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Publications de l'École française

de Rome

Pompei dalla città sannitica alla colonia sillana : le vicende


istituzionali
Elio Lo Cascio

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Lo Cascio Elio. Pompei dalla città sannitica alla colonia sillana : le vicende istituzionali. In: Les élites municipales de
l’Italie péninsulaire des Gracques à Néron. Actes de la table ronde de Clermont-Ferrand (28-30 novembre 1991) Rome :
École Française de Rome, 1996. pp. 111-123. (Publications de l'École française de Rome, 215);

https://www.persee.fr/doc/efr_0223-5099_1996_act_215_1_5982

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Riassunto
Le recenti monografie di Jongman e di Mouritsen hanno apportato ulteriori elementi per riaprire la
discussione in merito alle vicende istituzionali di Pompei nella fase di passaggio dalla città
sannitica alla colonia, e in merito ai limiti entro cui si può parlare di un' eclissi della vecchia classe
dirigente osca, che sarebbe durata qualche decennio. Un rinnovato esame della documentazione -
soprattutto l'analisi statistica dei programmata antiquissima nonché la rilettura del luogo famoso
della pro Sulla sui dissensi fra vecchi Pompeiani e coloni -consente di formulare talune ipotesi
circa i modi attraverso i quali si sarebbe pervenuti all'integrazione dei due nuclei di popolazione :
un'integrazione che avrebbe previsto, per lo meno in una prima fase, una loro ripartizione ineguale
tra i distretti elettorali, oltre che il presumibile confinamento dei vecchi Pompeiani nel centro
urbano. Il fatto che l'incremento della popolazione a seguito della deduzione coloniaria non solo
sia stato assorbito in modo non traumatico, ma abbia anzi apparentemente accentuato la
prosperità della città, è un ulteriore forte argomento per escludere la generale interpretazione
dell'economia pompeiana come quella tipica di una "consumer-city", fornita recentemente da
Jongman.

Abstract
The recent monographs by Jongman and Mouritsen have introduced further elements for re-
opening the discussion on the institutional events of Pompeii in the transitional phase from the
Samnite city to the colony, and on the limits within which one can speak of an eclipse of the old
Oscan ruling class, which would have lasted several decades. A renewed examination of the
documentation -chiefly the statistical analysis of the programmata antiquissima as well as the
rereading of the famous passage of the Pro Sulla on the dissent between old Pompeiane and
colonists -permits formulating some hypotheses about the ways through which these two nuclei
would have been integrated. An integration that would have foreseen, at least in the first phase,
their unequal division among the electoral districts, as well as the probable confinement of the old
Pompeians to the urban centre. The fact that the increase in population following the colonial
foundation not only was absorbed in a non-traumatic way, but indeed may have apparently
accentuated the prosperity of the city, is a further strong argument for excluding the general
interpretation of the Pompeian economy as that typical of a "consumer-city", recently put forward
by Jongman.
Pompei dalla città sannitica

alla colonia sillana: le vicende istituzionali

Université Federico
Elio Lo Π de
CasNa

Le recenti monografie di Jongman e di Mouritsen hanno The recent monographs by Jongman and Mouritsen hav
apportato ulteriori elementi per riaprire la discussione in introduced further elements for re-opening the discussio
merito alle vicende istituzionali di Pompei nella fase di on the institutional events of Pompeii in the transitiona
passaggio dalla città sannitica alla colonia, e in merito ai phase from the Samnite city to the colony, and on th
limiti entro cui si può parlare di un' eclissi della vecchia limits within which one can speak of an eclipse of the ol
classe dirigente osca, che sarebbe durata qualche decen¬ Oscan ruling class, which would have lasted severa
nio. Un rinnovato esame della documentazione - soprat¬ decades. A renewed examination of the documentatio
tutto l'analisi statistica dei programmata antiquissima - chiefly the statistical analysis of the programmata anti
nonché la rilettura del luogo famoso della pro Sulla sui quissima as well as the rereading of the famous passag
dissensi fra vecchi Pompeiani e coloni - consente di for¬ of the Pro Sulla on the dissent between old Pompeian
mulare talune ipotesi circa i modi attraverso i quali si and colonists - permits formulating some hypothese
sarebbe pervenuti all'integrazione dei due nuclei di popo¬ about the ways through which these two nuclei woul
lazione: un'integrazione che avrebbe previsto, per lo have been integrated. An integration that would hav
meno in una prima fase, una loro ripartizione ineguale tra foreseen, at least in the first phase, their unequal divisio
i distretti elettorali, oltre che il presumibile confinamento among the electoral districts, as well as the probable con
Elio LO CASCIO

«Dove sono i veterani di Siila?». Il titolo di un saggio zazione sillana ha potuto avere, oltre che con le
ben noto di Jean Andreau (Andreau 1980) sottolinea l'ap¬ e le assegnazioni, con lo stesso incremento del
parente contraddizione che è parso di dover rilevare, nel zione che ne è dovuto derivare, sugli assetti ec
passaggio dalla Pompei sannitica alla colonia sillana, tra sociali della comunità nel suo complesso.
gli elementi di continuità (sul piano economico ed etni-
co-sociale) deducibili dalla documentazione pompeiana La recente ricostruzione che, con molta
e gli elementi di frattura, ipotizzabili a priori in base a Mouritsen ha prospettato delle vicende istit
una considerazione del caso pompeiano nel quadro più Pompei dalla Guerra Sociale alla prima fase d
generale delle modalità, e degli effetti, della colonizza¬ della colonia si basa su una puntuale comparaz
zione sillana nelle comunità verso le quali si diresse. La testimonianza offerta dalle iscrizioni lapidari
soluzione dell'aporia che prospetta l' Andreau tende, per offerta dai programmata antiqui s s ima: per le un
un verso, ad attenuare, se non a vanificare, la significati¬ altri si tenta una più precisa collocazione cron
vità di alcune delle presunte "prove" di una sostanziale l'una e l'altra serie viene interpretata alla luce
continuità, quelle che era sembrato di potere cogliere nel¬ ciceroniano della pro Sulla che allude, com'è
la documentazione offerta dalle ville rustiche, utilizzata ai dissensi tra i vecchi Pompeiani e i coloni sco
per mostrare che, se anche erano cambiati, con la colo- parecchio tempo prima del 62, data dell'orazio
nizzaziqne, gli assetti proprietari, non era tuttavia cam¬ ma del 62 risolti da un intervento, ben accetto
biata la struttura complessiva della proprietà fondiaria, né bi i gruppi, dei patroni, tra cui P. Sulla, deduttor
erano cambiati i modi dello sfruttamento, che sarebbe ri¬ lonia (Cie., pro Sulla, 60-62 [il passo è riporta
masto cuello delle colture specializzate per il mercato al¬ nota 23]; Mouritsen 1988, 70 sqq.). Riassumend
l'interno di aziende agrarie di medie dimensioni1. Per un ritsen ritiene non escludibile ο anzi probabile c
altro verso, Andreau fa proprie le conclusioni delle inda¬ dell'istituzione della colonia, Pompei, ricevuta
gini onomastiche e prosopografiche di Castréir; e sottoli¬ nanza romana, abbia avuto una costituzione qua
nea, perciò, i limiti entro cui si può davvero parlare di le, della quale resterebbe traccia nei pochissimi
un'effettiva continuità della classe dirigente pompeiana: mata in lingua osca che indicano, come magist
se è vero che importanti famiglie della Pompei precolo¬ quale ci si candida, appunto il quattuorvirato3.
niale riguadagnano terreno, lo riguadagnano solo dopo al¬
cuni decenni dall'impianto della colonia, tanto che non
sembra escludibile l'ipotesi che appunto questi primi de¬
cenni abbiano visto una temporanea limitazione degli
stessi diritti politici ai soli coloni (Castrén 1975, spec. 54
sq., 85 sqq.\ cfr. pure Castrén 1979, 45 sqq.; Castrén 1983,
91 sqq.). Le due recenti monografie del Mouritsen e del
Jongman, importanti non meno per le metodologie adot¬ sq.),
1931.per
Dayil1932,
tramite
utilizzato
di Lepore
da Gabba
1989 (scr.
1951 (=1950);
Gabbacfr.1973,
anch
1

tate che per i risultati conseguiti, hanno tuttavia portato


elementi nuovi per studiare la composizione della classe 2 A mettere in discussione una tale generalizzata eclissi
dirigente pompeiana e del suo evolversi nel tempo, anche lo temporanea, dell'elemento precoloniale era già stato, in
sura, e attraverso l'analisi prosopografica di un limitato gru
in base a una spinta utilizzazione statistica del materiale glie pompeiane, Sawyer 1972: il primo periodo della colo
epigrafico pompeiano (Mouritsen 1988; Jongman 1988): peraltro, effettivamente assistito al declino di alcune fra le
e la prima delle due, in particolare, ha offerto una rico¬ famiglie indigene, quelle, verosimilmente, le cui fortune sa
maggiormente toccate dall'arrivo dei coloni.
struzione del momento di passaggio dalla Pompei sanni¬ 3 Vetter 1953, nn. 29, 30, 30 a-h: dei dieci programm
tica alla colonia, che rimette in discussione la tesi di in lingua osca sono quattro quelli per i quali può essere i
un' eclissi dell'elemento pompeiano quale riflesso di una magistratura alla quale ci si candida e in tutti e quattro i cas
perdita, sia pure solo temporanea, dei diritti politici2. Nel¬ quattuorvirato. Mouritsen segue l'ipotesi di Rudolph 1935,
e di Taylor 1960, 106 (e già di Hardy 1924, 283 sqq.), seco
la nostra esposizione intendiamo, dunque, riesaminare il la costituzione quattuorvirale sarebbe stata introdotta nei n
complesso della documentazione relativa a questa fase di pia da Cinna nell'87, contestualmente all'estensione della
passaggio alla ricerca di ulteriori indizi che valgano a pre¬ alle comunità che si erano arrese dopo essere state vinte (c
es., Laffi 1973, 40; e Letta in Campanile / Letta 1979, 79
cisarne i contorni su vari piani: uno è quello della defini¬ che attribuisce già alla legislazione del 90 la tendenzialm
zione istituzionale della comunità, prima e soprattutto lizzata estensione della costituzione quattuorvirale, ori
dopo 1' 80; l'altro, ovviamente al primo connesso, è quel¬ prevista, a suo avviso, per le comunità umbre, alle comunit
lo del senso, e dei limiti, della modificazione nella effet¬ la cittadinanza, mentre la legge di Cinna avrebbe rappr
legge quadro innovativa rispetto alla lex lulia). L'esistenza
tiva gestione del potere da parte dei due gruppi della cipium prima della colonia, a Pompei, sostenuta da Rudo
popolazione; il terzo è quello dell'impatto che la coloniz¬ sq., 92 sqq. (che arriva ad attribuire al supposto municìp

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Pompei: le vicende istituziona

che in questa fase di passaggio Pompei sia stata governa¬ no della metà (52 su 121); in secondo luogo, fra le scri
ta da interreges, come al Castrén sembrava di dover sup¬ te relative a candidature identificabili, quelle per l'edili
porre in base alla testimonianza di altri programmata4 . Il tà, lungi dall'essere nettamente maggioritarie, sono
municipium, tuttavia, sarebbe stato soppiantato dalla co¬ metà di quelle per il duo virato (rispettivamente 22 e 44
lonia ο all'atto stesso della deduzione ο appena breve tem¬ La stessa diversa distribuzione riguarda il numero d
po dopo5. Magistrati della colonia sarebbero stati le due candidati: nel caso dei programmata recentiora, i cand
coppie di duo viri: e non andrebbe attribuita importanza dati all'edilità identificabili sono più del doppio rispet
alle oscillazioni ο variazioni nel tempo della denomina¬ ai candidati al duovirato (rispettivamente 68 e 32); nel c
zione degli edili: duoviri nude dicti, duoviri v.a.s.p.p., so dei programmata antiquissima, viceversa, sono men
aediles v.a.s.p.p., aediles6. Non ci sarebbe stata la que¬ della metà (rispettivamente 10 e 24).
stura nella Pompei romana7: la pretesa sua esistenza non Che più candidati e più scritte riguardino le elezio
si può dire suggerita da quei pochi fra i programmata an- all'edilità è quanto ci dobbiamo aspettare, se è vero ch
tiquissima nei quali la magistratura alla quale si è candi¬ le elezioni al duovirato implicavano una scelta tra un n
dati è presentata attraverso la sigla q: questi programmata mero inferiore di candidati tutti ex-edili e se le elezio
si riferirebbero, invece, a candidature alla quinquennali¬
tà8. Quanto all'iscrizione di Vibius Popidius Epidi f. q.9,
essa va attribuita a un kvaisstur della fase sannitica: la
costruzione della porticus di cui essa è l'epigrafe dedica¬
toria sarebbe iniziata prima della Guerra sociale, ma com¬
pletata dopo la presa della città: e i Popidii, che rimane¬
vano famiglia importante nella Pompei romana, come te¬
stimoniano i programmata antiquissima per un C. Popi¬
dius10, l'avrebbero posta avendo cura di tradurre in latino
la denominazione dell'originaria magistratura osca. Infi¬ quattuorvirato attestato da CIL, X, 800 e 938, su cui vd. infra, note 1
19) e poi, con dovizia di argomentazioni, in base, specificamente, a
ne, il quattuorvirato che compare in due tituli ascrivibili documentazione pompeiana, da Onorato 1951, è considerata certa
alla primissima fase della colonia11 sarebbe da intender¬ Weber 1975, 181, 188 sqq., anche se lo studioso esclude che si abbia
si come denominazione complessiva delle due coppie dei specifiche prove dirette della sua esistenza.
duoviri quando queste agiscono insieme, secondo la spie¬ 4 Castrén 1975, 51, 60, 122, a proposito di CIL , IV, 48, 50, 53, 5
56, 70, 9827 (per il quale Castrén pone comunque un punto interrog
gazione mommseniana12. tivo): cfr. Mouritsen 1988, 74 sqq. (e note 285 sqq. alla p. 198, sui s
Il quadro di Mouritsen è coerente e tenta di pervenire goli programmata presi in considerazione da Castrén); decisivo cont
a una soluzione, pur sempre congetturale, che accordi tut¬ una simile ipotesi mi pare l'argomento che un interrex non sarà st
certamente eletto da un'assemblea popolare e che dunque un ipotizz
ti i dati, apparentemente contraddittori, circa le occorren¬ bile "candidato" alla carica non avrà avuto bisogno di farsi la propaga
ze dei vari termini indicativi delle magistrature nel da elettorale.
materiale documentario in nostro possesso13. Non credo 5 Qualche oscillazione in Mouritsen 1988, 85 sqq. sul punto; v
più sotto, 116, nota 18.
che si possa andare molto al di là, salvo notare come un 6 Contro quanto supposto da Onorato 1951, part. 136 sqq., 148 sq
elemento del quadro fornito da Mouritsen parrebbe sug¬ cfr. Degrassi 1956, 153 = Degrassi 1962, 182.
gerire come parimenti ο forse più plausibile un'ipotesi al¬ 7 Contro Degrassi 1967a, 47 sqq. = Degrassi 1967b, 145 sqq.
ternativa di ricostruzione. A riesaminare il complesso dei 8 Mouritsen 1988, 72 sq., a proposito di CIL, IV, 29, 30 e 36 (no
programmata antiquissima a confronto di quello dei pro¬ ché 7014, che peraltro, non è un programma antiquiss imum).
9 CIL, I2, 1627 (e cfr. p. 840) = X, 794 = ILS, 5538 = Onorato 195
grammata recentiora si osservano alcune differenze sin¬ n. 42 = ILRRP, 640.
golari, nella distribuzione numerica delle scritte relative 10 CIL, IV, 13, 50, 53, 54 add. p. 460, 70, 74, 7120; Mouritsen 198
alle varie candidature: differenze che non sembrano po¬ 201, nota 329 su CIL, IV, 74 e 7120.
tersi spiegare con la differente ampiezza del campione. 11 CIL, X, 800 = ILS, 6354; CIL, Χ, 938 = CIL, I2, 1630 = ILS, 63
= ILLRP, 643; il caso di Vibius M. f. Coeianus Nucerinus in CIL,
Nel caso dei programmata recentiora, il numero delle 1075 va escluso, dal momento che è incerto se il personaggio in qu
scritte relative a candidature a una magistratura non iden¬ stione abbia rivestito il quattuorvirato a Pompei ο a Nuceria: Mourits
tificabile è nettamente minoritario nel complesso delle 1988, 71 sq.
scritte (281 su 2575); fra quelle relative a candidature 12 Mommsen 1905, 325 (e CIL, X, p. 93); si vd. in particolare D
grassi 1949, 288 (= Degrassi 1962, 107 sq.); vd. pure Gabba 1973, 6
identificabili con certezza, il numero delle scritte per can¬ (scr. 1954) per l'attribuzione dei quattuorviri in questione alla colon
didati all'edilità è nettamente maggioritario, ammontan¬ (e non all'ipotizzato municipium); e Gatti 1974, 166 sq.; Gehrke 198
do a poco più dei due terzi (1275 su 1849). La situazione 478 sq.; nonché Mouritsen 1988, 72, con nota 266, p. 197 (ivi ulteri
lett.).
è apparentemente rovesciata nel caso dei programmata 13 Le varie proposte avanzate circa lo status costituzionale di Po
antiquissima: anzitutto, le scritte senza indicazione della pei tra la Guerra sociale e i decenni centrali del I sec. a.C. sono sinte
magistratura alla quale si è candidati sono pari a poco me¬ camente riassunte da Sartori 1953, 73, nota 21.

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Elio LO CASCIO

all'edilità erano il primo gradino per accedere alla magi¬ meno non dovrebbe emergere cori pari evidenza. La se¬
stratura e dunque all'orbo14: la propaganda elettorale do¬ conda considerazione è che, anche ammettendo l'ipotesi
veva essere più insistente e meglio organizzata. La mede¬ secondo la quale un buon numero delle scritte apparente¬
sima conclusione, peraltro, sembrerebbe emergere dal mente relative al duovirato sono in realtà relative all'edi¬
confronto fra il rapporto di concentrazione nella distribu¬ lità, non risulterebbe spiegato il motivo per il quale, fra i
zione delle scritte fra i vari candidati all'edilità e il rap¬ programmata antiquissima , un numero proporzionalmen¬
porto di concentrazione nella distribuzione delle scritte te così elevato sia costituito da scritte che non specifica¬
fra i vari candidati al duovirato15. Questo rapporto risul¬ no la magistratura per la quale si è candidati.
ta essere più elevato nel caso delle scritte relative all'edi¬ Una soluzione alternativa, che potrebbe peraltro ren¬
lità, rispetto a quello delle scritte relative al duovirato: dere ragione così delle oscillazioni nella terminologia
0.693 rispetto a 0.594 (il valore sarebbe 0 nel caso della magistratuale come, più in particolare, dell'insorgenza di
perfetta equidistribuzione, 1 nel caso dell'assoluta con¬ un termine quale quello di quattuorviri a designare i ma¬
centrazione: tutte le scritte, cioè, concentrate su un solo gistrati della colonia nelle prime fasi della sua storia, è
candidato). Detto altrimenti: la distribuzione delle scrit¬ che, originariamente, il collegio magistratuale della colo¬
te è assai più sperequata fra i vari candidati all'edilità di nia, pur potendo prevedere al suo interno una specializ¬
quanto non sia fra i vari candidati al duovirato: e questo zazione dei compiti, sia stato costituito da quattuorviri:
parrebbe suggerire, appunto, ancora una volta, che le ele¬
zioni all'edilità dovevano comportare un maggiore impe¬
gno nella propaganda, essere meglio e più organizzate.
Perché questo numero proporzionalmente maggiore di
candidati all'edilità e di scritte relative non si riscontra
nel caso dei programmata antiquissima! Perché fra i pro¬
grammata antiquissima quelli per una candidatura inde¬ 14 Cfr. in particolare Castrén 1975, 64 e nota 3 (con riferimento a D.
terminata sono proporzionalmente così numerosi? Alla 50, 4, 14, 5); Franklin 1980, 120, secondo il quale, anzi, le sole elezio¬
prima domanda verrebbe fatto, naturalmente, di rispon¬ ni all'edilità avrebbero previsto la scelta fra un numero di candidati su¬
dere tenendo presente la circostanza che la denominazio¬ periore al numero dei posti da coprire; Mouritsen 1988, 28 sq., 40. Mi
sembra che il Mouritsen, 37 sqq., abbia definitivamente dimostrato l'in¬
ne degli edili non si è, nella prima fase della storia della sostenibilità della ricostruzione proposta da Franklin dei fasti pompeia¬
colonia, ancora stabilizzata: duoviri nude dicti sono, nei ni tra il 71 e il 79, e della conseguente tesi secondo la quale le elezioni
tituli più antichi, i due magistrati verosimilmente corri¬ al duovirato sarebbero state «uncontested» (visto che, appunto, vi sa¬
spondenti a quelli che saranno definiti più tardi duoviri rebbero stati solo due candidati per i due posti): insostenibili, di conse¬
guenza, appaiono le argomentazioni di Jongman 1988, 313 sq. Peraltro
v. a.s.p.p. ο edili16. Si potrebbe, pertanto, ritenere che buo¬ la stessa esistenza di programmata per il duovirato rende una tale tesi
na parte dei programmata antiquissima relativi a candi¬ difficilmente accoglibile, se si crede (come mi sembra che si debba), se¬
dature al duovirato si riferiscano, in realtà, a candidature guendo Franklin (124) e contro Jongman (282), che i programmata ri¬
all'edilità. E tuttavia, due considerazioni parrebbero mi¬ flettono «genuine campaigns» (né si può dire convincente il modo col
quale il Franklin intende risolvere la difficoltà che pone all'ipotesi di
litare contro questa soluzione, apparentemente la più elezioni «uncontested» la mera esistenza di programmata per tali ele¬
semplice. La prima è che i programmata antiquissima, zioni; conto di prospettare altrove, e proprio attraverso un'analisi stati¬
pur tanto meno numerosi, presentano per i due casi del¬ stica dei programmata, una diversa valutazione della natura, e delle
l'edilità e del duovirato distribuzioni delle scritte che non finalità, delle "campagne elettorali" pompeiane). Che il numero dei can¬
didati alla quinquennalità, e delle scritte relative, sia, in assoluto, mi¬
hanno una forma differente rispetto a quelle per edilità e nore è ovviamente spiegato dalla non annualità della carica e dunque
duovirato dei programmata recentiora : è parimenti atte¬ dell'elezione (ma è comunque interessante che tale numero non sia in¬
feriore a quello dei candidati al duovirato ο persino all'edilità, in termi¬
stata, pur all' interno di una concentrazione che è per tut¬ ni relativi: considerando, vale a dire, appunto, la non annualità della
ti i programmata antiquissima minore rispetto a quella carica).
dei programmata recentiora (ciò che potrà dipendere, ol¬ 15 Si vd. la tabella a p. 1 15. Naturalmente è possibile (come si è tal¬
tre che dal fatto che il campione è, nel suo complesso, as¬ volta sostenuto nella storia del problema) che la diversa concentrazione
dipenda anche dal fatto che, fra quelle deducibili dai programmata re¬
sai più piccolo, anche dal fatto che le campagne elettorali centiora, le candidature degli anni più vicini al 79 sono anche quelle
dovevano essere organizzate con assai minore impegno), tendenzialmente meglio e più documentate: ma poiché questo fattore di
una notevole differenza nel rapporto di concentrazione distorsione riguarda tanto le candidature al duovirato (o alla quinquen¬
nalità), quanto quelle all'edilità, esso non vale a sminuire il valore del¬
tra scritte per l'edilità e scritte per il duovirato, ancor una la conclusione che sembra potersi trarre dalla diversità dei rapporti di
concentrazione.
volta più elevato nel primo caso rispetto al secondo
(0.436 rispetto a 0.346) (si vd. la tabella a p. 115). Ora, 16 Cfr. CIL, X, 819 = I2, 1628 = ILS, 6356, dove compare, accanto
se tra i candidati al duovirato vi fossero candidati a quel¬ al solo L. Caesius C. F. duovir i.d., la coppia di duoviri C. Occius M. f.
e L. Niraemius A. f., evidentemente nella funzione di edili; cfr. Degras¬
la che è in realtà l'edilità, una tale differenza fra i due rap¬ si 1949, 289 (= 108); Onorato 1951, 153 sqq.; Gehrke 1983, 478; Mou¬
porti di concentrazione non dovrebbe emergere ο per lo ritsen 1988, 77 e 197 sq., nota 284.

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1.00 1,00

0,78

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PROGRAMMATA ANTIQUISSIMA PROGRAMMATA ANTIQUISSIMA


Candidature al duovirato Candidature all'edilità
1.00 1.00

0.75 0.76 —

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PROGRAMMATA RECENTIORA PROGRAMMATA RECENTIORA

Candidature al duovirato Candidature all'edilità

χ _ totale
numerodeideicandidati
candidati (cumulato)

y
v _ numerodelle
totale dellescritte
scritte (cumulato)
Elio LO CASCIO

non vi sarebbero state, in altri termini, due coppie magi- ma senza indicazione della magistratura per la quale
stratuali distinte da eleggere, ma quattro magistrati at¬ za contare la possibilità che anche CIL, IV, 29, 30 e
per Q. Caecilius, non siano, come ritiene Mouritsen, r
traverso un'unica elezione17. Certo, è sintomatico che i didatura alla quinquennalità - vd. supra, nota 8 -, ma
programmata in osco siano, per l'appunto, riferibili a ra al quattuorvirato). Il problema va, naturalmente, v
candidature a un indistinto quattuorvirato. È possibile che quello più generale, della plausibilità dell'esistenza d
den», come effetto delle deduzioni sillane: esistenza
i programmata in osco siano riferibili ai pochi anni che con argomentazioni convincenti, da Gehrke; si vd. pu
vanno dalla presa della città alla fondazione della colonia co caso pompeiano, Weber 1975, 199 sq.
(Letta, in Campanile / Letta 1979, 74); ma non può nem¬ 19 Era questa, in qualche modo, la tesi di Beloch
meno essere escluso che, come tenderebbe a sostenere rimento al complesso delle colonie sillane: l'assetto co
comunità in cui vennero insediati i coloni non sareb
Mouritsen, siano viceversa coevi rispetto a quelli latini solo più tardi si sarebbe avuta la sostituzione della d
(Mouritsen 1988, 85 sq. \ ma cfr. supra, nota 5): in questo gli «Oberbeamten» da quattuorviri a duoviri, «da man
caso si potrebbe ritenere che si riferiscano alla medesima gen Colonien nicht zurückstehen wollte». II Bel
segnasse il momento di passaggio fra quattuorvirato e
campagna elettorale e dunque alla campagna per l'elezio¬ 937 = CIL, I2, 1629, nella quale compaiono come duo
ne alle magistrature della colonia18. Se è così, si potrà ri¬ si definiscono, insieme ai loro colleghi, quattuorviri
tenere che una costituzione autenticamente duovirale non CIL, I2, 1630. Che effettivamente le due iscrizioni p
sia immediatamente succeduta a quella quattuorvirale mente considerarsi come quelle che testimoniano una
potrebbe essere confermato dalla circostanza - parreb
nell'atto stesso della fondazione della colonia19. È possi¬ li - che la denominazione di quattuorviri non sia, in C
bile che il quattuorvirato pompeiano recasse, per esem¬ riamente attribuita a tutt'e quattro i personaggi, ma sia
pio nella suddivisione dei compiti fra i quattuorviri, una ai primi due e una seconda volta ai secondi due: com
legio dei quattuorviri è concepito come quelle che g
qualche traccia della precedente organizzazione magi- due coppie (senza che vengano comunque espressamen
stratuale della città sannitica20: in ogni caso è da pensare piti della prima coppia e quelli della seconda coppia)
che, come in generale l'organizzazione delle comunità 20 Accanto al meddis (unico), due edili (e talvolt
della penisola secondo un modello unitario non deve es¬ questori (e talvolta uno solo): cfr. Letta, in Campanil
con nota 178, 74; cfr. pure Sartori 1953, 70, e quanto
sere stata attuata di colpo e dappertutto21, così in partico¬ Sartori da Gehrke 1983, 481, nota 53; non mi sembra
lare nel caso di Pompei vi siano stati processi di riaggiu¬ prio vista l'oscillazione nel numero di edili e questor
stamento che possono avere richiesto del tempo 22. Che la costituzione osca, che il complesso dei magistra
potesse essere ricondotto, con la concessione della ci
tuttavia il passaggio a due collegi, distinti anche nel mo¬ mero, fisso, di quattro (contra Letta, ibid.).
mento dell'elezione, debba essere stato rapido parrebbe 21 Si vd., in particolare, e sollecitate dal caso pom
mostrarlo il fatto stesso che i programmata antiquissima vazioni di Gehrke 1983, 473, secondo il quale non è
vanno datati, nel loro complesso, come ha sostenuto Mou¬ improbabile) un'immediata introduzione di un nu
nuove comunità di cives; ma cfr. pure, in generale, su
ritsen con convincenti argomentazioni, a un periodo non to viene messo in rilievo da Degrassi 1960, 141 sqq.
troppo lungo e immediatamente successivo alla fondazio¬ 185 sqq.; Gabba 1972, 82 sq., in particolare a proposi
ne della colonia. cipi Tarentini. Che la riorganizzazione municipale in
qualche decennio il conferimento della latinità potr
interessante confronto: si vedano in particolare le
Braunert 1966, 70 sq., 78 sqq. (e al di là della discussa
che vi viene proposta del ius Latii : cfr. ora Mancini
quale definisce, per parte sua, la supposta riorganizzaz
che si accompagnerebbe al conferimento della latini
17 Ciò che giustificherebbe il fatto che, tra i programmata antiquis¬ momento di transizione tra le autoctone forme orga
sima, siano comparativamente (rispetto ai programmata recentiora) tan¬ stenti e la definitiva omologazione alle strutture muni
to numerosi quelli che non recano l'indicazione esplicita della fidata alle leges municipales»). Il luogo ciceroniano d
magistratura alla quale ci si candida. (su cui vd. infra, nota 34) parrebbe testimoniare,
18 Diversamente da quel che pensa Mouritsen, il quale ritiene che qualche uniformità proprio nel segno di una generaliz
essi si riferiscano alle elezioni al municipium che in questo caso sarebbe, un modello quattuorvirale debba essersi realizzata pr
per un brevissimo periodo, perdurato accanto alla colonia: uno degli ar¬ na: Gabba 1972; Laffi 1973, 40; si vd. in generale, an
gomenti del Mouritsen è che, se i programmata in osco si riferissero al¬ to alla ricostruzione complessiva di Rudolph e ai s
la campagna elettorale per la colonia, non si comprenderebbe perché Sherwin-White, Wesener 1963, col. 854. Non entro ne
solo in essi compare il riferimento al quattuorvirato. Gehrke 1983, 480 cussione circa l'esistenza ο meno di una lex municip
sq., attribuisce i programmata in osco, ovviamente (data la sua generale osservo solo che anche coloro che oggi ne sostengon
interpretazione), già alla colonia, ma non si pone il problema di spie¬ po le più recenti scoperte epigrafiche andaluse) non l
gare perché solo nei programmata in osco verrebbe indicata, come ma¬ come ipotizzava ad esempio il De Petra alla fine del
gistratura alla quale ci si candida, il quattuorvirato, né viene da lui Petra 1895, col. 427 sqq.), all'indomani stesso della G
attribuito rilievo, appunto, al fatto che l'invito è a votare per un indi¬ 22 In più, per quanto riguarda il caso specifico di P
stinto quattuorvirato. La difficoltà, tuttavia, si supera qualora si ritenga levata l'improbabilità di una concessione dell'autonom
che i primi programmata si riferiscono ad elezioni per le quali si è can¬ bito dopo la presa della città, se essa viene "punita"
didati a una sola magistratura - il quattuorvirato, appunto -, talché non qualche anno dopo con la deduzione della colonia: D
sarebbe stato necessario precisare di quale magistratura si trattasse: si (= 146). Di un «limbo status» per il periodo tra la pr
ricordi come, appunto, assai numerosi sono i programmata antiquissi¬ deduzione della colonia parla Sawyer 1972, 162.
Pompei: le vicende istituzionali

Proprio quest'ultima conclusione di Mouritsen circa benvoluto dagli uni e dagli altri, che non sembrava quasi
il limitato lasso di tempo al quale vanno riferiti i program¬ che egli avesse rimosso i Pompeiani, ma che avesse dato
mata antiquissima, per giunta coevo con le primissime uno stabile assetto ad entrambi i gruppi24.
fasi della storia della colonia, costituisce il più valido ar¬ Dal luogo ciceroniano, indipendentemente da quale
gomento per escludere la tesi secondo la quale la fonda¬ potesse essere il fondamento dell'accusa mossa a P. Sii¬
zione della colonia avrebbe implicato l'esclusione del la, sembrerebbe potersi dedurre una serie di informazio¬
vecchio elemento pompeiano dalla gestione della comu¬ ni. Anzitutto, si direbbe confermato che, nel 62, ma già
nità. I programmata antiquissima, più delle iscrizioni la¬ da molto tempo prima, da quando era scoppiato il dissi¬
pidarie di magistrati, presentano nomi riferibili molto dio tra coloni e Pompeiani (nel momento stesso della de¬
plausibilmente a questo elemento non coloniario della po¬ duzione?), non vi erano due comunità, ma una sola: non
polazione, anche se, come sembra di potere concludere, si spiegherebbe né che venisse richiesto l'arbitrato dei pa¬
tali nomi sono minoritari rispetto a quelli riferibili all'e¬ troni della colonia, né che il dissenso vertesse sui suffra¬
lemento coloniario (Mouritsen 1988, 87 sq., con nota 350 gia dei Pompeiani, cioè sul diritto di voto ο sulle modalità
a p. 202; e già Gehrke 1983, 481 sqq., nota 55). Peraltro, della sua espressione, se vi fosse stato un autonomo mu-
alcuni dei tituli mostrano collegi costituiti esclusivamen¬ nicipium separato dalla colonia, nel quale evidentemente
te da esponenti di famiglie verosimilmente di coloni. Ai i Pompeiani avrebbero avuto modo di votare senza inter¬
vecchi Pompeiani, vale a dire, non viene negato l'acces¬ ferenze ο di decidere con quali modalità votare (Gabba
so alle magistrature, ma tuttavia questo accesso sembra 1973, 605). Quanto all' ambulatio, come altro terreno di
essere, per loro, più difficile: come a dire che la limita¬ scontro, sono state fatte varie ipotesi circa il significato
zione dei diritti politici passivi è realizzata di fatto, sen¬ del termine in questo specifico contesto, senza che si sia
za che sia sancita di diritto. E a questa stessa conclusione
che invita, peraltro, il luogo celebre e dibattuto della pro
Sulla circa i rapporti tra vecchi Pompeiani e coloni nella
prima fase della storia della comunità23.
P. Cornelio Siila, parente (presumibilmente nipote)
del dittatore, era stato accusato di essere coinvolto nella
23 Cie., pro Sulla, 60-62: «Iam vero quod obiecit Pompeianos esse
congiura di Catilina. A difenderlo fu lo stesso Cicerone, a Sulla impulsos ut ad istam coniurationem atque ad hoc nefarium fa-
il quale utilizzò, nel suo discorso, per volgerlo a favore cinus accederent, id cuius modi sit intellegere non possum. An tibi Pom¬
di Siila, un argomento che era stato fatto valere dai suoi peiani coniurasse videntur? Quis hoc dixit umquam aut quae fuit istius
accusatori: che Siila, essendo, in quanto deductor della rei vel minima suspicio? 'Diiunxit' , inquit, 'eos a colonis ut hoc disci-
dio ac dissensione facta oppidum in sua potestate posset per Pompeia¬
colonia di Pompei, patrono della comunità, si era avval¬ nos habere'. Primum omnis Pompeianorum colonorumque dissensio
so di questa sua posizione, per fomentare la discordia tra delata ad patronos est, cum iam inveterasset ac multos annos esset agi¬
i vecchi Pompeiani e i nuovi coloni, in modo da impadro¬ tata; deinde ita a patronis res cognita est ut nulla in re a ceterorum sen-
tentiis Sulla dissenserit; postremo coloni ipsi sic intellegunt, non
nirsi del Y oppidum e coinvolgere i vecchi Pompeiani nel Pompeianos a Sulla magis quam sese esse defensos. Atque hoc, iudices,
movimento catilinario. Cicerone osserva che quest'accu¬ ex hac frequentia colonorum, honestissimorum hominum, intellegere
sa specifica non ha alcun fondamento: il dissenso tra potestis, qui adsunt, laborant, hunc patronum, defensorem, custodem il-
Pompeiani e coloni era stato portato innanzi all'arbitrato lius coloniae si in omni fortuna atque omni honore incolumem habere
non potuerunt, in hoc tarnen casu, in quo adßictus iacet, per vos iuvari
dei patroni dopo molto tempo che era scoppiato; in secon¬ conservarique cupiunt. Adsunt pari studio Pompeiani, qui ab istis etiam
do luogo, era stato risolto dai patroni in concordia fra di in crimen vocantur; qui ita de ambulatione ac de suffragiis suis cum co¬
loro e senza che Siila si dissociasse dal parere degli altri; lonis dissenserunt ut idem de communi salute sentirent. Ac ne haec qui-
dem P. Sullae mihi videtur silentio praetereunda esse virtus, quod, cum
in terzo luogo, i coloni non ritenevano che i Pompeiani ab hoc ilia colonia deducta sit, et cum commoda colonorum afortunis
fossero stati maggiormente difesi da Siila, di quanto non Pompeianorum rei publicae fortuna diiunxerit, ita carus utrisque est at¬
lo fossero stati essi stessi: ne era la prova la loro presen¬ que iucundus ut non alteros demovisse sed utrosque constituisse videa-
tur».
za numerosa al processo, per mostrare la propria solida¬ 24 Constituere potrebbe avere, in questo caso (anche per la contrap¬
rietà nei confronti di Siila, patrono, difensore, custode posizione a demovere ), il senso di certum locum assignare (vd. TLL, s. v.,
della loro colonia. Ma erano presenti, con pari zelo, gli coll. 511 sq.), e così è inteso, p. es., dal Boulanger, nella ed. Budé; non
stessi Pompeiani che pure tanto avevano dissentito con i escluderei, peraltro, che possa ravvisarsi anche in questo specifico ca¬
so la particolare, tecnica accezione, di «dare una stabile organizza¬
coloni a proposito dell' ambulatio e dei propri suffragia zione», anche territoriale: che è l'accezione nella quale adoperano il
(o dei propri ambulatio e suffragio). Cicerone aggiunge verbo (per vero in riferimento a municipia, e non a coloniae ma la co¬
sa potrebbe essere significativa, proprio in ragione della presenza, a
:

che non andava passato sotto silenzio il fatto che, pur es¬
sendo stata da Siila dedotta la colonia e pur avendo la sor¬ Pompei, di due nuclei distinti di popolazione), Cicerone (a proposito
della sistemazione costituzionale di Arpino: ad Fam., 13, 1 1, 3) ο il le¬
te separato (dunque opposto) i commoda dei coloni dalle gislatore della lex Mamilia Roscia Peducaea Alliena Fabia (FIRA , I2,
fortune della comunità dei Pompeiani, egli fosse tanto 12).

117
Elio LO CASCIO

potuti pervenire a una spiegazione sicura. Esclusa la vec¬ po civico, tra due diversi genera civium (Cie
chia ipotesi del Garrucci, che ambulatio potesse avere il 123 sq., cfr. 120 sqq., 125; Gabba 1959, 30
medesimo significato di ambitio25, si pensa di solito che 318). Ad Agrigento le leges de senatus coopt
il termine alludesse a un portico della città, la cui frequen¬ uno Scipione (presumibilmente l'Asiageno
tazione veniva vietata, come in una sorta di apartheid, ai che debba necessariamente avere la maggior
vecchi abitanti e riservata soltanto ai coloni 26 . A parte gi nel senato locale uno dei due elementi dell
l'intrinseca improbabilità di un simile divieto (chi avreb¬ ne. Una difficoltà di fronte alla quale si trov
be, oltretutto, potuto garantire il suo rispetto?), andrà te¬ era l'attestazione di senati nelle città rom
nuto presente che il termine doveva evidentemente membri, dunque di un numero pari. La situ
risultare di non ambiguo significato per l'uditorio di non sarebbe venuta a creare ad Agrigento, nell'
Pompeiani al quale Cicerone si rivolgeva e ciò presumi¬ com'è descritta da Cicerone in effetti implic
bilmente non avrebbe potuto dirsi per un'allusione a una di un numero dispari di senatori, se bastava l
specifica area ο edificio della città di Pompei, Y ambula¬ solo membro, in una situazione di parità, pe
tio per antonomasia27. In ogni caso, una simile spiegazio¬ re il rispetto della norma prevista. La diffic
ne sarebbe senz'altro esclusa qualora riferissimo il suis, rebbe essere stata eliminata, ora, con la scope
com'è grammaticalmente possibile, anche ad ambulata¬ Irnitana : a Irni il senato è composto da sessa
ne e non solo a suffragiis. Più probabile, per via di una bri30. La lex Irnitana, peraltro, rivela due altr
più comprensibile connessione con i suffragia, anche se l'ordinamento municipale che sembrano
la variante, pur presente nella tradizione manoscritta, non massimo interesse per la comprensione dell
è in genere presa in considerazione dagli editori della pro pompeiana com'è descritta nella pro Sulla: il
Sulla , che il termine in questione non fosse ambulatio, ma abbiamo documentato il numero delle curiae
ambitio, con riferimento, quindi, alle modalità di effet¬
tuazione della campagna elettorale, com'è ora sostenuto
anche da Mouritsen28.
Parrebbe potersi escludere, inoltre, che il luogo cice¬
roniano possa essere inteso nel senso che ai Pompeiani
era stato tolto il diritto di voto al momento della costitu¬
zione della colonia, se la dissensio sui suffragia era mol¬ stazione
25 Garrucci
di una simile
1853, accezione:
31 sqq.: si vd.
tratterebbe,
ora Mouritsen
peraltro,
1988
to antica. A questo proposito, va ricordato che fra i pro¬
26 Così , in tempi più recenti, Gatti 1974, 175 sq. e
grammata antiquissima ve ne sono alcuni che contengo¬ 21 sq.
no un appello esplicito ai coloni: ora che senso avrebbe 27 Si vd. quanto osserva Keppie 1983, 102 sq.
potuto avere un appello ai coloni, se fossero stati solo i 28 Si vd. l'ed. di Halm (1856); il riferimento alla va
coloni a votare? 29 Tuttavia il luogo ciceroniano attesta, nelle edizioni di Müller (1892), Clark (1911), Kasten (1
ger (1957); cfr. Onorato 1951, 141 sq., nota 1; e ora M
comunque, un'inferiorità politica dell'elemento pompe¬ 81, con 202, nota 347; vd. pure Gabba 1959, 318, nota
iano (che corrisponde, come sembrerebbe doversi dedur¬ 29 Elenco in Mouritsen 1988, 200, nota 315. Un ap
re dallo stesso luogo ciceroniano, a un'inferiorità econo¬ coloni, in altri termini, aveva senso solo se, attraverso
mica come risultato delle confische). Il problema che si va garantire la compattezza del voto su un candidato da
mento specifico della popolazione: mi sembra viceve
pone è quello di intendere come si sia potuta garantire plausibile il ragionamento opposto che fa la Gatti (1974
quest'inferiorità politica attraverso precise norme statu¬ sostiene che proprio l'appello esplicito ai coloni testim
tarie e in che senso essa abbia potuto rappresentare il ri¬ to che sarebbero stati solo i coloni a votare; in questo s
flesso di un'inferiorità economica. Sembra del tutto seman 1977, 21. Non so sino a che punto si possa le
medesima chiave di una contrapposizione tra coloni e v
probabile, in effetti, che una tale inferiorità politica pos¬ ni (suggerita dalla testimonianza ciceroniana) la dichia
sa essere stata il diretto riflesso di una ripartizione dei due gnata all'epigrafe dedicatoria, secondo la quale il luogo
gruppi di cittadini all'interno delle circoscrizioni eletto¬ eretto l'anfiteatro era stato dato «coloneis ... in perpetuo
zio Valgo e da M. Porcio (CIL, X, 852 = I2, 1632 = ILS,
rali - curiae, tribus ο vici ο comunque si siano chiamate 645): visto che è difficile supporre (con il Wiseman 197
a Pompei - non rapportata al numero rispettivo dei colo¬ to di evergetismo fosse considerato, dai suoi autori, e
ni e dei vecchi Pompeiani: una ripartizione, vale a dire, mente, come limitato nella sua destinazione ai soli c
potrebbe pensare, tutt'al contrario, che proprio l'epigra
che confinava i vecchi Pompeiani in un numero inferiore sia una testimonianza dell'avvenuta fusione dei due gru
di circoscrizioni rispetto a quelle dei coloni. lazione, attuata, appunto, attraverso il censo municipale
È certamente illuminante il confronto, istituito da nali C. Quinzio Valgo e M. Porcio: si vd. quanto osserv
Gabba e da altri sulla sua scia, con le notizie delle Verri¬ 131 sq.
30 Tav. III, col. C, 1. 43, cap. XXXI, secondo la nu
ne sui senati siciliani e in particolare con quelle relative posta da Gonzalez 1986, testo a p. 158, cfr. 208; vd. pu
ad Agrigento, dove c'è parimenti una divisione, nel cor¬ 51 sq., cfr. 114 sq.
Pompei: le vicende istituzi

sto numero è di undici31 (come a Thuburbo Maius in Zeu- sul numero di unità in cui i vecchi Pompeiani erano r
gitana, a Theveste, in Numidia, e a Lepcis Magna), dun¬ titi: una variazione di questo numero in senso più fav
que, nuovamente, un numero dispari32. Il secondo aspetto vole ai Pompeiani ο una loro ripartizione non più
dell'organizzazione interna di una comunità sul modello finata ad alcune unità era appunto l'intervento che s
romano che la lex Irnitana rivela è che la constitutio del¬
le curiae è il compito dei primi duoviri in carica dopo
l'entrata in vigore del nuovo statuto (che evidentemente,
a questo punto, non possono essere eletti dal corpo civi¬ 31 Tav. V, col. C, 1. 47: Gonzalez 1986, 162: la lettura di D'Ors
co ο almeno eletti in base a quella ripartizione in curiae 60 (cfr. 128 sq.) è certamente errata, né osta alla presenza di un ta
che deve da loro essere attuata), da compiersi arbìtratu mero, nello statuto di Irni (concepito, forse, come un numero mas
maiioris part[i]s dec[ur]ionum, cum duae partes non mi¬ cost Jacques 1990, 391; vd. pure Lamberti 1993, 79 con nota 218),
nus decurionum ad[er]unt (Tav. V, col. C, 11. 49 sqq.: to viene statuito dal cap. LVII della lex Municipii Malacitani (FIR
24, c. 2, 11. 50 sqq.), se la legge municipale flavia prevede, app
Gonzalez 1986, 162) (decurioni che possono esser quelli che il numero delle curiae possa essere diverso da comunità a com
già presenti nella comunità prima dell'entrata in vigore tà. Che le curiae nelle comunità spagnole donate del ius Latii f
del nuovo statuto, giacché la lex Irnitana stabilisce, ap¬ ripartizioni del corpo civico in base al luogo di residenza piuttost
in base al censo e all'età parrebbe assai probabile, per non dire
punto, che il numero dei decurioni rimane quello che era cfr. ad es. Spitzl 1984, 38 sq.
prima del nuovo statuto [Tav. III, col. C, 11. 32 sqq., 50 32 Laddove in altre comunità africane, quali Althiburos in By
sq.: Gonzalez, 157 sq.]). Ora entrambi questi aspetti del¬ na e Lambaesis in Numidia è di dieci: cfr. Duncan Jones 1982, 28
lo statuto di Imi possono aiutare a capire la situazione fonti; vd. pure Kotula 1968, 62 sqq., cfr. tabella, 34 sqq.\t Jacques
392 sqq.\ naturalmente rimane il problema di come vadano da
pompeiana. È logico pensare che il compito di ripartire i considerate, nel loro complesso, le curie attestate nelle comunit
cittadini fra le curiae ο tribus (ο comunque fra le varie cane: se come ripartizioni dell'intero corpo civico a fini eletto
"circoscrizioni" elettorali, quale che fosse il loro nome) come collegia, con un numero limitato di membri, anche se il fa
rinvenire quest'identità del numero delle curie di un municipio sp
sarà spettato ai deduttori-patroni 33 ο ai primi (in ordine lo e di quello attestato in talune comunità dell'Africa sembrereb
di tempo) magistrati della comunità, presumibilmente tersi considerare un ulteriore argomento a favore della tesi secon
non eletti (se può essere indicativo, al riguardo, il caso di quale anche in Africa le curie fossero le ripartizioni del corpo ci
Taranto34); quel che si vuol dire è che una ripartizione dei fini elettorali (così ora Jacques 1990, 394); non entro nel merito p
nerale delle conclusioni che Jongman 1988, 292 sqq., vorrebbe
coloni e dei vecchi pompeiani tra le varie circoscrizioni proprio da questa incertezza circa la composizione e la natura de
elettoriali che garantisse la maggioranza di esse ai colo¬ rie africane, nel suo tentativo di caratterizzare la vita politica pom
ni può essere stata contestuale all'istituzione della colo¬ na e il significato delle elezioni municipali. Peraltro, il numero
curie può essere significativamente maggiore di 10 ο 11: di 23 è
nia e dev'essere stata, appunto, attuata indipendentemen¬ ris Libisonis (CIL, X, 7953 = ILS, 6766). Per le dodici tribù di
te, com'è ovvio, da un voto popolare35. Ora, se l'elemen¬ baeum in età imperiale (CIL, X, 7206 = ILS, 6770b; CIL, Χ, 7233
to coloniario fosse stato maggioritario nella comunità, il 6770a, cfr. CIL, X, 7237 = ILS, 6770), interpretate, anche nel nu
come una sopravvivenza, in una città fortemente ellenizzata, dell
modo più economico di garantire ad esso la prevalenza namento anteriore al sorgere della città romana, vd. in particolar
sarebbe stato quello di distribuirlo paritariamente tra le tori 1957, 38 sqq.
varie circoscrizioni: e una norma del genere non avrebbe 33 Per l'obbligo che i deduttori siano anche i patroni vd. Le
potuto suscitare dissensi. Se questo non avvenne - e se è Gen. (FIRA, I2, 21), XCV; CXXX.
34 Ο ancora - ma in questo caso si tratterebbe della sostituzio
questo fatto che sta alla base della dissensio -, vuol dire, quattuorviri eletti - il caso di Larino in età sillana: cfr. FIRA, I2, 1
viceversa, che l'elemento coloniario doveva essere nume¬ 7-8, e Cie., pro Cluent., 25; cfr., ad es., Gabba 1972, 82 sqq.\ Gatti
ricamente minoritario, ο fortemente minoritario, rispetto 172; Torelli 1973,336 sqq.
ai vecchi Pompeiani. La maggioranza delle circoscrizio¬ 35 La nomina dei primi decurioni «da parte del potere che ded
la colonia» sarebbe peraltro da inferire da un luogo di Pomponio
ni poteva allora essere garantita al nuovo elemento della 16, 239, 5: «Decuriones quidam dictos aiunt ex eo, quod initio, cu
popolazione solo stabilendo che esso, ed esso soltanto, loniae deducerentur decuma pars eorum qui ducerentur consilii
andasse ripartito in un numero di circoscrizioni anche so¬ ci gratia conscribi solita sit»: Gabba 1958, 98.
lo di un'unità superiore a quello delle circoscrizioni attri¬ 36 Cie., de rep., 2, 39, cfr. 4, 2; Phil., 2, 82 (i suffragia per an
masia, senza necessità di aggiungere sex al testo tràdito: cfr. D
buite ai vecchi Pompeiani. La dissensio, allora, tra vecchi 1979, 156, con nota 5); cfr. Fest., p. 452 L.; forse Cie., de lege a
Pompeiani e coloni avrebbe riguardato in un senso speci¬ 4; forse Cie., Phil., 12, 11, 27; forse Liv., 40, 51, 9, a proposito de
fico i suffragia: la parola, adoperata non per caso al plu¬ forma del 179 (un'ipotesi che non viene, mi sembra, solitamente
zata, nemmeno da chi, come il Nicol et (1961, 341 sqq.), ha suppos
rale, andrebbe intesa, in senso pregnante, come allusiva proprio nell' atti vità dei censori del 179 vada riconosciuta la riform
precisamente delle unità all'interno delle quali si esprime l' ordinamento centuriato; un'ipotesi che viene ora esclusa, ma n
il voto, come a Roma le centurie nell'uso ciceroniano (e sembra in base a una solida argomentazione, da Grieve 1985, 41
forse liviano)36; e che il motivo della dissensio possano nonché Cie., pro Mur., 47, a proposito della proposta di Murena, d
fusio suffragiorum, per l'appunto, dove pure non sembra escludi
essere i suffragia sua , e cioè dei vecchi Pompeiani, vor¬ presenza
1931. di un simile significato pregnante. In generale si vd. K
rebbe dire che la dissensio doveva vertere precisamente

119
Elio LO CASCIO

richiesto, com'è ovvio, ai patroni della colonia, attuabi¬ pp. 76 sq. e Duncan Jones 1982, 282 sq.)\ e un cr
le, ad esempio, in occasione e per il tramite di un census quale quello dell'attribuzione in base alla porta da
municipale. Se poi accettiamo l'ipotesi di F. Coarelli, ri¬ entra in città sarebbe assai curioso. Vi è poi, irriso
ferita da Castrén, e secondo la quale il termine di ambu¬ problema del pagus Augustus Felix suburbanus, l'
lano potrebbe riferirsi ai «passages used exclusively by pagus attestato a Pompei: e attestato come pagus
each tribe when voting in the Comitium » (Castrén 1975, suburbanus prima dell'età augustea39. Non si è ovvia
55, nota 1), l'allusione dell 'ambulatio diverrebbe del tut¬ te mai negato il rapporto che vi è, nella denominaz
to perspicua (ma va ammesso che la proposta è del tutto con Siila, un rapporto che va ovviamente spiegato
congetturale). Se si accetta la lezione «ambitione», ver¬ stessi termini in cui va spiegata la denominazione
rebbe fatto di pensare che i due termini di ambitio e suf¬ colonia come colonia Veneria. Si considera perciò
fragio alludano alle concrete modalità dell'esercizio, ri¬ ralmente connessa ο l'istituzione del pagus ο comu
spettivamente, dei diritti politici passivi ed attivi da par¬ una sua trasformazione col momento stesso della f
te dei vecchi Pompeiani. zione della colonia. Ma taluni hanno supposto che
Quel che dunque il luogo della pro Sulla parrebbe in¬ gus sarebbe stato sede ο una sede dei coloni (De
dicare è che, all'interno di un'unitaria comunità, si dove¬ 1865, 71), altri che esso sarebbe stato il pagus dov
vano mantenere divisi, e statutariamente, i due gruppi rebbero stati confinati i vecchi Pompeiani al mom
della popolazione, attraverso la ripartizione di ciascuno della deduzione della colonia40. In verità, sarebbe
di essi in unità elettorali specifiche. Ma a questa divisio¬ strano che venisse definito come pagus Felix il p
ne al livello del voto corrispondeva anche una fisica di¬ dove venivano collocati i Pompeiani scacciati dalla
visione fra i due gruppi? Detto altrimenti: vi sono città. È assai più ovvio il pensare che il pagus in qu
elementi per ritenere che le circoscrizioni elettorali in
pagus
ne raccogliesse,
era suburbanus
nel loro
: ora,insieme
la lex col.
ο inGen.
parte,
(F1RA
i colo
,I
questione, avendo base territoriale37, individuassero una
distinta collocazione dei vecchi Pompeiani e dei coloni XCI) sancisce per il decurio augur pontifex l'obblig
nella città e nel territorio? Si è detto che è inattestato il domicilium «in ea col(onia) oppido propiusue it
nome delle circoscrizioni elettorali a Pompei, ma Castrén dum p(assus) (Mille)». L'indicazione può essere di
ha plausibilmente sostenuto che esse dovessero basarsi vo, perché potrebbe implicare che i nuovi coloni
sui vici (Castrén 1975, 79 sqq.). È noto che alcuni fra i nati ad assumere cariche politiche e religiose, se no
programmata recentiora nominano gruppi di persone de¬ vano in città, dovessero stare quanto meno nei suoi
finite Urbulanenses, Salinienses, Campanienses e Forert- si41. Un'ulteriore indicazione circa la collocazion
ses, di cui i primi tre prendono certamente il nome dalle coloni nel loro complesso (e dei vecchi Pompeiani n
porte della città (Si vd. ora Mouritsen 1988, 67 sq. e no¬ ro complesso) potrebbe, peraltro, venire dallo stess
te 249 sq. a p. 196; Jongman 1988, 304 sqq.); ed è noto go della pro Sulla. Secondo l'accusa di Torquato, P.
altresì che una ripartizione in portae è attestata nelle cit¬ «Diiunxit... eos a colonis ut hoc discidio ac dissen
tà africane 38; Castrén, seguendo una lunga tradizione di
studi, attribuisce i gruppi in questione a vici e a questi vi¬
ci aggiunge il fantomatico pagus Augustus Felix subur-
banus, considerando anche quest'ultimo, evidentemente,
come base di una circoscrizione elettorale. La popolazio¬ 37 Cfr. supra, nota 31, a proposito delle comunità spagnole.
ne sarebbe stata divisa in quattro (o cinque) circoscrizio¬ 38 CIL, Vili, 26517, da Thougga; cfr. Kotula 1968, 26 sqq., e i
(specialm. L. Homo); interessante il confronto con realtà med
ni: per Castrén nelle quattro circoscrizioni denominate in Heers 1974, 146 sqq. (citato da Jongman 1988, 310).
base alle portae sarebbero stati ripartiti non solo gli abi¬ 39 Eph. Epigraphica, Vili, 87, n. 317 (= Mau 1889, 344), pr
tanti dei quartieri adiacenti alle portae stesse, ma anche bilmente della prima età augustea (così Mau), e in ogni caso da
gli abitanti del contado a seconda della porta attraverso anteriormente al 7 a.C., quando sono attestati i primi ministri pa
gusti Felicis suburbani (CIL, X, 924); ma sul fatto che la creazio
la quale entravano in città. Jongman ha ora sostenuto che pagus sia da attribuire alla stessa età sillana non sembrano pote
le circoscrizioni elettorali sarebbero state propriamente trire dubbi.
definite vici (Jongman 1988, 304 sqq.), ma non sembra 40 Nissen e Mau e Mommsen {in CIL, XI, p. 89) cit. da Onorato
essersi posto, se non in riferimento al problema del pagus 146 sq., nota 2; nonché, in una forma diversa, più elaborata, m
meno persuasiva, Gatti 1974, 174.
Augustus Felix suburbanus, il problema della ripartizio¬ 41 Si vd. pure quanto osserva Gabba 1985, 274, a proposito d
ne degli abitanti dell' age r. La soluzione di Castrén sem¬ lonie della
mona (e Placentia).
Cisalpina, e con riferimento a Tozzi 1972, 16 sq., pe
bra, tuttavia, per quest'ultimo, specifico aspetto, assai
poco plausibile: basterà osservare che ad esempio i sette 42 E cfr., a 1. 32: «in oppido quod eius municipi e[r]it » nella
che vieta la distruzione degli edifici che non preveda una loro
vici di Rimini parrebbero racchiudere la sola popolazio¬ zione «non deterius»; cfr. pure, ad es., la lex municipii Malacita
ne urbana (in tutto ο in parte; cfr. Bormann, in CIL, XI, RA, I2, 24), c. III, 11. 62 sqq.

120
Pompei: le vicende istituzion

facta oppidum in sua potestate posset per Pompeianos prezzo, per effetto dell'incremento di popolazione, è cr
habere». Mi sembra assai probabile che oppidum vada in¬ sciuto in rapporto agli altri prezzi e in rapporto alle r
teso, in questo caso, come tante volte anche nell'uso ci¬ munerazioni del lavoro. Peraltro, in questa situazione
ceroniano e come, per esempio, nella lex municipi Taren- peasant farmers non possono rappresentare essi stessi u
tini (FIRA , I2, 18: «in o[pp]ido Tarentei aut intra eius mu- mercato di sbocco per i manufatti prodotti in àmbito ci
nifcipi] fineis», a 11. 27 sq .)42, nel senso specifico di cen¬ tadino. Tenderanno, viceversa, a produrre essi stessi,
tro urbano, di «coniunctio tectorum» (Cie., de rep., 1,41), modo meno efficiente, i manufatti di cui hanno bisogn
in quanto contrapposto ad ager 43 . L'accusa aveva un sen¬ tenderanno a tenersi lontani quanto più possono dal me
so solo se erano i Pompeiani ad essere concentrati nel- cato. Di questa situazione possono approfittare i più gro
V oppidum, se i coloni erano in larga misura collocati si proprietari ο comunque le persone agiate e il risulta
nell'flger: ciò che peraltro è logico se erano, appunto, i è una spinta verso la concentrazione fondiaria: essi po
beneficiari delle assegnazioni. In realtà, l'arrivo dei co¬ sono approfittare della crescente domanda (e dunque d
loni doveva avere rimosso i Pompeiani dall' ager, non tan¬ prezzo crescente) del grano. Si determina una più spin
to dalla città: e semmai doveva avere prodotto una loro ineguaglianza sociale, se le rendite crescono e le remun
concentrazione nel centro urbano. A questo punto, se i di¬ razioni del lavoro diminuiscono e nel contempo il prez
stretti elettorali del centro urbano, in cui si addensavano del grano si incrementa. Il rapporto tra città e campag
un maggior numero di cittadini, erano meno numerosi, è un tipo di rapporto nel quale la città non agisce com
poteva realizzarsi quello squilibrio nella possibilità di produttrice di beni assorbiti da un mercato rurale. L'alt
partecipare alla gestione della cosa pubblica, che doveva modello identifica l'altra possibile risposta alla cresci
essere alla base della dissensio. della popolazione: questa risposta prevede non già il mo
cellement delle unità contadine, ma una diversa allocazio
Se l'arrivo dei coloni corrispose, com'è ovvio, a una ne del proprio tempo da parte del peasant farmer tra
dislocazione dei Pompeiani ο di una loro parte nella cit¬ attività agricole e quelle volte alla produzione di beni n
tà, in conseguenza delle confische, ci si deve chiedere che agricoli, a vantaggio delle prime. Alla tendenziale dim
impatto deve avere avuto questo incremento della popo¬ nuzione della produttività del lavoro, che consegue all'in
lazione e questa dislocazione sulla situazione economica tensificazione delle colture, il peasant farmer rispon
e sociale della comunità. È singolare che Jongman, che attraverso la specializzazione e attraverso un ingresso n
pure considera nella sua generale ricostruzione come de¬ mercato in qualità di venditore di beni agricoli specializ
cisivo l'impatto del numero degli abitanti e del suo evol¬ zati che crescono di prezzo. La crescita della popolazio
vere nel tempo nel dar forma all'economia pompeiana, ne in àmbito rurale non conduce a un progressivo imp
non si ponga il problema di che cosa abbia potuto signi¬ verimento, ma è riassorbita in parte dall'intensificazio
ficare, per l'economia pompeiana, un incremento comun¬ stessa delle colture, per esempio nel caso in cui un'ort
que abbastanza consistente, in rapporto al livello di coltura intensiva si giovi della vicinanza dei propri pr
partenza, della popolazione della comunità, a seguito del¬ dotti al mercato urbano, in parte dall'inurbamento, a s
la colonizzazione. Proprio questo incremento di popola¬ volta consentito dalla crescita delle attività produtti
zione e l'impatto che ne dovette derivare sembrerebbero, urbane; la pressione dell'offerta di lavoro in àmbito urb
peraltro, costituire un ulteriore argomento contro la gene¬ no è tale da mantenere bassi i salari, ma l'impiego che l
rale impostazione dello studioso olandese44. nurbato trova non ha i caratteri di saltuarietà e di casuali
Jongman si vale, per sostenere il generale assunto del del lavoro da giornaliero nell' àmbito agrario. Insomm
suo libro, dei due modelli alternativi che De Vries ha co¬ questa serie concomitante di sviluppi può riassumersi c
struito per interpretare la crescita dell'economia agraria me una spinta sempre più decisa verso l'espansione d
olandese dopo il 1500, le due possibili risposte che una
società autosufficiente di peasant farmers ha a disposi¬
zione di fronte a una crescita della popolazione: il «pea¬
sant model» e lo «specialization model» (De Vries 1974,
part. 4 sqq.). La prima risposta è quella che porta a una
divisione delle proprietà contadine, a un'intensificazione 43 Vd. p. es. Cie., de lege agr., 2, 48 (in riferimento alla Sicilia);
delle colture attraverso l'adozione di tecniche che co¬ (per Capua); ο ancora la lex Antonia de Termessibus (FIRA, I2, 11),
II, 11.7 sqq. ; Liv., X, 37, 3 (per Rusellae) etc.; cfr. Kornemann 1939
munque diminuiscono la produttività del lavoro, a situa¬ TLL, col. 754 sq., s.v.
zioni nelle quali la stessa possibilità di autosufficienza 44 È soprattutto il tentativo di utilizzare come chiave interpretat
non è garantita, talché i contadini, lungi dal disporre di adeguata
na il modello
a spiegare
dellale sombartiano-weberiana
caratteristiche strutturali«città
dell'economia
consumatrice»
pompe
un surplus da commercializzare, devono "entrare" nel avere suscitato le maggiori riserve: cfr. Banaji 1989, 229 sqq.-, Schei
mercato del grano per acquistarlo: un mercato in cui il 1992, 207 sqq.; Andreau 1991.

121
Elio LO CASCIO

mercato a spese dell'autoconsumo: la stessa crescita del¬ caratteri dell'economia pompeiana, agraria e urb
le città può considerarsi in questo caso un effetto della siano discostati da tale primo modello, sarà stato p
specializzazione (anche se ne può essere in realtà un in¬ le assorbire un drastico e artificiale incremento d
centivo). polazione quale quello che si realizzò con l'arrivo
Per quale motivo, delineati in questo modo i caratteri loni; solo nell'ipotesi che i rapporti tra città e cam
dei due modelli e del rapporto città-campagna che ognu¬ si siano avvicinati a quelli che caratterizzano il s
no di essi individua, si debba, ο si possa, interpretare il modello, può essersi determinato quel presumibile
caso pompeiano alla luce del primo, e non del secondo, mento delle attività urbane che deve aver fatto seg
rimane problematico. Ma questo problema generale non la dislocazione di buona parte della popolazion
può essere ovviamente affrontato qui. Quel che tuttavia peiana dalle proprie terre e che deve avere perme
sembra di potere affermare è che solo nell'ipotesi che i città di non vedere compromessa la propria prosp

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