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Marx

Materialismo storico
La struttura
Se l’idealismo è partita da una considerazione della storia che guardava di più agli aspetti spirituali.
La massima considerazione dello spirito, ricordiamo, era lo spirito assoluto costituito da
arte,filosofia e religione.
Una delle considerazioni massime dello spirito era lo stato, la concezione realistica nell’ analisi
della storia sarebbe un’analisi della storia è un analisi degli aspetti culturali.
Per capire una società bisogna capire anche gli aspetti culturali.
Esempio: della società di massa si studiano anche gli aspetti culturali.
Se devo guardare alla storia in maniera realistica allora ne devo esaminare gli aspetti che la storia
ha sulla cultura, in quanto l’uomo si esprime tramite la cultura.
Marx inverte la concezione realistica,crede che per quanto riguarda l’uomo bisogna tenere conto
della storia materiale.
Per definire la storia materiale Marx parte da una concezione antropologica: Marx direbbe che
l'uomo è un essere vivente e come gli altri animali ha dei bisogni e come tale cerca di soddisfarli.
La diversità dell’uomo rispetto agli altri animali è che mette in atto delle attività che fruttano i beni
che ti consentono di soddisfare quei bisogni.
Si ritorna al concetto di lavoro, l’uomo è soprattutto lavoro e il lavoro sarebbe la trasformazione
del proprio ambiente ai fini della soddisfazione dei propri bisogni.
Questo è l’uomo, lavoro. Allora bisogna guardare ai bisogni dell’uomo nella società e a come egli li
soddisfa.
Marx fa un ulteriore distinzione, se guardiamo la vita materiale e se guardiamo le società degli
uomini, abbiamo la struttura economica, che sarebbe il lavoro.
Questa struttura si compone di forze produttive di rapporti di produzione, una delle forze
produttive è l’uomo.
Quindi bisogna calcolare gli strumenti di cui l’uomo si serve che sono diversi da società a società.
Esempio: contadino Medievale con la falce o il trattore del contadino moderno.
Sono diversi questi strumenti perché a questi strumenti è presupposta un’epoca scientifica
diversa.
Vale a dire che anche le innovazioni scientifiche, caratterizzano il lavoro dell’uomo e la sua
produzione. L’uomo si caratterizza in sé per il lavoro, ma il modo in cui egli lavora è conferito
dall’epoca storica.
La struttura però si compone anche dai rapporti sociali che si creano sulla base del modo di
produrre delle forze produttive.
Esempio: secondo Marx forse produttive di tipo agricolo corrispondono alla società feudale, A
forze produttive di tipo industriale corrisponde la società borghese di tipo industriale.
Le forze produttive interagiscono tra loro creando dei rapporti sociali, ma a seconda della società
questi rapporti variano, a seconda della proprietà dei mezzi di produzione.
Marx credeva che chi possedesse i mezzi di produzione appartenesse alla classe dominante, coloro
che invece hanno solo le braccia per lavorare costituiscono la classe dominata.
Quindi la struttura guarda a come l'uomo lavora per soddisfare i propri bisogni e si caratterizza
anche per la formazione di rapporti sociali, a che tipo di rapporti si instaurano tra gli uomini in
relazione ai mezzi di produzione e alla proprietà dei mezzi di produzione.
Questa sarebbe la struttura della società, quella che prima definivamo vita materiale, perché se
voglio guardare la vita materiale devo vedere come lavorano gli uomini e di quali strumenti si
servono, quali sono le influenze scientifiche che caratterizzano il loro operato.
Esempio: nella società feudale c’era un rapporto diverso rispetto alla società industriale.
Nei libri di storia tutte queste cose hanno influito, la struttura della società si studia.
la sovrastruttura
la sovrastruttura sarebbe l’aspetto culturale di una determinata società, sarebbe l’aspetto di una
società che era stata considerata come priorità anche dagli idealisti, perché una società si basa
certo sul lavoro e sulle innovazioni scientifiche, ma si fa anche sugli aspetti culturali.
Per cui la sovrastruttura sarebbero tutti quegli aspetti: politica, arte, religione, filosofia, cioè tutti
quegli aspetti attinenti alla cultura di una determinata società.
Marx perché la chiama sovrastruttura? Egli una volta identificato struttura e sovrastruttura,
contrariamente agli idealisti ritiene che questi due elementi quello fondamentale, quello a cui
bisogna guardare per primo e che determina l'altro elemento è la struttura.
Se voglio capire come è fatta una società devo guardare prima la sua struttura economica, certo
poi bisogna esaminare anche gli elementi sovrastrutturali.
Le sovrastrutture, per Marx, anche se importanti costituiscono sempre un elemento secondario
all'interno della società, la sovrastruttura è determinata dalla struttura, poiché a una determinata
struttura corrisponde una determinata sovrastruttura.
Esempio: la sovrastruttura dell’epoca medievale, è diversa da quella attuale.
Gli idealisti hanno ritenuto importanti e prioritari gli elementi sovrastrutturali, Marx considera la
struttura primaria.
Nella fenomenologia dello spirito di Hegel, nella dialettica servo-signore, uno dei rovesciamenti
era il lavoro, Hegel è il primo ad aver considerato il lavoro filosoficamente.
Marx si riaggancia a lui per quanto riguarda il lavoro, anche Hegel riteneva che l’uomo è meglio
rappresentato dallo schiavo perché esso tramite il suo lavoro trasforma la verità.
Marx anche quindi riconosce più la figura dello schiavo che quella del signore perché il padrone è
colui che si appropria dei beni che qualcun altro ha prodotto.
L’uomo che meglio rappresenta la sua categoria umana è lo schiavo, marx sottolinea ancora di più
questo aspetto che è ciò che noi chiamiamo la struttura.
Quello tra struttura e sovrastruttura possiamo dire che è un rapporto complicato, che egli
spiegherà proprio a proposito dell’arte.
Egli vuole spiegare che quello tra struttura e sovrastruttura non è un rapporto causa-effetto
immediato, infatti se l’arte fosse immediatamente influenzata dalla struttura per noi ad esempio
l’opera di Omero dovrebbe essere incomprensibile in quanto la nostra società è completamente
diversa da quella micenea.
Marx allora si chiede, se così fosse, come è possibile che noi siamo attratti dall’arte di quell’epoca
e dalla bellezza di quelle opere? Marx pensa che noi ne apprezziamo il contenuto perché in esse
c’è una bellezza che si tramanda, allora in noi cambia il modo di apprezzare il bello, però la
bellezza di quelle opere resta invariata.
Marx allora non fa un collegamento immediato tra struttura e sovrastruttura, bisogna conoscere
per capire a fondo un’opera anche la struttura della società in cui è stata prodotta, ma il
conoscerla non è un elemento essenziali ai fini di catturarne la bellezza, perché noi possiamo
esserne attratti anche se non conosciamo la sovrastruttura.
Per quanto riguarda la struttura, posso fare una struttura statica, se io so come è fatta una società
allora posso guardare ai rapporti tra forze di produzione e rapporti sociali , ma in senso dinamico
possiamo considerare una società in maniera simultanea e osservare come essa si trasforma.
Possiamo fare una considerazione simultanea, l’elemento di carico nella storia per lui è costituito
dalle forze produttive e che l’elemento frenante degli sviluppi storici è costituito dai rapporti
sociali.
I rapporti sociali, basati su un determinato sistema di produzione vanno a costituire un
determinato sistema di potere basato sulla ricchezza
Come ad esempio i nobili nei confronti dei contadini tendevano a mantenere un rapporto di
superiorità nei loro confronti.
Le forze produttive sono quindi l’elemento dinamico, ciò che muove la storia, mentre i rapporti
sociali l’elemento statico.
Marx presenta la storia come un succedersi di epoche, si è in presenza di una filosofia della storia
quando si pretende di avere la conoscenza dell’origine, quando si ha la prontezza di sapere qual è
il fine ultimo della storia, e quando poi accade qualcosa la si interpreta attraverso la conoscenza
dell’inizio e della fine.
Già nella teologia della storia, con Sant’Agostino vediamo l’origine della storia che ha come fine la
salvezza dell’uomo e tutti gli eventi sono in base a questo fine.
Quindi si riesce a interpretare il senso a tutto ciò che si è fatto, si riesce a trovare il senso di
qualsiasi cosa accade nella storia.
Hegel → pensa che tutto ciò che accada nella storia abbia un senso, che niente sia per caso, che
tutti i suoi accadimenti siano predestinati.
Per Marx la storia dipendeva dalla formazione della società, però anche lui ne da un modello in cui
c’è un’origine il comunismo originario e una finalità .
Se le prime formazioni sociali sono state comuniste allora c’è una necessità nel ritornare
all’origine.
Allora possiamo avere una concezione più Kantiana della storia, lo storico odierno non direbbe mai
che conosce il fine ultimo della storia, perché se lo dicesse risulterebbe anche poco credibile.
Perché la finalità ultima ( per Marx il comunismo, che mette fine a tutte le società di classe) può
essere interpretata anche come un bene assoluto, in cui tutti sono uguali.
Esempio: unione sovietica ha ottenuto una società comunista però per costruire tali società sono
stati uccisi migliaia di uomini.
Allora c’è qualcosa di sbagliato, ed è pensare che ci sia una finalità ultima che sia il bene assoluto e
pensare che si possa fare qualsiasi cosa in nome del bene assoluto.
L’uomo può conoscere la storia in maniera empirica, lo storico viene messo a contatto con delle
testimonianze delle epoche precedenti e in base a quello cerca di ricostruire una storia seppure le
sue interpretazioni siano precarie, perché la storia è pura interpretazione.
Quindi l’uomo si racconta il proprio passato a seconda delle epoche, ma questo significa che
l’uomo si racconta il proprio passato a seconda delle epoche, ma questo significa che non esiste
una verità assoluta.

L’aspetto dinamico che la classe borghese possiede oggi magari è ancora più vicino, più
accentuato. Il suo giudizio per quanto riguarda la società socialista/comunista pensa che non può
rifiutare l’industrializzazione, anzi pensa che essa debba svilupparsi.
La borghesia ha una funzione positiva perché ha scoperto questi mezzi di produzione, per Marx la
società di massa deve essere abbattuta, la borghesia deve essere combattuta però ha il merito di
aver scoperto gli elementi di sviluppo.
Paragona la borghesia a uno stregone che evoca degli spettri che poi non riesce più a dominare, lo
sviluppo economico e sociale indotto dalla borghesia industriale che spinge lo sviluppo stesso in
senso antiborghese e anticapitalistico.
Lo sviluppo del capitalismo ha portato lo sviluppo del proletariato, Marx pensa al fatto che nelle
fabbriche aumenti il bisogno dei proletari e questo sarebbe uno degli spiriti evocati dalla borghesia
e che essa poi non riuscirà a domare più.
Marx pensa se lo sviluppo è sociale non esiste che il profitto sia privato e che debba guadagnarci
solo un singolo.
Dal punto di vista sociologico Marx non aveva pensato anche allo sviluppo dei ceti medi, dal punto
di vista storico il giudizio di Marx non è negativo, quando si parla di comunismo si parla di uno
sviluppo più pieno, sociale della rivoluzione industriale.
Quando si parla di socialismo conservatore lui ha in mente una teoria di Proudon, modello
fondamentale dell’anarchismo, quando si fondò la prima internazionale dei lavoratori questa fallì
perché all’interno c’erano posizioni molto diverse, fra cui la posizione dei marxisti e quella degli
anarchici.
Una delle polemiche fondamentali era quello dei marxisti e di Proudon, egli pensava che la
proprietà fosse un furto e quindi sembrerebbe essere d’accordo con Marx, egli in realtà non
elimina la proprietà privata.
Lui pensa che la proprietà privata sia un furto ad esempio nel caso di un profitto industriale, lui
immagina una società in cui ci siano tanti piccoli lavoratori (come nel mondo artigiano) in cui ogni
singolo lavoratore sia proprietario del proprio mezzo di produzione, quindi si parla di una sorta di
comunità di lavoratori che magari si associano tra loro e ci sono tanti proprieatri dei mezzi di
produzione.
Marx allora giudica questa teoria di Proudon dicendo che egli vuole il capitalismo senza i difetti
del capitalismo, perché la proprietà privata comporta delle conseguenze secondo Marx come
accumulazione del profitto, ingiustizia e lavoro alienato .
Quindi pensa che proudon viva in un mondo tutto suo dove esista una società capitalista idilliaca.
Gli anarchici odiavano ogni forma di organizzazione che si affermasse ritenendosi superiore alla
comunità, anche il partito per loro erano un qualcosa da criticare mentre i marxisti volevano che il
proletariato si riunisse in un partito.
Marx critica quel modello di società perché pensa che sia un tipo di società che sembra distogliere
lo sguardo da un presente scandito dal lavoro industriale, dal lavoro di fabbrica che includeva
migliaia di operai, la comunità bucolica che immaginavano gli anarchici lui la critica in quanto
creda sia arretrata e non reale→ socialismo conservatore.
Il capitalista può comportarsi diversamente da come si comporta? Il capitalista può abbandonare il
profitto? No il capitalista deve fare questo, egli è sottoposto a una legge ferrea.
Chi produce il capitale è un operaio ma chi deve provvedere allo sviluppo del profitto è il
capitalista che essendo tale non può fare a meno di fare ciò che fa.
Un capitalista dall’animo dolce, meno affaristico e più teso verso l’altro uomo è come se non
rispettasse il suo ruolo, perché un capitalista che tende prima a pensare all’interesse degli altri
uomini che a sviluppare il profitto non è tale. Questa forzato modo di essere è una maledizione
anche per loro.
Questo cosa significa? Significa che quando l’uomo proletario inizia le battaglie per liberarsi
dall’alienazione in un certo senso libera anche il capitalista da essa.
Come uomo capitalista puoi interagire insieme ad altri uomini per la produzione del benessere
sociale, non come capitalista.
Quindi questa lotta non era una lotta per i più deboli o i più forti, ma era una lotta per la
liberazione, era una lotta anche per gli avversari.
Quando Marx parla di alienazione, lo stato della lotta di classe in cui l’altro è avversario vale per il
proletario ma vale anche per il capitalista, poiché anch’egli non può avvicinarsi pacificamente
all’altro uomo perché esso potrebbe essere un potenziale avversario ( un proletario) che vuole
rovesciare il suo potere.
Il capitalista anche è costretto a sopportare rapporti di conflitto con l’altro uomo, quindi quando
Marx parla di una società dove non ci sia conflitto lo fa nell’interesse di entrambi le parti.
La classe proletaria inizia quindi la rivoluzione al fine di liberare anche gli avversari, almeno
idealmente, dai mali della società di cui fanno parte.

Teoria del valore-lavoro, noi a volte diamo per scontato che le merci abbiano un valore, ma da
cosa si origina questo valore?
Marx risponde come avevano già risposto David Ricardo e Adam smith, che avevano proposto la
teoria del valore, cioè il valore di una merce deriva da una quantità di lavoro socialmente media
che è servita a produrre quella merce.
Esempio: mettiamo che un falegname produce una scrivania, il valore di quella scrivania dipende
dalle ore di lavoro impiegate dal falegname, dal lavoro medio.
Il lavoro impiegato che determina il valore di una merce deve essere una quantità di lavoro
standard, media il singolo può metterci anche più tempo ma non per questo può richiedere di più.
Premesso questo, nell’economia capitalista, dobbiamo riferirci allo scema generale laddove dice
che lo schema generale era m d n delle societa tradizionali dmd’ dove d è denaro m merce
Nella società capitalistica una somma di denaro viene investita nelle merci e spende una parte del
suo lavoro sotto forma di salario per avere il lavoro, da cui ricava poi il d’ cioè la quantità di denaro
in più.
Per stabilire un prezzo allora il capitalista dovrà calcolare i soldi spesi per ottenere quel
lavoro,diviso la quantità di merce prodotta.
Però se così fosse allora dovrebbe essere solo dm cioè solo denaro e merce e non anche il
guadagno.
Ma da dove proviene il guadagno? Per Marx il guadagno deriva dal lavoro che ha impiegato
l’operaio, un pluslavoro che si produce in plusvalore.
L’operaio produce più valore di quanto gli dia il capitalista.
Il capitalista allora deve vedere quanto un operaio riesce a farlo guadagnare, così che potrà
comprendere quanto gli rende il capitale che investe per pagare il salario agli operai.
Il plusvalore però secondo lui non è il profitto, perché il capitalista spende anche il capitale in
consumi dell’azienda o per aggiusti tecnici (capitale costante) , quindi per sapere quanto ci
guadagna deve dividere il guadagno per il capitale costante + capitale variabili (salari) .
Questo è il profitto, cioè il pluslavoro tradotto in plusvalore, e che viene rapportato al capitale
totale speso .
Plusvalore assoluto/relativo
Stabilita che l’economia capitalistica, ci dica che mdm significa economia mirata esclusivamente
alla soddisfazione dei bisogni.
Esempio: se sono un contadino che ha prodotto il grano La prima m la trasformo in denaro d per
comprare beni prima di prima necessità, ad esempio un vestito.
Allora l’economia capitalistica è mirata all’accumulazione del profitto e non alla soddisfazione dei
bisogni.
Il fine della società capitalistica è l’accumulazione del profitto, secondo Marx essi attuano anche
degli stratagemmi per aumentare il profitto
Plusvalore assoluto consiste nelle ore di lavoro, cosi da aumentare il plusvalore aumentando le ore
di lavoro degli operai, ma non si può sfruttare il limite degli operai in quanto c’è un limite fisici da
rispettare. Non mi posso basare sullo sfruttamento degli operai in quanto questo a lungo andare
finirà per non rendere. Quindi questo tende ad aumentare se stesso in virtu del prolunga,ento del
lavoro
La grande invenzione dei capitalisti è la macchina.
Plusvalore relativo aumento del profitto in virtù dell’aumentare della produzione, esso si basa
infatti sull’aumento della produttività.
Marx evidenzia la contraddizione delle crisi di sovrapproduzione, lui guarda alle crisi economiche
accadute prima dellla rivoluzione industriale , in cui le crisi erano dovute alla mancanza di merce e
non alla troppa produzione di essa, questo secondo Marx avviene perché i capitalisti guardano
solo al loro profitto e non producono solo per soddisfare i beni necessari.
Secondo Marx un capitalista, che ha un capitale appunto da investire, non pensa ai bisogni della
società ma cerca di investire dove crede ci sia più possibilità di ricavare un profitto.
Marx enumera una serie di contraddizioni, a partire dalla sovrapproduzione, lui ritiene che dalla
legge tendenziale della caduta del saggio di profitto il capitalismo è fatto per accumulare profitto
ma a un certo punto tendenzialmente il profitto tende a calare perché se il profitto viene calcolato
anche sul capitale costante, con le evoluzioni tecnologiche, il capitale costante aumenta
enormemente cioè aumentano i costi del capitale. Allora sei calcoliamo il profitto in base al
capitale costante e al capitale relativo allora il rapporto totale del profitto diminuirà perché si
investiranno grandi somme di denaro per avere sempre meno profitto.
L'economia capitalista quindi collassa quando perseguire il profitto il rapporto tra spesa e profitto
non conviene più.

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