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Sentenza 12 gennaio 1951; Pres. Diana, Est. Gentile; Modô e Costarelli (Avv. Testai) c.

Zappala (Avv. Floreno)


Author(s): Renato Scognamiglio
Source: Il Foro Italiano , 1952, Vol. 75, PARTE PRIMA: GIURISPRUDENZA CIVILE (1952),
pp. 633/634-641/642
Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARL

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638 GIURISPRUDENZA CIVILE

ogni particolaro anche Lossorvanza delle distanze da ri- quest’ultimo, come si & avvertito, con precetto generalis-
spettare nell’esercizio delle cave e delle miniere. simo, non riguarda soltanto lo cave vicine, ma tutte le
Bisogna qui porre due premesse di ordine generale. La proprietà immobiliari.
prima & che tutta la materia dei rapporti fra fondi contigui, Del resto si arguisce facilmente che il citato art. 46 de-
delle servith logali, attive e passive che li segnano, delle creto 1927 ha finalita diversa, in quanto prevede il caso
distanze che li garantiscono o li difendono, forma oggetto specialissimo in cui Vesercizio di una cava produca danno
di norme di carattere generale, che non possono essere de- o vantaggio per il rendimento di un'altra (p. es. per il de-
rogate da norme speciali, se non nei limiti e nei casi da esse flusso delle acque, per Papertura di strade di accesso ecc.),
tassativamente determinati. ma in nessun modo riguarda le distanze di rispetto.
La seconda & che, per giurisprudenza costante, la elen- Nulla pud infine dimostrare V'altro generico rilievo che
caziono fatta dall’art. 891 non & tassativa, per modo che la legge 1927 ha posto gravi limiti alla proprictà privata,
nel concetto generico di fosso pud essere compresa qualun- in vista del preminente interesse pubblico allo sfruttamento
que escavazione, e quindi anche una cava. Ove cosi non delle risorse minerarie, perchê & chiaro che questi limiti de-
fosse, dato il silenzio delle leggi speciali, dovrebbe ricor- vono essere intesi restrittivamente e non estesi a rapporti
rersi necessariamento alla intorpretazione analogica, se- non espressamente regolati dalla legge speciale. É se à
condo il precetto dell'art. 12 preleggi. Perche, se & vero che senza dubbio esatta l'affermazione che il primitivo con-
la cost detta distanza solonica ha lo scopo di evitare le frane cetto assoluto della proprietd quiritaria ha ceduto il passo
o gli scoscendimenti fra le proprietd contermini, non v'ê all’altro della funzione sociale della proprietd, di cui Var-
ragione alcuna di non osservarla quando & pi grave il pe- ticolo 840 cod. non ¢ che un’applicazione, & altrettanto vo:o
ricolo di tali eventi; data la maggiore ampiezza e profon- che compito e dovere dell'interprete sono quelli di fermare
dità degli scavi che lo struttamento industriale delle cave i prineipi e, nel conflitto, di fissare i limiti del diritto di
comporta. Si pensi in special modo ai terreni di collina o ciascuno, secondo i precetti della legge positiva.
di montagna con pendio molto ripido e scosceso per i quali Per queste considerazioni il Collegio ¢ giunto a ricono-
il rispetto delle distanze diviene ancor pid necessario, sia scere che lo leggi speciali sulle cave e miniere, pur conte-
che il fondo superiore venga destinato a coltura agricola, nendo, in concorso di particolari circostanze, pitt avanti
sia che venga adibito a cava, come quello inferiore. La spicgate, norme piu rigorose, non hanno instaurato un or-
legge comune non fa di queste distinzioni. dinamento a sd stante per i fondi adibiti a sfruttamento
E pertanto, so queste premesse sono esatte, I'ultimo | industriale per escavazioni, ma che esse lasciano inalte-
quesito & ridotto a stabilire se e in quali limiti le leggi spe- rato il sistema, adottato dal diritto comune, sui rapporti
ciali hanno derogato alla norma comune. dolle proprietd immobiliari limitrofe, specie per quanto
1 art. 6 legge 30 marzo 1893 n. 184 dispone cosi : « Non concerne il regolamento delle distanze di rispetto. (Omissis)
si possono fare scavi per estrazione di sostanze minerali a Per questi motivi, ece.
distanza minore di venti metri dalle abitazioni, dai luoghi
cinti da muro e dalle st-ade pubbliche e di cinquanta metri
dai corsi d'acqua, canali, acquedotti e sorgenti, senza una
speciale autorizzaziono dol prefetto, sentito Iingegnere CORTE D’APPELLO DI CATANIA.
dello minisre e se non sarà stata preventivamonte prestata
una cauzione per tutti i danni ai quali tali scavi potreb- Sentenza 12 gennaio 1951; Pres. Diaxa, Est. GENTILE ;
o dar luogo ». E chiaro cosi che la legge speciale, preoc Modd e Costarelli (Avv. TeSTAI) c. Zappala (Avv.
cupata pià che alt.o da ragioni di pubblica incolumita e FLORENO).
di pubblica sanita, fa eccezione alla norma di diritto co-
muns, solo per casi del tutto particolari di vicinanza di Responsabilita civile— Fatto illecito — « Compensatio
case di abitazione, di muri di cinta, i canali e corsi d’acqua, lueri cum damno» — Presupposti — Fattispecie.
prosecivendo tuttavia delle distanze minime, maggiori di Ltesponsabilita civile — Fatto illecito — Danni —
quelle imposte dal codice. I1 che significa che lo seavo p.a- Rimborso di spese sostenute — Dehito pecuniario
ticato in prossimità dei luoghi sopra indicati deve essere — Prineipio nominalistico — Svalutazione mo-
mantenuto sempre (salva speciale autorizzazione) a una netaria (Cod. civ., art. 1224, 1277).
distanza non minore di venti metri, anche se lo scavo stesso La cosiddetta compensatio lucri cum damno ê ammissibile
sia meno profondo. Ma tutto questo non equivale a dire solo quando il lucro e il danno costituiscono due entita
che Pesorcente della cava sia esonerato dalla osservanza omogenee, dipendenti dal medesimo fatto illecito ; per-
delle maggiori distanze imposte dal codice civile, ove lo tanto, non ¢ ammissibile la compensazione fra il danno
scavo sia piit profondo di venti metri, né tanto meno che relativo alle lesioni personcli subite da una persona e
la legge speciale, sovvertendo il sistoma del diritto comune, Vincremento patrimoniale che a questa ê derivato del-
abbia addirittura abolito ogni obbligo di distanze, per i Vomicidio colposo di altra persona, addebitabile al me-
casi in essa non previsti. desimo autore delle lesioni, né fra il danno non patri-
Svanisco cosi anche la preoccupazione del Tribunale moniale e Vincremento patrimoniale derivante dallo stesso
di ipotetiche incongruenze delle due leggi, e rimane chiarito fatto illecito.(1)
che so il Cormani avesse avuto sul confine una casa di abi- 11 debito dell'autore di un fatto illecito per il rimborso delle
tazione, la L.m.e.c. non avrebbe potuto fare scavi a distanza spese sostenute dal danneggiato , avendo carattere pecu-
minora di venti metri, anche se gli scavi stessi fossero stati niario e non di valore, & soggetto al principio nomincli-
meno profondi di venti metri, mantce avrebbe dovuto rispet- stico ; e mon ha su di esso influenza la sopravvenula sva-
tare la distanza solonica se gli scavi fossero stati pià pro- lutazione monetaria, salvo che il danneggicto provi che
fondi. Gli art. 18, 19 e 20 reg. 10 gennaio 1907 n. 152 non
sono che una pitt analitica specificazione del citato art. 6 avrebbe evitalo le consequenze di questa impiegando le
soinme erogate nell'acquisto o produzione di beni non
legge del 1893, e si limitano a precisare le formalita e le mo- soggetti a svalutazione. (2)
dalith da osservarsi, in applicazione della stessa disposizione
legislativa. Si invoca infine 'at. 46 r. decreto 29 luglio
1927 n. 1443, in virtà del quale « quando per effetto di vi (1-2) Sulla seconda massima, V., in senso conforme, Cass. 18
cinanza o per qualunque altra causa, i lavori di una mi- luglio 1950, n. 1972, Foro it., Mass., 405; 30 maggio 1949, n. 1380,
niera, cava o torbiera cagionino danno ovvero producano id., Rep. 1949, voce Respons. civile, nn. 244-246 ; 4 maggio 1948,
n. 644, id., Rep. 1948, voce Obblig. e conir., n. 164; contra Cass.
un effetto a un'altra miniera, cava o torbiera, si fa luogo 21 dicembre 1950, n. 2808, id., Mass., 574 ; 28 aprile 1950. n. 1138,
ad indennizzo o compenso fra gli interessati» Ma la sem- ibid., 241. Da ultimo, v. 10 dicembre 1951, n. 2778, retro, 4.
plice lettura di questa disposizione avverte che essa non Per la dottrina, cir,, da ultimo, PERETTI-GRIVA, Sull’incidenza
contiene aleuna determinazione di distanze, e che pertanto della svalutazione monelaria, in Foro pad., 1951, I, 1125.
non si pud ritene-e che cssa abbia in qualsiasi modo de- Sulla prima massima pubblichiamo la seguente nota del nostro
rogato all'art. 891 col quale mon & incompatibile, perché collaboratore prof. RENATO SCOGNAMIGLIO.

Tu Foro ITALIANO — Volume LXXV — !'arie I-41.

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635 PARTE PRIMA 636

La Corte, ece. — (Omissis). In ordine alla domanda contro lo Zappald e i suoi soci per omicidio colposo e le-
di risarcimento dei danni proposta dai coniugi Modô e Co- sioni colpose.
starelli, a cui si 1iferiscono appello principale dei detti Devesi peraltro rilevare che lo Zappald eccepisce che
coniugi e V'appello incidentale dello Zappalà, devesi anzi- tutti i danni predetti dovrebbero considerarsi inesistenti,
tutto chiarire che i danni di cui si chiede il risarcimento perchê compensati dal cospicuo incremento patrimoniale
sono i seguenti: a) dauni patrimoniali subiti dai coniugi risentito dai coniugi Modo-Costarelli, per effetto della loro
per le lesioni personali da essi riportate in occasione del successione ereditaria alla figlia : e poiché tale incremento
corto cirenito ; b) danni non patrimoniali per la morte dipenderebbe dal fatto illecito a lui imputabile, nessun ri-
della figlia; c) daani patrimoniali per tale morte ; d) spese sarcimento sarebbe da lui dovuto.
di costituzione e difesa di parte civile nel processo penale Ma il principio della cosi detta compensatio lucri cum

.
nessi discendendo, secondo un adeguato rapporto di causalitd, da
In tema di « compensatio lueri cum damno». un solo fatto o anche da fatti distinti ma intimamente collegati ;
che, nei limiti in cui & ammessa, la compensazione si spiega per ra-
1. — 11 caso che forma oggetto della sentenza annotata si ri- gioni di equith e pi specificamente per il principio che nessuno
conduce ad un problema piuttosto arduo ed oscuro : quello della deve poter conseguire attraverso il risarcimento del danno pià di
c. d. compensatio lucri cum damno. Nella fattispecie, che ci pare quanto abbia sofferto.
particolarmente significativa, gli attori hanno subito — e ne chie- Delle proposizioni enunciate, la prima — per fornire ora qual-
dono ragione — danni alla persona nel tentativo di salvare la figlia che ulteriore dettaglio — non dà luogo, almeno in sede teorica, a
dall'incidente mortale occorsole e danni morali per la di lei morte eccessive difficolth ; va da sê infatti che la conseguenza vantaggiosa
(oltre alle spese funerarie incontrate). Ma hanno altresi conseguito debba costituire qualcosa di autonomo rispetto al danno, concor-
un notevole incremento patrimoniale per essere succeduti nei due Tere ciod con lo stesso, perché la questione possa utilmente pro-
terzi del cospicuo patrimonio della figlia : ciô che dà motivo al con- porsi (3). La seconda invece & oggetto di una disputa molto aspra
venuto di opporre che i danni lamentati in sostanza non esistono € non ancora risolta : cio che del resto ben si spiega, trattandosi di
perchê ampiamente compensati dal vantaggio acquisito. tissare il limite entro cui le conseguenze vantaggiose possono com-
La Corte di appello di Catania ha ritenuto invece che nellipo- putarsi, che costituisce proprio il punctum pruriens dell'intera que-
tesi descritta non sia a parlarsi in alcun modo di compensatio lucri stione.
cum damno : non per i danni personali degli attori perchê discen- L'opinione dominante ritiene che danno e vantaggio debbano
dono da un fatto illecito diverso da quello che ha prodotto il van- quanto meno discendere dalla stessa causa : ma si discute poi se
taggio, mentre le conseguenze dannose e svantaggiose dovrebbero per tale causa debba intendersi il fatto lesivo del diritto, che signi-
per la compensazione riportarsi allo stesso illecito ; tanto meno poi ficherebbe limitarsi alla causalith immediata del danno (4), o ci si
per i danni morali perchê non rispondenti al carattere della omo- possa, allargando il campo, rifare al fatto che obbliga al risarci-
geneità con Vincremento patrimoniale, essenziale anch'esso ai fini mento, cioê alla causa mediata delle conseguenze dannose e van-
della compensazione. taggiose (5). Alcuni autori ammettono invece — previa la ricorrenza
Decisione che, come ben si vede, investe per molteplici riguardi di ulteriori condizioni, sulle quali non & questo il luogo di soffer-
il punto — che & poi centrale per il tema della c. L . d.— dei li- marsi — la_compensazione altresi del danno col vantaggio deri-
miti in cui il principio pud trovare applicazione. E costituisce vante da un’altra azione dell’autore del fatto illecito (6).
dunque la migliore occasione — per chiarire subito le ragioni ed i La terza proposizione riferita significa infine — e su questo
limiti della presente nota — di riprendere in esame, nei brevi ter- punto regna in dottrina un certo accordo — che la c. L c. d. deve
mini consentiti, questo problema a torto piuttosto trascurato trovare la sua ragione giustificatrice nel concetto che si accoglie
dalla dottrina italiana. Diciamo a torto, perchê in una siffatta ma- del danno (7) : che consiste infatti, per I'opinione pià autorevole,
teria, particolarmente esposta alla suggestione di considerazioni non nel nocumento inferto ad uno specifico elemento patrimoniale,
equitative o addirittura empiriche e comunque metagiuridiche, ma nella differenza tra lo stato del patrimonio prima e dopo 'atto
non parrà mai troppo lo sforzo inteso a delineare i principt scienti- illecito, o per usare un’espressione fortunata, nel danno-interesse (8).
fici che debbono guidare rettamente la soluzione dei casi concreti. Pare infatti abbastanza evidente che se il danno dovesse limitarsi
Risultato che si cercherà appunto di realizzare, almeno nelle sue — secondo un’opiniorle ormai ampiamente superata — al singolo
linee principali, in questa nota alla sentenza della Corte di Catania elemento patrimoniale colpito non si avrebbe proprio modo di pren-
che risolve, a nostro sommesso avviso, esattamente il caso propo- dere in considerazione i Vantaggi arrecati con lo stesso comporta-
sto in entrambi i punti, ma per uno non approfondisce abbastanza mento al patrimonio del leso (9) : a meno di non voler attribuire
il fondamento della sua decisione (ciô che in parte si giustífica per i — quel che non sembra agevole — un fondamento ed una portata
limiti imposti ad una sentenza), per V'altro addita addirittura un del tutto autonomi, rispetto alla configurazione del danno, all’isti-
fondamento erroneo. tuto della c. L. c. d.

2. — Occorre in primo luogo rifarsi, per un orientamento ge-


nerale sulla questione, ai risultati raggiunti dalla dottrina : in spe- (3) In specie OERTMANN, op. cit., 15 seg. ; LEONE, op. cit., 178
cie quella tedesca che ha ampiamente trattato questa materia (1). seg. ; LEONHARD, op. cit., 204. Particolarmente significativi sono 1 se-
guenti esempi che ricorrono di frequente nella dottrina : il cadavere o
1l problema viene posto d'ordinario nei termini seguenti, che ci la pelle dell'animale incidono solo sul danno nel senso di diminuirlo ;
paiono sufficientemente comprensivi ; se derivando da un compor- € 1o stesso deve dirsi per i tronchi degli alberi abbattuti. Si avrebbe
tamento illecito conseguenze vantaggiose accanto a quelle dannose perd di nuovo c. L. c. d. se il danneggiato restituisse i resti (dell’animale
le une non debbano compensarsi con le altre e in quali limiti. o dell’albero) pretendendo lintero risarcimento: FISCHER, Schaden,
Degli autori, aleuni rispondono negativamente perchê chi si 223,
& comportato illecitamente non potrebbe accampare un diritto per (4) Cfr. tra gli altri WINDSCHEID, Pandette, trad. it. di FADDA e
BENSA, Torino, 1930, 11, $ 258 n. 4 ; HASENGHRL, Osterreichisches Oblt-
le eventuali conseguenze favorevoli della sua azione (2). Gli altri gationenrecht, 2* ed., I, 274 ; CROME, Teorie jondamentali delle obbliga-
e costituiscono la maggioranza — si pronunziano invece per zioni nel diritlo francese, trad. it. di ASCOLI-CAMMEO, Milano, 1908, 102 ;
Patfermativa e cosi precisano i limiti e il fondamento della figura : LEONHARD, op. cit., 208 ; DE CuPIs, Il danno cit., 162 ; MOLITOR, 0p.
che deve trattarsi di un vantaggio autonomo, a sê stante, non di e loc. citt.
una diminuzione del danno o di un fatto che implichi la sua ces- (5) Secondo la tendenza pià moderna. Cfr. MOMMSEN, Zur Lehre
sazione ; che danno e vantaggio debbono essere strettamente con- vom Interesse, Braunschweig, 1855, 193 ; OERTMANN, op. cit., 63 seg. ;
FISCHER, 0p. cit., 227 ; LEONE, op. cil., 356, ENNECCERUS-KIPP, op. €
loc. citt. ; PALANDT, B.G.B. cit., 844.
(1) Cfr. in specie OERTMANN, Die Vorteilsausgleichung ecc., Berlin, (6) Ofr. OERTMANN, 0p. cit., 67 seg. ; FISCHER, op. e loc. cil. ; OSER,
1901 ; LEONE, Compensatio lucri cum damno, in Filangieri, 1916, 176 Schweiz. Obl. recht cit., 315. Per ulteriore bibliogratia e pid dettagliati
seg., 356 seg. e ivialtra bibliografia. 4dde, FISCHER, Der Schaden, Jena, cenni sulle diverse teorie, cfr. LEONE, op. cit., 209.
1903, 218 seg. ; LEONHARD, Allg. Schuldrecht, Múnchen, 1929, 1, 204 (1) Al quale appunto va ricondotto il principio che per il risarci-
seg.; En tUS-LEHMANN, Recht der Schuldverhilinisse, Túbingen, mento nessuno deve conseuire pit di quanto abbia sopportato. Cfr.
1949, 1, 76 ; OsER, Schiweiz. Obl. recht, Allg. Teil, Zurigo,
1929, 314 seg. OERTMANN, op. cit., 60 seg. ; FISCHER, op. cit., 218 ; LEONHARD, Allg.
WILBURG, Z. Lehre von d. Vorleilsausyleickung, Jherings. Iahrbiicher, Schuldrecht cit., 204 ; WILBURG, op. cit., 51 seg. ; LEONE, op. cil., 214
1932, 51 seg.; D Cupts, Contributi alla teoria del risarcimento del seg. ; DE Cupts, Il danno, cit., 160.
danno, Milano, 1929, 17 seg.; Ip., Il danno, Milano, 1947, 160 seg. (8) Cfr. in specie OERTMANN, op. cit., 60 ; LEONE, op. cit., 215 e
MoLITOR, Schuldrecht, Allg. Teil., Berlin, 1948, 37 ; PALANDT, B.G-B., ivi altra bibliografia. Per il concetto di danno, vedi da ultimo DE Cu-
8* ed., Monaco, 1050, 844. PIS, Danno, cit., 5 seg.
(2) KURLENRECK, Kommentar su $ 252 n. 3; SCHERER, Kommen- (9) Per la distinzione dei concetti di Wertersatz e Interesse, pro-
tar su $ 2 m. 3 (citati in OERTMANN Vorteilsqusgleichung cit., 27) ; PAC- prio in relazione al problema della c. L. c. d., vedi ampiamente WIL-
uHIONI, Delilli e quasi delitti, Padova, 1940, 121 seg. BURG, 0p. cit., 125 seg., che perviene alla stessa conclusione.

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637 GIURISPRUDENZA CIVILE 638

damno, invocato dallo Zappald, non pud trovare applica- Ma appunto perchê questa & la giustificazione razio-
zione nella fattispecie. nale del principio di cui trattasi, devesi riconoscere che
Al riguardo va considerato che il detto principio si essa ne costituisce anche il limite. E pertanto la compen-
fonda sull’ovvio rilievo che il risarcimento del danno deve sazione del lucro col danno pud ammettorsi solo quando cosi
rimettere il creditore nella situazione patrimoniale in cui il lucro come il danno dipendano dal medesimo fatto illecito,
si sarebbe trovato ove il fatto illecito non fosse avvenuto ; e costituiscano due entità omogenee.
onde il pregiudizio da riparare, ed al quale deve essere Ora, nel caso in esame, la prima delle dette condizioni
commisurato il risarcimento, & soltanto quello effettivo, non ricorre per quanto riguarda i danni conseguenti alle
ciod quello che resta dopo dedotto il vantaggio eventual- lesioni personali subite dai coniugi Modô; e la seconda
mente cagionato dal fatto illecito medesimo. non ricorre per quanto riguarda i danni non patrimoniali.

8. — Dovendo esporre ora il nostro punto di vista sulla dibat- risarcimento dell'interesse : o quanto meno debba essere ricercata
tuta questione della c. L c. d., ci pare opportuno muovere dalla se- in relazione al principio suddetto.
guente considerazione che costituisce, a nostro sommesso avviso, Altrimenti — per esaurire cosi ogni dubbio — dovrebbe rite-
T'unico risultato sicuro della dottrina : potersi spiegare in ogni caso nersi che la computazione dei vantaggi sia da ricondursi a un cri-
Vistituto in esame solo in relazione all'idea che si accoglie del danno. terio autonomo : come se il danneggiato potesse avvalersi di ogni
L'ulteriore risultato che si propone, giustificarsi senz'altro la no- incremento comunque risentito dal patrimonio del leso in base ad
zione della c. L c. d. sulla base del concetto di danno-interesse, non un'estensione del principio dellarricchimento ingiustificato per
ci pare invece egualmente sicuro e merita dunque un pid appro- questa materia (14). Ma tale alternativa — e la connessa preoccu-
fondito esame. Se & evidente infatti che, riportandosi allidea del pazione di un trattamento di favore al danneggiante — che induce
danno come differenza tra lo stato del patrimonio anteriore e po- (come si & visto) qualche A. a negare addirittura Pammissibilith
steriore all'atto illecito, vengono ad essere senz'altro computate le della c. L c. d. va senz'altro esclusa, posto che una siffatta conce-
eventuali conseguenze vantaggiose, tuttavia appare innegabile che zione della figura si appalesa, a prima vista, priva di qualsiasi fon-
la nozione di interesse, per riferirsi solo alla valutazione finale e damento dogmatico e ad ogni modo non trova alcun riscontro nel
complessiva del danno, non consente alcuna autonoma considera- nostro diritto positivo (15).
zione del momento della c. . c. d. : in particolare non fornisce al- In qual modo poi, per riprendere il nostro discorso, il principio
cun criterio in ordine al punto — che da luogo poi alle maggiori che presiede al risarcimento del danno-interesse possa costituire una
difficolth — della individuazione dei vantaggi che possano com- sufficiente giustificazione della c. L. c. d., ci pare abbastanza agevole
pensarsi. stabilire. Tale principio suona che si debba rispondere non solo del
Questa deficienza, per cosl dire, della nozione di interesse danno arrecato all'elemento patrimoniale colpito, ma altresi, se-
non sfugge certamente alla migliore dottrina : che appunto pro- condo il criterio di causalità che si adotta, delle altre conseguenze
Pone, per spiegare la c. L ¢. d., le note distinzioni tra danno astratto dannose : in modo che il patrimonio venga ad essere reintegrato
e concreto (10), danno in rapporto al patrimonio e danno in sê e per nel pristino stato. Ed allora ben si comprende che si debba tener
58, ecc. (11). A noi pare perd che non tanto sul piano di una distin- conto altresi delle ripercussioni vantaggiose negli altri elementi
zione di diverse nozioni del danno, suscettibile di irigenerare ulte- del patrimonio : cid che rappresenta proprio un'applicazione im-
rior difficolth (12), ci si debba muovere, quanto nel senso i una pitt mediata del principio che si accoglie per la misurazione del danno.
puntuale nozione del danno medesimo in rapporto, in particolare, Tant'd che se questo criterio rispetto alle conseguenze vantag-
all’altra di oggetto o misura del risarcimento. giose si abbandonasse, si uscirebbe a tutta evidenza dalla sfera
Si avrà modo allora di constatare agevolmente — e questa della restitutio in pristinum del patrimonio dell'offeso per entrare
considerazione ci pare risolutiva della questione — che tra i con- nel diverso ordine di idee di aggravare — quasi si trattasse di in-
cetti di danno e oggetto del risarcimento non sempre ricorre, alla fliggergli una punizione — la posizione del danneggiante. Cid che
stregua appunto delle regole che governano la materia, una piena non mi pare ammissibile perchê, oltretutto, una siffatta pena sa-
coincidenza. Questa non sussiste il pit delle volte se il concetto di rebbe tale da colpire 'autore dellillecito solo eventualmente e ciod
danno — secondo la nozione piu precisa e senza dubbio troppo nell'ipotesi che il suo comportamento arrecasse qualche vantaggio
Testrittiva — viene limitato al nocumento inferto al singolo ele- al leso.
mento patrimoniale direttamente colpit> (18). Ma anche ad accedere Attribuendo tale rilievo alla . 1. . d. per nulla si contraddice,
ad una nozione pit lata del danno — seguendo proprio la spinta beninteso, a quanto si & in principio stabilito : costituire la figura
del criterio del risarcimento — coincidenza non puô esservi so si in esame, piuttosto che un istituto dotato di autonoma rilevanza,
debba tener conto altresi dei vantaggi arrecati : poichê non à certo una pura e semplice conseguenza delle regole vigenti in tema di
possibile, per quanto si vogliano sforzare i termini, qualificare danno risarcimento del danno.
un vantaggi Si vuole invece porre bene in evidenza come, entro i limiti
Deve in definitiva distinguersi proprio ai nostri fini tra danno cennati, sia opportuno fare esplicita menzione della figura : se
e quantum da risarcire : ed ammesso che si debba risarcire solo il non altro per ovviare alla tendenza a non tener conto — in odio al
danno-interesse — cio che implica appunto la compensazione dei danneggiatore, ma contro gli stessi principt che governano la ma-
vantaggi — occorre stabilire in base a quale principio tali conse- teria — dei vantaggi che il suo comportamento abbia arrecato al
guenze vantaggiose, che non possono, si ripete, senza artificio farsi leso.
passare sotto Ietichetta del danno,debbano essere computate.
L'idea di danno-interesse insomma, se costituisco un elemento 5. — Individuato cosi il principio che presiede alla c. L. c. d.,
decisivo per la soluzione della questione, non pud di per sê spiegare
nulla : perchd rappresenta appunto la conseguenza di principt in diviene abbastanza agevole procedere alla esatta determinazione
base ai quali soltanto sarà possibile, semmai, giustificare la c. L. c. d. dei confini in cui la regola in esame & in grado di operare.
e dunque pervenire al punto che, come si & ribadito pilt volte, mag- Questi potranno infatti sulla base delle osservazioni fatte sen-
giormente ci preme, fissare i limiti della sua applicabilita. 'altro cosi delinearsi : che le conseguenze vantaggiose siano da
computarsi negli stessi casi in cui dovrebbero prendersi in consi-
derazione se fossero effetti dannosi.
4. — Si & stabilito finora che la nozione d'interesse implica La coincidenza che cosi viene a delinearsi, in ordine alla rile-
che si prendano in considerazione anche le conseguenze vantag- vanza, tra il danno e il vantaggio, oltre a consentire una soluzione
giose dell’illecito : e nel risalire alla ragione del fenomeno si & avuto semplificatrice della controversa questione, costituisce un criterio
cura di contrapporre innanzi tutto le figure del danno e del vantag- pienamente rispondente al diritto positivo ed al senso di equità
gio che confluiscono, appunto, nella valutazione finale dellinte- (al quale nella materia spesso vien fatto richiamo). Al diritto po-
resse. Cid premesso ci pare fuori di dubbio per quanto & risultato
finora — e vi si accennava anche poc’anzi — che la giustificazione (14) Sulla inapplicabilità, nella maggior parte dei casi in cui ri-
della c. L. c. d. debba riportarsi proprio al principio che conduce al corre un vantaggio a seguito del danno, dell'azione di arricchimento
per difetto di qualche suo presupposto, cfr. H. e L. MAZEAUD, Traité
théor. et prat. de la responsabilité civile, 4º cd., Paris, 1950, III, 516 seg.
(10) Cosl in specie OERTMANY, op. cil., 5 seg. Sulla connessione, in generale, tra danno c ingiustificato arricchimento
(11) Che il LEONE, op. cit., 214, contrappone a quella di Ok RT- vedi Dr. Curis, Tl danno, cit., 17 seg.
MANN. (15) Ove non sussiste alcuna norma che attribuisce autonomo
(12) Soprattutto la distinzione tra danno astratto e concreto in- rilievo alla c. 1.c. d. ; e solo & dato riscontrare qualche applicazione
contra serie obiezioni : cfr., per tutti, FISCHER, Schaden, cit., 222. particolare della figura, in armonia del resto con le conclusioni fin qui
(13) Cid perché — secondo il criterio di causalita che deve acco- prese (cfr. art. 1589 cod. civ. per cui ove Vincendio distrugga o dete-
gliersi (DE Cupis, Danno, 117 seg.) — debbono oltretutto risarcirsi Tiori una casa assicurata dal locatore il conduttore & responsabile verso
anche i danni mediati: o, secondo una formula generale ispirata a un il locatore limitatamente alla differenza tra V'indennizzo corrisposto
diverso criterio, il danno complessivamente arrecato al patrimonio. dall’assicuratore e il danno effettivo).

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639 PARTE PRIMA 640

Le lesioni personali dei detti coniugi, invero, costitui- varrebbe certo dire che la causa di questo & costituita dal
scono un fatto illecito diverso dallomicidio colposo della rapporto di parentela su cui si fonda la successione legit-
loro figlia. E quindi il danno cagionato da quelle lesioni tima ; infatti, tale successione non si sarebbe nella specie
non pud certo compensarsi con P'incremento subito dal pa- mai aperta senza il verificarsi del fatto illecito, perchê,
trimonio dei coningi per effetto di quest’omicidio ; anche secondo le normali previsioni, i figli non premuoiono ai ge-
se lesioni ed omicidio sono ugualmente addebitabili agli nitori). Ma poichê la natura dei danni di cui trattasi non &
stessi autori. patrimoniale, essi non possono compensarsi con il detto
1 danni non patrimoniali, poi, dipendono bensi dallo incremento, che ha carattere patrimoniale. É vero che il
stesso fatto illecito (omicidio colposo) da cui dipende V'in- danno non patrimoniale viene risarcito normalmente me-
cremento patrimoniale risentito dai coniugi Modô (e non diante il pagamento di una somma di denaro, la quale ha

sitivo perchê, non ricorrendo alcuna specifica disposizione in ordine illeciti non vuol dire, se le considerazioni fatte sono fondate, che le
alla c. L. c. d., non ci si puô che avvalere delle regole che determi- conseguenze dannose dell'uno possano compensarsi con quelle van-
nano la misura delle conseguenze dannose ; alla equità, perchê sol- taggiose dell'altro : come potrebbe forse ritenersi solo se al principio
tanto & conforme a giustizia che, nei limiti in cui si risponde del della c. 1. ¢. d. — a differenza di quanto si & potuto stabilire — do-
danno, ci si debba avvantaggiare altresi dell'incremento patrimo- vesse attribuirsi una propria, e sia pur limitata, autonoma rile-
niale arrecato. Ed & I'unico criterio, tra quelli possibili, che sia coe- vanza. Ed esattamente, come si diceva, la sentenza annotata nega
rente con la idea che si & prospettata della c. L. c. d. : perchê se la compensazione, nella fattispecie, del danno e del vantaggio,
questa costituisce soltanto un'applicazione della nozione di risar- prospettando una soluzione conforme (a quella riferita) che qui
cimento del danno — non una figura autonoma — si intende che soltanto si & cercato di giustificare.
non possono valere in ordine alla computazione delle conseguenze Pià lungo discorso merita V'altro punto, della compensabi-
vantaggiose criteri particolari, siano essi pit lati o restrittivi, ed & lith dei danni patrimoniali con quelli morali, ove — come a suo
dunque vana e arbitraria fatica ricercarne qualcuno (16). tempo si à avvertito — la sentenza muove da presupposti erronei
Tn particolare le questioni, se il vantaggio possa dipendere, oltre per arrivare ad una soluzione comunque esatta. L'errore & nel ri-
che dalla stessa azione in cui si sostanzia V'illecito, da una diversa ; tenere non compensabili, per difetto di omogeneità, coi vantaggi
se nella prima ipotesi si debba avere riguardo all'identith del fatto patrimoniali i danni morali secondo V'opinione che il risarcimento
che obbliga al risarcimento meglio che all’evento dannoso ; quale sia di tali danni costituirebbe pià che altro una specie di pena privata.
il rapporto di causalith da accogliersi per la computazione dei van- Non à certo qui il caso di affrontare il grave problema della
taggi, sono risolte ove si rifletta che qui uno solo puô essere il fatto natura dei danni morali (18) tanto pit che si ritiene possibile — ed
causante, quello che integra I'illecito, ed una la serie causale, quella & quel che ci interessa — risolvere la questione sulla base delle con-
delle sue conseguenze — in linea principale dannose ma eventual- clusioni accolte per la c. L. c. d. Vorremmo solo osservare che la na-
mente profittevoli — che si estende secondo il criterio di causa- tura penalistica, e dunque del tutto eterogenea, della riparazione
lith da adottare. dei danni morali regge fino a un certo punto, ove si rifletta che
Cio che implica appunto, per prospettare ora le soluzioni da la ratio del risarcimento viene anche qui riposta nell'esigenza di
accogliere, che non possa tenersi conto dei vantaggi arrecati da retribuire il leso per le sofferenze, i patemi d'animo, ecc., di rein-
altre azioni del danneggiante ; che non si possa risalire oltre il tegrare, per cosi dire, il suo patrimonio morale, non certo nell'altra
fatto primigenio della serie causale dell'illecito ; che infine debba di gravare la mano sull'autore dell'illecito.
valere per i vantaggi lo stesso criterio di causalith che si adotta Comunque sia peraltro — ed anche a consentire sulla eteroge-
per i danni. neità dei danni morali — nessuna conseguenza pud trarsene, a
KE Giova solo rilevare espressamente che la serie causale, se non Pen vedere, in ordine alla applicabilità della c. L c. d. Qui la sen-
pud essere iniziata che dall'illecito, pud tuttavia essere conclusa tenza & stata tratta in inganno, ci sembra, dal diverso istituto della
da una conseguenza vantaggiosa : cid che significa tra V'altro che compensazione dei crediti, i quali per I'appunto debbono, oltre
debbono prendersi in considerazione anche i vantaggi mediati (17). tutto, essere omogenei : riflessione che induce probabilmente la
Ipotesi che non implica perd di nuovo una considerazione autonoma Corte di appello di Catania a richiedere la omogeneità dei danni
della c. L. c. d., poichê vien: a prospettarsi — e per ciô se ne fa e dei vantaggi (19). Ma à facile oramai ribattere che la c. 1. . d. &
menzione — proprio in base al criterio di causalità che determina tutt'altra cosa e la compensazione non avviene tra danno e van-
le conseguenze dell'atto illecito. Per cui, malgrado ogni apparenza, taggio in sê e per sê — fenomeno che non sarebbe concepibile —
& sempre la soluzione proposta, non una diversa, che trova, secondo ma sul piano della valutazione finale delV'interesse da risarcire
quanto si & detto, la sua applicazione. ove, riducendosi anche il danno morale in moneta, non si vede
perchê la c. I c.d. non dovrebbe operare, ricorrendone gli altri
6. — Sulla base delle considerazioni fin qui fatte riesce abba- presupposti (20). Chê anzi qui, ove i danni sono, per cosi dire, pit
stanza agevole, oramai, dettare V'esatta soluzione delle questioni vaghi e quasi evanescenti, tanto pià appare spiegabile — per ri-
controverse nella fattispecie decisa dalla Corte di Catania. farci infine ad una considerazione empirica — che siano compen-
Risulta innanzi tutto pienamente fondata la soluzione accolta sati da vantaggi patrimoniali e pertanto piui concreti. Se dunque
nella sentenza per la prima questione ; che invece potrebbe dar ci si dovesse limitare alla ragione che si & riferita e criticata, sarebbe
Tuogo a dubbi, non.certo risolti dalla sentenza medesima, di fronte necessario concludere a favore della compensazione, nell'ipotesi
alle conclusioni della dottrina dominante. controversa, dei danni morali dei genitori della vittima con i van-
Qui viene in giuoco, come già innanzi si & riferito, la compen- taggi arrecati dalla successione nel di lei patrimonio. Si deve in-
sabilith dei danni arrecati personalmente ai genitori con Vincre- vece, come già si & anticipato, accedere anche qui alla stessa solu-
mento patrimoniale da essi conseguito per la morte della figlia. Tl zione della sentenza, ma per una ragione del tutto diversa che oc-
motivo a dubitare che effettivamente possa applicarsi la c. L. c. d. corre, per concludere, brevemente lumeggiare.
sorge dunque per la unitarietà del fatto che ha dato luogo a distinti Già si & stabilito che le conseguenze vantaggiose, come quelle
atti illeciti ; che anzi non vediamo come sia possibile sfuggire alla dannose, possono solo computarsi finchê rientrino nella serie causale
soluzione affermativa, una volta adottata, ad es., la formula della dellillecito, da determinarsi secondo un criterio adeguato di cau-
identità del fatto che obbliga al risarcimento. salith. B possibile ora sostenere che le conseguenze dell'apertura
Ogni dubbio scompare invece se — tralasciando questa ed della successione, ove per Villecito si verifichi la morte del leso,
ogni altra formula equivoca — si tiene ben fermo il principio dianzi rientrino nella stessa serie causale ?
stabilito della stretta dipendenza della nozione della c. 1. c. d. dalla A noi pare certo di no e cid tanto per eventuali conseguenze
figura dell'atto illecito ; I'idea, per essere pit precisi, che tale isti- dannose quanto per quelle vantaggiose che sono da considerarsi,
tuto possa operare solo nella sfera del risarcimento dei danni che come si à stabilito, negli stessi limiti : perchê la successione va ri-
dallillecito discendono, in applicazione appunto delle regole che go- condotta ad una diversa serie causale, trovando nella vocazione
vernano la materia. Ne consegue con piena certezza che la c. L. . d. legale o testamentaria la sua fonte e nella morte solo un cocffi-
pud solo valere per le conseguenze vantaggiose di un determinato ciente causale. Tl complesso dei presupposti, che dà luogo alla suc-
atto illecito, e dunque in relazione a quest'illecito, per nulla rile- cessione mortis causa, costituisce insomma un'entità tale, in senso
vando invece la unitarietà dell'azione in senso materiale intesa.
Che una stessa azione insomma integri la fattispecie di diversi
(18) Vedi da ultimo, DE Curis, 1l danno, cit., 30 seg. ¢ ivi bi-
(16) Cid si dice, in particolare, riguardo al principio di causalith bliografia.
che deve adottarsi in tema di c. 1. c. d., questione che affatica non poco Adde Barassr, Teoria generale delle obbligazioni, Milano, 1948,
la dottrina. Cfr. in specie OERTMANN, 0p. cit., 73 seg. ; FISCHER, Scha- 11, 539 seg.
de, cit., 227 seg. ; LEONE, op. cit., 356 seg. (19) Per la differenza tra c.l.c.d. e compensazione dei debiti,
(17) Sulla compensabilità dei vantaggi mediati cfr., in, specie Lo~ ofr. OERTMANN, op. ci
xE, op. e loc. cit (20) Nello stessof : nso, v. DE Cupls, Contribuli, ecc., cit., 16.

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641 GIURISPRUDENZA CIVILE 642

la funzione di procurare al soggetto leso una soddisfazione di salvare la vita della figlia, rischiarono la propria, come
che in qualche modo lo ripaghi del pregiudizio subito ; e anche dal fatto, pacifico, che erano stati essi a donare e a
tale forma di risarcimento viene appunto chiesta nella costituire in dote alla figlia tutti i beni di cui ella era pro-
specie dai coniugi Modd. Ma trattasi, pur sempre, di un prietaria nel momento della sua morte.
mezzo di riparazione, che non ha, nd pud avere, carattere Per quanto riguarda, infine, le spese di costituziono e
di reintegrazione del patrimonio, come avviene nel risarci- difesa di parte civile, & ovvio che esse, costituendo un danno
mento dei danni patrimoniali. meramente accessorio rispetto agli altri danni, non sono,
E daltra parte non va dimenticato che, essendo il ri- al pari di questi, suscettibili di compensazione col lucro
sarcimento dei danni non patrimoniali ammesso (salvo tra- costituito dalla successione ereditaria.
scurabili eccozioni di scarsissima importanza) solo per i Passando, dopo di cio, alla liquidazione del risarcimento
danni prodotti da fatti illeciti costituenti reato, esso ha dovuto per i danni di cui si & riconosciuta la esistenza, os-
un vero e proprio carattere di pena privata, o, se si vuole serva, che, per danni patrimoniali derivanti dalle lesioni
usare una espressione meno incisiva, di sanzione comple- pe:sonali da essi subite, i coniugi Modd-Costarelli, nella
mentare della sanzione penale, avente, come & detto nella citazione introduttiva del giudizio, avevano chiesto le se-
Relazione del Guardasigilli sul libro delle obbligazioni del guenti somme : 19) lire 6000 per spese di malattia ; 2°) lire
nuovo codice civile (n. 273)), finalitá anche preventive. 2000 per spese di trasporto dei medici curanti da Catania
Nessun rapporto di comparazione puo quindi istituirsi a Calatabiano e ritorno ; 3°) lire 5600 per le spese occorse
tra il danno non patrimoniale e le condizioni del patri- per la sostituzione del Modd nella direzione della sua im-
monio del soggetto leso, quali erano prima e dopo del fatto presa agricola, durante i cinque mesi della sua malattia ;
dannoso. E nessuna compensazione puo conseguentemente 49) lire 50.000 per I'indebolimento permanente della artico-
aver luogo tra quel danno e l'eventuale incremento patri- lazione del ginocchio destro residuato al Modd.
moniale risentito dal danneggiato per effetto dello stesso In questa sede gli attori chiedono che le predette som-
fatto dannoso. Trattasi invero di entitd eterogenee, non me siano congruamente aumentate, in dipendenza della
suscettibili di comparazione. Sicché I'autore del fatto dan- svalutazione monetaria verificatasi nel frattempo. Ma que-
noso & sempre obbligato al risarcimento integrale del danno sta pretesa, che & senza dubbio fondata per i danni di cui
non patrimoniale, anche se il fatto abbia cagionato um al n. 4, i quali, avendo carattere permanente, devono es-
vantaggio patrimoniale al soggetto leso. sere liquidati con riferimento al valore della moneta nel
Nel caso in esame, poi, se ve ne fosse bisogno, si po tempo della liquidazione, non pare alla Corte fondata per
trebbe agziungere che il dolore e gli altri pregiudizi di or- quanto riguarda le altre partite di danni sopra specificate
dine morale subiti dai coniugi Modô per la morte della ai numeri 1, 2 e 3. Tali partite consistono invero esclu-
figlia non si sarebbero potuti in nessun caso considerare sivamente in spese erogate in dipendenza del fatto illecito ;
compensati dal vantaggio economico risentito dai detti onde il loro risarcimento consiste nel semplice rimborso.
coniugi per la_successione ereditaria, perché i Modd stima- E, malgrado Pautorevole avviso contrario espresso,
vano la vita della loro figlia assai pit dei beni di cui ella peraltro in forma non molto categorica, in qualche recente
era proprietaria, e parte dei quali fu ad essi devoluta per pronunciato dal Collegio supremo, la Corte ritiene che il
successione. Cid 1isulta sia dal fatto che essi, per tentare debito dellautore del fatto illecito per rimborso di spese
sia sempre, gia sin dall'origine, un debito pecuniario, e non
sia_qualitativo che quantitativo, da interrompere decisamente la
già un debito di valore; e che ad esso vadano quindi ap-
serie causale dell'illecito (21), escludendo la possibilith di un ricorso plicate, per quanto attiene alla incidenza della svalutazione
nella ipotesi alla c. L. c. d. monetaria verificatasi prima dell'adempimento, le regele
Soluzione cui non varrebbe ribattere che 'evento dannoso co- generali sui debiti pecuniari.
stituisce pur sempre una condizione dell'apertura della succes- Salvo pereid il caso che il danneggiato provi che avrebbe
sione : a meno di non voler sostenere — secondo una inammissi- impiegato le somme erogate per le spe e, al cui imborso
bile estensione del rapporto di causalith — che tutte le condizioni ha diritto, nell'acquisto o nella produzione di beni reali,
dell’effetto debbano prendersi in considerazione (22). insensibili per loro natura alla svalutazione monetaria,
Nemmeno pubd attribuirsi, per concludere, un serio valore al egli pud chiedere al debitore solo il rimborso delle som-
rilievo che nell'ipotesi concreta V'atto illecito viene a determinare me spese, nel loro valore nominale, con i relativi interessi
un’apertura anticipata della successione, altrimenti poco probabile : compensativi dal giorno della loro erogazione. In tal modo,
non si vede infatti come questa considerazione — della probabilita
di un anticipo nell'effetto — possa tradursi in adeguati termini infatti, il suo patrimonio viene integralmente reintegrato
di causalith (23). Resta, dunque, in definitiva stabilito che i van- dal danno subito, dato che, in mancanza di prova contraria,
taggi, connessi alla successione nel patrimonio della vittima, non deve ritenersi che, se il fatto illecito non si fosse verificato,
possono computarsi ai fini della c. L c. d. : soluzione che, contro nel suo patrimonio si sarebbero trovate dopo la svalutazione
le diverse apparenze ¢ suggestioni, che qui come in altri casi, nel- soltanto quelle somme, aumentate dei relativi interessi.
Tardua materia trattata, possono indurre in errore, s'impone alla Nella specie, i coniugi Modd-Costarelli non solo non
stregua di una corretta costruzione dogmatica dell'istituto, quale provano, ma non deducono neppure che essi avrebbero
si & cercat» di profilare. evitato le conseguenze della svalutazione monetaria, im-
RENATO SCOGNAMIGLIO
Prof. inc. nell’Universita di Urbino piegando le somme erogate per le spese di cui chiedono
il rimborso nello acquisto o nella produzione di beni reali ;
(21) Cid che deve dirsi, sia che si accolga il principio della imme- e cid non potrebbe del resto neanche presumersi, data la
diatezza del rapporto causale, sia quello della causa efficlente o infine, condizione economica e sociale dei detti coniugi, i quali
secondo la teoria pid diffusa, il criterio della regolarith causale. Per lo sono ricehi proprictari di provincia, e, come tali, non
stato della dottrina in ordine al problema della causalith cfr. da ul- usi ad investire il loro danaro in frequenti e lucrose specu-
timo DE CUPIS, Danno, cit., 114 seg. ; BARASSI, op. cit., 547 seg.
(22) Tl criterio della conditio sine qua non non trova buona acco- lazioni.
glienza nella migliore dottrina. In senso contrario, proprio in riferi- Per questi motivi, ece.
mento al problema della c.1. c.d., cfr. OFRTMANN, op. cil., 18 seg. ;
LEONE, op. cit., 210 seg., 357.
(23) Alla soluzione nel testo propugnata aderiscono per lo pit gli
Scrittori che, del resto solo di sfuggita, hanno affrontato la stessa que-
stione. Cfr. OERTMANN, op. cit., 214 (dubitativamente) ; OSER, Schweiz. TR'BONALE DI ROMA.
OBL. Recht, cit., 327. Cosl anche SAVATIER, Traité de la resp. civ., 2º ed.,
Paris, 1951, 957, ma per la diversa ragione che il patrimonio succes- Ordinanza 17 aprile 1952 ; Giud. istr. MANT ; Caruso (Avv.
sorio e quello del leso sono entità indipendenti : considerazione che del
resto non & priva di connessione con quella da noi assunta dell’indipen- LEONE) c. Metro Goldwyn Mayer (Avv. GRAZIADEI,
denza sotto il profilo causale del fenomeno successorio. Adde da ultimo Darxa, VISMARA Currd) e Coca Cola Export Co.
nello stesso senso del testo, PERETTI-GRIVA, in Foro Pad., 1951, T, 1123; (Avv. BENTIVOGLIO).
JANNUZZI, In tema di compensatiol ucri cum damno da fatto illecito
penale, in La giustisia penale, 1952, 11, 176, in note alla stessa sen- Persona propria (diritti sulla) — Nome di persona
tenza,%qui considerata, venute a™nostraconoscenza”quando il presente
scritto era già composto. celebre — Utilizzazione per la pubblicita di pro-

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