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INTRODUZIONE
Lo sviluppo delle preferenze verso alcuni cibi piuttosto che altri è una caratteristica che emerge dal
concepimento e si protrae per tutto il corso della vita dell’individuo. Tutto questo deriva da fattori
biologici ed ambientali. Il genitore, nella costruzione del rapporto col proprio figlio, porta il
bambino a comprendere il linguaggio del cibo: infatti, i disturbi alimentari hanno origine dai
rapporti genitore-bambino sin dalla gravidanza, e poi per tutta la vita.
di rinforzare i momenti positivi, l’abilità nel coinvolgere il bambino in un dialogo riguardo alle
sue esperienze passate. Quindi, è un ottimo metodo che va in soccorso dei genitori in difficoltà.
Questo approccio ha una finalità importante, ovvero quella di costruire una consapevolezza
relativa ad un particolare tipo di pensiero chiamato “mindful”. Quindi, proprio affinché venga
messo in atto questo tipo di pensieri, sono stati organizzati una serie di incontri (per l’esattezza
12), finalizzati alla videoregistrazione del pasto, ed un’altra serie di incontri (sei) orientati
all’osservazione ed alla riflessione sui comportamenti che coinvolgono la madre ed il bambino.
Si devono tenere come riferimento i comportamenti della madre e quelli del bambino, favorendo
l’esplorazione del cibo e tenendo conto dei segnali che portano il bambino a manifestare dei
conflitti con ciò che sta mangiando.
I genitori dei bambini con questo disturbo sono ansiosi e preoccupati, con scarsa reciprocità nei
confronti del bambino ma con livelli di tensione e conflittualità che contribuiscono al
mantenimento dei sintomi da parte del bambino. Più questa interazione è conflittuale, più
aumenta la resistenza del bambino al cibo.
La psicoterapia genitore-bambino e gli interventi orientati alla famiglia sono molto adeguati per
queste problematiche. Come già precedentemente detto, l’uso dei video feedback, applicato al
contesto delle interazioni alimentari madre-bambino, promuove la consapevolezza dei genitori
sulle interazioni col proprio bambino, riuscendo a capire le motivazioni implicite di questo
comportamento problematico.
Il video feedback consente ai genitori di sperimentare un’interazione col bambino per poi
osservarla. Migliorare le qualità delle interazioni del bambino con i genitori spesso aiuta a ridurre
le difficoltà.
La psicoterapia ha dunque l’obiettivo di andare oltre il comportamento problematico del
bambino, e favorisce una funzione riflessiva genitoriale: pensare quindi al bambino come
individuo in gradi di pensare, di avere sentimenti, bisogni, desideri e motivazioni.
La sfida per i bambini con disturbo alimentare post-traumatico è la risoluzione della paura del cibo
associata ad un’esperienza traumatica, e per far sì che ciò accada, ci si affida al Mindful Emotion
Regulation Approach, che ha l’obiettivo di sostenere i genitori che vogliono cercare di aiutare i
propri figli, i quali devono lavorare soprattutto per cercare di migliorare la comunicazione con i
bambini e capire soprattutto le loro emozioni.
Importante nella giocoterapia focale è il ruolo del terapeuta, che rappresenta una presenza viva
nella narrazione e poi dà spazio al bambino per proiettare i propri contenuti psichici.
Il genitore deve essere anch’egli un giocatore. Un genitore che si presta con pazienza e
collaborazione favorisce la buona riuscita del gioco, mentre chi impone, esclude o è
disinteressato è ostacolante.
Il terapeuta mostra la sequenza al bambino e ai genitori, durante gli altri incontri la sequenza
viene ripetuta per consentire di focalizzare l’attenzione sul problema del bambino e per far sì che il
bambino esterni i suoi contenuti psichici.
La giocoterapia focale è una metodologia che consente l’incontro con bambino e genitori,
ascoltando, rivivendo i vissuti passati e le problematiche esistenti, cercando, con il sostegno del
terapeuta, di riuscire a creare interazioni creative tra genitori e figli.
Uno dei materiali più usati quando si opta per la giocoterapia focale è il pongo, che è un materiale
duttile che crea piacere nella manipolazione e si presta ai vissuti ambivalenti, e favorisce il
coinvolgimento dei genitore. Con il pongo si rendono evidenti i cambiamenti psichici.