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L’ETÀ DI AUGUSTO

Conquistato il potere dopo anni di tumulti, Ottaviano si propose un duplice obiettivo: consolidare la
propria autorità (concentrando nella sua persona cariche e facoltà che lo rendevano di fatto
onnipotente); garantire la continuità formale delle istituzioni repubblicane (presentandosi come
restauratore dell’ordine e della moralità degli antichi). Questo compromesso garantì un periodo di
stabilità.

Dopo anni di massacri, i Romani erano disposti ad accettare il governo di una sola persona in
cambio di pace e stabilità.
Ottaviano, difatti, fu nominato Augustus (degno di venerazione) e Princeps Senatus (primo a votare
nel Senato così da poter influenzare). Ottenne poi altre cariche importanti: il tribunato della plebe
(col quale poteva convocare i comizi, il senato, di fare proposte di legge ed aveva il diritto di veto);
il proconsolato (controllava tutte le provincie); pontefice massimo (capo di tutti i sacerdoti).

Questa nuova forma di governo veniva definita Principato, in quanto Augusto era il Princeps nel
Senato e nello Stato. La natura di questa nuova forma di governo è stata presso gli storici fonte di
discussione: c’era chi lo vedeva come una forma di ammodernamento della Repubblica e chi invece
come una monarchia assoluta.

A prescindere della natura del suo governo, Augusto, in sostanza, accentrò il potere nelle sue mani
decentrando le funzioni amministrative. Queste furono affidate ad un nuovo organo di governo: le
prefetture: ad esempio, quello urbano (amministrava Roma), quello dell’annona (provvedeva
all’approvvigionamento), del pretorio (gestiva la sicurezza personale dell’Imperatore).

Sebbene la politica estera di Augusto fu in sostanza nulla, limitandosi a contenere i suoi territori,
questi ultimi, per garantire una migliore gestione, furono suddivisi in due province: quelle senatorie
(amministrate da un proconsole) e quelle imperiali (amministrate da un funzionario diretto del
principe).

Ottaviano capì che era molto importante legare l’esercito a sé per avere stabilità. Per questo
riorganizzò l’esercito: introdusse il reclutamento volontario regolare; per impedire che i generali
legassero a sé un esercito personale di cui poi magari servirsi per un’ascesa al potere, Augusto
dispose il trasferimento frequente degli ufficiali; creò poi i pretoriani (un corpo di guardia personale
per proteggersi).

La sua politica fu di stampo prevalentemente liberista, senza dunque una sua particolare ingerenza.
Tuttavia, per sostenere le spese dello Stato, fu necessario coniare più monete.

Augusto agì anche sul fronte della cosiddetta politica sociale e familiare: fu una politica
moralizzatrice riproponendo le virtù e i costumi tradizionali (ricordare il Mecenatismo e la
protezione e sviluppo delle arti). Ad esempio, emano delle leggi per: obbligo di matrimonio,
criminalizzare l’adulterio, premi in denaro per le famiglie numerose.

Augusto non aveva eredi diretti maschi, per questo decise di nominare come suo successore,
adottandolo, il figlio di primo letto della moglie Livia: Tiberio Claudio Nerone. Ha inizio la dinastia
Giulio-Claudia. Da notare che gli conferì il titolo di Princeps, sebbene questo non fosse ereditario.

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