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Studio sul bioaccumulo di metalli pesanti in specie vegetali di un

sito contaminato

Emanuele Argesea,*, Chiarafrancesca Rigoa, Ulrike Gampera, Stefano Bedinib, Marta


Simiona, Lorena Gobboa, Giovanni Sburlinob
a
Dipart. di Scienze Ambientali, Università Ca’ Foscari di Venezia, Calle Larga S. Marta 2137 - Dorsoduro, 30123 Venezia, Italia
b
Dipart. di Scienze Ambientali, Università Ca’ Foscari di Venezia, Campo della Celestia 2737/B - Castello, 30122 Venezia, Italia

Sommario

Tra il 1973 e il 1984 le ceneri derivanti dall’attività di un inceneritore di rifiuti solidi urbani sono state scaricate nell’isola di
Sacca S. Biagio, sede dell’inceneritore. Tale area, situata nella laguna centrale di Venezia rientra nel sito di interesse
nazionale di Venezia-Porto Marghera da bonificare e risulta contaminata principalmente da metalli pesanti. Scopo di questo
lavoro è la ricerca di relazioni tra le concentrazioni di metalli pesanti nel substrato e quelle presenti nei tessuti vegetali di
alcune specie erbacee raccolte sull’isola. A tal fine sono state considerate sette specie vegetali relativamente abbondanti nel
sito. Sono stati prelevati più individui per ogni specie considerata contestualmente a campioni di substrato superficiale. Dai
dati finora raccolti emerge una grande variabilità sia nel substrato che nella risposta biologica delle diverse specie. Si
individuano comunque delle tendenze generali a livello di specie: per esempio Rumex crispus sembra traslocare facilmente la
maggior parte dei metalli considerati verso la porzione aerea, mentre Cynodon dactylon mostra un comportamento opposto.
La risposta delle diverse specie, tuttavia, varia anche con il metallo considerato, come si è potuto osservare per la specie
Silene alba per la quale i fattori di traslocazione risultano mediamente elevati per arsenico, cromo e alluminio, mentre nel caso
del cadmio tale indice è inferiore rispetto a quello della maggior parte delle altre piante. © 2005 SItE. All rights reserved

Parole chiave: siti contaminati; bioaccumulo; fitorimedio.

costituisce un problema di grande urgenza e


attualità.
1. Introduzione La contaminazione dei terreni può derivare da
diverse fonti e, per l’inquinamento da metalli, le
Il recupero ambientale di aree fortemente principali cause sono l’utilizzo di fertilizzanti, il
degradate, situate nei pressi del tessuto urbano, traffico motorizzato, gli inceneritori, le centrali

———
*
Autore corrispondente. Tel.:+0-039-041-2348602; fax:+0-039-041-2348584; e-mail: argese@unive.it
2 Available online at http://www.xvcongresso.societaitalianaecologia.org/articles/

termoelettriche e la dismissione di miniere [Miceli, 2. Materiali e metodi


2001].
Tra le diverse tecnologie di bonifica disponibili
si sta facendo strada il fitorimedio 2.1. Siti di campionamento
(phytoremediation), tecnica che rende possibile la
stabilizzazione di ampie aree ottenendo un recupero Dall’osservazione diretta della distribuzione
del sito a lungo termine mediante interventi a basso della vegetazione l’isola di Sacca San Biagio è stata
impatto economico. suddivisa in quattro macroaree che costituiscono i
Il fitorimedio utilizza la capacità di alcune specie siti di campionamento utilizzati nel presente studio:
vegetali di assimilare, accumulare e degradare i sito 1, sito 2, sito 3 e sito 4 (Figura 1).
contaminanti. Tale suddivisione è stata effettuata anche in base
I principali meccanismi utilizzati per i metalli a criteri morfologici del luogo e, qualora fosse stato
possono essere ricondotti alla fitoestrazione, che evidente, rispetto ad eventuali azioni di disturbo
sfrutta la capacità di alcune piante, dette metallo- reiterate della copertura vegetale.
accumulatrici, di estrarre i metalli dal terreno
attraverso l’apparato radicale e di concentrarli nella
porzione aerea; e alla fitostabilizzazione, ossia alla
capacità di alcune piante di produrre composti
chimici in grado di immobilizzare i metalli
all’interfaccia radici-suolo [Barbafieri, 2005].
Per poter utilizzare sempre più efficacemente le
tecniche di fitorimedio è necessario approfondire le
conoscenze sul comportamento delle diverse specie
vegetali in differenti condizioni ambientali.
Scopo di questo lavoro è infatti l’acquisizione di
dati riguardanti la capacità di bioaccumulo e
traslocazione di alcune specie vegetali cresciute in
un sito inquinato prevalentemente da metalli e la
ricerca di eventuali relazioni esistenti tra le Fig. 1. Suddivisione dell’isola in aree di campionamento.
concentrazioni di metalli pesanti nel substrato e Foto aerea del 1999 Regione del Veneto, autorizzazione del 20
quelle presenti nei tessuti vegetali. luglio 2005, prot. N° 524121/47.00/04.00.
Il sito oggetto di studio è l’isola di Sacca San
Biagio situata nella laguna centrale di Venezia, Il sito 1 è ubicato sulla porzione centrale della
all’estremità occidentale dell’isola della Giudecca. sommità del cumulo di ceneri, a circa 6 metri di
Il sito, ha una superficie di circa 45000 m2 e in altezza ed è caratterizzato in prevalenza da
origine era una velma (deposito di sedimenti che vegetazione erbacea e da evidenti segni di disturbo
emerge durante la bassa marea), riempita nel della copertura vegetale. Il sito 2, che rappresenta
dopoguerra con depositi di ciottoli, calcinacci e l’arco di costa nord-orientale dell’isola, a valle della
rifiuti inerti da costruzione. zona sopraelevata, è caratterizzato prevalentemente
Nel 1970 fu costruito un inceneritore per rifiuti da vegetazione erbacea ed è la zona più prossima
solidi urbani (RSU) operativo dal 1973 al 1984. alla laguna e quindi potenzialmente più interessata
Le ceneri e le scorie risultanti dall’attività di da fenomeni di infiltrazione e dilavamento da parte
termodistruzione, di volume stimato attorno ai delle acque lagunari. I siti 3 e 4 rispettivamente ad
60000 m3, sono state riversate sull’isola. ovest e a est del sito 1 sono caratterizzati dalla
presenza di vegetazione sia arborea che arbustiva.
15th Meeting of the Italian Society of Ecology, 12-14 September 2005, Torino 3

2.2. Caratterizzazione della flora e della Tali campionamenti sono stati realizzati durante
vegetazione il periodo autunnale (settembre-ottobre 2004) in
assenza di pioggia da almeno 72 ore. I campioni
La flora presente nell’area di studio è stata sono stati conservati in freezer a – 20°C fino al
censita in diversi momenti della stagione vegetativa: successivo trattamento per le rispettive analisi.
l’estate 2004, l’autunno 2004 e l’estate 2005.
Per la nomenclatura tassonomica è stata 2.4. Analisi chimico-fisiche
utilizzata la Flora d’Italia [Pignatti, 1982], tranne
Solanum sublobatum per il quale è stata seguita Per la determinazione delle concentrazioni totali
Flora Helvetica [Lauber and Wagner, 2001]. di metalli nel materiale vegetale è stata messa a
Di ciascun sito è stata stimata la copertura punto una procedura di estrazione del contenuto
complessiva della vegetazione con i metodi totale di metalli da materiale biologico.
utilizzati per i i rilievi fitosociologici (metodo La procedura prevede un attacco in digestore a
Braun-Blanquet). microonde (MDS-2000, CEM) con 4 ml di HNO3 al
Per quanto riguarda la componente erbacea, in 69% (Super Purity, Romil), 4 ml di H2O2 al 30%
ciascun sito sono state elencate le specie rinvenute (Super Purity, Romil) e 4 ml di H2O Milli-Q
durante l’ultimo sopralluogo, avvenuto a luglio (Millipore) per 0.25 g di campione liofilizzato.
2005. Tra queste sono state individuate quelle I campioni sono stati sottoposti al seguente
dominanti. programma:
Tale descrizione ha portato alla selezione di • 5’ a Tmax = 120°C, Pmax = 120 psi, potenza
alcune specie vegetali per la successiva indagine digestore = 100%
sulla loro capacità di bioaccumulo di metalli • 45’ a Tmax = 170°C, Pmax = 160 psi, potenza
pesanti. digestore = 100%

2.3. Campionamento e trattamento dei campioni Le analisi sono state effettuate mediante ICP-MS
(Elan 6100, Perkin Elmer) ed ICP-AES (Optima
Per il campionamento della componente vegetale 3100, Perkin Elmer). L’accuratezza e la precisione
sono state prese in considerazione sette specie scelte del metodo analitico sono state verificate mediante
in base alla loro abbondanza relativa nei siti di l’analisi del materiale di riferimento certificato
campionamento e a dati presenti in letteratura sulla IRMM-BCR-62 (foglie di olivo liofilizzate).
capacità di bioaccumulo di metalli. Sono stati Le ceneri sono state essiccate in stufa a 105°C
prelevati tre individui per ogni specie (a, b, c). per 72 h, quindi è stata selezionata la frazione
I campioni, conservati in sacchetti di polietilene granulometrica < 2 mm, sulla quale sono state poi
fino all’arrivo in laboratorio, sono stati effettuate le determinazioni sotto descritte.
immediatamente trattati. I campioni sono stati lavati E’ stato misurato il pH per via potenziometrica in
abbondantemente con acqua corrente, quindi sospensioni suolo/acqua deionizzata 1:2.5.
accuratamente con acqua deionizzata, ponendo Per la determinazione del contenuto di metalli
attenzione ad eliminare tutto il particellato adeso nelle ceneri i campioni sono stati trattati con una
alle radici visibile ad occhio nudo. Ogni campione procedura di mineralizzazione assistita da
vegetale è stato suddiviso in due sottocampioni: le microonde secondo le metodiche ISO 11466 e ISO
foglie e le radici, conservate separatamente in 11047. Per ogni campione è stata prelevata
contenitori di polietilene a -20° C, poi liofilizzate ed un’aliquota pari a 0.50 g. Sono stati aggiunti 2 ml di
omogeneizzate. H2O2 al 30%, 2 ml di HNO3 al 69% e 6 ml di HCl al
In ogni sito di campionamento sono stati raccolti 36% (Super Purity, Romil), quindi i campioni sono
anche tre campioni di ceneri superficiali (tra 0 e 40 stati sottoposti al seguente programma:
cm dalla superficie), nella zona appartenente alla • 10’ a Tmax =70°C, Pmax = 50 psi, potenza
rizosfera. digestore = 40%
4 Available online at http://www.xvcongresso.societaitalianaecologia.org/articles/

• 10’ a Tmax = 120°C, Pmax = 110 psi, potenza Ai fini del presente studio sono state considerate
digestore = 75% alcune delle specie erbacee più diffuse nei quattro
• 10’ a Tmax = 170°C, Pmax = 160 psi, potenza siti ed in particolare: Melilotus officinali, Silene
digestore = 100% alba, Verbena officinalis, Rumex crispus, Senecio
• 5’ a Tmax = 70°C, Pmax = 50 psi, potenza inaequidens, Conyza canadensis. Tali specie,
digestore = 40% abbondanti soprattutto nel sito 1, sono comunque tra
le specie presenti in quasi tutte le aree di
Successivamente i campioni sono stati campionamento. Per alcune di esse è nota la
centrifugati e lavati per 3 volte con acqua capacità di tollerare i metalli pesanti: si tratta ad
deionizzata, quindi filtrati e portati a volume. esempio di Rumex crispus [Bech et al., 2002],
L’analisi è stata effettuata mediante AAS (Spectra Conyza canadensis [Wei et al., 2004], Cynodon
250 Plus, Varian) ed ICP-AES. dactylon [Shu et al., 2002]. Di seguito è riportato
I dati sui metalli ottenuti per il substrato sono l’elenco, in ordine di abbondanza, delle specie
stati confrontati con quelli imposti dalla normativa rinvenute nel sito 1: Melilotus alba Medicus, Silene
italiana in materia di bonifiche (DM 471/99) e con alba (Miller) Krause, Verbena officinalis L.,
dati di letteratura relativi a suoli “normali” e suoli Cynodon dactylon (L.) Pers., Rumex crispus L.,
fitotossici. Solanum sublobatum Roemer et Schultes,
Diplotaxis tenuifolia (L.) DC, Senecio inaequidens
DC., Calamagrostis epigejos (L.) Roth, Cirsium
3. Risultati e discussione vulgare (Savi) Ten., Conyza canadensis (L.) Cronq.,
Daucus carota L., Malva sylvestris L., Mentha x
verticillata L., Plantago lanceolata L., Portulaca
3.1. Flora e vegetazione oleracea L.

La vegetazione presente sull’isola di Sacca San 3.2. Caratteristiche del substrato


Biagio è caratterizzata da una forte dinamica,
dovuta soprattutto a disturbi antropici ed alla Il pH misurato nelle quattro aree è debolmente
recente colonizzazione del substrato. E’ composta basico e presenta valori intorno a 8 (compresi fra
prevalentemente da entità di tipo ruderale e nitrofilo 7.7 e 8.2).
che danno luogo a comunità dalla composizione I risultati ottenuti dall’analisi chimica del
floristica variabile anche in tempi brevi, non substrato sono sintetizzati in Tabella 1 dove le
inquadrabili con certezza nel sistema gerarchico concentrazioni medie dei metalli ottenute per
sintassonomico a un livello inferiore a quello della ognuno dei siti di campionamento sono poste a
classe. La classe di vegetazione di riferimento è confronto con i limiti tabellari imposti dal DM
Artemisietea vulgaris, che riunisce le fitocenosi 471/99. Sono riportate le concentrazioni dei metalli
ruderali perenni, tendenzialmente xerofile, delle che saranno discussi nel seguito.
regioni a clima temperato o mediterraneo [Mucina, Le analisi confermano la presenza di elevate
1997]. concentrazioni di alcuni metalli, soprattutto rame,
L’analisi della flora e della vegetazione ha piombo e zinco che presentano valori superiori a
portato alla suddivisione dell’isola in quattro sotto- quelli indicati nella colonna B del DM 471/99 (siti
aree denominate sito 1, sito 2, sito 3 e sito 4, come ad uso commerciale e industriale) anche del 200-
descritto nel paragrafo 2.1. La descrizione della 400 %. A seguire vi sono cadmio e arsenico con
vegetazione, effettuata per ciascuno dei quattro siti, superamenti che interessano la colonna A del
ha mostrato la prevalenza della componente suddetto decreto (siti ad uso verde pubblico, privato
erbacea, ed ha portato alla selezione di alcune e residenziale). Da questo confronto emerge la
specie vegetali per la successiva indagine sulla loro necessità di bonificare il sito, soprattutto
capacità di bioaccumulo di metalli pesanti. dall’inquinamento di rame, piombo e zinco.
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L’analisi del substrato ha evidenziato una grande La capacità di bioaccumulo dei metalli
eterogeneità delle ceneri tra i diversi punti di considerati è stata valutata tramite il calcolo del
prelievo esaminati dovuta presumibilmente alla fattore di bioaccumulo (BAF), definito come
varietà di composizione del materiale incenerito “concentrazione di metallo nella pianta (mg/Kg p.s.)
(Rifiuti Solidi Urbani). In particolare Cu e Pb / concentrazione di metallo nel substrato (mg/Kg
presentano i più alti scostamenti dal valore medio, p.s.)”; tale coefficiente è stato calcolato sia per le
come evidenziato dalle deviazioni standard relative foglie che per le radici [Youn-Joo An, 2003]. La
(RSD) riportate in Tabella 3. capacità di traslocare i metalli verso le porzioni
Dopo il confronto con i limiti imposti dalla aeree, TF, è invece definita come “concentrazione
normativa italiana per i siti contaminati, è stata di metallo nelle foglie (mg/Kg p.s.) / concentrazione
considerata l’eventuale fitotossicità del substrato in di metallo nelle radici (mg/Kg p.s.)” [Rizzi et al.,
esame. L’analisi di dati di letteratura ha evidenziato 2004]. In linea generale una specie si può
che le concentrazioni misurate nelle ceneri considerare traslocatrice quando ha TF>1, mentre
dell’isola di Sacca San Biagio superano i limiti più basso è il fattore di traslocazione, più la specie
considerati generalmente tossici per le piante può essere considerata una candidata per le tecniche
[Liphadzi and Kirkham, 2005; Ross, 1994; Kabata- di fitostabilizzazione [Fitz and Wenzel, 2002; Rizzi
Pendias and Pendias, 1986]. et al., 2004].
Da queste considerazioni risulta evidente che Nella Figura 2 si riportano i grafici che mettono
ogni specie cresciuta spontaneamente sul sito deve a confronto i fattori di bioaccumulo di foglie e
essere necessariamente tollerante. radici di diverse specie vegetali per Cu, Cd e Zn.
Le specie considerate in Figura 2 sono C.
Tabella 1 dactylon (CY), C. canadensis (CO), R. crispus
Concentrazioni medie di metallo totale nelle quattro aree (RU), S. inaequidens (SE) e V. officinalis (VE).
(mg/Kg) e deviazioni standard relative calcolate per ciascun sito. Confrontando i BAF nelle radici (R) e nelle
Sono riportati i limiti tabellari delle colonne A e B del DM
471/99. foglie (F) per ciascuna specie vegetale, si ha anche
un’indicazione qualitativa sulla capacità di
As Cd Cu Pb Zn
traslocare i metalli nelle porzioni epigee da parte
Sito 1 20.3 3.19 2060 1500 3090 delle specie considerate (le specie con BAF nelle
RDS 10.5 4.77 72.9 20.8 16.4 foglie maggiore che nelle radici, nello stesso sito di
Sito 2 30.8 3.35 1040 2390 3560 campionamento, avranno evidentemente TF>1).
RDS 10.9 5.33 25.7 59.5 30.9 M. officinalis e S. alba non sono state considerate
Sito 3 24.4 3.83 2400 2140 3250 in quanto dai dati disponibili non si sono rivelate
RDS 13.8 6.14 57.9 35.5 27.5 specie interessanti ai fini del fitorimedio. In
Sito 4 23.6 3.42 1770 1980 2940 particolare S. alba presenta buoni fattori di
RDS 7.43 8.54 76.4 34.9 13.3 traslocazione per alcuni metalli, tuttavia i fattori di
colonna A 20 2 120 100 150 bioaccumulo sono particolarmente bassi. Non sono
colonna B 50 15 600 1000 1500 stati riportati nemmeno i grafici relativi ad altri
metalli che presentano fattori di bioaccumulo molto
bassi per tutte le specie vegetali considerate.
3.3. Bioaccumulo e traslocazione dei metalli nelle
Dall’osservazione dei grafici riportati si possono
piante
avanzare le prime considerazioni di carattere
qualitativo, basate sul confronto relativo dei BAF
Dai risultati ottenuti emerge un’elevata
riferiti a foglie e radici delle diverse specie e sulla
variabilità nella risposta biologica dei diversi
capacità di traslocare i metalli nella porzione epigea
individui vegetali campionati al variare della specie
(TF).
e del metallo considerato.
Per il rame i fattori di bioaccumulo più elevati
Rimane comunque possibile identificare delle
sono nelle radici di C. dactylon, il relativo TF è « 1.
tendenze generali a livello di specie.
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Lo zinco, come il rame, mostra fattori di


BAF Cu bioaccumulo spiccatamente elevati nelle radici di
0.20
BAF Cu (F)
C.dactylon con TF«1. Un discreto bioaccumulo di
0.16 BAF Cu (R) zinco si ha anche nelle foglie di C.canadensis e
0.12 S.inaequidens che quindi traslocano il metallo nella
parte aerea (TF>1). R. crispus pur presentando
0.08
TF>1 per lo zinco mostra BAF molto inferiori
0.04 rispetto alle altre specie, per cui si può
0.00 ragionevolmente ritenere R.crispus non adatto a
tecniche di fitorimedio su questo tipo di substrato.
1 CY

2 CY
3 CY

4 CY

1 CO
3 CO

4 CO

1 SE

2 SE
4 SE

1 VE

2 VE
1 RU

2 RU
3 RU

4 RU

Oltre alla definizione di alcune concentrazioni


BAF Cd soglia, un’altra proprietà chiave che dovrebbe
0.50
BAF Cd (F) possedere un iperaccumulatore è un coefficiente di
0.40
BAF Cd (R) bioaccumulo nella porzione aerea >1, ovvero
0.30 concentrazioni di metallo nella parte aerea superiori
0.20 a quelle presenti nel suolo contaminato [Liphadzi
and Kirkham, 2005].
0.10
Dalla Figura 2 si osserva chiaramente che tutte le
0.00
specie studiate presentano BAF<1 per la porzione
1 CY
2 CY
3 CY
4 CY
1 CO
3 CO
4 CO

1 SE
2 SE
4 SE
1 VE
2 VE
4 VE
1 RU
2 RU
3 RU
4 RU

aerea; mancano quindi le basi per poter definire con


BAF Zn sicurezza una delle specie studiate
0.20 un’iperaccumulatrice. Occorre tuttavia considerare
BAF Zn (F)
0.16 BAF Zn (R)
che il calcolo dei BAF è stato effettuato con le
0.12
concentrazioni di metalli totali presenti nelle ceneri.
Tale scelta è confortata dalle osservazioni di
0.08
Antonovics [1971]: la concentrazione di metallo
0.04 totale è infatti un dato di riferimento semplice da
0.00 ottenere ed univoco e riflette in ogni caso in
maniera relativa ciò che la pianta ha potenzialmente
1 CY
2 CY
3 CY
4 CY
1 CO
3 CO
4 CO

1 SE
2 SE
4 SE
1 VE
2 VE
4 VE
1 RU
2 RU
3 RU
4 RU

a disposizione. Ciò implica naturalmente che il dato


Fig. 2. Grafici relativi ai fattori di bioaccumulo (BAF) per Cu, riguardante i BAF è affetto dalla disponibilità dei
Cd e Zn di cinque diverse specie vegetali. I dati riportati sono le
medie calcolate considerando gli individui della stessa specie
metalli nel substrato.
appartenenti allo stesso sito di campionamento. Le sigle in I fattori che maggiormente controllano la
ascissa indicano sia il sito di campionamento (1, 2, 3, 4), sia la mobilità e la trasformazione nel suolo dei metalli
specie vegetale CY (C. dactylon), CO (C. canadensis), RU (R. sono il pH, il potenziale redox, il contenuto di
crispus), SE (S. inaequidens) e VE (V. officinalis). In verde sono materia organica e la mineralogia del suolo [Calace
indicati i BAF nelle foglie (F) ed in giallo quelli nelle radici (R).
et al., 2002].
In particolare il pH è il fattore che maggiormente
Il cadmio è il metallo che presenta i più alti influenza la disponibilità dei metalli per
valori di BAF nelle diverse specie, confermando la l’assorbimento da parte delle piante poiché controlla
sua mobilità e la disponibilità all’assorbimento da la solubilità dei metalli. A pH basici corrisponde
parte delle piante anche grazie alla somiglianza con una bassa mobilità e a pH acidi un’elevata mobilità
lo zinco, elemento essenziale [Liphadzi and dei metalli. Nel caso delle ceneri dell’isola di Sacca
Kirkham, 2005]. I fattori di bioaccumulo sono San Biagio si è visto che il pH si attesta intorno a 8,
elevati soprattutto per C.canadensis con TF>1, in quindi la frazione legata ai carbonati che è la forma
accordo con quanto riportato in letteratura [Shuhe et mineralogica dominante in tale substrato [Argese et
al., 2004], seguita da S.inaequidens nelle foglie al., 2005] e quella tendenzialmente più influenzata
(TF>1) e C.dactylon nelle radici (TF«1). dal pH, è in forma stabile, a meno che non si
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verifichino abbassamenti locali dovuti all’azione Bibliografia


delle radici o in seguito all’acidificazione a causa di
agenti atmosferici. La biodisponibilità dei metalli, Antonovics J., Bradshaw A.D. and Turner R.G. (1971) Heavy
inoltre, diminuisce in substrati con elevato metal tolerance in Plants. Advances in Ecological Research
(eds Cragg J.B.), vol.7. Academic Press London and New
contenuto di materia organica, argille o ossidi e York.
nelle ceneri di Sacca S. Biagio è stata riscontrata Argese E., Rigo C., Zamengo L., Polizzi S., Bedini S., Simion M.
una cospicua presenza di argille di neo-formazione e Rampazzo G., 2005. Caratterizzazione di un sito dismesso
e ossidi [Argese et al., 2005]. contaminato da ceneri pesanti di Rifiuti Solidi Urbani. Atti
Dalle osservazioni sopra esposte, si può Ecomondo 2005, 341-350.
Barbafieri M. (2005) Phytoremediation. Bonifica di siti
ipotizzare che la disponibilità dei metalli presenti contaminati, pp. 409-424, McGraw-Hill, Milano.
per le piante sia abbastanza bassa. Appare quindi Bech, J., Poschenrieder, C., Barcelo, J., Lansac, A. (2002) Plants
evidente che si rende necessario approfondire i from mine spoils in the South Smerican area as potential
risultati ottenuti anche tenendo presente che tali dati sources of germplasm for phytoremediation technologies.
sono influenzati dalla biodisponibilità dei metalli Acta Biotechnologica, 22 (1-2), 5-11.
Calace N., Petronio B. M., Picciolo M., Pietroletti M. (2002)
nel substrato. Da quanto esposto si possono Heavy metal uptake by barley growing in polluted soils:
comunque trarre alcune conclusioni preliminari. relationship with heavy metal speciation in soils.
In particolare Conyza canadensis, che presenta Communication of Soil Science and Plant Analysis, 33, 103-
TF>1 sia per il cadmio che per lo zinco, sembra 115.
essere quindi una buona candidata a studi finalizzati Fitz W.J., Wenzel W.W. (2002) Arsenic transformations in the
soil-rhizosphere-plant system: fundamentals and potential
ad evidenziarne le potenzialità ai fini della application to phytoremediation. Journal of Biotechnology,
fitoestrazione. C.dactylon presenta BAF elevati 99, 259-278.
nelle radici per rame, zinco, cadmio con TF«1, Kabata-Pendias A., Pendias H. (1986) Trace elements in soil and
perciò può essere considerata una specie plants. CRC Press.
escluditrice, nella quale i metalli rimangono Lauber K., Wagner G. (2001) Flora Helvetica (ed. 3). Haupt,
Bern.
concentrati nelle radici e la traslocazione verso le Liphadzi M.S. and Kirkham M.B. (2005) Phytoremediation of
parti aeree è minima [Fitz and Wenzel, 2002]. Tale soil contaminated with heavy metals: a technology for
specie si può quindi considerare candidata ai fini rehabilitation the environment. South African journal of
della fitostabilizzazione come già sottolineato da Botany, 71(1), 24-37.
Rizzi et al. [2004] anche grazie all’estensione Miceli A. (2001) Fitodecontaminazione e Risanamento dei suoli.
Ambiente Risorse Salute, 77, 21-24.
dell’apparato radicale, utile per stabilizzare la Mucina L. (1997) Conspectus of Classes of European
struttura del suolo. S.inaequidens presenta BAF Vegetation. Folia Geobot. Phytotax, 32, 117-172.
elevati per zinco e cadmio nelle foglie, metalli per i Pignatti S. (1982) Flora d’Italia. Edagricole, Bologna.
quali mostra anche elevati valori di TF. Tale specie Rizzi L., Petruzzelli G., Poggio G., Vigna Guidi G. (2004) Soil
ha quindi un comportamento simile a quello di physical changes and plant availability of Zn and Pb in a
treatability test of phytostabilization. Chemosphere, 57,
C.canadensis, ma con valori di BAF inferiori per il 1039-1046.
cadmio. Anche S. inaequidens sembra adatta ad Ross M.S. (1994) Sources and form of potentially toxic metals in
essere studiata ai fini della fitoestrazione. Non è soil-plant system. Toxic metals in soil-plant system (eds
tuttavia da trascurare, nell’ipotesi di una Ross M.S.), pp. 3-25. John Wiley Chichester.
riqualificazione ambientale dell’area in esame, la Shu W.S., Ye Z.H., Lan C.Y., Zhang Z.Q., Wong M.H. (2002)
Lead, zinc and copper accumulation and toleranc in
tossicità di questa specie per l’uomo. populations of Paspalum distichum and Cynodon dactylon.
Altre specie presentano comportamenti Environmental Pollution, 120, 445-453.
estremamente variabili da metallo a metallo, poco Shuhe W. and Qixing Z. (2004) Identification of weed species
considerabili per tecniche di fitorimedio. with hyperaccumulative characteristics of heavy metals.
Tali considerazioni andranno sicuramente Progress in Natural Science, 14(6), 495-503.
Wei S., Zhou Q. (2004) Identification of weed species with
validate con esperimenti in condizioni controllate hyperaccumulative characteristics of heavy metals. Progress
come evidenziato già da altri autori [Shuhe et al., in natural science, 14(6), 495-503.
2004]. Youn-Joo An (2003) Soil ecotoxicity assessment using cadmium
sensitive plants. Environmental Pollution, 127, 21-26.

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