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Democrito nacque intorno il 460 a.c. ad Abdera.

Egli fu atomista, ovvero seguì quelle dottrine che per 


un verso presuppongono l'indagine naturale dei primi pensatori e la riflessione degli eleati, ma per 
l'altro anche i dibattiti sui rapporti tra natura e legge convenzionale. Democrito, a differenza degli altri 
pensatori e a somiglianza dei suoi contemporanei sofisti, scrisse una miriade di opere: tramite un 
catalogo stilato da Trasillo nel primo secolo d.C., sappiamo che dovevano aggirarsi intorno alla 
cinquantina. Purtroppo ci sono pervenuti solo pochi frammenti di esse. Le opere di Democrito 
trattavano argomenti di vario genere, si passava dalla matematica alla riflessione morale, dallo studio 
del linguaggio e dei poeti alla medicina e allo studio degli animali, ma alla base di tutta la sua ricerca 
egli poneva l'obiettivo di trovare una spiegazione causale unitaria di questa molteplicità di 
manifestazioni e aspetti del mondo fisico e umano. 
 
Secondo il filosofo, l’essere è pieno di materia e la materia è costituita da atomi che sono piccole 
particelle non divisibili (infatti la parola atomo deriva dal greco e significa proprio indivisibile). Quindi 
l’essere è pieno di materia, ossia di atomi mentre il non essere è vuoto ed è costituito da quello spazio 
i cui la materia, ossia gli atomi si muovono. Le loro teorie erano il frutto di una deduzione a partire dal 
problema che aveva posto Zenone sulla divisibilità dell’infinito. Secondo Democrito e gli altri atomisti, 
la divisibilità all’infinito è possibile soltanto in campo logico-matematico e non a livello reale proprio 
perché noi percepiamo la realtà attraverso i cinque sensi e se dividessimo la materia all’infinito a un 
certo punto questa si dissolverebbe diventando quindi non materia.  
 
Democrito sosteneva che si potesse scomporre la materia composta dall’insieme di atomi ma che 
non si potesse scomporre il singolo atomo che rimane per sua natura indivisibile. E quindi arriviamo 
alle proprietà degli atomi secondo Democrito. Lui riprende anche in questo caso alcune 
caratteristiche dell’essere di Parmenide dicendo che gli atomi sono pieni, immutabili, ingenerati ed 
eterni proprio per il principio che abbiamo appena detto.  
 
Gli atomi sono i responsabili della nascita e della morte delle cose così come della loro unione o 
separazione.  

 
 
 
 
Non esiste tra gli atomi una differenza di tipo qualitativo ma si distinguono tra di loro dal punto di 
vista quantitativo in base a forma e grandezza. Gli atomi entrano in rapporto tra di loro generando 
unioni diverse per posizione e ordine. 
 
Diciamo che l’atomismo può essere considerato la prima forma di materialismo del passato perché 
tutto è rimandato agli atomi e al loro movimento. Secondo il filosofo la sostanza contenuta all’interno 
dell’universo è eterna e immutabile e questo vuol dire che non può né aumentare né diminuire perché 
è sempre quella la sostanza che non cambia nel tempo ma si può solo trasformare. Quindi in 
sostanza nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma nel tempo. La materia rappresenta 
quindi l’unica sostanza così come anche l’unica causa delle cose.  
 

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