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MODERN MONEY THEORY ITALIA

MMT ITALIA
Costituzione italiana
➢ PREMESSA
e Trattati europei:
➢ LE FONTI:
l'incompatibilità dei modelli economici • La struttura della Costituzione
• Le discussioni in Assemblea costituente

➢ LE FONDAMENTA

➢ IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE

➢ LE FONDAMENTA DEL MODELLO EUROPEO

➢ IL CONFRONTO
PREMESSA Le motivazioni economiche

POTENZIALITA’ DELLA MONETA MODERNA SOVRANA

• Lo Stato non può "andare in rovina" o “finire“ il denaro.

• Lo Stato non è operativamente vincolato alle entrate erariali.

• Lo Stato non ha bisogno di prendere in prestito la propria valuta.

• Lo Stato non ha vincolo di spesa se non quello auto-imposto.

• Lo Stato può stabilire il tasso di interesse, a qualsiasi livello.

• Lo Stato ha un ampio spazio di politica economica.

• Lo Stato può perseguire politiche di piena occupazione.


LE FONTI La struttura della Costituzione

PARTE SECONDA - ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA


PRINCIPI FONDAMENTALI (Articoli 1-12)
PRINCIPI FONDAMENTALI (Articoli 1-12) • TITOLO I - IL PARLAMENTO
Sezione I - Le Camere (Articoli 55-69)
Sezione II - La formazione delle leggi (Articoli 70-82)
PARTE PRIMA - DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
PARTE PRIMA - DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI • TITOLO II - IL PRESIDENTE DELLA
• TITOLO I - RAPPORTI CIVILI (Articoli 13-28) REPUBBLICA (Articoli 83-91)
• TITOLO I - RAPPORTI CIVILI (Articoli 13-28)
• TITOLO II - RAPPORTI ETICO-SOCIALI (Articoli 29-34) • TITOLO III - IL GOVERNO
• TITOLO II - RAPPORTI ETICO-SOCIALI (Articoli 29- Sezione I - Il Consiglio dei Ministri (Articoli 92-96)
• TITOLO
34) III - RAPPORTI ECONOMICI (Articoli 35-47) Sezione II - La pubblica Amministrazione (Articoli 97-
98)
• •TITOLO IV -IIIRAPPORTI
TITOLO POLITICI
- RAPPORTI (Articoli
ECONOMICI 48-54)35-47)
(Articoli Sezione III - Gli organi ausiliari (Articoli 99-100)

• TITOLO IV - RAPPORTI POLITICI (Articoli 48-54) • TITOLO IV - LA MAGISTRATURA


Sezione I - Ordinamento giurisdizionale (Articoli 101-
110)
Sezione II - Norme sulla giurisdizione (Articoli 111-113)

• TITOLO V - LE REGIONI, LE PROVINCIE, I


COMUNI (Articoli 114-133)

• TITOLO VI - GARANZIE COSTITUZIONALI


Sezione I - La Corte costituzionale (Articoli 134-137)
Sezione II - Revisione della Costituzione. Leggi
Costituzionali (Articoli 138-139)

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI (I-XVIII)


LE FONTI La struttura della Costituzione

ART. 27. ART. 27. Legge cost. 2 ottobre 2007, n. 1.


La responsabilità penale è personale. La responsabilità penale è personale.
L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso devono tendere alla rieducazione del condannato.
di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte.
Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle
leggi militari di guerra.

ART. 48. ART. 48. Legge cost. 17 gennaio 2000, n. 1


Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei
dovere civico. cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi
civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla
indegnità morale indicati dalla legge. legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di
sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

ART. 51. ART. 51. Legge cost. 30 maggio 2003, n. 1


Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e
uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti
secondo i requisiti stabiliti dalla legge. dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le
La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche pari opportunità tra donne e uomini.
elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla La legge può, per l’ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare
Repubblica. ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica.
Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo
tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro.
di lavoro.
LE FONTI Le discussioni in Assemblea Costituente

LA NASCITA DELLA COSTITUZIONE

L'apertura dell'Assemblea Costituente


25 giugno 1946

La votazione finale della Costituzione


22 dicembre 1947
LEFONDAMENTA Il fondamento lavoristico

ARTICOLO 1

L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.


La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

ARTICOLO 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

ARTICOLO 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.
LEFONDAMENTA Il Compito della Repubblica

Ora, coloro i quali sostengono che questa


affermazione, che questo riconoscimento non
hanno che un semplice carattere
programmatico, errano, a mio modo di
vedere, perché questa garanzia rappresenta,
effettivamente, una norma costituzionale,
ossia un impegno che il legislatore
costituzionale affida al legislatore ordinario,
quello di emanare leggi e disposizioni, le
quali attuino questa garanzia e la rendano
effettiva.

RICCARDO RAVAGNAN – Partito Comunista Italiano


LEFONDAMENTA Il Compito della Repubblica

Teniamo comunque a precisare che


l'introduzione di queste parole conferisce a
tutto l'articolo un più particolare e più
pregnante significato, in quanto i limiti che
sono posti oggi alla libertà e all'eguaglianza
dei cittadini non sono limiti di ordine formale,
ma sono appunto limiti di fatto che la
Repubblica si impegna a superare, attraverso
lo svolgimento di una particolare politica
sociale e attraverso l'attuazione di quegli
stessi principî che noi avremo introdotto
nella Costituzione.

RENZO LACONI– Partito Comunista Italiano


LEFONDAMENTA Il Compito della Repubblica

E compito di rimuovere gli ostacoli che


impediscono il pieno sviluppo della persona
umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una
giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a
tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo.
Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà
veramente dire che la formula contenuta nell’art.
primo - «L’Italia e una Repubblica democratica
fondata sul lavoro» - corrisponderà alla realtà.

PIERO CALAMANDREI – Partito d’Azione


LEFONDAMENTA Il fondamento lavoristico

ARTICOLO 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il


diritto al lavoro e promuove le condizioni
che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere,
secondo le proprie possibilità e la propria
scelta, un'attività o una funzione che
concorra al progresso materiale o
spirituale della società.
LEFONDAMENTA Il fondamento lavoristico

Questo è vero. Noi non siamo in grado oggi di stabilire


delle garanzie e delle sanzioni per la realizzazione e la
concretizzazione di questi diritti; ma qualcosa
possiamo fare: noi possiamo fissare i principî,
possiamo stabilire le direttive entro le quali dovrà
orientarsi il legislatore di domani, possiamo aprire la
strada a questo legislatore, togliere alcuni limiti alla
sua azione.

In questo senso possiamo introdurre alcuni elementi di


una economia nuova, possiamo predisporre
l'intervento dello Stato nella vita economica, possiamo
prevedere la necessità e la facoltà per lo Stato di
attuare determinati piani generali che possano
coordinare le diverse attività economiche secondo
un'unica direttiva e rivolgere l'attività produttiva del
Paese verso gli interessi delle grandi masse lavoratrici.
RENZO LACONI– Partito Comunista Italiano
LEFONDAMENTA Il fondamento lavoristico

Certo, non è vero oggi che la democrazia italiana, che


la Repubblica italiana sia in grado di garantire a tutti il
lavoro, che sia in grado di garantire a tutti un salario
adeguato alle proprie esigenze familiari; ma il senso
profondo di questi articoli nell'armonia complessa
della Costituzione, dove tutto ha un suo significato, e
dove ogni parte si integra con le altre parti, sta proprio
in questo: che finché questi articoli non saranno veri,
non sarà vero il resto; finché non sarà garantito a tutti
il lavoro, non sarà garantita a tutti la libertà; finché
non vi sarà sicurezza sociale, non vi sarà veramente
democrazia politica; o noi realizzeremo interamente
questa Costituzione, o noi non avremo realizzata la
democrazia in Italia.

LELIO BASSO– Partito Socialista Italiano


LEFONDAMENTA Il fondamento lavoristico

Come i muri maestri di


una casa poggiano sulle
fondazioni, così la
struttura sociale della
democrazia italiana
poggia sul fondamento
del lavoro.

GIORGIO LA PIRA– Democrazia Cristiana


LEFONDAMENTA Il Compito della Repubblica

.............dare lavoro a tutti, dare


una giusta retribuzione a tutti,
dare una scuola a tutti, dare a
tutti gli uomini dignità di uomo.
……………………………..

PIERO CALAMANDREI – Partito d’Azione


IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

Occorre qualche cosa di più e di diverso;


occorre cioè che, se anche non siamo in
grado di scrivere quello che è scritto nella
Costituzione staliniana, cioè i mezzi concreti
con cui si garantiscono il lavoro, il riposo, le
assicurazioni, l’istruzione di tutti i lavoratori,
indichiamo però il metodo generale che deve
essere seguito dal nuovo Stato democratico
repubblicano per riuscire a garantire questi
nuovi diritti.

PALMIRO TOGLIATTI– Partito Comunista Italiano


IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

ARTICOLO 41

L'iniziativa economica privata è libera.


Non può svolgersi in contrasto con l'utilità
sociale o in modo da recare danno alla
sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli
opportuni perché l'attività economica
pubblica e privata possa essere indirizzata
e coordinata a fini sociali.
IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

Tutti capiscono la realtà della vita economica


di oggi; tutti hanno visto come si sia
sviluppata la vita economica nell'Europa
capitalista, dove si è assistito a forme di
concentrazione della ricchezza nelle mani di
pochi, e come ne siano derivati
sconvolgimenti sociali, la miseria, la guerra, il
fascismo, la tirannide, che ha soppresso la
libertà democratica.
È a questo che si cerca di porre riparo.

PALMIRO TOGLIATTI– Partito Comunista Italiano


IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

….data l'attuale situazione di fatto, nella quale


esistono larghe crisi periodiche di disoccupazione
mentre non è attuata una effettiva e consapevole
partecipazione della massa lavoratrice al
meccanismo produttivo, sorge il problema:
l'ordinamento economico liberale, che ha creato
questi due fatti, ha una virtù interna tale da poterli
superare?
La risposta non può essere che negativa.

Di qui la domanda: qual è lo strumento economico


nuovo e quindi la nuova struttura economica capace
di superare questi due fatti?

Respinto l'ordinamento liberale, occorre creare una


struttura economica nuova, la quale realizzi quella
dignità della persona umana sulla quale tutti sono
d'accordo.

GIORGIO LA PIRA– Democrazia Cristiana


IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

Gli economisti — i migliori — riconoscono


che il loro edificio teorico, la scienza
creata dall'Ottocento, non regge più sul
presupposto di una economia di mercato
e di libera concorrenza, che è venuto
meno, non soltanto per gli interventi dello
Stato, ma in maggior scala per lo sviluppo
di tendenze e di monopoli delle imprese
private.

MEUCCIO RUINI – Partito Socialista italiano


IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

il problema… di controllare, dal punto di vista


sociale, lo sviluppo dell’attività economica,
senza accedere totalmente a un’economia
collettiva o collettivizzata, e senza d’altra
parte lasciare totalmente libere le forze
individualistiche, ma cercando di sfruttarle,
disciplinandole e regolandole al fine di
raggiungere determinati obiettivi sociali.

AMINTORE FANFANI– Democrazia Cristiana


IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

…un sistema che possiamo caratterizzare


come un capitalismo nel quale lo Stato ha un
ruolo marginale, vincolato dal sistema aureo e
non governato fu sostituito da un capitalismo
nel quale lo Stato ha un ruolo rilevante,
flessibile grazie al contributo della banca
centrale e governato attivamente.

Hyman Minsky - Economista


IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

ARTICOLO 47

La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio, in tutte le sue forme, disciplina coordina e controlla il
credito.
Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice
e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese
IL MODELLO ECONOMICO COSTITUZIONALE Il modello economico costituzionale

❖La centralità del lavoro


❖L’intervento dello Stato nell’economia

Un modello economico costituzionale di stampo Keynesiano


finalizzato a non considerare il lavoro una merce o un fattore
produttivo come gli altri perché in esso si riflette la dignità
della singola persona umana.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Le fondamenta

❖Ruolo marginale dello Stato


❖Forte concorrenza
❖Stabilità dei prezzi
❖Indipendenza della Banca centrale dai governi

Liberismo regolato (Ordoliberismo)


IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Il modello socio-economico costituzionale

SOVRANO È IL
POPOLO

COSTITUZIONE
Limita l’attività legislativa entro
principi fondamentali
e inderogabili

POLITICA
Produce le leggi
anche quelle costituzionali

LEGGI
Normano l’attività economica
e sociale

ECONOMIA
Determina la vita quotidiana di
ciascuno di noi
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Il modello socio-economico europeo

ECONOMIA
Determina la vita quotidiana di
ciascuno di noi

COSTITUZIONE
Limita l’attività legislativa entro
principi fondamentali
e inderogabili

POLITICA
Produce le leggi
anche quelle costituzionali

LEGGI
Normano l’attività economica
e sociale

IL POPOLO
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Le fondamenta

TRATTATO DI LISBONA
Protocollo (n. 12)
SULLA PROCEDURA PER I DISAVANZI ECCESSIVI
Articolo 1
I valori di riferimento di cui all'articolo 126, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento
dell'Unione europea sono:
— il 3 % per il rapporto fra il disavanzo pubblico, previsto o effettivo, e il prodotto interno lordo ai
prezzi di mercato,
— il 60 % per il rapporto fra il debito pubblico e il prodotto interno lordo ai prezzi di mercato.

FISCAL COMPACT
Articolo 3
1. Le parti contraenti applicano le regole enunciate nel presente paragrafo in aggiunta e fatti
salvi i loro obblighi ai sensi del diritto dell'Unione europea:
a) la posizione di bilancio della pubblica amministrazione di una parte contraente è in pareggio
o in avanzo;
Articolo 4
Quando il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo di una parte contraente
supera il valore di riferimento del 60% di cui all'articolo 1 del protocollo (n. 12) sulla procedura
per i disavanzi eccessivi, allegato ai trattati dell'Unione europea, tale parte contraente opera una
riduzione a un ritmo medio di un ventesimo all’anno.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Le fondamenta

TRATTATO DI LISBONA
Articolo 125

L'Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli
enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese
pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la
realizzazione in comune di un progetto economico specifico.

TRATTATO DI LISBONA
Articolo 123

Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia,
da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in
appresso denominate «banche centrali nazionali»), a istituzioni, organi od organismi dell'Unione,
alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di
diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di
essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO L’obiettivo primario

TRATTATO DI LISBONA
Articolo 3

3. L'Unione instaura un mercato interno. Si


adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa,
PIERO CALAMANDREI
basato su una crescita economica equilibrata
e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia
sociale di mercato fortemente competitiva,
che mira alla piena occupazione e al ….. dare lavoro a tutti, dare una giusta
progresso sociale, e su un elevato livello di retribuzione a tutti, dare una scuola a
tutela e di miglioramento della qualità tutti, dare a tutti gli uomini dignità di
dell'ambiente. Essa promuove il progresso
uomo
scientifico e tecnologico.

Il NAIRU (Non-Accelerating Inflation Rate of Unemployment), indica il tasso di disoccupazione che


mantiene costante il livello d'inflazione.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO L’obiettivo primario

POLITICA ECONOMICA E MONETARIA

TRATTATO DI LISBONA
Articolo 119

2. Parallelamente, alle condizioni e secondo le


procedure previste dai trattati, questa azione
comprende una moneta unica, l'euro, nonché
la definizione e la conduzione di una politica
monetaria e di una politica del cambio uniche,
che abbiano l'obiettivo principale di
mantenere la stabilità dei prezzi e, fatto salvo
questo obiettivo, di sostenere le politiche
economiche generali nell'Unione
conformemente al principio di un'economia di
mercato aperta e in libera concorrenza.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO L’obiettivo primario

POLITICA MONETARIA

TRATTATO DI LISBONA
Articolo 127

L'obiettivo principale del Sistema europeo di


banche centrali, in appresso denominato
«SEBC», è il mantenimento della stabilità dei
prezzi.
Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi,
il SEBC sostiene le politiche economiche
generali nell'Unione al fine di contribuire alla
realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti
nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea.
Il SEBC agisce in conformità del principio di
un'economia di mercato aperta e in libera
concorrenza, favorendo una efficace
allocazione delle risorse e rispettando i principi
di cui all'articolo 119.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO L’obiettivo primario

Quali sono i presupposti


su cui si basano le
decisioni di politica
economica, che poi
vengono attuate, per
combattere l’inflazione?
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Principi di base
La curva di Phillips La Teoria Quantitativa della Moneta

A parità di velocità di circolazione e quantità di


produzione i prezzi sono determinati dalla
quantità di moneta

M x Vk = P x Yk

Curva di Phillips – Italia 1960- 2018

Le due assunzioni alla base della formulazione di


Fisher non hanno trovato riscontro dall’evidenza
empirica poiché, né la velocità di circolazione
della moneta è costante, tantomeno il sistema
economico è caratterizzato sempre da
condizioni di pieno impiego.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO A chi conviene?

E allora, se i presupposti su
cui si basano le decisioni di
politica economica per
combattere l’inflazione, non
trovano riscontro nella
realtà, chi trae vantaggi
dalla stabilità dei prezzi ?
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO A chi conviene?

annual rate 10%


montly rate 0,909%

Reddito Capacità di acquisto Capitale Capacità di acquisto


gen 1.000 1.000 100,0% 12.000 12.000
feb 1.009 1.000 99,1%
mar 1.018 1.000 98,2%
apr 1.028 1.000 97,3%
mag 1.037 1.000 96,4%
giu 1.046 1.000 95,6%
lug 1.056 1.000 94,7%
ago 1.065 1.000 93,9%
set 1.075 1.000 93,0%
ott 1.085 1.000 92,2%
nov 1.095 1.000 91,3%
dic 1.105 1.000 90,5%
12.000 11.423 12.000 10.909
95,19% 90,91% differenza 4,28%

ECONOMIA REALE ECONOMIA FINANZIARIA


IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO I saldi del bilancio dello Stato
A B C D E F 1
Totale Interessi Spesa Primaria Indebitamento netto Saldo primario DEFICIT
ANNI Totale uscite
entrate passivi (B-C) (B-A) (A-D)
Dati in milioni di euro
Settore
1992 364.534 448.165 98.534 349.631 83.631 14.903 Governo
Privato
1993 386.612 469.942 105.040 364.902 83.330 21.710
1994 392.373 472.166 99.704 372.462 79.793 19.911
1995 429.479 499.713 109.794 389.919 70.234 39.560 SURPLUS
1996 458.361 528.191 115.611 412.580 69.830 45.781
1997 499.920 527.970 97.448 430.522 28.050 69.398 27
1998 504.326 534.807 86.282 448.525 30.481 55.801
1999 522.956 542.506 74.367 468.139 19.550 54.817
2000 540.421 549.686 74.864 474.822 9.265 65.599
2001 562.341 600.464 78.386 522.078 38.123 40.263 RISORSE SOTTRATTE
2002 576.898 614.984 72.520 542.464 38.086 34.434
2003 601.859 648.696 68.573 580.123 46.837 21.736
ALL’ECONOMIA REALE
2004 619.227 668.257 66.227 602.030 49.030 17.197
2005 631.967 693.868 66.534 627.334 61.901 4.633
2006 680.997 730.918 69.096 661.822 49.921 19.175 845.964
2007 724.392 747.933 77.452 670.481 23.541 53.911
2008 731.707 774.412 81.313 693.099 42.705 38.608
2009 715.738 797.479 70.408 727.071 81.741 - 11.333
2010 732.373 800.494 68.836 731.658 68.121 715 RISORSE IMMESSE
2011 747.781 804.735 76.416 728.319 56.954 19.462 NELL’ECONOMIA
2012 771.683 819.221 83.566 735.655 47.538 36.028
2013 772.023 818.982 77.568 741.414 46.959 30.609 FINANZIARIA
2014 776.598 825.534 74.340 751.194 48.936 25.404
2015 784.041 826.429 68.440 757.989 42.388 26.052
2016
2017
788.502
799.908
829.311
839.599
66.272
65.641
763.039
773.958
40.809
39.691
25.463
25.950
2.219.527
2018 816.113 853.618 64.979 788.639 37.505 27.474
2019 829.680 868.293 61.316 806.977 38.613 22.703
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO L’occupazione

OCCUPAZIONE

TRATTATO DI LISBONA
Articolo 145

Gli Stati membri e l'Unione, in base al


presente titolo, si adoperano per
sviluppare una strategia coordinata a
favore dell'occupazione, e in particolare
a favore della promozione di una forza
lavoro competente, qualificata,
adattabile e di mercati del lavoro in
grado di rispondere ai mutamenti
economici, al fine di realizzare gli
obiettivi di cui all'articolo 3 del trattato
sull'Unione europea.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Le riforme del mercato del lavoro

Legge n°196, 1997 – PACCHETTO TREU

Legge delega n°30, 2003 – LEGGE BIAGI

L’art. 8 della legge 148 del


2011 convertito in legge 148/2011 dal
titolo “Sostegno alla contrattazione
collettiva di prossimità”
Costituzione della Repubblica Italiana
Legge n°92, 2012 – LEGGE FORNERO
«…….di riformare ulteriormente
Art. 36. il sistema di
contrattazione salariale collettiva, permettendo
Legge n°183, 2014 – JOBS ACT Ilaccordi
lavoratore ha indiritto
al livello d'impresa modo da ad una
ritagliare i
retribuzione proporzionata
salari e le condizioni di lavoro alla
alle quantità
esigenze
especifiche
qualitàdelle
delaziende.»
suo lavoro e in ogni caso
sufficiente ad assicurare a sé e alla
famiglia un’esistenza libera e
dignitosa.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Indipendenza Banca Centrale Europea

POLITICA ECONOMICA E MONETARIA

TRATTATO DI LISBONA
Articolo 130

Nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento


dei compiti e dei doveri loro attribuiti dai
trattati e dallo statuto del SEBC e della BCE, Costituzione della Repubblica Italiana
né la Banca centrale europea né una banca
centrale nazionale né un membro dei
rispettivi organi decisionali possono Art. 47.
sollecitare o accettare istruzioni dalle
istituzioni, dagli organi o dagli organismi
dell'Unione, dai governi degli Stati membri né La Repubblica incoraggia e tutela il
da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni, gli risparmio in tutte le sue forme;
organi e gli organismi dell'Unione nonché i disciplina, coordina e controlla
governi degli Stati membri si impegnano a
rispettare questo principio e a non cercare di l’esercizio del credito.
influenzare i membri degli organi decisionali
della Banca centrale europea o delle banche
centrali nazionali nell'assolvimento dei loro
compiti.
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Indipendenza Banca Centrale Europea

Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il
suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.

➢ È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione
dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura
di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.

➢ È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico.

➢ Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando
le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.

➢ Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni
elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica
parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che
renda più stringenti le regole di bilancio.
Lo SPREAD, strumento di «persuasione»

23 luglio 2012 26 luglio 2012


Napolitano firma 512,12
Fiscal Compact Mario Draghi
Governo Monti
MES “whatever it
Novembre 2011
takes”
498,40

Lettera della BCE al Governo


del 5 Agosto 2011

Nei primi sei mesi del


2011 Deutsche Bank
taglia l'esposizione verso
le obbligazioni italiane
dell'88% 31 luglio 2011
373,70

3 aprile
2011 126,30
IL MODELLO ECONOMICO EUROPEO Il modello socio-economico europeo

IL LIBERISMO

Il liberismo è una dottrina e una politica economica che considera come condizione ottimale di
funzionamento del sistema economico quella risultante dalla libera iniziativa dei singoli individui, che nel
perseguimento del proprio interesse non devono essere condizionati né ostacolati da nessun vincolo
esterno imposto dall’interferenza dello Stato.

"chiunque abbia l’esclusivo controllo sui mezzi


deve anche determinare quali fini debbono
essere realizzati, quali valori debbano venir
considerati come superiori e inferiori:
in breve, cosa gli uomini devono credere e a
che cosa aspirare"
(Hayek, 1995, p.144)
INCOMPATIBILITA’ COSTITUZIONE E TRATTATI Luciano Barra Caracciolo

"chiunque abbia l’esclusivo controllo sui mezzi


deve anche determinare quali fini debbono
essere realizzati, quali valori debbano venir
considerati come superiori e inferiori:
in breve, cosa gli uomini devono credere e a
che cosa aspirare"
(Hayek, 1995, p.144)

VIDEO
I MODELLI ECONOMICI A CONFRONTO Il confronto

Art. 1. Art. 3 Trattato di Maastricht


L'Unione instaura un mercato interno. Si
L’Italia è una Repubblica democratica,
fondata sul lavoro. adopera per lo sviluppo sostenibile
dell'Europa, basato su una crescita
Art. 4. economica equilibrata e sulla stabilità dei
prezzi, su un'economia sociale di mercato
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il fortemente competitiva, che mira alla piena
diritto al lavoro e promuove le condizioni
occupazione e al progresso sociale, …………….
che rendano effettivo questo diritto.
……………..

OBIETTIVO: OBIETTIVO:
Tutela del cittadino Tutela del profitto
I MODELLI ECONOMICI A CONFRONTO Il confronto

Art. 3. Art. 3 Trattato di Maastricht


………..
L'Unione instaura un mercato interno. Si
È compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che, adopera per lo sviluppo sostenibile
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dell'Europa, basato su una crescita
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo economica equilibrata e sulla stabilità dei
della persona umana e l’effettiva prezzi, su un'economia sociale di mercato
partecipazione di tutti i lavoratori fortemente competitiva, che mira alla piena
all’organizzazione politica, economica e
occupazione e al progresso sociale, …………….
sociale del Paese.

OBIETTIVO: OBIETTIVO:
Sviluppo e tutela della persona Sviluppo e tutela dei capitali
I MODELLI ECONOMICI A CONFRONTO Il confronto

Art. 36. Art. 145 TFUE

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione ……promozione di una forza lavoro


proporzionata alla quantità e qualità del suo competente, qualificata, adattabile e di
lavoro e in ogni caso sufficiente ad mercati del lavoro in grado di rispondere ai
assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza mutamenti economici, al fine di realizzare gli
libera e dignitosa. obiettivi di cui all'articolo 3 del trattato
sull'Unione europea.
( rif. La stabilità dei prezzi)

IL LAVORATORE IL LAVORATORE
E’ UN ESSERE UMANO E’ UNA MERCE
I MODELLI ECONOMICI A CONFRONTO Il confronto

Art. 36.
Venuta meno la possibilità di svalutare la
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione
moneta, i paesi della zona euro che tentano di
proporzionata alla quantità e qualità del suo
recuperare competitività sul versante dei
lavoro e in ogni caso sufficiente ad
costi devono ricorrere alla "svalutazione
assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza
interna" (contenimento di prezzi e salari).
libera e dignitosa.
Questa politica presenta però limiti e risvolti
negativi, non da ultimo in termini di un
aumento della disoccupazione e del disagio
sociale …….

VALORIZZAZIONE SVALUTAZIONE
DEL LAVORATORE DEL LAVORATORE
I MODELLI ECONOMICI A CONFRONTO Il confronto

Art. 41 Art. 116 TFUE


Qualora la Commissione constati che una
L’iniziativa economica privata è libera.
disparità esistente nelle disposizioni
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità
legislative, regolamentari o amministrative
sociale o in modo da recare danno alla
degli Stati membri falsa le condizioni di
sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
concorrenza sul mercato interno e provoca,
La legge determina i programmi e i controlli
per tal motivo, una distorsione che deve
opportuni perché l’attività economica
essere eliminata, essa provvede a consultarsi
pubblica e privata possa essere indirizzata
con gli Stati membri interessati.
e coordinata a fini sociali.

Lo Stato indirizza l’economia La Commissione impone allo


per tutelare l’utilità sociale Stato di tutelare il mercato
I MODELLI ECONOMICI A CONFRONTO Il confronto

Art. 38. PATTO EURO PLUS 25/3/2011

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto …….tra gli obiettivi:


dei mezzi necessari per vivere ha diritto al •Sostenibilità di pensioni, assistenza sanitaria e
mantenimento e all'assistenza sociale. prestazioni sociali.
I lavoratori hanno diritto che siano Si procederà ad una valutazione soprattutto in
preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle base agli indicatori del divario di sostenibilità.
loro esigenze di vita in caso di infortunio, Tali indicatori valutano se i livelli di debito sono
malattia, invalidità e vecchiaia, sostenibili sulla base delle politiche in corso, in
disoccupazione involontaria. particolare i regimi pensionistici, di assistenza
sanitaria e previdenza sociale, tenendo conto
dei fattori demografici.

LA DIGNITA’ UMANA LA DIGNITA’ UMANA


E’ UN DIRITTO E’ UNA MERCE
I MODELLI ECONOMICI A CONFRONTO Il confronto

Art. 47. Art. 13 0 TFUE

La Repubblica incoraggia e tutela il ….., né la Banca centrale europea né una banca


risparmio in tutte le sue forme; disciplina, centrale nazionale ……..possono sollecitare o
coordina e controlla l'esercizio del credito. accettare istruzioni dalle istituzioni, dagli organi
o dagli organismi dell'Unione, dai governi degli
…………………………………………………………………………… Stati membri né da qualsiasi altro organismo.
……………………………………..……………………………………
……………………………………..…………………………………… Direttiva n. 2014/59/EU

“BAIL-IN “

TUTELA DEL DISTRUZIONE DEL


RISPARMIO RISPARMIO
Articolo 1

E` compito del Popolo Italiano rimuovere gli ostacoli di ordine


economico, giuridico e sociale che, limitando di fatto la sua
sovranità, impediscono alla Repubblica l’attuazione della
Costituzione Italiana del 1948 e l’effettivo rispetto della dignità dei
suoi cittadini.

GLI OSTACOLI SONO I TRATTATI EUROPEI


Le registrazioni delle lezioni

Capire l'economia per comprendere la realtà

L'Unione Europea

Costituzione italiana e Trattati europei

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