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IL TERZO MEDITERRANEO

I-Un mare In atrofia


600-900
Nel 600 il Mediterraneo perde la sua. Gli storici si dividono: chi crede che sia un periodo di declino,
chi invece sostiene di espansione. Nell'era del Terzo Mediterraneo (così come avvenne nel X sec.,
prima dell'unificazione romana) il processo di integrazione fu molto lento; inoltre, ad una vera
unificazione politica (com'era avvenuto per l'Impero romano) non si giunse mai. -gli slavi avevano
conquistato parte dei territori di Bisanzio; -Bisanzio manteneva: Sicilia e Italia meridionale, Cipro e
le isole dell'Egeo, Sardegna e Maiorca, Egitto. -nella fascia• subcostiera orientale del Mar Rosso, i
khalifa (califfi, capi supremi dell'Islam) musulmani, spinti dalla predicazione di Maometto (morto
nel 632), avevano iniziato una conversione delle genti pagane d'Arabia e alla sottimissione degli
ebrei. Stava iniziando la progressiva espansione di quella che stava per imporsi quale potenza
religiosa e politica Arabi-Musulmani vs. Bizantini Nel 654 la flotta navale araba sconfisse a Rodi
quella bizantina. Gli arabi acquisirono poi: -Siria e Gerusalemme, Egitto, stappandoli a Bisanzio. -
Cartagine (698), decretando la sua fine di potenza commerciale, presto sostituita da Tunisi. -Spagna
(711) presso Gibilterra. Dopo aver assediato Costantinopoli (717), si spostarono verso Iraq e Iran,
per creare un impero che si estendesse lungo tutta la fascia meridionale del Mediterraneo, e
successivamente a Ovest, ver~o la Cirenaica. In questo modo evitarono che i bizantini potessero
usare queste terre come basi per la riconquista dell'Egitto. Le vittorie furono possibili grazie a: -
sostegno delle sette cristiane orientali e degli ebrei: il sostegno alle conquiste fu possibile grazie ai
dhimmi, sudditi ebrei e cristiani, che acquisivano il diritto di culto, ma che avevano l'obbligo di
pagare dei tributi per le spese per l'apparato militare. Bernard Lewis afferma che essi non fossero
minoranze estranee, ma parte integrante della società, motivo per cui i musulmani adottarono con
loro un atteggiamento di tolleranza. Inoltre, essi riconoscevano come familiari alcuni aspetti
dell'islam. 1 musulmani, infatti, ritenevano che Gesù fosse il più grande profeta dopo Maometto e
ne a t . . . ; mme tevano la nascita dalla Vergine, seppur le attribuivano una natura umana. Molti
elementi dell'islam ri d t . h b · h ·i d' · d' . . . cor avano pra 1c e e raie e, come 1 1V1eto , mangiare
carne d, maiale, la reiterazione della preg h' ,era quot1d1ana .. e l'assenza di una casta sacerdotale.
L'Islam considerava la Bibbia ebraica e il Nuovo Testamento come testi corrotti, ma riconosceva
ebrei e cristiani come popoli che veneravano lo stesso dio dei musulmani. -contingenti militari
giunti dallo Yemen, berberi e indigeni del Nord Africa: nonostante le relazioni non sempre facili
(spesso, dopo la conversione, ritornavano alle loro creddenze pagane), I loro contingenti,
notoriamente avidi di bottino, appoggiavano l'esercito musulmano (della regina Kahina rimane
memoria di abile guerriera). Se, da un lato, le conquiste islamiche ruppero l'unità del Mediterraneo,
l'Islam fu la base per la creazione di una nuova unità, nonostante fosse circoscritta alle coste
meridionali e orientali. Gli arabi intrattenevano rapporti commerciali con l'Europa, in particolare
con Venezia ed Amalfi. I radaniti, mercanti arabi, commerciavano spezie, armi in ferro, pellicce,
schiavi. Gli schiavi erano la principale merce di scambio tra mondo islamico ed Europa. Gli scontri
fra i popoli germanici e i popoli slavi nei territori dell'odierna Germania orientale, assicuravano una
regolare fornitura di prigionieri: il termine "sclavus" rimanda proprio all'origine slava degli schiavi.
Per quanto infelice, il destino di questa gente non è sempre assimilabile a quello degli schiavi
africani deportati nelle Americhe molti secoli più tardi: i giovani maschi dall'aspetto robusto non
venivano evirati, ma entravano nella guardia dell'emiro, dove talvolta arrivavano ai vertici del
comando; le donne potevano finire nell'harem e i bei ragazzi diventare le proprietà di qualche
prrincipe pederasta. Se la forza navale romana si era basata sull'eliminazione della pirateria, quella
musulmana si basava, al contrario, sull'esercizio della pirateria, che attaccava le imbarcazioni
occidentali senza farsi alcun riguardo anche se ciò non sembrò scoraggiare i mercati (le principali
vittime dei Saraceni erano gente di terra del Mezzogiorno di Italia e della Francia meridionale).
Sostiene Abulafia che le flotte musulmane puntavano più a far bottino che a estendere il dominio
dell'islam. Durante il 700, le flotte musulmane cominciarono a muoversi nel Mediterraneo
occidentale, interessati alle isole Mediterranee (bizantine): violarono le acque della Sardegna, della
Sicilia e della Corsica. In queste isole i Bizantini fronteggiarono l'avanzata musulmana, spesso
sostenuti dalle rivolte locali, specialmente in Sicilia, contro la pirateria araba. In mare, la marina
militare bizantina fronteggiò la flotta araba grazie al dròmon, un tipo di galea da guerra, simile a
quella araba, ma molto agile nonostante la grandezza (da 50 a 150 rematori). I Bizantini
conservarono il controllo di-Cipro e di Creta, preservando i collègamenti nell'Egeo. L'attacco
musulmano delle Baleari e l'intervento di Carlomagno Nel 798 - b tt , I Baleari e gli isolani chiesero
aiuto al re della Gallia e dell'Italia la marina ara a a acco e , . 1 . • I h · onobbero come signore. Nell
812 fu firmata una pace decenna e, settentrionale, Car omagno, c e rrc . . . • · I M (814) i musulmani
raziarono Marsiglia, Arles e Roma e continuarono tuttavia, alla morte d1 C11r o agno . . . . . . . •
11'847 conquistarono il porto d1 Bari, arrivando fino in Provenza. le scorribande in Corsica e
Sardegna e ne Bizantini vs. Franchi Per Costantinopoli, l'Adriatico rappresentava la prima linea
difensiva per chi tentasse di attaccare Il suo impero, ma i Franchi conquistarono l'Istria e ampie
zone della penisola italica, Inclusa Ravenna, capitale dell'ex provincia dell'esarcat o bizantino. I
dissapori si inasprirono quando, nel Natale dell'800, Carlo Magno fu Incoronato imperatore romano
d'occidente mentre Bisanzio continuerà ad insistere sulla propria identità di autentica erede
dell'impero romano, fin quando non sarà conquistata nel 1453. La conquista da parte dei Franchi
dell'esarcato di Ravenna non aveva privato i Bizantini di tutti i domini in suolo italico. Infatti, i
possedimenti di Bisanzio si estendevano In quell'arco che comprendeva le lagune e le paludi di
Grado, fino al porto di Comacchio, poco a nord di Ravenna (Cassiodoro nel VI secolo affermava
che gli abitanti di questi luoghi fondavano la loro economia sul pesce e sul sale, ma il sale era più
prezioso dell 'oro perché tutti abbiamo bisogno del sale, mentre c'è indubbiamente chi può fare a
meno dell'oro. Con le invasioni barbariche la regione subi un mutamento perché divenne rifugio
delle genti in fuga dalle orde dei longobardi: si crearono un una serie di villaggi fra i quali
Comacchio, Eraclea, Jesolo, Torcello e nelle isolette lungo li Rivo Alto, abbreviato ln Rialto. Sotto
il dominio bizantino, cosi come In Dalmazia, l'isola di Grado poteva seguire il rito latino. In essa
risiedeva il p.itriarca, la cui autorità si estendeva su tutta la laguna. Prima della caduta dell'esarcato
bizantino, I.i popolazione trovò il suo punto di riferimento politico e militare in Ravenna, il cu i
esarca aveva posto un dux come sovrintendente militare). Dopo l'arrivo dei Franchi in Italia, le
popolazioni delle Lagune defezionarono in favore del nuovo imperatore Carlomagno per: -
l'impossibilità di fronteggiare le sue truppe; -le numerose promesse di privilegi commerciali in
Lombardia; -l'apertura e l'interesse dei Franchi verso la cultura classica. Nell'809 · d I t ·t rio
lagunare i Bizantini assediavano dopo aver recuperato la maggior parte e ern o , . . ' · · p· · mise in
fuga la flotta b1zantma. La Comacchio Tuttavia il futuro l'erede al trono d1 Francia, ipmo, r guerra
si p~otrasse ~u~~o, fì_nché ,sia Franchi che Bizan~~:ds~~::ir~i;::t~~i~::0 :u~~ti;/:u~~;~a~~~:v:
distraendo da impegni p1u seri. Nell 812 Ca~I; Magh~o cotributo annuale e di fornire aiuto navale
contro imponeva i loro abitanti l'obbligo di versare ' . rane ' un rivilegiato dei territori lagunari ai
mercati gli slavi in Dalmazia . Inoltre, questa pace apriva un accesso P 'O 'd t I ,. d'O ·ente e di
quello d cci en e. italiani, nonchè la Protezione del impero ri L'ascesa di Venezia . . . • t·,1e la città
di Venezia. Il conflitto fra I Franchi 'tà f ·ca pol1t1ca e mercan ' . . . . . Dalle lagune, emerse come
enti . ,s'. • d 11 1 na a concentrarsi in un gruppo di isole d1fend1b1h, • · le genti disperse e a agu · e
i bizantini, infatti, spinse . . . . d'mostrarono esperti navigatori, nonostante ancora 1 . . B resto I
veneziani si 1 .. . quelle più vicine a Rialto. en P • 1 •ca di dux O doge avevano perlop1u
proprietà . .. . . h onopolizzarono a cari • ' . gruppi familiari p1u 1n vista, e e m . nonché preziosi
articolo di lusso diventarono le I I il pesce 11 legname, agricole in terraferma. 1 sa e, ' . principali
merci di scambio fra Oriente e occidente. La fortuna commerciale di Venezia determinò il declino
di Marsiglia e di Alessandria. Fra 1'828 e 1'829 , in particolare, alcuni mercanti Veneziani che si
trovavano ad Alessandria trafugarono le spoglie di San Marco, abitante della Giudea ritenuto
l'autore di uno dei Vangeli nonché il fondatore della Chiesa di alessandria. San Marco fu collocato
in una cappella costruita accanto alla residenza del doge. Venezia diventò quindi meta di
pellegrinaggio, a spese di Alessandria. Venezia e, poco dopo, Amalfi divennero i principali centri
delle comunicazioni fra Oriente e occidente, che non si limitava a scambi commerciali: nuove
concezioni religiose erano giunte dall'oriente, sino al nord Italia. Ma questo dipendeva
essenzialmente dalle iniziative di gruppi di mercanti in grado di attraversare le acque senza
incontrare ostacoli, grazie all'identità religiosa, i sistemi legali per contenere il rischio e tutelare il
profitto, la capacità di comunicare in spazi tanto vasti. li-Oltre i confini tra Cristianesimo e Islam
900-1050 I Musulmani Fatimini e gli ebrei della Genizah l'Islam assoggettò: Marocco, Spagna,
Sicilia e la metà Meridionale del Mediterraneo. I governanti delle città islamiche aprirono i
commerci ad ebrei e cristiani. Ciò offrì splendide opportunità commerciali, in particolare per i
mercanti non islamici. Infatti, questi godevano di un preciso vantaggio: al contrario dei musulmani,
non erano soggetti a norme giuridiche che proibivano loro di vivere e commerciare nei paesi
infedeli. I Fatimidi fissarono la loro base commerciale d'Egitto ad al-Fustat, alla periferia
dell'odierna città del Cairo e soltanto in un secondo tempo a Nuovo Cairo, che divenne capitale nel
969. I fatimidi conquistarono l'egemonia in Medio Oriente attraverso scambi commerciali sul Mar
Rosso e verso rotte che arrivavano fino all'Oceano Indiano, allo Yemen e all'India. Le città del Nord
Africa (Tunisi, Mahdia), ricche dell'oro del sahara, si rianimarono. Per i generi alimentari di base,
tessuti e i metalli i centri urbani dipendevano da forniture esterne, come quelle di grano e pecorino
dalla sicilia. Molto spesso si importavano prodotti che poi venivano utilizzati da gruppi di artigiani
specializzati che fabbricavano prodotti per mercati esteri. Al Cairo si trovava la Genizah, un
magazzino ebreo: i mercanti ebrei della Genizah seppero sfruttare a pieno l'espansione economica
musulmana, commerciando seta, lino, fustagno (tessuto di lino e seta, da AI-Fustat). La Genizah si
trovava al piano superiore della sinagoga di Ben Ezra dove si ammucchiavano vecchi documenti e
manoscritti. Gli storici hanno sostenuto che trattavasi dell'esatto contrario di un archivio perché lo
scopo era quello di gettare via il materiale senza distruggerlo e non quello di creare un locale da
utilizzare per la consultazione sistematica. Grazie alla Genizah si sono effettuati numerosi studi sui
commerci arabi nel Mediterraneo, utili a ricostruire la loro vita economica e sociale, ma anche di
familiari, amici ed operatori commerciali distribuiti nella vasta area del Mediterraneo. La comunità
della genizah divenne estremamente compatta, con una propria elite, costumi e capace di intrecciare
legami nel mediterraneo, grazie ad alleanze matrimoniali. Gli ebrei della Genizah seppero sfruttare
la prosperità che si sviluppava sul versante islamico del mediterraneo. I documenti della Genizah
abbondano di informazioni sulle spedizioni marittime, spesso descritte pericolose per le tempeste,
gli attacchi dei pirati, l'imprevedibilità della durata del viaggio. I passeggeri provvedevano in prima
persona a lenzuola, posate e stoviglie; non esistevano cabine e si viaggiava sul ponte. Nei porti di
approdo le vedette sorvegliavano il traffico marittimo, Non solo per questioni doganali ma anche
per la sicurezza delle navi. Lo storico Goitein sostiene che i naufragi non fossero frequenti e che gli
storici vi abbiano insistito molto solo perché i racconti che li riguardano sono inevitabilmente
vividi. Avventurarsi sull'acqua non doveva essere più pericoloso che spostarsi via terra.
Ampiamente documentata eè anche la circolazione di libri e di studiosi, dimostrazione di come sulle
rotte commerciali non viaggiassero solo mercanzia, ma anche idee. Opere di medici e filosofi greci
raggiungevano ogni parte del mediterraneo, così come il pellegrinaggio favorì l'incontro fra
religioni. L'ascesa di Amalfi e l'impegno di amalfitani e gaetani contro l'Islam Amalfi, fra il VI e il
VII secolo, divenne un importante centro di scambi internazionali, nonostante non avesse le
caratteristiche per diventarlo. Era piccola e attraversata da un'unica grande via, arroccata su una
montagna. Al mattino il vento è quasi assente, circostanza che doveva limitare non poco la
navigazione. Amalfi era una città sparsa e frammentata e tale dispersione, al tempo delle incursioni
saracene, offriva vantaggi paragonabili alla disseminazione dei veneziani nella laguna perchè non
poteva essere facilmente attaccata. La fortuna di Amalfi fu probabilmente motivata dalla
cantieristica navale, che diede un forte impulso all'espansione commerciale e consentì agli
amalfitani di imporsi quali difensori della cristianità: -nell'802, insieme ai marinai di Gaeta,
respinsero le incursioni musulmane presso i territori Bizantini di Ischia e Ponza; -quando gli
islamici attaccarono Roma, saccheggiando la Basilica di San Pietro e la Chiesa di San Paolo, furono
in grado di fronteggiarli. Per diversi secoli l'evento sarebbe stato ricordato come la salvezza di
Roma, commemorato persino negli affreschi realizzati da Raffael_lo nelle stanze vaticane.
Ciononostante, amalfitani e gaetani strinsero un accordo con gli islamici, nonostante le minacce di
scomunica da parte di Papa Leone: fu creata una colonia amalfitana (Malf) ad AI-Fustat, cosa che
consentì ad Amalfi di entrare nei ricchi commerci del Mediterraneo islamico Il Mediterraneo
Occidentale era in via di ripresa e stava generando profitti a chi, come gli amalfitani, era disposto a
trattare con il nemico islamico. Nel frattempo, tuttavia, Genova e Pisa si accingevano a dimostrare
che con una politica più aggressiva era possibile ottenere frutti ancora più ragguardevoli. Gli
amalfitani strinsero anche accordi con: -Impero bizantino: creando basi d'appoggio a Durazzo. -
Ebrei: creando basi d'appoggio a Gerusalemme, dove finanziarono la creazione di un os~izi~
benedettino e un convento per l'Ordine Ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, da cui deriva I
Ordine di Malta. 111-11 grande mutamento 1000-1100 La rivoluzione commerciale e l'ascesa di
Pisa. Genova e Venezia. -Genova divenne sede di un governatore bizantino. I prodotti principali
della sua costa erano vino, castagne, erbe aromatiche e olio d'oliva, ma non era un centro
produttivo, infatti riceveva dall'estero grano, salumi e formaggio, ma aveva una buona cantieristica
navale. -Pisa era una piccola città che sorgeva dalla fangosa foce del fiume Arno, il che le impediva
di avere un buon porto. Il suo punto di forza, tuttavia, erano le floride distese pianeggianti che si
aprivano a ridosso della costa, popolate dai greci. Questi luoghi fornivano alla città lana, pellame,
carne e prodotti caseari. Pisa e Genova, dal 1000, riuscirono ad eliminare dal Mediterraneo la
pirateria saracena e creare rotte commerciali in Terrasanta, Egitto e Bisanzio. Inoltre, nel 1016,
sottrassero ai saraceni la Sardegna, cosa che contribuì ad accreditare Pisani e Genovesi come Alfieri
della Guerra Santa contro gli infedeli. La Sardegna fu vista come una estensione del proprio
territorio, da cui trarre il grano e il sale. era la prima esperienza colonialeper entrambe le potenze.
Pisani e Genovesi schiavizzarono i sardi: organizzati ancora in piccoli villaggi, seguivano il rito
greco ed erano politicamente legati all'autorità bizantina; sotto la dominazione delle due potenze
italiane, il Papa promosse l'invio di monaci del continente, compresi i Benedettini di Montecassino,
che contribuirono a trasformare la vita dell'isola; molto presto, infatti, i membri delle famiglie più
importanti iniziarono a stipulare contratti matrimoniali con genovesi e pisani. Le due potenze
s'impegnarono a costruire chiese, mura, cattedrali e conventi. Dal 1100, Pisa e Genova seppero
anche sfruttare il crollo del cosiddetto "Regno d'Italia", che era ormai solo un'entità nominale sotto
il Re di Germania. Infatti, mentre il potere imperiale andava scemando, il governo delle città andrò
pian piano sotto le mani del patriziato locale: le città iniziarono ad organizzarsi in comunità
autonome, designate come "Comuni" o "Città-Repubblica". A Genova si adottò l'espressione di
"campagna", letteralmente "coloro che condividono il pane". li governo genovese intraprese
un'amministrazione molto simile a quella di un'impresa privata: gli uomini che presiedevano la
campagna erano enclave private appartenenti a monasteri e nobili che presero il nome di consoli. 11
meccanismo elettorale era sempre manipolato da chi deteneva il potere effettivo, quasi sempre di
estrazione patrizia. Negli organismi comunali confluivano anche i piccoli nobili provenienti dai
territori che circondavano la città, che spesso s'integravano grazie ad alleanze matrimoniali;
numerosi erano gli scontri tra fazioni, per interessi politici ma soprattutto commerciali. I gruppi
dirigenti detenevano infatti il potere politico ed economico-commerciale: investivano nel
commercio marittimo, con destinazioni sempre più lontane e compravano proprietà nell'area urbana,
continuando al contempo a gestire le tenute rurali, talvolta ampliandole con l'acquisto di terreni in
Sardegna. Importanti personilità genovesi furono Solimano di Salerno e la moglie Eliadar, ch_e
commerciarono verso oriente (in Egitto, in particolare) e con la Spagna. La loro ascesa fu bloccata
dalla rottura di Genova con la Sicilia, a seguito dell'appoggio dato a Federico Barbarossa e dal
fallimento del matrimonio della figlia con un aristocratico. La loro storia è esemplare perchè fa
capire come la Rivoluzione Commerciale fu possibile solo grazie alla collaborazione fra mercanti e
patrizi. -Venezia godette di una rapida ascesa, in parte sostenuta dall'interesse che le Corti della
Germania meridionale nutrivano verso le merci che da ivi giungevano, in particolare tessuti e
manufatti di lusso. A Venezia fu anche costruito il "Fondaco dei tedeschi", un magazzino destinato
a funzionare per molti secoli da agenzia commerciale. Personalità veneziana di spicco fu Romano
Mairano, che commerciava con Costantinopoli, Alessandria e la Terrasanta. Reinvestì il suo
capitale, insieme alla dote ricevuta dalla seconda moglie, per costruire la più grande nave della
flotta veneziana, con la quale partì alla volta di Costantinopoli. Nel 1171, tuttavia, Manuele I
Comneno organizzò la "Notte dei Criistalli", sterminando i veneziani. N.B.: la rivoluzione
commerciale fu supportata da un impressionante sviluppo nel campo degli strumenti di transazione
e registrazione, grazie ai notai e ai registri notarili. Ciò spesso determinò la riprovazione della
Chiesa Cattolica nei riguardi di tutto ciò che avesse sentore di usura (termine che prende diversi
significati). Si rese pertanto spesso necessaria l'elaborazione di sistemi per eludere la censura
ecclesiastica. Nacquero in questo· periodo le "socìetas" (impresa per cui un socio nativo investe 3/4
del capitale necessario, per poi dividere a metà con il secondo, una volta compiuta l'impresa
commerciale) e le "commenda" (il socio-navigatore mette a disposizione solo servizio e
competenze, ricevendo poi un quarto del guadagno). Venezia e Pisa furono impegnate a
fronteggiare le flotte islamiche presso Bari e Palermo. Le loro vittorie trasmisero ai pisani e ai
veneziani l'impressione di essere .impegnati in una guerra santa contro l'islam. Nel 1087 pisani e
gel')ovesi e conquistarono Madhia, sulla costa tunisina, porto che costituiva un importante punto di
transito della polvere dell'oro raccolta in Niger. Controllare Madhia significava anche controllare il
Canale di Sicilia. I membri della spedizione furono accolti dal Papa come pellegrini: molti moderni
storici delle Crociate hanno fatto notare come, sin dalla pre~icazione della prima crociata, indetta
nel 1095, i crociati furono sempre considerati pellegrini. Dopo aver saccheggiato e conquistato
Madhia, gli alleati italiani vi costruirono chiese, cosa che testimonia come i rapporti con i
Musulmani non fossero sempre così antagonistici. Non è un caso se dal mondo islamico gli italiani
non attinsero soltanto il gusto decorativo e il "design" degli oggetti in ceramica, ma anche la
tecnologia alla base dell' industria della maiolica. La conquista normanna della Sicilia L'invasione
normanna di Roberto il Guiscardo e del fratello Ruggero D'Altavilla fu supportata dagli arabi e
consentì ai normanni di impadronirsi della Sicilia, nel 1072. Ruggero fu insignito del titolo di Conte
di Sicilia, anche se l'isola continuò ad ospitare una netta prevalenza dì musulmani e ebrei, contro
l'esiguità dei normanni (anche detti lombardi). L'espansionismo normanno e nuove alleanze Roberto
il Guiscardo, dopo aver sottratto ai bizantini Calabria e Bari, fra il 1081 e il 1082 assali Durazzo; i
veneziani si schierarono con Bisanzio, dichiarandosi i suoi sudditi. Dopo la vittoria, Durazzo fu
riconsegnata ai Bizantini e i veneziani ricevettero dall'imperatore Alessio, con la Crisobolla
dell'l082, il diritto di commerciare senza pagare dazi nell'Impero bizantino (da queste località i
veneziani portavano in patria vino, olio, sale e grano; i veneziani continuavano a ritenersi,
culturalmente, cittadini del mondo d'oriente, tanto che decorarono la Basilica dì San Marco in stile
bizantino). Nei fatti, l'arrivo dei Lombardi mise latini contro latini e greci contro greci: le vittorie
normanne minacciavano di sottrarre l'Italia meridionale alla sfera della chiesa greca e questa
cominciò a rivendicare la propria autorità anche sui domini d'Occidente. Ciò determinò un.
raffreddamento dei rapporti fra cattolici ed ortodossi che sfociò poi nello scisma. Conclusione Alla
fine del Xl secolo, Pisa e Genova avevano impugnato le armi per liberare il Mediterraneo dai pirati
musulmani e avevano creato domini in Sardegna. Nel frattempo Venezia aveva conquistato una
posizione esclusiva all'interno dell'impero bizantino. Il predominio musulmano nel Mediterraneo
cessò dunque di essere una certezza, lasciando spazio alla minaccia normanna. IV-li guadagno che
lddio vorrà dare 1100-1200 La Prima Crociata Nel 1095 Papa Urbano Il predicò sullo stato di
oppressione in cui versavano i suoi fedeli nell'oriente musulmano. La sua omelia determinò la
trasformazione della mappa politica, religiosa ed economica del Mediterraneo. Il Papa rivolse ai
cavalieri cristiani l'invito a non combattersi più e a diventare pellegrini, concentrando le loro forze
contro gli infedeli, nella guerra al servizio di Dio. L'idea che chi si fosse unito alla spedizione
avrebbe ottenuto la remissione dì tutti i peccati diventò dottrina ufficiale gradualmente. Delle truppe
cristiane facevano parte Sacro Romano Impero, Regno di Francia, Regno di Inghilterra, Regno di
Sicilia, Venezia, Impero Bizantino che sì scontrano contro i Musulmani Selgiuchidi, Fatìmìdi e
Abbasidi. 11 percorso principale seguito dalle truppe cristiane della prima crociata era via terra,
attraverso i Balcani e l'Anatolia. I crociati, decimati dalla guerra e dalle malattie guadagnarono a
fatica Antiochia nel 1098 e Gerusalemme nel 1099. Boemondo, figlio di Roberto il Guiscardo, fornl
appoggio navale alle flotte cristiane. Comprese, infatti, che doveva instaurare buon rapporti con le
forze italiane, per trarne vantaggi commerciali. Conquistata Antiochia, concesse ai genovesi di
crearvi una colonia mercantile. Era la prima di numerose concessioni che Genova avrebbe ottenuto
degli stati di fondazione crociata. Inoltre, arrivato a Costantlnopoli, giurò fedetà all'Imperatore
d'Oriente, definendosi suo "ligio cavaliere": aveva compreso che dall'accordo con l'impero
bizantino potevano derivare ampi profitti. 1 veneziani, che per paura di ledere i rapporti con
l'Oriente (si erano infatti ritrovati alleati dei normanni), avevano tardato a scendere in campo, una
volta che Boemondo giurò fedeltà a Bisanzio, intervenirono, conquistando Myra (Sud Asia
Minore), Haifa ed Ascalona. Offrirono, inoltre, appoggio navale a Bisanzio e, in cambio, ottennero
libertà di commercio ed esenzione da qualsiasi dazio commerciale (privilegi riconfermati nel 1126).
L'esistenza di un gruppo di privilegiati alimentò la xenofobia e negli anni 40 del Xli secolo, sotto
l'imperatore Manuele I Comneno, fu istituito un ghetto veneziano a Costantinopoli. 1 crociati
concludevano -ottimi affari anche in tempo di guerra, facendo incetta di bottino e schiavi,
compiendo incursioni piratesche contro le navi nemiche e, occultamente, rifornendo di armamenti i
nemici. Il traffico navale musulmano non era più in grado di contrastare la supremazia delle flotte
cristiane, alleate con Bisanzio. A seguito della Prima Crociata fu fondata la Contea di Edessa (Siria
settentrionale) che fu posta sotto il controllo degli armeni e del crociato Goffredo di Buglione.
L'ascesa di Pisa, Genova e Venezia e il declino dei commerci di Amalfi e degli ebrei della Genizah
L'ascesa di Pisa, Genova e Venezia (che iniziarono a commerciare con la Francia, la Spagna e le
Fiandre) determinò il declino dei commerci degli amalfitani e dei mercanti della Genizah. -Il
commercio amalfitano finì relegato alle acque del Tirreno (anche se si rivolse proficuamente agli
scambi con l'entroterra dell'Italia meridionale di vino, olio, lardo, lana, lino). -Gli ebrei della
Genizah, peraltro, che commerciavano fino allo Yemen e all'India, si dovettero anch~ scontrare con
una setta islamica intollerante nei riguardi dell'ebraismo, i karimiti, che assunsero ti controllo dei
collegamenti su queste terre. Riorganizzazione delle reti commerciali Le reti • commerciali • • erano
d' 1v1se · · rn due segmenti: quello mediterraneo, in mano ai cristiani, e quello dell'oceano indiano,
in mano ai musulmani. V-Viaggi per mare 1160-1185 li commercio favorì l'esplorazione di nuove
rotte : molti investitori · t· . . . . . . . . . inves ,vano piccole quote per ogni nave; in tal mQdo,
hm1tavano il nsch10 d1 grosse perdite in caso di n f • . . . . . . . au rag, o attacchi pirati. Inoltre, in
questo periodo, molti esploratori in1z1arono viaggi "privati"· fra 1 · nav·, t • . . d , ga on s1 ncor
ano: -Beniamino da Tudela: rabbino di Navarra che in un diario descrive · • • . ( . . . . . 1 suo,
v1agg1 annotando 11 numero d1 ebrei che incontra durante 11 suo percorso) da Navarra fino alla s
M • 1 . . . . , . . . pagna ars1g 1a e, Genova (resta stupito dalla forma d1 governo d1 quest uht1ma),
Pisa, Bari, Costantinopoli, Corfù. -Mohammad lbn Ahmad Jubayr: viaggiatore che ricevette una
somm d' d d 1 . . , , a I enaro a suo signore per aver bevuto del vino; parti cosi verso La Mecca
praticando la "Via delle I I 11 (B I • s d • • . . . . ' so e a ean, ar egna, S1c1ha, Creta). Dal suo diano
c1 pervengono molte notizie sulla vita di bordo. VI-Crollo e ascesa di Imperi 1130-1260
L'espansionismo normanno sotto Ruggero Il li figlio d Ruggero I, Ruggero Il, fu mosso da mire
espansionistiche: -tentò la conquista di Malta (1127) e pianificò quella della Spagna; -in Italia:
acquisì il controllo di ampie regioni dell'Italia m~ridionale e nel 1130 ottenne dall'antipapa
Anacleto la Corona di Sicilia, ponendosi quale restauratore del Regno; -nei territori dell'Impero
bizantino, fra il 1147 e il 1148 occupò Corfù per poi attaccare Corinto ed Atene. L'Impero
Bizantino di Manuele Comneno fu sostenuto da Venezia, alla quale furono rinnovati i privilegi
commerciali, non senza diffidenze; -nei territori islamici del Nordafrica. Qui sfruttò abilmente un
periodo di grave carestia, servendosi del grano siciliano per farsi riconoscere come signore dai vari
emiri africani. Sotto la guida dell'ammiraglio Giorgio d'Atiochia, la flotta normanna: • nel 1146
conquistò Tripoli; • nel 1148 conquistò Madhia, sulla quale fu estesa la protezione del Re. Con i
musulamani assunse un atteggiamento moderato: diede loro la possibilità di continuare a vivere
secondo le loro leggi, nominando dei giudici scelti dalle comunità locali; nei territori nordafricani,
accanto agli islamici, si aggiunsero i mercanti stranieri cristiani, che garantirono la creazione di un
vero e proprio Regno d'Africa. Insignì Giorgio con il titolo di "emiro degli emiri" (la parola
ammiraglio deriva da amiratus-emiratus). Era sul punto di creare una grande talassocrazia ma, alla
sua morte (1154), il figlio Guglielmo I Il Malo non riuscirl a tenere unita la compagine del regno. 1
Normanni di Guglielmo I il M alo: l'impegno bellico contro Bisanzio e gli almoadhi in Norafrica
sotto di lui, l'imperatore bizantino Manuele Comneno tentò Invano d'invadere la Sicilia. se da un
lato Guglielmo riusc1 a bloccare le mire di Manuele, dall'altro l'impegno bellico contro l'Oriente gli
proibì di fronteggiare il movimento almoadha: fiorito in Marocco, portò alla riconquista
musulamana di molte città del Nordafrica, fra le quali Madhia (1160). Nuovi accordi commerciali
fra Normanni e potenze italiche e fortuna economica della Sicilia Quando i normanni riuscirono ad
imporsi sulle rotte commerciali tra Oriente e Occidente, genovesi, pisani e veneziani ebbero
necessità di stringere accordi con Guglielmo atti a garantire serenità commerciale. In particolare,
nel 1156, Guglielmo firmò un trattato con i genovesi: questi s'impegavano a non offrire appoggio
navale ai nemici intenzionati ad invadere il suo regno e in cambio avrebbero avuto dazi agevolati
sulle merci che facevano scalo in territorio siciliano. La Sicilia, in questo periodo, godette di fortuna
economica, commerciando il grano, più abbondante e pregiato di quello sardo, carne suina, lana,
pelle d'agnello e cotone. In particolare il commercio del cotone grezzo della Sicilia, esportato
all'Italia settentrionale pose le basi per la fioritura di un'industria cotoniera che si svilupperà per
tutto il corso del medioevo. Nei fatti, i legami fra Nord e Sud d'Italia si rafforzarono perché si
sviluppò un rapporto di" complementarietà per cui la Sicilia forniva materie prime al Nord e
riceveva da questo prodotti finiti. L'espansionismo normanno di Guglielmo 1111 Buono Sotto il
successore di Guglielmo il Malo, Re Guglielmo Il il Buono, il goveno di Sicilia perseguì una
politica Mediterranea di ampio respiro, arrivando ad estendere i propri possedimenti: -in Dalmazia;
-nei porti musulmani di Alessandria d'Egitto e Minorca; I d. D Questa battaglia ebbe solo il risultato
di esacerbare l'odio bizantino per gli -ne porto greco I urazzo. occidentali. Seconda Crociata(1147-
1150l . , · t d Ila Contea di Edessa (Siria setttentrionale) e di Gerusalemme La Seconda Crociata
porto alla conqu1s a e da parte di Saladino. L'allenza fra Gerusalemme e Bisanzio contro i Fat imidi
d'Egitto e la loro fine Dal 1169 il re di Gerusalemme Almarico I strinse un'alleanza con l'imperatore
Manuele Comneno e con i franchi, allo scopo di attaccare l'Egitto fatimida. Tuttavia, Saladino riusci
a coalizzare i musulmani del Medio Oriente: Siria, Gerusalemme e la costa palestinese (nel 1187)
furono occupati dai musulmani, ma la dinastia fatimida fu rovesciata. Terza Crociata (1189-1192)
La "Crociata dei Re" fu il tentativo di riconquistare Gerusalemme, perduta durante la Seconda
Crociata. Facevano parte del fronte cristiano: Genova, Pisa, Inghilterra, Francia, Ungheria,
Catalogna, Sacro Romano Impero. I normanni, per non inimicarsi l'impero bizantino, sostennero
come questo i musulmani. La crociata decretò il fallimento delle truppe cristiane, anche se la
conquista degli alleati Acri e Giaffa (Israele) bloccò l'espansionismo musulmano. Si noti che,
tuttavia, la contrapposizione fra islam e chiesa non era così limpida: l'Egitto era meta commerciale
ambita dalle potenze italiane e molto spesso, dai porti di Alessandria, oltre che alle spezie, pollame,
grano, allume, lino passavano probabilmente anche armi, vendute dalle città italiane agli arabi. Di
contro, i califfi almohadi del Nordafrica, come anche di Spagna, accolesero con favore i mercanti
stranieri, dai quali riscuotevano tasse e con i quali intrattenevano favorevoli rapporti commerciali.
L'ascesa di Acri Dopo la Terza Crociata, Acri, sotto governatore franco, godette di un periodo di
intensa attività commerciale. Nella città risiedevano quartieri ad amministrazione autonoma
veneziana, pisana, genovese, ma anche dell'ordine cavalleresco dei templari e quello degli
ospitalieri. A volte fra le varie comunità scoppiavano scontri armati (es.: "Guerra di San Saba",
1256-1261), che distraevano dalla costante minaccia islamica. I governatori Franchi elargirono
numerosi privilegi commerciali fra i quali l'esenzione dai dazi doganali in cambio di appoggi navali
e militari. Forme di "liberismo economico" 1 sovrani del Mediterraneo medievale avevano
compreso che abbassare l'imposizione fiscale significava stimolare il commercio, incrementando le
entrate. Anche Saladino era desideroso di incoraggiare l'arrivo degli italiani. Questi infatti erano una
straordinaria fonte di proventi, provenienti dallo smercio di abiti pregiati lombardi, spagnoli e
fiamminghi, della raffinata lana inglese e, occultamente, di armi. san Gimignano e Firenze nei
commerci Mediterranei Uno dei centri che sfruttò meglio la possibilità di vendere la propria merce
in Oriente fu San Gimignano, centro di produzione dello zafferano, usato come colorante,
condimento e farmaco, assai costoso. Inoltre, Firenze iniziò a smerciare eleganti capi in tessuto. Nel
1300 la presenza del Fiorino di Firenze in ogni angolo del Mediterraneo dimostra la preminenza
degli italiani sui commerci. Enrico VI di Hoenstaufen in Sicilia Alla fine del Xli secolo la Sicilia e
l'Italia Meridionale finirono in mano a baroni rapaci che gettarono questi territori in uno stato di
profonda instabilità. Ne approfittò l'Imperatore tedesco Enrico VI di Hoenstaufen che rivendicò il
possesso del Regno in nome della moglie Costanza. Ad appoggiare la sua spedizione: -Pisa, alla
quale in cambio sarebbe stata ceduta Siracusa; -Genova, alla quale in cambio sarebbe stata ceduta
Malta. Enrico si insediò nel Regno di Sicilia, per poi mirare all'attacco dei territori bizantini. La
quarta crociata (1202-1204), le mire espansionistiche di Enrico IV su Madhia e la conseguente
prima guerra fra Venezia e Genova. Dal 1202 si svolse la Quarta Crociata, indetta da Innocenzo lii.
Se inizialmente le forze cristiane si sarebbero dovute abbattere contro gli infedeli, alla volta di
Gerusalemme, in realtà i dissidi interni portarono a diversi esiti, che condussero le forze
dell'alleanza a farsi guerra, non senza minacce di scomunica da parte del Papa. In particolare i
veneziani: -saccheggiarono l'ungherese Zara (Croazia); -cercarono di insediare sul trono di
Costantinopoli Alessio IV Angelo. Ma le ostilità fra i greci e il nuovo imperatore "protetto" dai
veneziani si fecero più aspre: Alessio fu rovesciato e, in risposta, i veneziani saccheggiarono
Costantinopoli. Inoltre, nel 1206, Enrico stipulò alleanza con Genova ed invase la bizantina Candia,
determinando l'opposizione armata di Venezia, alleata di Bisanzio: si trattava del primo scontro fra
Genova e Venezia, che terminò solo nel 1218. L'impero bizantino risultava smembrato (solo nel
1261, sotto la guida di Michele Paleologo, Costantinopoli fu riconquistata, insieme ad altri territori
dell'entroterra orientale). VII-Mercanti, Mercenari, Missionari 1220-1330 !Lf_rollo del potere
almohade Intorno al 1212, i califfi iniziarono a perdere · 1nteress . 1 . e verso I mov1ment ·t · t d 1·
I h d. · loro territori iniziarono a cedere nell . d. 0 n orm1s a eg I a mo a 1: 1 e mani I Re locali. Lo
scontro fra Pisa e Genova Prese il nome di "Battaglia della Meloria" (1284) sull'isola d'Elba
(nell'arcipelago t . Nacque per le mire espansionistiche di Genova . oscano, apparteneva a Pisa),
ricca di ferro. Determinò la sconfitta di Pisa. La crociata contro gli albigesi (1209-1229) Nel 1209
fu indetta da Innocenzo lii la crociata contro gli Alb. · · • • . . . . 1ges1, per estirpare 11 movimento
eretico dei catari nella Linguadoca; fra gh Stati Crociati anche quello d· 1 p· t lii d'A , . . . ie ro
ragona che, venendo meno ali alleanza, d1ch1aro guerra alla Francia di Luigi IX per interessi
commerciali. L'ascesa della Catalogna e la guerra fra Barcellona (Catalogna), Pisa e Genova Dopo
anni di lotte interne fra i signori, in Catalogna riuscì ad imporsi il conte Giacomo I il conquistatore
fratello del Re d'Aragona Pietro Il (Regno di Aragona e Valenza). ' Giacomo, intenzionato ad
estendere i propri possedimenti sul Mediterraneo, mirò al possesso delle Baleari e conquistò: -
Palma de Maiorca e Minorca nel 1231; -lbiza nel 1235, ma dovette scontrarsi con Pisa e Genova. La
difficile situazione religosa nel Regno di Catalogna Nel Regno di Catalogna si creò una difficile
situazione religiosa, che Giacomo seppe tuttavia abilmente sfruttare: nel regno c'era infatti una
cospicua presenza di musulmani, che convivevano con i cristiani e gli ebrei di Catalogna, del
Nordafrica e della Provenza che sotto invito di Giacomo si stabilirono a Maiorca. Decise di
concedere ai musulmani libertà di culto, di seguire le proprie leggi e ai cristiani e agli ebrei fu
proibito di insediarsi nei villaggi musulmani. Chi, tuttavia, non era cristiano avrebbe dovuto pagare
una tassa al governo centrale: la libertà di culto fu dunque concessa per una precisa strategia
economica. Per la Catalogna il governo di Giacomo si rivelò proficuo. I Catalani si specializzarono
nella navigazione, arrivando fino ad Alessandria, dove ebbero accesso al commercio di oro del
Sahara e mettendo in crisi il commercio di spezie italiano. Iniziarono a commerciare lino, lana e
allume anche con le Fiandre e l'lnghileterra, grano fino alle Canarie e si specializzarono nel
commercio schiavistico di uomini del Nordafrlca. 11 conflitto fra Pietro Il d'Aragona e Giacomo I
Come si è visto, Giacomo, fratello del Re d'Aragona e Valenza Pietro Il, si insediò a Maiorca. Ben
presto fra i due nacquero contrasti perchè i sudditi di Maiorca chiesero sempre più insistentemente
dei fondachi nel Regno di Pietro. Scoppiata la rivolta, nel 1299, Pietro riuscl ad imporsi su
Catalogna e Maiorca. Alla sua morte, divise il regno fra i suoi figli, Giacomo Il (Maiorca), Pietro Ili
(Aragona e Valenza). Anni di predicazione Samuel Abulafia (1239) fu un cabalista che viaggiò nel
Mediterraneo e secondo il quale l'anima, durante la contemplazione, abbandona la presenza
materiale per vedere l'ineffabile. Rappresenta la diffusione delle idee religiose radicali nel
Mediterraneo. Raimondo Lullo (1232-1316) fu un predicatore che scrisse molto sui motivi che
legavano cristiani, ebrei e musulmani; predicò soprattutto nel'Africa del Nord, anche se fu per ben
due volte minacciato di morte, ma anche a Napoli e Cipro. Morì mentre era intento a raggiungere le
Baleari. La quinta crociata (1217-1221) Indetta da Papa Onorio lii. Sebbene lo scopo della crociata
fosse quello di prendere la città di Gerusalemme, il conflitto si spostò in Egitto. Questo, infatti,
divenne l'obiettivo di diverse spedizioni crociate. I vari stati crociati furono spesso disposti a
scambiare i territori egiziani con Gerusalemme. Gli stati crociati conquistarono alternamente
Damietta. Nel 1261 Genovesi e Costantinopoli conquistarono Nicea . Nel 1291 Acri fu
riconquistata dai musulmani, ma cessò di essere una potenza mercantile. A distogliere l'attenzione
dei re cristiani dalle imprese vi furono spesso degli scontri in madrepatria, come la lotta per la
Sicilia e gli scontri in Catalogna. Federico Il e lo scontro con la Chiesa Federico II rafforzò il potere
governativo sulla Sicilia, rivendicando il possesso della Germania e dell'Italia Settentrionale. Ma
dovette scontrarsi con l'ostilità della Chiesa, preoccupata per l'espansionismo normanno: Federico
catturò, nel 1241, un g~uppo di vescovi che su navi genovesi (oppositori di Federico) stavano
recandosi al concilio papale. La lotta per il possesso della Sicilia fra gli eredi di Federico e gli
alleati Francia e Papato Gli anni seguenti alla morte di Federico (1250) furono contrassegnati da
lotte: gli eredi di Federico furono sterminati da Carlo Conte d'Angiò e di Provenza, paladino papale
e fratello del Re Crociato Luigi IX di Francia. Carlo, forte dell'appoggio papale, impose il governo
francese sulla Sicilia. La lotta con Bisanzio, i "Vespri Siciliani" (12821 e il vittorioso intervento
aragonese Carlo cercò di creare un impero meridionale collocandovi al centro Sicilia e Italia
meridionale. Alleandosi con i Veneziani, inviò una flotta per la conquista di Durazzo, che avrebbe
fatto da base per la conquista di Bisanzio. Ma l'inasprimento fiscale per sostenere le imprese di
guerra portò i sudditi alla rivolta dei "Vespri Siciliani", nel 1282. I ribeli, desiderosi di riportare al
potere gli Hoenstaufen, chiesero aiuto a Pietro lii d'Aragona, che aveva sposato la nipote di
Federico. Carlo trovò anche allenza ccon Giacomo 11, fratello di Pietro e Re di Maiorca. Nel 1283
gli aragonesi si imposserano della Sicilia, ma non dell'Italia Meridionale, che rimase, dopo la morte
di Carlo e Pietro (entrambi 1285) agii angioini. Gli scontri si protassero fino al 1283, prima a Malta
e poi a Napoli e segnarono la vittoria aragonese. Gli scotri in Catalogna fra Pietro lii e Giacomo Il
Pietro lii si scontrò ben presto con il fratello Giacomo Il che regnava su Maiorca, desideroso di
riacquisire il potere su questo importante porto. Quando Giacomo abbracciò la causa angioina,
voltando le spalle al fratello, questi gli proclamò guerra fino al 1298, anno in cui Giacomo riacquisì
il potere grazie alla mediazione papale. VIII-La "Serrata" 1291-1350 Il declino di Acri Nel 1291
Acri cadde in mano dei musulmani, cosa che ne determinò il collasso commeriale. Infatti: -Venezia
rivolse il suo interesse commerciale all'Egitto; -Genova rivolse il suo interesse commerciale
all'Egeo e al Mar Nero, creando inoltre una grande colonia commerciale a Costantinopoli. Molto
spesso, fra le due potenze, nascevano scontri principalmente motivati dagli attacchi pirati da
entrambe le parti. La fine del 1200 Gli anni che vanno dal 1280 al 1300 furono caratterizzati da: -
aumento demografico esponenziale; -frequenti carestie e aumento della richiesta e quindi del prezzo
del grano; -urbanizzazione che portava la manodopera a concetrarsi nella città e a lasciare le
campagne. La "Serrata" a Venezia Nel 1297 ebbe luogo la cosiddetta "Serrata" nel consiglio di
Venezia : i consiglieri reclamarono l'ereditarietà del titolo; ciò avrebbe escluso dal governo le
famiglie di recente ascesa e riaffermatto i privilegi della nobiltà. Gli scontri fra Genovesi, Catalani e
Maiorca Riguardarono soprattutto i commerci sullo stretto di Gibilterra e· iniziarono nel 1340 La
peste del '300 Nel 1347 i genovesi portarono in Europa e a Costantinopoli la peste da Caffa
(Crimea). I primi contagi avvennero a: Messina, Reggio Calabria, Napoli. La popolazione europea,
che negli ultimi anni del '200 aveva visto un'esponenziale crescita, fu dimezzata.

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