci lascia

con i testi degli incontri al ci-

di notte per 2,6 “AVEVANO SBAGLIATO nema romano Farnese su De-

stra e Sinistra ne sono un pic-

INDIRIZZO...”. E SU KIEV
colo esempio: quando alzava
euro in più all’ora il telefono per chiamare intel-
lettuali e professori di idee
q BAUDUCCO A PAG. 8
DÀ SOSTEGNO AL PAPA antitetiche alle sue, quelli
correvano perché li aveva
convocati “Mimì”, ed era una
» CON LA SCUSA DEI FAKE q MARRA A PAG. 2 - 3 garanzia di rispetto e impar-
zialità. Il che, quando pren-
“Biden, violati CRITICI SU ABUSO, CARRIERE E CIMICI deva la parola, non gli impe-
diva di inquadrare i problemi
diritto e libertà Coppi e Davigo stroncano tutte con soave nettezza e poi di re-
cidere i nodi col bisturi del
di espressione” le riforme di Nordio: “Se parliamo suo sulfureo sense of humour.
di lui, rischiamo la diffamazione” Era atipico anche come scien-
ziato: i sociologi sono famosi
» Alessia Grossi q IURILLO A PAG. 3 per sforzarsi di non farsi mai
capire e di riuscirci perfetta-

P
er il Washington Post
svela i piani mediati-
ci per le prossime e-
lezioni americane del
mente. Lui invece riusciva a
sminuzzare i problemi più
LE NOSTRE FIRME. complicati e i concetti più
VENEZIA A LANTHIMOS CORRADO AUGIAS complessi con una semplicità

• Padellaro Meloni timorosa in calo a pag. 10

2024. Il governo e un candore di linguaggio
medita il ricor-
so alla Corte
Il Leone d’oro va “San Paolo era che disarmavano.
I giornaloni e l’esta bli-
Suprema. La al greco, Garrone • Basile La Farnesina col silenziatore a pag. 11
trotzkista, io nudo shment tutto lo detestavano o
sentenza del perché osava denunciare la
Q u i n t o c i r- prende l’argento coi figli dei fiori” morte della Sinistra in nome
cuito america-
no è già un terre- • Hutter Il Cile e quel ‘golpe’ rimosso a pag. 19 q FERRUCCI A PAG. 20 - 21
del turboliberismo “riformi-
sta” e “blairiano”, dell’afrore
moto. La Casa Bianca di
• Mercalli Gli oceani adesso ribollono a pag. 11
dei banchieri e dei tecnici alla
Joe Biden, alti funzionari Monti e alla Draghi, e dare in-
della Salute del governo e La cattiveria vece credito ai 5Stelle che ave-

• Spadaro La giustizia diversa di Dio a pag. 11

l ’ F b i h a n n o p r o b a b i l- vano riempito quel vuoto.
mente violato il Primo e- Antonio Tajani organizza la festa Persino la Meloni, in anni pas-
mendamento sulla liber- di Forza Italia a Gaeta in onore sati, gli aveva chiesto una ma-
• Luttazzi La sit-com, una rivoluzione a pag. 10
tà di espressione. di Silvio Berlusconi: “Venite già rubati” no per addentrarsi nei temi
SEGUE A PAG. 16 WWW.FORUM.SPINOZA.IT dell’economia e della sociolo-
q PONTIGGIA gia in qualche serata privata.
A PAG. 22 SEGUE A PAGINA 24
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2 l POLITICA IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023

LA FESTA DEL FATTO • I DIBATTITI

Schlein scarica gli ex renziani

E a Conte: “Non dividiamoci”
» Wanda Marra

OGGI IL FINALE:
CROSETTO, CONTE
E LANDINI
SI CHIUDE oggi l’edizione
2023 della Festa del Fatto:
questa mattina alla Casa
del Jazz di Roma saranno
ospiti il ministro della
Difesa Guido Crosetto
e il leader M5S Giuseppe
Conte. Nel pomeriggio,
un dibattito sugli Agnelli
e uno su lavoro e salario,
insieme a Maurizio
Landini. Rosy Bindi,
insieme a altri ospiti,
discuterà del post-
berlusconismo. Chiusura
serale con Nino Frassica,
Valerio Lundini
e I Vazzanikki. Tutti
“A
lle prossime ele-
zioni regionali
dobbiamo lan-
ciare un segnale,
noi e i Cinque Stelle”. Scenden-
do dal palco della Festa del Fat-
to Quotidiano, la segretaria del
Pd, Elly Schlein, ci tiene a man-
dare questo messaggio a Giu-
seppe Conte (che alla manife-
stazione arriva stamattina).
Perché in Abruzzo, Sardegna e
Basilicata si vota nei primi mesi
del 2024, in Piemonte, invece,
si andrà alle elezioni a giugno,
insieme alle Europee. D’altra
parte, la segretaria del Pd l’ha
detto anche chiudendo l’inter-
vista pubblica (fatta da Anto-
nio Padellaro e da chi scrive): “A
me non interessa che compe-

‘‘
gli incontri in streaming
su ilfattoquotidiano.it
tiamo tra noi per lo zero virgola
nei sondaggi, a me interessa
che lavoriamo insieme sui temi
comuni. Certo che non siamo la
stessa cosa, altrimenti sarem-
mo lo stesso partito. Ma non
perderò un minuto in liti
con le altre forze di opposi-

Non perderò zione mentre c’è il governo

più a destra nella storia re-

un minuto
pubblicana”. In serata Con-
te, applauditissimo alla Fe-
sta dell’Unità di Ravenna, la
LA LEADER DEM L’appello ai 5 Stelle per l’alleanza alla Regionali, poi
in liti con mette così: “Non dobbiamo
fare adesso un’alleanza po- la stoccata a chi lascia il partito: “Forse avevano sbagliato indirizzo”
le altre forze sticcia, ma arrivarci attra-
verso un confronto chiaro e
di opposizione rispettoso”. Anche se lo stes-
so Stefano Bonaccini aveva
dell’Emilia-Romagna non ha
alzato i toni, che in generale la
pronto anche a ricandidarsi per
l’Emilia-Romagna. Una delle
corso nel Pd. Aspettiamo”. qualche malessere. Penso che
chi esca stia sbagliando”. Ma è

‘‘
per i sondaggi esordito: “Se le opposizioni
restano divise non tornere-
minoranza è persino troppo si-
lente, che è lei che ha sbagliato.
due. Però, la segretaria non de-
cide, dicono dal suo entourage.
IN SERATA alla Festa dell’Unità
di Ravenna Bonaccini cerca di
la platea che si sbilancia rispet-
to alla domanda se i dem siano
mo a vincere”. Certo, Bonaccini una sua par- Tanto è vero che anche ieri sui moderare i toni: “La segretaria troppo di sinistra: “Era ora”.
tita se la sta giocando: vorrebbe tre mandati non prende posi- ha il dovere di ascoltare e rap- Schlein sui temi cerca co-
MA È DENTRO il Pd che la andare alle Europee, ma è zione: “C’è una discussione in presentare, cogliere anche munque di evitare di affondare
temperatura si alza a dismi-
sura. Al Nazareno c’era irri-
tazione già da venerdì per il
L’INCONTRO
La destra “patriottica”
In Europa non fuoco di fila di dichiarazioni
critiche da parte della mi- t
si rifaccia
noranza del partito che ha
seguito l’uscita dal Pd verso
Azione dei 30 amministra-
l’errore
è contro tasse e salari
tori liguri. Ma è l’intervista
di Stefano Bonaccini al Do-
di tornare mani (“Non serve un parti-
to piccolo e radicale”) che fa
ai parametri surriscaldare il clima. Così a

’’
domanda specifica rispon-
dell’austerità de con una nettezza per lei –
in genere molto » Francesco Ferasin medievale alla leader di Fra- rivano dall’Ottocento. Meloni parla di “pluralità di destre”.
accorta – decisa- telli d’Italia arriva diretta- viene da quella patriottarda”, Di più, prosegue il politologo:

Elly Schlein mente inconsue-
ta: “C’è un’agen-
da che unisce le
varie sensibilità
del Pd – ribatte
lei alla festa del
Fatto Quotidiano – Credo che
sia sempre un dispiacere quan-
do qualcuno decide di andare
via, ma se qualcuno può non
sentirsi a casa in un Pd che si
batte per l’ambiente, i diritti e il
lavoro di qualità, allora forse
l’indirizzo lo aveva sbagliato
prima”. Parla a una platea che la
ascolta con interesse la segreta-
ria, un pubblico che spera in un
cambiamento nel Pd. Ma le
chat dei riformisti che insorgo-
no, chiedendo un chiarimento.
Secondo la tesi che il presidente
N
on è la prima volta che
ne parla. Eppure, quan-
do gli chiedono se la
premier Giorgia Meloni è fa-
scista o meno, Franco Cardi-
ni, ex militante del Movimen-
to sociale italiano, alza il so-
pracciglio: a sentire la nuova
destra al governo parlare di
“pizzo di Stato”, o vederla sca-
gliarsi contro il salario mini-
mo, “in un piccolo cimitero
dell’Appennino romagnolo ci
sono delle ossa che fremono di
orrore”. Le ceneri che si rivol-
tano nella tomba alle uscite di
Giorgia Meloni sarebbero
quelle di Mussolini, tumulate
nel cimitero di San Casciano a
Predappio. La (nuova) stoc-
cata del professore di Storia
mente dal palco della Festa
del Fatto Quotidiano. Ieri
mattina, alla Casa del Jazz, ci
si interrogava su “Cos’è la de-
stra, cos’è la sinistra”, questo il
titolo dell’evento moderato
da Martina Castigliani e An-
drea Scanzi. Il contesto, quin-
di, era quello giusto. La rispo-
sta di Cardini, sorprendente
(e tra il pubblico si alza un leg-
gero brusio): “Meloni, fasci-
sta, non lo è mai stata”.
Sarà pur vero che per Céli-
ne destra e sinistra erano solo
“due modi diversi di essere
imbecilli”, ma spesso ci si di-
mentica della storia. Ci si di-
mentica, ad esempio, che “la
destra ha molte anime, una
serie di faglie freatiche che ar-
ricorda ancora Cardini: “Lo
scudo iper-atlantico che ha o-
ra al governo serve anche a co-
prirsi dalle accuse di fasci-
smo”. Anche Marco Tarchi
FASCISTI CARDINI:
“MUSSOLINI
SI RIVOLTA
NELLA TOMBA”
“Giorgio Gaber aveva capito
molte cose: si può essere con-
temporaneamente di destra e
di sinistra”. Questo dipende
dalle tematiche, prosegue (“I
punti di riferimento delle va-
rie forze, se elevati a modello,
possono ancora conservare la
loro validità”). Uno su tutti:
l’ecologismo. “Il pianeta pur-
troppo è uno solo e riguarda
tutti – spiega invece il sociolo-
go Carlo (Carlin) Petrini – ed è
un errore ritenere che il mo-
vimento ambientalista giova-
nile sia un fenomeno margi-
nale e temporaneo”.
Come si risolve il proble-
ma, dunque? “Con l’educazio-
ne”, risponde la psicologa e ac-
cademica Donata Francesca-

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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023 POLITICA l 3

GIUSTIZIA • Il ministro meloniano

Ora Davigo e Coppi

bocciano insieme
le riforme di Nordio
» Vincenzo Iurillo ri, o possono scappare all’estero, i poveri
SCARPINATO E BONSANTI

A
richiesta di parere sull’operato del
ministro di Giustizia, Franco Cop-
pi risponde: “Conosco bene le nor-
me sulla diffamazione…”. Applau-
si e risate in platea. Stessa domanda a Pier-
camillo Davigo: “Mi associo”. Altri applau-
si. Carlo Nordio riesce a far toccare gli op-
posti. L’avvocato dei potenti, degli imputati
eccellenti (Berlusconi e Andreotti, solo per
citarne un paio), e il pm di Mani Pulite, il
magistrato anticorruzione per antonoma-
sia, uniti nel giudizio tranchant su Nordio,
Prima volta sollecitati dalle domande di Gianni Barba-
Elly Schlein cetto e Valeria Pacelli.
non possono e spesso non sono molto intel-
ligenti e si fanno arrestare in flagranza”. C’è
una carenza di deterrenza: “Abbiamo un t
codice che ha massimi spaventosi e minimi
risibili: in caso di furto di tre automobili,
con due aggravanti, la pena massima può Quel “filo nero”
tra stragi e mafia:
essere 30 anni, la minima 4 mesi e 2 giorni.
Sbaglia il legislatore che investe il giudice di
una discrezionalità così ampia”.
Lavoriamo per una giustizia più veloce, il
mantra di ogni governo. Prevedere un col-
“La commissione
legio di tre giudici per arrestare un indagato
va in quella direzione? La risposta di Coppi è un vero rischio”
è negativa: “È un’altra cosa fatta all’italiana.
Salvo che non si voglia procedere con effetto

alla festa
del Fatto;
sopra, Davigo
e Coppi
FOTO GUIDI
contro la minoranza. Se è per il ni dagli attacchi del governo:
lavoro, per esempio, evita di ca- “Quelli che si stanno battendo
valcare l’abolizione del jobs act, per farci tornare alla pessima
anche se parla della necessità di austerità sono gli alleati euro-
un fronte comune delle opposi- pei di Giorgia Meloni, i Paesi
zioni contro la precarietà. E sul frugali e nazionalisti. La Com-
conflitto in Ucraina ribadisce missione sta facendo una pro-
di non aver cambiato idea sul posta, già un passo avanti ri-
sostegno militare, anche se la spetto alle regole del passato.
platea la contesta. Ma difende il Ma come Pd e come Italia vo-
Papa. E poi non esita a fare un gliamo chiedere di più, che non
appello contro l’aus terità, si faccia l’errore di tornare alle
mentre difende Paolo Gentilo- regole di austerità”.
to: “I politici se ne Palco Il panel Rosario Romeo,
fregano dell’e d u- con Cardini, Giovanni Gentile
cazione dei giova- Tarchi, Petrini (“che è più studiato
ni. Bisogna invece e Francescato da sinistra che da
i nv e s t i r e s u l p o- FOTO destra) e lo statisti-
tenziale umano. co Corrado Gini. La
Fare gruppo, fare sinistra, invece? “E-
team: le ricerche dimostra- vita Peron – conclude Cardini
n o c h e p a r t e c i p a r e a u n –nel 1950 disse: ‘Se io non fos-
gruppo di volontariato ha si cattolica, e se il comunismo
benefici enormi”. si limitasse a essere una pro-
E, a proposito di cultura, posta e non una riorganizza-
Tarchi ripercorre poi i grandi zione sociologica del mondo,
nomi della cultura di destra sarei comunista’. Ecco: io a 83
(altro che Dante), alcuni di- anni sono d’accordo con lei”.
menticati: Gioacchino Volpe, © RIPRODUZIONE RISERVATA
C’
L’occasione è la festa del Fatto e il dibat- sorpresa, non si ricorre al collegio per i reati è un filo nero che unisce la
tito sullo stato della giusti- stagione delle stragi. E c’è
zia. Uno stato comatoso, un altro filo che potrebbe
anche su questo l’accordo è Natangelo unire il lavoro della commissione
unanime. E la riforma cotta Antimafia e della commissione
nelle cucine di Via Arenula Stragi, che si vuole istituire, verso
e approvata in Consiglio dei un unico obiettivo, caro alla nuova
ministri pare un rimedio i- destra di governo: “Sciogliere quel
nutile, quasi dannoso. A co- nero, riscrivere storie accertate da
minciare dall’ab oli zio ne sentenze, negare che ci siano altri
dell’abuso d’ufficio. “L’han- mondi dietro la stagione delle stra-
no messa in cima alla rifor- gi di mafia del ‘92-‘93”. L’assist del
ma ma è una cosa che non vicedirettore del Fatto Marco Lillo,
serve a nulla –sostiene Cop- che insieme a Antonio Massari ha
pi – rientrerà nella prassi moderato il dibattito con il senato-
come corruzione”. Davigo re 5S Roberto Scarpinato e la gior-
ricorda che è stata chiesta nalista Sandra Bonsanti, viene
dai sindaci, la famosa “sin- raccolto dall’ex magistrato anti-
drome della firma” che pa- m a f i a :
ralizzerebbe le ammini- “Quando io e
strazioni pubbliche. “Non i l d e p u t at o
facessero i sindaci se hanno Federico Ca-
paura di firmare: l’abuso fiero De Raho
d’ufficio per come è in vigo- abbiamo
re oggi è sostanzialmente c h i e s t o
simile all’articolo 19 di una all’Antimafia
convenzione Onu e se lo a- di accertare
broghiamo saremmo uno chi erano le
dei pochi Stati a uscirne, e donne che a-
gli Stati che escono da quel- vevano partecipato alle stragi di
le convenzioni si chiamano Convergenze L’ex avvocato Firenze e Milano, chi ha aggiunto
Stati canaglia. Alle ultime esplosivo a via dei Gergofili, chi si è
Amministrative si sono di B. e l’ex pm di Mani Pulite introdotto nella stanza di Falcone
candidati in 80mila, di qua- per estrarne dal suo Pc i file di Gla-
le sindrome della firma par- concordano: le scelte della dio, ci hanno risposto di no: la
lano?”. Barbacetto insiste
più volte su un tema: c’è maggioranza non risolvono commissione non deve perdere
tempo, ma deve lavorare sui pm
continuità o no con l’e ra
berlusconiana in cui era
i problemi dei tribunali che hanno fatto il processo alla
Trattativa”. Perché “si devono dele-
normale contrapporre giu- gittimare i magistrati che vogliono
stizia e politica? “Questa fa- andare oltre”.
se dovrebbe essere finita, Il pericolo, secondo Lillo, è una
dovremmo avere un governo più neutro, più gravi, quando la logica richiederebbe il riedizione delle “commissioni Te-
ma mi chiedo: c’è rottura tra lo ieri di B. e contrario”. E poi dove stanno tutti questi lekom-Serbia e Mitrokhin, piazza-
l’oggi di Meloni?”. magistrati? “Non so come si farà nei piccoli te come bazooka contro il centro-
tribunali a trovarli, per evitare successive sinistra, che utilizzano fonti patac-
SI PROVA a trovare una risposta affrontando incompatibilità nei gradi successivi. È una che” per riscrivere “una storia in
questioni concrete di (mal)funzionamento riforma che allungherà i tempi della giusti- maniera falsata o deviata”. E in un
della giustizia e di come questo governo in- zia e complicherà la vita dei piccoli tribuna- momento così delicato, Bonsanti
tenda affrontarle. Il decreto Caivano, ad e- li. Ma l’importante è buttare una proposta e ricorda qual è il dovere dei giorna-
sempio, ricorda Pacelli “appare come un poi si vedrà”. I problemi però iniziano da listi: “Raccontare sempre quel che
decreto securitario”, poi però la cronaca e le lontano, secondo Davigo, dal codice appro- sappiamo, prima che si riscriva la
indagini sull’ex senatore Verdini libero di vato nel 1989: “Lo commentai come Fan- storia di questo Paese, a comincia-
incontrare politici nonostante stesse scon- tozzi con La Corazzata Potemkin: “Una re dalla P2 e da Andreotti”.
tando una condanna definitiva, ci ricorda boiata pazzesca: l’attività di indagine non VIN. IUR.
che per i colletti bianchi esiste un doppio bi- entra nei processi, la cui durata si triplica, si
nario: “La giustizia non è uguale per tutti, costringono i poliziotti a rileggere in aula
vero”? Davigo annuisce: “È così in tutti i atti già a disposizione nel fascicolo del pm.
Paesi: i più ricchi hanno gli avvocati miglio- Questa è una garanzia o una idiozia?”.
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4 l ESTERI
GUERRA IN UCRAINA
t
LE CIFRE CHOC
DEL UFFICIALE
AMERICANO
DURANTE il dibattito
di ieri il generale Fabio
Mini ha citato l’analisi
compiuta dal colonnello
Douglas Mcgregor,
funzionario
dell’Amministrazione
americana fino al 2021.
Fin dai primi mesi del
conflitto l’ex consulente
militare ha offerto
analisi controcorrente
rispetto a quelle
“ufficiali”. Secondo i suoi
dati, i militari ucraini
rimasti uccisi
ammontavano a oltre
400mila già prima
dell’offensiva che negli
ultimi 3 mesi sarebbe
costata a Kiev circa
50mila uomini e
altrettanti feriti, di cui
circa il 30% amputati,
ovvero impossibilitati a
tornare in prima linea
L’INTERVISTA
t COMICITÀ IL DIRETTORE (ANONIMO) DEL “VERNACOLIERE” DI MOSCA: “IL CONFLITTO OFFRE SPUNTI CONTINUI”
» Michela A. G. Iaccarino
‘‘
U
duto a Putin?”. “Talebani a Putin:
nemmeno noi ci comportiamo
Con la mia
satira aiuto i russi
a non diventare
pazzi: sono i lettori
che mi inviano
le migliori battute
“Con questa Ue traditrice
il conflitto non può finire”
“COSTELLAZIONE DI GUAI” Spinelli, Basile, Mini e Orsini sulle responsabilità occidentali
Sul campo una vittoria di Kiev è impossibile, ma Nato e Ue ascoltano soltanto gli Usa
» Stefano Citati
S
ul palco si fanno nomi,
cognomi, ruoli e re-
sponsabilità della lea-
der ship oc cident ale
per cui la pace non è all’oriz-
zonte né lo potrà essere nei
mesi prossimi. Dal segretario
della Nato Stoltenberg che,
come ricorda Salvatore Can-
navò, ha ammesso di recente
come nel dicembre del 2021
l’Alleanza atlantica rispose
picche alle proposte russe per
evitare “l’operazione speciale”
poi lanciata quello stesso in-
verno. Alla presidente della
Commissione europea che il
professor Alessandro Orsini
reputa totalmente asservita ai
voleri americani. Questo per-
ché sono cariche non elette dal
basso, e per le quali serve il
consenso dell’ “amico ameri-
cano”. È perciò sempre più e-
vidente, fa notare B ar ba ra
Spinelli, la distanza della so-
cietà civile dai vertici che pren-
dono le decisioni politiche e
strategiche sul conflitto.Qui la
politologa, figlia di Altiero
Spinelli, compie una curiosa
digressione sul fenomeno no-
strano dei tanti opinionisti
che sostenendo le tesi mag-
gioritarie dei governi pro-u-
craini usano sempre toni sor-
presi come se si dovessero di-
fendere da una nutrita mag-
gioranza pro-putiniana che li
minaccia.
Spinelli disquisisce della
“vecchia Europa”, concetto
tanto caro all’ex segretario del-
la Difesa Usa Rumsfeld che nel
2003, al tempo della creazione
del consenso per la guerra in I-
raq, in contrapposizione alla
“Nuova Europa” ovvero i Paesi
“Prigozhin conferma la morte a Pezduza”
ltime da Mosca. “Pr igo-
zhin deriso all’inferno:
“Evgeny, davvero hai cre-
così”. “Cremlino lancia u-
na manifestazione: no li-
ves matters” (nessuna vita
conta). “Il Rozkomanad-
zor (servizio federale su-
pervisione di massa) bloc-
ca il sito di scacchi
chess.com: “lì si può rove-
sciare il re””. “La polizia
russa multa i bambini che
non sanno dire z”. Ancora:
“La polizia arresta una ra-
gazza: stava sognando di
partecipare a una manife-
stazione”. “Putin spiega la
fine di Prigozhin: “è cadu-
to”. “Prigozhin ha confer-
mato la sua scomparsa a
Pezduza”, il canale che o-
dell’ex blocco comunista entu-
siasti aderenti della visione a-
mericana pur di recidere ogni
legame col passato sovietico.
In quegli anni la Nato si era già
espansa, ricorda l’ambascia-
trice Elena Basile, spiegando
i livelli successi della strategia
politica statunitense per
mantenere nel tempo il con-
trollo degli alleati atlantici: o-
ra siamo al quinto e ultimo di
tali passi che prevede disarti-
colare la relazione speciale tra
Germania e Russia (basata
Fronte infinito Qui Zaporizhzhia
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564 GIORNI sugli scambi ener-
DI GUERRA getici: vedi i gasdot-
ti NordStream 1 e
E LA PACE È 2), per poi indeboli-
re la Russia come
SEMPRE PIÙ segnale anche per la
UN MIRAGGIO Cina.
UNA POLITICA “de-
m e n zi a l e ” a detta
degli interlocutori
sul palco della festa del Fatto, e
anche miope, visto che l’Euro-
pa sta vistosamente perdendo
terreno in Africa, continente
gni giorno fa il verso al Cremlino
e alla propaganda, riscrivendo le
notizie quotidiane in chiave sati-
rica. È stato il conflitto a rendere
popolarissimo il media il cui no-
me già fa eco al vernacolo. Pezdu-
za è una presa in giro del nome
del giornale d’opposizione Me-
duza, ma la radice “pezd”, in rus-
so, richiama parole oscene: oltre
all’organo femminile, vuol dire
scopare ma anche, quasi letteral-
mente, “sparare stronzate, men-
tire”. “Non dirò il mio nome, temo
per la mia sicurezza”: l’umorista
che dirige il media di satira ha
parlato da anonimo, perché teme
di essere identificato e bollato co-
me persona non grata.
Pezduza usa le barzellette co-
me arma, lo scherzo come ri-
fugio dalla propaganda.
Sono un giornalista d’opposizio-
ne in Russia. Se non avessi ironia
e un sano cinismo necessario, sa-
rei diventato pazzo da tempo. Nel
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
sempre più ad appannaggio di
Cina e Russia e che noi vedia-
mo quasi solo come fonte del
problema islamista e migrato-
rio. Iripetuti colpi subiti dalla
Francia nelle ex colonie si le-
ga, a parere della Spinelli, con
il conflitto libico che nel 2011
portò all’uccisione di Ghed-
dafi, che era comunque il lea-
der capace di controllare i
territorio desertici anche at-
torno al suo Stato, per esem-
pio con gli accordi con i vari
gruppi tuareg, storici con-
comando c’è un umorista unico al
comando: io. Ma c’è un secondo
membro insostituibile: i lettori
che inviano battute.
Tra Twitter e Telegram, qua-
si mezzo milione di persone
legge Pezduza ogni giorno.
Quando il canale è stato avviato
alla fine del 2021, non potevo im-
maginare che quando è scoppia-
ta la guerra sarebbe diventato vi-
rale poche settimane. Nei mo-
menti più bui, quasi in maniera
insana, per i russi è diventato ri-
levante che si prenda il giro il ma-
le, senza censura.
Chi le offre più spunti?
Leggo le dichiarazioni del gior-
no, scorro le notizie e in generale,
quando sono ridicole per la loro
stessa essenza, uno scherzo nasce
nella mia testa spontaneamente,
già quando leggo i titoli. Scrivo le
battute e ne discuto con la mia “e-
ditor”, mia moglie. Se ride, fun-
zionano. Poi ci sono temi “eter-
https://overday.info
Parterre
“putiniano” Da
sinistra: Salvatore
Cannavò, Barbara
Spinelli, Elena
Basile, Alessandro
Orsini, Fabio Mini
e Stefano Citati
FOTO JESSICA GUIDI
trollori tra il Niger e il Ciad.
Una “costellazione di guai”
come sintetizzato da Orsini,
che parte dal terreno: il gene-
rale Fabio Mini ha escluso che
l’attuale strategia ucraina pos-
sa portare a mutamenti signi-
ficativi, e anzi il logoramento
al quale è sottoposto l’esercito
di Kiev, anche su insistenza di
Usa&C. e gli errori marchiani
compiuti allargando il fronte
per oltre 800 km, non promet-
tono niente di buono. E i giorni
di guerra sono già 564...
ni”: Putin e i suoi sosia, il porta-
voce Peskov, i divieti assurdi della
Duma, il presunto alcolismo, tra
l’altro mai provato, di Medvedev.
Ci sono notizie che più di altre si
prestano al ludibrio: per esem-
pio, la rivolta di Prigozhin o i
messaggi volgari e disperati che
mandava dal fronte. Ultima-
mente, vanno forte quelle sul
crollo del rublo: più cade, più ri-
cevo segnalazioni.
In tempi come questi, saper
scherzare è una salvezza.
Pure ridere è una forma di pro-
testa. Seguono il canale quanti
trovano che l’opportunità di farlo
sia tra le pratiche ancora conces-
se di dissenso contro il governo,
che finora non ci ha messo in ga-
lera per una barzelletta. Ricevo
ringraziamenti da molti lettori,
Pezduza fa per loro quello che fa
per me: li aiuta a non diventare
pazzi.
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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
IL SUMMIT
t resta sul vago sull’attacco russo. Il padrone di casa Modi invita l’Africa
CLIMA, SU FOSSILI
NESSUN ACCORDO
PER LA RIDUZIONE
I PAESI DEL G20 si
presentano al summit
con l’impegno di spingere
sulla transizione
energetica e la lotta ai
cambiamenti climatici,
ma a sorpresa non
menzionano impegni
temporali
sull'eliminazione dei
combustibili fossili,
nonostante tutti i leader
abbiano riconosciuto
l'importanza di
"accelerare gli sforzi verso
l’eliminazione graduale
dell’energia a carbone".
L’assenza di impegni va
anche contro il rapporto
Onu che ha rimarcato
come l'eliminazione
graduale dei combustibili
fossili sia "indispensabile"
per lo zero netto delle
emissioni”. Intanto ieri
migliaia di attivisti hanno
bloccato un’autostrada
all’Aja per protestare
contro i miliardi di euro
di sussidi governativi alle
industrie che utilizzano
petrolio, carbone e gas.
PROVE DI DIALOGO Assenti Xi e Putin, la dichiarazione finale
Il G20 riavvicina Biden e Mbs
E scontenta l’alleato ucraino
» Francesco Ferasin
I
l G20 denuncia l’invasione
dell’Ucraina, ma senza fare
nomi. Joe Biden stringe la
mano a Mohammed bin
Salman, dopo le parole durissi-
me riservate al principe eredi-
tario saudita per l’assassinio
del giornalista del Washington
Post Jamal Khashoggi. Il pa-
drone di casa del summit, il
premier indiano Narendra
Modi, si presenta dietro al car-
tellino con la parola in hindi
“Bharat” al posto di India, ar-
chiviando in un colpo solo se-
coli di colonizzazione e inaugu-
rando il nuovo corso nazionali-
sta del Paese. Insomma: il fo-
rum della cooperazione econo-
mica del G20 andato in scena
ieri a Nuova Delhi è stato un
vertice all’insegna delle “prove
di dialogo”, per usare un eufe-
mismo. Ma soprattutto delle
polemiche. A fare “storia”, è sta-
to invece l’ingresso dell’Unione
Africana nel G20 come mem-
bro permanente: “Onorato di
accogliere l’Unione Africana
come membro permanente
della Famiglia del G20. Ciò raf-
forzerà il G20 e rafforzerà an-
che la voce del Sud del mondo”,
ha salutato l’evento lo stesso
Modi con un post sui social.
I LEADER cinese e russo Xi Jin-
ping e Vladimir Putin, invece,
da grandi assenti del vertice, si
sono trasformati nei convitati
di pietra che hanno limato una
dichiarazione finale sull’inva-
sione russa tutt’altro che tran-
chant, contrariamente a ogni
pronostico. “In linea con la Car-
ta dell’Onu, tutti gli stati devo-
no astenersi dalla minaccia o
dall’uso della forza per acquisi-
zioni territoriali contro l’inte-
grità territoriale e la sovranità
l’indipendenza politica di qual-
siasi Stato” inizia la nota licen-
ziata dal G20. I leader denun-
ciano poi che le “crisi a cascata”
rappresentano una minaccia
per la crescita globale a lungo
termine e chiedono la “piena,
tempestiva ed efficace attua-
zione” dell’accordo sul grano.
Congiuntamente, nel testo
compare anche il consenso dei
Paesi del forum ad agire uniti
“nell’interesse della pace, della
sicurezza e della soluzione dei
conflitti in tutto il mondo”: la
prima volta che in un testo del
G20 compare un riferimento
alla pace. Della Russia, almeno
sul testo, nessuna traccia.
Il primo ministro indiano
Narendra Modi rivendica subi-
to la portata storica dell’incon-
tro. Anche il cancelliere tede-
sco Olaf Scholz accoglie l’accor-
do raggiunto sull’Ucraina come
un successo, sottolineando che
“l’integrità territoriale” messa
nero su bianco da tutti i Paesi è
comunque un grande passo a-
vanti per andare verso la risolu-
zione del conflitto. Dietro le
quinte dei negoziati, poi, la sher-
pa russa al G20, Svetlana Luka-
sh, definisce la dichiarazione fi-
nale “equilibrata”, rivelando che
i “negoziati sono stati Gioco delle sedie
molto duri” e che sono
Narendra Modi
stati i Paesi dei Brics (sopra) con il
(Brasile, Russia, India, cartellino “Bharat”;
Cina e Sud Africa), insie-
me agli altri partner, a
Giorgia Meloni
col cancelliere
contribuire all’ “equili- tedesco Scholz;
brio” del testo (tradotto: il premier Uk Sunak
a escludere il nome della con Biden ed
Russia dai colpevoli dell’ Erdogan. Macron,
invasione). Scholz e gli Emirati
Ma Kiev frena, e poco FOTO LAPRESSE
dopo la notizia della nota
arriva la dura replica: “Il
G20 ha adottato una dichiara-
zione finale. Siamo grati ai par-
tner che hanno cercato di inse-
rire nel testo formulazioni forti.
Tuttavia, per quanto riguarda
l’aggressione della Russia all’U-
craina, il G20 non ha nulla di cui
essere orgoglioso”, si sfoga su X
(ex Twitter) il portavoce del mi-
nistero degli Esteri ucraino, O-
leg Nikolenko. Zelesky, intanto,
ringrazia Riad per aver ospitato
colloqui di pace per l’Ucraina
all ’inizio di agosto a Gedda.
Dall’altra parte, sempre a mar-
gine dei lavori del summit, av-
viene l’altra “prova di dialogo”
che genera più di qualche malu-
more a livello internazionale.
Ovvero la stretta di mano tra il
presidente degli Stati Uniti Joe
Biden e il principe ereditario
saudita Mbs. Un mo-
mento inaspettato, che
difficilmente potrà esse-
re giustificato con la
semplice scusa del bon
ton istituzionale. Anche
perché all’inizio della
sua amministrazione, lo
stesso Biden si era rifiu-
tato di parlarci e quando
era candidato al 2020 lo
aveva definito addirittu-
ra un “paria”, proprio in
riferimento all’omicidio
di Khashoggi, ucciso il 2 ottobre
2018 nel consolato dell’Arabia
Saudita a Istanbul, tagliato a
pezzi e sotterrato su ordine di
Mbs.
Dietro alla stretta di mano,
in realtà, c’è la firma del memo-
randum per un nuovo corri-
doio economico India-Medio
Oriente-Europa. Progetto che
si inserisce all’interno dell’am-
bizioso piano del presidente a-
mericano di normalizzare i
rapporti fra Riad e Israele, ed e-
stendere quindi anche all’Ara-
bia Saudita gli Accordi di Abra-
mo con cui Trump nel 2020 a-
veva già unito Israele, Emirati
Arabi Uniti e Stati Uniti da una
dichiarazione congiunta di pa-
ce e cooperazione economica.
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ESTERI l 5
PECHINO-ROMA
t
Meloni a Li: “Fuori
dalla Via della Seta,
ma amici dei cinesi”
» Giacomo Salvini
L’
Italia uscirà entro l’anno dalla Via della Seta, il memo-
randum firmato dal governo Conte-1. Ma lo farà in ma-
niera “soft” e senza umiliare la Cina. Lo ha comunicato
ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un bilaterale
con il premier cinese Li Qiang, il più alto in grado dopo Xi Jin-
ping (assente), a margine del G20 di New Delhi. Un incontro
durato circa un’ora, la prima parte con gli staff, la seconda da
soli e senza traduttori, a dimostrazione dell’importanza del fac-
cia a faccia. È stato a quel punto che il premier cinese, dopo mesi
di messaggi arrivati a Pechino da Roma, ha chiesto ufficial-
mente a Meloni cosa abbia intenzione di fare l’Italia sul me-
morandum. La premier ha comunicato che il governo ha in-
tenzione di disdire il memorandum (altrimenti si rinnova i au-
tomatico) ma mantenendo i rapporti commerciali e in parti-
colare rilanciando il
Partenariato attivo da
19 anni, dal governo
Berlusconi del 2004, e
annunciato già pochi
giorni fa dal ministro
degli Esteri Antonio Ta-
jani nella sua visita a Pe-
chino. “Siamo pronti a
rafforzare e consolida-
re” le reazioni, ha spie-
gato Meloni. In una no-
ta, Palazzo Chigi spiega
che lo strumento “costi-
tuirà il faro per l’avanza-
mento dell’amicizia e
della collaborazione tra le due nazioni in
ogni settore di comune interesse”. Duran- LA PREMIER
te il faccia a faccia, la premier ha aggiunto
che l’uscita dalla via della Seta “non è stata “NON CE L’HA
chiesta da nessuno all’Italia”: una excusa- CHIESTO BIDEN”.
tio non petitaper rispondere alle accuse di
fare gli interessi degli Usa. La disdetta del
A SALVINI: “TONI
memorandum arriverà forse con una mo- PIÙ BASSI”
zione parlamentare entro dicembre, en-
tro il G7 in Puglia del 2024.
DA PARTE SUA IL PREMIER cinese Li Qiang ha spiegato che Pe-
chino preferirebbe una soluzione diversa dall’uscita della via
della Seta, ma considera accettabile l’idea del Partenariato e
soprattutto un’uscita soft e senza grandi proclami. Il premier
cinese, secondo quanto riportato dall’ambasciatore a Roma Jia
Guide, ha risposto auspicando una relazione “sana e stabile”
necessaria “per un migliore sviluppo”: “Si spera che l’Italia for-
nisca un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discri-
minatorio affinché le aziende cinesi possano investire e svilup-
parsi in Italia. La Cina continuerà ad espandere l’accesso al
mercato per creare maggiori opportunità per i prodotti di qua-
lità di entrare nel mercato”. Nel bilaterale, il premier cinese ha
chiesto alla premier italiano di uscire dalla via della Seta senza
grossi proclami: la Cina nelle prossime settimane celebrerà i
dieci anni della “Belt Road initiative”. Così Meloni ha deciso che
l’Italia uscirà “senza propaganda” e senza “grossi proclami”,
chiedendo a Matteo Salvini di abbassare i toni: il leghista negli
ultimi mesi ha più volte attaccato Pechino. Non è detto che la
premier vada a comunicare l’uscita dalla via della Seta a Xi Jin-
ping: il viaggio di novembre resta in dubbio, mentre nel 2024 è
previsto il viaggio di Mattarella. La premier ha incontrato an-
che il premier indiano Narendra Modi: durante il summit Me-
loni ha condannato l’aggressione russa e spinto per l’ingresso
dell’Unione Africana nel G20 rilanciando il piano Mattei. “L’I-
talia – ha detto la premier – destinerà all’Africa oltre il 70% suo
Fondo italiano per il clima, 3 miliardi di euro in 5 anni”.
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6 l ECONOMIA IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023

L’IDEA • Non verranno scorporate, ma ritenute “fattori rilevanti”

La Ue vuole eliminare le spese

militari dal calcolo del deficit
» Salvatore Cannavò Anche per trovare un terre- te; la sostenibilità del settore e anche al suo responsabile e-

ANCHE LE STIME
DI CRESCITA
SARANNO RIVISTE
DOMANI lo stallo
dell’economia Ue sarà
certificato dalle nuove
previsioni della
Commissione europea.
Che si appresta a rivedere
il cauto +1,1% prefigurato
a giugno per l’intero 2023,
ritoccandolo al ribasso di
un paio di punti decimali.
Una correzione che
potrebbe avere un effetto
domino sull'imminente
nuova decisione della Bce
sul rialzo dei tassi di
interesse. E ricadute
anche per l’Italia, con il
governo impegnato nella
redazione della manovra
L
a notizia, diffusa dalla
Reuters, non è stata re-
gistrata adeguatamen-
te eppure nell’Unione
europea si profila un accordo
che potrebbe chiudere un oc-
chio sul peso delle spese milita-
ri sui deficit nazionali.
LA TENDENZA ALL’AUMENTO è
frutto delle scelte sulla guerra
in Ucraina e anche della deci-
sione immediata, subito dopo
la guerra, da parte della Ger-
mania, di adeguarsi rapida-
mente all’obiettivo del 2% delle
spese militari sul Pil indicato
dall ’Alleanza atlantica. Oggi
quell’obiettivo è oggetto di una
riflessione interna al governo
di Berlino dove sembrano con-
frontarsi una linea più decisa
per l’aumento e un’altra più
prudente.
no favorevole nei confronti del-
la Commissione sta allora
prendendo forma l’idea, rac-
colta tra gli alti funzionari di
Bruxelles, che “mentre la spesa
per la difesa rimarrebbe co-
munque parte dei calcoli del
deficit, la Commissione classi-
ficherebbe tali spese come ‘fat-
tori rilevanti’ che le consenti-
rebbero di non avviare alcuna
azione disciplinare anche se il
limite del 3% fosse superato”.
Il 3% è una delle “regole” del
Patto di stabilità e crescita, un
dogma inviolabile in realtà su-
perato molte volte. A parte le
eccezioni previste dallo stesso
Patto – una sostanziale dimi-
nuzione tendenziale del deficit
oppure uno sforamento ecce-
zionale e temporaneo – si può
tenere conto di altri “fattori ri-
levanti”: operazioni di aggiu-
stamento; riserve accantona-
In parata Sfilata del 2 giugno FOTO LAPRESSE
pensionistico; il livello dell’in-
debitamento del settore priva-
to e anche eventuali altri fattori
accettati dalla Commissione
europea.
LA QUESTIONE È PER ORA filtra-
ta dalla burocrazia europea,
magari solo per vedere che ef-
fetto fa, oppure perché già og-
getto di un accordo ad ampio
spettro. Non sarà facile siste-
marla perché tra le “spese mi-
litari”potrebbero essere nasco-
ste spese molto più ampie. “Fi-
nora non ho sentito un ‘no’ da
nessuno, compresi i tedeschi,
su questo”, ha detto alla Reuters
un secondo diplomatico
dell’Ue vicino ai colloqui. “Spe-
ro che sulla difesa si possa con-
cordare uno spazio limitato”.
Un effetto di tale scelta sa-
rebbe l’ampio potere discrezio-
nale offerto alla Commissione
conomico, nel caso attuale
Paolo Gentiloni, il cui mandato
scadrà nell’ottobre prossimo.
La definizione di “fattore rile-
vante” sarebbe infatti oggetto
di una trattativa serrata tra i go-
verni e i funzionari Ue e potreb-
be essere appetibile nell’immi-
nenza del ripristino del Patto di
Stabilità che sta facendo torna-
re la politica europea alle con-
suete difficoltà di bilancio.
La proposta, scrive ancora la
Reuters, ha ottenuto il sostegno
del comitato dei funzionari fi-
nanziari delle capitali dell’Ue
che esaminano come riforma-
re le regole di bilancio. I mini-
stri delle Finanze dovrebbero
avere una prima discussione
sulle modifiche alle regole la
prossima settimana e poi di
nuovo in ottobre con l’obiettivo
di raggiungere un accordo en-
tro la fine dell’anno.

CONTI PUBBLICI
t PATTO DI STABILITÀ LA REVISIONE È FONDAMENTALE: SENZA DEROGHE SU GREEN&C., POCHE RISORSE

Il rischio manovrina e la stretta fiscale:

cosa c’è dietro gli attacchi a Gentiloni
» Carlo Di Foggia questo l’Italia è in linea con posta della Commissione una
e Giacomo Salvini Spagna e Francia, e spera che la previsione assai invisa al gover-

L’
ultimo è stato ieri A-
dolfo Urso: “Chi rap-
presenta l’Italia in Ue
deve tutelarci”, ha
spiegato il ministro delle Im-
prese. Il dato è di per sé indica-
tivo dell’isteria e delle difficoltà
dell’esecutivo. Per la prima vol-
ta tutti, da Giorgia Meloni a
Matteo Salvini fino ad Antonio
Tajani, sono allineati su un
punto: l’attacco al commissario
europeo Paolo Gentiloni. È
partito il leghista (“gioca con-
tro l’Italia”), ma l’ha fatto per gli
altri due, che lo pensano. Nei
corridoi del Tesoro raccontano
che anche il ministro dell’Eco-
nomia Giancarlo Giorgetti sia
assai scontento dell’ex premier.
E così pure il ministro del Pnrr,
Raffaele Fitto.
L’OFFENSIVA è strumentale, ma
i nervi sono saltati anche per le
difficoltà sui negoziati per la re-
visione del Patto di stabilità che
altrimenti rientrerà in vigore
nel 2024. Non è un dettaglio,
dal risultato dipende lo spazio
fiscale a disposizione della
prossima manovra che, senza
novità, si annuncia risicato:
meno di 8 miliardi su 20 totali.
Per dare l’idea, secondo le sti-
me che girano a Bruxelles la
proposta della Commissione,
se passasse così, comportereb-
be per l’Italia un aggiustamen-
to fiscale da 15 miliardi l’anno.
La partita si giocherà all’E-
VENERDÌ
L’ECOFIN
IN SPAGNA
L’ESECUTIVO spera che
a Santiago di Compostela,
dove si riunirà l’Ecofin,
accada il miracolo:
il via libera a una riforma
“amica” del Patto Ue
cofin di Santiago di Composte-
la, dove Giorgetti volerà vener-
dì. La speranza italiana è otte-
nere un meccanismo che per-
metta di scorporare alcune
spese “strategiche”, digitale e
transizione ecologica, dal cal-
colo del deficit. Non una norma
“strutturale”, l’Italia non ha né
la forza né le alleanze per otte-
nerla, ma una modifica per un
periodo “transitorio” di appli-
cazione delle nuove regole che
potrebbe anche coincidere
con l’arco temporale del P-
nrr, cioè fino al 2026. L’o-
biettivo è infatti quello di
poter scorporare dal calcolo
del disavanzo parte degli in-
vestimenti a debito del Pia-
no di ripresa. Un preceden-
te che in futuro potrebbe es-
sere riusato nel caso di grandi
piani europei per centrare o-
biettivi ambiziosi, come quelli
sulla riconversione verde. Su
Germania non si impunti: il
governo federale è sotto accusa
per i “fondi speciali” fuori bi-
lancio che sottostimano il defi-
cit e spera di poter scorporare
parte di quelli destinati al caro
bollette e all’aumento delle
spese militari (lo leggete so-
pra). Questo meccanismo, ça
va sans dire, aumen-
terebbe ancora di
più il potere nego-
ziale della Commis-
sione che nella sua ANCHE IERI
proposta obbliga i
Paesi più indebitati a I MALUMORI
negoziare piani qua-
driennali di rientro.
DI GIORGETTI
Nella ipotetica futu- FDI: “È SCESO
ra trattativa il gover-
no dovrebbe veder- IN CAMPO”
sela, tra gli altri, pro-
prio con Gentiloni.
MELONI&C. addebitano al com-
missario la mancata sponda
nelle trattative avviate
da Fitto per rivedere il
Pnrr. Parliamo però di
Quasi amici un dossier di cui l’ex pre-
Il ministro mier Pd (difeso ieri da
Giancarlo Elly Schlein) non è tito-
Giorgetti e il lare. Discorso diverso
commissario per la revisione del rego-
Paolo Gentiloni le fiscali, dove i negozia-
FOTO ANSA tori italiani guidati da
Giorgetti lamentano u-
na totale mancanza di
attenzione. Ieri ambienti vicini
a Gentiloni hanno fatto filtrare
ad alcuni giornali di essersi
speso per far saltare dalla pro-
no italiano che prevede la clas-
sificazione in tre fasce dei Paesi
in base al livello di debito, che
avrebbe finito per penalizzare
molto Roma. Insomma Meloni
e compagnia sbagliano bersa-
glio. Dal Tesoro non paiono ve-
derla allo stesso modo, anche
perché non si sono mai regi-
strate dichiarazioni
contrarie alla clau-
sola da par te del
commissario. L’eli-
minazione sarebbe
un punto a favore di
Roma, ma non suffi-
ciente visto che i pa-
rametri Ue (deficit
Pil sotto il 3% e debi-
to Pil sotto il 60%)
divideranno in due i
Paesi Ue.
All’Ecofin ci sarà
la questione della ra-
tifica della riforma del Mes: il
governo sperava in una sponda
del commissario, che però ha
spiegato di aspettarsi la ratifi-
ca. Poi ci sono le ragioni – e le
dietrologie – politiche. A Gen-
tiloni non sono perdonate le di-
chiarazioni su Pnrr e regole fi-
scali alla festa dell’Unità. A
Chigi credono che l’ex premier
voglia candidarsi alle Europee
del 2024 con i dem e prendere il
posto di Meloni. Giorgetti e
Gentiloni si sono incontrati ieri
al G20, ma non hanno parlato
dello scontro. Nessun chiari-
mento con la premier: i due si
sono solo salutati.

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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
IL DOSSIER • Panoramica Arrivati a quota 147 mld
Superbonus&C, numeri record
17 milioni di crediti già ceduti
LE CIFRE
10MLN D
LE OPERAZIONI singole
di “prima cessione”
derivate dal Superbonus,
per 425mila strutture.
Per ognuna di esse, ogni
singola Sal (Stato
avanzamento lavori)
porta a una cessione
12,8MLD
LE IRREGOLARITÀ
registrate dall’Agenzia
delle Entrate fino ad
agosto: non solo “frodi”
ma anche errori formali
che hanno bloccato il
credito. Se scartati dopo
le verifiche, i crediti non
avranno un costo per
lo Stato
» Marco Lillo
ieci milioni di opera-
zioni e 2,8 miliardi
di irregolarità, que-
sti i numeri del Su-
perbonus che risultano al
Fatto fino a pochi giorni fa.
Secondo gli ultimi dati che
circolano tra ministeri e A-
genzia delle Entrate in tutto
le sole operazioni singole di
“prima cessione” dei crediti
fiscali frutto delle detrazioni
da bonus sono 17 milioni. Di
queste ben 10 milioni deriva-
no dal solo Superbonus.
IL DATO è impressionante pe-
rò va spiegato. Una singola Ci-
la (Comunicazione inizio la-
vori asseverata) per la ristrut-
turazione di un singolo im-
mobile può portare molte ‘o-
perazioni’ con relative cessio-
ni di credito fiscale. A ogni Sal
(Stato avanzamento lavori)
c’è una cessione e poi ci posso-
no essere più fornitori che fat-
turano direttamente al clien-
te acquistando il suo credito
verso il fisco. Questo spiega
perché a fronte di circa
425mila strutture beneficia-
rie (tra condomini, villette, u-
nità indipendenti e ben sei ca-
stelli), le cessioni siano così e-
levate. Certo, il dato delle “o-
perazioni singole”, anche se
depurato da questo effetto, re-
sta impressionante. Comun-
que quella del Superbonus si
conferma una manovra dagli
effetti enormi e che continua a
marciare a un ritmo sostenu-
to. Le cessioni per tutti i bonus
erano 13,5 milioni al 1º marzo
2023, all’epoca dell’u lt im a
audizione davanti al Parla-
mento del direttore dell’A-
genzia delle Entrate, Ernesto
Maria Ruffini. In sei mesi c’è
stato un aumento di 3,5 milio-
ni. Proprio la quota parte del
Superbonus è cresciuta: al 1º
marzo 2023 valeva 6 milioni
di operazioni su 13,5 milioni
totali. Ora il Superbonus vale
da solo poco meno di 10 mi-
lioni di operazioni singole su
17 milioni. L’impatto effetti-
vo sull’erario però sarà dilui-
to nel tempo. Su un totale di
147 miliardi di euro di cessio-
ni da tutti i bonus per ora solo
23 miliardi sono stati già por-
tati in detrazione delle
tasse perché i crediti fi-
scali sono detraibili in
più anni, a seconda del
bonus usato da 4 fino a
10 anni. Quindi i 124
miliardi restanti si
scaricheranno sull’e-
rario anno per anno
pro quota, impattando
sul debito.
Aumentano anche
le cosiddette “fr od i”,
cioè le operazioni che
hanno dato luogo a cre-
diti irregolari. Grazie al
gran lavoro che sta facendo
l’Agenzia delle Entrate diretta
da Ruffini con la sua piatta-
forma di controllo, sono state
scovate irregolarità per 12,8
miliardi a fine agosto. Erano 9
miliardi al 1º marzo 2023.
Essendo ormai chiuso il
bonus facciate (fermo a 6 mi-
liardi di frodi), cresce di più
in questa triste classifica pro-
prio il Superbonus: non vale
più il 5 per cento come ai pri-
mi di marzo ma ben 2,8 mi-
liardi sui 12,8 totali, cioè circa
il 22 per cento.
Ci sono due cose da spiega-
re su questo dato. I contri-
buenti non dovranno pagare
12,8 miliardi di crediti al po-
sto dei “frodatori”. Questa let-
tura è sballata perché i crediti
sono stati bloccati prima di es-
sere scontati dall’erario. Al
massimo si può parlare di ten-
tativo di frode non riuscito. I-
noltre è proprio il termine fro-
de a essere talvolta fuori luo-
go. Nel monte dei 12,8 miliar-
di ci sono le frodi vere dei la-
vori esistenti solo sulla carta,
ma anche i crediti originati da
lavori fatti da cittadini onesti
ma pasticcioni che non si sono
I veri dati Le cessioni
procedono a ritmi sostenuti
Frodi per 13 mld, ma non tutte
(specie sul 110%) sono dolose
E il buco non sarà per lo Stato
visti riconoscere i crediti
dall’erario per questioni legali
e formali.
NEL NUMERO di 12,8 miliardi
c’è un po’ di tutto. Per due terzi
sono i crediti sequestrati,
spesso sempre su input dell’A-
genzia, dall’autorità giudizia-
ria. Per un terzo circa sono in-
vece quelli scovati e scartati in
via preventiva dalla piattafor-
ma dell’Agenzia delle Entra-
te: sono questi controlli infor-
matizzati che stanno facendo
lievitare il conto delle irrego-
larità del Bonus 110%. La pro-
cedura funziona così: entro 5
Onda lunga
I lavori edili nati
dai bonus stanno
continuando
anche in questo
2023
FOTO ANSA
giorni la piattaforma verifica
la correttezza del credito van-
tato per i bonus, sulla base di
alcuni parametri, se non tor-
na qualcosa il credito fiscale è
bloccato e l’Agenzia chiede
chiarimenti al contribuente
che ha 30 giorni per replicare.
Se non riesce a dimostrare che
è tutto a posto, il credito è
scartato ed entra nella lista
dei cattivi. Circa la metà degli
scarti preventivi dell’Agenzia
sono relativi proprio al Super-
bonus. L’Agenzia delle Entra-
te scarta il credito con la sua
piattaforma se la pratica non
rispetta la legge, anche se i la-
vori sono stati realizzati. In
tutti questi casi il cerino reste-
rà in mano non al bilancio del-
lo Stato, come si lascia credere
spesso, ma alla ditta che ha e-
seguito i lavori o al contri-
buente costretto a ripagarli.
Paradossalmente in questi
casi i lavori hanno originato
un aumento del Pil con un be-
neficio pubblico e solo un a-
borto di credito privato verso
lo Stato che non potrà mai es-
sere compensato da nessuno
con un F24.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ECONOMIA l 7
EXTRAPROFITTI
t
Banche, Meloni
stoppa Tajani
Lui: “Il governo
non può cadere”
F
orza Italia ci proverà a mo-
dificare il decreto sugli e-
xtraprofitti bancari, magari
facendo approvare un emenda-
mento che, come raccontato ieri
dal Fatto, favorirebbe Mediola-
num. Ma Giorgia Meloni non ci
sta. E ha già fatto sapere al vice-
premier Antonio Tajani che la
norma potrà subire qualche pic-
colo accorgimento ma “l’impian-
to del prelievo non cambia”. Una
risposta, quella della premier,
che Tajani ha raccontato giovedì
a un vertice economico con i di-
rigenti di Forza Italia, riuniti per
parlare della legge di Bilancio.
Oltre ai consiglieri economici del
vicepremier, al tavolo c’erano an-
che i capigruppo Licia Ronzulli e
Paolo Barelli, Andrea Orsini,
Maurizio Gasparri, Alessandro
Cattaneo e Andrea Mandelli. Du-
rante la riunione si è parlato so-
prattutto della legge di Bilancio
con Forza Italia che chiederà la
conferma del taglio del cuneo fi-
scale e l’aumento delle pensioni
minime fino a 650 euro, ma poi si
è passati ad analizzare il decreto
sugli extraprofitti bancari che ar-
W:133.728pt H:94.5pt
riverà questa
settimana
MEDIOLANUM n e l l e c o m-
IL VICEPREMIER dmissioni ustria e
In-
PRESSATO Ambiente
DALLA FAMIGLIA del Senato.
Mercoledì
BERLUSCONI scadono i
termini per
p re s en t ar e
gli emendamenti e Forza Italia
chiederà diverse modifiche: la
natura “una tantum” della nor-
ma, l’esclusione delle banche po-
polari e del credito cooperativo,
la deducibilità e la riduzione del
prelievo dallo 0,1% dell’atti vo
bancario allo 0,15% delle “attivi-
tà ponderate per il rischio”. In
questo modo –alzando il tetto ma
restringendo la base su cui si cal-
cola – Mediolanum (fiore all’oc-
chiello delle partecipazioni della
Fininvest dei Berlusconi) avreb-
be un beneficio sostanziale, pas-
sando da un prelievo di 18 milioni
rispetto ai 75 iniziali (-75%). Una
norma che Forza Italia proverà a
presentare d’accordo con la Lega
ma Meloni ha già detto “no” a Ta-
jani. Una risposta riferita dal vi-
cepremier giovedì ai dirigenti az-
zurri spiegando che alla fine si
dovrà piegare sulle richieste più
esose: “Non possiamo far cadere
il governo sulle banche”, è stata la
riflessione del vicepremier az-
zurro di fronte alle proteste dei
suoi. Tajani si trova in un cul de
sac: da una parte ha la famiglia
Berlusconi che preme per le mo-
difiche, dall’altra non può rom-
pere con Meloni. E dunque farà
almeno finta di averci provato.
GIA.SAL.
 https://overpost.biz
8 l CRONACA
I DOCUMENTI
t tra le 22 e le 6 i 5 operai travolti dal treno. Airaudo (Cgil): “Un’elemosina”
PROCURA INDAGA
SUI CELLULARI
DELLE VITTIME
AL VAGLIO della
Procura di Ivrea i cellulari
di due delle cinque
vittime della strage di
Brandizzo: sono quelli di
Giuseppe Aversa, 49 anni,
e Giuseppe Lombardo,
52 anni. Tra il materiale
sequestrato per il
fascicolo delle pm Giulia
Nicodemi e Valentina
Bossi, presenti anche
tablet e cellulari
del macchinista del treno
Marcello Pugliese, 52
anni, e dell’assistente di
cabina Francesco Gioffré,
29 anni. Verranno estratti
anche i dati delle due
scatole nere del treno.
Da queste informazioni
gli inquirenti puntano
a ricostruire gli attimi
prima della tragedia.
Da chiarire la catena di
comando, le indicazioni
date e quelle omesse.
Un testimone ha
dichiarato: “Ci mandano
sui binari come se fosse
un parco giochi”.
Retribuzione Sigifer
I sindacati: “Per poter arrivare
ai 1.700-1.800 euro servono
molte indennità diverse, così
i lavoratori sono più ricattabili”
LE BUSTE PAGA È quanto percepivano di maggiorazione per lavorare
Strage di Brandizzo: morire
di notte per 2,6€ in più l’ora
» Simone Bauducco
INVIATO A BRANDIZZO
(TORINO)
D
ue euro e 60 cente-
simi all’ora in più
rispetto alla paga
base per lavorare di
notte sui binari. È questa la
“maggiorazione notturna”
che percepivano i cinque o-
perai della Sigifer di Borgo
Vercelli morti a Brandizzo.
Lo si legge nella busta paga
di uno di loro. È lo stesso con-
tratto nazionale che avevano
tutte le cinque vittime: Ke-
vin Laganà, 22 anni, Michael
Zanera, 34 anni, Giuseppe
Sorvillo, 43 anni, Saverio
Giuseppe Lombardo, 52 an-
ni, Giuseppe Aversa, 49 an-
ni. Stavano scavando con le
pale il pietrisco sui binari
quando un treno li ha travol-
ti alle 23,49 del 30 agosto.
IL VIDEO girato da Kevin La-
ganà, il più giovane della
squadra, ha immortalato i ri-
schi che erano costretti a cor-
rere durante il lavoro nottur-
no. Le buste paga dei loro
colleghi raccontano le con-
dizioni salariali a cui erano
sottoposti. Poco più di 2 eu-
ro lordi all’ora per lavorare
nella fascia tra le dieci di se-
ra e le sei del mattino. Una
cifra prevista dal contratto
nazionale degli edili, ma che
secondo il segretario gene-
rale della Cgil Piemonte,
Giorgio Airaudo, rappre-
senta “u n’elemosina, non
u n’i n de n ni t à ”. Ma non c’è
solo la questione salariale.
L’altro tema che emerge dal-
le buste paga è quello del
sotto inquadramento.
“A quanto ci risulta – rac-
conta il segretario generale
Fillea Cgil Alessandro Geno-
vesi – delle cinque vittime, u-
no era un manovale (primo
livello), due erano operai co-
muni (secondo livello), e sol-
tanto due erano operai spe-
cializzati (terzo livello),
mentre sarebbero dovuti es-
sere tutti e cinque almeno tra
il terzo e quarto livello”.
IL SOTTO inquadramento, se-
condo Genovesi, comporta
“una maggiore ricattabilità
perché per arrivare ai
1.700-1.800 euro servono
tante voci come le indennità
di trasferta o il lavoro nottur-
no, così i lavoratori sono più
ricattabili”. E poi c’è il tema
https://overday.info
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
Alle porte
di Torino
La stazione
di Brandizzo.
In basso, le cinque
vittime: Giuseppe
Lombardo,
Michael Zanera,
Kevin Laganà,
Giuseppe Aversa,
Giuseppe Sorvillo
FOTO ANSA
giorno guardava le sue fi-
glie”, racconta il sindaco, che
insieme alla sua comunità si
è stretto attorno alla famiglia
della vittima. Davanti alla
stazione rimangono i mazzi
di fiori lasciati da tanti citta-
dini e dal presidente della
Repubblica.
GLI ULTIMI a fare visita sul
luogo della strage sono stati i
membri della Commissione
parlamentare d’inchies ta
sugli infortuni sul lavoro. Un
sopralluogo sui binari e un
incontro con i sindacati.
“Abbiamo chiesto alla
commissione di verificare
l’esistenza di un sistema at-
torno alle manutenzioni.
Noi pensiamo che ci sia”, rac-
conta il segretario della Cgil
Piemonte Airaudo. Soltanto
nell’ultima settimana i sin-
dacati hanno ricevuto centi-
della formazio-
ne. “Per spalare
rischi”. Sui binari della sta-
zione di Brandizzo oggi c’è
naia di segnalazioni sulla
mancanza di sicurezza da
nella massic-
c i a t a c o m u n-
ancora la calce che ha coper-
to il sangue delle cinque vit-
parte dei lavoratori del setto-
re ferroviario.
que non serve time. Ogni volta che passa un “Tutti ci dicono che c’era
un titolo spe- treno, si alza nell’aria. “La un modello che spingeva alla
ciale, lo può fare ferrovia ha un significato massimizzazione dei risulta-
chiunque. E
quello, comun-
particolare per la nostra città
perché la divide in due, è co-
ti e alla riduzione dei costi –
aggiunge Airaudo – dunque
que, era un la-
voro semplice”
me se fosse il centro del pae-
se”, racconta Paolo Bodoni,
le regole venivano regolar-
mente forzate e non rispetta-
aveva detto ne- sindaco di questo comune di te”. E intanto si continua a
gli scorsi giorni 8 mila abitanti alle porte di morire. Nella settimana suc-
a Repubblica il Torino. cessiva alla strage di Bran-
titolare della Sigifer, Franco La comunità è ancora dizzo, sono 13 le vittime ca-
Sirianni. “Ma occorre consi- scossa dalla strage di dieci dute sul luogo di lavoro.
derare la complessità giorni fa. Anche perché una “La priorità dev’essere la
dell’ambiente di lavoro – ri- delle cinque vittime, Giusep- sicurezza. Non siamo dispo-
sponde Genovesi – un conto pe Sorvillo, viveva proprio sti a morire per più soldi –
è fare l’operaio comune nel qui. Era entrato in Sigifer conclude il segretario gene-
corso di una ristrutturazione soltanto sei mesi fa con un rale di Fillea Cgil Piemonte
di un bagno in un’abitazione contratto interinale. Gli era Massimo Cogliandro – dob-
privata, un conto è farlo su stato rinnovato proprio il 27 biamo fare in modo che i ri-
un cantiere ferroviario, di agosto. flettori su queste tragedie
notte, dove ci sono molti più “Lavorava di notte e di non si spengano”.
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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
TENGO FAMIGLIA
t
» Ilaria Proietti
A
ncora non ha la fama
di gran tessitore co-
me suo papà, ma la
stoffa c’è tutta: Tom-
maso Verdini, il figlio del più
noto Denis un tempo Mr. Wolf
di B., si farà di certo. È solo
questione di tempo che è co-
munque dalla sua visti i 33 an-
ni appena. Che consentono
al rampollo di giocare a
tutto campo nel mondo
degli affari. E il business
fa sempre rima con certa
politica, secondo le rego-
le della casa: socialista e
poi repubblicano col mi-
to di Giovanni Spadoli-
ni, Verdini padre aveva
incontrato il Sole, ossia
Silvio Berlusconi, grazie
a Giuliano Ferrara can-
didato a perdere contro
Antonio Di Pietro nel col-
legio del Mugello nell’an-
no del Signore 1997. Ma che
importa, grazie a quell’incon-
tro del destino il fu “macellaio”
di Fivizzano che s’era inventa-
to banchiere, era poi diventato
editore del Foglio e ancora non
aveva scoperto il suo talento
più vero: quello di traghetta-
tore di anime, di tassista della
politica, figura mitica a metà
strada tra il gran ciambellano
della real corte di Arcore e
Mefistofele, ma più che altro
ostetrica: del Patto del Naza-
reno tra Silvio Berlusconi e l’u-
nico suo delfino davvero col
quid Matteo Renzi. Di cui, del
resto, Tommaso Verdini è da
sempre estimatore al punto,
in anni ormai lontani, da con-
vincersi a prender la tessera
del Pd quando cominciava a
splendere a Firenze la stella
dell’ex Rottamatore.
I BENE informati raccontano
però che Verdini jr, oltreché
dalle sirene renziane fu pure
lusingato dal Cav. che nel 2017
ci aveva fatto un pensierino:
mettere in lista il primogenito
di Denis, allora promettente
figlio d’arte, accreditato oggi
di esserlo diventato davvero. A
completare l’opera paterna,
anzi di più: nonostante la gio-
vane età Tommaso Verdini
non è un novizio nella sublime
arte del padre, essendo passa-
to dalla Leopolda di Renzi
all’approdo a Roma dove sono
anni che mette a tavola la po-
litica. Nella sua Pastation il lo-
cale vista Parlamento: prima
refugium peccatorum di trup-
pe verdiniane e poi, come le
calamite, sono arrivati tutti gli
altri. Qualcuno con la speran-
za di incontrare Denis che sus-
surrava ai potenti. E che il Pa-
lazzo sì, gli è sempre piaciuto,
ma delle cose serie si è sempre
occupato in “ufficio”, attova-
gliato da Ciampini in piazza
San Lorenzo in Lucina. E poi
all ’ora del desinare spesso e
volentieri anche nel ristorante
del figlio, va senza dire. Lì dove
in tempi più recenti, Matteo
Salvini è diventato di casa es-
sendo, come noto, il fidanzato
di Francesca Verdini legatissi-
ma a Tommaso specie dopo i
rovesci giudiziari che hanno
allontanato dalla scena politi-
ca il loro papà. Ma un Verdini è
per sempre.
A balzare agli onori delle
Tale padre, tale figlio: l’astro
di Verdini jr tra i due Matteo
IL RAMPOLLO Tommaso è passato dalla Leopolda a Pastation:
così il 33enne, pure “cognato” di Salvini, costruisce relazioni
GIUSTIZIA A volte ritornano Paola Balducci, ex laica del Csm
Nordio mette l’amica di Palamara
a riformare la procedura penale
» Antonella Mascali
E
ssere amici di Luca Palamara,
radiato dalla magistratura e
con sulle spalle un patteggia-
mento di un anno per traffico di in-
fluenze, in questi tempi politici non
impedisce un incarico direttamente
dal ministro della Giustizia, Carlo
Nordio. Come è successo a Paola
Balducci, ex membro laico del Csm,
in quota Sel, nel “cerchio magico”
proprio di Palamara nella consilia-
tura del Csm 2014-2018 quando l’ex
pm era potentissimo consigliere del
Csm, dominusdelle nomine insieme
a Cosimo Ferri, pur essendo que-
st’ultimo toga fuori ruolo, prima co-
me sottosegretario alla Giustizia e
poi come deputato renziano.
Paola Balducci è tra i componenti
della commissione ministeriale che
deve riformare il codice di procedu-
ra penale, appena insediata in Via A-
renula. Balducci seguirà il filone sul-
le misure di prevenzione e sulla coo-
perazione internazionale. Docente
di Esecuzione penale alla Luiss di
Roma, ex assessora regionale in Pu-
glia, quando governatore era Nichi
Vendola, negli anni in cui è stata al
Csm, lega subito con Palamara, lea-
der incontrastato della centrista U-
nicost e con il vicepresidente Gio-
vanni Legnini, ex sottosegretario del
Pd. Il salotto romano di casa Balduc-
ci, da sempre crocevia di cene a base
di pubbliche relazioni, in cui l’avvo-
cata eccelle, diventa una specie di
succursale del Csm e chi non viene
invitato se ne lamenta. Come l’ex to-
gato Marco Mancinetti che racconta
deluso a Palamara: “Ieri sera la Bal-
ducci ha fatto una cena non invi-
tando me solo tra i neo con-
siglieri”. Ed è a Paola Bal-
ducci che Luca Palamara,
il 26 settembre 2018,
preoccupatissimo,
preannuncia che avrem-
mo rivelato la notizia del
fascicolo approdato a Pe-
rugia: “Domani il Fatto mi
Salotti Già assessore
di Sel, fu nel cerchio
magico che decideva
i destini delle toghe
ammazza” e Balducci: “Non mi fare
preoccupare, ti hanno visto con
qualcuno?”. Palamara: “Sui rapporti
tra me e Centofanti (l’imprenditore
Fabrizio Centofanti, ndr)”.
Durante l’inchiesta di Perugia a
carico di Palamara, imputato per
corruzione, reato poi derubricato in
traffico di influenze, è stato sentito
Generazioni
influenti
Denis Verdini
e i figli
Tommaso
e Francesca
FOTO PIZZI
come testimone il giudice Massimo
Forciniti, ex fedelissimo di Palama-
ra, per una chat del giugno 2018:
“Grazie al tuo avallo in questa con-
siliatura molte cose sono state decise
dal cerchio magico, non nelle sedi
proprie”. La risposta di Palamara è
sarcastica: “Questi sono i risultati,
Casellati presidente Senato
(Elisabetta Casellati, ex lai-
ca di FI, ndr) tu presiden-
te Terza e Settima (com-
missioni del Csm, ndr).
Sei un cazzaro”. Ai pm
che gli chiedono il senso
del suo messaggio, Forci-
niti risponde: “Quando mi ri-
ferivo al cerchio magico intende-
vo dire che avevo l’impressione che
Palamara, assieme al vicepresidente
(Legnini, ndr) e ad altri consiglieri
laici e togati, cercassero di orientare
l’attività del Consiglio. Ritenevo che
avessero un canale privilegiato nei
loro rapporti, anticipando il loro o-
rientamento su varie pratiche da ap-
provare in Consiglio”. E Forciniti in-
dica i nomi di quelli che a suo avviso
erano del “cerchio magico”. Mette al
verbale il giudice: “In questo gruppo
di persone io consideravo, oltre a Pa-
lamara e Giovanni Legnini, i consi-
glieri Valerio Fracassi (togato di A-
rea, sinistra ndr), Paola Balducci e
Giuseppe Fanfani (laico del Pd, ren-
ziano)”.
POLITICA l 9
cronache in realtà sono state le
comparsate a Pastation (e non
solo lì) di Federico Freni, testa
pensante del Carroccio e po-
tente sottosegretario all’Eco-
nomia (dove per altro è di casa
come consulente l’ex vicemi-
nistro Enrico Zanetti traghet-
tato al tempo da Scelta Civica
al gruppo dei verdiniani) oltre
che melomane appassionato
come i lettori del Foglio sanno.
Già, Freni: “A casa di Tomma-
so Verdini ci sono andato mille
volte”ha detto l’altro giorno ri-
spondendo allo scoop del Fat-
to sulla violazione delle regole
della detenzione domiciliare
da parte di Denis Verdini. Ma
la ciccia non è (solo) questa:
quel certo via vai tra il 2021 e il
2022, che non è sfuggito agli
inquirenti nell’ambito di
un’inchiesta che riguarda Ver-
dini figlio, dà il quadro per
quanto parzialissimo delle re-
lazioni, del peso politico isti-
tuzionale delle conoscenze,
insomma delle potenzialità
del rampollo.
INDAGATO con altri per corru-
zione: per sintetizzare la sua
società di consulenza, la Inver
srl era in grado, secondo le ipo-
tesi investigative, per esempio
di favorire nomine in società o
riconferme. Come quella a cui
ambiva l’ex ad di Anas Simo-
nini pure lui attovagliato chez
Verdini jr come anche il navi-
I suoi affari
Indagato
per corruzione:
favoriva nomine
e conferme
gatissimo Vito Bonsignore. E
qui i dettagli sono importanti,
due in particolare: fino alla fi-
ne del 2021 il figlio di Verdini è
stato consigliere nella società
autostrada Ragusa-Catania,
partecipata proprio dalla hol-
ding di Bonsignore. L’al tr o
(ex) socio di Verdini jr in Inver
era stato invece nominato in
Sitaf, la società partecipata da
Anas del traforo del Frejus:
Francesco Rizzo, già collabo-
ratore di Cosimo Ferri punta
di diamante del renzismo giu-
diziario, va senza dire legatis-
simo Verdini padre. Che, co-
me ha detto invece agli inqui-
renti di Perugia, interessati a
capire qualcosa di più della fa-
migerata Loggia Ungheria,
s’era portato il rampollo pure a
Dubai ché Piero Amara li vo-
leva coinvolgere in un affare
legati all’olio di palma, anche
se poi non se ne fece nulla. Al-
lora Verdini jr era poco più che
un ragazzo. Adesso è un im-
prenditore rampante che ha
davanti un’autostrada. L’ulti-
ma impresa? Essendo pro-
prietario di 5 ettari di terreni a
Monteripaldi, sta addosso al
sindaco di Firenze sul piano
urbanistico che a oggi gli im-
pedisce di costruire agrituri-
smi et similia. Affari , ma pure
politica se è vero che presto si
aprirà la successione a Dario
Nardella.
10 l PIAZZA GRANDE
NONC’ÈDICHE
DANIELE LUTTAZZI
CONIGLI IN FUGA DAI NAZISTI,
CONTADINI SCOPERECCI
E ATTORI NASCOSTI IN TENDA
D
a un racconto apocrifo di G.B. Shaw. La
sera in cui il celebre attore inglese Henry
Crave, nella parte di Amleto, trasportato
dalla concitazione della scena uccise davve-
ro Polonio dietro la tenda che lo nascondeva, tutta
Londra fu colpita da un grande turbamento. Crave fu
condotto davanti ai magistrati, ma si poté provare che
aveva agito in una specie di trance, cioè in stato di ir-
responsabilità, e venne assolto. La sera che ricompar-
ve sulle scene, e di nuovo nella parte di Amleto, venne
accolto da un’ovazione formidabile. Recitò i primi atti
più che mai con ardore e, giunto a quello della tenda,
uccise ancora Polonio. Crave fu di nuovo processato. I
difensori fecero più fatica della prima volta, ma riu-
scirono a farlo rilasciare. Gli venne però proibito di re-
citare ancora Amleto. Nei mesi seguenti rappresentò
parti tranquille, senza dar luogo ad alcun incidente. A
un certo punto, i cittadini londinesi presentarono nu-
merose petizioni affinché Crave potesse recitare di
nuovo Amleto, e convinsero le autorità a sospendere il
bando. Stavolta, per la parte di Polonio, il direttore del
teatro cercò un attore stanco della vita, e gli assicurò
una buona indennità in favore della vedova; poi, il
giorno della rappresentazione, fece pubblicare sui
giornali diversi annunci di questo tenore: “Da fonte
ineccepibile ci consta che, nonostante la calma appa-
rente, da due giorni Henry Crave dia segni inquietanti
di agitazione”. Quella sera il teatro fu gremito. Le pol-
trone si vendettero a cinque ghinee. Poco prima che
cominciasse l’atto fatale, il direttore chiamò in dispar-
te Crave: “Henry, mi raccomando la calma. Comun-
que, l’attore che stasera fa Polonio è un uomo stanco
della vita. Anche se sono certo che non avverrà alcun
incidente, ho assicurato a sua moglie una forte inden-
nità”. Il pensiero che aveva quasi il diritto di uccidere
Polonio raffreddò completamente Henry Crave. La
sua entrata in scena non parve compiersi con la solita
passione. Al momento esatto, forò la tenda con una
certa mollezza, facendo a Polonio una feritina senza
importanza. Malgrado la tenda, il pubblico compreso
benissimo, dalla lentezza del gesto di Crave, che non
era accaduto alcun incidente mortale. Una salva di ur-
li e di fischi costrinse Crave ad abbandonare la scena
senza terminarla. Il giorno seguente fu tale il tumulto,
al suo apparire, che la polizia dovette intervenire. Un
giudice gli proibì per sempre di recitare Amleto.
Dai racconti apocrifi di Eric Linklater.Un uomo
va in pensione e lascia la grande città per un cottage
nelle Highlands scozzesi. Dopo un mese di vita soli-
taria sente bussare alla porta. Apre: c’è un enorme
contadino scozzese. “Ho sentito che sei nuovo da que-
ste parti”, dice il contadino. “Sì”, risponde quello. “Ho
pensato di presentarmi e invitarti a una festa che sto
organizzando”, dice il contadino. “Grazie, mi piace-
rebbe venire”. “Sarà meglio che ti avverta: ci sarà da
bere molto”, dice il contadino. “Ottimo, mi piace bere”,
risponde l’uomo. “E di certo scoppieranno alcune
scazzottate”, dice il contadino. “Va bene, so difender-
mi”, risponde l’uomo. “E le cose si faranno un po’ mo-
vimentate nelle ore piccole. Ci sarà molto sesso”, dice
il contadino. “Per me va bene: non frequento donne da
molto tempo”, dice l’uomo. “Oh, non ci saranno don-
ne” dice il contadino “siamo solo io e te”.
Dai racconti apocrifi di Ephraim Kishon. Ger-
mania nazista. Un gruppo di conigli arriva al confine
col Belgio e chiede asilo politico perché i nazisti hanno
ordinato di eliminare tutti i topi. “Ma voi siete coni-
gli!”. “Glielo dici tu, alla Gestapo?”.
Addio De Masi: persa
una voce fondamentale
Profondamente scosso e addo-
lorato per la scomparsa improv-
visa di Domenico De Masi che,
pur non conoscendolo di perso-
na, ho avuto il piacere e l’onore,
tramite telefono, mail o What-
sApp, di relazionarmi spesso
con la sua intelligenza critica, il
suo senso dell’umorismo, e la
sua affettuosa disponibilità nei
miei confronti. L’ultimo suo
messaggio è del 31 luglio. Davve-
ro una perdita incolmabile.
PAOLO DELLA BELLA
Ho appreso la notizia della
scomparsa del prof. De Masi
dalla diretta YouTube della fe-
sta del Fatto. Sono rimasto pie-
trificato perché è venuta man-
care una voce autorevole e com-
battiva per il progresso sociale e
umano della nostra società. De
Masi è stato, per me, che ero suo
lettore, un punto di riferimento
imprescindibile.
GIANLUCA GRAZIANI
Per le stragi sul lavoro
serve il codice antimafia
Per fermare le stragi sul lavoro, A-
lessandro Robecchi lancia l’idea
di far pagare le spese sanitarie per
le cure degli infortunati alle azien-
de che non rispettano le norme
sulla sicurezza. Colpire nel porta-
foglio gli imprenditori sarebbe
molto efficace. Si potrebbe, però,
fare di più. Dal momento che que-
sti signori dimostrano di ispirarsi
alla stessa sottocultura della cri-
minalità organizzata, basata in-
nanzitutto sulla prevaricazione e
sulla totale mancanza di rispetto
per la vita degli altri, dovremmo
applicare a essi il codice antima-
fia: sequestro e amministrazione
giudiziaria delle loro aziende.
DOMENICO FORZIATI
Emulazione dell’o r ro re
grazie a film violenti
In tv e in radio, ogni giorno, c’è
sgomento per la violenza dilagan-
te, giovanile e maschile. Oggi ho
acceso Netflix: ragazza che man-
gia le membra della sorella, cada-
veri di incidenti stradali, rap in-
neggianti alla necrofilia. Di cosa
parliamo? Abbiamo prodotto
l’orrore in nome del mercato e poi
ci stupiamo che ci sia emulazione.
Benvenuti nell’era del trionfo
dell’istinto liberato.
ANGELA MARIA PIGA
Autismo: un problema
dimenticato dallo Stato
I familiari di persone autistiche
sono sempre più stremati. Ogni
giorno lottiamo contro l’ignoran-
za e i pregiudizi. Imprenditori e
personaggi vari, con l’autismo,
hanno costruito fortune, carriere
Direttore responsabile Marco Travaglio
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Società Editoriale il Fatto S.p.A.
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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
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SENZARETE
ANTONIO PADELLARO
Meloni timorosa cala nei sondaggi
“C’ERA ANCHE LA CLAQUE, uno stuolo di capi di sua popolarità? Sarà un caso, ma da quando lo
spazio che le dedicano i tg Rai e Mediaset tocca
gabinetto schierati in prima fila pronti al battimano
(e che nemesi, per Meloni che biasimava gli ap- quozienti nordcoreani i sondaggi cominciano
plausi in conferenza stampa a Mario Draghi)”. a mostrare un percettibile calo delle intenzioni
“REPUBBLICA” di voto a Fratelli d’Italia e anche il consenso di
Io sono Giorgia non appare così inattaccabile.
ALLA FESTA DEL “FATTO”, a proposito della E chissà se la premier non debba cominciare a
comfort zone (luoghi protetti da qualsivoglia temere l’orgia di “brava, bene, bis” a cura
critica, domandine precotte) pretesa dai co- dell’accoppiata Sallusti-Sechi (targati Ange-
siddetti leader, Lilli Gruber osservava: “Non lucci, editori sanitari saliti a palazzo per de-
si capisce di cosa abbiano paura, ma segnalo porre personalmente ai piedi della sovrana i
che cittadini e cittadine non sono scemi e loro gioielli). Direttori che, a proposito delle
quando ci sono interviste sdraiate e giornali- misure contro le baby gang, hanno esordito con
sti appiattiti se ne accorgono”. Il pensiero non il titolo giovane marmotta del Giornale: “De-
poteva non correre a Giorgia Meloni, da aspi- creto salva ragazzi”. Surclassato, bisogna am-
rante underdog spavalda e perfino spericola- metterlo, da “La mamma di ferro” (“Libero”)
ta nel voler affrontare le platee meno ben di- che è un po’ Anna Magnani e un po’ Margaret
sposte ma, da che siede a Palazzo Chigi, timo- Thatcher. Dal quale traspare la mano sapiente
rosa perfino delle normali conferenze stampa, e carezzevole di Mario Sechi che può così dare
che infatti diserta regolarmente (a parte l’ul- finalmente libero sfogo alla sua passione per la
tima). Un bisogno di protezione che ci ha mo- Mater familiae, repressa finché era costretto a
strato, in quel di Caivano, la piccola folla di farLe solo da portavoce. Poi, però, la visione dei
militanti di FdI (appositamente convocati) capi di gabinetto plaudenti mentre Nostra Si-
che travestiti da comuni cittadini hanno dato gnora parla ci interroga sul rovescio della me-
vita a grida di giubilo, “Giorgia Giorgia”, onde daglia. Non è che quando si tratta dell’esercizio
silenziare eventuali dissensi. del potere l’adulazione logora chi non ce l’ha?
E, dunque, la domanda non è soltanto a cosa
attribuire questa insolita insicurezza pubbli- Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano
ca della premier, ma soprattutto: il farsi depor- 00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2
re in questo sarcofago di salivazione giova alla lettere@ilfattoquotidiano.it
e patrimoni. L’autismo grave non di turno del Consiglio dell’Ue, il 2 le sottoscrizioni per la nascita del
ha nulla a che vedere con le pas- luglio 2014, tenne il rituale discor- nuovo giornale, ho sentito l’ur-
serelle mediatiche e politiche. In so dinanzi agli europarlamentari. genza di fare subito il versamento.
molte zone del Paese non è pos- Come da consuetudine, dopo il A distanza di 14 anni sono sempre
sibile ricevere una diagnosi. La discorso, noi giornalisti scendem- più contenta di averlo fatto e vi
scuola è troppo spesso inadegua- mo nell’aula stampa in attesa di ringrazio per la passione, l’impe-
ta, l’assistenza è carente. Finito il Renzi. Anche Schulz lo aspettava. gno e la competenza con cui vi de-
percorso scolastico i nostri ragazzi I giornalisti chiedevano la confer- dicate alla vostra missione di gior-
diventano fantasmi. La legge sul ma della presenza in sala stampa e nalisti, dando voce anche a chi la
“progetto di vita” e il budget di cu- Schulz la assicurava. Dopo una pensa diversamente.
ra è una farsa; il lavoro un’utopia; ventina di minuti arrivò una se- CAROLINA PANDOLFI
i caregiver traditi, sfruttati e umi- gretaria del presidente, gli disse
liati. I genitori vengono lasciati qualcosa all’orecchio e andò via.
soli, i figli sono inevitabilmente Schulz era stupito: ci disse Renzi
destinati all’esclusione. Tutto ciò non ci sarebbe stato. Subito dopo
rende incivile un Paese come il no- scoprimmo perché. Il Nostro era
stro, che non investe su questa stato accompagnato in aeroporto
complessa problematica. per un impegno urgente a Roma.
GIANFRANCO VITALE Doveva registrare una puntata di
Porta a Porta con Bruno Vespa.
La fuga di Renzi dall’Ue , ROCCO TANCREDI
meglio “Porta a Porta”
Festa del “Fa tto”: ospiti
Come giornalista ho seguito le
riunioni plenarie del Parlamento le opinioni divergenti
europeo. Giorni fa Renzi ha an- Auguri per questa bella festa, che LEGGI, GUARDA, ASCOLTA,
nunciato la sua candidatura. Sarà mi rimanda a un ricordo del luglio ESPLORA. Inquadra il Codice QR e
un’altra delle sue dichiarazioni 2009, quando trovandomi in va- accedi a FQEXTRA, la versione digi-
farlocche? Ricordo Renzi a Stra- canza a San Vigilio di Marebbe, tale del nostro quotidiano
sburgo quando, come presidente appena ho letto che erano aperte
Cinzia Monteverdi Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130;
(Presidente e amministratore delegato) Litosud, 20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;
Antonio Padellaro (Consigliere) Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;
Luca D’Aprile (Consigliere delegato all'innovazione) Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n° 35
Lorenza Furgiuele (Consigliere indipendente)
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IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023 PIAZZA GRANDE l 11

SOSCLIMA
LA FARNESINA (E NON SOLO) LUCA MERCALLI

CI ATTACCA PER SILENZIARCI

L’oceano ora ribolle

I Guterres: “È iniziato
l 29 agosto in un articolo ELENA BASILE smo in sottovanismo). La con-
sulla Stampa veniva ri- fusione invece è di natura cultu-
portato per intero il mes- rale, si fa per dire: il documento

saggio rivolto dal segreta-
rio generale della Farnesi-
na agli ambasciatori, pro-
babilmente su input del mini-
stro Tajani e del governo. Con
riservate. In un momento così
grave per la vita del Paese e
dell’Europa, ora che il conflitto
russo-ucraino potrebbe allar-
garsi e precipitare in una guerra
gran bella personalità della no-
stra diplomazia. Così si esprime
riguardo al citato articolo.
“Il pensiero libero fa paura,
perché per confutarlo occorro-
il collasso climatico”
di origine politica non diploma-
tica, afferma infatti che “nell’a-
zione dei diplomatici deve pre-
valere l’interesse del Paese e del
governo”, nell’ingenuo corolla-

un linguaggio in grado di ri-
chiamare un passato che spera-
vamo sepolto, nella comunica-
zione si rimettevano in riga gli
ambasciatori chiedendo loro
un allineamento alle posizioni
governative nell’interesse del
Paese. L’articolo, pur notando
un relativo disappunto della di-
plomazia per l’insolita iniziati-
va (apparentemente di origine
politica e non diplomatica), cita
la sottoscritta come punta di un
iceberg: sarei in cima alla pira-
mide dei diplomatici indiscipli-
nati inclini a criticare la politica
governativa.
Nell’articolo apparso su que-
sto giornale, il giorno in cui ho
rivelato di essere Ipazia (lo p-
seudonimo con cui a-
vevo firmato diversi in-
terventi di politica in-
ternazionale, dopo a-
ver consegnato le di-
missioni al direttore
generale del personale
della Farnesina) avevo
sostenuto che, proprio
per rispettare il senso
più profondo della no-
stra Costituzione, i cit-
tadini e in particolare i
diplomatici dovrebbe-
ro essere liberi di parte-
cipare al dibattito pub-
blico, qualora non ge-
stiscano il dossier con
l’istanza politica e non
rivelino notizie o fonti
ILVANGELODELLADOMENICA
ANTONIO SPADARO S.I.*
nucleare, i Commis d’État han-
no il dovere di mettere la loro
competenza e le loro conoscen-
ze al servizio del Paese.
A giugno sono stata diffama-
ta sulla stampa, persino sulCor-
riere, quale ambasciatrice fi-
lo-putiniana, addirittura collu-
sa con i servizi segreti russi. Nel-
la dichiarazione redatta a mio
sostegno che raccolse 50 firme
di ambasciatori, intellettuali,
giornalisti e artisti, veniva riba-
dita la libertà e il dovere del di-
plomatico di servire la Costitu-
zione e non il governo.
Citerei per intero l’ambascia-
tore Bradanini, diplomatico in-
fluente che ha servito come ul-
tima sede a Pechino ed è una
no argomenti non sempre di-
sponibili. In un simulacro di
democrazia come il nostro, il
pilota automatico, incaricato
di allineare il Paese alle scelle-
ratezze americane e eurounio-
niste, può continuare a funzio-
nare indisturbato, a dispetto di
qualche mal di pancia che si le-
va dal popolo sofferente, solo se
la classe funzionale – politici,
burocrati e media, con qualche
immancabile eccezione che
non fa la differenza – è tenuta al
guinzaglio.
La repressione del dissenso si
perde nella notte dei tempi. Qui
da noi, non mancava nemmeno
nei governi diversamente colo-
rati (Pd-5S). Oggi però il paros-
sismo anti-libertario
– ora incarnato dal
duo Meloni-Tajani –è
ben maggiore. Esso è
figlio dei tempi, sul
piano esterno la v i-
cenda ucraina e la
d e- oc ci d en ta li zz a-
zione, e su quello in-
terno l’imbarazzo e la
confusione. Trala-
sciando la sfera ester-
na, sul piano dome-
stico il governo tenta
di occultare lo iato
plateale tra promesse
elettorali e attuazioni
(per non essere depol-
tronizzato, ha dovuto
convertire il sovrani-
rio che esso sia il medesimo. Ma
quando mai? Gli interessi del
Paese – che in verità non coin-
cidono talvolta nemmeno con
quelli del popolo e di certo non
con quelli del governo – vanno
comunque difesi, in primis da
coloro che rappresentano lo
Stato. Costoro devono operare
avendo come stella polare in-
nanzitutto la Legge, e solo alcu-
ni e in alcune circostanze, anche
le istruzioni del governo. Temi
complessi, dunque, che la circo-
lare (almeno nella versione ri-
portata dalla stampa) semplifi-
ca con disinvoltura.
In ogni caso, da tutto ciò l’i-
cona dell’ambasciatrice Elena
Basile esce rafforzata, poiché,
da autentico funzionario dello
Stato, ha messo la libertà d’e-
spressione al servizio del Paese,
della conoscenza e della verità,
percorsi tortuosi, ma sempre
intellettualmente rivoluziona-
ri. D’ora in avanti, invece, i di-
plomatici, già di loro biologica-
mente inclini ad assecondare
chi comanda, scivoleranno an-
cor più nell’ombra, con il rischio
di precipitare nell’irrilevanza,
che è poi l’obiettivo ultimo del
pilota automatico sopra men-
zionato: uno Stato minimo di
risorse e d’intelletti rende più a-
gevole il saccheggio delle ric-
chezze nazionali da parte delle
forze globaliste che assediano
l’Italia”.
I
n Italia – La prima decade di settembre è trascorsa
in condizioni estive al Centro-Nord e in Sardegna,
entro una circolazione atmosferica bloccata con un
promontorio di alta pressione nordafricano stazio-
nario tra la Francia e il nostro Paese, affiancato da due
depressioni a Est (Daniel) e a Ovest (l’ex uragano Fran-
klin) responsabili di gravi alluvioni in Grecia e Spagna
(configurazione chiamata “a omega” dai meteorologi).
Il sereno ha prevalso e le temperature hanno toccato va-
lori talora inediti per settembre sia in quota sulle Alpi,
sia nelle zone soggette a venti di caduta da Nord-Est (fo-
ehn) come le coste sarde occidentali. Ai 4554 metri della
Capanna Margherita (Monte Rosa), sede di un osser-
vatorio meteorologico attivo a intermittenza tra il 1893
e il 1958, e poi dal 2002 di una stazione automatica Arpa
Piemonte, la temperatura non è scesa sotto 0 °C dalle
4:30 di lunedì 4 alle 21:30 di venerdì, fatto che in pas-
sato era rarissimo osservare anche solo per 24 ore (unico
caso noto il 9 agosto 1958, con minima di 0,0 °C), figu-
rarsi per 4 giorni e 17 ore, e peral-
tro in settembre! Inoltre la mi-
nima di 0,8 °C di mercoledì
6 è stata la più alta mai ri-
levata. Per il terzo mese
consecutivo la stazione
dell’Aeronautica Militare
di Capo Caccia (Sassari)
ha stabilito un record men-
sile di temperatura massima
con i 38,0 °C di lunedì, ma no-
tevoli anche i 34-36 °C di giove-
dì-venerdì in varie località dello
Spezzino. La depressione Daniel DALL’ONU
che ha fatto disastri in Grecia ha
solo lambito i versanti ionici italia- IL SEGRETARIO
ni con piogge e temporali in Cala- GENERALE
bria e Sicilia tra martedì e giovedì.
DÀ L’ALLARME
NEL MONDO – La Tessaglia è dunque MA SI CONTINUA
disastrata da alluvioni storiche A FAR FINTA
prodotte dalle piogge più intense
mai registrate nel Paese (nuovo re- DI NIENTE
cord nazionale di 754 mm il 5 set-
tembre al Monte Pelio). Oltre
1000 km2 allagati con l’acqua arrivata perfino ai tetti
delle case, ma gravi inondazioni anche nelle vicine Bul-
garia e Turchia con un bilancio totale di almeno 18 vit-
time nei tre stati. Rovinose alluvioni pure in Spagna,
dalla comunità di Madrid alla Catalogna, nello stato

Quale giustizia La logica evangelica brasiliano del Rio Grande do Sul (qui 37 morti), nonché
a Hong Kong, che sotto il tifone “Haikui”ha ricevuto 158
mm di pioggia in un’ora, record dall’inizio delle misure

non è quella di un tribunale inflessibile nel 1884. Il violento uragano tropicale “Lee”, benché
confinato in aperto Nord Atlantico, rimarrà negli an-
nali meteorologici per il suo sviluppo eccezionalmente
rapido che in poco più di 24 ore – anche a causa della

“S
e il tuo fratello commetterà u-
na colpa contro di te...”, dice
Gesù ai suoi. Il Maestro formu-
la una ipotesi. Non è un teore-
ma o un caso, una storia che
non li riguarda. Chiede di sen-
tirsi offesi da una colpa commessa contro di
loro. Chiede di sentirsi vittime. Che cosa scat-
ta nell’animo dei suoi? Rabbia? Desiderio di
vendetta? Matteo ci fa capire che Gesù non lo
chiede, non è interessato a che i suoi esprima-
no i loro sentimenti. Dice semplicemente che
cosa fare: “Va’ e ammoniscilo fra te e lui solo”.
Gesù chiede di immaginare chi ci offende e di
decidere di incontrarlo a tu per tu, in modo
riservato. Non scatta il ricorso alla legge, ma il
coraggio di guardarsi in faccia e dirsi le cose, il
primato del volto e delle sue espressioni senza
la sicurezza di essere con altri. Le ipotesi sono
due: o ti ascolta o non ti ascolta. Se ti ascolta,
“avrai guadagnato il tuo fratello”.
E se invece non ti ascolta? Solamente al-
lora il Maestro sembra far ricorso alla legge
secondo la quale per accertare la verità di un
fatto era necessaria la deposizione concorde
di due o tre testimoni. Dunque, chiede di
prendere con sé “una o due persone”. La scena
si allarga e si anima. Si rompe il cerchio
dell’intimità conflittuale, anche se da quella
bisogna iniziare. Già, perché esiste una inti-
temperatura del mare circa 2 °C sopra media –lo ha por-
mità amorosa, amichevole, ma anche l’inti- sempre un io e un tu, nonostante tutto. Alla tato alla massima categoria 5; uragani di questa inten-
mità tra chi vive un conflitto. Le persone si af- fine, non c’è una scomunica, ma un rapporto sità nell’Atlantico sono triplicati di numero nel periodo
frontano conoscendosi: tra loro fluiscono che resta in tensione. Non solo: Gesù chiede 2001-2022 rispetto al trentennio precedente. Eccezio-
sentimenti. Ma se non torna l’armonia questa che il fratello colpevole sia “per te” come “un nale ondata di calore tardiva in Francia, dove a scala na-
intimità si interrompe e arrivano altri, e con pagano e un pubblicano”. Ma qual era l’atteg- zionale non aveva mai fatto tanto caldo in settembre (al-
loro l’oggettività della legge. giamento di Gesù verso i pagani e i pubblica- meno in una serie di dati dal 1947) come lunedì 4, giorno
Se poi il fratello colpevole non ascolterà ni? Lui era addirittura tacciato di essere “a- che ha visto nuovi record per il mese di 33,9 °C a Lyon,
neanche questi altri testimoni? Il mico dei pubblicani e dei peccato- 36,8 °C a Cognac e 37,0 °C a Poitiers. L’evento straor-
cerchio si allarga ancora di più. Il ri”, come scrive lo stesso Matteo! La dinario si è esteso anche alle Alpi (zero termico di nuovo
consiglio è: “Dillo alla comunità”.E MISERICORDIA sua linea di azione con loro era di a oltre 5200 m in Svizzera, incredibilmente a sole due
se non ascolterà neanche la comu- accoglienza misericordiosa non di settimane dal precedente episodio inedito del 21 ago-
nità? La risposta è: “Sia per te come CON CHI PECCA ostilità rancorosa. sto) e fino alle isole britanniche, anche lì con numerosi
il pagano e il pubblicano”. Alla fine, E SBAGLIA, Dunque, proprio alla fine, quan- primati settembrini tra cui 26,1 °C a Dublino (serie di 81
la rottura è possibile, è contempla-
ta. Può finir male. Ma è davvero
GESÙ DIMOSTRA mette una colpa contro di loro po-
do i discepoli credono che chi com- anni). Come già giugno e luglio, anche agosto 2023 è
stato con ampio margine il più caldo nel mondo secon-
questo il messaggio? È tutto qui? COMUNQUE trà essere giudicato severamente e do il servizio Copernicus (0,71 °C sopra media), e così
Innanzitutto, quel che Gesù sta ACCOGLIENZA, fatto fuori dal giro dei “nostri” giu- l’intero trimestre dell’estate boreale, con il contributo di
dicendo è che la rottura è l’ultima sti, restano a bocca asciutta. La lo- El Niño nel Pacifico e delle storiche ondate di calore in
ipotesi, non la prima. Non è la frat- NON OSTILITÀ gica evangelica non è la logica giu- terraferma dagli Usa, all’Italia, al Medioriente, al Giap-
tura, la prima conseguenza della diziale. Bisogna cambiare il modo pone. Inoltre gli scienziati del World Climate Research
colpa, ma un impegno testardo che di pensare. E, per essere più chiaro, Programme indicano che lo scorso mese il 27% degli o-
cerca di risanare la ferita e che escogita me- Gesù conclude con un appello: “Dove sono ceani globali era in condizioni di “ondata di calore ma-
todi perché questo avvenga. Ma, in realtà, a due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in rina”. “Il collasso climatico è iniziato”, ha commentato
leggere bene, si capisce che Gesù esce da un mezzo a loro”. Ecco quei “due o tre testimoni” con la consueta apprensione il segretario generale Onu
approccio da “tribunale”. Fa sempre riferi- che Gesù chiede di chiamare in causa: non so- Antonio Guterres dall’Africa Climate Summit 2023 di
mento a un approccio personale: “Tuo fratel- no lì per essere strumentali a una condanna, a Nairobi. Ma continuiamo a fare come niente fosse.
lo... contro di te... fra te e lui... se ti ascolterà... un giudizio di espulsione, ma a rendere pre-
il tuo fratello... sia per te...”. Non c’è vero tri- sente quel Gesù che ama i pagani, i pubblicani
bunale, non è corretta un’interpretazione e i peccatori.
giudiziale, non ci sono veri testimoni: c’è *Direttore de “La Civiltà Cattolica”
12 l ZOOM IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023

\/ \/
IL TERREMOTO
UCCISA A MARSALA
Marisa Leo, Reina
preparò l’omicidio
e usò figlia da esca

A
ngelo Reina aveva pre-
parato da tempo il suo
piano. Ha ucciso a colpi
TOR BELLA MONACA di fucile calibro 22 l’ex compa-
gna Marisa Leo, 39 anni, a Far-
Pulisce la strada, la, al confine tra Marsala e Ma-
zara del Vallo, quindi si è tolto la
il pusher furioso vita con la stessa arma a 70 km
da lì, su un viadotto dell’auto-
le rompe il braccio strada fra Alcamo e Castellam-
mare. Da quanto emerge dalle
indagini della squadra mobile
di Trapani, nelle ultime setti-

L
e ha fratturato un braccio
perché stava pulendo la
strada in cui lui spacciava.
Un uomo di origine nordafri-
cana ha aggredito a colpi di bot-
tiglia Maricetta Tirrito, volon-
taria impegnata nel sociale,
mentre con altre donne del
quartiere e l’associazione “Tor
Più Bella”ripuliva una strada di
mane l’uomo aveva noleggiato
un’auto al cui interno la polizia
ha trovato altri proiettili della
stessa arma usata per uccidere
la donna. È stato il titolare
dell’autonoleggio a presentarsi
in Questura per raccontare
l’accaduto. Lo stesso ha fatto un
investigatore privato a cui Rei-

Apocalisse Marocco, almeno 1.300 vittime Tor Bella Monaca, uno dei
quartieri più difficili di Roma.
“L’uomo, uno dei tanti spaccia-

Nel paese 400 italiani: “Stanno tutti bene” tori di zona, ha prima offeso le
donne, poi le ha minacciate, in-
fine quella bottiglia lanciata
contro un sasso in direzione

I
l terremoto è uno di quei pochi eventi che fanno per-
cepire con chiarezza agli umani la relatività del tempo.
La scossa sismica che ha raggiunto quasi i 7 gradi di ma-
gnitudine e devastato parte del Marocco occidentale è du-
rata 35 secondi, ma a tutti è parsa lunga un’eternità. Un
lasso di tempo terrificante che per chi è ancora vivo sotto
le macerie di povere case tirate su alla bell’e meglio, spe-
cialmente nella zona più colpita – quella dell’altipiano
dell’Atlante – perdura ancora. Nella serata di ieri le vit-
time accertate erano almeno 1.300, ma per la conta de-
finitiva saranno cruciali le prossime 48-72 ore. Caroline
Holt, a capo della Federazione internazionale della Croce
Rossa e della Mezzaluna Rossa, dopo aver diramato an-
che il numero dei feriti, 1.200 tra cui 800 in gravi condi-
zioni, ha sottolineato che sarà necessario un massiccio
sforzo per tentare di salvare i sopravvissuti. È presumibile
ci siano molte persone intrappolate sotto le macerie poi-
ché il sisma è avvenuto di notte, quando la maggior parte
della gente che vive nell’area stava dormendo.
Re Mohammed IV ha schierato l’esercito, in grado di
raggiungere più speditamente i remoti villaggi di mon-
tagna rimasti bloccati dalle frane. Si tratta di un’area a
sud-ovest di Marrakesh, una delle mete preferite dai tu- della volontaria”, ha raccontato
risti, secondo quanto riferito dallo US Geological Survey. Nicola Franco, presidente del
I soldati hanno allestito un ospedale da campo che po- VI Municipio, presente duran-
trebbe non essere sufficiente per curare tutti i feriti. te l’aggressione. “Mi ha lancia-
Sopravvissuti tutti i 400 italiani presenti nel paese. Il to contro una bottiglia di vetro
diplomatico Nicola Minasi, capo dell’Unità di crisi della piena di birra che è andata a na aveva chiesto di pedinare
Farnesina, ha spiegato che oltre ai primi 200 connazio- schiantarsi per terra dopo aver- l’ex compagna. Sulla Porsche
nali che erano già stati segnalati e contattati, ce ne sono mi colpito sul polso e sul gomi- Cayenne usata la sera dell’omi-
altri 200 arrivati per partecipare a una convention azien- to”, ha raccontato lei. L’uomo è cidio-suicidio, invece, i poli-
dale. “Sono arrivate le ruspe che stanno lavorando per li- stato fermato e portato in ca- ziotti hanno trovato sia il fucile
berare la strada. Non so se ce la faranno entro la sera, spe- serma. “Gli spacciatori non vo- che una pistola, illegalmente
riamo. Credo che passeremo un’altra notte in macchina gliono che territori come que- detenuti. Era stato lo stesso
altrimenti, se sarà libero il passaggio, scenderemo a valle sto respirino bellezza e voglia di Reina a chiamare Marisa e ad
con la macchina”, ha riferito una turista italiana rimasta pulizia”, ha commentato Don attirarla nel luogo del delitto u-
bloccata su un passo montano dell’Atlante assieme alla fa- Antonio Coluccia, il parroco sando come esca la loro bimba.
miglia. La donna è in contatto con l'ambasciata: “Intanto antimafia vittima di un tentato “Vieni a prenderla in azienda
vediamo di scendere, poi vedremo. Siamo stanchi...”. “Per agguato il 29 agosto nello stes- da me”, le aveva detto al telefo-
le caratteristiche sismiche del Marocco un terremoto di so quartiere. “Ma io non mi fer- no. Ma all’appuntamento si era
questa magnitudine è un evento estremamente raro”, ha merò”, ha detto la volontaria. presentato solo, con il fucile.
commentato David Rothery, professore di Geoscienze
planetarie presso la Open University.
ROBERTA ZUNINI
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
EGITTO
\/
VENDITE IN DIFFICOLTÀ
Stellantis, verso
tavolo col governo:
possibili incentivi
L’
obiettivo: invertire il ca-
lo della produzione na-
zionale anche mediante
il varo di incentivi e che l’esecu-
tivo vuole allargato a regioni,
sindacati e produttori del com-
parto. È in arrivo il tavolo con-
vocato dal governo su Stellan-
tis, la cui nascita era stata an-
nunciata nei giorni scorsi dal
ministro delle imprese e del
Made in Italy Adolfo Urso. La
Fiom chiede un livello di con-
fronto superiore che investa
anche la premier Giorgia Me-
loni, mentre il segretario della
Cgil Maurizio Landini spinge
per una “trattativa seria” e una
convocazione formale delle or-
ganizzazioni sindacali visto che
al momento una data certa an-
cora non c’è. Sulla carta gover-
no e sindacati hanno comun-
que lo stesso obiettivo di fondo:
il ritorno alla produzione negli
stabilimenti italiani di un mi-
lione di auto (e 300 mila veicoli
leggeri) contro le 450 mila pro-
dotte lo scorso anno in modo da
garantire occupazione, evitare
la competizione fra gli stabili-
menti e dare un sollievo al vasto
mondo delle aziende della
componentistica. Sullo sfondo
c’è anche la normativa Ue sulla
transizione ecologica e la poli-
tica commerciale sempre più
aggressiva dei marchi cinesi
sull ’elettrico e non solo. Sul
piatto l’esecutivo intende an-
che mettere “un pacchetto di
incentivi affinché la domanda
coincida con l’offerta, ossia l’ac-
quisto e l’immatricolazione di
nuove auto che sia di sostegno e
di rilancio alla produzione na-
zionale. Per Landini “a oggi
non si è aperto nessun tavolo
con i sindacati”. Serve, ha detto,
“una trattativa seria e questo
può accadere solo con tutti e tre
i soggetti allo stesso tavolo”.
\/
PER AVERE ATTI D’INCHIESTA
Si firma “Santanchè”
Milano, legale indagato
È ACCUSATO di aver falsificato la
q firma di Daniela Santanchè per ac-
quisire una copia degli atti che attestava-
no l’esistenza dell’inchiesta della Procu-
ra di Milano sul gruppo Visibilia, in cui il
ministro per il Turismo figura tra gli inda-
gati. Il protagonista è un avvocato, nel cui
studio milanese ieri la Guardia di finanza
ha svolto una perquisizione: ora il profes-
sionista è indagato per falso e sostituzio-
ne di persona. Anche questa indagine, in
cui Santanchè è parte offesa e riportata
ieri da Il Giornale, è coordinata dalla pm
Maria Gravina e dall’aggiunto Laura Pe-
dio, con la supervisione del procuratore
Marcello Viola, già titolari delle inchieste
su Visibilia, il gruppo fondato dalla sena-
trice e da cui la stessa è uscita nel 2022.
Dopo la tesi, Zaki si è sposato
al Cairo con rito ortodosso
IN UN MISTO di religiosità copta e militan-
za anti-regime, si sono svolte al Cairo le
nozze di Patrick Zaki con Reny Iskander, la
fidanzata che ha vissuto tutto il suo calvario
giudiziario durato quasi tre anni e mezzo e
EMILIA-ROMAGNA
Consumo suolo, Bonaccini toglie all’Agenzia
per l’ambiente il vaglio sui piani dei Comuni
P
uò il controllato essere anche il controllore in tema di
consumo di suolo? Nell’Emilia-Romagna devastata
dall’alluvione dal 7 agosto è possibile. Fino al giorno
prima, tutti gli enti locali alle prese con un piano urbanistico
erano obbligati da una legge regionale ad acquisire un pa-
rere di sostenibilità ambientale e territoriale (Valsat) per o-
gni progetto di costruzione. La Valsat ha lo scopo di valutare
la coerenza delle scelte di piani urbanistici rispetto agli o-
biettivi di sostenibilità dello sviluppo del territorio, eviden-
ziare i potenziali impatti negativi e le misure per ridurli. Il
parere, non vincolante, veniva redatto da Arpae, l’agenzia
regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia. In caso
di valutazione negativa, il Comune doveva rispondere mo-
tivando politicamente e tecnicamente il proprio disaccordo
e la volontà di procedere nonostante il diniego. Un atto che
obbligava gli enti a una ulteriore ‘presa di coscienza’.
Il 7 agosto, con la delibera 1407, la Giunta regionale gui-
data da Stefano Bonaccini (ma lui non c’era) ha cancellato
questa opzione. Nel dettaglio, i punti 1 e 2 della delibera e-
stiva specificano che gli eventuali pareri di Arpae su piani e
varianti non devono comprendere la “valutazione circa la
positività o negatività”. Ma, domandano gli scettici, se Ar-
\/
ROMA, È CACCIA AL BRANCO
Botte dopo lo scippo,
due donne nel gruppo
SONO ALMENO due le donne nel
q gruppo che giovedì si è scagliato
contro Arshdeep Singh, il cittadino indiano
di 26 anni, che poco prima aveva scippato
una donna di 90 anni trascinandola a terra
in via Manfredonia, nella zona del Quartic-
ciolo, a Roma. I carabinieri stanno lavoran-
do all’identificazione delle persone, alme-
no sei, tutte residenti nella zona, che hanno
aggredito il giovane prendendolo a calci,
pugni e colpi di casco e non si esclude che
abbiano precedenti. Il video è diventato
subito virale sui social. Il giovane, arrestato
poco dopo, ha riportato la frattura del setto
nasale. Venerdì in aula durante la direttis-
sima ha chiesto scusa all’anziana scippata.
L’uomo avrebbe anche manifestato l’in-
tenzione di denunciare gli aggressori.
concluso a luglio con la grazia concessa dal
presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi
all’ormai laureato dell’Università di Bolo-
gna. La cerimonia è stata celebrata nella
chiesa di San Marco nel quartiere di Helio-
polis fra canti liturgici, volute di incenso e
tintinnar di sonagli che connotano il rito or-
todosso.
pae non può dire né sì né no a un progetto, allora cosa può
dire? A puntare il dito contro la delibera c’è la Lega, Coa-
lizione Civica ed esperti come Paolo Pileri, ordinario di Pia-
nificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Mi-
lano che su Altreconomia si è espresso con parole molto du-
re. “Disastro: fine dell’esistenza di Arpae, fine dell’esistenza
di un controllore qualificato e indipendente – e già faticava
a esserlo per le pressioni politiche a cui era sottoposto – via
libera ai pruriti di cemento locali”. Se tuttavia le Province e
la Città metropolitana stipulano una convenzione onerosa
con Arpae, quest’ultima può dare dei pareri. Le competen-
ze delle valutazioni adesso verranno trasferite alla Città
Metropolitana di Bologna e alle Province i cui consigli e
giunte sono composti dagli stessi sindaci che propongono i
progetti di costruzione. Come un professore che si interro-
ghi da solo e si promuova. Sul punto Arpae ha risposto pre-
cisando che la delibera “non limita in alcun modo il ruolo
dell’Agenzia ma è solo un atto che definisce meglio il ruolo
dei diversi enti coinvolti nel processo”. Secondo gli scrittori
Wu Ming, invece, “la vera emergenza in Emilia-Romagna è
una classe dirigente innamorata di asfalto e cemento”.
SARAH BUONO
\/
USA, STATO DEL MISSISSIPPI
Fa pipì nel parcheggio:
in cella bimbo di colore
UN BAMBINO di dieci anni a-
q froamericano è stato arrestato
nello Stato del Mississippi, portato al-
la stazione di polizia e messo in cella
per almeno un’ora. La motivazione:
stava facendo pipì in un parcheggio.
“Avrebbero messo un bambino bianco
in cella? Se fosse stato un bambino
bianco, non l’avrebbero neanche fer-
mato”, ha dichiarato Latoya Eason, la
mamma, che aveva lasciato il figlio in
macchina mentre si era recata a fare
una commissione. Ora la famiglia del
piccolo minaccia di fare causa per vio-
lazione dei diritti civili se il dipartimen-
to di polizia di Senatobia (contea di Ta-
te) non licenzierà gli agenti che hanno
condotto l’arresto.
ZOOM l 13
MISURA ANTI-MAFIA
t
Ha l’interdittiva,
ma la clinica
dell’ex deputata
di FI non si tocca
L
a clinica privata interdetta
per antimafia continuerà a o-
perare. Il 20 giugno la Prefet-
tura di Napoli ha interdetto la Ios
di Pomigliano d’Arco, legata all’i-
stituto Mediterraneo Neuromed
che appartiene alla famiglia di Al-
do Patriciello, eurodeputato di
Forza Italia. Nel cda della Ios risie-
deva l’ex deputata Michela Rostan,
oggi con i forzisti dopo aver indos-
sato la casacca di Pd e Iv. L’inter-
dizione è scattata perché il padre,
Emilio Rostan, è stato arrestato
(poi scarcerato) ad aprile nell’in-
chiesta della Dda di Napoli per vo-
to di scambio politico-mafioso a
Melito. Per l’accusa, prima delle
Comunali 2021, Rostan avrebbe
“accettato la promessa di due refe-
renti del clan Amato-Pagano di
procurare al candidato sindaco i
voti degli appartenenti al clan” e a-
vrebbe dato 2mila euro al consi-
gliere Massimiliano Grande, per
indurlo a votare la lista Grande Na-
poli. La prefettura ha prima inter-
detto le aziende riconducibili a Ro-
stan senior, e poi anche la Ios, per-
ché il padre della forzista “vantava
conoscenze con imprese disposte
ad assumere, grazie anche ai buoni
rapporti intessuti dalla figlia par-
lamentare”. La Ios ha fatto ricorso
al Tar e il 26 luglio i giudici hanno
parzialmente accolto il ricorso,
perché la revoca avrebbe “effetti
devastanti sulla attività di elezio-
ne, di ricovero e di cura in corso e
pregiudica irreversibilmente la
continuità assistenziale e la salva-
guardia dell’interesse pubblico sa-
nitario”, e non sarebbero state tro-
vate strutture alternative. Per i giu-
dici resta la fondatezza dell’inter-
dittiva e si sono espressi per una
“gestione straordinaria” garantita
dagli “amministratori prefettizi”.
La prossima udienza è fissata a no-
vembre, intanto Michela Rostan
ha lasciato il cda. Ora l’attenzione
si sposta in Molise, dove la Neuro-
med ha un contratto da 150 posti
letto con la regione per un valore di
40 milioni. Il deputato regionale
Massimo Romano ha chiesto al go-
vernatore Francesco Roberti se è a
conoscenza dei fatti e se sono pre-
visti accertamenti su Neuromed.
SAUL CAIA
 1 FEBBRAIO 1938 • 9 SETTEMBRE 2023
CINZIA MONTEVERDI
S
ono paralizzata dal dolore. La scomparsa di Domenico De Masi
è una pugnalata al cuore. Mimmo era il nostro Mimmo. Era il
mio Mimmo. Un anno fa ho avuto il privilegio di averlo come
direttore della Scuola del Fatto. In questo anno abbiamo lavo-
rato tantissimo. Ho condiviso con lui momenti unici. È stato per
me non solo il direttore della Scuola: è stato un amico, uno p-
sicologo, un motivatore che mi ha aiutato in un anno difficile. Abbiamo riso
moltissimo insieme. Sapeva godersi il tempo con il cibo, con gli amici, con
la cultura. Con la visione del mondo.
Posso dire che con grande serenità ci siamo amati. Eravamo proprio
una bella coppia di amici, insieme. Era così felice della Scuola. Amava tutti
i suoi studenti. Amava il suo lavoro. Mi diceva sempre: “ Che gioia mi hai
dato, Cinzia”. In questo anno di Scuola ho conosciuto Susi, sua moglie. La
sua adorata Susi. A fine luglio siamo stati insieme al Giffoni Film Festival
con il suo grande amico Claudio Gubitosi, e poi a Ravello, con Marco Tra-
vaglio. Abbiamo fatto incontri continui...
Stava benissimo. Poi due settimane fa una diagnosi terribile. E in un
attimo non c’è più. Fino a tre giorni fa è stato vigile e al lavoro per la nostra
Scuola. Mi ha detto tutto. Tutto quello che serve per il futuro. Mi sento così
privilegiata ad averlo avuto a fianco; privilegiata per averci potuto parlare
fino all’ultimo; privilegiata ad avere le sue lettere; privilegiata ad avere il
suo affetto; privilegiata ad avere amica sua moglie; privilegiata ad avere
avuto sue indicazioni sulla mia leadership; privilegiata a sentirlo parlare
delle sue figlie; privilegiata ad averlo visto saggio anche nella fine-vita;
privilegiata ad averlo visto preoccupato di provocare dolore per quello
che gli stava accadendo.
Mimmo aveva 85 anni: scontato dire che a quell’età se si è vissuto bene
con grande lucidità fino in fondo “ci si mette la firma”. Eh sì. Ma Mimmo non
aveva età. Ce l’aveva solo all’anagrafe. Mimmo era sempre tuo coetaneo.
Alla sua età proprio non ci pensavi. Sociologo incredibile; immensa cultura
gestita con la modestia dei grandi; animo gentile; ironico e auto-ironico.
Prima di ricevere la notizia finale: ieri mattina, proprio poco dopo l’in-
contro a cui doveva partecipare alla Festa del Fatto. Il suo grande amico
Carlin Petrini ci ha aiutato a compensare la sua assenza. Siamo stati tutti
invasi dal dolore.
Ci mancherà moltissimo. È insostituibile Mimmo. Lo abbiamo perso
ma non lo perderemo mai, non lo perderò mai. Perché la sua visione del
mondo e della vita non ci e non mi abbandonerà mai. La sua Scuola in-
tanto sarà intitolata a lui. E questo ci pone un obiettivo alto. Perché con lui
bisognava proprio stare alti. Sarà comunque la Scuola di cittadinanza di
Domenico De Masi.
Con lui parlavo di tutto. Massima libertà. Era elegantissimo anche
quando usava termini che potevano sembrare volgari. Lui era il teorico
dell’ozio creativo. Che per i mediocri poteva sembrare il teorico del “fan-
cazzismo”. E invece era molto più avanti di tutti. Mi diceva: “Cinzia, non
puoi stare dieci ore in ufficio. Devi prendere da fuori per portare dentro.
Proprio perché vuoi bene alla tua impresa e alle persone che ci lavorano”.
E poi aggiungeva: “Non puoi scopare con il lavoro”. Può sembrare vol-
gare: aveva semplicemente capito tutto.
Aveva una visione del lavoro, della creatività e della vita semplicemen-
te giusta.
Voglio finire con delle parole, quelle della dedica che mi fece per il
suo ultimo libro pubblicato dalla nostra casa editrice, prima del ri-
covero in ospedale. Parla di un amore, amore professionale, amore tra
amici, amore tra due persone che si danno tanto: “Al mio amore, tar-
divo ma intenso, traditore ma tenace, felice, leggero, intonso... Insom-
ma. Mimmo”.
Ciao Mimmo caro.
II l SPECIALE IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023

MIMMO, L’AMICO GENIALE • 1938-2023

Una vita da “rondine”
La sociologia con Touraine,
in fabbrica da Olivetti,
la società post industriale
e l’incontro con i 5 Stelle

“B
» Salvatore Cannavò
isogna essere leggeri come una
rondine, non come una piuma”
è il motto di Paul Valery che a-
veva scelto per descriversi sul
proprio sito web. Una rondine,
cioè un uccello determinato
“ma senza spocchia” con una
sua struttura interna. Quella
rondine Domenico De Masi,
morto ieri all’età di 85 anni, a
seguito di una improvvisa e
micidiale malattia, lo è stato
LE REAZIONI per tutta la sua lunga vita.
Piantata nel Novecento con la
determinazione intellettuale,
organizzativa, e anche politi-
ca, di puntare al XXI secolo, se
non oltre.

IL ’900 LANCIATO NEL

La “rondine” rivela subito la
propria agilità: nasce a Rotello
in provincia di Campobasso
nel 1938, ma frequenta il liceo a
Caserta e si va a laureare in
LULA

“
Sono sorpreso
e rattristato dalla
scomparsa del mio amico,
che ho incontrato l’ultima
volta meno di tre mesi fa.
Intellettuale instancabile
e appassionato, è sempre
stato difensore delle
cause sociali, del
progresso delle conquiste
umane e di un mondo
più giusto e solidale
GRILLO
Giurisprudenza all’Università
di Perugia. Ma non è il diritto il
suo destino. L’invito del pro-
fessor Tullio Sepilli a una lezio-
ne di Antropologia culturale
“gli cambia la vita”.
UN GRANDE SALTO arriva così
dopo la laurea quando si tra-
sferisce a Parigi per il dottora-
to in Sociologia del lavoro af- della facoltà di Sociologia e
fidandosi alla sapienza di A- Scienze della Comunicazione.
lain Touraine. Per mantenersi I manuali di organizzazione
faceva il libraio nel Quartiere del lavoro e di sociologia del la-
latino, “di notte così potevo voro che pubblica sono innu-
anche un po’ s tudiare”. Di merevoli, tra i libri più rilevan-
giorno, nelle pause pranzo, ti, Il lavoratore post-indu-
nei tavolini dei bistrot, incon- striale, Il futuro del lavoro fino
trava Sartre o Althusser respi- a Ozio creativo dove elabora la
rando il clima intenso di quel sua principale tesi. Nella socie-
decennio straordinario. tà post-industriale, basata so-
Con Touraine entra in quel- prattutto sul terziario, i lavora-
la dimensione che non lascerà tori svolgono attività intellet-

“
Se ne è andato
un grandissimo
sociologo, con un innato
senso dell’umorismo,
una specie rarissima.
Ti abbiamo voluto bene
in tanti. Ci vediamo
Altrove, Domenico
CLAUDIO GUBITOSI
più di sociologia applicata ai
processi del lavoro. Gli studi di
Touraine sugli operai della Re-
nault gli sono stati di esempio e
poi “lui sperimentò la vita di
minatore a Valenciennes, io la
vita di siderurgico all’Italsider
di Bagnoli” ricordava recente-
mente. Touraine pubblica nel
1969 La società postindustria-
le che per De Masi costituirà
“l’avvento storico del nuovo si-
stema sociale in cui noi oggi vi-
viamo”. E l’idea di una società
postindustriale come società
produttrice soprattutto di “be-
ni immateriali”, lo accompa-
gna stimolando le idee sulla
necessità di trasformazioni
cartolina postale che ti
assumo’”.
Di ritorno da Parigi i-
nizia la carriera accade-
mica, prima come assi-
stente di Sociologia
tuale, spesso creativa e molte
volte “la quantità e qualità del
prodotto non dipendono dal
controllo sul lavoratore ma di-
pendono dalla sua motivazio-
ne” e dalla sua capacità di en-
trare nella dimensione di “ozio
creativo”.
Una visione sul futuro, uno
squarcio sulle rivoluzioni tec-
nologiche – non a caso sarà in
prima fila nel sostenere la di-
rompente novità dello smart
Il filo col Brasile accetta l’incarico di as- giornate passate insieme, tra working – che lo porta a teoriz-
La foto postata sistente presso l’appena dibattiti e racconti goliardici. zare la riduzione dell’orario di
ieri dal presidente costituita facoltà di lavoro, ma anche un reddito di
Lula per ricordare Scienze politiche a Ca- TORNA POI A NAPOLI, all’Orien- base che costituirà poi uno dei
“l’amico mio gliari dove si trova a tale, dove insegna Sociologia a motivi di incontro con il Movi-
e del Brasile” fianco di figure brillanti Scienze politiche, di nuovo alla mento 5 Stelle. Al Lavoro nel

“
Costruiva ponti,
incurante che altri
la notte li distruggessero.
non solo strutturali, ma cultu-
rali. Si sente forte l’influenza
della seconda scuola di Fran-
coforte, in particolare Herbert
Marcuse, al centro del suo ul-
all’Università Federico come Gustavo Zagre- Federico II tra il 1974 e il 1977 XXI secolo dedica una monu-
II di Napoli, che affian- belsky, Valerio Onida, per poi approdare a Roma dove mentale opera, ma si dedica
ca a quella di ricercatore all’I- Luigi Berlinguer, Franco Bas- insegna Sociologia presso Ma- anche all’urbanistica immagi-
talsider di Bagnoli. Nel 1970 sanini di cui amava ricordare le gistero fino a divenire preside nando una Napoli nel 2025 e

La centralità del lavoro, l’idea

Sapeva che le sue idee,
a volte incomprensibili
o ingestibili, dovevano
creare quella rivoluzione
capace di portare soluzioni
timo libro, La felicità negata.
Lo studio dell’organizzazio-
ne lavorativa gli deriva anche
dall’incontro con Adriano Oli-
vetti per cui lavora brevemente

del Reddito, la Scuola del Fatto

presso lo stabilimento di Poz-
zuoli prima di volare a Parigi.
“Scrissi a Olivetti spiegandogli
della mia tesi e lui rispose ‘ap-
pena ti laurei mandami una
 ‘‘
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
FUTURO
poi una Roma nel 2035.
L’attenzione alle aziende
non cessa mai, realizza l’Asso-
ciazione italiana dei formatori,
crea la S3Studium prima come
Master in Scienza dell’organiz-
zazione poi in società di consu-
lenza. È anche in questa veste
che verrà a dirigere la Scuola
del Fatto, dove la tematica del
lavoro assume un ruolo centra-
le anche nel rapporto con le mi-
gliori imprese italiane.
STERMINATO IL LAVORO di sag-
gista e redattore di articoli per
riviste e giornali: negli anni più
giovani collabora con le riviste
Il Punto, Tempi moderni,Nord
e Sud, negli ultimi anni è firma
stabile del Fatto.
Dopo anni di delusione a si-
nistra, confessata quando lo
scorso anno dichiara il suo voto
per Elly Schlein alle primarie
del Pd, si avvicina al M5S gra-
zie anche alla natura visionaria
di Beppe Grillo. Davide Casa-
leggio gli commissiona una ri-
cerca sul Lavoro 2025 poi sarà
proprio De Masi a costruire u-
na indagine sulla cultura poli-
tica dei 5 Stelle. Ha un ottimo
rapporto con Luigi Di Maio,
anche se lo bacchetta aperta-
mente, e poi con Giuseppe
Conte. Qualcosa si rompe
quando, nel 2022, rivela pub-
blicamente quanto dettogli da
Grillo: il garante 5S è stato più
volte oggetto di pressione da
parte di Mario Draghi per far
fuori proprio il presidente dei
5S. Con Grillo si raffreddano i
rapporti, con Conte, invece,
prova a fondare una Scuola po-
litica dei 5 Stelle, progetto che
Ciò che conta è la vita, gli amici e questo mondo ingiusto che dobbiamo modificare
abbandona dopo aver speri-
mentato lo scarso impegno del
M5S. Cosa intendeva lui per
“scuola politica” lo si intuisce
dai programmi che realizza in
qualità di direttore della Scuo-
la del Fatto.
Sul nostro giornale pubblica
numerosi articoli sulle que-
stioni di lavoro e sociali, ma an-
che di lettura della politica non
come chiacchiericcio, ma co-
me scienza concreta: sarà lui a
teorizzare l’esistenza di tre si-
nistre, Pd, M5S e sinistra radi-
cale, di cui perora la necessaria
alleanza.
Vive poi una seconda vita in
Brasile dove hanno scoperto i
suoi libri, traducendoli, e dove
diventa figura molto ascoltata
dal Partito dei lavoratori e dallo
stesso Lula che ieri non ha
mancato di far conoscere il
proprio saluto al professore.
Ma anche del presidente del
gruppo editoriale Globo, Joao
Roberto Marinho di cui non
s m e tt e va d i d e c a n t a r e l a
straordinaria collezione di o-
pere d’arte appese anche nel
lussuoso yacht. Ma in Brasile si
“innamora” soprattutto di una
figura che paragona a Olivetti,
Oscar Niemeyer, architetto di
Brasilia di cui ricorda una bel-
lissima frase ben visibile nel
suo studio: “Ciò che conta non
è l’architettura, ma è la vita, gli
amici e questo mondo ingiusto
che dobbiamo modificare”.
Con il suo lavoro intellettuale,
la sua vitalità, la sua capacità di
organizzatore, il professore De
Masi, nostro caro amico, ha da-
to un bel contributo in questa
direzione.
Cenacoli
L’INTELLETTUALE
Qui, con
Luciano
De Crescenzo, Internazionale Le amicizie: da Arbore a Niemeyer
Renzo Arbore,
Vedeva ciò che altri occhi
Enzo D’Elia
e Lucio Villari
FOTOGRAMMA
non riuscivano a vedere
» Luca Sommi
E
I LIBRI E IL ra un gigante in un corpo
PROGRESSO minuto. I suoi occhi erano
SENZA FELICITÀ fessure capaci di intelligen-
za in ogni sguardo. Era un
uomo buono Mimmo, molto buo-
no, come sanno esserlo solo gli uo-
mini forti. Aveva quella cosa rara
che si chiama intelligenza dinami-
ca, ossia che trova nuove connessio-
ni tra le cose – chi se ne frega dell’in-
telligenza enciclopedica, per quella
basta Google. Era un uomo proiet-
tato al futuro come nessuno, pre-
cursore dello smart working molti
anni prima che diventasse prassi
dopo il Covid. Era il teorico dell’ozio
creativo, cioè di quei momenti nei
quali pensiamo di sprecare il tempo
e invece stiamo pensando, rifletten-
do, costruendo mondi. Mimmo ha
avuto una vita incredibile: studio,
insegnamento, viaggi, scrittura, a-
mici, bevute, mangiate, amore, con-
fronti. Non era un indifferente, per
dirla alla Gramsci, anzi si sporcava
le mani. Era un sociologo che anda-
va dentro alle cose, i suoi studi di-
ventavano prassi nelle grandi a-
ziende, non restavano solo tra gli
scaffali polverosi delle università.
Quando nacque il Movimento 5
Stelle ci si buttò a capofitto per co-
noscerlo, voleva capire cos’era quel-
lo strano, nuovo soggetto politico:
aveva capito prima degli altri la por-
tata di quella ventata di novità.
PROFESSORE Mimmo De Masi nella sua vita ha
emerito di
avuto amici che messi tutti insieme
Sociologia del lavoro fanno la storia contemporanea, da
alla Sapienza, Pasolini al presidente Lula, registi,
conferenziere attori, intellettuali, uomini di Stato,
internazionale architetti. Era un grande amico di
e saggista, è stato Oscar Niemeyer, il grande architet-
autore di numerose to che ha “costruito” il Brasile mo-
pubblicazioni derno, Brasilia in primis. È stato
Oscar Niemeyer •
capace di imprese impossibili, co-
me quella di farsi regalare dall’ar-
chistar – ripetiamo, regalare – il
progetto dell’Auditorium per la
sua amata Ravello. E poi è riuscito
a trovare i finanziamenti per farlo
realizzare, e ora Ravello ha il suo
auditorium spettacolare a picco
sul mare. Su Niemeyer De Masi
raccontava aneddoti straordinari,
come quando l’architetto vide rea-
lizzato il suo progetto del Palazzo
Mondadori a Milano e disse: “Bel-
lo, ma io l’avevo disegnato con un
piano in meno…”.
IL PALLINO di De Masi era di esorta-
re le persone allo studio, unico stru-
‘‘
mento per capire il mondo. Per que-
sto dopo una lunghissima carriera
universitaria si era
messo in testa di fare
una scuola nuova,
sperimentale, fatta
dai migliori docenti,
La linea retta
e la curva per
lui erano l’Alfa
e l’Omega di
ogni riflessione
SPECIALE l III
una scuola tanto folle quanto unica,
che preparasse a vivere la vita nel
mondo moderno, una scuola che
non c’era in nessun altro Paese del
mondo. Il colpo di genio: ha voluto
all’inizio di ogni lezione un po’di let-
teratura, un po’ di musica, un po’ di
arte, e così è stato, con il quarto d’ora
accademico sostituito da Socrate,
Dante, Voltaire, Mozart, Bach, Bee-
thoven che contestualizzano o sti-
molano la lezione che seguirà.
A De Masi in tanti avevano offer-
to uno scranno in Parlamento, ma
lui declinava così: “Quando stai be-
ne, fai il lavoro che ti piace e hai degli
amici con i quali cenare senza an-
noiarti hai già tutto, non serve en-
trare in Parlamento”.
Mimmo vedeva cose che altri oc-
chi non sapevano vedere. Una volta
a pranzo con degli amici, tutti inten-
ti ad ammirare lo splendido giardi-
no nel quale erano, chiese se sape-
vano il perché quel giardino trovas-
se il consenso unanime. Nessuno
seppe rispondere, tranne lui: “Per-
ché non c’è un fiore, c’è solo il verde,
migliaia di tonalità di verde senza
neanche un fiore. La grande archi-
tettura, dai parchi storici al Bosco
verticale, è sempre tutta verde”.
POI RACCONTAVA SPESSO della me-
ravigliosa amicizia con Arbore,
Boncompagni, De Crescenzo – “Un
gruppo di amici che non ho mai sen-
tito parlare male degli assenti, una
cosa rara, unica” – e dei tanti aned-
doti strepitosi. Come quello di Lu-
ciano De Crescenzo che nella segre-
teria telefonica mise il messaggio:
“Questa è la segreteria telefonica di
Luciano De Crescenzo, lasciate un
messaggio dopo il segnale acustico
e se siete Mimmo De Masi ricorda-
tevi che mi dovete 5 milioni”. Mim-
mo, ma era vero che gli dovevi quei
soldi? “No”. E tutti giù a ridere. O co-
me quella volta che per il suo com-
pleanno gli fecero suonare il cam-
panello di casa, a notte fonda, da u-
na bellissima ragazza di Indietro
tutta in déshabillé: “Sono il tuo re-
galo di compleanno!”.
Era ovviamente uno scherzo per-
ché lui era in casa con la sua amata
Susi. Ecco, Susi, sua moglie, la sua
compagna, la sua alleata, fino all’ul-
timo: colei che gli ha fatto “scoprire”
il Brasile, Paese nel quale De Masi
era una vera e propria star.
Mimmo era un intellettuale di
livello internazionale, ma era ca-
pace di mantenere lo stupore di un
bimbo quando si trovava di fronte
alle meraviglie della vita, la cosa
che lo faceva più emozionare era la
grande architettura, la linea retta e
la curva erano per lui l’Alfa e l’Ome-
ga di ogni riflessione, di ogni slan-
cio emotivo.
E se è vero – come è vero – che
giusto è l’uomo che nella sua matu-
rità mantiene gli occhi di bimbo,
Mimmo era giustissimo, un uomo
giusto. Che queste pagine siano
ringraziamento e inchino, piccolo
grande uomo.
IV l SPECIALE IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023

MIMMO, L’AMICO GENIALE • 1938-2023

IL COLLOQUIO
t
CARLIN PETRINI “L’ozio creativo, una profezia
che lo rese una star in Brasile”
» Ettore Boffano politico. Non ci ho mai trovato
L’ULTIMA MISSIONE

“N
on è più riuscito a
parlarmi e mi ha
mandato il suo
addio attraverso
Cinzia Monteverdi. E ci ha an-
che affidato un compito: ‘Con-
tinuate a far vivere la Scuola del
Fatto’. E Cinzia e io ci siamo det-
ti che è qualcosa che gli dobbia-
mo, perché quella scuola era la
sua ultima creatura intellettua-
le e sociale, la sua testimonian-
nulla di scandaloso, semmai
L’ULTIMO SALUTO mi sono sempre stupito che il
LUNEDÌ MATTINA Pd non gli chiedesse consigli e t
A ROMA idee, non cercasse di coinvol-
TEMPIO DI ADRIANO
Sarà a Roma, al Tempio
gerlo. Perché lui aveva una vi-
sione inclusiva della sinistra i- Prof. anomalo,
di Adriano, lunedì
l’ho incontrato
taliana, cercava di promuove-
mattina, dalle 11 alle 16, re il dialogo e le alleanze”.
l’appuntamento per Facile anche provare a trac-
quanti vorranno fare
visita e dare l’ultimo
ciare, nelle parole di Petrini,
l’eredità di quella sua storia
a scuola
saluto a Domenico
De Masi. Prevista per
intellettuale che si è conclusa
ieri mattina. “La profezia sul Quella del Fatto

‘‘
za finale più bella”. le ore 12 anche una lavoro, qualcosa che non vale
Carlin Petrini parla con vo- piccola cerimonia solo per il nostro Paese: come
ce commossa ma ferma, e rie- dimostra proprio sua popola- » Tomaso Montanari
voca “un amico carissimo. Ci rità in Sudame-

N
eravamo conosciuti solo 15 rica. Una profe- on ho forse mai incontrato una
anni fa, ma poi era scattata u- zia che anticipa- persona dalla generosità intel-
na sintonia straordinaria tra lettuale paragonabile a quella
di noi, qualcosa che mi è capi- di Domenico De Masi. Dote rara in
tato poche altre volte. Quante
risate, prima di tutto. Voglio Mi sono sempre sé, è rarissima tra i professori, gli stu-
diosi, coloro che con il proprio intel-

stupito che il Pd
ricordarlo proprio così: per il letto vivono e lavorano. Ma De Masi è
suo sorriso, per quell’essere stato un professore anomalo: uno
giovane anche a 85 anni. Con- smisurato amore per la vita, una cu-
sentitemelo: un mio amico ca-
ro, il mio amico geniale”.
non gli chiedesse riosità insaziabile, una umanità con-
tagiosa lo rendevano speciale, anzi u-
Adesso, la rievoca-
zione e l’affetto tro-
consigli e idee, nico. Dopo averlo tanto letto, alla fine
l’ho incontrato “a scuola”: prima in
vano i toni e le me-
morie del Dome- non cercasse quella che aveva organizzato per i
parlamentari del Movimento 5 Stel-
nico De Masi in-
tellettuale, stu- di coinvolgerlo... le, e poi in quella che abbiamo imma-
ginato insieme alle amiche e agli ami-
dioso del lavoro e ci del Fatto Quotidiano. De Masi a-
dei suoi proble-
mi, infine citta-
dino del mondo.
“Pochi in Italia
sapevano che in
Brasile era una po’ il guru, sicuramente un a qualche cena dove c’erano va le trasformazioni, l’avvento
star. E non solo suggeritore, soprattutto u- lui, Giuseppe Conte e anche dei momenti liberi della pro-
per la sua fre- na sorta di “pronto soccor- dei giovani parlamentari del duzione, quella possibilità di
quentazione so intellettuale”, la stessa Movimento. Ricordo come lo formarsi e aggiornarsi utiliz-
delle élite di quel definizione che aveva usa- ascoltassero con attenzione e zando la propria libertà. Qual-
Paese: per la sua to per la Scuola del Fatto? in silenzio, ma soprattutto ri- cosa che aveva sunteggiato in
amicizia con O- “Sì, sempre indipendente, cordo la gentilezza con la qua- quella sua idea straordinaria, mava il Fatto: perché lo sentiva ac-
scar Niemeyer, con anche in quel caso. Parlava, le lui trattava quei giovani, an- che abbiamo già ricordato: canto a sé, dalla parte degli ultimi e
Gilberto Gil e Cae- insegnava, spiegava, senza che i meno preparati. Era un ‘l’ozio creativo’. La scoperta non da quella dei potenti. E stravede-
tano Veloso. Aveva mai diventare un dirigente, maieuta, non un intrigante, più affascinante del mio ami- va per la Scuola del Fatto, che ha di-
conquistato anche il un militante. Ho partecipato meno che mai un apparatnik co geniale”. retto fino all’ultimo, perché aveva
popolo brasiliano, per le pensato per tutta la vita che il mezzo
sue apparizioni in Tv. L’ho vi- principale per costruire giustizia ed
sto essere fermato per strada eguaglianza fosse la conoscenza: la

Ricordo Da giovane cronista a Eboli

dalla gente delle favelas. E poi sua redistribuzione, la sua condivi-
l’incontro e l’amicizia con Lu- sione. La democrazia della conoscen-
la: fu uno dei pochi che andò a za come premessa alla ricostruzione
trovarlo in carcere. La sera della democrazia tout court.

Lui mi disse: “Ma quale professore...”

della rielezione, io ero con Lu-
la e con Pepe Mujica, l’ex pre-
sidente dell’Uruguay. Il primo
che Lula volle chiamare, in I-
talia, fu proprio De Masi”.
MA CHI ERA DAVVERO il socio-
logo dell’ozio creativo, il pri-
» Antonio Padellaro che superasse la nuda cronaca dell’even-
to mi procurai il telefono dello studioso
un vero signore, un gentiluomo dentro e
fuori. Ciò nel ricordo mio e, penso, dei
Presentando la Scuola, aveva
scritto: “Avvertiamo sempre più ur-
gente il bisogno di colmare il vuoto di
conoscenza scavato nel nostro baga-
glio culturale dal mutare impetuoso
della realtà. Poiché i media sono
troppo superficiali e partigiani per
colmare questi vuoti, cresce il biso-

mo a parlare di smart working
e a prevedere le mutazioni del
lavoro? “Un uomo di sinistra,
senza alcun dubbio. Ma mai
prono, mai asservito agli ap-
parati, libero dai politici, ai
quali semmai voleva offrire i-
dee e suggerimenti. Quella si-
nistra aveva imparato a fre-
quentarla nella Parigi di Sar-
tre e nella casa di Montpar-
nasse del filosofo e di Simone
de Beauvoir. Indipendente,
comunque, e sempre”.
Anche nei confronti dei
5Stelle? Si può dire la stessa
cosa anche per quel movi-
mento di cui era diventato un
F
u quasi cinquant’anni fa quando, e-
ro allora un giovane cronista del
Corriere della Sera, venni catapul-
tato a Eboli dove era scoppiata una rivol-
ta, una delle tante nel Sud delle parole al
vento, alla notizia che non ci sarebbe sta-
ta la fabbrica Fiat promessa dai politici
locali. E che, dunque, Cristo si era ferma-
to da quelle parti, ancora una volta e non
per l’ultima volta. Avevo letto, credo sul
manifesto, ciò che sul ribellismo meri-
dionale aveva detto un sociologo che mi
parve fuori dagli schemi per la sua capa-
cità di visione, e premonizione, a propo-
sito delle due Italie già separate da un fos-
sato incolmabile: quella sempre più ricca
e quella sempre più povera. Desideroso
di dare ai miei pezzi da inviato qualcosa
(sapevo che insegnava in varie universi-
tà) per fissare un appuntamento. Imma-
ginavo che avrei avuto a che fare con il so-
lito cattedratico sussiegoso costretto a di-
stillare, e a sperperare, tesori di sapienza
nella testa del solito giornalista appros-
simativo. Mi rispose una voce allegra, fe-
stosa che interruppe i miei ossequiosi
convenevoli con un molto napoletano e
divertito: “Ma quale professore e profes-
sore…”. Parole che in questi momenti mi
risuonano dentro come una piccola ma
efficace lezione di vita.
Mimmo De Masi è stato anche questo
e continua a esserlo nel nostro cuore con
il suo sorriso, con la sua sottile ironia, con
la sua generosità avvolta in una inesau-
ribile sete di seduzione, con il suo essere
tanti, tantissimi che si considerano suoi
allievi sentimentali. Non sorprenda
questa definizione di uno studioso “glo-
bale”, ascoltato nei consessi internazio-
nali e consultato dai governanti del
mondo (uno per tutti il presidente bra-
siliano Lula) perché lui ha saputo essere
la sintesi straordinaria tra conoscenza e
umanità nella forma più coinvolgente e
contagiosa. Sono convinto che a questo
punto con la sua implacabile risata mi
farebbe segno di moderarmi, cosa che
farò non senza aver ricordato una delle
frasi che lo rendeva adorabile (in un
mondo accademico zeppo di palloni
gonfiati): “Si dice che la ricchezza non fa
la felicità, ma bisogna ammettere che la
simula molto bene”. Ciao, Professore.
gno di luoghi, occasioni e gruppi di
riflessione in cui la dimensione ra-
zionale metta ordine nel tumulto
delle sensazioni emotive”. Non a-
vremmo mai pensato di farla senza
di te, questa Scuola. E infatti, caris-
simo Mimmo, continueremo a farla
con te. Con le tue idee, la tua passio-
ne, il tuo sorriso: e, se ne saremo ca-
paci, con quella tua disarmante ge-
nerosità, che pareva – ed era – una
saggezza felice, o, per citare una de-
finizione di Costantin Brancusi che
amavi, “una complessità risolta”.
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
PANDEMIA • Verso l’autunno Richiamo per categorie a rischio
Covid 2023, odissea nel vaccino:
i fragili nella babele delle Regioni
SPALLANZANI.
“SERVE NUOVO
MONITORAGGIO”
“NELLE ULTIME
settimane c'è stata una
ripresa dei casi Covid,
gran parte sono infezioni
lievi. La malattia per la
persona giovane adulta
e sana è clinicamente non
rilevante. Al contrario,
nei fragili, grandi anziani e
immunodepressi, il Covid
rimane un problema.
Per questo si dovrebbe
passare a un
monitoraggio che si
concentri su casi dei
ricoverati in ospedale,
sui casi gravi"
» Giovanna Trinchella
D
immi in che regione
sei e ti dirò che spe-
ranze hai di prenotare
la vaccinazione anti
Covid, se sei un over 60 con fra-
gilità o una persona anziana. In
questi giorni in cui i contagi so-
no tornati ad aumentare, la do-
manda è: a che punto è la cam-
pagna vaccinale per le catego-
rie a rischio? Già dal 14 agosto il
ministero della Salute aveva e-
manato una circolare con tutte
le raccomandazioni. A oggi, pe-
rò, prenotare la vaccinazione
può essere complicato.
Abbiamo cercato, regione
per regione, di capire come fa-
re, con risultati in alcuni casi
sconfortanti. Come per Cam-
pania, Marche, Emilia-Roma-
gna, Valle d’Aosta. E non man-
cano nemmeno i siti civetta che
dietro informazioni e i link ai
siti ufficiali delle regioni richie-
dono i dati degli utenti e l’iscri-
zione a una newsletter. Tra que-
sti uno compare ogni volta che
su Google si digita “prenotazio-
ne vaccino Covid”; è quasi sem-
pre il secondo o il terzo risultato
e può facilmente, avendo il sim-
bolo della primula della prima
campagna vaccinale nel logo,
trarre in inganno. Il sito fa rife-
rimento a una società di comu-
nicazione con sede a Roma ma
nessun collegamento con le i-
stituzioni. Per il resto, la ricerca
ha prodotto una fotografia in
chiaroscuro.
CAMPANIA – Impossibile
aprire il link alla piattaforma
Soresa utilizzato nei mesi della
campagna vaccinale. Il sito è
disattivato: il tentativo è stato
ripetuto più volte, ma la rispo-
sta è stata sempre la stessa. Cer-
cando con Google si finisce sul-
la pagina degli open dayche pe-
rò fa riferimento a campagne
passate. Il tentativo di contat-
tare l’Asl di Caserta si infrange
contro la gentile ma scioccante
risposta di una operatrice: il
Covid non è più un’emergenza,
chiamare l’ufficio del distretto
più vicino.
LOMBARDIA E LAZIO –
La piattaforma ufficiale della
Lombardia è uguale a come l’a-
vevamo lasciata, con il solito
form con l’inserimento della
tessera sanitaria e del codice fi-
scale. È possibile prenotare la
terza dose per la fascia 5-11 an-
ni, la quarta per gli over 12 e la
quinta per gli over 60. I numeri
verdi funzionano. Anche la Re-
gione Lazio ha un sito dedicato
e diviso in sezioni in base alle
categorie. Si richiede la tessera
sanitaria e il codice fiscale. Il
numero verde funziona.
SICILIA E CALABRIA –
In Sicilia la prenotazione si fa
più complicata. La ricerca por-
ta al sito Costruiresalute; poi
un link porta alla pagina di pre-
notazione, quindi si arriva al
portale governativo di preno-
tazione; un’ulteriore pagina dà
indicazioni con le mail delle a-
ziende sanitarie in caso di dif-
ficoltà. Anche la Calabria adot-
ta la piattaforma nazionale.
PUGLIA – La Puglia ha un
sito che sembra perfettamente
funzionante e che permette di
scegliere l’Asl e la struttura. Il
numero verde però pare non
funzionare: il telefono è spento
o irraggiungibile.
M A RC H E – Non c’è una
piattaforma ma una pagina in-
formativa molto colorata in cui
si legge che “le vaccinazioni anti
Covid-19 potranno essere effet-
tuate presso i medici di medici-
na generale, le farmacie che a-
deriscono alla campagna vacci-
nale e anche negli ambulatori
vaccinali territorialmente
competenti prenotando diret-
tamente attraverso il Cup Mar-
che”. Ma non c’è il numero.
MOLISE, BASILICATA E
ABRUZZO – Il Molise ha una
piattaforma in cui si richiedono
codice fiscale, tessera sanitaria
e cellulare. Sono presenti una
mail e due numeri verdi funzio-
nanti. Abruzzo e Basilicata si
affidano al portale nazionale.
UMBRIA– Il percorso per
arrivare alla pagina finale di
prenotazione è lungo e un
p o’ complicato. Poi si arriva
a un form che permette di
per prenotare.
TOSCANA – Nel form per i
fragili si richiedono le informa-
zioni, ma tra le patologie da se-
gnalare mancano quelle onco-
logiche e non si fa riferimento
agli immunodepressi. Prima di
accedere alla piatta-
forma si avverte che
verrà somministrato
il vaccino con la nuo- CAMPAGNA
va formulazione O-
riginal /Omicron VIAGGIO IN
BA.4-5.
E M I L I A - R O-
CHIAROSCURO
M AG NA – Il sito TRA SITI E
dell ’Emilia-Roma-
gna fornisce infor- NUMERI VERDI
mazioni ma non c’è
un link diretto. Leg-
gendo si apprende
che è possibile prenotare la
vaccinazione anche nei centri
vaccinali dell’Ausl con le con-
suete modalità: al numero
verde attivo dal lunedì al ve-
nerdì dalle 7.30 alle 19, il saba-
to dalle 7.30 alle 13.30, agli
sportelli CUP dell’Azienda U-
sl, presso i CUP delle farmacie,
su CupWeb per chi ha attivato
il Fascicolo sanitario elettro-
nico. Ma la parola CupWeb
non è linkabile, quindi biso-
gna fare un’altra ricerca.
PIEMONTE–Due possibi-
lità: rivolgersi alle farmacie op-
pure aderire a una piattaforma
in cui si chiede codice fiscale e
tessera sanitaria. Sul sito si
spiega che ci sarà convocazione
diretta in base alle categorie
prioritarie stabilite dal piano
nazionale (ovvero immuno-
compromessi, fragili over 60
con le specifiche patologie indi-
CRONACA l 15
Immunizzare
i fragili
In Italia hanno
fatto 4 dosi
quasi 7 milioni
di persone
FOTO
ANSA/LAPRESSE
cate dal ministero della Salute,
ospiti Rsa e over 80).
VALLE D’AOSTA – La pre-
notazione è possibile solo tele-
fonicamente dal lunedì al ve-
nerdì dalle 11.30 alle 13 e il mar-
tedì e giovedì pomeriggio dalle
ore 14 alle 15. Il sito per preno-
tare non funziona.
FRIULI-VENEZIA GIU-
LIA– Il sito di prenotazione ha
una schermata in cui si richie-
de Spid o tessera sa-
nitaria. La vaccina-
zione è prenotabile
agli spor telli dei
Cup, nelle farmacie
abilitate e tramite il
call center attivo da
lunedì a venerdì dal-
le 7.00 alle 19.00, sa-
bato dalle 8.00 alle
17.00.
VENETO – Il
portale del Veneto
ha un schermata con
la scelta dell’Asl e un form da
compilare per i non residenti.
Al numero verde risponde una
voce che informa che il servizio
dal 1º marzo non c’è più ma è
prenotabile online.
TRENTINO-ALTO ADI-
GE–Alla piattaforma si accede
tramite il sito sanibook, il form
richiede i numeri di tessera sa-
nitaria e codice fiscale.
SARDEGNA – Alla piatta-
forma Cupweb si accede abba-
stanza facilmente, ma per pre-
notare viene richiesto Spid, fir-
ma digitale o carta d’identità e-
lettronica. Il numero verde
funziona.
LIGURIA – Il sito prevede
un lungo preambolo e solo alla
fine della pagina il form per ac-
cedere alla prenotazione in cui
si richiede codice fiscale, tesse-
ra sanitaria e di non essere un
robot.
16 l ESTERI
Propaganda zero
Donna con
mascherina
all’insediamento
di Biden. Sotto,
un malato di Covid
FOTO ANSA
La sentenza Sul Covid-19
e il voto “fecero pressioni
sulle Bigh Tech” per zittire
il dissenso: “Va contro
il Primo Emendamento”
SEGUE DALLA PRIMA
NYT: “FA MILIONI
TRAFFICANDO
» Alessia Grossi
B
ARMI IN UCRAINA” iden e funzionari han-
MARC Morales, no infatti influenzato
un uomo che lavora impropriamente le de-
anche per il Pentagono cisioni delle aziende
nel conflitto in Ucraina, tecnologiche sulla rimozione e
è uno dei più importanti soppressione di post sul Coro-
trafficanti di armi navirus e sulle elezioni. Una
di Kiev, con un business vittoria per i conservatori, ma
da 200 milioni. non solo. La sentenza è desti-
Lo rivela il “New York nata a fare storia nelle relazioni
Times”: “Morales mette tra il governo Usa e le Big tech,
in evidenza il difficile seppure ridimensionando
equilibrio degli Stati quella emessa a luglio dal giu-
Uniti e dell’Ucraina dice distrettuale Terry Dou-
nel conflitto, e ghty, che aveva imposto 10 re-
rappresenta un test per strizioni all’attività dell’esecu-
le leggi anti-corruzione” tivo in materia. La nuova istan-
imposte a Zelensky za ne rigetta 9, ma in 74 pagine
di dispositivo mantiene e am-
plia la decima limitando il go-
verno nel “costringere o inco-
raggiare sostanzialmente le so-
cietà di social media a rimuo-
vere, sopprimere o ridurre, an-
che attraverso l’alt erazi one
dell’algoritmo, post che hanno
contenuti protetti dalla libertà
d’espressione”.
HANNO AVUTO COSÌ ragione Ja-
yanta Bhattacharya e Martin
Kulldorff, due epidemiologi che
hanno collaborato alla stesura
della Grande Dichiarazione di
Barrington, un articolo che cri-
‘‘
ticava le chiusure per il Co-
vid-19; Jill Hines, attivista a ca-
po di “Reopen Louisiana”; Aa-
ron Kheriaty, psichiatra che si
oppose al confinamento e
all ’obbligo dei vaccini; Jim
Hoft, proprietario del sito di
notizie Gateway Pundit, e
La campagna per finire gli Stati di Missou-
ri e Louisiana, che rivendi-
coordinata cavano la sovranità territo-
riale nella protezione dei
propri cittadini. Sugli ac-
e orchestrata count X (ex Twitter) dei que-
relanti ieri era un tripudio di
da funzionari ha commenti: “Da quando so-
no cittadino americano non
messo a rischio avrei immaginato che il go-
’’
verno americano avrebbe
la democrazia potuto cospirare in questo
modo per violare
la mia libertà di
La Corte d’Appello parola. Ma è
quello che ha fat-
to l’Amministra-
zione Biden. So-
no grato alla Cor-
te d’appello del
Quinto circuito e anche alla Co-
stituzione degli Usa”, si legge in
uno dei commenti al post che il-
lustra le pagine cruciali della
sentenza sull’account di Khe-
riaty. O anche “Grazie a voi che
avete difeso il diritto anche per
chi è meno forte”, scrive un altro
follower del professor Bhatta-
charya. Bhattacharya insieme a
“Biden & C. hanno
violato il diritto Usa
alla libertà di parola”
Kulldorff, considerati negazio-
nisti per aver caldeggiato un “lo-
chodown ristretto”, avevano vi-
sto scendere il loro articolo nella
terza o quarta pagina dei risul-
tati su Google. E non è un caso,
dato che “i funzionari, attraver-
so canali si privati che pubblici,
hanno chiesto alle piattaforme
di rimuovere contenuti, le han-
no spinte a modificare le loro
politiche di moderazione e le
hanno minacciate, direttamen-
te e indirettamente, di conse-
guenze legali”, si legge ora nella
sentenza. E ha funzionato. La
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
“pressione incessante” ha co-
stretto le piattaforme ad agire e
rimuovere i contenuti degli u-
tenti. E le azioni non si limitava-
no agli attori privati, ma anche
agli account gestiti da funziona-
ri statali: “spesso soggetti anche
loro a censura”, scrivono i giudi-
ci. È il caso del Dipartimento di
Giustizia della Louisiana, che
riprendeva cittadini che prote-
stavano contro le politiche go-
vernative del Covid. La “scusa”
per la rimozione era la violazio-
ne della “politica sulla disinfor-
mazione medica”. In un altro ca-
so, scrive il giudice, la piattafor-
ma ha rimosso anche il post e un
video di un legislatore dello Sta-
to che parlava di vaccini Covid.
E non è un caso che nell’ordi-
nanza precedente, il giudice
Doughty, nominato da Donald
Trump, aveva scritto che gli as-
sistenti di Jill Biden, la first lady,
hanno ripetutamente persuaso
Twitter a rimuovere un video
modificato per farla sembrare
irriverente nei confronti di un
gruppo di bambini. E Twitter ha
obbedito. In un altro caso, il giu-
dice Doughty ha scritto che un
alto funzionario di Biden ha ri-
chiesto a Twitter di rimuovere
un account parodia collegato a
Finnegan Biden, figlia di Hun-
ter e nipote del presidente. Sono
bastati 45 minuti per sospende-
re l’account. Altri bannati sono
gli account collegati a The Di-
sinformation Dozen, il gruppo
di 12 persone ritenuto “super-
diffusore di disinformazione”
anti-vaccino. Su questi agì il
Surgeon General, Vivek Mur-
thy, che nel luglio del 2021 chie-
de ai social media di rimuovere
le informazioni da questi pub-
blicate e dei profili collegati.
Ordine eseguito.
Dalla sentenza non esce bene
neanche l’Fbi. In riunioni perio-
diche con le Big Tech, gli agenti
federali chiedevano “valutazio-
ni dettagliate” e “monitoravano
le politiche di moderazione del-
le piattaforme”,
tanto che queste
ultime “le cam-
biavano. Ad e-
sempio, secondo
la Corte d’Appel-
lo, alcune piatta-
forme hanno mo-
dificato i propri
“termini di servi-
zio” per poter af-
frontare i conte-
nuti legati a ope-
razioni di ha c-
king. Più dura era
la relazione di
Doughty che il 4
luglio fa riferi-
mento all’indagi-
ne dell ’Fbi sul
laptop di Hunter
Biden, suggerendo un collega-
mento tra i contatti del governo
con le società di social media e la
decisione di alcune piattaforme
di rimuovere le informazioni
sulla vicenda. “L’Fbi probabil-
mente ha indotto in errore le so-
cietà di social media a credere
che la vicenda fosse disinforma-
zione russa, il che ha portato alla
soppressione della storia poche
settimane prima delle elezioni
presidenziali”. Per i giudici inol-
tre, l’Fbi non si limitava a moni-
torare le minacce straniere. In
vista delle elezioni, i federali
hanno preso di mira anche la
“disinformazione” nazionale,
come i post che indicavano orari
di votazione errati o procedure
di voto per posta. Assolto An-
thony Fauci che non ha violato il
Primo Emendamento. Le con-
clusioni della Corte d’appello
sono allarmanti: “Raramente la
Corte Suprema si è trovata di
fronte a una campagna coordi-
nata di questa portata, orche-
strata da funzionari federali,
che ha messo a repentaglio un a-
spetto fondamentale della vita
americana”.
18 l ITALIA
TUTTE
LE SETTIMANE
SUL “FATTO”
DA 173 SETTIMANE
Daniele Luttazzi racconta
sul “Fatto Quotidiano”
cos’è e come funziona
la comicità.
La bibliografia delle
“Questioni comiche”
si trova sul suo blog:
danieleluttazzi.
wordpress.com
La foto di Daniele Luttazzi
è di Ottavio Celestino
QUESTIONI COMICHE Pubblico, affari e società
Così le sit-com americane
hanno cambiato il mondo
» Daniele Luttazzi
Norm: “Quando in una storia
d’amore se ne va la fiducia
reciproca, raccontare balle
non è più divertente”
(Cheers).
LA STAND-UP COMEDY: SVILUPPI
F
ra i sogni di uno
stand-up comedian
versatile, dicevamo, c’è
la sit-com. Ecco altre
dritte per chi vuole provarci.
CREARE UNA SIT-COM
Come si recita in una
sit-com? Con energia,
in modo buffo, asse-
condando il ritmo dei
dialoghi, e avendo chiare
le emozioni, le motivazioni
e quello che sta pensando il
tuo personaggio (spesso un
personaggio dice una cosa,
ma ne sta pensando un’altra).
Ricorda che i personaggi di una
sit-com non sono lì per far ride-
re: gli attori sono lì per far ride-
re; i loro personaggi, invece, so-
no lì per reagire alla situazione
secondo la loro personalità e le
loro idiosincrasie (Qc #112). In
altri termini, se reciti per far ri-
dere non farai ridere. Questo
vale anche nelle sit-com inno-
vative come Curb Your Enthu-
sias m, dove all’attore viene
chiesto di improvvisare su un
canovaccio di plot point (gli at-
tori improvvisano varie volte la
stessa scena, poi il montaggio la
mette in forma, Qc #164). E non
muoverti quando un altro sta
dicendo una battuta: mai di-
strarre il pubblico dalle gag.
Consigli per l’improvvisazio-
ne. Se devi recitare improvvi-
sando, l’unica regola è “sì, e”. Si-
gnifica che la tua attenzione
dev’essere interamente sugli
altri attori in scena: prendi
quello che ti stanno dando
(questo è il “sì”) e usalo per ag-
giungere la tua reazione (que-
sto è l’“e”). Non devi recitare, né
cercare di essere divertente:
devi solo reagire in modo vero
alla situazione, e completare il
plot point insieme agli altri at-
tori. Guarda come fanno Larry
David e il suo cast: t.ly/puw5. Il
plot point della scena è questo:
“A una cena per il ritorno a casa
di un reduce dall’Afghanistan,
Larry non lo ringrazia per il
suo impegno al fronte. Il reduce
ci resta male e se ne va, gli in-
vitati biasimano Larry, e la
padrona di casa s’incazza con
lui”. Nota la reazione di Larry
quando la padrona di casa, ai
fornelli, si lamenta perché Lar-
ry ha rovinato la cena, e dice che
aveva preparato un fantastico
salmone. Larry improvvisa un
“Lo stai saltando in padella?”
“Sì.” “Il mio puoi grigliarlo?”E la
padrona di casa improvvisa un
fanculo. Plot point di chiusura:
Larry ringrazia uno a uno i pre-
senti esagerando a sfottò l’ob-
bligo sociale che non condivi-
de: “Grazie per aver servito gli
antipasti. Grazie per essere un
ottimo manager. Grazie per es-
sere venuto con questo tempac-
cio” (È un finale del tipo “la fin-
ta”, Qc #163). La padrona di ca-
sa allora gli urla un: “Grazie che
te ne vai!” (un finale del tipo “lo
stesso”). Nota infine come regia
e montaggio sottolineino con
primi piani le reazioni dei per-
sonaggi: è il dettaglio più im-
portante di ogni scena comica.
Un produttore intelligente e
capace può cambiare il corso
della storia tv. Negli anni 70,
l’ultima decade di b r oa d c a-
s ti n g tradizionale negli Usa
(poi la deregulation favorì l’a-
scesa delle tv via cavo), Robert
Wood, presidente della CBS,
intuì che era necessario un
cambio di paradigma, e lo pro-
mosse lanciando una sit-com
satirica che portava in tv le ten-
sioni economiche, sociali e cul-
turali del Paese: All in the Fa-
mily, scritta da Norman Lear.
Scartata per ben due volte dalla
concorrente ABC poiché trop-
po controversa (Scarpino,
2016), la serie ebbe un forte im-
patto sul pubblico statuniten-
se. Era molto seguita da giovani
istruiti e progressisti, sensibili
ai temi del potere, dell’autorità,
e alle questioni di genere (Ku-
tulas, 2005); ma non è da e-
scludere che il suo successo fos-
se da attribuire anche a un pub-
blico che amava il protagonista
Archie Bunker, un bigotto raz-
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
Gag comica
“Ops, mi scusi”
CLAUDE
Gag spiritosa
“Amo il mio
prossimo,
ma è sposato”
JULIEN DEDMAN
Gag umoristica
“Inoltre una guer-
ra mondiale spaz-
zerebbe via tutti
quegli odiosi
pacifisti”
RICHTER
zista, perché ne condivideva i
pregiudizi (Nussbaum, 2014).
Ogni puntata era registrata due
volte davanti a un pubblico in
studio: in questo modo Lear a-
veva un riscontro immediato
sul gradimento delle puntate, e
sulle reazioni ai temi spinosi
delle gag. Poi al montaggio sce-
glieva le parti venute meglio.
Negli stessi anni, la nuova e-
mancipazione femminile fu il
tema conduttore di un altro hit
della CBS, The Mary Tyler
Moore Show, di James L. Broo-
ks e Allan Burns. Entrambe le
serie generarono spin off molto
seguiti e socialmente rilevanti:
I Jefferson, Maude, Rhoda e
Lou Grant (cui riuscì l’impresa
inedita di trasformare un per-
sonaggio comico nel protago-
nista di una serie di genere
drammatico). Maude trattò di
diritti civili, liberazione della
donna, divorzio, alcolismo, sui-
cidio e psicanalisi; inoltre era la
prima volta che la protagonista
di una sit-com prendeva ansio-
litici. Un anno dopo l’episodio
seguitissimo, in due puntate,
sull’aborto di Maude (Maude’s
Dilemma, 14 e 21 novembre
1972), la sentenza Roe v. Wade
legalizzava l’aborto negli Stati
Uniti. Allora la US Catholic
Conference promosse il boicot-
taggio della CBS, diffidandola
dal trasmettere le repliche di
quelle due puntate; convinse i-
noltre 25 stazioni tv affiliate al-
la CBS a non mandarle in onda,
e aziende come la Lipton Tea a
non sponsorizzarle. Censure
reazionarie. Negli anni 70, il
terzo successo della CBS fu
M*A*S*H*, una satira antimili-
tarista di Larry Gelbart: tre an-
ni dopo l’inizio della serie, fini-
va la guerra in Vietnam. Da
parte della CBS, tematizzare le
trasformazioni sociali in atto
(le battaglie per i diritti civili, le
proteste contro la guerra in
Vietnam, il nuovo femmini-
smo, l’ambientalismo) fu una
strategia di marketing vincen-
te: approfittò dei nuovi indici di
ascolto Nielsen, che privilegia-
vano famiglie giovani e urbane,
fornendo agli sponsor preziosi
dati demografici sull’audience
(sesso, età, status economico e
culturale, residenza urbana o
rurale) che poi gli sponsor in-
crociavano col Brand Rating
Index, il profilo demografico
dei propri consumatori, al fine
di ottimizzare l’acquisto degli
slot pubblicitari. Per lanciare
All in the Family e le altre
sit-com moderne, Robert
Wood interruppe serie come
The Beverly Hillbillies e Pet-
tycoat Junction, di ambienta-
zione rurale, perché seguite da
un pubblico economicamente
poco interessante per gli inser-
zionisti, benché numeroso. Le
nuove sit-com aiutarono la so-
cietà americana a prendere co-
scienza di sé, e parteciparono ai
mutamenti sociali e culturali in
atto, non ultimo la trasforma-
zione del modello familiare.
L’audience. Glen Charles:
“Cheers ci mise un po’ a trovare
un pubblico. Il primo anno ar-
rivò al 74° posto su 77. Credevo
ci avrebbero cancellato, ma la
NBC non aveva altri show con
cui rimpiazzarci. All’inizio del-
la seconda stagione eravamo
già al 22° posto. Oggi non ci da-
rebbero una seconda possibili-
t à”. Mike Schur: “Il pilot di
Cheers andò malissimo: il pub-
blico ha bisogno di tempo per
conoscere i personaggi e apprez-
zarli”. Pluripremiata, Cheers
durò 11 stagioni, e per 8 anni fu
fra i primi 10 show più visti; alla
nona stagione arrivò in vetta.
Cliff: “Che figura patetica. Mi
vergogno che Dio mi abbia crea-
to”. Carla: “Credo che neppure
Dio se ne vanti troppo”.
(173. Continua)
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023 ESTERI l 19

SANTIAGO DEL CILE, 50 ANNI FA

» PAOLO HUTTER
11 settembre
1973
Carrarmato a

A
Santiago. In basso,
Salvador Allende e
50 anni dal colpo di Sta- Augusto Pinochet briche occupate, co-
ANSA/LAPRESSE mitati popolari, terre
to vengo chiamato a in- espropriate dal bas-
contri e interviste, per- so, era forte e spaven-
tava la borghesia, ma non era in grado di
ché “io c’ero” e venni per- prevalere. L’inflazione era alle stelle,
sino detenuto per tre mancavano i rifornimenti. Poco prima
del colpo di Stato di Pinochet, il generale
settimane. Mi sono im- Prats, fino ad agosto capo dell’esercito,
merso nella pubblicisti- democratico fedele alla Costituzione
fatto dimettere dalle pressioni reazio-
ca, nei dibattiti cileni at- narie, incontra Allende. Gli suggerisce
tuali su Allende e il golpe di abbandonare provvisoriamente il
Paese. Allende risponde che non se ne
e noto che le divaricazio- va, ma vuole convocare un referendum
ni sono ancora (o di nuo- sul suo mandato presidenziale. Dice a
Prats, come poi ad altri nei due giorni
vo?) profonde. successivi, che è consapevole che quel
Da un lato si tende a dimenticare quan- referendum lo perderà, ma sarebbe una
to la Unidad Popular, prima del gran uscita onorevole e il modo per evitare u-
subbuglio finale, sia riuscita a realizza- na guerra civile. Questa era la situazio-
re. Si fece la nazionalizzazione del rame, ne. Rimangono vivi i valori di giustizia
sottraendolo alle compagnie statuni- sociale e i movimentismi presenti nei
tensi, rimasta tale anche nel neoliberi- mille giorni tra Unidad Popular e Poder
smo pinochetista. Nel primo anno e Popular, è giusto che Allende resti un
mezzo di governo Allende ci fu un incre- personaggio di valore e di riferimento,
mento incredibile dei salari, della scola- ma è evidente che l’esperienza non ave-
rizzazione, dell’assistenza all’infanzia, va funzionato. In che misura è fallita per
della produzione culturale, della musi- contraddizioni interne e settarismo
ca. Si radicalizzò la riforma agraria, ini- schematico, in che misura è stata “solo”
ziata dai predecessori democristiani, e- sconfitta dal boicottaggio Usa e dalla
forza delle armi: questa ancora è la
discussione aperta. Di ben altra na-

.IL SUICIDIO DI ALLENDE.

tura rischia però di essere la narra-
zione o la discussione in Cile, dove
attualmente prevale un nuovo vento
di destra, che finisce per condiziona-
re retrospettivamente anche il giu-
dizio su Allende e Pinochet (Secon-
do alcuni sondaggi, l’approvazione o

.E IL GOLPE RIMOSSO.
EQUILIBRI INSTABILI Il governo della Unidad Popular non disponeva
di ampio consenso nel Paese. Ma la rottura cruenta nata dal colpo
di Stato crea una frattura che le destre, oggi, provano a dimenticare
liminando il latifondo. Si sviluppò rapidamente, per iniziative dall’alto e dal basso,
l’area statale o “di proprietà sociale” in coerenza con l’idea della “via democratica al
socialismo”. Iconica è rimasta la distribuzione di mezzo litro di latte in polvere per
ogni bambino e strategica l’intuizione di intervenire sui prezzi e sulla distribuzione
del cibo, anche se non riuscì poi a evitare le difficoltà indotte dallo sciopero dei com-
mercianti. Unidad Popular diede una dignità senza precedenti agli operai. Se nei
miei primissimi giorni da giornalista, prima del colpo di Stato, ho intervistato quasi
esclusivamente operai e sindacalisti di base, questo non era dovuto tanto al mio es-
sere di Lotta Continua quanto alla centralità che effettivamente avevano. Nell’a-
gosto 1973 però il momento di grazia di Unidad Popular era finito, il Paese era nel
caos, lo sciopero dei camionisti, dei commercianti ecc. era un’insurrezione politica
contro la sinistra. Anche se potevo vedere l’altra faccia della medaglia, quella della
speranza, della partecipazione e consolarmi pensando che anche nell’Italia dei pri-
mi anni 70 trovarsi tra strategia della tensione e allarmi per possibili colpi di Stato
non era cosa strana. La città era un pullulare di murales, di scritte, di volantini, di
giornali, di assemblee di manifestazioni. Il colpo di Stato che nessuno aveva pre-
visto, così compatto e così crudele, stroncò questa incertezza. Mi trovai anch’io “o-
spite” del campo di concentramento dello Stadio Nacional, a condividere paure e
solidarietà. Ho constatato anche di recente quanto sia rimasta cristallizzata nel tem-
po la percezione che avevamo in Italia dopo il golpe, la favolistica del Pueblo Unido
Jamas serà vencido. Anche di recente ho letto, persino in titoli di grandi giornali, che
Allende è stato ucciso dai generali golpisti. Alle mie obiezioni – che è accertato il
suicidio – mi si risponde che poco cambia. Eh no, la cosa cambia, il suicidio era pre-
meditato. Una scelta di estrema protesta, un sacrificio. La narrazione cristallizzata
immagina militari, strumento della Cia, che abbattono un governo che procede le-
gittimato nella strada delle riforme socialiste. La realtà è stata più controversa e
complessa. Il governo di Allende non aveva la maggioranza né in Parlamento né nel
Paese. Il sistema presidenzialista cileno di allora gli dava un mandato di sei anni, fino
al 1976, pur avendo preso solo il 36% alle elezioni (allora a turno unico). Nel 1973 la
Dc e le destre, entrambe all’opposizione, si erano alleate. Non avevano i due terzi del
Parlamento per far cadere il presidente, ma il Paese era a pezzi. I ceti medi erano in
rivolta contro il governo, con scioperi a oltranza di commercianti, camionisti, pro-
fessionisti. Gli studenti erano spaccati e anche tra gli operai c’era una parte anti-
governativa (minatori). Certo, la base attiva della sinistra con il Poder Popular, fab-
comprensione nei confronti del col-
po di Stato del 1973 è risalita fino al
33% con quasi il 25% che non si pro-
nuncia). Ha preso piede un cerchio-
bottismo che non era mai del tutto
sparito, e che serve al cosiddetto
centrodestra cileno come giustifica-
zione esistenziale. Il colpo di Stato
viene visto come un triste passaggio,
o anche come una tragedia, di cui
tutti gli attori del 1973 sono corre-
sponsabili. Tutti. La ex “presidenta”
Michelle Bachelet protesta con una
brillante frase: “Certo che ci sono
stati errori, ma non potete confon-
dere errori e orrori”. Poche ore dopo
il bombardamento del palazzo pre-
sidenziale, quelli che avevano accompagnato Allende si arresero ai militari, 24 di
loro furono torturati e poi uccisi. Torturare e uccidere chi si arrende non si fa neanche
in guerra. Si può anche dire che vi furono responsabilità di tutti, ma come si può
mettere sullo stesso piano chi prende il potere, e da quel potere uccide e tortura, con
chi non è riuscito a coordinare governo, movimenti e alleanze e il potere si appresta
a lasciarlo? Ho letto la parte finale del libro postumo di Patricio Aylwin, ho seguito
l’intervento del rettore dell’Università Carlos Pena nel commentarlo, ho letto il libro
di Daniel Mansuy su Allende. Le critiche all’incapacità di Unidad Popular di ri-
solvere la crisi nel 1973 sono fondate. Ma sembra quasi che il colpo di Stato sia stato
una conseguenza inevitabile. Un terremoto fa crollare case costruite male, e allora si
discute di come sono state costruite le case. Ma il colpo di Stato “di” Pinochet (sul
quale è salito Pinochet) non è stato un inevitabile disastro naturale, bensì la rea-
lizzazione di una volontà umana e politica. Non era la unica possibile legittima di-
fesa... di cosa, poi? I militari avevano già, per una legge voluta da Allende, il dirit-
to-dovere di perquisire ovunque e sequestrare armi. Le libertà politiche e di stampa
erano piene. Potevano anche non credere al referendum di Allende che lo avrebbe
poi fatto cadere, potevano anche non credere alla proposta democristiana delle di-
missioni dei parlamentari per poi far dimettere il presidente. In ogni caso si sarebbe
tornati al voto e Unidad Popular non avrebbe vinto. Quel tipo di golpe invece è stato
fatto per prendere il potere e tenerselo. Certo la Cia, certo gli Usa e la Guerra Fredda,
certo la borghesia, ma i militari che hanno fatto il colpo di Stato sono stati soggetto,
non strumento. L’idea che mi sono fatto, leggendo le ultime ricostruzioni, è che i
generali avendo iniziato a prospettare il golpe non solo si sono autoconvinti di svol-
gere una missione storica, ma erano anche molto spaventati. Se si fossero fermati
sarebbero stati come minimo destituiti, o anche uccisi, hanno pensato. La paura ha
radicalizzato il golpe, ha radicalizzato l’odio e la crudeltà. E poi, da subito, bisognava
difendersi dal rischio di pagare per i delitti commessi.
“Sento che i miei ex compagni d’armi non recupereranno mai più nella loro vita
la pace dei loro spiriti, attanagliati dal rimorso per gli atti in cui si vedranno fa-
talmente coinvolti e per l’angustia di fronte alle ombre della vendetta, che li per-
seguiteranno costantemente”. Così il generale antigolpista Prats racconta i suoi
sentimenti e pensieri poche ore dopo il golpe. Non è dato sapere quanti rimorsi
abbiano provato, certo sapevano che alla lunga nessun tribunale minimamente
terzo poteva assolverli.
20 l SECONDO TEMPO
Baby Gang tornato sul palco
Dopo l’arresto per la sparatoria nel 2022,
la comunità e i domiciliari, il trapper ha
avuto l’ok dal tribunale per partecipare
al concerto di Lazza due sere fa a Milano
L’INTERVISTA
“Il mio San Paolo trotzkista,
gli amici Moravia, Proietti
e Proust (letto in francese)”
G
» Alessandro Ferrucci
iornali, televisione, libri, confe-
renze, palchi e microfoni. Tutti
insieme compongono i raggi
della vita di Corrado Augias.
Tutti insieme sono un unico fa-
scio di luce dentro la galassia
della “divulgazione”. E proprio
lui, Augias, ha appena pubbli-
cato un bel libro, intenso, mai
noioso, dedicato a San Paolo
(Paolo, edizioni Rai Libri), un
santo definito “antipatico”, ma
il primo a portare in giro, a di-
vulgare il verbo di Gesù.
Perché questo libro?
I cattolici non sanno nulla di
Paolo.
Come mai?
Non è San Francesco, Sant’An-
tonio o Santa Rita, santi popo-
lari, resi tali da una serie di a-
neddoti sugli uccellini, i poveri,
lo storpio, il cieco.
Non stava neanche bene...
ILLIBRO Era epilettico, lo racconta lui:
“Il signore mi ha messo una spi-
na nella carne...”; era un intel-
lettuale dominato dal pensiero
di dover portare la parola di
Gesù fuori dalla Palestina; a un
certo punto del libro azzardo
un paragone tra Paolo e Giaco-
mo (minore), fratello di Gesù, e
Trotzkij e Stalin.
Paragone spericolato.
Giacomo voleva limitare il
» Paolo nuovo giudaismo cristiano
Corrado nel territorio, allo stesso mo-
Augias do Stalin con il comunismo;
Pagine: 256 invece Trotzkij e Paolo tenta-
Prezzo: 20 e rono di comunicare al mondo
Editore: la novità.
Rai Libri Da quanto affronta queste
tematiche?
Da una ventina d’anni, ho ini-
ziato con Gesù.
Perché?
Ho un rapporto speciale con
l’ebraismo, mia nonna lo era e
un giorno ho sentito Giovanni
XXIII affermare “Gesù è morto
da ebreo”; (pausa) nei circoli e-
braici era già un argomento co-
mune, anzi si riteneva il cristia-
nesimo un’eresia dell’eb rai-
smo; era la prima volta che un
papa affrontava una tematica
del genere.
Quindi?
Ne rimasi colpito e lo covai per
anni, fino a quando ho incon-
trato il professor Pesce, storico
del Cristianesimo a Bologna, e
gli ho proposto di scrivere in-
sieme un ritratto di Gesù fuori
dai Vangeli, fuori dalla fede, per
capire che uomo è stato.
Risultato?
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
Mgp Misano, pole a Martin
Lo spagnolo della Ducati si impone nelle
qualifiche davanti a Bezzecchi e al grande
Bagnaia: “È stata tosta... la gamba fa male,
oggi intensifico l’antidolorifico”
I Corrado Augias Il giornalista e scrittore ha pubblicato
un saggio dedicato al santo: “Intellettuale antipatico”
Quel libro ha venduto un milio-
ne di copie: vuol dire che il mio
interesse ingenuo su Gesù era
condiviso; (cambia tono) i cat-
tolici italiani non conoscono
nulla della loro religione, san-
no giusto quattro favolette co-
me i re Magi, la stella cometa,
Maria Vergine e via così.
Invece?
La storia del Cristianesimo è
magnifica, è una delle più gran-
di storie dell’umanità.
Ha mai rispettato i precetti
ebraici?
No, avrei dovuto fare un atto di
adesione e poi sono stato bat-
tezzato, ho frequentato un col-
legio cattolico e sono ateo.
Convintamente ateo?
Sì, ma il tema è delicatissimo;
uno non deve immaginare l’a-
teo come una persona che im-
preca, alza i pugni al cielo e urla
maledizioni. Sono un ateo
tranquillo.
Il sottotitolo del libro è “un luce sulla sua vita.
uomo che inventò il cristia- Mentre Moravia...
nesimo”. “Inventare” non Eravamo abbastanza amici ma
stona un po’ con il tema? è morto mentre si tagliava la
Mi sono rifatto a Nietzsche: se- barba in bagno: è l’addio di un
condo lui, senza Paolo il mes- borghese.
saggio di Gesù sarebbe rimasto Rispetto alla morte di Pa-
confinato in Palestina. solini, Zigaina teorizzava
“Inventare” sembra ridur- una messa in scena finale.
re Paolo e il cristianesimo a Anche Michela Murgia si è ri-
Zuckerberg e Facebook.. fatta a quella scuola lì; (pausa)
Il titolo è chiaramente un po’ uno vuole morire sul proprio
provocatorio e il Fatto lo sa be- letto, oppure in ospedale cir-
ne: i titoli sono il vostro pane condato da due o tre persone a-
quotidiano (pausa). Comun- miche, amate, mentre portare
‘‘
que Paolo si carica una missio- la morte in piazza è un gesto che
ne enorme, eppure non aveva rompe ogni schema, viola la
mai visto Gesù: è privatezza della morte stessa
stato un uomo di (cambia tono). Posso raccon-
enorme forza vi- tarle una barzelletta?
sionaria, un sa- Siamo qui.
Il vecchio Elia, che sta tirando
cerdote dell’umanità come Divulgatore bene è come un valore le cuoia, è a letto e chiama i fa-
La storia del
Gandhi o Trotzkij. raffinato civico: non mi aspetto miliari, uno a uno: “Sara ci
A lei Trotzkij piace. Corrado né il Paradiso né l’Infer- sei?”, è quasi cieco. “Sì, nonno, ti
Amavo la sua idea di diffon- Augias in no, anzi sono convinto stringo la mano”. “E Daviduc-
dere il comunismo nel che quando caccerò l’ul- cio?”. “Nonno, eccomi, sono ar-
Cristianesimo
“Enigma”, una
mondo e forse lo avrebbe delle sue tante timo respiro finirà tutto, rivato da poco ma resto con te”.
salvato dalla degenerazione trasmissioni tornerò a essere la mate- “E Rebecca?”. “Sono anche io
staliniana. in Rai ria inerte che ero prima qua...”. (Alza la voce) “Ma chi ce
è magnifica: Nel libro parla di Paolo
folgorato sulla via di
Damasco. Qual è la sua
FOTO LAPRESSE di nascere.
Resterà un’eredità.
Andrà ai miei nipoti.
sta a negozio!?”.
Barzelletta alla Gigi
Proietti: lei lo ha conosciu-
non sono solo
“via di Damasco”? Forse. to bene...
Non c’è; in realtà non ho L’eredità culturale? Ho una foto con lui giovane che
mai sentito il bisogno di un Guardo al 900: abbiamo avuto sembrava uno scappato da Re-
favolette
protettore o di un’e nt it à scrittori formidabili come Mo- gina Coeli (carcere romano, n-
metafisica, divina, alla qua- ravia, Palazzeschi ed Ezio Rai- dr); abbiamo portato in scena
le far riferimento. Anzi mi mondi eppure non li ricorda due o tre spettacoli, quelli che si
ha sempre suscitato una nessuno; l’unico di cui riscon- organizzavano nelle cantine,
certa diffidenza, ma ho una triamo continuamente la pre- con Antonio Calenda che aveva
spiritualità forte. senza è Pasolini perché è stato acquistato cento sedie; una se-
Quale? mitizzato per come è morto: è ra venne Paolo Grassi (diretto-
Cercare di comportarmi la morte ad aver proiettato la re del Piccolo, ndr): rimase stu-
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023
Mondiali, Italia solo ottava
Altra sconfitta per il team di Pozzecco, che
lascia il 7° posto alla Slovenia (85-89).
Tutti in piedi per l’addio del capitano Gigi
Datome, alla sua ultima partita di basket
pito. Ci volle a Milano.
E lei?
Scrivevo i testi, poi era il ’68 ed
era quasi obbligatorio discute-
re, confrontarsi, solo che ogni
attore aggiungeva una cosuccia
al suo ruolo.
Pure Proietti?
No, s’imponeva da solo; Calen-
da gli dava poche indicazioni su
come entrare, da che parte, il
tono delle battute, Gigi ascolta-
va, poi con garbo faceva le sue
variazioni.
Negli anni avete mantenu-
to un rapporto?
Sì, l’ho chiamato in tv due o tre
volte, specialmente in una pun-
tata sul Belli, solo che aveva
preso una strada da entertai-
ner, mentre io ero rimasto... (si-
lenzio, ci pensa) ora uso una pa-
rolaccia: ero rimasto un intel-
lettuale.
Lo è.
Però è pericoloso.
Qual è l’altra parte della
medaglia?
Che uno sta a casa sua e nella
sua condizione di intellettuale
può aprire bocca, sentenziare e
coprirsi di ridicolo.
Quanti libri le arrivano?
Cinque o sei al giorno.
Come li evade?
Li apro, vedo il risvolto, spesso
conosco l’autore, leggo gli ap-
parati di corredo e in un quarto
d’ora decido.
Per alcuni scrittori non so-
no necessari i classici.
Somari che resteranno tali tut-
ta la vita; magari faranno soldi,
scopriranno una molecola, ma
Mantel, il libro postumo
Il 9.10, a poco più di un anno dalla morte
della scrittrice britannica, uscirà una
raccolta di suoi scritti inediti “A Memoir
of My Former Self: A Life in Writing”
Beethoven (di cui de-
scrive alla perfezione la
Colleghi Terza, la Sesta e la Nona
Al centro, Corrado sinfonia).
Augias ed Memoria formida-
Eugenio Scalfari bile.
per anni insieme L’alleno tutti i giorni e ne
a “Repubblica” ho più oggi di quando e-
FOTO CONTRASTO ro giovane.
Dei peccati capitali,
di quali viene accu-
sato o si accusa?
Me li faccia ricordare.
Accidia...
Al contrario, sono frenetico.
Lussuria.
A suo tempo ho sentito gli sti-
moli della concupiscenza, poi
grazie a Dio in tarda età si atte-
nuano, infine si spengono e uno
guadagna un sacco di tempo
per fare altro.
Avarizia.
No, e non ho mai rubato.
Ira.
Tendo alla pacatezza un po’ gri-
gia, ma ho colleghi iracondi,
rossi in faccia; (riflette) e non
penso a Travaglio, lui è il con-
trario, è Voltaire, lo spirito staf-
filante, il tipo del risolino che
poi ti assesta la scudisciata sulle
natiche.
Superbia.
Per carità, mi considero l’ulti-
mo... (ride, si ferma); non vo-
glio fare la caricatura, ma per-
sone vicine mi consigliavano di
farmi valere di più.
Invece...
Penso: “Se lo faccio io, possono
tutti...”.
In Italia oggi chi è alla sua
altezza?
(Si ferma) Non so, migliaia di
persone, suppongo.
‘‘
Migliaia di persone hanno
la sua preparazione?
Come Travaglio, pure lei è de-
moniaco; (pausa) tocca un ta-
sto delicato: sono orgoglioso di
aver studiato bene e ora sto ini-
ziando a mettere in comunica-
zione il cervello con la
Sono
macchina. Se campo ab-
bastanza vorrei travasa-
re i miei neuroni a un ni-
pote; mi rompe le scato-
un ateo
le pensare che tutta la fa-
tica fatta per imparare
morirà con me.
sereno,
Fosse possibile viag-
giare nel tempo, do-
ve andrebbe?
In Francia tra la fine
testimone
del 700 e l’inizio
dell ’800, non proprio
la Rivoluzione perché
di un’Italia
quella mi fa impressio-
ne; l’altro giorno stavo
leggendo il Manzoni e
ho scoperto che per Il 5
che non
maggio ha dovuto otte-
nere il via libera della
censura austriaca.
esiste più
Cosa ha sbagliato
nella sua vita?
Il mio più grande errore
è stato anni fa con un li-
bro (Disputa su Dio e
dintorni): chiamai un
giovane per aiutarmi a
trovare citazioni e met-
tere ordine negli appun-
ti; lui inserì sette righe di
un libro Adelphi e sicco-
me il suo lavoro mi sem-
rimarranno somari; (pausa) se brava ben realizzato, lo lasciai.
non leggi i classici non entri in Peccato che un signore si accor-
connessione con l’anima del se che quelle sette righe veniva-
mondo, quello che ci ha portato no da un altro testo e scoppiò u-
da laggiù a quassù. no scandalo. Una stupidaggine
Chi c’è nella sua valigia? grave, una macchia di pomo-
Omero, Dante, Shakespeare e doro sulla camicia.
SECONDO TEMPO l 21
Macchia lavata?
Più o meno.
La sua ossessione?
Uno potrebbe pensare che è la
morte, mentre è professionale:
sto già lavorando su un altro li-
bro in cui racconto che cosa ho
fatto, da Repubblica con Scal-
fari al kibbutz in Israele, fino a-
gli Stati Uniti nel 1968, quando
nacquero i figli dei fiori.
Augias figlio dei fiori è qua-
si incredibile.
Ci sono le foto: tutti nudi, in
California; comunque alla so-
glia dei 90 anni mi rendo con-
to di quante cose ho visto, so-
prattutto ho assistito ai cam-
biamenti dell’Italia, un Paese
che non c’è più.
Un esempio.
Penso a quando Strehler portò
in scena Vita di Galileo di Bre-
cht e venne proibito a Roma
perché città sacra: è l’Italia in
cui sono cresciuto.
Nel 2007 ha dichiarato che
il nazismo va trattato con
parsimonia o si inflaziona
il termine. Nel 2023 la pa-
rola fascismo va sempre
trattata con parsimonia?
C’è modo e modo: se affermo
“lei è un fascista” devo essere
parsimonioso, perché alle volte
è solo uno stronzo; se invece di-
co “questo provvedimento di
legge ricorda quelli del fasci-
smo”, lì no, se ce vo’ ce vo’...
Chiaro...
Le parole si logorano come gli
oggetti; (cambia tono) quando
ero ragazzo il termine “cazzo”e-
ra una parola tremenda, oggi la
senti pure in televisione. Per
questo sostengo che “nazismo”
e “fascismo” non vadano infla-
zionati o perdono il loro signi-
ficato sinistro, tragico.
Qual è l’accusa che le han-
no rivolto maggiormente?
Di essere un radical chic; (sor-
ride) ricorda la suddivisione di
Arbasino?
Giovane promessa, solito
stronzo, venerato mae-
stro.
Con abbondanza ho attraver-
sato la fase del solito stronzo, o-
ra sono un venerato maestro.
Sul Fatto, Antonio Manzi-
ni ha criticato i vari Premi.
Lei ne ha vinti tanti...
Li trovo carini; intanto sono u-
na festa: uno va lì, vede gente,
la gente si diverte, poi servono
come pubblicità.
Ha letto Proust?
Sì, anni fa.
Con Alain Elkann e i Lan-
zichenecchi è stato uno de-
gli argomenti dell’estate.
(Silenzio) Ora le dirò una cosa
che mi può coprire di cacca dal-
la testa ai piedi.
Oddio.
(Tenta la risposta e a metà del-
la frase inizia a ridere) L’ho
letto in francese; (ancora ri-
de) per molti anni ho vissuto
in Francia. Quasi mi vergogno
a dirlo...
Ha mantenuto intatti i suoi
ideali da ragazzo?
Sì e no. Sì perché do una mano
in maniera riservata e cerco di
prendere posizione; però ho
perso lo slancio: da giovane gri-
davo i miei ideali, oggi no.
Lei chi è?
Un italiano educato, rispetto-
so. Un ateo sereno. Che conta di
chiudere con dignità il tempo
che mi è stato dato.
22 l SECONDO TEMPO IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023

VENEZIA 80 Come previsto, Lanthimos sbanca la Mostra. In Argento il regista italiano e Hamaguchi
Coppe Volpi (mosce) agli attori Sarsgaard e Spaeny, nulla per Castellitto, premietto per la Ramazzotti

Leoni mediterranei: il greco

vince ma Garrone emoziona
PROTAGONISTI » Federico Pontiggia La patria che
VENEZIA annoverava sei

P
Tra horror film in competi-
ora Italia, ha vinto Poor e migranti zione può dirsi
Things. Alla faccia del “Povere creature” soddisfatta?
sovranismo de noantri, di Lanthimos, Ehm. Grida ven-
il riuscitissimo film Leone d’Oro detta l’esclusione
sull’autodeterminazione fem- (sotto) con Emma di Enea di Pietro
minile del genietto greco Yor- Stone FOTO ANSA Castellitto, il più
gos Lanthimos si porta a casa il ardito, ma come
MATTEO GARRONE Leone d’Oro della 80ª Mostra non aspettarselo
di Venezia. Dal 25.01 nelle no- da una giuria che ha tralasciato
• Leone d’Argento stre sale, il Barbieper cinefili ha opere difficili e fascinose quali
come Miglior regista convinto tutti, critica e pubbli- The Theory of Everything di
per “Io capitano” co, e se il regolamento della Timm Kröger, La bête di Ber-
Biennale consentisse il cumulo trand Bonello e perfino la cor-
avrebbe domiciliato in palma- rispondenza di amorosi sensi
res anche la straordinaria Em- tra Guillaume Canet e Alba
ma Stone, suicida rimessa al Rohrwacher in Hors-saison di
mondo dal Frankenstein Wil- Stéphane Brizé? Mancano for-
lem Dafoe, femminista – ne fa se più questi in palmares che le
le spese il seduttore Mark Ruf- star di Hollywood sul tappeto
falo – e prostituta, sexy e car- rosso; un’assenza pesante, sep-
AGNIESZKA toonesca, indomita e spietata. pur non fatale: +17% di presen-
HOLLAND La giuria presieduta dal più ze in sala sul 2022.
giovane regista a essersi Più del Concorso, l’onda tri-
• Premio Giuria per aggiudicato l’Oscar, Da- colore si distende su Orizzonti,
“The Green Border” mien Chazelle (La La la seconda sezione del
L an d), conferisce il festival. Miglior
Leone d’Argento Gran NETFLIX KO mergente. Una doppietta lu- indebita, come in The Green Volpi al meritorio Pe- film l’unghe rese
Premio della Giuria a E-
vil Does Not Exist di SU TRE FILM singhiera per il film, già nelle
nostre sale, e per il suo autore,
Border di Agnieszka Holland,
che conquista il premio della
ter Sarsgaard, sme-
morato in Mem o r y
Explanation for
E v e r y t hi n g , la
Ryusuke Hamaguchi,
pluri-laureato giappo-
OTTIENE SOLO per la prima volta in gara al Li-
do: dal Civitas al Leoncino, dai
Giuria e lo dedica agli attivisti.
E l’aficionada Netflix? Fa ci-
di Michel Franco,
mentre è assai sinda-
giuria del nostro
Jonas Carpigna-
nese qui alle prese con LA MIGLIORE cattolici ai protestanti, ha fatto lecca. La piattaforma ambiva al cabile quella femmi- no ha decretato il
SEYDOU SARR
natura panica e violente
evenienze (e che musi- SCENEGGIATURA incetta di riconoscimenti colla-
terali, sintomo di una poetica
Leone con Maestro di Bradley
Cooper, The Killer di David
nile a Cailee Spaeny, ov-
vero la coniugata Presley
premio speciale a
Una sterminata dome-
ca!), e l’Argento per la largamente umanista, un’affa- Fincher ed El Conde di Pablo di Priscilla, l’insipida tranche nica di Alain Parroni e due ri-
• Vince il Mastroianni Regia a Io Capitano di bulazione giudiziosa, una con- Larraín, ma trova appena un de vie servita da Sofia Coppo- conoscimenti, sceneggiatura e
come giovane attore Matteo Garrone (“L’ab- fidenza con la Settima Arte. posticino al sole con quest’ulti- la. Deve aver pesato la dispo- l’interprete Margarita Rosa De
per “Io capitano” biamo girato anche lì, oggi il Dalla rotta Senegal-Italia al mo, indagine sul vampiro Pi- nibilità dell’attrice australia- Francisco, a El Paraíso di Enri-
mio pensiero va al Marocco” confine maledetto Bielorus- nochet – da venerdì in strea- na che non ha scioperato e an- co Maria Artale. E per Felicità
terremotato), che vale al prota- sia-Polonia: cambia la mappa, ming – ricompensata per la cor più l’italianità, ché il film è dell ’esordiente Micaela Ra-
gonista Seydou Sarr il Ma- non la tragedia di chi lascia un sceneggiatura. prodotto da Lorenzo Mieli e mazzotti a Orizzonti Extra c’è il
stroianni per l’interprete e- inferno certo per una speranza Sul fronte attoriale, Coppa distribuito da Vision. plauso degli spettatori.

3SCAFFALE3 Riti e miti degli intellettuali in ferie

Roccamare, incursione
nella pineta letteraria
di Calvino, Citati & C.
dove l’estate era infinita
» Elena Cafruci tenuto tra le macchie e i pini – tornava merito di Fruttero, così come i racconti rinnovano sotto la pineta, no.
ILLIBRO sulla spiaggia nel pomeriggio, fino alla più belli erano sempre quelli di Piero Ho la fortuna di capitare ancora in

L’
estate scivolando verso l’autunno
sembrava non finire mai; i giorni si
susseguivano quasi identici, solo il
sole spariva nell’acqua ogni giorno un po-
co prima. Tutto il resto pareva immuta-
bile, e dopo una giornata di primo freddo,
il caldo riconquistava la pineta. Le lun-
ghe villeggiature iniziate quando c’erano
ancora le lucciole a scorrazzare nella pi-
neta (come accade regolarmente tra fine
» Ultima maggio e inizi giugno) erano finite, i bam-
estate
a Roccamare
bini riportati in città, sulla spiaggia o sot-
to le cupole degli alberi rimanevano quasi
Alberto Riva solo i letterati protagonisti dell’Ultima e-
Pagine: 224 state a Roccamare di di Alberto Riva (Ne-
Prezzo: 17 e ri Pozza). Calvino appollaiato nel suo stu-
Editore: dio-nido frequentava la spiaggia soprat-
Neri Pozza tutto al mattino; Fruttero – che deciderà
addirittura di svernare tra l’umidità trat-
sera; Citati, che per molti anni era solo o-
spite, arrivava dalla campagna in orari
sempre uguali, ripetendo quotidiana-
mente i riti camminata-nuotata-lettura
giornali, inframmezzati dalle chiacchie-
re con gli amici, non solo di gioventù.
C’ERANO POI LE DIVAGAZIONI – come rac-
conta Riva nel suo libro – a cerchi con-
centrici che arrivano in successione fino
all’essenza letteraria della pineta, facen-
do accompagnare il lettore dalle persone
notevoli che sono germogliate tra le dune
e la riva. C’era la gita all’isola di Monte-
cristo, il cui racconto affascina ancora i
discendenti dei fortunati partecipanti, la
merenda nella villa maremmana di Cita-
ti, l’escursione al Festival dei due mondi
di Spoleto – i cui resoconti eccelsi sono
Crommelynck – l’incisore francese di Pi- quei luoghi, e l’inno corale composto dai
casso, vero scopritore della pi- protagonisti del libro di Riva,
neta – e la trasferta serale a Ba- molti dei quali non ci sono più,
tignano, nel convento seicen- non è spento: non so dire se
tesco dove una compagnia l’atmosfera composta dalla lu-
teatrale inglese finanziava i la- GESTI MINIMI ce tra i pini, più limpida e pe-
vori di ristrutturazione orga-
nizzando spettacoli di opere CHIACCHIERE, netrante proprio in questi
giorni di settembre, sia stata
buffe italiane.
Poi si tornava sempre a
GITE, PICCOLE d’ispirazione o anche solo di
compagnia a qualcuno degli
Roccamare, dove nulla pare- AVVENTURE scrittori che ci hanno vissuto (a
va finire, e tutto si ripeteva.
Almeno i meriti dei padri – se RIPETUTE parte le opere ambientate di-
chiaratamente o meno proprio
non le abilità – qui sono rica- lì), ma lo è di certo per tutti
duti sui figli che replicano i ri- quelli che l’hanno vista e vissu-
ti che scandiscono il tempo ta, una generazione dopo l’al-
della pineta. Se l’aura letteraria è forse tra, un anno dopo l’altro, una stagione do-
svanita, quella che scaturisce dai rap- po l’altra, perché l’estate a Roccamare
porti intessuti dalle generazioni che si non è mai l’ultima.
IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023 SECONDO TEMPO l 23

I DISEGNI DI DISEGNI MONSTERS AND COMPANY 19

24 l ULTIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO Domenica 10 Settembre 2023

Dalla Prima

» Marco Travaglio

E
lui non si era sottratto,
perché restava comun-
que un professore nel ve-
ro senso della parola, e sentiva
il dovere di insegnare a tutti un
poco del molto che sapeva. Uno
dei tanti cretini di successo che
scrivono in prima pagina l’ave-
va definito “il teorico del fan-
cazzismo” perché aveva capito
fra i primi gli spazi di “ozio crea-
tivo” e le voragini occupaziona-
li in arrivo nel mondo del lavoro
della società post-industriale
(oggetto primario dei suoi stu-
di) con l’intelligenza artificiale,
il digitale e l’automazione. I
suoi consigli a Grillo e Casaleg-
gio e poi a Di Maio e a Conte
hanno aiutato il movimento a
diventare adulto e a riempire di
contenuti i vuoti dovuti all’in-
genuità e all’inesperienza (i
milioni di poveri che per tre an-
ni si sono sentiti protagonisti
grazie al Reddito di cittadinan-
za lo devono anche a lui, così
come i lavoratori che beneficia-

ph. alessandrobencini.com
no del lavoro agile e in futuro,
magari, otterranno anche un
salario minimo e una riduzione
dell’orario di lavoro). Il che non
gli fruttò alcun incarico o sine-
cura, nel Paese dei raccoman-
dati, e non gli impedì di critica-
re i 5Stelle quando sbagliava-
no, come fece per esempio con
Grillo e Di Maio per la loro
sbornia draghiana e con Conte
per la sua renitenza a integrarsi
con le altre opposizioni.
Poi c’era il Mimmo privato, il
Mimmo delle cene in trattoria
con l’adorata moglie Susi, il
Mimmo che zompetta curioso
nei corridoi del Fatto, il Mim-
mo dal calore umano trasci-
nante, il Mimmo delle battute,
dei sorrisi e delle risate tutte
napoletane (anche se era nato
in Molise). Il Mimmo che
squaderna le sue mille vite e i
suoi mille aneddoti sui suoi a-
mici che solo a nominarli ven-
gono i brividi: da Adriano Oli-
vetti a Luiz Inácio Lula da Sil-
va, il presidente brasiliano che
lo chiamava per chiedergli
consigli (Mimmo in Brasile è
conosciutissimo e popolarissi-
mo), dall’erede del patròn di
Rede Globo Roberto Marinho
(che se lo portava in barca nelle
isole greche in vacanza a volte
pure con Zuckerberg) a Lina
Wertmüller e Pier Paolo Paso-
lini (che una sera, a cena con lui
al ristorante, toccò il sedere a
un cameriere e Mimmo rac-
contava che quella fu l’unica
volta in cui gli toccò fare a botte
e prenderle).
Ascoltando quell’o m in o
piccolo piccolo, con quella vo-
cetta di falsetto e ruggine tipica
di molti napoletani, mi stupivo
sempre delle mille cose che era
riuscito e continuava a fare. Ma
i vini migliori stanno nelle botti
piccole. Lui non lo sapeva, per-
ché non credeva: ma per noi del
www.angelacaputi.com
Fatto era un regalo del Cielo. E,
come tutte le cose belle, è dura-
to troppo poco.

PROGRAMMITV

09:36 Unomattina 09:36 Unomattina 09:36 Unomattina 09:36 Unomattina 09:36 Unomattina 09:36 Unomattina 09:36 Unomattina 09:36 Unomattina
09:50 Rai News24 09:50 Rai News24 09:50 Rai News24 09:50 Rai News24 09:50 Rai News24 09:50 Rai News24 09:50 Rai News24 09:50 Rai News24
09:55 Unomattina 09:55 Unomattina 09:55 Unomattina 09:55 Unomattina 09:55 Unomattina 09:55 Unomattina 09:55 Unomattina 09:55 Unomattina
10:30 Storie italiane 10:30 Storie italiane 10:30 Storie italiane 10:30 Storie italiane 10:30 Storie italiane 10:30 Storie italiane 10:30 Storie italiane 10:30 Storie italiane
12:20 Linea Verde Best of 12:20 Linea Verde Best of 12:20 Linea Verde Best of 12:20 Linea Verde Best of 12:20 Linea Verde Best of 12:20 Linea Verde Best of 12:20 Linea Verde Best of 12:20 Linea Verde Best of
13:30 Tg1 13:30 Tg1 13:30 Tg1 13:30 Tg1 13:30 Tg1 13:30 Tg1 13:30 Tg1 13:30 Tg1
14:10 La vita in diretta 14:10 La vita in diretta 14:10 La vita in diretta 14:10 La vita in diretta 14:10 La vita in diretta 14:10 La vita in diretta 14:10 La vita in diretta 14:10 La vita in diretta
15:00 Rai News24 15:00 Rai News24 15:00 Rai News24 15:00 Rai News24 15:00 Rai News24 15:00 Rai News24 15:00 Rai News24 15:00 Rai News24
15:40 Il Paradiso delle Signore 15:40 Il Paradiso delle Signore 15:40 Il Paradiso delle Signore 15:40 Il Paradiso delle Signore 15:40 Il Paradiso delle Signore 15:40 Il Paradiso delle Signore 15:40 Il Paradiso delle Signore
16:30 Tg1 16:30 Tg1 16:30 Tg1 16:30 Tg1 16:30 Tg1 16:30 Tg1 16:30 Tg1
16:50 La vita in diretta 16:50 La vita in diretta 16:50 La vita in diretta 16:50 La vita in diretta 16:50 La vita in diretta 16:50 La vita in diretta 16:50 La vita in diretta 09:36 Unomattina
erqgqergqerg erqgqergqerg erqgqergqerg erqgqergqerg erqgqergqerg erqgqergqerg erqgqergqerg 09:50 Rai News24
18:45 L'Eredità 18:45 L'Eredità 18:45 L'Eredità 18:45 L'Eredità 18:45 L'Eredità 18:45 L'Eredità 18:45 L'Eredità 09:55 Unomattina
20:00 Tg1 20:00 Tg1 20:00 Tg1 20:00 Tg1 20:00 Tg1 20:00 Tg1 20:00 Tg1 10:30 Storie italiane
20:30 Soliti Ignoti - Il Ritorno 20:30 Soliti Ignoti - Il Ritorno 20:30 Soliti Ignoti - Il Ritorno 20:30 Soliti Ignoti - Il Ritorno 20:30 Soliti Ignoti - Il Ritorno 20:30 Soliti Ignoti - Il Ritorno 20:30 Soliti Ignoti - Il Ritorno 12:20 Linea Verde Best of
21:25 Commissario Montalba 21:25 Commissario Montalba 21:25 Commissario Montalba 21:25 Commissario Montalba 21:25 Commissario Montalba 21:25 Commissario Montalba 21:25 Commissario Montalba 13:30 Tg1
23:50 Frontiere 23:50 Frontiere 23:50 Frontiere 23:50 Frontiere 23:50 Frontiere 23:50 Frontiere 23:50 Frontiere 14:10 La vita in diretta