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Considerazioni sulla diffusione delle tecnologie

web

Tesina inerente al corso di Sistemi Multimediali (Prof. Franco C. Grossi)

Tommaso V. Botto
tommibotto@tin.it

Gorizia, 2001
Internet

Internet si sta affermando come il megacontenitore di informazioni per eccellenza, la fonte


inesauribile di dati, pensieri, notizie e prodotti che consente, per la prima volta nella storia
dell’umanità, di mettere a disposizione immense risorse a chiunque e ovunque si trovi.
Considerando esclusivamente il WWW (la parte di internet cresciuta più rapidamente negli
ultimi anni (a fianco di risorse non-www quali mailing-list, newsletter, server FTP, database fruibili
tramite Telnet, file video e audio, periodici e manuali in PDF,…), esso contiene più di un miliardo
di pagine, liberamente collegate tra di loro da altri miliardi di link (iperlink); la crescita di internet
viene mediamente calcolata in un milione di nuove pagine al giorno, scritte in qualsiasi lingua da
chiunque e per qualsiasi motivo.
All’interno di questa rete delle reti, pozzo inesauribile di informazioni, capace di modificare
radicalmente i canoni di vita e di lavoro di persone anche non direttamente impiegate nella
crescente schiera delle professioni di new-economy (ricercatori, docenti, studenti, traduttori,
avvocati,…), dilaga, paradossalmente, un problema basilare di consultazione: la crescita, quasi
“cancerosa”, del volume di dati, implica, il più delle volte, il perdere la bussola, trasformando la
proficua e/o piacevole navigazione in un’odissea di omeriana memoria; in questo caso appare fin
troppo appropriata l’etimologia di browser (il software di navigazione, per intendersi): da to
browse, brucare, girovagare senza meta!

Le ricerche

Il problema centrale di qualsiasi sistema contenente un gran numero di informazioni è


appunto quello di renderle recuperabili. Fortunatamente, per evitare la spiacevole situazione di
cercare l’ago nel pagliaio, la rete stessa offre una serie di utilities per la ricerca in grado, attraverso
differenti metodologie, di districarsi tra la marea di informazioni inutili (informinquinamento) e di
giungere proficuamente ai risultati voluti, consacrando internet come la risorsa prima –e oramai
indispensabile- per qualsiasi attività di ricerca per la totalità degli ambiti dello scibile umano, dalle
statistiche macroeconomiche alle ricette di cucina, dalle dichiarazioni di autorità d’importanza
planetaria alle canzonette di un –fino ad allora sconosciuto- gruppo musicale lituano,…
La modalità base per allargare la nostra ricerca consiste nell’utilizzare i link, connessioni che
un sito ci offre per collegarci direttamente ad altri che trattano argomenti similari o che comunque
hanno da essere considerati degni di attenzione; la lotta contro il caos viene oltretutto resa più
efficace dalla gerarchizzazione di questi link, ordinati per importanza ed autorevolezza dagli autori
del sito. Evidentemente questi ipertesti web (ipermedia nel caso colleghino documenti non di testo,
del tipo file audio, immagini, video,…) risentono della discrezionalità dei loro autori (talora sulla
base di una valutazione critica ma spesse volte originata da reciproci accordi in materia di visibilità
da parte dei diversi web-master, nonché da interessi economici veri e propri come l’inserimento di
banner pubblicitari e una generalità di rinvii commerciali anche non attinenti con l’argomento
affrontato nel sito d’origine).
Degni di nota, per quanto riguarda la reperibilità di informazioni su determinati argomenti,
sono i gruppi di discussione (news-letter e mailing-list), finalizzati a mantenere aggiornati tra di
loro gli iscritti, recapitando loro i messaggi sulle rispettive caselle di posta, e dotati di un ampio
database che archivia tutti i precedenti contributi.

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Gli strumenti

Volendo esplorare le fonti disponibili su una determinata tematica di nostro interesse i


collegamenti ipertestuali non sono sufficienti; dobbiamo così utilizzare strumenti specificamente
predisposti per la ricerca su un determinato argomento, taluni più generali (indici di rete) e altri più
selettivi (motori e meta-motori di ricerca): tali strumenti hanno avuto una grandissima diffusione, si
sono sviluppati con sempre più evidenti migliorie tecniche e pratiche ma non sempre sono così
efficaci da escludere lo spettro dello smarrimento nel web. Molti esperti esprimono perplessità
riguardo alla loro efficacia; dobbiamo però considerare che sono gli strumenti più utili in nostro
possesso per trovare ciò che cerchiamo quando non abbiamo canali di consultazione più diretti
(come ad esempio l’indirizzo web di un sito che già sappiamo essere la fonte di ciò che cerchiamo).
Sarebbe bello possedere una sorta di “elenco telefonico” di internet: per problemi di volume e di
aggiornamento questo strumento non è stato ancora realizzato. L’esaustività non è ancora un
assioma del mondo della rete: non bisogna mai dimenticare che indici, elenchi, rinvii e registri
esistenti in rete sono forzatamente parziali

Web Directory (indici di rete)

Sono costituite da liste di siti web, dei quali vengono memorizzati gli indirizzi, suddivisi in
categorie a seconda dell’argomento, con una breve descrizione che raccoglie poche informazioni sul
sito. Potremmo asserire che le directory mirano più alla qualità che alla quantità d’informazioni. Le
categorie e le descrizioni sono indicate dagli sviluppatori dei siti ed esaminate da personale
specializzato; l’inserimento di un sito in una categoria può avvenire gratuitamente o a pagamento; è
da rilevare che queste liste sono basate sul giudizio di esseri umani e non sono sempre compatibili
col nostro modo di pensare e colle nostre esigenze.
E’ importante constatare che una categoria porta alla pagina iniziale di un sito: è necessario
esplorarlo per poi trovare il documento voluto; perciò essa è utile quando si ha un vaga idea di ciò
che si vuole ottenere dalla ricerca e quando si ha tempo per farlo. Altavista (che fornisce una guida
sapientemente elaborata per migliorare le proprie facoltà di ricerca on-line) paragona l’utilizzo di
questa risorsa all’andar per i negozi del centro in cerca di un regalo non ben definito, soffermandosi
a guardare tutte le vetrine, anche divertendosi, lasciandosi guidare dalla globalità delle offerte.
Bisogna pure considerare che le directory vengono organizzate come biblioteche in cui a
domande molto specifiche seguono tempi molto lunghi di consultazione; non è da trascurare il fatto
che alle categorie vanno segnalati poi gli aggiornamenti: se ciò non accade gli indici rischiano di
diventare obsoleti.
L’uso di questi strumenti è facilmente intuibile; è opportuno comunque, le prime volte
almeno, soffermarsi a leggere le “istruzioni per l’uso”, facilitate nella consultazione dalla
onnipresenza delle FAQ (Frequently Asked Questions), una sorta di prontuario capace di dare
risposta immediata alle domande più ricorrenti; questo ulteriore strumento, se ben organizzato ed
aggiornato può dimostrarsi, nella pratica, veramente utile a risolvere ogni dubbio.
Molti servizi di questo tipo consentono oltretutto di restringere il campo di ricerca
utilizzando gli operatori booleani, del tipo AND (implica di ricercare documenti che contengano
entrambe le espressioni messe in relazione), OR (documenti che contengano almeno una delle due),
NOT (documenti che escludano quella data espressione), NEAR (ricerca una parola usata in
prossimità di un’altra).

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Motori di ricerca (indici web per parola)

I motori di ricerca sono generalmente servizi forniti sul web da organizzazioni la cui fonte di
sostentamento economica primaria è la pubblicità (web advertising) e ,a volte, gli introiti derivanti
dalle quote pagate da amministratori di siti per assegnare ai loro prodotti maggiore visibilità (cioè
rendersi il più possibile visibili agli utenti facendosi inserire in queste “catalogazioni”, magari ai
aprimi posti).
Essendo internet un crogiolo di informazioni in continua crescita, si è tentato, sin dai suoi
albori, di porre in opera strumenti specifici per la reperibilità di informazioni, fruibili dagli utenti
con semplicità e senza richiedere da parte loro particolari conoscenze informatiche o matematiche.
Originariamente i primi strumenti di ricerca si suddividevano in “search engines” (che
adottavano come metodo di ricerca quello delle parole chiave) e “yellow pages” o “subjets trees”
(che partivano da una suddivisione in categorie). E’ da sottolineare che questa suddivisione
oggigiorno è ormai superata in quanto la generalità dei motori mette a disposizione
simultaneamente entrambe le funzioni, offrendo la possibilità di scelta tra le due al momento
d’inoltrare la “query”.
Motori di ricerca ante-litteram sono da considerarsi Veronica (Very Easy Rodent-Oriented
Net-wide Index to Computerized Archives) con la quale possono ricercarsi tutte le parole contenute
nei menu dei Gopher (programmi che rendono la ricerca di particolari notizie relativamente
semplice grazie all’applicazione di un’interfaccia molto semplice e pratica) e Archie con il quale si
possono ricercare in tutti i siti FTP mondiali i file che contengono nel proprio nome una particolare
sequenza alfanumerica.
Gli attuali motori di ricerca consistono in siti web (che forniscono anche servizi di posta
elettronica, connessione internet, notiziari, musica, chat,…) collegati in rete a dei “server farm”
(magazzini pieni di computer collegati ad internet) che sono programmati per assolvere
principalmente due funzioni basilari: la raccolta dei documenti di testo disponibili sul web che
consiste nello sguinzagliare dei software chiamati spider (o robot, o worm, o crawler,…), che
scavano sistematicamente nel web assorbendo i link contenuti in tutte le pagine, scoprendo così
nuove pagine; la seconda fase è quella dell’indicizzazione, consistente nella “digestione” di tutti
questi dati, ordinando i documenti trovati in modo che possano rispondere efficacemente alle
domande degli utenti: i testi vengono velocemente analizzati e vengono suddivisi per parole che
verranno aggiunte ad una struttura, detta indice inverso, che sarà usata per i servizi di ricerca.
Quest’ultima funzione richiede l’uso di particolari algoritmi di computo, tuttora oggetti di studio.
Per ogni richiesta verbale (la query tipo fatta dall’utente al motore di ricerca tramite un
sistema di parole chiave digitate dentro un campo prefissato), il motore non può fermarsi a tutte le
pagine in cui le singole parole compaiono almeno una volta. Così infatti causerebbe un intasamento
dispersivo di risposte, spesse volte inutili. Per ogni documento selezionato viene calcolato un grado
di pertinenza, basato sulla frequenza, la vicinanza, la presenza nel titolo o nei paragrafi delle parole
ricercate… questi risultati vengono poi presentati all’utente seguendo un ordine decrescente (per
pertinenza appunto).
Questi spider consentono di catalogare rapidamente centinaia di milioni di pagine web, di
tenerne sempre aggiornato l’indice e di rielaborarle valutando le novità e i nuovi collegamenti ad
altre pagine: numerosi motori consentono oltretutto di ricercare non solo testi ma anche
direttamente immagini, video e file musicali (per lo più in formato mp3), rendendo ancora più
diretta, veloce e pratica la ricerca di queste tipologie di file.
Il problema dell’eccesso d’informazione parrebbe scongiurato se non fosse che questi
elaborati sistemi di ricerca, essendo dei programmi governati da “macchine”, hanno difficoltà ad
individuare senza l’intervento umano, omonimie, sinonimie e contenuti semantici dei siti web.

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Indubbiamente il vantaggio primo del motore di ricerca (rispetto alle web-directory) consiste
nel fatto che esso guida la ricerca portando l’utente direttamente alla pagina scelta (senza ulteriori
navigazioni all’interno d’un sito), il tutto in tempi strettissimi (due secondi al massimo).
Secondariamente, ma non per ordine d’importanza, è da notare che gli spider rilevano
automaticamente qualsiasi cambiamento, aggiornando costantemente gli indici, rilevando
soprattutto le novità da intendersi come i nuovi ingressi, l’apertura di nuovi siti o di nuove pagine.
Possono essere aiutati in questa funzione di iper-esplorazione dagli “add-URL”: funzioni di
segnalazione di nuovi siti, identificati appunto dall’URL (Universal Resource Locator, l’indirizzo
web vero e proprio ), da parte degli utenti ma soprattutto degli sviluppatori dei siti (web-master), i
quali hanno solo vantaggi dall’amplificare la visibilità del loro sito, nella pratica, queste
segnalazioni giungono all’indicizzazione nel giro di due o tre settimane, se avviate nei canali
gratuiti.
L’uso dei motori è consigliabile nel caso si abbia necessità di trovare velocemente
un’informazione particolare e ben definita (una citazione, una definizione, una persona della quale
si conosca nome e cognome, una particolare ricetta): per tornare al paragone della guida di
Altavista, è come uscire per comprare un regalo, sapendo già cosa comprare e magari in quale
negozio.

Domini di ricerca

E’ importante sottolineare ancora che gli indici sono elaborati in automatico, in relazione
alle frasi e alle parole trovate sul web: tali informazioni non vengono riorganizzate né filtrate da
interventi umani. La loro obiettività parrebbe assicurata ma è meglio adoperare cautela in
quest’affermazione.
Ponendo la medesima query a differenti motori di ricerca, si evince subito che i risultati
ottenuti sono differenti sia in termini quantitativi che qualitativi: questa peculiarità trova origine nel
“come” e “da dove” ciascun motore effettua la propria ricerca rispetto al “che cosa” si chiede: ogni
“macchina” ha il suo circuito, variabile nelle dimensioni, ogni motore ha il suo dominio di ricerca
(numero e tipo di documenti vagliati) entro cui esso lavora. C’è comunque qualcuno (una persona)
che guida questo motore, indicandogli a priori entro quali confini esso può operare, impedendogli di
valicare tali limiti.
Non si vuole in questa sede alimentare discussioni filosofiche di stampo fanta-politico (sullo
standard del film Matrix, anche se…) ma è importante evidenziare che comunque questi servizi
gratuiti (per l’utente-navigatore) di “orientamento” nella giungla internet sono governati da persone
che con la loro discrezionalità possono in qualche modo filtrare ed escludere qualcuno dal “giro”.
Portando un esempio pratico (neppure troppo criticato on-line), il motore di ricerca GoTo
(ma non solo questo) applica la formula “cost per click”, ossia una società offre un tot (25 cent di
dollaro) al motore che convoglierà sul suo sito visitatori che erano partiti da una query ad essa
attinente. Quest’uso è assai diffuso e qualsiasi web-master ,anche alle prime armi, viene in contatto
con le lusinghe e le offerte di chi propone tali “affari” che sì, in qualche modo, contribuiscono a
salvaguardare la gratuità del fenomeno internet o, addirittura, a far percepire guadagni al navigatore,
ma che, d’altro canto, inseriscono dei paraocchi a certe tipologie di navigazione.

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L’attendibilità delle fonti

Come investigare tra questa montagna di bit, come racimolare il meglio in questo immenso
giacimento d’informazioni evitando di “prender patacche”? E’ possibile indagare tra le fonti con la
totale sicurezza della loro bontà, certezza ed attendibilità, scongiurando il savio dilemma sulla
veridicità di ciò che si legge (e si guarda) in internet?

La rete stessa (ci piace considerarla nella sua globalità, come una biblioteca, come un
quotidiano d’immense dimensioni) offre spunti d’analisi su questa tematica prevalentemente in area
anglosassone (in italiano troviamo principalmente traduzioni di queste con interpretazioni
personali); vengono spesso proposte metodologie pratiche di verifica dell’attendibilità in merito ad
ambiti specifici (informazioni mediche, fonti giuridiche, documenti di letteratura,…) nelle quali
prevale comunque il rinvio a siti specializzati nel riscontro della validità (information brokering,
internet mining), di non sempre facile e chiara utilizzazione, in cui la discrezionalità degli
sviluppatori non produce che ristretti domini di ricerca.

La chiave di volta di questa querelle risiede nel fatto che internet è accessibile a chiunque
nel suo aspetto produttivo di documenti: chiunque, a bassissimo costo, può pubblicare file inerenti a
qualsiasi argomento con pari dignità “grafica” (c’è chi parla d’impaginazione web ,similarmente a
quella della stampa) e quindi possibilità di consultazione, di modo che qualsiasi testo inerente
all’argomento specifico desiderato, può risultare attendibile e veritiero. Questa democraticità
(anarchia?) esasperata della rete è alla base del suo scompenso di fondo: negli U.S.A. “The NET”
viene considerato scherzosamente come acronimo di “Not Entirely True”, non completamente vero,
capace sì di produrre informazione ma anche cattiva informazione e addirittura disinformazione.

In questo mare magnum, all’improvvisazione di comunicazione s’affianca spesso e


volentieri l’informazione pubblicitaria, non sempre esplicita come sulla carta stampata in cui è
facilmente identificabile per l’utilizzo di font differenti da quelli usati per la “notizia” vera e
propria: un neofita della rete ha affinato scarsa sensibilità per discriminare tra le due tipologie, di
modo che un banner pubblicitario od un link di rinvio, posti nelle prossimità dell’informazione vera
e propria, lo traggono spesso in inganno, spazzando via il suo senso critico e producendo un
temibile livellamento culturale in cui non vi è alcuna differenza sostanziale tra comunicazione
informativa e comunicazione persuasiva o promozionale.

E’ da segnalare che questa tematica viene spesso proposta in documenti web inerenti alla
professione del giornalismo: partendo dal riscontro della evidente rivoluzione metodologica posta in
essere dalla rete in questo settore professionale, principalmente nel giornalismo investigativo e
nell’accesso alle documentazioni d’archivio (capace di sostituire all’occorrenza indicazioni vaghe e
talvolta banali), viene costantemente posto l’accento sull’affidabilità delle fonti in questo turbinoso
marasma di informazioni digitali. La notizia, nella sua dimensione giornalistica, viene definita come
“mediazione dinamica di più fattori”(Magistretti), prodotto finale di due fasi principali: la selezione
del materiale informativo e la sua rielaborazione; è quindi implicito il “rimaneggiamento” (non
esclusivamente negativo) che può essere influenzato da logiche produttive (pubblico, concorrenza)
determinate a loro volta da criteri di notiziabilità e rilevanza (novità, dimensione territoriale
dell’interesse, impatto su altre notizie, valutazioni quantitative e qualitative delle persone coinvolte,
sviluppi futuri dell’evento –scoop, bomba giornalistica,…-). Il sentore generale che traspare dal
pensiero di questi professionisti è che la rete non sia altro che una nuova ulteriore fonte, un
giacimento di informazioni che s’aggiunge ad altri preesistenti: per cui il rimedio
all’informinquinamento –se lo si intende come la prova del nove dell’attendibilità- non esiste;
semmai corre preziosamente in aiuto l’esperienza ed eventualmente quel sesto senso (il senso della
notizia), strumento indispensabile del bagaglio psicoculturale del giornalista professionista.

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Cosa salvare e cosa buttare

Il principio fondamentale per l’utente, nella sua attività di filtraggio in quest’orgia di


informazioni, è quello della diffidenza, da intendersi come diritto di credere e di dubitare, valutando
che il problema non è da imputarsi al mezzo, bensì alle persone: l’acquisizione selettiva delle
informazioni deve accompagnare il “ricercatore” in tutte le fasi dell’opera. In tal senso, un primo
empirico metodo di riscontro della serietà della trattazione dell’argomento è quello tecnico
riguardante la connessione: la lentezza della connessione e della visualizzazione delle pagine può
essere sintomo di azzardo, di aleatorietà se non addirittura di malintenzionalità da parte degli
sviluppatori.

Importante, nell’analisi dell’attendibilità, è il riscontro dell’esattezza dell’URL: la letteratura


(web) al riguardo riporta un fitto elenco di siti i cui indirizzi sono simili a quelli ufficiali (soprattutto
di enti governativi quali la Casa Bianca e l’Eliseo), nei quali vengono trattati argomenti rilevanti e
pertinenti, travisando e distorcendo l’informazione originale.

Per garantire l’attendibilità, la significatività e la qualità delle fonti informative è basilare


attuare una discriminazione comparativa tra le stesse: analizzare sommariamente come viene
trattato l’argomento X in un tot di siti (partendo ovviamente da una lista di pertinenza elaborata da
un motore di ricerca, magari di “fiducia” col quale si ha già avuto a che fare e del quale si è
sperimentata la funzionalità). Separando a priori il grano (la notizia con riscontri in altri documenti
dal loglio(la bufala evidente, frutto di fantasie o patologie gravi della psiche umana) si può porre le
basi per questa fruttifera attività di reperimento delle informazioni.

Se si “incappa” in siti scritti in lingue straniere sarebbe opportuno valutare la qualità


morfosintattica del testo: capire cioè (a partire dal lessico) se lo scrivente è in possesso di capacità
espressive puntuali in quella lingua (o se al massimo vi è stata una revisione linguistica). In questo
caso l’impegno profuso (nella traduzione precisa in un’altra lingua) lascerebbe supporre una certa
serietà d’azione, fugando dubbi sulla mendacia o felloneria maliziosa dell’autore. Ma non è detto
che il malintenzionato sia ignorante!

Essendo il tamtam un fenomeno di primaria importanza nella produzione di nuove voci nella
rete, bisognerà porre quindi l’attenzione al grado della notizia in riferimento al suo percorso di
diffusione: dovremo quindi distinguere tra informazioni di prima e di seconda mano. In quest’ottica
sarà utile verificare se le notizie trovate sono di tipo ufficiale (prodotte da sistemi formali, come ad
esempio la Camera dei Deputati o il Consiglio dei Ministri), di tipo personale (non ufficiali ma
comunque gestite in prima persona dall’organizzazione o ente al quale si riferiscono) o raccolte
(prodotte attraverso la ricerca ipertestuale in chiave rielaborativa, preferibilmente con annotazioni
bibliografiche). Effettuando questa basilare selezione potremo ulteriormente restringere il nostro
campo d’azione scartando le “voci” più insicure e concentrando la nostra attenzione su quelle di
“prima mano”, più pertinenti e attendibili.

La globalità delle analisi sull’attendibilità delle fonti web non lascia dubbi riguardo al
metodo primo per scovare la certezza: cum grano salis. Solo il buon senso può consigliare, in caso
di dubbio o di palese conflittualità tra i reperti, quale sia più veritiero, quale sia più degno di nota.
Questa nota (onnipresente nelle trattazioni analizzate) parrebbe sconfortare coloro i quali
attribuiscono carattere di scientificità allo strumento internet ma la certezza al cento per cento
riguardo all’attendibilità delle fonti, come peraltro in riferimento all’esaustività degli argomenti,
non è assicurata.

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Ulteriori considerazioni

Come accennato, vi è chi riassume una sorta di chek-list di verifica sulla bontà delle fonti
informative, così riassumibile:

1. identificare l’autore in riferimento ad autorevolezza (presenza di riferimenti linkati specifici,


bibliografia, curriculum vitae, riconoscimenti,…), esperienza e appartenenza a determinate
scuole di pensiero.
2. considerare se lo sviluppatore del sito è un privato, un ente o un’organizzazione (anche del
terzo settore) e dedurne consequenzialmente le motivazioni primarie (commerciali,
scientifiche, propagandistiche, politiche…).
3. identificare eventuali sponsor o promotori, considerando il loro ruolo e valutando il loro
contributo in termini di investimento (finanziario e di know-how1).
4. valutare l’accuratezza d’impaginazione (chiarezza dell’interfaccia grafica, sobrietà –nei
limiti della rete -, contributi ipertestuali,…).
5. indagare sull’eventualità che il documento in esame sia recensito o citato da terzi
imparziali2.
6. porre attenzione all’ultimo aggiornamento (la data dovrebbe essere sempre dichiarata).
7. considerare la gratuità od onerosità del “servizio3” di cui si sta fruendo.
8. verificare che nomi, indirizzi e FAQ offrano una minima reperibilità dell’autore o degli
sviluppatori del documento web.

Anche seguendo queste regole ci si può sempre imbattere in documenti che mantengono
delle apparenze fuorvianti, in grado di pregiudicare lunghi tempi in ricerche inutili, se non
addirittura di farci imbattere di evidenti –a posteriori- “pesci d’aprile”. Nella “demografia” di
internet v’è presenza d’estimatori di leggende metropolitane, di burloni (rari), di ciarlatani
(astrologi, maghi e veggenti) e di pseudo-scienziati (guaritori, “bad science”, revisionisti storici,…).

E’ stata rilevata una certa attenzione, riguardo alla sensibilità selettiva delle fonti, nei
requisiti richiesti da talune aziende (perlopiù tutte nell’ambito dei KIWs) per quanto riguarda
domande d’assunzione o ricerca di collaboratori: sinteticamente, viene richiesta un ottima capacità
di “surfing” e di valutazione dell’attendibilità delle fonti. Ciò fa capire quanto questo aspetto
divenga rilevante nell’applicazione e nell’utilizzo –soprattutto a fini pratici- delle cyber-fonti.

1
Know-how : analisi di mercato, fornitura servizi internet (gestione siti, spazi gratuiti, applicazioni software),
consulenze pubblicitarie, consulenze tecniche .
2
imparziali: i link stessi sono strumenti spesso utilizzati dalla web-advertising ; quindi chiunque Tizio può
linkare “positivamente” il suo amico Caio.
3
Servizio: un documento X può essere sempre considerato come un servizio di tipo intellettuale

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E-learning

Riguardo a questa tematica preme innanzitutto sottolineare che, ancor prima della diffusione
del web, il distance-learning era già una realtà: con questo termine vengono indicate le attività di
formazione a distanza che utilizzano strumenti (posta, trasmissioni radiofoniche, trasmissioni
televisive,..) mediante i quali le risorse e i materiali didattici vengono fruiti da discenti localizzati in
un luogo differente rispetto a quello in cui l’offerta didattica viene erogata.

Con l’evoluzione tecnologica della terza rivoluzione copernicana queste tipologie


d’insegnamento (distance-education) si sono adattate alle nuove modalità di telecomunicazione,
prediligendo in particolar modo l’utilizzo delle reti telematiche, dando luogo a vere e proprie
modalità di formazione on-line.

Gli albori di questo fenomeno possono essere circoscritti alla nascita, attorno agli anni Sessanta,
delle prime reti universitarie statunitensi, generate col compito di rendere pubbliche informazioni
didattiche e di ricerca, di renderle fruibili dal maggior numero possibile di studenti, docenti e
ricercatori. Da qui, grazie all’integrazione tra telecomunicazioni e tecnologie informatiche, vi fu un
rapido incremento di nuove soluzioni d’apprendimento a distanza, con la sostituzione dei metodi ed
ausili d’insegnamento tradizionali. Grosso modo la tendenza principale fu quella pratica mirante ad
eliminare la perdita di tempo e di risorse derivante dalla ricerca su supporti cartacei di dati e fonti,
sostituendo quest’attività con la più rapida consultazione di database sempre più aggiornati e
completi.

È opportuno considerare che la rete stessa è di per sé un luogo di reperimento, diffusione e


condivisione del sapere, in modo, per così dire, autonomo, indipendente da finalità prettamente
educative o formative: ormai chiunque può trovare e diffondere in rete informazioni e dati inerenti a
qualsiasi materia od argomento, prescindendo dagli aspetti prettamente scolastici
dell’apprendimento.

È utile tenere sempre presente che apprendere attraverso un’interfaccia web implica
comunque un livello avanzato nell’uso della tecnologia: questo tipo di formazione non è quindi
ancora applicabile alle grandi masse, come non lo è per i più giovani o per i più anziani, categorie
queste che necessitano ancora dell’addestramento od aggiornamento specifici.

Lo sviluppo della formazione on-line è determinato primariamente dall’infrastruttura di base


di internet. In tal senso il limite principale alla sua diffusione ed innovazione è da riscontrarsi nella
lentezza delle connessioni: la velocità ridotta pregiudica irrimediabilmente la capacità informativa
della rete, soprattutto se si analizzano quelle situazioni in cui è cruciale l’utilizzo di filmati e
documenti audio, sempre comunque digitalizzati e trasferiti sotto forma di enormi codici binari; in
questi casi il danno alla interattività e alla “serietà” del programma può pregiudicarne l’efficacia.

In questa trattazione considereremo i principali aspetti dell’ on-line learning (OLL), da


intendersi semplicemente come quella tipologia di formazione a distanza (virtuale, in quanto la
spazio didattico fisico non c’è più) che impiega, come strumento d’erogazione, le reti internet ed
intranet.

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E-learning aziendale

Rinnovare costantemente l’offerta in riferimento ai mutamenti della domanda, in termini di


adeguamento delle modalità organizzative e di fruizione, può essere considerato come valore
aggiunto delle moderne attività economiche, industriali, di servizi e commerciali. Considerando
quindi il valore strategico offerto da un costante aggiornamento ed adeguamento alle novità del
mercato (nuovi prodotti, nuovi approcci nel customer relationship marketing, razionalizzazione
dell’offerta,..) pare imprescindibile per un’azienda operante sul mercato globale ricorrere a sistemi
di formazione del personale manageriale e tecnico veloci, attuali ed il più possibile economici.

Questo è l’ambito primo d’applicazione della formazione on-line, a causa primariamente


della specificità degli argomenti trattati, del ridotto campo d’azione dei docenti (il personale
dell’azienda) e dell’eventuale rendiconto economico in caso di cessazione a terzi del know-how
così acquisito.

Le aziende ricorrono così a queste nuove metodologie d’addestramento dei propri


collaboratori principalmente per risolvere problemi pratici di tempo, spazio e danaro: il tradizionale
sistema di riunione in un unico luogo di docenti e discenti comporta, il più delle volte, soprattutto
per le aziende di medie-grandi dimensioni, grandi costi (locali sottratti alle attività produttive
abituali, personale impossibilitato a svolgere le proprie mansioni, spese logistiche). Tutti questi
disagi vengono poi amplificati nell’eventualità che l’azienda sia distribuita su ampi territori, anche a
livello internazionale o intercontinentale. La formazione on-line consente di realizzare soluzioni
evolute d’apprendimento a distanza, risolvendo situazioni organizzative difficili o controproducenti.

Normalmente i corsi on-line aziendali si sviluppano lungo la rete intranet o quella internet:
in quest’ultimo caso la fruizione dell’insegnamento può essere allargata anche ad utenti esterni
all’azienda, aprendo così un mercato di cessione di conoscenze e competenze (know-how) delle
quali possono beneficiare “clienti” esterni all’azienda, previo pagamento di quote d’iscrizione
certificate dall’attribuzione di username e password d’accesso a questi servizi.

Le modalità di formazione on-line seguono le più disparate tipologie; vi sono comunque dei
caratteri comuni tra i diversi tipi di corsi on-line, riguardanti:

1. test di pre-fruizione: in questa fase viene sondato il livello di conoscenza specifico


dell’utente, in base al quale verrà poi approntato il piano di studi mirato a quel determinato
alunno.

2. fruizione del corso: lo svolgimento del corso avviene in maniera sincronica ai progressi del
discente, vagliati tramite una “Skill Gap Analysis” continuativa, mediante la quale viene
costantemente monitorato il livello formativo acquisito rispetto a quello di partenza,
permettendo così di individuare il percorso formativo più idoneo.

3. tutorato: affinché non vi siano lacune conoscitive e la struttura formativa sia il più possibile
appropriata al discente, questi dev’essere il più possibile seguito dai responsabili del corso; a
tal fine vengono utilizzati diversi sistemi, tra i quali preme segnalare:
 la collaborazione live via internet (quindi le connessioni in real-time)
 la possibilità d’effettuare workshop e lavori di gruppo sincroni (application sharing)
 l’eventuale pubblicazione degli argomenti trattati in un archivio web, per facilitare il
ripasso e la consultazione dei documenti, compendiato nelle FAQ (Frequently Asked
Questions) di più immediata fruizione
 il teletutoring vero e proprio (videoconferenza, e-mail, chat,..)

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Vantaggi dell’ E-learning

L’azienda (o ente pubblico, organizzazione, istituto scolastico,..) può ottenere i seguenti


vantaggi:

 offerta di un percorso formativo personalizzato e flessibile ad alto contenuto


tecnologico
 integrazione con modalità didattiche tradizionali
 riduzione dei costi di formazione (sedi, trasporti, risorse,..) e dei tempi di
apprendimento (learning-time)
 monitoraggio e controllo diretto della formazione dei dipendenti
 facilità nel reperimento e nella fruizione delle conoscenze aziendali
 semplicità e velocità d’aggiornamento nei settori più disparati della vita aziendale

Il discente, d’altro canto, trova più facili e rapidi:

 la fruizione dei materiali didattici, sia in termini di reperimento spaziale che di


fruizione temporale: il database è sempre presente in rete ed è quindi consultabile
anche da casa negli orari più comodi
 l’accesso alle informazioni “just enough” (corrette e appropriate) e “just in time” (al
momento giusto)
 l’interazione con il sistema formativo tramite contributi multimediali e l’apertura di
forum di discussione su particolari tematiche all’interno di comunità virtuali

Il docente può trovare in questo sistema agevolazioni e miglioramenti per quanto riguarda:

 il raggiungimento degli obiettivi d’insegnamento in maniera più rapida ed efficace


con l’ausilio di nuovi sistemi didattici, quali i contributi multimediali (audio e video)
 il costante monitoraggio dell’apprendimento, tramite test e report on-line, utili sia per
l’attuale attività didattica che per improntare le future attività di formazione
 il facile reperimento di dati e contributi di diversa origine inerenti alle tematiche
d’insegnamento

L’ OLL è quindi un sistema in grado di fornire agevolazioni di natura pratica ed economica a


committenti, fornitori e fruitori di servizi di formazione aziendale, nel limite imposto
dall’aggiornamento tecnologico e dalle conoscenze tecniche degli attori di tale sistema
d’insegnamento.

A livello di organizzazioni, sicuramente le più grandi possono assumersi gli oneri di tali
progetti: nel caso delle PMI invece le condizioni di partenza (scarsità di finanziamenti, limitatezza
territoriale del campo d’azione imprenditoriale, esiguità del numero dei dipendenti e dei
collaboratori) limitano l’applicabilità di tale metodologia di formazione.

La tendenza è comunque quella d’offrire un servizio di formazione costante nel tempo, nella
più completa comprensione del fatto che la formazione culturale (quindi anche tecnica e settoriale)
non ha più a doversi considerare esaurita col termine degli studi scolastici, ma dev’essere
prolungata indefinitamente durante tutta l’attività professionale dell’individuo, per permettere il
costante aggiornamento in un mondo in cui il concetto eracliteo di “panta-rei” conserva tutta la sua
originaria attualità.

11
La formazione on-line nella vita di tutti i giorni

Nella vita quotidiana capita tutti i giorni di trovarsi di fronte a termini nuovi, a tematiche
conosciute superficialmente, a prodotti provenienti da luoghi lontani dei quali poco si conosce,..
Genericamente internet può esser inteso come fonte inesauribile ed in continua crescita di
informazioni: in teoria (e spesse volte anche nella pratica) bastano un paio di click e la digitazione
di poche parole chiave per trovare risposta a problematiche e quesiti difficilmente risolvibili tramite
le tradizionali metodologie informative.

Non solo quindi la rete è strumento di perfezionamento delle risorse umane all’interno di
organizzazioni economiche e non: la rete amplia le conoscenze di chiunque perché permette di
consultare archivi e documenti trattando la quasi generalità degli argomenti dello scibile umano.

Più specificamente internet offre grandi opportunità a chi in prima persona segue corsi di
formazione in ambiti scolastici di qualsiasi livello, primo fra tutti quello universitario, per le ragioni
sopra addette: qualsiasi studente può usufruire di risorse didattiche messe a disposizione da
organizzazioni o comunità virtuali per facilitare quelle attività quali consultazioni ed esercitazioni,
fondamentali per un proficuo percorso formativo.

Al di là degli aspetti d’autoapprendimento (lo studente inizia una sua ricerca personale
partendo da un motore di ricerca) sono presenti in rete veri e propri portali didattici, punti
d’ingresso, spesso specializzati, dove è possibile non solo trovare materiale appropriato ma anche
discorrere e confrontarsi con altri utenti in merito a tematiche e quesiti particolari.

La rete non perde mai di vista la propria essenza fondamentalmente pratica, per cui accanto
a formulari matematici, raccolte di versioni latine, esercitazioni d’ogni tipo, troviamo presenti
dizionari, atlanti, calcolatrici specifiche per un determinato livello d’utenza, appunti, suggerimenti e
raccolte di test e prove d’esame, dalla maturità ai test universitari più impegnativi e astiosi, con
relative soluzioni e spiegazioni.

Sicuramente tutto ciò, almeno nel presente e nell’immediato futuro, non consentirà di far
scomparire la tradizionale figura dell’insegnante che spiega davanti ai suoi alunni all’interno
d’un’aula: la componente umana è sempre necessaria anche per temperare il gelo del rapporto con
una rete telematica o con un cd-rom. L’idea generale è comunque quella di perfezionare la rete e le
sue applicazioni didattiche, in modo da garantire forme d’insegnamento sincrone a distanza, da
integrarsi a quelle tradizionali. Per fare ciò è primariamente necessario fornire le basi, e la
disinvoltura, dell’utilizzo delle nuove tecnologie ai discenti come ai docenti: in concreto bisogna
raggiungere l’obiettivo di educare gli attori dell’interazione formativa a servirsi quanto meglio delle
nuove tecnologie, utilizzandole, quando è opportuno in termini di tempo, sicurezza e affidabilità, in
sostituzione di quelle più antiquate.

12
Le nuove tecnologie e il lavoro

“L’uso del computer, alla lunga, altererà in modo drammatico l’ambiente sociale del luogo
di lavoro, così com’è conosciuto da noi ora. Non c’è alcuna ragione per cercare di evitare quello
che sta accadendo, perché il cambiamento nelle strutture è, in larga parte già avvenuto”:

così profetizzava Marshall McLuhan (Il Villaggio Globale, 1989) riguardo alle repentine
modificazioni portate dalle nuove tecnologie nella vita quotidiana e nell’articolazione delle
professioni.

Sono più di 10 milioni le persone già impiegate in Europa in attività delocalizzate


(telelavoro, e-work, e-job) e questa massa tende inesorabilmente a crescere in virtù del grande
mutamento delle condizioni di vita, delle modalità di reperimento e di diffusione dell’informazione
e delle procedure di socializzazione offerto dallo sviluppo delle I.C.T. (Information and
Communication Technology): il fattore “e” (prefisso sempre più diffuso davanti a termini inglesi,
indicanti una gran varietà di attività e funzioni – e-Commerce, e-Business, e-Books,..) dilaga,
primariamente per motivi di utili economici, e con questa sua diffusione rimodella l’assetto socio
economico globale, con forti ripercussioni sul lavoro e sulla formazione dei nuovi “addetti”, da
intendersi come e-worker e knoledge-manager.

In sintesi, stiamo assistendo al passaggio da un economia industriale avanzata, in cui la


conoscenza veniva utilizzata –e celata- principalmente nell’aspetto di automazione della produzione
(“Knowledge based economy”), ad una “knoledge driven economy”, in cui è focale il dinamismo
offerto dalla diffusione e divulgazione delle conoscenze da utilizzarsi managerialmente per
massimizzare la competitività internazionale nell’epoca di globalizzazione dei mercati: i nuovi
media permettono di distribuire e condividere connettivamente conoscenze tra imprese, enti e
privati (“extended enterprises”), in una struttura informativa e cognitiva (“network”) nell’ambito
della quale si attuano trasformazioni della conoscenza e dell’informazione di elevate complessità e
velocità.

Si evince chiaramente che l’aspetto discriminante primo in termini di concorrenzialità è dato


dalla conoscenza, dalla sua pronta assimilazione (quasi sincronica) e dalla capacità di elaborarla in
una prospettiva proattiva d’utilizzo pratico-commerciale: gli antesignani di questo mutamento
d’approccio al settore economico d’impresa usano definire tale assetto come “networked-
economy”, in cui la produzione, la condivisione e la sperimentazione della conoscenza, soprattutto
in chiave interattiva, diviene basilare per quell’espansione del mercato che è nel mirino di tutti i
capitani d’impresa.

Con l’affermarsi di un sì rivoluzionario “business-trend”, problematiche generate dal


disordinato crescendo dei lavoratori on-line (soprattutto quelli delocalizzati) gravitano nell’orbita di
un’analisi sociologica del lavoro mirata a questo nuovo settore occupazionale. Tra di esse possiamo
annoverare il problema del rispetto di eventuali orari di lavoro, della posizione previdenziale del
lavoratore, dell’inquadramento sanitario e della sua situazione contributiva; queste problematiche
verranno dipanate con l’emergere di una nuova razionalità organizzativa delle risorse umane e del
lavoro professionale. E’ da segnalare che comunque già si avverte in rete una certa sensibilità
riguardo queste tematiche.

Si assiste gradualmente ad una dematerializzazione dell’economia (“wheightless-economy”:


economia senza peso), in cui il prodotto (idea, immagine, suono,…) viene considerato alla stregua
di un’informazione, la quale viene trasformata, per maggior fruibilità, universalità e duttilità, in una
serie di bit. Non vi è comunque unicamente una trasformazione sostanziale (non si necessita più di

13
supporti cartacei, di servizi postali, di spostamenti fisici per il reperimento delle informazioni) ma
anche una trasformazione più prettamente formale nello svolgimento di un qualsiasi lavoro
intellettuale che implichi attività di creazione o elaborazione di informazioni (“kiw’s: Knowledge
and data workers”): si fanno strada nuove esigenze (e nuove figure professionali) in materia di
reperimento e archiviazione dei dati, di logiche di apprendimento e di insegnamento delle
conoscenze.

La letteratura classifica questo mutamento epocale, determinato principalmente dalla


strepitosa avanzata del digitale, come “Terza rivoluzione copernicana”, con fortissime ripercussioni
proprio sul mercato del lavoro, in primis con la richiesta di flessibilità, da intendersi come capacità
costante di integrare il proprio bagaglio culturale alle novità offerte dalle tecnologie. Da ciò deriva
una casistica di nuove professioni che possono il più delle volte essere interpretate, in maniera
riduttiva, come vecchi mestieri adattati tecnologicamente ai tempi nuovi.

Intendendo l’e-job come un modo di lavorare e non un mestiere a se stante, in cui il lavoro
viene inteso, grazie alle ICT, come un qualcosa a se stante rispetto alla locazione (spaziale), vi sono
in questa tipologia di lavoratori tre principali sottoinsiemi:

1. l’e-worker, ossia quel lavoratore dipendente o autonomo che lavora part-time o full-
time da casa (o da altro posto che non sia il classico ufficio);

2. il telecommuter, da intendersi come una forma ibrida tra il lavoratore tradizionale e


le nuove “skills “(capacità professionali), colui quindi che lavora part-time
alternativamente a casa o in ufficio;

3. il mobile worker, determinabile come colui che lavora viaggiando, quindi sempre in
movimento e dotato delle ultime tecnologie in termini di telefonia mobile integrata
ad internet (WAP e UMTS).

La maggior parte delle nuove capacità professionali (e-competence), frutto di alta


specializzazione in settori innovativi e quindi trascurati dai tradizionali settori formativi (scuole,
università,..), coprono spesso ruoli molto singolari, definiti con termini inglesi o tramite neologismi
che difficilmente possono essere compresi dai non addetti ai lavori. La fonte prima per una loro
catalogazione (mai esaustiva, in quanto sempre da aggiornare alle ultime novità delle ICT e della
loro organizzazione) è sicuramente internet, all’interno sia di siti e news-letter di aggiornamento e
d’informazione sulla rete, sia nei gateway (portale), sempre più diffusi, di “agenzie di
collocamento” on-line.

Ne abbiamo tratto un breve glossario suddiviso in aree di appartenenza (business, contenuti,


formazione, impresa, management, supporto e tecnologia):

14
1 Area Business Esperto di business strategy (e-business
strategist)
Account Individua i modelli di business vincenti.
Promuove iniziative di web marketing e
pubblicità su Internet. Esperto di comunicazione esterna
Cura tutti i progetti relativi alle presentazioni dei
Agente vendita spazi pubblicitari sul web prodotti.
Contattagli imprenditori e propone loro l'acquisto
di uno spazio pubblicitario nella rete. Esperto di marketing online
E' responsabile della definizione e della
Business controller conduzione di campagne marketing sul canale
Ha il compito di valutare l'impatto sul business Internet.
delle offerte commerciali e dei nuovi prodotti.
Informatori e-commerce
Business development manager Curano i Merchant (negozi virtuali) loro affidati.
E' responsabile di anallizzare, proporre e
sviluppare opportunità di collaborazione per Market research coordinator
creare la rete di business partners. Gestisce le ricerche di mercato.

Business solution specialist Marketing & communication manager


Si occupa della gestione di progetti in ambito Si occupa dell'implementazione delle attività di
CRM (Customer Relationship Management) e comunicazione sia dal punto di vista
Business Intelligence. concettuale/progettuale che dal punto di vista
organizzativo/operativo.
Concept designer
E' responsabile della concettualizzazione di Marketing executive
un'azione comunicativa, di marketing o di Gestisce e coordina le attività di marketing
servizio. operativo.

Concept developer Marketing specialist


E' responsabile dell'analisi approfondita dei Figura in grado di valutare i benefici
bisogni dei clienti. potenziali del commercio elettronico con la
conseguente riduzione dei costi operativi.
CRM application consultant
Cura la progettazione, l'implementazione, la Operatore adserver (web advertising specialist)
configurazione e l'aggiornamento del software per E' responsabile del software di gestione della
i servizi di Customer Relationship Management. pubblicità online.

CRM tecnologies consultant Project manager (internet project manager,


E' responsabile della progettazione e web project manager)
implementazione di architetture tecnologiche Gestisce progetti di sviluppo di servizi marketing
rivolte alla realizzazione di soluzioni CRM (Call e comunicazione basati sul web.
center, Web Channel e Sales Force Automation).
Responsabile database marketing
Customer executive Gestisce il data base marketing, garantendone il
Propone i servizi della propria azienda ad altre relativo aggiornamento e funzionamento in tutti
realtà. gli aspetti.

Sales executive
E' il responsabile della gestione delle vendite.
Data analyst specialist
E' responsabile dei dati e del perfezionamento e Sales manager
della ricerca del target diretto per le attività di Si occupa della pianificazione e del controllo delle
comunicazione e promozione. campagne pubblicitarie on-line, dell'analisi del

15
sito e dell'efficacia delle diverse posizioni Service intruduction manager
pubblicitarie. Valuta le capacità di supporto del customer care in
relazione ad ogni nuovo “lancio” di
Sales planning coordinator prodotto/servizio.
Analizza ed elabora i dati ricevuti dal mercato al
fine di ricavarne indicazioni statisticamente utili Web promoter
allo sviluppo dei prodotti. E' responsabile della promozione e della vendita
degli spazi web.

2 Area Contenuti

Analista di content management (esperto di


comunicazione on line)
Controlla la forma e lostile dei contenuti da
pubblicare sul sito per massimizzare l'efficacia
comunicativa propria del canale Internet.

Animatore 3D
Progetta, sviluppa e cura l'animazione di oggetti
grafici tridimensionali.

Archivista siti web (site viewer)


Svolge mansioni di archiviazioni e
categorizzazione dei siti web.

Art director
E' il responsabile della direzione dei contenuti
artistici del front-end grafico della soluzione web.

Channel manager
E' responsabile della gestione e dello sviluppo di
canali tematici on-line.

Channel operator
E' il web editor che, all'interno della redazione di
un portale, si specializza in un singolo canale
tematico.

Chief editor
E' responsabile del coordinamento e delle attività
della redazione multimediale.

Content manager (web content manager)


E’ responsabile ed ideatore dei contenuti editoriali
del sito.

Content packager
Cura i contenuti del sito anche attraverso la loro
organizzazione grafica.

Content sales & affiliation manager


Individua potenziali partner per il content
affiliation e potenziali clienti per la content
provision.

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Content specialist (content developer, web
content developer, web content specialist) Web artist
Provvede alla produzione e all’implementazione Progetta e realizza elementi di grafica.
dei contenuti e dei servizi rivolti agli utenti del
sito. Web copywriter
Collabora alla gestione della comunicazione su
Content translator (traduttore) web effettuando copywriting per comunicazione
E' responsabile della traduzione in lingua del sito. interna ed esterna.

Information broker (infobroker) Web designer (grafico web)


Cerca su commissione le informazioni in Rete, le Si occupa della componente grafica del sito, è
organizza ed interpreta al fine di renderle fruibili. responsabile di tutti gli aspetti visivi.

Multimedia graphic designer (computer Web editor


graphic designer) Gestisce e verifica il funzionamento dei servizi
Progetta e realizza interfacce utente, soluzioni informativi.
grafiche e animazioni.
Web publisher
Redattore web Determina quali informazioni distribuire, creare e
Costruisce pagine web in specifici settori (sport, mantenere sul web.
musica, etc...).
Web writer
Surfer (data miner , navigatore, net sufer, web Redige i testi di un sito.
surfer)
Passa in rassegna a tempo pieno i siti Internet, allo
scopo di estrarne informazioni significative per le
strategie dell’azienda.
3 Area Formazione

Education manager
Coordina le attività della Divisione Education,
progettando il training ed erogandolo anche in
prima persona.

Internet trainer
E' il responsabile dei corsi di aggiornamento
aziendali on line.

Istruttore internet
Specialista nell’ambito dell’information
technology svolge attività di docenza e
formazione.

Moderatore
Gestisce e coordina sia docenti che i partecipanti
al training sul web, nelle attività riguardanti i
forum on line e i newsgroup.

Service dealer
Si occupa di attività di marketing operativo,
organizzazione e vendita di servizi di formazione.

Trainer speaker
Presenta interventi in materia Information
Technology nell'ambito di conferenze e incontri di
formazione.

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Web training manager
Progetta e cura lo sviluppo di pacchetti di auto-
formazione e formazione a distanza attraverso
Internet.

18
4 Area Impresa Esperto in merger e acquisition
E' un operatore economico specializzato
Alliance manager (alliance partnership) nell'analisi e nella gestione delle procedure
Ha l'obiettivo di attuare una mirata politica di relative alle fusione (merger) e alla rilevazione
partnership con i principali soggetti operanti nei (acquisition) di società industriali o commerciali.
mercati di riferimento.
Quality process analyst
Business angel (investitore privato informale) Cura la mappatura dei principali processi
E' in genere un facoltoso uomo d'affari, ex aziendali e l'implementazione dei relativi sistemi
manager o imprenditore che decide di finanziare di misura della performance.
progetti che richiedono investimenti al di sotto del
miliardo di lire. Web communicator (esperto di comunicazione
multimediale, multimedia communicator)
Contract manager Elabora piani di comunicazione integrati fra
Segue le fasi di realizzazione dei contratti con i media tradizionali e new media.
clienti.

19
5 Area Management

Consulente di groupware informativo aziendale pienamente fruibile dagli


E' responsabile della conduzione di progetti di analisti.
workflow management e di groupware.
Finance manager
Esperto di business intelligence E' il responsabile della correttezza e dell'efficienza
Analizza i requirement del cliente e fornisce dei processi contabili e finanziari.
supporto alla definizione di una soluzione idonea
di business: prodotti, architetture e servizi. Management Consultant
E' responsabile della pianificazione e dello
Esperto di Business Object sviluppo di strategie di business dell'azienda.
Propone soluzioni di business intelligence
avvalendosi della tecnologia Business Objects Net clipper
come piattaforma di riferimento. Naviga in rete misurando l'indice di gradimento di
un determinato marchio, azienda, prodotto
Esperto di data mining industriale o settore merceologico.
Utilizzando tecniche analitiche all’avanguardia,
garantisce la trasformazione dei dati grezzi in Problem solving consultant
informazioni da sfruttare per aumentare il E' un consulente creativo e metodologico per il
vantaggio dell'azienda nel mercato di riferimento. problem setting, problem solving e decision
making.

Esperto di datawarehouse (datawarehouse


consultant)
Effettua principalmente lavoro di consulenza
presso aziende al fine di rendere il patrimonio
6 Area Supporto

Analista di produzione call center


Assiste il Call Center Manager, rilevando le
performances e le necessità di risorse
operative.

Call center manager


Analizza, gestisce e coordina i progetti e le attività
del centro operativo.

Customer account openings


Ha il compito di raccogliere ed analizzare le
informazioni fornite dai clienti e trasformarle in
un input manageriale.

Customer care manager


E' il responsabile dell'organizzazione della
struttura di Customer Service.

Customer care manager area internet


Gestisce ed ottimizza il patrimonio di
informazioni acquisite dall'esterno in base alla
tipologie delle richieste per renderle disponibili
sia su web che su strumenti di risposta
automatica.

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Customer relationship manager
Cura la progettazione e lo sviluppo della Responsabile addestramento (responsabile
piattaforma di supporto al cliente. formazione)
Gestisce direttamente i corsi di addestramento
Customer service coordinando eventuali docenti esterni o risorse
Gestisce gli ordini dei clienti. interne.

Direttore commerciale call center Responsabile tecnologie call center


Ha la responsabilità dell'elaborazione e E' incaricato della gestione e dello sviluppo dei
dell'attuazione del programma commerciale del sistemi informatici, telefonici e applicativi
Call Center. software impiegati nel Call Center.

Direttore generale call center (operation Service manager (responsabile qualità)


manager) E' il punto di contatto tra cliente e servizio
E' responsabile per l'elaborazione e la gestione del operativo del Call Center.
conto economico dell'unità o azienda Call Center.
Sistemista gruppo messaging
E-procurement (buyer) Installa e mantiene la piattaforma di erogazione e
Acquisisce beni non legati al ciclo produttivo sviluppo dei sistemi di posta elettronica e di
aziendale usando la Rete come canale di document delivery.
comunicazione.
Supervisore call center
Operatore call center (agente di call center, Il suo ruolo consiste nell'ottimizzazione delle
operatore help desk) risorse assegnategli, nella gestione operativa
Supporta il cliente via telefono nelle operazioni di quotidiana dell'attività, nel raggiungimento delle
acquisto tramite sito Internet. performance e dei risultati attesi.

Post master (internet mail server engineer) Team leader (capo gruppo, capo turno)
Gestisce il ricevimento e la trasmissione della Coordina i gruppi di operatori nell'operatività
posta elettronica in un’azienda. quotidiana.

7 Area Tecnologia

Addetto alla sicurezza


Gestisce la difesa dei dati da eventuali intrusioni
on-line e gestisce tutti gli aspetti legati alla
sicurezza.

Application achitect (internet application


architect, internet architect)
Definisce l'architettura dell'applicazione
individuando le opportune modalità di
configurazione ed integrazione tra i vari pacchetti
software.

Beta tester
Utilizza intensamente un software che deve essere
lanciato sul mercato al fine di verificarne il
corretto funzionamento e la correzione di
eventuali errori prima della diffusione del
prodotto.

Capacity planners
Sulla base degli indirizzi ricevuti dal network
manager, progetta il continuo adeguamento della

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rete ai volumi crescenti di traffico al fine di Intranet administrator
garantire livelli ottimali di servizio alla clientela. Garantisce il buon funzionamento della rete locale
Intranet.
Change manager
Ha il compito di valutare l'impatto delle It manager
tecnologie informatiche sulla vita dell'azienda: E' il responsabile dei servizi informativi e del
amministrazione, gestione, magazzino, e- coordinamento delle attività informatiche della
commerce. società.

Community manager Log analyst (research analyst)


E' il gestore della comunità virtuale. E' incaricato di analizzare gli accessi al sito.

Community supervisor Marketing it coordinator


Cura la gestione dei servizi di natura interattiva Implementa i diversi sistemi interni a supporto del
del portale e dei relativi canali (chat, forum, marketing.
giochi a premi, sondaggi ecc.).
Network administrator
Consulting professional E' il responsabile tecnico delle reti di un network.
Supporta i clienti nello sviluppo di progetti e
soluzioni nell'ambito della Business Intelligence e Network engineer
dell'E-Business. Si occupa della progettazione e della gestione
delle reti di un network.
Dba administrator
Sviluppa e gestisce banche dati. Network manager
E' responsabile dell'insieme degli strumenti
software e hardware di un network.
E-commerce developer (web commerce
developer, web e-commerce developer) Network planning voce/dati transport
Sviluppa soluzioni per l’e-business aziendale. Cura la progettazione della rete in ambito
dati/voce, ne pianifica la struttura, le funzioni e il
Esperto della sicurezza (esperto security, security programma di realizzazione.
consultant)
Si occupa della sicurezza delle reti. Network provisioners
Sulla base degli indirizzi ricevuti dal network
Esperto human computer interaction administrator, cura le procedure di acquisto di
Studia le dinamiche di interazione dell'utente che attrezzature e componenti HD e SW necessari allo
si interfaccia ad un sito Internet. sviluppo della rete.

Fotografo digitale Progettista di soluzioni internet (Internet


Effettua riprese con i nuovi strumenti digitali. solution architect, solution architect)
Fornisce consulenza ai clienti nelle fasi di
Freenet director (coordinatore rete civica) progettazione, di architettura e di disegno
Gestisce una rete ad accesso libero e/o vincolato applicativo.
dedicata a una comunità di cittadini (Comune,
Provincia) e ne ottimizza il servizio. Programmatore html (htmellista)
Si occupa della realizzazione delle pagine web
Front office specialist che andranno a costituire il sito.
Progetta e sviluppa componenti di interfaccia
utente nelle applicazioni web. Programmatore specializzato (VB, C++,
VisualC++, VisualC, PHP, ASP, ODBC,
Interactive designer Oracle, Cobol, etc…)
Analizza i contenuti e studia gli aspetti Realizza specifici moduli per siti o applicazioni
tecnici/tecnologici dell'interazione utente/pagina multimediali utilizzando linguaggi e tools
web. appositi.

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Programmatore web (programmista web) Wap engineer
Si occupa dello sviluppo di sistemi web based e di Cura l'implementazione, lo sviluppo e la
applicativi client-server. personalizzazione del software per gestire tutti i
servizi wap.
Responsabile sistemi edp (responsabile area
tecnica, responsabile procedure e sistemi Wap master
informativi) E' responsabile della creazione, del mantenimento
E' il responsabile dell'analisi delle esigenze e dell'aggiornamento dell'interfaccia dei servizi e
tecnologiche di una azienda. prodotti del servizio wap.

Sound designer Wap product specialist


Crea l'ambiente sonoro dell'applicazione Si occupa di individuare nuove opportunità di
multimediale. business, seguendo lo sviluppo ed il
mantenimento dei prodotti dedicati alla telefonia
Sound editor mobile.
Acquisisce, analizza e normalizza il sonoro prima
di immetterlo sul supporto online e offline. Web analyst (analista web, analista
programmatore web)
Sviluppatore antivirus Si occupa dell'analisi e del commento delle
Produce software che permette di individuare i statistiche di visibilità dei progetti online.
"virus".

System administrator (system engineer) Web application developer (application


E' l’amministratore della rete intranet e cura developer, internet developer, internet
possibili interazioni con la rete esterna. development specialist, internet
programmer, sviluppatore applicazioni
System integrator (project manager system web, web developer, web software
integrator) developer)
Crea l'infrastruttura hardware e software aziendale Sviluppa applicazioni Internet.
sulle base delle esigenze del cliente.
Web engineer (application engineer, web
Tech support application engineer)
Si occupa, sul versante tecnico, di implementare E' responsabile dello sviluppo di applicazioni
servizi e attività di supporto agli utenti del sito. Internet-oriented.

Technical manager creative Web master


Con un forte apporto creativo progetta soluzioni Ha la responsabilità della gestione del sito/portale
innovative e ne coordina lo sviluppo. web e del coordinamento degli attori coinvolti.

Tester per applicazioni web Web master assistant


Esegue test di performance e di carico delle Si occupa, sotto la supervisione del webmaster,
applicazioni web. della realizzazione di pagine e/o siti web statici e
dinamici.
Traffic manager
E' responsabile del monitoraggio e delle Web producer
previsioni sul traffico dei siti. Intraprende l’attività di consulenza, progettazione
e realizzazione di soluzioni web aziendali
Video editor complete.
Effettua il montaggio e la postproduzione di video
con sistemi non lineari. Web site administrator (amministratore del sito,
web server system engineer)
Wap developer Gestisce l’amministrazione della rete online.
E' responsabile dello studio di fattibilità e dello
sviluppo dei progetti wap. Web software analyst
Si occupa dell'analisi del software web

23
Bibliografia

Tecnologie per l’informazione e la Comunicazione, Franco Grossi, Franco Angeli Editore1999

Il Villaggio Globale, Marshall McLuhan, Sugarco 1994

Scrivere per internet, Luisa Carrada, Lupetti 2000

Dizionario dei nuovi media, Andrea Giovenali, 1997

Guida pratica ai motori di ricerca, Altavista on-line, 2000

Micro&Macro Marketing–Internet MKT-, Il Mulino, 2/1999

The New Yorker, articolo di Michael Specter “L’ago nel pagliaio”, tratto da Internazionale n°353,
2000

Risorse WEB

Centro Europeo per l’Educazione http://www.cede.it

Consorzio Nettuno http://nettuno.stm.it

Dipartimento all'educazione USA http://www.ed.gov

Diritto&Diritti Portale Giuridico http://www.diritto.it


Education World (portale scolastico) http://www.education-world.com
Educazione&Scuola http://www.eduscuola.it
Eurydice Rete informativa sull'educazione in Europa http://www.eurydice.org
Evision TV http://www.evision.it/ita/template.asp

Fattitrovare.com /Guida ai Motori di Ricerca http://www.fattitrovare.com


Guida all’internet medico http://www.medicarea.it
Guida Internet http://www.sesa.it
HTML.IT http://www.html.it/focus/03.htm

IIstituto Per le Tecnologie Didattiche del CNR http://www.bdp.it/iride/polaris/albero/motori.html


Il motore, ricerca sui motori di ricerca http://www.ilmotore.com

Il Sole 24 ore http://www.ilsole24ore.it

Internet Business News Processi Operativi http://inews.tecnet.it

Internet News (Archivio) http://inews.tecnet.it


Internet Society ISOC http://www.isoc.org/

IRRSAE (Istituti Regionali di Ricerca,Sperimentaz. e Aggiornamento Educativi) http://www.istruzione.it/linkirrsae.htm

KWLex Diritto all’informazione http://www.kataweb.it/kwlex


La natura giuridica di Internet http://www.interlex.com/regole/ristufa.htm
Lavori in corso http://www.lavorincorso.tv

Market Press http://www.marketpress.net

MediaMente RAI http://www.mediamente.rai.it

Ministero Pubblica Istruzione http://www.istruzione.it

MOSAICO- Mediateca scuola - http://www.mosaico.rai.it

MotoriDiRicerca.IT http://www.motoridiricerca.it/index.htm

MURST Ministero Università Ricerca Scientifica e Tecnologica http://www.murst.it/


New Mexico State University Library http://lib.nmsu.edu
New Skills for New Schools http://www.ed.gov/pubs/NewSkills/

Online Resource For UK Advertising, Marketing, PR ... http://www.e-job.net/


Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati http://www.sissa.it

Strumenti e strategie per la ricerca di informazioni WWW http://www.burioni.it/forum/ridi-mot.htm


Sviluppo Impresa http://www.sviluppoimpresa.com

Thematic Network of Teacher Education in Europe http://tntee.umu.se

Università Studi Bologna http://www.unibo.it/


Universita'studiRomaDIPARTIMENTODI INFORMATICAhttp://www.dia.uniroma3.it/~necci/funz_motore.html

Università Studi Milano http://www.unimi.it/


WEB Scuola Tin.it http://webscuola.tin.it

Wolfgram Memorial Library http://www2.widener.edu/Wolfgram-Memorial-Library.htm

News letter e forum

newmedia@it.buongiorno.com (media)
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