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riori di qualità nella bioregione mediterranea (Fig. 2.

21); a ciò contribuisce probabilmente l’ele-


vata percentuale di specie di ambienti costieri e subcostieri, come le dune sabbiose e le paludi
costiere salmastre, altamente impattati dalle attività umane (cfr. Box 2.3.6).

Nel reporting non è richiesto di indicare la tipologia di habitat di ciascuna specie, pertanto questo
dato non è presente nelle schede. Tuttavia, poiché gran parte delle entità in esame hanno un’elevata
specificità ecologica e questa influisce significativamente sul processo di valutazione, viene qui
proposto un inquadramento ecologico delle specie in base a 15 macrocategorie ambientali, desunte
da Pignatti et alii (2001) e rappresentate in figura 2.22. Per l’attribuzione delle specie alle macro-
categorie si è tenuto inoltre conto di Scoppola & Spampinato (2005) e Pignatti (1982).

Come si può osservare, è rile-


vante il contingente di specie di
ambienti rocciosi, sia costieri
che interni, e di ambienti umidi
(paludi costiere, interne, prati
umidi, stagni ed acque correnti,
torbiere e forre).
Fra queste ultime sono nume-
rose le criticità conservazionisti-
che in relazione al crescente
deterioramento o alla progres-
siva scomparsa degli ambienti
acquatici ed umidi. Sono en-
trambe piante acquatiche le spe-
Figura 2.22 - Ripartizione delle specie vascolari nelle macroca- cie di interesse comunitario
tegorie ambientali di riferimento (fonti: Scoppola & Spampinato, dichiarate estinte in Italia, Aldro-
2005; Pignatti et al., 2001; Pignatti, 1982). vanda vesiculosa (Beretta et al.,
2012) e Caldesia parnassifolia
(Gennai et al., 2012). Nel caso di Aldrovanda vesiculosa, pianta carnivora di habitat paludosi
con acque poco profonde oligo-mesotrofe, l’areale italiano era in passato molto esteso. L’ultimo
avvistamento risale al 1985, mentre le recenti indagini di campo mirate al suo ritrovamento
(2000, 2002, 2010) ne hanno confermato la scomparsa (Beretta et al., 2012). Questa specie sub-
cosmopolita, sebbene ancora presente in altre parti del suo areale, negli ultimi 30 anni è segna-
lata in forte regressione in tutta Europa. I fattori alla base di questo fenomeno sono molteplici:
tra i principali ci sono l’inquinamento e l’eutrofizzazione delle acque, le bonifiche e gli interra-
menti (naturali o antropici), le variazioni idrodinamiche ed idrometriche e la diffusione di specie
aliene invasive.
Numerose specie di interesse comunitario di ambienti umidi sono risultate in cattivo stato di
conservazione. Ad esempio la pteridofita acquatica Isoëtes malinverniana, endemica della Pia-
nura Padana occidentale e presente in passato in più aree disgiunte in Piemonte e Lombardia: le
osservazioni effettuate a partire dal 2006 e ripetute negli anni successivi hanno messo in luce la
scomparsa di numerose popolazioni, con una conseguente fortissima contrazione dell’areale.

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