Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
DI APPROCCIO AL
RICONOSCIMENTO DELLE PIANTE
INTRO
“...Ma perché andarsene in giro a riconoscere, raccogliere e
mangiare verdure selvatiche?”.
Per la bellezza del superfluo e la necessità di liberarsi.
Camminare, vivere il tempo invece di risparmiarlo,
guardare l'insieme e i dettagli degli altri, animali umani
non umani piante funghi minerali, che esistono con
noi, respirare profondamente, odorare una radice, lisciare
una foglia, mangiare un fiore.
A cosa serve tutto ciò? A niente, se non a liberare
endorfine e serotonina, abbassare la pressione sanguigna
e il livello di corticosteroidi nel sangue: benessere.
Risvolti più pratici invece: finché si è dipendenti da risorse
gestite da chi si pone al di sopra di noi si è ricattabili.
Così accettiamo lavori che non ci appassionano, ritmi che
ci disumanizzano, case squadrate e in serie, alimenti
preconfezionati e senza nutrienti.
Iniziamo a procurarci il nostro cibo raccogliendo e
coltivando, costruiamo con la nostra famiglia e gli amici le
case con i materiali e le forme che vogliamo, con gli altri
scambiamo orizzontalmente beni e saperi.
Avremo meno bisogno di soldi, meno bisogno di lavorare,
più amiche e amici, più consapevolezza di quanto nessun
bene materiale valga la svendita e la mortificazione della
nostra libertà.
E inizieremo a difenderla.
« Le strategie "dal basso verso
l'alto" più rilevanti partono
dall'individuo e si sviluppano
attraverso l'esempio e l'emulazione fino
a generare cambiamenti di massa.
La permacultura - per quanto complementare
a molti approcci "dall'alto verso il
basso" all'interno del movimento
ambientalista - non ha come obiettivo
principale quello di far pressione su
governo e istituzioni per cambiare la
politica, ma quello di permettere a
individui, famiglie e comunità locali
di accentuare la loro autosufficienza e
autoregolazione. [...]
Tale approccio si basa sulla
consapevolezza che una parte della
società è pronta, disponibile e in grado,
sostanzialmente - questo è ancora più
significativo - di cambiare il
proprio comportamento, se crede che
ciò sia possibile e rilevante.
Questa minoranza socialmente ed
ecologicamente motivata rappresenta la
chiave di volta di un cambiamento su
larga scala. »
(David Holmgren, Permacultura, dallo sfruttamento
all'integrazione. Progettare modelli di vita
etici, stabili e sostenibili)
Come è nato il nome scientifico delle piante?
Prima del caro naturalista svedese Linneo (metà del '700),
se avessi voluto scrivere una lettera ad un collega
naturalista per parlare del geranio invece di scrivere
Geranium robertianum avrei dovuto scrivere una
settantina di parole ("sai ieri ho raccolto una di quelle
piante con 5 petali rosati, alta circa 20 cm con le foglie
seghettate... "). Questa lunga descrizione per nominare le
piante veniva detta polinomio. Non vi erano regole
precise. Oltre ad essere di difficile memorizzazione, i
polinomi differivano talvolta da un autore all'altro e a
causa della continua scoperta di nuove specie, erano
destinati ad aumentare sproporzionatamente di
lunghezza. L'idea di Linneo fu semplice ed efficace.
Propose di assegnare ad ogni specie vegetale (e poi pure
animale), due soli nomi: il binomio. Una sorta di nome e
cognome.
Tornando all'esempio di prima, Geranium è il genere
("cognome" comune a più piante con caratteristiche
simili), robertianum è l'epiteto specifico ("nome") che
assieme al genere indica un'unica specie botanica.
Una definizione semplice di specie è "popolazione di
organismi con molti caratteri simili che in condizioni
naturali sono in grado di fecondarsi per produrre prole
fertile". La realtà è più complessa, come in tutti i sistemi
biologici.
Noi umani cerchiamo però comprensibilmente di definire
e classificare perché abbiamo capacità intellettive limitate
che possono afferrare solo pezzi di esistente.
Nulla di male quindi nel ricercare, approfondire,
curiosare, porci domande e scrivere risposte, è anzi una
delle caratteristiche più interessanti della nostra specie,
ma non dimentichiamo che sono risposte provvisorie,
parziali e antropocentriche per cui nè le religioni, nè le
filosofie, nè le scienze ci daranno verità assolute.
Tornando alla botanica sistematica (cioè il tentativo
umano di dare un ordine alle piante dentro un sistema),
dicevamo che più specie simili sono raggruppate in
generi.
Più generi simili costituiscono le famiglie.
Ed è sulla descrizioni di queste che ci soffermeremo in
questo manuale casalingo sul riconoscimento delle piante
spontanee commestibili (eduli) e medicinali.
Seguirà una seconda edizione con approfondimento delle
specie.
Specie della stessa famiglia hanno in comune i caratteri
sessuali, cioè quelli legati al fiore, ed hanno una storia
evolutiva simile.
Immaginando un albero genealogico, potremmo dire che
queste specie hanno un parente comune, da cui
discendono tutte quante, non troppo remoto, per esempio
una bisnonna.
Evoluzione
Che cos'è questa evoluzione? Ed essere più evoluti
significa essere superiori? E cosa significa essere
superiori?
Che confusione a causa della tendenza alla
gerarchizzazione che abbiamo!
L'evoluzione è la semplice trasformazione degli organismi
per potersi meglio adattare all'ambiente in cui vivono.
E se davanti ad un computer l'essere umano è più evoluto
di una spugna di mare, a 6.000 metri di profondità
nell'Oceano Pacifico è la spugna ad essere più evoluta
dell'uomo, semplicemente perché vi sopravvive al
contrario di noi.
Per cui non esistono piante o animali più evoluti o meno
evoluti di altri in termini assoluti ma solo relativamente
all'ambiente in cui vivono.
Il merito culturale maggiore che hanno avuto le teorie
evoluzionistiche è quindi quello di avere dato una spallata
a quell'essere umano che si era messo in cima ad una
piramide con una corona in testa per regnare su tutto il
resto del "creato" per scaraventarlo dentro una rete
orizzontale di cui lui è un nodo nè più nè meno
importante di tutti gli altri (orchidee, lucertole, acari,
cavolo vecchio...).
Ecotipi
E non solo per adattarsi all'ambiente si differenziano le
specie ma dentro le specie si differenziano gli individui.
Accenno al "polimorfismo" delle piante perchè è una delle
caratteristiche che più possono portare confusione a chi
inizia ad approcciarsi al riconoscimento delle piante in
campo. Se un seme di cicoria selvatica cade su un terreno
assolato e compattato per il frequente passaggio di
mucche ecco come si presenterà da grande:
se cade in un soffice terreno ombreggiato così ci apparirà:
Questi due individui rappresentano ecotipi della stessa
specie (Cichorium intybus) cioè aspetti particolari di una
specie dovuto al diverso ambiente di sviluppo.
E come si fa?
Guardare, guardare, guardare... esperire, esperire,
esperire...
E non avremo più dubbi così come di fronte ad un
africano alto 2 metri per 120 chili e ad un cinese alto 1,60
metri per 45 chili riconosciamo l'essere umano.
IL REGNO VEGETALE
FORMULA FIORALE
Come esempio, la formula del fiore delle Lamiaceae che
ha simmetria bilaterale, cinque sepali, cinque petali,
quattro stami e un ovario supero a due carpelli, è la
seguente:
X K 5, C 5, A 4, G 2
FORMA DELL'INFIORESCENZA
Spiga= i fiori sono legati all'asse centrale direttamente,
senza peduncolo
Spadice= è una spiga con l'asse ingrossato
Racemo= i fiori sono peduncolati
Ombrella= i peduncoli partono da uno stesso punto e
portano i fiori alla stessa altezza
Corimbo= i peduncoli portano i fiori alla stessa altezza
ma partono da punti diversi dell'asse centrale
IL FRUTTO
Frutti carnosi:
Bacca= l'intero frutto è carnoso (vite, kiwi, pomodoro)
Drupa= la parte più interna del frutto, endocarpo, è
lignificata, contiene cioè un nocciolo (albicocco, ciliegio,
ulivo, alloro)
Citrus spp. Persea americana (avocado)
Frutti secchi indeiscenti (a maturità non si aprono):
Cariosside= il seme è fuso con le pareti del frutto (grano
e tutte le Graminaceae)
Noce= la parete del frutto è lignificata (noce, castagno,
quercia)
Achenio= parete del frutto cuoiosa (girasole). Alcuni
frutti sono formati da più acheni che si distaccano a
maturità
• diachenio (Ombrellifere come il finocchio)
• tetrachenio (Labiate come il basilico, Boraginaceae
come la borragine)
• poliachenio (Malvaceae)
Samara= achenio avvolto da un'ala membranosa
(frassino). La disamara è costituita da due samare che si
separano a maturità (aceri)
DICOTILEDONI
RANUNCULACEAE
* K3 C∞ A∞ G∞ (genere Ranunculus)
Frutto: acheni spesso con pappi piumosi.
Ranunculus ficaria: 3 sepali biancoverdastri, corolla con
più di 10 petali gialli, con pagina inferiore bruna, foglie
intere. Predilige luoghi umidi.
E' la sola specie commestibile se raccolta prima della
fioritura.
In questa fase è ricca di vitamina C e le giovani foglie
possono essere utilizzate cotte; è durante e dopo la
fioritura che sviluppa la ranuncolina.
PAPAVERACEAE
* K2 C4 A∞ G∞
Piante ricche di laticiferi contenenti oppio, che si estrae
per incisione della capsula ancora immatura.
Papaver rhoeas: pianta infestante i campi di grano. Le
giovani foglie sono commestibili. Con i petali essiccati si
preparano infusi sedativi, emollienti, espettoranti.
Fumaria officinalis: presenta fiore zigomorfo. Si preparano
infusi con le piantine fiorite, che presentano proprietà:
antispasmodiche, sedative, diuretiche, colagoghe, anti
eczematose.
Chelidonium majus: presenta petali gialli lunghi meno di 1
cm, foglie pennatosette, presenta un latice giallo usato per
seccare le verruche. Da qui il nome di erba porretta.
CARYOPHYLLACEAE
* K5 C5 A10 G3
P4 A4 G1
U.pilulifera
U.dioica
Parietaria officinalis: pianta monoica, perenne, con foglie
alterne. E' presente in Sicilia con 2 sottospecie: P.
officinalis erecta e P. officinalis judaica. La prima ha una
taglia maggiore e cresce in boschi e siepi. La seconda ha
rami prostrati o diffusi e lignificati e cresce su muri, rupi e
macerie.
L'infuso con le foglie prima della fioritura ha proprietà
diuretiche, antireumatiche, antiartritiche, bechiche,
emollienti.
ROSACEAE
* K5 C5 A∞ Ḡ5
Sanguisorba minor (Pimpinella): pianta erbacea con calice
a quattro lacinie verdi con margine bianco ripiegato a
formare una stella, stami sporgenti, stimmi rosso vivo. Il
frutto è un achenio a quattro spigoli.
Le giovani foglie sono eduli sia crude che cotte.
Con l'intera pianta fiorita si può preparare un decotto
aperitivo, digestivo, detergente e lenitivo per cute e
mucose
APIACEAE (ombrellifere)
* K5 C5 A5 Ḡ2
Caratteristici della famiglia sono i fiori disposti a ombrella
(spesso composte) e il frutto che è un diachenio.
Il calice è ridotto a 5 dentelli, oppure è assente.
Ne fanno parte molte specie aromatiche come il
prezzemolo, il sedano, il cumino, il coriandolo, l'anice.
Molte altre specie, però, sono tossiche o persino mortali
come la cicuta.
FABACEAE (leguminose)
* K5 C5 A10 G1
Fave, piselli, ceci, lenticchie, fagioli, soia sono attualmente
alla base dell'alimentazione umana, secondi solo ai
cereali.
BRASSICACEAE (crucifere)
* K4 C4 A6 G2
Frutto: siliqua e siliquetta
Sinapis alba (Senape bianca): dai semi si ricava quella che
vine chiamata senape anche comunemente. Rispetto alle
altre due specie riportate sotto ha le foglie più
profondamente incise, è molto ramificata e il frutto,
spinuloso, presenta delle strozzature tra un seme e l'altro.
Sinapis nigra (Senape nera – Sanapo): è la più glabra tra
le tre, sviluppo più verticale che orizzontale rispetto alla
S.alba, fusto e gambi delle foglie rossastri.
MALVACEAE
* K5 C5 A∞ G5
Caratteristica è la presenza di un tubo colonnare formato
dai numerosi filamenti degli stami concresciuti.
Il frutto è una capsula o un poliachenio
Malva silvestris: frutto a forma di disco.
L'infuso di foglie e fiori libera mucillagini con proprietà
espettoranti, lassative, antiinfiammatorie, lenitive.
PLANTAGINACEAE
K3 (4) C3 (4) A1 (4) G1 (4)
Plantago spp. (Piantaggine): portamento a rosetta, foglie
parallelinervie, fiori di pochi millimetri riuniti in spighe, il
frutto è una capsula.
Le foglie sono eduli, crude e cotte, e possono anche
utilizzarsi fresche da strofinare su ferite, ustioni, punture
d'insetto, infiammazioni.
LAMIACEAE (Labiate)
X K5 C5 A4 G2
Salvia officinalis: oltre all'utilizzo aromatico in cucina, le
foglie, fresche o secche, possono essere utilizzate per
infusi digestivi, disinfettanti e disinfiammanti (soprattutto
del cavo orale).
BORAGINACEAE
* K5 C5 A5 G2
* K5 C5 A5 G2
Fiore gamopetalo, il frutto è una bacca o una capsula.
Il gen. Hyoscyamus presenta fiore zigomorfo.
Famiglia caratterizzata dalla produzione di molte
molecole velenose (solanina, atropina, nicotina,
iosciamina ecc.) che hanno però trovato uso in medicina
(Atropa belladonna es.) e in rituali con uso di sostanze
stupefacenti (Datura stramonium, Mandragora spp., etc.).
VALERIANACEAE
X K4 C5 A14 Ḡ3
Frutto achenio.
K0 C5 A5 G2