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APPROCIO SULLA VALUTAZIONE DELLE ALTERAZIONI CHIMICHE NEL COMPARTO MARINO

DPSIR (impatti sulle acque costiere)

Driving-forces: popolazione, industria, porti-navi, agricoltura, pesca/acquacoltura.

Pressioni: scarichi civili e industriali, emissioni e scarischi portuali/navali, dilavamento di nutrimenti


dal suolo, rilascio pesticidi, rifiuti e farmaci da acquacoltura (cibo additivati di farmaci), comportamenti
individuali.

L’acquacoltura tende ad intensificare le produzioni --> esistono diversi gradi di intensificazione, da


quelli più naturali a sistemi hyper-intensive.
In alcuni casi la pesca è una grande fonte di produzione di carbonio, possono inoltre alterare
l’ecosistema circostante se la produzione avviene in mare.

Rilascio di sostanze da imbarcazioni off-shore --> si è cercato di regolamentare i rilasci in mare


L’agenzia delle Nazioni Unite sostiene queste attività di regolamentazione
HNS (Hazardous and Noxious Substances ) possono entrare nel comparto marino e generare pericolo
alla vita marina --> nel 2000 si è giunti ad un articolo per una cooperazione in caso di possibili disastri
e rilascio di queste sostanze, questo accordo è stato implementato nel 2007. In Italia, a Trieste, c’è
uno di questi gruppi che si occupa della sicurezza.
Nel 2016 l’attenzione è stata portata alle fonti basate in mare di contaminanti chimici --> classificate
8 fonti di contaminanti basati in mare (es. Attività navali, dragaggi, rilasci da discariche costiere
storiche, maricultura, posizionamento off-shore di parchi eolici, affondamenti/naufragi).
Il documento riporta una lista d’inquinanti che possono caratterizzare la specifica fonte, ogni fonte
può potenzialmente rilasciare degli inquinanti che vengono indicati nel documento.
Accanto alle attività in mare ci sono i rilasci di sostanze che possono avvenire dagli scarichi navali, con
rilascio per es di metalli come rame, ma anche ftalati, patogeni, antivegetativi etc.
Tra le sostanze indicate gli antibiotici vengono caratterizzati nell’articolo in quanto provengono da
impianti di acquacultura.

Dalla terraferma è importante considerare le pressioni derivanti dall’agricoltura --> i nutrimenti


possono generare in mare anossia e eutrofizzazione --> modificazione qualità dell’acqua --> impatti
per la salute degli organismi marini e ripercussioni economiche
Sostanze agrochimiche come pesticidi hanno impatti ecotossicologici importanti.

Scarichi industriali: legati al tipo di trattamento delle waste waters.


Il caso peggiore è quello dello scarico diretto in mare senza passare per un impianto di depurazione.
Più l’impianto è grande, maggiore è il carico di depurazione di acque sporche, nel senso che è più
efficacie.
L’agenzia europea dell’ambiente ha dedicato un report, nel 2018, di trattamento delle acque reflue,
descrivendo le tipologie di acque reflue e le tecniche che possono venire utilizzate per la purificazione.
Se la contaminazione fosse bassa le acque potrebbero già essere disperse ad esempio su suoli come
fertilizzanti dopo il trattamento secondario, perché non serve rimuovere contaminanti col
trattamento chimico (es. Scarichi di industrie alimentari).
In industrie chimiche possiamo avere pesticidi, ormoni, microplastiche; in base alla loro
concentrazione i trattamenti sono diversi. Essendo comunque sostanze che possono degradarsi si
tende solitamente soltanto ad allungare il tempo di permanenza delle acque negli impianti di
depurazione, ci vuole solo più tempo per degradare queste sostanze.
Quando sono invece presenti i metalli si cerca di procedere ad una rimozione fisica di sedimentazione
o microfiltrazione. Il primo passaggio è quello di renderli insolubili e poi rimuoverli nella parte solida,
quindi nei fanghi.
Se abbiamo contaminanti con elevato contenuto di nutrimenti verranno spinte delle reazioni di
nitrificazione/denitrificazione.
Per sostanze persistenti si spinge l’ossidazione, per esempio, con uso di ozono (ozonazione) per
esempio con sostanze farmaceutiche.

Le acque utilizzate (quelle sporche che provengono da abitazioni) vanno a costituire i liquami grezzi
che possono essere raccolti verso sistemi fognari generando acque nere, prima che ci sia il rilascio nei
corpi idrici naturali.
In questo flusso di liquami c’è un possibile ingresso di acque piovane che portano con sé tutte le
sostanze che raccolgono durante il loro movimento, possono quindi veicolare microinquinanti
all’interno dei liquami.
I punti di raccolta hanno una certa capacità, se questa viene superata le acque verranno scaricate
senza essere opportunamente trattati --> ciò può succedere in presenza di eventi estremi.

Composizione liquame: Acqua


Sostanza Organica --> particelle macroscopiche o colloidali
Componenti patogeni
Detergenti
Fosfati
Sali
Metalli pesanti
Tutte queste sostanze entrano in una sequenza di trattamenti: primari, secondari, terziari.
Quello primario è un trattamento fisico, viene rimossa la sostanza grossolana, la degradazione
biologica avviene invece nei trattamenti secondari, il cui prodotto sono i fanghi. L’ultimo passaggio è
il trattamento chimico, in base al tipo di sostanze/contaminanti che sono presenti i trattamenti
utilizzeranno reazioni differenti (es. ossidazione, ozonizzazione per materiali persistenti). Possono
essere anche utilizzati additivi chimici.

Nella prima fase il materiale grossolano viene rimosso attraverso delle griglie, l’acqua entra poi in
grandi vasche (vasche di calma) per far rallentare il flusso e facilitare la precipitazione/sedimentazione
del particellato, questo può essere facilitato da aggiunta di sostanze come dei grassi. Nelle vasche
avremo una stratificazione, con la parte lipidica in superficie, questa parte superficiale verrà poi
rimossa e otterremo un’acqua detta chiarificata.
L’acqua chiarificata ha un BOD ancora elevato (né è stato rimosso il 30%) perché associato a particelle
organiche colloidali, quindi microscopiche. (BOD=q.tà di ox. che i microorganismi richiedono per rompere i legami della sola
materia organica)
Il trattamento secondario è quello degradativo da parte di microorganismi, parte viene ossidata a CO2
e H2O o convertita in fango che può poi essere rimosso dall’acqua. Avviene anche una parziale
nitrificazione durante questo trattamento biologico, quindi azoto ammoniacale passa ad azoto nitrico.
Questo trattamento secondario può essere fatto utilizzando due metodi:
• Filtri a gocciolamento: l’acqua cade sul materiale su cui sono supportati i biofilm,
gocciolamento a intervalli, non continuo, quindi è abbastanza lento.
• Filtri rotanti: c’è un perno su cui l’acqua chiarificata passa e il movimento bagna i
microorganismi supportati sui dischi. Questo tipo di meccanismo garantisce che l’acqua venga
ossidata.
• Processo a fanghi attivi: i microorganismi sono presenti nella vasca di aereazione con ricicli di
fanghi e O2 viene pompato all’interno per permettere la crescita dei microorganismi

In alcuni casi il trattamento terziario rimuoverà possibili inquinanti.


- Ciò può essere fatto aggiungendo sali di alluminio, che generano così idrossidi che
appesantendosi trascinano le particelle colloidali presenti in sospensione.
- Possono essere anche utilizzati carboni attivi, i carboni attivi possono adsorbire la sost.
organica, quindi dopo un det periodo di tempo bisogna rimuovere le tracce di sostanza
organica perché altrimenti i filtri si saturano e non riescono più a filtrare --> attività costosa
- Sali ammonio vengono rimossi aumentando il pH, per esempio con l’uso di calce, formando
un idrossido il pH sale e l’ammonio diventa ammoniaca che può essere rimossa per
volatilizzazione.
- Denitrificazione
- Rimozione nutrimenti che contengono fosfato: faccio precipitare il calcio fosfato aggiungendo
calcio, precipiteranno così fosfati di calcio. In base a cosa uso otterrò diversi composti del
fosfato. Utilizzando ossidi di alluminio le cariche interagiranno e i fosfati vengono adsorbiti
alla matrice che potrà poi essere rimossa
- Rimozione componenti ioniche saline, posso utilizzare osmosi inversa o elettrodialisi.
Nell’elettrodialisi gli ioni e cationi entrano nella membrana, con un flusso centrale di acqua
purificata.
- Fitodepurazione: possibilità per flussi d’acqua di essere depurata con l’utilizzo di piante
- Fosse settiche: utilizzata per piccoli insediamenti non collegati ad impianti fognari. Sono
camere sotterranee interrate in cui le deiezioni vengono incanalate e in una situazione di
anossia i batteri degradano la materia. L’acqua poi passa in altre vasche, abbattendo
gradualmente il carico organico con l’utilizzo di microorganismi.

Questi processi generano materiali solidi che devono prima venire inspessiti, per ridurne il contenuto
d’acqua, questo materiale viene spesso utilizzato per produz agricole, per i fertilizzanti per esempio.
In alcuni casi possono però essere presenti metalli pesanti che non riescono ad essere rimossi, ed in
questi casi i fanghi non verranno utilizzati per produzioni agricole.
Una delle fasi aggiuntive di trattamento delle acque è una sezione di trattamento dei fanghi -->
possono essere portati in reattori per digestione anaerobia per ridurne il volume anche di un fattore
di 1000 volte. Avremo la produzione di gas e una riduzione del volume da gestire. Questi fanghi
potrebbero infine venire inceneriti.

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