Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Di seguito sono riportate le schede delle principali specie faunistiche che popolano la Riserva.
ANFIBI
Tritone crestato (Triturus carnifex)
Il Tritone crestato è presente in buona parte dell’Italia peninsulare (ad esclusione di parte della
Calabria) e sull’arco alpino fino al territorio austriaco, sud Germania e Repubblica Ceca, inoltre è
presente una popolazione distaccata tra Bosnia e Grecia. In Abruzzo è presente in maniera
piuttosto diffusa in tutta la Regione.
Si può incontrare questo animale in molti ambienti differenti: le uova e le larve vivono all’interno
di pozze temporanee, laghetti e fontanili, mentre gli adulti possono incontrarsi sia sui terreni vicini
a fonti di acqua o all’interno delle stesse (soprattutto in periodo riproduttivo), dal livello del mare
fino a circa 2000 metri di quota. Nella Riserva Pineta Dannunziana non è riscontrato ma
sembrerebbe essere presente in alcuni invasi vicini, soprattutto in località Colli di San Silvestro.
Il Tritone crestato è caratterizzato da una pelle scura e piuttosto ruvida, il ventre di colore rosso‐
arancio presenta una macchiettatura irregolare nera, raggiunge una lunghezza massima di 19 cm.
Il maschio, durante il periodo riproduttivo, è riconoscibile grazie alla cresta che attraversa tutto il
dorso e continua sulla coda separata da una netta rientranza; la femmina, che è priva di cresta,
presenta una linea gialla. Intorno a febbraio inizia l’ingresso nei siti riproduttivi con successiva
deposizione di uova (tra marzo e giugno). Le larve di questo tritone sono onnivore, mentre gli
adulti si nutrono prevalentemente di artropodi (sia terrestri sia acquatici); non sono rari fenomeni
di cannibalismo tra adulti e giovani.
Le principali minacce per questa specie sono da ricercarsi nella variazione delle condizioni dei corpi
idrici (soprattutto quelli riproduttivi) e nell’introduzione in alcuni di essi di specie predatrici, spesso
pesci alloctoni. Anche la cattura per fini commerciali, illegali, è tra i fattori limitanti.
Foto di: Böhringer Friedrich ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generi in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Alpen_Kammmolch,_Triturus_carnifex_7.JPG
Rospo comune (Bufo bufo)
Il Rospo comune è distribuito omogeneamente in quasi tutta Europa, ad eccezione dell’Irlanda e di
Corsica e Sardegna, in Asia occidentale e Nord Africa. In Abruzzo è ampiamente diffuso, così come
è presente nel territorio della Riserva Naturale Pineta Dannunziana.
L’ampia diffusione del Rospo comune è anche legata alla sua elevata adattabilità a di versi habitat:
si può incontrare in boschi, cespuglieti, praterie, ambienti umidi dal livello del mare fino a 3000
metri di quota; per la riproduzione scegli pozze e laghi, o comunque luoghi con acque calme.
Questo animale può raggiungere i 20 cm di lunghezza, escludendo le zampe, e appare massiccio
con una colorazione marrone e numerose verruche sulla pelle in grado di secernere una sostanza
urticante se a contatto con le mucose, il ventre è sostanzialmente chiaro; le pupille sono
orizzontali di color rame, presenta inoltre delle ghiandole parotoidi. Le femmine risultano più
grandi dei maschi.
In primavera iniziano gli accoppiamenti all’interno dei siti acquatici con deposizione di migliaia di
uova in lunghi cordoli gelatinosi. I girini, una volta schiuse le uova, si nutrono di alghe e altri
materiali organici presenti in acqua, mentre gli adulti si nutrono prevalentemente di Insetti,
lumache senza guscio e lombrichi.
Il Rospo comune non soffre di particolari minacce, ad eccezione di distruzioni di siti riproduttivi o
della diffusione di parassitosi (chitridiomicosi), oltre che di uccisioni sulle strade da parte del
traffico veicolare durante il periodo riproduttivo.
Foto di: M. Betley‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bufo_bufo_small.jpg
Rospo smeraldino (Bufotes balearicus)
Il Rospo smeraldino è presente in quasi tutta l’Italia (Sardegna compresa, invece in Sicilia si trova
solo nel messinese), in Corsica e nelle isole Baleari.
Come tutti gli Anfibi vive in acqua (soprattutto durante la fase larvale e per la riproduzione) e sulla
terraferma nello stadio subadulto ed adulto, preferendo aree costiere, aree coltivate oppure
urbane e suburbane ricche di ghiaia e sabbia fino a circa 1300 metri di quota. I fossi vicini alla
Riserva Pineta Dannunziana sono ideali per ospitare la popolazione di questo animale.
L’aspetto di questo rospo è inconfondibile: su un corpo chiaro si distinguono nettamente delle
macchie color verde smeraldo (come si intuisce dal nome); come nel rospo comune si distinguono
le ghiandole parotoidi.
Verso la fine dell’inverno iniziano gli accoppiamenti con successiva deposizione delle uova, e
intorno alla metà di giugno tutte le uova raggiungono la schiusa, i girini così formatisi rimangono in
acqua fino a completa metamorfosi, quando raggiungeranno la terraferma, dove troveranno
nutrimento negli Insetti terrestri prevalentemente.
La principale minaccia alla sopravvivenza di questa specie è la degradazione dell’habitat: sia
distruzione degli ambienti riproduttivi sia l’eccessiva cementificazione e degradazione delle coste
con distruzione, spesso, di ambienti umidi dunali e retrodunali.
Foto di: Скампецкий ‐ licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bufo_viridis_sc.JPG
Rane verdi (Pelophylax bergeri & Pelophylax kl. hispanicus)
Da un punto di vista strettamente zoologico le Rane verdi presenti in Italia sono definite
synklepton, cioè si tratta di animali conviventi di cui una parte in realtà è un ibrido (P. hispanicus)
tra la specie convivente (P. bergeri) e un’altra specie non presente. Per cui dal punto di vista della
distribuzione si può affermare che questa situazione è presente in modo diffuso in tutta la
penisola italiana a sud del Po.
Le Rane verdi le troviamo all’interno di qualunque stagno, lago o bacino d’acqua fino a 1800 m di
quota. Diffuse anche all’interno della Pineta Dannunziana, sulle sponde del lago.
Le specie di Rane verdi sono molto simili morfologicamente, hanno lunghezza media di 15 cm e
appaiono di colore verde‐marrone con diffuse macchie nere più o meno casualmente disposte sul
dorso.
La riproduzione avviene all’inizio di marzo mentre la schiusa delle uova può protrarsi fino ad
agosto, gli adulti di Rana verde si nutrono di invertebrati acquatici e terrestri (predati sul bordo del
laghetto, dove spesso si appostano).
Al di là del crescente inquinamento da fertilizzanti sintetici o della distruzione di invasi acquatici,
non soffre di grandi problematiche; dal punto di vista genetico il continuo accrescimento nel
numero di ibridi può risultare problematico.
Foto di: Leo Bogert ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Teichfrosch.jpg
RETTILI
Geco comune (Tarentola mauritanica)
Specie distribuita nelle regioni costiere mediterranee e tra il Vicino Oriente e il Marocco. In Italia è
diffuso principalmente lungo le coste della penisola, ma viva anche all’interno in alcune regioni del
Nord.
Animale legato alla presenza dell’uomo, vivendo su pareti delle abitazioni e muretti a secco, ma
non è raro trovare esemplari anche in spazi tra le rocce o sotto tronchi di alberi e arbusti in
condizioni naturali. Osservabile nella Pineta Dannunziana.
Animale lungo fino a 15 cm, compresa la coda, piuttosto robusto con la testa piatta e tubercoli su
tutto il corpo, eccetto la coda. Le dita sono piatte e con una membrana simile ad una ventosa per
garantire appiglio anche su superfici lisce. La colorazione è grigia e marrone.
L’attività è prevalentemente diurna nei mesi primaverili ed estivi, anche se capita spesso di
incontrare individui di notte, in estate. Durante il periodo primaverile ed estivo possono verificarsi
accoppiamenti e deposizioni di uova anche più di una volta. La dieta è composta prevalentemente
da Artropodi.
Il Geco comune, grazie all’elevata antropofilia, non soffre particolari problemi di conservazione se
non le campagne di disinfestazione con insetticidi o le uccisioni volontarie, perché erroneamente
creduto velenoso, oppure la cattura per il commercio illegale.
Foto di: Trekato ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gekon_murowy_(Tarentola_mauritanica).jpg
Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus)
Specie distribuita nelle aree costiere mediterranee e nelle isole, oltre che in Somalia e in Asia, è
certa l’introduzione nelle Americhe. In Italia è presente in aree costiere e nelle isole, mentre si
ritiene che nelle regioni settentrionali sia stata introdotta.
Vive principalmente su muretti a secco, ruderi o anche sulle pareti delle abitazioni. Non è difficile
poterlo osservare nella Pineta Dannunziana.
Piccolo Rettile, lungo circa 10 cm, grigio‐rosa maculato di marrone; l'addome è biancastro. La
coda, soprattutto dei giovani, ha una livrea ad anelli neri e bianchi alternati. Le dita terminano con
degli uncini che permettono l’arrampicata su ogni parete.
Il periodo di attività è legato alle temperature miti nel periodo autunnale e invernale, mentre è
osservabile durante la primavera e l’estate, in particolare nelle ore crepuscolari e notturne.
L’alimentazione è rivolta soprattutto ad Artropodi e può essere predato da Ofidi, piccoli
Mammiferi o Rapaci notturni.
Il comportamento notturno, l’elusività e la vicinanza con l’uomo permettono al Geco verrucoso di
non correre particolari rischi, le minacce riguardano più che altro le predazioni dei Gatti.
Foto di: Nir Ofir – GlassOWater ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Hemidactylus_turcicus2.jpg
Orbettino (Anguis fragilis)
La specie è ben distribuita in tutta Europa, ad eccezione della Scandinavia settentrionale, Islanda,
Irlanda e Penisola Iberica centro meridionale. In Italia occupa buona parte della penisola con
lacune nelle regioni alpine e nella Pianura padano‐veneta.
La specie è attiva all’interno di boschi con zone aperte, prati, siepi e in ambienti umidi e ricchi di
vegetazione, tanto che nelle ore più calde della giornata tende a rifugiarsi sotto sassi o tronchi
caduti in terra. Seppur con difficoltà si può avvistare nella Pineta Dannunziana, tra la vegetazione o
tra le rocce.
Animale caratterizzato da un corpo serpentiforme, senza arti e con una piccola testa in continuità
con il resto del corpo. La lunghezza negli adulti maschi può raggiungere i 50 cm, un po’ meno le
femmine, mentre i piccoli alla nascita sono lunghi 7‐9 cm. La colorazione varia in base al sesso e
all’età, generalmente su tonalità giallo scuro‐marroncine.
Nel periodo estivo, dopo un paio di mesi dall’accoppiamento, le femmine danno alla luce da 4 a 26
piccoli. Si nutre principalmente di invertebrati terrestri e viene predata da Uccelli (soprattutto
Rapaci e Ardeidi) e da Mustelidi o da alcune specie di Serpenti.
I maggiori rischi per questa specie derivano dall’uso di biocidi in agricoltura e dal disboscamento, o
comunque dal disturbo antropico apportato all’habitat; altro importante elemento negativo per la
sopravvivenza delle popolazioni è l’uccisione volontaria da parte dell’uomo, perché ritenuto
velenoso o comunque assimilato a un serpente.
Foto di: pl:user:Marek_bydg (Olympus C‐765) ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Anguidae.jpg
Ramarro (Lacerta bilineata)
Specie distribuita in Europa occidentale naturalmente, mentre in Irlanda, Inghilterra e
probabilmente Stati Uniti d’America è stata introdotta. In Italia è ampiamente diffusa su tutto il
territorio.
Vive bene in prossimità di aree antropizzate, tanto che si può facilmente osservare l’animale in
termoregolazione sull’asfalto del bordo strada; in natura si trova generalmente in ginepreti e
boschi di varie tipologie. Riscontrabile all’interno della Pineta Dannunziana.
Il dorso di questo Sauro è generalmente di colore verde brillante, può presentare macchie chiare o
scure. Le femmine e spesso anche i giovani possono presentare due o quattro strie continue,
longitudinali e di colore chiaro. I giovani presentano il dorso bruno e i fianchi verde giallastri. Il
maschio è più grande della femmina e gli adulti possono avere dimensioni di 30‐45 cm. In periodo
riproduttivo, i maschi presentano la gola di colore blu acceso.
Attivo durante il giorno, tendenzialmente in ambienti soleggiati e aperti, ma anche in ambienti
umidi o zone coltivate, dal tardo inverno fino all’autunno inoltrato e tra maggio e giugno le
femmine depongono mediamente 8‐20 uova. Data la sua territorialità spiccata può risultare
mordace se non sono presenti vie di fuga, altrimenti può sfruttare le sue doti di buon
arrampicatore e di nuotatore. La dieta è composta in prevalenza da Artropodi o altri Sauri.
Dal punto di vista della conservazione, non sembra andare incontro a grosse problematiche, le
principali cause di declino sono riconducibili all’uso di biocidi in agricoltura, alla decespugliazione e
agli incendi, frequenti in ambiente di macchia, inoltre risulta anche scarsamente adattabile a zone
fortemente antropizzate e, quindi, l’espansione dei centri abitati non favorisce il Ramarro.
Foto di: Se90 ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Smaragdeidechse_2011‐05‐08.jpg
Lucertola campestre (Podarcis siculus)
In natura la specie è presente in Europa meridionale e l’Italia occupa gran parte del suo areale,
principalmente diffusa nelle regioni peninsulari. Si trova anche all’interno di piccole isole del
Mediterraneo, oltre che in Corsica e nelle due grandi isole italiane, e lungo le coste balcaniche.
Negli USA, in Spagna e Portogallo, Francia e Turchia è stata certamente introdotta. In Italia è molto
comune e diffusa in quasi tutto il territorio.
Questo rettile, di lunghezza intorno 25 cm presenta ventre biancastro senza maculature, e ha il
dorso verde, molto più accentuato nel maschio (che risulta anche più grande) rispetto alla
femmina, con maculature nere. I piccoli subito dopo la schiusa delle uova misurano 6 cm.
Vive in territori secchi: prati assolati e con abbondanza di pietre e rocce; frequente in territori
antropizzati. Nella Pineta Dannunziana capita spesso di vederla esposta al sole o in rapido
movimento tra i cespugli.
Attiva prevalentemente nelle ore diurne durante tutto l’anno ad eccezione dei mesi più freddi. Si
nutre principalmente di Artropodi terrestri ed è predata da Rapaci diurni, Serpenti e Mammiferi,
compresi i Gatti domestici in aree urbane. Depone 3‐9 uova a partire da metà maggio. La
territorialità nei maschi è abbastanza spinta e l’accoppiamento è preceduto da una breve parata di
corteggiamento.
Data l’elevata antropofilia la Lucertola campestre non corre rischi particolari per la sopravvivenza.
Foto di: Richard Bartz e J. Patrick Fischer ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Male_‐_Female_Podarcis_siculus.jpg
Biacco (Hierophis viridiflavus)
Specie presente in Europa centrale ed occidentale, tra la Francia e le coste del nord dei Balcani. In
Italia è diffuso ovunque.
Si tratta di una specie ubiquitaria, che facilmente entra in contatto con l’uomo in contesti
urbanizzati. Predilige ambienti ricchi di pietre o con legname accatastato per la deposizione delle
uova (da 6 a 12) in tarda primavera. Risulta buon arrampicatore ed eccellente nuotatore. Può
essere presente nella Pineta Dannunziana.
Serpente mediamente lungo tra 1 metro e 1 metro e 30 centimetri, ha una colorazione dorsale
giallo‐verdastra o giallo‐nerastra, spesso alcuni individui risultano completamente neri;
solitamente il ventre è invece biancastro o giallastro, talvolta su tonalità grigie o nere. I piccoli
appena nati misurano meno di 30 cm con una colorazione grigio verdastra e testa bruno‐nerastra.
L’attività di questo animale va da marzo a fine ottobre, anche se non sono rari avvistamenti
invernali nelle giornate più calde in termoregolazione. Si nutre principalmente di Micromammiferi
e piccoli Uccelli, a volte anche di altri Serpenti, mentre i giovani predano soprattutto Insetti e
piccole Lucertole. In ambiente urbano caccia soprattutto Topi.
Le principali minacce per questa specie sono riconducibili agli incendi, al depauperamento
generale dell’ambiente in cui vive e all’uso di sostanze inquinanti, soprattutto in agricoltura. Altro
importante fattore che influisce localmente, grazie anche all’elevata antropofilia, è l’investimento
su strada.
Foto di: FelixReimann ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Coluber_viridiflavus.jpg
Saettone (Zamenis longissimus)
Specie distribuita dai Pirenei alla catena caucasica e fino a Turchia e Iran. In Italia è diffuso
pressoché ovunque, comprese le isole maggiori.
Vive in ambienti ricchi di vegetazione (dove trova riparo nelle giornate più calde) con presenza di
sassi, oppure in zone ecotonali dove ci sono tronchi caduti a terra. Si può rinvenire anche in aree
agricole con siepi interpoderali o muretti in pietra e ruderi, spingendosi fino ad edifici rurali, o
presso ruscelli e fossi con estesa fascia ripariale. La Pineta Dannunziana può essere un’ambiente
favorevole alla frequentazione di questo Serpente.
Le abitudini di questo animale lo rendono attivo tendenzialmente di giorno tra la primavera e il
tardo autunno, anche se nei periodi più caldi è attivo al crepuscolo e di notte. Dopo pochi mesi
dall’accoppiamento, a partire dalla metà di giugno la femmina depone da 5 a 20 uova. Si nutre
principalmente di Mammiferi e Uccelli (comprese uova e nidiacei grazie alla sua dote di ottimo
arrampicatore), mentre i giovani di Ortotteri e Lucertole. Gli adulti sono predati da alcuni Uccelli e
da Mammiferi, mentre i giovani da Serpenti ofiofagi, come il Biacco o il Colubro liscio.
La distruzione dell’ambiente e le trasformazioni delle pratiche agricole, con conseguente impiego
di massicce dosi di pesticidi (che colpisce soprattutto le prede) sono tra le principali minacce per il
Saettone.
Foto di: Dietmar Foelsche ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Austria in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:998_%C3%84skulapnatter‐Elaphe_longissima.jpg
Biscia dal collare (Natrix natrix)
Si tratta di un serpente diffuso in gran parte dell’Europa, fino all’Asia centrale e trova nel Nord
Africa il proprio limite meridionale. In Italia è specie diffusa ovunque in tutte le Regioni, comprese
le due isole maggiori e molte isole mediterranee.
Si tratta di una specie legata agli ambienti acquatici, per cui predilige boschi igrofili con Pioppi e
Salici, comunque in prossimità di laghetti o corsi d’acqua. Può essere rinvenuta anche in boschi
mesofili con Querce e Olmi e in ambienti urbani. Possibile osservarla nella Pineta Dannunziana in
spostamento dai fossi vicini.
Animale che raggiunge quasi 1 metro e mezzo di lunghezza (con le femmine normalmente più
grandi dei maschi) e presentano un’ampia variabilità cromatica: la colorazione dorsale è grigiastra
con macchie scure spesso estese e abbondanti, ma non mancano esemplari neri. La caratteristica
di questa specie è la presenza di un doppio collare nero e giallo o nero e bianco dietro la testa. Il
collare è particolarmente evidente nei giovani.
Attiva in primavera, estate e autunno, principalmente di giorno e al crepuscolo, talvolta nelle ore
notturne. L’accoppiamento avviene in primavera, con i maschi disposti intorno a una femmina
(mating balls), e dopo pochi mesi sono deposte da 6 a 70 uova. I piccoli trascorrono i primi periodi
di vita in corsi d’acqua o invasi sia artificiali sia naturali per poi, con l’avanzare dell’età, spostarsi
sulla terraferma. La dieta è composta principalmente da Anfibi o Pesci e talvolta anche da
Mammiferi.
Data la sua ecologia, la Biscia dal collare soffre molto l’alterazione degli ambienti acquatici, sia che
si tratti di inquinamento sia che si tratti di regimazione dei corsi e alterazione delle caratteristiche
di questo ambiente.
Foto di: Karl Larsaeus ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Natrix_natrix_(Karl_L).jpg
Testuggine palustre americana (Trachemys scripta)
Specie nativa degli Stati Uniti, ma ormai in seguito a introduzioni operate dall’uomo ha espanso il
proprio areale in gran parte dei continenti. In Italia è stata introdotta.
La specie vive principalmente in corpi d’acqua con flusso minimo, e laddove c’è buona copertura
vegetale secca e comunque in grado di adattarsi bene anche a bacini idrici in prossimità di aree
antropizzate. Abbondante nel lago all’interno della Pineta Dannunziana.
Animale dal carapace molto scuro con venature gialle e piuttosto appiattito con testa di colore
nero e striature gialle ben evidenti ai lati del collo. Nel maschio la coda è più robusta, larga e lunga
rispetto alla femmina; il carapace della femmina è più bombato e le unghie più corte. Il ventre è
giallastro.
Risulta specie opportunistica, dal punto di vista trofico è molto adattabile, si nutre sia di animali sia
di vegetali.
Non sono note minacce alla sopravvivenza di questa specie, ma sicuramente sono la
frammentazione territoriale e le variazioni indotte dall’uomo sui corpi idrici i principali fattori di
impatto per questa specie. Anche la cattura a fini commerciali può influire, anzi tale finalità è
proprio quella che ha permesso l’introduzione e la diffusione in buona parte del globo terrestre.
Foto di: Jtlopes (Transfered by Luan) ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:C%C3%A1gado.jpg
UCCELLI
Tuffetto (Tachybaptus ruficollis)
Specie ben rappresentata a livello mondiale, la sottospecie presente in Italia è riscontrabile anche
dalla penisola Iberica e Isole britanniche fino agli Urali e in Nord Africa. In Italia la specie è
migratrice, svernante e in alcune aree anche nidificante.
Il Tuffetto è legato a laghetti e piccoli invasi d’acqua per la riproduzione, in altri periodi dell’anno
frequenta anche acque salmastre preferendo sempre aree con diffusa vegetazione ripariale,
soprattutto a quote inferiori a 400 m s.l.m. rarefacendosi più su fino a un massimo di 2000 m di
quota. Date queste caratteristiche l’area della Riserva Naturale risulta idonea ad ospitare la specie
durante i voli migratori.
L’Uccello, dall’aspetto paffuto e con collo corto, appare con piumaggio color camoscio, bianco e
nero durante l’inverno mostrando, invece, in estate un’evidente colore rossiccio sul collo e una
macchia giallastra alla base del becco, non vi sono grandi differenze tra i due sessi.
Depone le uova in primavera ed estate, mentre compie viaggi migratori sia tra luglio e dicembre
sia tra fine febbraio e metà aprile.
Non è specie cacciabile e non corre rischi di estinzione, è bene però tener conto delle esigenze di
habitat legate alla disponibilità di vegetazione ripariale e la competizione che sfavorisce il Tuffetto
con le Carpe, laddove queste raggiungono densità importanti.
Foto di: de:Benutzer:BS Thurner Hof ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Zwergtaucher_060319_3.jpg
Svasso maggiore (Podiceps cristatus)
Specie ben rappresentata a livello mondiale, la sottospecie presente in Italia è riscontrabile anche
nel resto del continente europeo fino all’Asia centrale e in alcune località del Nord Africa. In Italia
la specie è migratrice, svernante e in alcune aree anche nidificante.
Lo Svasso maggiore frequenta acque profonde fino a mezzo metro e con abbondante vegetazione,
utile per la deposizione di uova, oltre che laghetti, anse di fiumi piuttosto lente o addirittura acque
salmastre che sfrutta per predare pesci, al di sotto dei 300 metri di quota, più rarefatto al di sopra
(raggiungendo il massimo altitudinale a circa 1300 m s.l.m. nel Lago di Campotosto).
Relativamente alla Pineta Dannunziana la specie è presente in maniera irregolare durante il
periodo migratorio.
Il maggiore è il più grande Svasso europeo, caratterizzato da un corpo allungato e collo stretto e
lungo, il becco è rosa con culmine scuro. In estate sono evidenti i “pennacchi” sul capo e sulle
guance che vengono persi in inverno.
Dopo un periodo di accoppiamento vengono deposte da 3 a 9 uova tra metà febbraio e settembre,
mentre le migrazioni avvengono tra luglio e dicembre e tra febbraio e i primi di maggio.
Le reti da pesca, la variazione dei regimi idrici dei laghi in cui nidifica e l’immissione di animali
alloctoni (Pesci siluro e Nutrie) costituiscono le principali minacce alla sopravvivenza.
Foto di: Marco Serra ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Podiceps_cristatus_123.jpg
Tarabusino (Ixobrychus minutus)
Specie ben rappresentata a livello mondiale, la sottospecie presente in Italia è riscontrabile con
popolazione frammentata anche nel resto del continente europeo fino all’Asia orientale, ad
esclusione delle latitudini maggiori, e in alcune località africane. In Italia la specie è migratrice e
nidificante estiva.
Il Tarabusino vive in piccoli laghi ricchi di vegetazione in pianura (fino ad un massimo di 800 m
s.l.m.), infatti sfrutta soprattutto i canneti per la realizzazione del nido, in questi ambienti di
interfaccia tra vegetazione e acqua si nutrono di piccoli animali e. soprattutto prima delle
migrazioni, piccoli pesci. Il laghetto della Pineta Dannunziana è idoneo ad ospitare la specie
durante le migrazioni, anche se vi fa visita in maniera irregolare.
La caratteristica principale dei questo Uccello è la macchia color crema presente sulle ali, nei
maschi adulti si osservano anche i vertici e le parti superiori delle ali nere, mentre nelle femmine e
nei giovani tali zone sono marroni; i giovani inoltre presentano numerose striature su collo e parti
superiori. Già a partire dal mese di marzo è possibile osservare Uccelli in transito sulla nostra
penisola, ma il periodo di maggior frequenza inizia ad aprile, quando avvengono gli accoppiamenti
e nel mese di giugno si ha la schiusa delle uova.
La specie merita attenzione poiché soffre della riduzione di habitat idoneo (canneti maturi dove
deporre) a causa delle attività di controllo della vegetazione, oltre che problematiche relative ai
corpi idrici frequentati.
Foto di: Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ixobrychus_minutus_3_(Marek_Szczepanek).jpg
Nitticora (Nycticorax nycticorax)
Specie ampiamente diffusa nel mondo, seppur in maniera frammentata la sottospecie presente
anche in Italia riesce a nidificare in buona parte dell’Europa ma quasi completamente tende a
spostarsi in Nord Africa per lo svernamento. In Italia nidifica in alcune stazione nella porzione
centro‐settentrionale della penisola.
La Nitticora predilige ambienti d’acqua dolce poco profondi e non oltre i 200 metri di quota
soprattutto per alimentarsi, dove trova pesci e altri animali, preferendo invece la fascia ripariale
con alberi ed arbusti per costruire il nido. Durante le migrazioni, anche se in maniera irregolare,
trova nell’area intorno al laghetto della Pineta Dannunziana, l’habitat idoneo per sostare.
Questo Uccello dal colore grigio con dorso e nuca nera (bianco invece nel resto della testa e sulla
gola) è caratterizzato da un becco piuttosto corto; i giovani appaiono invece piuttosto marroni ed
uniformi. L’arrivo in Italia avviene a metà marzo e dopo poche settimane si ha la deposizione di
uova. Lontano dal periodo riproduttivo la specie è attiva solo di notte.
Questa specie è minacciata soprattutto dalla scomparsa di ambienti umidi seminaturali e dal
cambiamento climatico (soprattutto carenza di pioggia nelle aree di svernamento africane e
riduzione di aree umide dove alimentarsi).
Foto di: Drorbe‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Birds_Night_Heron_15042011_236.JPG
Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides)
La Sgarza ciuffetto è un Uccello distribuito in tutta l’Europa mediterranea e in Asia medio‐
orientale, verso sud lambisce l’Africa meridionale. In Italia la nidificazione avviene
fondamentalmente in Pianura Padana, più localizzata in altre regioni.
Predilige boschi igrofili, principalmente di basso fusto, per la nidificazione; si può incontrare anche
in parchi urbani e pinete litoranee solitamente al di sotto dei 100 metri di quota (massimo
raggiunto in Umbria a 750 m s.l.m.). Durante le migrazioni può frequentare aree umide costiere e
interne. Nella Pineta Dannunziana risulta essere una specie migratrice irregolare.
Uccello di modeste dimensioni ha le ali bianche, ben visibili quando si invola, mentre ha il corpo
color ocra e, durante il periodo riproduttivo, ha il capo e i lati del collo striati di giallo con le penne
della nuca allungate. Evidenti sono il becco bluastro con punta nera e le zampe rosa‐giallastre.
La riproduzione in Italia si frappone ai due movimenti migratori: uno più regolare tra marzo e
giugno e uno tra agosto ed ottobre.
Tra le cause di declino della Sgarza ciuffetto ci sono la perdita di habitat per cause naturali ed
antropiche, l’inquinamento da pesticidi, la frammentazione ambientale e i fenomeni di
bracconaggio.
Foto di: Pierre Dalous ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Crabier_chevelu.jpg
Garzetta (Egretta garzetta)
Specie ampiamente diffusa nel mondo, seppur in maniera frammentata la sottospecie presente
anche in Italia riesce a nidificare in buona parte dell’Europa ma tende a spostarsi in Nord Africa per
lo svernamento, soltanto una parte della popolazione riesce a sopportare il clima invernale
dell’Europa mediterranea. In Italia nidifica in alcune stazione del Nord, mentre in buona parte
della penisola risulta migratrice, svernante ed estivante.
Risulta una specie legata all’acqua, sia salmastra sia dolce, preferendo fiumi, torrenti, lagune,
paludi e risaie poco profondi per la caccia e sfrutta gli alberi e gli arbusti della fascia ripariale per la
nidificazione, solitamente insieme ad altri Uccelli acquatici. Queste caratteristiche permettono in
maniera irregolare di avvistare l’Uccello nei pressi della Pineta Dannunziana durante le migrazioni.
Si tratta di un airone di medie dimensioni, il piumaggio è bianco e spiccano le zampe nere con dita
gialle e il becco nero con sfumature gialle; nel periodo riproduttivo la Garzetta presenta due penne
allungate sulla nuca e il becco con sfumature rossastre.
Come detto si nutre di animali acquatici: piccoli pesci, Anfibi, uova, Insetti acquatici e gamberetti.
Entro la fine di Settembre si ha la migrazione verso Sud con successivo ritorno a Marzo e nelle
settimane successive inizia la deposizione delle uova, dopo la schiusa gli adulti osservano i piccoli
per pochi giorni per poi far visita al nido solo per l’imbeccata.
Non soffre di particolari minacce, se non la bonifica di alcuni invasi di acqua e aree paludose, ma
spesso sono state istituite piccole aree protette per compensare.
Foto di: Jyothiprasad Buddha ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Egretta_garzetta_‐Gachi_Bowli,_Hyderabad,_Andhra_Pradesh,_India‐8.jpg
Airone bianco maggiore (Ardea alba)
Specie ampiamente diffusa nel mondo, la sottospecie presente anche in Italia è diffusa in quasi
tutto l’emisfero boreale (ad eccezione dell’America). In Italia nidifica in modo irregolare,
preferendo la penisola per svernare o estivare.
Frequenta aree palustri con acqua poco profonda soprattutto per l’alimentazione, preferendo
invece aree a pascolo, coltivi o risaie durante il periodo invernale. Nella Pineta Dannunziana è
stato avvistato alcune volte l’Airone bianco maggiore, ma tali visite sono da ritenersi comunque
accidentali.
Airone di grandi dimensioni con piumaggio bianco, zampe lunghe scure e becco giallo.
Questo Uccello può essere avvistato tra la fine dell’estate e la primavera, nelle aree di sosta
magari mentre sta predando pesci, Anfibi o invertebrati di cui si nutre.
Le minacce, seppur piuttosto limitate, sono la diminuzione di disponibilità di ampie aree umide e
gli abbattimenti illegali per fini collezionistici o per tutela degli animali in impianti di piscicoltura.
Foto di: Luc Viatour / www.Lucnix.be ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Adrea_alba_Luc_Viatour.jpg
Airone cenerino (Ardea cinerea)
Uccello distribuito in maniera diffusa nell’emisfero boreale, in particolare la sottospecie presente
anche in Italia ha una distribuzione ampia su tutta l’Eurasia. In Italia è in forte aumento,
nidificando ma soprattutto svernando in molte aree sia costiere sia interne.
Come gli altri aironi predilige ambienti umidi, che utilizza per alimentarsi, come fiumi, laghi, paludi
e meno di frequente aree con acqua salmastra. Nella Pineta Dannunziana non è raro osservarlo in
volo o nel laghetto durante il periodo migratorio.
Questo Uccello ha dimensioni importanti, ben riconoscibile a causa del colore grigio del piumaggio
di sopra, mentre la zona ventrale e la fronte tende al bianco. Ha becco giallo e robusto, le zampe
giallo‐grigiastre, invece le ali, grigie, hanno le estremità nere.
Tra metà febbraio ed aprile avviene la deposizione di uova in nidi costruiti molto in alto tra i rami
degli alberi della fascia ripariale. Gli ambienti umidi che frequenta offrono anche pesci, rane e
Insetti di cui si nutre; nelle popolazioni residenti, durante l’inverno, può rivolgersi a piccoli
Mammiferi e Insetti di aree terrestri secche.
Non soffre di particolari minacce, se non la rarefazione di ambienti umidi o la persecuzione a causa
delle frequentazioni di vasche per la piscicoltura.
Foto di: Ómar Runólfsson ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ardea_cinerea_‐Horsens,_Midtjylland,_Denmark‐8.jpg
Airone rosso (Ardea purpurea)
Specie diffusa nell’Europa mediterranea fino all’Iran e al Turkenstan, presente anche in Africa
settentrionale, orientale e meridionale. In Italia nidifica in estate ed è un migratore regolare.
Frequenta estesi ambienti umidi con acqua stagnante e vegetazione ricca, preferisce comunque
ambienti lontani dall’uomo. Nella Pineta Dannunziana, perciò, risulta essere un frequentatore
accidentale.
In volo somiglia molto all’Airone cenerino, anche se a guardar bene il collo è più fino e spigoloso e
il becco più stretto. Se posato, si distingue bene la colorazione del piumaggio tendente al rosso‐
marrone con una distinta linea nera, sulle ali si distinguono le penne grigiastre sfumate dalle
rossicce; i giovani appaiono maggiormente marroni‐ocra.
In Italia si assiste a imponenti migrazioni tra marzo e maggio e da agosto a ottobre. Dopo l’arrivo in
Italia si ha un breve corteggiamento e la rapida costruzione del nido nei canneti, tra metà aprile e
metà maggio vengono deposte da 3 a 5 uova. Ovviamente si nutre di ciò che trova negli ambienti
umidi frequentati, compresi talvolta gli impianti di irrigazione o le risaie.
Lo stato di conservazione di questo Uccello è sfavorevole soprattutto legato allo sfalcio dei canneti
e alla riduzione del numero e dell’estensione degli ambienti idonei.
Foto di: Ravi Vaidyanathan ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Purple_heron1.jpg
Cormorano (Phalacrocorax carbo)
Specie diffusa nel mondo, la sottospecie presente anche in Italia è distribuita anche nel resto
d’Europa e in Asia. In Italia è nidificante da tempi piuttosto recenti (la popolazione più antica
risiede nell’oristanese a partire dal 1960), svernante e migratore.
Frequenta zone umide interne con acqua e anche zone costiere con acqua poco profonda purché
sia abbondante la disponibilità di prede, oltre che falesie, zone con vegetazione morente e opere
antropiche per la nidificazione. La vicinanza con il mare e la presenza della pineta sono
caratteristiche che rendono la Riserva Naturale Pineta Dannunziana idonea allo stanziamento
durante le migrazioni.
Uccello caratterizzato da un collo ricurvo ben evidente e robusto (visibile in volo) dal piumaggio
nero sopra con riflessi bluastri e biancastro sotto, macchie gialle alla base dalla mandibola.
Durante il periodo estivo nidifica tendenzialmente in alberi morti o morenti in prossimità di
ambienti umidi, ma non mancano casi, come già detto, di nidificazione su rupi e falesie, vedasi
nell’oristanese, o su opere antropiche come edifici, tralicci e pali della luce. Si nutre
esclusivamente di pesci; risulta infine specie fortemente gregaria.
Lo stato di conservazione è favorevole per questo Uccello anche se spesso cade vittima di
persecuzione da parte di pescatori e piscicultori, oppure subisce l’accumulo di sostanze tossiche.
Foto di: Sławek Staszczuk (photoss [AT] hotmail.co.uk) ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Phalacrocorax_carbo.jpg
Cicogna bianca (Ciconia ciconia)
Specie diffusa in Europa, Africa e Asia Centrale. In Italia è tornata a colonizzare le regioni
meridionali negli ultimi decenni, meno diffusa nelle regioni settentrionali.
Gli habitat di questa specie sono generalmente quelli aperti, campi arati, brughiere o zone
paludose; non disdegna le aree antropizzate, in cui trova siti di nidificazione. La posizione della
Riserva Pineta Dannunziana permette di osservare la Cicogna bianca durante i movimenti
migratori, anche se non c’è regolarità nel transito su quest’area.
Inconfondibile il portamento di questo Uccello quando cammina, riconoscibile anche per via della
colorazione bianca e nera con becco e zampe rossastre.
La specie è migratrice, ma anche nidificante (più raramente svernante), e solitamente arriva in
Italia tra marzo ed aprile, a cui segue il periodo di accoppiamenti e la deposizione di uova, per poi
ripartire verso i quartieri di svernamento del Nord Africa tra agosto e settembre. Sfrutta comignoli
o altri manufatti antropici molto in alto per costruire il nido di rami intrecciati.
L’animale ha attraversato periodi di forte riduzione numerica nel secolo scorso, tra le principali
minacce si hanno: le bonifiche delle aree umide, le pratiche agricole più intense e la folgorazione
sui cavi di alta tensione, oltre che il bracconaggio e la siccità che colpisce i luoghi di svernamento
del Nord Africa.
Foto di: Matthias Barby ‐ licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ciconia_ciconia(Gollibolli)2.JPG
Fischione (Anas penelope)
Uccello diffuso prevalentemente in Europa e Asia, nidificante nelle regioni settentrionali,
prediligendo le aree mediterranee, e quindi anche l’Italia, e le località tra il Nilo e l’Africa sub‐
sahariana per svernare.
Frequenta aree umide interne con acqua poco profonda, mentre nelle aree di svernamento
predilige le zone marittime e quelle umide costiere. Data la vicinanza del mare, la Pineta
Dannunziana risulta essere un sito idoneo alla sosta del Fischione durante le migrazioni, seppur
osservato irregolarmente.
Il Fischione ha l’aspetto di un’anatra di medie dimensioni, con testa arrotondata, e
proporzionalmente più grande del becco, e collo corto. In periodo riproduttivo il maschio adulto
presenta capo e collo castani con fronte giallastra, mentre il petto tende al rosa; durante il volo si
notano sulla parte superiore di ogni ala una macchia bianca e una verdi. La femmina adulta è
tendenzialmente più bruno‐rossastra. Il becco, piccolo, è grigio con punta nera, in entrambi i sessi.
Dalla fine di agosto giungono in Italia i primi individui per poi ripartire tra febbraio ed aprile. La
nidificazione avviene a partire da aprile‐maggio, gli individui compiono delle mute sia prime sia
dopo la riproduzione. Il nido è fatto all’interno della vegetazione palustre, e si nutre di ciò che
trova nei prati in prossimità dell’acqua.
Tra le minacce la principale è il bracconaggio, seguita dalla distruzione della vegetazione acquatica
e dalla degradazione delle aree umide, soprattutto se lontane o esterne da aree protette, oltre che
dall’avvelenamento chimico.
Foto di: J.M.Garg ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Eurasian_Wigeon_(Anas_penelope)_Im_Picture_1056.jpg
Alzavola (Anas crecca)
Specie abbastanza diffusa nell’emisfero Nord, la sottospecie nominale tende a svernare in Europa
centro meridionale, interessando buona parte dell’Italia, dove risulta specie migratrice e
svernante, appunto.
Frequenta ambient umidi con acque poco profonde e calme, sia dolci sia salmastre. In periodo
riproduttivo preferisce laghetti, stagni, paludi con abbondante vegetazione. Nella Pineta
Dannunziana risulta essere presente in maniera irregolare durante le migrazioni.
In periodo riproduttivo, il maschio adulto presenta un capo castano con lati verde orlati di giallo; il
sottocoda è giallo chiaro con contorno nero e presenta una linea bianca orizzontale lungo tutto il
corpo, che ha piumaggio grigio. La femmina, invece, è marrone con chiazze scure su tutto il corpo.
La migrazione pre‐riproduttiva ha luogo tra gennaio e aprile, mese in cui generalmente ha inizio la
deposizione delle uova. Con la fine dell’estate giungono in Italia gli individui con le migrazioni post
riproduttive. La ricerca di luoghi umidi con abbondante materiale vegetale permette a questi
Uccelli la costruzione del nido; stesso ambiente che offre elementi vegetazionali e animali per
cibarsi.
La specie è minacciata dalla riduzione delle zone umide, soprattutto la rarefazione delle aree per la
nidificazione.
Foto di: Christophe Eyquem ‐ licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sarcelleh_1.jpg
Germano reale (Anas platyrhyncos)
Specie diffusa in gran parte delle regioni dell’emisfero boreale, la sottospecie presente in Italia è
distribuita in tutta Europa, Asia centrale e America Nord‐occidentale. In Italia è residente,
svernante e migratrice.
Molto adattabile, trova il suo habitat in qualunque ambiente acquatico, sia dolce sia salmastro,
anche vicino all’uomo. In periodo riproduttivo predilige ambienti lacustri con acqua bassa e
abbondante vegetazione. Nella Pineta Dannunziana è specie migratrice regolare, con accertata
riproduzione nell’isolotto all’interno del lago.
Anatra dalla forma tozza, con zampe arancioni presenta una macchia blu nella parte bassa delle
ali. Il maschio adulto in periodo riproduttivo presenta una testa verde metallico, uno stretto
collarino bianco, petto marroncino, sottocoda nero e resto del corpo grigiastro. La femmina
presenta una colorazione marroncina con una stria nera sull’occhio.
La femmina costruisce il nido nel terreno in prossimità dell’area umida, raramente in cavità della
roccia. La deposizione delle uova avviene grosso modo da febbraio a luglio, mentre la migrazione
post riproduttiva porta gli animali tra ottobre e dicembre nei quartieri di svernamento.
La riduzione delle aree umide, come in molti altri animali, è un elemento di criticità per questa
specie insieme alla immissione in natura di forme domestiche, con possibili incroci genetici.
Foto di: Assianir ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:GermanoIMG_2445.JPG
Marzaiola (Anas querquedula)
Specie distribuita in Europa ed Asia, in Italia la si può incontrare comunemente durante le
migrazioni o lo svernamento, è più rara la presenza come nidificante.
Predilige ambienti umidi aperti, anche non troppo estesi, con bassi fondali, in periodo non
riproduttivo può frequentare aree costiere. Nella Pineta Dannunziana è frequente durante le
migrazioni.
Il maschio adulto in periodo riproduttivo presenta un capo marrone con una striscia bianca
sull’occhio a mo’ di mezza luna, il petto è marrone scuro mentre i fianchi appaiono grigi. La
femmina ha un capo più chiaro e più striato.
La migrazione pre‐riproduttiva ha luogo tra metà febbraio ed aprile, deponendo le uova fino a
metà giugno; la migrazione post‐riproduttiva segue i mesi di settembre e ottobre. Il nido viene
costruito in vicinanza dell’acqua in depressioni del terreno con l’ausilio di materiale vegetale.
La distruzione degli ambienti umidi e la pressione venatoria, ancora presente in alcuni Paesi, sono i
principali fattori di minaccia per questa specie.
Foto di: Ferran Pestaña ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Anas_querquedula,_Viladecans,_Catalunya,_Spain_1.jpg
Moriglione (Aythia ferina)
Specie distribuita principalmente in Europa e Asia, raramente nidificante in Nord Africa. In Italia è
svernante in buona parte della penisola, prediligendo le regioni settentrionali per la nidificazione.
Vive in ambienti acquatici mediamente profondi, sia in zona costiera sia all’interno. Nella Pineta
Dannunziana può far visita durante le migrazioni, seppur senza regolarità.
Il maschio adulto in periodo riproduttivo ha il capo marrone brillante, il becco nero con banda
grigia, petto e zona caudale nera con fianchi grigi; l’occhio è rossastro. In eclisse questo Uccello ha
un capo più rossiccio e un piumaggio più sbiadito, scompare anche la banda grigia chiara sul
becco. La femmina è tendenzialmente di colore marrone sul petto e zona caudale, capo sbiadito e
solita colorazione grigia del resto del corpo.
Tra febbraio ed aprile avviene una prima migrazione che anticipa la covata delle uova, la
migrazione post riproduttiva, invece, si ha tra fine agosto e novembre. Il nido viene costruito in
depressioni del terreno vicine alle zone umide frequentate con materiale vegetale.
Frequentando spesso invasi artificiali, la cattiva gestione degli stessi (svuotamenti e riempimenti
rapidi, assenza di corretta gestione) mette a rischio la vitalità di molti individui di Moriglione.
Foto di: Laitche ‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Duck_WUXGA.jpg
Gabbiano reale (Larus michahellis)
Specie distribuita in Europa e Asia centrale, prevalentemente in area mediterranea. In Italia è
comunemente diffuso e nidificante, ha colonizzato anche grandi città.
Si adatta facilmente alla presenza antropica, infatti vive non solo in aree costiere ma anche in
grandi città. Nella Pineta Dannunziana è facilmente osservabile, come in tutta la città di Pescara, e
una coppia risultava nidificante all’interno dell’isolotto in mezzo al lago.
Uccello di grandi dimensioni dalla colorazione prevalentemente bianca con ali grigie e punte nere.
Il becco e le zampe sono gialli e presenta una macchia rossa vicino il vertice del becco.
Animale tendenzialmente sedentario, in alcuni casi può compiere spostamenti più o meno lunghi
nel periodo luglio‐settembre, invece la nidificazione avviene in aree inaccessibili per i predatori
terrestri; si nutre di invertebrati, piccoli uccelli e pesci ma soprattutto di rifiuti urbani.
Il Gabbiano reale non soffre di particolari minacce, il pericolo esiste per l’ingestione di plastiche e
materiali tossici; risulta invece problematico per l’accumulo di deiezioni e la possibilità di
trasmissione di patogeni all’uomo.
Foto di: Júlio Reis ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:2004‐04‐10_Larus_michahellis_ad.jpg
Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus)
Specie distribuita in Asia ed Europa, in Italia svernante, migratrice e in alcune località pure
nidificante.
Vive prevalentemente in prossimità di aree umide, sia naturali sia antropizzate, ma si rinviene
anche presso coltivi e aree urbanizzate. Nella Pineta Dannunziana può essere osservato in volo e
risulta nidificante nell’isolotto al centro del lago.
Uccello di colore bianco con ali grigiastre e striscia esterna bianca, in estate presenta la testa
molto scura, quasi nera, evidente è la bordatura della punta dell’ala color nero e zampe e becco
arancioni. In inverno anche la testa è bianca.
Animale che si rinviene sulle coste mediterranee un po’ in tutte le stagioni, essendo svernante,
estivante, migratore e nidificante nelle regioni meridionali; si nutre di artropodi, piccoli vertebrati
e rifiuti urbani.
Il Gabbiano comune non soffre di particolari minacce di conservazione.
Foto di: Adrian Pingstone ‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Larus_ridibundus.jpg
Falco di palude (Circus aeruginosus)
Specie ad ampia diffusione sul globo terrestre, in Itali è presente una sottospecie che è possibile
ritrovare anche in tutta la fascia temperata eurasiatica. In Italia non è molto diffuso, seppur
nidificante soprattutto in Pianura Padana e nelle zone umide dell’alto Adriatico, più
sporadicamente al centro; la nostra penisola è territorio per lo svernamento e di passaggio
durante le migrazioni.
Predilige ambienti umidi, sia di acqua dolce sia salmastra, da 0 a 700 metri di quota, purché ci sia
abbondante vegetazione emersa e l’acqua sia calma, evita le zone boscate se non durante le
migrazioni. Nel periodo non riproduttivo può frequentare anche campi coltivati. Nella Riserva
Pineta Dannunziana irregolarmente può trovarsi durante le migrazioni.
Il maschio adulto è caratterizzato da una colorazione tendenzialmente biancastra con la punta
delle ali nera ben evidente, il dorso e il basso ventre appaiono marrone‐rossicci. La femmina è
tendenzialmente bruna con nuca, gola e “spalle” chiari.
A fine marzo inizia la deposizione di uova in nidi all’interno di zone parzialmente sommerse e in
fitta vegetazione. Le migrazioni primaverili hanno luogo tra marzo ed aprile, quelle autunnali tra
fine agosto ed ottobre.
Le minacce per questo Uccello derivano principalmente dalla rarefazione dei siti umidi idonei.
Illustrazione da: Naumann, Natural history of the birds of central Europe, 3rd Ed. Revised by G. Berg et al.; Edited by Carl R. Hennicke ‐ licenza public
domain in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Rohrweihe.jpg
Sparviere (Accipiter nisus)
Specie ampiamente distribuita nell’emisfero boreale, in Italia risulta essere nidificante, svernante e
migratrice abbastanza diffusamente: è una specie piuttosto comune.
Predilige ambienti forestali costituiti da conifere, anche se spesso possono trovarsi in boschi di
latifoglie. Nella Pineta Dannunziana è un Uccello migratore regolare.
Uccello rapace di piccole dimensioni, si distingue per la coda, con 4 o 5 barre scure, sempre più
lunga della lunghezza dell’ala. Il maschio adulto, sempre più piccolo della femmina, presenta le
parti superiori grigiastre, guance rossicce e barrature dello stesso colore nella parte inferiore. La
femmina presenta differenze nella parte inferiore rispetto al maschio con barrature su fondo
grigiastro. Entrambi i sessi hanno barrature orizzontali su ventre e parti inferiori delle ali.
I periodi migratori in cui osservare lo Sparviere sono marzo‐aprile ed ottobre, in primavera
inoltrata vengono deposte le uova in nidi nascosti tra le chiome degli alberi di fitti boschi. Si nutre
cacciando le proprie prede a margine dei boschi, soprattutto piccoli Uccelli di bosco.
Con la messa a bando di concimi e contaminanti chimici hanno permesso di evitare il tracollo della
popolazione di Sparviere in Italia, che tendeva ad accumulare molte sostanze dannose.
Foto di: Meneer Zjeroen ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Accipiter_nisus_Meneer_Zjeroen.jpg
Poiana (Buteo buteo)
Specie distribuita in Europa ed Asia con popolazioni che raggiungono l’Africa meridionale per lo
svernamento. In Italia è il rapace, probabilmente, più diffuso e risulta migratore, svernante e
nidificante residente.
Dal punto di vista degli habitat, la Poiana frequenta boschi (sia conifere sia latifoglie), aree prative
aperte e antropizzate, dal livello del mare al piano montano. Nella Pineta Dannunziana è una
specie migratrice regolare, a volte osservata sui rami degli alberi.
Rapace di medie dimensioni, in volo si notano le ampie ali digitate che appaiono principalmente
biancastre, se vista dal basso ; spesso si può osservare la Poiana appostata su un qualche posatoio
evidenziando così la colorazione marrone del corpo. Nei giovani, di colore più chiaro, si notano le
striature sul petto.
Nei siti di nidificazione le coppie di Poiane sono presenti tutto l’anno (a quote maggiori migrano
verso quartieri di svernamento) e tra gennaio e febbraio iniziano le manifestazioni nuziali che
portano all’accoppiamento e quindi alla deposizione di uova nel mese di aprile in nidi costruiti su
alberi piuttosto alti o anche su rocce. Sono animali gregari, è facile vedere più individui
volteggiare, sfruttando le correnti ascensionali, spesso anche per raggiungere posatoi da cui si
appostano per scovare le proprie prede.
Dal punto di vista conservazionistico, la specie non ha particolari problemi, potrebbe risentire
negativamente della cattiva gestione territoriale (taglio siepi o alberi) e del bracconaggio.
Foto di: Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Buteo_buteo_5_(Marek_Szczepanek).jpg
Falco pescatore (Pandion haliaetus)
Specie distribuita su tutti i continenti (eccetto l’Antartide), in Europa e Asia è presente in maniera
continua nei Paesi baltici, scandinavi e russi, sverna in Africa. In Italia la specie nidifica in Sardegna
fino a qualche decennio fa, ormai è interessata soltanto da migrazioni, seppur irregolarmente.
Preferisce ambienti di acqua dolce o salmastra con abbondanza di pesci e presenza di alberi o pali,
utilizzabili come posatoi. Nella Riserva Pineta Dannunziana è specie migratrice irregolare.
Riconoscibile per la nuca bianca su un dorso marrone, la parte ventrale è bianca e le ali, da sotto,
appaiono scure con una linea mediana nera. Ha una fascia nera sull’occhio. In volo spesso fa lo
“spirito santo” per poi scendere in picchiata e catturare i pesci.
I periodi di transito migratorio sono principalmente marzo‐maggio e agosto‐novembre.
In Europa la condizione di conservazione del Falco pescatore è sfavorevole, la principale causa di
mortalità sembra essere l’impatto con le linee elettriche.
Foto di: NASA ‐ licenza public domain in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:OspreyNASA.jpg
Gheppio (Falco tinnunculus)
Specie distribuita in maniera piuttosto diffusa in Europa, Asia e regioni tropicali. Risulta una delle
specie più frequenti in Italia, dopo la Poiana, essendo sia sedentaria, nidificante sia migratrice.
Vive in molteplici ambienti, dai più naturali a quelli antropizzati, ed eccezione di fitti boschi e aree
ad agricoltura intensiva, dal livello del mare a 2400 metri di quota. Nella Riserva Pineta
Dannunziana è una presenza stanziale, svernante e pure osservabile in migrazione.
Piccolo falco con ali e coda lunghe proporzionalmente alla lunghezza del corpo, tipicità del volo è
lo “spirito santo” soprattutto per avvistare le prede, riuscendo così a rimanere immobile in aria
con movimenti minimi delle ali. Il maschio adulto presenta una colorazione del dorso e delle ali
(superiormente) rossicci, con le penne più esterne di quest’ultime nere, e macchiettature nere,
capo e coda grigiastri; al di sotto chiaro fortemente maculato. La femmina si distingue per capo e
coda bruni e barrature scure delle parti inferiori.
Le migrazioni riguardano i periodi marzo‐maggio e agosto‐novembre, tra marzo e maggio vengono
deposte le uova in nidi costruiti in anfratti rocciosi, cavità di alberi, nidi abbandonati di altri Uccelli
ma anche edifici abbandonati e i giovani si involano in estate. Si nutre di piccoli Mammiferi,
Uccelli, Rettili e Artropodi.
La principale minaccia per il Gheppio è legata all’uso di pesticidi in agricoltura che elimina le prede.
Foto di: sannse ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Common_Kestrel_1.jpg
Falco cuculo (Falco vespertinus)
Specie nidificante in Europa Nord‐orientale e svernante in Africa meridionale. In Italia è
osservabile durante le sole migrazioni in periodo pre‐riproduttivo, preferendo rotte più orientali
per la migrazione successiva alla riproduzione.
Predilige ambienti steppici estesi e terreni coltivati al di sotto dei 300 metri di quota. Nella Pineta
Dannunziana può essere avvistato irregolarmente durante la migrazione.
Piccolo falco caratterizzato da ali lunghe e coda piccola in proporzione al corpo. Il maschio adulto
superiormente appare grigio‐ardesia, tonalità simili inferiormente ad eccezione delle parti nude
che sono rossastre. La femmina presenta una colorazione superiore grigia barrata con capo
arancio chiaro e guance bianche; il sottoala e il corpo appaiono pure aranciate mentre il resto
delle ali e la coda sono a barre bianche e nere.
Giungono in Italia ad aprile e depongono le uova, a maggio, in nidi solitari di Corvidi, dopo l’involo
dei piccoli ripartono a fine agosto. Il Falco cuculo si nutre prevalentemente di Insetti, ma anche
Anfibi e Micromammiferi durante l’allevamento della prole.
L’utilizzo di fertilizzanti chimici in agricoltura e la trasformazione delle steppe sono i principali
fattori di minaccia per questo Uccello.
Foto di: Jutta Luft ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Rotfu%C3%9Ffalke_Falco_vespertinus.jpg
Fagiano comune (Phasianus colchicus)
Specie diffusa in quasi tutto il mondo, inizialmente tipica dell’Asia Centrale e successivamente
introdotta negli altri continenti. In Italia è arrivata in epoca romana per motivi alimentari e
ornamentali e numerosi immissioni risalgono agli inizi del XX secolo.
Specie che si adatta a molti ambienti fino a 1500 m s.l.m., preferendo terreni incolti alternati da
arbusti o boschi di modesta dimensione. Presente nella Riserva Naturale Pineta Dannunziana.
Il maschio adulto è inconfondibile: lunga coda marrone barrata, capo verde scuro lucente con
parte nuda rossa laterale. La femmina, più piccola, è color marrone camoscio con macchiettature
scure al centro delle penne, presenta una coda lunga.
Nella seconda metà di marzo iniziano gli accoppiamenti, successivamente la femmina costruisce il
nido in depressioni del terreno, dove depone le uova che coverà per circa quattro settimane, i
giovani dopo pochi giorni inizieranno i primi voli e dopo un paio di mesi abbandoneranno il nido;
possono verificarsi più covate se la prima non va a buon fine.
La specie ha uno stato di conservazione favorevole, viene spesso immessa per fini venatori e
questo può causare ibridazioni e problemi conservazionistici.
Foto di: Tlust’a ‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Phasianus_colchicus_Konopiste.jpg
Porciglione (Rallus aquaticus)
Specie ben distribuita in Europa fino alla Siberia e al Nord Africa. In Italia è sedentario e talvolta
migratore.
Si trova in qualunque area umida caratterizzata da densa vegetazione palustre e acque poco
profonde, dove nidifica. Nella Pineta Dannunziana può osservarsi durante le migrazioni.
Animale di modeste dimensioni, con petto piatto e becco rosso lungo leggermente curvato in giù.
Le parti superiori appaiono brunastre con striature scure nell’adulto, faccia e petto hanno una
colorazione grigio‐bluastro, mentre ventre e fianchi sono bianchi con strisce nere. Il giovane, a
differenza dell’adulto, presenta petto e ventre chiari con una stria scura sull’occhio, il becco è più
chiaro.
In Italia, oltre alla popolazione nidificante, può essere osservato in migrazione tra ottobre e
novembre, dopo l’accoppiamento, oppure in periodo pre‐nuziale tra febbraio e aprile.
Il principale problema per il Porciglione è la distruzione dei siti umidi, anche quelli di modesta
dimensione.
Foto di: Yerpo ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Rallus_aquaticus_portrait.jpg
Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus)
Specie distribuita su quasi tutti i continenti, la sottospecie presente anche in Italia si può trovare in
tutta Europa, Asia, Nord Africa e alcune isole mediterranee. In Italia è comune, sedentaria e
nidificante, ma in inverno arrivano anche individui svernanti dal Nord Europa, oltre che ospitare in
primavera e autunno colonie in migrazione.
La specie predilige ambienti di acqua dolce stagnante o a corso lento, anche di ridotta estensione,
con abbondanza di vegetazione in zone di pianura, preferibilmente, e fino a 1700 metri di quota.
Può incontrarsi anche in piccoli specchi d’acqua o cave abbandonate. Nella Pineta Dannunziana è
nidificante stanziale e anche migratrice.
Piccolo Uccello dalle lunghe dita delle zampe verdastre, caratterizzato da piumaggio grigio molto
scuro, con sottocoda bianco. Il becco è rosso con punta gialla.
La Gallinella d’acqua migra tra marzo e maggio, periodo in cui vengono deposte le uova in due o
tre covate; la migrazione autunnale si svolge tra ottobre e novembre.
Sembra essere una specie abbastanza adattabile anche agli interventi antropici sugli ambienti
umidi, per cui non soffre di particolari minacce.
Foto di: Lea Maimone ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gallinula_galeata_Common_Gallinule_Florida_750px.jpg
Folaga (Fulica atra)
Specie diffusa in Eurasia, Africa settentrionale e Oceania. In Italia la specie è nidificante,
soprattutto in Pianura Padana, lungo le coste e nelle maggiori vallate interne, mentre i maggiori
contingenti svernanti si trovano nelle lagune settentrionali e nei principali laghi italiani.
La Folaga vive in ambienti umidi con acque ferme, anche piuttosto ridotti di dimensione, ma con
abbondante vegetazione sommersa e spondale. Preferisce aree con alternanza di differenti
profondità. In inverno si può incontrare anche in laghi e aree con acque salmastre. Nella Riserva
Naturale Pineta Dannunziana risulta specie migratrice regolare.
Anatra piuttosto tozza con corpo nerastro e becco bianco corneo, anche la placca frontale appare
del medesimo colore. Il giovane ha gola e petto bianchi, mentre il becco è grigio.
Tra settembre e novembre giungono in Italia i primi contingenti migratori, tra marzo e aprile si ha
il picco della deposizione delle uova,.
La Folaga presenta uno status conservazionistico favorevole e non sembra soffrire di particolari
minacce.
Foto con licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Teichhuhn1_db.jpg
Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus)
Specie cosmopolita, la sottospecie presente in Italia si può ritrovare dal Nord Europa all’Africa
meridionale spingendosi fino all’Asia orientale. In Italia è nidificante e, soprattutto al sud, può
svernare raramente in alcune località ben definite.
Frequenta varie tipologie di habitat, infatti colonizza aree con acque basse, sia dolce sia salmastre,
ricche di vegetazione e sostanze organiche. Può incontrarsi anche in aree umide effimere, risaie e
cave. Nella Pineta Dannunziana l’Uccello risulta migratore irregolare.
Uccello caratterizzato dalle lunghe zampe rosee e becco dritto e sottile, ha piumaggio nero sul
dorso e bianco nel resto del corpo; il maschio, a differenza della femmina, ha anche la nuca e il
collo neri, il giovane presenta invece le zampe più chiare e sono evidenti le bordature chiare delle
penne.
Tra la fine di marzo e la fine di magio si osserva la migrazione di Cavaliere d’Italia verso i siti di
nidificazione, può nidificare in gruppi fino a 50 coppie entro giugno per poi migrare verso i
quartieri di svernamento tra luglio e ottobre. Si nutre di Insetti.
La rarefazione degli ambienti umidi naturali non ha grande influenza per la conservazione della
specie, dato che opportunisticamente può utilizzare zone artificiali, ma questo Uccello è
minacciato dalle variazioni dei livelli idrici, che inondano i nidi e dal disturbo di cani e gatti vaganti.
Foto di Alnus ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Himantopus_himantopus_P4223200.jpg
Corriere piccolo (Charadrius dubius)
Specie diffusa in Europa, Asia e Nord Africa, con discese nell’Europa meridionale durante lo
svernamento. In Italia la specie è nidificante, prediligendo le due isole maggiori, occasionalmente,
anche per lo svernamento.
Frequenta ambienti umidi, soprattutto paludosi o bordi di corsi d’acqua dove abbonda la
vegetazione, con sabbia e pietrame. Occasionalmente anche aree con acqua salmastra poco
profonda o zone artificiali. Nella Riserva Pineta Dannunziana è possibile avvistare questo Uccello
durante le migrazioni.
Piccolo Uccello apparentemente dalle zampe piuttosto lunghe e petto meno gonfio, rispetto alle
proprie dimensioni, ha un becco scuro molto fino e le zampe dalla colorazione rosata. Nell’adulto è
evidente l’anello perioculare giallo. Il piumaggio dorsale appare brunastro, mentre, in estate, la
maschera facciale e il collarino sono neri, il resto del corpo è bianco; in inverno il nero lascia il
posto al bruno e si denota una colorazione crema sulla fronte, sopracciglio e gola.
Tra marzo e maggio giungono gli individui migratori per la riproduzione, mentre la nidificazione
avviene in ambienti umidi con vegetazione che possa sfamare i piccoli. Le migrazioni post
riproduttive hanno luogo tra luglio e ottobre.
Le minacce sembrano piuttosto limitate, poiché l’escavazione di terreni in area umida potrebbe
favorire la creazione di siti di nidificazione a scapito del disturbo indotto alle colonie presenti.
Foto di Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Charadrius_dubius_3_(Marek_Szczepanek).jpg
Pavoncella (Vanellus vanellus)
Specie a distribuzione eurasiatica, in Italia è ben rappresentata e nidificante soprattutto in Pianura
Padana. La penisola italiana è diffusamente utilizzata per lo svernamento.
Predilige ambienti aperti, solitamente coltivi, a margine di aree umide, purché non siano presenti
forti pendenze e alte quote comunque preferibilmente al di sotto dei 500 metri di quota. La
Riserva Naturale Pineta Dannunziana ospita regolarmente individui di Pavoncella durante le
migrazioni.
Uccello inconfondibile, tipicamente di colore bianco e nero con sottocoda rossastro e cresta
costituita da un ciuffo lungo e stretto. Le parti superiori scure hanno un’iridescenza verdastra.
Già alla fine di gennaio i primi individui iniziano a migrare dai siti di svernamento fino ai primi di
aprile, dove inizia la deposizione di uova in nidi costruiti sul terreno. Alla fine di ottobre iniziano le
migrazioni post riproduttive. La dieta è costituita principalmente da Insetti.
Le principali minacce alla sopravvivenza sono legate alla frammentazione territoriale e alla
scomparsa di aree prative idonee.
Foto di Andreas Trepte, www.photo‐natur.net ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Northern_Lapwing.jpg
Piovanello (Calidris ferruginea)
Specie diffusa nella regione artica siberiana durante la nidificazione, può raggiungere l’Africa e
l’Australia durante lo svernamento. In Italia è presente sia come svernante sia durante le
migrazioni.
Abita nelle aree umide durante gli spostamenti migratori, in particolare quelle costiere, frequenta
anche le saline o gli stagni retrodunali. Nella Pineta Dannunziana può essere avvistato, seppur non
in maniera regolare, durante le migrazioni.
Uccello non molto piccolo, ben riconoscibile dal becco piuttosto lungo, appuntito e ricurvo verso il
basso. L’adulto appare, in estate, color rosso mattone sulle parti inferiori; in inverno, seppur raro
da vedere in Europa, appare bianco e grigio come il giovane, il quale presenta però una slavatura
crema sul petto.
Tra aprile e giugno si hanno le migrazioni primaverili in cui è più facile avvistare in Italia il
Piovanello, mentre le migrazioni autunnali hanno luogo tra luglio e ottobre. Di solito i giovani del
primo anno rimangono nei quartieri di svernamento anche in questi periodi.
La minaccia alla sopravvivenza di questa specie è legata alla scomparsa delle aree umide.
Foto di Alnus ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Calidris_ferruginea_P4233794.jpg
Combattente (Philomachus pugnax)
Specie distribuita in Europa e Asia siberiana, predilige svernare a latitudini minori in entrambi i
continenti e in Africa. In Italia è comune durante le migrazioni e in modo più localizzato può
ritrovarsi anche come svernante.
Durante l’inverno frequenta aree umide costiere come stagni retrodunali, paludi, saline, evitando
però zone soggette a maree o i litorali, invece in migrazione può esser osservato in prati umidi e
pascoli. Viene annoverato tra le specie migratrici regolari della Riserva Naturale Pineta
Dannunziana.
Si notano il capo decisamente piccolo rispetto al corpo e un collo abbastanza lungo. Il maschio, più
grande della femmina, in periodo riproduttivo sfoggia una cresta a ventaglio attorno al capo di
color ruggine barrata di nero, mentre becco e zampe sono arancioni. La femmina appare di color
bruno con gocciolature nere. In inverno i due sessi si distinguono solo per la dimensione, essendo
entrambi di color grigio‐brunastro, inoltre il maschio non presenta più la cresta.
Le migrazioni di Combattente hanno luogo tra febbraio e maggio e tra luglio e ottobre, raramente i
giovani trascorrono l’estate in Italia.
Dati i lunghi viaggi migratori compiuti, l’assenza contemporanea di isolotti con vegetazione e
acqua bassa come dormitori e di aree di foraggiamento è la principale minaccia alla sopravvivenza
della popolazione.
Foto di BS Thurner Hof ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Kampfl%C3%A4ufer_2007‐06‐08_118.jpg
Piro piro culbianco (Tringa ochropus)
Specie di latitudini elevate in Europa e Asia giunge fino all’Africa sahariana e alla penisola indiana
durante lo svernamento. In Italia è specie migratrice e poco comune.
Predilige ambienti d’acqua dolce piuttosto ferma e con margini paludosi nei pressi di boschi misti o
di conifere, durante l’inverno si può osservare lungo le rive di fiumi o canali di bonifica. Nella
Pineta Dannunziana è specie migratrice irregolare.
Uccello dal becco piuttosto lungo, pancia e regione sopracaudale bianca, coda con evidenti barre
nere; il petto e le parti superiori sono scure, le ali appaiono nere. Evidente l’anello perioculare
bianco.
Tra metà marzo e metà maggio si ha la migrazione pre‐riproduttiva, segue la deposizione di uova
in nidi di altri Uccelli, mentre la migrazione post‐riproduttiva ha luogo da metà giugno.
La distruzione degli ambienti umidi sembra essere la causa principale di minaccia per il Piro piro
culbianco.
Foto di Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tringa_ochropus_1_(Marek_Szczepanek).jpg
Piro piro boschereccio (Tringa glareola)
Specie presente principalmente in Nord Europa e Siberia, compie lunghe migrazioni fino all’Africa
sahariana, Australia e Asia sud‐orientale. In Italia è frequente durante le migrazioni, può essere
pure svernante.
Predilige ambienti con conifere o nella tundra laddove sono presenti arbusti, ma pur sempre in
prossimità di specchi d’acqua; fuori dal periodo riproduttivo frequenta ambienti umidi con acque
basse e piuttosto ferme, sia costiere sia interne, e anche prati allagati. Nella Pineta Dannunziana
risulta migratore irregolare.
Uccello piccolo dalle zampe lunghe e un becco più corto rispetto a specie simili, caratterizzato da
parti inferiori e sottoala particolarmente chiari, sulla coda, superiormente, sono evidenti delle
barre strette. L’adulto, in estate, presenta le parti superiori macchiettate in maniera grossolana di
bianco e giallo crema; in inverno appare più grigiastro e meno macchiettato.
La nidificazione avviene sugli alberi, magari in nidi di Turdidi, o sul terreno. Generalmente tra fine
marzo e per tutto il mese di maggio si verificano le migrazioni primaverili mentre tra luglio e
settembre quelle del periodo post‐riproduttivo.
L’impatto antropico sulle foreste Nordeuropee e sulle aree umide sono le principali cause di
declino delle popolazioni di Piro piro boschereccio.
Foto di J.M.Garg ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Wood_Sandpiper_(Tringa_glareola)_near_Hodal_I_IMG_9550.jpg
Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos)
Specie a distribuzione euroasiatica, sverna in Africa centro‐meridionale, sud Asia, Nuova Guinea ed
Australia. In Italia nidifica diffusamente anche se risulta piuttosto raro, più comune durante lo
svernamento o le migrazioni.
Predilige rive di fiumi e torrenti, anche con discreta corrente, ma può trovarsi anche sulle sponde
dei laghi, tendenzialmente sassose. In periodo non riproduttivo frequenta varie tipologie di aree
umide. Nella Pineta Dannunziana si osserva regolarmente durante le migrazioni.
Uccello di dimensioni medie con zampe e collo piuttosto corti per essere un limicolo, sopra appare
brunastro, mentre le parti inferiori sono bianche, caratteristico è lo spazio bianco tra petto e
attaccatura dell’ala. Le zampe sono piuttosto pallide, dal grigio al giallo chiaro.
Le migrazioni sono concentrate tra aprile e maggio in periodo pre‐riproduttivo e tra luglio e
settembre; durante la riproduzione tende a nidificare sulle sponde di fiumi a carattere torrentizio.
Lo sfruttamento per fini ricreativi e produttivi di alvei e sponde di fiumi e torrenti è la minaccia
principale alla conservazione del Piro piro piccolo, soprattutto in primavera ed estate. L’utilizzo di
tecniche di ingegneria naturalistica potrebbe limitare l’impatto negativo.
Foto di Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Actitis_hypoleucos_1_tb_(Marek_Szczepanek).jpg
Colombaccio (Columba palumbus)
Specie distribuita in Europa, Asia centrosettentrionale e Africa settentrionale. In Italia è piuttosto
comune ed in aumento, risulta svernante, migratore e nidificante.
Predilige ampi boschi di conifere mature, soprattutto se intercalate da terreni coltivati. Nella
Riserva Naturale Pineta Dannunziana la specie risulta migratrice irregolare.
Somiglia a un piccione, anche se di dimensioni maggiori, caratterizzato da una chiazza bianca sul
collo e una mezzaluna bianca sull’ala, ben evidente in volo.
Tra marzo e aprile si hanno i movimenti migratori primaverili, mentre le migrazioni post‐
riproduttive avvengono tra fine settembre e ottobre. Le popolazioni nidificanti, tendono a
spostarsi poco per motivi trofici, tendenzialmente. Predilige le ghiande offerte dalle querce
presenti nell’habitat di svernamento.
La principale causa di declino del colombaccio è il prelievo illegale, soltanto secondariamente
cambiamenti climatici e trasformazione delle aree agricole a favore di colture cerealicole.
Foto di Ann Harrison in geograph.org.uk ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Wood_Pigeons_‐_geograph.org.uk_‐_1366372.jpg
Tortora dal collare (Streptopelia decaocto)
Specie distribuita originariamente in Oriente, ormai ben rappresentata in buona parte del globo, la
sottospecie presente in Italia si ritrova pure nel resto d’Europa, in Asia fino all’India e alla foce del
Nilo, introdotta in estremo Oriente. In Italia a partire dagli anni ’40 del secolo scorso è
naturalizzata al Nord per poi diffondersi nel resto della penisola.
Predilige ambienti aridi (in India aree aperte con rade foreste di Acacia), in Italia vive
principalmente in Pinete urbane e suburbane, meglio se aree di pianura piuttosto che riviere, in
autunno si sposta verso le campagne. Nella Riserva Pineta Dannunziana è specie nidificante.
Uccello di taglia media con coda lunga e piumaggio camoscio chiaro, l’occhio nero contrasta con il
colore chiaro del corpo, ma ciò che rende inconfondibile questo animale è lo stretto collarino nero
ai lati del collo.
Specie sedentaria, i giovani tendono a spostarsi più facilmente con movimenti dispersivi. Predilige
manufatti e palme, laddove presenti, per la nidificazione ed è favorita dalla presenza di coltivazioni
di girasole.
La Tortora dal collare non ha problemi di conservazione ed è in forte espansione numerica.
Foto di Lord9600XT ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 4.0 International in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ciciu1.JPG
Tortora (Streptopelia turtur)
Specie distribuita in Europa e Asia raggiunge l’Africa centro‐meridionale durante lo svernamento.
La sottospecie presente in Italia è assente dalla penisola scandinava, Scozia e Islanda. In Italia è
presente diffusamente ad eccezione delle aree alpine.
Predilige aree agricole con siepi e nuclei boscati, possibilmente ben soleggiati e con punti di
abbeverata. Nella Riserva Pineta Dannunziana è specie nidificante e migratrice regolare.
Il sopra‐ala appare squamato poiché è costituito da penne nere e margine arancio acceso, il sotto‐
ala è grigiastro, mentre il petto appare di color rosa. I lati del collo hanno delle chiazze a strie
bianche e nere.
Tra aprile e maggio giungono i primi contingenti che poi nidificheranno (anche in Italia) per poi
migrare dopo la riproduzione tra agosto e settembre. Anche la Tortora è influenzata positivamente
dalle coltivazioni di girasole.
Molteplici sono le cause di rarefazione delle popolazioni di questo Uccello: distruzione di habitat,
uso di erbicidi, caccia e scarsità di acqua e cibo nelle aree di svernamento africane a causa dei
cambiamenti climatici.
Foto di Yuvalr ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:European_Turtle_Dove_(Streptopelia_turtur).jpg
Cuculo (Cuculus canorus)
Specie ampiamente distribuita nel mondo, la sottospecie presente in Italia è distribuita in tutta
l’Eurasia ad eccezione delle alte latitudini, migrando in centro Africa e India per lo svernamento. In
Italia è abbondante e diffusa, più localizzata nella Penisola salentina.
Abita in molte tipologie ambientali, preferisce aree forestali a caducifoglie ma è ospite anche di
arbusteti, canneti e aree umide fino a 2000 m s.l.m. così come è possibile incontrare il Cuculo in
parchi urbani e dune costiere. Nella Pineta Dannunziana è specie nidificante e migratrice regolare.
Uccello dalla lunga coda stretta e ali appuntite, il maschio adulto ha una colorazione superiore
grigio‐ceruleo che prosegue sul petto con le parti inferiori bianche e barrate sottilmente di nero,
mentre la femmina appare con parti superiori rossicce oppure brunastre e barre anche sul petto, il
giovane si caratterizza per una macchia bianca sulla nuca.
Tra marzo ed aprile si hanno le migrazioni pre‐riproduttive per poi prendere la rotta opposta tra
agosto e settembre. Essendo parassita, questo Uccello depone le uova dipendentemente dai
picchi di deposizione degli animali ospiti (ogni femmina parassitizza una sola specie).
Le pratiche agricole non tradizionali e la rarefazione di specie ospiti possono agire negativamente
sulla vitalità delle popolazioni di Cuculo.
Foto di Vogelartinfo modificato da Bogbumper ‐ licenza GFDL‐1.2 in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cuculus_canorus_vogelartinfo_chris_romeiks_CHR0791_cropped.jpg
Barbagianni (Tyto alba)
Specie cosmopolita, la sottospecie presente in Italia è diffusa in tutta l’Europa (non oltre il 40
parallelo Nord) e nelle Isole Britanniche. In Italia la specie è abbastanza diffusa, è sia nidificante sia
sedentaria, in pianura e collina non oltre i 600 m s.l.m. e su Alpi e Appennini può arrivare fino a
1000 metri di quota. presente anche sulle isole.
Frequenta parchi e giardini con strutture rurali e incolti o aree ecotonali come zone di caccia. Nella
Pineta Dannunziana è nidificante e sedentario.
Caratteristica di questo Uccello è il disco facciale bianco e a forma di cuore, occhi neri e piumaggio
bianco, con parti superiori più scure.
Tra marzo e luglio si hanno le covate, che possono essere seguite da una seconda deposizione tra
settembre e ottobre, i giovani, raggiunta l’indipendenza, tendono a compiere movimenti erratici
per diverse decine di chilometri. Si tratta di animali notturni e crepuscolari che si nutrono di piccoli
Mammiferi, Rettili o Uccelli, caratteristiche sono le borre rigurgitate con i resti indigesti delle
prede.
Le cause di rarefazione del Barbagianni sono da ricercarsi nella caccia illegale, negli inverni troppo
rigidi, nella ristrutturazione di cascine in campagna ma anche negli incidenti con gli automezzi.
Foto di Stevie B ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tyto_alba_close_up.jpg
Assiolo (Otus scops)
Specie distribuita in Europa mediterranea, Asia centro‐meridionale e Nord Africa, raggiunge l’area
sub‐sahariana per lo svernamento. In Italia le popolazioni meridionali sono stanziali mentre quelle
settentrionali sono estivanti.
Predilige ambienti forestali radi, macchia mediterranea o aree agricole con frutteti in pianura e
collina, fino a 500 m di quota generalmente. Può raggiungere anche quote montane e non è
improbabile trovare questo Uccello in centri urbani. Nella Pineta dannunziana è specie nidificante
e migratrice regolare.
Piccolo rapace notturno, da posato i ciuffi auricolari sono poco estroflessi se rilassato o ben
evidenti se in allarme; in volo si notano le ali lunghe e appuntite. Appare grigio con tonalità
rossicce con due strisce bianche, la faccia è più chiara.
L’Assiolo giunge nei quartieri riproduttivi tra marzo e aprile, la nidificazione avviene in cavità
artificiali o naturali e tra gli alberi. La migrazione post‐riproduttiva ha luogo tra settembre e
ottobre. Attivo di notte, si nutre principalmente di Insetti.
La distruzione di cespuglieti e siepi, l’utilizzo di pesticidi e la relativa diminuzione di prede rende
l’Assiolo soggetto a rischio di declino della popolazione.
Foto di Andrea Lupo (presunto) ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Centro_provinciale_(2).jpg
Civetta (Athene noctua)
Specie distribuita omogeneamente nel Bacino mediterraneo fino alla Cina al di sotto del 60°
parallelo e in Africa tropicale. In Italia è abbastanza diffusa, sia nidificante sia residente.
Vive in zone agricole frammiste a siepi e filari arbustivi a quote collinari e in rari casi fino a 1000
metri di quota. Non rara negli edifici rurali e cascine abbandonate. Nella Riserva Pineta
Dannunziana è nidificante e stanziale.
Piccolo rapace notturno dalla tipica testa grande e schiacciata con occhi gialli molto ben evidenti e
sopracciglia bianche. Ha colorazione bruna e picchiettata di bianco grossolanamente su ali e dorso,
mentre appare bianca con striature brune sul petto.
Si riproduce tra marzo e aprile nidificando in qualunque cavità sia artificiale sia naturale, di
abitudini notturne si nutre di artropodi e non raramente anche di Micromammiferi, Anfibi e Rettili.
Le problematiche di conservazione sono legate alla rarefazione degli habitat e in maniera
consistente anche al traffico veicolare.
Foto di Arturo Nikolai ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Mochuelo_Com%C3%BAn_(_Athene_noctua_)(1).jpg
Gufo comune (Asio otus)
Specie ampiamente distribuita con popolazioni migratrici oltre il 55° parallelo, residente al di
sotto. In Italia è migratore e residente.
Vive in fasce alberate con radure utili per la caccia, rari i casi di nidificazione in centri urbani,
generalmente non oltre i 1600 metri di quota. nella Riserva Pineta Dannunziana è irregolarmente
presente durante le migrazioni.
Si distingue per i lunghi ciuffi auricolari e l’aspetto snello. Nel sopra‐ala è presente una macchia
giallastra ben evidente con una macchia nera e punta delle ali nere; da posato appare striato di
nero su fondo camoscio e si apprezza l’iride arancione.
Tra marzo e giugno avviene la nidificazione sfruttando nidi di Corvidi abbandonati o a volte sul
terreno, sempre comunque su alberi in prossimità di aree aperte. I giovani dopo l’involo compiono
spostamenti erratici. Di abitudini notturne o crepuscolari, si ciba principalmente di
Micromammiferi o altri Uccelli.
Il Gufo comune non soffre di particolari minacce, è piuttosto in espansione e favorito dal crescente
numero di nidi di Corvidi.
Foto di angusleonard ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Asio_otus_‐Battlefield_Falconry_Centre,_Shrewsbury,_Shropshire,_England‐8a.jpg
Rondone (Apus apus)
Specie ben diffusa in Europa, Asia e Nord Africa, la sottospecie presente in Italia nidifica in Europa,
Asia (fino al Lago Baikal) e Nord Africa, svernando nell’Africa centro‐meridionale. In Italia sono
presenti come nidificanti in tutte le regioni, evitano le zone più elevate, e tutti gli individui migrano
nel periodo invernale.
Solitamente vivono in contesti urbani o suburbani, anche in prossimità di campi agricoli. Nella
Riserva Pineta Dannunziana è specie migratrice regolare e nidificante.
Uccello dal tipico aspetto con ali a falce, scuro con sottogola bianco, in volo si nota anche la coda
biforcuta.
Tra marzo e aprile si hanno le migrazioni che portano nel mese di maggio alla deposizione delle
uova in nidi nelle cavità o sotto le tegole di edifici e, dopo la cura del nido e l’involo dei piccoli, alla
fine di luglio i Rondoni partono verso i quartieri di svernamento. Si nutre di Insetti in volo.
Le ristrutturazioni d edifici possono sfavorire le nidificazioni in rari casi, ma in generale la specie
non soffre di particolari problemi conservazionistici.
Foto di Paweł Kuźniar (Jojo_1, Jojo) ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Apus_apus_01.jpg
Martin pescatore (Alcedo atthis)
Specie diffusa in Europa, Asia e Nord Africa, la sottospecie che si rinviene in Italia è presente in
nella porzione meridionale dell’areale con presenze anche nella Russia europea e in Cina Nord‐
occidentale.
Risulta presente in prossimità di ambienti umidi soprattutto di acqua dolce, anche di piccole
dimensioni: laghi, fiumi, torrenti. Nella Pineta Dannunziana è svernante e migratore regolare.
Uccello di piccole dimensioni, dall’aspetto paffuto, con coda e zampe corte, testa grande e becco
lungo; i colori sono brillanti: blu‐verdognolo su ali e nuca, sfumature di blu sul dorso, rosso‐arancio
nelle parti inferiori con gola e guance bianche.
Tra febbraio e marzo si hanno le migrazioni verso i territori di nidificazione posti sulle sponde
sabbiose o terrose (o comunque dove presenti cavità) mentre i movimenti di ritorno verso i
quartieri di svernamento avvengono alla fine dell’estate. Spesso sono appostati sui rami di piante
ripariali in attesa di predare qualche pesce in transito.
La cementificazione degli argini fluviali, la distruzione degli ambienti acquatici e secondariamente
l’inquinamento delle acque rendono rischiosa la sopravvivenza del Martin pescatore; anche gli
inverni rigidi possono causare mortalità e scomparsa locale di nuclei nidificanti.
Foto di Lukasz Lukasik ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Alcedo_atthis_4_(Lukasz_Lukasik).jpg
Gruccione (Merops apiaster)
Specie distribuita in Europa, Asia minore e Africa Nord orientale, sverna nella fascia tropicale
africana. In Italia è specie nidificante e migratrice, sempre più diffuso.
Frequenta aree aperte e ampie con scarsa vegetazione, può incontrarsi anche presso cave o altre
zone con substrato sabbioso o sabbioso‐argilloso, comunque non oltre i 600 metri di quota. Nella
Pineta Dannunziana è specie migratrice regolare e già nidificante ai Colli di S. Silvestro.
Animale inconfondibile grazie ai colori sgargianti: gola giallo brillante, petto e ventre azzurrognoli,
nuca e dorso insieme alla parte superiore delle ali appare brunastro. I giovani hanno colori più
tenui con sfumature verdastre.
Tra aprile e maggio si ha la migrazione primaverile seguita tra fine agosto e ottobre da quella
autunnale. I nidi vengono costruiti per l’appunto, in cavità scavate nel substrato sabbioso;
l’alimentazione è costituita da grossi Insetti catturati in volo.
Le principali minacce per il Gruccione sono le trasformazioni del territorio, l’uso di Insetticidi che
riducono le prede e, secondariamente, le uccisione illegali soprattutto di apicoltori per le
predazioni alle api.
Foto di Pierre Dalous ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pair_of_Merops_apiaster_feeding.jpg
Upupa (Upupa epops)
Specie presente in Eurasia e Africa, la sottospecie diffusa in Italia è distribuita anche nel resto
d’Europa e in Nord Africa. In Italia è nidificante e migratrice, soltanto al Sud può anche svernare.
Predilige ambienti aperti pianeggianti o in collina, generalmente coltivi o incolti con alberi sparsi,
oppure frutteti e margini di boschi o pinete costiere. Nella Riserva Pineta Dannunziana è
migratrice regolare e probabilmente nidificante.
Uccello dalla tipica cresta sulla testa, presenta inoltre un piumaggio color camoscio con ali e dorso
a strisce bianche e nere, la coda è nera con una banda bianca.
Tra febbraio e maggio si hanno le migrazioni che portano gli individui nei siti di nidificazione
(tronchi capitozzati di salici o gelsi) per poi ripartire verso l’Africa tra luglio e ottobre. Uccelli
piuttosto diffidenti migrano nelle ore notturne; si nutrono principalmente di artropodi presenti su
terreno nudo.
L’Upupa pur essendo in uno stato favorevole, soffre della semplificazione degli ambienti rurali e
della meccanizzazione, unita all’uso di pesticidi, delle pratiche agricole.
Foto di Davidbottan ‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Upupa_con_cresta_aperta.JPG
Torcicollo (Jinx torquilla)
Specie presente in Europa e Asia, la sottospecie diffusa in Italia si trova anche nella Penisola
Balcanica e in Corsica. Gli individui della porzione settentrionale svernano in Africa sub‐sahariana.
In Italia è sempre più rarefatto durante la nidificazione, mentre è ben presente durante le
migrazioni e lo svernamento (al Sud).
Frequenta ambienti rurali aperti, con frutteti e piccoli nuclei boscati, oltre che aree ecotonali e mai
al di sopra dei 1000 m s.l.m. nella Riserva Pineta Dannunziana è specie migratrice regolare e
probabile nidificante.
Identificabile dalla macchiettatura grigia e marrone (simile a una corteccia) sul dorso, nelle parti
inferiori appare bianco con vermicolature scure; ha una stria scura che attraversa l’occhio e scende
ai lati del collo e un’altra linea scura sul dorso.
Tra marzo e aprile gli individui raggiungono le aree per la costruzione di nidi all’interno di cavità di
alberi o in casette‐nido dove si hanno due covate (una a metà maggio e una a fine giugno),
successivamente tra agosto e settembre gli individui ripartono verso i quartieri di svernamento. Il
Torcicollo si nutre prevalentemente di formiche predate a terra.
La rarefazione degli ambienti rurali, con scomparsa di siepi, genera una riduzione nel numero di
individui.
Foto di Aelwyn aiutando l'addetto ad un'oasi faunistica ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Jinxtorquilla.jpg
Picchio verde (Picus viridis)
Specie distribuita in Europa centrale e meridionale, in Asia Minore e nel Caucaso. In Italia è
comune e stanziale.
Vive in boschi maturi e si sposta spesso su aree aperte adiacenti, possibile incontrarlo anche in
pinete litoranee. Nella Pineta Dannunziana è specie stanziale e nidificante.
Uccello identificabile dal dorso e dalle ali verde con nuca rossa, parti inferiori chiare e occhio
bianco ben evidente su parte nera. Il maschio presenta un mustacchio nero con macchia rossa
centrale, la femmina ha il mustacchio completamente nero.
Risulta sedentario, presenta rari spostamenti erratici in inverno, nidifica all’interno di cavità create
tamburellando con il becco nei tronchi di alberi maturi, mentre si nutre a terra principalmente di
formiche.
Le uniche minacce per il Picchio verde sono le trasformazioni nelle pratiche forestali e pastorali
che comportano la riduzione di prede, risulta infatti di notevole importanza la presenza di tronchi
morti all’interno dei boschi sia per il cibo sia per la nidificazione.
Foto di Sven Teschke ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Germany in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gr%C3%BCnspecht_Picus_viridis.jpg
Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major)
Specie distribuita dall’Africa Nord‐occidentale a buona parte di Europa e Asia. Le sottospecie
presenti in Italia sono due: una diffusa in Sardegna e Corsica, l’altra nel resto del territorio
nazionale e in parte della Slovenia. In Italia è specie sedentaria e nidificante, piuttosto comune.
Vive in ambienti forestali dal livello del mare fino al limite dei boschi, può incontrarsi anche in
pinete e parchi urbani purché siano presenti alberi con diametro superiore a 20 cm. Nella Pineta
Dannunziana è sedentario e nidificante.
Picchio dalla colorazione bianca e nera delle parti superiori, mentre petto e gola sono bianchi con
sotto‐coda rosso. I maschi presentano una macchia rossa ben evidente sulla nuca.
Uccello sedentario che depone le uova in un’unica covata tra aprile maggio quando è maggiore la
disponibilità di artropodi per alimentare i pulcini. Si nutre di artropodi del legno e occasionalmente
di semi e frutti.
Il Picchio rosso maggiore non risulta minacciato essendo adattato anche alla presenza umana, è
preferibile, come per il Picchio verde, lasciar tronchi morti all’interno dei boschi per la sua
conservazione.
Foto di Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Dendrocopos_major_4_(Marek_Szczepanek).jpg
Picchio rosso minore (Dryobates minor)
Specie distribuita in un vasto territorio dell’emisfero boreale: dal Portogallo al Pacifico. La
sottospecie presente in Italia si ritrova anche in Francia, Spagna e Penisola Balcanica, non presente
in Salento e nelle isole. In Italia è residente e non molto diffuso.
Vive in foreste mature dal livello del mare fino a 1500 m s.l.m., se disturbato può spostarsi su
frutteti e parchi suburbani. Nella Pineta Dannunziana è probabilmente stanziale e nidificante.
Piccolo picchio dal piumaggio delle ali e del dorso nero con barre bianche, bianco presente anche
su petto, sottocoda, gola e su una striscia che collega l’occhio al petto. Il maschio ha la parte
superiore della testa rossa.
Specie sedentaria, a volte alcuni erratismi sono registrati. Nidifica in tronchi marcescenti dove
trova nutrimento nelle larvi di Insetti del legno.
Il Picchio rosso minore risente negativamente dell’eliminazione di tronchi morti e delle pratiche
forestali, soprattutto taglio di boschi ripariali di Salice e Pioppo bianco o dell’abbandono di
Castagneti da frutto.
Foto di Rusoveni ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Picchio_rosso_minore_2.JPG
Rondine (Hirundo rustica)
Specie ampiamente distribuita nel mondo, la sottospecie presente in Italia è diffusa in buona parte
dell’Europa e fino all’Asia centrale con popolazioni anche in Africa settentrionale. In Italia è
prevalentemente specie nidificante e migratrice.
Vive in aree agricole e durante la stagione non riproduttiva in canneti. Nella Riserva Pineta
Dannunziana è migratrice regolare e nidificante.
La classica rondine dalle ali lunghe e appuntite, coda profondamente biforcuta colorazione nera‐
blu lucente sopra e bianca sotto con gola e parte frontale della testa rosse.
Uccello che giunge in Italia all’inizio della primavera restandovi fino all’autunno, nidifica in
prossimità di sotto tetti e sporgenze di costruzioni antropiche realizzando nidi a forma di coppa di
fango e materiale vegetale. Si nutre di Insetti.
La Rondine è suscettibile della carenza di Insetti dovuta a cause antropiche, anche se non sembra
soffrire di particolari minacce attualmente.
Foto di Martin Mecnarowski (http://www.photomecan.eu/) ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Hirundo_rustica_1_(Martin_Mecnarowski).jpg
Balestruccio (Delichon urbicum)
Specie distribuita in Europa, Asia e Nord Africa, la sottospecie presente in Italia si ritrova anche in
Asia centro‐orientale, Europa meridionale e Nord Africa. In Italia è nidificante e migratore, comune
ma in declino.
Vive in aree rurali e anche antropizzate, nella Pineta Dannunziana è residente e riproduttivo.
Uccello riconoscibile per le ali e la coda nere e dorso e nuca blu lucide con groppone bianco ben
evidente; al di sotto completamente bianco; ali lunghe e appuntite, coda moderatamente
biforcuta.
Il Balestruccio frequenta il territorio italiano nel periodo primaverile ed estivo, trascorrendo i mesi
più freddi in Africa; si riproduce in nidi di fango costruiti sotto ponti o tettoie di edifici umani e si
nutre di Insetti catturati in volo a varie quote.
Le minacce principali riguardano le ristrutturazioni di edifici che tendono a disturbare e
distruggere i nidi.
Illustrazione da Naumann, Natural history of the birds of central Europe, 3rd Ed. Revised by G. Berg et al.; Edited by Carl R. Hennicke ‐ licenza public
domain in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Martin.JPG
Cutrettola (Motacilla flava)
Specie distribuita su tutto il globo, la sottospecie presente in Italia si rinviene anche in Corsica e
Slovenia. In Italia è specie nidificante, migratrice e occasionalmente svernante.
Predilige ambienti palustri come prati acquitrinosi e pianure con acque stagnanti, solitamente non
oltre i 400 m di quota. Nella Riserva Pineta Dannunziana risulta osservabile durante le migrazioni
seppur irregolarmente.
Come le altre Ballerine questa specie presenta una coda piuttosto lunga rispetto al corpo, è
caratterizzata da color giallo per le parti inferiori (nel maschio più evidente, nella femmina più
opaco) e da un dorso marroncino‐grigiastro. Le zampe sono nere.
Giunge in Italia nel periodo primaverile, nidifica tra i ciuffi di erba sul terreno, per migrare verso i
quartieri di svernamento africani tra settembre e novembre; si nutre di Artropodi del terreno.
L’utilizzo di pesticidi che riduce la quantità di artropodi e la rarefazione di habitat idonei sono le
principali cause di minaccia per la Cutrettola.
Foto di Lukasz Lukasik ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Motacilla_flava_(Lukasz_Lukasik).jpg
Ballerina bianca (Motacilla alba)
Specie distribuita in Europa, Asia e Nord Africa compie lunghe migrazioni raggiungendo le regioni
meridionali. In Italia è migratrice e, localmente, svernante in Sicilia.
Vive in ambienti agricoli aperti, vicino ad abitazioni e non troppo distante dall’acqua, spesso anche
in zone costiere. Nella Pineta Dannunziana è specie residente e nidificante, oltre che migratrice
regolare.
L’aspetto è snello, ha una lunga coda stretta di colore bianco e nero, la nuca e la parte superiore
della testa sono nere mentre il dorso è grigio, le parti inferiori sono bianche, anche il petto però
appare nero. Il volo è tipico ed ondulato.
I gruppi migratori giungono in Italia ad aprile per poi tornare nei quartieri di svernamento a
ottobre, la nidificazione avviene in muri, cavità o negli argini fluviali, talvolta sotto pietre, e sotto le
tegole; si nutre di Insetti su prati e occasionalmente sul pelo dell’acqua.
Come per altri Insettivori, la Ballerina bianca può risentire dell’inquinamento e dell’uso dei
pesticidi che riducono le prede disponibili.
Foto di Andreas Trepte, www.photo‐natur.net ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:White‐Wagtail.jpg
Scricciolo (Troglodytes troglodytes)
Specie distribuita in buona parte dell’emisfero boreale. In Italia è abbastanza comune e diffuso
praticamente ovunque ad eccezione della Puglia sub‐garganica, parzialmente sedentario,
nidificante, svernante e migratore regolare.
Frequenta ambienti di sottobosco dove abbondano cespugli o rami intrecciati, può essere
presente anche in zone più aride o sulle pareti, dal livello del mare al limite dei boschi. Nella Pineta
Dannunziana è residente e nidificante, svernante e migratore regolare.
Piccolo Uccello dalla caratteristica coda sollevata verticalmente e la quasi assenza di collo; ha un
piumaggio marrone‐rossiccio superiormente e marroncino più chiaro sotto con evidenti
vermicolature, quasi biancastro è invece il sopracciglio.
Gli accoppiamenti iniziano a fine aprile e portano la femmina di Scricciolo alla deposizione di uova
all’interno di nidi costruiti con ramoscelli e steli erbacei nei cespugli o in cavità; si nutre
prevalentemente di invertebrati.
Le cause di morte sono principalmente riferibili ad uccisioni illegali da parte dell’uomo.
Foto di Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Troglodytes_troglodytes_1_(Marek_Szczepanek).jpg
Passera scopaiola (Prunella modularis)
Specie diffusa in Europa, Asia e Africa settentrionale, in Italia, più comune sulle Alpi che negli
Appennini, risulta nidificante, svernante e migratrice regolare.
Vive in boschi aperti, brughiere, aree con cespugli e arbusti ma anche parchi e giardini. Nella
Pineta Dannunziana è svernante e migratrice regolare.
Uccello di piccolo dimensioni dal piumaggio bruno con striature verticali nere, stessa colorazione
ma più sbiadita attorno all’occhio, il resto del capo e il petto sono invece grigio piombo. In canto è
ben in vista sulle cime degli arbusti.
I periodi migratori sono concentrati principalmente in gennaio‐febbraio e nel mese di ottobre, la
nidificazione invece avviene tra i rami di arbusti o di conifere striscianti, è specie abbastanza
elusiva in estate, si nutre di Artropodi e occasionalmente di semi, in inverno.
La Passera scopaiola non soffre di particolari minacce se non la competizione con altri Passeri che
possono relegarla in siti marginali.
Foto di Karsten ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Prunella_modularis.jpg
Pettirosso (Erithacus rubecola)
Specie distribuita in Europa, Asia e Africa settentrionale. In Italia è comune soprattutto in inverno,
risulta residente, migratore e svernante.
Predilige boschi di conifere, ma si ritrova in aree forestali con sottobosco, zone ecotonali, aree
aperte e anche parchi. Nella Pineta Dannunziana è nidificante e migratore regolare, facilmente
osservabile tra le fronde degli alberi o udibile in canto.
Piccolo Uccello dall’aspetto spesso compatto tipico è il petto e la faccia color rosso ruggine,
assente nei giovani che appaiono marroncini, con colorazione delle parti superiori tendenti al
grigio‐marroncino e la zona ventrale biancastra.
Piuttosto diffidente, si nutre di lombrichi, lumache e Insetti, saltella spesso sul terreno. Nidifica in
ceppi cavi di alberi, cavità e fessure o anche sugli argini fluviali.
Le popolazioni di Pettirosso sono in aumento e non risulta minacciato se non da catture illegali,
talvolta.
Foto di André Karwath aka Aka ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:European_Robin_aka.jpg
Usignolo (Luscinia megarhynchos)
Specie distribuita in Europa, Asia e Nord Africa in grado di compiere lunghe migrazione fino al Sud
dell’Africa. In Italia è nidificante comune e migratore regolare, raramente svernante.
Vive in boschi più o meno ampi e piuttosto ricchi di sottobosco, spesso in vicinanza di acqua ma
talvolta anche in aree aride con densa vegetazione. Nella Pineta Dannunziana è nidificante e
migratore regolare.
Uccello dalla colorazione marrone per le parti superiori e coda e groppone rosso‐ruggine, le parti
inferiori invece hanno colorazione tendente al grigio; l’occhio è nero e circondato da un anello
biancastro. Tipico è il canto che caratterizza la specie.
L’Usignolo giunge in Italia ad aprile e vi rimane per tutto il periodo primaverile‐estivo, per poi
migrare verso settembre, nidifica a terra ed è udibile al canto prevalentemente di notte. Si nutre di
invertebrati.
Tra le principali minacce ci sono i lavori nei giardini e le distruzioni di fasce ripariali.
Foto di insecta62 su www.flickr.com ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Rossinyol_03_(Luscinia_megarhynchos).jpg
Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)
Specie distribuita in Europa, buona parte dell’Asia e Nord Africa. In Italia è nidificante, soprattutto
al Nord, svernante e migratore.
Vive in ambienti rocciosi montani fino a 3000 metri di quota, ma anche in città, parchi e giardini.
Nella Riserva Pineta Dannunziana è probabilmente nidificante ma sicuramente migratore regolare
e svernante parziale.
Uccello di modeste dimensione dalla colorazione grigio scuro con faccia nera e coda rosso ruggine;
i maschi adulti presentano una macchia bianca sull’ala mentre femmine e giovani ne sono
sprovvisti e hanno una colorazione piuttosto marroncina.
Tra febbraio e aprile si hanno i movimenti migratori che portano, nelle aree idonee, alla
costruzione del nido in cavità di edifici. Dalla fine di agosto e fino a ottobre si osservano invece gli
spostamenti verso le aree di svernamento. Si nutre di Insetti e all’occorrenza anche di bacche e
semi.
Il Codirosso spazzacamino essendo antropofilo non risulta particolarmente minacciato, fatte salvi
eventuali rimozioni, anche involontarie, di nidi dalle abitazioni.
Foto di Rusoveni ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Codirosso_spazzacamino_2.JPG
Codirosso (Phoenicurus phoenicurus)
Specie distribuita in Eurasia. In Italia è nidificante e migratore regolare, raramente svernante.
Vive in boschi misti e cespuglieti ma si trova anche in parchi urbani, a volte avvistato sul terreno.
Nella Pineta Dannunziana è nidificante e migratore regolare.
Il maschio adulto appare di color grigio superiormente, la faccia nera mentre le parti inferiori e la
coda rosso ruggine, evidente la fronte bianca; la femmina invece ha le parti superiori marroncine
chiaro e le parti inferiori più sbiadite del maschio.
Gli individui giungono in Italia tra marzo e aprile e successivamente inizia la nidificazione nei
boschi, cova a maggio e raramente si verifica una seconda covata. Le migrazioni autunnali hanno
luogo tra agosto e ottobre. Fortemente territoriale, il maschio lo si può udire spesso; si ciba
principalmente di invertebrati.
Il Codirosso appare in declino principalmente a causa delle trasformazioni nell’uso del suolo e
dell’inquinamento crescente.
Foto di Thomas Kraft ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Phoenicurus_phoenicurus_male(ThKraft).jpg
Saltimpalo (Saxicola torquatus)
Specie ampiamente distribuita tra Asia, Africa ed Europa, in Italia è parzialmente sedentario,
svernante e migratore regolare.
Vive in aree aperte con vegetazione arbustiva, come brughiere, prati incolti o zone coltivate. Nella
Pineta Dannunziana è sedentario e nidificante, oltre che migratore regolare.
Uccello dal capo nero con macchia bianca ai lati del collo (i maschi), petto rossiccio e groppone
marrone. La femmina ha il capo marroncino.
Da metà febbraio a metà aprile avvengono le migrazioni primaverili, in seguito avvengono una o
due covate tra aprile e agosto in nidi costruiti al suolo con ramoscelli ed erba, in seguito tra
settembre e ottobre avvengono le migrazioni autunnali. Si nutre si Insetti e altri invertebrati del
terreno.
La distruzione delle siepi e delle fasce arbustive sono la principale minaccia per il Saltimpalo.
Foto di Charlesjsharp ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 4.0 International in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Stonechat_(Saxicola_rubicola)_male,_Beaulieu,_Hampshire.jpg
Passero solitario (Monticola solitarius)
Specie distribuita, seppur in modo frammentario, tra Europa meridionale, Nord Africa e Medio
Oriente. In Italia è residente e nidificante, svernante parziale e migratore.
Vive in habitat rocciosi scoscesi, su cave di pietra , ruderi. Nella Pineta Dannunziana è residente e
nidificante, migratore parziale come pure svernante parziale.
Uccello di medie dimensioni, il maschio in estate ben evidente a causa della colorazione blu‐grigia
con ali nere, la femmina è invece marrone con ventre vermicolato.
Nei mesi primaverili‐estivi costruisce dei nidi di erba e piccoli rametti all’interno di cavità rocciose,
costruzioni o talvolta buchi degli alberi posti a pochi metri dal suolo, si nutre di artropodi catturati
in terra, piccoli vertebrati e occasionalmente frutta.
L’impatto turistico e sportivo sui canyons, le ristrutturazioni di edifici rurali e la massiccia
urbanizzazione delle coste rocciose sono i principali fattori di minaccia per il Passero solitario.
Illustrazione da Naumann, Natural history of the birds of central Europe, 3rd Ed. Revised by G. Berg et al.; Edited by Carl R. Hennicke. ‐ licenza public
domain in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Monticola_solitarius_NAUMANN.jpg
Merlo (Turdus merula)
Specie distribuita in Europa, Asia e Nord Africa. In Italia ampiamente diffuso e comune, sia
residente nidificante, sia svernante.
Predilige aree con vegetazione: dai cespuglieti di ginepro a boschi e parchi urbani. Nella Pineta
Dannunziana è residente e nidificante, ma anche migratore regolare e svernante.
Uccello comune, il maschio dal tipico colore nero con becco giallo (in primavera‐estate) o nero
(inverno e autunno) con zampe nere; la femmina invece ha colorazione marroncina con gola più
chiara.
Tra febbraio e aprile si hanno spostamenti verso i quartieri di nidificazione, che avviene in aree con
tanta vegetazione costruendo nidi sui rami degli alberi, le migrazioni verso le aree di svernamento
avvengono tra agosto e metà novembre. La dieta del Merlo è onnivora spaziando dagli invertebrati
fino a bacche e frutta.
Il Merlo non soffre di particolari minacce, se non la persecuzione diretta e il disturbo indotto da
predatori.
Foto di Ifroz ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 4.0 International in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Merlo_Ifroz.jpg
Cesena (Turdus pilaris)
Specie distribuita in Europa e Asia settentrionali, in Italia alcune popolazioni sono diffuse sulle Alpi,
ma interessano la penisola principalmente durante le migrazioni e lo svernamento.
Vive in boschi e si può osservare anche su campi aperti durante le migrazioni. Il territorio della
Pineta Dannunziana può essere sorvolato durante le migrazioni, risultando avvistata nell’Area
Protetta in maniera irregolare.
Uccello grande e piuttosto robusto dal dorso piuttosto marroncino con nuca e parte superiore
della testa grigie, davanti ha un’ampia macchiettatura nera con petto giallo e ventre bianco.
I periodi migratori sono piuttosto ampi: da fine febbraio a maggio e da metà agosto a metà
dicembre, nei mesi avviene la riproduzione sfruttando nidi costruiti tra i rami di alberi di medie
dimensioni. La dieta è basata su artropodi nel periodo primaverile ed estivo e su semi durante i
mesi più freddi.
La Cesena sembra soffrire particolarmente la rigidità invernale.
Foto di Jerzystrzelecki ‐ licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Fieldfare_Lodz(Poland)(js)02.jpg
Tordo bottaccio (Turdus philomelos)
Specie distribuita prevalentemente in Europa centro settentrionale, in Italia è nidificante sulle Alpi
e sull’Appennino centrale e settentrionale, svernante e migratore.
Predilige aree boscate con molta vegetazione, nella Riserva Naturale Pineta Dannunziana è
migratore regolare.
Uccello piuttosto modesto di dimensione, con piumaggio marone sopra e bianco giallastro sotto
con evidenti macchioline nere.
Giunge in Italia tra settembre e novembre e resta per lo svernamento fino a febbraio‐maggio; la
nidificazione avviene tra metà maggio e agosto solitamente con nidi tra arbusti o rami di alberi. Ha
alimentazione piuttosto varia: dai vermi del terreno ad altri vertebrati a frutta, dipendentemente
dalla disponibilità stagionale.
Le lavorazioni del suolo e l’utilizzo dei pesticidi distruggono le prede del Tordo bottaccio e
conseguentemente ne permettono il declino; altro fattore di minaccia sono le avverse condizioni
meteorologiche.
Foto di J Tony Wills ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Song_thrush.jpg
Tordo sassello (Turdus iliacus)
Specie distribuita in Europa, Asia e Nord Africa. In Italia è svernante e migratore regolare.
Vive in boschi misti piuttosto vicini all’acqua nella porzione meridionale dell’areale, mentre
predilige foreste di conifere o betulle al Nord. Nella Pineta Dannunziana è possibile incontrarlo
durante le migrazioni.
Uccello di modeste dimensioni, presenta colorazione marrone nelle parti superiori, mentre il
ventre e il petto appaiono bianchi con macchioline nere, è presente un’ampia macchia rosso‐
ruggine ai fianchi.
Le finestre migratorie sono piuttosto ristrette: da fine febbraio ad aprile e tra ottobre e metà
novembre; la nidificazione avviene in nidi tra la vegetazione nel periodo compreso tra maggio e
settembre. Si nutre di invertebrati e nel periodo autunnale‐invernale di semi e bacche.
Le minacce principali alla sopravvivenza del Tordo sassello sono dovute alle condizioni climatiche
sfavorevoli e alla caccia illegale.
Foto di Andreas Trepte, www.photo‐natur.net ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Redwing_Turdus_iliacus.jpg
Tordela (Turdus viscivorus)
Specie distribuita in buona parte dell’emisfero boreale, in Italia è residente, svernante e
migratrice.
Vive all’interno di boschi non troppo fitti, parchi urbani, giardini, frutteti, può frequentare anche
praterie d’alta quota per caccia. Nella Pineta Dannunziana è probabilmente residente e
riproduttiva, ma sicuramente svernante e migratrice.
Tordo di grandi dimensioni presenta il dorso marroncino con groppone più chiaro, mentre petto e
ventre sono bianchi con macchie nere tondeggianti. Anche nuca e parte superiore della testa
proseguono la colorazione del dorso.
La migrazione primaverile è piuttosto breve e limitata al mese di marzo al quale segue il periodo
riproduttivo con costruzione di nidi di materiale vegetale fondamentalmente alle biforcazioni dei
rami degli alberi e a diversi metri di altezza; tra metà luglio e ottobre avvengono le migrazioni
verso i quartieri di svernamento. Si nutre principalmente di invertebrati, ma trova risorse anche in
semi e germogli.
La Tordela può risentire delle trasformazioni territoriali e dell’uso di pesticidi che riducono le sue
prede.
Foto di Yuriy75 ‐ licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Turdus_viscivorus;_Baikonur_004.jpg
Usignolo di fiume (Cettia cetti)
Specie distribuita in Europa, Asia e Nord Africa, in Italia è nidificante, sedentaria e migratrice
regolare.
Vive nella densa vegetazione in prossimità di zone umide, tendenzialmente in canneti o saliceti.
Nella Pineta Dannunziana è sedentario e nidificante.
Uccello dalle dimensioni modeste, abbastanza compatto, con collo corto coda ampia e ali corte e
arrotondate, piumaggio dal colore marroncino sopra e bianco‐grigiastro sotto. Presenta un
sopracciglio e un anello perioculare biancastro in evidenza rispetto all’intorno. Spesso ha la coda
rialzata.
Nidifica tra metà Aprile e Agosto costruendo un nido di erba secca e altro materiale vegetale tra i
rami della vegetazione della fascia ripariale fino a due metri di altezza. Si nutre di invertebrati.
Non soffre di particolari minacce, l’Usignolo di fiume teme i rigidi inverni.
Foto di Mark S Jobling ‐ licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:37‐090505‐cettis‐warbler‐at‐Kalloni‐east‐river.jpg
Beccamoschino (Cisticola juncidis)
Specie presente in Europa, Asia, Africa e Oceania, in Italia è parzialmente sedentaria, nidificante e
migratrice.
Predilige aree aperte come campi coltivati, praterie e pascoli fino a quote collinari. Nella Pineta
Dannunziana è stanziale e nidificante.
Uccello di piccole dimensioni, piuttosto paffuto nell’aspetto con coda corta, ha una colorazione
giallo sabbia con striature nere; la coda è bordata di bianco e il groppone rosso ruggine ben
evidenti durante il volo. In estate il maschio ha il becco scuro mentre la femmina chiaro.
La nidificazione ha luogo tra marzo e settembre, con il maschio che inizia la costruzione del nido
intrecciando materiale vegetale alla base della vegetazione. Si nutre principalmente di Insetti ma
anche di semi.
Il Beccamoschino risente negativamente della frammentazione territoriale e della riconversione
dell’uso del suolo, in particolare l’eliminazione della vegetazione in cui nidifica, altro fattore di
rischio è il cambiamento del clima.
Foto di Anton Croos ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Zitting_Cisticola_‐_Cisticola_juncidis.JPG
Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus)
Specie distribuita in Europa, Asia e Africa, in Italia è nidificante e migratrice, sverna in Africa.
Vive in canneti e, soprattutto in migrazione, si può osservare in cespuglieti vari. Nella Pineta
Dannunziana è migratrice regolare.
Uccello dalla fronte piatta che conferisce una forma appuntita alla testa, il becco è lungo e sottile,
di colore marroncino sulle parti superiori e bianco sporco in quelle inferiori, i fianchi possono
essere di color ruggine.
Da metà marzo a metà maggio si hanno i movimenti migratori primaverili, seguiti da nidificazione
all’interno dei canneti con nidi costituiti da intrecci di canne e materiale vegetale, da agosto a
ottobre poi migrano verso i quartieri di svernamento. Si nutre di Insetti e larve, Ragni e
occasionalmente ha dieta vegetariana.
La distruzione degli habitat umidi, l’eutrofizzazione e la bonifica di aree paludose mettono a rischio
la sopravvivenza della Cannaiola.
Foto di Ejdzej‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Acrocephalus_scirpaceus‐Ejdzej2006.jpg
Sterpazzolina (Sylvia cantillans)
Specie distribuita in Europa e Africa settentrionale raggiunge il sud del continente nero per
svernare, in Italia è migratrice e nidificante.
Vive in cespuglieti e boschi aperti soprattutto a dominanza di leccio. Nella Pineta Dannunziana è
migratrice regolare.
Piccolo Uccello dallo spiccato dimorfismo sessuale: il maschio adulto ha il capo e il dorso grigio,
mentre gola e petto sono rosso mattone, i mustacchi bianchi, evidenti anche gli anelli perioculari
rossi; la femmina differisce per le parti inferiori appena tendenti al rosa e il dorso più marrone,
inoltre l’anello perioculare è bianco.
Migra tra la metà di febbraio ed aprile in primavera e tra metà agosto e metà ottobre in autunno,
nel periodo tra le migrazioni porta a compimento la riproduzione con un nido di materiale
vegetale costruito fra la densa vegetazione a non più di un metro e mezzo di altezza dal suolo. Si
nutre di invertebrati e occasionalmente anche di bacche.
La Sterpazzolina non sembra essere minacciata.
Foto di BirdingInSpain ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Western_Subalpine_Warbler_Sylvia_inornata,_Aiguamolls_de_l%27Empord%C3%A0.jpg
Occhiocotto (Sylvia melanocephala)
Specie diffusa intorno al Mar Mediterraneo, in Italia è residente e nidificante, ivi transitano anche
durante le migrazioni.
Vive laddove sono presenti cespuglieti e boschi con fitto sottobosco, anche lungo la costa e fino a
1200‐1300 m s.l.m. Nella Pineta Dannunziana è residente nidificante e migratore regolare.
Piccolo Uccello dalla testa proporzionalmente grande, piumaggio grigio con la testa nera e l’occhio
rosso nel maschio; nella femmina invece prevale un piumaggio marroncino con testa grigia e
occhio di color rosso meno acceso.
La riproduzione avviene tra marzo e giugno con la deposizione di uova in nidi costruiti di materiale
vegetale all’interno della densa vegetazione a poche decine di centimetri dal suolo. Si nutre di
artropodi, ma durante i mesi freddi si ciba anche di frutta e semi.
L’Occhiocotto soffre la rigidità invernale.
Foto di Andreas Trepte, www.photo‐natur.net ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sardinian_Warbler.jpg
Beccafico (Sylvia borin)
Specie distribuita in Europa e Africa, in Italia è migratrice regolare e nidificante.
Vive in arbusteti e boschi con spazi aperti tra gli alberi, boschi ripariali e comunque ambienti
piuttosto freschi. Nella Pineta Dannunziana è un migratore regolare.
Uccello dall’aspetto piuttosto tozzo, le parti superiori appaiono marrone‐olivastre , sotto appare
chiaro, presenta inoltre delle macchie grigie ai lati del collo, il becco è piuttosto tozzo.
Migra da metà marzo a maggio e da agosto a metà novembre, la nidificazione avviene tra aprile e
agosto con deposizione di uova in nidi costituiti da materiale vegetale e collocati in basso tra la
vegetazione. L’alimentazione è costituita prevalentemente da Insetti, talvolta integrata da frutta.
L’alterazione e la frammentazione degli habitat è la principale minaccia per il Beccafico.
Foto di Biillyboy ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sylvia_borin_(%C3%96rebro_County).jpg
Capinera (Sylvia atricapilla)
Specie distribuita tra Europa, Asia e Africa settentrionale, in Italia è stanziale e nidificante,
migratrice e svernante.
Vive in aree boscate con ricco sottobosco o cespugliose, ma anche in parchi urbani e giardini. Nella
Pineta Dannunziana è stanziale e riproduttiva, migratrice regolare e svernante.
Uccello dalle dimensioni non molto grandi, ha piumaggio con due tonalità di grigio: più chiaro
sotto e più scuro sopra. La differenza tra maschio e femmina sta nella parte superiore della testa,
infatti il maschio ha il cappuccio nero mentre la femmina marrone‐rossastro.
Tra metà febbraio e aprile si hanno le migrazioni dai quartieri di svernamento verso le aree di
riproduzione, la quale avviene con la costruzione di nidi nella parte bassa della vegetazione
arbustiva o tra l’erba alta. In seguito questi Uccelli ripartono alla volta dei quartieri di svernamento
tra metà agosto e fine ottobre. La dieta è composta da Insetti, soprattutto nel periodo
riproduttivo, e frutta.
Le minacce per la Capinera sono principalmente dovute al calpestìo involontario dei nidi da parte
di animali o alle catture illegali da parte dell’uomo.
Foto di spacebirdy ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sylvia_atricapilla_‐_Burgenland_4.jpg
Luì bianco (Philloscopus bonelli)
Specie distribuita in Europa e Africa. In Italia è visitatore estivo, migratore e nidificante in Alpi e
Appennino centro‐settentrionale.
Predilige ambienti di bosco, con sottobosco, e in pinete. Nella Riserva Naturale Pineta
Dannunziana è migratore regolare.
Piccolo Uccello con piumaggio del dorso tendente al marrone‐verdastro e groppone giallastro, le
parti inferiori sono piuttosto bianche.
Tra fine aprile e agosto ha luogo la riproduzione all’interno di nidi ben nascosti nella vegetazione,
sul terreno comunque. L’alimentazione è costituita principalmente da artropodi.
Il Luì bianco è sensibile al sovra‐sfruttamento dei boschi e alla gestione forestale.
Foto di Francesco Veronesi ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Western_Bonelli%27s_Warbler_‐_Aosta_Valley_‐_Italy_S4E5346_(19079885220).jpg
Luì verde (Philloscopus sibilatrix)
Specie distribuita in Europa e Asia, sverna in Africa. In Italia è nidificante e migratore regolare.
Vive in boschi con scarso sottobosco e piuttosto ombreggiati. Nella Pineta Dannunziana è
sicuramente migratore regolare, mentre è incerta la nidificazione.
Uccello dalle parti superiori di colore verde intenso, invece gola, zona auricolare e sopracciglio di
colore giallo con stria nera sull’occhio. Il resto delle parti inferiori è bianco.
Migra tra marzo e maggio e tra agosto e novembre, nel periodo estivo si ha la riproduzione con
deposizione di uova in nidi a terra o sotto alberi caduti. L’alimentazione è a base di artropodi e, in
autunno, di frutta.
Il declino del Luì verde in alcune aree è connesso al cambiamento delle pratiche forestali.
Foto di Steve Garvie ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Flickr_‐_Rainbirder_‐_Wood_Warbler_(Phylloscopus_sibilatrix)_(1).jpg
Luì piccolo (Philloscopus collybita)
Specie distribuita tra Europa, Asia occidentale e Africa. In Italia è parzialmente sedentario,
nidificante, migratore e svernante regolare.
Vive in molti ambienti: dal bosco non troppo fitto ad ambienti di macchia e canneti, soprattutto in
inverno. Nella Pineta Dannunziana è nidificante e migratore regolare.
Piccolo Uccello dall’aspetto compatto, le parti superiori sono tendenti al grigio‐bruno‐verdastro
mentre le parti inferiori bianche sporche con gola e petto tendenti al giallo. Le zampe sono scure e
il becco sottile, il sopracciglio chiaro e quasi simile al colore del capo, evidente la striscia nera
sull’occhio.
Tra metà febbraio e metà maggio le popolazioni migranti si spostano nei luoghi di nidificazione,
dove costruiscono nidi sul terreno solitamente nascosti dalla vegetazione; le migrazioni post‐
riproduttive avvengono tra agosto e metà novembre. La dieta è basata su artropodi e frutta.
Il Luì piccolo soffre la frammentazione territoriale e la rarefazione degli habitat.
Foto di Rusoveni ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Lu%C3%AC_piccolo_2.JPG
Luì grosso (Philloscopus trochylus)
Specie ampiamente distribuita in Europa, Asia e Africa. In Italia è migratore, non ben noto se pure
nidificante.
Abita diverse tipologie di bosco e di cespuglieti, compresi parchi urbani. Nella Pineta Dannunziana
è migratore regolare.
Le parti superiori sono di colore tra il grigio e il bruno‐verdastro con il groppone verde più
accentuato, mentre le parti inferiori sono giallastre mescolate al bianco. Il sopracciglio è pallido,
come anche la guancia appare separata dal resto del capo. Evidente la stria nera sull’occhio. Le
zampe sono di color bruno.
Tra metà marzo e maggio avvengono le migrazioni che portano gli individui verso i quartieri
riproduttivi dove costruiscono nidi sul terreno al riparo sotto la vegetazione. Anche tra agosto e
novembre avvengono movimenti migratori. L’alimentazione è basata principalmente su Insetti e
raramente materiale vegetale.
La frammentazione dell’habitat e la gestione forestale sono le principali cause di declino del Luì
grosso insieme alla siccità che affligge i quartieri di svernamento.
Foto di Aviceda ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Willow_warbler_UK09.JPG
Regolo (Regulus regulus)
Specie distribuita in Eurasia, in Italia è nidificante, soprattutto sulle Alpi, migratore e svernante.
Predilige boschi di conifere o misti preferibilmente in alta quota, durante le migrazioni può
frequentare aree aperte rurali. Nella Pineta Dannunziana si può osservare durante le migrazioni.
Piccolo Uccello dalla colorazione verdastra sopra e bianca sotto, l’occhio nero è ben evidente.
Tipica è la stria gialla sul vertice del capo, che presenta pigmentazione arancione nel maschio in
parata nuziale.
Le migrazioni avvengono tra marzo ed aprile prima della riproduzione e tra fine agosto e metà
novembre in periodo post‐riproduttivo. I nidi sono di forma a cono suddivisa in tre porzioni con
un’entrata in alto. L’alimentazione è a base di piccoli artropodi.
Le condizioni severe degli inverni possono minacciare il Regolo.
Foto di Cj Hughson modificato da Bogbumper ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Regulus_regulus_60North_cropped.jpg
Fiorrancino (Regulus ignicapilla)
Specie diffusa in Europa, Asia e Nord Africa. In Italia è parzialmente sedentario, nidificante,
svernante e migratore.
Vive in boschi misti e di conifere, soprattutto quelli a crescita lenta. Nella Pineta Dannunziana è
migratrice regolare.
Piccolo Uccello dalla colorazione verdastra sopra e bianca sotto, ben evidente il sopracciglio ampio
e bianco con macchia arancio sulla guancia, a differenza del Regolo il vertice della testa appare
molto ben visibile con colorazione arancione nel maschio e giallo nella femmina.
Tra aprile e agosto nidifica all’interno di nidi costruiti sulle conifere a 10‐20 metri da terra. Si nutre
di artropodi vari.
Il Fiorrancino non sembra essere particolarmente a rischio.
Illustrazione da Naumann, Natural history of the birds of central Europe, 3rd Ed. Revised by G. Berg et al.; Edited by Carl R. Hennicke. ‐ licenza public
domain in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Firecrest93.JPG
Pigliamosche (Muscicapa striata)
Specie distribuita in buona parte dell’emisfero boreale, in Italia è migratore e nidificante,
soprattutto a Nord della Penisola.
Predilige ambienti aperti con vegetazione bassa, oppure boschi con ampie radure. Nella Riserva
Pineta Dannunziana è migratore regolare e probabilmente nidificante.
Piccolo Uccello dalla colorazione grigiastra‐marroncina con becco sottile e piuttosto lungo a
dispetto delle piccole dimensioni. Il petto è bianco con striature scure.
Migra tra fine marzo e fine maggio e tra agosto e i primi giorni di novembre; nidifica costruendo un
nido a coppa di materiale vegetale all’interno di cavità naturali o su sporgenze rocciose. Si nutre di
Insetti catturati in volo, principalmente Ditteri, ma anche altri invertebrati e occasionalmente
frutta.
Le principali minacce per il Pigliamosche sono le estati fresche e l’uso di Insetticidi che riducono le
prede elettive.
Foto di Andrew Easton ‐ in https://commons.wikimedia.org/wiki/File:SpottedFlycatcheronfence.jpg
Balia dal collare (Ficedula albicollis)
Specie distribuita in Europa, Asia e Africa, in Italia è migratrice e nidificante, soprattutto
sull’Appennino.
Vive in boschi decidui, parchi e giardini. Nella Pineta Dannunziana si può osservare durante le
migrazioni.
Piccolo Uccello dalla coda lunga, caratteristico è il collare bianco, nel maschio, che risalta sul
piumaggio nero e avvolge il collo fino alla nuca, bianche sono anche le parti inferiori e la fronte,
anche il groppone solitamente appare bianco; la femmina ha una colorazione delle parti superiori
piuttosto grigie e senza collare.
Migra tra marzo e maggio per raggiungere i luoghi di nidificazione dove realizza il nido con
fogliame e steli in cavità naturali o artificiali. Si nutre di Insetti volanti e altri artropodi, raramente
anche di bacche.
La principale minaccia per la Balia dal collare è la possibile ibridazione con la Balia nera.
Foto di Stefan Wehr ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Halsbandschnaepper.jpg
Balia nera (Ficedula hypoleuca)
Specie distribuita in Europa, Asia e Africa settentrionale e centrale. In Italia è nidiifcante
occasionale e migratrice.
Vive in boschi aperti misti e decidui, nella taiga e in parchi urbani. Nella Pineta Dannunziana si può
regolarmente osservare durante le migrazioni.
I maschi adulti sono caratterizzati da un piumaggio nero delle parti superiori e bianco in quelle
inferiori, il groppone può apparire molto chiaro; le femmine invece hanno ina colorazione più
grigiastra delle parti superiori.
Tra marzo e metà maggio giungono nei luoghi della nidificazione dove trova delle cavità, naturali o
artificiali, fino a una decina di metri di altezza per deporre le uova; da agosto a fine ottobre poi gli
individui partono verso le località di svernamento dell’Africa. Si ciba di invertebrati e di frutta.
Il cambiamento climatico risulta deleterio per la Balia nera poiché influenza la fenologia degli
Insetti che non coincide con i tempi biologici dell’Uccello.
Foto di Simon Eugster ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Trauerschn%C3%A4pper_auf_Esche_cutted.jpg
Codibugnolo (Aegithalos caudatus)
Specie distribuita in Europa e Asia, in Italia è presente ampiamente, nidificante ovunque tranne
Sardegna, Sicilia e parte della Puglia, migratrice e svernante.
Predilige ambienti boschivi di latifoglie o misti, spesso ripariali; può incontrarsi anche in parchi
suburbani e giardini o aree con sottobosco ben presente. Nella Pineta Dannunziana è residente e
nidificante, migratore parziale e svernante.
Piccolo Uccello con coda molto lunga ha capo e parti inferiori biancastre con una banda nera sopra
l’occhio e fino al dorso, che appare rosso‐marroncino e nero. La coda è nera con bordatura bianca.
Tra metà febbraio e metà aprile gli animali migratori si muovono verso i quartieri estivi dove
depongono le uova in nidi posti in cespugli o su rami e tronchi di conifere; le migrazioni autunnali
avvengono tra settembre e i primi di dicembre. Si nutre di artropodi e talvolta, durante l’autunno
e l’inverno, di materiale vegetale.
Il Codibugnolo risente negativamente di inverni molto rigidi, della frammentazione ambientale e
delle predazioni dei nidi da parte di Corvidi, Mustelidi e Serpenti.
Foto di Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Aegithalos_caudatus_2_(Marek_Szczepanek).jpg
Cincia bigia (Poecile palustris)
Specie diffusa in Europa e nell’Asia occidentale, in Italia è migratrice irregolare, svernante e
nidificante, anche se non molto comune.
Vive in boschi decidui con alberi marcescenti o morti, meglio se in prossimità di aree umide. Nella
Pineta Dannunziana è migratrice parziale.
Piccolo Uccello dal cappuccio e gola neri con guance bianche e piumaggio delle parti superiori
brunastre, più chiare quelle inferiori.
Costruisce il nido tra i rami degli alberi caduti o in cavità nel periodo tra aprile e giugno, più
raramente può utilizzare cavità antropiche o buche nel terreno. Si nutre principalmente di piccoli
invertebrati e raramente può rivolgersi a frutta o semi.
Le principali minacce per la Cincia bigia sono da ricercarsi nella frammentazione degli habitat e
nella rarefazione dei boschi a causa di urbanizzazione, incremento di aree agricole o gestioni
forestali non compatibili.
Foto di Steffen Hannert‐ licenza Free to use in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sumpfmeise1.jpg
Cincia mora (Periparus ater)
Specie distribuita in Europa, Asia e Africa settentrionale, in Italia è sedentaria e nidificante,
migratrice e svernante.
Vive in boschi di conifere, soprattutto quelli montani preferiti per la nidificazione. Nella Pineta
Dannunziana è svernante e migratrice parziale.
Piccolo Uccello dal capo nero con guance bianche; tipica è la piccola cresta. Il piumaggio è di color
bruno, più scuro sulle parti superiori e una barra bianca sull’ala.
Lungo periodo migratorio si articola tra metà febbraio e metà maggio, per poi lasciar il posto alla
nidificazione all’interno di cavità di alberi o, a volte, in muri e sotto le pietre sul terreno; le
migrazioni autunnali vanno da agosto a metà novembre. L’alimentazione è basata su artropodi e
materiale vegetale, può visitare anche mangiatoie.
L’inquinamento e l’uso di Insetticidi favorisce il declino delle prede della Cincia mora che potrebbe
risentirne negativamente.
Foto di Pierluigivinci ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 4.0 International in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cincia_mora_wiki.jpg
Cinciarella (Cyanistes caeruleus)
Specie distribuita tra Asia ed Europa, in Italia è comune, sedentaria e nidificante, svernante e
migratrice regolare.
Vive in boschi decidui e misti, frutteti e parchi. Nella Riserva Naturale Pineta Dannunziana è
residente e nidificante.
Tipica cincia dalla colorazione giallastra con ali bluastre, tipica parte superiore del capo di colore
blu su faccia bianca e striscia nera sull’occhio.
Migra tra febbraio e metà maggio, in seguito raggiunge i nidi costruiti in cavità di alberi, frequenta
volentieri casette‐nido. Si nutre di invertebrati, frutta, semi e polline in base alla disponibilità
stagionale e locale.
Le minacce per la Cinciarella sono le fluttuazioni di temperatura annuale localmente che influenza
la capacità riproduttiva e le interferenze sugli habitat.
Foto di Sławek Staszczuk ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Parus_caeruleus1.jpg
Cinciallegra (Parus major)
Specie distribuita in Europa, Asia e Africa, in Italia è molto diffusa risultando sedentaria,
nidificante, svernante e migratrice.
Predilige aree boscate, sia naturali come la taiga o i boschi mediterranei sia parchi e giardini. Nella
Pineta Dannunziana è sedentaria e nidificante.
Tra le cince è la più grande, caratterizzata da colorazione gialla delle parti inferiori con banda
inferiore nera e parti superiori brunastre; tipico cappuccio nero con guance bianche.
Le migrazioni si hanno da febbraio a metà maggio e da agosto a metà novembre. La nidificazione
che occupa i mesi estivi avviene tra gli alberi costruendo nidi di materiale vegetale a varie altezze
da terra in cavità di alberi o pareti o all’interno di buchi di parete rocciose. L’alimentazione è
basata su artropodi o frutta.
La principale minaccia per la Cinciallegra sembra essere legata a variazioni nelle temperature
stagionali con relativa indisponibilità di risorse trofiche.
Foto di Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Parus_major_1_(Marek_Szczepanek).jpg
Picchio muratore (Sitta europaea)
Specie distribuita in Europa, Asia e Nord Africa, in Italia è migratore e nidificante ad eccezione di
Sardegna e parte di Sicilia, Puglia, Pianura Padana.
Predilige ambienti forestali con elevata copertura di chiome e una ricca disponibilità di alberi
maturi, può incontrarsi pure in frutteti abbandonati, in cimiteri o in parchi. Nella Pineta
Dannunziana è nidificante e stanziale.
Piccolo Uccello privo di collo con capo grande e becco lungo e appuntito, si osserva solitamente sui
tronchi degli alberi mentre si arrampica a scatti o scende a testa in giù. Le parti superiori sono
grigio‐bluastre mentre appare rossiccio pallido giù, le guance sono bianche e presenta un striscia
nera sull’occhio.
Da febbraio a metà maggio è possibile osservarlo in migrazione, mentre in seguito nidifica
all’interno di cavità di alberi e nidi di picchi o, raramente, buchi di edifici; talvolta restringe i fori di
ingresso adattandoli alle proprie dimensioni con del fango. Tra agosto e novembre compie
spostamenti verso i quartieri di svernamento. Tendenzialmente Insettivoro, in autunno e inverno
può cibarsi di semi e frutta secca.
Le locali estinzioni di Picchio muratore sono dovute alla rarefazione delle foreste, abbattimento di
alberi maturi e frammentazioni di ampi nuclei forestali.
Foto di Paweł Kuźniar ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sitta_europaea_wildlife_2.jpg
Rampichino (Certhia brachydactyla)
Specie distribuita in Eurasia e Africa settentrionale, in Italia è sedentaria, nidificante e migratrice
irregolare.
Vive in boschi decidui misti, soprattutto a prevalenza di querce, ma non disdegna pinete, frutteti,
aree agricole con alberi e parchi suburbani. Nella Pineta Dannunziana è stanziale e nidificante oltre
che migratore regolare.
Uccello dalle piccole dimensioni, solitamente osservato mentre scala il tronco di un albero con
coda lunga che tocca terra e un becco lungo leggermente incurvato in basso, le parti superiori
sono di color marroncino‐camoscio con varie macchie e bordature delle penne che conferiscono
un aspetto macchiettato di bianco e nero, le parti inferiori sono bianche con il posteriore più
marroncino.
Tra aprile e metà giugno si hanno le riproduzione in nidi costruiti fino a 16 metri da terra a partire
da materiale vegetale in fessure o cavità della corteccia e di muri e raramente nel folto della
vegetazione. Si nutre di larve e pupe di Insetti o di Ragni ma talvolta anche di semi.
La riduzione di foreste e la sostituzione di latifoglie con conifere sembra essere una minaccia per il
Rampichino.
Foto di Monique Bogaerts‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Boomkruiper1.jpg
Rigogolo (Oriolus oriolus)
Specie diffusa in Europa, Asia e Africa, in Italia è diffusa ovunque, tranne Sardegna e alcune zone
siciliane, alpine e pugliesi, come nidificante e migratrice.
Predilige habitat forestali con alberi maturi ad alto fusto, spesso anche in boschi ripariali o frutteti,
parchi o giardini. Nella Pineta Dannunziana è nidificante e migratrice regolare.
Il maschio adulto è inconfondibile grazie al piumaggio giallo con ali e coda neri e becco rossastro,
la femmina invece appare con piumaggio verdastro nelle parti superiori e bianca con striature
sottili nelle parti inferiori.
Dopo un periodo migratorio di circa due mesi, a metà maggio inizia la riproduzione in nidi costruiti
alle biforcazioni dei rami con materiale vegetale per lo più; tra agosto e settembre poi gli individui
volano verso i quartieri di svernamento. Si nutre principalmente di piccoli invertebrati, ma talvolta
anche semi, bacche e polline e raramente si rivolge a piccoli Mammiferi, Rettili o uova.
Le principali minacce per il Rigogolo sono legate alle fluttuazioni delle condizioni climatiche nel
breve periodo.
Foto di Dixi‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Oriole_2.jpg
Averla piccola (Lanius collurio)
Specie distribuita in Europa, Asia e Africa, in Italia è migratrice regolare, svernante irregolare e
nidificante, ad eccezione di aree in Puglia e Sicilia.
Vive in aree con cespugli, bordi di aree boscate, campi agricoli con siepi oppure in zone con Abete
rosso. Nella Pineta Dannunziana è migratrice regolare e probabilmente nidificante.
Spesso si può osservarla dritta sui cespugli, il maschio adulto ha le parti inferiori tendenti al rosa,
mentre il dorso è marroncino con groppone grigio e coda nera dove si evidenziano due macchie
bianche laterali; bianca è pure la gola mentre il capo è grigio e presenta la tipica striscia nera
sull’occhio. La femmina invece ha le parti inferiori bianco‐sporche con vermicolature, testa grigia e
marroncina e striscia oculare e coda pure marrone.
Tra marzo e metà giugno è possibile osservarla in migrazione, dopodiché nidifica all’interno di fitti
cespuglieti, spesso spinosi e poco accessibili; tra fine luglio e metà ottobre hanno luogo le
migrazioni post‐riproduttive. Si nutre di Insetti e, più raramente, di piccoli Mammiferi, Rettili e
Anfibi.
L’Averla piccola soffre la frammentazione degli ambienti forestali, ma anche il massiccio uso di
pesticidi e le intense pratiche agricole e forestali.
Foto di Chris Romeiks/vogelart.info ‐ licenza GNU Free Documentation License Version 1.2 in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Lanius_collurio_vogelartinfo_chris_romeiks_R7F6269.jpg
Ghiandaia (Garrulus glandarius)
Specie distribuita in Europa, Asia e Africa, in Italia è molto comune, nidificante e sedentaria ma
anche migratrice e svernante irregolare.
Predilige boschi di querce o faggio e carpini, ma si può trovare anche in parchi e giardini e non
teme la presenza antropica. Nella Pineta Dannunziana è stanziale e nidificante.
Ha una colorazione marroncino tendente al rosato con gola e sottocoda biancastre, le ali e la coda
sono tendenzialmente nere ma con macchia bianca sul groppone e sulle ali, è presente un
pannello azzurro sulla parte alta dell’ala.
Migra tra metà marzo e metà aprile e tra settembre e novembre, nidifica tra i rami degli alberi fino
a sei metri di altezza. La dieta è onnivora, prediligendo ghiande nel periodo invernale che vengono
nascoste sotto foglie cadute a terra, nel sottobosco o tra le cortecce.
La Ghiandaia non soffre di particolari minacce, nel secolo scorso era perseguitata per le penne
azzurre utilizzabili come ornamento di cappelli.
Foto di Hans‐Jörg Hellwig ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:01‐veic‐07‐001.jpg
Gazza (Pica pica)
Specie ampiamente distribuita tra Europa e Asia oltre che in Africa, in Italia è sedentaria e comune
come nidificante, soprattutto a sud, e migratrice irregolare.
Vive in aree urbane e periurbane, aree a mosaico e campi intorno a centri abitati. Nella Pineta
Dannunziana è stanziale e nidificante.
Inconfondibile Uccello dalla colorazione bianca e nera con riflessi tendenti al verde o all’azzurro
metallizzati in base alla quantità di luce presente nell’ambiente, la coda è molto lunga.
Realizza nidi nel periodo primaverile ed estivo tra la vegetazione delle aree periurbane, non è
molto avvezza alla migrazione. Si nutre di Insetti, uova e nidiacei di altri Uccelli, ma anche di frutti
e carogne.
La Gazza non risulta minacciata, soprattutto grazie alla sua elevata antropofilia.
Foto di Benutzer123 ‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Elster_wikipedia2.jpg
Taccola (Coloeus monedula)
Specie distribuita in Europa, parte dell’Asia e Africa Nord‐occidentale, in Italia è molto comune e
nidificante oltre che svernante e migratrice regolare.
Vive in molti ambienti differenti: da pareti montane e costieri a boschi decidui con molto alberi
cavi, da parchi urbani a centri abitati. Nella Pineta Dannunziana è stanziale e nidificante.
Uccello simile a un Corvo dalla colorazione grigia molto scura con i lati del collo più chiari, in volo
appare simile alla Cornacchia ma con collo più tozzo e corto, inoltre gli individui volano in folti
stormi.
La riproduzione avviene in nidi di materiale vegetale posti in cavità di vario genere, la femmina e il
maschio formano una coppia stabile nel tempo, inoltre sono animali molto socievoli. Si nutre di
invertebrati e scarti urbani soprattutto durante la stagione riproduttiva, nel resto dell’anno è
praticamente onnivora.
La Taccola non corre grossi rischi nel proprio areale, la persecuzione diretta ha permesso la
scomparsa in alcuni territori, in passato.
Foto di Marek Szczepanek ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Corvus_monedula_1_(Marek_Szczepanek).jpg
Cornacchia grigia (Corvus cornix)
Specie distribuita in Europa, Asia e parte dell’Africa settentrionale, in Italia è molto comune,
risultando sia nidificante sia migratrice.
Vive in aree boschive aperte, brughiere, campi agricoli, centri abitati, parchi urbani e boschi
ripariali e costieri. Nella Pineta Dannunziana è migratrice e nidificante stanziale.
Uccello simile ad un Corvo dal piumaggio grigio e nero, quest’ultimo diffuso su capo, becco, buona
parte delle ali e coda.
Nidifica tra i rami degli alberi nel periodo primaverile costruendo una coppa di ramoscelli ed erba.
L’alimentazione è praticamene onnivora e rivolta anche a scarti urbani e rifiuti vari, durante
l’allevamento dei piccoli possono entrare nei pollai per catturare i pulcini di specie allevate
dall’uomo.
La Cornacchia grigia non ha problemi di conservazione, anzi risulta favorita dalla presenza umana.
Foto di ponafotkas ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Corvus_cornix_‐perching‐8.jpg
Storno (Sturnus vulgaris)
Specie ampiamente distribuita a livello globale, in Italia è sedentaria e nidificante, più al Nord che
a sud.
Vive in aree agricole e urbane, in prossimità dei boschi a prevalenza di quercia, soprattutto, in
brughiere o in ambienti umidi anche costieri. Nella Riserva Naturale Pineta Dannunziana è
migratrice regolare e svernante.
Uccello dal piumaggio nero con ali tendenti al verde lucido e il becco giallo con base verde
azzurrognola in estate, in inverno invece è tutto nere con macchie più chiare sparse su tutto il
corpo e becco scuro. Le zampe sono sempre tendenti all’arancione.
Tra metà febbraio e fine aprile i primi individui si spostano verso le aree di nidificazione, i nidi sono
costruiti in cavità di edifici o di alberi, mentre dalla fine di agosto e fino a novembre compiono
movimenti migratori di ritorno ai quartieri di svernamento. Si nutre sia di animali sia di vegetali.
La principale minaccia per lo Storno è l’incremento di pratiche di agricoltura intensiva la relativa
trasformazione dei territori rurali.
Foto di PaulLomax ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 1.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Common_starling_in_london.jpg
Passera d’Italia (Passer italiae)
Specie distribuita in Italia, Corsica e Creta. Piuttosto comune nella penisola italiana è nidificante e
stanziale.
Vive a contatto con l’uomo per cui si può osservare facilmente in centri abitati, parchi urbani e
aree agricole. Nella Pineta Dannunziana è stanziale e nidificante.
Tipico passero italiano, il maschio riconoscibile dalla nuca e parte superiore della testa bruno‐
rossicci con guance bianche, parte superiore del petto e striscia sotto‐oculare nere; la colorazione
superiore appare marroncina con varie striature nere, mentre le parti inferiori sono piuttosto
biancastre. La femmina appare superiormente grigio‐brunastra con striature nere sulle ali e parti
inferiori biancastre.
Depone le uova fino a tre o quattro volte l’anno all’interno di cavità di edifici o sotto le tegole,
raramente in buchi sugli alberi. Si nutre di Insetti, frutta, semi e talvolta rifiuti umani.
La Passera d’Italia ha uno stato favorevole dovuta all’elevata affinità con i territori antropizzati, in
alcune aree, soprattutto del Nord Italia, può rischiare l’ibridazione con la Passera europea.
Foto di Claudio Gennari ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Passer_italiae_male.jpg
Passera mattugia (Passer montanus)
Specie distribuita in quasi tutti i continenti, in America settentrionale è molto rarefatta infatti. In
Italia è una delle specie più comuni e nidificanti.
Vive principalmente in aree agricole con alberi e siepi, frutteti, parchi urbani e centri abitati. Nella
Pineta Dannunziana è residente e nidificante.
Piccolo passero dalla colorazione superiore marroncina con varie striature nere e parti inferiori
biancastre, parte superiore della testa bruno‐rossiccia, collarino e guance bianchi con una macchia
nere su queste ultime, come neri sono anche il piccolo bavaglino e la fascia perioculare.
Migra tra metà febbraio e metà aprile per raggiungere le località di nidificazione, mentre si sposta
verso le zone di svernamento da metà agosto a metà novembre; i nidi, di forma convessa e
costituiti da materiale vegetale, sono posti all’interno di cavità o di nidi di altri Uccelli, raramente
da soli su un albero, comunque nascosti tra le fronde. La dieta è prevalentemente granivora con
rare predazioni su animali.
Le pratiche agricole modificate e l’utilizzo di pesticidi minacciano la sopravvivenza della Passera
mattugia.
Foto di Laitche ‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tree_Sparrow_August_2007_Osaka_Japan.jpg
Fringuello (Fringilla coelebs)
Specie a distribuzione euroasiatica è presente in Italia come nidificante e svernante, risulta anche
migratrice soprattutto nelle ore mattutine.
Predilige ambienti boschivi, in particolar modo faggete, querceti, pinete e conifere in generale. Si
può incontrare anche in siepi e boschetti ai margini di aree agricole e in parchi urbani. Nella Pineta
Dannunziana è nidificante, svernante e migratore regolare.
Passeriforme dalla doppia barra alare e margini della coda bianchi, il maschio adulto presenta
petto, faccia e guance rosso ruggine con nuca e testa grigia‐bluastra, mentre il dorso appare
marroncino. La femmina appare grigia‐verdastra superiormente e grigiastra sotto.
Tra febbraio e maggio giunge nei luoghi di nidificazione dove costruisci nidi con materiale vegetale
nelle biforcazioni dei rami anche a poche decine di metri da terra; da agosto a novembre si hanno
le migrazioni post‐riproduttive. L’alimentazione è basata su artropodi, larve, germogli e semi.
La distruzione degli ambienti boschivi e arbustivi o le severe condizioni climatiche mettono a
rischio la sopravvivenza del Fringuello.
Foto di MichaelMaggs ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.5 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Fringilla_coelebs_chaffinch_male_edit2.jpg
Verzellino (Serinus serinus)
Specie diffusa in Europa e Nord Africa, in Italia è nidificante, migratrice e svernate.
Vive dalla pianura al piano basso montano in nuclei boscati di conifere, frutteti, siepi, arbusteti e
parchi urbani. Nella Pineta Dannunziana è stanziale e nidificante, migratore parziale.
Piccolo Uccello con capo piuttosto grande e becco piccolo e sottile, appare molto striato di scuro
su fondo giallo, chiaro ed acceso su petto e contorno faccia, più scuro su parti superiori; il
sottocoda e basso ventre è bianco.
Tra fine febbraio e aprile gli individui migrano verso le aree di nidificazione, i nidi sono costruiti sui
rami e da settembre per un paio di mesi gli Uccelli si spostano verso le aree di svernamento. La
nutrizione è basata su germogli, semi e piccoli invertebrati.
La minaccia per il Verzellino consiste nell’avvelenamento dei semi di cui si nutre con i pesticidi
agricoli.
Foto di Luis García (Zaqarbal) ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Spain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Serinus_serinus_(Madrid,_Spain)_002.jpg
Verdone (Chloris chloris)
Specie diffusa in Europa, Asia occidentale e Nord Africa, introdotta anche negli altri continenti. In
Italia è sedentario, nidificante, migratore regolare e svernante.
Numerosi ambienti differenti vengono frequentati: boschi misti e decidui, di conifere, arbusteti e
siepi, coltivi, frutteti, parchi urbani, cimiteri a latitudini e quote differenti. Nella Pineta
Dannunziana è nidificante e stanziale, ma anche migratore regolare.
Uccello piccolo ma robusto, dalla colorazione verdognola, più evidente nel maschio che nella
femmina, con i bordi delle ali e della coda gialli; il becco tende al rosa pallido.
Tra marzo e metà maggio avvengono le prime migrazioni che portano gli individui a nidificare nei
primi venti metri tra la vegetazione degli habitat frequentati oppure in nidi abbandonati da altri
Uccelli; tra settembre e novembre questi animali tornano nei quartieri di svernamento.
L’alimentazione è basata su frutta, semi e germogli, a volte anche artropodi.
Il Verdone rischia l’estinzione localmente a causa di parassitosi o di catture illegali.
Foto di Charlesjsharp ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Greenfinch_(carduelis_chloris)_m.jpg
Cardellino (Carduelis carduelis)
Specie distribuita in Europa, Asia e Nord Africa, introdotta anche negli altri continenti. In Italia è
specie molto comune e diffusa, sedentaria, nidificante, migratrice e svernante.
Vive praticamente in quasi tutti gli ambienti: dai boschi di latifoglie a quelli di conifere, misti, agli
arbusteti, praterie, bordi stradali, campi coltivati, parchi urbani, aree ripariali. Nella Pineta
Dannunziana è migratore regolare, sedentario e nidificante.
Uccello inconfondibile dal piumaggio superiore bruno e chiaro sotto, faccia rossa con resto del
capo nero e bianco, ali nere con barre gialle ben visibili e macchiette bianche.
Da metà febbraio a metà maggio avvengono le migrazioni che portano gli Uccelli ai siti di
nidificazione, dove vengono costruiti nidi sotto il fogliame fino a dieci metri dal suolo. Da
settembre a novembre migrano verso i quartieri invernali. Alimentazione tendenzialmente
vegetariana e granivora, ma talvolta anche basata su artropodi.
Il Cardellino è oggetto di catture illegali per l’allevamento in gabbia.
Foto di Siskini~commonswiki (presunto) ‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Carduelishembrabebiendo.jpg
Lucherino (Spinus spinus)
Specie diffusa in Europa, Asia (eccetto la porzione centrale) e alcune aree del Nord Africa. In Italia
è nidificante sulle Alpi e sull’Appennino meridionale, area calabra in particolar modo, migratore e
svernante regolare.
Frequenta aree boscate a conifere o boschi di latifoglie e misti aperti, può volare anche su frutteti,
parchi urbani, aree prative. Nella Pineta Dannunziana è migratore regolare.
Uccello piccolo con testa minuta e coda corta dalla colorazione verdastra, ali nere e gialle, petto e
testa gialli e parti ventrali e sottocaudali bianche con qualche striatura. Fronte e piccolo bavaglino
nero.
Migra tra marzo e aprile, nidifica su rami esterni o contro la corteccia di alberi, raggiungendo pure
i 20 metri di altezza da terra. Ha un’alimentazione prevalentemente granivora e vegetariana,
integrata con invertebrati nella stagione riproduttiva.
La disponibilità di cibo durante le stagioni influenza l’andamento della vitalità e della distribuzione
spaziale del Lucherino.
Foto di Assianir ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 4.0 International in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Spinus_spinus_9402_11.jpg
Fanello (Linaria cannabina)
Specie distribuita in Eurasia e Nord Africa, introdotta in alcune aree dell’America centrale. In Italia
è nidificante (tranne in alcune aree alpine e della Pianura Padana), migratrice regolare e
svernante.
Vive in aree aperte, con pochi alberi sparsi e cespugli, si può osservare anche ai bordi dei boschi o
in aree coltivate e parchi urbani. Nella Pineta Dannunziana è migratore regolare e svernante
parziale.
Uccello dalla coda lunga con becco corto grigio, il dorso è marrone con ali nere e bianche; testa
grigia con ventre e sottocoda bianche. Il maschio presenta petto e fronte rossi mentre la femmina
in tonalità marroni.
Tra fine febbraio e aprile questi Uccelli migrano, in seguito nidificano all’interno di cespugli
solitamente spinosi e difficilmente accessibili; da metà agosto a ottobre ripartono verso i quartieri
di svernamento. L’alimentazione è tendenzialmente vegetariana, essendo basata su semi e
germogli, ma talvolta preda invertebrati.
La frammentazione ambientale e l’estirpazione delle siepi interpoderali sembrano essere le
principali cause di minaccia per il Fanello.
Foto di Francesco Veronesi ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Eurasian_Linnet_‐_Aosta_Valley_‐_Italy.jpg
Crociere (Loxia curvirostra)
Specie a distribuzione Eurasiatica e Nord Africana, in Italia è nidificante sulle Alpi e in alcune
porzione appenniniche, migratrice regolare e svernante.
Vive in aree forestali, soprattutto boschi di conifere, faggio, carpino e querce. Non mancano
avvistamenti in parchi urbani, centri abitati, boschi costieri. Nella Riserva Naturale Pineta
Dannunziana è una specie migratrice parziale e la presenza di giovani avvistati nel recente passato
fa presupporre una possibile nidificazione.
Piccolo Uccello dal tipico becco con apici ricurvi e incrociati. Il maschio appare di colore rosso
brillante con ali tendenti al marrone e fianchi grigiastri; le femmine hanno il dorso verdastro e il
resto del corpo grigiastro con ali tendenti al marrone.
Da metà febbraio a metà aprile questi animali migrano per raggiungere le aree di nidificazione, i
nidi sono costruiti dalle femmine alla base delle piante, soprattutto Abeti; da fine giugno a
novembre si hanno spostamenti verso le zone dove trascorreranno l’inverno. L’alimentazione è
basata soprattutto sui semi delle conifere, integrata talvolta da Insetti.
La principale minaccia per il Crociere è la frammentazione degli habitat, in alcune aree anche la
competizione con Mammiferi legati alle conifere possono influenzare negativamente.
Foto di Elaine R. Wilson, www.naturespicsonline.com ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Red_Crossbills_(Male).jpg
Zigolo nero (Emberiza cirlus)
Specie distribuita in Europa centro‐meridionale e in alcune aree dell’Asia occidentale e dell’Africa
del Nord. In Italia nidifica, tranne in buona parte del Nord‐Est, della Pianura Padana e del Salento,
migra e sverna regolarmente.
Vive in aree cespugliose e in piccoli boschi circondati da aree aperte, si trova anche in frutteti e ai
bordi dei boschi, oltre che in campi agricoli e terreni incolti. Nella Pineta Dannunziana è nidificante
e stanziale, ma anche migratore regolare.
Uccello di modeste dimensioni, presenta gola e stria oculare nere su fondo giallo, come anche
giallo è il ventre, mentre il petto, la nuca e l’estremità della testa sono grigi; dorso e ali sono
marroni con striature nere. Presente un ciuffo nel maschio, nella femmina oltre all’assenza del
ciuffo cambia la mascherina facciale e ha le parti inferiori striate a differenza del maschio.
Tra marzo e metà maggio si hanno le migrazioni verso i luoghi di riproduzione, invece tra fine
settembre e inizio novembre si hanno movimenti su rotte opposte. I nidi sono costruiti tra gli
arbusti e, raramente, sugli alberi. L’alimentazione è basata su semi e graminacee, ma durante la
stagione riproduttiva anche su invertebrati.
L’utilizzo di erbicidi e le pratiche agricole e forestali che riducono la presenza di cibo oltre che
frammentare l’habitat idoneo per lo Zigolo nero sono le principali cause di minaccia.
Foto di Paco Gómez modificato da Bogbumper ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cirl_bunting_cropped.jpg
Anatre e Oche domestiche
Infine all’interno del lago è possibile rinvenire uccelli riconducibili al gruppo delle Anatre e delle
Oche di chiara importazione e frutto di incroci e addomesticamento, è molto facile vedere l’Anatra
muta (Cairina moschata) dalla tipica colorazione del piumaggio con becco rosa e maschera
facciale rossa, le zampe sono palmate e arancione. Questo animale è tipico delle regioni
sudamericane, immesso in Europa dopo la scoperta dell’America. Vive in ambienti umidi e spesso
esce dall’acqua, si nutre di materiale vegetale e di invertebrati.
Facili da osservare sono anche l’Oca domestica e l’Oca cignoide (Anser cygnoides), entrambe
chiaramente caratterizzate da collo lungo e da dimensioni imponenti. L’Oca domestica è tutta
bianca con zampe e becco arancione, l’Oca cignoide ha colorazione prevalente bianca, con
piumaggio barrato di color marroncino come anche il collo è di color nocciola, la caratteristica più
evidente è il becco molto scuro con una protuberanza cartilaginea superiormente. Sono animali
tendenzialmente vegetariani e a tratti granivori. L’Oca cignoide è tipica dell’Asia orientale, tanto
che viene chiamata anche “razza cinese”.
Foto scattate in Riserva Pineta Dannunziana
MAMMIFERI
Riccio europeo (Erinaceus europaeus)
Specie distribuita in tutto il continente europeo, ampiamente diffuso anche in Italia.
Si adatta facilmente a varie tipologie ambientali, preferendo zone con fitta vegetazione sia
boschiva sia arbustiva. Facilmente osservabile anche in contesti urbani quali parchi e giardini, dal
livello del mare ai 2000 metri di quota. Nella Pineta Dannunziana è presente.
Questo Mammifero esce dal letargo invernale appena le temperature si fanno più miti,
solitamente intorno a marzo, dopodiché i maschi cercano le femmine per la riproduzione e le
nascite avvengono in estate. Sono animali onnivori, nutrendosi di lombrichi e altri invertebrati ma
anche di frutti e di resti dell’attività antropica. La presenza di spine sul dorso rende loro piuttosto
protetti dalle predazioni, gli unici in grado di predare i Ricci sono Tassi, Cani inselvatichiti e Volpi.
La specie è in buono stato di conservazione e le principali minacce derivano dai numerosi
investimenti stradali, soprattutto in primavera.
Foto di Jörg Hempel ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 2.0 Germany in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Erinaceus_europaeus_LC0119.jpg
Talpa romana (Talpa romana)
Specie presente in Italia centrale e meridionale, non accertata nelle due isole maggiori.
Animale diffuso in molti ambienti, dai prati‐pascoli ai boschi di latifoglie, dal livello del mare fino a
1500 m s.l.m. Presente, seppur difficile da avvistare, nella Riserva Naturale Pineta Dannunziana.
La forma del corpo è piuttosto robusta, con delle zampe anteriori molto ben sviluppate atte allo
scavo e un muso prominente come tutti gli Insettivori date le abitudini alimentari. Vive all’interno
di gallerie scavate nel sottosuolo. Si riproduce in nidi costruiti in profondità tra l’inverno e la
primavera. Si nutre di lombrichi e larve di Insetti del terreno individuate grazie alle vibrisse (baffi)
presenti sul muso.
Non sono noti i dati sullo stato di conservazione della Talpa romana, ma sicuramente in aree
agricole molto sfruttate può soffrire maggiormente l’accumulo di pesticidi e sostanze utilizzate.
Foto di Memnone di Rodi ‐ licenza public domain in
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Talparomana.jpg
Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii)
Specie a distribuzione euroasiatica e africana, in Italia è diffusa in Italia penisola e nelle isole.
Vive a stretto contatto con l’uomo, frequentando soprattutto ambienti urbani e sub‐urbani, può
anche essere osservato in ambienti più naturali. Presente nella Pineta Dannunziana.
Tra giugno e luglio le femmine danno alla luce i nuovi nati dopo essersi accoppiate tra l’estate e
l’autunno dell’anno precedente, i nidi sono costruiti in fessure di edifici, sotto tegole, in bat‐boxes
e occasionalmente in cavità naturali. In ambienti urbani caccia di notte attorno ai lampioni dove
sono maggiori le concentrazioni di Ditteri e altri Insetti volanti.
Non ci sono grosse minacce alla conservazione del Pipistrello albolimbato, risultando anche
tutelato da molte leggi in Italia.
Foto di Leonardoancillotto86 ‐ licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pipistrellus_kuhlii_adult.jpg
Scoiattolo comune (Sciurus vulgaris)
Specie distribuita in Europa e Asia, in Italia è molto ben presente in quasi tutte le aree della
penisola, ad eccezione di quelle antropizzate con assenza di nuclei boscati.
I boschi sono gli ambienti elettivi di questo animale, dal livello del mare fino al limite degli alberi
sul piano montano. Nella Pineta Dannunziana è accertata la presenza, probabilmente anche con
nido.
Animale diffuso nelle Regioni centrali dell’Italia nella variante nera, tipicamente osservabile di
giorno, soprattutto all’alba o al tramonto, sugli alberi o al suolo nello spostamento tra una pianta e
l’altra. Si accoppia sia in inverno e sia in primavera con nascite tra febbraio e marzo e tra maggio e
luglio. Ha alimentazione vegetariana e tende a nascondere semi e frutta secca nel terreno per poi
andare a recuperare il cibo nei periodi sfavorevoli.
Non ci sono preoccupazioni per la conservazione dello Scoiattolo comune, se non l’eventuale
competizione, in alcune regioni, con lo Scoiattolo grigio di origine americana.
Foto da http://riservamontesalviano.it/wp‐content/uploads/2016/05/scoiattolo‐1.jpg
Quercino (Eliomys quercinus)
Specie distribuita in Europa e Asia occidentale, in Italia è presente in tutto il territorio nazionale.
Vive in ambienti forestali dal livello del mare fino al limite della vegetazione arborea, preferisce la
presenza di rocce nei boschi, non è raro trovarlo in aree antropizzate. Presente in maniera
saltuaria nella Pineta Dannunziana, ad oggi non è ancora stata accertata la presenza stabile.
Piccolo animale che costruisce il proprio nido in anfratti rocciosi o tra la vegetazione arborea a un
paio di metri da terra, talvolta riadattando nidi di Uccelli. L’ibernazione dura da ottobre a maggio,
ma può non verificarsi se l’inverno è particolarmente mite. L’alimentazione è basata su semi e
frutta ma talvolta si rivolge anche a invertebrati e uova di Uccelli.
La frammentazione del territorio e l’eliminazione di siepi può influire negativamente sulla vitalità
del Quercino.
Foto di Arno Laurent ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Eliomys_quercinus02.jpg
Moscardino (Muscardinus avellanarius)
Specie a distribuzione europea, in Italia è presente in tutta la Penisola, ad eccezione della Puglia
meridionale, e in Sicilia.
Predilige ambienti boschivi ed arbustivi, soprattutto querceti e arbusteti sempreverdi, dal livello
del mare al limite dei boschi in montagna. Nella Pineta Dannunziana è presente anche se in
maniera saltuaria, e la presenza stabile è da accertare.
Piccolo Mammifero arboricolo costruisce il nido tra i rami degli alberi e la riproduzione è legata ai
mesi primaverili dato che tra luglio e agosto, in area mediterranea, entra in una sorta di pausa
estiva dalle attività. L’alimentazione è prevalentemente vegetariana, anche se integra in alcuni
periodi dell’anno con invertebrati.
Essendo una specie molto elusiva non si conosce il reale stato di conservazione del Moscardino,
ma di sicuro la rarefazione delle siepi costituisce un fattore di minaccia.
Foto di Björn Schulz ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Haselmaus.JPG
Arvicola di Savi (Microtus savii)
Specie distribuita in Francia e in Italia, qui è presente praticamente ovunque eccetto in Sardegna.
Vive in aree aperte ed erbacee, dal livello del mare fino a circa 2000 metri di quota. Nella Pineta
Dannunziana è presente.
Si riproduce praticamente in qualunque periodo dell’anno, eccetto i mesi più secchi, e passa molto
tempo in gallerie sotterranee dove si alimenta di radici, bulbi e tuberi. Quando si sposta in
superficie, invece, si rivolge a frutti e fogliame. Viene predata principalmente da Rapaci sia diurni
sia notturni.
L’utilizzo di esche rodenticide contro questa Arvicola, dannosa soprattutto per le coltivazioni,
mette a rischio anche i suoi predatori.
Foto di Mario Pellegrini in http://www.cogecstre.com/Vertebrati/specie/MicroSavii.htm
Ratto delle chiaviche o Surmolotto (Rattus norvegicus)
Specie distribuita ovunque nel mondo, in Italia molto comune in zone urbane, manca sulle Alpi e in
alcune aree appenniniche meridionali.
Predilige ambienti urbani, soprattutto in prossimità di discariche o accumulo di rifiuti, inoltre
frequenta i piani bassi delle abitazioni preferendo scantinati, magazzini, stalle, fognature o porti.
Nella Pineta Dannunziana si può incontrare, provenendo dalle numerose abitazioni intorno alla
Riserva.
Grosso Ratto urbano, costruisce nidi sotto terra alla base di edifici o di argini fluviali, è attivo
prevalentemente di notte anche se di giorno alterna momenti di attività a quelli di riposo. Si nutre
di tutto, risulta aggressivo con altri Ratti e difficilmente con ulteriori animali (Uomo compreso).
Viene predato da Mammiferi carnivori, Rapaci e Serpenti.
Non ci sono problemi legati alla conservazione del Ratto delle chiaviche, risultando invece specie
piuttosto problematica poiché è infestante, distruttrice delle colture e portatrice di parassiti anche
per l’Uomo.
Foto di Reg Mckenna ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:WildRat.jpg
Ratto nero o Ratto dei tetti (Rattus rattus)
Specie ampiamente distribuita in tutto il globo, in Italia è comune e diffuso ovunque.
Animale che si adatta a molteplici ambienti, dalle formazioni forestali alle aree urbane, essendo
buon arrampicatore frequenta sovente le soffitte e i tetti delle abitazioni oltre che riuscire a
scalare gli alberi. Nella Pineta Dannunziana è possibile incontrarlo, in spostamento dalle numerose
abitazioni circostanti.
Costruisce i nidi sugli alberi, non ad elevate altezze, e trova riparo nelle abitazioni durante i mesi
più freddi. Animale onnivoro, preferisce le componenti vegetali, anche se non mancano predazioni
su animali e attacchi, rosicchiando, anche materiali non commestibili presenti nelle case. L’attività
è prevalentemente crepuscolare.
Il Ratto nero è infestante e può creare problemi ad alcune coltivazioni, ma non soffre particolari
minacce se non eventualmente la competizione con il Ratto delle chiaviche.
Foto da http://www.agraria.org/faunaselvatica/rattonero.htm recuperata da
http://www.parcodelbrembiolo.it/Ambiente/Foto_Ambiente/Foto_fauna/mammiferi_Ratto_nero.jpg
Topo selvatico (Apodemus sylvaticus)
Specie distribuita in buona parte d’Europa e in alcune aree dell’Africa del Nord, in Italia è diffusa
un po’ ovunque.
Vive nei boschi, soprattutto ai margini, ma anche in campagna, siepi, zone cespugliate, scarpate
stradali e sponde di corsi d’acqua. Nella Pineta Dannunziana è possibile incontrarlo.
Animale attivo principalmente di notte, passa le ore diurne in gallerie scavate sotto terra dove
sono presenti anche il nido e le scorte di cibo. Segue una dieta tendenzialmente granivora, ma si
adatta facilmente a mangiare bacche, frutti, erba, funghi e invertebrati, soprattutto larve e adulti
di Insetti, lombrichi e molluschi. Viene predato soprattutto da Rapaci.
Non soffre di particolari minacce anche in virtù della sua forte adattabilità a ogni ambiente, anzi a
volte il Topo selvatico è causa di conflitto con l’uomo nelle semine forestali in prossimità di corsi
d’acqua.
Foto di Pethan (presunto) ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Apodemus_sylvaticus.JPG
Topo domestico (Mus musculus)
Specie distribuita in Europa e Asia, in Italia è presente la sottospecie domesticus diffusa in tutta
l’Europa occidentale. In Italia è ampiamente distribuita.
Frequenta principalmente aree antropizzate, in alternativa preferisce garighe, macchie
mediterranee, aree rurali e costiere. Nella Pineta Dannunziana è presente.
Durante tutto l’anno avvengono accoppiamenti, in particolar modo nelle popolazioni più vicine
all’uomo, in ambiente più selvatico si assiste a una pausa invernale, mentre i nidi sono costruiti in
camere ipogee. L’alimentazione è molto varia, preferendo però semi di graminacee e prodotti da
essi derivati.
Il Topo domestico non corre alcun rischio di estinzione essendo adattato a vivere in molteplici
ambienti differenti, apparendo piuttosto come specie infestante.
Foto da https://web.archive.org/web/20050305082647/http://www.nigms.nih.gov/research/modelorganisms.html ‐ licenza public domain in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:House_mouse.jpg
Volpe (Vulpes vulpes)
Specie distribuita in tutto l’emisfero settentrionale introdotta in Australia alla fine del XIX secolo,
in Italia è molto comune e diffusa.
Vive in molteplici tipologie di habitat: praterie alpine, boschi di conifere e di latifoglie, macchia
mediterranea, vallate fluviali, aree agricole, ambienti urbani e sub‐urbani. Transita all’interno del
territorio del territorio della Riserva Naturale Pineta Dannunziana, è possibile rinvenire impronte
soprattutto su porzioni fangose di terreno o dopo abbondanti piogge.
Animale prevalentemente notturno e crepuscolare, può avere atteggiamenti solitari o di spiccata
socialità, muovendosi in branchi. Tra gennaio e marzo i maschi e le femmine si accoppiano e dopo
quasi due mesi nascono in tane sotterranee i cuccioli. I maschi sono piuttosto territoriali.
L’alimentazione è basata su piccoli Mammiferi e altri vertebrati di modeste dimensioni, oltre che
Insetti e lombrichi; integra la dieta volentieri con frutta ma anche carogne e rifiuti, in base alle
disponibilità stagionali.
Nonostante sia una specie cacciata, non sembra subire la pressione venatoria e quindi i cali
numerici, anche grazie alla sua plasticità ecologica la Volpe è piuttosto diffusa. Occasionalmente
soffre l’impatto di parassitosi e malattie come la rabbia silvestre.
Foto di Uazzino ‐ licenza GNU Free Documentation License, Versione 1.2 in
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Volpe_Rossa_Valle_d%27Aosta.jpg
Tasso (Meles meles)
Specie distribuita in tutta Europa e Asia settentrionale, in Italia è presente in tutte le Regioni
eccetto le due isole maggiori.
Vive in ambienti boschivi, aree agricole abbandonate, praterie con cespugli e parchi urbani dal
livello del mare a 2000 metri di quota. Nella Pineta Dannunziana è presente seppur in maniera
sporadica ed osservabile tramite rilevamento di impronte.
Specie dalle abitudini notturne, scava tane ma può anche utilizzare quelle di Volpe e Istrice con le
quali può convivere, di abitudini piuttosto solitarie in Italia.
Si nutre soprattutto di lombrichi e piccoli vertebrati, ma pure Insetti, cereali e frutta, può rivolgersi
anche a carogne.
Grazie alla sua adattabilità in termini di habitat e di dieta non permettono al Tasso di rischiare
molto, ma sicuramente soffre di caccia illegale e di frammentazione dell’ambiente.
Foto di Peter Trimming ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:%27Honey%27_the_badger.jpg
Donnola (Mustela nivalis)
Specie ampiamente distribuita in tutti i continenti, in Italia è diffusa in tutte le regioni.
Vive sia in boschi, sia in cespuglieti, ma anche in aree agricole e parchi urbani o in prossimità di
aree antropizzate dal livello del mare a quote montane. Nella Pineta Dannunziana è presente
durante gli spostamenti da aree vicine.
Animale attivo sia di giorni sia di notte, gli accoppiamenti avvengono di solito nel periodo
primaverile. La dieta è basata su piccoli Roditori e talvolta Uccelli; viene invece predata da
carnivori più grandi e occasionalmente da Rapaci e molto raramente da grossi Serpenti come, per
esempio, il Cervone.
Non sono noti grossi problemi legati alla conservazione della Donnola, potrebbero esserci
eventuali conflitti con l’Ermellino per motivi spaziali e trofici.
Foto di Cecil Sanders ‐ licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Alaska_Weasel.jpg
Faina (Martes foina)
Specie presente in Europa e Asia, in Italia è piuttosto comune e presente in tutte le Regioni
peninsulari.
Vive in are boschive, di macchia ma anche zone aperte, come quelle agricole, purché ci siano siepi
e corridoi di vegetazione. Vive bene anche in ambienti antropizzati, sfruttando per esempio i tetti
di casolari in piccoli centri abitati. Sono possibili contatti con la Faina, o con segni del suo
passaggio, nel territorio della Pineta Dannunziana.
Animali dall’attività crepuscolare e notturna passano il giorno su alberi o cespugli o in cavità, si
accoppiano alla fine dell’estate per dare alla luce i piccoli nella primavera successiva, nel
frattempo in inverno si ha una pausa generale dalle attività. Si tratta di animali molto territoriali, in
cui i maschi difendono il territorio dagli altri maschi e le femmine dalle altre femmine, con
sovrapposizione tra le aree di un maschio e di una o poche femmine. La dieta è onnivora in base
alle disponibilità stagionali e locali.
Data la grande adattabilità, la Faina non risulta minacciata se non dalla caccia illegale per i danni
che essa può causare a volatili da cortile, come le Galline, o alle tegole dei tetti che vengono
rivoltate per cercare prede.
Foto di Franco Atirador ‐ licenza Creative Commons Attribution‐Share Alike 3.0 Unported in
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Beech_Marten.jpg
FONTI CONSULTATE PER I TESTI SULLE PRESENZE FAUNISTICHE
Amori G., Battisti C., De Felici S. (eds), 2009. I Mammiferi della Provincia di Roma. Dallo stato delle
conoscenze alla gestione e conservazione delle specie. Provincia di Roma, Assessorato alle
Politiche dell’Agricoltura, Stilgrafica, Roma.
Di Tizio L., Pellegrini Mr., Di Francesco N., Carafa M. (eds.), 2008. Atlante dei Rettili d’Abruzzo.
Ianieri‐Talea Edizioni, Pescara.
Ferri V., Di Tizio L., Pellegrini Mr. (eds.), 2007. Atlante degli Anfibi d’Abruzzo. Ianieri‐Talea Edizioni,
Pescara.
Sindaco R., Doria G., Razzetti E., Bernini F. (eds.), 2006. Atlante degli Anfibi e dei rettili
d’Italia/Atlas of Italian Amphibians and Reptiles. Societas Herpetologica Italica, Edizione
Polistampa, Firenze.
Spagnesi M., De Marinis A.M. (eds.), 2002. Mammiferi d’Italia. Quad. Cons. Natura, 14, Min.
Ambiente – Ist. Naz. Fauna Selvatica.
Spagnesi M., Serra L. (eds.), 2003. Uccelli d’Italia. Quad. Cons. Natura, 16, Min. Ambiente – Ist.
Naz. Fauna Selvatica.
Spagnesi M., Serra L. (eds.), 2004. Uccelli d’Italia. Quad. Cons. Natura, 21, Min. Ambiente – Ist.
Naz. Fauna Selvatica.
Spagnesi M., Serra L. (eds.), 2005. Uccelli d’Italia. Quad. Cons. Natura, 22, Min. Ambiente – Ist.
Naz. Fauna Selvatica.
Spina F., Volponi S., 2008. Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia. 1. non‐Passeriformi.
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Istituto Superiore per la
Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Tipografia CSR‐Roma.
Spina F., Volponi S., 2008. Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia. 2. Passeriformi. Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale (ISPRA). Tipografia SCR‐Roma.
Svensson L., Mullarney K., Grant P.J., Corso, A., 2012. Guida degli uccelli d'Europa, Nord Africa e
Vicino Oriente. Ricca Editore.
www.iucnredlist.org