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Le Sistemazioni

idraulico-forestali
Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
Dipartimento di Scienze Agro-ambientali e Territoriali (DISAAT)

Denominazione della
disciplina
Sistemazioni idraulico-
forestali

Denominazioni equivalenti
Sistemazione dei bacini
montani
Correzione dei torrenti
(Torrent control)
Idronomia montana
Definizione
Sistemazioni idraulico-forestali

Le sistemazioni idraulico-forestali studiano le opere che


occorrono -le regole per costruirle e il modo d’impiegarle
- per contrastare la più grave forma di erosione del suolo,
qual’è l’erosione torrentizia (Puglisi, 1977).

Nell’erosione torrentizia confluiscono e si concludono


numerosi processi erosivi il cui agente è l’acqua, mentre
da essa vengono innescati movimenti franosi che coi
primi contribuiscono a demolire i rilievi e a modellare i
versanti.
La sede di questi fenomeni è il bacino torrentizio
inteso come luogo dei punti da cui le acque
superficiali di provenienza meteorica ruscellano
verso lo stesso collettore.

Il bacino torrentizio non ha grandi dimensioni,


cosicché la sua risposta all’evento meteorico può
essere immediata.
Definizione

Si può definire il torrente come un corso d’acqua


generalmente breve e a notevole pendenza, che può
raccogliere e convogliare in poco tempo ingenti
volumi d’acqua e di materiali strappati alle pendici
o prelevati nel suo letto per l’azione di scavo
esercitata dalla corrente.
Carattere degli interventi di sistemazione
idraulico-forestale
Carattere degli interventi di sistemazione
idraulico-forestale
Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
Dipartimento di Scienze Agro-ambientali e Territoriali (DISAAT)

“Per ottenere la sistemazione vera e completa di un bacino


montano, i lavori di rimboscamento e quelli nell'alveo del
torrente devono fondersi completamente, ed aiutarsi a vicenda,
anzi gli uni devono essere fatti per gli altri e viceversa.”

INTERVENTI DI INTERVENTI DI

TIPO IDRAULICO TIPO FORESTALE

GESTIONE
INTEGRATA
DEI BACINI
IDROGRAFICI
Finalità

Correzione del disordine idrogeologico


a scala di bacino

Erosione dei versanti ed erosione torrentizia Alluvioni Frane

Restauro ambientale/paesaggistico

INTERVENTI

Puntuali Diffusi
(esempio briglia di trattenuta, (sistemazione a gradinata di un torrente,
stabilizzazione di una frana) rimboschimento)
Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
Dipartimento di Scienze Agro-ambientali e Territoriali (DISAAT)

Bacino idrografico
Ambito territoriale
di riferimento Luogo dei punti da cui le
acque superficiali di
provenienza meteorica
ruscellano verso lo stesso
corso d’acqua collettore.
Bacino del Po Area 75.000 km2
Paternò
Lama di Macina
Balice area 340.10 km2
Palumbariello
Montrone
BARI Valenzano
S. Giorgio
Lama Giotta

Baronale
Lamasinata
Picone Badessa
DRAINAGE BASIN CLASSIFICATION (mod. from G.E. Petts)

Corso Portata Superficie del Larghezza Ordi


d’acqua m3/sec bacino della sezione ne
km2 m
Very large >10.000 >106 >1500 >10

Large 1000 -10.000 100.000-106 800-1500 7-11

Medium 100 –1000 10.000-100.000 200-800 6-9

Small 10-100 1000-10.000 40-200 4-7

Torrent 1.0-10 100-1000 8-40 3-6

Small 0.1-1 10-100 1-8 2-5

torrent
Stream <0.1 <10 <1 1-3
Legge 18 maggio 1989, n. 183
Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo

Art. 1 - La presente legge ha per scopo di assicurare la difesa


del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione
del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo
economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi
connessi.
Art.3

1. Le attività di programmazione, di pianificazione e di


attuazione degli interventi destinati a realizzare le finalità
indicate all’articolo 1 curano in particolare:

a) la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo


nei bacini idrografici, con interventi idrogeologici, idraulici,
idraulico-forestali, idraulico-agrari, silvo-pastorali, di
forestazione e di bonifica, anche attraverso processi di
recupero naturalistico, botanico e faunistico
La Legge 183/89 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale
della difesa del suolo", ha istituito 6 Autorita' di Bacino di rilievo
nazionale
•Po,
•Tevere,
•Arno,
•Adige,
•Triveneto,
•Volturno-Liri-Garigliano,

e 18 Autorita' di Bacino interregionali. Le altre Autorità di Bacino


sono regionali, tra cui l’Autorità di bacino della Puglia.

L'Autorità è un organismo misto, operante in conformità agli obiettivi


della legge, sui bacini idrografici, considerati come sistemi unitari.
L'Autorità di bacino della Puglia ha sede in Bari, ove si è insediata nel
1991
Territorio di competenza
Il ruolo
Il bacino idrografico è l'ambito ottimale per azioni di difesa del suolo,
del sottosuolo e delle acque. L'Autorità di bacino è l'ente istituito per
consentire interventi di pianificazione integrata a scala di bacino.

La pianificazione unitaria può essere resa possibile solo risolvendo le


frammentazioni istituzionali e di competenza.

L'Autorità diviene dunque, luogo d'intesa unitaria e di concertazione


delle scelte di pianificazione, nonché di sinergia operativa, tra tutti gli
agenti istituzionali interessati alla difesa e allo sviluppo delle risorse
dell'ambiente.

Mediante l'Autorità vengono potenziate le funzioni tecnico-consultive


e tecnico-operative nelle materie di comune interesse dell'intero bacino
idrografico.
Le funzioni

La finalità generale dell'Autorità è la tutela ambientale dell' intero


bacino idrografico, secondo i seguenti obiettivi:

difesa idrogeologica e della rete idrografica


tutela della qualità dei corpi idrici
razionalizzazione dell'uso delle risorse idriche
regolamentazione dell'uso del territorio
Gli ambiti

sistemazione, conservazione e recupero del suolo nei bacini idrografici


difesa, sistemazione e regolazione dei corsi d'acqua
moderazione delle piene
disciplina delle attività estrattive
difesa e consolidamento dei versanti e delle zone instabili
contenimento dei fenomeni di subsidenza dei suoli e di risalita delle acque marine
lungo i fiumi
protezione delle coste
risanamento delle acque superficiali e sotterranee
razionalizzazione degli usi delle risorse idriche superficiali e profonde
svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere e degli impianti
regolamentazione dei territori per la salvaguardia e la conservazione delle aree
demaniali e la costituzione di parchi fluviali e aree protette
gestione integrata in ambiti ottimali dei servizi pubblici di settore
riordino del vincolo idrogeologico.
Gli strumenti

Il principale strumento di pianificazione e programmazione


dell'Autorità è costituito dal Piano di bacino idrografico. Piano
territoriale di settore e strumento conoscitivo, normativo e tecnico-
operativo mediante il quale vengono pianificate e programmate le
attività e le norme d'uso.

Le disposizioni del Piano, una volta approvato, hanno carattere


immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli enti pubblici,
nonchè per i soggetti privati.

In attesa dell'approvazione del Piano di bacino, l'Autorità opera


avvalendosi di altri strumenti quali:

gli schemi previsionali e programmatici,


i piani stralcio
le misure di salvaguardia.
Il Piano di bacino stralcio dell’Autorità di bacino regionale della
Puglia – Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) - è stato
approvato il 30.11.2005 e contiene:

RELAZIONE GENERALE DI PIANO


NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE
CARTA DELLE AREE SOGGETTE A RISCHIO
IDROGEOLOGICO
ELENCO DEI COMUNI RICADENTI NELL’ADB
PUGLIA
Pericolosità idraulica

aree ad alta probabilità di inondazione (indicativamente con tempo di


ritorno "Tr" di 20-50 anni);
aree a moderata probabilità di inondazione (indicativamente con "Tr"
di 100-200 anni);
aree a bassa probabilità di inondazione (indicativamente con "Tr" di
300-500 anni).
Aree a pericolosità idraulica
Aree a pericolosità geomorfologica
watershed
rain
Evapotranspiration

storages Coastal
runoff
areas

infiltration
Il rischio (R) entità del danno atteso in seguito al verificarsi di un
particolare evento calamitoso.

R = R (P, V, E)

• pericolosità (P) ovvero alla probabilità di accadimento dell’evento calamitoso


entro un definito arco temporale (frequenza), con determinate
caratteristiche di magnitudo (intensità);
• vulnerabilità (V) espressa in una scala variabile da zero (nessun danno) a uno
(distruzione totale), intesa come grado di perdita atteso, per un
certo elemento, in funzione della intensità dell’evento calamitoso
considerato;
• valore esposto (E) o esposizione dell’elemento a rischio, espresso dal numero di
presenze umane e/o dal valore delle risorse naturali ed economiche
che sono esposte ad un determinato pericolo.
Ramo del Badessa (Lamia Petroni)
Bosco di Mercadante
Bari - Piena del 22-23 ottobre 2005
Rischio

moderato R1: per il quale i danni sociali, economici e al patrimonio ambientale


sono marginali;
medio R2: per il quale sono possibili danni minori agli edifici, alle infrastrutture
e al patrimonio ambientale che non pregiudicano l'incolumità del
personale, l'agibilità degli edifici e la funzionalità delle attività
economiche;
elevato R3: per il quale sono possibili problemi per l'incolumità delle persone,
danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente
inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività
socioeconomiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;
molto elevato R4: per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle
persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio
ambientale, la distruzione di attività socioeconomiche.
Classi di rischio
Interventi strutturali
• Arginature
• Casse di espansione
• Diversivi
• Scolmatori
• Sistemazioni idraulico-forestali

Finalità

•Riduzione della frequenza di inondazione


•Riduzione dell’estensione delle aree inondabili
•Abbassamento dei livelli di piena
Interventi non strutturali

• Mappatura delle zone a rischio di inondazione (Autorità di


bacino)
• Previsione dell’evento di piena (Protezione civile)
• Segnalazione dell’evento ed eventuale evacuazione delle aree
(Protezione civile)
• Flood proofing degli edifici
• Assicurazione dei beni

Finalità

•Riduzione delle perdite economiche e di vite umane


Fine lezione

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