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INDICE
INTRODUZIONE 2
L’INDUSTRIA SI EVOLVE 5
CATALOGO 8
BIBLIOGRAFIA 11
1
INTRODUZIONE
L’elaborato si pone l’obiettivo di dare una visione generale delle armi micenee e
delle raffigurazioni spesso presenti su di esse nel periodo del tardo bronzo.
Per la conoscenza delle armi utilizzate dai micenei la storia degli studi si è basata,
spesso, sulle fonti principali che sono state le tavolette in lineare B rinvenute
(databili XIV- XIII secolo a.C.), dove, si faceva riferimento ad elementi
dell’equipaggiamento militare.
Testimonianze dirette, invece, sono venute alla luce solo in epoca moderna, ad
esempio quasi tutte le armi in metallo vennero scoperte ed identificate solo a partire
dal 19501.
Prima di tali scoperte le uniche fonti erano alcune armi, un piccolo numero di pitture
vascolari, poche raffigurazioni e le enigmatiche tavolette riportate alla luce, inoltre,
molti di questi documenti si riferiscono ad elementi deperibili dell’equipaggiamento
bellico (scudi di cuoio, corsetti, materiale tessile, etc) e non sono quindi riscontrabili
tra i reperti presenti. Con l’avvento dei ritrovamenti moderni il grande puzzle del
mondo armamentario miceneo iniziò a prendere forma.
La fase dettata dai ritrovamenti delle tombe a fossa a Micene (databili XVI
secolo a.C.)
1
SNODGRASS 1967, P.15.
2
SNODGRASS 1967, PP. 15-40.
2
Il periodo che va dalla seconda metà del XV alla prima metà del XIV secolo
a.C.
Dal XIII al XII secolo a.C.
I tre momenti si collocano nella tarda età del bronzo egea, da notare come le armi
offensive di questo periodo rinvenute siano quasi esclusivamente in bronzo3.
Il periodo delle tombe a fossa consente, grazie allo studio dei corredi provenienti
dalle tombe dei principi, a Micene, di notare un equipaggiamento ricco, sebbene in
tali sepolture venissero inserite armi forgiate e/o decorate con materiali più
ricercati4, sicuramente non utilizzate durante le battaglie. Tutto l’equipaggiamento
usato nei conflitti era formato da materiali più umili ma veniva sostituito da fragili
oggetti in oro o argento con lavorazioni a sbalzo e, forse, addirittura, non metallici,
nelle sepolture.
Schliemann stesso durante i suoi scavi rinvenne una tomba di tre uomini con più di
90 spade ricche di intarsi in oro ed avorio5.
Le prime spade create erano veri e propri pugnali a lama corta e doppio taglio (sottili
e con punte spesse) con manici in legno, usati principalmente come armi difensive.
Col passare degli anni i pugnali si allungarono e nacquero le effettive spade,
dapprima, note come “tipo A”, rinvenute a Creta e sulla terraferma, ma con
l’handicap di essere troppo fragili se colpite da un forte colpo6.
3
SNODGRASS 1967 PP. 15-40.
4
CASSOLA GUIDA, ZUCCONI 1922, P.28
5
SNODGRASS 1967 P.16.
6
KLINE 2012, PP. 306-307.
3
I micenei capirono questo problema e forgiarono un nuovo tipo (“tipo B”), di media
lunghezza, con una lama più larga e maggiormente resistente.
L’apice si toccherà con la creazione della NAUE II 7, spada dai bordi paralleli e lama
lunga tra i 60 e 50 cm.
Meritano menzione anche le lance e l’arco, entrambe queste armi hanno una funzione
ambigua, utilizzate tanto per la guerra, quanto per la caccia.
Per la lancia sono state rinvenute alcune punte proprie di quest’arma. La tipologia
più diffusa di punta di lancia era formato da cuspidi larghe, con lama molto lunga.
Sono state rinvenute principalmente nella tomba a fossa di Micene e in quella dei
guerrieri a Cnosso8.
Discorso simile può farsi per l’arco: nelle tombe a fossa di Micene (nella tomba IV
del circolo A) ben quattro oggetti documentano il suo possibile utilizzo ma la
testimonianza più evidente è la lama di un pugnale in bronzo con decorazione a
niello su oro e argento che presenta la raffigurazione di un arciere, vestito in
perizoma e armato di arco semplice a segmento, impegnato nella caccia al leone,
insieme ad altri micenei ( riconoscibili dall’abbigliamento)9.
Non sono stati ritrovati resti di archi, né parziali né interi, sono state, invece,
rinvenute un gran numero di punte di frecce in tutto l’Egeo a testimoniare la presenza
nell’arsenale greco di queste armi 10. Inoltre, input fondamentali per comprendere
l’uso di tali armi, sono stati dati dalle poche ma significative raffigurazioni su
ceramiche e sigilli. Da tutti questi ritrovamenti è stato possibile distinguere una
prima tipologia di frecce fatta con punte di selce e ossidiana e, dal XV secolo, la
presenza di un tipo in bronzo11. Le prime, sicuramente, vennero usate per la caccia, le
seconde, invece, data la capacità di penetrare in fondo la carne, il maggior numero di
probabilità, quindi, che il colpo scoccato fosse letale e la difficoltà di estrazione dal
7
KRISTIANSEN 2018, P.25.
8
BORGNA 1992, 34-35.
9
BORGNA 1992, P.44.
10
CLINE 2012, P. 308.
11
BORGNA 1992, PP.35-36.
4
corpo della preda potrebbero essere state utilizzate come arma di combattimento a
distanza.
Arma bianca, di sola difesa, è lo scudo. Erano propri del guerriero dell’età delle
tombe a fossa diverse tipologie di scudo in cuoio, ritratti in alcune raffigurazioni
anche a chiazze bianche e nere e con apparenti rinforzi metallici.
Il più comune è a forma di otto, costituito da una pelle bovina tagliata in forma ovale
e distesa su un’asse arcuata. Un’altra asse interna, convessa e più piccola tirava la
pelle dell’animale verso l’interno. Meno diffuso lo scudo “a torre” con lati rettilinei e
sommità ricurve.
3. L’INDUSTRIA SI EVOLVE
Il periodo dalla seconda metà del XV alla prima metà del XIV secolo fu invece un
momento di sostanziale evoluzione per l’industria delle armi. Ci si soffermò
principalmente a migliorare le armi in precedenza forgiate. Grande attenzione però
va data ai bronzisti micenei che impararono a lavorare con enorme destrezza le
armature in lamiera.
12
SCHUCHHARDT 1891, P.229.
13
BORGNA 1992, P.35
14
CASSOLA GUIDA 1973, P. 150.
15
SNODGRASS 1967, PP. 25-26.
5
ad angolo retto. Evidenti differenze sono anche le dimensioni, la spada cornuta è più
lunga della cruciforme.
Nelle tombe dei guerrieri vennero ritrovate anche punte aguzze di lance giganti e
punte di frecce.
La terza ed ultima fase è il periodo tardo, momento in cui i micenei perdono pian
piano solidità e ciò porterà al declino culminato con la distruzione dei palazzi,
simbolo esplicito del tracollo di un popolo.
Prima della fine, però, l’orizzonte miceneo spazia tra la Sicilia, le isole Lipari ad
occidente, Cipro e Ras Shamra (Siria) ad oriente.
Le fonti principali, per quel che concerne l’armamentario miceneo, restano sempre le
tombe ma si aggiungono in questa fase i depositi dei fonditori che contenevano armi,
ferramenta vari in bronzo, integri o meno, destinati ad essere, nel caso, fusi per dare
vita a nuovi oggetti.
Con la crisi e la successiva fine del periodo palaziale vi furono ripercussioni nel
mondo egeo e, nello specifico le armi videro sparire lo sfarzo precedenti, lasciando
posto ad esemplari più basilari, robusti ed efficaci. Nelle tombe ora non ci sono più
spade e pugnali con sfarzose decorazioni ma spade corte con manici sempre più
comodamente impugnabili, adatte alla vita quotidiana, dato che, durante tale caotico
periodo, è pensiero diffuso, fosse necessario essere sempre armati.
16
BORGNA 1992, P.52.
6
Un piccolo esemplare di spada micenea raggiunse anche Pelynt, in Cornovaglia 17, a
testimoniare come l’arte armamentaria si diffuse a macchia d’olio.
Stessa sorte delle spade seguirono le lance, accorciarono le loro dimensioni e videro
sparire le decorazioni precedenti, con una diffusione fino all’ Europa centrale e nella
stessa Cipro dove furono rinvenute punte di lancia con lama dal profilo sagomato a
fiamma. Sempre scarse le testimonianze sull’uso dell’arco in guerra. Grazie ai
ritrovamenti di alcune punte, però, può testimoniarsi un nuovo tipo di freccia,
proveniente dalla cultura dell’Asia Minore, con grande lama e grosso cordolo.
Del vasto materiale rinvenuto, colpisce l’occhio anche dell’osservatore meno attento
la vastità di armi riccamente decorate.
17
SNODGRASS 1967, P.34.
18
Traduzione italiana: spada a lingua da presa.
19
POWELL, 2002.
7
spade e pugnali, vede la presenza di motivi legati alla sfera quotidiana, scene di
caccia o con protagonisti animali in un contesto di azioni umane20.
Tali armi come detto, non sono state ritrovate solo nell’area micenea ma, a
testimonianza della circolazione di questa cultura anche in altre regioni, è il caso del
pugnale rivestito con una lamina in oro con inserzioni in pasta colorata o in pietra
ritrovate a Mallia nel quartiere My 21. Questa diffusione così su vasta scala della
cultura micenea potrebbe anche essere attestata dalle armi ritrovate in luoghi distanti
come il tipo B riportato alla luce in quel di Hattusas (in Anatolia) 22. Altra città ove
sono stati rinvenuti in diverse tombe pugnali decorati con figurazioni animali è
Prosymna, in Argolide, interessante il gioco di materiali preziosi utilizzati, con gli
occhi degli uccelli, ivi presenti, resi con cerchi d’oro e pupille in nichel, simbolo di
una manifattura che raggiunse alte vette di tecnica23.
5 CATALOGO
8
Decorazione identica nelle due facciate: tre leoni al galoppo
9
1 2 3 4
5 6 7 8
10
BIBLIOGRAFIA
BORGNA 1992 = E. BORGNA, L’arco e le frecce nel mondo miceneo, (MemAccLincei, s. IX, vol
II,1,1992, pp.3-161), Roma 1992.
CASSOLA GUIDA 1973 = P. CASSOLA GUIDA Le armi dei Micenei nelle figurazioni, edizioni
dell’Ateneo, Roma 1973.
CLINE 2012 = E. Cline the Oxford handbook of the bronze age Aegean, University Press, Oxford
2012. PP.305-314.
HORN-KRISTIANSEN 2018 = Christian Horn - Kristian Kristiansen, Warfare in Bronze Age Society,
Cambridge University Press, Cambridge 2018.
POWELL 2002 = Weapons & Warfare: Ancient and medieval weapons and warfare. John Powell,
Salem press, 2002.
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