uso di armi da fuoco. Documenti ufficiali fiorentini alludono all'acquisto di "pilas seu palloctas ferreas et canones de mettallo" nel 1326, e dimostrano che a quell'epoca erano gi in uso canoni in bronzo che sparavano palle di ferro. Nel 1327 in Inghilterra vide la luce un manoscritto miniato che conteneva il disegno di ci che indubbiamente un'arma da fuoco molto primitiva: sfortunatamente, il testo non fa alcun riferimento all'illustrazione, ma al museo storico di stato di Stoccolma si trova un pezzo che rassomiglia al cannoncino del manoscritto inglese. Queste sono le pi antiche testimonianze dell'uso di artiglieria intesa nel senso moderno della parola. Dopo il 1330 i cannoni vennero impiegati sempre pi comunemente in azioni belliche e negli anni successivi al 1350 il Petrarca (De Remediis, libro I, dialog. 99) scrisse che
"questi strumenti che scaricano palle di metallo con atrocissimo rumore e lampi di fuoco alcuni anni ir sono rarissimi e venivano riguardati con grande stupore e ammirazione, ma ora sono diventati comuni e familiari come ogni altro tipo di arma. Nell'imparare le armi pi perniciose, cos pronte e geniali le menti degli uomini!".
Con la seconda met del XIV secolo l'artiglieria s'era decisamente affermata, e gli artigiani europei si diedero da fare per fabbricare supercannoni. In quel periodo furono costruiti pezzi giganteschi del tipo bombarda. [........] In campo aperto l'artiglieria aveva solo un effetto psicologico, e anche questo non era sicuro. Ad Aljubarrota (1385) i castigliani disponevano di sedici bombarde, ma la battaglia fu vinta dai portoghesi che non avevano armi da fuoco. I cannoni potevano essere costruiti sia in ferro che in bronzo. I cannoni in ferro erano fabbricati dal fabbro a partire da barre di ferro battuto unite insieme in rozzi tubi che venivano successivamente rinforzati da spesse cerchiature di ferro calettatevi sopra. L'idea di ottenere cannoni di ferro mediante colatura dev'essere stata presente sin dai primissimi tempi, ma i pezzi colati erano soggetti a pericolose fatture. Il bronzo, dal punto di vista tecnico, pi facile da fondere e in tutta Europa vi erano artigiani che conoscevano bene il procedimento per via dell'antica e diffusa richiesta di campane. un ironia della storia che una tecnica perfezionata per la fabbricazione di oggetti essenzialmente gentili finisse per favorire lo sviluppo di armi mortali. Comunque, l'artiglieria di bronzo fuso comparve molto presto e incontr subito grande favore, non solo perch il bronzo meno soggetto a corrosione, ma anche perch il procedimento di fusione rendeva possibile la fabbricazione di cannoni ad avancarica ed eliminava cos tutti i pericoli e le difficolt connesse con il problema dell'otturazione posteriore. Quanto all'aspetto economico dell'alternativa, non c'e dubbio che come materia prima il ferro costava molto meno del bronzo. Tuttavia, sino quando non si svilupp la tecnica per colare canne di ferro resistenti, l'alternativa rimase tra bronzo e ferro battuto. Ora, il procedimento di fucinatura assorbiva pi lavoro e di conseguenza costava di pi di quello di fusione. La differenza tra i pezzi finali si riduceva quindi notevolmente. Bench si continuassero a costruire, i cannoni in ferro battuto vennero sempre pi considerati come un malagevole ripiego. Il rame, la materia prima fondamentale per la fabbricazione dell'artiglieria in bronzo, proveniva principalmente dall'Ungheria, dal Tirolo, dalla Sassonia e dalla Boemia. Lo stagno, il metallo che va unito al rame, proveniva principalmente dall'Inghilterra, dalla Spagna e dalla Germania. Quantunque le materie prime provenissero da un limitato numero di regioni, la fusione dei cannoni di bronzo veniva praticata quasi dovunque da artigiani che non avevano alcuna difficolt ad alternare la produzione di campane con quella di cannoni e viceversa. Questi artigiani lavoravano su commissione o venivano ingaggiati per determinati periodi di tempo. Pi tardi furono anche creati arsenali governativi pi o meno permanenti, dopo i cannoni venivano
fabbricati da personale qualificato stabile o da esperti assunti temporaneamente. Bisogna aggiungere che a quell'epoca la divisione del lavoro fra artiglieri e fonditori non era sempre ben definita e molto del lavoro di fusione era in realt svolto da artiglieri che prestavano regolare servizio negli eserciti. A partire dalla seconda met del quindicesimo secolo, la domanda di cannoni entr in una fase secolare di rapido sviluppo. La formazione dei grandi stati nazionali, le loro continue guerre, le esplorazioni geografiche e l'espansione d'oltremare, contribuirono all'aumento della domanda. Gli stessi sovrani si interessarono personalmente al problema dell'artiglieria, e taluni come il duca Alfonso d'Este, re Giovanni II del Portogallo, re Giacomo IV di Scozia e l'imperatore Massimiliano, furono dei veri esperti in materia. Il commercio del rame e dei cannoni divenne una delle pi fiorite e lucrose attivit del tempo. I centri maggiori erano Norimberga, la capitale della metallurgica tedesca; Lione, attraverso cui la Francia faceva i suoi approvvigionamenti; Bolzano, sulla via fra il Tirolo e l'Italia settentrionale; e Anversa, dove la corrente delle merci provenienti dall'Africa occidentale e pi tardi dall'Asia incontrava la corrente dei prodotti metallurgici della Germania e dalle Fiandre. Parte del Frh-Kapitalismus europeo ebbe le proprie origini in questo fertilissimo terreno: i Fugger, per citare l'esempio pi noto, furono grandi mercanti di rame ed ebbero una fiorente fonderia di cannoni a Fuggerau, vicino a Willbach (Carinzia). Il rapido sviluppo della produzione di cannoni si accompagn a un rapido progresso tecnologico. Ci si rese presto conto dei limiti delle gigantesche bombarde e si dedic pi cura ai pezzi di minor calibro. La nuova tendenza fu anticipata dagli artiglieri francesi nel corso del XV secolo. Quando l'esercito di Carlo VIII invase l'Italia nel 1494, gli italiani, considerati fino allora maestri in materia, furono sorpresi dalle caratteristiche della nuova artiglieria francese: "le bombarde che per tutta Italia s'adoperavano nell'oppugnazioni delle terre" - scrisse il Guicciardini erano
"grossissime in modo che per la macchina grande e per la imperizia degli uomini e attitudine mala degli instrumenti, tardissimamente e con grandissima difficolt si conducevano, piantavansi alle terre co' medesimi impedimenti, e piantate, era dall'uno colpo all'altro tanto intervallo che con piccolissimo frutto a comparazione di quello che seguit da poi, molto tempo consumavano; donde i difensori de' luoghi oppugnati avevano spazio di potere oziosamente fare didentro ripari e fortificazioni Ma i francesi, fabbricando pezzi molto pi espediti n dall'altro che di bronzo, i quali chiamavano cannoni, e usando palle di ferro, dove prima di pietra e senza comparazione pi grosse e di peso gravissimo s'usavano, gli conducevano in sulle carrette, tirate non da buoi, come in Italia si costumava, ma da cavalli, con agilit tale d'uomini e di instrumenti deputati a questo servigio che quasi sempre al pari degli eserciti camminavano, e condotte alle muraglie erano piantate con prestezza incredibile; e interponendosi dall'un colpo piccolissimo intervallo di tempo, s spesso e con impeto s veemente percotevano che quelle che prima in Italia fare in molti giorni si soleva, da loro in pochissime ore si faceva: usando ancora questo pi tosto diabolico che umano instrumento non meno alla campagna che a combattere le terre, e co' medesimi cannoni e con altri pezzi minori, ma fabbricati e condotti, secondo la loro proporzione, con la medesima destrezza e celerit".
La descrizione del Guicciardini va accolta cum grano salis. I cannoni francesi sembravano estremamente mobili rispetto alle vecchie bombarde, ma non brillavano certo per mobilit. Si sostiene generalmente che per la prima volta nella storia a Ravenna nel 1512 e a Marignano nel 1515 l'artiglieria determin il risultato di battaglie in campo aperto, ma bisogna ammettere che altre circostanze influirono profondamente sul risultato di dette battaglie. L'artiglieria da campagna europea rimase caratterizzata da scarsa mobilit e da insufficiente potenza di fuoco sino alla met del XVII secolo. Tuttavia, verso la fine del XVI secolo [] gli artiglieri europei si dedicarono sempre pi attivamente al problema di migliorare la mobilit dei cannoni senza diminuirne la potenza di fuoco.