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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI PERUGIA

DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE DELLA


TERRA E GEOTENOLOGIE
XX CICLO
GEO-05







"MODELLIZZAZIONE DEL LAGO TRASIMENO"


Massimo Melillo





RELATORE:
Walter Dragoni


COORDINATORE:
Giampiero Poli






A. A. 2008/09


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A Elena...






































3


Ringraziamenti

Un ringraziamento particolare va alla persona che pi mi ha aiutato durante lo svolgimento di
questo lavoro: il Prof. Walter Dragoni.
Ringrazio inoltre tutti i miei colleghi della Sezione di Idrogeologia e Geologia Applicata:
Daniela Valigi, Costanza Cambi, Nicoletta Prosperini, Giuseppe Vinti, Lucio Di Matteo,
Cecilia Giontella.
Un ringraziamento va anche a tutti coloro che ho conosciuto e mi hanno accompagnato in
questo bellissimo percorso, con loro ho condiviso gioie e dolori, e ho imparato tutto quello che
mi servito a realizzare quanto ho realizzato...
































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RIASSUNTO

Il Lago Trasimeno situato nella regione Umbria (Italia Centrale) rappresenta allo stesso tempo una
risorsa economica (approvvigionamento idrico, turismo, cultura) ed ambientale (raro ecosistema di
ambiente umido), ed per questo soggetto ad una forte pressione antropica. Quindi rappresenta un
grande interesse scientifico, che stato focalizzato, in questo lavoro, ad uno studio idrologico ed
idrogeologico, concretizzato attraverso lelaborazione di un nuovo modello idrogeologico a scala
mensile. Ci stato fatto allo scopo di approfondire le conoscenze sulla dinamica del Lago e, in
particolare, di ottenere nuove stime per alcuni parametri tuttora poco noti relativi al Lago e al suo
bacino. I parametri che si tentato di meglio definire sono stati: uscite dal lago per evaporazione e
prelievi artificiali, evapotraspirazione reale dal bacino, coefficiente di deflusso del bacino, ripartizione
deflusso superficiale-sotterraneo.
Il modello idrogeologico mensile, che costituisce la parte principale del lavoro, consiste in un codice di
calcolo scritto in Visual Basic, che elabora il bilancio idrogeologico del Lago e ne simula le variazioni
di livello. La calibrazione stata effettuata sui dati del periodo 1984-2006. Si ritiene che questo
modello rappresenti un miglioramento rispetto ad altri modelli precedentemente sviluppati
essenzialmente perch esso fornisce una migliore descrizione dei processi fisici che avvengono nel
sistema. Il modello LAGO ha fornito buone simulazioni delle variazioni di livello del lago. In
particolare per le uscite dal Lago dovute a evaporazione stato stimato un valore medio annuo di 1031
mm/anno, coerente con alcune delle stime note. Per levapotraspirazione reale dal bacino stato
stimato un valore medio di 534 mm/anno, in accordo con la formula di Turc. Il coefficiente di deflusso
medio annuo e stimato in 0.26.
In questo lavoro il modello stato applicato per prevedere landamento dei livelli nellipotesi in cui i
trends climatici gi in atto nellItalia centro-meridionale dovessero persistere; in pratica nel modello
sono state inserite serie fittizie di piogge e di temperature ricostruite sulla base dei trends climatici
sopra citati ed stato cos possibile verificare il loro impatto sui livelli del Lago Trasimeno.











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ABSTRACT

Trasimeno Lake (Umbria Region, Central Italy) represents at the same time an economic (water supply
for local agriculture, touring and cultural heritage) and an environmental resource, since it can be
considered a rare ecosystem of wet area. Therefore it suffers of a strong anthropic pressure. For these
reasons the Trasimeno Lake holds on a particular scientific interest, which is focused, in this work, on a
hydrologic and hydrogeologic study.
It was carried on a hydrogeological modelling of Lake Trasimeno, which was done through the
formulation of a new mathematical model based on a monthly scale. This was done for the purpose of
furthering knowledge on the dynamics of Trasimeno Lake and, in particular, in order to obtain new
estimates for a number of parameters regarding the Lake and its basin which are still relatively
unknown. The parameter that this work attempted to define better are: outflow from the Lake by
evaporation and by artificial means, then real evapotraspiration of the basin, then basin flow
coefficient, and the surface flow/underground flow percentages.
The monthly hydrogeologic model, which constitutes the main part of the work, consist of a calculation
code written in Visual Basic, which processes the Lakes hydrogeologic balance and simulates
variation in the Lake level. The calibration was done using data of a time span ranging from 1984-
2006. This model is considered to be an improvement over other previously developed models,
essentially because it furnishes a better description of the physical processes taking place in the system.
The LAGO model provided good simulation of the variation in the Lake level. The application of
model made it possible to estimate the aforesaid previously unknown parameters, obtaining results in
part consistent with the data from previous studies and in part original. In particular, a mean value of
roughly 1031 mm/yr, consistent with some of the known estimates. For the real evapotraspiration from
the basin, a mean value of about 534 mm/yr was estimated, in accordance whit the Turc formula. For
the mean annual flow coefficient a mean value of 0.26 was estimated.
In this work the model was applied in order to forecast the changes in lake levels in the event that the
climatic trends already taking place in central-southern Italy should persist; a series of assumed
rainfalls and temperatures, reconstructed on the basis of the aforesaid climatic trends were inserted in
the model, and it was thus possible to verify their impact on the levels of Trasimeno Lake.





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SIGNIFICATO DEI SIMBOLI USATI NEL TESTO









SIMBOLO SIGNIFICATO E UNITA DI MISURA
i indice del time-step (mese)
SM
ST
0

capacit di campo del terreno iniziale e massima (mm)
T
0
quantit di acqua presente in falda allinizio del bilancio (mm)
A
1

A
2

coefficienti che controllano la variazione dellarea del bacino idrogeologico
b coefficiente che controlla la quantit di eccedenza idrica che arriva al lago
MEX coefficiente per la formula di Thornthwaite
C
0
coefficiente che controlla la formazione del deflusso superficiale
C
1

C
N

C
2

fattori di correzione dei prelievi artificiali da lago
EVL
min

EVL
max

coefficienti che regolano i valori di evaporazione min e max dal lago
(SHL,ESL)
lago

(SHT,EST)
terra

coefficienti che regolano la fase e la forma della funzione donda per EV e ETP
EVT
min

EVT
max

coefficienti che regolano i valori di evapotrasp. potenziale min e max
EM
1
coefficiente che regola gli ingressi e le uscite dallemissario artificiale
QUICK deflusso superficiale dal bacino nel time-step (i) (mm)
Pb pioggia totale caduta nel bacino imbrifero nel time-step (i) (mm)
STOLD umidit del suolo nel time-step (i) (mm)


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SIGNIFICATO DEI SIMBOLI USATI NEL TESTO












EV evaporazione mensile (mm)
Ecc eccedenza idrica (mm)
b , a
1
e a
2
coefficienti formula WALDA
m indice relativo al mese
i
(m)
indice di insolazione mensile di Thornthwaite
t
(m)
temperatura media mensile (C)
TANK
1

quantit di acqua presente nel bacino imbrifero (Mm3)
TANK
2

quantit di acqua presente in falda (Mm3)
S
b

superficie totale del bacino (Km2)
S
l

superficie totale lacustre (Km2)
S
i

superficie bacino idrogeologico (Km2)
Vf fabbisogni idrici prelevati dal lago Mm3
Vps volume pioggia caduta sullo specchio (Mm3)
H livello reale (m)
H livello simulato (m)
DH variazione livello reale (m)
DH' variazione livello simulato (m)
N numero dati
n numero di coefficienti di calibrazione
err errore standard sui livelli (m)
C
d
coefficiente di deflusso


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INDICE

1 INTRODUZIONE pag. 10
1.1 Inquadramento del problema 11
1.2 Studi precedenti 17
1.3 Scopi e metodi della ricerca 18
1.4 Fasi della ricerca 19

2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO pag. 20
2.1 Assetto geologico 20
2.2 Caratteristiche morfologiche del bacino del Lago Trasimeno 21
2.3 Caratteristiche morfologiche della conca lacustre 24
2.4 Idrografia 27
2.4.1 Introduzione 27
2.4.2 Idrografia naturale 27
2.4.3 Idrografia artificiale 28
2.5 Caratteristiche idrogeologiche delle formazioni che affiorano nel bacino del Trasimeno 30
2.6 Struttura idrogeologica del sistema 33

3 CARATTERISTICHE CLIMATICHE E IDROLOGICHE pag. 36
3.1 Fonti dei dati idrometeorologici 37
3.2 Temperatura 38
3.3 Precipitazioni 39
3.4 Deflusso dal canale 44
3.5 Livelli del lago 44

4 IL MODELLO IDROGEOLOGICO MENSILE DEL LAGO TRASIMENO pag. 50
4.1 Introduzione 50
4.2 Il modello idrogeologico del Lago Trasimeno 51
4.3 Struttura complessiva del modello 51
4.4 Calcolo della evaporazione dallo specchio 56
4.5 Modulo di calcolo (calibrazione/simulazione) 57
4.5.1 Impostazioni iniziali 59
4.5.2 Calcolo della evaporazione dal lago e dell evapotraspirazione potenziale
dal bacino imbrifero 59


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4.5.3 Calcolo del deflusso superficiale QUICK 60
4.5.4 Calcolo delleccedenza idrica superficiale e sotterranea 60
4.5.5 Calcolo della quantit dacqua mensile proveniente da falda 62
4.5.6 Calcolo della superficie del bacino idrogeologico 62
4.5.7 Calcolo prelievi irrigui dal Lago 63
4.5.8 Calcolo della variazione di volume e di livello del Lago 64
4.5.9 Minimizzazione della funzione errore 65

5 RISULTATI DELLA CALIBRAZIONE pag. 66
5.1 Scelta della migliore calibrazione 66
5.2 Osservazioni sui risultati ottenuti con la miglior calibrazione 68
5.2.1 Osservazioni sul deflusso superficiale 68
5.2.2 Capacit di campo ed evapotraspirazione reale dal bacino imbrifero 69
5.2.3 Alimentazione sotterranea dal Lago 70
5.2.4 Coefficiente di deflusso 71
5.2.5 Prelievi artificiali 73
5.2.6 Evaporazione dal Lago 74
5.2.7 Considerazioni sulleccedenza idrica 74

6 APPLICAZIONI DEL MODELLO pag. 76
6.1 Stabilizzazione dei livelli ad una quota accettabile 76
6.2 Impatto delle variazioni climatiche sul Lago Trasimeno 78
6.2.1 Introduzione 78
6.2.2 Applicazione del modello mensile per valutare linfluenza delle variazioni
climatiche sul Lago 79

7 CONCLUSIONI pag. 83
7.1 Osservazioni generali 83
7.2 Osservazioni sui risultati ottenuti 83
7.3 Problemi aperti 85

BIBLIOGRAFIA pag. 86




10


CAPITOLO 1- INTRODUZIONE

Il presente lavoro riguarda le caratteristiche idrogeologiche ed i problemi idrologici del Lago Trasimeno, con
particolare riguardo agli impatti che le variazioni del clima e l'attivit antropica hanno e, presumibilmente,
avranno nel prossimo futuro. Tali obiettivi sono stati perseguiti tramite la modellizzazione matematica del
sistema, preceduta da uno studio bibliografico, geologico, climatico e storico. La parte del lavoro che precede la
modellizzazione in larga parte basato sui numerosi lavori esistenti (aggiornandone i dati fino ad oggi), con
particolare riguardo a Deffenu e Dragoni (1978), Dragoni (1982), Angelini (1989), Dragoni e Evangelisti (1999),
Evangelisti (2000), Dragoni (2004).
Il Lago Trasimeno uno dei pi importanti laghi italiani. La sua rilevanza economica ed ambientale
elevatissima, dato che rappresenta unimportante risorsa di acqua per uso potabile ed irriguo, ed un
notevole centro turistico e culturale; il Trasimeno costituisce un raro esempio di ambiente umido, con
specie vegetali ed animali unici o molto rare. Proprio per questi motivi il Trasimeno, come del resto
tutte le zone con forte vocazione turistica, sottoposto da svariati decenni ad una pesante pressione
antropica, molto difficile da gestire. Tale pressione, corrispondente essenzialmente ad un incremento
della popolazione nella stagione estiva, ad un allargarsi delle zone urbanizzate (con il conseguente
aumento potenziale dei carichi inquinanti), si somma allattivit agricola nel suo bacino ed al
tradizionale uso delle acque per uso irriguo e potabile: tutti questi fenomeni, dalla forte incidenza
economica e sociale, contrastano con lirrinunciabile esigenza di mantenere un'alta valenza ambientale
del lago e del suo bacino, che deve continuare ad essere un'oasi di bellezza e serenit. Negli ultimi anni
gli effetti della pressione antropica, in condizioni normali abbastanza sotto controllo, sono stati esaltati
da una fase climatica siccitosa che ha portato ad una sensibile diminuzione dei livelli del Lago. Ci,
oltre a creare problemi igienici e difficolt alla navigazione, ha favorito il deterioramento qualitativo
dellacqua del lago, con impatti negativi per lecosistema e le attivit economiche e turistiche spondali.
Linteresse scientifico per il Lago Trasimeno, da molti anni particolarmente vivo, dovuto quindi
essenzialmente alla precariet del suo assetto legato soprattutto allandamento dei livelli; in particolare,
i problemi attuali del lago riguardano i livelli bassi e la cattiva qualit delle sue acque. Il problema dei
livelli bassi si inquadra nel contesto della forte variabilit stagionale e pluriennale degli stessi in
funzione della meteorologia locale (precipitazioni e temperature), mentre il problema della cattiva
qualit delle acque causato innanzitutto dallingresso di sostanze inquinanti nel lago ed accentuato
dal fatto che tali sostanze, disciolte nelle sue acque, tendono a concentrarsi maggiormente nei periodi,
corrispondenti a livelli bassi, in cui il bilancio idrogeologico del lago negativo (le uscite,
rappresentate essenzialmente dallevaporazione, superano gli ingressi). Pertanto nel tentativo di


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conservare lintegrit del Lago Trasimeno necessario approfondire le conoscenze di questo sistema,
con particolare riguardo a quelle grandezze fisiche che non sono ancora note come per esempio
levaporazione dallo specchio.

1.1 Inquadramento del problema
Il Trasimeno un lago privo di emissari naturali; negli ultimi decenni ha avuto una superficie media di
circa 121 km
2
e profondit massima inferiore a 6 m. Il bacino imbrifero impostato su litotipi
nellinsieme a bassa permeabilit (Cap. 2; fig. 2.1) e pertanto esso pu essere considerato allincirca
coincidente con il bacino idrogeologico; si pu quindi assumere, in prima approssimazione, che lacqua
che sinfiltra nei sedimenti recenti ed attuali presenti nel bacino arrivi comunque al Lago tramite la
falda idrica che lo circonda. Il problema della variabilit dei livelli non una novit degli ultimi anni,
bens una caratteristica della dinamica del lago, strettamente dipendente dalla situazione climatica.
La tabella 1 riporta le principali caratteristiche del Lago Trasimeno nel periodo 1984 2006; nel
seguito, per semplicit, si assumer che il lago abbia la superficie costante, pari alla superficie media.
Tale comoda semplificazione giustificata dal fatto che nel periodo considerato la superficie varia
attorno al valore medio di non pi del 3%, cos da introdurre un errore sostanzialmente trascurabile,
specie se confrontato con l'incertezza di altri dati.

Tabella 1. Principali caratteristiche del Lago Trasimeno (periodo 1984 - 2006).

Nome Lago Trasimeno
Superficie bacino imbrifero 383,4
Temperatura media mensile C 14,3
Pioggia sullo specchio (mm/anno) 696
Pioggia sul bacino (mm/anno) 727
ETR (evapotraspirazione potenziale Turc) (mm/anno) 555
Area media bacino idrogeologico km
2 263,39
Volume medio immagazzinato nel lago (m
3
) 490x10
6

Profondit massima al livello medio (m) 5.5
Area media specchio lacustre km
2

120,49
Area max. specchio lacustre km
2

124,53
Area min. specchio lacustre km
2

116,52
Livello medio (m s.l.m.) 257.1

Oggi ben noto che il clima varia non solo alla scala dei milioni di anni, ma anche a quella delle
migliaia e delle centinaia di anni (cfr. per esempio Lamb, 1982; Pinna, 1996; Dragoni, 1998; IPCC


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2001). Per ci che riguarda l'Italia centrale vari studi, relativi agli ultimi 3000 anni, dimostrano che vi
stata un'alternanza di fasi mediamente con clima caldo/arido e clima freddo/umido, con differenze di
temperatura media annua attorno ad 1 - 2 C (cf. solo per esempio Ortolani e Pagliuca, 1996; Dragoni,
1998). L'ultima fase calda avvenuta all'incirca fra il 1000 ed il 1250 d.C. (Periodo Caldo
Medioevale); questa fase stata seguita dalla fase fredda nota come Piccola Era Glaciale, che
convenzionalmente si fa durare dal 1450 al 1850 circa. Nell'ultimo centinaio di anni si sta assistendo ad
una fase di riscaldamento che, se dovesse durare quanto il Periodo Caldo Medioevale, dovrebbe
persistere per un centinaio d'anni, con un clima mediamente pi siccitoso della fase precedente. Va
sottolineato che tali fasi hanno al loro interno una notevole variabilit, con periodi - della durata anche
di vari decenni- diversi dall'andamento complessivo. E' interessante notare che la variabilit climatica
naturale del passato getta vari dubbi sull'ipotesi che l'attuale tendenza al riscaldamento globale
dell'atmosfera sia da imputarsi per intero al cosiddetto "effetto serra", che da larga parte dei media si
considera scatenato dalle emissioni artificiali di gas serra, e non sia invece una nuova fase calda di
origine naturale, simile a quelle precedenti, che si sovrappone al riscaldamento antropico (si veda a tale
proposito Singer, 1999; Dragoni, 1998; Soon e Legates, 2004).
Il fatto che nel passato periodi caldi abbiano corrisposto in media, nell'Italia Centro-Meridionale, a
periodi meno piovosi si ritrova anche nel presente: le serie storiche strumentali di pioggia e temperatura
indicano che da un centinaio di anni in corso una fase climatica caratterizzata da un lieve incremento
di temperatura e da un pi marcato decremento della piovosit media annua, con una significativa
tendenza degli anni pi caldi a corrispondere a quelli pi siccitosi. Va sottolineato che non tutte le serie
di dati analizzate hanno un trend statisticamente significativo, ma quando presente esso indica, con
rarissime eccezioni, un incremento della temperatura ed una diminuzione della piovosit.
I livelli del lago Trasimeno, la cui evoluzione stata ricostruita con buona approssimazione in alcuni
importanti lavori, a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti (ad esempio Gambini, 1995; Cialini,
1991), hanno seguito landamento delle fasi climatiche, innalzandosi nei periodi umidi ed abbassandosi
nei periodi caldi. Va comunque sottolineato che anche nei periodi freddo-umidi (per esempio durante la
Piccola Era Glaciale) il livello del lago non era costantemente "elevato": la natura stesso di lago chiuso
e l'alta variabilit della piovosit implicano inevitabilmente una forte variazione di livello alla scala
annuale e pluriannuale.
Secondo alcune indicazioni, gli antichi romani tentarono di regolare i livelli del Lago Trasimeno
tramite un emissario artificiale, ma non vi sono conoscenze piuttosto complete sull'argomento. L'ipotesi
dell'esistenza di un emissario romano si basa su un'affermazione di Strabone (63 a.C.-20 d.C. ca.), che


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considera il Trasimeno un tributario del Tevere (oggi esso collegato al Tevere solo dagli emissari
artificiali) e dalla scoperta di tracce di opere romane, durante i lavori di costruzione dell'emissario del
XIX secolo, a S. Savino (cfr. Castellani e Dragoni, 1981; Riganelli, 2002).
Peraltro una considerazione a favore dell'esistenza di un emissario di epoca etrusca o romana quella
che praticamente tutti i pi importanti laghi dell'Italia Centrale sono stati interessati da opere di
regolazione idraulica da parte di etruschi e romani, e sembra strano che nel caso del Trasimeno ci non
sia accaduto. Recentemente, in un importante lavoro dedicato alle trasformazioni sociali dell'area del
Trasimeno ed ai rapporti fra Perugia ed il suo Lago, stato ipotizzato in maniera abbastanza
convincente che l'emissario romano sia esistito realmente, rimanendo in funzione sino in epoca alto
medioevale, ma che fosse ubicato non a S. Savino, ma nella parte occidentale (Riganelli, 2002). In ogni
caso solo ulteriori ricerche specifiche potrebbero chiarire la questione.
Alla fine del periodo caldo medioevale termin per il Trasimeno una fase di livelli mediamente bassi e
le acque si innalzarono con gravissimi danni per l'assetto locale: inondazioni pluriannuali di centri
abitati e di terreno agricolo ebbero certamente effetti devastanti sull'economia locale. Per tentare di
controllare i livelli massimi attorno al 1420 Braccio Fortebraccio, Signore di Perugia, fece costruire nei
pressi di S. Savino l'emissario medioevale, oggi noto come "Emissario di Braccio" (figg. 1, 2).








Figura 2. Inizio dellemissario
di Braccio in galleria (foto Dragoni)



Figura 1. Casello di manovra sopra lemissario medioevale (foto Dragoni).

Avendo una portata massima molto ridotta, anche a causa di difetti costruttivi e di interruzioni
continue, l'emissario di Braccio ebbe scarsi risultati sul controllo dei livelli, tanto che attorno al 1480,
sempre nel tentativo di gestire i livelli lacustri e di porre rimedio al disordine idraulico della zona,
alcuni torrenti, che almeno saltuariamente drenavano nel Trasimeno, furono deviati verso il vicino


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Lago di Chiusi. Nonostante questi nuovi lavori, i continui interventi sull'emissario ed il coinvolgimento
di illustri esperti di idraulica (baster citare Fontana, Maderno, Castelli e Torricelli) il livello del lago
continu a dipendere essenzialmente dalle condizioni climatiche. Il problema dei livelli alti fu risolto
nel 1898, quando fu costruito l'emissario che, ancor oggi, impedisce che il Trasimeno arrivi a quote tali
da provocare problemi all'agricoltura ed agli insediamenti rivieraschi. Questo emissario (fig. 3), con
andamento parallelo all'emissario di Braccio, ha una portata massima teorica di 12 m
3
/s, di un ordine di
grandezza superiore a quella dell'emissario medioevale; esso abbastanza efficiente nello smaltire le
piene, anche se qualche problema si pu verificare nel caso di sequenze di anni molto umidi ed eventi
piovosi eccezionali (Dragoni, 1982).
















Figura 3. Emissario moderno (1898) parzialmente in galleria (foto Dragoni, 1984).

A tale proposito la figura 4, relativa ad alcune settimane di acque alte dei primi anni del decennio 1980-
1990 a S. Feliciano, mostra come, in periodi ad alta piovosit, nemmeno l'emissario moderno riesce a
controllare efficacemente i livelli alti: il lago ha superato il cosidetto "zero idrometrico" posto
convenzionalmente a 257.33 m s.l.m. per alcune settimane, provocando problemi non trascurabili ai
paesi rivieraschi (allagamenti, difficolt di smaltimento degli scarichi, ecc.). In altri termini, pur se
attualmente sembra esservi solo un problema di siccit ed acque basse, esiste anche un problema


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strisciante di possibili piene. La figura 5 mostra il lago con i livelli dell'agosto 2003, nella stessa
localit della figura 4.












Figura 4. Il Lago Trasimeno in piena (localit S. Feliciano; primavera 1983; foto Dragoni).












Figura 5. Il Lago Trasimeno in magra (localit S. Feliciano; agosto 2003; foto Dragoni).

La figura 6 riporta l'andamento dei livelli del lago a partire dal 1921. Va rilevato che i livelli del Lago
(figura 6), pur se approssimati di 2-3 cm, sono certi dal 1950 in poi; vi invece maggiore incertezza sui
dati precedenti, perch attorno al 1950 vi stato un cambio nel riferimento di base, e vi la possibilit
che tutta la serie precedente il 1950 sia affetta di un errore sistematico di una trentina di centimetri


16


(Deffenu e Dragoni, 1978). In ogni caso la figura rispecchia piuttosto bene l'andamento complessivo
dei livelli e l'alta variabilit di questi, specie se questa raffrontata con la scarsa profondit del Lago.


















Figura 6. Livelli del Lago Trasimeno il primo giorno di ogni mese dal 1 gennaio 1921 al 1 agosto 2008.

La figura 6, indica inoltre come, in conseguenza soprattutto di un periodo a bassa piovosit, oltre che di
una cattiva regolazione dei volumi in uscita dall'emissario, il periodo 1950 - 1958 coinciso con una
gravissima crisi idrica del lago, tanto che all'epoca si temette il suo prosciugamento: il minimo livello
fu raggiunto nell'ottobre del 1958, con 254.69 m s.l.m, corrispondente ad una profondit massima di
poco pi di 3 m. In questo contesto forse opportuno rilevare come l'emissario del 1898 sia
inevitabilmente una delle cause del fatto che nei periodi siccitosi il livello del lago raggiunge quote
molto basse: l'emissario, infatti, impedendo l'instaurarsi di livelli alti, impedisce al lago anche di
accumulare acqua nei periodi piovosi (si veda il grafico in fig. 6), cosicch nei periodi siccitosi il Lago
comincia a scendere gi da quote basse. In altri termini l'emissario ottocentesco limita le oscillazioni
verso l'alto, ma contemporaneamente porta verso il basso tutte le oscillazioni, con conseguenze molto
pesanti sui livelli minimi. Ancora una volta, alla fine degli anni 1950, si intervenne per cercare di
contrastare la variabilit dei livelli: il bacino imbrifero fu ampliato artificialmente, conducendo al Lago
Livelli del lago misurati il primo del mese (gennnaio 1921 - agosto 2008)
251,57
252,57
253,57
254,57
255,57
256,57
257,57
258,57
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m

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.
l
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m
.
)
livelli del lago (m s.l.m.)
quota assoluta della soglia di sfioro dell'emissario (m s.l.m.)
quota assoluta del punto pi profondo (m s.l.m.)


17


74.40 km
2
di bacini idrografici, fra cui i torrenti che erano stati condotti al lago di Chiusi attorno al
1480.
Le figure 7 ed 8 mostrano l'assetto del Lago prima e dopo il 1960. Le opere idrauliche di ampliamento
del bacino sono reversibili, nel senso che, in caso di necessit, le portate dei torrenti deviate possono















Figura 6. Bacino del Lago prima del 1959-60 (Dragoni, 2004). Figura 7. Attuale bacino del Lago (Dragoni, 2004).

essere ricondotte verso il lago di Chiusi. Il grafico della figura 6, mostra infine come, dopo
l'ampliamento del bacino (i canali allacciati cominciarono ad immettere acqua nel Trasimeno nel 1960-
'62), nel giro di pochi anni il lago raggiunse quello che oggi considerato lo zero idrometrico, ossia la
quota di 257.33 m s.l.m. (1 maggio 1964). Va rilevato che tale rapido innalzamento coincise con un
periodo molto piovoso: la piovosit media annua nei cinque anni compresi fra ottobre 1953 ed agosto
1958 fu di circa 670 mm, mentre nei cinque anni successivi fu di circa 960 mm (Dragoni e Deffenu,
1978) e, come si vedr nel seguito, senza una tale alta piovosit l'ampliamento del bacino non sarebbe
stato sufficiente ad innalzare i livelli del Lago.

1.2 Studi precedenti
Numerosi sono i lavori pubblicati sul lago Trasimeno eseguiti dagli anni 20 ad oggi, la maggior parte
dei quali relativi agli aspetti idrologico-idraulici. Tra i principali realizzati su questi aspetti, si possono


18


citare quelli di Luiggi e Ugolini (1928), Frosini (1930,1958), Arredi (1959), consorzio di Bonifica
(1960, 1969, 1975), Deffenu e Dragoni (1978), Dragoni (1982), Evangelisti (2002). Caratteristica
comune a questi lavori quella di prendere in esame il problema dei livelli e il bilancio idrogeologico
del lago e tentare di definire meglio le componenti non note di questultimo. Uno studio molto
approfondito stato quello eseguito dallItalconsult per conto del Ministero dellAgricoltura e Foreste
(1977), che prende in esame, oltre agli aspetti idrogeologici e idraulici, anche quelli naturalistici ed
economici. Per quanto riguarda la modellizzazione, vanno presi in esame i lavori di Angelini (1989) e
Ambrosetti et ali (1991). Altri lavori che possono essere citati sono quelli eseguiti per conto
dellAutorit di Bacino del fiume Tevere (1993, 1998) relativamente al progetto di ampliamento del
bacino imbrifero. Nellambito di uno di questi studi stato anche elaborato un modello di simulazione
dei livelli del lago (Istituto di Idraulica dellUniversit degli Studi di Perugia), e un modello di
simulazione a scala mensile Evangelisti (1999). Recentemente sono stati fatti studi pi approfonditi
sulla batimetria del lago attraverso indagini geofisiche (Pauselli et alii; 2006); continua, inoltre, da
parte del Gruppo di Lavoro Idrogeologia del Dipartimento di Scienze della Terra, la raccolta di dati
sperimentali al campo vasche in localit S. Savino sul Lago per lo studio delle variazioni di
evaporazione ed evapotraspirazione in sistemi con e senza canneto.

1.3 Scopi e metodi della ricerca
La ricerca sviluppata riguarda la modellizzazione idrogeologica del Lago Trasimeno; lobiettivo di
questa ricerca quello di approfondire le conoscenze sulla dinamica e sul bilancio idrogeologico del
Lago, e pi precisamente:
1. portare un contributo alle conoscenze sullidrogeologia, con particolare riguardo alle componenti
poco note del bilancio (i.e. evaporazione, evapotraspirazione reale dal bacino imbrifero, separazione
deflusso superficiale deflusso sotterraneo, prelievi artificiali da falda e dallo specchio lacustre);
2. simulare il processo di trasformazione afflussi-livelli lacustri a scala mensile attraverso un modello
matematico;
3. applicare il modello sia per ottenere nuove stime delle componenti incognite del bilancio che per
simulare gli effetti sui livelli lacustri di ipotetiche condizioni climatiche e gestionali differenti dalle
attuali.Per realizzare questi obiettivi stato messo a punto un modello mensile di simulazione dei livelli
del lago, variante di una serie di modelli gi utilizzati precedentemente in altri lavori, e basato sul
calcolo mese per mese del bilancio idrogeologico del sistema.


19


Il modello si colloca in una posizione intermedia fra un modello fisicamente basato ed un modello a
scatola nera.

1.4 Fasi della ricerca
Il presente lavoro stato condotto attraverso le seguenti fasi.
1. Caratterizzazione geologica e geomorfologia del sistema Lago Trasimeno.
Questa prima fase stata svolta sia sulla base della cartografia e bibliografia esistenti sia sulla base di
nuove verifiche effettuate in campagna nel corso della ricerca.
2. Ricerche bibliografiche effettuate al fine di definire lo stato attuale delle conoscenze.
In particolare stata posta lattenzione sul problema dei livelli, sul bilancio idrogeologico e sul
problema della stima dellevaporazione dal Lago Trasimeno.
3. Raccolta, aggiornamento e validazione dei dati relativi a:
pluviometria e termometria dellarea in esame;
livelli del lago;
portate defluite dallemissario artificiale;
prelievi artificiali dal lago, dalla falda e dal reticolo idrografico presente allinterno del bacino
imbrifero del Trasimeno;
piezometria della falda freatica che alimenta il lago;
4.Analisi statistica di base dei dati I/O a disposizione;
5.Messa a punto del nuovo modello idrogeologico mensile (LAGO) per la simulazione delle variazioni
di livello del lago;
6.Calibrazione e validazione del modello sulla base dei dati della serie storica 1966-2006;
7.Risultati ottenuti dal modello.











20


CAPITOLO 2 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO

2.1 Assetto geologico
I lavori geologici sul bacino del Trasimeno sono molto numerosi ed a questi si rimanda per
approfondire le informazioni riguardo l'evoluzione sedimentologica e tettonica (Carta Geologica
dItalia, Foglio 122; Colacicchi, 1974; Dallan e Nardi, 1975; Elter, 1972; Dragoni, 1974; Barchi et alii,
2007). Ai fini della presente tesi sufficiente fare riferimento allo schema geologico di figura 2.1,
sostanzialmente confermato da numerosi controlli sul campo. La carta mostra come il bacino del Lago
Trasimeno insiste su formazioni nel complesso poco o mediamente permeabili. I principali affioramenti
sono rappresentati da due unici litotipi:
1) sedimenti emipelagici e torbiditici oligo miocenici;
2) sedimenti marini e fluvio - lacustri plio - pleistocenici.























Figura 2.1. Schema litologico del bacino del Lago Trasimeno (da Dragoni, 1982). 1) Formazioni torbiditiche oligomioceniche: Argille
Varicolori, Arenarie del Trasimeno, Calcareniti di Castiglione del Lago, Scisti argillosi e Marne Varicolori di Sanfatucchio e Pietreto; 2)
Sedimenti marini pliocenici; 3) Sedimenti fluviolacustri plio pleistocenici; 4) Depositi alluvionali olocenici; 5) Bacino imbrifero naturale
del Lago Trasimeno, fino al 1963; 6) Bacini allacciati artificialmente allinizio degli anni 60.





21


2.2 Caratteristiche morfologiche del bacino del Lago Trasimeno

Il bacino imbrifero del Lago Trasimeno occupa una vasta area del settore centro-occidentale
dellUmbria ed compreso fra il bacino del Fiume Tevere e quello del Fiume Arno, ad una quota
media di 290 m s.l.m.. Lo stesso bacino situato nel territorio della Provincia di Perugia, nei comuni di
Tuoro sul Trasimeno, Castiglione del Lago, Passignano e Panicale.
Prima del 1960, lestensione del bacino imbrifero naturale del Trasimeno, specchio compreso, era di
309 km
2
. Allinizio degli anni 60, il bacino stato ampliato a causa di una grave crisi idrica
verificatasi tra la prima met degli anni 40 e la fine degli anni 50: durante questi anni il livello del
Lago scese continuamente e nel 1958 la massima profondit raggiunse 2.93 m (fig. 2.2.1).
Lampliamento del bacino imbrifero venne effettuato attraverso limmissione nel Lago dei torrenti
Moiano, Maranzano, Tresa e Rio Maggiore, gli ultimi due gi deviati artificialmente verso la Val di
Chiana (Dragoni, 1984); nella tabella 2.2.1 vengono riportate le superfici dei bacini dei torrenti
allacciati artificialmente allinizio degli anni 60.

Tabella 2.2.1 Superfici dei bacini allacciati artificialmente allinizio degli anni 60.
Superficie dei bacini allacciati artificialmente (km
2
)
Torrente Moiano + Torrente Maranzano 28.7 Torrente Rio Maggiore 20.5
Torrente Tresa 25.2 Totale 74.4















Figura 2.2.1. Livelli del Lago Trasimeno.
Livelli del lago misurati il primo del mese (gennaio 1921 - aprile 2006)
251,57
252,57
253,57
254,57
255,57
256,57
257,57
258,57
g
e
n
-
2
1
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2
3
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2
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-
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-
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-
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-
7
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-
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7
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-
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3
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8
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g
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8
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9
2
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9
4
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o
-
9
7
m
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0
0
f
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-
0
3
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0
5
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o
-
0
8
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l

l
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g
o

(
m

s
.
l
.
m
.
)
livelli del lago (m s.l.m.)
quota assoluta della soglia di sfioro dell'emissario (m s.l.m.)
quota assoluta del punto pi profondo (m s.l.m.)


22


Quindi, larea dellattuale bacino imbrifero del Trasimeno, specchio compreso, pari a 383.4 km
2
. La
figura 2.2.2 illustra lattuale assetto del bacino imbrifero del Lago, mentre la tabella 2.2.2 riassume i
dati morfometrici relativi allo stesso. E da rilevare che le opere di allaccio dei quattro torrenti sono
reversibili: in caso di necessit possibile, agendo su alcune paratoie mobili, inviare tutta o parte
dellacqua dei torrenti allacciati verso il Lago di Chiusi.
























Figura 2.2.2. Attuale assetto del bacino imbrifero del Trasimeno. Legenda: 1) Bacino imbrifero naturale; 2) Bacini allacciati;
artificialmente; 3) Paratoie dellopera di presa.

Tabella 2.2.2. Dati di base riguardanti la morfologia del bacino imbrifero del Lago Trasimeno.

Quota assoluta media del bacino imbrifero (m s.l.m.) 290
Area del bacino imbrifero naturale, specchio compreso (km
2
) 309
Area dei bacini allacciati artificialmente allinizio degli anni 60 (km
2
) 74.4
Area totale dellattuale bacino imbrifero, specchio compreso (km
2
) 383.4


23


Dallanalisi morfologica emerge una situazione diversa per quanto riguarda la zona nord-orientale e
parte di quella meridionale del bacino rispetto alla fascia occidentale dello stesso. Mentre infatti a nord,
ad est e parzialmente a sud sono presenti i rilievi montuosi con le quote pi elevate ed i pendii pi
ripidi, intorno a tutto il resto del Lago si hanno forme collinari di modesta altitudine, a morfologia
dolce e con lievi pendenze (Carollo, 1969).
Nella zona settentrionale, accanto ai rilievi, si hanno anche zone piuttosto ampie a debole pendio e
talvolta quasi pianeggianti; nei pressi di Passignano le colline si trovano molto prossime alle rive del
Lago, che determinano cos un impluvio a forte inclinazione. Larco montuoso, situato nella parte
settentrionale del bacino, caratterizzato dalle pi alte cime della regione; tra queste, le maggiori sono:
Monte Girella (462 m), Poggio Capanne (597 m), Monte Castelluccio (747 m), Monte Castiglione (802
m), Poggio Bandito (635 m) e Colle Torre Civitella (607 m). La zona rimanente della fascia orientale
supera i 500 m soltanto con il Monte Castiglionaccio (522 m) e con il Monte Marzolana (585 m),
mentre i rimanenti rilievi raggiungono quote intorno ai 400 m.
Diversa la morfologia della regione occidentale del bacino del Trasimeno, come gi accennato
precedentemente, caratterizzata da una serie di colline che si estende da Petrignano a Gioiella ed
allungata in direzione NNO-SSE; si tratta di un crinale a modesta altitudine, inferiore ai 400 m,
costituito da un pendio pi pronunciato verso la parte esterna del bacino (Carollo, 1969).
La causa di questa situazione morfologica da attribuire ai diversi fenomeni tettonici che hanno dato
origine ai rilievi, rispettivamente nelle zone occidentali ed orientali del bacino del Lago Trasimeno.
Infatti nel primo caso sono intervenuti movimenti di orogenesi poco accentuati, mentre nel secondo
caso i sedimenti oligocenici sono stati interessati da pi complessi e pronunciati movimenti tettonici, i
quali hanno presentato il loro massimo sviluppo durante il Miocene, quando presero forma le attuali
strutture appenniniche. Inoltre non si pu escludere che a determinare le attuali situazioni morfologiche
hanno contribuito anche le differenti caratteristiche litologiche delle due zone in questione (Carollo,
1969).
Infine la figura 2.2.3 mostra la curva ipsografica della parte emersa del bacino del Trasimeno e in essa
si pu vedere che pi del 90% del territorio si trova a quote comprese tra i 260 m ed i 500 m s.l.m.,
mentre la parte rimanente posta tra le quote di 500 m e 800 m s.l.m..






24















Figura 2.2.3. Curva ipsografica della parte emersa del bacino del Lago Trasimeno (da Carollo, 1969).

2.3 Caratteristiche morfologiche della conca lacustre
Il Trasimeno, con una superficie media di 121.3 km
2
, il quarto lago italiano come superficie ed
situato nella regione Umbria, in provincia di Perugia. Le sue coordinate geografiche, riferite al centro
del lago, sono rispettivamente: 43 09 Latitudine Nord e 12 06 Longitudine Est Greenwich (fig.
2.3.1).












Figura 2.3.1. Localizzazione geografica del Lago Trasimeno.


25


Lo specchio lacustre occupa una posizione eccentrica, rispetto allintero bacino imbrifero, essendo
larea emersa molto pi sviluppata nella parte occidentale che in quella orientale; il Trasimeno presenta
una forma subcircolare, con un indice di sinuosit piuttosto prossimo allunit, pari a 1.34. La bassa
sinuosit interrotta da quattro profonde insenature che rendono articolate le rive: la prima insenatura
si estende dal promontorio di Passignano alla penisola di Castiglione del Lago ed denominata
Borghetto; la seconda va da Castiglione del Lago a San Savino ed detta Macchia Tonda; la terza
insenatura compresa tra San Savino e Monte del Lago ed denominata La Valle mentre lultima,
detta Torricella, si estende da Monte del Lago a Passignano.
Nello specchio lacustre sono presenti tre isole: Polvese (0.644 km
2
), Maggiore (0.232 km
2
) e Minore
(0.064 km
2
); esse interessano complessivamente unarea di 0.94 km
2
, pari allo 0.86% dellintera
superficie. LIsola Polvese costituita prevalentemente da arenarie alle quali si sovrappongono nella
porzione meridionale strati di calcari; lIsola Maggiore costituita da banchi arenacei con
intercalazioni marnose, mentre lIsola Minore caratterizzata da calcari selciferi e marne (Carollo,
1969).
Con riferimento alla situazione media degli ultimi trentanni (19662006), la profondit massima del
lago attorno a 5.4 m il suo perimetro di 53.1 km; la larghezza massima dello specchio, riferita alla
congiungente insenatura di Borghetto e di S. Savino di 16.5 km; la larghezza minima, compresa tra i
promontori di Monte del Lago e Castiglione del Lago, di 8.5 km (Carollo, 1969).














Figura 2.3.2. Curve ipsografiche delle superfici e dei volumi per il Lago Trasimeno.
Curva Ipsografica Lago
0
20
40
60
80
100
120
140
251,0 252,0 253,0 254,0 255,0 256,0 257,0 258,0 259,0 260,0 261,0
Livelli H (m.s.l.m.)
A
r
e
e

(
k
m
2
)
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
V
o
l
u
m
i

(
M
m
3
)
aree
volumi


26


La figura 2.3.2, ripresa da Carollo (1969), riporta superficie e volume del Lago in funzione del livello
dello specchio, riferito al livello medio del mare.
Laspetto generale della conca lacustre quello di una cuvetta piatta, con il fondo caratterizzato da una
lieve pendenza verso la zona centrale ove si trova la massima profondit, attraverso una ristretta fascia
sommersa a pendio abbastanza pronunciato. Questa particolare morfologia, unitamente alla scarsa
profondit e allampiezza della superficie, hanno fatto s che il Trasimeno venisse definito un lago
piatto o laminare; Si tratta inoltre di un lago chiuso cio privo di emissari naturali.
Il Lago Trasimeno presenta una vasta area coperta da canneto (foto 2.3.1), costituito prevalentemente
da Phragmites australis, che complessivamente interessa una superficie di circa 10.48 km
2
, la maggior
parte del quale localizzato nella zona meridionale del Lago. Il canneto, che sovente si spinge al largo
per qualche centinaio di metri, ricopre l8% circa della superficie dello specchio, dando cos al
Trasimeno un caratteristico aspetto palustre, che lo differenzia nettamente dai laghi vulcanici dellItalia
centrale (cfr. Dragoni, 1982).













Foto 2.3.1 Vista del canneto da S. Savino (sponda sud - orientale; foto Melillo, 2005).

Nella tabella 2.3.1 sono riportati i dati morfometrici e idrologici del Lago Trasimeno.






27


Tabella 2.3.1. Principali parametri morfometrici del Lago Trasimeno aggiornati al 2006.(da Dragoni ed Evangelisti, 1997). 1 Carollo,
(1969); 2 Evangelisti, (2003); 3 valori ricavati da elaborazione dei dati del periodo 19632006.

Indice di sinuosit
1
1.34
Grado di incavamento
1
0.75
Larghezza massima (km)
1
16.5
Larghezza minima (km)
1
8.5
Perimetro del lago
1
53.1
Pendenza del fondo
2
(%)

1
Livello medio
3
(m s.l.m.)

257
Area media dello specchio
3
(km
2
)

121.3
Volume medio
3
(m
3
/10
6
)

482.3
Livello minimo
3
(m s.l.m.)

255.53
Area minima dello specchio
3
(km
2
)

116.2
Volume minimo
3
(m
3
/10
6
)

306
Livello massimo
3
(m s.l.m.)

257.83
Area massima dello specchio
3
(km
2
) 124.2
Volume massimo
3
(m
3
/10
6
) 518.9
Rapporto tra area media del bacino asciutto naturale e area media dello specchio
3
1.55
Rapporto tra area media del bacino asciutto complessivo e area media dello specchio
3
2.16
Profondit media (rapporto tra volume medio e area media)
3
(m) 4
Profondit massima quando il lago alla quota media (m)
3
5.4


2.4 Idrografia
2.4.1 Introduzione
Il reticolo idrografico, in un bacino poco esteso come quello del Trasimeno, presenta uno sviluppo
modesto. I corsi dacqua sono di limitata entit e, anche per la bassa permeabilit delle formazioni
presenti, hanno carattere torrentizio. Il complesso idrografico del bacino del Lago Trasimeno pu
essere distinto in due parti: una di origine naturale ed una di origine artificiale.

2.4.2 Idrografia naturale
I principali corsi dacqua che defluiscono nel Lago, con le relative lunghezze delle aste, sono riportati
nella tabella 2.4.1.






28


Tabella 2.4.1. Principali immissari con le relative lunghezze delle aste (da Comunit Montana Monti del Trasimeno, 2002).

Fosso Paganico (km) 10.3
Rio Pescia (km) 9.1
Fosso Macerone (km) 5.8
Fosso La Treve (km) 5.6
Torrente Rio (km) 5.4
Fosso Nuovo (km) 2.7
Fosso Est Poggio Colle Torre Civitella (km) 2.7
Fosso Ovest Poggio Colle Torre Civitella (km) 2.6

I torrenti che presentano la maggiore lunghezza delle aste sono il Fosso Paganico ed il Rio Pescia, i
quali scorrono nellarea occidentale del bacino del Lago caratterizzata dalla maggiore estensione.
Questi due torrenti presentano un decorso particolare: dopo essere discesi dalle colline di Pozzuolo e
Petrignano, essi si orientano inizialmente in direzione NNW -SSE, per poi deviare bruscamente verso
ENE e raggiungere infine lo specchio lacustre. La maggior parte del loro tracciato si svolge
parallelamente alla linea di costa, dando luogo ad un sistema idrografico asimmetrico, con gli affluenti
disposti pi nel versante destro che in quello sinistro del loro bacino. Questa caratteristica pu forse
essere attribuita alla presenza dei rilievi di Madonna Del Vitellino e dellabitato di Pescia che
ostacolarono il decorso parallelo alla riva dei due corsi dacqua, obbligandoli a deviare in modo brusco
verso il lago (Carollo, 1969).
Nella parte settentrionale del bacino del Lago si localizzano gli altri tre torrenti principali dellarea: il
Fosso Macerone, Il Fosso La Treve ed il Torrente Rio. Essi presentano un andamento piuttosto
rettilineo, obbligati anche dalla notevole pendenza dei rilievi che circondano il Lago. Questi corsi
dacqua hanno una forte velocit di corrente e conseguentemente una notevole capacit di trasporto
solido; infatti, nella parte settentrionale del bacino del Trasimeno sono presenti i pi cospicui apparati
deltizi di tutto il perimetro del Lago: quelli del Fosso Macerone, per esempio, hanno dato origine al
fertile piano di Tuoro sul Trasimeno (Carollo, 1969).

2.4.3 Idrografia artificiale
Lidrografia artificiale legata ai bacini allacciati a quello naturale del Lago Trasimeno allinizio degli
anni 60 e allemissario costruito nel 1898.


29


I sistemi imbriferi dei torrenti Rio Maggiore, Tresa, Moiano e Maranzano sono situati nel settore
meridionale del bacino del Trasimeno; tali corsi dacqua furono addotti al Lago mediante la costruzione
del Fosso Anguillara (foto 2.4.1), un canale artificiale a debole pendenza che solca la pianura di
Macchie Panicarola raggiungendo il Trasimeno in corrispondenza della costa sud occidentale.














Foto 2.4.1. Il canale Anguillara alla confluenza con il Lago Trasimeno (foto Melillo, 2005).

Lincile dellemissario artificiale del Trasimeno ubicato sulle sponde orientali del Lago, presso S.
Savino e, dopo aver attraversato la pianura di Magione ed aggirato il colle di Monte Sperello,
confluisce nel Torrente Caina, a sua volta tributario del Fiume Nestore (fig. 2.4.1).











Figura 2.4.1. Percorso dellemissario artificiale.


30


Il canale ha una lunghezza di 7314 m, di cui 896 m in galleria; una diga in muratura, costruita fra
lincile ed il percorso sotterraneo, costituisce il sistema di regolazione del livello del Lago (foto 2.4.2).
Nella diga stessa furono ricavate due aperture, dette occhi, munite di paratoie mobili che servivano
ad alimentare alcuni mulini posti lungo lemissario e ad irrigare la pianura di Magione; da alcuni
decenni gli occhi sono chiusi.














Foto 2.4.2. La diga in muratura, munita di paratoie mobili, posizionata fra lincile e lentrata in galleria dellemissario (foto Melillo,
2005).

La portata massima teorica del nuovo canale emissario di circa 12 m
3
/s (secondo la formula di Kutter,
nelle condizioni del canale del tunnel allepoca della sua costruzione); le condizioni attuali del tunnel e
dei canali a valle di esso impongono, comunque, un rilascio inferiore ai 7-8 m
3
/s. La soglia di sfioro
fino allaprile del 1983 era a quota 257.33 m s.l.m.; nellaprile 1983 stata innalzata a 257.50 m s.l.m.;
comunque la quota di 257.33 m s.l.m. rappresenta tuttora lo zero idrometrico dei livelli del Lago.

2.5 Caratteristiche idrogeologiche delle formazioni che affiorano nel bacino del Trasimeno

Nel bacino del Lago Trasimeno si possono distinguere, in base alle caratteristiche idrogeologiche, tre
unit principali (Dragoni, 1982).
1. terreni pi antichi appartenenti alla Falda del Trasimeno (Eocene inferioreMiocene medio).
2. depositi fluvio lacustri del Plio pleistocene.


31


3. depositi alluvionali recenti (Olocene).

1. Le formazioni oligo mioceniche appartenenti al Dominio Toscano (Argille Varicolori,
Arenarie del Trasimeno, Calcareniti di Castiglione del Lago e Scisti argillosi e Marne
Varicolori di Sanfatucchio e Pietreto) sono caratterizzate da una bassa permeabilit (Deffenu e
Dragoni, 1978). Tale assunto viene confermato anche da uno studio idrogeologico, effettuato
nel 2001, il quale costituisce la parte integrante di una richiesta di concessione per
lutilizzazione dellacqua derivata da un pozzo a scopo industriale situato in localit Pucciarelli,
a sud di Castiglione (fig. 2.5.1).














Figura 2.5.1 Localit Pucciarelli (da Google Earth, 2008).

La stratigrafia del pozzo stata cos schematizzata:
2. livello 1, dal piano di campagna a 0.6 m (di profondit): terreno vegetale di natura limosa.
3. livello 2, da 0.7 m a 18 m (di profondit): limi argillosi color tabacco.
4. livello 3, da 18 m a 45 m (di profondit): argille limose.
5. livello 4, da 45 m (di profondit in poi): Formazione delle Arenarie del Trasimeno costituita da
alternanze di strati arenacei e calcarenitici (competenti) e strati marnoso argillosi (duttili). Gli stati
in esame presentano spessori variabili ed, in particolare, gli strati marnosi sono pi spessi di quelli
arenacei e calcarenitici.



32


La falda captata dal pozzo in questione localizzata ad una profondit di 45 m dal piano di campagna
ed caratterizzata da letti calcarenitici ed arenacei aventi una potenza complessiva di 9 m, e confinati
superiormente ed inferiormente da letti marnosi a bassissima permeabilit. La falda, dato il
confinamento degli strati, non presenta superiormente ed inferiormente fenomeni rilevabili di drenanza
con altre falde contigue.
Per la determinazione delle caratteristiche idrauliche della falda stata effettuata una prova di
pompaggio della durata di 3 h alla portata costante di 6.6 l/s. I dati degli abbassamenti registrati nel
pozzo hanno permesso di ricavare un valore di trasmissivit attorno a 1.3 * 10
-4
m
2
/s tramite
lequazione di Theis in regime di non equilibrio. La permeabilit risulta di 1.5 * 10
-5
m/s calcolata
per uno spessore saturo di 9 m.
Ci indica che, in generale, le formazioni torbiditiche che affiorano nei vari settori del bacino del Lago
Trasimeno sono caratterizzate, almeno localmente, da una permeabilit medio alta. Tuttavia, alla macro
scala la presenza di interstratificazioni argillose ed argilloscistose genera una bassa permeabilit
dinsieme; essa confermata dal fatto che, nellarea dove esse affiorano, mancano sorgenti con portata
notevole (Dragoni, 1982).

2. La seconda unit idrogeologica rappresentata dai depositi fluvio lacustri del Plio pleistocene
che affiorano nel settore occidentale del bacino del Lago. Tali sedimenti presentano una notevole
potenza e sono costituiti da ghiaie, sabbie e sabbie limose, accompagnati localmente da una matrice
siltosa o argillosa. La permeabilit per porosit di questa formazione piuttosto bassa e la circolazione
idrica localizzata solamente nelle lenti sabbiose e ghiaiose in cui la matrice argillosa pi scarsa
(Dragoni, 1982).

3. Attorno al Lago Trasimeno e lungo le aste del reticolo idrografico si distinguono i depositi
alluvionali fluvio lacustri recenti ed attuali, i quali rappresentano la terza unit idrogeologica. Sotto il
profilo litologico tali sedimenti sono costituiti da ghiaie, sabbie e limi come i precedenti ma i terreni
ghiaiosi e sabbiosi presentano, a volte, una scarsa matrice limoso argillosa. Ci influenza la
permeabilit che localmente pu raggiungere valori medio alti (Dragoni, 1982).
Per quanto riguarda le unit idrogeologiche 2 e 3 non stato possibile reperire, presso i vari enti
pubblici (Provincia di Perugia, A.R.P.A, ecc.), delle prove di emungimento necessarie alla
determinazione della permeabilit dei sedimenti fluvio lacustri e dei depositi alluvionali. Nel
complesso, per, i depositi che costituiscono le unit 2 e 3 sono caratterizzati da una permeabilit


33


variabile localmente secondo la granulometria e, in base ad alcune stime effettuate in lavori precedenti
(Ministero dellAgricoltura e delle Foreste, 1977; Angelini, 1989), la permeabilit media dei sedimenti
pliocenici e pleistocenici sembra compresa tra 10
-4
e 10
-5
m/s. Nelle unit idrogeologiche 2 e 3 si
impostata una falda freatica, molto superficiale, che circonda tutto il Lago Trasimeno e che deriva
dallinfiltrazione diretta delle acque meteoriche.

2.6 Struttura idrogeologica del sistema

Nel corso di questo lavoro stata eseguita una campagna di misure freatimetriche allo scopo di
aggiornare le piezometrie esistenti e di chiarire i rapporti tra bacino imbrifero e bacino idrogeologico
del Lago Trasimeno.
La campagna piezometrica stata eseguita nella prima met del mese di maggio 2005 (Gnucci, 2005),
cio nel momento dellanno che dovrebbe corrispondere al massimo piezometrico della falda. Le
indagini di campagna si sono sviluppate attraverso un censimento dettagliato, riportato su carte
tecniche in scala 1: 10.000 e successivamente su apposite schede precedentemente predisposte, delle
opere di captazione realizzate in tutto il bacino imbrifero del Lago. Sono stati censiti 218 pozzi
prevalentemente utilizzati ad uso domestico, generalmente non potabile, e relativo ad innaffiamento di
orti e giardini. La figura 2.6.1 (Gnucci e Melillo, 2005), illustra lubicazione di tutti i 218 pozzi in cui
stato misurato il livello statico della falda.
Le misure piezometriche sono state eseguite in pozzi perforanti esclusivamente i depositi alluvionali
recenti ed i depositi fluvio lacustri plio pleistocenici nei quali si impostata la falda freatica molto
superficiale. Quasi la totalit dei pozzi presenta, infatti, profondit compresa tra i 3 e i 10 m, mentre
una piccola minoranza degli stessi raggiunge i 30 m di profondit. Pozzi cos profondi sono stati
misurati presso i centri abitati di Vaiano, Gioiella, Pozzuolo e Petrignano che sorgono sulle colline che
delimitano ad ovest il bacino del Lago Trasimeno. Sono stati presi in considerazione anche pozzi
ubicati al di fuori del bacino imbrifero del Trasimeno, in particolare nel settore occidentale e sud-
occidentale dello stesso poich in passato i rapporti tra spartiacque superficiale e spartiacque
sotterraneo erano rimasti ancora poco chiari rispetto al resto del bacino.






34














Figura 2.6.1. Carta dellubicazione dei 218 pozzi in cui stato misurato il livello statico della falda (maggio 2005).

Al termine di questa campagna piezometrica, in base alle misure dei livelli statici riscontrati nei 218
pozzi, stato ricostruito landamento piezometrico della falda freatica. La rappresentazione grafica dei
dati rilevati stata riportata nel grafico in figura 2.6.2 (Gnucci e Melillo, 2005).















Figura 2.6.2. Rappresentazione grafica dei dati della campagna piezometrica di maggio 2005. Le coordinate geografiche sono espresse
nel sistema di riferimento UTM WGS 84, fuso 33. Lequidistanza fra le curve piezometriche di 5 m. Larea colorata in marrone:
torbiditi oligo mioceniche a bassa permeabilit.
Direzioni di Direzioni di Direzioni di Direzioni di


35


Linterpretazione di tale grafico, insieme a quanto gi noto in letteratura, ha portato alle seguenti
conclusioni:
1. Le curve piezometriche si mantengono sempre ed ovunque a quote superiori al livello del Lago
e ci significa che la falda lo alimenta in tutta la sua fascia perimetrale, drenando le acque
meteoriche del suo bacino scolante. Lo stesso risultato era stato ottenuto nella campagna
piezometrica eseguita nel mese di maggio 1998 (Evangelisti, 2003). La stessa autrice, inoltre,
ha condotto anche una campagna di misure freatimetriche nel mese di agosto 1999, periodo
dellanno che dovrebbe corrispondere al minimo piezometrico della falda, e i risultati ottenuti
hanno confermato che anche durante tale periodo le isofreatiche si mantengono sempre a quote
superiori a quelle dello specchio lacustre. Pertanto la falda freatica alimenta il Lago Trasimeno
in tutto il suo bacino e durante tutto lanno e ci porta a respingere le ipotesi secondo cui, in
alcuni settori del bacino, la falda viene alimentata dal lago. Inoltre, soprattutto nel settore
occidentale del bacino imbrifero, emerge una netta diminuzione di pendenza della falda in
prossimit del Lago. La diminuzione del gradiente nella zona circumlacuale potrebbe dipendere
dalla combinazione di vari fattori, quali una diminuzione di portata per lemergenza della falda
lungo gli alvei dei torrenti, un aumento di permeabilit dei depositi fluvio lacustri recenti ed
attuali rispetto a quelli del Pleistocene, e un aumento dello spessore dellacquifero in prossimit
dello specchio (Evangelisti, 2003).
2. Dalle due campagne piezometriche, eseguite da Evangelisti negli anni 1998 -1999, era risultato
che ad ovest del lago gli spartiacque superficiale e sotterraneo non erano ovunque coincidenti.
In alcuni tratti era stato ipotizzato un deflusso sotterraneo dal bacino imbrifero del Trasimeno
verso il Lago di Chiusi e la Val di Chiana. Ma, come si pu osservare nel grafico in figura 2.6.2,
ci non sembra confermato in quanto sia ad ovest che a sud - ovest del lago gli spartiacque
superficiale e sotterraneo risultano sostanzialmente coincidenti, per cui eventuali dispersioni
dacqua per via sotterranea verso il Lago di Chiusi e la Val di Chiana sono improbabili. Sempre
nello stesso grafico si pu vedere che anche nei settori settentrionale, orientale e meridionale
del lago gli spartiacque sono pi o meno coincidenti e ci viene confermato dal fatto che in
queste zone affiorano i sedimenti torbiditici oligo miocenici caratterizzati da una bassa
permeabilit, per cui sono da escludere anche in questi settori del bacino scambi idrici
sotterranei notevoli con altri bacini limitrofi.




36


CAPITOLO 3 - CARATTERISTICHE CLIMATICHE E IDROLOGICHE

Le caratteristiche climatiche ed idrologiche del bacino del Lago Trasimeno sono state dedotte, oltre che
sulla base della bibliografia esistente, dallanalisi dei dati idrometeorologici raccolti ed elaborati
durante le prime fasi di questo lavoro. I dati presi in considerazione sono relativi al periodo che va dal
1963 al 2006, a partire cio da quando il bacino del lago stato ampliato allinizio degli anni sessanta.
Nell'ambito del problema sulla trattazione e validazione dei dati idrometeorologici nonch su quello
delle variazioni climatiche in atto, stato sviluppato un programma di statistica per lo studio specifico
dei trend mensili stagionali ed annui di tutte le grandezze utilizzate come dati in ingresso e in uscita dal
modello, descritto successivamente nel Capitolo 4. Questo programma si reso necessario per
analizzare in maniera semiautomatica le serie idrometeorologiche disponibili, raggruppando i dati su
base mensile, stagionale ed annua, definendo stagioni convenzionali di vari mesi e a partire da ogni
mese. Il programma carica da files le serie storiche dei dati (nel caso specifico valori mensili di pioggia,
temperatura, prelievi, etc.), e procede successivamente al calcolo della significativit della regressione
e della correlazione lineare parametrica e non parametrica per ogni combinazione che possibile
ottenere variando il numero di mesi (trend mensili, bimestrali, etc.) e il mese di partenza considerato.
In totale vengono considerate 144 combinazioni, e per ciascuna viene verificata lipotesi nulla sulla
linearit; in sintesi viene fornito il valore di probabilit per il quale un certo trend sia dovuto al caso.
Questo metodo risulta concettualmente corretto soltanto quando sono rispettate tre condizioni:
1) i valori di Y devono avere una distribuzione normale (condizione di normalit);
2) i valori di Y devono avere una varianza derrore costante (condizione di omoschedasticit);
3) i valori di Y devono essere indipendenti gli uni dagli altri.
Spesso queste condizioni di validit non sono rispettate e in una situazione di incertezza necessario
calcolare precedentemente una retta di regressione secondo il criterio usuale dei minimi quadrati, e
successivamente una retta non parametrica. Il programma esegue questa doppia analisi e, se la risposta
della correlazione non parametrica significativa o vicina alla probabilit del test parametrico, il
risultato di questultimo pu essere ritenuto corretto. In caso contrario, quando il test di correlazione
non parametrica non risulta significativo, si pu dedurre che il test parametrico stato applicato senza
rispettare le condizioni sopra esposte. Il calcolo della retta di regressione non parametrica viene
eseguita attraverso il metodo Theil (1950), mentre la significativit testata con il metodo di Kendall
(Sen, 1968).



37


3.1 Fonti dei dati idrometeorologici
I dati idrometeorologici relativi al periodo 1963-2001 sono gli stessi utilizzati da Evangelisti (2003),
mentre per gli anni successivi tali dati sono stati forniti dalle fonti indicate in tabella 3.1.1.

Tabella 3.1.1. Fonti dei dati idrometeorologici relativi al periodo 2002-2006.
Fonte dei dati Dati forniti
Servizio Idrografico dello Stato - sez. di Roma Piogge delle stazioni di Casalini, Castel Rigone e Castiglione del Lago
Servizio Idrografico dello Stato - sez. di Pisa Piogge delle stazioni di Cortona e Citt della Pieve
Provincia di Perugia (S.I.G.L.A.)
1
Temperature dellaria delle stazioni di Monte del Lago e Isola Polvese
Livelli del lago misurati a San Savino
Piogge delle stazioni di La Cima, Moiano, Villastrada Umbra, San Savino e
Passignano
C.N.R.
2
di Perugia Piogge della stazione di Lisciano Niccone
1- Sistema Informativo Gestione Lacuale Agricola.
2- 2- Centro Nazionale Ricerca.

La figura 3.1.1. mostra invece lubicazione di tutte le stazioni idrometeorologiche che hanno fornito i
dati concernenti il periodo esaminato (19632006).













Figura 3.1.1. Ubicazione di tutte le stazioni idrometeorologiche che hanno fornito i dati concernenti il periodo che va dal 1963 al 2006.


38


3.2 Temperatura
I dati di temperatura, utilizzati per definire le caratteristiche climatiche dellarea del Lago Trasimeno,
sono quelli della stazione di Monte del Lago, la quale ha fornito, con una certa continuit, tali dati a
partire dal 1926. Per, nel corso del periodo esaminato (1966-2006), le registrazioni hanno subito delle
interruzioni e per questo motivo, per alcuni intervalli temporali, stato necessario ricostruire o
sostituire le temperature di Monte del Lago con quelle di altre stazioni.
Per il 1970 e per il 1990-1995, le temperature mensili di Monte del Lago sono state ricostruite, tramite
regressione lineare, a partire da quelle della stazione di Perugia; per gli anni 1996-2000 le temperature
di Monte del Lago sono state sostituite con quelle della stazione di Castiglione del Lago, data la buona
correlazione tra le due (cfr. Evangelisti, 2003). Per gli anni successivi, le temperature mensili di Monte
del Lago sono state ricostruite, tramite regressione lineare, con quelle della stazione di Isola Polvese la
quale entrata in funzione nel gennaio 1988 (fig. 3.2.1a e b).












Figura 3.2.1. Correlazione effettuata per ricostruire le temperature di Monte del Lago.








Figura 3.2.2a. Andamento delle temperature medie annuali della stazione di Monte del Lago (anno idrologico dal 1 settembre).
Correlazione tra le temperature mensili di Monte del Lago e Isola
Polvese per il periodo 1988-2001
y = 1.0098x + 0.3664
R
2
= 0.992
0
5
10
15
20
25
30
0 5 10 15 20 25 30
Temperature mensili di Isola Polvese
T
e
m
p
e
r
a
t
u
r
e

m
e
n
s
i
l
i

d
i

M
.

d
e
l

L
a
g
o
( C)
( C)
Temperatura Bacino del Lago Trasimeno 1966-2006
10
11
12
13
14
15
16
1967 1970 1973 1976 1979 1982 1985 1988 1991 1994 1997 2000 2003
Anno
T

(

C
)
T media annua
T media annua 1966-2006


39


Analisi statistica su:Temperatura
Serie dati:Lug-1966_Gen-2006
Comb. 12.7 Pearson 0.5813
Rif. combinaz. trend mesi 12 inizio mese Lug t-test 4.3457
Coef. angolare p. 0.0327 Signif. t-test 0.01
Intercetta p. 13.275577 Coef. ang. n.p. 0.029
Err.standard 0.5289 Interc. n.p 13.335
Coeff. det. 0.3379 Signif. Kendall 0.00016

Figura 3.2.2b. Andamento delle temperature medie mensili della stazione di Monte del Lago e risultati ottenuti dalle elaborazioni
statistiche dei dati.

Dal grafico in figura 3.2.2a si pu vedere che, negli ultimi 20 anni circa, le temperature medie annuali
sono state caratterizzate da un andamento crescente. Nella regione in atto un aumento della
temperatura attorno a 0.03 C/anno. Ci indicato dai trend, in gran parte statisticamente significativi,
delle stazioni disponibili.

3.3 Precipitazioni
Le precipitazioni mensili sullo specchio e sul bacino del Trasimeno sono state calcolate con il metodo
dei poligoni di Thiessen o metodo dei topoieti, a partire dalle precipitazioni mensili delle stazioni
riportate in figura 3.3.1.
Per il periodo 1963-2001, sono state utilizzate le quattro diverse carte dei topoieti tracciate da
Evangelisti (2003), mentre per gli anni 2002-2006 stato necessario costruirne una nuova (fig. 3.3.1).
Le cinque carte dei topoieti sono riferite ai seguenti intervalli temporali:
1.Periodo 19631993 (comprensiva della stazione di Monte del Lago).
2.Periodo 19941997 (esclusa la stazione di Monte del Lago).
3.Periodo 19981999 (escluse le stazioni di Monte del Lago e Castiglione del Lago).
4.Periodo 20002001 (escluse le stazioni di Monte del Lago, Castiglione del Lago, Tuoro sul
Trasimeno, Castel Rigone e Ceraso).
5.Periodo 20022006 (sono stati utilizzati i dati pluviometrici delle stazioni riportate in tab. 3.1.1).
Quindi, con il metodo dei poligoni di Thiessen, sono state calcolate le piogge mensili sullo specchio
lacustre (P
s
), sul bacino imbrifero naturale (P
n
) e sui bacini allacciati artificialmente (P
a
). In seguito, le
piogge sul bacino naturale e sui bacini allacciati sono state ulteriormente ragguagliate per ottenere cosi


40


le piogge sul bacino complessivo (P
b
= bacino naturale + bacini allacciati artificialmente); elaborando
tali dati sono stati ottenuti i seguenti risultati.























Figura 3.3.1. Carta dei topoieti relativa al periodo 20022006.

I due grafici riportati rispettivamente in figura 3.3.2 ed in figura 3.3.3, indicano landamento delle
piogge totali annue sullo specchio e sul bacino durante il periodo esaminato. Il calcolo delle piogge
annue stato effettuato scegliendo come inizio dellanno idrologico il mese di luglio. Da tali grafici si
pu osservare una certa ciclicit nellandamento delle precipitazioni annue e ci pu essere messo in
relazione con la ciclicit dellandamento dei livelli del lago (cfr. par. 3.5).


41


La tabella 3.3.1 riassume i risultati ottenuti dallelaborazione statistica dei dati di pioggia mensili
relativi al periodo 1966-2006; in essa si pu vedere che la piovosit media annua sul bacino imbrifero
leggermente superiore a quella sullo specchio lacustre, infatti il rapporto tra le due molto piccolo.

Tabella 3.3.1 Risultati ottenuti dallelaborazione statistica dei dati di pioggia del periodo 1963-2003.

Pioggia media annua sullo specchio (P
s
), (mm)
(1)
706
Pioggia media annua sul bacino (P
b
), (mm)
(1)
731
P
b
/P
s
1.03
Pioggia annua minima sullo specchio (mm)
(2)
382 (mag.01 apr.02)
Pioggia annua massima sullo specchio (mm)
(2)
1098 (feb.84 gen.85)
Pioggia annua minima sul bacino (mm)
(2)
426 (mag.01 apr.02)
Pioggia annua massima sul bacino (mm)
(2)
1037 (feb.76 gen.77)
1-calcolo eseguito con anno idrologico dal 1 luglio
2-dopo aver eseguito il calcolo con anno idrologico a partire da ogni mese.

Lanalisi statistica svolta sui dati di pioggia dallo specchio e dal bacino non presenta grosse differenze;
faremo quindi riferimento ai risultati ottenuti dalle elaborazioni del programma sulle informazioni di
natura statistica ottenute dalle precipitazioni sul bacino.
La pioggia media annua ragguagliata sul bacino, pur presentando una diminuzione media annua nel
secondo periodo del 3% (fig. 3.3.2), non presenta un trend significativo (tab. 3.3.2).














Figura 3.3.2 Andamento delle piogge medie mensili sullo specchio nel periodo 1966-2006.
Volume medio annuo pioggia su bacino periodo 1966/2006
0
50
100
150
200
250
300
1
9
6
7
1
9
6
8
1
9
6
9
1
9
7
0
1
9
7
1
1
9
7
2
1
9
7
3
1
9
7
4
1
9
7
5
1
9
7
6
1
9
7
7
1
9
7
8
1
9
7
9
1
9
8
0
1
9
8
1
1
9
8
2
1
9
8
3
1
9
8
4
1
9
8
5
1
9
8
6
1
9
8
7
1
9
8
8
1
9
8
9
1
9
9
0
1
9
9
1
1
9
9
2
1
9
9
3
1
9
9
4
1
9
9
5
1
9
9
6
1
9
9
7
1
9
9
8
1
9
9
9
2
0
0
0
2
0
0
1
2
0
0
2
2
0
0
3
2
0
0
4
2
0
0
5
anno
V
P
b

(
M
m
3
)
Mm
3
/anno
195,85
189,65
-3,17
Volume medio annuo pioggia su bacino
I serie 1966-1984
II serie 1984-2006
Variazione volume %


42


Tabella 3.3.2 Trend e risultati test di significativit valori annui.

Analisi statistica su:Pioggia bacino
Serie dati:Lug-1966_Gen-2006
Comb. 12.7 Pearson 0.0907
Rif. combinaz. trend mesi 12 inizio mese Lug t-test 0.5537
Coef. angolare p. -0.947 Signif. t-test 0.58049
Intercetta p. 749.29 Coef. ang. n.p. -1.442
Err.standard 120.2 Interc. n.p 780.36
Coeff. det. 0.0082 Signif. Kendall 0.39204

Pi interessanti dal punto di vista statistico sono i risultati ottenuti sulle analisi stagionali della pioggia;
in particolare durante il trimestre invernale (gennaio-marzo) si evidenzia una variazione negativa con
una differenza del 26% tra il valore medio della prima e della seconda serie (figura 3.3.3); nel trimestre
autunnale invece la variazione positiva con una differenza del 10% tra i valori medi nei medesimi
periodi (fig. 3.3.4). In entrambi i casi i trend hanno valori di significativit superiori al 95% (tabs. 3.3.3,
3.3.4).












Figura 3.3.4. Andamento delle piogge medie mensili sul bacino (trimestre gen.-mar.), periodo 19662006.







mm
183
135
-26
pioggia su bacino media per trimestre (gen-mar)
I serie 1966-1984
II serie 1984-2006
Variazione %
Pioggia su bacino (trimestre gen-mar) periodo 1966-2006
y = -2,0654x + 198,38
0
100
200
300
400
500
600
1
9
6
7
1
9
6
9
1
9
7
1
1
9
7
3
1
9
7
5
1
9
7
7
1
9
7
9
1
9
8
1
1
9
8
3
1
9
8
5
1
9
8
7
1
9
8
9
1
9
9
1
1
9
9
3
1
9
9
5
1
9
9
7
1
9
9
9
2
0
0
1
2
0
0
3
2
0
0
5
anno
P
b

(
m
m
)


43













Figura 3.3.3. Andamento delle piogge medie mensili sul bacino (trimestre set.-nov.), periodo 19662006.

Tabella 3.3.3. Trend e risultati test di significativit trimestre invernale.


Tabella 3.3.4. Trend e risultati test di significativit trimestre autunnale.
Analisi statistica su: Pioggia bacino
Serie dati: Lug-1966_Gen-2006
Comb. 3.9 Pearson 0.2231
Rif. combinaz. trend mesi 3 inizio mese Set t-test 1.4107
Coef. angolare p. 1.762 Signif. t-test 0.16445
Intercetta p. 224.29 Coef. ang. n.p. 1.078
Err.standard 91.2298 Interc. n.p 230.53
Coeff. det. 0.0498 Signif. Kendall 0.08755







Analisi statistica su: Pioggia bacino
Serie dati: Lug-1966_Gen-2006
Comb. 3.1 Pearson 0.3803
Rif. combinaz. trend mesi 3 inizio mese Gen t-test 2.5009
Coef. angolare p. -2.065 Signif. t-test 0.013
Intercetta p. 196.45 Coef. ang. n.p. -2.427
Err.standard 58.13 Interc. n.p 200.50
Coeff. det. 0.1446 Signif. Kendall 0.01638
Pioggia su bacino (trimestre set-nov) periodo 1966-2006
y = 1,7629x + 222,53
0
100
200
300
400
500
600
1
9
6
6
1
9
6
8
1
9
7
0
1
9
7
2
1
9
7
4
1
9
7
6
1
9
7
8
1
9
8
0
1
9
8
2
1
9
8
4
1
9
8
6
1
9
8
8
1
9
9
0
1
9
9
2
1
9
9
4
1
9
9
6
1
9
9
8
2
0
0
0
2
0
0
2
2
0
0
4
anno
P
b

(
m
m
)
mm
246
270
10
pioggia su bacino media per trimestre (set-nov)
I serie 1966-1984
II serie 1984-2006
Variazione %


44


3.4 Deflusso dal canale
I dati riguardanti le portate defluite dallemissario artificiale sono disponibili per tutto il periodo
esaminato (19662006) e derivano dai dati idrometrici rilevati dal Consorzio di Bonifica fino al 1980 e
dalla Provincia di Perugia (S.I.G.L.A.) per gli anni successivi.
Nel corso del periodo in studio, il canale emissario non ha funzionato per alcuni intervalli di tempo, i
pi lunghi dei quali vanno rispettivamente dallestate 1970 alla primavera del 1978 e dal luglio 1988 ad
oggi; ci dovuto al fatto che, nel corso di tali intervalli temporali, si sono verificate due delle
maggiori crisi idriche del Trasimeno. Nel grafico in figura 3.4.1 si possono osservare i volumi dacqua
mensili defluiti dallemissario dal 1966 al 2006 e gli anni in cui esso non ha funzionato; il volume
dacqua totale defluito dal canale artificiale nel periodo 19662006 stato di circa 155 Mm
3
/anno.
















Figura 3.4.1 Volumi dacqua in Mm
3
/mese defluiti dallemissario nel periodo 19662006.

3.5 Livelli del Lago
I dati riguardanti i livelli del Lago Trasimeno sono quelli misurati a San Savino; il rilievo degli stessi
viene gestito dalla Provincia di Perugia (S.I.G.L.A.) e le misure vengono effettuate mediante un
idrometro ad ultrasuoni. Lincertezza delle letture dellordine di 34 cm a causa delle sesse del lago,
la cui dinamica sconosciuta. Il grafico in figura 3.5.1 mostra landamento dei livelli del lago misurati
Volume d'acqua defluiti dall'emissario 1966-2006
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
mag-61 ott-66 apr-72 ott-77 mar-83 set-88 mar-94 ago-99 feb-05
mese/anno
v
o
l
u
m
e

(
M
m
3
)


45


il primo giorno di ogni mese a partire da gennaio 1921 ad agosto 2008. La figura mostra chiaramente
che i livelli del lago sono soggetti a oscillazioni, stagionali e pluriennali, molto ampie rispetto la scarsa
profondit del Lago.

















Figura 3.5.1 Andamento dei livelli del lago misurati il 1 giorno di ogni mese da gennaio 1921 ad aprile 2008.

Loscillazione stagionale dei livelli regolare con un minimo nel mese di ottobre, un successivo
periodo di crescenza fino ad un massimo nel mese di maggio, e quindi con un successivo periodo di
decrescenza. Questo andamento deriva dalla distribuzione nellanno delle precipitazioni e delle
temperature: il periodo di salita, novembre maggio, coincide con il periodo delle maggiori
precipitazioni e delle minori temperature, mentre il periodo di decrescenza, giugno ottobre, coincide
con quello delle minori precipitazioni e delle maggiori temperature. Il grafico in figura 3.5.2 mostra
landamento dei livelli medi mensili nel periodo 19632006 e conferma quanto detto a proposito
delloscillazione stagionale dei livelli del lago.
Il regime dei livelli del Lago Trasimeno, come gi accennato, soggetto anche a variazioni pluriennali,
pi irregolari di quelle stagionali, derivanti da variazioni, abbastanza cicliche, del clima. Lalternanza
di serie di anni a livelli medi elevati con serie di anni a livelli medi bassi delineata nel grafico in
Livelli del lago misurati il primo del mese (gennnaio 1921 - agosto 2008)
251,57
252,57
253,57
254,57
255,57
256,57
257,57
258,57
0
1
/
0
1
/
1
9
2
1
0
1
/
1
1
/
1
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4
0
1
/
0
9
/
1
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/
0
7
/
1
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/
0
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/
1
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2
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0
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1
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0
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/
0
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/
1
9
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/
1
1
/
1
9
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0
1
/
0
9
/
1
9
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0
2
/
0
7
/
1
9
5
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2
/
0
5
/
1
9
5
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2
/
0
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/
1
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6
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/
1
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/
1
9
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/
1
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/
1
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/
0
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/
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9
7
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1
/
0
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1
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0
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/
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1
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1
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/
1
9
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0
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1
9
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/
0
6
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2
0
0
1
3
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/
0
4
/
2
0
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5
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8
/
0
2
/
2
0
0
9
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v
e
l
l
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d
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l

l
a
g
o

(
m

s
.
l
.
m
.
)
livelli del lago (m s.l.m.)
quota assoluta della soglia di sfioro dell'emissario (m s.l.m.)
quota assoluta del punto pi profondo (m s.l.m.)


46











Figura 3.5.2 Andamento dei livelli medi mensili nel periodo 1966-2008. In media il livello massimo si raggiunge in maggio, il minimo
fra ottobre e novembre, con una differenza di circa 3540 cm, confermando quanto gi rilevato trent'anni addietro (Deffenu e Dragoni,
1978; Dragoni, 1982).

figura 3.5.3 e rappresenta la risultante dellalternarsi di periodi pi o meno piovosi e pi o meno caldi.
Sempre nello stesso grafico si pu osservare che la crisi idrica di maggiore rilievo che ha interessato il
Trasimeno (se ne temette il prosciugamento) iniziata nel 1944 e si conclusa allinizio degli anni 60
in concomitanza con lampliamento artificiale del bacino imbrifero naturale del lago.



















Figura 3.5.3 Andamento dei livelli del lago misurati il 1 giorno di ogni mese da gennaio 1921 ad aprile 2008.

livelli medi mensili
256,50
256,60
256,70
256,80
256,90
257,00
257,10
257,20
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n
f
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b
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p
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Mese
L
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l
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m
.
s
.
l
.
m
Livelli del lago misurati il primo del mese (gennnaio 1921 - agosto 2008)
251,57
252,57
253,57
254,57
255,57
256,57
257,57
258,57
0
1
/
0
1
/
1
9
2
1
0
1
/
1
1
/
1
9
2
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0
1
/
0
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1
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/
0
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/
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/
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/
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/
0
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/
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/
0
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/
1
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/
1
1
/
1
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0
1
/
0
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/
1
9
5
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0
2
/
0
7
/
1
9
5
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0
2
/
0
5
/
1
9
5
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0
2
/
0
3
/
1
9
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3
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/
1
2
/
1
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/
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/
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/
0
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/
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/
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/
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o

(
m

s
.
l
.
m
.
)
livelli del lago (m s.l.m.)
quota assoluta della soglia di sfioro dell'emissario (m s.l.m.)
quota assoluta del punto pi profondo (m s.l.m.)
crisi 1944-1960
crisi 1970-1975
1988-oggi


47


Negli anni successivi al 1963, nonostante lampliamento, si sono verificate altre due crisi idriche: la
prima avvenuta nella prima met degli anni 70, mentre la seconda, iniziata nel 1988, attualmente in
corso; infatti, a partire dal 1988 ad oggi, il livello del lago si trova costantemente al di sotto dello zero
idrometrico: il problema dei livelli bassi comporta non solo gravi danni per lambiente, la pescicoltura,
la navigazione ma anche fenomeni di eutrofizzazione in quanto le sostanze inquinanti, disciolte nelle
acque del lago, tendono a concentrarsi maggiormente nei periodi siccitosi, quando, con emissario non
in funzione, luscita di gran lunga pi rilevante di acqua levaporazione. La soluzione avanzata al
momento quella di un ulteriore ampliamento del bacino imbrifero o di un apporto di acqua dal vicino
bacino del Tevere (tramite il serbatoio di Montedoglio), almeno per compensare i prelievi per
lirrigazione, peraltro ancora mal quantificati: su ci, comunque, si discuter nel seguito. Unevidente
conferma del fatto che landamento dei livelli del lago sia strettamente legato alla meteorologia locale
osservabile nel grafico in figura 3.5.4. Utilizzando i dati relativi al periodo 1966-2006, sono state
eseguite delle regressioni lineari tra pioggia annua sullo specchio e variazioni annue di livello del lago,
con anno idrologico a partire da ogni mese: la migliore regressione stata ottenuta con anno idrologico
a partire dal 1 luglio e utilizzando i dati relativi ai soli anni con emissario non funzionante.













Figura 3.5.4 Migliore correlazione ottenuta per il periodo 1966-2008 tra pioggia annua sullo specchio e variazione annua di livello del
lago. Il risultato statisticamente significativo sulla base dell F test (i.e. significativit superiore al 90%).

Ponendo H=0 nellequazione riportata nel grafico in figura 3.5.4, si ottiene il valore della pioggia
critica ovvero la pioggia annua necessaria e sufficiente a bilanciare le uscite dal lago. Essa ha un valore
di circa 707 mm, in accordo con quanto ricavato da precedenti autori (Dragoni, 1982; Dragoni e
Lago Trasimeno:correlazione tra P annua sullo specchio e variazione
annua di livello (anno idr. dal 1luglio). Periodo analisi 1966-2006.
h = 2,3083Ps - 1,6332
R
2
= 0,8333
-0,80
-0,60
-0,40
-0,20
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1,1
Ps (m)

H

(
m
)


48


Evangelisti, 2000): ci significa che mediamente per piogge superiori ai 700-710 mm/anno il lago
aumenta di volume. Se per ci accade quando il livello del lago superiore alla quota di sfioro, entra
in funzione lemissario, pertanto da questo livello in poi il lago non sale pi. Viceversa, per piogge
inferiori ai 700-710 mm/anno, il lago scende di livello: se si ha una serie di anni con pioggia annua
inferiore alla pioggia critica, anno dopo anno continuer a scendere. Ci ovviamente vale finch la sua
superficie pu essere considerata approssimativamente costante, i.e. indipendente dal livello.
Il grafico in figura 3.5.5 evidenzia landamento dei livelli misurati il primo giorno di ogni mese durante
il periodo esaminato (19662006) e in esso si vede che per la maggior parte del tempo il livello del
lago si mantenuto al di sotto dello zero idrometrico; in particolare, evidente anche landamento
decrescente dei livelli negli ultimi 20 anni.

















Figura 3.5.5 Andamento dei livelli misurati il 1 giorno di ogni mese da agosto 1966 a gennaio 2006.

La tabella 3.5.1 riassume, invece, i risultati ottenuti dalle elaborazioni statistiche dei dati sui livelli del
lago relativi al periodo 19662006.


Livelli del lago misurati il primo del mese (ago 1966 - gen 2006)
251,57
252,57
253,57
254,57
255,57
256,57
257,57
258,57
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m
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)
livelli del lago (m s.l.m.)
quota assoluta della soglia di sfioro dell'emissario (m s.l.m.)
quota assoluta del punto pi profondo (m s.l.m.)


49


Tabella 3.5.1 Statistiche sui dati relativi ai livelli per il periodo 1966-2006.

Livello medio
1
(m s.l.m.) 257.00
Livello massimo
1
(m s.l.m.)
257.83 (apr. 79)
Livello minimo
1
(m s.l.m.) 255.53 (ott. 03)
Massimo incremento annuo del livello
2
(m) +0.78 (feb. 76gen. 77)
Massimo decremento annuo del livello
2
(m) - 0.68 (mag. 01apr. 02)
1- Dati misurati il 1 giorno di ogni mese.
2- Valore ottenuto dopo aver eseguito il calcolo con anno idrologico a partire da ogni mese.



























50


CAPITOLO 4 - IL MODELLO IDROGEOLOGICO MENSILE DEL LAGO TRASIMENO

4.1 Introduzione
Per descrivere i processi da cui dipende il volume dacqua invasato nel Lago Trasimeno e portare un
contributo alla soluzione dei problemi del lago, stato messo a punto un modello matematico che, a
partire dai dati di pioggia e temperatura mensili, descrive le variazioni di volume e livello del Lago
mese per mese. Questo modello, da ora in poi denominato LAGO, la versione evoluta di una serie di
modelli simili (cfr. per esempio De Felice e Dragoni, 1991; De Felice et alii, 1993; Dragoni e Valigi,
1995; Evangelisti, 2000; Dragoni et alii, 2002; Cambi et alii, 2003); numerose le variazioni apportate al
modello lo rendono pi flessibile e con risultati pi rigorosi.
Un modello matematico costituito da un insieme di criteri logici e/o da una o pi di equazioni con cui
si possono descrivere le relazioni dinteresse esistenti tra gli elementi di un sistema; un modello uno
strumento che permette di prevedere le risposte di un sistema a delle sollecitazioni esterne, magari non
accadute nella realt, purch tali risposte dipendano dai processi considerati dal modello. Trascurando i
modelli puramente probabilistici, i modelli si possono suddividere in due grandi categorie: 1) a scatola
nera, costituiti cio da una serie di relazioni matematiche totalmente empiriche tra le cause che
agiscono in un sistema e le conseguenze che ne derivano; 2) deterministici, che si basano su relazioni
fisiche conosciute o ipotizzate che legano cause ad effetti. Esistono poi, e rappresentano la maggior
parte, i modelli misti.
La complessit di ogni modello varia in accordo con la disponibilit dei dati, la tipologia della
componente idrologica da modellizzare, la scala temporale e laccuratezza richiesta. Non c un
modello universale che possa essere applicato con successo a tutti i bacini; questo fatto, data la grande
variet delle circostanze e delle esigenze pratiche ha contribuito a dare origine ad una grande variet di
modelli della trasformazione afflussi-deflussi (cfr. ad es. Vandewiele et alii, 1991, 1992, 1998; Hughes,
1995; Mohseni e Stefan, 1998; Abulohom et alii, 2001).
Un modello a scala mensile, una volta tarato, pu essere molto utile per valutare gli effetti delle
variazioni climatiche sul comportamento idrologico medio di un bacino e per stimare le potenziali
conseguenze del riscaldamento a scala globale (Mohseni e Stefan, 1998). A tal fine la scala mensile la
migliore per varie ragioni: la gestione delle risorse idriche avviene a scala mensile o a scala maggiore;
gli effetti del clima, ad esempio sulla vegetazione, sono pi facilmente valutabili a scala mensile o
stagionale che a scala giornaliera od oraria; le proiezioni delle variazioni climatiche attraverso i modelli
di circolazione globale (GCM) sono forniti tipicamente come valori mensili, ed infine, la scala mensile


51


richiede solo valori non distribuiti (medi) delle caratteristiche del bacino e dei dati in ingresso. In
letteratura abbastanza diffuso lutilizzo di modelli concettuali, fisicamente basati, applicati a sistemi
lacustri per valutare la risposta idrologica del lago in termini di deflusso, evaporazione, livello del lago
e propriet termiche, alle variazioni climatiche. Nella maggior parte dei casi i modelli sono del tipo
water balance model (cfr. ad es. Jones et alii, 2001), basati cio sullequazione del bilancio
idrologico; vi sono poi casi di modelli accoppiati del tipo afflussi-deflussi + modello termico o
termodinamico (ad es. Boqiang et alii, 1998) e, nel caso in cui la componente sotterranea sia rilevante,
un modello afflussi-deflussi viene spesso associato ad un modello di flusso delle acque sotterranee
utilizzando un codice alle differenze finite tipo MODFLOW (cfr. ad es. Hrissanthou et alii, 2003).

4.2 Il modello idrogeologico del Lago Trasimeno
In questo lavoro la modellizzazione del Lago Trasimeno stata effettuata essenzialmente tramite la
messa a punto e successiva applicazione di un codice di calcolo che simula le variazioni di livello del
Lago, ed basato sullequazione di continuit (in altri termini conserva la massa).
Il modello, di tipo determistico, esegue il bilancio idrogeologico del lago ed costituito da un insieme
di relazioni per stimare le componenti del deflusso superficiale e sotterraneo, questultimo proveniente
anche da zone esterne al bacino imbrifero.
Linsieme dei processi che costituiscono il ciclo idrologico e gli effetti sul bacino vengono in questo
modello rappresentati concettualmente come blocchi in serie (fig. 4.3.4); a ciascun blocco corrisponde
un certo volume nello spazio fisico, cos che si possano definire con esattezza le quantit dacqua
entranti ed uscenti e far valere lequazione di conservazione della massa. I singoli processi di
trasferimento vengono descritti da relazioni matematiche e criteri logici che, insieme allequazione di
continuit, costituiscono il modello.

4.3 Struttura complessiva del modello
Il modello idrogeologico mensile qui presentato consiste in un codice di calcolo scritto in Visual Basic,
chiamato LAGO e costituito da moduli collegati tra loro da un mainframe generale di gestione (fig.
4.3.1). Ciascuna routine esegue una parte delle operazioni e dei calcoli necessari per la modellizzazione
vera e propria che viene effettuata in uno di questi moduli assemblati. Uno dei moduli infatti, dopo aver
acquisito i dati in ingresso, calcola il bilancio idrogeologico del lago e, quindi, il livello del lago mese
per mese, esegue la calibrazione dei coefficienti e restituisce in uscita i livelli simulati e tutti gli altri
dati relativi alla miglior calibrazione effettuata.


52




















Figura 4.3.1 Capture modello LAGO, mainframe generale di gestione dati.

Nel caso del Lago Trasimeno il modello stato calibrato utilizzando i dati del periodo 1984-2006,
unico intervallo di tempo in cui c stata contemporanea, continua, e buona registrazione dei dati; il
modello stato inoltre sottoposto ad un processo di validazione utilizzando i dati nel periodo tra il 1966
e il 1984.
Schematicamente il modello richiede come dati in input (tutti a scala mensile, fig. 4.3.2):
le temperature dellaria sul bacino e sul lago;
le piogge ragguagliate sullo specchio e sul bacino imbrifero;
le portate dellemissario;
i prelievi artificiali da falda e dallo specchio;
il livello del lago al dato zero, ossia al mese precedente quello da cui si vuol far partire la
calibrazione o la simulazione.
i livelli reali misurati, che servono solo in fase di calibrazione.
Tutti questi dati devono essere scritti su un file preparato preventivamente.


53















Figura 4.3.2. Capture modello LAGO, dati in ingresso al modello.

Dati necessari al funzionamento del modello sono anche quelli relativi alla curva ipsografica del lago,
che permettono di effettuare il calcolo dellarea e del volume corrispondente ad un determinato livello;
inoltre sono necessari i parametri del bilancio secondo Thornthwaite e i coefficienti relativi alle varie
versioni della formula di Dragoni e Valigi (1994) per il calcolo dellevaporazione dallo specchio. Tutte
queste informazioni sono immagazzinate in appositi Database esterni collegati al programma
principale e facilmente accessibili per eventuali modifiche.
Il numero massimo di coefficienti il cui valore viene ricercato in fase di calibrazione 20; tali
coefficienti, che saranno descritti pi dettagliatamente nei paragrafi successivi, sono:
capacit di campo del terreno iniziale (ST
0
) e massima (SM);
quantit di acqua presente in falda allinizio del bilancio (T
0
);
coefficienti che controllano la variazione dellarea del bacino idrogeologico (A
1
, A
2
);
coefficiente che controlla la quantit di eccedenza idrica che arriva al lago dalla falda ();
coefficiente per la formula di Thornthwaite (MEX);
coefficiente che controlla la formazione del deflusso superficiale (C
0
);
fattori di correzione dei prelievi artificiali da lago (C
1
, C
N
);
fattore di correzione dei prelievi artificiali da falda (C
2
);
coefficienti che regolano i valori di evaporazione min e max dal lago (EVL
min
, EVL
max
);
coefficienti che regolano i valori di evapotrasp. potenziale min e max (EVT
min
, EVT
max
);


54


coefficienti che regolano la fase e la forma della funzione donda per il calcolo dellevaporazione
da lago e evapotraspirazione potenziale (SHL, ESL)
lago
, (SHT, EST)
terra

coefficiente che regola gli ingressi e le uscite dallemissario artificiale (EM
1
).

Una volta calibrati i coefficienti, tra i dati in uscita forniti dal modello i principali sono:
livelli mensili del lago in m s.l.m.;
deflusso superficiale sul bacino imbrifero;
infiltrazione sul bacino imbrifero;
evapotraspirazione potenziale e reale, e confronto con i valori derivati con la formula di Turc;
deflusso sotterraneo attraverso la falda alimentante il lago;
valore dei prelievi da lago e da falda;
coefficienti di deflusso globale, superficiale;

La figura 4.3.3 mostra uno schema delle principali procedure eseguite dal modello.








Figura 4.3.3 Schema delle procedure eseguite dal modello. Ogni blocco rappresentato funziona utilizzando uno o pi moduli collegati tra
loro.

La figura 4.3.4 mostra lo schema concettuale su cui si basa il modello, come anticipato al paragrafo
precedente. Il bacino imbrifero viene assimilato a due serbatoi in serie (TANK
1
e TANK
2
). Il primo
serbatoio rappresenta il suolo e la vegetazione, riceve le precipitazioni (Pb) che cadono sul bacino
imbrifero e regola la produzione di evapotraspirazione (Etr) e del volume dacqua disponibile
allinfiltrazione (inf), che vengono calcolati sulla base dei criteri di Thornthwaite-Mather (1955) (cfr.
Alley, 1984). Va per sottolineato che il metodo stato modificato, calibrando 3 coefficienti.
IMPOSTAZIONI INIZIALI DEL MODELLO
INSERIMENTO DATI IN INPUT
CALIBRAZIONI/SIMULAZIONI
LETTURA E SALVATAGGIO DATI IN OUTPUT


55


A partire dalla pioggia sul bacino imbrifero e dal contenuto dumidit del suolo (SM), sul primo
serbatoio viene controllata la formazione della componente QUICK che rappresenta il deflusso
superficiale e la quantit di prelievi dalla falda (Pa
falda
).
Leccedenza idrica (inf) prodotta dal primo serbatoio va ad alimentare il secondo serbatoio concettuale,
che viene utilizzato per simulare il deflusso sotterraneo dalla falda libera; dal serbatoio TANK
2
viene
tolta la componente Pa
lago
che rappresenta i prelievi artificiali (calibrata tramite C
1
e C
N
). Viene poi
considerato che questa ipotetica falda riceva o perda acqua per via sotterranea da o verso altri bacini
imbriferi (coefficienti A
1
, A
2
). Per simulare poi la lentezza con cui si muove lacqua sotterranea
rispetto a quella superficiale solo una parte di tutta lacqua contenuta nel secondo serbatoio alla fine di
un certo time-step arriva al lago durante lo stesso time-step; tale quantit viene regolata dal coefficiente
. Al sistema lago viene poi applicata lequazione del bilancio idrologico considerando le quantit
dacqua provenienti dai due serbatoi e quelle che direttamente entrano (piogge sullo specchio) ed
escono (evaporazione e deflusso dallemissario) dallo specchio del Lago, cos ad ogni time-step
vengono simulati le variazioni di volume e quindi le corrispondenti variazioni di livello.















Figura 4.3.4 Schema concettuale del modello.

I paragrafi seguenti descrivono nel dettaglio le caratteristiche di ciascun modulo di cui costituito il
modello; in particolare vengono descritte le equazioni che stanno alla base dello schema concettuale
appena descritto.


56


4.4 Calcolo della evaporazione dallo specchio
Concluse le fasi di impostazione iniziali e di inserimento dei dati, il modello procede al calcolo della
quantit di evaporazione mensile. Tale calcolo viene effettuato tramite la formula di Dragoni e Valigi
(1994), chiamata anche formula Walda. Allo stato attuale, il calcolo viene effettuato con la seguente
variante della formula:

EV = b i
(m)

a1
t
(m)
a2
(0)

con:
EV = evaporazione mensile (mm);
b, a
1
e a
2
=coefficienti che possono assumere i valori riportati in tabella 4.4.1;
m = indice relativo al mese;
i
(m)
= indice di insolazione mensile di Thornthwaite;
t
(m)
= temperatura media mensile (C).

La (0) rappresenta una delle 4 formule empiriche ricavate da Dragoni e Valigi (1994) per il calcolo
della evaporazione mensile da evaporimetro di classe A (le altre 3 formule richiedono la conoscenza
della radiazione globale e dellumidit relativa medie mensili). Si scelto di utilizzare questa formula
perch da un lato mancano i dati per lapplicazione dei metodi pi rigorosi (per esempio la formula di
Penmann) e dallaltro essa il risultato di uno degli studi pi recenti sullevaporazione da superfici
liquide nellItalia centrale. La tabella seguente riporta i valori che possono assumere, nella (0), i
coefficienti b, a
1
e a
2
in funzione della stazione in cui sono ubicati gli evaporimetri considerati da
Dragoni e Valigi.

Tabella 4.4.1 Valori dei coefficienti b, a1 e a2 della formula (0) in funzione della stazione considerata da Dragoni e Valigi (1994).

Stazione b a
1
a
2

Roma 8.347 2.506 0.777
Viterbo 19.491 2.698 0.516
Papiano 20.133 3.218 0.475
RoViPa (formula complessiva) 19.007 3.063 0.486



57


Il programma consente di effettuare il calcolo scegliendo una qualunque delle 4 combinazioni di
parametri riportate in tabella 4.4.1. Successivamente i risultati ottenuti vengono utilizzati da moduli
descritti in seguito che forniscono la stima finale della quantit di acqua evaporante (cfr. par. 4.5.2).

4.5 Modulo di calcolo (calibrazione/simulazione)
Si tratta del modulo centrale e pi complesso di tutto il programma. Esso costituito da una struttura
principale che richiama progressivamente diverse procedure o funzioni. Ciascuna di esse svolge
determinati calcoli e/o operazioni. La struttura di questo modulo schematizzata nella figura 4.5.1.
Prima di passare alla descrizione dettagliata delle parti principali del modulo di calcolo, opportuno
fare alcune osservazioni utili per meglio comprendere quanto riportato nel seguito:
lindice del time-step (i.e. del mese), nel seguito chiamato i, ha un significato diverso a seconda
della variabile a cui si riferisce. Pu infatti indicare linizio del time-step considerato oppure
lintera durata dello stesso. Pi precisamente, per le variabili livello, area e volume del lago, i
indica linizio del time-step, poich i livelli utilizzati sono quelli misurati il primo giorno di ogni
mese (da cui vengono ricavati area e volume in base alla curva ipsografica). Per le variabili
variazione di livello, temperatura, pioggia, evaporazione, eccedenza idrica, deflusso
dallemissario, prelievi, ecc., i indica lintera durata del time-step. Ad esempio, la variabile
S
s
(i) rappresenta la superficie dello specchio allinizio del time-step i ; la variabile P
s
(i)
rappresenta la pioggia totale caduta sullo specchio durante tutto il time-step i. Ulteriori
chiarimenti verranno dati nel seguito qualora necessario.
In riferimento a quanto riportato al punto precedente, va osservato che nel modello, durante ogni
time-step, livello, area e volume del lago non sono assunti costanti e pari al valore degli stessi
allinizio del time-step. Infatti, varie prove indicano che questa semplificazione produce un errore
non trascurabile sul bilancio di massa complessivo; si dunque proceduti alla implementazione
di una procedura che tiene conto di questo problema, e che verr descritta in seguito.
Nel modulo di output, le varie componenti del bilancio del lago vengono espresse sia in volume
(Mm
3
) che in altezza (generalmente in mm). Per quanto riguarda le altezze, va specificato a quale
superficie esse sono riferite: mm di pioggia sullo specchio, evaporazione dallo specchio e prelievi
artificiali sono intesi come altezze rispetto alla superficie dello specchio; mm di pioggia sul
bacino, evapotraspirazione reale, eccedenza idrica, deflusso sotterraneo sono intesi come altezze
rispetto alla superficie del bacino. Tranne diversamente specificato, questa linterpretazione
data nel resto del testo.


58


































Figura 4.5.1 Struttura del modulo di calcolo di LAGO.



Inserimento dati in ingresso
(Pb, Ps, T, Ve, Vi, Pa, H)
Definizione iniziale
(calcolo delle componenti al time step
Evaporazione dal Lago
Evapotranspirazione potenziale
Deflusso superficiale (QUICK)
Evapotranspirazione reale e
infiltrazione
Ingresso acqua sotterranea
intra ed extra bacinale
Aggiornamento delle variabili globali
Variazione di volume
Livello, Superficie, Volume (simulati)
mese,anno
finale
raggiunto

Errore sul
livello
( )
( ) n N
H H
Err
s r


=
2

( )
( ) n N
DH DH
Err
s r


=
2

Err prodotto <
Err minimo
corrente
Aggiorna errore minimo
Processo di
annealing
concluso
Genera un nuovo
SET di coefficienti
da calibrare
Time-Step inziale
Si
No
No
Si
Seleziona il
SET dei
coefficienti
errore
No
Si
No
Si
Fase di
calibrazione
Si
Scelta del SET di
coefficienti gi
calibrati
No
Fase di
calibrazione Output dati
Elaborazione
No
Si
Time-Step
=
Time-Step +1


59


4.5.1 Impostazioni iniziali
Il modulo di calcolo che permette di ricercare il miglior set di coefficienti si chiama annealing e si basa
sui lavori di Aarts e Korst (1990). Il modulo deve essere preventivamente impostato per definire gli
intervalli di ricerca di ciascun coefficiente, e le condizioni per le quali il processo di minimizzazione
dellerrore deve arrestarsi. Terminata questa operazione, il modello pronto per realizzare il calcolo
mensile del bilancio e stimare le diverse grandezze in gioco.

4.5.2 Calcolo della evaporazione dal lago e dell evapotraspirazione potenziale dal bacino imbrifero

Come descritto precedentemente, la stima di queste due grandezze idrologiche viene eseguita
utilizzando alcune relazioni empiriche a partire dal valore di evaporazione ottenuto da evaporimetri
standard di classe A. I valori forniti da tali equazioni non tengono conto delle note differenze fisiche tra
il sistema evaporimetro e i sistemi lago e bacino e, pertanto, risultano in generale sovrastimati in estate
e sottostimati in inverno rispetto a quello che realmente dovrebbe accadere (Moisello, 1999).
Il valore di evaporazione da evaporimetro viene quindi corretto con 12 coefficienti mensili (fig.4.5.2.1),
rispettivamente per il lago e per il bacino imbrifero, ottenuti attraverso due funzioni donda, contenenti
ciascuna quattro coefficienti ricercati in fase di calibrazione. (EP).















Figura 4.5.2.1 Ricalibrazione della curva di evaporazione ottenuta da evaporimetro attraverso 12 coefficienti mensili, per la stima
dellevapotraspirazione potenziale e dellevaporazione dal Lago.







=
=
= =
+ =
12 " mese del indice " 1 1 0 fase di e variazion di te coefficien
ampiezza dell' minima e massima e variazion di ti coefficien
forma di e variazion di te coefficien KL mensile, te coefficien
con
(1) ) (
L
max , min
KL
L min max min
L
Lago
Lago
EVL
C
EVL EVL EVL C

0,600
0,800
1,000
1,200
1,400
1,600
1,800
2,000
g
e
n
n
a
i
o
f
e
b
b
r
a
i
o
m
a
r
z
o
a
p
r
i
l
e
m
a
g
g
io
g
i
u
g
n
o
l
u
g
l
i
o
a
g
o
s
t
o
s
e
t
t
e
m
b
r
e
o
t
t
o
b
r
e
n
o
v
e
m
b
r
e
d
i
c
e
m
b
r
e
V
a
l
o
r
e

c

(
a
d
i
)
0
50
100
150
200
250
E
V

(
m
m
)
0,600
0,800
1,000
1,200
1,400
1,600
1,800
2,000
g
e
n
n
a
i
o
f
e
b
b
r
a
i
o
m
a
r
z
o
a
p
r
i
l
e
m
a
g
g
io
g
i
u
g
n
o
l
u
g
l
i
o
a
g
o
s
t
o
s
e
t
t
e
m
b
r
e
o
t
t
o
b
r
e
n
o
v
e
m
b
r
e
d
i
c
e
m
b
r
e
V
a
l
o
r
e

c

(
a
d
i
)
0
50
100
150
200
250
E
V

(
m
m
)
__ Curva evaporimetro __Curva calibrata LAGO (bacino/lago) Coefficienti


60


La funzione donda (1) permette di calibrare landamento dellevaporazione da evaporimetro nel corso
dellanno variandone ampiezza, fase e forma cos da meglio stimare levaporazione dal lago (EV) e
levapotraspirazione potenziale

4.5.3 Calcolo del deflusso superficiale QUICK
Le precipitazioni che cadono sul bacino imbrifero arrivano al lago in parte come deflusso superficiale e
in parte come deflusso sotterraneo attraverso la falda freatica che alimenta il lago. Esistono in
letteratura numerose equazioni ricavate da vari idrologici nel tentativo di descrivere e valutare il
ruscellamento superficiale in un bacino imbrifero, (cfr. ad es. Vandewiele et alii, 1991, 1992, 1998;
Hughes, 1995; Moheseni e Stefan, 1998; Abulohom et alii, 2001).
Nella versione del modello qui proposta lequazione che permette di stimare la componente veloce
del deflusso superficiale (QUICK) mese per mese la seguente (da Vandewiele et alii,1992):







in cui:
QUICK = deflusso superficiale dal bacino nel time-step (i) (mm);
Pb = pioggia totale caduta nel bacino imbrifero nel time-step (i) (mm);
STOLD = umidit del suolo nel time-step (i) (mm);
C
0
= coefficiente calibrato.

4.5.4 Calcolo delleccedenza idrica superficiale e sotterranea
Nel serbatoio concettuale TANK
1
si realizza il bilancio idrologico: il bacino imbrifero riceve come
quantit in ingresso le precipitazioni e su di esso, attraverso suolo e vegetazione, viene prodotta
evapotraspirazione e pioggia effettiva. Questo per il modello avviene attraverso criteri simili ma pi
evoluti di quelli di Thornthwaite-Mather (Alley, 1984). A tal proposito il modello utilizza un
coefficiente correttivo MEX (Dragoni e Valigi, 1994) ricercato in calibrazione, che modifica la curva di
evapotraspirazione dellumidit del suolo attraverso lequazione (3):



(2) 1
0 0
0
(
(
(

=
|
|

\
|
|
|

\
|

C
P
C
STOLD
b
b
e e C P QUICK


61















Nelle versioni precedenti del modello il valore dello stato di umidit iniziale del suolo veniva assunto
pari a quello medio calcolato su tutta la serie, producendo per un errore quando linizio del bilancio
era diverso. La versione attuale del modello, per ogni processo di calibrazione, utilizza un diverso stato
iniziale delle riserve del suolo (ST
0
), riducendo in fase di simulazione lerrore prodotto per le diverse
impostazioni di partenza del bilancio. In ogni caso i valori calibrati devono soddisfare la situazione
idrogeologica reale.
La fig. 4.5.4.1 mostra il diagramma di flusso del metodo di Thornthwaite-Mather modificato, per il
bilancio eseguito dal modello LAGO.
























Figura 4.5.4.1 Diagramma di flusso che illustra il metodo di Thornthwaite-Mather per il bilancio del TANK
1
.
(i) step time al suolo del riserve delle variazione DST(i)
suolo del massime amento immagazzin di riserve SM
(i) step - time nel (quick) le superficia deflusso del netto al pioggia P
, potenziale irazione evapotrasp EP
1) - (i step - time nel suolo del riserve ST
: con
(3) e 1 ST DST
(i)
(i)
1) (i
SM
P EP
MEX
1) (i (i)
(i) (i)
=
=
=
=
=

|
|

\
|
(

|
|
|
|

\
|
=
|
|

\
|

SM
P EP
MEX
i i
i i
e ST DST
) ( ) (
1
) 1 ( ) (

ETR
(i)
=P
b(i)
+ DST
(i-1)

ST
(i)
= ST
(i-1)
- DST
(i-1)

no si
si

(i)
=POP
(i)
- EP
(i)

S
(i)
=
0
ETR
(i)
= EP
(i)

(i)
SM - ST
(i-1)

no
ST
(i)
= SM
S
(i)
=
(i)
(SM-ST
(i-1)
)
S
(i)
= 0
ST
(i)
= ST
(i-1)
+
(i)

POP =pioggia al netto del deflusso superficiale
EP

=evapotraspirazione potenziale
ETR =evapotraspirazione reale
DST=variazione delle riserve del suolo
ST=riserve del suolo

i=time step


62


4.5.5 Calcolo della quantit dacqua mensile proveniente da falda
Ad ogni time-step nel serbatoio TANK
2
, che rappresenta concettualmente la falda, arriva lacqua che si
infiltra nel bacino imbrifero e lacqua in ingresso per via sotterranea extra-bacinale, mentre vengono
tolti i prelievi artificiali (pozzi).
Poich la maggior parte dei sistemi idrogeologici segue lequazione di Darcy e lequazione di Maillet,
dipendenti dalle dimensioni del sistema, dalla porosit efficace dalla permeabilit, ecc, il modello tiene
conto del ritardo che le acque di falda hanno rispetto a quelle superficiali, calibrando un coefficiente
compreso tra 0 e 1 che, moltiplicato per il volume dellacqua contenuta in falda, consente di calcolare
la porzione rilasciata in quel mese al lago. Questo coefficiente funzione della costante di esaurimento
di Maillet () e del numero dei giorni di ciascun mese; la relazione utilizzata :










4.5.6 Calcolo della superficie del bacino idrogeologico
Lestensione del bacino idrogeologico (Si), e quindi il volume di acqua alimentante il lago per via
sotterranea da fuori bacino imbrifero, come noto, variabile in funzione dei livelli piezometrici e
quindi delle condizioni di ricarica (cfr. Cambi e Dragoni, 2000; Fetter 2001). Su questa base il modello
considera lipotesi che nel serbatoio-falda, possano esserci ingressi dacqua che simulino
lalimentazione sotterranea extra-bacinale; lequazione (5) tiene conto delle seguenti grandezze:

1) la quantit di acqua presente in falda (TANK
2
);
2) la superficie totale del bacino (Sb);
3) la superficie lacustre (Sl);
4) coefficienti ricercati in calibrazione (A
1
e A
2
).






mese giorni (Maillet), di funzione te coefficien
step(i) - time al falda in contenuto acqua d' volume
lago a falda da o sotterrane deflusso
con
(4)
2
) (
2 ) (

=
=
=
=
TANK
Ds
TANK Ds
i Lago
i Lago
(5)
2
1
TANK2
Sl e Sb Si
a
Sb
a
=
(
(

|
|

\
|



63


Questa relazione fornisce il valore dellarea del bacino idrogeologico a partire dal valore dellarea
totale del bacino imbrifero moltiplicata per un fattore esponenziale crescente al diminuire del rapporto
tra il TANK
2
e la superficie totale del bacino. La formula (6) in accordo con la relazione ricavata a
partire dalle assunzioni di Dupuit-Forchheimer (cf. per esempio Fetter, 2001), in cui la distanza (d) che
segna lo spartiacque sotterraneo caratterizzato dallaltezza massima (h
max
) risulta inversamente
proporzionale alla ricarica (w) (fig. 4.5.6.1).





















Figura 4.5.6.1 Schema della variazione dello spartiacque sotterraneo in funzione del volume di acqua in falda.

4.5.7 Calcolo prelievi irrigui da Lago

Assumendo che i prelievi per uso irriguo, prelevati e non dal Lago, siano soggetti a diminuzioni,
correlate generalmente ad un aumento della pioggia, il modello simula questo attraverso la relazione
(7), che esprime mediante un coefficiente C
2N
ricercato in calibrazione, la variazione dei fabbisogni
idrici (Vf) prelevati dal lago in funzione della pioggia caduta sullo specchio (Vps).





Si sottolinea che per i prelievi si hanno solo varie stime molto grossolane, fra loro non concordanti, e
che quindi tale grandezza deve essere trovata tramite calibrazione.
( )
(6)
2
2
2
2
1
2 L
h h
w
k L
d

=
(7)
2
(

=
|
|

\
|

Vps Vf
Vf
N
C
e Vf Vf
h
max
h
1
h
2
d
L
W
x
y


64


4.5.8 Calcolo della variazione di volume e di livello del Lago
Il modello esegue mensilmente il calcolo della variazione di volume sulla base delle componenti che
costituiscono il bilancio (8), poi aggiorna il volume totale.
La variazione di volume mensile V(i) viene calcolata come:

























Figura 4.5.8.1 Schema concettuale di una porzione di lago in due time step (i, i+1).

In realt per tutto il mese la superficie S
i
non rimane costante (fig. 4.5.8.1), ma varia in funzione di EV,
P
S
, ecc; questo pu generare errori sulla conservazione della massa e sulla stima della variazione
mensile di livello.
Il modello, per evitare tutto questo, riproduce questa variazione suddividendo il processo definito dalle
formule (8), (9), (10), in 10 sottoprocessi, ognuno dei quali permette di considerare 1/10 delle
grandezze in gioco; in questo modo la superficie viene calcolata volta per volta, aggiornando il valore
del volume totale senza produrre significative perdite di massa dal sistema.
La variazione di livello del lago durante il mese (i) (variazione di livello simulata, H) data da:

H(i) = V(i) / S
s
(i) (11)
(10) ) (
(9)
(8) ) ( ) (
1 1
1
+ +
+
=
+ =
+ + =
i i
i
V f S
i
V
i
V V
i
S
i
E
s
P
i b
S Q
i
Vk
i
V
imbrifero bacino superficie specchio; dallo evaporaz.
lago; superficie specchio; sullo Pioggia ; imbrifero) bacino dal (deflusso
fabbisogni vol. emissario; vol. i; sotterrane ingressi ; immissario vol.
mese del indice volume; di variazione
con
= =
= = =
= = = =
= =
+ =
b
S E
S
s
P quick Q
f
V
emi
V
s
I
imm
V
i V
f
V
emi
V
s
I
imm
V Vk
S
i
S
i+1


65


e il livello simulato durante il mese (i) infine calcolato come:

H(i) = H (i-1) + H(i-1) (12)


4.5.9 Minimizzazione della funzione errore
LAGO utilizza il criterio dei minimi quadrati sulla base dellerrore standard commesso nella stima dei
livelli (13):


(13)


con:
H = livello reale
H

= livello simulato
N = numero dati
n = numero di coefficienti di calibrazione

Per minimizzare questa funzione il modello usa un processo di tipo probabilistico. Allesterno del
modulo centrale di calcolo inserito un modulo chiamato ANNEALING; esso sfrutta un algoritmo di
calcolo (Aarts e Koerst, 1990) che, dopo un certo numero di tentativi random, ricorda le
configurazioni dei coefficienti che hanno prodotto un errore sufficientemente piccolo, e
concentrandosi in un intorno di esse, procede alla determinazione di un minimo relativo che nella
migliore delle ipotesi coincide con quello assoluto. In questo modo possibile ricavare il valore di
massimo 20 coefficienti, mantenendo entro limiti accettabili il tempo per ottenere la calibrazione.















n N
H H
Err
n

1
2
) ' (


66


CAPITOLO 5 - RISULTATI DELLA CALIBRAZIONE

5.1 Scelta della migliore calibrazione
Sulla base dei criteri esposti nel capitolo precedente, la procedura di calibrazione del modello sui dati
del periodo 1984-2006 ha fornito la seguente combinazione di coefficienti riportata in tabella 5.1.1:

Tabella 5.1.1 Risultati del set coefficienti della miglior calibrazione del modello Lago.

Informazioni generali
Lago: Trasimeno
Superficie bacino imbrifero: 383.4
Estremi temporali bilancio: Agosto1984 - Gennaio2006
Risultati calibrazione coefficienti
1 ST iniziali ST
0
3 11 EVL
min
LAGO 0.8043
2 Tank iniziale T
0
(Mm
3
) 2.9442 12 EVL
max
LAGO 1.0021
3 Ris. suolo max SM 262 13 Fase SHL LAGO 11
4 Coeff. area_idro A
1
0.0013 14 Forma ESL LAGO 1.4124
5 Coeff. area_idro A
2
-0.0048 15 EVT
min
TERRA 0.5951
6 Coeff. BETA 0.4895 16 EVT
max
TERRA 0.8406
7 Coeff. MEX 0.586 17 Fase SHT TERRA 2
8 Coeff. Quick C
0
794.603 18 Forma EST TERRA 0.5314
9 Prel. falda C
1
1.234 19 Coeff. emissario EM
1
0.671
10 Prel. lago C
2
1.1223 20 Prel. lago C
2N
1.069

Tale combinazione di coefficienti deriva da una serie di elaborazioni successive, effettuate variando gli
intervalli di ricerca. Analizzando inoltre linsieme delle soluzioni ottenuto, sono state escluse tutte le
calibrazioni che, nonostante un errore accettabile, non risultassero coerenti con la realt idrogeologica e
fisica del Lago.
Per controllare la consistenza del modello, alla fase di calibrazione (fig. 5.1.1) seguita la fase di
validazione (fig. 5.1.2), cio la verifica che il set di coefficienti scelto fosse in grado di riprodurre un
insieme di dati reali diverso da quello su cui il modello stato calibrato.
La validazione stata eseguita su una serie di 18 anni con inizio dal 1966: i risultati ottenuti sono da
considerarsi buoni dato che, nonostante una piccola crescita dellerrore standard rispetto ai valori medi
ottenuti in calibrazione, la sequenza di livelli simulati risulta non divergente da quella reale; questo
garantisce una sufficiente affidabilit del modello. Sulla base dei risultati di validazione, la migliore
calibrazione ha fornito i risultati di tabella 5.1.2.




67

















Figura 5.1.1 Grafico delle calibrazioni del modello Lago eseguite sulla serie dal 1984/2006; sono riportate le tre migliori calibrazioni con
errore standard compreso tra 7 e 8 cm.















Figura 5.1.2 Grafico delle validazioni del modello Lago eseguite sulla serie dal 1966/1984; sono riportate le tre migliori validazioni con
errore standard di 14 cm.
Calibrazioni Livelli lago Trasimeno agosto 1984 - gennaio 2006
250
251
252
253
254
255
256
257
258
259
260
a
g
o
-
8
4
f
e
b
-
8
5
a
g
o
-
8
5
f
e
b
-
8
6
a
g
o
-
8
6
f
e
b
-
8
7
a
g
o
-
8
7
f
e
b
-
8
8
a
g
o
-
8
8
f
e
b
-
8
9
a
g
o
-
8
9
f
e
b
-
9
0
a
g
o
-
9
0
f
e
b
-
9
1
a
g
o
-
9
1
f
e
b
-
9
2
a
g
o
-
9
2
f
e
b
-
9
3
a
g
o
-
9
3
f
e
b
-
9
4
a
g
o
-
9
4
f
e
b
-
9
5
a
g
o
-
9
5
f
e
b
-
9
6
a
g
o
-
9
6
f
e
b
-
9
7
a
g
o
-
9
7
f
e
b
-
9
8
a
g
o
-
9
8
f
e
b
-
9
9
a
g
o
-
9
9
f
e
b
-
0
0
a
g
o
-
0
0
f
e
b
-
0
1
a
g
o
-
0
1
f
e
b
-
0
2
a
g
o
-
0
2
f
e
b
-
0
3
a
g
o
-
0
3
f
e
b
-
0
4
a
g
o
-
0
4
f
e
b
-
0
5
a
g
o
-
0
5
f
e
b
-
0
6
a
g
o
-
0
6
mesi
l
i
v
e
l
l
i

(
m
)
Lr Livello reale (m) Fondo lago s1_i=22,53_sm=262_ev=1031_cdg=0.251_err=0.076
s1_i=23,0_sm=260_ev=1029_cdg=0.251_err=0.076 s3_i=23,46_sm=259_ev=1043_cdg=0.251_err=0.08
Fondo lago 251.57 m s.l.m.
Validazioni Modello Lago Trasimeno agosto 1966 - agosto 1984
250
251
252
253
254
255
256
257
258
259
260
a
g
o
-
6
6
f
e
b
-
6
7
a
g
o
-
6
7
f
e
b
-
6
8
a
g
o
-
6
8
f
e
b
-
6
9
a
g
o
-
6
9
f
e
b
-
7
0
a
g
o
-
7
0
f
e
b
-
7
1
a
g
o
-
7
1
f
e
b
-
7
2
a
g
o
-
7
2
f
e
b
-
7
3
a
g
o
-
7
3
f
e
b
-
7
4
a
g
o
-
7
4
f
e
b
-
7
5
a
g
o
-
7
5
f
e
b
-
7
6
a
g
o
-
7
6
f
e
b
-
7
7
a
g
o
-
7
7
f
e
b
-
7
8
a
g
o
-
7
8
f
e
b
-
7
9
a
g
o
-
7
9
f
e
b
-
8
0
a
g
o
-
8
0
f
e
b
-
8
1
a
g
o
-
8
1
f
e
b
-
8
2
a
g
o
-
8
2
f
e
b
-
8
3
a
g
o
-
8
3
f
e
b
-
8
4
a
g
o
-
8
4
f
e
b
-
8
5
a
g
o
-
8
5
f
e
b
-
8
6
a
g
o
-
8
6
f
e
b
-
8
7
a
g
o
-
8
7
f
e
b
-
8
8
a
g
o
-
8
8
mesi
l
i
v
e
l
l
i

(
m
)
Lr Livello reale (m) Fondo lago VAL1_er=0,144_cal1 VAL2_er=0,143_cal2 VAL3_er=0,144_cal3
Fondo lago 251.57 m s.l.m.


68


Lerrore standard minimo sulla stima dei livelli risultato di 7.6 cm in fase di calibrazione e di 14.4 cm
in fase di validazione.

Tabella 5.1.2 Risultati modellizzazione del Lago Trasimeno secondo LAGO.


5.2 Osservazioni sui risultati ottenuti con la miglior calibrazione

5.2.1 Osservazioni sul deflusso superficiale
Secondo il modello LAGO si ha un deflusso superficiale medio annuo di circa 160 mm, corrispondente
a circa l83% delleccedenza idrica totale prodotta sul bacino. Il grafico di figura 5.2.1.1 riporta
landamento medio mensile del deflusso superficiale e la sua percentuale rispetto alla pioggia che cade
sul bacino imbrifero. Il valore del ruscellamento ottenuto risulta in accordo con le stime trovate in
letteratura per questo tipo di terreni, con un coefficiente di infiltrazione potenziale compreso fra il 20-
30% (Dragoni e Valigi, 2000). Si pu osservare, sempre dallo stesso grafico, come le percentuali di
deflusso superficiali derivate mese per mese risultino pi alte nelle stagioni invernali e primaverili;
questo comporta, come mostrato successivamente nellanalisi delleccedenza idrica, un ridotto apporto
diretto al Lago, dovuto ad un decremento della pioggia nei trimestri invernali (cfr. Cap. 3 - trend
delle precipitazioni).





Lago Trasimeno EVWALDA evaporaz. dallo specchio mm/anno 1082
Superficie bacino imbrifero 383.4 EVMODELLO evaporazione dallo specchio calibrata mm/anno 1031
Estremi temporali bilancio 1984-2006 EVWALDA / EVMODELLO variazione % 4.8
Temperatura media mensile C (min: 1,0
max: 27,0)
14.3 Deflusso superficiale mm/anno 160.22
Pioggia sullo specchio (mm/anno) 696 Infiltrazione mm/anno 23.46
Pioggia sul bacino (mm/anno) 727 CDG Coefficiente di deflusso globale 0.251
ETP (evapotraspirazione potenziale) mm/anno 872 CDGT Coefficiente di deflusso globale Turc 0.237
ETR MODELLO(evapotraspirazione reale) mm/anno 534 CDSUP Coefficiente di deflusso superficiale 0.219
ETR TURC (evapotraspirazione potenziale Turc)
mm/anno
555 Quick su lago mm/anno: 348
ETR MODELLO / ETR TURC variazione % -3.94 TANK 10
6
m
3
Medio 0.7
Area media bacino idrogeologico km
2
263.44 PRELIEVI ARTIFICIALI (Mm
3
/anno )
Area max. bacino idrogeologico km
2
267.49 Input Calibrati
Area min. bacino idrogeologico km
2
259.40 Prel. lago 7.0 11
Area media specchio lacustre km
2
120.43 Prel. falda 0.3 0.4
Area max. specchio lacustre km
2
124.49 Vol. immiss. 0.0 -
Area min. specchio lacustre km
2
116.41 Vol. emiss. 2.6 1.7


69
















Figura 5.2.1.1 Andamento del deflusso superficiale medio mensile sul bacino imbrifero in mm e percentuale di deflusso superficiale
rispetto alla pioggia caduta nel bacino imbrifero.

5.2.2 Capacit di Campo ed evapotraspirazione reale dal bacino imbrifero
L'immagazzinamento iniziale nel suolo ST
0
stata stimata in 3 mm, come plausibilmente prevedibile
per il mese di agosto che quello con il quale inizia il bilancio. La capacit di immagazzinamento
massima del suolo (SM) risultata di 262 mm. Tale valore in accordo con quelli riportati sulle tabelle
di Thornthwaite-Mather (1957) e riferito ad aree coltivate caratterizzate da un valore di SM compreso
fra 200 e 300 nel caso di suoli a media permeabilit.
Per quanto riguarda invece la stima dellevapotraspirazione, il modello ha fornito un valore medio
annuo dal bacino pari a 534 mm, praticamente coincidente con le stime fatte secondo metodi diversi
(tab. 5.2.2.1).

Tabella 5.2.2.1 Stime dellevapotraspirazione reale media mensile sul bacino imbrifero in mm.

Metodo utilizzato ETR
bacino
(mm/mese) % mod. LAGO
Modello idrogeologico mensile Evangelisti (1997) serie '63-'97 557 4.1
Modelli mensili di Angelini (1989) serie '62-'87 520 -2.7
Formula di Turc, serie '84-'2006 555 3.8
Formula di Coutagne, serie '63-'97 544 1.8
Modello idrogeologico mensile Lago (2007) serie 84-2006 534 -

0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
mese
D
e
f
l
u
s
s
o

s
u
p
e
r
f
i
c
i
a
l
e

(
m
m
)
0
5
10
15
20
25
30
%

d
e
f
l
u
s
s
o

s
u
p
e
r
f
i
c
i
a
l
e

r
i
s
p
e
t
t
o

a

P
b
Deflusso superficiale (QUICK) % Deflusso superficiale/Pb


70


Il grafico di figura 5.2.2.1 riporta landamento medio mensile dellevapotraspirazione reale dal bacino
imbrifero. Landamento dei valori dell Etr media annua sulla serie analizzata dal 1966 al 2006 inoltre
non presenta alcun trend statisticamente significativo (tab. 5.2.2.2), a dimostrazione della costanza di
questa grandezza idrologica nel tempo, nonostante apprezzabili variazioni termopluviometriche.


















Figura 5.2.2.1 Andamento dellevapotraspirazione reale media mensile sul bacino imbrifero in mm.

Tabella 5.2.2.2 Trend lineare annuo e risultati test di significativit.


5.2.3 Alimentazione sotterranea dal lago
Secondo il modello il LAGO riceve in media per via sotterranea, dalla falda che lo alimenta, poco pi
di 5.58 Mm
3
/anno pari ad unaltezza sul bacino e sul lago rispettivamente di 2 e 5 cm. Landamento
medio mensile del deflusso sotterraneo riportato nel grafico di figura 5.2.3.1.
Il contributo dellapporto idrico sotterraneo rappresenta in media, appena l11% delleccedenza idrica
totale prodotta nel bacino imbrifero; questo valore risulterebbe sottostimato rispetto ai lavori svolti da
Analisi statistica su: ETR
bacino

Serie dati: Lug-1966_Gen-2006
Comb. 12.7 Pearson 0.0491
Rif. combinaz. trend mesi 12 inizio mese Lug t-test 0.2991
Coef. angolare p. 0.1728 Signif. t-test 0.76532
Intercetta p. 531 Coef. ang. n.p. 0.109
Err.standard 40.61 Interc. n.p 537
Coeff. det. 0.0024 Signif. Kendall 0.29598
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
90,0
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
mese
E
v
a
p
o
t
r
a
s
p
i
r
a
z
i
o
n
e

r
e
a
l
e

(
m
m
)
Evapotraspirazione reale (Etr)


71




















Figura 5.2.3.1 Andamento del deflusso medio mensile in Mm
3
.

attraverso i modelli di Angelini (1989), che invece stima tale percentuale tra il 30 e il 40%. Il modesto
contributo di alimentazione sotterranea giustificabile dalla litologia del bacino, che ha permesso di
impostare soltanto una falda freatica, molto superficiale, che circonda tutto il Lago Trasimeno e che
deriva dallinfiltrazione diretta delle acque meteoriche (cfr. Cap. 3); il modello inoltre mostra che non
esistono afflussi sotterranei extra-bacinali: nel Capitolo 3 sono stati decritti i motivi per i quali si pu
assumere coincidente la superficie idrogeologica e quella idrografica, ma, indipendentemente dalla
ricostruzione dei flussi ottenuta attraverso i dati raccolti nellultima campagna piezometrica, anche il
modello pervenuto alla medesima conclusione, simulando delle variazioni della superficie
idrogeologica con la superficie del bacino imbrifero che non superano il 2%. Il confronto tra le due
superfici riportato in figura 5.2.3.2.

5.2.4 Coefficiente di deflusso
Il coefficiente di deflusso medio annuo del bacino del Trasimeno, ottenuto con la formula 1, risultato
essere di 0.26 in accordo con i lavori precedenti:

(1)
) (
b
b b
d
P
ETR P
C

=


con
P
b
=pioggia media annua sul bacino (mm)
ETR
b
=evapotraspirazione media annua dal bacino secondo il modello (mm)
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
mese
D
e
f
l
u
s
s
o

s
o
t
t
e
r
r
a
n
e
o

(
M
m
3
)
Deflusso sotterraneo da falda


72













Figura 5.2.3.2 Confronto tra superficie bacino imbrifero (linea fucsia) e bacino idrogeologico (linea blu).

In realt il coefficiente di deflusso variabile di anno in anno e va anche ricordato che questo inteso
come il rapporto tra la quantit dacqua totale (superficiale + sotterranea) che arriva al lago dal bacino e
la pioggia caduta sul bacino stesso (coefficiente di deflusso totale).
Landamento medio mensile, secondo il modello, dei vari coefficienti di deflusso (totale, superficiale,
sotterraneo), riportato in figura 5.2.4.1.













Figura 5.2.4.1 Confronto tra coefficienti di deflusso medi mensili.

I coefficienti di deflusso mese per mese, da cui i valori mensili riportati in figura 5.2.4.1 sono stati
calcolati con le relazioni della tabella 5.2.4.1.
380,0
381,0
382,0
383,0
384,0
385,0
386,0
387,0
388,0
l
u
g
-
8
4
l
u
g
-
8
5
l
u
g
-
8
6
l
u
g
-
8
7
l
u
g
-
8
8
l
u
g
-
8
9
l
u
g
-
9
0
l
u
g
-
9
1
l
u
g
-
9
2
l
u
g
-
9
3
l
u
g
-
9
4
l
u
g
-
9
5
l
u
g
-
9
6
l
u
g
-
9
7
l
u
g
-
9
8
l
u
g
-
9
9
l
u
g
-
0
0
l
u
g
-
0
1
l
u
g
-
0
2
l
u
g
-
0
3
l
u
g
-
0
4
l
u
g
-
0
5
mese

(
k
m
2
)
bacino imbrifero bacino idrogeologico
0,00
0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0,30
0,35
0,40
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
mese
C
o
e
f
f
i
c
i
e
n
t
e

d
i

d
e
f
l
u
s
s
o

cd superficiale cd totale cd sotterraneo


73


Tabella 5.2.4.1 Coefficienti di deflusso ottenuti con il modello Lago.

Coefficiente di deflusso Formula Valore medio annuo
Totale


0.26
Superficiale


0.23
Sotterraneo


0.03

Dal grafico di figura 5.2.4.1 si osserva che il coefficiente di deflusso totale non si annulla mai e
raggiunge valori compresi tra 0.30 e 0.40 nel periodo invernale, quando, oltre al contributo principale
del deflusso superficiale, si somma quello dalla falda.
Il coefficiente di deflusso assume quindi valori massimi in inverno e minimi nel periodo estivo,
coerentemente con quelli che dovrebbero essere lo stato di imbibizione del suolo e la temperatura nelle
diverse stagioni.

5.2.5 Prelievi artificiali
Come accennato nel paragrafo 4.5.7 per i prelievi si hanno solo varie stime, molto grossolane e fra loro
non concordanti. Esistono diverse fonti ufficiali, ma i dati che ne derivano non possono essere
considerati del tutto attendibili a causa dei prelievi abusivi, sicuramente numerosi e non trascurabili. Di
fatto quindi lentit dei prelievi artificiali (autorizzati e abusivi, dal Lago e dalla falda) rappresenta
unaltra incognita sul bilancio del Lago. I dati dei prelievi inseriti nel modello sono stati dunque distinti
in quelli provenienti da falda e quelli direttamente dal Lago. Per i primi la somma annua, costante per
tutto il periodo considerato per la calibrazione, stata di 0.3 Mm
3
, distribuiti per l87% nel periodo
estivo (maggio-settembre) quando il fabbisogno idrico maggiore, e il restante 13% nel periodo
invernale. Per i prelievi diretti dal Lago distribuiti solo nel periodo estivo, il valore medio annuo
inserito pari a 7 Mm
3
. La tabella 5.2.5.1 riassume i dati relativi ai prelievi artificiali inseriti nel
modello.

Tabella 5.2.5.1 Prelievi artificiali utilizzati in input dal modello.

PRELIEVI ARTIFICIALI Mm
3
/anno Mm
3
/mese (mag-set) Mm
3
/mese (ott-apr)
Prelievi diretti dal lago 7.000 1.29 0
Prelievi da falda 0.342 0.06 0.006


) (
b
d
P
Tank Quick
tot C
+
=


) (
sup
b
d
P
Quick
C =

) (
b
d
P
Tank
sott C



74


Dopo la fase di calibrazione, e per mezzo dei coefficienti utilizzati per ciascun tipo di prelievo, i dati in
uscita dal modello hanno mostrato variazioni positive rispetto ai dati originari e dunque
presumibilmente sottostimati in partenza; il confronto riassunto nella tabella 5.2.5.2.

Tabella 5.2.5.2 Confronto tra i prelievi artificiali immessi e quelli calibrati dal modello.

PRELIEVI ARTIFICIALI Mm
3
/anno (input) Mm
3
/anno (calibrati) Variazione %
Prelievi diretti dal lago 7.0 11.0 57
Prelievi da falda 0.3 0.4 33

5.2.6 Evaporazione dal Lago
Levaporazione rappresenta una delle pi importanti ed influenti perdite di risorsa idrica; tuttavia nello
studio dei laghi le misure ad oggi disponibili di questo parametro sono frammentarie e poco affidabili.
Pertanto levaporazione dallo specchio del Lago Trasimeno , di fatto, ancora non nota. Da quanto
esposto, risulta che gli unici dati disponibili sullevaporazione dallo specchio del lago sono, in realt,
soltanto varie stime, effettuate con metodi diversi.
Nel calcolo del bilancio idrogeologico medio annuo si qui fatto riferimento alla stima di evaporazione
effettuata attraverso la formula ottenuta da Dragoni e Valigi (1994), elaborando i dati sperimentali
ottenuti da varie vasche evaporimetriche di Classe A, modificati successivamente da una particolare
routine del modello (cfr. cap. 4, par. 4). Il volume dacqua ceduta dal lago per evaporazione stimato
in 124 Mm
3
/anno, corrispondente ad unaltezza sul lago di 1031 mm; questo risultato mostra come la
pioggia che cade direttamente sullo specchio del lago non sia sufficiente a compensare del tutto le
perdite per evaporazione (cfr. cap. 4); questo evidenzia quindi, oltre che la stretta dipendenza del Lago
dallapporto superficiale e sotterraneo, anche il marginale effetto, su base annua, prodotto dai prelievi,
che incide solo in minima parte sullo stato di crisi idrica. La quantit di acqua che viene prelevata
artificialmente rappresenta infatti solo il 10% di quella evaporata dallo specchio.

5.2.7 Considerazioni sulleccedenza idrica
Come descritto nel Capitolo 3, le variazioni del regime pluviometrico negli ultimi 40 anni sono risultate
variabili a scala stagionale. Nello specifico, dal confronto tra laltezza di pioggia nel trimestre invernale
mediata sul periodo 1966-84 e quella dei 22 anni successivi, si riscontra una riduzione tra le due medie
del 26%; la stessa analisi svolta per il trimestre estivo mostra un incremento del 10%.
Questo equivale a dire che leccedenza idrica diminuisce a causa della riduzione della pioggia nel
periodo in cui, essendo bassa lETR, si dovrebbe produrre maggior pioggia efficace; nel periodo estivo
lincremento di pioggia non tale da fornire sufficiente eccedenza idrica per compensare il deficit


75















Figura 5.2.7.1 Volume di pioggia efficace nel trimestre gennaio-marzo dal 1966 al 2006.

idrico invernale. Tutto ci, a fronte di unevaporazione dallo specchio sostanzialmente costante,
contribuisce ad un progressivo abbassamento dei livelli del Lago. Nella figura 5.2.7.1 riportato
landamento della pioggia efficace espressa in volume dal 1966 al 2006 e la variazione percentuale sui
valori medi nei due periodi.





















Volume Pioggia efficace (trimestre gen-mar) periodo 1966-2006
0
5
10
15
20
25
30
1
9
6
7
1
9
6
9
1
9
7
1
1
9
7
3
1
9
7
5
1
9
7
7
1
9
7
9
1
9
8
1
1
9
8
3
1
9
8
5
1
9
8
7
1
9
8
9
1
9
9
1
1
9
9
3
1
9
9
5
1
9
9
7
1
9
9
9
2
0
0
1
2
0
0
3
2
0
0
5
anno
P
b
e
f
f

(
M
m
3
)
13
10
-28
I serie 1966-1984
II serie 1984-2006
Variazione %
volume pioggia efficace media per trimestre (gen-mar) Mm
3


76


CAPITOLO 6 - APPLICAZIONI DEL MODELLO

6.1 Stabilizzazione dei livelli ad una quota accettabile

Conclusa la fase di calibrazione e validazione, il modello stato utilizzato per simulare i livelli del
Lago sotto diverse ipotesi, allo scopo di valutare lesistenza di strategie per la gestione delle risorse
idriche migliori di quelle adottate negli ultimi anni che hanno contribuito a portare il Lago nello stato di
crisi attuale.
Utilizzando la serie della calibrazione (1984-2006), sono stati simulati i livelli del Lago supponendo un
apporto idrico, dall'esterno del bacino, variabile da 5 a 15 Mm
3
allanno, mantenendo costanti i prelievi
da esso e da falda, precedentemente calibrati (fig. 6.1).

















Figura 6.1 Simulazioni livelli mensili del Lago Trasimeno attraverso il modello LAGO con immissione di volumi di acqua variabile e
portata dellemissario artificiale costante.

Si pu osservare come un apporto di 5 Mm
3
a partire dal 1989 (anno in cui lemissario ha smesso di
funzionare) avrebbe sicuramente alzato il livello medio, ma la quota di sfioro dellemissario artificiale
non sarebbe stata mai raggiunta. Nelle altre due simulazioni invece, con apporti rispettivamente di 10 e
15 Mm
3
, i livelli sarebbero stati notevolmente pi alti rispetto a quelli avuti, raggiungendo pi volte la
Simulazioni dei livelli mensili lago Trasimeno con immissione di 5,10 e 15 Mm
3
dal gennaio 1989 ( portata
emissario 6 m
3
/s)
250,50
251,50
252,50
253,50
254,50
255,50
256,50
257,50
258,50
lug-84 nov-85 mar-87 ago-88 dic-89 mag-91 set-92 gen-94 giu-95 ott-96 mar-98 lug-99 dic-00 apr-02 ago-03 gen-05 mag-06
L
i
v
e
l
l
i

d
e
l

l
a
g
o

(
m

s
.
l
.
m
.
)
Livelli Reali (luglio 1984-gennaio 2006)
Livelli simulati con 5 milioni di mc/anno (emissario 6mc/s)
Livelli simulati con 10 milioni di mc/anno (emissario 6mc/s)
Livelli simulati con 15 milioni di mc/anno (emissario 6mc/s)
Soglia dell'emissario
Fondo lago 251.57 m.s.l.m.


77


quota di sfioro; questo avrebbe permesso allemissario di entrare di nuovo in funzione, garantendo
quindi unefficace mobilit delle acque nel tempo. Osservando ancora il grafico, inoltre, le due
simulazioni appaiono simili a fronte di un incremento in una delle due del 50% del volume di acqua
invasato. Questo effetto dovuto essenzialmente alla quantit di acqua che viene evacuata dal Lago nei
mesi in cui lemissario artificiale entra in funzione con una portata di 6 m
3
/s (15 Mm
3
/mese), valore
preventivamente scelto e impostato nel modello.

















Figura 6.2 Simulazioni livelli mensili del Lago Trasimeno attraverso il modello LAGO con immissione di volumi di acqua costante e
portata dellemissario artificiale variabile.

In questo modo per le due simulazioni la frequenza di entrata in funzione dellemissario quasi la
stessa, ma i volumi di acqua mobilitati allesterno sono notevolmente diversi. In unottica quindi di
possibili interventi per garantire il mantenimento del livello medio del lago entro accettabili valori,
unitamente ad un adeguato e necessario ricambio delle acque, una buona strategia potrebbe essere
quella di intervenire con un apporto artificiale di almeno 15 Mm
3
di acqua (abbattendo completamente i
prelievi diretti dal lago sarebbero sufficienti 5 Mm
3
) e gestendo lemissario con una portata non
superiore a 3 m
3
/s. In figura 6.2 sono riportate le simulazioni per la stessa serie di dati di figura 6.1 con
un apporto costante di acqua al lago e una gestione dellemissario artificiale variabile tra 1 e 6 m
3
/s.
Simulazioni dei livelli mensili lago Trasimeno con immissione di 15 Mm
3
dal gen 1989 ( portata emissario di
1,3,6 m
3
/s)
250,50
251,50
252,50
253,50
254,50
255,50
256,50
257,50
258,50
lug-84 nov-85 mar-87 ago-88 dic-89 mag-91 set-92 gen-94 giu-95 ott-96 mar-98 lug-99 dic-00 apr-02 ago-03 gen-05 mag-06
L
i
v
e
l
l
i

d
e
l

l
a
g
o

(
m

s
.
l
.
m
.
)
Livelli Reali (luglio 1984-gennaio 2006)
Livelli simulati con 15 milioni di mc/anno (emissario 1mc/s)
Livelli simulati con 15 milioni di mc/anno (emissario 3mc/s)
Livelli simulati con 15 milioni di mc/anno (emissario 6mc/s)
Soglia dell'emissario
Fondo lago 251.57 m.s.l.m


78


6.2 Impatto delle variazioni climatiche sul Lago Trasimeno

6.2.1 Introduzione
Il Lago Trasimeno attualmente sottoposto ad una forte pressione antropica, dovuta soprattutto
allaumento dei prelievi dacqua sia dal lago che dal bacino. Gli effetti di tale pressione sono in parte
amplificati da un trend negativo delle precipitazioni e da un incremento nella temperatura che si sta
verificando nellItalia Centrale. Questi trend climatici sono riconducibili allaumento di temperatura
che si rileva a scala globale (i.e. Doll, 2001; IPCC, 2007). Latmosfera terrestre a scala globale sta
infatti, passando attraverso una fase di riscaldamento valutata in media, a partire dal 1850 circa, attorno
a 0.5 C. Indipendentemente dalle cause, tale riscaldamento influenza il ciclo idrologico e quindi le
risorse idriche e gli eventi estremi, specificatamente siccit, intensit delle precipitazioni e piene
(Singer, 1999; IPCC, 2007; Evans et alii, 2002). In linea di principio, a scala globale un aumento della
temperatura dell'atmosfera comporta una maggiore evaporazione e quindi un aumento delle
precipitazioni medie (globali). Localmente, per, si pu avere una diminuzione di piovosit: questo
quanto sta accadendo nellarea del Mediterraneo occidentale (cfr. ad es. De Felice e Dragoni, 1994;
Piervitali et alii, 1997a, 1997b; Dragoni, 1998; Dragoni e Valigi, 2000).
L'analisi delle serie storiche di pioggia, temperatura e portata pi lunghe ed affidabili fin qui analizzate
(vedi tabella 6.2) sembra evidenziare nellItalia centro-meridionale negli ultimi 50100 anni il binomio
lieve aumento della temperatura media annua-diminuzione della piovosit annua (Dragoni et alii,
2007); Cambi et alii, 2000).

Tabella 6.2.1 Analisi di alcune serie di temperatura e pioggia dellItalia centro-meridionale (Cambi et alii, 2000 aggiornati da Dragoni e
Melillo, 2007).

Stazione Intervallo di
tempo per P
Intervallo di
tempo per T
T media
annua (C)
P media
annua
(mm)
Gradiente di T
(C/anno)
Gradiente di P
(mm/anno)
Perugia 1929-2006 1910-1995 13.2 840 +0.012 -1.5
Perugia Lago 1929-2006 1966-2006 14.3 718 +0.03 No trend
Roma 1929-2006 1880-1995 16.0 720 +0.008 -1.7
Potenza 1929-1996 1921-1996 12.5 778 - -2.7
Camaldoli 1929-2006 - - 1630 - -4.4
Terni 1960-2006 - - 923 - -3.8

Anche la maggior parte dei GCMs (Gaudioso et alii, 1995; Hasselman, 1997; IPCC, 2007), suggerisce
per i prossimi decenni nel Mediterraneo un aumento della temperatura, in genere accoppiato ad una
diminuzione della piovosit.
La diminuzione delle precipitazioni medie annue inoltre accompagnata, in media, da un aumento
dellintensit giornaliera delle precipitazioni stesse (Brunetti et alii, 2001). Contemporaneamente, negli


79


ultimi cinquantanni, si avuto un incremento dei periodi di siccit e della loro durata (Arena et alii,
2000; Brunetti et alii, 2002). La situazione climatico meteorologica degli ultimi anni, caratterizzata
sia da siccit che da un alto numero di eventi a forte intensit, rientra in tale quadro, peraltro gi
delineato una quindicina di anni addietro (cfr. per es. De Felice e Dragoni, 1994). L'estrapolazione dei
trend sopra descritti ai prossimi decenni indica nel complesso un decremento considerevole delle
risorse idriche rinnovabili (Piervitali et alii, 1997a, 1997b; Cambi et alii, 1998; Dragoni, 1998). A
conferma di ci i sistemi idrogeologici dellItalia centro-meridionale mostrano negli ultimi decenni,
coerentemente con i dati climatici, una diminuzione delle portate e, nel caso dei laghi, dei livelli.
Rimane logicamente tutta una serie di problemi aperti sugli effetti dellattuale trend climatico sul ciclo
idrologico nella regione italiana. Leffetto delle variazioni climatiche sulle portate e sul regime dei
sistemi idrologici si sovrappone, infatti, agli effetti dellattivit antropica, e quindi difficile
distinguere gli uni dagli altri.

6.2.2 Applicazione del modello per valutare linfluenza delle variazioni climatiche sul Lago
Come anticipato nel Capitolo 3 attualmente, per quanto riguarda il Lago Trasimeno, la pioggia
ragguagliata sullintero bacino mostra una diminuzione nel trimestre invernale e un lieve incremento in
quello estivo. Nel complesso, quindi quanto sembra verificarsi nellarea di studio concorda, nella
diminuzione delle precipitazioni annue, con quanto evidenziato nel precedente paragrafo a riguardo
dellItalia centro-meridionale; per la temperatura il trend lineare annuo risulta positivo.
Al fine di valutare leffetto della diminuzione delle precipitazioni (P) e dellaumento di temperatura (T)
sul regime del lago, il modello LAGO stato applicato inserendo, come dati di input, una serie di
piogge e temperature fittizie in grado di riprodurre tali trend (scenari a P, T variabili). Sono state,
inoltre, fatte altre simulazioni per periodi pi lunghi mantenendo costanti le piogge e le temperature
(scenari a P, T costanti).

- Simulazioni a P, T variabili
In ingresso sono stati inserite le piogge mensili (medie del periodo 1984-2006, tab. 6.2.1) modificate
per ogni anno in relazione ai trend mensili ricavati dallanalisi statistica e risultati statisticamente
significativi; la tabella 6.2.2 riassume tali variazioni apportate.





80


Tabella 6.2.1 Valori di Ps, Pb, T mensili ricavati dallanno idrologico medio sulla serie storica 1984-2006.














Tabella 6.2.2 Valori dei trend ricavati dallanalisi statistica per la serie storica dal 1966-2006.
















Per quanto riguarda le temperature stato evidenziato in vari tentativi che il loro effetto sui livelli del
lago senzaltro inferiore rispetto allinfluenza esercitata da variazioni sulle precipitazioni. Infatti,
secondo tutte le formule e secondo il modello l'aumento della temperatura di 1-2 C, produce un
aumento non superiore al 2-3 % dell'evaporazione.
In questo lavoro per ipotizzare le condizioni peggiori, nella simulazione delle variazioni climatiche
sono state inserite in ingresso le temperature del periodo 84-06 aumentate di 0.0028 C allanno.
La lunghezza delle serie di dati mensili in ingresso stata 480 dati, ossia la serie 84-06, diminuita nelle
piogge ed aumentata nelle temperature, stata ripetuta pi volte; ci stato fatto non al fine di simulare
i successivi 480 mesi (40 anni) ma per far s che il sistema del Lago Trasimeno raggiungesse un nuovo
equilibrio sotto condizioni climatiche differenti da quelle attuali. Il grafico in figura 6.2.3 mostra i
risultati ottenuti applicando il modello con i coefficienti calibrati riportati nel Cap. 5 I livelli medi del
Mese Media Pb (mm) Media Ps (mm) Media T (C)
lug 30 30 24.0
ago 40 39 24.4
set 80 76 19.7
ott 88 84 15.5
nov 109 104 9.9
dic 63 59 6.0
gen 43 40 5.1
feb 46 44 6.1
mar 46 45 9.3
apr 70 67 12.2
mag 58 56 17.4
giu 54 50 21.1
Variazione annua
Mese
Trend Ps (mm) Trend Pb (mm)
lug -0.23 -0.33
ago -0.23 -0.33
set 0.00 0.00
ott 0.00 0.00
nov 0.00 0.00
dic 0.00 -0.33
gen -0.63 -0.57
feb -1.03 -1.02
mar -0.07 -0.33
apr -0.23 0.37
mag -0.23 -0.33
giu -0.23 -0.33


81


lago che ci si potrebbe attendere con queste condizioni di pioggia e temperatura raggiungerebbero un
pseudo - equilibrio a partire dai prossimi 30 anni con un livello medio vicino alla quota di fondo lago.

















Figura 6.2.3 Simulazioni livelli mensili del Lago Trasimeno attraverso il modello LAGO per i prossimi 40 anni sotto condizioni
climatiche differenti da quelle attuali.

Il risultato ottenuto non costituisce una previsione precisa, viste le numerose incertezze ancora presenti
nei dati utilizzati e la non certezza sulle condizioni climatiche future. Il fine di questa simulazione
stato quello di ottenere unindicazione di massima dellimpatto che i trend climatici in atto potrebbero
avere sul livello medio del lago e sul suo regime.

- Simulazioni a P, T costanti
Per queste simulazioni sono stati utilizzati i dati della serie calibrata ripetuta pi volte per un periodo di
complessivo di 84 anni (dal 1984-2048). Il grafico in figura 6.2.4 mostra i risultati ottenuti applicando
il modello con i coefficienti riportati nel Capitolo 5. Nel grafico possibile osservare landamento
decrescente dei livelli del lago fino a 50 anni dallinizio della simulazione. Successivamente il livello
medio del lago si attesta intorno ai 255 m.s.l.m. equivalente ad una profondit media inferiore ai 4 m.

Simulazioni dei livelli mensili lago Trasimeno dal 2006 al 2026
250,5
251,5
252,5
253,5
254,5
255,5
256,5
257,5
258,5
lug-06 mar-09 dic-11 set-14 giu-17 mar-20 dic-22 ago-25 mag-28 feb-31 nov-33 ago-36 mag-39 feb-42 ott-44
L
i
v
e
l
l
i

d
e
l

l
a
g
o

(
m

s
.
l
.
m
.
)
Soglia dell'emissario Fondo lago 251.57 m.s.l.m. Livello simulato 2006-2046 p,t variabili


82

























Figura 6.2.4 Simulazioni livelli mensili del Lago Trasimeno attraverso il modello LAGO per i prossimi 60 anni sotto condizioni
climatiche identiche a quelle del periodo 1984-2004.
















Simulazioni dei livelli mensili lago Trasimeno dal 1984 al 2068
250,5
251,5
252,5
253,5
254,5
255,5
256,5
257,5
258,5
lug-84 giu-89 mag-94 apr-99 mar-04 feb-09 gen-14 dic-18 dic-23 nov-28 ott-33 set-38 ago-43 lug-48 giu-53 giu-58 mag-63 apr-68
L
i
v
e
l
l
i

d
e
l

l
a
g
o

(
m

s
.
l
.
m
.
)
Soglia dell'emissario
Livelli simulati (luglio 1984-gennaio 2048) serie T-P 08-28=serie T-P 84-04 calibrazione 2
Fondo lago 251.57 m.s.l.m.
LIVELLO MEDIO 1984-2012 256.65 m.s.l.m.
LIVELLO MEDIO 2012-2040 255.57 m.s.l.m.
LIVELLO MEDIO 2040-2068 254.93 m.s.l.m.
120.07 km
2
111.71 km
2
116.32 km
2
gen 2006


83


CAPITOLO 7 - CONCLUSIONI

7.1 Osservazioni generali

Il modello idrogeologico descritto in questa Tesi di Dottorato rappresenta un miglioramento rispetto a
tutti i modelli precedentemente realizzati, poich descrive in modo pi preciso il comportamento fisico
del sistema preso in considerazione. Ci dimostrato non soltanto dalle buone calibrazioni, ma
soprattutto dalle soddisfacenti validazioni del modello ottenute su un periodo di venti anni.
Lapplicazione di questo modello ha permesso inoltre di ottenere informazioni su alcuni parametri poco
noti relativi al Lago e al suo bacino. Alcuni dei risultati sono concordanti con quelli deducibili dalla
letteratura; altri sono originali (evapotraspirazione, evaporazione dal lago, deflussi, prelievi). Ulteriori
affinamenti del modello idrogeologico, che porterebbero a risultati ancora pi attendibili di quelli
ottenuti, sono certamente possibili, fermo restando che i dati utilizzati siano pi affidabili e consistenti.

7.2 Osservazioni sui risultati ottenuti
Dallapplicazione del modello idrogeologico sono state ottenute stime dellevapotraspirazione reale e
potenziale del bacino, del coefficiente di deflusso, dellapporto superficiale e sotterraneo al Lago, del
rapporto tra spartiacque sotterraneo e superficiale, prelievi artificiali da falda e dal Lago, uscite dal
Lago per evaporazione.
I risultati ottenuti possono essere sintetizzati come segue:

Evapotraspirazione reale
La stima dellevapotraspirazione medio annua dal bacino fornita dal modello di 534 mm, ed
praticamente coincidente con i risultati ottenuti con metodi diversi.
Deflusso sotterraneo e superficiale
Lalimentazione sotterranea della falda superficiale al lago stimata dal modello risultata di 5.58
Mm
3
/anno (un volume dacqua pari al 6% della pioggia che in media in un anno cade sul bacino
imbrifero); tale valore risultato pi basso delle stime ottenute in precedenza da altri Autori, ma
pi coerente considerate le caratteristiche litologiche del bacino; il valore di infiltrazione efficace
media annua nel bacino idrogeologico del lago risulta di 22 mm/anno;
Il deflusso superficiale medio annuo risulta il 22% della pioggia che cade sul bacino imbrifero e al
83% delleccedenza idrica; tale valore risulta congruente con la tipologia di terreni affioranti.



84


Coefficiente di deflusso
Il coefficiente di deflusso medio annuo del bacino del Trasimeno stimato, sulla serie storica dal
1984 al 2006, risulta di 0.26.
Rapporto spartiacque bacino idrografico e idrogeologico
Il modello ha simulato una variazione tra la superficie del bacino imbrifero e quello idrogeologico
del 2%; questo risultato conferma quanto detto sullipotesi di coincidenza dei due bacini derivata
dallo studio eseguito sui dati dellultima campagna piezometrica fatta.
Uscite dal Lago
Prelievi artificiali:
la stima dei prelievi da falda 0.4 Mm
3
/anno; mentre per il prelievi diretti dal Lago il valore
risulta di 11 Mm
3
/anno; tali valori non corrispondono ai dati ufficiali che sono stati utilizzati per
la calibrazione.
Evaporazione dallo specchio:
il volume dacqua ceduta dal Lago stimato in 124 Mm
3
/anno, corrispondente ad unaltezza sul
Lago di 1031 mm; tale valore si accorda con molte delle stime gi note.

Tramite il modello LAGO stata inoltre stimata la costante di recessione relativa allacquifero che
alimenta il Lago. Il valore ottenuto circa 2.24*10
-2
giorni
-1
, paragonabile ai valori relativi ad alcuni
sistemi idrogeologici dellItalia centrale caratterizzati da bacini a permeabilit medio-alta. Nel
confronto tra i livelli reali e quelli simulati, lerrore standard minimo sulla stima dei livelli di 7.6 cm
in fase di calibrazione, e di 14.4 cm in fase di validazione.
Dopo queste due fasi, il modello stato applicato utilizzando sia una serie di piogge e temperature
fittizie costruite per simulare leffetto delle variazioni climatiche in atto nella regione, sia la serie di 24
anni dal 1984 ripetuta fino al 2068 senza variazione di alcun dato. Nel primo caso i test effettuati hanno
indicato una discesa costante del livello del Lago che raggiungerebbe un pseudo - equilibrio dopo circa
30 anni. Nel secondo caso, lequilibrio si raggiungerebbe nello stesso tempo ma ad una quota
maggiore; la profondit media del lago sarebbe comunque molto bassa in quanto oscillerebbe attorno a
4 m.
Il modello stato inoltre utilizzato per simulare i livelli sotto diverse ipotesi gestionali; lo scopo stato
quello di ipotizzare strategie migliori di quelle adottate negli ultimi anni che hanno contribuito a
portare il Lago nellattuale stato di crisi. Utilizzando la serie della calibrazione (1984-2006), sono stati
simulati i livelli del Lago supponendo un apporto idrico variabile da 5 a 15 Mm
3
allanno, mantenendo


85


costanti i prelievi dal lago e da falda. Una gestione del lago sotto queste ipotesi consentirebbe oltre che
ad un assestamento dei livelli cui corrisponderebbe una profondit media intorno ai 5-6 m, anche
unadeguata mobilit delle acque dovute allemissario artificiale che tornerebbe di nuovo a funzionare.

7.3 Problemi aperti
Lapprofondimento delle conoscenze sulle caratteristiche del Lago Trasimeno richiede innanzitutto la
disponibilit di un adeguato e preciso sistema di rilevazione dei dati. Sarebbe, infatti, necessario
integrare il gi esistente sistema S.I.G.L.A con altre stazioni adeguatamente attrezzate per la misura
dellevaporazione dallo specchio. Ci consentirebbe di risparmiare numerosi coefficienti nella fase di
calibrazione rendendo molto pi snello lintero processo di calcolo svolto dal modello.
Sarebbe opportuno effettuare ulteriori prove di pompaggio per determinare i parametri idrogeologici
dellacquifero che circonda il Lago e indagini piezometriche pi dettagliate e continue utili a
quantificare il deflusso sotterraneo diretto al Lago; inoltre studi geochimici ed isotopici potrebbero
servire a verificare il bilancio del Lago.
Soltanto, dunque, sulla base di una pi consistente ed attendibile banca-dati, sarebbero possibili
ulteriori e significativi miglioramenti del modello Lago.


















86


BIBLIOGRAFIA

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