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territorio romano. Negli Abruzzi, in Italia, per esempio, c’è anche la forma
dialettale ssignirì, seguita dal verbo alla seconda persona singolare. Il
rumeno è la sola lingua romanza che, al livello standard, ha conservato un
termine medio non enfatico e ha sviluppato nuovi valori riverenziali
familiari e popolari: mata, mătăluţă, poi altre sfumature di familiarità, usate
regionalmente: tălică, ‘mneata, ecc.
Riteniamo, insieme ad A. Niculescu, che l’esistenza di queste forme
rappresenti un’altra prova della resistenza del rumeno di fronte alle forme
colte e complicate e del carattere rustico della Romania orientale.
Quindi, la presenza di un terzo termine del paradigma tu – dumneata
- dumneavoastră è simile al portoghese tu – voce – o senhor; in rumeno,
però, c’è anche un altro pronome della terza persona singolare o plurale,
usato nei casi in cui si parla cortesemente di un’altra persona (dumnealui,
dumneaei, dumnealor). Oggi queste forme pronominali appartengono allo
stile cerimonioso o ironico.
Un’altra innovazione del rumeno è l’uso del pronome dînsul
riverenziale. Esso appare per la prima volta nel XVI secolo . O. Densusianu
e Al. Rosetti considerano che questo pronome si sia formato sul territorio
rumeno dalla preposizione de+însu e questa è l’ipotesi accettata che
combatte I. Iordan che, invece, lo credeva derivato dal latino de+ipsu).
Dînsul è un’innovazione regionale, apparsa prima in Maramureş, poi
in Transilvania e Moldavia; il suo uso si è poi esteso in tutta la Romania.
Anche oggi nel linguaggio colloquiale dînsul ha conservato la
sfumatura cortese, anche se le grammatiche lo considerano solo un pronome
personale.
Si può concludere con l’osservare che il francese è stata la prima
lingua romanza ad aver reso definitivo il suo sistema pronominale
riverenziale, valido tuttora e, invece, il rumeno, ci è arrivato l’ultimo e come
si è già visto, le sue forme sono le più complicate e le più numerose.
1
Abbiamo scelto il termine di riverenza perchè ha un’aria semantica più ampia; include anche l’idea di deferenza, di
rispetto, di cerimoniale e di cortesia. Questo termine suggerisce un uso stabile delle formepronominali e non soltanto il
risultato di un atteggiamento momentaneo. Il termine di riverenza proviene dal latino e significa inchino, obbedienza,
saluto molto rispettoso, ossequio. Si è consrvato in italiano, ma oggi ha una connotazione ironica nell’espressione: “La
riverisco, signore!”
2
Alessandro, Niculescu, Strutture allocutive pronominali riverenziali in italiano, Firenze, Leo, S. Olschki Editore, 1974
3
Bruno, Migliorini, Primordi del Lei, in Saggi linguistici, Firenze, Le Monnier, 1957
4
Luca Serianni, Grammatica italiana, Torino, UTET, 1991
5
Rafael, Lapesa, Historia de la lingua española, Madrid, Biblioteca Hispanica Editorial Gredos, 1962
6
Axel, Wilhelm E, Pronomes de distância do português actual em Portugal e no Brasil, Lisboa, 1971
7
Ferdinand, Brunot, Grammaire historique de la langue française, Paris, G. Masson Editeur, 1956
8
Maurice, Grévisse, Le bon usage, Gemblonx, Belgique, Duculot, 1975
9
Ovid, Densusianu, Opere, I, II, Bucureşti, Editura pentru literatură, 1968
10
Al, Rosetti, Istoria limbii române, I, Bucureşti, Editura Ştiinţifică, 1964
11
Titus Livius, Ab urbe condita, I, II, Bucureşti, Teora, 2000, p. 96
12
Documentele Veress, XI, 152, X,29, Costachescu, 1,II, 230 şi Documentele Costachescu, 2, 69, Hurmuzaki,XI, 11
13
Ibidem
14
Ferdinand Brunot, op.cit., p. 286
15
Bruno Migliorini, op.cit. p. 187
16
Al. Niculescu, op.cit., p. 144
17
Ferdinand Brunot, idem, p. 35
18
Per una presentazione più completa dell’argomento si veda anche Mirela Aioane, Forme alocutive şi reverenţiale în
limbile romanice. Pronumele alocutive în limbajul publicitar, Iaşi, Universitas XXI, 2003
19
Coluccio Salutati, in Al. Niculescu, op.cit., p. 89
20
Bruno Migliorini, op.cit., p. 195
21
Lettera di Esterolo Visconti (19.12.1451) inviata al duca Francesco Asforza circa un debito pendente verso il conte
Filippo Borromeo che il duca sollecita a pagare. Fonte: Marinoni, 1983, 182-188, doc. nr. 1 (originale all’Archivio di Stato
di Milano, Fondo Sforzesco, cart.657)
22
G. M. Alessandri, Paragone della lingua toscana e italiana, in B. Migliorini, op. cit., p. 195
23
Axel, Wilhelm, op.cit., p. 15
24
O. Densusianu, op.cit., p. 532