Sei sulla pagina 1di 17

SERVIZIO FORESTALE REGIONALE

PER LE PROVINCIE DI PADOVA E ROVIGO


CAP. 1 : IL GIARDINO BOTANICO LITORANEO pag. 1 IL GIARDINO BOTANICO
1.1. PREMESSA pag. 2 CAP. 1 :
1.2. DESCRIZIONE AMBIENTALE LITORANEO
1.3. IL PROGETTO LIFE “AZIONI CONCERTATE PER LA SALVAGUARDIA DEL LITORALE VENETO” pag. 4

CAP.2 : LA VEGETAZIONE E GLI AMBIENTI pag. 7


2.1. VEGETAZIONE DELLE SABBIE pag. 7 1.1. PREMESSA
2.2. MACCHIA pag. 13
2.3. STAGNI, DEPRESSIONI INTERDUNALI E ZONE UMIDE pag. 15 Il Giardino Botanico Litoraneo (definitivamente istituito il 16 giu-
SOMMARIO

2.4. PINETA pag. 16 gno 1991) nasce con l’esigenza di tutelare habitat e specie di par-
2.5. LECCETA pag. 17 ticolare interesse naturalistico evitandone la scomparsa.
2.6. VEGETAZIONE ALOFILA E ZONE UMIDE SALMASTRE3 pag. 18
La superficie, inizialmente di 3,53 ha, è andata poi ampliandosi
CAP.3 : LA FAUNA pag. 20 con successive aggiunte fino al raggiungimento delle attuali di-
3.1. ZOOCENOSI DELLE SABBIE pag. 20 mensioni (44 ha circa di cui 14 di proprietà regionale e 30 in con-
3.2. LA MACCHIA pag. 22 segna demaniale ivi inclusa un’ansa della Laguna di Caleri).
3.3. DEPRESSIONI INTERDUNALI pag. 23 Il Giardino Botanico è incluso nel Parco Regionale Veneto del
3.4. LA PINETA pag. 25 Delta del Po. Tutta l’area è inoltre ricompresa all’interno del Sito
3.5. LA LECCETA pag. 28 d’Importanza Comunitaria SIC IT 3270017.
3.6. ZOOCENOSI DELLE ZONE SALMASTRE pag. 28 Presso il Centro Visite sono disponibili materiali visivi e bibliogra-
fici per approfondimenti specifici.
La gestione è affidata al Servizio Forestale di Padova e Rovigo.
Il servizio visite è curato dall’Ente Parco del Delta del Po. Il visita-
tore può usufruire di tre percorsi, in parte realizzati su palafitte,
che lo guidano attraverso i diversi ambienti naturali (A, 600 m; B,
Area attrezzata per la visita 1650 m; C 2850 m).
Il Giardino Botanico Litoraneo si configura, nel panorama nazio-
Supervisione: Attilio Geremia
nale ed internazionale, come un sito unico, specialmente sotto
Testi: Adriano Mar, Roberta Riondato, Paola Virgilietti il profilo botanico infatti,
Foto: Marco Campagnolo, Adriano Mar, preservando in situ nume-
Roberta Riondato, Paola Virgilietti.
Disegni: Roberta Riondato rose specie vegetali, ha un
Revisioni e contributi: Roberto Fiorentin (Veneto Agri- importante ruolo sia nella
coltura), Jacopo Richard, esperto erpetologo
conservazione della biodi-
In copertinada sinistra: versità (degli habitat e delle
Beccaccia, orchidea, battigia, asparago spinoso; diverse specie) sia nell’edu-
foto grande gruccione
cazione e nell’informazione
del cittadino rispetto a que-
sti ambienti.

Punto di osservazione sulla laguna di Caleri

 
1.2. DESCRIZIONE AMBIENTALE re la fisionomia attuale, alterata, e poi radical-
Storia geologica, naturale e interventi antropici mente cambiata, dall’intervento antropico.

Formazione del litorale nelle varie epoche Azioni antropiche


Le vicende geologiche di questo tratto di litorale sono strettamen- I romani furono i primi grandi trasformato-
te connesse a quelle del Delta del Po che cominciò ad emergere ri del paesaggio naturale modificando intere
alla fine del Terziario, quando dalle Alpi e dagli Appennini, che Area attrezzata per la visita zone d’Europa e, ovviamente italiane. Il litora-
avevano appena completato il loro sollevamento, vennero erosi le alto Adriatico non ne fu escluso. Certamente
enormi volumi rocciosi; questi, trasportati dai fiumi andarono poi si adoperarono attivamente nella sostituzione
a depositarsi nel grande golfo padano che si estendeva ad ovest delle foreste primitive con pinete. Nel medioe-
fino al Piemonte. Con il Quaternario e le glaciazioni il livello del vo queste formazioni litorali subirono alterne
mare si abbassò di 150 m facendo affiorare la Padania e l’alto vicende strettamente legate alle invasioni bar-
Adriatico fino alla congiungente Ancona-Zara. Con il post glaciale bariche (incendi ecc...).
le acque tornarono a salire fino al livello attuale. I materiali che Durante la guerra di Chioggia (1378-81) i Ge-
si sono accumulati nel frattempo sono tutti derivati dal Po e dagli Relitti spiaggiati in fase di sepoltura nella sabbia novesi devastarono tutti i boschi del litorale
altri fiumi principali (Adige e Bacchiglione). veneziano e in questo periodo i disboscamenti,
anche nell’entroterra, furono assai intensi. Pro-
Vegetazione pregressa prio a causa della deforestazione delle colline
Nell’era Quaternaria si susseguirono numerose glaciazioni con i e della pianura iniziò l’interrimento della lagu-
rispettivi periodi interglaciali a clima più mite. na. Per contrastare questo fenomeno i vene-
Con la terza glaciazione (Mindel) la lussureggiante vegetazione ziani portarono a compimento immani opere
termofila che aveva fino ad allora beneficiato delle temperature Ligustrello idrauliche: i fiumi Piave e Sile vennero deviati
favorevoli venne spazzata via cedendo il posto a pini e betulle verso Nord, il Bacchiglione, il Brenta e l’Adige
che a loro volta, sul finire del periodo furono relegati nelle zone verso Sud.
montuose cedendo il posto a boschi misti di latifoglie e conifere. Col taglio di Porto Viro (1598-1604) cominciò
L’ultima glaciazione, detta würmiana, si dimostrò particolarmen- l’emersione delle terre che oggi costituiscono
te intensa e, come il resto della pianura padana, anche i litorali la fascia litoranea; tuttavia alla fine dell’800 ri-
adriatici ospitarono formazioni sub-artiche a pino silvestre, mugo manevano solo pochi lembi di bosco. Solo nella
e cembro. seconda metà del ‘900, a seguito di imponenti
Al termine del periodo freddo poterono nuovamente svilupparsi
Canna di Ravenna opere di bonifica e rimboschimento, i boschi
le querce (circa 10.000-8.000 a.C.) fino alla comparsa del querco- riconquistarono nuove superfici. Contempora-
carpineto (5500-2500 a.C.) che costituirebbe la vegetazione fore- neamente si verificò il fenomeno opposto: con
stale tipica della Pianura Padana, se l’intenso sfruttamento an- il fiorire delle attività balneari (con la conse-
tropico delle aree di pianura non l’avesse relegata a pochi lembi guente, massiccia, urbanizzazione) le aree lito-
relitti. rali furono profondamente modificate e la ve-
Col passare dei secoli, la vegetazione dei litorali iniziò ad assume- getazione naturale fu in gran parte eliminata.
Lecceta

 
1.3. IL PROGETTO LIFE pone di informare il visitatore
sugli aspetti più interessanti
SIC e Rete Natura 2000
“AZIONI CONCERTATE PER LA SALVAGUARDIA DEL LITORALE VENETO”
dell’ambiente che si accingerà Un S.I.C. o Sito di Importanza Comuni-
a conoscere. La comunicazione taria è un luogo tutelato perchè contri-
L’importanza e l’unicità del Giardino Botanico Litoraneo sono sta-
avviene con diverse modalità buisce a mantenere habitat naturali o
te sancite anche dalla Comunità Europea che, attraverso lo stru-
operative: pubblicazioni, inter- specie di piante e animali rari o minac-
mento LIFE ha reso possibile, nel corso del tempo, numerosi inter-
net, organizzazione di eventi ciati di estinzione. Una volta terminato
venti tra cui l’acquisizione di parte dell’area e la costruzione del
informativi, incontri con opera- l’iter di individuazione e designazione il
Centro Visite. Ultimo in ordine di tempo è il progetto LIFE “Azioni
tori ecc… sito S.I.C. diviene Z.S.C. (Zona Speciale
concertate per la salvaguardia del litorale Veneto”. Predisposto
Oltre alla sensibilizzazione di Conservazione) secondo le procedure
da Veneto Agricoltura e dal Servizio Forestale Regionale per le
sono importanti gli interven- stabilite dalla Direttiva 92/43/CEE “Ha-
province di Padova e Rovigo e quello per le province di Treviso e
ti realizzati concretamente sul bitat”.
Venezia, il progetto, approvato nel 2003, si propone di conservare
territorio: Molto simili sono invece le Z.P.S. o Zone
e incrementare la biodiversità degli ambienti dunali del litorale
- Valorizzazione della biodiver- di Protezione Speciale definite dalla Dir.
veneto, attraverso interventi a favore degli habitat naturali e del-
sità delle formazioni boscate 79/409/CEE “Uccelli” con lo scopo di
le specie, animali e vegetali, proprie di questi ambienti.
mediante apertura di buche di tutelare zone in cui questi animali pos-
Numerosi sono i siti d’intervento dislocati lungo l’intero litorale
300 mq per inserire specie er- sano vivere e riprodursi.
veneto, dalla foce del Tagliamento, a Nord, fino al delta del Po, a
bacee, arbustive e arboree au- La rete Natura 2000 è costituita dall’in-
Sud.
toctone; sieme dei siti Z.P.S. (Zone di Protezione
Notevole importanza, è attribuita alla sensibilizzazione del pub-
- Ripulitura dai rifiuti; Speciale) e S.I.C. (Siti di Importanza Co-
blico e degli operatori locali riguardo ai problemi ambientali e
- Eliminazione delle specie in- munitaria).
sui temi della conservazione degli habitat di interesse comunita-
festanti invasive. L’obiettivo di Natura 2000, ossia la con-
rio. Questa stessa pubblicazione, realizzata con fondi LIFE, si pro-
Gli interventi sono finalizzati a servazione della biodiversità, è perse-
prevenire e limitare i danni agli guito proteggendo gli habitat e le spe-
ambienti litoranei: cie d’interesse comunitario. I singoli siti
- posizionamento di staccionate però contengono solo una piccola parte
lungo i sentieri principali. di tali risorse, che si trovano frammen-
- messa in opera di cartelli a fi- tate su un vasti territori: si rende quindi
nalità educativa. necessaria la costituzione di una rete di
- costituzione di siepi di arbusti collegamento tra essi.
autoctoni. La gestione di un sito Z.P.S., S.I.C. o
Presso il Giardino Botanico Li- Z.S.C. deve rispondere ad un’unica fi-
toraneo il progetto LIFE ha con- nalità: salvaguardare l’efficienza e la
sentito tra l’altro di realizzare funzionalità ecologica degli habitat e/
un nuovo allestimento espositi- o specie alle quali il sito è “dedicato”
vo dedicato agli ambienti lito- contribuendo così a scala locale a rea-
ranei. lizzare gli obiettivi generali delle Diretti-
ve “Habitat” e “Uccelli”.
Rospo
 
Le specie invasive non autoctone LA VEGETAZIONE
come minaccia alla biodiversità CAP. 2 :
E GLI AMBIENTI
La presenza di piante esotiche invasive rappresenta una minaccia
per la biodiversità delle dune perchè, soppiantando le specie au-
toctone, fanno diminuire la ricchezza floristica di questi ambienti.
Per “specie invasive”, o alloctone, si intendono quegli elementi 2.1. VEGETAZIONE DELLE SABBIE
il cui luogo di origine è spesso assai lontano da quello di arrivo
Le piante dette psammofile (ossia “amanti del-
(spesso continenti diversi!). Il loro spostamento può derivare da la sabbia”) sono particolarmente attrezzate per
azioni volontarie (usi ornamentali, di produzione) o involontarie sopravvivere in ambienti limitanti come quelli
(trasporto con merci, destabilizzazione di ambienti naturali ecc...). delle spiagge.
amorpha fruticosa
Le dune litoranee sono un ambiente per natura instabile, con mol- Il problema maggiore è quello dell’acqua ma di
ti spazi lasciati liberi dalla vegetazione autoctona che vengono non poco conto risulta l’incoerenza del terreno
prontamente occupati dalle nuove arrivate. Le specie alloctone altamente mobile e spesso contenente alte per-
tendono a sottrarre spazio alle specie native che, in molti casi, centuali di sale, tossico e ustionante per i vege-
sono di grande interesse, in quanto rare oppure edificatrici di ha- tali.
bitat importanti.
Le specie invasive sono ormai presenti un po’ ovunque, anche nel
Giardino Botanico Litoraneo; si concentrano però nelle aree pros-
robinia pseudoacacia sime a luoghi fortemente antropizzati, quali dune fossili, golene
fluviali, valli. Tra le più importanti e vistose vanno annoverate le
specie legnose quali: la robinia (Robinia pseudoacacia), l’ai-
lanto (Ailanthus altissimus), l’amorfa (Amorpha fruticosa),
la fitolacca (Phytolacca americana) ed altre.
La yucca (Yucca aloifolia) sta invadendo molte zone del litorale
e sporadicamente si rinviene anche nel Giardino Botanico. È ben
riconoscibile per le foglie riunite a rosetta e l’alta, solitaria, spiga
di fiori biancastri.
oenothera biennis
Le specie erbacee sono numerose e difficilmente controllabili. Va
ricordata l’appariscente Enagra (Oenothera biennis), di origine
nordamericana, dai grandi fiori gialli.
Il contenimento delle specie vegetali esotiche è una pratica diffi-
cile e, soprattutto nel caso di quelle erbacee, non praticabile. Tra i
metodi di lotta vi sono la messa in atto di interventi diretti di con-
tenimento (tagli, asportazioni ecc.), e la limitazione del disturbo
dato dalla frequentazione sregolata delle dune, causa prima della
phytolacca americana
diffusione di questi ospiti indesiderati.
 
Il Cakileto (Salsolo-Cakiletum aegyptiacae) ceum) è una graminacea di 40-80 cm
d’altezza con un rizoma strisciante
La sabbia, nelle aree occupate dalle specie del cakileto, non è particolarmente lungo che è il princi-
particolarmente ricca di sale perché le piogge lo sciolgono e lo pale consolidatore delle dune.
trasportano in profondità. Il cakileto prende il suo nome da una Questa, e le altre specie che vivono in
pianta erbacea dai fiori rosa, Cakile maritima che forma graziosi ce- questo stesso ambiente, quali: Calyste-
spi (anche di dimensioni ragguardevoli) sulla spiaggia, accompa- gia soldanella (delicato convolvolo rosa
gnata da pochissime altre specie. Il cakileto è costituito da piante striato di bianco), Eryngium maritimum,
annuali che muoiono alla fine della stagione di crescita e si ripro- Ambrosia maritima e Echinophora spi-
ducono solo per seme. Tra le altre vi sono Salsola kali, Euphorbia pa- nosa, sono molto sensibili al calpesta-
ralias e Xanthium italicum (di quest’ultima ben si conoscono i frutti mento per cui comportamenti scor-
spinosi che si attaccano ai vestiti: le nappole). retti (motocross sulle dune, turismo
Elytrigia juncea (spiga)
selvaggio) possono far regredire la
vegetazione provocando la destabi-
lizzazione delle dune.

L’ammofileto (Echinophoro spinosae-


Ammophiletum arenariae)

Ammophila littoralis costituisce la causa


principale della formazione delle dune Calystegia soldanella

con i suoi cespi tanto fitti che riescono


ad ostacolare il trasporto eolico della
sabbia. È una graminacea con lunghi
rizomi e con fusti alti fino a 1 m in gra-
do di ricacciare prontamente anche se
coperta di sabbia (l’accumulo annuo
è di 10-20 cm): in tal modo si verifica
un continuo innalzamento dei cespi Cespo fiorito di Echinophora spinosa
e conseguentemente della duna. Ac-
compagnano l’ammofila altre specie
L’agropireto (Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei) quali l’eringio marittimo (Eryngium
maritimum) spinoso, di colore blu li-
Le specie che lo compongono riescono a consolidare superficial- vido; il finocchio marino (Echinophora
mente la sabbia perciò questa associazione è di fondamentale spinosa) che ha forti rizomi; l’apocino
importanza per gli stadi seguenti. Elytrigia juncea (=Agropyron jun- veneto (Trachomitum venetum).
Eryngium marittimum

 
La gramigna (Cynodon dactylon) compare invece nelle zone più in- Tortulo-scabioseto (Tortulo-Scabiosetum )
fluenzate dall’uomo.
A differenza delle associazioni precedenti sono qui presenti nu- Le specie caratteristiche che compongono l’associazione sono il
merose specie perenni dotate di organi di riserva sotterranei (ri- muschio Tortula ruralis s.l. (= Syntrichia ruralis) e la pianta erbacea
zomi, tuberi, bulbi). Scabiosa argentea.
Vegeta su dune arretrate, ormai stabilizzate e perciò è rinvenibile
anche sulle dune fossili dell’entroterra.
Il ruolo dei muschi e dei licheni è di fondamentale importanza per
mantenere l’umidità invernale nel sottile strato di suolo e favorire
così la germinazione dei semi.
Dal punto di vita naturalistico questa associazione è particolar-
mente importante perché è rinvenibile esclusivamente nell’alto
Adriatico e si può considerare quasi ovunque distrutta. La minac-
cia della pressione antropica è tanto maggiore se si pensa che, per
arrivare a questa fase stabile, è necessario un periodo di tempo
pari a circa 100 anni. L’associazione vanta una elevata ricchezza
di specie tra le quali alcune rarità come il fiordaliso di Tommasini
(Centaurea tommasinii). Purtroppo frequenti sono le specie esotiche
rinaturalizzate (Cycloloma atriplicifolia, Conyza canadensis, Oenothera
biennis).

Ammophila littoralis

Tortulo-scabioseto Lichene Cladonia rangiferina

10 11
Le dune 2.2. MACCHIA

Le dune sono corpi sabbiosi di origi- in parte alla precedente è quella che Macchia arbustiva a ginepro e olivello spinoso
ne eolica che si formano per azione distingue dune “bianche” e “gri- (Junipero-Hippophaetum fluviatilis)
del vento a contatto con il terreno. gie”: il diverso colore sta ad indica-
Il visitatore potrebbe confondere questa associazione, che si trova
La loro forma, altezza e estensione re, rispettivamente, la scarsità o la
solo fino alla Roma-
dipendono dalla direzione del ven- presenza di vegetazione e quindi di gna, con quelle tipiche
to, dal rifornimento di sabbia e dalla sostanza organica. È chiaro che solo della macchia mediter-
vegetazione. sulle dune fisse c’è la possibilità di ranea ma in realtà le
L’azione del vento è tanto più erosi- ospitare permanentemente le specie specie edificatrici sono
va quanto più ci si alza da terra per- vegetali. molto diverse.
ciò questo è un fattore determinante Le dune sono spesso soggette a for- Anch’essa rappresen-
per l’altezza della duna (di solito 3-6 ti processi degradativi causati dal- ta, però, una fase pre-
m) e anche per lo spostamento della l’erosione marina e eolica, da azioni cedente al bosco di
stessa. Le dune si dividono in mobili umane (motocross, disboscamento, sclerofille e ne acco-
e fisse a seconda che siano o meno turismo selvaggio) e perciò, in certi glie alcuni elementi.
La specie principale
stabili nella loro struttura e ospitino casi, si rende necessario provvedere
è Juniperus communis,
vegetazioni erbacee di tipo perenne. alla loro ricostituzione. alto fino a 6 m con galbule (strobili) aromatiche di color nero-az-
Un’altra divisione che si sovrappone zurro. Specie particolarmente adattabile il ginepro si trova lungo
le coste fino alle praterie alpine ed è particolarmente attrezzato
per combattere l’aridità e il vento.

L’olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) è anch’esso un arbusto


con drupe aranciate a forma di sfera.
Nella macchia vegetano numerose specie di orchidee, tra le più

Hippophae rhamnoides Juniperus communis

12 13
Specie aromatiche
della macchia e delle sabbie comuni si ricordano Orchis morio
Per pianta aromatica si intende una porazione. L’odore, intenso, ricorda e Ophrys sphecodes, quest’ultima
presenta fiori di forma curiosa
specie che all’interno di uno o più vagamente la liquirizia. È ben noto in
che richiamano gli insetti sia vi-
organi (foglie, fusto, frutti) possiede erboristeria per le sue numerose pro-
sivamente (forma ingannevole)
oli essenziali molto profumati o co- prietà e si può rinvenire in ambien- che con l’odore, simile a quello
munque dall’odore intenso. Gli oli es- ti molto diversi, anche alpini. Nelle delle femmine.
senziali sono residui del metabolismo zone aride e calpestate delle spiagge
della pianta, solitamente terpeni. Tra- si osservano spesso colonie di Am-
mite appositi canali escretori si river- brosia maritima piccola pianticella
sano all’esterno sottoforma di gocce annuale di aspetto insignificante ben
2.3. STAGNI, DEPRESSIONI INTERDUNALI
e evaporano diffondendo nell’aria. riconoscibile “a naso”. Anche l’as- E ZONE UMIDE
Nella storia dell’umanità queste senzio (Artemisia coerulescens),
Le depressioni hanno origine
piante hanno rivestito spesso ruoli dal caratteristico odore, potrebbe
dall’affioramento della falda a
importanti: dall’utilizzo come condi- passare inosservato a causa del- seguito dell’assestamento e ero-
mento dei cibi (si pensi al rosmarino l’aspetto poco attraente. sione delle sabbie posti tra due
o alla salvia) a strumenti di base per La ruchetta selvatica (Diplotaxis dune. Con il dilavamento dei
riti magici, religiosi, esorcistici e divi- tenuifolia) ha anch’essa piccoli fio- fianchi della duna si ottiene an-
natori. ri gialli ma appartiene alla famiglia che un arricchimento di particel-
Nella flora del Giardino Botanico si delle Crucifere (ora Brassicacee da le limose e argillose e a volte di
possono annoverare alcune specie Brassica genere a cui appartengono humus.
spontanee tra cui l’elicriso (Heli- i cavoli). È ben riconoscibile, oltre che La composizione floristica varia a
chrysum italicum), con vistosi fio- per il forte odore da rucola, perché i seconda della salinità dell’acqua
che in genere è sempre per nulla
ri gialli che compaiono in estate. La fiori hanno 4 petali aperti disposti a
o poco salata. Tra le specie princi-
pianta ha numerosi fusticini contor- croce. Si ritrova un po’ ovunque ma è
pali vanno annoveranti i giunchi
ti fittamente rivestiti di una peluria più facile da rinvenire nelle zone sec- (Juncus spp., Schoenus nigricans) e
biancastra viscosa che serve a pro- che, anche calpestate, lungo i litorali le cannucce tra cui quella di Ra-
teggerli dai raggi del sole e dall’eva- e sulle colline. venna (Erianthus ravennae). Questi
ambienti sono ormai rari a causa
delle bonifiche e dello sfrutta-
mento per la coltivazione di ortaggi. Potenzialmente potrebbero
arricchirsi di specie arboree e arbustive tolleranti l’umidità come
l’ontano nero (Alnus glutinosa), la frangola (Frangula alnus), pioppi,
salici fino ad arrivare alla presenza di farnia (Quercus robur) e car-
pino bianco (Carpinus betulus).

14 15
Helycrisum italicum Diplotaxis tenuifolia
Pino domestico e pino marittimo
2.4. PINETA Il pino domestico e quello marittimo vengono spesso confusi
perché presentano alcune caratteristiche comuni. In realtà,
Le selve costiere furono per lungo tem- se li si osserva attentamente, hanno tratti molto diversi che
po considerate sacre e rimasero inaltera- si cercherà di sintetizzare di seguito:
te fino all’epoca romana quando furono Pino marittimo (Pinus pinaster)
iniziate le prime opere di difesa dei lito- Forma della chioma (1): piramidale.
rali mediante l’impianto di pini. Già agli Fusto: diritto con rami a palchi.
inizi del II secolo a.C. esisteva, lungo il Aghi (2): a fascetti di 2 molto lunghi (fino a 20 cm) e pun-
litorale alto Adriatico un bosco misto di
genti.
leccio e pino.
Il pino domestico (Pinus pinea) non è au- Pineta di Pinus pinaster Pigna (3): lunga 10-20 cm e larga 5-8 a forma di cono. Sono
toctono delle zone ma potrebbe essere riunite a gruppi di 2-4 sul ramo. Squame con scudo pirami-
stato portato dai Paleoveneti che aveva- dale, carena trasversale rilevata, tagliente e umbone acumi-
no scambi commerciali con gli Etruschi. nato. Le pigne possono “nascere” anche dal fusto.
I rimboschimenti più intensi, quelli che Altre caratteristiche: sopporta meglio del pino domestico la
hanno dato origine alle pinete attua- concorrenza laterale delle altre piante.
li, risalgono ai primi decenni del 1900 e Pino domestico (Pinus pinea)
sono continuati dopo la seconda guerra Forma della chioma (1): globosa, a ombrello.
mondiale. Fusto: cilindrico con rami a palchi leggermente portati verso
Le pinete avevano la funzione di proteg- l’alto.
gere dai venti freddi (particolarmente la
Aghi (2): a 2 non pungenti lunghi 10-12 cm.
bora) le colture agricole retrostanti, e di
assicurare il consolidamento dei cordoni Cephalanthera longifolia Pigna (3): ovato-globose lunghe 8-14 cm e larghe 7-12 di
dunali litoranei. solito solitari. Squame resinose con scudo piramidale, carena
I pini, in particolare il pino marittimo, non tagliente e umbone grigiastro. Seme (pinolo) edule (4).
vennero preferiti in quanto, rispetto ad Altre caratteristiche: albero che preferisce vivere isolato.
altre specie, dimostravano maggior re-
sistenza all’opera dei venti e al terreno
scarso di elementi nutritivi.
Strobili del Pino domestico
2.5. LECCETA
Le pinete di pino marittimo e pino do-
mestico, in quanto fitocenosi pioniere, La lecceta, fitosociologicamente inclusa nell’alleanza Quercion ili-
appena hanno creato adeguate condi- cis, non è presente all’interno del Giardino Botanico Litoraneo di
zioni di microclima e di suolo, tendono Porto Caleri, sebbene nelle località vicine ne siano presenti ampi
a essere sostituite dalle specie indigene, lembi (bosco Mesola, bosco Nordio, Porto Fossone). Tale formazio-
sia arboree che arbustive. ne viene solitamente intesa come la fase finale della successione
finora descritta, la sua fase climax. Osservando il sottobosco del-
Strobili del Pino marittimo

16 17
la pineta del Giardino, si possono vedere numerosi alberelli con Salicornia
patula
Lo statice (Limonium serotinum), graziosa pianta
le foglie verde scuro, più o meno spinose ai lati, coriacee: sono dalla vistosa fioritura lilla, è tipica delle barene in
esemplari di leccio (Quercus ilex) che iniziano spontaneamente il cui riesce a vivere grazie alla capacità di espellere
processo di sostituzione della formazione artificiale. il sale assorbito mediante numerose cellule escre-
trici di fusto e foglie. É la pianta caratteristica del
limonieto (Limonium-Spartinetum maritimae).
La barena è un terreno pianeggiante sempre
umido e periodicamente sommerso, con le ma-
Limonium
ree, dalle acque salse. Lo statice è accompagnato
serotinum più o meno costantemente da Puccinellia palustris,
una graminacea alta quasi un metro con foglie
arrotolate su se stesse e da Aster tripolium.
Foglie e frutti del Leccio Rubia peregrina Quercus ilex
Gli zostereti (Zosteretum noltii) sono vegetazioni
di tipo acquatico.
2.6. VEGETAZIONE ALOFILA E ZONE UMIDE SALMASTRE Zostera
nana
Zostera noltii è una pianta marina, molto simile ad
un’alga nastriforme, che forma delle colonie an-
Quando la salinità del suolo supera l’1% si che molto estese sulle velme (zone lagunari che
compromette la vita di molte piante tranne emergono solo con le basse maree).
quelle tolleranti, definite appunto alofite o Il puccinelleto (Puccinellio palustris-Scirpetum com-
alofile (dal greco halòs, sale). Le vegetazioni pacti) e il fragmiteto (Phragmitetum communis) non sono presenti
di tipo alofilo si sviluppano prevalentemen- all’interno del Giardino Botanico se non in ridottissimi lembi e
te in aree il cui livello dell’acqua varia con sono associazioni tipiche di zone in cui l’acqua dolce si mescola
l’alternarsi delle maree. gradualmente con quella salata. Phragmites australis, meglio cono-
Gli adattamenti delle piante a questo am- sciuta come canna di palude, è forse tra le specie più tipiche della
biente avverso sono simili a quelli adottati vegetazione acquatica e nota anche al profano per il classico uso
per combattere l’aridità dato che l’alta con- dei culmi come elemento base nella costruzione di arelle. È curio-
centrazione di sale dell’acqua (alta pressio- so osservare che la cannuccia di palude non è strettamente legata
ne osmotica) rende difficile l’estrazione dei all’ambiente marino potendo essere rinvenuta fino a 2000 m di
Barena nutrienti dal suolo. In particolare si osserva- altitudine sia in acqua dolce che salata. Tra le altre specie va men-
no specie succulente e annuali o sospensioni dell’attività vegetati- zionato Bolboschoenus maritimus alto fino a 1 m che può vegetare
va, in estate, in quelle perenni. in luoghi umidi sia dolci che salmastri.

Il salicornieto (Salicornietum venetae) è un’associazione rinvenibile


al margine delle lagune e composta quasi esclusivamente da una
piccola pianta succulenta: la salicornia (Salicornia veneta, Salicornia
patula) e la Suaeda maritima.
Barena Barena Enula bacicci

18 19
CAP. 3 : LA FAUNA scuro. Sembrano abbandonate
Sterna sulla sabbia ma i genitori le os-
albifrons
servano attentamente da breve
La fauna rappresenta la parte “mobile” dell’ecosistema ed è quin- distanza. Il gabbiano comune
di difficilmente associabile ad un unico ambiente specialmente per (Larus ridibundus) e il gabbiano
quanto riguarda i gruppi più evoluti quali gli uccelli e mammiferi. reale (Larus argentatus) possono
Tuttavia è possibile delineare la zoocenosi tipica di ogni habitat essere visti (e sentiti dato i loro
senza lo scopo di fornire una rigida analisi etologica ma piuttosto forti richiami) sorvolare queste
di indicare le specie che possono essere più facilmente avvistate zone con ampi cerchi. Il grazio-
dal visitatore. so fraticello (Sterna albifrons) spesso frequenta le dune bianche.
In certi periodi dell’anno si potranno osservare miriadi di piccole
chiocciole striate (in particolare Theba pisana) ricoprire letteral-
3.1. ZOOCENOSI DELLE SABBIE mente la vegetazione (culmi di ammofila e altre erbe secche) per
Granchio sottrarsi alla calura della sabbia. La grande quantità di gusci vuoti
Sulla zona di battigia è contribuisce ad arricchire di calcio il suolo.
possibile osservare per lo Con l’evoluzione della duna, in particolare nella duna grigia rico-
più animali di passaggio perta dal muschio Tortula ruralis e dal lichene Cladonia, si osserva
che vengono ad alimen- un aumento della componente
tarsi tra i detriti portati Lucertola
campestre zoocenotica, specialmente per
dalla corrente, come le quanto riguarda i rettili e gli
vespe o i gabbiani o pic- insetti.
coli granchi erranti trasci- Fra i rettili, la specie tipica di
nati dalle onde del mare. queste zone è la lucertola cam-
Forse l’unico insetto che pestre (Podarcis sicula), nelle
riesce a frequentare abi- zone dove la vegetazione è più
tualmente la battigia è la fitta si può rinvenire anche il ra-
cicindela (Cicindela sp.) un coleottero dai riflessi metallici che si marro (Lacerta viridis) che spicca
ciba di piccoli molluschi e crostacei. per i suoi vivissimi colori verde
Diversa è invece la situazione di spiaggia Ramarro
e azzurro. La lucertola muraio-
più interna, corrispondente alla zona la (Podarcis muralis) invece fre-
del cakileto, dell’agropireto e dell’am- quenta le zone maggiormente
mofileto. soggette alle influenze antro-
Sulle sabbie delle dune costiere nidifica- piche.
no alcune specie di uccelli come il frati-
no (Charadrius alexandrinus); con un po’
di fortuna è possibile rinvenire, a terra,
le sue uova marroncine picchiettate di
Cicindela

20 21
3.2. LA MACCHIA rhamnoides).
Altri arbusti importanti per l’avifauna e i micromammiferi sono il
La vegetazione composta da numerose specie arbustive, come la ligustro (Ligustrum vulgare), il ginepro, l’agazzino (Pyracantha coc-
macchia, con qualche esemplare arboreo isolato, costituisce un cinea), il crespino (Berberis vulgaris) e tantissime altre specie tra cui
ottimo ambiente per molte specie di animali. Le attrattive sono merita menzione il rovo (Rubus sp.).
numerose: possibilità di riparo e nidificazione nei fitti cespugli Tra gli insetti, troppo numerosi per essere citati tutti, si ricorda
spesso spinosi, presenza di abbondante cibo (specialmente per solo il formicaleone (Myrmeleon sp.) che attira altri insetti (special-
l’avifauna) in autunno. mente le formiche) nella sua trappola a forma
Le spine forniscono anche la possibilità di fungere “da dispensa” di cono costruita sulla sabbia. Le vittime ca-
per l’averla piccola (Lanius collurio) che vi infilza le sue piccole pre- dono nel buco e non riescono più ad uscirvi
de. divenendo prede delle sue forti mandibole.
In queste fascie arbustive sono presenti diverse specie di rettili: ol- Moltissime sono le farfalle con specie e colori
tre al ramarro, alla lucertola muraiola e alla lucertola campestre, diversi.
Vanessa atalanta
si può rinvenire anche la vipera comune (Vipera aspis), presente
negli ambienti termofili del litorale veneto con le uniche popola- 3.3. DEPRESSIONI INTERDUNALI
zioni planiziali relitte.
Gli uccelli sono la componente faunistica più visibile e attiva nella I piccoli stagni che si creano in
loro costante ricerca di cibo. questi avvallamenti essendo costi-
tuiti d’acqua dolce ospitano una
fauna molto simile a quella di fos-
si e canali.
Sono perciò molto rappresentati
gli anfibi come il rospo smeraldino
(Bufo viridis), il rospo comune (Bufo
bufo), la raganella (Hyla arborea) la
rana verde (Rana klepton esculenta), Rana agile

la rana agile (Rana dalmatina), nonché alcuni rettili acquatici come


la biscia d’acqua (Natrix natrix) e la testuggine palustre (Emys orbi-
cularis), una specie in diminuzione nel resto della pianura (inclusa
Il gheppio (Falco tinnunculus) può essere scorto nell’atto di librarsi nella Direttiva “Habitat”).
immobile nell’aria, fermo nello stesso punto, volo che viene detto Nel 2005 è stata scoperta una popolazione di pelobate fosco ita-
“a spirito santo”. liano (Pelobates fuscus insubricus). Questo anfibio è endemico della
L’upupa (Upupa epops) si può scorgere a terra alla ricerca di insetti, Pianura Padana, dove vive in boschi, aree agricole e risaie predili-
numerosi passeriformi passano velocemente da un ramo e l’altro gendo i terreni sabbiosi. Si differenzia da rane e rospi per la pupil-
di ginepro mentre tordi e colombacci risultano irresistibilmen- la verticale e per le grendi dimensioni che possono raggiungere i
te attratti dalle bacche arancioni dell’olivello spinoso (Hippophae suoi girini, fino a 10 cm. Trascorre gran parte della vita infossato

22 23
Le tartarughe
La testuggine palustre (Emys orbicula-
nel terreno e per questo motivo il suo monitoraggio è piuttosto ris) è l’unica tartaruga acquatica italiana.

Emys orbicularis
difficoltoso. Il pelobate fosco è tra gli anfibi italiani a maggior Era comune in Veneto fino a pochi anni fa
rischio di estinzione ed è tutelato da numerose leggi internazio- (nell’800 i pescatori ne catturavano ogni
nali. anno 200.000 esemplari!) e oggi è consi-
Oggetto di attrazione e interesse (protette anche dalla Dir. “Ha- derata uno dei rettili italiani più minaccia-
bitat”) sono anche le tartarughe, in particolare la tartaruga di pa- ti di estinzione. Il carapace è lungo 15-25
lude (Emys orbicularis) e la tartaruga comune (Testudo hermanni). Al
cm e il peso dell’animale non supera, in
Giardino Botanico litoraneo, in particolare è possibile osservare la
tartaruga Emys orbicularis.
genere il chilogrammo. Gli animali giova-
Con un po’ di silenzio e attenzio- Le testuggini rinvenibili negli ambienti ni si riconoscono per delle punteggiature
Martin
pescatore ne è possibile scorgere il martin litoranei appartengono essenzialmente a gialle su collo, arti e capo. Molto spesso, a
pescatore (Alcedo atthis) mentre due specie: Testudo hermanni e Emys causa della lunga permanenza in acqua,
dà prova delle sue abilità di pro- orbicularis (di cui nel vicino Bosco Nor- sulla corazza esterna si sviluppano delle
vetto pescatore: questo uccello dio vi è un centro di conservazione-rein- alghe filamentose che ne aumentano il
dai colori sgargianti resta appol- troduzione). mimetismo. La testuggine palustre euro-
laiato su un ramo proteso sul- Testudo hermanni può raggiungere pea, a differenza della precedente, è car-
l’acqua aspettando le sue prede i 700 m s.l.m. e abita vari ambienti, sia nivora. Si nutre di invertebrati, rane e giri-
(piccoli pesci ecc...) che poi acchiappa con rapidi tuffi. ni, piccoli pesci, pulcini di uccelli palustri.
umidi che secchi. Le dimensioni del ca-
Molti molluschi vivono dentro e attorno alle acque dolci: tra quel-
rapace possono variare di lunghezza da In inverno cala in letargo.La vita di una
li che vivono nell’acqua si possono citare varie specie di Lymnaea
che possiedono una conchiglia a spirale. Tra i molluschi terrestri 11 a 25 cm ma la larghezza è general- tartaruga può essere veramente lunga: ci
ci sono le comuni chiocciole (ad es. Cryptomphalus aspersus) e le mente di 12-13 cm. Resiste molto bene sono casi documentati di animali arrivati
limacce. alla siccità e da ottobre alla fine di aprile a 130 anni.
Libellule
Tra gli insetti, vanno citate per i (con variazioni locali e stagionali) cade La sua sopravvivenza è minacciata non
colori spesso sgargianti, le libel- in letargo. Solitamente assume una die- solo dall’azione umana ma anche da spe-
lule. Quelle che comunemente ta vegetariana ma se si trova in carenza cie concorrenti (Mauremys caspica e
vengono definite “libellule” ap- di proteine può anche andare a caccia di Trachemys scripta elegans) introdotte
partengono in realtà a numerosi lombrichi e piccoli insetti. originarie del Mar Caspio e della Florida.
generi: Platycnemis ossia le classi-
che libellule azzurre; Calopteryx
che hanno macchie nere sulle ali; Ischnura dal corpo filiforme, Anax 3.4. LA PINETA
a cui appartiene Anax imperator, la specie più grande e conosciuta
e molti altri. Le libellule possono considerarsi vere e proprie “mac- La pineta offre un notevole biospazio colonizzabile dalla fauna.
chine da guerra”volanti in quanto, a dispetto delle loro forme I microorganismi del suolo hanno un’elevata possibilità di svilup-
fragili ed eleganti, sono voraci predatori. Le larve di libellula, che parsi, nella lettiera e nei primi strati del suolo. É possibile rico-
vivono nell’acqua, sono ancora più voraci e dispongono di due noscere nella pineta più strati di vegetazione che corrispondono
robuste mandibole per agguantare girini e piccoli pesci.

24 25
ad altrettante nicchie colonizzabili quali la chloris) e l’upupa (Upupa
vegetazione erbacea del sottobosco, lo stra- epops) che caccia larve di
to dei fusti più o meno nudi e lo strato, più processionaria. Fuori dal
alto, delle chiome. periodo riproduttivo pos-
Prospera l’entomofauna con specie stretta- sono prendere riposo tra
mente legate agli aghi o a giovani rametti le chiome il crociere (Lo-
come gli afidi lacnidi Cinara sp. e Leucaspis sp. xia curvirostra), il beccafico
nonchè il coleottero Tomicus piniperda (=Bla- (Sylvia borin) e il pettirosso
stophagus piniperda) specialmente sul pino (Erithacus rubecula).
marittimo. Numerosi sono anche i lepidot- Il pigliamosche (Muscicapa
teri come la processionaria del pino (Thau- striata) può essere avvistato anche non molto distante dal Centro
matopoea pityocampa) dalla larva urticante e Visite mentre colombaccio (Columba palumbus) e tortora dal col-
Rhyacionia buoliana su giovani pinete. Le spe- lare orientale (Streptotelia decaocto) si fanno ben udire con il loro
cie citate in particolari condizioni possono monotono canto. Tra i rapaci diurni vi sono la poiana (Buteo buteo)
diventare infestanti minacciando la salute e e lo sparviere (Accipiter nisus).
la stabilità delle pinete. Una specie di grande interesse per l’Unione Europea, che nidi-
Tra i coleotteri curculionidi, caratterizzati da fica in quest’area è il succiacapre (Caprimulgus europaeus) uccello
un lungo “becco” sul capo che li fa assomi- mimetico e notturno. Notturni sono anche il gufo (Asio otus) e la
gliare a piccoli elefanti, si ha Pissodes nota- civetta (Athene noctua).
tus. I rettili presenti sono gli stessi della macchia con l’aggiunta del
Le formiche, quali Camponotus vagus, pro- biacco maggiore (Coluber viridiflavus). Anche i mammiferi, per la
sperano fra la lettiera e possiedono, nell’ecosistema forestale, un maggior parte di piccole dimensioni, possono trovarsi in entrambi
ruolo di fondamentale importanza: possono essere assimilate agli gli ambienti. Sono il riccio (Erinaceus europaeus), la talpa (Talpa eu-
“spazzini” del bosco che rimuovono ogni tipo di residuo. La pre- ropaea), il topo selvatico (Apodemus sylvaticus), il moscardino (Mu-
senza di formiche e insetti del legno e della corteccia costituisce scardinus avellanarius), la donnola (Mustela nivalis), la faina (Martes
la base alimentare di numerosi animali. Gli uccelli, come sempre, foina), il tasso (Meles meles), la lepre (Lepus europaeus), la volpe
sono quelli che maggiormente approfittano di questi cibi spesso (Vulpes vulpes). Sono stati segnalati rari esemplari di daino (Dama
difficili da raggiungere. Tra di essi il picchio rosso maggiore (Den- dama) probabilmente provenienti dall’isola di Albarella dove la
drocopos major) si può udire mentre batte sui tronchi di piante specie, non autoctona, è presente in stato di semilibertà.
morte o in grave stato di salute per ricercare larve di Pissodes.
Spesso infigge anche singoli semi di pino domestico in fori prati-
cati nella corteccia per romperli.
Nidificano tra i pini il cuculo (Cuculus canorus), l’usignolo (Luscinia
megarynchos), la capinera (Sylvia atricapilla), il merlo (Turdus merula),
la gazza (Pica pica), il cardellino (Carduelis carduelis) ed il fringuello
(Fringilla coelebs), il verzellino (Serinus serinus), il verdone (Carduelis
Biacco Moscardino (Muscardinus avellanarius) Daino (Dama dama)

26 27
3.5. LA LECCETA ce non è però una specie autoctona: è stata importata dall’Asia
attorno agli anni ’80 ed è ora abbondantemente allevata, essendo
La lecceta è una formazione mol- la varietà di vongola più richiesta dai consumatori. La Tapes phi-
to fitta che offre scarso o nullo lippinarium minaccia di soppiantare la comune vongola adriatica
sottobosco e con una ricchezza (Tapes decussatus) anche perché ha mostrato altissimi tassi di ripro-
specifica piuttosto bassa. Dove è duzione anche fuori dagli allevamenti.
più abbondante il leccio sono fa- I mammiferi che vivono stabilmente in questi habitat sono piut-
voriti gli animali in grado di nu- tosto rari, eccezion fatta per il surmolotto (Rattus norvegicus) e la
trirsi delle ghiande come i micro- nutria (Myocastor coypus).
mammiferi e alcuni uccelli quali Gli uccelli invece risultano la categoria più facilmente contattabile
Ghiandaia
la ghiandaia (Garrulus glandarius). dal visitatore. L’avifauna acquatica ha sviluppato numerosi adat-
Comunemente si incontrano la gazza (Pica pica) e la cornacchia tamenti per la ricerca del cibo: le caratteristiche più evidenti sono
grigia (Corvus corone cornix) mentre molto più schivi sono il ri- la forma delle zampe (palmate per nuotare, con dita allargate per
gogolo (Oriolus oriolus) dal richiamo molto riconoscibile, simile al sostenersi sul fango, molto lunghe per poter cacciare anche su
suono di un flauto, e il luì piccolo (Phylloscopus collybita) che come consistenti spessori d’acqua) e del becco (appuntito per infilzare
dice il nome si aggira tra il fogliame “alla scoperta” di piccoli in- il pesce, spatolato per ricercare tra la melma del fondo, ricurvo
setti. Il picchio rosso maggiore e la cinciallegra (Parus major) sono ecc...).
comuni anche in molte altre formazioni. Le anatre, come il fischione (Anas penelope), e gli svassi, quali lo
svasso maggiore (Podiceps cristatus), lo svasso piccolo (Podiceps
nigricollis), il tuffeto (Tachybaptus ruficoliis)
3.6. ZOOCENOSI DELLE ZONE SALMASTRE sono spesso osservabili sulla laguna di Ca-
leri, di fronte all’ingresso del Giardino Bo-
Trattando delle zone salmastre vanno citati innanzitutto gli ani-
tanico.
mali strettamente acquatici come i pesci. Il loro numero e la loro
Ben riconoscibili sono anche gli ardeidi a
varietà sono però tanto ampi che ci si limiterà a menzionare le
cui appartengono la bianca garzetta (Egret-
specie più comuni.
ta garzetta) e l’airone cinerino (Ardea cine-
Nelle sacche e nelle valli vivono l’orata (Sparus aurata), il branzi-
rea).
no (Dicenthrarchus labrax), la passera di mare (Platichthys flesus), il
Sulle acque basse è possibile rintracciare il
latterino (Atherina boyeri), il cefalo (Mugil sp.) e l’anguilla (Anguilla
cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus)
anguilla).
mentre avanza a passi lenti ed eleganti alla
Nelle ondulate distese di sabbia, coperte da un sottile velo d’ac-
ricerca di cibo e l’avocetta (Recurvirostra
qua, che emergono con le basse maree, è caratteristica la presen-
avosetta).
za dei molluschi bivalvi.
Tra gli uccelli svernanti va annoverato il cor-
Le rappresentanti più celebrate di questa categoria, almeno dal
morano (Phalacrocorax carbo) i cui esemplari
punto di vista culinario, sono sicuramente la vongola verace (Ta-
si scorgono spesso appolaiati sulle briccole
pes philippinarum) e la cozza (Mytilus galloprovincialis) che richiede
simili a macchie nere e lucenti.
materiali duri su cui ancorarsi, come le briccole. La vongola vera-
Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus)

28 29
MANUALE DEL BUON VISITATORE
Consigli utili
-munirsi di calzature comode (i percorsi possono essere piuttosto
lunghi, specialmente per persone anziane e non allenate);
-tutti i percorsi sono all’aperto senza possibilità di riparo, in caso
di maltempo si consiglia un vestiario adeguato;
-prepararsi adeguatamente visitando la piccola mostra allestita
all’interno del centro visite e/o con la lettura di depliant informa-
tivi (è importante capire quello che si vede!)

ACCENDERE ANDARE ANDARE ABBANDONARE DANNEGGIARE


FUOCHI IN BICI E MOTO IN AUTO I SENTIERI LA FLORA

DISTURBARE CAMPEGGIARE CACCIARE PESCARE PROVOCARE


LA FAUNA RUMORI
MOLESTI

ANDARE FUMARE INTRODURRE DANNEGGIARE ABBANDONARE


A CAVALLO ANIMALI NON LE STRUTTURE RIFIUTI
A GUINZAGLIO

Per informazioni e prenotazioni Indirizzi utili:


a visite guidate: Servizio Forestale Regionale
Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po per le Province di Padova e Rovigo
Via G.Marconi, 6 Passaggio L. Gaudenzio 1 , 35131 Padova
45012 Ariano nel Polesine (RO) Tel. 049/8778200 fax 049/8778227
tel.: 0426 380904 – 0426 372261 – 0426 372202 e-mail:forestalepd@regione.veneto.it
fax: 0426 373035 www.regione.veneto.it
e-mail: info@parcodeltapo.org
www.parcodeltapo.org Giardino Botanico Litoraneo del Veneto
Località Porto Caleri-Rosolina Mare
Rosolina (RO)
Tel/fax 0426/68408

Realizzato dal Servizio Forestale Regionale per le Province di Padova e Rovigo nell’ambito del progetto LIFE NATURA 2003
“Azioni concertate per la salvaguardia del litorale veneto”

30

Potrebbero piacerti anche