Canestrelli
L E Q U I PA G G I A M E N TO
D E L G U E R R I E RO
C E LTA
INDICE
La Spada
pag.
La Lancia
pag.
Le Armi da Tiro
pag.
Lo Scudo
pag. 10
La Catena Sospensoria
pag. 13
LElmo e lArmatura
pag. 16
Il Carro da Guerra
pag. 19
Bibliografia
pag. 23
L A S PA D A
La spada lunga un' arma che rese celebri i guerrieri celti, e che senza alcun
dubbio contribu al dilagare della loro cultura in tutta Europa durante lEt
del Ferro.
I primi esempi di spada lunga in ambito celtico appaiono dopo il passaggio
dalla Cultura di Hallstatt (VI sec a.C.) alla Cultura di La Tne (V sec a.C.).
La spada lunga lateniana si presenta come arma a una mano, a doppio taglio,
da affondo e da fendente, con ammanicatura a codolo e impugnatura ad X,
con le estremit inferiori che spesso presentano decorazioni ritorte,
omologandosi a lungo andare verso l'elsa antropomorfa, pi o meno
particolareggiata.
Durante il IV secolo le dimensioni della spada si standardizzano (lama a
doppio fendente lunga una sessantina di centimetri), e la sua presenza nelle
sepolture, accompagnata dallo scudo ligneo rinforzato con componenti
metalliche, ormai pressoch costante.
Solo con il progressivo affermarsi dell'uso di reparti di cavalleria la spada
celtica si allunga ulteriormente, fino a raggiungere la lunghezza di novanta
centimetri di lama, equivalente nelle dimensioni a gran parte delle sciabole di
cavalleria di ogni epoca.
Un arma di queste dimensioni, il cui puntale sfiora la caviglia di un uomo di
alta statura, costituirebbe un ingombro incompatibile con la corsa rapida
che era propria dei reparti di guerrieri appiedati celtici.
spade
corte
dellEt
del
Ferro
europea
sono
delle
armi
armi
da
affondo
che
da
fendente.
Il mito della spada celtica come arma esclusiva da fendente dovuta alle
testimonianze, non poco tendenziose, del cronachista romano Fabio Pittore,
che ne parla a proposito della battaglia dellOglio, che vede Romani e
Cenomani contrapposti agli Insubri.
Le spade celtiche che ci ha restituito larcheologia sono perfettamente in
grado di colpire di punta.
LA LANCIA
Cos come in tutti i contesti militari dell'Et del Ferro, anche in quello
celtico le lance hanno sempre occupato un posto di rilievo, almeno durante
il periodo Antico La Tne.
Pi facile e meno dispendiosa da costruire di una spada, visto che l'elemento
metallico si limita alla cuspide e al puntale (la piccola cuspide posta
sull'estremit inferiore dell'asta dell'arma), la lancia era largamente utilizzata
da tutti i guerrieri celti, anche se in un secondo tempo va progressivamente
a perdere importanza rispetto alla spada lunga, che come abbiamo gi visto
fu uno degli elementi fondamentali di innovazione che i Celti apportarono
al panorama bellico europeo.
La lancia celtica originaria, che in seguito venne mutuata anche dai Germani,
conosciuta dalle fonti romane col nome di framea (Framea: specie di asta o
lancia corta in uso presso i Germani, Nuovo Dizionario Latino-Italiano, G.
Angelini), era di lunghezza ridotta rispetto alle sue evoluzioni successive,
poco ingombrante e pi facile da maneggiare delle lance degli opliti e delle
lunghe sarisse macedoni, con la cuspide a foglia, larga e affilata.
Il termine specifico di "lancia" potrebbe trarre in inganno, ed in effetti
sarebbe pi corretto usare la parola "asta". Di fatto la framea prima e la lancia
poi non erano affatto concepite per essere scagliate, ma erano usate
prettamente nel combattimento corpo a corpo, mentre la funzione di
proiettile e di arma da getto era relegata ai giavellotti, pi corti e pi leggeri e
dalla cuspide maggiormente sottile.
smussati e arrotondati,
L E A R M I DA T I RO
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LO SCUDO
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LA CATENA SOSPENSORIA
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L'ELMO E L'ARMATURA
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I L C A R RO DA G U E R R A
Sappiamo bene, dalle fonti classiche, che i Celti erano dei superbi cavalieri.
Cesare, nelle sue campagne in Gallia, fece uso di cavalleria ausiliaria
fornitagli dalla nazione degli Edui, e Crasso utilizz ausiliari gallici a cavallo
nella sua tristemente famosa campagna contro i Parti.
Annibale stesso fece ampio uso di cavalieri celtici, e proprio al valore e alla
mobilit di quest'ultimi, unitamente al genio del condottiero cartaginese,
vanno imputate molte delle sue vittorie in Italia.
Ancor prima che come cavalieri per, i Celti, come la maggior parte dei
popoli indeuropei, divennero noti per l'uso del carro da guerra.
Proprio delle culture sviluppatesi nelle steppe dell'Asia Centrale, il carro da
guerra fu senza dubbio una delle pi grandi innovazioni militari dell'Et del
Bronzo, ed in Europa fin per diventare uno degli emblemi delle
popolazioni celtiche, che ne conservarono l'uso per molti secoli.
Il carro da guerra degli Indeuropei fondava la sua principale efficacia
sull'impatto psicologico; per quanto possa venir ben costruito, se soggetto a
pesanti urti un carro finisce, senza ombra di dubbio, per rompersi o per
ribaltarsi, ma all'epoca quale era la formazione di fanteria cos disciplinata e
ben addestrata che sarebbe rimasta impassibile e non si sarebbe data alla
fuga di fronte alla carica di uno squadrone di carri da guerra?
Arma esotica e strana agli occhi dei Romani, il carro celta colp molto
l'immaginazione dei Latini.
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Secondo Tito Livio, per ben due volte la cavalleria romana riesce a
respingere quella gallica, ma al sopraggiungere degli squadroni dei carri
celtici, rimasti fino a quel momento nascosti, i Romani vengono sbaragliati e
volti in fuga.
"Il nemico, stando armato su carri da guerra e da trasporto, avanz con gran frastuono di
cavalli e di ruote e spavent i cavalli dei Romani non abituati a quel tumulto... Di qui lo
scompiglio si trasmise anche ai reparti delle legioni, e molti antesignani furono travolti
dall'impeto dei cavalli e dei carri spinti in mezzo alle loro file..." 8
Il fatto per che nella sua descrizione Tito Livio parli anche di cavalleria
gallica e non solo degli squadroni di carri, fa pensare che gi nel III secolo
a.C. fosse in atto quella metamorfosi che avrebbe portato i Celti a preferire
l'uso semplice del cavallo a quello del carro.
Se infatti il carro da guerra pu contare su un notevole impatto psicologico
(in Medio Oriente di fatto, durante la seconda met dell'Et del Bronzo e
nella prima Et del Ferro, fu il corrispettivo della cavalleria pesante del
medioevo europeo), la cavalleria si dimostr notevolmente pi manovrabile
e oltretutto economica.
Davanti all'alternativa di impiegare due cavalli per trainare un unico carro e
quella di poter contare su due cavalieri, indipendenti l'uno dall'altro, pi
veloci ed efficaci, tutti i popoli, tanto in Medio Oriente quanto in Europa,
scelsero progressivamente la seconda, e tra loro anche i Celti.
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BIBLIOGRAFIA
Edizione
Bompiani
I Guerrieri Celti. T. Newark. Fratelli Melta Editori
I Celti in Italia. V. Kruta, V.M. Manfredi. Edizione Mondadori
Saghe e Leggende Celtiche. A cura di G. Agrati e M.L. Magini.
Oscar Mondadori
Edizione
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