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ARMI MICENEE E IMMAGINI SULLE ARMI:

OSSERVAZIONI SULLA CIRCOLAZIONE


ICONOGRAFICA NEL TARDO BRONZO

Andrea Marco De Caro (Matricola 1000008752)

0
INDICE

INTRODUZIONE 2

LE TRE FASI DELLE ARMI 2

LE TOMBE A FOSSA: UNA FUCINA D’ INFORMAZIONE 3

L’INDUSTRIA SI EVOLVE 5

L’ULTIMA FASE: RITORNO ALL’ESSENZIALE 6

IMMAGINI NELLE ARMI 7

CATALOGO 8

BIBLIOGRAFIA 11

1
INTRODUZIONE

L’elaborato si pone l’obiettivo di dare una visione generale delle armi micenee e
delle raffigurazioni spesso presenti su di esse nel periodo del tardo bronzo.

Le armi danno un aspetto guerriero al popolo miceneo, in quanto oggetti bellici, le


immagini spesso impresse, invece, rimarcano un’abilità fuori dal comune
nell’ornamento oltre che, a livello iconografico, una sempre presente visione anche
delle attività quotidiane (come la caccia) che testimoniano un popolo fiero e
dinamico attento al mondo che lo circonda.

Per la conoscenza delle armi utilizzate dai micenei la storia degli studi si è basata,
spesso, sulle fonti principali che sono state le tavolette in lineare B rinvenute
(databili XIV- XIII secolo a.C.), dove, si faceva riferimento ad elementi
dell’equipaggiamento militare.

Testimonianze dirette, invece, sono venute alla luce solo in epoca moderna, ad
esempio quasi tutte le armi in metallo vennero scoperte ed identificate solo a partire
dal 19501.

Prima di tali scoperte le uniche fonti erano alcune armi, un piccolo numero di pitture
vascolari, poche raffigurazioni e le enigmatiche tavolette riportate alla luce, inoltre,
molti di questi documenti si riferiscono ad elementi deperibili dell’equipaggiamento
bellico (scudi di cuoio, corsetti, materiale tessile, etc) e non sono quindi riscontrabili
tra i reperti presenti. Con l’avvento dei ritrovamenti moderni il grande puzzle del
mondo armamentario miceneo iniziò a prendere forma.

1. LE TRE FASI DELLE ARMI

La storia dell’armamentario miceneo, grazie alle testimonianze pervenute, può essere


diviso in 3 fasi principali2:

 La fase dettata dai ritrovamenti delle tombe a fossa a Micene (databili XVI
secolo a.C.)

1
SNODGRASS 1967, P.15.
2
SNODGRASS 1967, PP. 15-40.

2
 Il periodo che va dalla seconda metà del XV alla prima metà del XIV secolo
a.C.
 Dal XIII al XII secolo a.C.

I tre momenti si collocano nella tarda età del bronzo egea, da notare come le armi
offensive di questo periodo rinvenute siano quasi esclusivamente in bronzo3.

2. LE TOMBE A FOSSA: UNA FUCINA D’ INFORMAZIONI

Il periodo delle tombe a fossa consente, grazie allo studio dei corredi provenienti
dalle tombe dei principi, a Micene, di notare un equipaggiamento ricco, sebbene in
tali sepolture venissero inserite armi forgiate e/o decorate con materiali più
ricercati4, sicuramente non utilizzate durante le battaglie. Tutto l’equipaggiamento
usato nei conflitti era formato da materiali più umili ma veniva sostituito da fragili
oggetti in oro o argento con lavorazioni a sbalzo e, forse, addirittura, non metallici,
nelle sepolture.

Schliemann stesso durante i suoi scavi rinvenne una tomba di tre uomini con più di
90 spade ricche di intarsi in oro ed avorio5.

Questi ritrovamenti sono stati fondamentali per distinguere le diverse tipologie di


armi, le più utilizzate in guerra furono le armi offensive.

La spada è il tipo di arma più comune rinvenuto a Micene e la tipologia


maggiormente diffusa fu il Rapier (a lama lunga) l’origine, però, non è micenea ma
cretese, forgiata da bronzisti minoici che ripresero la spada propria del vicino oriente.

Le prime spade create erano veri e propri pugnali a lama corta e doppio taglio (sottili
e con punte spesse) con manici in legno, usati principalmente come armi difensive.
Col passare degli anni i pugnali si allungarono e nacquero le effettive spade,
dapprima, note come “tipo A”, rinvenute a Creta e sulla terraferma, ma con
l’handicap di essere troppo fragili se colpite da un forte colpo6.

3
SNODGRASS 1967 PP. 15-40.
4
CASSOLA GUIDA, ZUCCONI 1922, P.28
5
SNODGRASS 1967 P.16.
6
KLINE 2012, PP. 306-307.

3
I micenei capirono questo problema e forgiarono un nuovo tipo (“tipo B”), di media
lunghezza, con una lama più larga e maggiormente resistente.

Gli esemplari successivi andarono a migliorare impugnatura e manici.

L’apice si toccherà con la creazione della NAUE II 7, spada dai bordi paralleli e lama
lunga tra i 60 e 50 cm.

Meritano menzione anche le lance e l’arco, entrambe queste armi hanno una funzione
ambigua, utilizzate tanto per la guerra, quanto per la caccia.

Per la lancia sono state rinvenute alcune punte proprie di quest’arma. La tipologia
più diffusa di punta di lancia era formato da cuspidi larghe, con lama molto lunga.
Sono state rinvenute principalmente nella tomba a fossa di Micene e in quella dei
guerrieri a Cnosso8.

Discorso simile può farsi per l’arco: nelle tombe a fossa di Micene (nella tomba IV
del circolo A) ben quattro oggetti documentano il suo possibile utilizzo ma la
testimonianza più evidente è la lama di un pugnale in bronzo con decorazione a
niello su oro e argento che presenta la raffigurazione di un arciere, vestito in
perizoma e armato di arco semplice a segmento, impegnato nella caccia al leone,
insieme ad altri micenei ( riconoscibili dall’abbigliamento)9.

Non sono stati ritrovati resti di archi, né parziali né interi, sono state, invece,
rinvenute un gran numero di punte di frecce in tutto l’Egeo a testimoniare la presenza
nell’arsenale greco di queste armi 10. Inoltre, input fondamentali per comprendere
l’uso di tali armi, sono stati dati dalle poche ma significative raffigurazioni su
ceramiche e sigilli. Da tutti questi ritrovamenti è stato possibile distinguere una
prima tipologia di frecce fatta con punte di selce e ossidiana e, dal XV secolo, la
presenza di un tipo in bronzo11. Le prime, sicuramente, vennero usate per la caccia, le
seconde, invece, data la capacità di penetrare in fondo la carne, il maggior numero di
probabilità, quindi, che il colpo scoccato fosse letale e la difficoltà di estrazione dal

7
KRISTIANSEN 2018, P.25.
8
BORGNA 1992, 34-35.
9
BORGNA 1992, P.44.
10
CLINE 2012, P. 308.
11
BORGNA 1992, PP.35-36.

4
corpo della preda potrebbero essere state utilizzate come arma di combattimento a
distanza.

Le raffigurazioni rinvenute poco avallano l’uso dell’arco in campo militare: le uniche


ritraenti arcieri in battaglia provengono dall’Assedio Rhyton di Shaft Grave IV a
Micene12. Interessante la considerazione, secondo cui, la presenza di frecce nelle
tombe dei principi possa essere sia un proclame alla memoria bellica del sepolto, sia
un rimando alle battute di caccia principesche13.

Arma bianca, di sola difesa, è lo scudo. Erano propri del guerriero dell’età delle
tombe a fossa diverse tipologie di scudo in cuoio, ritratti in alcune raffigurazioni
anche a chiazze bianche e nere e con apparenti rinforzi metallici.

Il più comune è a forma di otto, costituito da una pelle bovina tagliata in forma ovale
e distesa su un’asse arcuata. Un’altra asse interna, convessa e più piccola tirava la
pelle dell’animale verso l’interno. Meno diffuso lo scudo “a torre” con lati rettilinei e
sommità ricurve.

Nella tomba a fossa IV venne ritrovato un esemplare di scudo a forma di otto in


argento (esemplare rinvenuto poi anche in decorazioni che ornavano dei frammenti
di pisside nella “casa degli scudi” a Micene14).

3. L’INDUSTRIA SI EVOLVE

Il periodo dalla seconda metà del XV alla prima metà del XIV secolo fu invece un
momento di sostanziale evoluzione per l’industria delle armi. Ci si soffermò
principalmente a migliorare le armi in precedenza forgiate. Grande attenzione però
va data ai bronzisti micenei che impararono a lavorare con enorme destrezza le
armature in lamiera.

Dal perfezionamento delle spade preesistenti nacquero la spada cornuta e la spada


cruciforme.15 La prima così chiamata per la presenza di due apici a forma di corna,
l’altra, decisamente più povera e più diffusa prende il nome dagli apici della guardia

12
SCHUCHHARDT 1891, P.229.
13
BORGNA 1992, P.35
14
CASSOLA GUIDA 1973, P. 150.
15
SNODGRASS 1967, PP. 25-26.

5
ad angolo retto. Evidenti differenze sono anche le dimensioni, la spada cornuta è più
lunga della cruciforme.

Nelle tombe dei guerrieri vennero ritrovate anche punte aguzze di lance giganti e
punte di frecce.

A proposito delle frecce, rimando all’uso dell’arco, è da segnalare il ritrovamento


contemporaneo di un cospicuo numero di esse in un palazzo isolato a Cnosso oltre
che un gran numero di sigilli aventi come simbolo protagonista le frecce degli
archi,tra cui alcuni a Mallia, in cui sono raffigurati uomini accovacciati,nell’atto di
“caricare” l’arco o prepararsi a scoccare una freccia.16

4. L’ULTIMA FASE: RITORNO ALL’ESSENZIALE

La terza ed ultima fase è il periodo tardo, momento in cui i micenei perdono pian
piano solidità e ciò porterà al declino culminato con la distruzione dei palazzi,
simbolo esplicito del tracollo di un popolo.

Prima della fine, però, l’orizzonte miceneo spazia tra la Sicilia, le isole Lipari ad
occidente, Cipro e Ras Shamra (Siria) ad oriente.

I prodotti micenei arrivano a raggiungere luoghi lontani come l’Alto Egitto e la


Britannia e risalgono a questo periodo le tavolette rivenute nel 1939 nel palazzo di
Pylos e databili 1200 a.C. circa, poco prima della distruzione dei palazzi.

Le fonti principali, per quel che concerne l’armamentario miceneo, restano sempre le
tombe ma si aggiungono in questa fase i depositi dei fonditori che contenevano armi,
ferramenta vari in bronzo, integri o meno, destinati ad essere, nel caso, fusi per dare
vita a nuovi oggetti.

Con la crisi e la successiva fine del periodo palaziale vi furono ripercussioni nel
mondo egeo e, nello specifico le armi videro sparire lo sfarzo precedenti, lasciando
posto ad esemplari più basilari, robusti ed efficaci. Nelle tombe ora non ci sono più
spade e pugnali con sfarzose decorazioni ma spade corte con manici sempre più
comodamente impugnabili, adatte alla vita quotidiana, dato che, durante tale caotico
periodo, è pensiero diffuso, fosse necessario essere sempre armati.
16
BORGNA 1992, P.52.

6
Un piccolo esemplare di spada micenea raggiunse anche Pelynt, in Cornovaglia 17, a
testimoniare come l’arte armamentaria si diffuse a macchia d’olio.

Ma non è la sola tipologia di spada presente nel periodo, nacque anche un


efficientissimo modello, denominato dagli studiosi tedeschi
18
“GRIFFZUNGENSCHWERT” molto diffusa geograficamente, forgiata in Grecia
che resistette anche al periodo dell’età del bronzo19.

E’ significativo che queste spade comparvero dopo la distruzione dei palazzi


micenei, ciò, infatti, lascia pensare che fossero usate dagli stessi micenei o da
mercenari europei ai loro servigi. Inoltre,si diffuse anche a Cipro, in Oriente e in
Egitto.

Stessa sorte delle spade seguirono le lance, accorciarono le loro dimensioni e videro
sparire le decorazioni precedenti, con una diffusione fino all’ Europa centrale e nella
stessa Cipro dove furono rinvenute punte di lancia con lama dal profilo sagomato a
fiamma. Sempre scarse le testimonianze sull’uso dell’arco in guerra. Grazie ai
ritrovamenti di alcune punte, però, può testimoniarsi un nuovo tipo di freccia,
proveniente dalla cultura dell’Asia Minore, con grande lama e grosso cordolo.

Iconograficamente ai rari ritratti di arcieri si aggiunge il rinvenimento, a Iolkos


(Tessaglia), di un frammento di vaso della fine del XIII secolo raffigurante un arciere
entro una fila di guerrieri in marcia.

5. IMMAGINI NELLE ARMI

Del vasto materiale rinvenuto, colpisce l’occhio anche dell’osservatore meno attento
la vastità di armi riccamente decorate.

Prima di procedere alla descrizione di alcuni esemplari di armi decorate, scoperte a


Micene e non, è necessario fare un distinguo tra le due tipologie di decorazioni
estetiche proprie dell’armamento: il primo predilige motivi astratti o stilizzati del
mondo animale e vegetale, l’altro, proprio esclusivamente di armi da taglio quali

17
SNODGRASS 1967, P.34.
18
Traduzione italiana: spada a lingua da presa.
19
POWELL, 2002.

7
spade e pugnali, vede la presenza di motivi legati alla sfera quotidiana, scene di
caccia o con protagonisti animali in un contesto di azioni umane20.

Tali armi come detto, non sono state ritrovate solo nell’area micenea ma, a
testimonianza della circolazione di questa cultura anche in altre regioni, è il caso del
pugnale rivestito con una lamina in oro con inserzioni in pasta colorata o in pietra
ritrovate a Mallia nel quartiere My 21. Questa diffusione così su vasta scala della
cultura micenea potrebbe anche essere attestata dalle armi ritrovate in luoghi distanti
come il tipo B riportato alla luce in quel di Hattusas (in Anatolia) 22. Altra città ove
sono stati rinvenuti in diverse tombe pugnali decorati con figurazioni animali è
Prosymna, in Argolide, interessante il gioco di materiali preziosi utilizzati, con gli
occhi degli uccelli, ivi presenti, resi con cerchi d’oro e pupille in nichel, simbolo di
una manifattura che raggiunse alte vette di tecnica23.

5 CATALOGO

Il seguente catalogo è atto ad esporre, per maggiore consapevolezza e completezza


d’informazione, i tipi di armi decorate, custodite, per lo più, nel “museo nazionale di
Atene“. Questi oggetti rivenuti mostrano, non solo l’eccellenza della forgiatura e un
estro decorativo fuori dal comune, ma, soprattutto, una visione iconografica che vede
l’uomo distinto dal mondo animale, predatore dell’animale predatore per eccellenza:
il leone. Tali scene sulle armi non furono circoscritte al territorio miceneo, la loro
circolazione è documentata da ritrovamenti in vari luoghi, Prosimna e Routsi (Pylos)
su tutti.

1) Micene, Circolo A - Tomba IV


Atene, museo nazionale
Scena di caccia al leone

2) Micene, Circolo A - Tomba IV


Atene, museo nazionale
20
XENAKI – CHATZILIOU 1989, PP. 13-14.
21
BOMBARDIERI - GRAZIADIO – JASINK 2015, P. 110.
22
CLINE P. 137.
23
XENAKI - CHATZILIOU 1989, PP. 18-22.

8
Decorazione identica nelle due facciate: tre leoni al galoppo

3) Micene, Circolo A - Tomba V


Atene, museo nazionale
Decorazione identica nelle due facciate: rete a spirale

4) Micene, Circolo A – Tomba V


Atene, museo nazionale
Decorazione identica nelle due facciate: fregio di giglio

5) Micene, Circolo A – Tomba V


Atene, museo nazionale
Decorazioni “nilotiche” in ambe le facce: due felini cacciano uccelli fluviali

6) Prosymna , Tomba III


Atene, museo nazionale
Facciata A: tre uccelli fluviali volano verso la punta del pugnale
Facciata B: tre uccelli fluviali volano verso il manico del pugnale

7) Prosymna, tomba XIV


Atene, museo nazionale
Decorazione identica nelle due facciate con delfini protagonisti

8) Routsi (Pylos) Tholos 2


Atene, museo nazionale
Paesaggio marino

9
1 2 3 4

5 6 7 8

10
BIBLIOGRAFIA

BORGNA 1992 = E. BORGNA, L’arco e le frecce nel mondo miceneo, (MemAccLincei, s. IX, vol
II,1,1992, pp.3-161), Roma 1992.

BOMBARDIERI - GRAZIADIO - JASINKI 2015 = L. BOMBARDIERI, G. GRAZIADIO, A.M.


JASINKI Preistoria e protostoria egea e cipriota. Firenze university press, Firenze 2015. PP.110-
111.

CASSOLA GUIDA 1973 = P. CASSOLA GUIDA Le armi dei Micenei nelle figurazioni, edizioni
dell’Ateneo, Roma 1973.

CASSOLA, GUIDA , M. ZUCCONI, GALLI FONSECA 1992 = P. CASSOLA, GUIDA, M.


ZUCCONI, GALLI FONSECA Nuovi studi sulle armi dei Micenei Ateneo, Ghezzano 1992.

CLINE 2012 = E. Cline the Oxford handbook of the bronze age Aegean, University Press, Oxford
2012. PP.305-314.

HORN-KRISTIANSEN 2018 = Christian Horn - Kristian Kristiansen, Warfare in Bronze Age Society,
Cambridge University Press, Cambridge 2018.

POWELL 2002 = Weapons & Warfare: Ancient and medieval weapons and warfare. John Powell,
Salem press, 2002.

SCHUCHHARDT 1891 = K. SCHUCHHARDT Schliemann’s excavations: an archeological and


historical study. Macmillan and company, Londra 1891. PP.229 - 235.

SNODGRASS 1967 = A. M. SNODGRASS Armi e ed armature dei greci, L’erma di Bretschneider ,


trad. Caterina Fasella Roma, 1991 (A. M. SNODGRASS, arms and armour of the Greeks, Thames
and Hudson, Londra, 1967.) PP.14 - 40.

XENAKI - SAKELLARIOU, CHATZILIOU 1989 = A. XENAKI-SAKELLARIOU,


C.CHATZILIOU, “Peinture en métal” à l’époque mycénienne, (Ekdotikh Athenon) Atene 1989.

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