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IL NEMICO IN POLITICA

La delegittimazione dell’avversario nell’Europa contemporanea

Italia liberale
 Modalità di delegittimazione: trasformare l’avversario in nemico,
 schieramenti: moderati vs. radicali-repubblicani-cattolici-socialisti
 personaggi: Crispi, Depretis, Turati, Rudinì, Cavallotti
 concetti principali:
1. Legittimazione politica: riconoscimento da parte di un concorrente alla gestione del potere
della legittimità di un’altrui identica pretesa
2. Delegittimazione: atteggiamento di contestazione radicale della legittimità di un
potere/aspirazione al potere (termine introdotto recentemente); processo decisivo nei sistemi
contemporanei (aspetti psicologici e sociologici nella questione consenso/dissenso)
3. Tema: costruzione ideologica e modalità discorsive attraverso cui regimi di tipo parlamentare-
rappresentativo (sfera della costituzione materiale), il conflitto politico può trasformarsi nella
tentazione di lacerare il tessuto istituzionale ricorrendo a pratiche di delegittimazione
dell’avversario, presentandolo come nemico anche a rischio di scatenare una guerra civile.
Il focus è indagare forme di retorica del conflitto tra avversari politici legittimi (parlamentari,
candidati)
4. Modalità discorsivo-ideologica delegittimante: può diventare uno strumento di lotta in una
classe politica che si riconosce negli stessi principi legittimanti
5. Delegittimazione: tecnica di contestazione che rende l’avversario politico un nemico creando
priorità valoriali che indeboliscono la credibilità della legittimazione dell’avversario anche se
inserito nello stesso quadro valoriale. Nelle società contemporanee il nemico non diventa tale
fino alle estreme conseguenze (esigenza: nemico come pericolo diffuso)
6. Confine tra conflitto politico e delegittimazione: è lo stesso tra avversario (politica contraria
agli interessi della comunità ma non ai suoi valori) e nemico (negatori dei valori fondanti)
7. Delegittimazione: morale (patogenesi)=riguarda la figura dell’avversario; contro interessi/idee
che la figura rappresenta
8. Modalità simbolico-discorsive: verificare se rimangono logiche finalizzate al riconoscimento
dell’avversario (lotta politica con ricomposizione del conflitto in nome dell’universalismo
liberale e delle sue potenzialità) o se mirano a delegittimare l’avversario trasformandolo in
nemico (contesto di virtuale guerra civile)
il contesto politico-istituzionale
costruzione della nazione: pone un problema di legittimazione alle classi dirigenti liberali e dal punto di
vista politico-istituzionale non è un’impresa semplice (politico-diplomatico: non c’è un blocco sociale
aggregante, l’aristocrazia è debole, slegata al territorio, incapace di porsi come riferimento verso le classi
popolari) perché al vertice manca una casata regnante prestigiosa. I Savoia godono di una quasi legittimità,
hanno una legittimità doppia che non ne fa una intera:
1. Legittimità tradizionale: nel Regno di Sardegna, con una politica che si ricollega al
costituzionalismo monarchico europeo. Prevale questa del realismo politico che gli garantisce il
ruolo di dinastia nazionale ma toglie credibilità come forza di cambiamento
2. Legittimità rivoluzionaria: devasta gli antichi ordini, nei territori annessi, con un contatto popolare
ravvicinato (matrice storica e popolare e potenzialmente costituente)
Morte di Cavour: muore l’unica figura in grado di guidare il processo di unificazione
Istituti politici sabaudi: diventano istituti nazionali ma non sono moderni e liberali per i territori
piemontesizzati; per gli ex territori borbonici sono violenti. I gruppi dirigenti hanno paura del popolo in armi,
l’esercito regio è debole, il senato non è un punto di riferimento per la sua matrice aristocratica
Classe politica liberale: snodo istituzionale del processo di legittimazione, sostituisce istituzioni poco
legittimate, diventando la primaria fonte di legittimazione delle istituzioni nazionalei (fragile, poca
partecipazione popolare alla vita pubblica). LE FIGURE, I RUOLI LEGITTIMANO LE ISTITUZIONI,
genera centralità istituzionale
Doppia legittimazione del processo di unificazione:
1. Componente diplomatico-realista: parte di Cavour
2. Componente azionista: ideologia mazziniana
Unite grazie al contributo garibaldino, unite dall’intento unitario ma con differenze programmatiche; nessuna
delle due riesce a monopolizzare il titolo di artefice dell’unificazione e emarginare l’altra. Entrambe
rappresentano la stessa nicchia: rivoluzionari che si battono per il progresso
Felice Cavallotti: libertà e unità raggiungibili anche con un governo costituzionale ma l’unificazione non
deve essere tutta opera di questo, se la nazione si leva il governo sarà costretto a seguire la vera politica
nazionale.
Romualdo Bonfandini (moderato): i partiti hanno un’origine comune, rivoluzionaria. I partiti sono tutti
rivoluzionari, se interpretano il ruolo di conservatore vengono delegittimati perché sospettati di
simpatizzare con il clericalismo e restaurazione
Nemici: forze antisistema, da combattere con le armi. Il partito clericale, sovversivo (quello repubblicano ha
almeno il sentimento di unità nazionale). La chiesa cattolica è l’unico nemico dichiarato perché ostile al
processo di unificazione, è una forza delegittimante che partecipa alla vita politica locale e nazionale
Mordini: con l’unità se ne va la libertà; sul tema risorgimentale non devono esserci divisioni, risrsa
traballante
Stato italiano: nasce convivendo xon un’autorità morale e politica impegnata a delegittimare le premessse
costituzionali del nuovo sistema di potere. È un nemico interno la chiesa cattolica che contribuisce ad
individuare un nucleo polemico e al radicamento di un atteggiamento contestatario della legittimazione
delle istituzioni liberali
il recinto parlamentare
parlamento: luogo della rappresentanza politica del potere legalee simbolo della rivoluzione. È cemntrale,
spartiacque che divide la prospettiva rivoluzionaria mazziniana da quella liberal-parlamentare.
Crispi, 1864: la monarchia ci unisce, la repubblica ci dividerebbe. Frase non scontata, considera esaurita
l’idea di partiti ostili in Parlamento, fine del progetto di crisi egemonica (Bertani) con la dimissione dei
deputati di sinistra in protesta al governo moderato, è un estremo tentativo di portare il baricentro dal
parlamento al paese, non riesce per resistenze all’interno della stessa sinistra. Né re né piazzza possono
aspirare ad un ruolo centrale , la partita si gioca in parlamento
Centralità della camera elettiva: definisce l’importanza della classe politica come fonte di riferimento,
determina l’aumento delle narrazioni delegittimanti
Mancanza di alternative forti: parlamentari e leader con le loro parole/azioni forniscono l’unità di misura
attraverso cui per contrasto si forma il processo di nazionalizzazione delle varie identità culturali e politiche.
Dopo l’unificazione lo scontro cavouriani/partito d’azione si attenua per il richiamo all’unità e per
l’istituzionalizzazione di pratiche e linguaggi dell’opposizione
De Sanctis: l’antica sinistra morì il giorno in cui Mordini e Crispi non vollero dimettersi, la sinistra è
un’opposizione costituzionale progressista
fine unico, metodi diversi
conflitto tra le due componenti: sembra istituzionalizzarsi sul modello britannico bipartitico, la divisione
trovava ragioni nelle divergenze che avevano separato i parlamentari nel 1861 e con le differenze con cui
completare il processo di unificazione. Presa Roma, la divisione continua come fisiologica
Minghetti, 1883: nel regno il compito era così grande che abbiamo potuto dividerci, il fine era uno, i
metodi diversi
De Sanctis, 1875: senza lotta non c’è vita, ricordate che siete uomini civili, qualcosa nelle lotte vi deve
unire
Conflitto politico destra-sinistra: frattura netta, tendenza al voto di partito
1876, caduta governo destra, primo governo di sinistra: ciò non viene ritenuto pericoloso, non si teme la
distruzione dell’ordinamento, la destra incoraggia l’esecutivo degli avversari anche perché il sistema
garantisce alternanza (doppia schiera di uomini con diversi metodi). Alcuni settori della destra denunciano il
punto debole degli avversari, l’eccessiva commistione con elementi ANTICOSTITUZIONALI
radicalismo alla chetichella
sinistra e corruzione: sistema che vizia, le radici dello stato si infettano. Nuova argomentazione polemica:
guida dello stato incerta; il timore è la propensione della sinistra a fungere da ponte verso l’estremismo. IL
PERICOLO REPUBBLICANO VINE ENFATIZZATO IN FUNZIONE DELLA CONFLITTUALITA’
ELETTORALE (gli elettori vogliono la repubblica? Che votino per lo schieramento opposto)
corriere della sera e perseveranza: preoccupati dell’influenza dell’estremismo verso la sinistra
ministeriale, spenta e senza ideali
leitmotiv della polemica elettorale dei liberal moderati: DENIGRARE LA COMPONENTE
PROGRESSISTA CONTAMINATA DAL RADICALISMO, ALIMENTA IL FENOMENO DEL
RADICALISMO ALLA CHETICHELLA. L’espediente è accusare i legittimi avversari di scarsa chiarezza
di collocazione politica, contrapponendosi alle forze del disordine
polemica: si sposta verso vizi e virtù dei candidati, contrasti su comportamenti che non hanno a che fare con
gli ideali
il secolo (quotidiano radicale): linea di basso profilo, mette in luce le contraddizioni dei moderati
condannando degenerazioni dei costumi: protestiamo contro il mal della calunnia che si avventa contro
l’avversario, vorremmo che fosse accettato il patto di non contrastare l’elezione dei migliori per carattere,
che non si oltrepassassero i confini della verità e della giustizia, mantenendo vivo il rispetto delle altrui
legittime convinzioni
1877: l’estrema destra si stacca da Depretis sulla questione dell a tassa sullo zucchero, viene guidata da
Cavallotti-Bovio-Bertani e diventa il punto d’incontro delle delusioni sulle scelte del governo di sinistra (è
a metà tra la democrazia avanzata e antisistema e il liberalismo progressista)
1878, governo Cairoli: l’unico che può fare da ponte tra la tradizione monarchica e le spinte repubblicane;
ha l’appoggio dei radicali (riconoscono ai savoia il ruolo di dinastia e sono simbolo di unificazione) in
cambio di riforme. Cairoli deve assicurare i due poli estremi del sistema costituzionale:
1. Dimostrare al sovrano che il sistema del governare con la libertà non è pericoloso e garantisce una
salda tenuta delle istituzioni
2. Dimostrare ai radicali che la monarchia può garantire estensione della libertà e può essere un
democratico strumento di integrazione nazionale (e poi non ci sono alternative)
Forze radicali: per i liberali dal punto di vista della legittimazione sono un problema
1. legittimazione storica: hanno combattuto per l’unificazione
2. legittimazione politica: problema della compatibilità con l’assetto istituzionale, dipende
dall’accetazione della natura monarchica del regime.
Monarchia: su questo tema i repubblicani si dividono.
1. Intransigenti: Mazziniani, il sistema politico dipende dalla volontà popolare che va ascoltata
convocando una costituente eletta a suffragio universale, non si può sperare in pacifiche evoluzioni
2. Accettazione della monarchia: ma con l’obiettivo di eliminarla, non si può ignorare la volontà
manifestatasi tramite plebisciti, si può convivere con le istituzioni monarchiche, auspicando un
tramonto della democrazia
Garibaldi: l’avvenire non è della monarchia, i Savoia dureranno in base ai vantaggi portati all’Italia;
programma che Bertani ritiene utile per prevenire la rivoluzione
Liberal-moderati: i radicali possono partecipare alla vita legale del sistema come comparse negative
Moderatismo e democrazia: attuano l’addomesticamento reciproco
1883, Minghetti: inutilità della contrapposizione frontale alla democrazia, bisogna educarla perché non si
trasformi in dispotismo e anarchia
1882 salto nel buio
1882: il salto nel buio è la riforma elettorale di Depretis, futore di un ripensamento dei tradizionali assetti
partitici dando vita ad una più vasta centralità non di partito ma di sistema.
Trasformismo: tomba delle speranze radicali perché le frange estreme vengono escluse dalla gestione
governativa che pone al centro progresso e ordine. A destra la proposta viene letta come un’adesione della
sinistra moderata alle richieste della destra di smarcamento dei radicali. I liberali accusano la sinistra di
aver permesso la degenerazione del sistema (fare ai radicali per non ricevere molestia, troviamo immorale
l’amicizia del governo con i nemici dello stato)
Radicali: fede negli ideali superiore ai progressisti (per trovare qualche idea generosa bisogna cercarla tra
i radicali); non c’è incompatibilità ideale tra liberali e radicali, il problema non è il radicalismo in sé ma la
sua interpretazione continentale (se i radicali italiani si modellassero a quelli inglesi non ci
preoccuperemmo). La tensione antiradicale porta la destra ad una conciliazione per combattere i nemici delle
istituzioni che vogliono rovesciare il presente ordine di cose, dove un progressista è di fronte ad un radicale
bisogna votare per lui e viceversa.
Nuovo patto identitario: isolati i radicali, fine delle riforme, galassia di onesti che riconoscono nel governo
il proprio riferimento politico e nei plebisciti la fonte di legittimazione. Che si combattano i progressisti
d’occasione che si dicono monarchici perché la monarchia esiste ma instaurandosi la repubblica cambiano
casacca. I repubblicani proclamano che il paese è con loro, lo provino, noi non lo crediamo. I clericali
obbediscono al papa. Se vogliamo che la fusione tra elementi liberali e costituzionali si faccia nella camera,
bisogna cominciare a farla tra gli elettori e non solo dove c’è un nemico, ovunque.
Attacco ai radicali: accusati di essere contaminati da qualcosa di ancora più estremo, le teorie del
collettivismo rivoluzionario e dinamitardo. Il meccanismo è lo stesso: individuare ambienti e idee
sovversive-antisistema per denigrare avversari legittimi accusandoli di essere solo i fiancheggiatori di
quelle idee e ambienti vicini ad essi (Grande rivoluzione sociale, operai che si impadroniscono con la
forza delle officine, questi sono i principi del collettivismo)
La perseveranza: i radicali a mlano non nascono i loro obiettivi, moltiplicano le immagini di futuro pericolo
derivato da un’ipotetica vittoria radicale (barricate, giustizia sommaria)
Il secolo: si prospetta la lotta tra libertà e reazione, diritto popolare e servilismo, pubblico bene e benefici;
denuncia il ricorso dei moderati a tattiche denigratorie (vecchio grido guerra ai radicali) per aver strappato
loro la riforma elettorale: per i moderati erano radicali tutti quelli che sedevano a sinistra, ad ogni passo dei
radicali corrisponderebbe l’anarchia, i radicali si sono moltiplicati. RICORRE AL LINGUAGGIO DELLA
DELEGITTIMAZIONE DEL PASSATO DEI MODERATI, rivendicando il patriottismo dei radicali:
i radicali sfidarono la ferocia dell’Austria, fondarono la Giovine Italia, furono i più valorosi combattenti
nelle 5 giornate di Milano, tra i Mille, a loro in gran oarte l’Italia deve l’unità. c’è il dubbio che coloro che
guidano e sostengono le spese di guerra si rammarichino più per le spodestate tirannidi, fra i moderati
milita la maggior parte dei sostenitori delle antiche signorie; combattendo i radicali continuano le
tradizioni dei governi dispotici; i radicali combatterono per dare indipendenza e unità alla patria, ora per
la libertà vera condizione di ordine e pace.
Minghetti: radicali lupi rapaci. Il Secolo ricorre alla retorica della contrapposizione tra disinteressati
democratici e timorosi moderati: i radicali aspirano a libertà e progresso, alla gloria dell?italia tutti i
partiti dovrebbero unirso. Radicale era Mazzini, era un lupo rapace? Morì povero e nascosto, Garibaldi
regalò una corona alla casa Savoia; non si piegano alle seduzioni del potere. I radicali veri non li trovate
sulla strada che conduce agli onori, chi si avvicina al potere cessa di essere radicale, diventa lupo rapace,
uno dei vostri
Legittimazione storica e politica
1890 campagna elettorale: a suffragio allargato con Governo Crispi, astensionismo elettorale per i due
blocchi antisistema e resisteva il binomio radicalismo/costituzionalismo su cui si basano le retoriche
delegittimanti della stampa (legittimazione storica dei radicali contro quella politica dei moderati)
1. Risorgimento: tappa iniziale di un percorso che porta all’estensione di libertà e democrazia. I
radicali si mantengono fedeli alla loro origine. Crispi li accusa come nemici delle istituzioni, erorre,
i radicali combattono a viso aperto senza ipocrisie, con la legge. La ragione dello spavento di
Crispi è che se i radicali entrassero in buon numero in parlamento egli dovrebbe andarsene ed è
questo che il paese desidera.
2. Ordine e stabilità: per i moderati sono in pericolo a causa dei radicali che si mimetizzano. Non
parlate di repubblica che spaventate la gente.
3. IL RADICALISMO E’ LO SPARTIACQUE DELLA LEGITTIMITA’
Magglio 1890, Roma: congresso con tutte le componenti radicali, repubblicane, irredentiste, socialiste per
un programma unificato, ma fu di breve durata, stabiliva il radicalismo legalitario ma fallì perché il
partito radicale ha diversi sistemi.
Crispi: attaccato dalla destra per essere il vero ispiratore del radicalismo in quanto ex mazziniano e
garibaldino, fautore di una politica di accelerata politicizzazione del sistema. Il presidente del consiglio è
stato un radicale anch’egli, la battaglia affidata alle mani del governo è perduta domani
Radicali: non vedono Crispi come uno di loro; Crispi è forte di una maggioranza trasformista e avvia una
battaglia contro l’estrema di Cavallotti
Nazionalismo e lotta di classe (tema polemico): lo lancia Crispi verso gli operai essi sono italiani prima di
tutto, il problema sociale in ogni paese ha fisionomia diversa. Per la tematica dell’orgoglio nazionale è
centrale dopo la vicenda Cernuschi (sottoscrizione di 100k lire del patriota milanese èer sostenere la causa
radicale, l’antitriplicismo).
Corriere: pretesto per dimostrare come il radicalismo non sia solo anticostituzionale ma anche
antinazionale; viene colpita la legittimazione su base storico-unitaria dei radicali
La perseveranza: Cernischi è un italiano che odia così tanto la monarchia che si è fatto francese, piuttosto
che restare sotto la guida di un re, se ne sta lontano chiuso nel dispetto e nell’ira partigiano. 100k lire per
comprare il voto degli italiani? I voti comperati daranno potere agli uomini che potranno abbattere la
monarchia. Accettando il dono i radicali accettano un mandato, di portare la Repubblica. Non potendo
raggiungere il loro scopo con mezzi legittimi si rivolgono allo straniero e ricevono lo strumento di
corruzione.
Il secolo: a Milano, ex sindaco Negri chi vota per gli avversari vota per la repubblica; l’aut aut moderato è
controproducente
Igiene morale
1897 elezioni: clima diverso con la caduta di Crispi e lo scioglimento da lui decretato (1894) del partito
socialista, passando dalla delegittimazione culturale alla repressione politica. Il partito socialista voleva
far fronte all’illegalità e alla reazione di Crispi prima di pensare alla rivoluzione (1895, impegno
prioritario: rafforzamento democrazia e pubbliche libertà)
Polemiche sulla questione morale: da Cavallotti e radicali contro gli scandali che coinvolgevano Crispi
1894, lettera agli elettori: Cavallotti portavoce dell’indignazione popolare, per scongiurare un ritorno del
crispismo verso il governo Rudinì hanno un atteggiamento di cautela incoraggiando aria sana nella vita
pubblica
Corruzione politica: bandiera dei radicali, crociata per delegittimare Crispi, ogni mezzo è ritenuto valido:
combattendo gli avversari non utilizzeremo mai il linguaggio contro Crispi, contro tale persona è lecito a
tutti dir ingiuria. Monopolizzano il versante etico della sfera politica, il linguaggio polemico subisce una
mutazione: con l’uso della metafora igienica dal tradizionale positivismo geologico si passa a quello di tipo
medico, discorso di PULIZIA MORALE; al parlamento uomini a cui non si chiede solo il passaporto
politico ma quello di onestà intellettuale
Secolo: chiede di sanzionare la Camera complice dell’immondo comportamento di Crispi; inquinata da
elementi deleteri,la sua complicità con i simoniaci, banche…produsse nel paese un senso cos’ profondo di
nausea e disgusto che travolse le stesse istituzioni. PURIFICARE L’ARIA DI MONTECITORIO NON è
UN DOVERE MA UNA PRECAUZIONE IGIENICA PER TOGLIERE DAL CENTRO DELLA VITA
POLITICA UN FOCOLARE DI INFEZIONE. L’appello non è solo in nome di giustizia e libertà ma in
nome della morale
Partiti costituzionali: questione non mutata; tra le forze di governo il conflitto è tra il riemergere del
giolittismo e la componente moderata dello schieramento liberale. La questione morale non viene affrontata,
se non con estrema cautela
Sonnino: contro i due partiti antisistema, minacciosi per la libertà, reazionario-clericale e radicale-
socialista
Corriere: trapela l’indignazione morale, nel commento al discprso di rudinì si parla di eccentrici, settari,
affaristi che fanno la nazione vittima degli esperimenti
Rudinì: cavlca l’onda del moralismo condannando gruppi e chiesuole nemici del re che non sanno essere
soldati e diventano clienti di un uomo
Perseveranza: dramattizzazione, l’ordine e il disordine daranno definitiva battaglia, esercito disordinato ha
nelle bandiere la parola repubblica, là socialismo, là anarchia.
Legalità e legittimità
Elezioni 1900
Legittimazione: si sposta sul tema della difesa della legalità, la questione chiave è il funzionamento del
sistema camerale in relazione alla tattica ostruzionistica dell’estrema. Il terreno di scontro si estende : le
battaglie su diritti e doveri dei parlamentari spostano l’asse polemico nel cuore del sistema, la legge
fondamentale dello stato e su chi fosse il difensore dello statuto (è ormai affidata ai poteri sovversivi!)
Estrema: si sottraggono dall’accusa di incompatibilità morale verso le istituzioni monarchiche; riacquistare
le garanzie del regime rappresentativo che è al di sopra di monarchia e repubblica, ne è l’elemento
sostanziale comune. IL DIBATTITO E’ TRA CHI SI BATTE PER LA VERA LIBERTA’
COSTITUZIONALE E CHI COME L’ESTREMA SPINGEVERSO LA SFRENATA LICENZA CHE
DERIVA DALLA LIBERTA’
La perseveranza: invaso il campo retorico dei moderati su ordine e legalità; tre grandi menzogne, calunnie
e oltraggi. Dall’estrema non c’è la difesa dello statuto ma la richiesta di costituente: grida invocanti la
costituente, pochi lo affermano, le elezioni devono essere patriottiche e costituzionali. Contrapposizione
dell’interpretazione liberale di statuto e quella distruttrice dell’estrema: E’ LA COSTITUENTE CONTRO LA
COSTITUZIONE, non c’è riforma democratica che non si concili con lo statuto, distruggerlo è ipocrisia,
VOLETE SIANO MANTENUTE TUTTE LE LIBERTA’ STATUTATRIE MA NON QUELLA DI PREPARARE
LA SOMMOSSA ALL’EGIDA DELLO STATUTO FONDAMENTALE, VOLETE LA LIBERTA’ MA NON LA
LICENZA. NEMICI DELLA LIBERTA’ SONO COLORO CHE PREPRANO LA RIVOLUZIONE. I PARTITI
SOVVERSIVI HANNO PRESO IL SIMPATICO NOME DI PARTITI POPOLARI (dietro al quale si
nasconde un progetto egemonico guidato dai socialisti).
Corriere: il partito di Turati acquisisce un ruolo culturalmente dominante, togliere consensi alla sinistra
costituzionale con l’accusa di connivenza con le forze antisistema
Perseveranza: il pericolo non sta nelle manifestazioni, quanto nell’appoggio che pochi agitatori trovano in
ambiziosi capi di gruppi parlamentari, uomini che non sdegnano di associarsi a partiti estremi sono più
pericolosi degli stessi partiti estremi. Bersagli della polemica: Zanardelli, Giolitti che stingono la mano a
Bissolati (brutto connubio, dissolve la vita civile)
Odio e ingiurie
Tensione fisica: allarmanti articoli della stampa pongono l’accento sul deterioramento dei caratteri del
contrasto politico, sui modi scorrettisimi con cui la lotta viene condotta (odio contro il partito dell’ordine)
Ferrero, il secolo: i veri fomentatori d’odio sono i sostenitori del governo perché reazione significa
inasprimento degli odi tra le classi. Quello che preoccupa i moderati è che radicali-repubblicani-socialisti
facciano una campagna di volgari ingiurie e brutali assalti
Forcaiolo: neologismo del dizionario radicale, amico dell’ergastolo e della forca, fanno credere alle masse
che i conservatori agognano all’oppressione delle classi popolari, fa considerare gli avversari come nemici
che si devono combattere, disprezzare, odiare e perseguitare, ogni ingiuria è doverosa.
Speranza: CHE LE IDEOLOGIE NEUTRALIZZINO/SALVAGUARDINO GLI INDIVIDUI DALLA
FEROCIA DEL CONFLITTO POLITICO
Conclusioni
Rappresentanza politica: è responsabile dell’integrazione nazionale e legittimazione del sistema, conflitto
di interessi, eterogeneo mosaico di culture politiche favorevoli al processo di nation building
Conflitto parlamentare: criterio di legittimazione di un sistema privo di alternative alla dissoluzione,
incapace di fornire una sintesi politico-simbolica condivisa e popolare
Confine delegittimante: in difesa dell’impianto unitario, fuori le forze favorevoli alla dissoluzione; dopo
Mentana tramonto del Garibaldismo, esigenza di redifinire le logiche legittimanti integrando su piani diversi
le retoriche della legittimazione
Classe politica liberale: adeguarsi ad una gerarchia in cui prevale la legittimazione etico-politica (trittico
monarchia-statuto-plebisciti) dei vincitori (interpreti delle istituzioni avendo accettato il progetto dei Savoia)
Legittimazione etico-storica: rimane per radicalismo e repubblicanesimo per il contribuito ideale e militare
dato; per loro lo statuto non è l’ultimo approdo, vogliono costruire una nuova narrazione identitaria, dando
importanza al protagonismo popolare
1876: nasce l’autonoma componente radicale; con l’avvio del trasformismo il valore di progresso diventa la
governabilità
1891: crisi governo Crispi, la classe politica è governativa, monarchica, costituzionale e si contrappone ai
radicali che contestano il progetto trasformista in nome degli ideali risorgimentali
CONVENTIO AD EXCLUDENDUM ANTE LITTERAM: le forze dell’estrema radicale sono
antisistema ma non antiunitarie, sono partecipi alla competizione e dibattito politico ma vengono escluse
dalla diretta gestione/cogestione del potere
Delegittimazione tra schieramenti costituzionali: rapporto ambiguo tra estrema e sinistra costituzionale,
preludio di una contaminazione delle basi costituzionali
Tema della delegittimazione: rinvia alle radici storiche del processo di nation building, la monarchia viene
chiamata in causa nei processi di delegittimazione di avversari legittimi, coltiva velleità di attivismo politico
Savoia: principio fondatore del quadro politico unitario, ma meno da popolarità e carisma, poco inclini alla
neutralizzazione del loro ruolo, sensibili alle lotte politiche, poco disposti a porsi al di sopra del conflitto; ciò
favorisce la diffusione di una cultura di delegittimazione tra avversari (esclusione per i radicali, garanzia
per i moderati)
L’ATTIVITA’ DI DELEGITTIMAZIONE DELL’AVVERSARIO SEMBRA FUNZIONALE A QUELLA
DI ACCETTAZIONE DEL NEMICO. I monarchici non possono ignorare che in un parlamento monarchico
ci siano delle forze antisistema che inneggiano a Mazzini e Garibaldi
Cattolici: né eletti né elettori, formula che regge fino a fine secolo
Francia e Germania nella guerra 1870-71
 Modalità di delegittimazione: dualismo amico-nemico
 concetti principali:
1. sostanza della politica moderna (Carl Schmitt, 1927): è nella differenza tra Freund e Feind,
amico e nemico, questa distinzione attribuisce carattere politico ad ogni azione umana; tale
dicotomia è individuata nel periodo della rivoluzione
2. mondo in cui la guerra è esclusa a priori: mondo senza politica
3. meccanismi di legittimazione e delegittimazione: presuppongono la distinzione amico-nemico
con codici e strategie
4. legittimità: deriva dalla richiesta normativa di legittimità di un sistema politico dato e dalla
convinzione del soggetto in una legittimità di sistema e dalla sovrapposizione di entrambe le
prospettive
5. legittimità a livello normativo: LEGALITA’ DI UN SISTEMA POLITICO E SOCIALE
DATO, BASATO SU PRINCIPI (pluralismo, partecipazione, separazione dei poteri, stato di
diritto), è un insieme di valori chiave e interessi collettivi sentiti come universali (per questo
hanno una f. normativa, Habermas)
6. fede nella legittimità di sistema: basata sull’evidenza empirica, è l’accettazione della norma
politica (Weber: tre forme di potere legittimo, tradizionale, carismatico, legale-razionale). NB:
focus del capitolo
7. Lipset, 1960: le due legittimità sono difficilmente separabili, tendono a sovrapporsi, la
legittimità è la capacità del sistema di far sorgere e mantenere in vita la convinzione che le
istituzioni politiche esistenti siano le più adatte per quella società. L’ATTIVITA’ DEI SISTEMI
POLITICI GENERA SOSTEGNO E LEALTA’ DI MASSA
8. Processi di delegittimazione: riflettono processi dinamici. LEGGITTIMITA’ E
DELEGITTIMAZIONE RISPECCHIANO IL MUTARE DELLE CREDENZE
COLLETTIVE NELLA MISURA IN CUI UN SISTEMA SOCIALE E POLITICO E’ IN
GRADO DI RISPONDERE AGLI INTERESSI INDIVIDUALI
9. Interessi individuali: dipendono dalle immagini trasmesse basate sul dualismo amico-nemico
finalizzate a fornire un orientamento collettivo
10. Concetto di nazione e stato-nazione: sfida i modelli tradizionali di legittimità (diritto divino
dei re, l. tradizionale), emerge una nuova relazione guerra-nazione con un nuovo tipo di
guerriero eroico e governante (Napoleone, potere carismatico). Le guerre trasformano
l’avversario in un nemico ideologico identificato dalle rappresentazioni nazionali del nemico
guerra e costruzione della nazione
nazione: concetto legato alla guerra, ha un impatto rivoluzionario sulle società. La giustificazione della
guerra assume nuovi significati in base alla nazione (legittimità politico-sociale). Il processo di state-
building è dato dalla guerra che è anche mezzo di partecipazione ed emancipazione con la combinazione
di diversi modelli di potere legittimo.
Guerra: da dinastica diventa di gabinetto (mercenari), per poi essere combattuta in nome della nazione.
Nel XVIII secolo ci sono nuove forme di guerra nazionale e di popolo (indipendenza americana, Francia
dopo il 1792) con settori della popolazione coinvolti direttamente.
LA GUERRA RAFFORZA LA LEGITTIMITA’ DELLO STATO COME ISTITUZIONE DOMINANTE
CHE PROCURA I MEZZI FINANZIARI E MILITARI. La guerra combattuta dall’intera nazione produce
aspettative di partecipazione politica e sociale
1. Esterno: la guerra è un’aggressione violenta e collettiva
2. Interno: mezzo di partecipazione; argomentazione usata nei discorsi sulla giustificazione della
guerra
Guerra civile: trova un nuovo significato, conflitto combattuto in nome dei concetti laici di libertà e
uguaglianza (diritti naturali)
Conflitti 1790: a metà tra guerre di gabinetto (dalla guerra dei 30 anni) e guerra civile per concetti astratti
Costituzione: simbolo del potere legale basato su istituzioni rappresentative, cambia dunque il modo di
comunicare la legittimità di nuove idee politiche (es. non si può più collegarle al diritto divino del re)
Conflitti dopo il 1795: Bonaparte traduce la gloria delle vittorie militari in potere politco; il suo è un potere
carismatico basato sulle virtù militari dei soldati della rivoluzione
XIX secolo: l’identificazione del combattente con la propria nazione è il punto di partenza di conflitti di
ampia portata, l’esperienza delle guerre nazionali introduce differenziazioni tra amici e nemici ideologici.
LE GUERRE NAZIONALI CREANO CONFLITTI INTERNI ATTORNO AL VERO SIGNIFICATO DI
NAZIONE; si sviluppa anche il confronto tra oppositori politici ed ideologici
Guerre esterne: conducono a nazioni unificate e originano processi di delegittimazione interna nuovi/già
in corso, caratteristici della complessità dello stato nazione
sconfitta e delegittimazione multipla, Francia postrivoluzionaria
1851, Francia: colpo di stato di Napoleone III, fusione diverse legittimità per stabilizzare l’ordine sociale e
politico dopo la rivoluzione del ’48; elementi Napoleone III e II impero:
1. Valori borghesi del 1789
2. Ruolo progressista della Francia nella storia
3. Napoleone III unico in grado di restaurare la stabilità politica
4. II impero con missione di pace universale (motto: empire c’est la paix), pacifico sviluppo economico
5. Rappresentare la grandeur della Francia: II impero dipendente dalle guerre¸ usa i successi di
politica estera per stabilizzare la situazione interna
Fusione 3 poteri weberiani: richiede una base die sperienza collettiva, le guerre diventano un modo con cui
rendere popolare la legittimità
Fonte di legittimità: associazione primo e secondo impero, la memoria collettiva delle guerre napoleoniche.
Marx: le guerre contribuiscono alla legittimazione politica e catalizzano i conflitti ideologici sul
significato della legittimità e della missione della nazione nella storia. Le guerre del 1854-58 sono viste
come parte della liberazione planetaria che la Francia ha come missione universale (eredità del 1789)
1866: la Francia non ottiene nulla dopo Sadowa per essere rimasta neutrale
1870: verifica della legittimità, rapida delegittimazione e fine, risultato sorprendente
Impero di Napoleone III: da autoritario, accettando riforme costituzionali, era diventato liberale; maggior
spazio alla rappresentanza parlamentare assicurando altri anni di stabilità ma la sconfitta militare procura il
crollo del regime
Funzione catalizzatrice della guerra: bisogna guardare le risorse di legittimazione del regime
1. Fusione elementi rivoluzionari e bonapartisti: campagne militari come missione universale (1851)
con la responsabilità francese verso le nazioni sorelle (Italia) e per espandere l’influenza oltre
Atlantici
2. Guerra: canale per esportare l’immagine di una nazione progressista, basata sulla via intermedia
tra passato rivoluzionario-valori borghesi postrivoluzionari
3. Esito sconfitta militare: LE ELEVATE ASPETTATIVE BELLICHE DEL PASSATO, LA
MISSIONE UNIVERSALE, LA GRANDEUR SI ROVESCIANO CONTRO IL REGIME
1870 scoppio della guerra: radicalizzazione delle aspettative collettive, la legittimità del regime è
vulnerabile e la salvezza dell’impero dipende totalmente dal successo militare, non ci sono altre fonti di
legittimità
Potere carismatico: dipende unicamente dalla leadership personale e in momenti di crisi nazionale è una
fragile risorsa di legittimazione. Napoleone III si era presentare come unico in grado di salvare la patria
dalla guerra civile e la continuazione di questo mito richiede un grande successo militare. Guerre vinte
(successo)= stabilizzazione del regime, caso del 1854 e 1859
Effetto delegittimante della sconfitta: noto solo dopo Sedan, divisioni ideologici e conflitti irrisolti;
processi di delegittimazione e stigmatizzazione portano la Francia verso la guerra civile. La
delegittimazione interna agisce come compensazione per la traumatica sconfitta e riflette il riemergere
di linee di divisione ideologica postrivoluzionaria e l’insuccesso del II impero. 4 livelli di
delegittimazione:
1. Opposizione repubblicana: utilizza la sconfitta militare per prendere le distanze dal passato
bonapartista, chiedono la terza repubblica. Sconfitta= collasso del regime autoritario (non della
nazione) che non rappresenta la nazione, Napoleone III è l’incarnazione dell’impero
(personalizzazione della sconfitta). La vera nazione non è stata coinvolta nella guerra ma può
iniziare una guerra di popolo repubblicana contro lo straniero
2. Repubblicani radicali-democratici-socialisti prendono le distanze dal governo repubblicano
moderato che sta per firmare la pace con la Germania: la comune di Parigi (1871) è una
risposta ad un momento critico e una tradizione del periodo di radicalismo politico sociale
(1871-1848-1792). La comune cerca di delegittimare il governo di Thiers e Favre (traditori); la
comune è il modello positivo è il popolo in armi che si libera con una guerra rivoluzionaria in
conseguenza ad un conflitto interno.
Analogie storiche 1792-1848-1871 mettono in relazione autolegittimazione della comune con la
delegittimazione del nemico interno
3. Tentativi del governo di rappresentare la comune come l’avanzata della guerra civile: ciò per
giustificare l’eccesso di violenza nell’annientare la comune nel 1871
4. Scrittori cattolici e conservatori: parlano di duplice sconfitta, catastrofe nazionale (Sedan) e
guerra civile alimentata dalle sinistre. Il crollo dell’impero e il conflitto sulla repubblica mostrano
che la Francia sta ancora scontando l’eredità della Rivoluzione (catena di conflitti interni:
rivoluzioni che paralizzano la nazione, 1830-48-51-71)
nazionalismo di guerra, Germania
guerra tedesca: diversa da quella francese, per completare il processo di costruzione della nazione, ma
dietro ciò ci sono aspettative politiche diverse. L’ESPERIENZA TEDESCA DELLA GUERRA E’
ACCOMPAGNATA DA PROCESSI DI DELEGITTIMAZIONE E STIGMATIZZAZIONE DEI
NEMICI IDEOLOGICI INTERNI.
Problema: la rivoluzione del 1848 e il tentativo di raggiungere libertà politica e unificazione nazionale con
parlamento tedesco e monarchia costituzionale, il fallimento della rivoluzione politica e nazionale era statu
usato dai conservatori (Bismarck) per delegittimare la strategia liberale e social-democratica e per
raggiungere l’unità dal basso. Per B. la questione fu decisa da maggioranze parlamentari+ ferro e sangue
Liberali: contestano il modo in cui B. strumentalizza il 1848 per sostenere una realpolitik prussiana; lo
dipingono come un antiliberale e anticostituzionale in politica
Vittorie prussiane (1864-66): lo scenario della delegittimazione muta. Nel 1859 i liberali volevano un
leader forte come Cavour, nel 1866 la mutua delegittimazione porta ad un compromesso, base della
strategia politica di B.
Ruge (rivoluzionario): tardi per una riforma sociale e politica come quella del 1848, la guerra è ora la
vera rivoluzione.
Bismarck: simbolo del mutamento storico, incarna le speranze politiche di liberazione
Guerra contro la Francia: come nel 1813, liberazione tramite la guerra con un nemico esterno. L’analogia
storica oscura le vicende del 1848
Problema: LEGITTIMARE LA NUOVA NAZIONE SOTTO IL DOMINIO PRUSSIANO. 1866= guerra
civile tra due Germanie, la vittoria prussiana è una sconfitta, escluse parti della Germania dalla nazione
tedesca, Germania meridionale riluttante al nazionalismo di guerra filoprussiano
Delegittimazione interna dell’apparente nemico interno: dopo la guerra, esclusione dei nemici interni del
nuovo impero
1. Kulturkampf anticattolico: delegittimare la chiesa cattolica come forza papista e antinazionale;
2. Contro i socialdemocratici: potenziale segmento antinazionale
Strategia: delegittimazione e rafforzamento della legittimità con combinazione di legislazione
antisocialista e introduzione di schemi di assicurazione sociale per avere il consenso di operai
Conclusioni
caso francese: delegittimazione dei nemici ideologici, compensazione alla catastrofe, società ancora
postrivoluzionaria con forti antagonismi ideologici che presentano le loro proposte come uniche vie possibili
per il futuro
compromesso istituzionale: la terza repubblica, continuano i conflitti (crisi Boulanger, Affaire Dreyfus)
caso tedesco: costruzione dello stato nazionale attraverso guerre esterne, estremizzazione di lealtà nazionale
con differenziazione tra ciò che è nazionale e che è internazionale, ovverno antinazionale (chiesa e
socialdemocrazia). Tentativi controproducenti, i due partiti ne beneficiano
distinzione amico-nemico: consente l’autolegittimazione e la delegittimazione dell’altro
guerre nazionali: duplice cornice
1. Esperienza collettiva della nazione definiti per contrasto ad una nazionalità altra
2. Delegittimazione dei nemici interni e ideologici
Avversari politici: diventano nemici ideologici, un modo era usare le analogie storiche
1. Francia: 1870-71 collegato a 1789-92-1848-51
2. Germania: 1813 o compensazione del 1848
Altra strategia: predire futuri differenti
1. Francia: guerra civile
2. Germania: minaccia dei cattolici e socialdemocratici
LA GUERRA RISPECCHIA LA DEBOLEZZA DELLE CONVINZIONI COLLETTIVE IN BASE ALLE
QUALI UN SISTEMA POLITICO ERA IN GRADO DI RISPONDERE ALLE ASPETTATIVE
INDIVIDUALI
Pericolo Rosso e Gran Bretagna
 Modalità di delegittimazione: contenimento del pericolo rosso, incompetenza (labour isn’t
working)
 schieramenti: liberali-conservatori VS. laburisti
 personaggi: Lloyd George (liberale), MacDonald (laburista), Bonar Law (conservatore)
 concetti principali:
1. antifascismo: contro il British national party BNP erede del British Union of Fascists BUF
(Mosley) che lancia messaggi xenofobi (1960); strategie delegittimanti: sistema maggioritario
secco, gli impedisce di avere deputati in parlamento. L’antifascismo non è una carta usata da
liberali e laburisti
2. politica di appeasement: la sconta il partito conservatore, alcuni avevano simpatie per
Mussolini (fascismo è una soluzione per l’Italia che ha una democrazia immatura, ma non ha
seguito nel solido sistema britannico)
3. anticomunismo: il communist party of Great Britain (CPGB, 1920), di piccole dimensioni ma
gioca un ruolo chiave negli scioperi (minatori, 1984). Le strategie delegittimanti provengono dal
partito laburista (avversario), non tanto dai partiti maggiori; questi ultimi giocano la carta
dell’anticomunismo contro i laburisti che però non hanno realmente applicato strategie
allarmistiche che puntino alla Red Scare (paura rossa)
4. consensus politics: convergenza ideologico-programmatica tra LABURISTI E
CONSERVATORI (Butskellism)
laburisti e red scare tra le due guerre
lib-lab: anima interna al partito laburista che auspica una collaborazione con i liberali, nei primi anni rende
difficile l’uso di retoriche antisocialiste; la retorica del pericolo rosso irrompe all’indomani della rivoluzione
russa e con la conclusione dei governi di coalizione nazionale (guerra)
1918, suffragio universale: veloce avanzata del partito, sempre più minaccioso; con la guerra i laburisti si
sono rafforzati a livello organizzativo, numerico e si allontanano dall’alleanza con i liberali. Adotta un
nuovo statuto inserendo la Clause 4 (nazionalizzazione dei mezzi di produzione), affermazione
dell’orientamento socialista sull’anima lib-lab
Retorica socialista: nel dopoguerra, con le agitazioni sindacali e la radicalizzazione delle lotte operaie.
Scenari rivoluzionari
Liberali e conservatori: si pensa ad una fusione delle due forze per creare un partito unico e arginare la
minaccia (national party project, fallito); l’antisocialismo è il collante della compagine coalizionista
(Lloyd George e conservatori, 1918-22)
Attacchi al partito laburista: settario e sleale
Home office directorate of intelligence: dal 1919 dirige rapporti settimanali sulle attività rivoluzionarie
(sindacato e partito laburista)
Daily express e unionisti: gruppo di oratori antibolscevichi come strumento di contenimento del pericolo
rosso, milizie locali e guardie di sorveglianza, clima di isteria anticomunista ma Lloyd al governo lascia
cadere le proposte radicali e dà poco credito ai rapporti dei servizi segreti sui focolai rivoluzionari
Robert Horne: ministro del lavoro, favorevole ad una politica di dialogo e collaborazione con i sindacati
(aumenti salariali, orario di lavoro)
Spauracchio comunista: liberali e conservatori se ne servono per trarne vantaggio
1922, fine esperienza coalizionista, elezioni: il partito conservatore inaugura una nuova strategia autonoma,
sperando che l’accesa retorica antisocialista ricompatti l’elettorato. Vince il leader conservatore Bonar
Law, i conservatori usano la carta dell’anticomunismo; apice nel 1924 quando sale il primo governo
laburista (MacDonald, 11 ministri di estrazione operaia, 7 dal mondo sindacale) e viene invocata
l’alleanza dei liberali contro la minaccia bolscevica
Herbert Asquith: liberale, dà sostegno ai laburisti, condanna del partito, Churchill migra tra i conservatori
perché il governo laburista rovina la nazione. Ad Asquith viene chiesto di salvare la nazione; i liberali
hanno un atteggiamento schizofrenico verso i laburisti, alternano fasi di collaborazione con altre in cui
gridano al pericolo rosso (tattica politica, due anime interne al partito, una classica e l’altra filolaburista)
Stampa, Daily Mail e Morning Post: campagna di demonizzazione verso i laburisti. Apice quando MacD
avvia l normalizzazione delle relazioni con Stalin, siglando un trattato con l’URSS, per i tories è una
prova dell’unione laburisti-comunismo sovietico e MacD viene accusato di avere un atteggiamento poco
limpido verso il partito comunista
Workers’ weekly, giornale comunista: incita le truppe a far fronte comune con i dimostranti, il governo
querela ma poi ritira e ciò aumenta gli attacchi contro i laburisti; i liberali abbandonano l’alleanza e accusano
il goevrno di aver ceduto alle pressioni dell’estrema sinistra. Viene aperta una commisione d’inchiesta,
MacD si dimette e si rivà al voto. Liberali e conservatori fanno della minaccia bolscevica il tema cardine.
Baldwin, conservatore: aveva accettato i laburisti, rimane la preoccupazione che gli estremisti potessero
prevalere sul riformismo moderato della leadership laburista e che i sindacati vengano influenzati dal
comunismo. C’è bisogno di un’opera di educazione per instillare nei laburisti la fiducia nel sistema
parlamentare, così che eviti Mosca
Governo MacD: poco da temere, non consegna UK all’URSS ed era ostile al partito comunista. Vuole
salvare la rispettabilità del partito, preservare i consensi dalle incursioni comuniste che cercavano di
assorbire il clima di malcontento sociale. Vietano al p. comunista di affiliarsi al p. laburista o di candidarsi
con i laburisti
Strategia di delegittimazione da parte dei tories: lo sciopero del 1926 diventa prova inconfutabile
dell’influenza di Mosca; sindacato nemico interno in guerra con la nazione; la minaccia del sindacato non è
diretta alle istituzioni parlamentari ma solo alla questione dei salari che il governo non modifica per non
perdere di competitività.
1929-31: fallimento seconda esperienza laburista al governo, spostamento a sinistra che dà nuova linfa
all’anticomunismo. MacD accusato di tradimento
Red Decade: mito sfatato, il Labour party accentua la retorica radicale ma non mettono in discussione
gradualismo e parlamentarismo. Negli anni ’30 conquista seguito la Socialist League (strategia
rivoluzionaria, il partito di massa più piccolo al mondo) ma non sono una sfida alla leadership liberista sul
movimento operaio (1932: Indipendent labour party, si stacca dal partito laburista ma perde consensi)
Tattica allarmistica: da parte dei conservatori e liberali, il paese è in balia di forze contigue a Mosca
disposte a tutto per realizzare il socialismo in UK; per le elezioni del ’29 viene realizzato il manifesto red
scare con un faro, rocce colpite dalle onde e nave: il faro conservatore salva UK (nave) dalle rocce del
socialismo. Bolscevismo impazzito = programma laburista. Di fatto però i RAPPORTI PERSONALI erano
CORDIALI
1924: i conservatori diffondono una lettera di Zinoviev falsa in cui incita il partito comunista alla
rivoluzione; creata per gettare sospetti sulla politica di normalizzazione di MacD
Quanto la paura del comunismo incise sui successi dei conservatori: difficile dirlo, altri fattori giocano
un ruolo importano
1. voti liberali vanno ai conservatori
2. i liberali sono attraversati da lotte interne e non sa modernizzare struttura e agenda
3. stigma di partito incompetente al labour party, lo indebolisce perché è composto da uomini di
estrazione operaia con basso livello di istruzione, con limitata esperienza politica e preparazione
tecnica. La conoscenza della politica è pari a quella di una gallina in merito all’astrologia
4. complesso di inferiorità e incompetenza, dovuto all’atteggiamento paternalistico dei liberali e le
accuse di incompetenza; si liberano di questa immagine solo partecipando ai governi di
coalizione durante la Seconda guerra mondiale (Churchill, Attlee)
messaggi positivi dei conservatori: conservatorismo sociale, incursioni nel mondo operaio, abbandonata la
riforma dei dazi che priva liverali e laburisti della bandiera antiprotezionistica
anni del consenso 1945-1979
seconda guerra mondiale: silenzio riguardo al pericolo rosso
1945, guerra fredda: i conservatori riprendono il vecchio spauracchio, i laburisti abbandonano il governo di
coalizione e Churchill fa un governo di transizione, gioca la carta del pericolo rosso (vittoria socialista=
pericolo per le industrie, i cittadini, è una mano oppressiva pesante e tirannica che tappa bocca e narici per
soffocarli)
Churchill: acceso anticomunismo e retorica anti-Labour, impermeabilizzare l’Europa occidentale
dall’avanzata comunista, per questo offre sostegno ai fascisti in Italia. Visita Roma nel 1926 e si
complimenta con Mussolini per la sua battaglia contro gli appetiti bestiali dei Leninisti (in UK il
comunismo non aveva ancora aspetti preoccupanti). Insiste sulla subalternità del partito laburista
all’URSS
Campagna elettorale 1929: se il partito laburista torna al governo, i ministri laburisti agiranno come
marionette, daranno libero accesso ai bolscevichi russi che si sarebbero dati da fare nelle fabbriche e
miniere, nell’esercito per organizzare uno sciopero generale (futuro governo laburista= metodi da Gestapo)
Effetti: non quelli sperati, con i due governi i laburisti avevano dato prova di fedeltà alle istituzioni, si era
opposto alla collaborazione dei fronti popolari e non esitava a condannare Stalin (1939, patto con il nazismo)
Dopo Danquerque: i laburisti si presentano come nazional-patriottici, con la qualità di non aver collaborato
alla fallimentare politica dell’appeasement
Tema dell’incompetenza: arma spuntata, gloriosa partecipazione comunista al governo di coalizione, piena
collaborazione dei sindacati (rispettabili, ciò giova ai laburisti, politica di totale collaborazione di Citrine
con la strenua lotta al comunismo nel sindacato, sindacalismo responsabile)
Gabinetto dei 5: due posti ai laburisti (Attlee e Greenwood), credenziali di partito di governo
Nuova agenda programmatica: politiche keynesiane, alle elezioni del ’45 ottengono la maggioranza di 80
seggi, guadagno consensi nella classe media
1951 elezioni: i conservatori vincono riconquistando parte del voto del ceto medio, elezioni surriscaldate,
guerra fredda, forte polarizzazione (retorica).
1. Laburisti: carta della stabilità internazionale, la presenza di Churchill mette a rischio la pace
2. Daily Mirror (sinistra): l’anticomunismo di C. lo rende un premier dal grilletto facile
3. Conservatori: risveglio della sinistra, forze radicali dietro Attlee, pericolo rosso
RETORICA OPERAISTA E DEL PERICOLO ROSSO NON GIOCARONO UN RUOLO
DETERMINANTE, altre motivazioni della vittoria:
1. Ceti medio-alti: abbassamento del tenore di vita, gli stipendi non tengono il passo dei costi di vita,
aumento delle poste indirette, erosione del potere d’acquisto
2. Partito laburista: lento nello smantellare il sistema di tesseramento
3. Partito conservatore: impronta la campagna elettorale sull’espansione dei consumi. RITORNO
DI C.= RITORNO DELLA LIBERTA’
4. Promesse dei conservatori: nuovi alloggi
5. Voto al p. conservatore: voto alla fine del regime d’austerità ma non alla fine delle politiche del
laissez faire; revisione dell’agenda programmatica, il modello keynesiano diventa la nuova
ortodossia
1945-79: ANNI DEL CONSENSO, in cui UK vede una convergenza ideologico-programmatica tra
LABURISTI E CONSERVATORI (piena occupazione, stato sociale, sistema di economia mista).
Forzatura a posteriori? La convergenza potrebbe essere eccessivamente enfatizzata ma è innegabile che il
programma politico avesse molti aspetti in comune
1951: retorica del ritorno alla libertà ma c’è continuità con il governo precedente di Attlee (Churchill-
Eden-MacMillan-Home), mantengono un atteggiamento di dialogo con i sindacati, maggiori risorse al
welfare state, non privatizzano le industrie nazionalizzate (eccezione: siderurgica)
Dottrina del p. conservatore: the middle way (Macmillan, 1938), keynes+ riformismo sociale moderato.
BUTSKELLISM: sintesi di Butler e Gaitskell (cancellieri conservatore e laburista), espressione
dell’Economist
p. laburista, ripensamento agenda programmatica: ridimensionamento delle nazionalizzazioni,
stemperamento immagine operaia per avere un maggior appeal verso la classe media, corso revisionista
Wilson, anni ’60: revival di misure più strutturali, politiche di maggior intervento statale (anche tra i
Tory). Strumento del planning arma vincente per riprendersi dalla perdita di competività.
Conservatori contro laburisti: l’unica carta è quella di affidare il contenimento della minaccia comunista
ad un partito che insiste sullo strumento del dialogo, arrendevole di fronte ai sovietici
1953, morte di Stalin: fine della retorica della Red Scare, morte di Stalin
military intelligence sezione 5 (Mi5): guarda con sospetto i laburisti, una frangia minoritaria dei servizi
segreti è convinta che il segretario laburista Wilson sia una spia del KGB (servizi segreti sovietici) con nome
in codice Henry Worthington; non ebbero mai prove ma fecero trapelare alla stampa informazioni a suoi
danni; gli attacchi non ebbero reale impatto sui laburisti e sulla legittimità come partito di governo
partito laburista vs. comunista: durante la guerra fredda la vicinanza al p. comunista costa l’espulsione dal
p. laburista. Nel 1948 Attlee e ministri collaborano con gli Usa per un piano di controinformazione e
propaganda anticomunista, per contenere la minaccia viene creato l’information research department e
si focalizza su minacce esterne ed interne
sindacati: nel 1949 determinanti nella rottura tra forze sindacali socialiste e socialdemocratiche e la World
federation of trade controllata da Mosca, con la nascita dell’international confederation of free trade unions.
Con la leadership di Deakin (anticomunista), i tesserati del pc non potevano avere incarichi
nell’organizzazione
pcgb: ruolo chiave nello sciopero dei pescatori (1966) e nella sconfitta di in place of strife, proposta di legge
per una maggiore centralizzazione della contrattazione collettiva per facilitare il controllo dei salari da
parte dell’esecutivo, con il rafforzamento dei sindacali nazionali. OSTILITA’ LABURISTA VERSO I
COMUNISTI, NEMICO INTERNO
fine della consensus politics, revival del pericolo rosso
1979, elezioni: vince Margaret Thatcher, fine della consensus politics, polarizzazione dello spettro politico.
Nuovo corso, rottura rispetto al conservatorismo sociale
Laburisti: marginalizzazione delle correnti moderate, ascesa della sinistra, Foot (segretario dal 1980.
radicale): i conservatori riprendono la retorica del pericolo rosso, braccio di ferro contro il sindacato
Fase di disgelo: politica di dialogo con l’URSS grazie a Gorbachev. Reprimende da parte della Thatcher al
sistema comunista, le valgono l’appellativo di lady di ferro (stampa sovietica)
Thatcher: usa la minaccia sovietica per giustificare la modernizzazione dell’arsenale nucleare britannico
(elevati costi); il comunismo non dorme mai, potenza militare sovietica+ nemici interni. Campagna di
demonizzazione (anni ‘80)
Sindacati: conflittualità, radicalizzazione, apertura al pcgb
1. 1972: tolto il divieto al pcgb di partecipare a congressi dei trade councils (grazie a scioperi in cui
ebbe un ruolo chiave)
2. Partito comunista: controllo di federazioni (trasporti) e posizioni di responsabilità
3. Tuc general council: organismo decisionale, presenza comunista
4. 1977: il Tuc adotta la STRATEGIA ECONOMICA ALTERNATIVA (nazionalizzazione selettiva e
pianismo), proposta da Ken Gill (sindacalista comunista)
MI5: intensifica i rapporti e l’attività di spionaggio, nel 1972 denuncia Nigel Lawson (1983-89 ministro del
tesoro nel governo T.), minaccia comunista reale
1974, governo Heath (conservatore): sciopero nazionale dei minatori, elezioni anticipate. La lobby
industriale Aims of Industry con pubblicità e cartelloni ricorda la minaccia comunista e l’influenza dei
comunisti nei sindacati (comunisti infiltrati nei media, giornalisti complici della propaganda sovietica)
Estrema sinistra trotzkista: ascesa nel partito laburista e nel sindacato, la T. usa questa carta durante lo
sciopero dei minatori (1984-85).
Settore carbonifero: tassi di disoccupazione altissimi, Scargill (leader NUM, unione nazionale dei minatori)
indice uno sciopero nazionale di protesta per frenare la politica di chiusura e aumentare i salari. PER I
CONSERVATORI E’ LA RESA DEI CONTI: risposta dura da parte del governo, lo sciopero viene
presentato come un attacco politico al governo, la questione politica industriale ha finalità ispirate
all’ideologia marxista. Scargill viene definito nemico interno, pericoloso come l’Argentina nella guerra
per le Falklands, il popolo britannico deve ritrovare l’unità nazionale
Thatcher: braccio di ferro, 1986 local government act, ridimensionamento delle autorità cittadine ed
eliminazione delle metropolitan authorities
Conclusioni:
governi Thatcher: costante retorica anticomunista, politica di fermezza, periodo di agitazioni sindacali
quasi unico, guadagna il sostegno incondizionato degli elettori
laburisti all’opposizione: per 18 anni, motivi:
1. Popolarità dei governi Thatcher (guerra delle Falklands, ripresa economica, privatizzazione delle
case popolari). Ampi consensi del governo T. tra classe media e popolare
2. Frattura del voto a sinistra: liberali+ socialdemocratici (sdp) contro laburisti
3. Immagine di partito diviso e settario, prigioniero del sindacato, ideologizzato e incompetente
Labour isn’t working: slogan conservatore (agenzia fratelli Saatchy, elezioni 1979); la Thatcher risulta più
competente rispetto a Foot
Smith e Blair: negli anni ’90 lavorano per riportare i laburisti al governo (abolizione Clause IV,
nazionalizzazione mezzi di produzione)
1995: vittoria Blair, simbolica rinuncia laburista ad un’economia socialista, indipendenza dai sindacati.
Brown all’economia, ottima gestione, allentamento rapporti con la TUC, deproletarizzazione dell’immagine
e politiche di partito.

Campagne elettorali italiane nel primo dopoguerra


 Modalità di delegittimazione: delegittimazione delle forze antisistema (socialisti), ricerca del
capro espiatorio
 concetti principali:
1. schizofrenia del dopoguerra: senso di frustrazione, sacrificio sproporzionato rispetto ai
benefici ottenuti, futuro incerto, inutilità della vittoria, sindrome da paese vinto
2. borghesia italiana: non compatta, eccessive speranze egemoniche, errori della classe dirigente
liberale
3. nazionalizzazione del conflitto: non riuscita
4. padre della vittoria: Vittorio Emaneuele Orlando (vicinanza a Giolitti), incarico di primo
ministro a Nitti
5. insoddisfazione: da qui deriva una svalutazione dei risultati bellici (prestigio internazionale,
annientamento del nemico, l’Austria), tradimento della borghesia, vittoria mutilata. La
frustrazione apparteneva ad una parte minoritaria
6. transizione: da sistema liberale a democratico, nel 1919 l’opinione pubblica borghese è
disponibile ad accettare i rischi dell’allargamento dei diritti politici (suffragio proporzionale a
scrutinio di lista)
7. vittorio foa: la novità è il disegno di una democrazia più reale, le forze sociali trovano un loro
posto, il fascismo non fu una risposta al disordine, fu esso stesso disordine, IL FASCISMO
FU LA RISPOSTA AL DISEGNO ISTITUZIONALE DI DEMOCRAZIA MODERNA,
RISPONDENDO ALL’ESPANSIONE DELLA DEMOCRAZIA
8. Italia del dopoguerra: il processo di democratizzazione fu intralciato da crisi politico-
istituzionali, classe dirigente divisa (dibattito se appoggiare o meno il processo di
democratizzazione, gran parte vuole aprire alle classi popolari) e che non riesce a spingere fino
in fondo il pedale delle riforme
9. Reazione fascista: culla nelle regioni a più alto grado di capitale sociale; la spinta verso la
reazione antidemocratica a causa delle retoriche che insistevano su un’imminente guerra civile,
sull’incapacità delle istituzioni liberali di gestire il momento e di affidare la difesa della
borghesia agli ultras del patriottismo bellico
10. Insistenza del registro di guerra: emergenza, adottare soluzioni giacobine, rimane la frattura
interventismo/neutralismo, effetti negativi
vincitori o vinti
vittoria mutilata come fattore culturale: accelerazione crescita dei consensi verso il movimento fascista,
interpretato la grande guerra in quest’ottica, i frutti positivi non possono essere politicamente utilizzabili.
Frutto positivo: CLIMA DI EUFORIA CHE PERMETTE DI FREGIARSI DI TITOLI MERITEVOLI. Di
conseguenza gli eventi vanno a svilupparsi in un clima caratterizzato dal sentimento della sconfitta
piuttosto che dell’orgoglio per la vittoria.
Condizione di vincitore/vinto: determina reazioni simili nei diversi contesti nazionali (modelli di
azione/reazione politico-istituzionale)
1. Paesi vincitori, Francia e UK: opinioni pubbliche percorse da intensa euforia. La condizione dei
perdenti permette il diffondersi di rosee speranze e prospettive, ma le reali possibilità sono diverse e
le opzioni che costringono i vinti ai vincitori sono ben poche. Arriva la paura che la vittoria sfugga
di mano: la preoccupazione funziona come valvola di sfogo per le pressioni di rigenerazione morale
e politica, si opta per un assetto politico moderato (centrodestra), fondato sul topos retorico dello
spirito di servizio (insieme per non compromettere la pace); l’unico avversario è l’estremismo di
destra e sinistra (antinazionali). CULTURA DELL’UNITA’ NAZIONALE (union sacree,
National unity, traduzione politica: Bloc National, Coalition Government)
Linguaggio politico: influenzato dalla formula unione sacra che condiziona gli attori politici,
nemico della nazione è chi non si allinea al governo. Le coalizioni si reggono sulla solidarietà che
sul vincolo del ricatto politico. Nelle campagne elettorali più che a stigmatizzare l’avversario si
esaltavano le virtù dei propri candidati
2. Paesi vinti Germania: (Schivelbusch, riflessione sulla cultura dei vinti: ogni società vive la
sconfitta a suo modo ma le reazioni sono riconducibili a modelli che si ripetono nel tempo e
superano le barriere nazionali). Caratteristiche: fase di frustrazione-periodo di euforia come
conseguenza dei processi di giustificazione connessi all’elaborazione del lutto, la sconfitta non è un
flagello ma un’opportunità inaspettata, PENITENZA NECESSARIA ALLA REDENZIONE DEI
PECCATI PASSATI, UNA PURIFICAZIONE DELLA NAZIONE PER UN NUOVO INIZIO. Si
sviluppano movimenti rivoluzionari, ci sono problemi sociali e si dissolvono le grandi speranze e
c’è una profonda insoddisfazione e l’irritazione verso gli ex nemici. Giustificazioni assolutorie: il
nemico ha vinto in modo non meritato, i vincitori morali siamo noi. Si ricerca un CAPRO
ESPIATORIO a cui addossare il malessere e la causa della sconfitta
Campagne elettorali: ricerca del responsabile, delegittimazione dell’avversario politico (strumento
principe della lotta politica, caso di Weimar), indebolimento delle forze tradizionalmente al potere,
corsa a riempire il vuoto di potere.
3. Situazione italiana (ambigua): è un paese vincitore attraversato da processi politici e linguaggi che
caratterizzano i paesi vinti. Il primo anno segue lo schema delle nazioni vincitrici (euforia fino alla
primavera 1919), poi con l’abbandono della conferenza di pace la stampa nazionalista monta un
sentimento di angoscia per la paura di perdere i diritti presi con la vittoria (assume lo schema
dei paesi vinti)
Avvenimenti che portano l’Italia a comportarsi da paese vinto:
1. Intransigenza antisistemica del partito socialista: continue provocazioni, scioperi, contestazione
al sovrano; insoddisfazione dell’opinione pubblica per la politica di Nitti di dialogo ad ogni costo
2. Partito popolare italiano (cattolici): intralcia i liberali, ha dei vantaggi (partito di massa, consensi,
è nel notabilato cattolico) e debolezze (disomogeneità: sindacalisti e conservatori; partito vs.
struttura ecclesiastica). I cattolici non si accontentano di una semplice presenza governativa, ma è un
partito giovane (non può pretendere di guidare i moderati).
3. Retorica del patriottismo: condiziona poco i cattolici che non sentono di dover giustificare
l’iniziale neutralismo, la lealtà al sistema è assicurata dalla responsabilità mostrata durante il
conflitto (diverso dai cattolici transalpini)
4. Liberali: dichiarano il diritto di governare la nazione perché hanno condotto il paese alla vittoria;
divisioni interne: l’aver voluto la guerra diventa fonte di legittimazione, una parte si dirige verso le
frange del radicalismo attratta dalla sicurezza della destra radicale capace di intercettare esigenze
radicate nella borghesia italiana, fondendo questioni di principio e volontà di azioni concrete (es.
impresa di Fiume)
5. Cedimenti verso soluzioni autoritarie
IL RICORDO DELLA GUERRA NON RAFFORZA LA COMUNITA’ POLITICA, FALLIMENTO.
retorica del nemico in campagna elettorale
elezioni: momento migliore, argomentazioni che affrontano il rapporto con il ricordo della guerra, il nesso
tra legittimazione pretesa per sé e delegittimazione dell’avversario. Il paese è nel pieno della transizione e il
clima è di incertezza. Il tema patriottico è scarsamente utilizzato anzi il ricordo del conflitto viene
utilizzato per delegittimare l’avversario
partito socialista: criminalizzazione dei concorrenti, la borghesia guerrafondaia è la responsabile delle
sofferenze popolari (lutti inutili, prevaricazioni mascherate da azioni patriottiche ne sono prova); i liberai
sono guerrafondai, cinici, hanno trascinato il paese in guerra per fermare l’ascesa del proletariato. La
borghesia con Fiume non esista a provocare una nuova guerra. I cattolici non sono i legittimi rappresentanti
delle classi popolari, sono uomini della borghesia che hanno sposato le ragioni della guerra inviando i
popolari nelle trincee
liberali: condanna dei socialisti diffamatori della guerra che si attaccano a Caporetto e sanno respirare
solo la sconfitta. TOPOS DEL PERICOLO DEL SALTO NEL BUIO: non si può dare la responsabilità
della guida del paese a forze estranee al processo risorgimentale per l’insufficiente esperienza, gettando la
collettività nel disastro. Il partito cattolico è legato al vaticano e fonde obiettivi di partito con i fini della
chiesa, sono estranei alla nazione italiana, gli uomini di chiesa sono ambigui; la prova della loro scarsa
attitudine al comando è il non aver compreso subito la necessità della guerra (motivo ricorrente: il voto
per i popolari porterà l’affermazione dei socialisti e della rivoluzione, i clericali corrono insieme ai
bolscevichi russi)
partito popolare: è quello che meno si affida alla carta della delegittimazione perché ha una proposta
politica efficace, un’organizzazione forte e l’appoggio della chiesa. Il nemico sono i socialisti,
risparmiano i liberali per dipingersi eredi dei notabili costituzionali (un’altra guerra comincia, sotto le
macerie spunta un padrone più triste e tirannico= socialisti)
delegittimazione dei singoli candidati: nei paesi vincitori gli ex combattenti vengono eletti nelle liste con
tradizionali formazioni politiche (a land fit for heroes), in Italia vengono meno premiati, e casomai per altre
qualità. Linguaggio:
1. Paesi vincitori: enumerazione dei meriti di guerra preponderante, poche frasi per delegittimare il
patriottismo degli avversari
2. Italia: la legittimità offerta dal ricordo della guerra è fragile. L’arte della denigrazione supera
l’esaltazione dell’eroismo, prevalgono insinuazioni di vigliaccheria e sull’ipocrisia dei candidati, il
focus è su specifiche figure, tra le varie offese imboscato (mette in dubbio coraggio e fibra morale),
interventista, neutralista, imboscatore, pescecane (mancanza di coraggio, spregevole, arricchirsi
sulla pelle altrui), disfattista, caporettista, rinunciatario (legati a scelte di tipo ideologico)
DENIGRAZIONE DELLE LORO QUALITA’ PERSONALI CHE PER LE POSIZIONI
POLITICHE
Conclusioni
Incertezza del mondo politico italiano: incapacità di elaborare formule politiche che sfruttino l’opportunità
data dal conflitto; non è classificabile come vinto ma non è più vincitore, la grande occasione appare perduta
Passaggio a paese vinto: campagna elettorale del 1920-24 con la guerra civile tra fascismo e bolscevismo
con il raggiungimento dello stadio di frustrazione, ricerca del capro espiatorio a cui addossare la
sconfitta ovvero il socialismo
Elezioni 1924: il nemico da strumento che aggrega i conservatori contro il pericolo diventa dimostrazione
delle scelte borghesi. Il nemico viene descritto come vinto, si passa alla delegittimazione della memoria del
nemico. Nel 1921 in Italia non ci sono più nemici (il fascismo ha salvato l’Italia dal bolscevismo)

De Gasperi e i liberali 1900-14


 Modalità di delegittimazione: retorica della classe
 personaggi: De Gasperi e cattolici VS. liberali e socialisti
 concetti principali:
1. conquista dello spazio politico: operazione fondamentale per avere un ruolo nell’arena
pubblica; l’accesso di forze diverse dal liberalismo risulta problematico
2. government by discussion: presuppone una competizione tra tendenze politiche diverse
3. modello tedesco: legato alla tecnicità dell’agire politico, legato alle scienze dello stato la cui
interpretazione è appannaggio della burocrazia che il suo vertice nel governo
4. partiti di classe: di ispirazione socialista, combattuti per paura che riportassero le divisioni
corporative ma allo stesso tempo risorse per inserire nel sistema nuove componenti (riequilibrio
sociale, vantaggi)
5. partiti cattolici: fenomeno difficilmente integrabile nel sistema liberale (hanno successo dove il
g. by discussion viene meno perché vengono prese le forze insediate nel sociale, per quel che
sono), problema di legittimazione politica; il problema non è il cattolicesimo ma il
cristianesimo, la subordinazione al Vaticano prima che alla Costituzione (polemica
all’ultramontanismo: il pontefice romano ha una sovranità estranea ed esterna)
6. cattolicesimo trentino: è prima di tutto nazionale, poi in secondo piano universale e sotto il
controllo delle gerarchie ecclesiastiche
caso tentino
1814: contesto dell’Impero Asburgico, contea del Tirolo abitata da popolazioni di lingua ed etnia italiana, la
religione dominante è cattolica. La gerarchia ecclesiastica non tiene conto delle differenze linguistiche
(diocesi di Trento, territori italiani e tedeschi)
Movimento cattolico trentino e tirolese: avversari per ragioni nazionalistiche, anche il clero è coinvolto
attivamente nelle lotte interetniche; il movimento trentino seguiva il modello sociale leonino, quello tirolese
era legato ad una visione legittimista e conservatrice, poi in parte si avvicina al cattolicesimo sociale.
Trentino: provincia povera, due centri urbani rilevanti, Trento e Rovereto, centri urbani minori e vallate con
identità linguistiche particolari, vie di comunicazione poco agevoli. Il sistema religioso fa da collante,
favorisce l’integrazione sociale. Il clero ha funzioni sociali rilevanti, per gli stati popolari era un’istituzione
di collegamento verso il potere politico; è un clero indigeno, estratto dagli stessi strati popolari, l’accesso
al seminario consente elevazione culturale. Il clero rientra nella categoria dei pubblici ufficiali (anagrafe,
educazione. assistenza)
Religione cattolica: religione di stato, la deconfessionalizzazione del 1870 viene respinta dal tirolo dove il
potere ecclesiastico è forte. Gode di forte potere sociale che punta a diventare potere politico, cosa
possibile con la costituzione del 1867 (SISTEMA COSTITUZIONALE RAPPRESENTATIVO)
Riforma elettorale del 1873: al parlamento imperiale di Vienna si accede per elezione diretta, su selezione
censitaria ristretta (elettorato diviso in 4 curie, la contea del Tirolo ha 18 seggi, 7 alla parte italiana)
Rappresentanza trentina: in mano alla borghesia colta liberale (corrente nazionale e autonomista,
separazione di Trento dal land del Tirolo). Problema con l’autorità ecclesiastica: abate Giovanni a Prato
censurato dalla chiesa per non aver sostenuto le posizioni confessionali
1866, La voce cattolica: periodico
Elezioni 1877: presenza politica clericale, due ecclesiastici nei collegi rurali ma non sono esponenti di un
partito; fanno prevalere le questioni nazionali, solo rare volte riconducibili a interessi ecclesiastici
Elezioni 1885: due dei sette seggi a clericali, i don Bazzanella e Gentilini
Anni ’80: miglioramento economico, sociale, agricolo, leadership del clero. Nel 1892 torna a Treno don
Celestino Endrici, attivo sacerdote esponente del cattolicesimo sociale. I clericali cominciano a guadagnare
terreno nell’arena elettorale ma a scapito della loro posizione clerico-nazionale
Elezioni 1891: 3 clericali su 7 seggi, tutti sacerdoti. Collaborazione ardua con i liberali, il vescovo di Trento
Valussi teme troppo irredentismo e liberalismo
Elezioni 1896: svolta, 4 liberali e 4 clericali. Novità: oltre al notabilato clerico-nazionale (Bazzanella e
Salvatori) il prete anima del movimento corporativo cattolico don Guetti e l’avvocato laico Conci
Rappresentanza trentina: si concepisce come unitaria. Il club italiano unisce eletti trentini e giuliani e
riconosce libertà di voto in materia religiosa per i sacerdoti ma non la si vuole riconoscere a Conci (laico),
alla fine l’ebbe.
Mondo cattolico: attivo ma agisce come una presenza di nicchia (la specificità dei rappresentanti è
concepita solo in quanto confessionale, la leadership rimane liberale). La situazione cambia con:
1. enciclica rerum novarum (15 maggio 1891), spinge il cattolicesimo ad uscire dall’orizzonte
circoscritto (comportarsi da cattolici anche nella vita pubblica)
2. azione cattolica come imperativo agisce nella sfera politica presentandosi come unica
rappresentante del “paese profondo”
3. legittimazione: delegittimando il ruolo dirigente dell’élite precedente, i liberali, cancellando le
rappresentazioni culturali dei ruoli precedenti. I liberali rappresentano la tradizione del saper
governare, la parte colta; i clericali sono espressione della nuova elite piccolo-borghese
ruolo politico: legittimare la domanda di egemonia, minando la legittimazione al governo della classe
dirigente, il sorgere di una nuova classe politica e di governo è richiesto dal declino della vecchia elite
il giovane De Gasperi
DeGas: portabandiera e ideologo della nuova fase del movimento cattolico trentino, prima leader del
movimento universitario cattolico trentino con l’appoggio di Endrici.
30 agosto 1902: discorso manifesto della nuova fase, al congresso dell’associazione universitaria cattolici
trentini AUCT; contesto: sviluppo dell’italianofobia austro-tedesca, rinnovamento della triplice. Il congresso
della auct si inserisce nel primo congresso di cattolici trentini con DeGas vicepresidente della terza
sottocommissione (Endrici presidente).
Ideali di DeGas: cattolici, italiani, democratici. Cosa non scontata perché gli ambienti universitari erano
ostili al cattolicesimo. Si passa dalla religione alla militanza religiosa come strumento di costruzione di
una identità politico-culturale. Il trentino viene presentato come paese cattolico negli abitanti dei monti,
pagano nella borghesia;
italianità e cattolicesimo: cattolici significa già italiani; dall’università si esce democratici o aristocratici,
noi studenti cattolici si mettiamo tra i democratici
programma: ambizioso e ben costruito, ha una larga base popolare, che ha come collante identitario la
religione, rinvio al problema dell’identità nazionale. Sviluppa le sue tesi sul nuovo tipo di democrazia che
non fa più riferimento al liberalismo
questione universitaria: accesa, ci si batte per avere un ateneo nazionale in cui si insegna in italiano, a
Trieste; ma il governo asburgico non vuole riconoscere il carattere italiano del porto e della città, centro
multietnico. Se non a Trieste, l’ateneo doveva essere a Trento o Rovereto.
Liberali e socialisti trentini: o Trieste o nulla, sono contro l’ateneo a Trento
Cattolici (Conti e DeGas): meglio portare a casa comunque un risultato, accusati di essere scarsamente
patriottici
DeGas: delegittimazione dei liberali, classe chiusa e avulsa al popolo. La loro posizione viene etichettata
come nullismo (o Trieste o nulla, ma se a loro non cambia, al contadino si perché non ha i mezzi per
mandare il figlio in Italia); dice che si sono dimenticati della scarpa grossa del paese che deve sostenere pesi
maggiori di fronte a Stato-provincia-comuni. La popolazione agricola non è politicamente addestrata, con
un referendum si capirebbe che la maggioranza è contraria al Trieste o nulla
Tema della contrapposizione di classe: fra posizione liberal-socialista e cattolica, il popolo contro i signori
che si dedicano a sogni e utopia
1905: DeGas direttore della Voce Cattolica, questione della riforma elettorale con introduzione del suffragio
universale ed eguale al posto del sistema delle curie, ciò incide sul problema delle varie etnie; si pensa che il
suffragio favorisca i partiti popolari (liberali trentini ostili alla riforma)
Delegittimazione dei liberali: sul piano della COERENZA POLITICA, il partito della modernità e della
democrazia, unico difensore dell’italianità si allea con gli austro-ungarici al potere. IL GOVERNO VUOLE
IL SUFFRAGIO UNIVERSALE E DISUGUALE PER SALVARE I PRIVILEGI DELLA NAZIONE
TEDESCA; gli italiani stringono il patto del tradimento e del privilegio, ciò è spiegabile a Trieste ma non
nel Tirolo; politica bugiarda e camorristica, metodi da signorotti, i liberali sono saltimbanchi della
democrazia
Problema: definizione dei collegi elettorali, disuguaglianze. Le forze conservatrici del reichstag sono tenute
insieme dalla salvezza dei predomini liberali con quelli dei feudi nazionali
Voltafaccia dei liberal-radicali: alleati dei socialisti, avevano dichiarato di voler il suffragio universale ma
poi avevano definito la forza dei numeri come forza bruta. Il popolo cristiano si eleva a spazzar via i
farisaici democratici.
LA BANDIERA CLERICALE VIENE ABBANDONATA IN FAVORE DI QUELLA DEL
CATTOLICESIMO POLITICO; il quotidiano da la voce cattolica diventa il Trentino, per rivendicare
l’identità trentina, storica bandiera liberale (per questo i liberali continuano a chiamare il giornale con la
vecchia testata). Il mondo tirolese non vuole ammettere l’esistenza del Trentino che è il TIROLO
LADINO
Risposta di DeGas: polemica su due fronti
1. il trentino ha il sapore liberale se lo si lascia in feudo a chi ne detiene il monopolio, non se ne
assumiamo la rappresentanza e difesa di cui abbiamo il diritto e dovere perché siamo la
maggioranza del paese
2. programma politico del nuovo partito cattolico, l’UNIONE POLITICA POPOLARE TRENTINA.
Chi parla di politica agli abitanti delle valli trova diffidenza perché per molti politica è lasciare al
vento, invece è l’arte di governare
problemi della riforma elettorale: disuguaglianze create dai sistemi elettorali precedenti, rifiuto del voto
indiretto
questione nazionale: l’Austria è composta da vari popoli e i tedeschi vogliono spadroneggiare, i cattolici
sono a difesa degli italiani ma non come i liberali, vogliamo dare una coscienza nazionale positiva.
L’obiettivo è il progresso economico del popolo (assicurazione a operai, contadini, riduzione del servizio
militare, lotta all’alcolismo, istruzione tecnica agli agricoltori)
egemonia cattolica, elettoralismo e ideologia antiliberale
14 maggio 1907: con il suffragio il movimento afferma la sua egemonia, su 9 deputati solo il seggio di
Rovereto va alla vecchia elite liberale, per tenere la città di Trento si alleano con i socialisti che hanno il
seggio. Nei seggi urbani si va al ballottaggio, i popolari prendono in totale il 70%
Reazione partito liberale: l’unica via di salvezza è l’anticlericalismo. DeGas accentua la distanza dai
liberali, rinsalda la presa identitaria. I liberali fanno fatica a comprendere la sinergia di laici e clero nel
movimento; i giornali liberali definiscono i parlamentari del movimento degli stocchi di zucche, preti
imbroglioni, elettori montanari incoscienti. L’anticlericalismo è la ragion d’essere dei liberali
Critica ai liberali: si sono separati dalle vallate, le hanno insultate, hanno rotto il legame che voleva Trento
capitale
Bandiere che DeGas ruba ai liberali: identità nazionale e Trento capoluogo, i popolari lavorano per un
Trentino uno e forte e alzano la bandiera cattolica e italiana
Testo sulla ricostruzione della storia dell’associazione: parola d’ordine, trentinismo, spirito di onesta
indipendenza di fronte alle tradizioni degli altri. Il movimento degli universitari cattolici nasce nel
novembre 1895 perché nel Circolo unviersitario di Vienna dominavano gli adriatici che definivano i trentini
montanari. Elementi della nuova retorica identitaria:
1. identità regionale e identità nazionale, spaccatura di classe nella gioventù universitaria
2. la gente di mare è figlia di una borghesia ricca e in espansione. I montanari sono una realtà
socialmente nuova, vanno all’università anche i figli della piccola borghesia
cosa dà forza e struttura al movimento:
1. il trentinismo portato in luce dalla questione universitaria, in contrapposizione al generico spirito di
identità nazionale irredentista. POLITICA POSITIVA
2. lotta contro il Tiroler Volksbund, organizzazione pangermanista di austro-tedeschi
3. clero come leadership comunitaria
IL PROGRAMMA POLITICO SI LASCIA ALLE SPALLE IL PATERNALISMO CATTOLICO;
risponde al padre Gemelli (affermarci e far sentire la nostra voce)
1907 anno di svolta: egemonia cattolica, miglior organizzazione politica sfruttando reti di socialità diffuse;
DG si fa portavoce dello slogan liberale risorgimento economico, mettendo in discussione l’abilità politica
e il dominio culturale delle elite sociali dominanti. La battaglia continua ma le argomentazioni rimangono le
stesse:
1. liberali= signori, possono permettersi la politica come utopia e senza risultati, disprezzano il
cattolicesimo popolare perché vogliono una religione senza ricadute pubbliche, sono anticlericali,
anticattolici, si alleano con i socialisti in nome dell’anticlericalismo quando dovrebbe combatterli
(diventano vittime di questa politica che non era nel loro dna)
2. i liberali non riescono a smontare l’ideologia di DG e i suoi attacchi, continuano con le schermaglie
1909, polemica: celebrazioni nel Tirolo per il centenario della rivolta di Hofer contro gli occupanti bavaro-
francesi. I cattolici trentini si trovano tra due fuochi:
1. è una manifestazione austro-tedesca e antitaliana/trentina
2. sono celebrazioni ufficiali, partecipa l’imperatore, è pericoloso essere definiti antipatriottici e essere
così estromessi dallo spazio parlamentare.
Per i liberali è un’occasione per mettere in difficoltà i cattolici
Alto Adige, 19 agosto: Sefenelli pubblica una lettera aperta a DG in cui gli riconosce la difesa dell’italianità
e per questo chiede di schierare i cattolici contro le manifestazioni. DG non accoglie la provocazione e S.
denuncia la doppiezza dello slogan della coscienza nazionale positiva. DG spiega la cosa come un atto
formale dovuto per perorare la causa di una nuova ferrovia da costruire
Settembre: DG torna sull’argomento del nazionalismo; libertà e patria, i giovani prediligono aspirazioni
estreme ma è una politica facile che fa appello al cuore con esito di formare uomini divisi dal popolo, chiusi
nella loro carriera (nazionalismo astratto e impopolare)
Retorica della classe: fa presa sulla piccola borghesia e ceti popolari, è la democrazia che rinnova il
nazionalismo dandogli contenuto sociale
Evoluzione: consapevolezza di una prima vittoria con la costruzione di un’identità politica cattolica, l’esito
della guerra non è ancora deciso
ultima fase dell’antiliberalismo degasperiano
elezioni 6 dicembre 1909: DG in consiglio comunale nel primo corpo elettorale, in minoranza. Gli obiettivi
si fanno più concreti
attacco su più fronti: sistema fiscale, rappresentanza proporzionale nel sistema elettorale comunale,
municipio erogatore di servizi
suppletive al comune 1910: retorica elettorale, segue la linea di classe che mette il popolo contro le
vecchie élite; i liberali attaccano sul tema del nazionalismo e DG risponde con: spacciano noi per
governativi contro cui i nazionalisti devono marciare; a chi dice che è anti-patriota risponde che per questi
viene prima il dominio del liberalismo e poi gli interessi della città. Le suppletive si concludono con il
successo dei popolari (nella propaganda: i villani inurbati contro gli ottimati dell’urbe).
Elezioni al parlamento di Vienna 1911: l’anticlericalismo si genera dall’incapacità dei liberali di capire la
religione, sono infidi e privi di principi; il partito nazional-liberale aveva parlato di religione per lodare il
vecchio ordinamento e per attaccare i preti moderni, riguardo all’idea nazionale i liberali e i socialisti sono
alleati in municipio, nemici in parlamento. Battisti (socialista) a Trento, Malfatti (liberale) a Rovereto ma il
partito popolare mantiene la posizione predominante (anticlericalismo e servilismo ai socialisti= morte dei
liberali)
Tema controverso: sentimento nazionale diffuso nel popolo e clero (regionalismo identitario), in contrasto
con il governo di Vienna anti-italiano. È un collante per il consenso
Argomentazione strumentale: figli di un popolo di idee molto più austriache di quanto si creda;
educhiamo al sentimento nazionale, liberando dal pregiudizio che irredentismo politico e culto della
nazionalità sia una cosa da rifiutare/accettare insieme
Elezioni maggio 1914: ultima grande polemica con i liberali, conferma delle linee già esposte. Il divario sta
tra una politica fondata sul partito come organizzazione e quella liberale del notabilato, visto come un
peso da DG perché non è organizzato, nessuno si assume un impegno che poi viene subito smentito.
Anticlericalismo: alla V curia al primo turno erano andati il socialista Cesare Battisti e il liberale
Menestrina. DG dice che nessun dovere ci lega alle urne ma il p. popolare va a sostegno del liberale: la lotta
al socialismo, dottrina antireligiosa e antisociale, va in secondo piano perché si deve verificare la tenuta del
blocco liberal-socialista. Si deve dare un segnale contro l’ibridismo dei socialistoidi ovvero i liberali che
preferiscono appoggiare un socialista che venire a patti con la nuova egemonia politica. Battisti viene
eletto. Per DG la forza dei numeri non basta, produce la rappresentanza clericale ma non la legittimazione
della nuova classe politica, bisogna costruire un’ideologia e delegittimare la classe precedente per
prendere lo spazio politico dei vecchi inquilini
Cerchia del noi: REQUISITO FONDAMENTALE PER IL CONSENSO POLITICO, PRESUPPONE LA
CREAZIONE DI PARITA’ CON GLI ALTRI E LA COMPENETRAZIONE DEI DUE CAMPI (operazione
soprattutto culturale di rinnovamento delle classi politiche)

Vita privata nella delegittimazione politica


 Modalità di delegittimazione: Vita privata come delegittimazione
 concetti principali:
1. VIOLAZIONE DELL’INTIMITA’: SERVE A DISTRUGGERE L’IMMAGINE DI
INTEGRITA’ DELL’UOMO POLITICO
2. Vita privata come delegittimazione: difficilmente applicabile
3. Focus: relazioni che la vita privata instaura con la legittimità politica nel contesto della politica
di massa (Monarchia: impossibile distinguere tra vita pubblica e privata, la politica si incarnava
nella figura del sovrano)
Francia: l’attentato di Sarajevo passa inosservato alla stampa, è un fatto avvenuto in un paese distante.
L’attenzione è rivolta al processo a Henriette Caillaux, moglie del dimissionario ministro delle finanze,
perché aveva assassinato Gaston Calmette, direttore del quotidiano Le Figaro che aveva intrapreso una
campagna denigratoria contro suo marito
Processo: orientato verso la vita privata distogliendo le accuse politiche da Calmette. La Caillaux ha agito
per paura che venisse rivelato che la relazione con il marito era iniziata quando questo stava ancora con la
prima moglie Berthe Geydan (paura: pubblicazione informazioni sulla sua vita sentimentale)
Le Figaro: obiettivo politico, Calmette appoggiava la linea di fermezza di Poincaré e Barthou e la lotta alla
politica fiscale di sinistra mossa da Caillaux. I due leader della destra spingono il direttore verso una
campagna di stampa per indebolire l’avversario, i documenti vengono forniti dalla prima moglie per
vendicarsi dell’adulterio e contenevano note di politica interna ed estera
Obiettivo: mostrare la doppiezza di Caillaux (trattative con la Germania, probabile accusa di tradimento)
con la pubblicazione di una lettera in cui criticava l’imposta sul reddito che aveva pubblicamente difeso
Attacco alla vita privata: mancanza di dignità, firma le lettere d’amore con Ton Jo. La VIOLAZIONE
DELL’INTIMITA’ SERVE A DISTRUGGERE L’IMMAGINE DI INTEGRITA’ DELL’UOMO
POLITICO.
Caso Clemenceau: l’assemblea nazionale ritiene che le questioni sentimentali non riguardino i deputati, non
si può togliere l’immunità per ciò
Affaire Caillaux: eccezione, il ruolo delle due mogli dà visibilità alla vicenda
Caso Sarkozy: immagini paparazzate di Cecilia S. con l’amante Richard Attias, non rappresenta un caso
politico e non vengono sfruttate dagli avversari anzi, il ministro dell’interno S. le usa per dichiarare di essere
maturato dopo la crisi di coppia. L’accusa di essere incapace di gestire la propria famiglia non viene usata
perché potrebbe ritorcersi sugli accusatori. Sarkozy introduce la propria vita privata nel dibattito
pubblico
Genestar, direttore del Paris Match: costretto a dimettersi dopo aver messo in copertina le foto della
moglie di S con l’amante
affermazione della vita privata
XVII secolo: emerge il tema della vita privata con la distinzione tra spazio regolato dalla legge e un altro
rinviato all’intimità del soggetto che detiene il potere.
Spazio del diritto: si arresta all’ambito dei costumi, lo stato non deve occuparsi delle prerogative della
famiglia. Con lo sviluppo dell’opinione pubblica e la crisi del modello assolutista e il riconoscimento dei
diritti individuali si ha la rottura tra scena politica in cui si esprime la comunità di cittadini e sfera privata
delle relazioni umane. Fine della logica della società di corte (gestione sfera privata come pubblica, sfere
sovrapponibili nella persona del re)
Distinzione persona-funzione: prodotta dalla democrazia liberale, due spazi distinti (rimane la distinzione
piazza luogo degli uomini e casa luogo delle donne a cui è negata la cittadinanza)
XIX secolo: rafforzamento della protezione della vita privata, anche per i personaggi pubblici
Legge del 1868 (Francia): sulla stampa, crea un diritto geometrico a protezione della vita privata. Lotta
contro la diffamazione, la stampa non può criticare senza prove
Strategia dei giornali: ricatti, divulgazione dettagli frivoli. Hanno successo grazie alla concezione che i
governanti siano depositari del culto della nazione (decidono della guerra, della vita e della morte dei
cittadini)
XX secolo: la vita privata è relativamente protetta, ma la difesa è fragile e dipende dalla popolarità e dalla
personalità degli eletti (onore difeso anche con le armi). Le donne non possono difendersi, dipendono dal
marito che rischia se coinvolto in questioni d’onore
Affaire Dreyfus: la stampa non rispetta più i limiti (es. si vuole dimostrare che la razza influenza le scelte
ufficiali e private). Per l’estrema destra gli ebrei sono pericolosi, sono sempre in vicende drammatiche. GLI
SCANDALI SPAVENTANO UNA PARTE DELLA CLASSE POLITICA CHE PROVA RIPUGNANZA
VERSO NUOVE PRATICHE
1 guerra mondiale: rinforza la distinzione tra pubblico e privato, la sofferenza deve trovare la sua intimità e
riservatezza. Ha degli effetti collaterali:
1. Introduce stili di vita meno rigidi (comportamento meno signorile, popolare, promiscuità sociale)
2. Valorizza la condizione che l’uomo politico debba avere dovunque la stessa condotta ed idee
(necessario vivere in conformità all’ideologia professata, i comportamenti diventano atti di
propaganda, agire vuol dire parlare, attraverso le azioni si costruisce un nuovo tipo di
legittimità)
carisma, totalitarismo, vita privata
leader carismatici: si autoimpongono una pressione
Heush (antropologo): carisma e celeritas, la capacità del capo di creare un sistema di legittimazione che si
fonda sui successi personali (De Gaulle); questo culto presuppone la gravitas, un comportamento
giudizioso e autorevole (totalitarismi).
La celeritas è presente in ogni azione del capo: questo costruisce una finzione di vita privata, la presenta
alla stampa che la trasmette al popolo
Mussolini: seleziona le immagini dei suoi passatempi, foto di famiglia e tiene nascosta per un po’ la
relazione con Claretta Petacci perché contro la morale cattolica, culto della virilità
Salazar-Hitler-Stalin: fingono di non aver legami sentimentali al di fuori di quello con lo stato ed esaltano
il loro celibato, prova di devozione verso la patria. Salazar punta sulla sua vedovanza, Hitler fa della
Germania la sua sposa, Stalin “non dorme mai”.
Propaganda hitleriana: passatempi raffigurati in volumi illustrati, riprodotti in figurine regalate con le
sigarette Reemtsma. La vita privata viene usata come mezzo per attaccare gli avversari: vengono
denunciate le tendenze omosessuali di Rohm e fedeli, accusa usata contro il generale von Fritsch mentre von
Blomberg deve abbandonare le sue funzioni perché la stampa ha rivelato che la moglie ha lavorato nel salone
di massaggi (ex prostituta). VENGONO SPARSE VOCI SUI COLLABORATORI DI HITLER, IL
PUBBLICO SOSPETTA SEGRETI INFAMANTI. IL NAZISMO FA DELLA VITA PRIVATA UNO
STRUMENTO PER DELEGITTIMARE
Oppositori del regime: usano argomentazioni simili. Otto Strasser presenta Hitler come un omosessuale, i
servizi segreti americani tracciano di lui un profilo infamante (coprofago, ama vedere le donne urinare), gli
amici negli Usa dicono che non aveva vita sessuale e che consuma la libido in dolciumi.
Hanna Arendt: gli stati totalitari tendono ad annientare la dimensione privata.
Nelle democrazie: solo negli anni ’60 la vita privata viene utilizzata in maniera più intensa ai fini di
legittimare e delegittimare (tecnica: denigrazione e disinformazione). Il fenomeno arriva lentamente perché
la separazione tra vita pubblica e privata è riconosciuta come GARANZIA GIURIDICA dei cittadini
che agiscono nello spazio pubblico.
Scandalo Profumo: costretto alle dimissioni a causa della relazione con una giovane attrice, legata al
consigliere militare dell’ambasciata sovietica
critiche democratiche dell’immoralità privata
necessità di coerenza: tra vita pubblica e privata. Cause:
1. Indebolimento delle frontiere ideologiche: ciò abbassa il livello della contesa politica che si
occupa anche di questioni personali
2. Evoluzione tecnologica: televisione, teleobbiettivi potenti, si possono osservare i soggetti a loro
insaputa
3. Affermazione del principio di pubblicità: le posizioni dei partiti devono corrispondere a precisi
comportamenti, anche piccoli gesti assumono un significato politico
4. Stretta corrispondenza tra azione pubblica e vita privata: i candidati presentano una finzione
della loro vita privata che deve riprodurre le scelte del programma politico
5. Naturalizzazione della politica: avviene in tutti i settori sotto l’obiettivo dei media
Motore: LA SETE DI INFORMAZIONI DA PARTE DEGLI ELETTORI SU CHI LI RAPPRESENTA,
non distinguendo più tra ciò che è fondamentale e ciò che non lo è.
Delegittimazione della vita privata: non più manipolazione politica (Poincaré) ma proviene dal lavoro di
rivelazione svolto dai media. Caso Sarkozy: immagini pubblicate dalla stampa straniera, pressione sulla
stampa francese che le pubblica per non essere accusata di asservimento; problema: SE UN UOMO NON
RIESCE A GESTIRE LA SUA VITA PRIVATA COME PUO’ DIRIGERE LA FRANCIA?
Arnaud Montebourg: la rivista Gala pubblica immagini di lui nella sua casa di campagna presentandolo
come un playboy, espone querela, non ci furono ricadute politiche. GAFFE: sulla vita provata di Segolene
Royal, dicendo che il suo unico difetto era il suo compagno, Francois Hollande (sospeso per un mese come
portavoce della candidata socialista ma l’obiettivo era lui, il leader del Ps). L’INTRUSIONE DELLA VITA
PRIVATA NON E’ ACCETTATA PER RIVOLGERE CRITICHE AL PROPRIO SCHERAMENTO
(socialisti). La stampa ne approfitta perché così guadagna audience; l’Ump (partito avversario) semina
discordia
Legame mondo mediatico e politico: l’operazione di delegittimazione per funzionare ha bisogno di prove,
spesso fornite da collaboratori.
1. Jacques Chirac: nel 1976 rompe con Valery Giscard d’Estaing e lo presenta come un malato
mentale che si considera un re (rispetto scrupoloso per il protocollo); arrivano immagini
caricaturali dal suo entourage per presentarlo come responsabile della rottura; Chirac ne beneficia
2. Silvio Berlusconi: deriso per il monumentale mausoleo di Villa Arcore, criticato per i rapporti con
uomini corrotti, lifting capelli e altezza. Desiderio di trasparenza politica che impone al corpo del
capo di essere nudo
frontiere politiche e intimità
politica: prima era distinta dalle altre attività sociali perché depositaria di una sacralità particolare, ora non si
distingue, è sensibile al glamour e allo show business, l’uomo politico è come una celebrità suscettibile agli
umori del pubblico
humor: elemento chiave per affermarsi sulla scena politica, prima la discriminante era la competenza e la
coerenza ideologica.
Scandalo Gary Hart: lascia la corsa alle presidenziali per la relazione con una call girl
Bill Clinton: sottoposto ad una commissione di inchiesta con procuratore federale per relazione con una
stagista. Alto costo istituzionale ma limitato quello politico (attualmente il dibattito sulla vita privata si è
attenuato, è maggiore quello politico e finanziario)
Guerra in Iraq: ha modificato la gerarchia delle priorità
Intimità violata: non solo in ambito sessuale, anche per segreti medico-sanitari
1. Chirac: bollettini medici sull’ictus cerebrale, dubbi sulle sue capacità di guidare il paese
2. Invecchiamento e degrado fisico: associati alla rappresentazione del potere e alle capacità di
azione. Il rischio di morte-malattia è associato al declino
3. Fragilità mentale: rivelata difficilmente, crea inquietudine e viene tenuta nascosta perché può
nuocere al partito
4. André Malraux: il gollismo nasconde il ricovero in ospedale psichiatrico
5. Francois de Grossouvre: i mitterandiani motivano il suicidio come debolezza di carattere. Stessa
cosa per Beregovoy (causa: aggressività dei giornali)
Amicizia in politica: la stampa la valorizza solo in caso di drammi (suicidio Habert, genero di Chirac, le
Figaro rispetta il lutto della famiglia)
CONFINI DELLA POLITICA MOBILI COME QUELLI DELLA VITA PRIVATA
ritorno sulla legittimità
Legittimità politica: si fonda sulla questione del voto, delega del potere e rappresentanza (anche nei
regimi totalitari, consultazioni ed elezioni con norme assurde per evitare soprese nel voto, l’opinione
pubblica continua ad influire, può far eliminare un esponente politico)
Anni ’80: fase di ascesa della democrazia d’opinione, mediatizzazione crescente dei sondaggi che
influenzano le candidature politiche. La questione della delegittimazione dipende da un processo labile,
l’espressione virtuale del consenso/dissenso che i leader difficilmente riescono a controllare, dunque
sono obbligati a seguire le mode (vanno dove vanno i sondaggi).
Giocare d’anticipo: gli eletti propongono una visione falsata della loro vita, parlano di hobby e famiglia,
cercano di apparire originali. Conta l’accettabilità sociale
Uomini politici: anche senza potere, ma possiedono capacità mediatica nel creare personaggi di successo.
Lo spazio politico si sposta nei luoghi di comprensione e costruzione dell’opinione pubblica (cerimonie di
investitura mediatica)
Crisi istituzionale: le quinte di ministeri e parlamento vengono accusate di essere luoghi inaccessibili, dei
rifugi politici quando invece rispondono a esigenze costituzionali. Gli studi televisivi vengono presentati
come luoghi aperti ma non sono riconosciuti da norme formali. INVERSIONE DEI RAPPORTI,
SPECCHIO DELLA SITUAZIONE ATTUALE: la protezione della vita privata non è una questione di
difesa dei privilegi ma riguarda il FUNZIONAMENTO DELLE DEMOCRAZIE
Balandier: teatralità del potere, il teatro è scomparso e gli uomini politici appaiono nudi, il popolo ha
dimenticato il valore della discrezione, l’eletto finge di regnare ancora grazie al potere rimasto
Momenti di crisi: i politici ritrovano la loro autorevolezza perché è più importante essere che apparire

De Gaulle nella Francia della V Repubblica


 Modalità di legittimazione: strategia del rassemblement (estensione dell’area della legittimità),
legittimità rappresentativa+ storico-personale
 schieramenti: De Gaulle e gollisti vs. comunisti (unica opposizione nel 1958)
 personaggi: De Gaulle
 concetti principali:
1. rassemblement
2. comunisti come unica opposizione: posizione complicata, non possono giocare in termini di
nemico interno-nemico esterno, nel 1940 rispondono all’invito gollista alla resistenza (partito
della pace) ma quando la Germania rompe il patto Molotov-Ribbentrop cambiano strategia. DG
appare inattaccabile perché segue la direzione che la sinistra sembra aver smarrito (combattere il
fascismo, liberare i popoli coloniali) e si è sempre battuto in difesa dell’interesse nazionale,
entrando anche in conflitto con UK e USA (l’accusa di asservimento non regge)
DG figura mitica insieme a Giovanna d’Arco e Napoleone perché
1. ha un ruolo storico maggiore in una guerra nazionale
2. carattere e psiche fuori dal comune, superdotato
3. mito postumo, discriminante principale; si mantiene nel tempo perché le sue avventure continuano a
suscitare dibattiti e vive di un’ammirazione unanime
1958: ritorno di DG
28 maggio 1958: manifestazione da Nation a Place de la Republique per sottolineare l’estraneità del
gollismo rispetto all’humus repubblicana (è di destra, cattolico, di famiglia monarchica, autoritario, vuole
un esecutivo forte). TEMA DELLA DIFESA REPUBBLICANA USATO CONTRO DG (tema usato
contro Boulanger e Deroulede); CONTRASTO TRA LEGITTIMITA’ RAPPRESENTATIVA E
STORICO-PERSONALE
Problema: per far si che questa strategia avesse successo bisognava legittimare i comunisti ma socialisti e
governo non lo vogliono fare
4 giugno 1958: mobilitazione antifascista per sbarrare la strada a DG, fallimento. Il PCF abbandona la
strategia del complotto fascista
Giugno 1959, XV congresso: toni contenuti, il regime presidenziale orientato verso la dittatura personale
può aprire la strada al fascismo
1961, XVI congresso: il potere personale è una minaccia permanente della fascistizzazione
V REPUBBLICA: regime presidenziale, monarchico, plebiscitario, bonapartista (NB: non si usa più
fascista)
Strategia comunista: porsi sullo stesso livello del generale (storia e leggenda), continui riferimenti al
passato per relativizzare il suo ruolo nella II guerra mondiale, paragoni con Napoleone, dittatori del XX sec e
Pétain
Attaccare il mito di DG: delegittimare il nemico politico, ergersi a principali oppositori contribuendo a
nobilitare la propria immagine. La sinistra si afferma come unica realtà capace di incarnare democrazia
(si oppone all’autoritarismo gollista) e nazione (sostituendo il regime plebiscitario con la centralità del
parlamento, istituzione che rappresenta il paese nella sua totalità)
Il ritorno del generale
DG: prova difficile, chiedo di sostenermi qualsiasi cosa succeda. Appello televisivo in cui denuncia gli
insorti di Algeri (settimana delle barricate)
Doppia legittimità (conferita dalla stessa classe politica): quella rappresentativa da sola non basta, ne
affianca una anteriore e superiore, quella storico-personale (giustifica il suo ritorno al potere). La
legittimità rappresentativa fa riferimento al parlamento ma soprattutto al popolo, per questo bisogna stabilire
un rapporto diretto senza intermediari. Costruisce un apparato di personalizzazione:
1. livello istituzionale: sistema maggioritario e referendum, elezione diretta a suffragio universale del
presidente della repubblica (dal 1962)
2. livello mediatico: utilizzo del mezzo televisivo per comunicare con i cittadini
fine del regno della depersonalizzazione (III-IV Repubblica): il primo tra i francesi è il primo di
Francia/ colui che ci ha guidato alla conquista della libertà, ha rifiutato la dittatura per ristabilire la
Repubblica (Coty, presidente uscente). Riconoscimento di una magistratura morale, anche quando non era
al potere aveva un credito di legittimità che aveva le radici nel servizio reso alla nazione (dall’appello
radiofonico del 18 giugno 1940)
dubbi e criticità: rischi legati alla sovrapposizione di legittimità. Revel, le style du General (primo pamphlet
antigollista), si domanda se ciò senza abusi verrà esteso a tutte le circostanze ulteriori (es. potrebbe decidere
per sempre dell’interesse nazionale).
Sarte: il ritorno al potere significherà l’eterno ritorno delle sue gesta passate?
DG stratega politico: FRONTE POLITICO
Tattica giocata su tre fronti: politico, storico-simbolico, mediatico
Consenso ampio: con le manovre per gestire la situazione in Algeria, i comunisti rimangono isolati
Coalizione di governo: equilibrata ed eterogenea, leader politici con incarichi, tradizioni della III e IV rep.
Rispettate (Bacon m. repubblicano popolare= ministero del lavoro; Berthoin radicale massone= educazione
nazionale, Soustelle= informazione, 4 gollisti)
strategia del rassemblement: estensione dell’area della legittimità che coincide con l’area della
rappresentatività (eccetto il pcf). IN TUTTI I SISTEMI POLITICI ESISTE UNO SCARTO TRA AREA
DELLA RAPPRESENTANZA (FORZE ESISTENTI NELLA SOCIETA’) E AREA DELLA
LEGITTIMITA’, PIU’ RISTRETTA DELLA PRIMA (caso critico: Weimar 1930, i “leali” non raggiungono
la maggioranza); il problema della IV repubblica fu che le due principali forze politiche, comunisti (26%) e
gollisti (21,6%), rimasero escluse. La terza forza (coalizione di governo) raccoglieva in negativo i non
gollisti e non comunisti (51%).
1° giugno 1958: 329 voti contro 224 (a. nazionale), maggioranza ampia per il voto di pieni poteri per 6 mesi
per riformare la costituzione (350 vs 161). Strategia: VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO NON DELLA
PERSONA
Legittimità di DG (Weber): CARISMATICA E LEGALE; davanti al parlamento mette da parte la prima
perché il suffragio universale è la fonte di qualsiasi potere; referendum V rep: 79,2% a favore con la
partecipazione più alta dalla fine della guerra, il si è maggioritario in tutti i dipartimenti francesi.
LEGITTIMAZIONE POPOLARE. Il passato del generale garantisce il futuro, riesce a superare le fratture
politiche ottenendo consensi da tutte le famiglie politiche, anche tra i comunisti (per loro i consensi calano a
causa del sistema maggioritario a doppio turno e dalla fine degli accordi di desistenza con i socialisti)
Discorso del 4 settembre 1958 in Place de la Republique: FRONTE STORICO-SIMBOLICO
Avvenimento fondatore: per accreditare la figura di DG nella tradizione repubblicana, presentare la riforma
costituzionale
Luogo: evocativo, piazza storica, sede di manifestazioni della sinistra, il nome evoca la rivoluzione del 1789
e la I repubblica (1792)
Data: Gambetta, due giorni dopo la sconfitta di Sedan, decreta la fine del bonapartismo e del secondo
impero e proclama la repubblica
Allestimento scenico: la statua Republique circondata da emblemi con la sigla RF, al piedistallo due
bandiere tricolori che formano una V (Churchill), che può essere letta come un 5 romano (V repubblica); due
file di guardie repubblicane sui lati della tribuna formano un’altra V.
Discorso: l’ancien regime ha realizzato unità e integrità ma era incapace di adattarsi al mondo nuovo,
allora è appara la Repubblica che si fonda sulla sovranità del popolo, sulla libertà, speranza e giustizia
TUTTO CIO’ PER COLLOCARE IL SUO PROGETTO DI COSTITUZIONE ALL’INTERNO DELLA
TRADIZIONE REPUBBLICANA DI CUI LUI ERA L’UNICO DEPOSITARIO. DG dichiara di accettare
la repubblica in tutte le sue forme
1. rivoluzionaria e guerriera: 1792
2. sociale: 1848
3. offertasi: 1870 (critico a causa delle degenerazioni ma determinante con Thiers, Poincaré,
Clemenceau)
Siegfried (storico): non proveniva dalla tradizione repubblicana ma accetta di inserirsi in essa; non si
richiama alle date quali 13 maggio, 18 brumaio o 2 dicembre (1804, 1852 fine della repubblica)
L’UNITA’ CHE VUOLE DG TRASCENDE LE DIVISIONI DI PARTITO, RELIGIONE, FILOSOFICHE.
FONDA LA REPUBBLICA SUL RASSEMBLEMENT E NON SULL’ESCLUSIONE
Berstein: non diffonde il progresso attraverso i lumi lottando contro l’oscurantismo, è superiore alle varie
parti che lo compongono, è uno stato che si sottrae a punti di vista specifici, è uno STATO IMPARZIALE
Memoria collettiva: fattore determinante di coesione nazionale
Nazionalismo gollista: SINCRETICO (elogia l’ancien regime con Giovanna d’Arco e la rivoluzione con
Danton e Carnot), della storia francese DG rifiuta solo il periodo di Vichy (1940-44) che però non era
esistito perché DG negli anni della guerra aveva rappresentato la vera Francia. ACCETTANDO LA
RIVOLUZIONE SI ALLONTANA DALL’IDEOLOGIA MAURASSIANA (decadenza e corruzione mali
che risalgono alla riv. francese) A CUI MOLTI LO ACCOSTAVANO E DALLE TESI CLASSICHE CHE
FACEVANO DELLA RIVOLUZIONE UN AVVENIMENTO RIFONDATORE DELLA STORIA
FRANCESE. La rivoluzione non è più la chiave di volta di ogni visione storica, nei programmi non è
preponderante, riferimento importante è la resistenza, nuovo avvenimento fondatore che unisce tutti i
francesi. ASSOCIA REPUBBLICA E RESISTENZA
Democrazia mediatica: FRONTE MEDIATICO
18 giugno 1940: DG è una voce moi general De Gaulle, viene soprannominato General Micro
1958: utilizza il potere dell’immagine, è il primo leader europeo a servirsi del piccolo schermo (78 volte in
11 anni, allocuzione e conferenza stampa). Occorre che i francesi mi vedano e mi ascoltino e che io li
ascolti, è un mezzo unico che mi consente di essere dappertutto, posso stare vicino alla nazione. Il piccolo
schermo è al servizio della Repubblica
III-IV r: rivolgersi direttamente ai cittadini voleva dire far riemergere lo spettro del cesarismo
Videomessaggi nelle fasi drammatiche della vicenda algerina: si presenta in uniforme militare per
ricordare la legittimità incarnata con la lotta antifascista, fa leva sul carisma della sua immagine chiedendo
obbedienza e aiuto. Il presidente è senza avversari credibili e la televisione gli dà un credito di
legittimazione superiore a qualsiasi predecessore
1960 settimana delle barricate: ricorda che non sta parlando solo il capo dello stato ma anche il capo
dell’esercito. Il paese si schiera dietro DG, sostegno da tutte le forze politiche. LA MINACCIA PER LA
REPUBBLICA FA SUPERARE LE DIVISIONI POLITICHE (teoria sociologica: quando c’è un nemico
esterno aumenta la coesione del gruppo)
1961 putsch dei generali: conclusione drammatica, Francesi! Aiutatemi!
Duverger (politologo): mai dal 1789 un capo di stato ha goduto di simili poteri per un tempo così lungo,
un’opposizione annientata, incapace di rivolgergli critiche; i repubblicani gridano god save the King.
L’opinione pubblica deve sentire che i governanti agiscono in suo nome, oggi la fiducia al potere è
maggiore, in Francia esiste una democrazia speciale, la democrazia mediatica.
Opposizione irriducibile: sostenitori dell’Algeria francese
1959-62: l’unica contestazione alla legittimità viene dai sostenitori dell’Algeria francese, che trova terreno
fertile negli ambienti militari con antigollismo di matrice vichyste (il generale nega i valori della destra,
DG è un ribelle, non ha obbedito, è un dissidente perché ha spinto l’impero contro l’unità della nazione, un
mercenario che agisce per gli inglesi, un terrorista che ha telecomandato le truppe militari, è l’anti-
Francia perché si è circondato di ebrei, massoni, comunisti, socialisti)
Dottrina del tirannicidio: per giustificare la legittima difesa nel fallito tentativo di uccidere DG
Tesi della sacra unità della nazione: la stessa usata da DG, i generali rifiutano di decolonizzare una terra in
cui la presenza francese non è più accettata. Continueremo a combattere anche se non abbiamo più uno
scopo, il motivo lo abbiamo
Risposta di DG: coniuga la legittimità storica a quella mediatica; in questo momento la legittimità di DG
tocca le vette di gradimento più alte, i francesi rifiutano ogni avventura politica che si ponga al di fuori della
legalità gollista
1962 riemergono le divisioni politiche
Evoluzione pratiche di delegittimazione:
1. livello politico: aumentano i critici, estrema destra e sinistra, i comunisti entrano in gioco con la
strategia dell’unità a sinistra, gli esclusi dal sistema sono una minoranza
2. evoluzione delle critiche:
ribellione: DG non accetta che il potere carismatico sia legato solo a fasi di crisi nazionale. DG aveva
vincolato il suo ritorno ad un’evoluzione delle istituzioni per guidare il paese fuori dalla crisi e come
garanzia contro il regime dei partiti. Questi pensavano che finita la crisi ci sarebbe stato un graduale
ritorno alle pratiche tradizionali (es. il socialista Mollet, crede che la parentesi si sia chiusa)
insofferenza dei partiti: il presidente da arbitro è diventato capo occulto di una maggioranza e del
governo, fine del tempo dell’emergenza
accelerazione: per completare il progetto di riforma istituzionale, progetto diverso dai partiti. Si affida
all’articolo 11 per sottoporre la riforma direttamente al voto popolare senza passare dal parlamento.
RIPERCUSSIONI:
1. sudreau si dimette: riforma priva di conseguenze finchè ci sarà lei, mi rifiuto di firmare un assegno
in bianco ai suoi successori
2. prima crisi parlamentare dal ritorno di DG: presentata una mozione di censura che ha per
oggetto la procedura (non la riforma)
3. 5 ottobre, governo rovesciato
4. Mendes-France: oppositore, quella gollista non è la repubblica, travisamento del contratto tra DG
e i francesi
5. Reynaud: conservatore, argomentazioni di natura giuridica, il centro del problema è l’AVER
PORTATO IL CUORE DELLA POLIS FUORI DAL PARLAMENTO. L’associazione potere
carismatico e televisione è un rischio; ammettere che la Francia sia altrove significa riconoscere la
fine della Repubblica, DG scivola verso il potere personale
6. Diligent: alcuni ministri sono più a loro agio negli studi televisivi e preferiscono i muti spettatori ai
parlamentari che muti non sono
Uso spregiudicato del mezzo televisivo/potere personale: tormentoni insieme a TELECRAZIA (IL
POTERE PERSONALE PIU’ IL MONOPOLIO DELLA TELEVISIONE)
Opposizione: di nuova generazione, personaggi che per la prima volta prendono le distanze dal generale
(Reynaud). Non è un’opposizione sistematica ma per la prima volta il paese è spaccato: GOLLISTI VS.
PARTITI-SINDACATI-GIORNALI. Il destino del regime gollista e della vita politica è in discussione
VITTORIA DEL SI: fine sistema parlamentare, con il presidente della repubblica a fianco del parlamento,
entrambi legittimati dalla sovranità popolare solo che il presidente nella sua totalità (monarca repubblicano,
Debrè), il parlamento frammentata in 485 parti. 62,25% dei voti a favore con un’affluenza del 77%; i si
rappresentano il 46,66% degli aventi diritto al voto, per la prima volta non c’è il consenso della
maggioranza
Elezioni di novembre: polarizzazione, gollisti vs. cartello del no. Vincono i gollisti, ma DG è costretto ad
abbandonare il ruolo di presidente sopra le parti entrando in competizione con gli altri partiti
De Gaulle monarca repubblicano
Charlot: inversione del rapporto di forza tra gollismo presidenziale e parlamentare, diminuiscono i voti
riconducibili alla persona di DG e i partiti di maggioranza ne beneficiano. Nel 1968 il gollismo parlamentare
in crescita eguaglia quello presidenziale in declino. DG ora è leader della coalizione delle destre, mutano
le pratiche di delegittimazione
Critiche: la figura del generale, la sua concezione delle istituzioni, si parla di potere assoluto e colpo di stato
Conferenza stampa 31 gennaio 1964: punto di non ritorno, DG presenta le tavole della legge:il potere non
è una questione di parte ma scaturisce dal popolo, il capo dello stato ne è la fonte e il detentore, non è
accettabile una diarchia, infatti il presidente è l’uomo della nazione e sceglie il primo ministro, pari agli
altri membri di governo, il presidente può sostituirlo e ha la responsabilità della nazione e non può
interessarsi troppo della congiuntura politica, parlamentare, economica del paese che è il campo d’azione
del primo ministro. SI PRESENTA COME UN MONARCA REPUBBLICANO, UNISCE I SOGNI DI
MACMAHON E CHAMBORD
Gli oppositori
Mendes- Antigollismo repubblicano, denuncia le istutuzioni risparmiando Il popolo abdica scegliendo un uomo sulla
France il capo di stato (legame personale). Critica la costituzione del sola base del suo talento, è una rinuncia a
1958 perché costruita su misura per lui e non avrebbe potuto comandare, una regressione
sopravvivergli, la presidenzializzazione del regime e il Problema: la depoliticizzazione del sistema
suffragio universale del presidente. Democrazia e repubblica
sono inconcepibili con la personalizzazione
Mitterand volto nuovo, toni decisi. Il problema è la gestione del potere da Se chiamiamo regime presidenziale quello di
parte di un solo uomo, lo chiama dittatura perché è la cosa che Salzar, Franco, Mussolini, allora quello di
gli va più vicina oggi in Francia è un regime presidenziale

Critica alla persona di DG: segnale importante è dato dalla candidatura di Defferre per le presidenziali del
1965, portavoce dei presidenzialisti al consiglio nazionale e al congresso in opposizione ai sostenitori del
contratto di maggioranza (Mollet); unione della sinistra alle istituzioni; ritirata la candidatura gli succede
Mitterand, l’anti DG
Presidenziali: fulcro della competizione politica, gli avversari personalizzano la competizione. M. accetta
il quadro istituzionale gollista (no art. 11 e 16) e la concezione monarchica della Repubblica (ho votato
contro la costituzione per il contesto non per il testo); l’obiettivo è abbattere DG
Il postumo rassemblement
5 dicembre 1965: nemico sconfitto (ballottaggio al primo turno, attacchi personali). Il gioco democratico
riprende, la crisi è superata. A farne le spese è DG e il paese torna a dividersi. DG dichiara di non essere
l’espressione di una parte, dell’UNR, non divide i francesi ma li unisce
Elezioni: 84,3% alle urne, consacrazione dell’elezione diretta a suffragio universale, prova che il gollismo
non ha prodotto una depoliticizzazione del paese
Ralliement delle destre: due idee tipicamente della destra, nazione ed esecutivo forte. La sinistra è
repubblicana per nascita, la destra lo diventa per conversione ed assuefazione (Agulhon); IL GOLLISMO
SANCISCE L’INGRESSO DELLE DESTRE NELL’ALVEO REPUBBLICANO
Sinistra: svolta decisiva, l’esito delle elezioni dà rassicurazioni
Pantheon: simbolo unione sinistre e destre (1964, ceneri di Moulin, tempio della repubblica laica), luogo di
sepoltura dei grandi, prolungamento degli Invalides delle guerre nazionali
Cimitero di Colombey-leus-deux-Eglises: luogo di sepoltura di DG, un modo per evitare di essere
collocato politicamente all’interno di una tradizione, unendo dietro di sé un’intera nazione.

Weimar e Italia del secondo dopoguerra


 Modalità di delegittimazione: sulla base della percezione dell’avversario come sleale/semileale ai
valori del sistema; l’avversario viene presentato come un pericolo (potenziale/reale) che incarna
virtù negative e valori inconciliabili con quelli del sistema. Le forme della delegittimazione sono
più complesse di quelle della contrapposizione amico/nemico;
 concetti principali:
1. delegittimazione dell’avversario nei sistemi politici con profonde fratture (crisi di regime,
transizioni verso un nuovo ordine)
2. difficile trovare un confine tra delegittimazione e confronto politico
3. Nemico: colui percepito come contrario al sistema ed etichettato come sleale
4. Semileale: non si contrappone in maniera netta al sistema ma suscita la sfiducia dei suoi
avversari
5. Transizione: crisi dell’assetto politico precedente, non sempre portano ad un capovolgimento
del sistema
6. Delegittimazione nella transizione: 1. Fattore decisivo per l’innesco della crisi; 2. Riflesso
della natura stessa della transizione
TIPI DI DELEGITTIMAZIONE NEL ‘900: idealtipi, si manifestano anche insieme
tipologia scopo esempio Caratteristiche
DELEGITTIMAZIO Cambiamento del fascismi Uso sistematico della violenza,
NE FUNZIONALE regime gruppi paramilitari

DELEGITTIMAZIO Critica al sistema Populismo politico (estremizzazione Linguaggio diverso dalle forme
NE STRUMENTALE e agli attori amico/nemico); partito dell’Uomo retoriche, mossa da un outsider
E TEMPORANEA politici Qualunque (Giannini, linguaggio (estraneo al sistema); se entra nel
aggressivo che fa leva sistema o abbandona la pratica o
sull’insoddisfazione, addita tutti gli la ritualizza per consolidare il
avversari come corrotti) con la nucleo duro di militanti
polemica del fasciantifascismo (Nenni
è un foruncolo nel culo della politica
italiana); Lega Nord (uso della forza in
funzione simbolico-identificativa)
DELEGITTIMAZIO rivendicare la C’è un’insufficiente comprensione della non sempre per far crollare il
NE specificità delle natura del conflitto politico in regime, deriva da vari fattori
PRETERINTENZIO proposte contro democrazia, i comportamenti vengono (assenza di valori condivisi,
NALE identità politiche accentuati dalle caratteristiche scarsa collaborazione/
inconciliabili strutturali del sistema opposizione in una coalizione,
difficoltà a gestire l’opinione
pubblica)

Case studies con diverso esito finale


1. REPUBBLICA DI WEIMAR
Prima fase (1919-1923): la delegittimazione è legata alla parziale accettazione del nuovo sistema, sfiducia
verso il sistema
Esempi: CAMPAGNE DI STAMPA CONTRO PERSONAGGI DI SPICCO orchestrate dalla destra
conservatrice, accentuano la crisi ma la Repubblica riesce a stabilizzarsi
MATTHIAS ERZBERGER (assassinato nel 1921), politico bavarese accusato di distrazione di fondi
Avversari, discorsi e scritti Gli attacchi
Helfferich, sul giornale Kreuzzeitug Politico corrotto, incarnazione dei valori repubblicani
Fort mit Erzbeger (pamphlet di H.) Accusa di tradimento nelle trattative di pace e per l’eccessiva attività di governo
26 giugno 1919 (discorso di H.) Lotta contro i traditori: perdita di valori morali, combattere fino alla morte contro chi
ha condotto il popolo alla vergogna
Ludwig Thoma Furfante di Biberach
necrologio Pericolo per la Germania, bisogna seminare odio, odiare nemici interni ed esterni

WALTHER RATHENAU (assassinato nel), bersaglio di una campagna diffamatoria per il tradimento
della causa tedesca nelle trattative internazionali e per le sue origini ebraiche
avversari Gli attacchi
Wilhelm Henning Denuncia vero volto del trattato di Rapallo, l’onore tedesco non è merce di scambio
per le mani internazionali degli ebrei, il popolo tedesco farà pagare il conto
p. popolare nazionale tedesco (Dnvp)
Volksfreund (giornale di destra) Maiale ebreo maledetto da Dio
Helfferich

Kark Helfferich: leader della Dnvp, al governo durante la guerra, all’opposizione nel dopoguerra
(destabilizzazione), segretario di Stato e vicecancelliere finita la guerra, lascia la carica per le critiche degli
avversari
Motivi di questi comportamenti:
1. Le forze conservatrici sono all’opposizione e riconoscono solo in parte il sistema parlamentare
democratico in cui si trovano; delegittimazione come segno di un’incompleta accettazione del
sistema repubblicano
2. Mancanza di una solida tradizione parlamentare e di confronto democratico; con l’Impero l’azione
parlamentare non era legata alle sorti del governo dalla fiducia; ora l’istituto parlamentare è centrale
e come contrappeso vi è la figura del presidente, segno di una sfiducia verso il sistema dei partiti
(gli interessi rendono il sistema meno efficace; pluralismo a discapito dell’efficacia). NB: elevato
ricambio della rappresentanza, 2/3 sono alla loro prima esperienza
Repubblica: ha i requisiti per sviluppare la democrazia ma ha anche elementi di debolezza (diffidenza verso
i partiti, scarsa condivisione dei valori repubblicani, limitato sostegno elettorale ai filorepubblicani); la
sconfitta non era stata completamente metabolizzata
Perché la delegittimazione non porta ad una crisi del sistema?
1. Accettazione delle regole del sistema democratico, limiti all’intensità del conflitto: l’influenza
del parlamento era andata crescendo durante il Reich quindi l’abitudine al confronto e al dibattito
politico era radicata ma non vi era stata esperienza di governo parlamentare (conflitto parlamentare
maggiore)
2. Limitata condivisione dei valori: fattore di rischio, la coalizione di Weimar ha un seguito elettorale
limitato. La debolezza della cultura repubblicana come fattore di crisi va relativizzata, acuisce i
conflitti ma gli attori non sempre sono consapevoli degli effetti sistemici che poteva produrre
3. Sottovalutazione degli effetti sistemici di alcuni comportamenti di delegittimazione: es. la
DNVP che sperava nel ripristino della monarchia ma era attraversata da un dilemma (rifiuto del
nuovo stato/cooperazione in nome della nazione) anche perché all’interno vi era un mix di
componenti di destra che influisce sulla linea politica.
Conservatori: opposizione, una volta al governo hanno un comportamento responsabile ma ci sono
profonde divisioni interne
NB: I PROCESSI DI DELEGITTIMAZIONE NON SONO AUTOMATICAMENTE ALL’ORIGINE
DELLA CRISI DI SISTEMA. IN QUESTA FASE PRODUCE UNA REAZIONE DIFENSIVA DA PARTE
DEL FRONTE REPUBBLICANO
Funerale di Rathenau: occasione di rafforzamento simbolico della Repubblica; l’anniversario della sua
morte è occasione per celebrare i valori repubblicani, il sangue di rathenau è collante della Repubblica
Morte di Erzberger: sintomo del bolscevismo di destra, frutto del clima di intolleranza (Die Hilfe, rivista
vicina al p. democratico), decreto di emergenza che vieta manifestazioni antirepubblicane (grazie all’art. 48);
la Dnvp teme eventuali effetti sugli equilibri politici, rischio che l’asse politico si sposti verso sinistra
1. I meccanismi di delegittimazione operano nel periodo di stabilizzazione del nuovo regime;
polarizzazione destra-sinistra, linguaggio esasperato favoriscono il persistere di pratiche di
delegittimazione; chi ha riserve verso la democrazia non è automaticamente un elemento eversivo
anche perché le pratiche di delegittimazione non miravano a far cadere il regime ma a colpire i
nemici interni (la destabilizzazione del sistema è un effetto collaterale)
2. Effetto di risonanza prodotto dalle forme di comunicazione politica e dalla diffusione della
stampa popolare di massa: il ruolo della propaganda è parte integrante della vita politica, la stampa
è strumento di lotta politica, la stampa popolare semplifica i messaggi politici e orientano l’opinione
pubblica ed enfatizzano la figura del nemico (ma i periodici filorepubblicani non ebbero la stessa
efficacia di quelli conservatori nel contrastare le tendenze delegittimanti)
3. Legame tra attacco al singolo e crisi di transizione: E. e R. sono capri espiatori
dell’insoddisfazione per la guerra e la pace
4. La repubblica si solleva dalla crisi: la crisi di regime si risolve e c’è un periodo di stabilità; le
cicatrici rimangono e continuano ad agire ma la fase 1924-28 rimane comunque un periodo di
stabilità
I nodi irrisolti:
1. Problema delle formule di coalizione, debolezza del liberalismo democratico
2. Questione delle riparazioni di guerra, tema di divisione, elemento ricorrente nei processi di
delegittimazione (ridiscutere ammontare delle rate, scadenze e ammontare della somma). La politica
di adempimento al pagamento viene bollata come nemica (es. ostilità al piano Young, referendum
perso ma dà visibilità alla NSPD)
Fase finale (): porta alla dissoluzione della repubblica; la delegittimazione involontaria
(preterintenzionale?) dei leali/semileali alla Repubblica si intreccia a quella del nazionalsocialismo
(NSDAP, forza sleale), fautrice di una politica antisistema, aiutata dalla debolezza dei partiti e dalla
divisione delle forze di sinistra (SPD=socialdemocratici e KPD=comunisti), le uniche che potevano con la
loro forza elettorale contrastare Hitler
Forze sleali: NSDAP, KPD (antisistema, accusa la SPD di socialfascismo)
Hitler: leader della Dap e poi della Nsdap, usa retoriche di delegittimazione mescolando promesse e
polemiche antisistema (guerra, pace ad opera degli ebrei). La delegittimazione è favorita da fattori esterni
1. Guerra e memoria della guerra: senza la guerra persa e il sentimento di umiliazione Hitler non
sarebbe stato nessuno
Politica nazionalsocialista: unisce delegittimazione del nemico (il male) all’uso della violenza
contro gli avversari politici; toni aspri contro i partiti e il sistema democratico, uso eversivo della
delegittimazione
2. Crisi economica: aumenta il malcontento e indebolisce il sindacato, importante difensore della
repubblica (1932: 5 milioni di disoccupati)
3. Ricorso alla violenza: 457 morti nel periodo 1923-31, eredità di guerra. I nazisti uniscono
propaganda e uso della violenza contro tutti coloro che incarnavano valori invisi ai nazisti
Es. Killinger ammette che il nazionalsocialiscismo è odio e ancora più odio; uso di gas e polveri
urticanti alla proiezione di all’ovest niente di nuovo; l’azione violenta cerca i presupposti per la
conquista del potere (delegittimazione FUNZIONALE)
Ruolo della violenza: genera insicurezza, spinge a cercare ordine che si trova nella forza politica che
contribuisce a generare tale clima
LA DELEGITTIMAZIONE QUESTA VOLTA E’ EFFICACE GRAZIE AGLI ELEMENTI CHE
AUMENTANO IL MALCONTENTO, LA NSDAP DIVENTA L’ALTERNATIVA AL SISTEMA DEI
PARTITI CHE NON RIESCONO AD ACCORDARSI PER CONTRASTARE L’ASCESA DI HITLER

2. ITALIA
Dopo il 1945: delegittimazione come pratica diffusa, la fase di dittatura rende difficile la transizione verso la
democrazia e le nuove generazioni non avevano mai sperimentato un sistema elettorale libero e competitivo.
Tre diverse prospettive nella Resistenza (Pavone):
1. Lotta patriottica contro l’occupazione
2. Lotta per la giustizia sociale
3. Guerra civile tra antifascisti e repubblica di Salò
Fronte antifascista: numerose fratture interne che generano diffidenza reciproca tra gli attori politici
Situazione nel 1946: pericolo nel controllo dell’ordine pubblico, non si riesce a sublimare l’esperienza di
guerra in retorica del sacrificio e glorificazione dei caduti a causa delle devastazioni (vittime civili); con
l’estensione della violenza sui civili, circolavano più armi (aumentano le tensioni sociali). Manca
un’educazione al confronto democratico. CLIMA DI POTENZIALE DEGENERAZIONE accentuato da due
fattori:
1. Crepe nell’unità antifascista (DC vs. comunisti): come nell’interpretazione dell’antifascismo (DC=
antitotalitarismo, da estendere ai regimi comunisti; Comunisti= l’anticomunismo non è democratico)
2. Contrapposizione monarchia-repubblica
Situazione sociale: difficoltà e malessere che i partiti di sinistra cercano di tenere sotto controllo
1947: allontanamento socialisti e comunisti dalla coalizione di governo, aumenta la tensione sociale; la
campagna elettorale del ’48 radicalizza la contrapposizione democristiani e comunisti (scontro tra bene e
male) ed è caratterizzata da tentativi di delegittimazione dell’avversario per dimostrarne l’alterità rispetto
al sistema
DC e moderati: il comunismo è un reale e grave pericolo, sono barbari mascherati da democratici che
preparano un bagno di sangue
Scelba: se l’Italia cade sotto al comunismo si ritorna al tempo delle invasioni barbariche
Chiesa: incoraggia il coinvolgimento delle parrocchie nello scontro
Gronchi: contro il fanatismo dei comunisti, usa espressioni come si credono apostoli, unici possessori della
verità, i soli a salvare l’umanità; non sanno stare all’opposizione perché per loro è una condizione di
inferiorità, inutile, se si impossessano del potere eliminano l’opposizione
CARATTERISTICHE: toni apocalittici, contrapposizione amico/nemico, contrasto barbarie/civiltà, temi e
similitudini religiose (paragone chiese-partiti: il comunista è scismatico, abbandona la retta via per
assolutizzare il suo credo), toni da crociata
Risposta della sinistra: si accusa l’avversario di voler dividere il paese e di demonizzare l’opposizione;
accusa di clerico-fascismo, si enfatizza il legame con la borghesia
Polemica religiosa carta poco giocata, cautela verso gli eccessi di anticlericalismo lamentati dal Pci
Togliatti: scemenze nel discorso di De Gasperi, si sente offeso sul piano personale (Togliatti ha il piede
forcuto) e dice di munire le scarpe di chiodi per prendere a calci in quel certo posto il signor cancelliere
austro-americano. Interessante perché:
1. Il riferimento satanico viene ribaltato in accusa, De Gasperi epigono della santa inquisizione
(argomento di facile presa e non usa elementi anticattolici)
2. Riferimento ai legami austriaci e statunitensi per negare l’italianità di De Gasperi
TEMA PRINCIPALE DI DELEGITTIMAZIONE: IL RAPPORTO CON LA NAZIONE, TEMA
DELL’ASSERVIMENTO ALLO STRANIERO
Comunisti: prosecutori del risorgimento democratico, fanno leva sull’asservimento agli USA
Dc e comitati civici: fanno leva sui rapporti del Pci con Mosca (venduti alla Jugoslavia che ha strappato
lembi del nostro territorio), pci servo dei russi
Comunisti contro De Gasperi: accusato di scarso patriottismo, critiche sul suo passato erano usuali,
responsabilità nella morte di Cesare Battisti
Longo deputato austriaco, cittadino vaticano succube dell’America
Pertini Reazionario ed austriaco
Esponente monarchico cancelliere d’Italia
L’Unità (articoli sul passato fa il deputato con chi ha impiccato Battisti, quello che de Gasperi fece a
austriaco) Battisti ora lo fa con l’Italia
Togliatti applaude alla notizia dell’impiccagione

Comunisti contro democristiani: repressione poliziesca, Scelba comportamenti antidemocratici,


responsabile della morte dei manifestanti, autore degli eccidi proletari perché non aveva voluto impedirli o
perseguire i responsabili (il fronte opposto invece loda Scelba)
Scandali per screditare l’avversario
partito scandali
Pci Aver sottratto l’oro di Dongo (beni di Mussolini) e difendere
Tito
DC Enfatizzazione di scandali
Chiesa libro bianco sull’operato Vaticano, falso
14 luglio 1948: sciopero generale della CGIL, Togliatti ferito da un attentatore, Pallante. Reazione dei
militanti comunisti, si teme una guerra civile ma l’atteggiamento cauto del governo, la dirigenza comunista
e il miglioramento di Togliatti la scongiurarono. IL GESTO DI PALLANTE NON FU CONSEGUENZA
DELLA DELEGITTIMAZIONE CONTRO I COMUNISTI anche perché la vittoria della DC rassicurò gli
animi e non c’erano campagne mirate contro Togliatti (come era accaduto in Germania); l’episodio portò
verso la stabilizzazione del sistema (toni accesi ma meno rischio di degenerazione)
SISTEMATICA E MARTELLANTE DENIGRAZIONE MORALE DELL’AVVERSARIO
OPERATA DA PARTITI ESTREMI (1953, questore di Roma)
Elezioni 1953: conflitto esacerbato dalla nuova legge elettorale (introdotto il premio di maggioranza), non ci
furono episodi di particolare violenza, anticomunismo in primo piano (es. mostra dell’aldilà per far vedere
cosa succedeva oltre cortina ma con materiale costruito)
Contro Scelba: su uno sfondo di croci (dei morti proletari)
Tema delle forchette: i democristiani sono forchettoni, usano le forchette per mangiare ai danni del
popolo
DC risponde: all’insegna del miglior forchettone, Togliatti e Nilde Iotti che divorano gli spaghetti. Migliore
era un epiteto attribuito a Togliatti, i veri approfittatori sono i comunisti al contrario di quello che
dicono. Le tue illusioni sono la loro ricchezza/ i tuoi voti sono la loro ricchezza/ case principesche, locali di
lusso…segretarie i comunisti non si fanno mancare nulla
I TONI SI ATTENUANO MA CI SONO OCCASIONI DI TENSIONE (un socialista accusa il Papa,
agitazioni a Catanzaro con presunta funzione eucaristica per riparare all’offesa), L’INTERVENTO DELLA
POLIZIA RIMANE RILEVANTE (guidati da Tambroni) MA PER COMPORTAMENTI CHE OGGI
PAIONO LEGITTIMI (critiche al governo, richieste di fondi)
Campagna contro la legge truffa, ma rimangono i temi contro De Gasperi servitore di Austria-fascismo-
Vaticano-USA. LA DELEGITTIMAZIONE DI DE GASPERI PERO’ NON E’ IL TEMA CENTRALE
DELLA CAMPAGNA COMUNISTA, anzi viene evocata da un ex-democristiano (DG invoca Francesco
Giuseppe, io Cesare Battisti)
De Gasperi è il più mediocre dei presidenti del consiglio non è oltraggioso, è normale dialettica politica
CONCLUSIONI
L’ESISTENZA DI FORME DI DELEGITTIMAZIONE DIPENDE DALLA PERCEZIONE RECIPROCA
DEGLI ATTORI POLITICI E DALLA LORO CULTURA POLITICA; CONTRIBUISCE ANCHE LA
RICETTIVITA’ DELL’OPINIONE PUBBLICA
Difficoltà: capire qual è il confine tra delegittimazione e polemica politica perché la natura stessa della
polemica politica spinge a enfatizzare i toni ma non sempre toni eccessivi producono effetti producono effetti
delegittimanti
La critica al nemico produce effetti delegittimanti: opera all’interno della convinzione che quel soggetto
non sia leale verso il sistema
Esiti diversi: dipendono da fattori esterni alla dialettica politica; l’individuazione del nemico mette in moto
il processo ma non basta, l’efficacia dipende dal contesto
Crisi di Weimar: non premeditata, si avvia verso il consolidamento; il crollo deriva dalle debolezze
strutturali e dalla NSDAP che sfrutta il clima di malcontento mettendo in atto una politica delegittimante
che le forze di sistema non riuscirono a contrastare
Dopoguerra italiano: il sistema non crolla, gli attori politici cercano di non oltrepassare i confini del
conflitto politico (caso Togliatti), stato e partito controllano i militanti e il sistema di stabilizza.
Sistema bloccato: le tendenze delegittimanti continuano ma vengono neutralizzate dal funzionamento del
sistema politico
Tempi recenti: riemergono forme di polemica politica (i fattori contingenti le diffondono)
INCERTEZZA E INSODDISFAZIONE NELL’OPINIONE PUBBLICA= PRECONDIZIONE
PERCHE’ LE PRATICHE DI DELEGITTIMAZIONE POSSANO DIFFONDERSI (ciò spiega perché
un leader possa avere una stagione di successi per poi scomparire con il declino del malcontento: DIPENDE
DAL CARATTERE NON PASSIVO DEI DESTINATARI CHE RIELABORANO IL MESSAGGIO)
CULTURA POLITICA CHE FAVORISCE PARTECIPAZIONE E DIALOGO: ANTIDOTO
ALL’EFFETTO DESTABILIZZANTE DELLA DELEGITTIMAZIONE DELL’AVVERSARIO POLITICO

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