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OTTAVIO AUGUSTO

Nel 40 a.C., con l’accordo di Brindisi, Antonio e Ottaviano si spartiscono i domini romani:
ad Antonio il controllo delle province orientali, a Ottaviano di quelle occidentali. A Lepido,
figura marginale, viene concessa solo l’Africa.
Antonio nelle province orientali si lega a Cleopatra, regina d’Egitto: nel 37 a.C. Antonio
ripudia Ottavia, sorella di Ottaviano, e sposa Cleopatra.
Ottaviano accusa Antonio di voler creare un impero orientale indipendente da Roma e, su
mandato del senato, affronta e sconfigge Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio (31
a.C.) sulla costa meridionale dell’Epiro.
L’anno successivo, 30 a.C., Ottaviano invade l’Egitto, l’esercito di Antonio fugge
all’apparire dei romani. Quest’ennesima umiliazione spinge Antonio al suicidio. Cleopatra,
vedendosi perduta, si uccide, secondo la leggenda, facendosi mordere da un aspide al seno.
Da questo momento inizia la storia di Roma definita “principato“.
Vi fu tuttavia una forte continuità con l’età repubblicana: istituzioni, norme giuridiche,
valori religiosi e civili rimasero i medesimi dell’epoca precedente, anche se profondamente
trasformati per effetto della concentrazione del potere nelle mani di una sola persona, che
controllava o ricopriva in prima persona tutte le principali cariche pubbliche
ECCO LE CARICHE CHE HA RICOPERTO
 Come console, divenne il capo dello stato.
 Come principe, esercitava potere assoluto sul Senato.
 Come tribuno della plebe, poteva controllare l’assemblea popolare.
 Come proconsole, assunse il controllo dei territori conquistati.
 Come imperatore, era a capo di tutto l’esercito Romano.
 Come pontefice massimo, rappresentava la massima autorità religiosa.

Ottaviano divenne princeps senatus (29 a.C.), principe, cioè «primo» del senato e quindi


primo cittadino dello Stato. Più tardi ricevette il titolo di augustus (16 gennaio del 27 a.C.),
che sarebbe entrato a far parte del suo nome, Ottaviano Augusto. Derivato dal verbo
augeo, «accresco», augusto indicava la caratteristica di un uomo che faceva aumentare il
benessere dei cittadini e che per questo era oggetto di devozione.

Nel 23 a.C., Ottaviano Augusto assunse l’imperium proconsulare maius et


infinitum (comando perpetuo delle province) che gli permetteva di controllare le province
strategiche.
Nello stesso anno gli venne consegnata la tribunicia potestas, ossia il potere del tribuno
della plebe, anche senza rivestirne la carica: poteva così esercitare il diritto di vetOttaviano
Augusto accumulò altre cariche: il controllo degli approvvigionamenti di Roma (cura
annonae) e la responsabilità delle strade (cura viarum).

Nel 12 a.C., infine, ottenne anche il pontificato massimo, la più alta carica religiosa, e
il potere censorio per il controllo dei costumi e della pubblica moralità.

Ottaviano Augusto asservì il senato al suo volere, ottenne il favore popolare con grandi


lavori pubblici, distribuzioni annuali di grano e giochi. Creò infine una potente ed
efficiente burocrazia, con cui amministrò il vasto Impero di Roma.

Ottaviano Augusto comprese che la costruzione del consenso al suo regime richiedeva la
diffusione di una vera e propria ideologia. Perciò si propose come il fautore di un ritorno ai
valori tradizionali degli antenati, ripristinando il mos maiorum (si ricordi che Ottaviano
Augusto relegò lontano da Roma sua figlia Giulia e sua nipote per la loro condotta
scandalosa).

In ambito religioso Ottaviano Augusto cercò di ripristinare le credenze tradizionali, corrotte


dalla crescente diffusione di culti orientali, e reintrodusse antiche cerimonie ufficiali. Fu
molto cauto però nel diffondere il culto della sua persona, che tuttavia si affermò in Oriente.
Le popolazioni orientali, infatti, erano abituate per tradizione antichissima a venerare la
figura del monarca. Così, mentre in Oriente Ottaviano Augusto fu celebrato come un dio,
nel resto del mondo romano si praticava il culto del genio di Augusto, dove «genio» era
inteso come l’essere divino che veglia sulla salute e sulla prosperità della famiglia (in questo
caso dell’impero), proteggendola.
Sviluppò un’intensa opera di promozione della cultura, potenziando le biblioteche e
divenendo, attraverso l’amico Mecenate, il patrono di poeti, oratori , storici, che ricevevano
il sostegno economico necessario per dedicarsi agli studi e alle arti. I
poeti Virgilio, Orazio e Properzio e lo storico Tito Livio cantarono e descrissero l’età
augustea come un periodo di pace e di prosperità

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