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ISBN 978-88-598-1194-7
Diritti sociali
Tratto dal Digesto delle discipline pubblicistiche - V Aggiornamento (2012).
Redazione Giuridica:
Corso Vittorio Emanuele II, 44 - 10123 Torino
Sito Internet: www.utetgiuridica.it
e-mail: info@wkigiuridica.it
Abbreviazioni ................................................................................................ p. V
Capitolo I
VICENDE STORICHE E TEORICHE DEI DIRITTI SOCIALI
Capitolo II
I DIRITTI SOCIALI NELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Capitolo III
I DIRITTI SOCIALI NELLO SVOLGERSI
DELL’ESPERIENZA COSTITUZIONALE ITALIANA
Capitolo IV
I DIRITTI SOCIALI DI FRONTE
ALLA PLURALIZZAZIONE DEI LIVELLI NORMATIVI
IV
ABBREVIAZIONI
V
Abbreviazioni
spec. specialmente
ss. seguenti
TFUE Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
tit. titolo
TUE Trattato sull’Unione europea
UE Unione europea
URSS Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche
v. versus
VI
CAPITOLO I
VICENDE STORICHE E TEORICHE DEI DIRITTI SOCIALI
1 Così, ad esempio, M. MAZZIOTTI, Diritto - Teoria generale: VII. - Diritti soggettivi: e) Diritti socia-
li, in Enciclopedia del diritto, Milano, 1964, vol. XII, p. 802; A. GIORGIS, Diritti sociali, in Dizionario di
diritto pubblico, a cura di S. Cassese, Milano, 2006, vol. III, p. 1903; ciò – si scriveva nel 1960, da
parte di P. BISCARETTI DI RUFFÌA, Diritti sociali, in Novissimo digesto italiano, Torino, 1960, vol. V, p.
761 – poiché «la relativa “novità” dei diritti sociali non ne ha finora consentito un’elaborazione
dommatica, in distinte categorie, così ricca e dettagliata come quella che ormai da vari decenni
caratterizza gli altri diritti pubblici soggettivi»; che i diritti sociali siano «junge Institutionen» è un
profilo evidenziato, altresì, da G. BRUNNER, Die Problematik der soziale Grundrechte, Tübingen, 1971,
p. 11.
2 D. BIFULCO, L’inviolabilità dei diritti sociali, Napoli, 2003, p. 1; nonché N. BOBBIO, Sui diritti
sociali, in Cinquant’anni di Repubblica italiana, a cura di G. Neppi Modona, Torino, 1996, p. 115.
3 A. MASSERA, Individuo e amministrazione nello Stato sociale, in Rivista trimestrale di diritto e procedu-
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Diritti sociali
da parte dei giuristi»4, che investe tanto il sostantivo “diritti”, con tutto il
carico semantico di tale parola, quanto l’aggettivo “sociali”, che può ap-
parire oggettivamente incerto e soggettivamente indeterminato, quanto,
ancora, l’ancoraggio di tali “diritti sociali” – ammesso e non concesso,
per ora, che l’accostamento tra i due termini abbia un qualche significato
– alla dimensione costituzionale propria di un dato ordinamento giuridi-
co5.
Un simile ammonimento, invero posto in apertura delle suindicate
trattazioni, induce a porre a valle del presente lavoro ogni considerazione
di ordine tipologico o classificatorio intorno ai diritti qui in esame –
obiettivo peraltro ineludibile di qualunque voce enciclopedica – e a muo-
vere preliminarmente da una disamina delle circostanze storico-politiche
e, ad un tempo, delle matrici ideologiche e culturali inerenti alla costitu-
zionalizzazione (e dunque alla giuridicizzazione) di istituti e provvidenze
di carattere quodammodo economico-sociale6. Se è vero, infatti, che «la li-
bertà dalla paura e dal bisogno ed il raggiungimento della felicità sulla ter-
ra grazie ad uno Stato ideale»7 sono un «antichissimo sogno dell’umani-
tà»8, non va però dimenticato che tale sogno, per l’appunto, è stato con-
finato sino ad epoche assai recenti nel «genere letterario dell’utopia»9. Si-
deralmente lontani da quello «Stato ideale» appaiono, infatti, i diversi in-
terventi di ordine lato sensu sociale portati avanti in età moderna all’inter-
no del “Polizeistaat”10, vòlti a fronteggiare la sventurata esistenza di un’u-
manità varia e dolente, composta da mendicanti, vagabondi, inabili, in-
fermi o minori abbandonati, tutte figure marginali ma «inquietanti»11 an-
che in quel moderno «Settecento riformatore»12 che si interroga su una
possibile rideclinazione della dialettica tra libertà e autorità (e sui limiti di
questa).
4 I. TRUJILLO PÉREZ, La questione dei diritti sociali, trad. it. in Ragion pratica, 2000, p. 43.
5 Ibidem.
6 Ciò proprio al fine di «offrire una visione unificante della materia» (M. LUCIANI, A proposito
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Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
13 È stato detto, molto correttamente, che «alle origini dello Stato moderno (Stato liberale)
l’espressione “diritti sociali” (…) appariva addirittura come qualcosa di incomprensibile entro le
categorie giuridiche e politiche dell’epoca» (A. BALDASSARRE, Diritti sociali, in Enciclopedia giuridica,
Roma, 1989, vol. XII, p. 1); in senso contrario, per tutti, B. MIRKINE GUETZÉVITCH, Les Nouvelles
tendances du droit constitutionnel, [1931], trad. it. Le nuove tendenze del diritto costituzionale, in ID., Compa-
razioni Teoriche e Razionalizzazioni Costituzionali, San Cesario di Lecce-Cavallino, 2009, p. 86; M.
MAZZIOTTI, Lo spirito del diritto sociale nelle costituzioni e nelle leggi della Francia rivoluzionaria, in Archivio
giuridico “Filippo Serafini”, 1954, fasc. CXLVII, pp. 54 ss.
14 Così, invece, secondo A. DE TOCQUEVILLE, L’Ancien régime et la Révolution, [IV ed., 1859],
trad it. L’antico regime e la Rivoluzione, in ID., Scritti politici, Torino, 1996, vol. I, p. 619; H. TAINE,
Les Origines de la France contemporaine. La Révolution, [1878], trad. it. Le origini della Francia
contemporanea. La Rivoluzione, Milano, 1989, vol. I, p. 347.
15 Sul punto, si rinvia, per tutti, a P. LAVIGNE, Le Travail dans les constitutions françaises, Paris,
1948, pp. 105 ss.; nonché, da ultimo, a M. BENVENUTI, Tre riflessioni sulla dimensione sociale della cit-
tadinanza nella Francia rivoluzionaria del 1789, in Politica del diritto, 2009, pp. 288 ss.
16 J.-E. SIEYÈS, Préliminaire de la Constitution, [1789], trad. it. Preliminari della Costituzione, in ID.,
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Diritti sociali
17 K. MARX, Zur Judenfrage, [1844], trad. it. Sulla questione ebraica, in ID. e F. ENGELS, Opere scel-
onore di Manlio Mazziotti di Celso, Padova, 1995, vol. II, p. 104; nonché, da ultimo, C. PINELLI, Il
discorso sui diritti sociali fra Costituzione e diritto europeo, in Diritto civile e principi costituzionali europei e ita-
liani, a cura di C. Salvi, Torino, 2012, p. 122; L. GIANI, Diritti sociali e la sfida della crisi economica, in
Studi in onore di Claudio Rossano, Napoli, 2013, vol. II, pp. 664 ss.
19 Per ulteriori svolgimenti, sia consentito rinviare a M. BENVENUTI, Tre riflessioni, cit. nt. 15,
in Digesto delle discipline pubblicistiche, Aggiornamento V, Torino, 2012, pp. 379 ss.
21 Riprendendo G. PECES-BARBA MARTÍNEZ, Diritti sociali, trad. it. in Sociologia del diritto, 2000,
fasc. I, p. 39, «non si hanno diritti sociali senza l’intervento dello Stato, né senza la partecipazione
dei cittadini che fanno valere le loro richieste».
22 C. MORTATI, Il lavoro nella Costituzione, [1954], rist. in ID., Raccolta di scritti, Milano, 1972,
p. 118.
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Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
24 V. CRISAFULLI, Costituzione e protezione sociale, [1950], rist. in ID., La Costituzione e le sue dispo-
ché il sistema dei prezzi, sono il frutto dell’interazione, indipendente, degli individui e delle im-
prese che perseguono il proprio privato interesse» (T. PADOA-SCHIOPPA, Il governo dell’economia,
Bologna, 1997, pp. 11-12); sul mercato come «locus artificialis», si veda, naturalmente, N. IRTI, Il
carattere politico-giuridico del mercato, [2003], rist. in ID., L’ordine giuridico del mercato, 2009, Roma-Bari,
p. V.
26 B. CONSTANT, Principes de politique, [1815], trad. it. Princìpi di politica, Roma, 1970, p. 100.
27 Ibidem.
28 M.S. GIANNINI, Stato sociale: una nozione inutile, [1977], rist. in ID., Scritti, cit. nt. 10, 2005,
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Diritti sociali
29 A. DE TOCQUEVILLE, Mémoire sur le paupérisme, [1835], trad. it. Prima memoria sul pauperismo,
cenza pubblica, in Biblioteca dell’economista, Torino, 1867, vol. XIII, pp. 377-378; sulla distinzione tra
«povertà laboriosa» e «povertà oziosa», U. ROMAGNOLI, Diritti sociali e Costituzione, in I diritti sociali
e del lavoro nella Costituzione italiana, a cura di G. Casadio, Roma, 2006, p. 159.
34 M.S. GIANNINI, Stato, cit. nt. 28, p. 104.
35 Sul punto, per tutti, F. EWALD, Histoire de l’Etat providence, [1986], trad. it. parz. Diritto e ri-
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Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
XV, p. 71.
39 Il punto è còlto con lucidità da E. DICIOTTI, Sulla distinzione tra diritti di libertà e diritti sociali,
in Quaderni costituzionali, 2004, p. 746, ad avviso del quale «molti diritti sociali sono diritti a
qualcosa, cioè diritti di ottenere un determinato bene (diritto all’istruzione, diritto alla salute, ecc.)
(…) Pertanto, chi già lo possieda non ha il diritto di tenere quei comportamenti e di ricevere
quelle prestazioni».
40 G. PECES-BARBA MARTÍNEZ, Diritti, cit. nt. 21, p. 49; il punto è sovente ripreso nella dot-
trina contemporanea: nello stesso senso, tra i molti, G. CORSO, I diritti sociali nella Costituzione ita-
liana, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, 1981, p. 759; U. SPAGNOLI, I problemi della Corte, Torino,
1996, p. 51; G. LOMBARDI, Diritti di libertà e diritti sociali, in Politica del diritto, 1999, p. 12; M.C. CA-
VALLARO, I diritti sociali nella giurisprudenza della Corte Costituzionale, in Ragion pratica, 2000, p. 28;
M.V. BALLESTRERO, La costituzionalizzazione dei diritti sociali, in Globalizzazione e diritto del lavoro, a
cura di S. Scarponi, Milano, 2001, pp. 89-90.
41 C. SALAZAR, Dal riconoscimento alla garanzia del diritto sociali, Torino, 2000, p. 24; ID., I diritti
sociali alla prova della giurisprudenza costituzionale, in Diritti sociali e servizio sociale, a cura di P. Costanzo
e S. Mordeglia, Milano, 2005, p. 173.
42 K. MARX, Kritik des Gothaer Programms, [1875], trad. it. Critica al programma di Gotha, in ID. e
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Diritti sociali
348, per il quale un siffatto proposito «mira, più o meno consapevolmente ad accreditare gerar-
chie e precedenze tra i “diritti”» (ibidem); ma già in precedenza, da parte di M.S. GIANNINI, Rile-
vanza, cit. nt. 23, p. 11, si è sostenuto che, ove si ricorra alla formula “diritti sociali” «per indicare
un gruppo di diritti fondamentali aventi un contenuto che può dirsi (…) sociale, essa possa accet-
tarsi come nozione meramente classificatoria (ossia non normativa) e quindi facilitativa per la
comprensione del dato giuridico; ma ove la si voglia impiegare per indicare qualche cosa di diver-
so da diritti fondamentali, essa si risolva in un espediente verbale».
47 Pertanto, non si possono condividere fino in fondo le contrapposte posizioni, autorevol-
mente espresse, da un lato di M. LUCIANI, Sui diritti, cit. nt. 18, pp. 120-121 (e, precedentemente,
di ID., Nuovi diritti fondamentali e nuovi rapporti fra cittadino e pubblica Amministrazione, in Rivista critica
del diritto privato, 1985, p. 71; ID., Salute: I. Diritto alla salute - dir. cost., in Enciclopedia giuridica, Roma,
1993, vol. XXXII, p. 4), per il quale – esistendo quattro gruppi di diritti fondamentali (di difesa,
di prestazione, di partecipazione e di percezione di parte di un utile sociale) – «che un diritto sia
considerato “sociale” ovvero “di libertà” dipende dalla sua storia, o tutt’al più dal prevalere dell’u-
no o dell’altro dei quattro aspetti che sono tipici di tutti i diritti fondamentali»; e dall’altro di A.
PACE, Problematica delle libertà costituzionali. Parte generale, III ed., Padova, 2003, pp. 148-149, per il
quale «la differenza dei diritti di libertà dai diritti sociali è strutturale e non è storicamente mute-
vole»; entrambe le opinioni, infatti, hanno senz’altro un fondamento di verità, ma nella loro asso-
lutezza provano troppo: quanto alla prima, se fosse davvero impossibile procedere ad un’analisi
tipologica o classificatoria dei diritti sociali – come affermato, coerentemente con la posizione
espressa dal primo dei due autori suindicati, da I. CIOLLI, La tutela dei diritti sociali in Francia e in
Italia, in Studi in onore di Gianni Ferrara, Torino, 2005, vol. II, p. 25 – la stessa categoria dei “diritti
sociali” dovrebbe essere, contro l’intenzione dell’autore, da abbandonarsi; quanto alla seconda, se
davvero si potesse prescindere da un’analisi storica sui diritti qui in esame, si potrebbe pervenire
alla duplice e non condivisibile conclusione o che i diritti sociali siano sempre esistiti o che essi
siano sorti contemporaneamente ai diritti di libertà.
48 N. BOBBIO, Sui diritti, cit. nt. 2, p. 115.
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Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
49 Cfr., ad esempio, P. BARCELLONA, Dallo Stato sociale allo Stato immaginario, Torino, 1994, p.
174, il quale definisce i diritti sociali come «tutte quelle condizioni che sono storicamente necessa-
rie per assicurare a ciascuno la sicurezza sociale attraverso l’attribuzione di risorse economiche al
di fuori della logica mercantile e l’integrazione del reddito da lavoro, finalizzata all’acquisizione di
“beni” considerati essenziali per un tenore di vita medio».
50 Per questi due profili, G. ESPING-ANDERSEN, Social Foundations of Postindustrial Economies,
[1999], trad. it. I fondamenti sociali delle economie postindustriali, Bologna, 2000, pp. 81 ss. (e, sul primo
di essi, per ulteriori svolgimenti, ID., The Three Worlds of Welfare Capitalism, Cambridge, 1990, pp.
35 ss.).
51 Per questo, è stato detto che «il peggior legislatore nel settore dei diritti a prestazioni pos-
itive (…) è, ovviamente, quello che non interviene» (A. PACE, La garanzia dei diritti fondamentali nel-
l’ordinamento costituzionale italiano, in Scritti in onore di Paolo Barile, Padova, 1990, p. 114); in tal senso,
pertanto, i diritti di prestazione costituiscono il «punto di arrivo di una vicenda complessa, intito-
labile ai “diritti sociali”» (P. COSTA, Alle origini dei diritti sociali, in Democrazia, diritti, costituzione, a
cura di G. Gozzi, Bologna, 1997, p. 277); sul piano storico, dunque, prima che su quello teorico,
andrebbe eventualmente dimostrato il collegamento tra configurazione (strutturale) dei diritti so-
ciali come diritti di prestazione e «processo di degenerazione dello Stato sociale in Stato assisten-
ziale», paventato da F. GIUFFRÈ, La solidarietà nell’ordinamento costituzionale, Milano, 2002, p. 118.
52 Il punto è còlto, tra i molti, da P. CALAMANDREI, Costituente e questione sociale, [1945], rist. in
ID., Opere giuridiche, Napoli, 1968, vol. III, p. 179; P. BISCARETTI DI RUFFÌA, Diritti, cit. nt. 1, p.
759; M. MAZZIOTTI, Diritto, cit. nt. 1, pp. 804-805; G. LOMBARDI, Potere privato e diritti fondamentali,
Torino, 1970, pp. 19 e 24; L. ELIA, Si può rinunciare allo “Stato sociale”?, in Povertà e Stato, a cura di R.
Artoni e E. Bettinelli, Roma, 1987, p. 110; Pi. GROSSI, I diritti di libertà ad uso di lezioni, II ed., Tori-
no, 1991, p. 275; L. FERRAJOLI, Dai diritti del cittadino ai diritti della persona, in La cittadinanza, a cura
di D. Zolo, Roma-Bari, 1994, p. 273; L. ELIA, Relazione di sintesi, in I diritti fondamentali oggi, Padova,
1995, p. 305; N. BOBBIO, Sui diritti, cit. nt. 2, p. 119; L. CARLASSARE, I diritti sociali nelle prospettive di
riforma costituzionale, in Quale futuro per i diritti sociali?, s.l., s.d. [ma 1996], pp. 48 ss.; P. SCOPPOLA,
Democrazia e diritti sociali, in Cinquant’anni di Repubblica italiana, cit. nt. 2, p. 126; E. BALBONI, I servizi
sociali, in Manuale di diritto pubblico, a cura di G. Amato e A. Barbera, V ed., Bologna, 1997, vol. III,
p. 167; G. CORSO, Welfare State e Stato federale, in Regionalismo, federalismo, welfare state, Milano, 1997,
p. 409; G. BIANCO, Sicurezza sociale nel diritto pubblico, in Digesto delle discipline pubblicistiche, Torino,
1999, vol. XIV, p. 144; M.C. CAVALLARO, I diritti, cit. nt. 40, p. 28; L. PRINCIPATO, I diritti sociali
nel quadro dei diritti fondamentali, in Giurisprudenza costituzionale, 2001, p. 890; D. MORANA, La salute
nella Costituzione italiana, Milano, 2002, pp. 54-55; G.U. RESCIGNO, Principio di sussidiarietà orizzontale
e diritti sociali, in Diritto pubblico, 2002, p. 24, nt. 25; A. PACE, Problematica, cit. nt. 47, pp. 146-147,
nt. 191; P. RESCIGNO, Stato sociale e diritti sociali, in Il diritto del lavoro, 2003, p. 682; A. CERRI, Rela-
zione, in Annuario 2002. Diritto costituzionale e diritto giurisprudenziale, Padova, 2004, p. 110; M.A.
GARCIA HERRERA, I diritti sociali nella vecchia Europa, trad. it. in Quaderni rassegna sindacale, 2004, fasc.
I, p. 101; Pi. GROSSI, Qualche riflessione per una corretta identificazione e sistemazione dei diritti sociali,
(segue)
9
Diritti sociali
[2005], rist. in ID., Il diritto costituzionale tra principi di libertà e istituzioni, Padova, 2008, p. 29; F.
PIZZOLATO, Diritti sociali e livelli di intervento dei soggetti privati, in Nuove autonomie, 2006, fasc. II-III,
p. 329; G. ZILIO GRANDI, Diritti sociali e diritti del lavoro, Torino, 2006, p. 4; L. FERRAJOLI, Principia
iuris, Roma-Bari, 2007, vol. I, p. 742; V. ANGIOLINI, Sulle premesse culturali dell’inserimento dei “diritti
sociali” nella Costituzione, in La Costituzione ha 60 anni, a cura di M. Ruotolo, Napoli, 2008, p. 204; S.
GAMBINO, Stato e diritti sociali, Napoli, 2009, p. 35; P. COSTA, I diritti sociali, in Liber amicorum per
Bernardo Santalucia, Napoli, 2010, pp. 37-38; nonché, nella dottrina straniera, E. EICHENHOFER,
Costituzione e diritto sociale, trad. it. in Diritto pubblico, 1997, p. 461.
53 M. MAZZIOTTI, Diritto, cit. nt. 1, p. 805; analogamente, secondo R. ALEXY, Theorie der
Grundrechte, [1994], trad. it. Teoria dei diritti fondamentali, Bologna, 2012, p. 472, «il concetto di dirit-
to di prestazione è (…) l’esatto contrario del concetto di diritto di difesa, sotto il quale cade ogni
diritto a un’azione negativa, quindi a un’astensione dello Stato»; per la tesi opposta, cioè della
coincidenza dei diritti sociali e dei diritti di libertà, ma in una prospettiva che non ne distingue la
struttura e la funzione, S. LENER, Lo Stato sociale contemporaneo, Roma, 1966, p. 245; ma cfr. altresì
L. MENGONI, I diritti sociali, [1998], rist. in ID., Scritti, Milano, 2011, vol. I, p. 132; G. LOMBARDI,
Diritti, cit. nt. 40, pp. 12-13.
54 M. LUCIANI, Diritti sociali e integrazione europea, in Annuario 1999. La costituzione europea, Pa-
tutti avrebbero eguale potere» (N. BOBBIO, Sui diritti, cit. nt. 2, p. 118).
59 G. PECES-BARBA MARTÍNEZ, Diritti, cit. nt. 21, p. 48; sul concetto di bisogno, cfr. R. TIT-
MUSS, The Social Division of Welfare, [1955], trad. it. La divisione sociale del welfare, in ID., Saggi sul “wel-
fare state”, Roma, 1986, p. 49.
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Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
sione usati dai vari gruppi sociali, è idoneo a favorire il perseguimento dei fini di cui al secondo
comma dell’art. 3 della Costituzione» (C. cost., sent. n. 290/1974).
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Diritti sociali
non abbienti a che siano loro assicurati, con appositi istituti, i mezzi per
agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione, di cui all’art. 24, 3° co.,
Cost., o, per altro verso, il diritto dei cittadini chiamati a funzioni pubbli-
che elettive di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di
conservare il loro posto di lavoro, di cui all’art. 51, 3° co., Cost., costitui-
scono sì dei diritti dalla struttura pretensiva, ma la cui funzione non è re-
distributiva.
Ai fini della presente trattazione, si ritiene, tuttavia, con N. Bobbio,
che «l’analisi strutturale, attenta alle modificazioni della struttura, e l’ana-
lisi funzionale, attenta alle modificazioni della funzione, debb[a]no essere
continuamente alimentate e procedere di pari passo»64. Da ciò discende
che i diritti sociali «tipici»65 o propriamente detti sono quelli in cui si rin-
viene, contemporaneamente e necessariamente, l’elemento strutturale
della pretensività e quello funzionale della redistributività (oltre alla loro
comune scaturigine storica); essi soli saranno dunque oggetto della se-
guente indagine. Ex adverso, infatti, l’eventuale e alternativo abbandono
dell’uno o dell’altro punto di osservazione, vòlto ad un ampliamento del-
la categoria dei diritti sociali a beneficio di situazioni soggettive di van-
taggio che non siano strutturalmente pretensive e, allo stesso tempo,
funzionalmente redistributive, ci pare comprometta la grammatica dei
diritti in questione, con il tangibile rischio, sul piano ricostruttivo, di in-
correre in «insuperabili difficoltà definitorie»66 e, su quello euristico, di
produrre un «nome privo di concetto»67, un’«astratta quanto inutile con-
cettualizzazione cara a certa dottrina costituzionalista»68.
64 N. BOBBIO, Intorno all’analisi funzionale del diritto, [1975], rist. L’analisi funzionale del diritto, in
Sociali nella Costituzione Italiana e gli Strumenti di Garanzia, in Problemi e prospettive in tema di tutela costi-
tuzionale dei diritti sociali, a cura di F.F. Scaff et al., Milano, 2009, p. 57.
67 L. PALADIN, Diritto costituzionale, III ed., Padova, 1998, p. 660.
68 L. MONTUSCHI, Art. 32, 1° comma, in Commentario della Costituzione, a cura di G. Branca, Bo-
12
Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
tante riflessione sullo sviluppo dei diritti proposta da T.H. MARSHALL, Citizenship and Social Class,
[1950], trad. it. Cittadinanza e classe sociale, Roma-Bari, 2002, pp. 16 ss., per cui i diritti civili, i diritti
politici e, infine, i diritti sociali sarebbero tutti elementi costitutivi di un unico paradigma di citta-
dinanza, però manifestatisi in epoche diverse e in successione tra loro; per una riconduzione delle
varie tipologie dei diritti all’interno di più «generazioni» – la seconda delle quali riguarderebbe i
diritti sociali – si veda, per tutti, N. BOBBIO, Introduzione, [1990], in ID., L’età dei diritti, Torino,
1997, p. XIV; naturalmente, in queste ipotesi di lettura, «non sono i “diritti” ad essere classificati,
ma l’evento storico della comparsa della relativa rivendicazione» (R. BIN, Diritti e fraintendimenti, in
Ragion pratica, 2000, p. 15); sul punto, cfr. altresì, da ultimo, A. PACE, I diritti del consumatore, in Li-
ber amicorum in onore di Angel Antonio Cervati, Roma, 2010, vol. IV, pp. 4 ss.; A. PIZZORUSSO, Le
“generazioni” dei diritti nel costituzionalismo moderno, in Diritto di welfare, a cura di M. Campedelli et al.,
Bologna, 2010, pp. 68-69.
13
Diritti sociali
72 P. COSTA, Alle origini, cit. nt. 51, p. 297, il quale parla, in proposito, de «l’apologia, la pa-
linodia e il superamento del modello giuspolitico liberale, in un arco che dagli anni Quaranta, rag-
giunge gli anni Ottanta [dell’Ottocento]» (ivi, p. 302); sul punto, cfr. altresì G. OESTREICH, Ge-
schichte der Menschenrechte und Grundfreiheiten im Umriß, [1978], trad. it. Storia dei diritti umani e delle li-
bertà fondamentali, Roma-Bari, 2002, pp. 130-131.
73 L. VON STEIN, Geschichte der sozialen Bewegung in Frankreich von 1789 bis auf unsere Tage, [1850],
rist., Hildesheim, 1959, vol. III, p. 104; infatti, «die Freiheit ist erst eine wirkliche in dem, der die
Bedingungen sind in allgemeinen in der besitzenden Klasse vorhanden» (ibidem).
74 ID., Die Verwaltungslehre, [1865-1868], trad. it. parz. La scienza della pubblica amministrazione,
Torino, 1897, p. 963; ma il punto era già stato còlto in ID., Geschichte der socialen Bewegung in Frank-
reich von 1789 bis auf unsere Tage, [1850], trad. it. parz. La dottrina della Repubblica, in ID., Opere scelte,
Milano, 1986, pp. 366-367.
75 C.F. VON GERBER, Ueber öffentliche Rechte, [1852], trad. it. Sui diritti pubblici, in ID., Diritto
14
Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
79 G. JELLINEK, System der subjektiven öffentlichen Rechte, [II ed., 1905], trad. it. Sistema dei diritti
da parte di C. MORTATI, Istituzioni di diritto pubblico, IX ed., Padova, 1976, vol. II, p. 1133.
81 Si veda, naturalmente, G.W.F. HEGEL, Grundlinien der Philosophie des Rechts, [1821], trad. it.
Lineamenti di filosofia del diritto, Roma-Bari, 1999, pp. 195 ss. («giacché lo stato è spirito oggettivo,
l’individuo stesso ha oggettività, verità ed eticità soltanto in quanto è un membro del medesimo»:
ivi, p. 196); nonché, paradigmaticamente, V.E. ORLANDO, Introduzione, in Primo trattato completo di
diritto amministrativo italiano, cit. nt. 77, vol. I, pp. 34 ss.
82 Sulla cui genealogia si rinvia a M. BENVENUTI, La letteratura, il 1870 e la tradition républi-
caine in Francia, in Liber amicorum in onore di Angel Antonio Cervati, cit. nt. 71, vol. I, pp. 225 ss.
83 Su cui si rinvia, per tutti, a G. FERRARA, La Costituzione, Milano, 2006, pp. 140 ss.
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Diritti sociali
détruisant la notion abstraite et a priori de l’homme isolé, la connaissance des lois de la solidarité
naturelle détruit du même coup la notion également abstraite et a priori de l’Etat, isolé de l’homme
et opposé à lui comme un sujet de droits distincts ou comme une puissance supérieure à laquelle
il serait subordonné» (ivi, p. 79).
92 Sul punto, si rinvia, ancora, a F. PIZZOLATO, Fraternità, cit. nt. 20, pp. 380-381.
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Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
93 D. BIFULCO, I diritti sociali declinati al singolare, ovvero della vocazione di fonte giuridica propria del
“diritto sociale”, in Evoluzione dello Stato delle autonomie e tutela dei diritti sociali, a cura di L. Chieffi, Pa-
dova, 2001, p. 119.
94 L. DUGUIT, Le Droit social, le droit individuel et la transformation de l’état, [II ed., 1922], trad. it.
Il diritto sociale, il diritto individuale e la trasformazione dello Stato, in ID., Le trasformazioni dello Stato, To-
rino, 2003, p. 97.
95 D. BIFULCO, L’inviolabilità, cit. nt. 2, p. 113.
96 M. HAURIOU, La Théorie de l’institution et de la fondation, [1925], trad. it. Teoria dell’istituzione e
della fondazione, in ID., Teoria dell’istituzione e della fondazione, Milano, 1967, pp. 12-13.
97 G. GURVITCH, La Déclaration des droits sociaux, [1946], trad. it. La dichiarazione dei diritti sociali,
Soveria Mannelli, 2004, p. 44; nonché, già precedentemente, ID., L’Idée du droit social, [1932], rist.,
Aalen, 1972, p. 28.
98 Invero, merita senz’altro un cenno la precedente Costituzione politica degli Stati uniti
messicani del 1917, il cui lungo ed elaborato art. 123 disciplina il lavoro e la previdenza sociale.
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99 Così F. PERGOLESI, Alcuni lineamenti dei “diritti sociali”, [1953], rist. Appunti su alcuni
lineamenti dei “Diritti Sociali”, in ID., Scritti minori, Sala bolognese, 1988, vol. I, p. 116.
100 H. SINZHEIMER, Die Demokratisierung des Arbeitsrechts, [1928], trad. it. La democratizzazione
zioni di tale «modernizzazione», si rinvia, per tutti, a J. ALBER, Von Armenhaus zum Wohlfahrtstaat,
[1982], trad. it. Dalla carità allo stato sociale, Bologna, 1987, pp. 85 ss.
103 F. DE FELICE, Il welfare state, in Studi storici, 1984, p. 631.
104 A. BALDASSARRE, Diritti, cit. nt. 13, p. 6.
105 In questo senso, da ultimo, P. COSTA, I diritti, cit. nt. 52, p. 47.
106 F. RIMOLI, Stato sociale (dir. cost.), in Enciclopedia giuridica, Roma, 2004, vol. XXXIV, p. 6.
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Cap. I - Vicende storiche e teoriche dei diritti sociali
boante, come nel caso della Costituzione dell’URSS del 1936 e, special-
mente, dei suoi artt. 118 ss. – risulta del tutto assente la dimensione sog-
gettiva caratteristica dei diritti costituzionali, venendo così meno il carat-
tere rivendicativo di questi, che, come si è visto (supra, § I.2), costituisce a
tutti gli effetti un tratto ineliminabile e storicamente qualificato (anche)
dei diritti sociali. In entrambi i regimi politici, dunque, seppure per ragio-
ni e con esiti che vanno tenuti necessariamente distinti, le proclamazioni
costituzionali di ordine economico-sociale – è stato detto – «rimangono
lì come una pietra di paragone, come la testimonianza continua d’una
cattiva coscienza»107.
Solo negli Stati democratici, dunque, pur con tutte le contraddizioni
proprie delle diverse forme storiche da questi assunte, la prospettiva del-
l’incorporazione dei diritti sociali all’interno della dimensione costituzio-
nale – la quale assume, contestualmente e non a caso, il carattere della
rigidità, con forme e modalità procedimentali poste a garanzia del vicen-
devole rispetto delle regole del gioco108 – è espressione eminente di «una
certa tendenza politica, che si può riassumere con sufficiente esattezza nell’e-
sigenza di estendere l’applicazione del principio democratico oltre la sfe-
ra dei tradizionali rapporti politici, strettamente intesi, alla intera struttura
complessiva della comunità statale, correggendo ed attenuando le conse-
guenze – o le conseguenze più gravi – dell’assetto economico-sociale
fondato sul principio della proprietà»109. La democrazia, infatti, fa
«v[enir]e alla luce l’autentica consistenza dell’intero tessuto sociale (che
non esclude più nessuno de suoi componenti)»110; e i diritti sociali, da
parte loro, proprio e solo all’interno di questo specifico assetto politico-
107 Così, da ultimo, S. RODOTÀ, Diritti e libertà nella storia d’Italia, Roma, 2011, p. VIII; per
questa decisiva ragione appare fuori fuoco il timore, paventato da D. BIFULCO, L’inviolabilità, cit.
nt. 2, p. 146 (e ripreso da A. D’ALOIA, Storie “costituzionali” dei diritti sociali, in Scritti in onore di Miche-
le Scudiero, Napoli, 2008, vol. II, p. 695), sulla scia di quanto illo tempore sostenuto da G. GUR-
VITCH, La Déclaration, cit. nt. 97, pp. 95-96, che «guardando ai diritti sociali unicamente come di-
ritti di prestazione (…) una forma di Stato potrà insomma definirsi sociale, ma non anche – ci
sembra – democratica».
108 Per questa fondamentale prospettiva, si veda, in primo luogo, H. KELSEN, Vom Wesen und
Wert der Demokratie, [II ed., 1929], trad. it. Essenza e valore della democrazia, in ID., La democrazia, Bo-
logna, 1988, p. 102.
109 V. CRISAFULLI, Costituzione, cit. nt. 24, p. 118, il quale riprende un tema svolto da B. MIR-
KINE GUETZÉVITCH, Les Nouvelles tendances, cit. nt. 13, pp. 44 e 85 ss.
110 G. COCCO, Riflessioni minime sui diritti sociali, in Rassegna di diritto pubblico europeo, 2006, fasc.
II, p. 11; sul nesso tra il principio sociale e il principio democratico, cfr. altresì G.M. SALERNO,
Una seconda “generazione” di diritti si aggiunge alla prima, in Studiando i diritti, a cura di M. Patrono, To-
rino, 2009, p. 77.
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119 C. SCHMITT, Verfassungslehre, [1928], trad. it. Dottrina della costituzione, Milano, 1984, p. 52.
120 Ibidem; speculare ma analoga è la critica proposta da O. KIRCHHEIMER, Weimar - und was
dann?, [1930], trad. it. Analisi di una Costituzione, in ID., Costituzione senza sovrano, Bari, 1982, p. 65.
121 C. SCHMITT, Verfassungslehre, cit. nt. 119, p. 227; nonché, con riferimento alla successiva
am Main, 1977, pp. 22 ss.; nonché E. TATARIN-TARNHEYDEN, Artikel 165, in Die Grundrechte und
Grundpflichten der Reichsverfassung, a cura di H.C. Nipperdey, Berlin, 1930, vol. III, pp. 522 ss.; si
noti, incidentalmente, come la «democrazia economica» sia qualcosa di diverso dalla «democrazia
industriale», posto che la prima riguarda la redistribuzione e la seconda la produzione (C.B. MACPHER-
SON, The Prospects of Economic and Industrial Democracy, [1985], trad. it. Le prospettive della democrazia
economica e della democrazia industriale, in ID., Ascesa e caduta della giustizia economica, Roma, 1990, pp.
52-53; nonché infra, § II.8, a proposito dell’art. 46 Cost.); pertanto, la «democrazia economica» è
parimenti ben diversa dalla c.d. codeterminazione (Mitbestimmung) della successiva Repubblica fe-
derale di Germania, posto che quest’ultima, a differenza della prima, si sviluppa a livello unica-
mente aziendale, in una logica «del tutto avulsa, quindi, da un quadro più generale di riforma (o di
elementi di riforma) dei rapporti di produzione e da qualsiasi tipo di Mitbestimmung “superazienda-
le”» (G. GHEZZI, Art. 46, in Commentario della Costituzione, a cura di G. Branca, Bologna-Roma,
1980, p. 101).
124 F.L. NEUMANN, Die soziale Bedeutung der Grundrechte in der Weimarer Verfassung, [1930], trad.
it. Il significato sociale dei diritti fondamentali nella costituzione di Weimar, in ID., Il diritto del lavoro fra demo-
crazia e dittatura, Bologna, 1983, p. 136.
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nerale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, in ID., Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della
moneta e altri scritti, Torino, 1994, p. 543.
129 H. HELLER, Staatslehre, [1934], trad. it. Dottrina dello Stato, Napoli, 1988, p. 24.
130 K. POLANYI, The Great Transformation, [1944], trad. it. La grande trasformazione, Torino,
2000, pp. 141 ss., il quale rimarca come «non vi era nulla di naturale nel laissez-faire. I mercati
liberi non avrebbero mai potuto esistere se si fossero lasciate le cose al loro posto» (ivi, p. 178).
131 F. CAFFÈ, Introduzione a In difesa del “Welfare State”, [1986], rist. in ID., Un economista per
gli uomini comuni, Roma, 2007, p. 395, il quale nota come proprio nella riflessione keynesiana vi sia
«una visione del mondo che affida alla responsabilità dell’uomo le possibilità del miglioramento
sociale» (ivi, p. 397); sul punto, cfr. altresì infra, § II.5.
132 F.D. ROOSEVELT, I Pledge You - I Pledge Myself to a New Deal for the American People, [1932],
trad. it. “New Deal Speech”, in F.D. Roosevelt, a cura di D. Frezza, s.d., s.l. [ma Siena], p. 116.
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133 Si veda, in particolare, ID., The Annual Message to the Congress, [1941], trad. it. Discorso delle
“Quattro Libertà”, ivi, p. 317, con riferimento al tema della «libertà dal bisogno».
134 Su cui, specialmente, G.B. SHAW, Preface, [1889], trad. it. Prefazione, in ID. et al., Saggi fabia-
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