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In questo tipo di approccio allo studio della psiche dell'essere umano,non troviamo un corpo unico definito
e stabile di teorie,bensì un insieme di traiettorie essenzialmente cognitive ed affettive che si muovono in
direzioni differenti.
Pertanto ne consegue evidenziare la sua essenziale peculiarità:secondo la psicologia del ciclo della vita non
vi è alcun sviluppo "troppo lineare ed omogeneo" uguale per tutti.
Di fatto,occorre evidenziare,che secondo le teorizzazioni classiche dello sviluppo dell'essere umano(vedi
Freud e Piaget)il cambiamento della persona avviene solamente nei primi anni dell'infanzia. Ciò in qualche
modo nega che lo sviluppo della persona possa protrarsi ulteriormente appena giunti nella fase adulta,cosa
che secondo la teoria del ciclo non è,infatti si ritiene che nessuna età ha un peso evolutivo maggiore
rispetto alle altre e che bisogna considerare lo sviluppo come un procedere attraverso compiti evolutivi
continui o discontinui che perdurano per tutta la vita dell'individuo. Si cerca di andare pertanto verso il
superamento di una visione ancora troppo omogenea e lineare dello sviluppo.
Sempre citando i lavori di Piaget e Freud possiamo evidenziare come le loro teorie si basino proprio sulla
concezione di dover stabilire delle tappe universalmente valide per tutti e che quindi scavalcando le
differenze individuali,cerchino di individuare dei principi generali. Essi interpretavano lo sviluppo come il
semplice accumulo di una serie positiva di esperienze,che andando a fossilizzarsi all'interno del bambino gli
consentiva di passare ad uno stadio evolutivo(della propria psiche)successivo,solo così,col passare del
tempo,il bimbo sarebbe diventato prima adolescente e poi infine adulto.
Seguitamente alle teorie classiche di sviluppo se ne crearono ovviamente anche altre,ad esempio uno dei
primi precursori del concetto di sviluppo non più legato ad una singola parte della vita della persona è
Erikson. Egli infatti riteneva che vi erano più tappe nella vita dell'individuo entro la quale si sarebbero potuti
manifestare degli importanti cambiamenti. Infatti parlava di infanzia,adolescenza,giovinezza,età adulta ed
età anziana,dove ad ogni età corrispondevano dei compiti specifici che avrebbero garantito,una volta
portati a termine con successo,lo sviluppo della persona. Ogni età quindi acquisisce un peso specifico e se
questo da una parte può risultare ottimale nel considerare la "specificità" di ogni fase di vita in termini di
sfide evolutive dall'altro lato non coglie la complessità derivante dalle differenze individuali.
Nell'obiettivo di cogliere cosa sta alla base delle differenze individuali,nasce l'interesse per la comprensione
della plasticità individuale e della modificabilità dello sviluppo.
La psicologia del ciclo della vita ha portato avanti un lavoro di revisione critica delle teorie stadiali che
postulano la presenza di una traiettoria lineare e sostanzialmente identica per tutti gli individui,fondata
sull'invarianza e sull'uniformità del funzionamento psichico di tutti i soggetti che si trovano nella medesima
fase di vita in funzione della loro età cronologica e di un determinato periodo di maturazione.
Nasce pertanto l'esigenza di dover contemplare le differenze e trovare un elemento comune che spieghi la
variabilità individuale,viene messa in discussione l'importanza di alcuni fattori,che sono:sociali,storici e
culturali. Oltre a queste influenze esterne che possono agire sull'individuo,vi sono affiancate anche variabili
interne che a loro volta,in un processo di continua interazione,agiscono/modificano l'esterno e l'interiorità
della persona. Proprio in virtù di queste concezioni sarebbe possibile individuare sia elementi comuni con
tutti,sia elementi di specificità di quel particolare soggetto.
IL CONTRIBUTO DI ELDER:
Glen Elder,sociologo nato nel 1934 è noto per uno dei suoi più importanti studi "Children of the great
depression" uscito nel 1974.
Nella sua concezione dello sviluppo si rifà a quattro principi fondamentali:1)il principio del tempo e del
luogo nella storia. Secondo questa visione gli eventi storici hanno un influsso sull'esperienza dell'individuo e
provocheranno in lui una serie di cambiamenti. Tale concezione è ampliamente analizzata nel suo scritto
più famoso poco fa accennato. 2)principio della tempestività nelle vite:sta a esaminare il momento in cui
avviene un determinato evento nel corso della vita di una persona,in che condizioni viveva,in che stato
era,ecc. Tutto ciò può influenzare il decorso della storia della persona e un suo eventuale cambiamento. 3)Il
principio delle vite collegate:ogni persona è immersa in un "network" di rapporti sociali,questi rapporti data
la loro natura hanno degli ascendenti sulla vita dell'individuo e ciò può provocarne dei
cambiamenti,mutazioni. Questo può avvenire anche in maniera contraria,cioè l'individuo influenza le
persone a lui vicino. 4)Il principio dell'agire umano:secondo questo principio le azioni di vita sono fatte
all'interno di una coorte di scelte possibili consentite solo dalle circostanze storiche e sociali.
Parallelamente a questi principi,Elder,ritenne necessario evidenziare che le esperienze di vita di un
individuo sono necessarie per poter superare le sfide che la vita impone. Solamente esperienze e
predisposizioni personali daranno alla luce nuovi modi di adattamento potenzialmente in grado di alterare
il corso della vita.
N.B.[In linea con il pensiero di Elder vi è quello di un altro studioso di nome Bronfenbrenner(1979).]
I figli della grande depressione:uno dei maggiori scritti di Elder,analizza nello specifico gli effetti della grande
depressione degli anni 20 su una coorte variegata di individui:i bambini nati prima della crisi e quelli nati
durante e dopo. Dalle diverse analisi dello studio emerge come primo dato che i bambini nati nel periodo
precedente alla crisi avendo sperimentato quello che può definirsi una sorta di stabilità dal punto di vista
affettivo/familiare dovuto ad una situazione economica favorevole,sono riusciti ad affrontare il periodo
storico degli anni 20 con una diversa attitudine(certamente più propositiva)rispetto a quelli nati durante e
dopo. L'elemento cardine della questione è che la povertà in sé determina lo sviluppo di certe dinamiche
particolari,di fatto in una situazione di miseria il tessuto familiare andrà disgregandosi in quanto spingerà gli
elementi facenti parte del nucleo a dover tappare i buchi economici generati dalla crisi. Chiaramente il
padre avrà il compito di portare a casa da mangiare,per tanto a causa della scarsità di risorse,sarà costretto
a stare più ore fuori a lavorare,ciò influirà in negativamente sul ruolo materno,costretto a farsi carico di
molte più responsabilità rispetto alla prole. I figli,poi,oltre a risentire della mancanza di un padre e
dell'insufficienza delle attenzioni da parte della madre,dovranno fronteggiare anche loro lo stato di
indigenza tal volta lavorando. Tutto ciò chiaramente ha un effetto devastante sullo sviluppo di una
"stabilità" familiare anche in termini di affettività. Ciò che caratterizza i giovani nati prima della crisi è che
negli anni di stabilità finanziaria e quindi anche di stabilità familiare,è che hanno avuto modo di tessere dei
rapporti "sani" con altri individui,istituzioni ecc. Ciò gli ha permesso di riuscire a trovare un appoggio
durante il periodo buio mitigando la destabilizzazione familiare.
Ma lo studio di Elder non si limitò ad analizzare solamente gli effetti a breve termine della crisi economica
degli anni 20,bensì ha protratto i suoi studi anche sugli effetti a lungo termine. Uno dei dati più rilevanti è
che gli svantaggi sociali derivanti dalla crisi non sono perdurati oltre i 40 anni di vita,inoltre ha evidenziato
come i cambiamenti storici e sociali nei decenni successivi alla crisi crearono dei risvolti positivi proprio a
coloro che nacquero durante quegli anni più difficili. Infatti la guerre che ne conseguì chiamò alle armi molti
giovani,giovani che durante la crisi non ebbero l'opportunità di crearsi una condizione economica stabile. La
guerra e i ricavati ad essa diedero a queste persone l'opportunità di guadagnarsi un'indipendenza
economica,inoltre attraverso una particolare legge gli venne concesso di accedere a delle offerte formative
che gli consentirono di rilanciarsi e reinserirsi egregiamente nella vita civile,come a dire "non tutto il male
vien per nuocere".
IL CONTRIBUTO DI BALTES:
Anche Baltes come Elder parla di 4 principi fondamentali sulla quale si basa lo sviluppo
dell'individuo,successivamente a questi 4 ne verranno introdotti altri 3 che andranno a completare la sua
visione.
Primo principio:Lo sviluppo è un processo che continua per tutta la vita. Sostanzialmente viene superata
l'idea che lega lo sviluppo alla sola infanzia dell'individuo. Non vi è mai un arrivo definitivo,come ad
esempio con lo stadio genitale di Freud o il raggiungimento del pensiero operatorio formale di Piaget,ce
sempre una continua e costante evoluzione. Probabilmente questi due approcci classici allo studio dello
sviluppo dell'essere umano,involontariamente ed erroneamente hanno considerato la sola
infanzia/adolescenza come periodi di stadi evolutivi in quanto in esse si riscontrano i maggiori cambiamenti
sul piano fisico,biologico e psicologico nell'individuo. Escludendo perciò le altre fasce di età dalla
formazione della persona umana.
Secondo principio:lo sviluppo è un processo multidimensionale e multidirezionale. Secondo questo
principio l'analisi dello sviluppo deve passare necessariamente per una moltitudine di ambiti considerati
fondamentali,poiché si vuole evitare di ridurre il tutto ad un unico elemento cardine. Si considerano quattro
ambiti promotori di sviluppo:1)sviluppo sociale;2)fisico;3)cognitivo;4)personale. Il sociale considera le
relazioni interpersonale con gli altri membri(per esempio della famiglia o con i pari)un elemento chiave per
il cambiamento della persona. Il fisico chiaramente prende in considerazione gli aspetti prettamente legati
alla natura biologica dell'individuo,come anche lo studio dello sviluppo motorio e sensoriale. Il cognitivo
indaga tutti i cambiamenti legati ai processi di pensiero,ragionamento,problem solving,apprendimento e
memoria. Infine lo sviluppo personale riguarda sia il concetto di sé sia la dimensione come l'affetto,la
fiducia,l'attaccamento le dimensioni emotive e di tratti di personalità. Bisogna evidenziare che ognuno di
questi ambiti non va considerato come un compartimento stagno,ma è correlato in maniera più o meno
ampia agli altri,per esempio i progressi nello sviluppo motorio che consentono in primo luogo al bambino di
spostarsi sono molto importanti anche per lo sviluppo cognitivo in quanto gli permettono di esplorare
nuove aree e determinare nuovi apprendimenti. Il tutto non procede in maniera simultanea o equivalente
LA TRAMA E L'ORDITO:
Le rappresentazioni di questo intreccio sono molteplici. Alcuni autori parlano di svolte,altri di
transizioni,altri ancora di sfide mentre certi di ruoli.
La trama e l'ordito rappresentano due aspetti della vita,la prima l'età,la seconda lo sviluppo lungo il ciclo di
vita. L'intreccio come trama può essere definito in una posizione trasversale rispetto all'ordito(che invece è
considerato longitudinale),prende in considerazione l'età cronologica dell'individuo e la mette a confronto
con gli anni successivi o passati. Possiamo vedere questo tipo di approccio come il tentativo di fotografare
un'istantanea della realtà alla stregua di una vecchia polaroid. Questo però rende difficile fare collegamenti
fra le diverse età della persona,presupponendo l'utilizzo di numerosi stereotipi per identificare una fascia di
età(adolescente tipo,adulto tipo e così via).
L'ordito prende in considerazione diversi aspetti del cambiamento:cambiamento ordinato,stabilità e
cambiamento aleatorio. E' inoltre un approccio tematico legato quindi a specifici argomenti.
LA TRAMA:ETA' PRESCOLARE:
Si considera età prescolare quella che va dai 2 anni di vita del bambino fino ad arrivare a 6 anni(prima che
inizino le elementari per intenderci/asilo). Anche in questo periodo si denotano una lunga serie di
cambiamenti sostanziali nell'individuo,questo su diversi piani:cognitivo,fisico,relazionale,ecc.
Dal secondo anno di vita il bambino sperimenta un incremento vertiginoso del suo vocabolario
linguistico,ciò gli permette di formulare una prima serie di piccole frasi di senso compiuto.
Sempre in relazione alle teorie classiche dello sviluppo ideate da Piaget,si ritiene che intorno ai 4 anni i
bambini diventino in grado di concepire ciò che in gergo viene chiamato "teoria della mente",ergo la
capacità di intendere che gli altri individui possano agire secondo delle loro,personali credenze. Si riporta in
genere per far comprendere meglio di cosa si tratti la teoria della mente,l'esperimento di Sally e Anne,ciò
per aiutare ad intendere cosa siano le "false credenze". In questo test si mostra al bambino un'immagine. In
questa immagine ci sono due bambine,appunto Sally e Anne,con esse ci sono anche due cesti e una
bambola. Mentre sono tutte e due nella stessa stanza Sally posiziona la bambola in un cesto,dopo di che
Anne esce dalla stanza. Mentre Anne è fuori dalla stanza Sally sposta la bambola da un cesto all'altro,ciò
all'insaputa di Anne. Una volta entrata di nuovo Anne nella stanza si chiede al bambino dove pensa che
Anne andrà a cercare la bambola. Generalmente i bambini che non hanno ancora sviluppato la teoria della
mente saranno portati a dire che Anne cercherà esattamente dove Sally ha spostato per ultima la
bambola,ciò perché tendono a proiettare le proprie credenze sugli altri. Normalmente si ritiene,sempre
secondo le teorie di Piaget,che i bambini durante questi anni vivano formalmente in una fase
"egocentrica"del loro sviluppo,non esiste una reale distinzione tra loro e il resto del mondo,tutto quello che
vivono nella loro interiorità viene proiettato verso l'esterno,determinando l'assenza così di differenziazione
tra sé e gli altri.
Dal momento in cui il bambino sviluppa la concezione che il mondo a lui circostante può avere delle
sfumature diverse rispetto alle proprie caratteristiche,ciò gli garantirà un maggiore sviluppo del senso del sé
che aiuterà il bambino a stabilire delle prime forme di legame e interazione con ambienti totalmente
differenti da quello originario di cui hanno sempre ed esclusivamente fatto parte,la famiglia. Di fatto una
maggiore esperienza delle talvolta sottili altre volte enormi differenze tra sé e il mondo permette lo
sviluppo di relazioni complesse con l'esterno. I gruppi di pari divengono luoghi di incontro,scambio e
accrescimento. Non vi è più con essi quella forma di gioco "egocentrico" dove tutto ruotava intorno al sé e
non vi era alcuna forma di collaborazione per raggiungere uno scopo comune,bensì il contrario. Pertanto
affianco ai giochi di competizione appaiono quelli collaborativi,utili a garantire al bambino una prima forma
rudimentale di scambio in grado di aiutarlo a sviluppare i tempi di interazione,gli scambi,le pause e anche a
rispettare le regole comuni e condivise nel gioco. Il gioco socio-drammatico ne è l'esempio più calzante. Qui
i bambini fingono delle interazioni vere e proprie immedesimandosi in ruoli differenti,come "facciamo che
io ero il papà"oppure "facciamo che io ero la mamma" ecc. Si stabiliscono dei ruoli,delle regole da
rispettare,si riconosce soprattutto l'esistenza delle differenze che caratterizzano ognuno di noi ed a esse si
fa appello nel stabilire il fine ludico dell'esperienza.
Il gioco,in termini concreti,non è un attività fine a se stessa,bensì bisogna intenderla come un mezzo per
sviluppare e migliorare le proprie abilità,sia sul piano motorio,che sul piano cognitivo,anche relazionale.
LA TRAMA:ETA' DELL'INFANZIA:
Questa parte dai 6 anni fino ad arrivare ai 12 anni ed è definito anche periodo "scolare" e coincide
normalmente con l'inizio della scuola dell'obbligo. Qui,sempre facendo riferimento alle teorie di Piaget,nel
bambino nasce il pensiero logico,pensiero che gli permette in prima istanza di
categorizzare,classificare,valutare i dati della realtà. Grazie a questo sviluppo il bambino diviene in grado di
risolvere le prove di conservazione di Piaget,una delle più famose è quella della conservazione dei liquidi.
Vengono mostrati al bambino due bicchieri identici colmi d'acqua fino allo stesso livello,poi viene versata
l'acqua di uno dei due bicchieri in un altro più stretto e lungo,a livello visivo si avrà l'impressione che il
nuovo bicchiere contenga più acqua rispetto a quello di prima ma a livello pratico assolutamente no. Verrà
chiesto al bambino se il nuovo contenitore contiene più acqua rispetto al precedente,mediamente i
bambini che si trovano in uno stadio pre-operatorio risponderanno di sì alla domanda,quelli che hanno
sviluppato il pensiero logico lo negheranno. Inoltre un'altra capacità che sviluppano i bambini durante
questi anni sono le "false credenze di secondo ordine",cioè divengono in grado di concepire che: "una
persona può pensare che un'altra persona pensi" e anche in questo caso vi può essere una credenza di
fondo erronea. L'esempio congeniale per spiegare queste false credenze è quello di Jhon e Mary. Ambedue
stanno giocando al parco quando arriva all'improvviso il carretto dei gelati. Non avendo nessuno dei due i
soldi,Mary decide di accorrere a casa per prendere il denaro. Nel mentre Mary si trova a casa il carretto si
sposta dal parco alla piazza. Jhon è presente a questo cambiamento e sa dove il carretto si è spostato,Mary
è assente,quindi non vede lo spostamento ma comunque viene a sapere per vie traverse che il carretto si
trova effettivamente in piazza. Dopo di che verrà chiesto al bambino: Dove pensi che Jhon creda che Mary
andrà a cercare il carretto dei gelati?per risolvere tale questione il bambino deve possedere quello che
viene chiamato "pensiero ricorsivo triadico",il bambino pertanto deve tener conto che Jhon non sa che
Mary sa. Una volta fruita questa abilità il bambino diviene più capace di intendere le conversazioni,di
intendere l'ironia,la gaffe. Questa serie di abilità che si sviluppano sia sul piano emotivo,cognitivo e
relazionale accrescono in secondo ordine anche la capacità di giudizio morale del bambino,infatti se nell'età
prescolare il giudizio morale si basava solo ed esclusivamente sugli effetti di una determinata azione(positivi
o negativi che siano)adesso con lo sviluppo di un pensiero più raffinato il bambino è in grado di giudicare
sul piano morale anche le intenzioni che stanno alla base di un azione,la causa e non più solo l'effetto.
Nel secondo audio introduce il concetto di amicizia tra bambini. Inizialmente si riteneva che il rapporto con
il proprio caregiver avesse un influenza sul modo di relazionarsi del bambino con i suoi pari,cioè è come se
con lui(caregiver)avesse costruito le basi relazionali che saranno da appoggio nelle interazioni future. Studi
recenti dimostrano che i bambini sono in grado di stabilire una relazione amicale già a partire dai 2 anni di
età. Si è notato che prima dell'età prescolare i bambini non fanno differenza tra amicizie di sesso maschile o
femminile,anzi sono aperti a ogni circostanza,nel momento in cui vengono immersi nell'ambiente scolastico
avviene un fenomeno di segregazione,cioè i bimbi tendono a preferire l'instaurarsi di relazioni con altri
bambini dello stesso sesso,ciò viene spiegato in termini di aspettative sociali che influenzano il determinarsi
di questi assembramenti.
In questa seconda parte viene evidenziato anche che vi sono degli atteggiamenti tipici che si hanno nei
confronti dei bambini da parte di chi se ne prende cura. Atteggiamenti che tendono a classificare e a
proporre dei modelli pre-costituiti di modi di essere e intendere la vita,come i maschi fanno la guerra e le
femmine giocano con le bambole,ecc. Questo genere di stereotipizzazioni si ritiene influenzino il modo di
essere e vivere dei bambini promuovendo le divisioni che nel paragrafo precedente ho citato.
L'ADOLESCENZA:
Si ritiene che inizi mediamente per tutti i bambini intorno ai 12 anni di vita,al seguito dello sviluppo
fisiologico dovuto alle intense variazioni ormonali nella fase della pubertà. Durante l'adolescenza non
mancano ulteriori cambiamenti,sia sotto l'aspetto fisico che sul piano psicologico. Si tende a dare maggiore
risalto però al piano psicologico perché di fatto è quello caratterizzante di questo periodo di vita. Secondo
studioso Siegel assieme al cambiamento fisico e psicologico vi è anche un altro fattore che determina questi
anni di vita di un individuo ed è il distaccamento dal proprio nucleo familiare,o sarebbe meglio dire un
primo allontanamento dalla famiglia di origine.
A livello sociale vi è un altro aspetto importante da tenere in considerazione,l'adolescenza è considerata
una fase di passaggio,quella parte intermedia della vita di una persona dove si passa dallo essere bambino
ad essere un adulto. Qui le aspettative sociali rivestono un ruolo cruciale,infatti esse promuovono una serie
di modelli,aspettative,modi di intendere e vedere la persona,del tutto nuovi alla quale l'adolescente deve
adattarsi per poter conseguire la sua realizzazione di vita e il passaggio ad una vita "adulta".
L'adolescenza inoltre secondo gli studi classici è sempre stata considerata una fase della vita all'insegna
delle problematiche e passaggi traumatici da uno stato sociale all'altro,ciò non è sempre vero,infatti diversi
studi non basati sulla concezione di adolescenza generata dal mondo occidentale in cui viviamo riscontrano
delle sostanziali diversità ove questa fase di vita non ha nulla a che vedere con situazioni difficoltose e stati
d'animo principalmente legati al malessere,bensì l'opposto. Parliamo nel concreto degli studi
dell'antropologa XXX che ha analizzato cosa vuol dire essere adolescenti nella popolazione Samoana. Qui è
stata riscontrata l'assenza di passaggi traumatici in quanto l'educazione culturale impartita ai giovani dalla
società di appartenenza rende più lieve il passaggio dall'infanzia all'età adulta. In questa cultura è dato
molto spazio e risalto alle relazioni interpersonali,l'individuo fin da subito è lasciato libero di esprimersi e
ciò determina che i cambiamenti fisiologici che si riversano sulla nascente vita sessuale dell'adolescente
non vengano in qualche modo limitati. Di fatto,contrariamente alle società occidentali,l'aspetto emotivo
secondo la cultura Samoana viene messo al centro,in occidente è l'aspetto cognitivo ad avere maggiore
importanza,ciò sarebbe il movente che determina la presenza o meno di risvolti traumatici durante questi
anni di vita dell'individuo.
Si ritiene che a favorire il menarca vi sia anche un fattore biologico legato alla nutrizione. Infatti nell'ultimo
secolo,grazie allo sviluppo che ha facilitato l'accesso a numerosi cibi con proprietà nutrizionali
indispensabili per l'organismo,l'adolescenza si è estesa sia verso la fase precedente ad essa,quindi
l'infanzia,per protrarsi però,per motivi economici sfavorevoli,oltre e fino a toccare i 20 anni di vita,quindi la
prima età adulta. Pertanto a seguito di queste considerazioni è facile disporre il periodo adolescenziale
secondo 3 ulteriori sotto periodi che lo caratterizzano:nella prima fase vi sarà la necessità da parte del
giovane di "ridefinirsi" secondo gli aspetti fisiologici legati al cambiamento dovuto all'esplosione ormonale
che tendenzialmente si vive durante questa fascia di età,in una seconda parte vi sarà la necessità di
"ridefinirsi" sotto l'aspetto personale,legato quindi alla propria identità,infine l'adolescente dovrà rivalutare
tutto ciò che riguarda gli aspetti relazionali,sia con la propria famiglia di origine che con il gruppo di pari.
A favorire lo sviluppo sotto l'aspetto fisiologico,oltre ai fattori nutrizionali chiamati precedentemente in
causa,vi sono,secondo alcuni studi aspetti legati sia al benessere economico di una società in cui
l'adolescente fa parte sia la precoce esposizione a stimoli "sessuali".
ADULTITA’ EMERGENTE:
Si ritiene che a determinare il passaggio dall’essere adolescente all’essere adulti vi siano una serie di
cambiamenti che promuovano tale condizione di vita:parliamo pertanto di cambiamenti a livello
sociale,professionale e abitativo. Per sociale si intende il passaggio ad una condizione in cui l’individuo
assume nuovi ruoli legati ad esempio all’essere padre di famiglia o anche marito,per quanto riguarda
l’aspetto professionale si intende il raggiungimento di uno status lavorativo stabile,l’inizio di una carriera
che consenta di avere un indipendenza economica dal vecchio nucleo famigliare di cui si faceva parte,infine
l’ultimo cambiamento riguarda sostanzialmente l’andare a vivere da soli.
Inoltre,come si è già detto per il passaggio dall’infanzia all’adolescenza,si ritiene che anche nel caso del
passaggio dall’adolescenza all’età adulta giochino un ruolo fondamentale le vecchie esperienze passate in
cui ci siamo imbattuti o per meglio dire il modo in cui abbiamo affrontato i nostri cambiamenti passati.
Momento assai importante è la fine del ciclo scolastico,gli studiosi ritengono la fine delle superiori un
momento di svolta in cui l’individuo viene proiettato lontano dalle sue vecchie abitudini per crearne di
nuove.
Ad ogni modo,al giorno d’oggi,il passaggio ad un’età adulta risulta molto più difficoltoso rispetto al passato
in quanto alcuni fattori socio-economici hanno rallentato l’allontanamento degli adolescenti dal proprio
nucleo famigliare,come ad esempio la crescente difficoltà di trovare un lavoro stabile,essa infatti non
garantisce un indipendenza a livello economiceo e la conseguente indipendenza a livello abitativo. Tutto ciò
influisce anche sull’aspetto emotivo-affettivo,il giovane essendo costretto a stare ancora a casa con i propri
genitori non sviluppa quell’indipendenza psicologica tipica dell’uomo adulto.
In alcuni recenti studi si analizza la differenza tra popoli del centro/nord europa con i paesi più
mediterranei. Si è constato che vi è l’esistenza di un tipico modello mediterraneo che pare abbia degli
effetti sul ritardo nell’allontanamento del giovane adulto dal nucleo famigliare di origine,ciò non
risulterebbe solamente legato ad una mancata acquisizione di una posizione lavorativa stabile ma
sembrerebbe anche esser dovuto allo stile parentale,cioè i genitori essendo tendenzialmente molto più
legati ai figli fanno fatica ad aiutarli ad abbandonare il nido,trattenendoli,ciò pertanto,rallenterebbe il
raggiungimento dell’età adulta.
Ma quali sono i marcatori che identificano l’età adulta?Secondo lo studioso Arnett,che condusse delle
ricerche nei primi anni 2000,risultano esserci almeno 7 marcatori tipici dell’età
adulta:indipendenza,interdipendenza,transizione di ruolo,obbedienza alle norme,transizioni
biologiche,cronologiche e capacità familiari. Studi successivi hanno raggruppato alcune di questi marcatori
fino ad identificare l’esistenza di soli 5 elementi. Per indipendenza la si considera sia a livello fisico,quindi
relativa all’effettivo allontanamento del giovane dal nucleo famigliare,che a livello psicologico,la capacità
dell’uomo di non essere più dipendente dall’approvazione dei propri genitori quando prende determinate
scelte. L’interdipendenza vale per i rapporti esterni a quello famigliare e si intende per quella capacità di
saper instaurare una relazione affettiva con qualcuno/a per costituire conseguentemente un nuovo nucleo
familiare ma anche quando si acquisisce quella capacità di saper riconoscere il punto di vista altrui e non
entrarci in conflitto. Quando parliamo di transizione di ruolo invece intendiamo quel passaggio di vita che
porta l’individuo dall’essere figlio a diventare,per esempio,padre,marito,eccetera. Terzo elemento è
l’obbedienza alle norme,consiste nella capacità dell’individuo di adeguarsi alle norme tipiche della società
di appartenenza. Quarto punto è legato sia all’età cronologica,come il raggiungimento del diciottesimo
anno di età,sia a questioni biologiche. Infine il quinto marcatore è la capacità famigliare dell’individuo,essa
consiste nell’identificare quei fattori che indicano quanto una persona sia predisposta ad avere una famiglia
propria,quanto sia in grado di sostenerla dal punto di vista economico ed affettivo.
TEORIE DI PIAGET:
Secondo Piaget ci sono elementi di continuità e di discontinuità nello sviluppo del bambino/adolescente,i
primi riguardano tutti quei processi legati alle funzioni invarianti che mediante organizzazione/equilibrio
tendono all’adattamento. L’aspetto di discontinuità è invece caratterizzato dalla presenza di strutture
variabili.
Ogni stadio evolutivo ha una sua coerenza interna che lo differenzia sostanzialmente dagli stadi precedenti
e da quelli successivi.
Esistono sostanzialmente 4 stadi principali di cui 3 di questi sono caratterizzati dall’evoluzione del pensiero.
Stadio senso motorio:va dai 0 fino ai 2 anni,in questo periodo la comprensione del bambino avviene
esclusivamente mediante i canali sensoriali di cui è dotato.
Stadio preoperatorio:va dai 2 ai 7 anni,il bambino è in grado di rappresentare mentalmente gli oggetti e
può usare i simboli.
Stadio operatorio concreto:va dai 7 fino ai 12 anni,qui appare il pensiero logico e si diventa in grado di
compiere le prime operazioni mentali.
Stadio operatorio formale:va oltre i 12 anni di vita,persegue durante l’adolescenza del ragazzo. Esso diviene
in grado di organizzare sistematicamente le proprie conoscenze e inoltre diviene in grado di ragionare in
termini ipotetico-deduttivi. E’ il momento più alto dello sviluppo cognitivo dell’individuo,secondo Piaget.
Ma effettivamente cosa significa ragionare in termini ipotetico deduttivi? Attraverso l’esperimento del
pendolo possiamo giungere a tale comprensione. Viene posto di fronte al bambino un pendolo e una serie
di oggetti,quali masse e corde di varia lunghezza e grandezza,poi viene richiesto cosa determina
l’oscillazione del pendolo. Per arrivare alla soluzione il bambino deve ragionare in termini ipotetico
deduttivi,utilizzando lo schema “se…allora”,ciò gli consentirà di formulare delle ipotesi e procedere alla loro
verifica. Nel pensiero logico deduttivo vengono identificati i diversi fattori che sono coinvolti e
caratterizzano un fenomeno e vengono variati in modo sistematico per verificare quali causino quello
stesso. Inoltre permette di compiere delle operazioni logiche su delle premesse ipotetiche e di ricavarne
delle conseguenze adeguate. Pertanto gli individui giunti a questo stadio sarebbero in grado di condurre dei
ragionamenti corretti senza dover per forza di cose ricorrere a esperienze reali dirette. Quindi una delle
maggiori conquiste di questo periodo è il pensiero astratto,i ragionamenti possono totalmente essere
slegati dalla realtà e tramite premesse ipotetiche possono comunque giungere a conclusioni esatte nel
concreto. Questo genere di sviluppo consentirà al bambino di riflettere e discutere sul futuro.
Nella concezione della psicologia del ciclo di vita viene aggiunto un ulteriore passaggio alla teoria di Piaget
ed è il pensiero operatorio post-formale,tipico dell’adultità.
LEZIONE 27
Teoria psicosociale di Erikson. Egli parte dall'analisi Freudiane,le fa proprie e le amplia,accettando sia la
prima topica che la seconda.
Prima topica:suddivisione psiche individuo secondo conscio,preconscio e inconscio. Conscio è la parte a noi
cosciente,ed è considerata la minima parte,quello che l'individuo sa di avere dentro la sua mente,il
preconscio sono quei pensieri che la persona non sa di avere ma che sono richiamabili alla parte cosciente
di sé con uno sforzo lieve,i processi inconsci sono quei processi che l'individuo non può richiamare alla
coscienza e sono mantenuti lontani dalla nostra attività cosciente attraverso dei meccanismi di difesa,questi
meccanismi hanno il compito di evitare che questi processi inconsci invadano l'attività psichica cosciente
dell'individuo. I conflitti devono essere intrapsichici avvengono solamente a livello inconscio.
Seconda topica:comprende 3 istanze:es,io e super-io. Es è la parte pulsionale,quella istanza che è guidata
dalla ricerca costante del piacere,il motore di propulsione è il principio di piacere. Il super-io è
l'interiorizzazione delle figure genitoriali,delle norme sociali,dell'autorità in generale e rappresenta i valori
morali,che cosa l'individuo dovrebbe fare,la parte giudicante in ognuno di noi. Tra i due troviamo l'IO che
ancora l'individuo al principio di realtà,esso ha il compito di mediare l'es e il super-io,quindi le spinte
pulsionali e la censura morale del super-io.
Cosa distingue il pensiero di Erikson rispetto a quello di Freud?è la forza che viene attribuita all'IO,infatti
Freud centra molto la sua teoria sull'importanza delle forze pulsionali,dell'istinto nel definire lo sviluppo
dell'individuo,Erikson crede maggiormente nella forza dell'IO,i processi che avranno maggiore influenza
sull'individuo secondo E. sono quelli culturali e sociali quindi non legati alle pulsioni libidinose.
E. inoltre,prende la teoria di F. e ne fa una revisione alla luce del contesto sociale e culturale di cui faceva
parte,infatti se F. considera le sue teorie in un periodo storico in cui la censura sulla sessualità aveva
raggiunto il suo apice,E. riconsidera le teorie di F. alla luce del contesto socio-culturale di sua appartenenza
dove la ricerca frenetica di successo e l'individualità ne faceva da padrone.
E. va oltre F.,come ho detto,ampliando i suoi studi e adattandoli al contesto entro cui viveva.
Ora una breve revisione teoria sviluppo di F,tenendo presente che le teorie Freudiane analizzavano lo
sviluppo dell'individuo fino all'età adolescenziale,mentre quelle di E. sono suddivise in 8 fasi di vita e
arrivano fino all'età anziana. Prima fase per F. è la fase orale,il bambino durante questi anni prova piacere
nell'esplorare il mondo attraverso la bocca. Seconda fase è quella anale,l'infante prova piacere nel
controllare gli sfinteri,piacere che si riflette anche nel mero senso di controllo della realtà. Terza fase è
quella fallica,in questa fase F. colloca il complesso EDIPICO o di ELETTRA,dove il bambino proverà attrazione
vs genitore di sesso opposto e odio vs stesso sesso. Queste pulsione di amore e odio possono rovinare il
rapporto con il proprio caregiver pertanto restano a livello inconscio e in base a come verrà superata
questa fase verrà affrontato il periodo di latenza successivo. Dopo di che c'è un periodo di latenza in cui le
energie libidiche vengono indirizzate vs socializzazione e apertura al mondo esterno. Solo con la pubertà il
bambino riattiva le pulsioni libidiche ed entrerà finalmente nell'ultima fase che è quella genitale.
Considerando gli stadi di sviluppo secondo F. notiamo come l'individuo venga considerato solo nella sua
crescita,non c'è nulla a parte il rapporto genitore-figlio,nient'altro che influenzi il cambiamento. In E. una
variabile ritenuta fondamentale per lo sviluppo della persona è l'ambiente,il contesto. Tanto è che la sua
teoria è definita psicosociale.
L'ambiente e l'individuo sono due sistemi in continuo mutamento e rivestono un ruolo fondamentale nella
definizione di identità. Da un lato,nella concezione Eriksoniana di sviluppo,abbiamo le teorie di Freudiane e
dall'altra l'ambiente. E. arriva a definire 8 stadi di sviluppo. Questi stadi vengono ideati secondo un'ottica
cumulativa e visione una maturazionistica,inoltre ogni stadio succede ad un altro attraverso una modalità
che non è casuale,anzi,avviene secondo un ordine ben determinato.
All'interno di ogni stadio ci sono delle crisi e dei compiti psicosociali che l'individuo deve superare per poter
arrivare allo stadio successivo e se riesce a superare queste crisi,di solito definite secondo una dicotomia,la
persona acquisterà una nuova virtù che gli consentirà di giungere allo stadio successivo.
LEZIONE 28
Analizziamo nel dettaglio i vari stadi della teoria psicosociale di E.
Fondamentale è il concetto di crisi. L'Individuo e l'ambiente sono essenzialmente due sistemi che entrano in
relazione tra loro. Durante gli 8 stadi di sviluppo di E.,l'individuo è chiamato dall'ambiente a rispondere a
determinate aspettative,ad esempio cosa si aspetta la società dall'adolescente?
Sulla base di queste richieste e dei mutamenti interni all'individuo avverrà il passaggio da uno stadio
all'altro. Ad esempio se prendiamo in considerazione l'adolescenza,qui E. colloca la crisi psicosociale
relativa all'identità o alla dispersione. Vale a dire che in questa fase di vita che va dai 12 ai 18 anni di vita,da
un lato abbiamo l'individuo inteso come sistema che muta,sia a livello biologico che identitario e
sociale,dall'altro abbiamo l'ambiente con annesse aspettative che interferiscono con i processi interni alla
persona imponendogli dei cambiamenti,degli adattamenti. Ad ogni fase di vita corrispondono aspettative
diverse da parte dell'ambiente,in questa circostanza si chiede all'adolescente di capire chi è,di definirsi
come individuo,per questo la crisi sociale si ha tra identità o dispersione. Se l'adolescente sarà in grado di
superare questa crisi acquisirà un'identità,se non c'è la fa avrà la dispersione della stessa. Superata questa
crisi l'adolescente acquisisce la virtù della fedeltà,poiché l'identità porta con se l'aspetto legato
all'esplorazione e all'impegno di mantenersi fedeli alle scelte fatte,ciò pertanto fa guadagnare la virtù della
fedeltà.
Ogni fase di sviluppo è un tentativo di tenere insieme i mutamenti che avvengono all'interno dell'individuo
con quelle che sono richieste,le pressioni dell'ambiente circostante.
E' bene tenere in considerazione che non tutte le età di vita vengono viste allo stesso modo nelle diverse
culture del mondo. Le diverse società hanno aspettative differenti relativamente alle specifiche fasi vita
degli individui. Quindi,possiamo constatare,che è un analisi culturalmente determinata.
E. ritiene inoltre che lo sviluppo sia legato dall'adattamento all'ambiente,quello che porta il passaggio da
una fase all'altra della vita è il tentativo di essere sempre più adeguato,da parte dell'individuo,al suo
contesto. Qui riesce l'aspetto psiconalitico di E.,ovvero il peso che viene dato all'IO rispetto
all'ES,l'io,ricordiamo,si occupa del principio di realtà,di ancorare l'individuo al suo contesto.
Elenco brevemente i vari stadi di vita dell'individuo secondo E.: primo stadio 0-1 età dei neonati;secondo da
1-6 troviamo prima infanzia;terzo stadio 6-10 età del gioco;10 ai 14 età scolare;quinto 14-20
adolescenza;sesto 20-35 giovane adulto;settimo 35-65 anni stadio maturità;65-75 età anziana. Ad ogni
stadio corrispondono delle crisi e delle virtù. Questa distinzione può essere considerata molto rigida da un
lato. Ma E. non ritiene che le crisi debbano per forza di cose essere superate in un determinato momento
della vita bensì un individuo può affrontare una crisi delle fasi precedenti anche in età anziana,per esempio.
LEZIONE 29
Lo stadio NEONATALE va dallo 0 ad un 1 anno di vita. Questo è considerato un anno fondamentale per lo
sviluppo del bambino,qui E. colloca la crisi legata alla fiducia e alla sfiducia. Il bambino è chiamato a
sviluppare la virtù della speranza e lo fa superando la crisi che contrappone fiducia alla sfiducia. Di fatto
risulterà importante che i bimbi imparino a fidarsi o eventualmente non fidarsi della prevedibilità
dell'ambiente entro cui sono immersi. Durante il primo anno di vita,la relazione del bimbo è incentrata
solamente con il proprio caregiver e sulla base di come i suoi bisogni vengono soddisfatti, il bambino
capisce se può fidarsi o meno dell'ambiente circostante.
Inoltre il bambino familiarizza con proprio corpo e impara pertanto a fidarsi anche di sé relativamente al
fatto che è in grado di svolgere funzioni vitali per la sopravvivenza. Risulta essere sia fiducia verso altri che
verso se stessi. E. parla anche di aspetto intergenerazionale è solo un adulto con fiducia è in grado di
sostenere questa crisi nel bambino. La virtù che si sviluppa è la speranza,consente di fidarsi dell'ambiente e
di se stesso,viene la manifestata quando il bambino non si arrabbia eccessivamente o non ha paura
dell'allontanamento del proprio caregiver,a livello sociale si concretizza nella fede sia relativa a fede
religiosa che legata al sociale,alla capacità di aggregazione,stare in un gruppo e fare vita sociale e saper fare
vita sociale,inteso come aggregarsi e fidarsi del prossimo.
Stadio INFANZIA va dal primo anno di vita fino ai 6 anni. E. individua come crisi quella tra autonomia e
senso di vergogna e dubbio. Durante questa fase i bambini iniziano a muoversi nello spazio con sempre
maggiore autonomia. A questa autonomia corrisponde una certa indipendenza perché i bambini possono
scegliere con cosa interagire o no. Può gestire autonomamente lo spazio e la distanza. A livello evolutivo il
bambino si muove vs autonomia e indipendenza sempre crescente. Il bambino non è ancora in grado di
gestire i segnali del suo ambiente e discriminare situazioni pericolose e non pericolose,fondamentale è il
controllo dell'adulto. Il bambino deve passare da eterocontrollo (controllo totale dell'adulto)fino a
autocontrollo,passaggio fatto salvaguardando autostima del bambino,se bimbo si sente inadeguato sente
vergogna,questo senso può portarlo a nascondersi a ritirarsi da interazione sociale,dall'altro può
condizionarlo e farlo divenire sfrontato ed eccessivamente sicuro di se nel mostrarsi. Proprio in questo
senso E. individua crisi tra autonomia e vergogna e dubbio,se superata bambino avrà maggiore autonomia
se non superata proverà vergogna e dubbio vs proprie capacità. E. le crisi possono essere superate in
momenti in cui compaiono ma anche se vengono riaperte in momenti successive,ad aiutare il bambino è un
adulto che non sente minacciato il suo senso di autonomia,è in grado di esercitare controllo nel rispetto
libertà bambino,bambino sperimenta in sicurezza. Questa dicotomia tra libertà e controllo la
ritroviamo,secondo E.,nella legge,dove c'è equilibrio tra diritti e doveri dei cittadini.
Stadio ETA' DEL GIOCO va dai 6 fino ai 10 anni. In questo periodo individua come crisi quella tra spirito
iniziativa e senso di colpa,virtù guadagnata fermezza nei propositi. I bambini hanno sviluppato autonomia
dalla crisi precedente e anche sicurezza proprie azioni,gradualmente da eterocontrollo fino
autocontrollo,dai 6 ai 10 hanno più autocontrollo e libertà d'azione. In questa fase iniziano a interrogarsi
relativamente a persone che saranno da grandi,io voglio fare io sarà io diventerò,tendono a pensarsi come
adulti. Lo vediamo nel gioco di finzione,gioco di ruolo,giocano alla mamma,alla scuola al papà eccetera.
Durante questo momento di vita inizia a crearsi senso di moralità nell'individuo,iniziano a sperimentare
senso di intraprendenza e spirito di iniziativa,sul cosa fare,come comportarsi o no,guidato dalla coscienza
che inizia a connotarsi intorno al senso morale,per questo il bambino inizia a sperimentare il senso di
colpa,per azioni che non sono state viste da nessuno,anche solo pensate,che hanno a che fare con suo
senso morale. Importante come adulto reagisce a questa crisi sociale,se adulto fa troppa leva su senso
morale i bambino potrà finire per divenire o troppo buono e obbediente e va a tarpare le ali al suo senso di
iniziativa in favore del suo senso di colpa eccessivo,il suo senso di industriosità viene fermato,oppure altro
esito è risentimento vs comportamenti adulti che non corrispondo ai valori morali che vengono
proclamati,quindi il riscontro tra rigidità morale dell'adulto e incoerenza sue azioni può portare a sviluppare
risentimento. Quale virtù guadagna nel superamento questa crisi?fermezza nei propositi,mantenersi fedele
al proprio spirito di iniziativa. A livello sociale ha sua attuazione nell'economia dove è importante spirito
iniziativa individuo.
LEZIONE 35
Pensiero di GOLD. Egli valutò compiti di sviluppo legati a falsi assunti creati durante infanzia che devono
essere via via sfatati. Egli inizia il suo lavoro nel nord America e parte dall’osservazione dei pazienti
psichiatrici,nota come nei racconti di questi soggetti sia possibile trovare dei pattern di vita ripetuti con una
certa frequenza. Iniziò a voler indagare questo percorso di vita e a testare a livello empirico le sue hp create
a livello clinico,venne avviato un protocollo di ricerca che elaborò su 500 soggetti di un età compresa tra i
16 e i 50 anni,questi questionari volevano analizzare le HP di Gold relative allo sviluppo adulto. Punto di
partenza di GOLD,hp di base?il raggiungimento età adulta passa attraverso accettazione di essere creatore
della propria vita,assunzione di responsabilità legate al proprio percorso di vita. Iniziò a lavorare per capire
come individui arrivavano a presa di consapevolezza di questo aspetto nella vita,aspetto interessante legato
percezione senso di tempo,GOLD ha individuato come percezione del tempo sia fondamentale nella
costruzione dell’identità e si modifica con il passare degli anni,prima tappa coincide con i 18 anni e inizia
quando i figli lasciano casa genitori,qui inizia fase in cui fantasia su futuro diventa reale in qualche modo,il
futuro diviene qualcosa di manipolabile da parte dell’individuo. Per poter far si che avvenga questo
cambiamento da spazio indefinibile della fantasia a spazio reale deve esserci un passaggio che consente di
lasciare indietro le limitazioni derivanti da coscienza di tipo infantile,intorno ai 20 anni ce un secondo
cambiamento nel senso del tempo e individuo ha sviluppato basi più solide,queste basi portano a definire il
tempo nell’ottica di un percorso volto a portarci vs un fine,tempo percorso lineare che ci porta verso un
fine a noi congeniale,di base ce idea che se percorreremo le nostre tappe egregiamente arriveremo a giusta
ricompensa,concezione che caratterizza gli anni 20 dell’individuo,vs anni 30 altro mutamento concezione
del tempo che porta individuo a prendere consapevolezza del fatto che tempo non è infinito e soprattutto il
tempo non è lineare e il percorso non è lineare,emerge drammaticità nella vita ci sono molte strade da
percorrere e non si possono scegliere tutte,scendere a patti con la vita e scegliere un solo percorso di
vita,diventa un tempo differente non un tempo lineare,tempo molto meno definito e controllabile.
Ulteriore cambiamento tra i 35 e 45 anni aumenta consapevolezza emotiva legata mortalità,la vita è
caratterizzata da morte,non siamo eterni,il senso del tempo cambia e diventa importante come
trascorriamo il nostro tempo,ritorno all’interiorità,ridefinizione dei propri valori di vita,cambiamento nel
percepire il senso del vivere,e ce di base sensazione che tempo che sfugge e sensazione anche legata a
urgenza di fare data da consapevolezza che tempo e finito
GOLD dice a proposito coscienza adulta,per arrivare a coscienza adulta individuo debba passare a presa di
coscienza che è responsabile e creatore della propria vita,questo passa attraverso l’abbandono dalla
famiglia,il pensiero adulto è abbandono da un lato alle dinamiche passate infantili ma anche adattamento a
vita adulta. Pensiero infantile per GOLD è acquisizione di vincoli interiori che persona ha acquisito durante
infanzia,in contesti differenti,familiare,scolastico eccetera,ha interiorizzato valori che erano ritenuti validi
da generazione che l’ha cresciuto,ma quei valori erano fortemente legati al momento storico dei
genitori,secondo GOLD individuo deve arrivare a superare questi valori prestati da altri per sviluppare valori
personali propri maggiormente in linea con momento storico e stile di vita proprio,deve abbandonare valori
prestati che non sono autentici per arrivare a costruire valori personali propri in linea col momento
storico,questo avviene attraverso la falsificazione l’abbandono di falsi assunti che dominano la coscienza
infantile,serie di idee fittizie e irreali che ci hanno accompagnato nel percorso della vita che dall’età dei 15
fino ai 50 devono essere gradualmente abbandonate,sono illusioni infantili legate alla sicurezza
all’onnipotenza genitoriale,tutto questo è un percorso che parte dai 15 anni di acquisizione coscienza
adulta,attraverso modificazione del senso del tempo che è sia prerequisito che conseguenza dell’aver
affrontato questi falsi assunti,che porterà a coscienza adulta,dopo i 50 anni nuova vita perché abbandonati
falsi assunti legati coscienza infantile.
Quali sono i falsi assunti che devono essere sfatati?sono 4 sfatabili in momenti di vita specifici. Secondo
GOLD alla fine dell’adolescenza deve essere sfatato primo falso assunto legato all’appartenenza(apparterrò
sempre ai miei genitori e crederò sempre nel loro mondo)secondo intorno ai 20 anni è seguire i dettami dei
miei genitori darà probabilmente dei buoni frutti ma se mi sentirò stanco ,stressato o sarò in difficoltà loro
verranno e mi indicheranno la strada,terzo falso assunto intorno ai 30 anni è la vita è semplice e
controllabile non esistono forze contraddittorie e significative che coesistono dentro di me il quarto falso
assunto tra i 35 e 45 anni ha a che fare con il sé non esiste male in me o morte nel mondo ciò che è funesto
è stato eliminato,ogni falso assunto ha delle sottocomponenti che definiscono meglio i compiti di sviluppo
che persona deve affrontare per sfatare questi falsi assunti.
LEZIONE 38
Terzo falso assunto:relativo alla vita che è semplice e controllabile non vi sono forze contraddittorie e
significative che coesistono dentro di me. Liberarsi dei primi due falsi assunti permette all’individuo di
allontanarsi dai genitori e raggiungere sia l’indipendenza economica che emotiva,gli consentono di creare
un proprio progetto di vita. Deve però prima di poter sfatare questo terzo falso assunto raggiungere questa
piattaforma di stabilità che è in grado di dargli la forza necessaria di fargli affrontare questa fase di
cambiamento. Cosa porta a dover affrontare il terzo?è il continuo confronto con le realtà esterne molto
diverse tra loro e diverse dal contesto familiare in cui l’individuo è chiamato a rivestire ruoli differenti da
quello famigliari. Sottocategorie sono 4,la prima è ciò che conosco intellettualmente lo conosco
emotivamente,seconda sono diverso dai miei genitori nelle occasioni in cui voglio essere diverso da
loro,sono in grado di vedere chiaramente la realtà di coloro che mi sono affianco,le minacce alla mia
sicurezza non sono reali.
Prima sottocomponente: passato il periodo in cui la persona è proiettata verso l’esterno,quello che va dai
20 ai 30 anni,crearsi una stabilità relazionale,lavorativa eccetera,passato questo periodo lo sguardo
dell’individuo può tornare verso l’interno e torna verso il sé interiore, e torna vs tutte quelle emozioni che
sono state trascurate durante il periodo di forte tendenza vs esterno. Il ritorno al mondo interiore porta
l’individuo a rendersi conto di tutta la sua complessità e porta con se dinamiche complesse che devono
essere gestite,emerge in maniera palese che conoscenza intellettuale non corrisponde a conoscenza
emotiva,due aspetti devono essere separati,ma avviene in maniera graduale. Superare questo falso assunto
deriva da una sorta di training,lavorare sulle proprie emozioni e non avere tanta paura nel vedere emergere
le proprie emozioni. G.dice che ci troviamo a capire che la tristezza di oggi e diversa dall’abisso senza fondo
di quella dell’infanzia perché le emozioni degli adulti sono accompagnate da una maggiore consapevolezza
e non sono così invalidanti quanto lo erano le emozioni dell’infanzia. Questa maggiore capacità di guardare
il proprio sé interiore porta gli individui ad essere maggiormente comprensivi sia nei propri confronti che
nei confronti degli altri e ci porta spesso anche a riflettere sulla propria situazione famigliare,facendo un
bilancio tra vantaggi limiti rimpianti e desideri mettere il punto della situazione.
Seconda sottocomponente: Se durante gli anni 20 e 30 anni era indispensabile prendere distanze da
comportamenti genitoriali per poter prendere iniziativa a prendere vita indipendente giunto alla soglia dei
30 è importante che individuo faccia passo indietro e prendere consapevolezza che sono numerosi i schemi
comportamentali che ha in comune con i propri genitori,soprattutto quelli che ha sempre valutato
negativi,dobbiamo per forza di cose mettere in discussione questi pattern,riconoscere che siamo simili ai
nostri genitori soprattutto in quelle occasioni e comportamenti che ci hanno dato fastidio da bambini,il non
riconoscere questa similarità porta a quello che G chiama riprodurre ciecamente il loro pattern,se non ce
consapevolezza dell’essere simili nelle dinamiche l’individuo non riconosce di essere simile in questi schemi
e questo è chiaro nella relazione genitore figlio. Solo consapevolezza può intervenire e attenuare questo
riproponi mento di questi comportamenti che ci hanno dato fastidio,per poter evitare questa trasmissione
deve intervenire la disillusione di essere diversi dai propri genitori quando desideriamo di esserlo.
Terza sottocomponente: essere letta nell’ottica di ritorno del sé interiore,meta cognizione interiore che ci
consente di andare a lavorare nei confronti della nostra interiorità. Questo porta con se la necessità di
mettere in discussione l’immagine vera che l’individuo aveva creato di sé ma anche l’immagine vera che
aveva creato nei confronti delle persone con cui ha una relazione intima importante,si mette in discussione
la certezza dell’immagine. Quindi bisogna affrontare la ricostruzione sia l’immagine di sé che l’immagine del
prossimo,affrontare questa sottocomponente può aumentare il livello di tensione e conflittualità nella
coppia,che deve essere in grado di sopportare di riadattarsi alla ridefinizione che i due coniugi devono fare
di sé e dell’altro. È un percorso inevitabile,se ciò non avviene può creare una tensione interna che si sfalda
perché non viene riconosciuta l’autenticità dell’altro.
Quarta sottocomponente: individuo deve sfatare il falso mito secondo cui le minacce che percepisce non
sono reali,lo sono invece,esempi sono il cambiamento dell’attività lavorativa,ricerca intimità più profonda
col proprio partner,oppure bisogno di avere più spazi,ritorno a scuola,una ricerca del divertimento oppure
altre dinamiche allo smettere di essere un bambino,cessare lotte con i genitori o anche iniziare a lottare con
i genitori,avere un figlio,sono minacce alla sicurezza che devono essere percepite come reali e possibili.
La minaccia più vivida è legata allo scioglimento del legame matrimoniale,l’individuo deve vedere con
chiarezza che si tratta di un eventualità possibile,in questo caso l’individuo deve capire se il coniuge è
veramente un pericolo per la nostra crescita o la proiezione del nostro inibitore interno. È coniuge a creare
tensione o le nostre proiezioni a essere il nemico?potremmo essere noi con le nostre proiezioni a limitare la
nostra crescita. Usiamo i nostri coniugi come nemico più facili da combattere delle nostre inibizioni interne.
Resta secondo G. un ultimo falso assunto che è il quarto,dopo di che ci sarà la vita dopo i 50 anni.