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Biologia Ambientale, 36: es 24-44 (2022)

DOI 10.30463/es221.003

Autoctonia della trota peninsulare Salmo ghigii nell’arco


alpino: stato attuale delle conoscenze e rischi associati alle
semine di “trota fario mediterranea” in Nord Italia

Gianluca Polgar*, Mattia Iaia, Pietro Volta


Istituto di Ricerca Sulle Acque (IRSA)–CNR, Largo Tonolli 50 – 28922 Verbania Pallanza, VB, Italia
* Referente per la corrispondenza: gianluca.polgar@irsa.cnr.it
Pervenuto il 30.6.2022; accettato il 8.7.2022

Riassunto
La trota peninsulare, comunemente denominata “trota fario mediterranea” e qui classificata come Salmo ghigii, ricopre
un ruolo importante nell’acceso dibattito in corso sui ripopolamenti ittici. La normativa italiana definisce autoctone specie
o popolazioni differenziate che appartengono alla flora o fauna di una determinata area, o che vi sono giunte senza l’inter-
vento dell’uomo. Definisce alloctone specie o popolazioni differenziate che non appartengono alla flora o fauna originaria
di una determinata area, ma che vi sono giunte per l’intervento volontario o involontario dell’uomo. In Italia si definisco-
no “parautoctone” specie non originarie del territorio italiano introdotte e naturalizzate in Italia prima del 1500, oppure
introdotte e naturalizzate altrove prima del 1500 e successivamente arrivate in Italia senza l’intervento dell’uomo. Questo
concetto è attualmente applicato, per legge, alle sole specie omeoterme (mammiferi e uccelli). L’unico salmonide autoc-
tono ad ampia diffusione nella regione alpina e subalpina italiana è la trota marmorata (S. marmoratus). Forti evidenze
scientifiche indicano che S. ghigii sia autoctona solo nelle Alpi Sud-occidentali (Marittime e Cozie) e che l’introduzione di
materiale d’allevamento di origine varia generalmente denominato “trota fario mediterranea” in altre aree di questa regio-
ne ponga alti rischi di introgressione ibrida con S. marmoratus. Queste introduzioni rischiano anche di compromettere
futuri tentativi di comprendere meglio la storia filogeografica dei salmonidi nativi italiani e perialpini. Per questi motivi, si
propone per le popolazioni autoctone di S. ghigii la massima attenzione conservazionistica e allo stesso tempo la massima
cautela circa il suo utilizzo in attività di ripopolamento. In generale, le popolazioni di salmonidi italiani nativi dovrebbero
essere sempre gestite come Unità Evolutivamente Significative, a scala di bacino e sottobacino.
PAROLE CHIAVE: parautoctonia / specie parautoctone / trota fario mediterranea / specie native / specie non native / alloc-
tonia / autoctonia / semine / alieutica / pesca sportiva / impianti ittiogenici / ibridazione

Autochthony of the peninsular trout Salmo ghigii in the Alpine region: state of art and risks associated
with stocking of the “Mediterranean brown trout” in northern Italy
The peninsular trout, commonly referred to as the “Mediterranean brown trout” and here classified as Salmo ghigii, has an
important role in the ongoing conflict on fish stocking. The Italian law defines as autochthonous species or differentiated
populations that are part of the original flora or fauna of a certain area, or that arrived there without human intervention.
It defines as allochthonous species or differentiated populations that are not a part of the original flora or fauna of a cer-
tain area, but arrived there due to intentional or accidental human intervention. In Italy, the law defines as “parautochtho-
nous” those species that are not a part of the original flora or fauna of a certain Italian territory, but were here introduced
and naturalised before 1500, or were introduced elsewhere before 1500 and arrived in Italy without human intervention.
This concept is presently only applied, by law, to homeotherms (mammals and birds). The only autochthonous and widely
distributed salmonid in the Alpine and subalpine Italian region is the marble trout (S. marmoratus). There is strong sci-
entific evidence that S. ghigii is autochthonous only in the South-western Alps (Maritime and Cottian Alps), and that the
introduction of stocked “Mediterranean brown trout” of variable origin in other areas of this region implies high risks of
introgressive hybridization with S. marmoratus. Such introductions also risk compromising future attempts of better un-
derstanding the phylogeographic history of native Italian and Alpine salmonids. For these reasons, we propose to dedicate
to native populations of S. ghigii the utmost attention and caution, when utilising it for stocking activities. In general, Ital-
ian salmonid populations should always be managed as Evolutionary Significant Units, at the basin and sub-basin scales.
KEY WORDS: parautochthony / parautochthonous species / Mediterranean brown trout / native species / non-native spe-
cies / allochthony / autochthony / stocking / recreational fishing / sportfishing / fish-culture industry / hybridisation

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P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino 25

1. Introduzione bitat 92/43/CE (Council Directive, le 100 specie invasive più danno-
Negli ultimi 150 anni, le co- 1992) con il DPR 357/97 e delle sue se a livello mondiale (Lowe et al.,
munità ittiche di laghi e corsi d’ac- successive modifiche e, dall’altro, 2000). Tuttavia, la suddetta lista
qua italiani hanno subito profonde le indicazioni normative inerenti ha profondamente scontentato
trasformazioni a causa del degrado agli impianti ittiogenici che opera- gli interessi gestionali della fau-
degli ambienti lacustri e fluviali e no con lo scopo di fornire materia- na ittica italiana e in particolare,
dell’introduzione* di specie alloc- le ittico da ripopolamento (incuba- quelli legati alle semine di salmo-
tone (sezione 5). Alcune di queste toi di valle; MSAL, 2014). Queste nidi. In seguito alla pressione po-
ultime, come i coregoni (genere due normative sono ispirate al me- litica effettuata dalle principali as-
Coregonus Linnaeus, 1758), sono desimo principio, ovvero quello di sociazioni di pesca sportiva, sono
diventate parte importante dell’e- conservare non solo le specie, ma stati prodotti nuovi cambiamenti
conomia dei territori localizzati in- anche e soprattutto la diversità lo- normativi in materia di semine di
torno ai grandi laghi italiani, costi- cale delle singole specie, vale a dire pesci alloctoni. Un recente emen-
tuendone un elemento distintivo le singole popolazioni. damento (SDR, 2022) alla Leg-
e peculiare (Dionigi et al., 2022). Nel primo caso, l’introduzio- ge di Bilancio 2022 (PDR, 2021)
Altre, come la trota fario atlantica ne di specie e popolazioni allocto- ha però autorizzato fino al 2023
Salmo trutta Linnaeus, 1758, sono ne (DPR, 1997, MATTM, 2020) è Regioni, Province e Parchi all’im-
oggetto di intensa pesca sportiva, stata vietata, a meno che uno spe- missione nelle acque pubbliche
in particolare nei torrenti dell’arco cifico studio del rischio non valu- delle specie alloctone la cui im-
alpino. L’introduzione ed intensa ti la “probabilità di insediamento missione era già consentita nel-
propagazione di specie ittiche al- della specie (…) nell’area di im- le carte ittiche prima del decreto
loctone ha apparentemente contri- missione e di diffusione nelle aree dell’aprile 2020. Il Ministero del-
buito a favorire lo sviluppo econo- circostanti”, analizzi i “possibi- la Transizione Ecologica ha poi
mico di molti territori depressi del li rischi diretti e indiretti (…) su specificato (MiTE, 2022) che l’in-
Paese, quali aree rivierasche dei specie selvatiche autoctone, spe- troduzione intenzionale di specie
grandi laghi e comunità collinari e cie allevate e habitat naturali” e i e di popolazioni non autoctone è
montane dell’Italia centro-setten- “possibili benefici ambientali ed comunque vietata, a esclusione
trionale. D’altro canto, le massic- ecologici”, pianifichi piani di “mo- di quelle specie autorizzate prima
ce introduzioni di specie alloctone nitoraggio (…) per valutare gli ef- dell’emanazione del Decreto del
hanno contribuito in molti casi ad fetti dell’immissione” e “di inter- 2 Aprile 2020 (MATTM 2020)
alterare sia la struttura ecologica venti gestionali nel caso di impatti e cioè, si presume, autorizzate
delle comunità ittiche che la strut- negativi imprevisti”, descrivendo secondo le modalità previste dalla
tura genetica delle popolazioni au- le “ragioni di rilevante interesse normativa sovraordinata (n.d.a.).
toctone. Questo è particolarmen- pubblico, connesse a esigenze di Nel secondo caso, il Ministe-
te evidente nei salmonidi, a causa tipo ambientale, economico, so- ro della Salute (MSAL, 2014) ha
della diffusa interfertilità fra le di- ciale e culturale” (MATTM, 2020). descritto e regolato le funzioni dei
verse specie del genere Salmo (per Per quanto riguarda la fauna itti- cosiddetti “incubatoi di valle”, as-
es., Sanz, 2018; Segherloo et al., ca, sempre nel 2020, il Ministe- segnando loro obiettivi unicamen-
2021). ro della Transizione Ecologica ha te conservazionistici. Tali linee
Per fare fronte al sempre più proposto, con il supporto tecnico- guida sono state recepite a livello
drammatico problema della ero- scientifico dell’Associazione Italia- regionale in modo specifico (per
sione della biodiversità nativa e na Ittiologi Acque Dolci (AIIAD) e es., Regione Piemonte, 2015). Gli
arrestarne il processo di declino, dell’Istituto Superiore per la Pro- incubatoi di valle devono contribu-
la normativa ambientale italiana, tezione e la Ricerca Ambienta- ire alla conservazione della diver-
già a partire dalla fine del XX seco- le (ISPRA) (Maturani, 2021), una sità delle popolazioni ittiche autoc-
lo, si è espressa in modo chiaro sui lista di specie ittiche autoctone tone, anche di interesse alieutico,
rischi associati alla introduzione e alloctone di interesse alieuti- mediante la riproduzione artificia-
di specie o popolazioni alloctone. co. In questa seconda categoria è le di pesci provenienti dallo stesso
Espressione di ciò sono, da un lato, stata inclusa la trota fario atlanti- bacino di riferimento. Contraria-
il recepimento della Direttiva Ha- ca S. trutta Linnaeus 1758, colon- mente agli impianti di allevamento
na portante della pratica alieuti- a ciclo chiuso, gli incubatoi di val-
* Per la puntuale definizione dei termi- ca sportiva italiana per quasi due le non possono avere finalità com-
ni sottolineati si rimanda al Glossario. secoli e identificata come una fra merciali e la stabulazione dei pesci

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(per es. riproduttori) per più di sei fare chiarezza sulla autoctonia del- (D-loop) ha consentito, nell’am-
mesi deve essere autorizzata dagli la trota peninsulare S. ghigii nell’I- bito del cosiddetto Salmo trutta
Enti competenti, previa identifica- talia settentrionale, in questo con- complex, di distinguere diverse li-
zione degli esemplari che rimango- tributo ci proponiamo di passare nee evolutive di geni caratterizza-
no nell’incubatoio, ad es. mediante in rassegna le attuali conoscenze te da diversi aplogruppi (per es.,
microchip. scientifiche relative alla sua distri- AT o “Atlantico”, MA o “Marmo-
Le trote, oggetto di ripopola- buzione, alla sua storia demografi- ratus”, ME o “Mediterraneo”, AD
mento da almeno 150 anni, si tro- ca e filogeografica e ai rischi asso- o “Adriatico”, DA o “Danubia-
vano al centro del dibattito. Da un ciati alla sua gestione, nel contesto no”; Bernatchez et al., 1992; Ber-
lato vi è la necessità di proteggere della normativa ambientale oggi in natchez 2001; Sanz, 2018; Fig. 1),
e conservare la diversità ecologica vigore. Discutiamo infine i rischi e di ricostruire la loro storia nello
e genetica di quanto rimane del- potenzialmente associati ad atti- spazio e nel tempo. Tuttavia, alcu-
le popolazioni native di salmoni- vità di ripopolamento e reintrodu- ne ricostruzioni filogenetiche e fi-
di italiani, dall’altra la volontà di zione di questa specie. logeografiche basate su geni nu-
continuare a sfruttare le risorse cleari sono discordanti con quelle
ittiche delle acque interne per la 2. Stato della trota peninsula- fatte utilizzando geni mitocon-
pesca, utilizzando i ripopolamen- re (Salmo ghigii) nella regio- driali (Pustovrh et al., 2011; 2014;
ti per incrementare artificialmente ne alpina italiana Segherloo et al., 2021). Questo fe-
la produttività ittica naturale an- L’avvento della biologia mo- nomeno è comune quando popo-
che in quegli ambienti dove la ri- lecolare applicata all’ittiologia e lazioni o specie incipienti si dif-
produzione naturale si svolge con alla tassonomia ha rivoluzionato ferenziano parzialmente durante
successo. la conoscenza dell’ecologia ed evo- periodi di isolamento geografico
Al centro del dibattito sulle luzione dei salmonidi. L’utilizzo e poi, ancora interfertili, rientra-
trote del Nord Italia, un ruolo im- di alcuni marcatori mitocondriali no in contatto, ibridandosi e per-
portante viene ricoperto dalla “tro-
ta fario mediterranea”, qui chiama-
ta “trota peninsulare” e classificata
come Salmo ghigii Pomini, 1941
(Zanetti et al., 2013; Lorenzoni et
al., 2019; Polgar et al., 2022), re-
centemente introdotta in molte
acque del Nord Italia come “tro-
ta fario mediterranea” nativa (per
es., Gibertoni e Pensierini, 2008)
e considerata un’alternativa “so-
stenibile” alla trota fario atlantica
non nativa. La diffusione di questa
trota è ancora oggi facilitata dalla
comunicazione alle associazioni di
pescatori ed Enti preposti alla ge-
stione delle acque interne che il
suo areale di distribuzione natura-
le si estenda in un’ampia area ge-
ografica ad ovest del Lago di Gar-
da (Gibertoni et al., 2014; Esposito
et al., 2022; D’Agaro et al., 2022). Fig. 1. Distribuzione geografica approssimativa delle linee mitocondriali (aplo-
Questa informazione si basa uni- gruppi della regione di controllo del D-loop) del S. trutta complex, S. obtusiro-
stris (Heckel, 1851) e S. ohridanus Steindachner, 1892; cerchi arancioni: linea
camente su una narrativa divul-
MA o “Marmoratus”; cerchi azzurri: linea ME o “Mediterranea”; cerchi neri: S.
gativa ad oggi priva di supporto obtusirostris; cerchi verdi: linea AD o “Adriatica”; quadrato giallo: S. ohrida-
scientifico e, soprattutto, senza te- nus; quadrati arancioni: linea DAD o “Dades”; quadrati azzurri: linea DU o
nere conto della molteplicità degli “Duero”; quadrati blu: linea AT o “Atlantica”; triangoli arancioni: linea DA-ES
scenari possibili. o “Danubiana orientale”; triangoli gialli: linea TI o “Tigri”; triangoli rossi: linea
Alla luce della necessità di DA-BS o “Danubiana-Mar Nero”. Modificato da Sanz (2018).

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mettendo il passaggio di diversi nivoca fra linea di geni e specie o e combinazioni AD, ME o AD-ME.
aplogruppi (come di altre varian- popolazione. Dal momento che le Questo suggerisce che trote mar-
ti genetiche) di specie in specie. A normative si riferiscono a specie e morate e trote peninsulari formi-
seguito dei cambiamenti climati- popolazioni, è scorretto fare riferi- no in quest’area una transizione
ci e geografici avvenuti durante le mento ad “aplogruppi” o “linee ge- ecologica (ecotono) ad altitudini
glaciazioni pleistoceniche, questo netiche” quando le normative ven- intermedie, dove hanno genera-
è probabilmente avvenuto molte gono applicate. to ibridi con fenotipo fario. Anche
volte nella storia delle popolazio- Per quanto riguarda S. ghigii, questo potrebbe essere un caso di
ni e delle specie europee del ge- le uniche popolazioni autoctone e un passato contatto secondario e
nere Salmo (per es., Gratton et al. vitali nella regione alpina italia- ibridazione fra le due specie. Tale
2014). Molte delle attuali specie na scientificamente documentate zonazione nelle acque delle Alpi
europee di Salmo sono di fatto an- sono state trovate nelle Alpi Sud- Sud-occidentali è in apparente ac-
cora oggi parzialmente interfertili occidentali (bacini dell’alto Stura cordo con la distribuzione di trote
e possono generare ibridi fertili se di Lanzo, alta Dora Riparia, alto con diverso fenotipo descritta da
entrano in contatto. Un’altra pos- Chisone, alto Pellice, alto Po, alto alcuni resoconti storici e studi del-
sibile causa di discordanza fra filo- Stura Demonte, alto Gesso e alto le ittiofaune di quest’area (Casalis,
genesi ricostruite utilizzando geni Tanaro; Alpi Cozie e Marittime, 1833; 1852; Festa, 1892).
differenti è il cosiddetto “campio- Marazzi, 2005; Fig. 2). Qui è sta- Nel corso dell’ultima glacia-
namento incompleto della linea ta descritta una zona di contatto zione, le Alpi Sud-occidentali non
evolutiva”, in cui alcune varianti fra S. ghigii e Salmo marmoratus sono state interamente coperte dai
polimorfiche ancestrali possono (Cuvier, 1829), lungo un gradiente ghiacci, consentendo, in limitate
non essere trasmesse ai discen- di distribuzione di varianti di geni aree rimaste disponibili (rifugi gla-
denti nel corso di uno o più even- mitocondriali (Giuffra et al., 1994; ciali), la sopravvivenza di popola-
ti di speciazione. Di conseguenza, 1996; Meraner et al., 2007; 2010; zioni di queste due specie di trote
è possibile osservare aplogruppi 2013; Lobón-Cerviá et al., 2019; durante l’Ultimo Massimo Glacia-
differenti in popolazioni di specie Splendiani et al., 2016; 2017; le (UMG, circa 20.000 anni fa)
ecomorfologicamente e genetica- 2020; Bovero et al., 2021). In par- (Splendiani et al., 2016). Al con-
mente affini. Per esempio, nella ticolare, nel più recente di questi trario, nella maggior parte delle
regione nord-adriatica S. marmo- lavori (Splendiani et al., 2020), Alpi Nord-occidentali e Orientali
ratus è tipicamente associato le trote analizzate mostravano un (Marazzi, 2005) solo i corsi infe-
all’aplogruppo MA, mentre nei “fenotipo fario” ed erano caratte- riori dei fiumi non vennero coperti
Balcani può trovarsi associato rizzate da un basso livello di in- dai ghiacci durante l’UMG. Assu-
all’aplogruppo AD (Pustovhr et trogressione degli aplotipi AT, mendo che la trota marmorata e S.
al., 2014); nelle Alpi Sud-occiden- aplotipi unici e una specifica di- ghigii vivessero in habitat simili a
tali così come in centro Italia S. stribuzione spaziale delle varianti quelli odierni, la prima fu in grado
ghigii può trovarsi associato agli genetiche, indicando chiaramen- di sopravvivere ad altitudini infe-
aplogruppi AD, ME, o MA (per es., te che provenivano da popolazio- riori, mentre S. ghigii fu ragione-
Splendiani et al., 2020). In altre ni native. In quest’area, la relazio- volmente spinta nell’habitat del-
parole, anche se una determina- ne tra altitudine e la distribuzione la trota marmorata dall’avanzare
ta specie o popolazione può tro- delle varianti genetiche (Splendia- dei ghiacci. La competizione fra le
varsi associata prevalentemente a ni et al., 2020) mostra che la trota due specie avrebbe dunque causa-
un determinato aplogruppo, non marmorata è la specie dominante to una rapida e diffusa estirpazione
esiste una corrispondenza biuni- fra 0 m e 1.000 m sopra il livel- delle popolazioni di S. ghigii in tut-
voca fra aplogruppo (linea mito- lo del mare (slm), mentre S. ghi- ta l’area (Splendiani et al., 2016).
condriale) e specie, come a volte gii è più abbondante fra 1.000 m e Va notato che la capacità di S. mar-
si tende ad assumere (per es., fra 2.000 m slm. Le popolazioni con- moratus di causare l’estinzione lo-
AD e S. ghigii, o MA e S. marmo- tenenti combinazioni di aplogrup- cale di altre specie di trota è stata
ratus). Non si può in alcun caso pi AD-MA o ME-MA sono state osservata anche nel recente passa-
inferire la specie dalla semplice trovate ad altitudini intermedie to da Sommani (1960), che osser-
conoscenza dell’aplogruppo, come tra quelle con fenotipo marmo- vò come in specifici corsi d’acqua
quando si utilizza l’espressione rato e aplogruppo MA studiate in la trota marmorata fosse in gra-
“linea genetica” assumendo l’esi- precedenza (Giuffra et al., 1994; do di soppiantare rapidamente la
stenza di una corrispondenza biu- 1996), e quelle con fenotipo fario “trota fario” (S. trutta fario = S.

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a S. marmoratus Firme Danubiane?


S. carpio Campioni museali
S. ghigii * Tracce genetiche
fiumi, laghi Estirpazioni UMG
*
confini nazionali Estirp. inond. gen. dem.
linea di costa Introduzioni
Mare
Adriatico
Mare
Ligure

b c

* *

d e

* *

Fig. 2. Distribuzione attuale di trote in Nord Italia e ricostruzioni ipotetiche della storia demografica di S. ghigii in quest’a-
rea; (a) Distribuzione delle popolazioni di trote alpine e subalpine sul territorio italiano, modificata da Sommani (1960),
Lobón-Cerviá et al. (2019), Splendiani et al. (2020), e Merati et al. (2021); (b) Distribuzione ipotetica di S. ghigii prima
dell’UMG, successive estirpazioni durante l’UMG eccetto i rifugi glaciali, mancanza di successive introduzioni di questa
specie in epoca storica ed estirpazione delle native popolazioni relitte nei rifugi glaciali (eccetto le Alpi Sud-occidentali) du-
rante le massicce semine di S. trutta dal 19° secolo a oggi; (c) Come in (b), ma con successive introduzioni in epoca storica
da aree al di fuori della distribuzione originale; (d) Distribuzione ipotetica di S. ghigii dopo la UMG, senza estese estirpa-
zioni dovute all’UMG, mancanza di successive introduzioni in epoca storica ed estirpazione delle popolazioni relitte nei ri-
fugi glaciali, eccetto le Alpi Sud-occidentali, durante le massicce semine di S. trutta; (e) Come in (d), ma con successive in-
troduzioni di S. ghigii da aree al di fuori della sua distribuzione originale. In legenda, distribuzione attuale delle tre specie
di trota: S. marmoratus (area verde), S. carpio (area rossa), S. ghigii (area blu); Firme Danubiane? si riferisce alla possibi-
le presenza di varianti genetiche introdotte dal bacino del Danubio (vedi testo); Campioni museali: tracce genetiche mito-
condriali (AD-cs1) trovate in campioni del 19° secolo (Splendiani et al. 2017); Tracce genetiche: tracce genetiche di popola-
zioni di S. ghigii estirpate (Stefani et al. 2020); Estirpazioni UMG: distribuzione ipotetica (area grigia) di popolazioni di S.
ghigii estirpate dall’UGM; Estirp. inond. gen. dem.: distribuzione ipotetica (area rosa) delle popolazioni di S. ghigii estir-
pate dalle inondazioni genetiche o demografiche causate dalle massicce semine di S. trutta in epoca storica; Introduzioni:
direzioni (frecce viola) delle introduzioni di S. ghigii effettuate dall’uomo da aree poste al di fuori del suo areale originario.

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trutta o S. ghigii: questo autore fenotipo lacustre (Splendiani et al., ca nel corso degli ultimi due seco-
non era in grado di discriminare 2017). La presenza di due esempla- li. Questo tipo di scenario è stato
tassonomicamente fra queste due ri non è sufficiente a dimostrare la supportato con un approccio pro-
specie), quando quest’ultima non presenza di popolazioni vitali in babilistico da Stefani et al. (2020),
veniva più seminata. Dopo l’UMG, epoca storica in questi bacini. Ad mostrando come tracce genetiche
i corsi alti dei fiumi e i laghi alpini esempio, questi esemplari potreb- di popolazioni estirpate di trote
vennero solo in parte ricolonizza- bero essere stati qui trasportati da con aplotipi AD potrebbero ancora
ti dalla trota marmorata, rimanen- aree esterne durante le prime tra- oggi trovarsi in alcune aree all’in-
do probabilmente senza salmoni- slocazioni e introduzioni di tro- terno di rifugi glaciali, nonostante
di. In epoca storica, l’uomo immise te in Italia nella seconda metà del le massicce introduzioni di S. trut-
salmonidi in questi corsi d’acqua, diciannovesimo secolo (Sommani ta. Se queste tracce genetiche cor-
inclusa la trota fario atlantica al- 1948) o derivare da traslocazio- rispondessero alla passata presen-
loctona, per favorire le pesca di so- ni ancora più antiche (si veda più za di popolazioni di S. ghigii, forti
stentamento e ricreativa (Siebold, sotto). Ciò premesso, assumendo differenze numeriche fra le popo-
1863; Monti, 1864; Fatio, 1890). che popolazioni vitali di trote con lazioni di S. ghigii e le massicce
Nelle Alpi Sud-orientali (Ma- aplogruppo AD fossero qui presen- introduzioni di S. trutta, una bas-
razzi, 2005), e più precisamen- ti, queste osservazioni potrebbero sa capacità adattativa degli ibridi
te nel bacino del Lago di Garda, suggerire la presenza di popolazio- e deboli barriere riproduttive po-
un altro rifugio glaciale durante ni relitte di S. ghigii nei rifugi gla- trebbero aver facilitato l’estirpa-
l’UMG (Schönswetter et al., 2005), ciali del bacino del Lago di Garda zione delle popolazioni native di
sono state trovate (Stefani et al., e del Lago Maggiore (Schönswet- S. ghigii nelle Alpi Nord-occiden-
2020) tracce dell’aplotipo ADcs-1 ter et al., 2005; Schorr et al., 2012) tali e Orientali, specialmente dove
(aplogruppo AD, tipicamente asso- prima delle immissioni di S. trut- si concentravano le massicce im-
ciato in questa regione a S. ghigii= ta. Tuttavia, ciò non esclude al- missioni di trota fario atlantica. Al
‘Adriatic grouping’ di S. trutta fa- tre possibilità. Per esempio, i due contrario, la presenza di barriere
rio, sensu Giuffra et al., 1994), sug- esemplari museali potrebbero ap- riproduttive parziali fra S. marmo-
gerendo che alcune popolazioni partenere a una specie oggi estinta ratus e l’alloctona S. trutta (Meld-
relitte di uno o più salmonidi asso- associata all’aplogruppo AD e che gaard et al., 2007; Meraner et al.,
ciati all’aplogruppo AD potrebbe- viveva nel Lago Maggiore. Esisto- 2010), unitamente a un probabile
ro essere sopravvissute all’UMG. no infatti testimonianze storiche vantaggio competitivo (Sommani,
La presenza in epoca preistorica nel Lago di Garda di una specie di 1960) potrebbero aver prevenuto
di queste popolazioni in quest’area trota (S. lacustris sensu Pomini, l’estirpazione delle popolazioni di
è anche congruente con il ritrova- 1940) oggi probabilmente estinta trote marmorate dal loro naturale
mento in S. carpio Linnaeus, 1758, (D’Ancona e Merlo, 1959; Behnke, areale di distribuzione. Nonostan-
specie endemica del Lago di Gar- 1972; Giuffra et al., 1996). te la presenza di alti tassi di ibrida-
da, di aplotipi fileticamente vicini La completa assenza di po- zione introgressiva fra popolazioni
ad aplogruppi AD che MA, questi polazioni vitali di S. ghigii in Ita- di S. ghigii native dell’Appennino e
ultimi tipicamente associati a S. lia settentrionale con l’unica ecce- S. trutta qui introdotte, a oggi non
marmoratus nella regione nord- zione delle Alpi Sud-occidentali, le sono state osservate inondazioni
adriatica (Giuffra et al., 1994). Ciò evidenze di estesi contatti secon- genetiche o demografiche ed estir-
suggerisce che nel lago siano av- dari fra S. marmoratus e S. ghi- pazioni di popolazioni di S. ghigii
venuti uno o più eventi antichi di gii in epoca precedente l’UMG e la in quest’area. D’altra parte, duran-
ibridazione fra queste due specie presenza di tracce genetiche (aplo- te l’UMG queste popolazioni sono
di trote (Giuffra et al., 1994; 1996; gruppo AD) nei rifugi glaciali po- state colpite in modo molto meno
Gratton et al., 2014; Splendiani et trebbero suggerire che popolazio- forte dai cambiamenti di habitat o
al., 2020), in linea con altre rico- ni relitte di S. ghigii, sopravvissute dalla competizione con S. marmo-
struzioni filogeografiche (Gratton all’UMG in rifugi glaciali nelle Alpi ratus e quindi erano probabilmen-
et al., 2014). L’aplotipo ADcs-1 è Nord-occidentali e Sud-orientali, te di maggiori dimensioni e meno
poi stato trovato in due esempla- possano essere state estirpate in frammentate quando iniziarono le
ri museali raccolti nella seconda epoca storica da inondazioni ge- immissioni di trote alloctone.
metà del 19° secolo nel Lago di netiche o demografiche (Todesco Largiadèr e Scholl (1995)
Garda (campionato nel 1877) e nel et al., 2016) indotte dalle conti- hanno trovato delle varianti allozi-
Lago Maggiore (1879), in trote con nue semine di trota fario atlanti- miche (LDH-C1*100 e TF*102) ti-

Esperienze
30 P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino

picamente associate a popolazioni ri AFLP; Keller et al., 2011; 2012). vono trote senza marmoreggiatura
di S. ghigii francesi e del sud-ovest Anche questi autori hanno assun- e con una “livrea fario” a punti ros-
del Piemonte in campioni raccol- to la presenza di una “trota adria- si e neri, compatibile con diverse
ti a est delle Alpi Sud-occidentali, tica” in queste valli (Salmo cene- specie di trote, oppure con livrea
suggerendo la presenza di popola- rinus Nardo, 1847, sensu Kottelat a punti scuri su sfondo argenta-
zioni di S. ghigii al di fuori della ci- e Freyhof, 2007= S. ghigii) sul- to, compatibile con una generica
tata zona di contatto con S. mar- la base della letteratura (Somma- morfa pelagica di trota anadroma.
moratus. Sulla base di questi dati, ni, 1948; Largiadèr e Scholl, 1995; Sebbene gli adulti di trota marmo-
di studi molecolari condotti in Pie- Kottelat e Freyhof, 2007). Tut- rata esibiscano una tipica livrea
monte sud-occidentale (Giuffra, tavia, senza conoscere lo spettro marmoreggiata (Delling, 2002),
1993) e di studi morfologici, inca- delle varianti alleliche delle popo- individui anadromi in condizioni
paci tuttavia di discriminare fra S. lazioni di trote del bacino del Da- pelagiche (mare o lago) possono,
trutta e S. ghigii (Sommani, 1948), nubio (Salmo labrax Pallas, 1814; come diverse altre specie di Sal-
questi autori hanno quindi assunto Keller et al., 2011; 2012), non è mo, esibire una livrea a punti neri
lo stato nativo di una “fario adria- possibile sapere se le tracce gene- su sfondo argentato o chiaro, per-
tica” in un’ampia porzione del ba- tiche osservate nelle valli del Po- sino causando errori tassonomici
cino del Po. Tuttavia, tali varianti schiavino e del Ticino siano effet- (per es. Snoj et al., 2010). Giovani
molecolari sono anche associate a tivamente ascrivibili a popolazioni esemplari di trota marmorata han-
popolazioni di specie differenti di “adriatiche” di Salmo ghigii origi- no una tipica “livrea fario” a punti
Salmo, native nel bacino del Danu- nariamente presenti in questo ba- scuri o punti scuri e rossi, con una
bio (Hamilton et al., 1989; Giuffra, cino, o se invece siano originarie di larga macchia preopercolare (Del-
1993; Presa et al., 1994). In parti- stock ittici alloctoni introdotti dal ling, 2002; Fig. 3a). In individui
colare, Largiadèr e Scholl (1995) Danubio (Keller et al., 2011), come subadulti, la “livrea fario” a pun-
hanno trovato un’elevata frequen- invece suggerirebbe la presenza di ti può cambiare in livrea marmo-
za (circa 20%-30%) delle varianti varianti genetiche mitocondria- reggiata in pochi mesi (Fig. 4a-d);
allozimiche LDH-C1*100 e TF*102 li danubiane (D-loop: aplogruppo e adulti che vivono in piccoli corsi
in Engadina (bacino del Danubio), DA) nel bacino del Ticino (Pujo- d’acqua a carattere torrentizio pos-
nel Müstair (affluente del fiume lar et al., 2011). Keller et al. (2011; sono raggiungere la maturità ses-
Adige) e nella val Poschiavo (ba- 2012) hanno anche trovato eviden- suale a una taglia di circa la metà
cino del Po, torrente Poschiavino, ze di introgressione fra la popola- della tipica taglia di prima maturi-
affluente del fiume Adda), men- zione del Poschiavo e la popolazio- tà, mantenendo la “livrea fario” a
tre hanno rilevato una bassa fre- ne del bacino del Reno più vicina al punti scuri e rossi (Pontalti, 2020;
quenza (circa 0%-10%) di queste bacino del Danubio fra quelle stu- Fig. 3b,c).
varianti nei bacini del Ticino e del diate, suggerendo passate attività Esistono inoltre numerose
Vallese, incluso un affluente del di traslocazione e semina fra que- evidenze di introduzioni antiche di
torrente Diveria (Crummbach). sti tre sistemi. salmonidi da aree esterne alla pe-
Nessun individuo geneticamente Esistono numerose descrizio- nisola italiana. Pratiche di dome-
“puro” è mai stato trovato in que- ni aneddotiche (ricette di cucina, sticazione e traslocazioni di pesci
sto studio. Va notato tuttavia, che racconti, poesie e persino dipinti: d’acqua dolce, quest’ultime persino
tutte queste popolazioni erano sta- ADO, 2022) di trote provenienti attraverso catene montuose, risal-
te direttamente o indirettamente dalle Alpi Nord-occidentali e Sud- gono al Medio Evo e forse al Neo-
rimpiazzate o intensamente semi- orientali (per es. bacini dei laghi di litico, continuando senza soluzione
nate con trote del bacino del Da- Como e di Garda) che precedono la di continuità fino al 18° e 19° seco-
nubio tramite gli incubatoi di Po- rapida espansione dell’industria it- lo, ben prima della nascita dell’in-
schiavo per almeno un secolo, al tiogenica che ha promosso l’enor- dustria ittiogenica (Huitfeldt-Kaas,
momento della campagna di cam- me diffusione della trota fario at- 1918; Bianco, 1998; Sønstebø et al.,
pionamento (Largiadèr e Scholl, lantica nella seconda metà del 19° 2007; Miró e Ventura, 2015; Ti-
1995). Ciò potrebbe spiegare la so- secolo (Bianco, 1998). Fra questi, berti e Splendiani, 2019). Di con-
miglianza genetica fra le trote delle Sacchi (1475), Giovio (1527), Sal- seguenza, trote alloctone con “li-
valli del Poschiavino e del Ticino, viani (1554), Porcacchi (1569), vrea fario” potrebbero essere state
in seguito ritrovata da altri autori Scappi (1570), Grattarolo (1599), introdotte in Italia settentrionale
utilizzando altri marcatori genetici Stefani (1662) e Roberti (1767). Di- da regioni d’oltralpe (p.es. dal ba-
nucleari (microsatelliti e marcato- versi fra questi documenti descri- cino del Danubio), come per esem-

Esperienze
P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino 31

Fig. 3. Esempi di colorazione punteggiata in S. marmoratus: livrea giovanile (a) e adulti cresciuti in piccoli corsi d’acqua a
carattere torrentizio (b, c). Foto a: giovanile da Roledo (Piemonte, Verbano-Cusio-Ossola: VCO; 46°10’16.7”N 8°18’49.7”E),
15.5 cm lunghezza totale – TL, 29.0 g massa umida, 22 mesi, livrea a punti neri e rossi, aplogruppo MA, qMa 0.995 (propor-
zione di mescolamento genetico di un gruppo che include riferimenti genetici “puri” di S. marmoratus, stimata utilizzando
microsatelliti). Foto b: adulto riproduttivo dal Rio Ischielle, affluente del torrente Avisio (provincia di Trento); l’esemplare
proviene da una popolazione residente per 2 generazioni in questo piccolo corso d’acqua, discesa da esemplari raccolti nel
fiume Adige con colorazione marmoreggiata e allevati in impianto (Pontalti, 2020); 26.9 cm TL, per gentile concessione di
Leonardo Pontalti. Foto c: adulto riproduttivo dal Rio della Balma, affluente del fiume Sangone (provincia di Torino), 18.5
cm TL, aplogruppo MA, qMa 0.996, 90% BCI 0.978-1.000, per gentile concessione di Paolo Lo Conte.

Esperienze
32 P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino

Fig. 4. Esempi di colorazione punteggiata in S. marmoratus: cospicuo cambiamento cromatico durante la crescita in in-
dividui marcati con chip (pit-tag), ricatturati in momenti differenti. Foto a, b: subadulto campionato a Roledo (Piemon-
te, Verbano-Cusio-Ossola: VCO; 46°10’16.7”N 8°18’49.7”E), età e dati genetici non disponibili; a: campionato il 28 aprile
2021, 20.0 cm TL, 86 g, livrea punteggiata; b: ricatturato nello stesso sito il 28 ottobre 2021, 23.4 cm TL, 122 g, livrea mar-
moreggiata. Foto c, d: subadulto campionato a Prata di Vogogna (Piemonte, VCO; 46°1’40.8”N 8°17’2.2”E), età e dati ge-
netici non disponibili; c: campionato il 26 aprile 2021, 20.6 cm TL, peso non disponibile, livrea punteggiata; d: ricatturato
nello stesso sito il 19 ottobre 2021, 26.4 cm TL, 166.0 g, livrea marmoreggiata.

Esperienze
P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino 33

pio è avvenuto per la carpa comune estirpate per inondazione gene- 3. Dalla ricostruzione della
Cyprinus carpio L. in epoca Ro- tica o demografica, a causa delle storia demografica di S. ghi-
mana (Bianco, 1998; Vilizzi, 2011), massicce introduzioni di S. trut- gii alla sua conservazione in
oppure dagli affluenti di destra del ta (Fig. 2b). Nord Italia
fiume Po (vedi sotto, Fig. 2 c,e). 2. Le popolazioni autoctone di S. In ognuno dei 4 scenari ipote-
Ammesso e non concesso che ghigii sono state estirpate in tici illustrati nella sezione 2, S. ghi-
le tracce genetiche dell’aplogruppo gran parte del loro areale di di- gii è stata estirpata in tutto il Nord
AD rinvenute nell’Italia settentrio- stribuzione in Italia settentrio- Italia, senza lasciare nessun’altra
nale siano associate alla sola Salmo nale durante l’UMG, eccetto le popolazione vitale, eccetto le po-
ghigii e non ad altre specie di trota Alpi Sud-occidentali e alcuni al- polazioni delle Alpi Sud-occiden-
e considerando (i) l’assenza di po- tri rifugi glaciali. S. ghigii è sta- tali. Qualsiasi introduzione di S.
polazioni vitali di S. ghigii nella re- ta successivamente introdotta ghigii effettuata in Nord Italia che
gione alpina e subalpina, con l’ecce- dall’uomo da aree esterne all’a- utilizzi individui di popolazioni
zione delle Alpi Sud-occidentali e la rea geografica nella quale si tro- differenti da quelle delle Alpi Sud-
presenza di tracce genetiche (aplo- vava prima del suo intervento. occidentali e che venga effettuata
gruppo AD) di popolazioni estirpa- In seguito, sia le sue popolazioni in qualsiasi altro bacino al di fuo-
te in rifugi glaciali (Fig. 2a); (ii) la alloctone che quelle relitte au- ri dell’areale di documentata pre-
presenza di S. ghigii in quest’area toctone (rifugi glaciali), eccetto senza naturale (definizione in Am-
prima dell’UMG, supportata dalle quelle delle Alpi Sud-occidenta- brogi-Occhipinti et al., 2007) di
stime di flusso genico occorso per li, sono state estirpate per inon- questa specie dev’essere dunque
decine di migliaia di anni fra la li- dazione genetica o demografica, considerata un’immissione di indi-
nea peninsulare e quella marmora- a causa delle massicce introdu- vidui alloctoni.
ta; (iii) l’ipotesi di un’estesa estir- zioni di S. trutta (Fig. 2c). Più in dettaglio, negli scena-
pazione della maggior parte delle 3. Le popolazioni autoctone di ri 1 e 2 le popolazioni di S. ghigii
popolazioni native di S. ghigii in S. ghigii sono sopravvissute dell’Italia settentrionale sarebbe-
quest’area durante l’UMG; (iv) la all’UMG in diverse aree della re- ro state estirpate ovunque tran-
possibilità di recenti estirpazioni di gione alpina e subalpina dell’Ita- ne che nei rifugi glaciali duran-
popolazioni di S. ghigii a causa di lia settentrionale, inclusi i rifugi te l’UMG, con o senza successive
inondazioni genetiche o demogra- glaciali. S. ghigii non è mai stato introduzioni da parte dell’uomo
fiche causate dalle massicce intro- successivamente introdotto da e infine estirpate a causa delle in-
duzioni di S. trutta non nativa nel aree esterne al suo areale origi- troduzioni di S. trutta, tranne che
corso degli ultimi due secoli; e (v) i nale. In seguito, le sue popola- nelle Alpi Sud-occidentali (Fig.
resoconti aneddotici che potrebbe- zioni autoctone, eccetto quelle 2b,c; sezione 2). Dopo l’UMG, S.
ro riportare la presenza di trote con delle Alpi Sud-occidentali, sono ghigii sarebbe dunque diventata
livrea “fario” in quest’area 4-5 seco- state estirpate per inondazione non nativa in tutta l’area, esclusi
li prima del fiorire dell’industria it- genetica o demografica, a causa i rifugi glaciali, come indicato dal-
tiogenica nel 19° secolo; si possono delle massicce introduzioni di S. le evidenze scientifiche. Ne con-
ipotizzare quattro scenari (Fig. 2): trutta (Fig. 2d). segue che S. ghigii non sarebbe
1. Le popolazioni autoctone di S. 4. Le popolazioni autoctone di in questo caso una specie autoc-
ghigii sono state estirpate in S. ghigii sono sopravvissute tona in Italia settentrionale, ec-
gran parte del loro areale di di- all’UMG in diverse aree della re- cetto che nelle Alpi Sud-occiden-
stribuzione in Italia settentrio- gione alpina e subalpina dell’Ita- tali (sezione 5). Nelle aree in cui
nale durante l’UMG, eccetto lia settentrionale, inclusi i rifugi le estirpazioni sarebbero avvenu-
le Alpi Sud-occidentali e alcu- glaciali. S. ghigii è stato succes- te in epoca storica, come, se fos-
ni altri rifugi glaciali. S. ghigii sivamente introdotto da aree se dimostrato da evidenze empi-
non è mai stata successivamen- esterne al suo areale originale. riche, potrebbe essere avvenuto
te introdotta da aree esterne al In seguito, le sue popolazioni per le popolazioni di S. ghigii che
suo areale originale. In segui- alloctone e autoctone, eccetto sopravvissero all’UMG nei rifugi
to, le sue popolazioni relitte au- quelle delle Alpi Sud-occidenta- glaciali subalpini, come i laghi di
toctone (per es. rifugi glaciali li, sono state estirpate per inon- Garda e Maggiore, qualsiasi rein-
del Lago Maggiore e del Lago dazione genetica o demografica, troduzione dovrebbe prima valu-
di Garda), eccetto quelle delle a causa delle massicce introdu- tare lo stato delle attuali condi-
Alpi Sud-occidentali, sono state zioni di S. trutta (Fig. 2e). zioni ambientali, delle potenziali

Esperienze
34 P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino

interazioni all’interno della comu- 1810, sono catalogate come specie dividuo ‘ibrido’ o ‘non puro’ deve
nità e della disponibilità di habi- “quasi minacciata” (Near Threate- necessariamente essere conven-
tat, che potrebbero nel frattempo ned) e “in pericolo critico”, rispet- zionale, a causa del continuum
essere divenute inadatte a ospita- tivamente. Nell’allegato II del- della variabilità del livello di intro-
re nuovamente questa specie. la Direttiva Habitat (1992), dove gressione ibrida di una specie in
Negli scenari 3 e 4 le popola- vengono classificate come Salmo un’altra.
zioni di S. ghigii dell’Italia setten- macrostigma Duméril, 1858, ven- L’allevamento e commercio
trionale sarebbero sopravvissute gono definite “specie (…) d’inte- di “trota fario mediterranea” allo
all’UMG in diverse aree inclusi i ri- resse comunitario la cui conser- scopo di introduzione e ripopola-
fugi glaciali, con o senza successive vazione richiede la designazione mento è ancora facilitato dalla dif-
introduzioni da parte dell’uomo e di zone speciali di conservazione”. fusa comunicazione alle associa-
infine estirpate a causa delle intro- Per una trattazione tassonomica zioni di pescatori ed Enti preposti
duzioni di S. trutta, tranne che nel- dettagliata della trota peninsulare alla gestione delle acque interne
le Alpi Sud-occidentali (Fig. 2 d, e). si rimanda a Polgar et al. (2022). che l’areale di distribuzione na-
Questi due scenari sono in antitesi Dal momento che si sta parlando turale della S. ghigii si estenda in
con le attuali evidenze scientifiche, di specie in Lista Rossa e in Diret- un’ampia area geografica ad ovest
che non hanno dimostrato la pre- tiva Habitat, la gestione di S. ghi- del Lago di Garda. Questa defini-
senza di tracce genetiche di S. ghi- gii non può che essere condotta zione dell’areale naturale di S. ghi-
gii al di fuori dei rifugi glaciali. Tut- con finalità conservazionistiche e gii in Italia settentrionale non è
tavia, se nel futuro si dimostrasse non, semplicemente, commercia- supportata da alcuna argomenta-
la passata presenza di S. ghigii in li. Ne consegue che, alla luce del- zione scientifica.
altre aree, varrebbero le stesse con- la distribuzione geografica origina- Lo stesso concetto di “areale
siderazioni di cui sopra per gli sce- ria delle popolazioni di S. ghigii in naturale” viene utilizzato in modo
nari 1 e 2, nel caso di estirpazioni Italia settentrionale, caratterizzate ambiguo, ignorandone, intenzio-
avvenute in epoca storica. da ristretto areale, estrema fram- nalmente o meno, la complessità.
Negli scenari 2 e 4, in cui si mentarietà e piccole dimensioni, Infatti, uno scenario in cui S. ghigii
ipotizza che S. ghigii sia stata in- l’unica gestione sensata è la loro fosse stata attualmente presente in
trodotta da aree esterne alla sua di- conservazione. Quanto detto vie- quest’area senza soluzione di conti-
stribuzione originale in epoca stori- ne riassunto bene dall’indicazio- nuità temporale in assenza di inter-
ca, con o senza estesa estirpazione ne di “gestione passiva” di queste venti umani e, dunque, debba esse-
delle popolazioni dopo l’UMG, ec- popolazioni, contenuta nel Piano re qui definita autoctona, prevede
cetto che nei rifugi glaciali (Fig. 2 Ittico Regionale del Piemonte at- un tipo di pianificazione gestionale
c, e), si potrebbe pensare di appli- tualmente in vigore (Regione Pie- (ripopolamenti) differente da uno
care il concetto di parautoctonia monte, 2015). scenario in cui S. ghigii fosse qui
e quindi reintrodurre S. ghigii in presente in epoca storica o preisto-
aree dove si riescano a documen- 4. Rischi associati alle semi- rica e quindi fosse stata estirpata
tare popolazioni naturalizzate di ne di S. ghigii in Italia setten- in seguito a cause antropogeniche
questa specie precedenti al 1500 e, trionale: introduzioni e rein- (reintroduzioni). Ancora differente
successivamente, estirpate (sezio- troduzioni è uno scenario in cui l’estirpazio-
ne 5). Tuttavia, allo stato dell’arte Da almeno 15 anni le semine ne fosse avvenuta in seguito a cau-
riteniamo questa opzione del tutto di “trote fario mediterranee” sono se naturali, con o senza successive
improponibile, come verrà spiega- ampiamente praticate anche in introduzioni da parte dell’uomo,
to in dettaglio (sezione 5). Italia settentrionale, facilitate da e dunque S. ghigii dovesse con-
Va inoltre notato che nella normative che non forniscono al- siderarsi alloctona in quest’area
Lista Rossa IUCN globale (Inter- cun riferimento a standard e pro- (paragrafi 1 e 2). Un’ulteriore fon-
national Union for Conservation tocolli specifici per la caratterizza- te di ambiguità riguarda l’effettiva
of Nature: Unione Internazionale zione del materiale utilizzato per estensione di questo “areale natu-
per la Conservazione della Natura; le semine, rendendo difficoltosa rale”: se diffuso in modo impreci-
Freyhof e Kottelat, 2008) e nella se non impossibile una distinzio- sato in questa intera regione, oppu-
Lista Rossa IUCN italiana (Bianco ne univoca fra individui alloctoni e re limitato ad altri rifugi glaciali (p.
et al., 2013) le popolazioni di tro- autoctoni, o fra individui genetica- es., Lago Maggiore, Lago di Garda)
te peninsulari, classificate come mente ‘puri’ e ‘ibridi’. In quest’ul- dove popolazioni relitte di S. ghigii
Salmo cettii Rafinesque-Schmaltz, timo caso, lo stesso concetto di in- sarebbero potute essere sopravvis-

Esperienze
P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino 35

sute all’UMG (sezione 2). Tuttavia, in vari generi di salmonidi; fra i ta proporzione di individui ibrida-
le attuali pratiche di introduzione taxa sinonimi di specie oggi vali- ti con stock atlantici (Splendiani et
di “trota fario mediterranea” nell’a- de del genere Salmo (Fricke et al., al., 2019). D’altra parte, la richiesta,
rea alpina vengono effettuate sen- 2022), gli unici riportati anche in nonostante l’enorme offerta di “tro-
za chiarire in alcun modo quale di Italia settentrionale sono Fario le- te fario mediterranee”, è divenuta
questi possibili scenari venga ipo- manus (Cuvier, 1829) (Reno, Lago talmente pressante in Nord Italia
tizzato e supportato da evidenze di Ginevra, Lago di Como; pro- che difficilmente l’offerta riuscirà
scientifiche. babilmente una morfa lacustre a soddisfare la domanda. A cau-
La vulgata secondo cui “l’are- di S. trutta; Fricke et al., 2022) e sa dell’incertezza normativa relati-
ale naturale” di S. ghigii si esten- la “truite vulgaire” Salar ausonii va all’identificazione delle specie e
de ad est del rifugio glaciale delle Valenciennes, 1848 (Belgio, Ger- alla soglia di tollerabilità del livello
Alpi Sud-occidentali, vale a dire mania occidentale, Francia set- di introgressione genetica, nei rari
ad est della zona di contatto con S. tentrionale e meridionale e Italia casi in cui vengono condotte anali-
marmoratus sopra descritta, l’u- centrale, Lago Maggiore, Monce- si genetiche accurate, è piuttosto fa-
nico supportato da solide eviden- nisio e Nizza; gli ultimi due nella cile utilizzare la selezione artificiale
ze scientifiche (sezione 2), si basa zona di contatto fra S. ghigii e S. dei riproduttori per operare un vero
esclusivamente (i) sul rinvenimen- marmoratus nelle Alpi Sud-occi- e proprio maquillage, producen-
to di due trote con aplogruppo AD dentali). Si noti che S. ausonii in- do così materiale da ripopolamen-
in campioni museali raccolti nel clude anche S. marmoratus, con- to con livrea “mediterranea” (ad
Lago Maggiore e nel Lago di Garda siderato una varietà cromatica. es., fitta puntinatura rossa e nera,
nella seconda metà del 19° secolo; Nonostante anche S. ausonii ven- macchia preopercolare, macchie
(ii) sulla presenza di trote di feno- ga considerato sinonimo junior parr negli adulti), sia incrociando
tipo “fario” con aplogruppi AD ed di S. trutta (sensu Fricke et al., in incubatoio trote fario atlantiche
ME nel “bacino della Dora Ripa- 2022), appare evidente che il cam- e trote peninsulari, ottenendo ibri-
ria”; e (iii) su non meglio precisa- pione di S. ausonii di Valencien- di con “fenotipo mediterraneo”, che
te segnalazioni di Cuvier e Valen- nes è altamente eterogeneo e non incrociando trote peninsulari di di-
ciennes attorno alla metà del XIX consente, senza un’accurata ana- versa provenienza omogeneizzan-
secolo (presumibilmente: Cuvier lisi del materiale originale, di de- do il prodotto sotto il nome gene-
e Valenciennes, 1848) (Gibertoni durre alcunché sulla distribuzione rico di “trota fario mediterranea”
et al., 2014; Esposito et al., 2022; di specie oggi valide. per l’introduzione su larga scala,
D’Agaro et al., 2022). Tuttavia, (1) L’accettazione acritica dell’i- erodendone così l’originale diver-
il ritrovamento di aplotipi AD in dea di un areale naturale di S. ghi- sità genetica e peculiarità geneti-
due esemplari di museo nei baci- gii in un’ampia area geografica a che locali, laddove ancora presenti.
ni del Lago Maggiore e del Lago est del ristretto areale nelle Alpi Non sorprende quindi che in una
di Garda (Splendiani et al., 2017) Sud-occidentali supporta eviden- nostra recentissima indagine svol-
non è un’evidenza scientifica del- temente il libero ripopolamento ta su riproduttori di trota mante-
la presenza di attuali e autoctone della trota peninsulare in un ter- nuti in ciclo chiuso in incubatoi di
popolazioni vitali suggerendo, di ritorio definito da confini ammini- valle nel Nord Italia si siano trovate
fatto, uno spettro di scenari ipo- strativi senza alcun valore ecologi- trote con aplotipo atlantico e livrea
tetici (sezione 2); (2) Giuffra et co e biogeografico, ignorando così “mediterranea” insieme a trote con
al. (1994) trovarono AD ed ME in lo status autoctono delle singole varianti aplotipiche caratteristiche
5 siti (Stura di Demonte Sambu- popolazioni e quindi senza tenere di popolazioni di trota peninsulare
co; torrente Ripa, tributario della conto di quanto indicato dalle stes- del Centro Italia, Sud Italia e baci-
Dora Riparia; Chisone P. Argenti- se normative nazionali in tema di no Tirrenico (dati non ancora pub-
na; Chisone S. Germano; Chisone introduzioni, ripopolamenti e rein- blicati). Il recente sviluppo della
Finestrelle): tutti questi siti sono troduzioni di fauna selvatica (DPR, tecnica della conservazione dello
all’interno della citata zona di con- 1997; 2003; Ambrogi-Occhipinti sperma (criobanca del seme), qua-
tatto fra S. ghigii e S. marmora- et al., 2007; MATTM, 2015; 2020; lora non opportunamente normato
tus (sezione 2); (3) Cuvier e Va- sezione 1). e strettamente finalizzato alla con-
lenciennes (1848) descrissero 54 Recenti indagini hanno tut- servazione delle singole popolazio-
specie di trote e salmoni, la mag- tavia messo in evidenza che stock ni locali, potrebbe amplificare no-
gior parte oggi riconosciute come venduti come “trota fario mediter- tevolmente la perdita di variabilità
non valide o sinonimi di altri taxa ranea” in realtà contenevano un’al- del genoma di Salmo ghigii, favo-

Esperienze
36 P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino

rendo un approccio di tipo pretta- 5. Si può applicare a Salmo naccia per la diversità biologica”
mente commerciale su larga scala e ghigii il concetto di “parau- (Ambrogi-Occhipinti et al., 2007).
del tutto contrario alla finalità della toctonia” nell’arco alpino? Queste definizioni sono congruen-
conservazione delle singole popola- Circa 15 anni fa, allo scopo di ti con la Convenzione per la Diver-
zioni native. regolare l’immissione sul territorio sità Biologica e suoi allegati (CBD,
Accanto alle problematiche italiano di specie animali e vegeta- 1992) e in generale con la letteratu-
di conservazione delle popolazioni li, l’Istituto Nazionale per la Fau- ra scientifica (Ambrogi-Occhipinti
autoctone di Salmo ghigii all’inter- na Selvatica (INFS, oggi ISPRA) e e Galil, 2004; Valéry et al., 2008).
no del loro areale originario nelle il Ministero dell’Ambiente e del- I criteri per le immissioni fau-
Alpi Sud-occidentali, l’introduzio- la Tutela del Territorio e del Mare nistiche di queste linee guida spie-
ne massiccia nella regione alpina (Ambrogi-Occhipinti et al., 2007) gano come il divieto di immissione
e subalpina italiana di individui di hanno pubblicato delle linee guida intenzionale (= traslocazione: in-
S. ghigii derivanti da popolazioni per l’immissione di specie faunisti- troduzione, reintroduzione, ripo-
alloctone, quali quelle del Centro che. Questo documento è dichiara- polamento) o accidentale di una
e Sud Italia, d’oltralpe, o degli af- tamente in linea con due preceden- specie sia finalizzato a prevenire
fluenti orografici di destra del Po, ti decreti presidenziali (DPR, 1997; impatti dall’immissione di specie
così come l’introduzione in aree 2003), relativi alla conservazione alloctone sull’ambiente. Sempre
esterne all’areale originario di indi- degli habitat e della flora e fauna in linea con i decreti presidenzia-
vidui di S. ghigii provenienti dall’a- selvatiche. Sono quindi stati defi- li (DPR, 1997; 2003) si estende il
reale originario, comportano il ri- niti i concetti autoctonia e allocto- divieto di introduzione in natura a
schio di ibridazione introgressiva nia, applicandoli sia a specie che a tutte le specie o popolazioni alloc-
con la specie nativa S. marmoratus. entità faunistiche di livello inferio- tone, eccetto quelle per le quali sia
Tale rischio non è solo suggerito re, come sottospecie e popolazioni stato accertato, tramite una rigo-
dalla diffusa interfertilità fra le spe- geneticamente differenziate (Am- rosa analisi scientifica (valutazio-
cie del genere Salmo (Sanz, 2018), brogi-Occhipinti et al., 2007). Nel ne di impatto ambientale), che non
ma è indicato dalla stessa presenza documento si definiscono autocto- comportino rischi per la conserva-
di tracce di flusso genico antico fra ne o indigene (native) quelle specie zione dell’ambiente e delle specie
linea marmorata e linea peninsu- o popolazioni differenziate presen- autoctone (Ambrogi-Occhipinti et
lare durante numerosi contatti se- ti nell’area geografica nella quale si al., 2007).
condari precedenti l’UMG (Gratton sono originate, o che vi sono giunte Il documento definisce quindi
et al., 2014). Il rischio di introgres- senza l’intervento accidentale o in- specie “parautoctone”, presumibil-
sione ibrida è particolarmente ele- tenzionale dell’uomo. Si definisco- mente estendendo il concetto an-
vato nel caso di popolazioni native no alloctone o aliene (non native) che a popolazioni geneticamente
frammentate e relativamente pic- quelle specie o popolazioni diffe- differenziate, specie non originarie
cole, rispetto alla quantità di indi- renziate che non appartengono alla del territorio italiano introdotte in-
vidui alloctoni seminati (Splendiani fauna o flora originaria di una de- tenzionalmente o accidentalmente
et al., 2016), in condizioni ecologi- terminata area geografica, ma che e naturalizzate in Italia prima del
che virtualmente identiche a quelle vi sono giunte per l’intervento in- 1500, oppure introdotte e natura-
che hanno causato l’introgressione tenzionale o accidentale dell’uomo. lizzate in altri paesi prima del 1500
in atto fra S. marmoratus e S trutta Si definiscono quindi specie o po- e successivamente arrivate in Italia
in quest’area geografica (Lucarda et polazioni “alloctone naturalizzate” senza l’intervento dell’uomo attra-
al., 2000). in una determinata area geografica verso naturali fenomeni di espan-
Le semine di S. ghigii ottenu- quelle che “da tempo” si sono inse- sione (Ambrogi-Occhipinti et al.,
te da popolazioni non native deter- diate con successo e sono in grado 2007). La definizione del limite
minano tuttavia rischi anche mag- di autosostenersi nel lungo perio- temporale, puramente convenzio-
giori. Rispetto all’introduzione di do; e specie o popolazioni “alloc- nale, è presumibilmente da ascri-
stock alloctoni e puri infatti, l’in- tone acclimatate” quelle che, intro- versi alla data della scoperta del
troduzione di stock ibridi compor- dotte “in tempi recenti”, non sono Nuovo Mondo (1492), che ha por-
ta il rischio aggiuntivo che gli ibridi in grado di autosostenersi nel “lun- tato all’introduzione di molte spe-
possano fungere da ponte genetico, go periodo” (Ambrogi-Occhipinti cie non native in Europa (per es.,
facilitando l’ibridazione introgres- et al., 2007). Le specie alloctone si Boggero et al., 2014). Esempi di
siva fra specie riproduttivamente definiscono invasive quando la loro specie parautoctone sono il ratto
isolate (Mcdonald et al., 2008). espansione rappresenta una “mi- delle chiaviche (Rattus norvegi-

Esperienze
P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino 37

cus) con area di parautoctonia in te, il Principio di Precauzione (EC, non impossibile, qualsiasi studio
tutto il territorio italiano, e il cervo 2017) prevede dunque che reintro- scientifico che tentasse di valutare
(Cervus elaphus), parautoctono in duzioni di S. ghigii in aree dove si lo stato di alloctonia o autoctonia
Sardegna (Ambrogi-Occhipinti et presume che siano avvenute estir- di popolazioni vitali di S. ghigii che
al., 2007). Secondo le linee guida, pazioni in epoca storica, indipen- in futuro venissero identificate in
le specie italiane definite parau- dentemente dallo stato (alloctono Nord Italia. Difatti, qualsiasi nuova
toctone in specifiche aree geogra- o, eventualmente, “parautoctono”) variante biologica che qui venisse
fiche (popolazioni), di cui si forni- precedente gli eventi di estinzione scoperta, e che non fosse presen-
sce una lista (Ambrogi-Occhipinti locale, non siano consentite. te in nessuna delle popolazioni di
et al., 2007), andrebbero gestite Salmo ghigii da cui provengono gli
come se fossero autoctone, con due 6. Salmo ghigii specie individui utilizzati per le introdu-
eccezioni: (i) se c’è “incertezza sui “di interesse gestionale”? zioni, potrebbe semplicemente non
rischi” ambientali o per altre spe- Dal punto di vista scientifi- essere ancora stata descritta.
cie native conseguenti alla loro in- co, risulta a questo punto evidente
troduzione, va adottato il principio che allo stato dell’arte (i) S. ghigii 7. I corsi d’acqua di monta-
di precauzione, trattandole come è alloctona in Italia settentrionale, gna: se e cosa seminare?
alloctone; e (ii) al contrario delle ad esclusione delle Alpi Sud-Oc- Le dispute su S. ghigii e sulla
specie autoctone è possibile eradi- cidentali; (ii) considerare questa “trota fario mediterranea” in Italia
carle, se necessario (Ambrogi-Oc- specie “parautoctona” in altre aree settentrionale vertono prevalente-
chipinti et al., 2007). dell’Italia settentrionale, a seguito mente intorno al tema della pesca
Le definizioni e indicazioni di possibili future modifiche della nei torrenti di montagna, siti spes-
delle citate linee guida sono state normativa vigente, è improponibi- so di grande valore naturalistico e
accolte da un decreto ministeria- le (sezioni 3, 5); (iii) introduzioni di non minore interesse turistico
le (MATTM, 2015) e hanno defi- massicce di trote geneticamente e ricreativo. Questi ambienti ven-
nito i rispettivi criteri di gestione. introgresse e di dubbia origine ge- gono storicamente ripopolati con
Attualmente, dal punto di vista ografica vendute come “trote fario la trota fario atlantica S. trutta,
normativo, la lista delle specie pa- mediterranee” vengono massic- rappresentandone nell’immagina-
rautoctone italiane contiene solo ciamente seminate in un’area che rio collettivo l’habitat di elezione.
mammiferi e uccelli (MATTM, va dalle Alpi Sud-Ooccidentali al Questi ripopolamenti sono veri e
2015) e dunque nessuna specie it- Lago di Garda da oltre 15 anni. propri interventi di rifornimento,
tica può essere definita parautocto- A fronte di questi fatti, si sta indipendentemente dalla possibi-
na ex lege. Quand’anche il concetto facendo strada la proposta che per lità di riproduzione naturale dei
di parautoctonia si estendesse alla la “trota fario mediterranea” si pos- pesci che vi si trovano e, dunque,
fauna ittica dal punto di vista nor- sa coniare lo status di “specie di in- di una comunità salmonicola che
mativo, la parautoctonia di Sal- teresse gestionale”. È questo un può automantenersi nel tempo. Le
mo ghigii potrebbe essere presa in concetto inconsistente dal punto semine di S. marmoratus vengo-
considerazione esclusivamente se, di vista scientifico, ma il cui signi- no invece effettuate solo in quello
in futuro, si dimostrasse scientifi- ficato è cristallino nei risvolti ap- che si considera il suo habitat vo-
camente la sua avvenuta introdu- plicativi. Una specie di interesse cazionale: il corso medio-basso dei
zione, naturalizzazione prima del gestionale è una specie alloctona il fiumi con maggior portata (<1.500
1500, e successiva estirpazione in cui utilizzo ai fini del ripopolamen- m slm; Sommani, 1960) e i laghi.
specifiche aree di questa regione. to delle acque è svincolato dalla La consapevolezza del rischio as-
Anche in questo caso, sussistereb- normativa ambientale vigente. sociato ai ripopolamenti con S.
be comunque l’obbligo di condurre In sostanza, si vorrebbe creare trutta, maturata anche nel mon-
un’attenta valutazione del rischio un’ulteriore categoria arbitraria do della pesca sportiva, ha spinto a
per l’ambiente, specie e popolazio- per classificare l’ittiofauna in modo trovare una soluzione alternativa,
ni autoctone, come prescritto dal- da poter continuare ad introdurre immettendovi trote provenienti da
la normativa vigente e come indi- “trote fario mediterranee” senza stock alloctoni di S. ghigii. Tutta-
cato dalle numerose evidenze del chiara identità genetica e prove- via, come si è spiegato, questa “al-
potenziale impatto negativo delle nienza nelle acque interne dell’Ita- ternativa” non solo genera rischi
introduzioni e reintroduzioni di lia settentrionale. Peraltro, nel caso ecologici analoghi a quelli dell’im-
salmonidi nei sistemi lotici e len- specifico della trota peninsulare, missione di trota atlantica, ma non
tici (sezione 7). Allo stato dell’ar- ciò renderà sempre più difficile, se tiene in considerazione la stessa

Esperienze
38 P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino

normativa italiana, che mira a ge- lyman et al., 2018; Schöffmann et ghigii nella regione subalpina non
stire non solo le specie, ma tutte le al., 2019; Tiberti e Brighenti, 2019; può essere esteso oltre la citata
subunità rilevanti dal punto con- Zarco et al., 2020). Di conseguen- zona di contatto con S. marmora-
servazionistico, incluse le popola- za, la sostenibilità di queste strate- tus nelle Alpi Sud-occidentali.
zioni (DPR, 1997; MATTM, 2020). gie gestionali va comunque consi- L’alto grado di interfertilità
Prima che l’uomo vi introdu- derata con cautela, attentamente fra molti taxa di salmonidi rende
cesse salmonidi, la maggior parte valutata e, se attuata, monitorata. estremamente difficile un approc-
di questi corsi d’acqua ne era pro- cio razionale alla gestione ecosiste-
babilmente priva (sezione 2). Tut- 8. Conclusioni mica (Brussard et al., 1998) delle
tavia, anche se questa ipotesi ve- Attualmente, robuste evi- loro popolazioni. Qualsiasi intro-
nisse falsificata, l’immissione in denze scientifiche indicano che S. duzione di trote provenienti da
questi sistemi di S. ghigii prove- marmoratus è l’unica specie di tro- una popolazione alloctona definita
nienti da popolazioni alloctone è ta autoctona presente in Italia set- da criteri genetici e filogeografici,
comunque in contrasto con gli at- tentrionale, con l’unica eccezione pur se della stessa specie della po-
tuali principi normativi (sezione di una zona di contatto con popo- polazione recipiente, pone seri ri-
5). Eventuali reintroduzioni di S. lazioni native di S. ghigii nelle Alpi schi di generare sciami ibridi fra li-
ghigii in bacini o sottobacini per i Sud-occidentali. L’introgressione nee filetiche alloctone e autoctone
quali si riesca a documentare la sua di geni dell’alloctona S. trutta in S. e quindi contribuire in modo de-
presenza in epoca storica e succes- marmoratus nella regione alpina e terminante al declino della diver-
siva estirpazione, al netto dei rischi subalpina dell’Italia settentrionale sità genetica e biologica delle po-
citati, dovrebbero comunque esse- è stata ampiamente dimostrata da polazioni native. Più in generale,
re effettuate utilizzando riprodut- numerosi studi. Considerando l’e- la presenza di specie o popolazioni
tori provenienti da popolazioni il videnza di ibridazione introgressi- alloctone nelle acque pubbliche ri-
più geneticamente simili alle po- va antica fra la linea peninsulare e duce drasticamente il valore natu-
polazioni estirpate. quella marmorata, l’eventualità di ralistico dell’ambiente, rendendo
In alternativa, laddove la pe- ibridazione e introgressione da S. meno cogente la necessità di tute-
sca ricreativa e agonistica neces- ghigii alloctone in S. marmoratus larlo e quindi rendendone più faci-
sitino di ripopolamenti specifici, autoctone è altamente probabile. le l’ulteriore depauperamento.
l’introduzione di salmonidi sterili Le tracce genetiche, tipiche Per questi motivi, le popola-
consentirebbe di prevenire l’ibri- ma non esclusive di S. ghigii nel- zioni native di salmonidi dovrebbe-
dazione con specie native, se pre- la regione alpina italiana al di fuori ro essere sempre gestite come Uni-
senti nel bacino di riferimento. della zona di contatto con S. mar- tà Evolutivamente Significative per
Tuttavia, è noto che introduzio- moratus nelle Alpi Sud-occidentali la conservazione (UES: Evolutiona-
ni massicce di salmonidi posso- sono troppo frammentarie per per- ry Significant Units – ESUs; Moritz,
no avere impatti significativi sul- mettere, allo stato dell’arte, di sti- 1994; Almodóvar et al., 2006; Me-
la struttura e sulla funzione degli mare se popolazioni vitali di que- raner e Gandolfi, 2018). La possibi-
ecosistemi d’acqua dolce, causati sta specie fossero presenti in epoca lità di gestire le popolazioni a scala
dalle interazioni fra i pesci intro- storica, oppure se le estirpazioni di bacino e sottobacino, secondo il
dotti, le comunità native e gli am- abbiano avuto luogo durante l’Ul- paradigma delle UES, rende le azio-
bienti riceventi, sia a valle che a timo Massimo Glaciale. La presen- ni di gestione alieutica coerenti con
monte dei luoghi di introduzione, za di aplotipi danubiani nel bacino la funzione basilare che la norma-
a causa della loro grande vagilità del Ticino e le documentate attività tiva italiana assegna agli incubatoi
e del trasporto passivo verso val- di traslocazione fra i bacini del Po- di valle, nati per la conservazione
le causato da eventi alluvionali. I schiavino, Ticino e Danubio sug- delle popolazioni ittiche autoctone
potenziali impatti negativi sono geriscono che le tracce genetiche e della diversità biologica locale, ri-
numerosi, inclusi aumento della trovate nelle valli del Poschiavino conoscendo il valore fondamentale
competizione e della predazione, e del Ticino, associate sia a popo- di quest’ultima per la sopravviven-
modificazioni dell’ambiente e dif- lazioni “adriatiche” che a popola- za delle singole specie ittiche.
fusione di patogeni (Knapp et al., zioni danubiane, potrebbero sem- Occorre infine sottolineare
2001; Aprahamian et al., 2003; plicemente derivare da stock ittici l’estrema urgenza di sviluppare una
Epanchin et al., 2010; Alvarez et alloctoni introdotti dal Danubio. chiara normativa nazionale di rife-
al., 2014; Hammock e Johnson, Anche per questa ragione, l’areale rimento che, al pari di quanto fat-
2014; Arlinghaus et al., 2015; Jel- naturale di distribuzione di Salmo to per altre Direttive Europee (per

Esperienze
P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino 39

es. la Direttiva Quadro sulle Acque monidi e in generale dell’ittiofau- la pesca sportiva con quelle della
2000/60/EC e il DM 260/2010), na italiana e dare ai gestori delle conservazione della biodiversità
definisca modalità analitiche, acque uno strumento affidabile e dell’ittiofauna italiana e garantire
standard e protocolli univoci o al- di riferimento. Solo così sarà pos- una durevole e sostenibile prote-
meno intercalibrati per descrivere sibile creare le condizioni per con- zione del capitale naturale per le
la genetica delle popolazioni di sal- ciliare le esigenze del mondo del- generazioni future.

Ringraziamenti
Questo studio è stato realizzato nel vincia di Trento) e Paolo Lo Conte (Cit- olo Lo Conte, Cesare Puzzi (G.R.A.I.A.
contesto dei progetti LIFE15 NAT/ tà Metropolitana di Torino) per le foto srl), Pierpaolo Gibertoni (M.T.R.G.),
IT/000823 IdroLIFE e Interreg ITA-CH di S. marmoratus provenienti dal Rio Valter Bianchini (U.P.S. Sondrio), Lui-
SHARESALMO. Desideriamo ringrazia- Ischielle e dal Fiume Sangone, rispet- gi Guglielmetti (A.P.S. Como), Giancarlo
re Tommaso Righi (CNR IRSA) e Andrea tivamente. Ringraziamo anche Andrea Perosino (C.R.E.S.T. Piemonte) e i nu-
Splendiani (Università Politecnica delle Gandolfi (Fondazione Edmund Mach), merosi appassionati di pesca del Nord
Marche) per gli utili e costruttivi com- Andrea Splendiani (Univ. Politecnica Italia incontrati negli ultimi due anni
menti sul testo. Ringraziamo Leonardo delle Marche), Leonardo Pontalti, Anto- per le stimolanti conversazioni sugli ar-
Pontalti (Ufficio faunistico della Pro- nino Duchi (Legambiente Ragusa), Pa- gomenti di questo contributo.

GLOSSARIO
Allozima: una delle forme strutturali dello stesso enzima codificata da uno degli alleli (varianti) dello stesso gene nucleare.
Anadromo: specie o popolazione o gruppo di individui che risale dal mare o da un lago per riprodursi nei fiumi.
Aplotipo e aplogruppo: Un aplotipo mitocondriale è una variante genetica di una specifica regione di DNA mitocondriale. Il DNA
mitocondriale è presente nei mitocondri delle cellule e viene tipicamente trasmesso allo zigote solo dalla cellula uovo (eredità materna).
Un aplogruppo mitocondriale è una famiglia di aplotipi mitocondriali che risalgono tutti a un antenato comune più recente.
Campionamento incompleto della linea evolutiva (incomplete lineage sorting): trasmissione incompleta delle varianti po-
limorfiche di un gene ancestrale. Una filogenesi basata su un gene le cui varianti vengono trasmesse solo ad alcuni discendenti durante
uno o più eventi di speciazione non riflette la reale sequenza evolutiva e quindi differisce dalla filogenesi delle specie.
Complesso di specie (species complex): gruppo di organismi strettamente imparentati e difficilmente distinguibili a livello tas-
sonomico.
Contatto secondario: processo nel quale due popolazioni geograficamente separate vengono riunite dopo un periodo di isolamento,
p.es. a causa di espansioni di areale geografico e di cambiamenti ambientali. Il contatto può determinare scambio di materiale genetico
fra le popolazioni, a seconda del livello di isolamento riproduttivo evolutosi nel corso della precedente separazione.
Estirpazione: sinonimo di estinzione locale, a livello di popolazione. Al contrario, il termine estinzione si riferisce propriamente alla
scomparsa di una specie.
Filogenesi: diversificazione per evoluzione biologica di un gruppo di organismi che condividono tutti un antenato comune più recen-
te, rappresentata dalla ricostruzione delle relazioni di parentela fra sottogruppi e ipotetici antenati comuni intermedi. Il termine “file-
tico” viene usato come sinonimo, riferendosi alle relazioni di parentela fra diverse linee filogenetiche (o filetiche).
Filogeografia: studio e ricostruzione della struttura spaziale (geografica) dei genotipi di un gruppo di organismi che condividono tutti
un antenato comune più recente, a livello di popolazione o specie e a diverse scale spaziotemporali.
Flusso genico: scambio di materiale genetico tramite incrocio fra popolazioni della stessa specie o per ibridazione fra popolazioni di
specie differente.
Gestione ecosistemica: il termine (ecosystem management) si riferisce a una gestione delle risorse naturali che tenta di assicurare
la sostenibilità a lungo termine e la conservazione di funzioni ecosistemiche e servizi ecosistemici, soddisfacendo al contempo esigenze
socioeconomiche, politiche e culturali.
Ibridazione introgressiva (introgressive hybridisation): trasferimento di materiale genetico da una specie a un’altra a causa
del ripetuto reincrocio fra ibridi delle due specie e una delle specie parentali.
Immissione: “trasferimento e rilascio, intenzionale o accidentale, di una specie. Un’immissione intenzionale viene indicata con il
termine traslocazione. Reintroduzioni, ripopolamenti e introduzioni rappresentano casi specifici di immissioni intenzionali (trasloca-
zioni)” (Ambrogi-Occhipinti et al., 2007).
Inondazione demografica (demographic swamping): quando due specie che possono produrre ibridi fertili (interfertili) hanno
una diversa abbondanza in una determinata area geografica, la crescita demografica della specie più rara può essere ridotta dalla pro-
duzione di ibridi peggio adattati alle condizioni ambientali e contesto ecologico.
Inondazione genetica (genetic swamping): quando due specie che possono produrre ibridi fertili (interfertili) hanno una diversa
abbondanza in una determinata area geografica, la specie più rara può essere interamente sostituita dagli ibridi.
Introduzione: traslocazione (immissione intenzionale) di una specie “in un’area posta al di fuori del suo areale di documentata pre-
senza in tempi storici”. Il termine viene adottato anche nel caso in cui la specie in questione, benché immessa nel suo areale documen-
tato, “acquisisce in seguito all’immissione uno status fenologico diverso da quello originario” (tratti ecologici legati alla mutazione sta-
gionale delle condizioni climatiche) (Ambrogi-Occhipinti et al., 2007).

Esperienze
40 P et al. - Autoctonia di Salmo ghigii nell’arco alpino

Ponte genetico: introgressione genetica fra due specie riproduttivamente isolate A e B indotta dall’ibridazione fra una o entrambe
queste specie e un’altra specie C, poiché le barriere riproduttive fra A o B e gli ibridi AxC o BxC sono meno forti che fra A e B. Nel caso
in esame, anche se S. marmoratus non ibridasse con S. ghigii in natura, potrebbe ibridare con un ibrido S. ghigii x S. trutta.
Popolazione: gruppo di individui della stessa specie che vive e si riproduce in una determinata area (nel caso dei salmonidi, tipica-
mente a livello di bacino o sottobacino idrogeografico). I membri di una popolazione spesso utilizzano le stesse risorse, sono soggetti agli
stessi vincoli ambientali e dipendono dagli altri membri della popolazione per persistere nel tempo. Un gruppo di individui in una deter-
minata area (A) si può definire una popolazione quando la variabilità genetica stimata all’interno di A è inferiore a quella stimata fra A e
un altro gruppo di individui in un’altra area (B). La popolazione A si dice in questo caso geneticamente differenziata dalla popolazione B.
Popolazione relitta: popolazione che durante la sua storia demografica e filogeografica ha significativemente ridotto il suo areale
di distribuzione o la sua diversità biologica.
Popolazione vitale: popolazione le cui dimensioni e condizioni biologiche ne permettono la persistenza a fronte di impatti ecologici
di vario tipo. Un concetto largamente utilizzato è la minima popolazione vitale (Minimum Viable Population: MPV), stimata come la
dimensione minima che una popolazione deve avere per assicurarne una determinata probabilità di persistenza per una determinata
quantità di tempo nel futuro.
Reintroduzione: traslocazione (immissione intenzionale) “finalizzata a ristabilire una popolazione di una determinata specie autoc-
tona in una parte del suo areale di documentata presenza naturale in tempi storici nella quale risulta estinta” (Ambrogi-Occhipinti et
al., 2007).
Rifugio glaciale: regione geografica in cui le condizioni climatiche locali hanno reso possibile la sopravvivenza di flore e faune du-
rante le glaciazioni. Da queste aree, durante i successivi periodi interglaciali, più caldi, sono ripartite le ricolonizzazioni post-glaciali.
Ripopolamento: traslocazione (immissione intenzionale) “di individui appartenenti ad una specie che è già presente nell’area di ri-
lascio” (Ambrogi-Occhipinti et al., 2007).
Sciame ibrido (hybrid swarm): popolazione di ibridi altamente vitali e interfertili con le specie parentali sopravvissuta alla prima
generazione ibrida, che producono progenie fertile incrociandosi sia con le specie parentali che con altri ibridi.
Specie endemica o endemismo: specie il cui areale di distribuzione è ristretto a una particolare area geografica o habitat, le cui
popolazioni non si trovano naturalmente in alcuna altra parte del mondo.
Specie incipiente o semispecie: popolazione di una determinata specie che si sta isolando riproduttivamente e quindi sta divergen-
do evolutivamente dalle altre popolazioni della propria specie.
Specie interfertili: specie fra cui esistono barriere riproduttive solo parziali o nulle e sono quindi in grado di produrre progenie
ibrida vitale, che a sua volta può ibridare con altri ibridi oppure con una o entrambe delle specie parentali (reincrocio). Il termine si
può riferire sia a specie che ibridano in natura, oppure a specie che non ibridano in natura, ma possono ibridare se vengono in con-
tatto in condizioni opportune (potenzialmente interfertili), come nel caso di una specie autoctona che entra in contatto con una specie
alloctona.
Traslocazione: immissione intenzionale. Vedi Immissione.
Ultimo Massimo Glaciale (UMG): periodo di massima espansione dei ghiacci durante l’ultima glaciazione, la Würm.
Unità Evolutivamente Significativa per la conservazione: specie o entità subspecifica (popolazione, razza geografica, sottospe-
cie, ecc.) di organismi considerata evolutivamente distinta e storicamente isolata, caratterizzata da una struttura genetica divergente
dalle altre popolazioni e con distinto potenziale evolutivo e alto interesse conservazionistico a lungo termine.
Zona di contatto: area dove le distribuzioni geografiche di due popolazioni evolutivamente divergenti o di due specie strettamente
imparentate si sovrappongono. Se le specie producono ibridi, la zona di contatto si definisce ‘zona ibrida’ (Johannesson et al., 2020).

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