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I testi del Corpus Hermeticum e dell'ermetismo hanno una storia complessa.

Le teorie ermetiche
risalgono all'epoca dei Tolomei (II secolo a.C.), fiorite probabilmente in ambiente alessandrino. La
loro sistemazione scritta tuttavia va dal I secolo al III secolo d.C. L'ermetismo venne discusso da
filosofi pagani e cristiani, influenzando sia le filosofie tardo-antiche e sia il nascente cristianesimo.

Il cristianesimo cercò di combattere le dottrine ermetiche dichiarandole eretiche. Infine nel VI


secolo sembra che la letteratura ermetica si sia perduta nel nulla. Poi nel XI secolo Michele Psello,
erudito bizantino, fa risorgere la tradizione ermetica e il Corpus Hermeticum. Con Psello, si può
ritenere conclusa la formazione del corpus che giungerà in Occidente nel 1460.

I dialoghi ermetici vengono presentati come delle rivelazioni di Ermete Trismegisto (Ermete tre
volte grande) agli uomini, riguardo la natura divina, l'antropogonia, la cosmogonia, l'escatologia, la
filosofia religiosa ed altro.

I personaggio dei testi ermetici, oltre a Ermete stesso, sono Iside, Aslepio, Ammone, Horus, il figlio
di Iside e Agathos Daimon (che corrisponde a Kneph. Questi dialoghi sono naturalmente ambientati
in Egitto. La figura di Ermete Trismegisto è estremamente interessante: Ermete fu identificato dai
greci con il dio egiziano Thot (dio egizio Lunare della scrittura). Questa identificazione risale
almeno ad Erodoto ed è presente in Platone nel "Fedro" (con il mito di Theut) e nel "Cratilo".
Sappiamo quindi che Ermete e Thot erano associati all'invenzione della scrittura, alla medicina, al
regno dei morti, alla capacità inventiva, alla frode e all'inganno.

Inoltre sia Thot che Ermete avevano un ruolo demiurgico. I greci vedevano l'Egitto come la terra
della conoscenza perduta di un tempo estremamente remoto, quindi il fatto di possedere in lingua
greca scritti composti dallo stesso dio Thot (Ermete), dava prestigio ai testi e conferiva loro
importanza.

Chiaramente testi scritti dallo stesso dio della conoscenza erano qualcosa di incredibilmente
importante e sacro. Una tradizione mitologica dice che l'Ermete dei testi del corpus era nipote del
vero Ermete Trismegisto e aveva tradotto dagli originali egiziani gli scritti di suo nonno. Quindi se
pensiamo che tutto ciò sia storico il "vero Ermete" sarebbe vissuto poco prima dell'arrivo dei Greci
di Alessandro Magno in Egitto. Ma credo proprio che dietro alla figura di Ermete e delle arcane
conoscenze dell'Egitto ellenistico, ci sia qualcosa di più importante. Probabilmente esisteva una
sorta di setta che custodiva i segreti di Thot, ma allora qual'era la fonte principale delle conoscenze
ermetiche? Lo stesso dio? E quando erano nate queste conoscenze?

Ipotizzando che il dio Thot fosse un uomo di eccezionali capacità che alla sua morte fosse stato
divinizzato, lo potremmo collocare ai tempi del regno di Osiride. Osiride era a capo di un gruppo di
superstiti di Atlantide e delle sue colonie diretti in Egitto circa nel 10000 a.C. Thot-Ermete, secondo
Diodoro Siculo, era un grandissimo scienziato che aiutò Osiride nell'opera civilizzatrice in Egitto.

Ecco cosa dice Diodoro nella sua Biblioteca Storica (libro I, 15-16): "Tra tutti - aggiungono -
Osiride teneva nel più alto grado di considerazione Ermes, perché fornito di naturale sagacia
nell'introdurre innovazioni capaci di migliorare la vita associata.
Secondo la tradizione, infatti sono opera di Ermes l'articolazione del linguaggio comune, la
denominazione di molti oggetti fino ad allora privi di nome, la scoperta dell'alfabeto e
l'organizzazione dei rituali pertinenti agli onori e ai sacrifici divini. Egli fu il primo ad osservare
l'ordinata disposizione degli astri e l'armonia dei suoni musicali secondo la loro natura; fu
l'inventore della palestra e rivolse le sue cure allo sviluppo ritmico del corpo umano. Inventò anche
la lira con tre corde fatte di nervi, imitando le stagioni dell'anno: adottò infatti tre toni, acuto, grave,
medio, in sintonia rispettivamente con estate, inverno, primavera.

Anche i Greci furono da lui educati nell'arte dell'esposizione e dell'interpretazione, vale a dire l'arte
dell'ermeneutica, e per questa ragione gli hanno dato appunto il nome di Ermes. In generale Osiride
ebbe in lui il suo scriba e sacerdote: a lui comunicava ogni questione e ricorreva al suo consiglio
nella stragrande maggioranza dei casi. Invece di Atena, come credono i Greci, sarebbe stato Ermes
a scoprire la pianta dell'ulivo."

Come si può capire Ermes era il "factotum" di Osiride.

Ermes svolse ogni genere di mansione e tentò di portare un po' di ordine nel disordine generale
causato dalla fine della civiltà. Probabilmente Thot aveva lasciato dei testi dove cercava di
preservare il suo sapere, che sono stati tramandati di generazione in generazione, forse, fino
all'epoca ellenistica, certamente estremamente diversi dagli originali.

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