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CONQUISTA DELL’ITALIA

Alla caduta della monarchia Roma controllava nel Lazio un territorio che andava dal Tevere alla
regione Pontina.
1 anno di repubblica: TRATTATO ROMANO CARTAGINESE. I Cartaginesi si impegnavano a
non attaccare nessuna città del Lazio sotto il controllo di Roma e a cedere ad essa ogni città latina
che l’esercito punico avrebbe conquistato.
Alla fine del VI secolo e inizio del V secolo a.C: buona parte delle città latine conquistate
approfittarono dei problemi interni di Roma per affrancarsi dalla sua egemonia → Si viene a creare
la LEGA LATINA: COMUNITA’ DI POPOLI LAZIALI CHE SI ERANO CONFEDERATI
IN UNA LEGA E CHE DOPO LA CACCIATA DEI TARQUINI DA ROMA AVEVANO
UNITO LE FORZE PER CONTRASTARE LA SUA ASCESA.
I suoi membri condividevano alcuni diritti:
ius connubii: diritto di contrarre matrimoni legittimi con membri di altre città latine.
Ius commerci:diritto di siglare accordi commerciali fra cittadini di comunità diverse
ius migrationis: un latino poteva assumere pieni diritti civili in una comunità diversa dalla sua
semplicemente prendendone residenza.
La fonte principale della LEGA LATINA è DIONIGI DI ALICARNASSO.
Qualche anno dopo dalla sua fondazione, la Lega attaccò Roma. Nel 496 a.C, nella Battaglia sul
lago Regillo, e i Romani sconfissero le forza congiunte della Lega che portò alla stipulazione di un
trattato che avrebbe regolato i rapporti tra Roma e i Latini per i 150 anni successivi → si tratta del
FOEDUS CASSIANUM DEL 493 A.C, firmata dal console Spurio Cassio, nel quale le due parti si
impegnavano non solo a mantenere tra loro la pace, ma anche a prestarsi aiuto in caso di attacco
ricevuto da una delle due parti.
Tra gli strumenti più efficaci per consolidare le proprie vittorie militari gli alleati ricorsero alla
creazione di colonie sul territorio strappato ai nemici e i nuovi cittadini delle colonie provenivano
da Roma e da altre città latine.
Nel 486 a.C abbiamo l’ACCORDO CON GLI ERNICI: occupavano un territorio circondato da
Equi e Volsci, due popoli ostili → entrarono a far parte della Lega Latina.
Nel 458 a.C Cincinnato sconfigge Equi e Volsci, popolazione che occupò la Pianura Pontina
sottraendola ai Romani. I Volsci avevano invaso , nel VI secolo, le città latine di Terracina, Azio,
Velletri etc… .
L’avanzata nei colli Albani si saldò con quella degli Equi che avanzavano conquistando la zona dei
monti Prenestini e delle città latine di Tivoli e Preneste.
Romani, Latini ed Ernici, guidati da Cincinnato, vinsero contro Equi e Volsci al passo dell’Algido
fermando la loro avanzata.
Nello stesso periodo Roma si trovò ad affrontare un avversario assai meglio organizzato di Volsci
ed Equi: la città etrusca di Veio, rivale di Roma nel controllo delle vie di comunicazione lungo il
basso corso del Tevere.
Il contrasto con Veio sfociò in tre guerre:
I guerra 483-474 a.C: Vittoria dei Veienti → un esercito di 300 soldati romani venne annientato sul
fiume Cremera.
II guerra 437- 426 a.C: I Romani vendicarono la sconfitta uccidendo il tiranno di Veio.
III guerra 405-396 a.C: I Romani assediarono per 10 anni le mura di Veio al termine dei quali la
città fu presa e distrutta → Veio pagò il comportamento delle altre città etrusche, che non le
prestarono alcun soccorso e che per di più si schierarono dalla parte dei Romani.
Questa vittoria fu compiuta ad opera di Furio Camillo, che consentì a Roma di accrescere il proprio
ager publicus populi romani.
LA PRESA DI VEIO SEGNO’ UNA SVOLTA IMPORTANTE PER ROMA: IL LUNGO
ASSEDIO RESE NECESSARIO UNO STIPENDIUM PER I SOLDATI. Inoltre la conquista fruttò
nell’ottenimento di un ampio e fertile territorio.
Roma conosce il suo primo momento di crisi con la presenza dei barbari: i Galli senoni di Brenno,
dopo aver compiuto razzie nel nord Italia si dirigono a Roma e la mettono a ferro e fuoco. Il primo
contatto avvenne sull’Allia, un piccolo affluente del Tevere, dove l’esercito romano fu duramente
sconfitto. Roma, rimasta priva di difese, venne presa e saccheggiata. I Galli sparirono subito dopo
in cerca di nuove terre da razziare. (le fonti, su questo evento, furono enfatizzate e gonfiate per
innalzare l’eroismo di alcuni condottieri romani).
Dopo il Sacco Gallico del 390 a.C, Roma si riprese rapidamente: il territorio di Veio venne diviso
in 4 nuove tribù e distribuito ai cittadini romani (387) e nello stesso periodo iniziò la fortificazione
delle mura serviane.

LE GUERRE SANNITICHE

343-341 a.C, I guerra sannitica: Nel 354 a.C i Romani conclusero un trattato con i Sanniti, nel
quale il confine tra le due potenze veniva fissato al fiume Liri.
Il territorio dei Sanniti era molto più ampio di quello di Roma: era un’area prevalentemente
montuosa che consentiva comunque lo sfruttamento agricolo.
Il Sannio era privo di strutture urbane ed era diviso in pagi (cantoni), all’interno dei quali si
trovavano uno più vici (villaggi), governati da un magistrato elettivo.
Più magistrati insieme costituivano una tribù.
Le 4 tribù più importanti crearono la LEGA SANNITICA (ce ne parlano Livio, Dionigi e Polibio):
• Carricini
• Pentri
• Caudini
• Irpini.
D’altra parte, alcune popolazioni staccatesi dai Sanniti durante il V secolo a.C, occuparono le ricche
zone costiere della Campania e riunendosi, nella prima metà del IV secolo a.C, in una LEGA
CAMPANA.
Gli scontri tra le due parti si fecero sempre più aspri finché, nel 343, sfociarono in una guerra
quando i Sanniti attaccarono la città di Teano. Fu così che la Lega Campana chiese aiuto a Roma.
La prima guerra sannitica si concluse in fretta in favore dei Romani, che però non riuscirono a
concludere l’offensiva finale a causa di una rivolta del proprio esercito. Firmarono una pace chiesta
dai Sanniti nel 341, riconoscendo ai Sanniti Teano, mentre Roma prese la Campania.
Tale accordo portò al rovesciamento delle alleanze: Roma sostenuta dai Sanniti, si vide costretta a
fronteggiare i suoi ex-alleati Latini e Campani, a cui si aggiunsero Volsci e Aurunci.
Il conflitto, noto come GRANDE GUERRA LATINA (341-338 a.C), fu durissimo, ma anche
decisivo per quella che sarebbe diventata l’Italia Romana.
La Lega Latina venne sciolta e alcune città incorporate nello stato romano. Altre conservarono la
propria indipendenza formale da Roma, ma non poterono più intrattenere alcuna relazione tra di
loro.
I Latini furono obbligati a fornire truppe a Roma in caso di necessità.
Alla fine della Grande Guerra Latina Roma aveva legato a sé tutte le regioni che andavano dalla
sponda sinistra del Tevere a nord, al Golfo di Napoli al Sud, dal Tirreno a ovest e dagli Appennini
ad est.

326-304 a.C: II Guerra Sannitica: Le cause di questa guerra sono da ricercare nelle divisioni
interne della città di Napoli, dove si fronteggiavano le masse popolari filosannitiche e l’aristocrazia
filoromana.
I Romani conquistarono abbastanza facilmente la città, ma il tentativo di penetrare a fondo nel
Sannio si risolse in un fallimento (321 a.C, resa delle Forche Caudine).
Le ostilità si riaccesero nel 316 a.C, quando i Romani attaccarono Saticula, una località al confine
tra Campania e il Sannio: le prime operazioni furono nuovamente favorevoli ai Sanniti, ma negli
anni successivi Roma iniziò a recuperare terreno e conquistò Saticula nel 315 a.C. In questi anni
Roma preparò il suo esercito allo scontro finale coi Sanniti, che furono sconfitti nel 304 a.C : IL
TRATTATO DI ALLEANZA TRA ROMA E SANNIO VENNE RINNOVATO ANCORA UNA
VOLTA.

III guerra sannitica 298-290 a.C: Nel 298 a.C i Sanniti attaccarono i Lucani → i Romani
intervennero prontamente in favore degli aggrediti. Il comandante sannitico Gellio Egnazio riuscì a
mettere in piedi una potente coalizione antiromana che comprendeva Galli, Umbri ed Etruschi. Lo
scontro decisivo avvenne nel 295 a.C a Sentino. La coalizione, battuta ad Aquilonia nel 293 a.C, si
vide obbligata a chiedere la pace nel 290 a.C.
A nord, l’attacco di Galli ed Umbri fu bloccato nel 283 a.C, e la controffensiva romana colpì
dapprima le città Etrusche e poi raggiunse l’Etruria settentrionale e l’Umbria.
Nel 282 a.C Turi, città greca che sorgeva sulle rive calabresi del Golfo di Taranto, chiese aiuto ai
Romani per difendersi dall’invasione dei Lucani. I Romani inviarono prontamente una flotta
davanti le acque di Taranto. I Tarantini decisero di attaccare le nevi romane e marciarono su Turi
scacciando la guarnigione romana → la guerra divenne inevitabile.
TARANTO CHIESE AIUTO AL RE D’EPIRO PIRRO: Il sovrano diede alla sua spedizione
un’accezione simile ad una crociata in difesa dei Greci d’Occidente, contro i Barbari Romani e
Cartaginesi, procurandosi così l’appoggio di tutte le potenze ellenistiche.
Nel 280 a.C Pirro sbarca in Italia, contando anche sugli appoggi di Taranto e altre città italiche.
Roma si vide costretta per la prima volta ad arruolare i nullatenenti → I Romani subirono una dura
sconfitta ad Eraclea, che mise in pericolo le posizioni Romane nel meridione. Le altre città greche, i
Lucani, Bruzi e Sanniti si schierarono con Pirro.
Pirro non seppe sfruttare i frutti del suo successo e il suo tentativo di unirsi con gli Etruschi e
provocare una ribellione nell’Italia centrale fallì; fu così costretto ad intavolare trattative di pace.
Le richieste di Pirro vennero respinte, allora lui mosse verso l’Apulia settentrionale e sconfisse
ancora l’esercito romano ad Ascoli nel 279 a.C.
Pirro aveva così vinto due grandi battaglie, ma non riusciva a concludere la guerra, e per di più i
suoi rapporti con gli alleati italici andavano deteriorando.
Fu così che accettò la richiesta d’aiuto di Siracusa, in perenne lotta contro i Cartaginesi e non più in
grado di portare avanti la guerra da sola.
Decise perciò di recarsi a Sud lasciando una forte guarnigione a Taranto.
Nello stesso anno, nel 279 a.C, Romani e Cartaginesi avevano però stretto un’alleanza difensiva
contro il nemico comune.
In Sicilia Pirro sconfisse ripetutamente i Cartaginesi, chiudendoli a Lilibeo, ma l’assedio di questa
fortezza si rivelò infruttuoso.
Nel frattempo i Romani, approfittando dell’assenza del re epirota, conquistarono posizioni su
posizioni e Pirro decise così di abbandonare la Sicilia e tornare in Italia.
NEL 275 A.C VI FU LO SCONTRO DECISIVO CON IL CONSOLE MANIO CURIO
DENTATO A BENEVENTO: Pirro venne sconfitto duramente e decise di tornare in Epiro con il
suo esercito → morì nel 272 a.C, anno in cui Taranto si arrese entrando a far parte dei socii romani.

IMPERIALISMO ROMANO

Per spiegare il processo che ha portato i Romani alla formazione del loro impero abbiamo tre
visioni e motivi differenti:
• Imperialismo difensivo: visione condizionata dall’impostazione stessa delle fonti, che
giustificano la guerra di espansione come BELLUM IUSTUM (guerra giusta poiché
imponeva la guerra se un nemico faceva torto a Roma senza rimediare: è comunque corretto
aspettare le azioni riparatrici degli avversari prima di sferrare l’attacco.
• Imperialismo aggressivo: lucida e consapevole volontà espansionistica basati sui valori
della nuova nobiltà patrizio plebea formatasi tra IV e III secolo a.C. → Volontà di arrivare
alle armi direttamente proporzionale al concetto di dignitas familiare.
Abbiamo a tal proposito 3 fattori principali a favore della guerra:
a) fattori intrinseci e culturali di status nelle città;
b) fattori politici ed espansionistici
c) fattori economici e demografici derivanti dai bottini di guerra.
• Anarchia interstatale multipolare: visione secondo la quale tutti gli stati antichi sono per
natura bellicosi e dotati di scarsa diplomazia (gli Stati, tramite la guerra, lottano per il potere
e la sopravvivenza in un sistema di rapporti internazionali poco sviluppati, situazione che
perdurerà fino alla creazione di uno stato egemone).
Il segreto dell’imperialismo di Roma sarebbe la sua capacità di stringere alleanza e di
coinvolgere gli altri stati nella sua causa.
(Capua che chiese aiuto ai romani nel 343 a.C per difendersi dai Sanniti nella I guerra
sannitica, che avevano occupato la città di Teano → questo episodio è quello che sancisce il
primo caso di “impero su invito”).

PROCESSO DI ROMANIZZAZIONE

Come riuscirono i Romani ad amministrare i territori conquistati fino a questo momento?


Attraverso la stipulazione di molteplici trattati e alleanze.
La Romanizzazione dei territori è avvenuta sotto tutti i punti di vista, strutturale, politico e culturale.
I territori che con Roma facevano parte della Lega Latina si trovarono insoddisfatti dal suo operato,
in quanto gelosa della sua fetta di egemonia e superiorità.
Al termine della Guerra latina, la vittoria di Roma comportò la fine della lega latina (le città che
ne presero parte divennero municipia di Roma come Tuscolo nel 381 a.C → i municipia
conservavano la propria indipendenza formale e i diritti di connubio, commercio e migrazione con
Roma).
Le colonie avevano invece uno statuto differente, poiché aree costruite ex novo e dominata da gente
romana e latina.
La cittadinanza latina perse il suo valore poiché le genti latine furono soggette a Roma e che a
quest’ultima dovevano inviare dei contingenti militari in caso di guerra. Ottennero il diritto di voto
nelle assemblee popolari di Roma se si trovavano nell’Urbe quando un comizio veniva convocato.
Le città ribelli di Tivoli e Preneste vennero private dei privilegi sopracitati, diventando semplici
socii alleati (fornivano soldati in caso di guerra senza assumersi compiti di governo locale e
provvedendo da soli a mantenere le spese militari dell’esercito).

Che tipo di politica ha adottato Roma al di fuori del Lazio?


Adottò la parziale concessione di cittadinanza (civitates sine suffragio → vietato recarsi a Roma
per partecipare alle assemblee).

VARIE FORME DI ROMANIZZAZIONE:


• Città magno-greche: diversi tipi di trattato; gli aristocratici quasi sempre filo-romani e il
demos ostile a Roma
• Municipia: (assumere doveri) → assumersi determinati obblighi come avrebbe fatto il
cittadino romano → le condizioni di sottomissione venivano sancite da un foedus, legge,
plebiscito o un senato consulto romano, anche se conservavano parte della propria identità).
• Colonia Romana: avamposti costieri costituiti per finalità di controllo e formati da pochi
coloni (300 unità), cittadini esonerati dal servizio militare esposti al diritto romano.
• Colonie latine: organismi peculiari poiché si formano all’indomani della Guerra Latina →
nelle colonie latine veniva applicato lo IUS LATII (i cittadini romani che ne facevano parte
abbracciavano la nuova cittadinanza).
• Città federate: cittadinanza romana parziale e la relazione segue la formula togatorum
(spiegava gli obblighi militari dei federati verso la città egemone = i togati, perché adulti,
portavano la toga, i praetextati, la praetexta, perché minorenni).

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