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Senato della Repubblica

Costituzione
della
Repubblica
Italiana
dicembre 2012

A cura del Servizio dei resoconti


e della comunicazione istituzionale,
Ufficio delle informazioni parlamentari,
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© 2009 Senato della Repubblica

TIPOGRAFIA DEL SENATO


INDICE

Principi fondamentali (artt. 1-12) . . . . . . Pag. 8

PARTE I
Diritti e doveri dei cittadini

TITOLO I – Rapporti civili (artt. 13-28). » 12

TITOLO II – Rapporti etico-sociali (artt.


29-34) . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 18

TITOLO III – Rapporti economici (artt.


35-47) . . . . . . . . . . . . . . . . » 20
..
TITOLO IV – Rapporti politici (artt. 48-54) » 26

PARTE II
Ordinamento della Repubblica

TITOLO I – Il Parlamento . . . . . . . . . . . . » 29
Sezione I – Le Camere (artt. 55-69) . » 29
Sezione II – La formazione delle leggi
(artt. 70-82) . . . . . . . . . . . » 35

TITOLO II – Il Presidente della Repub-


blica (artt. 83-91) . . . . . . . . » 42
4 COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

TITOLO III – Il Governo . . . . . . . . . . . . . . Pag. 47


Sezione I – Il Consiglio dei ministri
(artt. 92-96) . . . . . . . . . . . » 47
Sezione II – La pubblica amministra-
zione (artt. 97-98) . . . . . . » 49
Sezione III – Gli organi ausiliari (artt.
99-100) . . . . . . . . . . . . . » 50
..
TITOLO IV – La Magistratura . . . . . . . . . . » 51
Sezione I – Ordinamento giurisdizio-
nale (artt. 101-110) . . . . . » 51
Sezione II – Norme sulla giurisdi-
zione (artt. 111-113) . . . . » 55

TITOLO V – Le Regioni, le Provincie, i


Comuni (artt. 114-133) . . . . » 58

TITOLO VI – Garanzie costituzionali . . . . » 76


Sezione I – La Corte costituzionale
(artt. 134-137) . . . . . . . . . » 76
Sezione II – Revisione della Costitu-
zione. Leggi costituzio-
nali (artt. 138-139) . . . . . » 79

Disposizioni transitorie e finali (I-XVIII) » 81


L’Assemblea Costituente, che approvo` la
Costitu- zione entrata in vigore il 1º gennaio 1948,
era stata eletta il 2 giugno 1946. Tale Assemblea era
stata prevista dal decreto-legge luogotenenziale 25
giugno 1944, n. 151, convertito in legge per effetto
della XV disposizione transitoria della Costituzione.
Col decreto legislativo luogotenenziale 10 marzo
1946, n. 74, venivano emanate le norme per la ele-
zione dei deputati all’Assemblea Costituente. Suc-
cessivamente il decreto legislativo luogotenenziale
16 marzo 1946, n. 98, stabiliva il referendum po-
polare per la scelta della forma istituzionale dello
Stato, da tenersi contemporaneamente alle elezioni
per l’Assemblea Costituente (2 giugno 1946).
Nel citato decreto n. 151 del 1944 fu stabilito che
l’Assemblea fosse sciolta di diritto il giorno
dell’en- trata in vigore della nuova Costituzione e
comun- que non oltre l’ottavo mese dalla sua prima
riu- nione. Detto termine fu prorogato prima al 24
giu- gno 1947 (L. cost. 21 febbraio 1947, n. 1) e
succes- sivamente non oltre il 31 dicembre 1947 (L.
cost. 17 giugno 1947, n. 2).
COSTITUZIONE (*)
DELLA REPUBBLICA ITALIANA

IL CAPO PROVVISORIO DELLO STATO


Vista la deliberazione dell’Assemblea
Costituente, che nella seduta del 22 dicembre 1947
ha approvato la Costituzione della Repubblica
italiana;
————————

(*) Con le modificazioni introdotte con le leggi costituzionali 9 feb-


braio 1963, n. 2: «Modificazioni agli articoli 56, 57 e 60 della Costitu-
zione» (G.U. n. 40 del 12 febbraio 1963); 27 dicembre 1963, n. 3:
«Modi- ficazioni agli articoli 131 e 57 della Costituzione e istituzione
della Re- gione Molise» (G.U. n. 3 del 4 gennaio 1964); 22 novembre
1967, n. 2:
«Modificazione dell’articolo 135 della Costituzione e disposizioni sulla
Corte costituzionale» (G.U. n. 294 del 25 novembre 1967); 16 gennaio
1989, n. 1: «Modifiche degli articoli 96, 134 e 135 della Costituzione
e della legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1, e norme in materia
di procedimenti per i reati di cui all’articolo 96 della Costituzione»
(G.U. n. 13 del 17 gennaio 1989); 4 novembre 1991, n. 1: «Modifica
del- l’articolo 88, secondo comma, della Costituzione» (G.U. n. 262
dell’8 no- vembre 1991); 6 marzo 1992, n. 1: «Revisione dell’articolo 79
della Co- stituzione in materia di concessione di amnistia e indulto»
(G.U. n. 57 del 9 marzo 1992); 29 ottobre 1993, n. 3: «Modifica
dell’articolo 68 della
Costituzione» (G.U. n. 256 del 30 ottobre 1993); 22 novembre 1999, n. 1:
«Disposizioni concernenti l’elezione diretta del Presidente della
Giunta regionale e l’autonomia statutaria delle Regioni» (G.U. n. 299
del 22 dicembre 1999); 23 novembre 1999, n. 2: «Inserimento dei prin-
cı`pi del giusto processo nell’articolo 111 della Costituzione»
(G.U.
n. 300 del 23 dicembre 1999); 17 gennaio 2000, n. 1: «Modifica all’arti-
colo 48 della Costituzione concernente l’istituzione della circoscri-
zione Estero per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani re-
sidenti all’estero» (G.U. n. 15 del 20 gennaio 2000); 23 gennaio
2001,
n. 1: «Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione concernenti il
numero dei deputati e senatori in rappresentanza degli italiani all’e-
stero» (G.U. n. 19 del 24 gennaio 2001); 18 ottobre 2001, n. 3:
«Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione» (G.U. n.
248 del 24 ottobre 2001); 23 ottobre 2002, n. 1: «Legge costituzionale
per la cessa- zione degli effetti dei commi primo e secondo della XIII
disposizione transitoria e finale della Costituzione» (G.U. n. 252 del 26
ottobre 2002);
30 maggio 2003, n. 1: «Modifica dell’articolo 51 della Costituzione»
(G.U. n. 134 del 12 giugno 2003); 2 ottobre 2007, n. 1: «Modifica
dell’ar- ticolo 27 della Costituzione, concernente l’abolizione della pena
di morte» (G.U. n. 236 del 10 ottobre 2007); 20 aprile 2012, n. 1:
«Introdu- zione del principio del pareggio di bilancio nella Carta
costituzionale» (G.U. n. 95 del 23 aprile 2012).
—————————
NOTA. – I numeri riportati, nel testo normativo, fra parentesi quadra, in-
dicano gli articoli della Costituzione correlati.
Vista la XVIII disposizione finale della Costitu-
zione;

PROMULGA
la Costituzione della Repubblica italiana nel se-
guente testo:

PRINCIPI FONDAMENTALI

Art. 1.

L’Italia e` una Repubblica democratica,


fondata sul lavoro.
La sovranita` appartiene al popolo, che la
eser- cita nelle forme e nei limiti della
Costituzione.

Commento: nel primo articolo vengono tratteggiati gli elementi


distintivi dell’Italia:
Il potere nella Repubblica appartiene a istituzioni scelte dal popolo,
non viene trasmesso in linea dinastica come nella monarchia.
Democratica vuol dire che le decisioni non possono essere imposte
da poche persone ma devono essere condivise dalla maggioranza
dei cittadini o in via diretta (Referendum) o in via indiretta
(attraverso l’elezione dei loro rappresentanti in Parlamento).
In democrazia la sovranità appartiene dunque al popolo che non è
sovrano assoluto, perché esercita la sovranità entro i limiti della
Costituzione.
Infine, la Repubblica è fondata sul lavoro, perché l’appartenenza
alla comunità nazionale non dipende da privilegi di classe come in
passato ma dal contributo di ciascuno alla costruzione di condizioni
di benessere per tutta la società.
Art. 2.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti


inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalita` , e
richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di
solidarieta` politica, economica e sociale.

Commento: I diritti dell’uomo esistono già al


momento della sua nascita e lo stato li deve solo
riconoscere. I diritti sono posizioni giuridiche di
vantaggio protette dallo Stato (esempio: io ho il diritto
di essere curato) e non è lo stato che li concede.

I diritti umani si sono affermati con forza con le


rivoluzioni americana e francese e sono diventati
patrimonio universale nel 1948 con la Dichiarazione
universale dell’ONU del 1948.

Esistono altri documenti internazionali come la


Convenzione europea dei diritti umani del 1950 e la
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea del
2009.

In Italia abbiamo tutti i diritti riconosciuti nella


Costituzione e in altre leggi dello Stato.

Il riconoscimento dei diritti non riguarda solo i singoli


ma si estende alle organizzazioni in cui sviluppa la sua
personalità come la famiglia, la scuola, le associazioni
artistiche, culturali e sportive, i sindacati, i partiti e la
stessa Repubblica.

Non ci sono solo diritti, ma anche doveri e sono


doveri di solidarietà, cioè di fratellanza umana
declinata come solidarietà sociale: il volontariato;
solidarietà economica: pagare le tasse per permettere
il finanziamento dei servizi pubblici; solidarietà
politica: votare e sentire il bisogno di partecipare in
maniera attiva alle scelte che riguardano la vita di
tutti.
Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignita` sociale


[XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso [292, 371, 481, 511, 1177], di
razza, di lin-
gua [6], di religione [8, 19], di opinioni politiche
[22], di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la liberta` e l’eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.

Commento: la legge è uguale per tutti. Non devono


esserci discriminazioni. Il primo comma dell’art.3 delinea
il principio dell’eguaglianza formale.

Ma è esperienza comune che non basta l’eguaglianza


formale a rendere condizioni di parità, perché le persone
non hanno le stesse situazioni personali, familiari,
sociali e economiche.

Allora interviene l’eguaglianza sostanziale del secondo


comma, in base alla quale è compito di tutti (la
Repubblica) e soprattutto dei governanti eliminare gli
ostacoli che impediscono alle persone di avere una vita
dignitosa.

Tra gli interventi più efficaci di eliminazione degli


ostacoli ci sono l’istruzione, la sanità e il lavoro, per fare
in modo che le persone siano libere dal bisogno e dalla
paura.
L’articolo parla di eguaglianza tra i cittadini e
sembrerebbe escludere gli stranieri, ma la Corte
Costituzionale si è pronunciata sul punto e ha
deliberato che l’eguaglianza riguarda tutti gli uomini e le
donne e non solo i cittadini.
Art. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il


diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo
le proprie possibilita` e la propria scelta, una
attivita` o una funzione che concorra al
progresso materiale o spirituale della societa` .

Commento: Il lavoro è il principale strumento di


promozione della dignità umana, per questo la
Repubblica tutela il lavoro inteso come ogni attività che
contribuisca al progresso sociale. I governanti devono
predisporre tutte le misure (scuola; formazione
professionale di buon livello) che consentano a tutti di
trovare un’occupazione e devono attivarsi con la
politica economica per fare buone scelte per il lavoro
del futuro.
Lavorare è anche un dovere in quanto il lavoro produce
benessere e migliore qualità della vita per tutti.

Art. 5.

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e


promuove le autonomie locali; attua nei servizi
che dipendono dallo Stato il piu` ampio
decentramento amministrativo [118]; adegua i
principi ed i metodi della sua legislazione alle
esigenze dell’autonomia e del decentramento
[114 e segg., IX].

Commento: L’Italia è uno stato unitario e non può


cambiare la sua forma (non può diventare uno stato
federale) a meno che non venga cambiata la
Costituzione. L’Unità nazionale fu realizzata tardi ma
la nazione italiana esisteva già grazie all’unificazione
linguistica (Dante), alla comune religione e alla cultura.
Lo Stato, tuttavia, non è l’unico ente pubblico con fini
generali poiché esistono enti diversi dallo stato (Le
autonomie locali: Regioni, province e comuni) che
fanno delle scelte autonome e indipendenti dall’autorità
statale, sempre nei limiti di quanto stabilito nella
Costituzione.
Decentramento: infine, le istituzioni dello Stato si
trovano a Roma e da lì partono le decisioni più
importanti ( Per esempio il Dpcm, Decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri, stabilisce che le
scuole devono accogliere una percentuale di studenti)
ma poi le decisioni vengono applicate in tutto il
territorio nazionale e perché questo possa avvenire
esistono istituzioni periferiche ( prefetto, preside) che
danno attuazione concreta alle decisioni del potere
centrale.

Art. 6.

La Repubblica tutela con apposite norme le


minoranze linguistiche [X].

Commento: L’Italia non è abitata solo da italiani,


perché le vicende storiche hanno determinato la
presenza di persone che parlano altre lingue nei
territori di confine (Altro Adige, Confine orientale) e
esistono anche alcune enclave albanesi e greche
specialmente nell’Italia del Sud .

Art. 7.

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno


nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Latera-
nensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle
due parti, non richiedono procedimento di revi-
sione costituzionale [138].

Commento: si sente l’eco della voce di Cavour: libera


chiesa in libero Stato. Da un lato lo Stato riconosce alla
chiesa cattolica indipendenza e sovranità nell’ambito
spirituale e dall’altro si riserva piena indipendenza e
sovranità nell’ambito della regolazione della
convivenza tra gli italiani (potere temporale).
I rapporti tra lo stato e la chiesa sono regolati da un
Trattato internazionale firmato nel 1929 da Mussolini e
dal Cardinal Gasparri, i Patti lateranensi, per porre fine
alla ” Questione romana” sorta dopo la Breccia di Porta
Pia.
Lo stato faceva molte concessione alla chiesa per
ottenerne l’appoggio e, tra le altre, concedeva
l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica
nelle scuole.
Nel 1984 il Trattato è stato revisionato con alcune
modifiche, tra le quali la previsione che l’insegnamento
della religione cattolica è diventato facoltativo.
I patti possono essere modificati se le due parti sono
d’accordo e tale modifica non rende necessario il
procedimento di revisione costituzionale che rende più
lunga e complessa l’approvazione di una legge.

Art. 8.

Tutte le confessioni religiose sono egualmente


libere davanti alla legge [19, 20].
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri sta-
tuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento
giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per
legge sulla base di intese con le relative
rappresentanze.

Commento: I cittadini possono professare


pubblicamente altre religioni di libera scelta e
non devono essere per questo discriminati
rispetto ai cattolici.
Seguendo il modello dei Patti lateranensi e
utilizzando lo strumento giuridico delle “Intese”.
Il processo per stipulare intese tra lo stato e
altre confessioni religiose è stato lungo e non si è
ancora completato.

Art. 9.

La Repubblica promuove lo sviluppo della cul-


tura e la ricerca scientifica e tecnica [33, 34].
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e ar-
tistico della Nazione.

Commento: La Repubblica si deve impegnare ad


aiutare, anche con finanziamenti, lo sviluppo della
cultura e della ricerca scientifica e tecnica,
attraverso le quali si contribuisce al benessere
comune e alla dignità delle persone.
La Costituzione chiede di dare valore alla
bellezza del territorio naturale e del paesaggio
costruito nei secoli dagli italiani attraverso la loro
protezione per garantire la salute e la qualità della
vita.

Art. 10.

L’ordinamento giuridico italiano si conforma


alle norme del diritto internazionale general-
mente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero e`
rego- lata dalla legge in conformita` delle
norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo
paese l’effettivo esercizio delle liberta`
democratiche garantite dalla Costituzione
italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della
Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla
legge.
Non e` ammessa l’estradizione dello straniero
per reati politici [26] (1).

Commento: gli articoli 10 e 11 proiettano l’Italia nel mondo.


L’art.10 stabilisce che l’Italia si impegna a rispettare le regole del
diritto internazionale, contenute nei trattati e nelle antiche
consuetudini (il rispetto per l’ospite straniero, l’inviolabilità dei
patti).

Poi obbliga il Parlamento a approvare una legge per regolare i


diritti e i doveri degli stranieri che si trovano sul territorio italiano,
rispettando i trattati e le convenzioni internazionali.

Agli stranieri devono essere riconosciuti i diritti fondamentali e a


quelli ai quali nello stato di origine tali diritti sono negati (a causa
di guerre, regimi autoritari) deve essere data la possibilità di vivere
in Italia (diritto di asilo)
Per i diritti non fondamentali (per esempio quello di svolgere una
professione) il riconoscimento avviene in base al principio di
reciprocità: se anche nel paese di origine dello straniero viene
riconosciuto il diritto all’Italiano allora l’Italia riconoscerà lo stesso
diritto non fondamentale allo straniero.
Infine, non è possibile estradare (consegnare allo stato straniero)
una persona se la persona è accusata di aver commesso un reato
politico (oppositori al regime vigente, giornalisti, intellettuali e
artisti etc..)
Art. 11.

L’Italia ripudia la guerra come strumento di of-


fesa alla liberta` degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; con-
sente, in condizioni di parita` con gli altri
Stati, alle limitazioni di sovranita` necessarie ad
un ordi- namento che assicuri la pace e la
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Commento: La Repubblica respinge la guerra


con energia e ammette solo la possibilità di usare
le armi a scopo di difesa.
L’Italia è disposta ad accettare limiti al suo
potere sovrano (imperium) per far parte di
organizzazioni internazionali (ONU) che
perseguono il raggiungimento della pace nel
mondo. In questo modo si obbliga a obbedire alle
leggi internazionali come accade con quelle
dell’unione europea.

Art. 12.

La bandiera della Repubblica e` il tricolore


ita- liano: verde, bianco e rosso, a tre bande
verticali di eguali dimensioni.
————————

(1) V. anche la legge costituzionale 21 giugno 1967, n. 1 («Estradi-


zione per i delitti di genocidio») (Gazz. Uff. n. 164 del 3 luglio 1967).
PARTE I

DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI

TITOLO I

RAPPORTI CIVILI

Art. 13.

La liberta` personale e` inviolabile.


Non e` ammessa forma alcuna di detenzione,
di ispezione o perquisizione personale, ne´ qual-
siasi altra restrizione della liberta` personale, se
non per atto motivato dell’autorita`
6, 7
giudiziaria [111 ] e nei soli casi e modi previsti
dalla legge [253].
In casi eccezionali di necessita` ed urgenza,
indi- cati tassativamente dalla legge, l’autorita`
di pub- blica sicurezza puo` adottare
provvedimenti prov- visori, che devono essere
comunicati entro qua- rantotto ore all’autorita`
giudiziaria e, se questa non li convalida nelle
successive quarantotto ore, si intendono revocati
e restano privi di ogni effetto.
E` punita ogni violenza fisica e morale sulle
per- sone comunque sottoposte a restrizioni di
liberta` [273].
La legge stabilisce i limiti massimi della carce-
razione preventiva.

Commento: nessuno può violare la liberà fisica e morale di un’altra


persona. L’Habeas corpus, cioè il diritto di autodeterminazione
può però incontrare limiti quando un cittadino commette un reato e
viene condannato alla detenzione.
Ma la libertà personale può essere limitata solo se lo prevede la
legge e solo se la persona è stata giudicata da un giudice durante un
processo all’interno del quale ha potuto difendersi.

Esistono però altre eccezioni:

il fermo di polizia, che si ha quando una persona viene sorpresa nel


momento in cui commette il reato e viene privata della libertà
senza un processo. Ma solo per 48 ore , perché deve essere
avvisato un giudice che nelle successive 48 ore decide se la persona
deve rimanere in stato di fermo, altrimenti deve essere liberata.

In ogni caso è vietata ogni violenza fisica e morale sulle persone


detenute.

Infine, se una persona viene sottoposta a custodia cautelare, perché


è stata accusata di aver commesso un reato e prima del processo
potrebbe fuggire all’estero, o ripetere il reato o inquinare le prove,
il tempo deve essere limitato. Prima del processo, infatti,
normalmente l’imputato non deve essere detenuto.
Dal 1988 non si parla più di carcerazione preventiva ma di custodia
cautelare, perché è cambiato il codice di procedura penale.

Gli articoli 13-14-15-16 si occupano delle libertà individuali


Art. 14.

Il domicilio e` inviolabile.
Non vi si possono eseguire ispezioni o
perquisi- zioni o sequestri, se non nei casi e modi
stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte
per la tutela della liberta` personale [13, 1117].
Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sa-
nita` e di incolumita` pubblica o a fini economici
e fiscali sono regolati da leggi speciali.

Commento: l’art.14 segue il modello del 13 e


l’inviolabilità riguarda il domicilio.

Art. 15.

La liberta` e la segretezza della corrispondenza e


di ogni altra forma di comunicazione sono invio-
labili.
La loro limitazione puo` avvenire soltanto
per atto motivato dell’autorita` giudiziaria [1116]
con le garanzie stabilite dalla legge.

Commento: l’art.15 segue il modello del 13 e


l’inviolabilità riguarda la privacy.

Art. 16.

Ogni cittadino puo` circolare e soggiornare libe-


ramente in qualsiasi parte del territorio nazio-
nale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in
via generale per motivi di sanita` o di sicurezza.
Nessuna restrizione puo` essere determinata da
ra- gioni politiche [1201, XIII2].
Ogni cittadino e` libero di uscire dal
territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo
gli obblighi di legge [354].

Commento: l’art.16 segue il modello del 13 e riguarda la


libertà di circolazione e soggiorno. La protezione di questa
libertà è maggiore di quella delle precedenti, perché i
limiti ad essa possono riguardare solo emergenze sanitarie
e problemi di sicurezza.
Art. 17.

I cittadini hanno diritto di riunirsi pacifica-


mente e senz’armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pub-
blico, non e` richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere
dato preavviso alle autorita` , che possono
vietarle soltanto per comprovati motivi di
sicurezza o di incolumita` pubblica.

Art. 18.

I cittadini hanno diritto di associarsi libera-


mente, senza autorizzazione, per fini che non
sono vietati ai singoli dalla legge penale [19, 20,
39, 49].
Sono proibite le associazioni segrete e quelle
che perseguono, anche indirettamente, scopi poli-
tici mediante organizzazioni di carattere militare.

Art. 19.

Tutti hanno diritto di professare liberamente la


propria fede religiosa in qualsiasi forma, indivi-
duale o associata, di farne propaganda e di eserci-
tarne in privato o in pubblico il culto, purche´ non
si tratti di riti contrari al buon costume [8, 20].

Gli articoli 17-18-19 riguardano le libertà


collettive.

Art. 20.

Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di


culto d’una associazione od istituzione non possono
essere causa di speciali limitazioni legislative, ne´
di speciali gravami fiscali per la sua costituzione,
ca- pacita` giuridica e ogni forma di attivita` [8,
19].

Art. 21.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente
il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non puo` essere soggetta ad
autoriz- zazioni o censure.
Si puo` procedere a sequestro soltanto per
atto motivato dell’autorita` giudiziaria [1116] nel
caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa
espres- samente lo autorizzi, o nel caso di
violazione delle norme che la legge stessa
prescriva per l’indica- zione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e
non sia possibile il tempestivo intervento dell’au-
torita` giudiziaria, il sequestro della stampa
perio- dica puo` essere eseguito da ufficiali di
polizia giu- diziaria, che devono immediatamente,
e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia
all’autorita` giudiziaria. Se questa non lo
convalida nelle ven- tiquattro ore successive, il
sequestro s’intende re- vocato e privo d’ogni
effetto.
La legge puo` stabilire, con norme di
carattere generale, che siano resi noti i mezzi di
finanzia- mento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli
spet- tacoli e tutte le altre manifestazioni
contrarie al buon costume. La legge stabilisce
provvedimenti adeguati a prevenire e a
reprimere le violazioni.
Art. 22.

Nessuno puo` essere privato, per motivi politici, della capacita` giuridica,
della cittadinanza, del nome.

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