interpretato come ambiente definito da specifici fattori biotici e abiotici in cui una specie vive
in ogni stadio del suo ciclo biologico (art. 1 della Direttiva). Il termine habitat viene cioè utiliz-
zato nel significato di risorse biologiche e fisiche usate da una specie durante la sua vita. Esso
va quindi distinto dagli habitat elencati nell’allegato I della Direttiva e dal concetto di habitat
inteso come biotopo. Per l’habitat per la specie vengono richiesti estensione, qualità e trend
negli ultimi 12 anni. Nell’attuale reporting il dato di superficie non è stato disponibile per nessun
taxon vegetale; è stato quindi compilato solo il campo relativo alla qualità (Fig. 2.5): secondo
le indicazioni della CE, la categoria “buona” implica che la specie non abbia limitazioni dovute
all’habitat, mentre la categoria “cattiva” implica che l’habitat sia il problema principale per la
specie. La categoria “moderata” si riferisce ad una situazione intermedia.
Ai sensi dell’art. 17 della Direttiva le pressioni sono considerate fattori in essere nel presente o
che hanno agito durante il periodo di riferimento (6 anni nel passato, corrispondenti a 1 ciclo di
reporting), mentre le minacce sono fattori che si prevede possano agire in futuro (12 anni nel
futuro, cioè 2 cicli di reporting). È possibile che lo stesso impatto sia una pressione e contem-
poraneamente una minaccia nel caso sia destinato a continuare. Le categorie di pressioni e mi-
nacce predisposte dalla CE sono organizzate in 4 livelli gerarchici di dettaglio crescente. Per il
grado di impatto su ciascun taxon sono previste 3 categorie: alto, medio, basso (Fig. 2.6).
Figura 2.5 - Habitat per la specie. Esempio rela- Figura 2.6 - Pressioni. Esempio relativo a Liparis
tivo a Saxifraga florulenta, la qualità dell’habitat loeselii nella bioregione alpina. Questa specie ti-
è buona, trattandosi di specie delle pareti rocciose pica di prati umidi torbosi e paludi è sottoposta a
silicee tra 1600 e 2900 metri di quota, non soggette numerose forme di impatto sia di origine naturale,
a particolari minacce (Guerrina et al., 2013). che antropica, anche con ranking elevato (Orse-
nigo et al., 2012).
Il reporting tool prevede anche un campo per informazioni aggiuntive che si ritengano utili a
migliorare la comprensione dei dati inseriti e a completare il quadro sullo status di una specie.
Questo campo è stato utilizzato principalmente per indicare la categoria IUCN di rischio a livello
nazionale, con i relativi criteri di assessment (Rossi et al., 2013). Sono state anche riportate le
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