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Le Aree Marine Protette in Italia

Le Aree Marine Protette (AMP) sono gli ambienti marini costituiti dalle acque, dai fondali e dai tratti
di costa prospicienti, che presentano un rilevante interesse per le loro caratteristiche naturali, con
particolare riguardo alla flora e alla fauna, e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale,
educativa ed economica che rivestono.
Il principale obiettivo di un’AMP è la conservazione degli equilibri naturali e la protezione dei valori
biologici ed ecologici, grazie al mantenimento della diversità biologica e genetica, alla protezione
degli habitat e delle aree di riproduzione. Per ottenere questo risultato è necessario ricercare il
consenso delle comunità coinvolte, sostenendo e valorizzando le attività produttive compatibili con
l’equilibrio naturale e sviluppando programmi di educazione ambientale.
L’Unione Europea tutela alcuni ambienti marini mediterranei, quali la prateria di Posidonia, le
lagune, gli stagni e le dune. In Italia, le AMP costituiscono da decenni una questione dibattuta che
ha portato alla promulgazione di due leggi nazionali (979/82 “Disposizioni sulla difesa del mare” e
394/91 “Legge quadro sulle aree protette”) e alcune regionali.
A tutto il 2000, sono state istituite, in Italia, diverse AMP. Una delle più note, quella di Miramare a
Trieste, presenta, oltre al famoso castello eretto su un promontorio tra il 1855 e il 1860 per
l'arciduca Massimiliano d'Asburgo, un'area di mare e di costa di circa 32 ettari. Nel 1986 fu
dichiarata riserva marina gestita dal WWF e con una sufficiente struttura scientifica ed
organizzativa, insieme a quella dell’isola di Ustica, gestita dal Comune. Per gran parte delle altre,
tra le quali l’isola di Tavolara, il promontorio di Portofino, punta Campanella, Porto Cesareo, la
penisola del Sinis, le Cinque Terre, Ventotene, manca ancora un regolamento, soprattutto a causa
della complessità dell’iter legislativo e di difficoltà gestionali.

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Le Cinque Terre in Liguria proteggono un suggestivo tratto di costa alta e rocciosa. La zona
affacciata sul Mar Ligure, che si estende fino ai rilievi di arenaria degli Appennini, dal 1999, è
divenuta un parco nazionale in cui sono inclusi Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e
Riomaggiore.
La riserva marina compresa nel parco, dichiarata dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità
nel 1997, è divisa in aree a diverso grado di protezione, tra cui una riserva integrale, che
comprende il tratto di mare tra Punta Mesco e Capo Montenegro, in cui sono vietati ogni forma di
pesca, navigazione e immersione subacquea; e due riserve generali intorno a Punta Mesco e al
santuario di Riomaggiore, in cui non sono permessi il transito e l’ancoraggio di natanti e in cui è
concesso pescare solo ai professionisti residenti nella zona.
Il mare, in questo tratto, ha fondali molto profondi, prevalentemente rocciosi, che ospitano tra l’altro
spugne, gorgonie coloratissime, coralli fra cui quello nero, rarissimo, mentre nella zona a riserva
integrale davanti a Punta Mesco, dove i fondali rocciosi confinano con zone sabbiose, si
estendono alcune praterie di Posidonia oceanica. Insieme a numerose varietà ittiche è stata
segnalata inoltre la presenza diverse specie di mammiferi marini tra cui la balenottera comune, il
capodoglio, il globicefalo e il tursiope, e infatti la zona è stata inserita nel Santuario dei Cetacei,
un’area protetta internazionale di prossima istituzione.
Alla Riserva naturale marina che dal 1986 tutela i magnifici fondali di Ustica a largo della Sicilia (la
prima a essere istituita in Italia), l’anno successivo è stato aggiunto anche un Parco regionale,
trasformando così l’intera isola in un piccolo paradiso incontaminato. Le coste frastagliate e
scoscese dell’isola offrono riparo a un’avifauna molto varia, soprattutto durante il periodo delle
migrazioni, e annoverano tra le specie vegetali alcuni endemismi; ma il punto di forza dell’isola
sono senza dubbio i fondali, che ospitano una flora e una fauna sottomarine straordinariamente
ricche: oltre alle pianure di posidonia e alle distese di corallo nero, vi si incontrano cernie,
barracuda, i rarissimi pesci pappagallo, aragoste e spugne.
La bellezza dell'isola (vi si sono contate 555 specie di piante vascolari) è arricchita dalla frenetica
vita degli uccelli, soprattutto durante la migrazione, che trovano in mezzo al mare ostile un luogo
dove riposare e rifugiarsi. Il discoglosso dipinto, raro anfibio che vive solo in poche regioni
circummediterranee, trova nelle rare pozze d'acqua le sostanze di cui si nutre. Fra le altre specie
faunistiche si possono citare il toporagno di Sicilia e alcune specie di pipistrelli.
Un giro dell'isola consente la visita di numerose grotte, fra cui, quelle dell'Acqua e della Pastizza.
La prima nota per le sue stalattiti e il conglomerato conchiglifero, la seconda per i singolari
fenomeni sonori e per gli alti scogli piramidali.
Fanno parte del parco nazionale del Gargano le Tremiti con le coste frastagliate ed erose, le
lagune e le zone umide dei laghi costieri che presentano grande ricchezza di fauna (170 le specie
di uccelli che vi nidificano e 56 quelle di mammiferi).
Sono questi i luoghi dei grandi predatori alati. Sulle correnti d'aria calda che s'innalzano dalle rocce
riscaldate dal primo sole volteggiano rari rapaci, quali il capovaccaio, il falco pellegrino, i
passeriformi, la calandra, l'occhione e gli ultimi esemplari di gallina prataiola.
Sul versante settentrionale del Gargano, troviamo i laghi costieri di Varano e di Lesina, a sud le
due zone umide contigue di Frattarolo e Daunia Risi, estese per oltre 1000 ettari. Sono i luoghi ove
si radunano gli uccelli acquatici, con la presenza di molte specie nidificanti. Nella Daunia Risi è
presente la più importante colonia di aironi di tutto il centro-sud.
I sassi di Diomede. Al Parco attengono anche le Tremiti, un minuscolo arcipelago di tre isole poste
nell'Adriatico, una ventina di chilometri a nord della costa garganica, cui si aggiunge la più lontana
Pianosa. Vuole il mito che l'eroe greco Diomede sia sepolto su queste spoglie isole, mentre i suoi
compagni sarebbero stati mutati in uccelli dalla dea Venere. Questi uccelli sono appunto le
diomedee, o procellarie, o berte, nel linguaggio ornitologico. Non a caso i loro strazianti richiami
serali ricordano la voce umana.

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L’Arcipelago delle Egadi è situato al largo dell'estrema punta occidentale della Sicilia, di fronte al
tratto di costa che da Trapani giunge sino a Marsala, tra il mar Tirreno a nord e il mare di Sicilia a
sud. Le Egadi si estendono per 39 km² e sono formate dalle isole di Favignana, Marettimo e
Levanzo e dalle minori Formica e Maraone.
L’arcipelago è montuoso, arido e calcareo, dalle coste dirupate, rivestito dalla macchia
mediterranea e culmina nel monte Falcone (686 m).
L'erosione carsica ha scavato nell'arcipelago numerose grotte, alcune delle quali – ad esempio la
cosiddetta "Grotta del genovese", a Levanzo – furono già abitate nella preistoria; sulle pareti
rocciose sono stati rinvenuti graffiti risalenti al Paleolitico superiore con raffigurazioni di cervidi e
bisonti, che attestano gli stretti rapporti culturali con la coeva arte franco-iberica.
La costa della Calabria è rinomata per le sue bellezze naturali ed è una frequentata meta turistica.
Sul versante ionico si ricorda la riserva naturale di capo Rizzuto, con le lunghe spiagge di sabbia
bianca, e Locri, immersa tra gli uliveti. Sul versante tirrenico la stazione balneare più rinomata è
Tropea, situata in una magnifica posizione all’estremità del promontorio che separa il golfo di
Sant'Eufemia da quello di Gioia.
L’Isola di Tavolara, situata in prossimità della costa nordorientale della Sardegna nel mar Tirreno,
si presenta come un blocco roccioso quasi compatto, lungo e stretto, che s’innalza dal mare con
fianchi ripidi e pressoché inaccessibili e la sommità pianeggiante. Dalla sua morfologia l’isola
deriva appunto il nome di Tavolara e culmina a 565 m nella Punta Cannone.
È in pratica priva di vegetazione ed è disabitata; di recente è stato istituito il parco marino dell’isola
di Tavolara e di Punta Coda Cavallo.
La più occidentale e appartata dell'arcipelago delle Eolie è Alicudi, isola del mar Tirreno costituita
da nere rocce vulcaniche con venature rossastre; ha forma di cono vulcanico abbastanza regolare,
che culmina a 675 m. La popolazione, che assomma a 200 abitanti, vive nell'omonimo villaggio
sulla costa orientale. Di popolamento antichissimo, fu terra di scorrerie corsare. Il ben protetto
rifugio naturale chiamato Timpano delle Femmine ricorda il luogo in cui appunto si raccoglievano le
donne quando le imbarcazioni dei pirati si avvicinavano all'isola.
Nato per salvaguardare un habitat che si è mantenuto intatto nei secoli, il Parco dell’Asinara è
un’area particolarmente importante per la riproduzione di diversi animali selvatici, anche molto rari:
il discoglosso sardo, il marangone dal ciuffo, il muflone, l’asinello bianco che ha dato nome
all’isola, solo per citarne alcuni. La flora dell’isola, di tipo mediterraneo, presenta alcuni esemplari
tipici della Sardegna, tra cui il fiordaliso spinoso, mentre nel parco marino è stata riscontrata la
presenza di diverse specie a rischio di estinzione, dalla rarissima Palella ferruginea alla Laminaria
rodriguezii.
Qui davvero la natura regna sovrana e meritava l'istituzione di un parco, fortemente voluto dagli
amministratori locali, anche per riqualificare l'immagine dell'isola, che fino alla fine del 1997
ospitava ancora il noto penitenziario.
La grotta di Nettuno, la più bella grotta di tutta la Sardegna, è accessibile via terra dal belvedere di
capo Caccia sede di un’altra area marina protetta. All’interno della cavità si trova un lago in
comunicazione sotterranea con il mare e dalle cui acque sorgono spettacolari concrezioni a forma
di colonna che si elevano fino alla volta della grotta.
Ai piedi dello scenografico, roccioso capo Caccia, culminante con il faro, si apre un ampio spiazzo-
belvedere che si affaccia come una balconata alta sul mare, su strapiombi vertiginosi.
Tutto il gruppo insulare delle Pelagie situato nel canale di Sicilia, a sud della costa meridionale
della Sicilia, è sede di una grande area marina protetta. Le isole principali sono Lampedusa e
Linosa, cui si aggiungono Lampione e l'isolotto dei Conigli. L'isola di Lampedusa è di natura
calcarea, con coste alte e senza porti, è pressoché priva di vegetazione nonché di sorgenti.
Lampione è disabitata, mentre Linosa è la più distante dal resto dell'arcipelago. Ha origine
vulcanica e culmina a 195 m con il monte Vulcano. Ben conservata è la copertura vegetale della
macchia mediterranea.
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