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Italia liberale
Modalità di delegittimazione: trasformare l’avversario in nemico,
schieramenti: moderati vs. radicali-repubblicani-cattolici-socialisti
personaggi: Crispi, Depretis, Turati, Rudinì, Cavallotti
concetti principali:
1. Legittimazione politica: riconoscimento da parte di un concorrente alla gestione del potere
della legittimità di un’altrui identica pretesa
2. Delegittimazione: atteggiamento di contestazione radicale della legittimità di un
potere/aspirazione al potere (termine introdotto recentemente); processo decisivo nei sistemi
contemporanei (aspetti psicologici e sociologici nella questione consenso/dissenso)
3. Tema: costruzione ideologica e modalità discorsive attraverso cui regimi di tipo parlamentare-
rappresentativo (sfera della costituzione materiale), il conflitto politico può trasformarsi nella
tentazione di lacerare il tessuto istituzionale ricorrendo a pratiche di delegittimazione
dell’avversario, presentandolo come nemico anche a rischio di scatenare una guerra civile.
Il focus è indagare forme di retorica del conflitto tra avversari politici legittimi (parlamentari,
candidati)
4. Modalità discorsivo-ideologica delegittimante: può diventare uno strumento di lotta in una
classe politica che si riconosce negli stessi principi legittimanti
5. Delegittimazione: tecnica di contestazione che rende l’avversario politico un nemico creando
priorità valoriali che indeboliscono la credibilità della legittimazione dell’avversario anche se
inserito nello stesso quadro valoriale. Nelle società contemporanee il nemico non diventa tale
fino alle estreme conseguenze (esigenza: nemico come pericolo diffuso)
6. Confine tra conflitto politico e delegittimazione: è lo stesso tra avversario (politica contraria
agli interessi della comunità ma non ai suoi valori) e nemico (negatori dei valori fondanti)
7. Delegittimazione: morale (patogenesi)=riguarda la figura dell’avversario; contro interessi/idee
che la figura rappresenta
8. Modalità simbolico-discorsive: verificare se rimangono logiche finalizzate al riconoscimento
dell’avversario (lotta politica con ricomposizione del conflitto in nome dell’universalismo
liberale e delle sue potenzialità) o se mirano a delegittimare l’avversario trasformandolo in
nemico (contesto di virtuale guerra civile)
il contesto politico-istituzionale
costruzione della nazione: pone un problema di legittimazione alle classi dirigenti liberali e dal punto di
vista politico-istituzionale non è un’impresa semplice (politico-diplomatico: non c’è un blocco sociale
aggregante, l’aristocrazia è debole, slegata al territorio, incapace di porsi come riferimento verso le classi
popolari) perché al vertice manca una casata regnante prestigiosa. I Savoia godono di una quasi legittimità,
hanno una legittimità doppia che non ne fa una intera:
1. Legittimità tradizionale: nel Regno di Sardegna, con una politica che si ricollega al
costituzionalismo monarchico europeo. Prevale questa del realismo politico che gli garantisce il
ruolo di dinastia nazionale ma toglie credibilità come forza di cambiamento
2. Legittimità rivoluzionaria: devasta gli antichi ordini, nei territori annessi, con un contatto popolare
ravvicinato (matrice storica e popolare e potenzialmente costituente)
Morte di Cavour: muore l’unica figura in grado di guidare il processo di unificazione
Istituti politici sabaudi: diventano istituti nazionali ma non sono moderni e liberali per i territori
piemontesizzati; per gli ex territori borbonici sono violenti. I gruppi dirigenti hanno paura del popolo in armi,
l’esercito regio è debole, il senato non è un punto di riferimento per la sua matrice aristocratica
Classe politica liberale: snodo istituzionale del processo di legittimazione, sostituisce istituzioni poco
legittimate, diventando la primaria fonte di legittimazione delle istituzioni nazionalei (fragile, poca
partecipazione popolare alla vita pubblica). LE FIGURE, I RUOLI LEGITTIMANO LE ISTITUZIONI,
genera centralità istituzionale
Doppia legittimazione del processo di unificazione:
1. Componente diplomatico-realista: parte di Cavour
2. Componente azionista: ideologia mazziniana
Unite grazie al contributo garibaldino, unite dall’intento unitario ma con differenze programmatiche; nessuna
delle due riesce a monopolizzare il titolo di artefice dell’unificazione e emarginare l’altra. Entrambe
rappresentano la stessa nicchia: rivoluzionari che si battono per il progresso
Felice Cavallotti: libertà e unità raggiungibili anche con un governo costituzionale ma l’unificazione non
deve essere tutta opera di questo, se la nazione si leva il governo sarà costretto a seguire la vera politica
nazionale.
Romualdo Bonfandini (moderato): i partiti hanno un’origine comune, rivoluzionaria. I partiti sono tutti
rivoluzionari, se interpretano il ruolo di conservatore vengono delegittimati perché sospettati di
simpatizzare con il clericalismo e restaurazione
Nemici: forze antisistema, da combattere con le armi. Il partito clericale, sovversivo (quello repubblicano ha
almeno il sentimento di unità nazionale). La chiesa cattolica è l’unico nemico dichiarato perché ostile al
processo di unificazione, è una forza delegittimante che partecipa alla vita politica locale e nazionale
Mordini: con l’unità se ne va la libertà; sul tema risorgimentale non devono esserci divisioni, risrsa
traballante
Stato italiano: nasce convivendo xon un’autorità morale e politica impegnata a delegittimare le premessse
costituzionali del nuovo sistema di potere. È un nemico interno la chiesa cattolica che contribuisce ad
individuare un nucleo polemico e al radicamento di un atteggiamento contestatario della legittimazione
delle istituzioni liberali
il recinto parlamentare
parlamento: luogo della rappresentanza politica del potere legalee simbolo della rivoluzione. È cemntrale,
spartiacque che divide la prospettiva rivoluzionaria mazziniana da quella liberal-parlamentare.
Crispi, 1864: la monarchia ci unisce, la repubblica ci dividerebbe. Frase non scontata, considera esaurita
l’idea di partiti ostili in Parlamento, fine del progetto di crisi egemonica (Bertani) con la dimissione dei
deputati di sinistra in protesta al governo moderato, è un estremo tentativo di portare il baricentro dal
parlamento al paese, non riesce per resistenze all’interno della stessa sinistra. Né re né piazzza possono
aspirare ad un ruolo centrale , la partita si gioca in parlamento
Centralità della camera elettiva: definisce l’importanza della classe politica come fonte di riferimento,
determina l’aumento delle narrazioni delegittimanti
Mancanza di alternative forti: parlamentari e leader con le loro parole/azioni forniscono l’unità di misura
attraverso cui per contrasto si forma il processo di nazionalizzazione delle varie identità culturali e politiche.
Dopo l’unificazione lo scontro cavouriani/partito d’azione si attenua per il richiamo all’unità e per
l’istituzionalizzazione di pratiche e linguaggi dell’opposizione
De Sanctis: l’antica sinistra morì il giorno in cui Mordini e Crispi non vollero dimettersi, la sinistra è
un’opposizione costituzionale progressista
fine unico, metodi diversi
conflitto tra le due componenti: sembra istituzionalizzarsi sul modello britannico bipartitico, la divisione
trovava ragioni nelle divergenze che avevano separato i parlamentari nel 1861 e con le differenze con cui
completare il processo di unificazione. Presa Roma, la divisione continua come fisiologica
Minghetti, 1883: nel regno il compito era così grande che abbiamo potuto dividerci, il fine era uno, i
metodi diversi
De Sanctis, 1875: senza lotta non c’è vita, ricordate che siete uomini civili, qualcosa nelle lotte vi deve
unire
Conflitto politico destra-sinistra: frattura netta, tendenza al voto di partito
1876, caduta governo destra, primo governo di sinistra: ciò non viene ritenuto pericoloso, non si teme la
distruzione dell’ordinamento, la destra incoraggia l’esecutivo degli avversari anche perché il sistema
garantisce alternanza (doppia schiera di uomini con diversi metodi). Alcuni settori della destra denunciano il
punto debole degli avversari, l’eccessiva commistione con elementi ANTICOSTITUZIONALI
radicalismo alla chetichella
sinistra e corruzione: sistema che vizia, le radici dello stato si infettano. Nuova argomentazione polemica:
guida dello stato incerta; il timore è la propensione della sinistra a fungere da ponte verso l’estremismo. IL
PERICOLO REPUBBLICANO VINE ENFATIZZATO IN FUNZIONE DELLA CONFLITTUALITA’
ELETTORALE (gli elettori vogliono la repubblica? Che votino per lo schieramento opposto)
corriere della sera e perseveranza: preoccupati dell’influenza dell’estremismo verso la sinistra
ministeriale, spenta e senza ideali
leitmotiv della polemica elettorale dei liberal moderati: DENIGRARE LA COMPONENTE
PROGRESSISTA CONTAMINATA DAL RADICALISMO, ALIMENTA IL FENOMENO DEL
RADICALISMO ALLA CHETICHELLA. L’espediente è accusare i legittimi avversari di scarsa chiarezza
di collocazione politica, contrapponendosi alle forze del disordine
polemica: si sposta verso vizi e virtù dei candidati, contrasti su comportamenti che non hanno a che fare con
gli ideali
il secolo (quotidiano radicale): linea di basso profilo, mette in luce le contraddizioni dei moderati
condannando degenerazioni dei costumi: protestiamo contro il mal della calunnia che si avventa contro
l’avversario, vorremmo che fosse accettato il patto di non contrastare l’elezione dei migliori per carattere,
che non si oltrepassassero i confini della verità e della giustizia, mantenendo vivo il rispetto delle altrui
legittime convinzioni
1877: l’estrema destra si stacca da Depretis sulla questione dell a tassa sullo zucchero, viene guidata da
Cavallotti-Bovio-Bertani e diventa il punto d’incontro delle delusioni sulle scelte del governo di sinistra (è
a metà tra la democrazia avanzata e antisistema e il liberalismo progressista)
1878, governo Cairoli: l’unico che può fare da ponte tra la tradizione monarchica e le spinte repubblicane;
ha l’appoggio dei radicali (riconoscono ai savoia il ruolo di dinastia e sono simbolo di unificazione) in
cambio di riforme. Cairoli deve assicurare i due poli estremi del sistema costituzionale:
1. Dimostrare al sovrano che il sistema del governare con la libertà non è pericoloso e garantisce una
salda tenuta delle istituzioni
2. Dimostrare ai radicali che la monarchia può garantire estensione della libertà e può essere un
democratico strumento di integrazione nazionale (e poi non ci sono alternative)
Forze radicali: per i liberali dal punto di vista della legittimazione sono un problema
1. legittimazione storica: hanno combattuto per l’unificazione
2. legittimazione politica: problema della compatibilità con l’assetto istituzionale, dipende
dall’accetazione della natura monarchica del regime.
Monarchia: su questo tema i repubblicani si dividono.
1. Intransigenti: Mazziniani, il sistema politico dipende dalla volontà popolare che va ascoltata
convocando una costituente eletta a suffragio universale, non si può sperare in pacifiche evoluzioni
2. Accettazione della monarchia: ma con l’obiettivo di eliminarla, non si può ignorare la volontà
manifestatasi tramite plebisciti, si può convivere con le istituzioni monarchiche, auspicando un
tramonto della democrazia
Garibaldi: l’avvenire non è della monarchia, i Savoia dureranno in base ai vantaggi portati all’Italia;
programma che Bertani ritiene utile per prevenire la rivoluzione
Liberal-moderati: i radicali possono partecipare alla vita legale del sistema come comparse negative
Moderatismo e democrazia: attuano l’addomesticamento reciproco
1883, Minghetti: inutilità della contrapposizione frontale alla democrazia, bisogna educarla perché non si
trasformi in dispotismo e anarchia
1882 salto nel buio
1882: il salto nel buio è la riforma elettorale di Depretis, futore di un ripensamento dei tradizionali assetti
partitici dando vita ad una più vasta centralità non di partito ma di sistema.
Trasformismo: tomba delle speranze radicali perché le frange estreme vengono escluse dalla gestione
governativa che pone al centro progresso e ordine. A destra la proposta viene letta come un’adesione della
sinistra moderata alle richieste della destra di smarcamento dei radicali. I liberali accusano la sinistra di
aver permesso la degenerazione del sistema (fare ai radicali per non ricevere molestia, troviamo immorale
l’amicizia del governo con i nemici dello stato)
Radicali: fede negli ideali superiore ai progressisti (per trovare qualche idea generosa bisogna cercarla tra
i radicali); non c’è incompatibilità ideale tra liberali e radicali, il problema non è il radicalismo in sé ma la
sua interpretazione continentale (se i radicali italiani si modellassero a quelli inglesi non ci
preoccuperemmo). La tensione antiradicale porta la destra ad una conciliazione per combattere i nemici delle
istituzioni che vogliono rovesciare il presente ordine di cose, dove un progressista è di fronte ad un radicale
bisogna votare per lui e viceversa.
Nuovo patto identitario: isolati i radicali, fine delle riforme, galassia di onesti che riconoscono nel governo
il proprio riferimento politico e nei plebisciti la fonte di legittimazione. Che si combattano i progressisti
d’occasione che si dicono monarchici perché la monarchia esiste ma instaurandosi la repubblica cambiano
casacca. I repubblicani proclamano che il paese è con loro, lo provino, noi non lo crediamo. I clericali
obbediscono al papa. Se vogliamo che la fusione tra elementi liberali e costituzionali si faccia nella camera,
bisogna cominciare a farla tra gli elettori e non solo dove c’è un nemico, ovunque.
Attacco ai radicali: accusati di essere contaminati da qualcosa di ancora più estremo, le teorie del
collettivismo rivoluzionario e dinamitardo. Il meccanismo è lo stesso: individuare ambienti e idee
sovversive-antisistema per denigrare avversari legittimi accusandoli di essere solo i fiancheggiatori di
quelle idee e ambienti vicini ad essi (Grande rivoluzione sociale, operai che si impadroniscono con la
forza delle officine, questi sono i principi del collettivismo)
La perseveranza: i radicali a mlano non nascono i loro obiettivi, moltiplicano le immagini di futuro pericolo
derivato da un’ipotetica vittoria radicale (barricate, giustizia sommaria)
Il secolo: si prospetta la lotta tra libertà e reazione, diritto popolare e servilismo, pubblico bene e benefici;
denuncia il ricorso dei moderati a tattiche denigratorie (vecchio grido guerra ai radicali) per aver strappato
loro la riforma elettorale: per i moderati erano radicali tutti quelli che sedevano a sinistra, ad ogni passo dei
radicali corrisponderebbe l’anarchia, i radicali si sono moltiplicati. RICORRE AL LINGUAGGIO DELLA
DELEGITTIMAZIONE DEL PASSATO DEI MODERATI, rivendicando il patriottismo dei radicali:
i radicali sfidarono la ferocia dell’Austria, fondarono la Giovine Italia, furono i più valorosi combattenti
nelle 5 giornate di Milano, tra i Mille, a loro in gran oarte l’Italia deve l’unità. c’è il dubbio che coloro che
guidano e sostengono le spese di guerra si rammarichino più per le spodestate tirannidi, fra i moderati
milita la maggior parte dei sostenitori delle antiche signorie; combattendo i radicali continuano le
tradizioni dei governi dispotici; i radicali combatterono per dare indipendenza e unità alla patria, ora per
la libertà vera condizione di ordine e pace.
Minghetti: radicali lupi rapaci. Il Secolo ricorre alla retorica della contrapposizione tra disinteressati
democratici e timorosi moderati: i radicali aspirano a libertà e progresso, alla gloria dell?italia tutti i
partiti dovrebbero unirso. Radicale era Mazzini, era un lupo rapace? Morì povero e nascosto, Garibaldi
regalò una corona alla casa Savoia; non si piegano alle seduzioni del potere. I radicali veri non li trovate
sulla strada che conduce agli onori, chi si avvicina al potere cessa di essere radicale, diventa lupo rapace,
uno dei vostri
Legittimazione storica e politica
1890 campagna elettorale: a suffragio allargato con Governo Crispi, astensionismo elettorale per i due
blocchi antisistema e resisteva il binomio radicalismo/costituzionalismo su cui si basano le retoriche
delegittimanti della stampa (legittimazione storica dei radicali contro quella politica dei moderati)
1. Risorgimento: tappa iniziale di un percorso che porta all’estensione di libertà e democrazia. I
radicali si mantengono fedeli alla loro origine. Crispi li accusa come nemici delle istituzioni, erorre,
i radicali combattono a viso aperto senza ipocrisie, con la legge. La ragione dello spavento di
Crispi è che se i radicali entrassero in buon numero in parlamento egli dovrebbe andarsene ed è
questo che il paese desidera.
2. Ordine e stabilità: per i moderati sono in pericolo a causa dei radicali che si mimetizzano. Non
parlate di repubblica che spaventate la gente.
3. IL RADICALISMO E’ LO SPARTIACQUE DELLA LEGITTIMITA’
Magglio 1890, Roma: congresso con tutte le componenti radicali, repubblicane, irredentiste, socialiste per
un programma unificato, ma fu di breve durata, stabiliva il radicalismo legalitario ma fallì perché il
partito radicale ha diversi sistemi.
Crispi: attaccato dalla destra per essere il vero ispiratore del radicalismo in quanto ex mazziniano e
garibaldino, fautore di una politica di accelerata politicizzazione del sistema. Il presidente del consiglio è
stato un radicale anch’egli, la battaglia affidata alle mani del governo è perduta domani
Radicali: non vedono Crispi come uno di loro; Crispi è forte di una maggioranza trasformista e avvia una
battaglia contro l’estrema di Cavallotti
Nazionalismo e lotta di classe (tema polemico): lo lancia Crispi verso gli operai essi sono italiani prima di
tutto, il problema sociale in ogni paese ha fisionomia diversa. Per la tematica dell’orgoglio nazionale è
centrale dopo la vicenda Cernuschi (sottoscrizione di 100k lire del patriota milanese èer sostenere la causa
radicale, l’antitriplicismo).
Corriere: pretesto per dimostrare come il radicalismo non sia solo anticostituzionale ma anche
antinazionale; viene colpita la legittimazione su base storico-unitaria dei radicali
La perseveranza: Cernischi è un italiano che odia così tanto la monarchia che si è fatto francese, piuttosto
che restare sotto la guida di un re, se ne sta lontano chiuso nel dispetto e nell’ira partigiano. 100k lire per
comprare il voto degli italiani? I voti comperati daranno potere agli uomini che potranno abbattere la
monarchia. Accettando il dono i radicali accettano un mandato, di portare la Repubblica. Non potendo
raggiungere il loro scopo con mezzi legittimi si rivolgono allo straniero e ricevono lo strumento di
corruzione.
Il secolo: a Milano, ex sindaco Negri chi vota per gli avversari vota per la repubblica; l’aut aut moderato è
controproducente
Igiene morale
1897 elezioni: clima diverso con la caduta di Crispi e lo scioglimento da lui decretato (1894) del partito
socialista, passando dalla delegittimazione culturale alla repressione politica. Il partito socialista voleva
far fronte all’illegalità e alla reazione di Crispi prima di pensare alla rivoluzione (1895, impegno
prioritario: rafforzamento democrazia e pubbliche libertà)
Polemiche sulla questione morale: da Cavallotti e radicali contro gli scandali che coinvolgevano Crispi
1894, lettera agli elettori: Cavallotti portavoce dell’indignazione popolare, per scongiurare un ritorno del
crispismo verso il governo Rudinì hanno un atteggiamento di cautela incoraggiando aria sana nella vita
pubblica
Corruzione politica: bandiera dei radicali, crociata per delegittimare Crispi, ogni mezzo è ritenuto valido:
combattendo gli avversari non utilizzeremo mai il linguaggio contro Crispi, contro tale persona è lecito a
tutti dir ingiuria. Monopolizzano il versante etico della sfera politica, il linguaggio polemico subisce una
mutazione: con l’uso della metafora igienica dal tradizionale positivismo geologico si passa a quello di tipo
medico, discorso di PULIZIA MORALE; al parlamento uomini a cui non si chiede solo il passaporto
politico ma quello di onestà intellettuale
Secolo: chiede di sanzionare la Camera complice dell’immondo comportamento di Crispi; inquinata da
elementi deleteri,la sua complicità con i simoniaci, banche…produsse nel paese un senso cos’ profondo di
nausea e disgusto che travolse le stesse istituzioni. PURIFICARE L’ARIA DI MONTECITORIO NON è
UN DOVERE MA UNA PRECAUZIONE IGIENICA PER TOGLIERE DAL CENTRO DELLA VITA
POLITICA UN FOCOLARE DI INFEZIONE. L’appello non è solo in nome di giustizia e libertà ma in
nome della morale
Partiti costituzionali: questione non mutata; tra le forze di governo il conflitto è tra il riemergere del
giolittismo e la componente moderata dello schieramento liberale. La questione morale non viene affrontata,
se non con estrema cautela
Sonnino: contro i due partiti antisistema, minacciosi per la libertà, reazionario-clericale e radicale-
socialista
Corriere: trapela l’indignazione morale, nel commento al discprso di rudinì si parla di eccentrici, settari,
affaristi che fanno la nazione vittima degli esperimenti
Rudinì: cavlca l’onda del moralismo condannando gruppi e chiesuole nemici del re che non sanno essere
soldati e diventano clienti di un uomo
Perseveranza: dramattizzazione, l’ordine e il disordine daranno definitiva battaglia, esercito disordinato ha
nelle bandiere la parola repubblica, là socialismo, là anarchia.
Legalità e legittimità
Elezioni 1900
Legittimazione: si sposta sul tema della difesa della legalità, la questione chiave è il funzionamento del
sistema camerale in relazione alla tattica ostruzionistica dell’estrema. Il terreno di scontro si estende : le
battaglie su diritti e doveri dei parlamentari spostano l’asse polemico nel cuore del sistema, la legge
fondamentale dello stato e su chi fosse il difensore dello statuto (è ormai affidata ai poteri sovversivi!)
Estrema: si sottraggono dall’accusa di incompatibilità morale verso le istituzioni monarchiche; riacquistare
le garanzie del regime rappresentativo che è al di sopra di monarchia e repubblica, ne è l’elemento
sostanziale comune. IL DIBATTITO E’ TRA CHI SI BATTE PER LA VERA LIBERTA’
COSTITUZIONALE E CHI COME L’ESTREMA SPINGEVERSO LA SFRENATA LICENZA CHE
DERIVA DALLA LIBERTA’
La perseveranza: invaso il campo retorico dei moderati su ordine e legalità; tre grandi menzogne, calunnie
e oltraggi. Dall’estrema non c’è la difesa dello statuto ma la richiesta di costituente: grida invocanti la
costituente, pochi lo affermano, le elezioni devono essere patriottiche e costituzionali. Contrapposizione
dell’interpretazione liberale di statuto e quella distruttrice dell’estrema: E’ LA COSTITUENTE CONTRO LA
COSTITUZIONE, non c’è riforma democratica che non si concili con lo statuto, distruggerlo è ipocrisia,
VOLETE SIANO MANTENUTE TUTTE LE LIBERTA’ STATUTATRIE MA NON QUELLA DI PREPARARE
LA SOMMOSSA ALL’EGIDA DELLO STATUTO FONDAMENTALE, VOLETE LA LIBERTA’ MA NON LA
LICENZA. NEMICI DELLA LIBERTA’ SONO COLORO CHE PREPRANO LA RIVOLUZIONE. I PARTITI
SOVVERSIVI HANNO PRESO IL SIMPATICO NOME DI PARTITI POPOLARI (dietro al quale si
nasconde un progetto egemonico guidato dai socialisti).
Corriere: il partito di Turati acquisisce un ruolo culturalmente dominante, togliere consensi alla sinistra
costituzionale con l’accusa di connivenza con le forze antisistema
Perseveranza: il pericolo non sta nelle manifestazioni, quanto nell’appoggio che pochi agitatori trovano in
ambiziosi capi di gruppi parlamentari, uomini che non sdegnano di associarsi a partiti estremi sono più
pericolosi degli stessi partiti estremi. Bersagli della polemica: Zanardelli, Giolitti che stingono la mano a
Bissolati (brutto connubio, dissolve la vita civile)
Odio e ingiurie
Tensione fisica: allarmanti articoli della stampa pongono l’accento sul deterioramento dei caratteri del
contrasto politico, sui modi scorrettisimi con cui la lotta viene condotta (odio contro il partito dell’ordine)
Ferrero, il secolo: i veri fomentatori d’odio sono i sostenitori del governo perché reazione significa
inasprimento degli odi tra le classi. Quello che preoccupa i moderati è che radicali-repubblicani-socialisti
facciano una campagna di volgari ingiurie e brutali assalti
Forcaiolo: neologismo del dizionario radicale, amico dell’ergastolo e della forca, fanno credere alle masse
che i conservatori agognano all’oppressione delle classi popolari, fa considerare gli avversari come nemici
che si devono combattere, disprezzare, odiare e perseguitare, ogni ingiuria è doverosa.
Speranza: CHE LE IDEOLOGIE NEUTRALIZZINO/SALVAGUARDINO GLI INDIVIDUI DALLA
FEROCIA DEL CONFLITTO POLITICO
Conclusioni
Rappresentanza politica: è responsabile dell’integrazione nazionale e legittimazione del sistema, conflitto
di interessi, eterogeneo mosaico di culture politiche favorevoli al processo di nation building
Conflitto parlamentare: criterio di legittimazione di un sistema privo di alternative alla dissoluzione,
incapace di fornire una sintesi politico-simbolica condivisa e popolare
Confine delegittimante: in difesa dell’impianto unitario, fuori le forze favorevoli alla dissoluzione; dopo
Mentana tramonto del Garibaldismo, esigenza di redifinire le logiche legittimanti integrando su piani diversi
le retoriche della legittimazione
Classe politica liberale: adeguarsi ad una gerarchia in cui prevale la legittimazione etico-politica (trittico
monarchia-statuto-plebisciti) dei vincitori (interpreti delle istituzioni avendo accettato il progetto dei Savoia)
Legittimazione etico-storica: rimane per radicalismo e repubblicanesimo per il contribuito ideale e militare
dato; per loro lo statuto non è l’ultimo approdo, vogliono costruire una nuova narrazione identitaria, dando
importanza al protagonismo popolare
1876: nasce l’autonoma componente radicale; con l’avvio del trasformismo il valore di progresso diventa la
governabilità
1891: crisi governo Crispi, la classe politica è governativa, monarchica, costituzionale e si contrappone ai
radicali che contestano il progetto trasformista in nome degli ideali risorgimentali
CONVENTIO AD EXCLUDENDUM ANTE LITTERAM: le forze dell’estrema radicale sono
antisistema ma non antiunitarie, sono partecipi alla competizione e dibattito politico ma vengono escluse
dalla diretta gestione/cogestione del potere
Delegittimazione tra schieramenti costituzionali: rapporto ambiguo tra estrema e sinistra costituzionale,
preludio di una contaminazione delle basi costituzionali
Tema della delegittimazione: rinvia alle radici storiche del processo di nation building, la monarchia viene
chiamata in causa nei processi di delegittimazione di avversari legittimi, coltiva velleità di attivismo politico
Savoia: principio fondatore del quadro politico unitario, ma meno da popolarità e carisma, poco inclini alla
neutralizzazione del loro ruolo, sensibili alle lotte politiche, poco disposti a porsi al di sopra del conflitto; ciò
favorisce la diffusione di una cultura di delegittimazione tra avversari (esclusione per i radicali, garanzia
per i moderati)
L’ATTIVITA’ DI DELEGITTIMAZIONE DELL’AVVERSARIO SEMBRA FUNZIONALE A QUELLA
DI ACCETTAZIONE DEL NEMICO. I monarchici non possono ignorare che in un parlamento monarchico
ci siano delle forze antisistema che inneggiano a Mazzini e Garibaldi
Cattolici: né eletti né elettori, formula che regge fino a fine secolo
Francia e Germania nella guerra 1870-71
Modalità di delegittimazione: dualismo amico-nemico
concetti principali:
1. sostanza della politica moderna (Carl Schmitt, 1927): è nella differenza tra Freund e Feind,
amico e nemico, questa distinzione attribuisce carattere politico ad ogni azione umana; tale
dicotomia è individuata nel periodo della rivoluzione
2. mondo in cui la guerra è esclusa a priori: mondo senza politica
3. meccanismi di legittimazione e delegittimazione: presuppongono la distinzione amico-nemico
con codici e strategie
4. legittimità: deriva dalla richiesta normativa di legittimità di un sistema politico dato e dalla
convinzione del soggetto in una legittimità di sistema e dalla sovrapposizione di entrambe le
prospettive
5. legittimità a livello normativo: LEGALITA’ DI UN SISTEMA POLITICO E SOCIALE
DATO, BASATO SU PRINCIPI (pluralismo, partecipazione, separazione dei poteri, stato di
diritto), è un insieme di valori chiave e interessi collettivi sentiti come universali (per questo
hanno una f. normativa, Habermas)
6. fede nella legittimità di sistema: basata sull’evidenza empirica, è l’accettazione della norma
politica (Weber: tre forme di potere legittimo, tradizionale, carismatico, legale-razionale). NB:
focus del capitolo
7. Lipset, 1960: le due legittimità sono difficilmente separabili, tendono a sovrapporsi, la
legittimità è la capacità del sistema di far sorgere e mantenere in vita la convinzione che le
istituzioni politiche esistenti siano le più adatte per quella società. L’ATTIVITA’ DEI SISTEMI
POLITICI GENERA SOSTEGNO E LEALTA’ DI MASSA
8. Processi di delegittimazione: riflettono processi dinamici. LEGGITTIMITA’ E
DELEGITTIMAZIONE RISPECCHIANO IL MUTARE DELLE CREDENZE
COLLETTIVE NELLA MISURA IN CUI UN SISTEMA SOCIALE E POLITICO E’ IN
GRADO DI RISPONDERE AGLI INTERESSI INDIVIDUALI
9. Interessi individuali: dipendono dalle immagini trasmesse basate sul dualismo amico-nemico
finalizzate a fornire un orientamento collettivo
10. Concetto di nazione e stato-nazione: sfida i modelli tradizionali di legittimità (diritto divino
dei re, l. tradizionale), emerge una nuova relazione guerra-nazione con un nuovo tipo di
guerriero eroico e governante (Napoleone, potere carismatico). Le guerre trasformano
l’avversario in un nemico ideologico identificato dalle rappresentazioni nazionali del nemico
guerra e costruzione della nazione
nazione: concetto legato alla guerra, ha un impatto rivoluzionario sulle società. La giustificazione della
guerra assume nuovi significati in base alla nazione (legittimità politico-sociale). Il processo di state-
building è dato dalla guerra che è anche mezzo di partecipazione ed emancipazione con la combinazione
di diversi modelli di potere legittimo.
Guerra: da dinastica diventa di gabinetto (mercenari), per poi essere combattuta in nome della nazione.
Nel XVIII secolo ci sono nuove forme di guerra nazionale e di popolo (indipendenza americana, Francia
dopo il 1792) con settori della popolazione coinvolti direttamente.
LA GUERRA RAFFORZA LA LEGITTIMITA’ DELLO STATO COME ISTITUZIONE DOMINANTE
CHE PROCURA I MEZZI FINANZIARI E MILITARI. La guerra combattuta dall’intera nazione produce
aspettative di partecipazione politica e sociale
1. Esterno: la guerra è un’aggressione violenta e collettiva
2. Interno: mezzo di partecipazione; argomentazione usata nei discorsi sulla giustificazione della
guerra
Guerra civile: trova un nuovo significato, conflitto combattuto in nome dei concetti laici di libertà e
uguaglianza (diritti naturali)
Conflitti 1790: a metà tra guerre di gabinetto (dalla guerra dei 30 anni) e guerra civile per concetti astratti
Costituzione: simbolo del potere legale basato su istituzioni rappresentative, cambia dunque il modo di
comunicare la legittimità di nuove idee politiche (es. non si può più collegarle al diritto divino del re)
Conflitti dopo il 1795: Bonaparte traduce la gloria delle vittorie militari in potere politco; il suo è un potere
carismatico basato sulle virtù militari dei soldati della rivoluzione
XIX secolo: l’identificazione del combattente con la propria nazione è il punto di partenza di conflitti di
ampia portata, l’esperienza delle guerre nazionali introduce differenziazioni tra amici e nemici ideologici.
LE GUERRE NAZIONALI CREANO CONFLITTI INTERNI ATTORNO AL VERO SIGNIFICATO DI
NAZIONE; si sviluppa anche il confronto tra oppositori politici ed ideologici
Guerre esterne: conducono a nazioni unificate e originano processi di delegittimazione interna nuovi/già
in corso, caratteristici della complessità dello stato nazione
sconfitta e delegittimazione multipla, Francia postrivoluzionaria
1851, Francia: colpo di stato di Napoleone III, fusione diverse legittimità per stabilizzare l’ordine sociale e
politico dopo la rivoluzione del ’48; elementi Napoleone III e II impero:
1. Valori borghesi del 1789
2. Ruolo progressista della Francia nella storia
3. Napoleone III unico in grado di restaurare la stabilità politica
4. II impero con missione di pace universale (motto: empire c’est la paix), pacifico sviluppo economico
5. Rappresentare la grandeur della Francia: II impero dipendente dalle guerre¸ usa i successi di
politica estera per stabilizzare la situazione interna
Fusione 3 poteri weberiani: richiede una base die sperienza collettiva, le guerre diventano un modo con cui
rendere popolare la legittimità
Fonte di legittimità: associazione primo e secondo impero, la memoria collettiva delle guerre napoleoniche.
Marx: le guerre contribuiscono alla legittimazione politica e catalizzano i conflitti ideologici sul
significato della legittimità e della missione della nazione nella storia. Le guerre del 1854-58 sono viste
come parte della liberazione planetaria che la Francia ha come missione universale (eredità del 1789)
1866: la Francia non ottiene nulla dopo Sadowa per essere rimasta neutrale
1870: verifica della legittimità, rapida delegittimazione e fine, risultato sorprendente
Impero di Napoleone III: da autoritario, accettando riforme costituzionali, era diventato liberale; maggior
spazio alla rappresentanza parlamentare assicurando altri anni di stabilità ma la sconfitta militare procura il
crollo del regime
Funzione catalizzatrice della guerra: bisogna guardare le risorse di legittimazione del regime
1. Fusione elementi rivoluzionari e bonapartisti: campagne militari come missione universale (1851)
con la responsabilità francese verso le nazioni sorelle (Italia) e per espandere l’influenza oltre
Atlantici
2. Guerra: canale per esportare l’immagine di una nazione progressista, basata sulla via intermedia
tra passato rivoluzionario-valori borghesi postrivoluzionari
3. Esito sconfitta militare: LE ELEVATE ASPETTATIVE BELLICHE DEL PASSATO, LA
MISSIONE UNIVERSALE, LA GRANDEUR SI ROVESCIANO CONTRO IL REGIME
1870 scoppio della guerra: radicalizzazione delle aspettative collettive, la legittimità del regime è
vulnerabile e la salvezza dell’impero dipende totalmente dal successo militare, non ci sono altre fonti di
legittimità
Potere carismatico: dipende unicamente dalla leadership personale e in momenti di crisi nazionale è una
fragile risorsa di legittimazione. Napoleone III si era presentare come unico in grado di salvare la patria
dalla guerra civile e la continuazione di questo mito richiede un grande successo militare. Guerre vinte
(successo)= stabilizzazione del regime, caso del 1854 e 1859
Effetto delegittimante della sconfitta: noto solo dopo Sedan, divisioni ideologici e conflitti irrisolti;
processi di delegittimazione e stigmatizzazione portano la Francia verso la guerra civile. La
delegittimazione interna agisce come compensazione per la traumatica sconfitta e riflette il riemergere
di linee di divisione ideologica postrivoluzionaria e l’insuccesso del II impero. 4 livelli di
delegittimazione:
1. Opposizione repubblicana: utilizza la sconfitta militare per prendere le distanze dal passato
bonapartista, chiedono la terza repubblica. Sconfitta= collasso del regime autoritario (non della
nazione) che non rappresenta la nazione, Napoleone III è l’incarnazione dell’impero
(personalizzazione della sconfitta). La vera nazione non è stata coinvolta nella guerra ma può
iniziare una guerra di popolo repubblicana contro lo straniero
2. Repubblicani radicali-democratici-socialisti prendono le distanze dal governo repubblicano
moderato che sta per firmare la pace con la Germania: la comune di Parigi (1871) è una
risposta ad un momento critico e una tradizione del periodo di radicalismo politico sociale
(1871-1848-1792). La comune cerca di delegittimare il governo di Thiers e Favre (traditori); la
comune è il modello positivo è il popolo in armi che si libera con una guerra rivoluzionaria in
conseguenza ad un conflitto interno.
Analogie storiche 1792-1848-1871 mettono in relazione autolegittimazione della comune con la
delegittimazione del nemico interno
3. Tentativi del governo di rappresentare la comune come l’avanzata della guerra civile: ciò per
giustificare l’eccesso di violenza nell’annientare la comune nel 1871
4. Scrittori cattolici e conservatori: parlano di duplice sconfitta, catastrofe nazionale (Sedan) e
guerra civile alimentata dalle sinistre. Il crollo dell’impero e il conflitto sulla repubblica mostrano
che la Francia sta ancora scontando l’eredità della Rivoluzione (catena di conflitti interni:
rivoluzioni che paralizzano la nazione, 1830-48-51-71)
nazionalismo di guerra, Germania
guerra tedesca: diversa da quella francese, per completare il processo di costruzione della nazione, ma
dietro ciò ci sono aspettative politiche diverse. L’ESPERIENZA TEDESCA DELLA GUERRA E’
ACCOMPAGNATA DA PROCESSI DI DELEGITTIMAZIONE E STIGMATIZZAZIONE DEI
NEMICI IDEOLOGICI INTERNI.
Problema: la rivoluzione del 1848 e il tentativo di raggiungere libertà politica e unificazione nazionale con
parlamento tedesco e monarchia costituzionale, il fallimento della rivoluzione politica e nazionale era statu
usato dai conservatori (Bismarck) per delegittimare la strategia liberale e social-democratica e per
raggiungere l’unità dal basso. Per B. la questione fu decisa da maggioranze parlamentari+ ferro e sangue
Liberali: contestano il modo in cui B. strumentalizza il 1848 per sostenere una realpolitik prussiana; lo
dipingono come un antiliberale e anticostituzionale in politica
Vittorie prussiane (1864-66): lo scenario della delegittimazione muta. Nel 1859 i liberali volevano un
leader forte come Cavour, nel 1866 la mutua delegittimazione porta ad un compromesso, base della
strategia politica di B.
Ruge (rivoluzionario): tardi per una riforma sociale e politica come quella del 1848, la guerra è ora la
vera rivoluzione.
Bismarck: simbolo del mutamento storico, incarna le speranze politiche di liberazione
Guerra contro la Francia: come nel 1813, liberazione tramite la guerra con un nemico esterno. L’analogia
storica oscura le vicende del 1848
Problema: LEGITTIMARE LA NUOVA NAZIONE SOTTO IL DOMINIO PRUSSIANO. 1866= guerra
civile tra due Germanie, la vittoria prussiana è una sconfitta, escluse parti della Germania dalla nazione
tedesca, Germania meridionale riluttante al nazionalismo di guerra filoprussiano
Delegittimazione interna dell’apparente nemico interno: dopo la guerra, esclusione dei nemici interni del
nuovo impero
1. Kulturkampf anticattolico: delegittimare la chiesa cattolica come forza papista e antinazionale;
2. Contro i socialdemocratici: potenziale segmento antinazionale
Strategia: delegittimazione e rafforzamento della legittimità con combinazione di legislazione
antisocialista e introduzione di schemi di assicurazione sociale per avere il consenso di operai
Conclusioni
caso francese: delegittimazione dei nemici ideologici, compensazione alla catastrofe, società ancora
postrivoluzionaria con forti antagonismi ideologici che presentano le loro proposte come uniche vie possibili
per il futuro
compromesso istituzionale: la terza repubblica, continuano i conflitti (crisi Boulanger, Affaire Dreyfus)
caso tedesco: costruzione dello stato nazionale attraverso guerre esterne, estremizzazione di lealtà nazionale
con differenziazione tra ciò che è nazionale e che è internazionale, ovverno antinazionale (chiesa e
socialdemocrazia). Tentativi controproducenti, i due partiti ne beneficiano
distinzione amico-nemico: consente l’autolegittimazione e la delegittimazione dell’altro
guerre nazionali: duplice cornice
1. Esperienza collettiva della nazione definiti per contrasto ad una nazionalità altra
2. Delegittimazione dei nemici interni e ideologici
Avversari politici: diventano nemici ideologici, un modo era usare le analogie storiche
1. Francia: 1870-71 collegato a 1789-92-1848-51
2. Germania: 1813 o compensazione del 1848
Altra strategia: predire futuri differenti
1. Francia: guerra civile
2. Germania: minaccia dei cattolici e socialdemocratici
LA GUERRA RISPECCHIA LA DEBOLEZZA DELLE CONVINZIONI COLLETTIVE IN BASE ALLE
QUALI UN SISTEMA POLITICO ERA IN GRADO DI RISPONDERE ALLE ASPETTATIVE
INDIVIDUALI
Pericolo Rosso e Gran Bretagna
Modalità di delegittimazione: contenimento del pericolo rosso, incompetenza (labour isn’t
working)
schieramenti: liberali-conservatori VS. laburisti
personaggi: Lloyd George (liberale), MacDonald (laburista), Bonar Law (conservatore)
concetti principali:
1. antifascismo: contro il British national party BNP erede del British Union of Fascists BUF
(Mosley) che lancia messaggi xenofobi (1960); strategie delegittimanti: sistema maggioritario
secco, gli impedisce di avere deputati in parlamento. L’antifascismo non è una carta usata da
liberali e laburisti
2. politica di appeasement: la sconta il partito conservatore, alcuni avevano simpatie per
Mussolini (fascismo è una soluzione per l’Italia che ha una democrazia immatura, ma non ha
seguito nel solido sistema britannico)
3. anticomunismo: il communist party of Great Britain (CPGB, 1920), di piccole dimensioni ma
gioca un ruolo chiave negli scioperi (minatori, 1984). Le strategie delegittimanti provengono dal
partito laburista (avversario), non tanto dai partiti maggiori; questi ultimi giocano la carta
dell’anticomunismo contro i laburisti che però non hanno realmente applicato strategie
allarmistiche che puntino alla Red Scare (paura rossa)
4. consensus politics: convergenza ideologico-programmatica tra LABURISTI E
CONSERVATORI (Butskellism)
laburisti e red scare tra le due guerre
lib-lab: anima interna al partito laburista che auspica una collaborazione con i liberali, nei primi anni rende
difficile l’uso di retoriche antisocialiste; la retorica del pericolo rosso irrompe all’indomani della rivoluzione
russa e con la conclusione dei governi di coalizione nazionale (guerra)
1918, suffragio universale: veloce avanzata del partito, sempre più minaccioso; con la guerra i laburisti si
sono rafforzati a livello organizzativo, numerico e si allontanano dall’alleanza con i liberali. Adotta un
nuovo statuto inserendo la Clause 4 (nazionalizzazione dei mezzi di produzione), affermazione
dell’orientamento socialista sull’anima lib-lab
Retorica socialista: nel dopoguerra, con le agitazioni sindacali e la radicalizzazione delle lotte operaie.
Scenari rivoluzionari
Liberali e conservatori: si pensa ad una fusione delle due forze per creare un partito unico e arginare la
minaccia (national party project, fallito); l’antisocialismo è il collante della compagine coalizionista
(Lloyd George e conservatori, 1918-22)
Attacchi al partito laburista: settario e sleale
Home office directorate of intelligence: dal 1919 dirige rapporti settimanali sulle attività rivoluzionarie
(sindacato e partito laburista)
Daily express e unionisti: gruppo di oratori antibolscevichi come strumento di contenimento del pericolo
rosso, milizie locali e guardie di sorveglianza, clima di isteria anticomunista ma Lloyd al governo lascia
cadere le proposte radicali e dà poco credito ai rapporti dei servizi segreti sui focolai rivoluzionari
Robert Horne: ministro del lavoro, favorevole ad una politica di dialogo e collaborazione con i sindacati
(aumenti salariali, orario di lavoro)
Spauracchio comunista: liberali e conservatori se ne servono per trarne vantaggio
1922, fine esperienza coalizionista, elezioni: il partito conservatore inaugura una nuova strategia autonoma,
sperando che l’accesa retorica antisocialista ricompatti l’elettorato. Vince il leader conservatore Bonar
Law, i conservatori usano la carta dell’anticomunismo; apice nel 1924 quando sale il primo governo
laburista (MacDonald, 11 ministri di estrazione operaia, 7 dal mondo sindacale) e viene invocata
l’alleanza dei liberali contro la minaccia bolscevica
Herbert Asquith: liberale, dà sostegno ai laburisti, condanna del partito, Churchill migra tra i conservatori
perché il governo laburista rovina la nazione. Ad Asquith viene chiesto di salvare la nazione; i liberali
hanno un atteggiamento schizofrenico verso i laburisti, alternano fasi di collaborazione con altre in cui
gridano al pericolo rosso (tattica politica, due anime interne al partito, una classica e l’altra filolaburista)
Stampa, Daily Mail e Morning Post: campagna di demonizzazione verso i laburisti. Apice quando MacD
avvia l normalizzazione delle relazioni con Stalin, siglando un trattato con l’URSS, per i tories è una
prova dell’unione laburisti-comunismo sovietico e MacD viene accusato di avere un atteggiamento poco
limpido verso il partito comunista
Workers’ weekly, giornale comunista: incita le truppe a far fronte comune con i dimostranti, il governo
querela ma poi ritira e ciò aumenta gli attacchi contro i laburisti; i liberali abbandonano l’alleanza e accusano
il goevrno di aver ceduto alle pressioni dell’estrema sinistra. Viene aperta una commisione d’inchiesta,
MacD si dimette e si rivà al voto. Liberali e conservatori fanno della minaccia bolscevica il tema cardine.
Baldwin, conservatore: aveva accettato i laburisti, rimane la preoccupazione che gli estremisti potessero
prevalere sul riformismo moderato della leadership laburista e che i sindacati vengano influenzati dal
comunismo. C’è bisogno di un’opera di educazione per instillare nei laburisti la fiducia nel sistema
parlamentare, così che eviti Mosca
Governo MacD: poco da temere, non consegna UK all’URSS ed era ostile al partito comunista. Vuole
salvare la rispettabilità del partito, preservare i consensi dalle incursioni comuniste che cercavano di
assorbire il clima di malcontento sociale. Vietano al p. comunista di affiliarsi al p. laburista o di candidarsi
con i laburisti
Strategia di delegittimazione da parte dei tories: lo sciopero del 1926 diventa prova inconfutabile
dell’influenza di Mosca; sindacato nemico interno in guerra con la nazione; la minaccia del sindacato non è
diretta alle istituzioni parlamentari ma solo alla questione dei salari che il governo non modifica per non
perdere di competitività.
1929-31: fallimento seconda esperienza laburista al governo, spostamento a sinistra che dà nuova linfa
all’anticomunismo. MacD accusato di tradimento
Red Decade: mito sfatato, il Labour party accentua la retorica radicale ma non mettono in discussione
gradualismo e parlamentarismo. Negli anni ’30 conquista seguito la Socialist League (strategia
rivoluzionaria, il partito di massa più piccolo al mondo) ma non sono una sfida alla leadership liberista sul
movimento operaio (1932: Indipendent labour party, si stacca dal partito laburista ma perde consensi)
Tattica allarmistica: da parte dei conservatori e liberali, il paese è in balia di forze contigue a Mosca
disposte a tutto per realizzare il socialismo in UK; per le elezioni del ’29 viene realizzato il manifesto red
scare con un faro, rocce colpite dalle onde e nave: il faro conservatore salva UK (nave) dalle rocce del
socialismo. Bolscevismo impazzito = programma laburista. Di fatto però i RAPPORTI PERSONALI erano
CORDIALI
1924: i conservatori diffondono una lettera di Zinoviev falsa in cui incita il partito comunista alla
rivoluzione; creata per gettare sospetti sulla politica di normalizzazione di MacD
Quanto la paura del comunismo incise sui successi dei conservatori: difficile dirlo, altri fattori giocano
un ruolo importano
1. voti liberali vanno ai conservatori
2. i liberali sono attraversati da lotte interne e non sa modernizzare struttura e agenda
3. stigma di partito incompetente al labour party, lo indebolisce perché è composto da uomini di
estrazione operaia con basso livello di istruzione, con limitata esperienza politica e preparazione
tecnica. La conoscenza della politica è pari a quella di una gallina in merito all’astrologia
4. complesso di inferiorità e incompetenza, dovuto all’atteggiamento paternalistico dei liberali e le
accuse di incompetenza; si liberano di questa immagine solo partecipando ai governi di
coalizione durante la Seconda guerra mondiale (Churchill, Attlee)
messaggi positivi dei conservatori: conservatorismo sociale, incursioni nel mondo operaio, abbandonata la
riforma dei dazi che priva liverali e laburisti della bandiera antiprotezionistica
anni del consenso 1945-1979
seconda guerra mondiale: silenzio riguardo al pericolo rosso
1945, guerra fredda: i conservatori riprendono il vecchio spauracchio, i laburisti abbandonano il governo di
coalizione e Churchill fa un governo di transizione, gioca la carta del pericolo rosso (vittoria socialista=
pericolo per le industrie, i cittadini, è una mano oppressiva pesante e tirannica che tappa bocca e narici per
soffocarli)
Churchill: acceso anticomunismo e retorica anti-Labour, impermeabilizzare l’Europa occidentale
dall’avanzata comunista, per questo offre sostegno ai fascisti in Italia. Visita Roma nel 1926 e si
complimenta con Mussolini per la sua battaglia contro gli appetiti bestiali dei Leninisti (in UK il
comunismo non aveva ancora aspetti preoccupanti). Insiste sulla subalternità del partito laburista
all’URSS
Campagna elettorale 1929: se il partito laburista torna al governo, i ministri laburisti agiranno come
marionette, daranno libero accesso ai bolscevichi russi che si sarebbero dati da fare nelle fabbriche e
miniere, nell’esercito per organizzare uno sciopero generale (futuro governo laburista= metodi da Gestapo)
Effetti: non quelli sperati, con i due governi i laburisti avevano dato prova di fedeltà alle istituzioni, si era
opposto alla collaborazione dei fronti popolari e non esitava a condannare Stalin (1939, patto con il nazismo)
Dopo Danquerque: i laburisti si presentano come nazional-patriottici, con la qualità di non aver collaborato
alla fallimentare politica dell’appeasement
Tema dell’incompetenza: arma spuntata, gloriosa partecipazione comunista al governo di coalizione, piena
collaborazione dei sindacati (rispettabili, ciò giova ai laburisti, politica di totale collaborazione di Citrine
con la strenua lotta al comunismo nel sindacato, sindacalismo responsabile)
Gabinetto dei 5: due posti ai laburisti (Attlee e Greenwood), credenziali di partito di governo
Nuova agenda programmatica: politiche keynesiane, alle elezioni del ’45 ottengono la maggioranza di 80
seggi, guadagno consensi nella classe media
1951 elezioni: i conservatori vincono riconquistando parte del voto del ceto medio, elezioni surriscaldate,
guerra fredda, forte polarizzazione (retorica).
1. Laburisti: carta della stabilità internazionale, la presenza di Churchill mette a rischio la pace
2. Daily Mirror (sinistra): l’anticomunismo di C. lo rende un premier dal grilletto facile
3. Conservatori: risveglio della sinistra, forze radicali dietro Attlee, pericolo rosso
RETORICA OPERAISTA E DEL PERICOLO ROSSO NON GIOCARONO UN RUOLO
DETERMINANTE, altre motivazioni della vittoria:
1. Ceti medio-alti: abbassamento del tenore di vita, gli stipendi non tengono il passo dei costi di vita,
aumento delle poste indirette, erosione del potere d’acquisto
2. Partito laburista: lento nello smantellare il sistema di tesseramento
3. Partito conservatore: impronta la campagna elettorale sull’espansione dei consumi. RITORNO
DI C.= RITORNO DELLA LIBERTA’
4. Promesse dei conservatori: nuovi alloggi
5. Voto al p. conservatore: voto alla fine del regime d’austerità ma non alla fine delle politiche del
laissez faire; revisione dell’agenda programmatica, il modello keynesiano diventa la nuova
ortodossia
1945-79: ANNI DEL CONSENSO, in cui UK vede una convergenza ideologico-programmatica tra
LABURISTI E CONSERVATORI (piena occupazione, stato sociale, sistema di economia mista).
Forzatura a posteriori? La convergenza potrebbe essere eccessivamente enfatizzata ma è innegabile che il
programma politico avesse molti aspetti in comune
1951: retorica del ritorno alla libertà ma c’è continuità con il governo precedente di Attlee (Churchill-
Eden-MacMillan-Home), mantengono un atteggiamento di dialogo con i sindacati, maggiori risorse al
welfare state, non privatizzano le industrie nazionalizzate (eccezione: siderurgica)
Dottrina del p. conservatore: the middle way (Macmillan, 1938), keynes+ riformismo sociale moderato.
BUTSKELLISM: sintesi di Butler e Gaitskell (cancellieri conservatore e laburista), espressione
dell’Economist
p. laburista, ripensamento agenda programmatica: ridimensionamento delle nazionalizzazioni,
stemperamento immagine operaia per avere un maggior appeal verso la classe media, corso revisionista
Wilson, anni ’60: revival di misure più strutturali, politiche di maggior intervento statale (anche tra i
Tory). Strumento del planning arma vincente per riprendersi dalla perdita di competività.
Conservatori contro laburisti: l’unica carta è quella di affidare il contenimento della minaccia comunista
ad un partito che insiste sullo strumento del dialogo, arrendevole di fronte ai sovietici
1953, morte di Stalin: fine della retorica della Red Scare, morte di Stalin
military intelligence sezione 5 (Mi5): guarda con sospetto i laburisti, una frangia minoritaria dei servizi
segreti è convinta che il segretario laburista Wilson sia una spia del KGB (servizi segreti sovietici) con nome
in codice Henry Worthington; non ebbero mai prove ma fecero trapelare alla stampa informazioni a suoi
danni; gli attacchi non ebbero reale impatto sui laburisti e sulla legittimità come partito di governo
partito laburista vs. comunista: durante la guerra fredda la vicinanza al p. comunista costa l’espulsione dal
p. laburista. Nel 1948 Attlee e ministri collaborano con gli Usa per un piano di controinformazione e
propaganda anticomunista, per contenere la minaccia viene creato l’information research department e
si focalizza su minacce esterne ed interne
sindacati: nel 1949 determinanti nella rottura tra forze sindacali socialiste e socialdemocratiche e la World
federation of trade controllata da Mosca, con la nascita dell’international confederation of free trade unions.
Con la leadership di Deakin (anticomunista), i tesserati del pc non potevano avere incarichi
nell’organizzazione
pcgb: ruolo chiave nello sciopero dei pescatori (1966) e nella sconfitta di in place of strife, proposta di legge
per una maggiore centralizzazione della contrattazione collettiva per facilitare il controllo dei salari da
parte dell’esecutivo, con il rafforzamento dei sindacali nazionali. OSTILITA’ LABURISTA VERSO I
COMUNISTI, NEMICO INTERNO
fine della consensus politics, revival del pericolo rosso
1979, elezioni: vince Margaret Thatcher, fine della consensus politics, polarizzazione dello spettro politico.
Nuovo corso, rottura rispetto al conservatorismo sociale
Laburisti: marginalizzazione delle correnti moderate, ascesa della sinistra, Foot (segretario dal 1980.
radicale): i conservatori riprendono la retorica del pericolo rosso, braccio di ferro contro il sindacato
Fase di disgelo: politica di dialogo con l’URSS grazie a Gorbachev. Reprimende da parte della Thatcher al
sistema comunista, le valgono l’appellativo di lady di ferro (stampa sovietica)
Thatcher: usa la minaccia sovietica per giustificare la modernizzazione dell’arsenale nucleare britannico
(elevati costi); il comunismo non dorme mai, potenza militare sovietica+ nemici interni. Campagna di
demonizzazione (anni ‘80)
Sindacati: conflittualità, radicalizzazione, apertura al pcgb
1. 1972: tolto il divieto al pcgb di partecipare a congressi dei trade councils (grazie a scioperi in cui
ebbe un ruolo chiave)
2. Partito comunista: controllo di federazioni (trasporti) e posizioni di responsabilità
3. Tuc general council: organismo decisionale, presenza comunista
4. 1977: il Tuc adotta la STRATEGIA ECONOMICA ALTERNATIVA (nazionalizzazione selettiva e
pianismo), proposta da Ken Gill (sindacalista comunista)
MI5: intensifica i rapporti e l’attività di spionaggio, nel 1972 denuncia Nigel Lawson (1983-89 ministro del
tesoro nel governo T.), minaccia comunista reale
1974, governo Heath (conservatore): sciopero nazionale dei minatori, elezioni anticipate. La lobby
industriale Aims of Industry con pubblicità e cartelloni ricorda la minaccia comunista e l’influenza dei
comunisti nei sindacati (comunisti infiltrati nei media, giornalisti complici della propaganda sovietica)
Estrema sinistra trotzkista: ascesa nel partito laburista e nel sindacato, la T. usa questa carta durante lo
sciopero dei minatori (1984-85).
Settore carbonifero: tassi di disoccupazione altissimi, Scargill (leader NUM, unione nazionale dei minatori)
indice uno sciopero nazionale di protesta per frenare la politica di chiusura e aumentare i salari. PER I
CONSERVATORI E’ LA RESA DEI CONTI: risposta dura da parte del governo, lo sciopero viene
presentato come un attacco politico al governo, la questione politica industriale ha finalità ispirate
all’ideologia marxista. Scargill viene definito nemico interno, pericoloso come l’Argentina nella guerra
per le Falklands, il popolo britannico deve ritrovare l’unità nazionale
Thatcher: braccio di ferro, 1986 local government act, ridimensionamento delle autorità cittadine ed
eliminazione delle metropolitan authorities
Conclusioni:
governi Thatcher: costante retorica anticomunista, politica di fermezza, periodo di agitazioni sindacali
quasi unico, guadagna il sostegno incondizionato degli elettori
laburisti all’opposizione: per 18 anni, motivi:
1. Popolarità dei governi Thatcher (guerra delle Falklands, ripresa economica, privatizzazione delle
case popolari). Ampi consensi del governo T. tra classe media e popolare
2. Frattura del voto a sinistra: liberali+ socialdemocratici (sdp) contro laburisti
3. Immagine di partito diviso e settario, prigioniero del sindacato, ideologizzato e incompetente
Labour isn’t working: slogan conservatore (agenzia fratelli Saatchy, elezioni 1979); la Thatcher risulta più
competente rispetto a Foot
Smith e Blair: negli anni ’90 lavorano per riportare i laburisti al governo (abolizione Clause IV,
nazionalizzazione mezzi di produzione)
1995: vittoria Blair, simbolica rinuncia laburista ad un’economia socialista, indipendenza dai sindacati.
Brown all’economia, ottima gestione, allentamento rapporti con la TUC, deproletarizzazione dell’immagine
e politiche di partito.
Critica alla persona di DG: segnale importante è dato dalla candidatura di Defferre per le presidenziali del
1965, portavoce dei presidenzialisti al consiglio nazionale e al congresso in opposizione ai sostenitori del
contratto di maggioranza (Mollet); unione della sinistra alle istituzioni; ritirata la candidatura gli succede
Mitterand, l’anti DG
Presidenziali: fulcro della competizione politica, gli avversari personalizzano la competizione. M. accetta
il quadro istituzionale gollista (no art. 11 e 16) e la concezione monarchica della Repubblica (ho votato
contro la costituzione per il contesto non per il testo); l’obiettivo è abbattere DG
Il postumo rassemblement
5 dicembre 1965: nemico sconfitto (ballottaggio al primo turno, attacchi personali). Il gioco democratico
riprende, la crisi è superata. A farne le spese è DG e il paese torna a dividersi. DG dichiara di non essere
l’espressione di una parte, dell’UNR, non divide i francesi ma li unisce
Elezioni: 84,3% alle urne, consacrazione dell’elezione diretta a suffragio universale, prova che il gollismo
non ha prodotto una depoliticizzazione del paese
Ralliement delle destre: due idee tipicamente della destra, nazione ed esecutivo forte. La sinistra è
repubblicana per nascita, la destra lo diventa per conversione ed assuefazione (Agulhon); IL GOLLISMO
SANCISCE L’INGRESSO DELLE DESTRE NELL’ALVEO REPUBBLICANO
Sinistra: svolta decisiva, l’esito delle elezioni dà rassicurazioni
Pantheon: simbolo unione sinistre e destre (1964, ceneri di Moulin, tempio della repubblica laica), luogo di
sepoltura dei grandi, prolungamento degli Invalides delle guerre nazionali
Cimitero di Colombey-leus-deux-Eglises: luogo di sepoltura di DG, un modo per evitare di essere
collocato politicamente all’interno di una tradizione, unendo dietro di sé un’intera nazione.
DELEGITTIMAZIO Critica al sistema Populismo politico (estremizzazione Linguaggio diverso dalle forme
NE STRUMENTALE e agli attori amico/nemico); partito dell’Uomo retoriche, mossa da un outsider
E TEMPORANEA politici Qualunque (Giannini, linguaggio (estraneo al sistema); se entra nel
aggressivo che fa leva sistema o abbandona la pratica o
sull’insoddisfazione, addita tutti gli la ritualizza per consolidare il
avversari come corrotti) con la nucleo duro di militanti
polemica del fasciantifascismo (Nenni
è un foruncolo nel culo della politica
italiana); Lega Nord (uso della forza in
funzione simbolico-identificativa)
DELEGITTIMAZIO rivendicare la C’è un’insufficiente comprensione della non sempre per far crollare il
NE specificità delle natura del conflitto politico in regime, deriva da vari fattori
PRETERINTENZIO proposte contro democrazia, i comportamenti vengono (assenza di valori condivisi,
NALE identità politiche accentuati dalle caratteristiche scarsa collaborazione/
inconciliabili strutturali del sistema opposizione in una coalizione,
difficoltà a gestire l’opinione
pubblica)
WALTHER RATHENAU (assassinato nel), bersaglio di una campagna diffamatoria per il tradimento
della causa tedesca nelle trattative internazionali e per le sue origini ebraiche
avversari Gli attacchi
Wilhelm Henning Denuncia vero volto del trattato di Rapallo, l’onore tedesco non è merce di scambio
per le mani internazionali degli ebrei, il popolo tedesco farà pagare il conto
p. popolare nazionale tedesco (Dnvp)
Volksfreund (giornale di destra) Maiale ebreo maledetto da Dio
Helfferich
Kark Helfferich: leader della Dnvp, al governo durante la guerra, all’opposizione nel dopoguerra
(destabilizzazione), segretario di Stato e vicecancelliere finita la guerra, lascia la carica per le critiche degli
avversari
Motivi di questi comportamenti:
1. Le forze conservatrici sono all’opposizione e riconoscono solo in parte il sistema parlamentare
democratico in cui si trovano; delegittimazione come segno di un’incompleta accettazione del
sistema repubblicano
2. Mancanza di una solida tradizione parlamentare e di confronto democratico; con l’Impero l’azione
parlamentare non era legata alle sorti del governo dalla fiducia; ora l’istituto parlamentare è centrale
e come contrappeso vi è la figura del presidente, segno di una sfiducia verso il sistema dei partiti
(gli interessi rendono il sistema meno efficace; pluralismo a discapito dell’efficacia). NB: elevato
ricambio della rappresentanza, 2/3 sono alla loro prima esperienza
Repubblica: ha i requisiti per sviluppare la democrazia ma ha anche elementi di debolezza (diffidenza verso
i partiti, scarsa condivisione dei valori repubblicani, limitato sostegno elettorale ai filorepubblicani); la
sconfitta non era stata completamente metabolizzata
Perché la delegittimazione non porta ad una crisi del sistema?
1. Accettazione delle regole del sistema democratico, limiti all’intensità del conflitto: l’influenza
del parlamento era andata crescendo durante il Reich quindi l’abitudine al confronto e al dibattito
politico era radicata ma non vi era stata esperienza di governo parlamentare (conflitto parlamentare
maggiore)
2. Limitata condivisione dei valori: fattore di rischio, la coalizione di Weimar ha un seguito elettorale
limitato. La debolezza della cultura repubblicana come fattore di crisi va relativizzata, acuisce i
conflitti ma gli attori non sempre sono consapevoli degli effetti sistemici che poteva produrre
3. Sottovalutazione degli effetti sistemici di alcuni comportamenti di delegittimazione: es. la
DNVP che sperava nel ripristino della monarchia ma era attraversata da un dilemma (rifiuto del
nuovo stato/cooperazione in nome della nazione) anche perché all’interno vi era un mix di
componenti di destra che influisce sulla linea politica.
Conservatori: opposizione, una volta al governo hanno un comportamento responsabile ma ci sono
profonde divisioni interne
NB: I PROCESSI DI DELEGITTIMAZIONE NON SONO AUTOMATICAMENTE ALL’ORIGINE
DELLA CRISI DI SISTEMA. IN QUESTA FASE PRODUCE UNA REAZIONE DIFENSIVA DA PARTE
DEL FRONTE REPUBBLICANO
Funerale di Rathenau: occasione di rafforzamento simbolico della Repubblica; l’anniversario della sua
morte è occasione per celebrare i valori repubblicani, il sangue di rathenau è collante della Repubblica
Morte di Erzberger: sintomo del bolscevismo di destra, frutto del clima di intolleranza (Die Hilfe, rivista
vicina al p. democratico), decreto di emergenza che vieta manifestazioni antirepubblicane (grazie all’art. 48);
la Dnvp teme eventuali effetti sugli equilibri politici, rischio che l’asse politico si sposti verso sinistra
1. I meccanismi di delegittimazione operano nel periodo di stabilizzazione del nuovo regime;
polarizzazione destra-sinistra, linguaggio esasperato favoriscono il persistere di pratiche di
delegittimazione; chi ha riserve verso la democrazia non è automaticamente un elemento eversivo
anche perché le pratiche di delegittimazione non miravano a far cadere il regime ma a colpire i
nemici interni (la destabilizzazione del sistema è un effetto collaterale)
2. Effetto di risonanza prodotto dalle forme di comunicazione politica e dalla diffusione della
stampa popolare di massa: il ruolo della propaganda è parte integrante della vita politica, la stampa
è strumento di lotta politica, la stampa popolare semplifica i messaggi politici e orientano l’opinione
pubblica ed enfatizzano la figura del nemico (ma i periodici filorepubblicani non ebbero la stessa
efficacia di quelli conservatori nel contrastare le tendenze delegittimanti)
3. Legame tra attacco al singolo e crisi di transizione: E. e R. sono capri espiatori
dell’insoddisfazione per la guerra e la pace
4. La repubblica si solleva dalla crisi: la crisi di regime si risolve e c’è un periodo di stabilità; le
cicatrici rimangono e continuano ad agire ma la fase 1924-28 rimane comunque un periodo di
stabilità
I nodi irrisolti:
1. Problema delle formule di coalizione, debolezza del liberalismo democratico
2. Questione delle riparazioni di guerra, tema di divisione, elemento ricorrente nei processi di
delegittimazione (ridiscutere ammontare delle rate, scadenze e ammontare della somma). La politica
di adempimento al pagamento viene bollata come nemica (es. ostilità al piano Young, referendum
perso ma dà visibilità alla NSPD)
Fase finale (): porta alla dissoluzione della repubblica; la delegittimazione involontaria
(preterintenzionale?) dei leali/semileali alla Repubblica si intreccia a quella del nazionalsocialismo
(NSDAP, forza sleale), fautrice di una politica antisistema, aiutata dalla debolezza dei partiti e dalla
divisione delle forze di sinistra (SPD=socialdemocratici e KPD=comunisti), le uniche che potevano con la
loro forza elettorale contrastare Hitler
Forze sleali: NSDAP, KPD (antisistema, accusa la SPD di socialfascismo)
Hitler: leader della Dap e poi della Nsdap, usa retoriche di delegittimazione mescolando promesse e
polemiche antisistema (guerra, pace ad opera degli ebrei). La delegittimazione è favorita da fattori esterni
1. Guerra e memoria della guerra: senza la guerra persa e il sentimento di umiliazione Hitler non
sarebbe stato nessuno
Politica nazionalsocialista: unisce delegittimazione del nemico (il male) all’uso della violenza
contro gli avversari politici; toni aspri contro i partiti e il sistema democratico, uso eversivo della
delegittimazione
2. Crisi economica: aumenta il malcontento e indebolisce il sindacato, importante difensore della
repubblica (1932: 5 milioni di disoccupati)
3. Ricorso alla violenza: 457 morti nel periodo 1923-31, eredità di guerra. I nazisti uniscono
propaganda e uso della violenza contro tutti coloro che incarnavano valori invisi ai nazisti
Es. Killinger ammette che il nazionalsocialiscismo è odio e ancora più odio; uso di gas e polveri
urticanti alla proiezione di all’ovest niente di nuovo; l’azione violenta cerca i presupposti per la
conquista del potere (delegittimazione FUNZIONALE)
Ruolo della violenza: genera insicurezza, spinge a cercare ordine che si trova nella forza politica che
contribuisce a generare tale clima
LA DELEGITTIMAZIONE QUESTA VOLTA E’ EFFICACE GRAZIE AGLI ELEMENTI CHE
AUMENTANO IL MALCONTENTO, LA NSDAP DIVENTA L’ALTERNATIVA AL SISTEMA DEI
PARTITI CHE NON RIESCONO AD ACCORDARSI PER CONTRASTARE L’ASCESA DI HITLER
2. ITALIA
Dopo il 1945: delegittimazione come pratica diffusa, la fase di dittatura rende difficile la transizione verso la
democrazia e le nuove generazioni non avevano mai sperimentato un sistema elettorale libero e competitivo.
Tre diverse prospettive nella Resistenza (Pavone):
1. Lotta patriottica contro l’occupazione
2. Lotta per la giustizia sociale
3. Guerra civile tra antifascisti e repubblica di Salò
Fronte antifascista: numerose fratture interne che generano diffidenza reciproca tra gli attori politici
Situazione nel 1946: pericolo nel controllo dell’ordine pubblico, non si riesce a sublimare l’esperienza di
guerra in retorica del sacrificio e glorificazione dei caduti a causa delle devastazioni (vittime civili); con
l’estensione della violenza sui civili, circolavano più armi (aumentano le tensioni sociali). Manca
un’educazione al confronto democratico. CLIMA DI POTENZIALE DEGENERAZIONE accentuato da due
fattori:
1. Crepe nell’unità antifascista (DC vs. comunisti): come nell’interpretazione dell’antifascismo (DC=
antitotalitarismo, da estendere ai regimi comunisti; Comunisti= l’anticomunismo non è democratico)
2. Contrapposizione monarchia-repubblica
Situazione sociale: difficoltà e malessere che i partiti di sinistra cercano di tenere sotto controllo
1947: allontanamento socialisti e comunisti dalla coalizione di governo, aumenta la tensione sociale; la
campagna elettorale del ’48 radicalizza la contrapposizione democristiani e comunisti (scontro tra bene e
male) ed è caratterizzata da tentativi di delegittimazione dell’avversario per dimostrarne l’alterità rispetto
al sistema
DC e moderati: il comunismo è un reale e grave pericolo, sono barbari mascherati da democratici che
preparano un bagno di sangue
Scelba: se l’Italia cade sotto al comunismo si ritorna al tempo delle invasioni barbariche
Chiesa: incoraggia il coinvolgimento delle parrocchie nello scontro
Gronchi: contro il fanatismo dei comunisti, usa espressioni come si credono apostoli, unici possessori della
verità, i soli a salvare l’umanità; non sanno stare all’opposizione perché per loro è una condizione di
inferiorità, inutile, se si impossessano del potere eliminano l’opposizione
CARATTERISTICHE: toni apocalittici, contrapposizione amico/nemico, contrasto barbarie/civiltà, temi e
similitudini religiose (paragone chiese-partiti: il comunista è scismatico, abbandona la retta via per
assolutizzare il suo credo), toni da crociata
Risposta della sinistra: si accusa l’avversario di voler dividere il paese e di demonizzare l’opposizione;
accusa di clerico-fascismo, si enfatizza il legame con la borghesia
Polemica religiosa carta poco giocata, cautela verso gli eccessi di anticlericalismo lamentati dal Pci
Togliatti: scemenze nel discorso di De Gasperi, si sente offeso sul piano personale (Togliatti ha il piede
forcuto) e dice di munire le scarpe di chiodi per prendere a calci in quel certo posto il signor cancelliere
austro-americano. Interessante perché:
1. Il riferimento satanico viene ribaltato in accusa, De Gasperi epigono della santa inquisizione
(argomento di facile presa e non usa elementi anticattolici)
2. Riferimento ai legami austriaci e statunitensi per negare l’italianità di De Gasperi
TEMA PRINCIPALE DI DELEGITTIMAZIONE: IL RAPPORTO CON LA NAZIONE, TEMA
DELL’ASSERVIMENTO ALLO STRANIERO
Comunisti: prosecutori del risorgimento democratico, fanno leva sull’asservimento agli USA
Dc e comitati civici: fanno leva sui rapporti del Pci con Mosca (venduti alla Jugoslavia che ha strappato
lembi del nostro territorio), pci servo dei russi
Comunisti contro De Gasperi: accusato di scarso patriottismo, critiche sul suo passato erano usuali,
responsabilità nella morte di Cesare Battisti
Longo deputato austriaco, cittadino vaticano succube dell’America
Pertini Reazionario ed austriaco
Esponente monarchico cancelliere d’Italia
L’Unità (articoli sul passato fa il deputato con chi ha impiccato Battisti, quello che de Gasperi fece a
austriaco) Battisti ora lo fa con l’Italia
Togliatti applaude alla notizia dell’impiccagione