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Monte Grappa Altare Sacro alla Patria a cura di dott.

ssa Silvia Forni

___________________________________________________________________________ INDICE 1 2 3 INTRODUZIONE ............................................................................................................3 RETE NATURA 2000 ......................................................................................................4 MASSICCIO DEL MONTE GRAPPA ..........................................................................5 3.1 Descrizione sito ......................................................................................................5 3.2 Descrizione del paesaggio vegetale........................................................................5 3.3 Descrizione fauna ...................................................................................................9 3.3.1 Insetti ..............................................................................................................9 3.3.2 Anfibi e rettili ...............................................................................................10 3.3.3 Avifauna .......................................................................................................10 3.3.4 Mammiferi ....................................................................................................10 3.3.5 Fauna di grotte ..............................................................................................11 4 IL PAESAGGIO .............................................................................................................12 4.1 4.2 4.3 5 Caratteri del paesaggio .........................................................................................12 Integrit naturalistico-ambientale e storico-culturale ...........................................13 Rilevanza naturalistico-ambientale e storico-culturale.........................................14

ASSETTO DEL TERRITORIO ...................................................................................14 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 Assetto geologico e strutturale .............................................................................14 Stratigrafia ............................................................................................................15 Tettonica ...............................................................................................................19 Sismica .................................................................................................................22 Faglie e fratture.....................................................................................................25

LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI........................................................................27 6.1 Assetto morfologico .............................................................................................27 6.2 Carsismo ...............................................................................................................27 6.2.1 Catasto delle grotte .......................................................................................31 6.2.2 Carsismo ipogeo del Massiccio del Grappa .................................................31 6.2.3 Le grandi cavit del Massiccio del Grappa ..................................................35

LINEAMENTI IDROGEOLOGICI.............................................................................35 7.1 Acque superficiali.................................................................................................36 7.2 Acque sotterranee .................................................................................................36 7.3 Sorgenti.................................................................................................................36 7.3.1 Prove con traccianti nel Massiccio del Monte Grappa .................................37 7.4 Acquifero sotterraneo dellAlta Pianura del Brenta (APB)..................................39

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CRITICITA DELLA PROPOSTA DI PROGETTO.................................................39 CONCLUSIONI .............................................................................................................44 BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................46

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1 INTRODUZIONE
Il progetto Itinerario della Valsugana Valbrenta - Bassano Ovest. Superstrada a pedaggio prevede la realizzazione di un traforo lungo circa 12 km allinterno del Massiccio del Monte Grappa in provincia di Vicenza. Come Comitato di cittadini residente alle pendici del Monte si vuole mettere in evidenza le peculiarit naturalistiche - storico - culturali dellarea interessata dallopera e le possibili incidenze - difficolt che la realizzazione del progetto pu creare. La presente relazione strutturata in una prima parte, dove si evidenzia limportanza dellarea in oggetto, mentre la seconda parte evidenzia le difficolt ed i dubbi che il progetto preliminare presenta (progetto approvato dalla Giunta Regionale Veneta con Delibera n. 2399 del 4 agosto 2009 ed attualmente fermo alla Commissione VIA nazionale). La seguente relazione, come pure le relazioni del progetto preliminare si basano esclusivamente su dati bibliografici, che per quanto attendibili e descrittivi dellarea presentano delle incertezze, che invece unopera di queste dimensioni dovrebbe chiarire fin dallinizio per valutare la reale la fattibilit di un traforo di queste dimensioni. Il Massiccio del Monte Grappa per le sue valenze naturalistiche stato inserito nei Siti di Importanza Comunitaria (direttiva 92/43/CEE) e Zona di Protezione Speciale (direttiva 74/409/CEE) IT3230022 Massiccio del Grappa, inoltre dal punto di vista geomorfologico presenta evidenti fenomeni carsici; ne prova che tutte le valli sono prive di acque superficiali e per la presenza di numerosi inghiottitoi (circa 400). Tutta larea montana priva di sorgenti, ad alta quota ne sono censite solamente un paio, mentre ricca la circolazione idrica sotterranea alimentata dalle acque meteoriche che si infiltrano nel sottosuolo per alimentare le sorgente di pendici o direttamente il ricco acquifero dellalta pianura veneta. Questacquifero utilizzato dalla maggior parte degli acquedotti dei centri abitati di pianura della Provincia di Vicenza e Padova. Si vuole sottolineare che le ultime normative europee (Direttiva 2000/60/CE), a seguito dei ricorrenti fenomeni di siccit estivi verificatesi negli ultimi anni, hanno evidenziato chiaramente che la priorit assoluta dellacqua potabile rivolta al benessere della popolazione. Dal punto di vista sismico, inoltre, tutto il Massiccio del Monte Grappa attraversato da moltissime faglie e fratture, che oltre ad evidenziare il fenomeno carsico sopra esposto, possono generare fenomeni tettonici anche elevati.

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2 RETE NATURA 2000


La Rete Natura 2000 costituisce il punto centrale della politica europea sulla conservazione della biodiversit, obiettivo questo che lUnione Europea si dato in esecuzione della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Tale obiettivo perseguito attraverso la realizzazione di un sistema coordinato di aree protette, istituite con lintento di realizzare una rete ecologica di siti caratterizzati dalla presenza di habitat naturali e di specie vegetali ed animali minacciate o rare a livello comunitario. Con la Direttiva Habitat la Comunit Europea ha dato seguito a quanto sottoscritto durante la conferenza di Rio de Janeiro, in merito alla conservazione della Biodiversit, dando avvio allindividuazione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC), a partire da una lista di Siti di Importanza Comunitaria (SIC), proposti dai singoli paesi. LItalia ha recepito tale Direttiva con il D.P.R. n 357 dell8 settembre 1997, integrato e modificato con il D.P.R. n 120 del 12 marzo 2003. Nella rete ecologica Natura 2000, secondo la stessa Direttiva Habitat, sono incluse anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS), identificate dai paesi membri ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409/CEE (oggi modificata dalla nuova Direttiva 2009/147/CE), concernente la conservazione degli uccelli selvatici, recepita dallItalia con la Legge n 157 dell11 febbraio 1992 ed integrata successivamente dalla legge n 221 del 3 ottobre 2002. La Direttiva Uccelli si propone la conservazione degli uccelli selvatici e mira alla conservazione di tutte le specie di uccelli viventi allo stato selvatico nel territorio europeo. La Direttiva si prefigge la protezione, la gestione e la regolazione di tali specie e ne disciplina lo sfruttamento. In particolare nellAllegato I sono previste delle misure speciali di conservazione per quanto riguarda lhabitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione delle specie minacciate di sparizione, di quelle che possono essere danneggiate dalle modifiche del loro habitat, da quelle considerate rare e dalle specie, che richiedono una particolare attenzione per la specificit del loro habitat In Italia la designazione dei siti cominciata con lattuazione del Progetto Bioitaly, recependo anche quanto disposto dalla Legge n 394 del 6 dicembre 1991, Legge quadro sulle aree protette. La Giunta Regionale Veneta, con D.G.R. n 448 del 21 febbraio 2003 ha prodotto un elenco di 99 SIC, tra cui l IT3230022 Massiccio del Grappa e, con la D.G.R. n 449/2003, adottata nella stessa seduta, la lista di 70 ZPS, che comprende larea del Massiccio del Grappa.

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___________________________________________________________________________ Il formulario standard nella descrizione del sito riporta in sintesi le peculiarit dellarea: Massiccio prealpino, notevole per i fenomeni carsici e per la complessit ambientale dovuta a gran diversit geomorfologica e a secolare presenza delluomo. Fiumi alpini con vegetazione riparia, perticaie di pino mugo e foreste alluvionali residue dellAlnion glutinoso-incanae. Formazioni vegetali di grande interesse ed originalit su prati aridi pedemontani (Saturejon subspicatae) e montani (Caricionaustroalpinae) ed in ambienti di forra (Tilio-Acerion, Cystopteridion). Il formulario riporta anche come limportanza dellarea data dalla Grande ricchezza floristica e presenza di entit endemiche, minacciate, rare e/o significative. Il Sito comprende anche Valle S. Felicita, situata nel versante Sud-occidentale del Massiccio, che si caratterizza per la grande estensione di prati arido-rupestri con notevoli presenze floristiche e faunistiche.

3 MASSICCIO DEL MONTE GRAPPA


3.1 Descrizione sito Il Massiccio del Grappa nel contesto delle Prealpi Venete appare delimitato a Est ed a Ovest rispettivamente dalla Valle del Piave e dalla Val del Brenta (Valsugana). A Nord invece, una tipica depressione strutturale, la Sinclinale Bellunese, che la separa dalle Alpi di Feltre. Strutturalmente il Massiccio definibile come una piega anticlinale asimmetrica, con asse Sud-Ovest Nord-Est; questo il motivo per cui il versante sale abbastanza dolcemente da Nord, mentre piuttosto brusco il contatto con la pianura veneta a Sud. Il Massiccio presenta quindi le maggiori sommit proprio in corrispondenza del margine meridionale e prima fra tutte, Cima Grappa (1775 m s.l.m.), con la sua forma a piramide tronca a base quadrangolare legata sicuramente a locali movimenti tettonici. da questa cima che si dipartono i cinque displuvi, che formano lossatura del Grappa.

3.2

Descrizione del paesaggio vegetale Il Sito in esame si caratterizza per la presenza di ambienti che vanno dalla fascia

collinare a quella altimontana con una profonda ed evidente influenza delle attivit umane a delineare ed articolare il paesaggio.

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___________________________________________________________________________ La vegetazione caratterizzata da boschi di latifoglie che nella zona sommitale per si mescola a boschi di conifere con situazioni generalmente miste di faggio e abete rosso e, pi raramente, di abete bianco. Il Mosaico edafo-altitudinale delle faggete submontane-altimontane su substrati a reazione alcalina (Aremonio-Fagion) interessa le quote maggiori ed i versanti pi freschi per occupare circa il 35% del territorio. In tutto il Massiccio stato favorito, anche in seguito agli interventi effettuati per risanare i danni della Grande Guerra, labete rosso che ora presente sia in consorzi chiaramente artificiali sia in aree di faggete coniferate con maggiori connotati di naturalit. Altre specie utilizzate con le medesime finalit sono il larice oppure, nelle zone pi dirupate della zona meridionale, il pino silvestre ed il pino nero. Nelle valli con maggior ristagno di umidit si sono affermati interessanti nuclei di abete bianco, le cui potenzialit sono maggiori rispetto allattuale diffusione. Nella zona collinare, alla base dei versanti, sono presenti piccoli nuclei di carpineto (Ornithogalo pyrenaici-Carpinetum betuli), che si insediano in aree a sufficiente capacit di ritenzione idrica e quindi su suoli con significativa componente marnoso-argillosa. Nelle stesse aree sono molto diffusi i castagneti, che si spingono fino a 700-800 metri di quota. Questa comunit forestale particolarmente diffusa nella zona pedemontana del versante meridionale. I castagneti presentano aspetti diversificati: in parte legati alla coltivazione del castagno, quindi con struttura di ex-castagneto da frutto, e in parte come aree di naturale espansione della specie, con il classico governo a ceduo. Gli stessi castagneti sono spesso alterati nella loro composizione arborea con la massiccia presenza di robinia, che in alcune aree forma anche consorzi quasi puri. In corrispondenza di suoli pi superficiali, o anche relativamente evoluti, ma in stazioni pi calde, molto ben rappresentata la serie che comprende querceti e orno-ostrieti Mosaico morfologico degli ostrio-querceti (BuglossoidoOstryetum) e degli orno-ostrieti (Mercuriali ovatae-Ostryetum, Ostryo carpinifoliaeFraxinetum orni) su substrati a reazione alcalina. Gli orno-ostrieti sono diffusi in tutta la fascia submontana del Massiccio, gli ostrioquerceti sono pi sporadici (circa 200 ha) e confinati al versante meridionale della Valbrenta. Molto comune, nellambito degli orno-ostrieti, il sottotipo primitivo di rupe contraddistinto da portamento quasi arbustivo di carpino nero e orniello e buona presenza di pero corvino (Amelanchier ovalis). Il Monte Grappa si distingue per la straordinaria ricchezza di boschi di forra del TilioAcerion che si insediano in aree molto prossime alla naturalit, spesso difficilmente accessibili. A livello quasi puntiforme, ma certamente meritevoli di approfondimento, sono
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___________________________________________________________________________ invece alcune aree dominate dalla rovere (Quercus petraea), che si localizzano su suoli pi evoluti e tendenzialmente acidi derivanti con buona probabilit da formazioni marnosoarenacee. Circa il 5% del territorio occupata da prati con aspetti riferibili ai Brometi, su suoli pi superficiali e su versanti caldi e agli arrenatereti e triseteti per la rimanente parte. I pascoli insieme ai boschi e ai prati sono un altro importante elemento, che caratterizza il Massiccio del Grappa, con pi di 2500 ettari di superficie (circa l11% del territorio). La fascia montana, soprattutto nel versante meridionale, una ampia distesa pascoliva interrotta qua e l da piccoli nuclei di faggeta o rimboschimenti di abete rosso. Le tipologie vegetazionali sono molto articolate con prevalenza di brometi e brachipodieti nelle aree meno intensamente pascolate e poste in versanti soleggiati,e pascoli pingui riferibili al Festuco-cinosureto (con diversi sottotipi) nelle zone pi intensamente utilizzate. Piuttosto rare e localizzate sono invece le situazioni acidificate riferibili ai nardeti, spesso molto arricchite di mirtillo (calluno-vaccinieti) diffuse presso alcune malghe dellarea sommitale (Camparonetta, Cason del Sol). Ancora pi rare sono le praterie a Festuca paniculata presenti nei pascoli meridionali del Monte Tomatico (stalle Tomatico, Lucerna). Nella parte sommitale e lungo la cresta a Nord, al di sopra dei 1600-1700 metri di quota, sono invece presenti lembi di seslerieto. Laspetto pi tipico ad Avenula praeusta, ad esempio nei versanti Ovest di Col dellOrso. Negli stessi versanti, orientati per a meridione, sono presenti situazioni pi termofile di Seslerio-Brometo o di Seslerieto primitivo xerico subrupestre a Festuca alpestris ad esempio nei ripidi ed estesi versanti prativi del monte Santo e Sassum. Qui sono presenti anche situazioni molto interessanti dominati dalla graminacea Helictotrichon parlatorei. In situazioni di abbandono, a contatto con le comunit forestali, sono invece diffusi i Calamagrostideti. Del tutto singolari sono invece le situazioni di seslerieto di forra diffuse in alcune valli laterali fresche della Valbrenta. Sempre nella zona sommitale sono invece localizzate delle interessanti stazioni relitte con presenza di salici nani (Salix retusa e Salix reticulata) in piccole depressioni lungamente innevate. Legate allattivit di pascolo sono le zone umide, che per larea carsica del Grappa, notoriamente povera dacqua, sono rappresentate esclusivamente dalle lame dalpeggio. La flora che le caratterizza generalmente povera con predominanza, nelle situazioni migliori, di comunit a Zannichellia palustris e/o Potamogeton nutans.

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___________________________________________________________________________ Anche le aree nitrofile sono strettamente connesse con le attivit pastorali: nuclei di romiceto, mirrideto, urticeto e raggruppamenti a Sambucus ebulus e Veratrum album o a Deschampsia caespitosa si localizzano a macchie nelle aree di pascolo. Nelle situazioni poco estese contribuiscono a creare nicchie ecologiche e aree rifugio per il Re di Quaglie, una delle specie di uccelli pi interessanti del Monte Grappa. Labbandono delle tradizionali attivit pastorali ha creato una forte trasformazione del paesaggio con laffermazione di estese comunit a ginepro comune (Juniperus communis) e rosa di macchia. In altre aree invece si osservano estese zone di neoformazione forestale con diverse essenze tra cui certamente la pi diffusa il nocciolo. I corileti possono occupare, come ad esempio in Val di Prada, interi versanti. Nelle stesse aree possono insistere, quali stadi di degradazione legati a impoverimenti generati da incendi, comunit a Felce aquilina (Pteridium aquilinum). Pi rari sono i betuleti, mentre nella zona montana sono abbastanza diffuse le situazioni con Salix appendiculata e aspetti talora pi evoluti con abete rosso e larice. Localizzate, ma di elevato pregio paesaggistico, vista la spettacolare fioritura, sono le neoformazioni dominate da maggiociondolo alpino (Laburnum alpinum). Nella zona altimontana, in aree lungamente innevate, sono invece diffuse delle interessanti comunit di saliceto, in prevalenza Salicetum waldsteinianae, ma non mancano anche altri salici, tra cui Salix hastata. In alcuni dossi sono invece presenti dei nuclei di rodoreto acidofilo che contribuiscono, anche se di limitata estensione, a differenziare e arricchire il paesaggio vegetale. In situazioni meno acidificate (Val dei Lebi) si localizzano invece piccoli nuclei di junipero-rodoreto e di rodoreto basifilo. Pi rare sono le alnete, limitate a impluvi lungamente innevati (versante Nord del monte Solarolo), mentre i citisanteti, con la bella Genista radiata, sono confinati a piccole aree a contatto dei selserio-brometi nella zona del Monte Santo. Le mughete basifile, di indubbia origine naturale sono molto rare e dislocate soprattutto nel versante occidentale sotto la cima. Il Sito si caratterizza anche per la presenza di interessantissimi nuclei di prato arido localizzati nei ripidi e accidentati versanti della Valbrenta e Val di Santa Felicita (circa 167 ha). Si tratta di aree floristiche notevoli con stazioni della rarissima Centaurea alpina, ma anche di Centaurea rupestris, Moltkia sufruticosa, Gladiolus palustris, Lilium carniolicum, Ophrys apifera, Iris cengialti ecc.. Questi prati, mantenuti grazie al pascolo ovi-caprino esercitato in passato, si stanno progressivamente chiudendo con perdita di uno degli elementi naturalistici pi importanti dellintero Massiccio.

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___________________________________________________________________________ Rupi e ghiaioni occupano infine una superficie abbastanza limitata, circa del 4%, ma delineano il paesaggio in unarea quasi circolare attorno al Massiccio creando degli habitat molto interessanti per specie sia di flora che di fauna.

3.3

Descrizione fauna La fauna del Sito Natura 2000 IT3230022 Massiccio del Grappa comprende

numerose specie degne di nota, alcune delle quali inserite negli Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE. Oltre alle specie in Direttiva Habitat, sono da sottolineare alcune presenze endemiche di significativo valore naturalistico. La particolare fauna della zona deriva dalla presenza di strutture di origine carsica e dal clima, nonch dal fatto che il Massiccio del Grappa ha assunto la funzione di zona di rifugio durante le glaciazioni del prequaternario. Queste peculiarit del Sito hanno determinato lo sviluppo di specie endemiche.

3.3.1

Insetti Tra gli invertebrati presenti sul Massiccio sono gli Insetti a rappresentare il gruppo pi

numeroso, con la prevalenza di alcuni ordini in particolare (Lepidotteri, Imenotteri, Coleotteri e, in misura inferiore, Rincoti ed Ortotteri). In particolare emergono le specie inserite negli Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE in particolare i lepidotteri (Rhopalocera Parnassius mnemosyne, Parnassius apollo, Coenonympha oedippus, Zerynthia polyxena, Heterocera Callimorpha (Euplagia) quadripunctaria), coleotteri (Lucanus cervus e Cerambyx cerdo) e lortottero Saga Pedo. Tra i molluschi gasteropodi terrigni vi sono degli endemismi interessanti, quali Helix pomatia pomatia, Cochlostoma henricae lissogyrus e Cochlodina commutata fusca. In merito agli aracnidi, sul Massiccio del Monte Grappa sono stati riscontrati pi specie endemiche di ragni, quali Harpactea grisea e Amaurobius ruffoi. Tra i coleotteri si cita la specie di Direttiva 92/43/CEE Lucanus cervus segnalato in corrispondenza dei castagneti e dei querceti maturi, ma anche in prossimit di gelsi, salici e altre latifoglie presenti nella la fascia pedemontana del Massiccio. Si segna anche la specie, sempre di Direttiva, Cerambyx cerdo tipica dei querceti, ma che non disdegna i boschi di latifoglie. Oltre alle specie in Direttiva Habitat sono da sottolineare alcune presenze endemiche di significativo valore naturalistico. Le specie endogene sono di primaria importanza ai fini conservazionistici, in quanto strettamente dipendenti da habitat molto poco

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___________________________________________________________________________ diffusi e sensibili anche a minime perturbazioni ambientali. Queste specie vivono tra i clasti in ambiente endogeo, ovvero nel suolo profondo.

3.3.2

Anfibi e rettili Tra le specie citati in Direttiva trovano il loro habitat ideale nel Massiccio del Grappa:

tritone cristato italiano (Triturus carnifex), ululone dal ventre giallo (Bombina variegata), rospo smerandino (Bufo viridis), rana di lessona (Rana lessonae), rana agile (Rana dalmatina), Rana di lataste (Rana latastei). Si segnalano anche altri anfibi tipici del Massiccio anche se non segnalati negli Allegati di Direttiva. Tra i rettili presenti negli Allegati si trovano: ramarro (Lacerta bilineata), lucertola muraiola (Podarcis muralis), colubro liscio (Coronella austriaca), biacco (Hierophis viridiflavus) e natrice tassellata (Natrix tessellata tessellata).

3.3.3

Avifauna La Direttiva Uccelli 74/409/CEE e sua modifica 2009/147/CEE indica nellAllegato I

numerose specie presenti sul Massiccio del Grappa, in particolare si segnala la presenza di gallo cedrone (Tetrao urogallus), fagiano di monte (Tetrao tetrix), francolino di monte (Bonasa bonasa), coturnice (Alectoris graeca), re di quaglia (Crex crex), aquila reale (Aquila chysaetos), biancone (Circaetus gallicus), nibbio bruno (Milvus migrans), albanella reale (Circus cyaneus), falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), falco pellegrino (Falco peregrinus), gufo reale (Bubo bubo), civetta capogrosso (Aegolius funereus), civetta nana (Glaucuduim passerinum), succiacapre (Caprimulus europaeus), picchio nero (Drycopus martius), bigia padovana (Sylvia nisoria) e averla piccola (Lanius collurio). Inoltre sono presenti altre specie di notevole importanza naturalistica bench non presenti nella lista della Direttiva Uccelli, tra cui si rileva la starna (Perdix perdix), quaglia (Coturnix coturnix), poiana (Buteo buteo), sparviero (Accipiter nisus), astore (Accipiter gentilis), gheppio (Falco tinnunculus), beccaccia (Scolopax rusticola), cuculo (Cuculus canorus), gufo comune (Asio otus), allocco (Strix aluco), civetta (Athena noctua), upupa (Upupa epops), picchio verde (Picus viridis), picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), solo per citare i pi noti.

3.3.4

Mammiferi Negli Allegati II e IV della Direttiva Habitat sono elencati anche numerosi mammiferi

presenti sul Massiccio del Grappa, tra cui si segnala ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus
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___________________________________________________________________________ ferrumequinum), ferro di cavallo minore (Rhinolophus hipposideros), ferro di cavallo euriale (Rhinolophus euryale), vespertilio di capaccini (Myotis capaccinii), vespertilio di daubenton (Myotis daubentoni), vespertilio smarginato (Myotis emarginatus), pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhli), nottola di Leisler (Nyctalus leisleri), moscardino (Muscardinus avellanarius) e camoscio alpino (Rupicapra rupicapra). Inoltre sono presenti altre specie di notevole interesse naturalistico non presenti nella Direttiva, come ad esempio lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), ghiro (Myoxus glis), arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), arvicola campestre (Microtus arvalis), topo selvatico (Apodemus sylvaticus), lepre europea (Lepus europaeu), tasso (Meles meles), donnola (Mustela nivalis), cinghiale (Sus scrofa), cervo (Cervus elaphus) e capriolo (Capreolus capreolus).

3.3.5

Fauna di grotte Le specie endogene troglobie posseggono un spiccato valore naturalistico e sono di

primaria importanza ai fini conservazionistici, in quanto strettamente dipendenti da habitat molto poco diffusi e sensibili anche a minime perturbazioni ambientali. Queste specie vivono all'interno di cavit del terreno pi o meno sviluppate in profondit, quali anfratti, fessure o strutture quali le grotte. Sul Massiccio del Grappa questa fauna costituita soprattutto da invertebrati artropodi Crostacei, Aracnidi, Insetti e Diplopodi, con numerose entit endemiche. Tra i Crostacei si segnala la presenza degli Isopodi Androniscus (Dentigeroniscus) subterraneus e di Spelaeonethes sp.. Tra i Crostacei acquatici sono citati gli Anfipodi Niphargus galvagnii, Niphargus costozzae e il genere Monolistra. Tra i Molluschi troglobi delle famiglia Ellobiidae si segnala la presenza di Zospeum sp.. Tra gli Aracnidi Opilionidi segnalato Ischyropsalis ravasinii. Tra gli Pseudoscorpioni della famiglia Chthoniidae sono note le specie endemiche Chtonius lessiniensis e Chtonius pivai. Tra i Coleotteri si segnala la presenza di Laemostenus (Antiphodrus) schreibersi, Orotrechus stephani prenottoi, Orotrechus gracilis e Orotrechus giordanii antennarius. Sono inoltre presenti le specie Orothrecus fiorii e Orothrecus gestroi Tamanini. Tra i Cholevidae sono note le forme troglobie endemiche Neobathyscia antrorum fenzoi, Aphaotus cadamuroi e Aphaotus cfr. nivalis. Appartenenti alla famiglia Pselaphidae, sono presenti due endemiti troglobi: Bryaxis troglodytes pierottii e Bryaxis troglodytes lausbergeri.

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___________________________________________________________________________ Tra gli ortotteri si segnala Troglophilus cavicola, mentre tra i Diplopodi noto Typhloiulus montellensis. Per quanto riguarda la rimanente fauna delle grotte i Chirotteri, precedentemente nominati, assumono una rilevanza notevole.

4 IL PAESAGGIO
4.1 Caratteri del paesaggio Il Massiccio del Monte Grappa definito strutturalmente una piega anticlinale, risultato degli sforzi compressivi a cui sono state sottoposte le rocce nel corso del tempo, che le ha deformate plasticamente, asimmetrica, con asse SudOvest- NordEst, passante grossomodo per Cima Grappa. Il versante sale abbastanza dolcemente da Nord, mentre piuttosto brusco il contatto con la pianura veneta a Sud. Da cima Grappa si dipartono, formando lossatura del Massiccio, cinque linee di cresta, che a loro volta costituiscono lo spartiacque per alcune valli principali che intagliano in maniera pi o meno profonda il rilievo; accanto a queste valli vi sono numerosi solchi vallivi minori altrettanto interessanti e forse pi suggestivi e conservati. La porzione centrale del Massiccio ha origine carsica, glaciale o mista e presenta numerose doline, inghiottitoi e piani carsici; qui le grotte formano intrecci di cavit sotterranee solo in parte raggiungibili e per lo pi inesplorabili. La vegetazione si presenta assai ricca e varia grazie alla notevole diversit di ambienti riscontrabili. Purtroppo, le attivit di rimboschimento a conifere, realizzati soprattutto a cavallo tra le due Guerre Mondiali a pino nero (Pinus nigra), costituiscono popolazioni artificiali che, anche se hanno contribuito al consolidamento dei versanti, formano ambienti deboli, delicati, che vanno incontro a periodici incendi e allattacco di parassiti e malattie. La fascia sommitale, posta al di sopra dei 1.500 metri, essenzialmente a pascolo, rappresentativa della zona interessata dallattivit di alpeggio, da arbusteti e da popolamenti dei ghiaioni e degli affioramenti rocciosi. Linsediamento umano si sviluppato essenzialmente nel fondovalle e sulle parti inferiori dei versanti. Lungo il Canale di Brenta gli insediamenti maggiori sono ubicati lungo i tracciati di collegamento tra il Veneto e le regioni pi settentrionali o alla confluenza dei percorsi, che dalle valli minori si collegano alla Valsugana. Si tratta in genere di centri di piccole dimensioni, di poche case raccolte lungo le strade, posti dove la valle si allarga e si apre un pianoro, fra le sponde per lo pi assai ripide. I diversi insediamenti si sono sviluppati in stretta aderenza allantica coltivazione del luogo, ossia quella del tabacco introdotta alla
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___________________________________________________________________________ ne del XVI secolo e praticata mediante la sistemazione dei versanti con infiniti piccoli terrazzamenti. In quota linsediamento tradizionalmente temporaneo, legato alle pratiche dellalpeggio (casere, malghe). A partire dalla ne degli anni 60 si sono sviluppati nuclei di seconde case ad uso turistico, in particolare nella porzione occidentale e meridionale del Massiccio. Il paesaggio aperto, di spiccata verticalit, dai grandi orizzonti visuali, dai cromatismi litologici, e dalle frastagliate linee di cresta, dai ripidi pendii e dai forti dislivelli, le aree di pascolo, i lunghi e declinanti versanti boscati, il paesaggio agrario e la presenza di antichi nuclei abitativi, si integrano alle nuove consuetudini, ai luoghi in divenire. La ricchezza del paesaggio costituisce senza dubbio la maggiore risorsa per questo territorio e la consapevolezza delle sue peculiarit e della sua natura in continuo mutamento ci permette di cogliere linstabilit di questa potenziale risorsa.

4.2

Integrit naturalistico-ambientale e storico-culturale Lintegrit naturalistico- ambientale e storico- culturale del sito buona e diversi sono

gli ambiti che dimostrano caratteristiche naturalistico - ambientali di grande interesse, nonostante limpatto della Prima Guerra mondiale abbia indotto una trasformazione notevolissima del paesaggio, a causa della distruzione del patrimonio boschivo e naturalistico in generale, in parte reintegrato con rimboschimenti artificiali, della distruzione degli insediamenti in quota (malghe e manufatti rurali in genere) e di molti centri di fondovalle, della costruzione di strutture e infrastrutture legate alle presenza del fronte. Le trasformazioni successive mostrano i caratteri comuni alle aree montane, quali labbandono delle attivit agricolo- pastorali e quello conseguente dei manufatti rurali ad esse collegati, attivando un processo di degrado ambientale di cui sono un chiaro esempio i pascoli montani di media ed alta quota. Lo sviluppo del turismo ha determinato ulteriori trasformazioni: sia quello di tipo escursionistico, sia quello cosiddetto storico, che pure non abbisognano di ingenti strutture, determinano problemi ambientali legati allo sfruttamento concentrato nei fine settimana. Il turismo delle seconde case ha favorito la costituzione di nuovi nuclei dalla quale sono derivati ulteriori problemi ambientali per la mancanza di adeguate e opportune opere di urbanizzazione.

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___________________________________________________________________________ 4.3 Rilevanza naturalistico-ambientale e storico-culturale La complessit ambientale creatasi, la grande diversit geomorfologica e la secolare presenza delluomo che ha influenzato lambiente rendendolo pi vario, arricchiscono quella che la rilevanza naturalistica gi presente nel territorio allintorno. Lambito infatti non ospita solamente boschi di latifoglie, ma sono presenti anche castagneti, importanti per leconomia montana del passato, versanti a pino mugo, prati aridi pedemontani, montani ed in ambiente di forra, pascoli e pozze di abbeveraggio utilizzati durante lalpeggio, prati da sfalcio alle quote intermedie, torrenti e fiumi con vegetazione riparia. Sono presenti siti che mostrano entit di grande interesse biogeograco, sia preglaciali, sia migrate dalla penisola balcanica. Larea offre aspetti naturalistici e paesaggistici molto interessanti sia dal punto di vista botanico sia storico. Lorganizzazione degli insediamenti modellata sulle caratteristiche morfologiche, orografiche e climatiche; tipologie costruttive particolarmente funzionali allo sfruttamento semipermanente delle risorse montane e all'allevamento del bestiame al pascolo caratterizzano i nuclei, mostrando luso di tecnologie appropriate e di materiali del luogo particolarmente interessanti e distintive. Tra queste la peculiare copertura in fojarl, estesa a tutto il Massiccio indipendentemente dalla dimensione e dalla periodicit dell'uso dei fabbricati, costituita da un manto di fogliame di faggio. Le trasformazioni in atto riguardano essenzialmente la copertura boschiva che ha guadagnato in estensione, a discapito delle aree caratterizzate da vegetazione arbustiva e/o erbacea e dei coltivi; lungo la fascia pedemontana e valliva del Canal di Brenta si osserva un incremento di superficie edificata che ha interessato le zone semi urbanizzate o rurali.

5 ASSETTO DEL TERRITORIO


5.1 Assetto geologico e strutturale Le formazioni rocciose pi antiche che affiorano nel Monte Grappa risalgono al Trias superiore, ma al di sotto di queste rocce, sotto la base del rilievo montuoso, sono presenti formazioni pi antiche del tutto simili a quelle che costituiscono i rilievi montuosi pi a nord nella catena Alpina. Cos la Dolomia Principale, che costituisce la grande scarpata che delimita nella Valsugana il Massiccio del Grappa, la stessa formazione che a Nord forma il Gruppo del Civetta o delle Tre Cime di Lavaredo; inoltre sotto il Massiccio sono presenti filladi quarzifere del tutto simili a quelle che affiorano alla testata della Valsugana.

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___________________________________________________________________________ Lassetto strutturale delle intere Prealpi Venete quello di una sorta di piastrone (Unit strutturale delle Alpi Meridionali), deformato in una serie di ondulazioni con orientazioni e dimensioni variabili, delimitato verso SE dalla importante struttura denominata Flessura pedemontana. Questa rappresentata morfologicamente dalla grande scarpata che segna il margine dei rilievi verso la Pianura veneta. Il limite occidentale di questo piastrone dato dal complesso Sistema di fratture delle Giudicarie, in corrispondenza del quale impostata la valle omonima. Verso nord il limite naturale costituito dalla grande dislocazione della Linea della Pusteria, mentre ad est le Alpi Meridionali fanno transizione graduale verso lUnit delle Dinaridi, con caratteristiche strutturali non molto dissimili se non per lorientazione degli elementi, il cui limite pu essere individuato in corrispondenza della Valle del Tagliamento. Il Massiccio del Monte Grappa fa parte dellunit Strutturale delle Alpi Meridionali. Le incisioni della Valsugana e della media valle del Piave non sono i limiti strutturali, ma di per s la struttura continua sia nellAltopiano di Asiago, sia nel Gruppo delle Prealpi Feltrine sia nel rilievo del Monte Cesen Col Visentin.

5.2

Stratigrafia Il Massiccio del Grappa costituito da numerose formazioni rocciose, tutte di origine

marine. La loro distribuzione a quote differenti dovuta ai processi di deformazione e di sollevamento che le rocce hanno subito dopo la loro originaria sedimentazione. Lattuale situazione di una formazione rocciosa rappresenta leffetto sommato di un iniziale processo di formazione delle rocce (litogenesi), di una successiva vicenda deformazionale (tettogenesi) ed infine della sequenza di eventi erosionali (morfogenesi), che ne hanno determinato laffioramento. Le formazioni rocciose affioranti del Massiccio del Grappa sono rappresentate principalmente da calcari e da dolomie: i calcari sono rocce costituite essenzialmente da granuli, di dimensioni variabili, di carbonato di calcio (calcite), mentre la dolomia costituita da una mescolanza di granuli di carbonato di calcio e carbonato di doppio calcio e magnesio (dolomite). Durante la parte superiore del Trias superiore, nella zona attuale del Massiccio del Grappa, era presente lantico oceano Tetide; dal corrugamento dei sedimenti, accumulati sul fondo delloceano, delle rocce, che ne formavano il substrato, e delle aree marginali si formarono le catene montuose. Il settore del fondo marino su cui si sono deposte le formazioni, che costituiscono il Massiccio del Grappa, faceva parte dellestesa piattaforma

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___________________________________________________________________________ profonda in media non pi di 200 metri sviluppata lungo le coste nordoccidentali della Tetide, ai margini del continente paleo africano. Questo settore era soggetto a ripetute e sensibili oscillazioni del livello marino dovute alle maree. A questo contesto ambientale pu essere condotta la formazione della Dolomia principale. Questunit litologica caratterizzata dallalternanza di banchi di dolomia di colore biancastro rosato con rare impronte di gasteropodi, molluschi e di pacchi di lamine dolomitiche prodotte invece dallattivit biotiche di alghe. Lareale di affioramento della dolomia principale pi a nord del Grappa, nellarea dolomitica, dove costituisce i pi famosi rilievi; nel Massiccio del Grappa invece affiora solo con la parte pi alta e recente lungo la fascia inferiore delle scarpate che lo delimita verso ovest nella Valsugana tra Solagna e Cismon del Grappa. La parte visibile raggiunge uno spessore di circa 300 m. Durante il periodo geologico successivo lestesa piattaforma marina si smembr in blocchi separati da fratture orientate circa N-S. Nellarea in esame si individuano dunque due unit paleogeografiche: ad ovest dellattuale allineamento Valle di Seren Cima Grappa si ebbero condizioni di sedimentazione di alto fondo; ad est si instaurarono invece condizioni di mare pi profondo. Questo smembramento e la diversificazione degli ambienti di sedimentazione di deposito fu il riflesso dellevento geologico che port allapertura delloceano. Lespansione delle placche determin la deriva della massa continentale paleo africana verso NE con la progressiva chiusura della Tetide e ci port alla formazione delle Alpi e del Massiccio del Grappa. Nel periodo del Giurese inferiore, al di sopra della dolomia principale, si depositarono in tutta larea corrispondente allattuale Massiccio dei fanghi calcarei alternati ad incrostazioni algali o a sabbie costituite da ooliti. Nella piattaforma pi a nord invece si instaurarono condizioni di mare pi aperto e profondo con sedimenti caratterizzati da associazioni di molluschi bivalvi a guscio sottile, radiolari e spicole. Alla fine del periodo geologico anche il settore ad ovest dellallineamento Valle di Seren Cima Grappa fu coinvolto da depositi di mare profondo, ma con affinit pi simili al bacino bellunese con formazione dei Calcari Grigi. Loriginaria composizione dei calcari grigi stata spesso modificata durante la diagenesi o pi tardi durante la deformazione da processi di dolomitizzazione: questi processi sono legati alla rimobilizzazione di soluzioni magnesiche da parte delle acque circolanti. Le successioni giuresi inferiori, nei settori occidentale ed orientale del Grappa presentano dunque una parte basale comune, costituita da banchi calcarei di colore grigio
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___________________________________________________________________________ biancastro quasi completamente dolomizzato, potente 1 2 metri, che conservano rare impronte di molluschi bivalvi, tracce di lamine stromatolitiche e qualche lente di calcari oolitici (calcari grigi di Noriglio). Questa formazione nel settore occidentale del Grappa raggiunge una potenza totale di pi 600 metri correlabili cronologicamente con lunit di formazione dellOolite di S. Virgilio, la quale non delimitabile nel Massiccio del Grappa. Poco a NE di Cima Grappa, un ridotto lembo di dolomie chiare, ricche di piccole ammoniti, chiude a tetto le formazioni dei Calcari Grigi. Nel settore orientale i Calcari Grigi basali sono sostituiti verso lalto da un complesso dolomitico nettamente stratificato con frequenti letti e noduli di selce bianca e con lenti di ooliti silicizzate. Questa unit affiora con il suo massimo spessore, circa 250 m, nei dintorni di Carpen e di Schievanin, riducendosi molto rapidamente nelle scarpate occidentali della dorsale Monte Peurna - Monte Fontanasecca, fino ad annullarsi pi ad ovest. Nellestremit orientale del Massiccio la successione giurese inferiore si conclude con unalternanza di calcari dolomitici selciferi, fittamente stratificati, e di lenti centimetriche di argille verdastre. Nei dintorni di Carpen raggiunge la potenza superiore al centinaio di metri, mentre va esaurendosi nellarea di Schievenin. Durante il Giurese medio nel settore occidentale, dopo un progressivo e lento abbassamento, testimoniato dalle dolomie oolitiche a brachiopodi ed a ludwigia murchisonae, avvenne la definitiva trasformazione della piattaforma. In questarea i depositi plelagici presentano spessori ridotti costituiti da calcarei rosa in banchi zeppi di bivalvi pelagici e di crinoidi e da calcari rossastri a stratificazione irregolare, contenenti resti di ammoniti e di belemniti. Questi due livelli, noti come Lumachella a Bositra buchi e Rosso ammonitico inferiore, sono normalmente separati da un livello concrezionare rosso bruno di ossidi di ferro e di magnesio. Queste due formazioni testimoniano la storia geologica dellattuale settore occidentale del Grappa nel Giurese medio. Sui fanghi calcarei durante il Giurese superiore e tutto il Cretaceo si impost e si espanse una scogliera organogena. I depositi del settore orientale del Grappa sono derivati in parte dalla demolizione di questa scogliera; sono costituiti dunque da sottili strati calcarei selciferi contenenti associazioni di fossili pelagici. Intercalati a questultimi si osservano banchi costituiti da una breccia calcarea compatta con frammenti di fossili di ambiente neritico quali coralli, briozoi, alghe, spugne calcaree e crinoidi. Nellarea orientale questa formazione raggiunge gli spessori maggiori andando ad assottigliarsi invece verso ovest fino a
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___________________________________________________________________________ ridursi a sottili starti lentiformi di calcari rossastri argillosi finemente laminati a belemniti ed aptici detti scisti ad aptici.

11 8 14 13 16 17 LEGENDA: 1.Depositi alluvionali, fluvioglaciali, lacustri e palustri; 2. Depositi eluviali, colluviali, detritici e di frana, 3. Depositi morenici; 6. Molassa Subalpina: conglomerati poligenici, argilliti e arenarie, siltiti e marne, calcareniti e arenarie; 7. Calcari nummulitici, calcareniti, arenarie e marne (Oligocene-Eocene); 8. Vulcaniti basaltiche del Marosticano; 11. Calcari, calcari argillosi e marne (Scaglia Rossa); 12. Calcari, calcareniti e brecce (Calcare di M.Cavallo); 13. Calcari e calcari argillosi selciferi (Biancone); 14. Calcari nodulari e selciferi (Rosso Ammonitico, Lumachella a Posidonia Alpina, Formazione di Fonzaso); 16. Calcari oolitici ed encriniti,calcari con intercalazioni marnose, dolomie (Gruppo di S.Vigilio, Calcari Grigi, Encrinite di Fanes, Dolomia del Nusieda); 17. Dolomia Principale

Figura 1 - Schema geologico da Carta Geologica del Veneto, scala 1: 250.000

Verso la fine del Giurese superiore in tutta larea dellattuale Massiccio del Grappa si ebbe la deposizione del Rosso ammonitivo superiore. Alla deposizione del Rosso ammonitivo superiore segu quella di una potente successione di calcari biancastri con noduli e lenti di selce rossastra, grigia fittamente stratificata (Biancone o Maiolica). Questa formazione ben diffusa lungo la dorsale sommitale e nelle scarpate meridionali del Massiccio. Limitatamente al settore sudorientale del Massiccio, gli strati inferiori sono spesso intercalati a piccoli banchi di brecce calcaree minute, che rappresentano le ultime frange torbiditiche.
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___________________________________________________________________________ La parte alta del Biancone caratterizzata dalla presenza di interstrati argillosi scuri ricchi di sostanze organiche e solfuri di ferro, che vanno aumentando di frequenza e di spessore nelle zone a nord di Crespano del Grappa. Al di sopra dellorizzonte argilloso scuro, durante il Cretaceo superiore e allinizio del Terziario, sui fondali si andarono depositando fanghi calcareo argillosi ricchi di gusci di microorganismi pelagici dando origine alla formazione della Scaglia Rossa, costituita da calcari argillosi fittamente stratificati di color rosso per la presenza di ossidi di ferro con rari noduli di selce rossa. Questa formazione ben conservata solo nei dintorni di Seren e di Quero e alle falde meridionali del Massiccio tra Borso e Pederobba. Questultima formazione non certamente lultimo deposito avvenuto, ma i depositi successivi, che dovevano rivestire tutto o in parte lattuale Massiccio, sono stati asportati dalle successive erosioni.

5.3

Tettonica La struttura complessa del Massiccio del Grappa corrisponde ad unampia piega

anticlinale allungata in direzione circa NE SW, nota come Anticlinale Monte Grappa Monte Tomatico; questa fiancheggiata ad est da una diramazione minore diretta ENE WSW denominata Anticlinale del Monte Toma. Tra queste due anticlinali compresa la Sinclinale di Alano, il cui nucleo formato da rocce argillose calcaree terziarie. Questo complesso strutturale interrotto verso nord dalla Fossa Tettonica della Valle di Seren e verso sud dalla grande Fessura della Pedemontana, che segna il margine dei rilievi prealpini verso lAlta Pianura Veneta. Lanticlinale Monte Grappa Monte Tomatico nel settore compreso tra il Brenta e Cima Grappa, manifesta i caratteri di anticlinale composta articolata in pieghe minori: i loro assi tendono a convergere verso la direzione della piega maggiore, chiaramente individuabili pi a NE lungo le dorsali del Col dellOrso Monte Fontanasecca e Monte Santo Monte Tomatico. Da qui lasse flessa versa est ed intersecata dallincisione del Piave collegandosi pi a est con lAnticlinale Monte Cesen Monte Visentin. LAnticlinale Monete Grappa Monte Tomatico complessivamente assimetrica: il fianco occidentale si presenta dolcemente inclinato con una leggera inflessione verso il Lago del Corlo fino a raccordarsi con la Sinclinale di Mellame; quello sudorientale si immerge invece con forte pendenza nella zona pedemontana tra il Brenta e la Valle di San Liberale e lungo i rilievi del Monte Tese Rocca Cisa e Madal.

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___________________________________________________________________________ Il nucleo dellAnticlinale Monte Grappa - Monte Tomatico costituito dalla Dolomia Principale e dalle dolomie e calcari del giurese inferiore, mentre i fianchi della piega sono impostati nei calcari marnosi cretacei del Biancone e della Scaglia. Lungo il margine meridionale dellaltopiano sommitale del Grappa si osserva un brusco cambiamento di inclinazione degli strati, che da debolmente inclinati verso sud, come sono in prevalenza nel settore settentrionale, si flettono rapidamente fino a diventare verticali o rovesciti al margine meridionale delle dorsali di Monte La Gusella Monte Cornosega Monte Pala Monte Colombera Monte Boccaor. Questa situazione rappresenta lespressione della nota flessura o piega a ginocchio, che interrompe bruscamente verso sud il fianco meridionale dellanticlinale principale. La flessura fa parte di una struttura tettonica dimportanza regionale, estesa dalle falde meridionali dellAltopiano di Asiago e quelle del Col Visentin, nota come Flessura pedemontana. La sua evoluzione tuttora in atto, ed particolarmente ben riconoscibile nel settore sinistro della testata della Valle San Liberale. La geometria dellanticlinale in realt complicata da faglie a sviluppo sia longitudinale che trasversale, rispetto al suo asse. Infatti, un fascio di faglie longitudinali di tipo inverso complica la Flessura pedemontana tra Romano dEzzelino e Punta Musc (Archeson). Il principale elemento di questo sistema lo Scorrimento di Romano, che separa il blocco corrispondente al Massiccio dalla fascia di rilievi collinari pedemontani. Questa grande struttura corre tra Rivagge e Romano, Borso e Crespano, S. Andrea e Fietta. Si tratta di una faglia sepolta, con superficie di movimento inclinata verso NW, la cui presenza indicata dallanomalia dei rapporti laterali tra le formazioni affioranti; in particolare nella zona di Romano dEzzelino si pu dedurre, che essa porta le formazioni cretacee sopra quelle del Miocene superiore. Altro importante elemento di questo sistema lo Scorrimento di Semonzo, anchesso immergente verso NW. Questa struttura affiora portando le dolomie massicce della formazione dei Calcari Grigi ad accavallarsi sui calcari cretacei del Biancone; la fitta stratificazione ne ha favorito la pieghettatura e lintensa fatturazione, come si pu ben notare in corrispondenza del primo tornante della Strada Cadorna. Altre faglie, a sviluppo pi o meno longitudinale, interessano la zona mediana del Massiccio, tra Cima Grappa e Seren e quella ad oriente tra il Monte Pollon e il Monte Paoda. Nel primo settore sono state rilevate due faglie allungate in direzione NNE SSW, che convergono a sud fino a riunirsi in ununica faglia, che corre ad Est di Cima Grappa, assumendo una direzione N S, Faglia dellArdosa.

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Figura 2 - Carta tettonica del Massiccio del Monte Grappa

Nel settore orientale unaltra importante struttura tettonica rappresentata dalla Faglia di Schievenin. Si tratta di una faglia trascorrente, il cui piano di movimento quasi verticale mette localmente a contatto formazioni giuresi inferiori con il Biancone. Essa separa una zona con strati poco inclinati corrispondenti al settore assiale della grande Anticlinale Monte Grappa Monte Tomtico, ad ovest, da una zona ad est in cui le rocce si presentano intensamente pieghettate. Questa struttura segna la terminazione occidentale dellAnticlinale del Monte Tomba. La sua prosecuzione meridionale verso la zona pedemontana giustificata dai diversi
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___________________________________________________________________________ rapporti di giacitura del Biancone. La terminazione meridionale della Faglia di Schievenin tronca la Flessura pedemontana, che ad est sostituita dal fianco meridionale dellAnticlinale del Monte Tomba.

5.4

Sismica Lattivit deformativa dellItalia Nord-Orientale comprovata da una significativa e

documentata sismicit. I cataloghi storici, considerati completi a partire da magnitudo attorno a M=6 per gli ultimi 700 anni, elencano numerosi eventi di rilievo nellarea pedemontana tra il Lago di Garda e la Slovenia (CPTI04). Secondo i cataloghi pi recenti la sismicit massima dellarea situata a cavallo del fronte pliocenico quaternario della catena sud alpina orientale tra Vicenza e Udine, in corrispondenza del passaggio fra i rilievi prealpini e lalta pianura veneto friulana, raggiunge magnitudo comprese fra 6 e 7 ed legata allevoluzione del sistema di sovrascorrimenti sud vergenti, che formano la porzione pi esterna del fronte sud alpino orientale. Il quadro sismotettonico disponibile fino alla met degli anni 90 era dominato da un rilevante cilindrismo, con lunghi fronti di accavallamento, ritenuti attivi durante il Quaternario nella loro interezza, senza evidenze di segmentazione. Da sud a nord si trattava dei sovrascorrimenti di Sacile, di Aviano, di Bassano Valdobbiadene e della linea di Belluno sovrascorrimento periadriatico. Pi recenti ricerche hanno, tuttavia, ridefinito larchitettura del fronte sepolto, lo schema dei rapporti tra i sovrascorrimenti paleocenici dinarici (WSW vergenti) e neoalpini (SSE vergenti) e il quadro dellevoluzione dellarea nel Miocene superiore-Quaternario. Le informazioni sismologico storiche sulla distribuzione del danno legato ai terremoti di et moderna e contemporanea (es. 1695, 1873, 1936) e quelle strumentali per i terremoti recenti (sequenza del 1976 in Friuli) sono state variamente utilizzate in prospettiva sismotettonica. Gli studiosi hanno individuato linsieme di segmenti di faglie attive potenzialmente in grado di generare terremoti con MC6 e definito le sorgenti sismogenetiche potenzialmente responsabili di terremoti di tale magnitudo, sulla base dellipotesi che le porzioni dei piani di faglia caratterizzate dal maggior angolo (thrust ramps) rappresentano le porzioni attive delle strutture compressionali adatte a rilasciare eventi sismici.

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___________________________________________________________________________ Lidentificazione e la classificazione delle sorgenti sismogeniche e la loro distinzione nellambito del fronte meridionale della catena alpina si avvale di dati geologico geomorfologici, geofisici e dei risultati dellanalisi della sismicit storica e strumentale. Queste osservazioni sono correlate mediante relazioni empiriche che legano magnitudo momento (Mw) e caratteristiche dimensionali delle superfici di rottura cosismica, stimate da Wells e Coppermith in conformit a un dataset di eventi avvenuti a scala mondiale tra il 1857 e il 1993. Le informazioni parametriche relative alle sorgenti ipotizzate sono raccolte nel Database of Individual Seismogenic Sources (DISS 3. 0.4 - 2007); ad esse sono stati associati gli otto maggiori terremoti che hanno interessato la regione fra il 1117 e il 1976. Di queste, le sorgenti di Thiene - Bassano, Montello, Sequals e Medea sono riconosciute solo su base geologico geomorfologica e/o geofisica. Non essendo associate ad eventi sismici storici, ad eccezione della sorgente di Thiene - Bassano, correlata al controverso terremoto di Verona del 1117 (Mw=6.5), le sorgenti sono messe in relazione ad aree di gap sismico potenzialmente capaci di generare terremoti di magnitudo superiore a Mw=6.4. Il territorio interessato dal traforo previsto nellItinerario della Valsugana Valbrenta Bassano Ovest. Superstrada a pedaggio si colloca in corrispondenza dellarea di influenza delle sorgenti sismogenetiche Bassano - Cornuda (ITGG102) e Monte Grappa (IT GG113), al margine della zona Thiene - Bassano (ITGG127). La sorgente Bassano - Cornuda (ITGG127) rappresenta un segmento della Linea di Aviano allineato con la sorgente Thiene Bassano lungo il margine di un paleopaesaggio del Pleistocene medio sospeso sull'attuale pianura. La sorgente caratterizzata da una relazione en-echelon con la pi orientale struttura sismogenetica Montello - Conegliano ed associata al terremoto di Asolo del 1695 (Mw=6.6). La valle del Fiume Brenta sembra indicare la terminazione occidentale di questo segmento, evidenziata dalla chiusura della struttura arcuata (in pianta) riferibile al thrust in oggetto e sottolineata da una faglia di direzione NNW-SSE, trasversale rispetto al set principale. La geometria e landamento di questa faglia sono stati definiti sulla base di risultanze di indagini geoelettriche.

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Figura 3 Sorgenti sismogenetiche nel territorio interessato dal potenziale imbocco del traforo nel Monte Grappa [fonte: DISS, 3.0.4 2007]

La sorgente Monte Grappa (ITGG113), associata al terremoto di Bassano del 1836 (Mw=5.5), rappresenta un retroscorrimento (nord vergente) del thrust Bassano - Cornuda. In ogni caso, in questo territorio i terremoti a magnitudo maggiore (M 6+) sono generati dal fronte dei thrusts, mentre quelli a magnitudo inferiore (M 5+), ma non meno potenzialmente distruttivi, possono essere generati da strutture secondarie. La sismicit recente, documentata con maggior dettaglio e precisione con le registrazioni strumentali che seguirono il terremoto del Friuli del 1976 (http://www.crs.inogs.it/bollettino/RSFVG/), testimonia chiaramente lo stato di deformazione in atto al fronte della catena alpina. Nel dintorno di 50 km dal potenziale imbocco del traforo nel Monte Grappa dal 2005 ad oggi (2013) sono stati registrati 188 eventi sismici con magnitudo da 0 a 3,6, di cui ben 41 eventi con magnitudo > 2 a profondit non superiori dei 12 km.

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Figura 4 Eventi sismici nellintorno di 50 km dal 2005 ad oggi

5.5

Faglie e fratture L Itinerario della Valsugana Valbrenta - Bassano Ovest prevede un traforo sul Monte

Grappa di circa 12 km andando ad interessare zone ad elevato rischio sismico. Dai dati bibliografici a disposizione si cercato di mappare le possibili faglie e fratture presenti sul Massiccio del Monte Grappa. Purtroppo i dati a disposizione non hanno coperto interamente tutto il territorio interessato dalla galleria, ma la ricostruzione generale sicuramente rende lidea di quante faglie e fratture sono presenti sul Massiccio del Monte Grappa. Inoltre nel fondo valle sono presenti 2 faglie capaci segnalate sul sito dellIstituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

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Figura 5 - Presunte faglie e fratture presenti sul Massiccio del Monte Grappa

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6 LINEAMENTI GEOMORFOLOGICI
6.1 Assetto morfologico Il Massiccio del Monte Grappa si configura come una prosecuzione verso Est dell'Altopiano dei Sette Comuni, dal quale separato dalla stretta e profonda incisione della Valle del Brenta. In particolare, dal punto di vista morfologico, mentre la porzione settentrionale del Massiccio montuoso modellata in un sistema di dorsali divergenti rispetto alla cima pi elevata (Cima Grappa, 1.775m), il settore meridionale manifesta caratteri di altopiano circondato da alte e ripide scarpate e mostra evidenti analogie con il settore meridionale dellAltopiano di Asiago per la presenza di un fitto reticolo di valli relitte. Nellinsieme il rilievo appare asimmetrico, con il versante meridionale molto pi ripido di quello settentrionale. Laltopiano occidentale, rappresentato da una superficie substrutturale modellata in formazioni carbonatiche del Mesozoico, dissecato da un reticolo di valli appartenenti ai bacini delle Valli di S. Lorenzo Santa Felicita, dirette verso Sud, e della Val Cesilla, diretta verso Nord. A Sud del Massiccio del Grappa presente unestesa fascia pedemontana in cui si alternano superfici poco inclinate di coni rocciosi e dorsali collinari di tipo monoclinale, immerse verso SSE, modellate nelle formazioni marnoso arenacee del Terziario. Le dorsali sono allungate in senso WSW-ENE, subparallelamente alla grande scarpata meridionale del Grappa. Il modellamento recente dellarea montana va prevalentemente ascritto ai processi dovuti alla gravit e allo scorrimento delle acque superficiali. Le forme di erosione legate alla dinamica di versante sono essenzialmente costituite dagli orli di scarpata, la cui evoluzione avviene per processi di dilavamento superficiale e locali fenomeni di crollo, che ne determinano il progressivo arretramento. Per quanto concerne le forme di accumulo, alla base dei versanti si sviluppano falde detritiche ad elevata acclivit, derivate dalla degradazione delle scarpate rocciose, costituite da clasti spigolosi a granulometria estesa. Lazione morfogenetica esercitata dalle acque correnti superficiali si esplica sia attraverso processi areali dovuti alle acque dilavanti, sia mediante erosione lineare da parte di quelle incanalate.

6.2

Carsismo Un tipo particolare di erosione esercitata dallacqua nelle rocce calcaree, come sono

quelle che costituiscono il Massiccio del Grappa, il fenomeno della dissoluzione carsica: le
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___________________________________________________________________________ acque di scorrimento superficiali, ricche di anidride carbonica e quindi aggressive nei confronti delle rocce carboniti che, si infiltrano nei giunti di stratificazione e nel reticolo di fessure durante la loro discesa, corrodendo le superfici in corrispondenza delle discontinuit creando dei vuoti. A questo fenomeno si contrappone quello di rideposizione del carbonato di calcio in corrispondenza del fondo del circuito carsico o nelle emergenze dacqua dai massicci carbonatici. Mentre lacqua scava delle cavit allinterno della compagine rocciosa, in superficie si formano, in corrispondenza dei punti di assorbimento ed infiltrazione, delle conche chiuse a forma di ciotola o di imbuto, dette doline. Il processo carsico quindi porta allindividuazione di un paesaggio tutto particolare privo di un reticolo di corsi dacqua superficiale, ma caratterizzato da un sistema di cavit sotterranee, che sono in grado di convogliare lacqua in profondit. Il carsismo ha incominciato ad agire nella morfogenesi del Massiccio quando lerosione ha messo in evidenza le formazioni carbonifiche, ed i processi carsici hanno continuato ad agire con maggiore o minore intensit in relazione al variare delle condizioni climatiche. Nel Massiccio quindi sidentificano forme carsiche risalenti a momenti differenti, ma evidente il fenomeno nel suo insieme, ossia che tutte le valli sono prive di corsi dacqua superficiali. Il patrimonio speleologico una ricchezza generale, che deve essere sempre pi conosciuta e meglio conservata. La sua conservazione non pu essere passiva, con conseguente abbandono e degrado, ma di tipo attivo in modo che sia garantita prioritariamente la tutela e consenta una gestione di valorizzazione. Alcune acque sotterranee sono prive di vita, ma la maggior parte ospita una fauna altamente specializzata rara o unica. Le grotte o parte di esse sono rigorosamente da proteggere. Oggi giorno, poi, c anche una certa letteratura legislativa che tutela questi ambienti, sia civilmente ma anche penalmente. Sul Monte Grappa, nonostante la natura calcarea delle formazioni ed il notevole dislivello tra zone di alimentazione e punti di sbocco del sistema idrico sotterraneo, i fenomeni carsici superficiali sono poco sviluppati. A quote superiori a 1000 m s.l.m. si rilevano essenzialmente cavit di modesta estensione e le doline sono poco numerose (alcune decine) e di piccole dimensioni (diametro medio di circa 50 m ). Pi accentuato appare il fenomeno ipogeo, evidenziato dai numerosi imbocchi di grotte e inghiottitoi, diffusi in tutta larea montana. Nellarea si sono sviluppate prevalentemente forme carsiche profonde; complessivamente nel Massiccio del Grappa sono state censite oltre 450 cavit sotterranee.

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1.- Citt di roccia in calcare molto resistente; 2.- Spuntoni di roccia con solchi di corrosione; 3.- Imboccatura di pozzo carsico; 4.- Suolo; 5.- Dolina a ciotola con riempimenti; 6.- Dolina a pozzo di crollo; 7.- Pozzo di abisso carsico; 8.- Depositi di crollo; 9.- Fessure assorbenti; 10.- Sala sotterranea con stalattiti e stalagmiti; 11.- Cavit; 12.- Cavit composta; 13.- Cavit anastomizzate; 14.- Sezione di ex condotte freatiche; 15.- Condotte freatiche attive; Figura 6 - Esempio di forme carsiche superficiali e sotterranee

Le doline presenti sono soprattutto localizzate ai margini meridionali e sudorientali del Massiccio in maniera disomogenea. Le doline di medie dimensioni si distribuiscono altimetricamente sopra gli 800 m s.l.m, mentre quelle con diametri variabili tra 5- 30 m si localizzano tra i 1200 1500 m s.l.m.. Questultime in particolare presentano forme ad imbuto ed a pozzo con accessi a cavit sotterranee a sviluppo verticale. La scarsit di doline di medie dimensioni nella parte alta del Massiccio si spiega anche con lo smantellamento crioclastico del rilievo particolarmente efficace negli ambienti periglaciali. Quindi lo sviluppo del fenomeno carsico nel Monte Grappa successivo allindividuazione di una rete idrografica antica, la quale risulta modificata sia dagli ultimi episodi di sollevamento, sia dai fenomeni di glaciazione locale. Lincarsimento della rete ne facilita in un certo senso la conservazione, come reticolo di valli relitte. Lo sviluppo di forme carsiche, accelerato dagli ultimi episodi di sollevamento stato in qualche modo ostacolato da processi di altra natura, durante le fasi fredde del Pleistocene.

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Figura 7 - Inghiottitoi e doline presenti sul Massiccio del Grappa

Le conche carsiche di grandi dimensioni non sono molto numerose, tra le pi ampie si segnala quella localizzata in zona Boscon, circa 3 km a SSW di Cima Grappa: si tratta di unuvala lunga circa 300 m e larga 350 m, il cui fondo costellato di piccole doline e
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___________________________________________________________________________ inghiottitoi. In questarea sono presenti altre conche, in parte sventrate per lapprofondimento eroso della valle dei Lebi e della Valle Sacra: risulta evidente che in questarea in passato si erano sviluppate forme carsiche meglio definite delle attuali, ma che in seguito queste sono state soggette a fenomeni di smantellamento ad opera di processi di erosione diversi da quello carsico (fluviali, glaciali, periglaciali). Fra le aree interessanti ricordiamo quella dei prati di Borso e delle Marmorine. I Prati di Borso si estendono su un complesso di ripiani strutturali determinati da uno stretto blocco ribassato per una tettonica di versante rispetto alla zona di Campo Croce. Sono qui presenti doline poco profonde allineate lungo la linea di dislocazione e, pi a est, filoni di calcite concrezionale, depositi entro ampi crepacci allargati dal fenomeno carsico lungo dei piani di rilascio tensionale. La deposizione di calcite, che stata soggetta a sfruttamento di cava, testimonia la concomitanza di un processo tettonico con il procedere del fenomeno carsico.

6.2.1

Catasto delle grotte A seguito dellentrata in vigore della legge regionale n. 54 del 8 maggio 1980 per lo

sviluppo della ricerca speleologica e per la conservazione del patrimonio speleologico del Veneto, nonch del regolamento regionale 28 agosto 1981 n. 1 di attuazione della predetta legge stato istituito il catasto delle aree carsiche e delle grotte. I dati raccolti secondo la scheda predisposta dalla Societ Speleologica Italiana, comprendenti i rilievi topografici in pianta e sezione, nonch le informazioni geografiche delle aree carsiche, sono memorizzate nel sistema informativo regionale.

6.2.2

Carsismo ipogeo del Massiccio del Grappa Il versante della sinistra Brenta, identificato come area carsica nel catasto delle grotte

con la sigla MG01, presenta poco pi di 30 grotte: si tratta per lo pi di antri, covoli, caverne oppure esutori talora attivi; rare le cavit verticali, rilevate per arretramento dei versanti. Partendo da Nord, troviamo qualche grotticella nel territorio di Cismon del Grappa, come ad esempio in Val dei Ponti e in Val Nassa. Non lontano dal paese c lemittente Val dei Mori (2626 V Vi), un curioso vano ascendente provvisto di camino, che risale per una quarantina di metri dallimbocco della cavit, e dal quale fuoriesce a cascata una discreta vena dacqua. Modeste grotticelle si trovano anche nel territorio di San Nazario, soprattutto nelle localit Val del Covolo, Bastianazzi, Rivalta, Pian dei Zocchi. In localit Fontanazzi di Solagna si apre la cavit pi importante dellarea: la grotta dei Fontanazzi (2243 V Vi), un esutore attivo esplorato da esperi speleologi per uno sviluppo
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___________________________________________________________________________ di 260 m. La cavit costituita da una breve galleria inclinata, che subito immette in una profonda frattura verticale normalmente allargata; lesplorazione subacquea ha rivelato la complessit di questo sifone, che si smembra in numerose fessure laterali presto impercorribili, e ha permesso di individuare, a 20 metri di profondit, una lunga e tortuosa galleria, con fondo ad andamento irregolare, esplorata per oltre 200 m. Ancora nel territorio di Solagna troviamo un interessante gruppo di cavit a Bresagge, scavate entro conglomerati cementati quaternari; fra queste sono da ricordare la caverna della Giara (986 V Vi), dotata di due ingressi e lunga 27 m, e la grotta di Bresagge (987 V Vi), un ampio vano lungo una ventina di metri con la volta sfondata da un pozzetto. Pi in alto sul versante, in localit Matteci, si apre il notevole Buso de la Torta (603 V Vi); si tratta di una cavit lunga poco pi di 50 m, costituita da unirregolare galleria, che immette in un sistema di grandi vani, ingombri di massi e concrezioni, che si evolvono verso lalto (CARRARO e RALLO, 1973). Ancora pi in alto nel versante, in alta Val del Coston, ubicato un pozzo di 50 m, la Voragine I del Formaiaro (1545 V Vi), costituita da un sistema di fusi che si esauriscono in un ampio vano chiuso da detriti. Altre cavit minori si trovano infine al Col Limone, a Casera Marchi, in Val Caprile e altre localit. La grande scarpata meridionale del Massiccio del Grappa, identificata nel catasto delle grotte con la sigla carsica MG02, presenta almeno 40 grotte, ripartite fra i territori di Vicenza e Treviso. Una grotticella quella conosciuta ai Colli Alti di San Nazario, ma tutte le altre cavit vicentine sono ubicate nel territorio di Romano dEzzelino, nelle localit Costalunga, Casara Bontorin, Valle di Santa Felicita, e soprattutto Pra Gollin. Si tratta prevalentemente di cavernette e piccole gallerie, come ad esempio la grotta n. 2 Val del Brocco (2524 V Vi) a Pra Gollin, un ampio vano di 20 m provvisto di una doppia apertura, e la Grotta degli Illusi (2121 V Vi) a Costalunga, una cavit fossile lunga 47 m costituita da una condotta ad irregolare andamento discendente. Una cavit verticale, il Buco dei Nosellari (2122 V Vi), si apre presso la Casera Bontorin; costituita da un pozzetto di una ventina di metri, che immette in un articolato sistema di vani discendenti, che ha lo sviluppo complessivo di 50 m. Nel trevigiano troviamo grotte nel territorio di Borso del Grappa, ancora nella Valle di Santa Felicita, sul Col Puppolo, in Val Colombera, Val Fagarole e sul Corno Sega; le cavit sono tutte di modeste dimensioni. A Crespano del Grappa, in localit Beata Vergine del Covolo, si apre il Bus de le Anguane (1388 V Tv), un ampio vano irregolare lungo una trentina di metri e provvisto di due ingressi adiacenti. Importanti cavit si trovano nel territorio di Paderno del Grappa, specialmente nei pressi di Malga Val Vecchia e sulle pendici del monte Boccaor. In questultima localit si apre ad
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___________________________________________________________________________ esempio la Grotta dei Valli (1562 V Tv), una fessura discendente profonda 70 m, molto articolata in stretti vani laterali, che ha uno sviluppo di 105 m. Non molto lontano in localit Le Valli, c infine il Bus de Refoss (1049 V Tv), unemittente temporanea esplorata per 243 m fino ad un laghetto sifone situato alla base di alti vani ascendenti; la cavit costituita da una fessura ad andamento molto irregolare, da prima piano discendente fino ad una profondit di 25 m, e quindi regolarmente ascendente fino a superare la quota dingresso. Nel territorio di Possagno ci sono cavit per lo pi verticali, a Punta Musc, Casera Campini, Casarole, Bastianei; proprio qui si apre il Bus dei Campini (1961 V Tv), una cavit discendente che chiude in frana alla profondit di 30 m. A Casera Caserole si apre il Buso del Ragno (1960 V Tv), una cavit verticale piccola ma complessa, mentre la cavit maggiore, profonda quasi 200 m, il Buco del Dinosauro (1579 V Tv) presso la Casera Campini. Un ultimo pozzo si trova infine a Caldazzen, nel territorio di Pederobba; la Spiloncia de Gira (1003 V Tv) profonda 18 m e costituita da un breve condotto inclinato, che immette sulla volta di un vasto ambiente lungo una cinquantina di metri. Il sistema di altopiani del Grappa, identifica invece larea carsica con sigla MG03. E lunit morfocarsica sicuramente pi importante di tutto il sistema montuoso; vi si conoscono una settantina di cavit, una quarantina nel territorio vicentino e le rimanenti nel trevigiano. Nel territorio di Cismon del Grappa ci sono molte cavit verticali sul Col dei Prai, presso le Casare Fondi, Colli, CancellAlto, del Busetto, e altre in direzione di Cima Grappa. La cavit pi profonda la Spiloncia del Finestron (680 V Vi) in Val Fontana, ma altri pozzi interessanti sono sul Col dei Prai: la Spiloncia de Brocco (2213 V Vi), pozzo di 48 m; il Bus dee Femene (2214 V Vi) profondo 40 m e costituito da un pozzo di 34 m, cui si accede attraverso una galleria inclinata; la Spiloncia Val di Lavello (2215 V Vi), una notevole cavit discendente di 38 m, che si articola in complessi vani discendenti per uno sviluppo di 80 m; ed infine, nei pressi di Casara del Busetto, la Grotta Ananasso della Brutta Luna (2595 V Vi), un complicatissimo sistema di vani laterali intercomunicanti profondo 25 m e con uno sviluppo di quasi 90 metri. Nel territorio di San Nazario c qualche pozzetto nelle localit Pr Zerona, Col Caprile e Colli Alti; proprio qui si apre il Pertuso (2522 V Vi), un ponte di roccia alto una ventina di metri che in connessione con un sistema di ripari, con piccole sorgenti, che si estendono alla base del Rosso Ammonitico. Nel territorio di Solagna ci sono pozzetti nella localit Ponte San Lorenzo, Le Buse, Casara Felinotti e cavit a sviluppo orizzontale ancora a Le Buse e in Val Putifaia; qui si apre ad esempio la Grotta dee Fade (2535 V Vi), una galleria ascendente lunga 61 m, con vani
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___________________________________________________________________________ laterali. Nellomonima localit troviamo la Speloncia delle Buse (1034 V Vi), profonda 50 metri, costituita da un pozzo di 35 m, che immette in un vano inclinato lungo una quarantina di metri, che si evolve verso lalto in numerosi e stretti camini, ed il Meandro del Fagaro (2920 V Vi), una cameretta con accesso artificiale. Presso Casara Felinotti, alla fine di una lunga galleria in buona parte artificiale, si apre un pozzo di 24 m della Spironcia Marbella (3329 V Vi). Ancora cavit verticali si trovano nel territorio di Pove del Grappa, nella localit Calzeron, Val Sotta, Val del Costo, Casara Paina e Pr Pelai; a Calzeron si apre, sul fondo di un ampio imbuto, un grandioso pozzo di una quarantina di metri della Grotta Carlo Querini (2228 V Vi); la cavit si esaurisce in un vano laterale ad una profondit di 82 m. Non lontano da questa c anche il Pozzo Invisibile (2859 V Vi), profondo 37 m, mentre in Val Sotta si apre il grande Pozzo del Simberlon (2913 V Vi), che con pi salti raggiunge la profondit di 82 m. Presso Casara Paina troviamo infine la Spelonca delle Vacche (1036 V Vi), un ampio pozzo profondo 26 m. Qualche cavit c anche in territorio di Romano dEzzelino; presso lOsteria del Campo si segnala la Grotta della Val del Campo (1033 V Vi), composta da un sistema a pozzetti profondi almeno 22 m. Nel territorio trevigiano di Borso del Grappa troviamo molte cavit, in genere poco profonde, nei campi carreggiati che si estendono su Cima Grappa e nelle aree circostanti; altre, talora pi grandi, sul Monte Meda, Le Saline, Bosco, Malga Foglie, Casara Bordignon, Val di Poise, Monte Oro e Cason dOro. In questultima localit si apre lAbisso di Monte Oro (1037 V Tv), profondo 83 m; la cavit costituita da un grande pozzo profondo oltre 60 m e da un ulteriore sistema di pozzetti, che si apre tra i massi del fondo del pozzo di accesso. Al Boscon, non lontano da Cima Grappa, si trova lampio imbuto di 34 m della Grotta del Cristo (1044 V Tv) e, nei pressi di Malga Foglia, il Buco della Salamandra (2854 V Tv), un pozzo di 26 m, che si estende in un vano chiuso da frana. Nel territorio di Crespano del Grappa troviamo alcune cavit nei pressi del Cason dArdosa, fra le quali la Speoncia dei Forni (1045 V Tv), un pozzo a doppio imbuto profondo 27 m. Nel territorio di Paderno del Grappa troviamo infine il Pozzo I di Val Vecchia (1045 V Tv), profondo 37 m. Il Massiccio del Monte Grappa comprende altre aree carsiche che ricadono nel territorio bellunese e nel versante est; queste sono la dorsale Monte Prassolan, con sigla MG04, che ricade nel territorio bellunese e conta circa una decina di cavit; larea Salarol Tomatico Miesna con sigla MG05, ricadente soprattutto in territorio bellunese e solo marginalmente in quello trevigiano con circa 40 cavit; larea inerente le Colline di Crespano, con sigla MG06,
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___________________________________________________________________________ con appena una decina di cavit localizzate in territorio comunale di Castelcucco; ed infine lunit morfoclastica delle Colline di Asolo, sigla MG07, che attualmente sembra non presentare nessuna cavit carsica.

6.2.3

Le grandi cavit del Massiccio del Grappa Nelle unit morfoclastiche MG01-05, appena analizzate nel dettaglio presente

ununica grande cavit, ovvero la Spiloncia del Finestron (680 V Vi). Situata in Comune di Cismon del Grappa in Localit Val Fontana presenta la quota di ingresso a 1040 m s.l.m., uno sviluppo spaziale di 380 m e una profondit di 121 m; e stata visitata fin dal 1968 e con varie spedizioni sono stati esplorati i diversi sistemi di meandri a sviluppo ascendentale, che la compongono. E costituita da un pozzo di accesso di 75 m cui segue, oltre un ripiano ingombro di detriti, un secondo pozzo di 35 m. Questo fondo, a -115 m, corrisponde alla base di un enorme salone sormontato da altissimi camini. Un distinto meandro, preceduto da una vasta area del salone, che spesso occupata da un laghetto, assume rapidamente landamento ascendente con salti, fino a raggiungere una finestra del salone posta a 85 m. Un sistema di pozzetti allinterno del meandro conduce infine al punto pi profondo della cavit.

7 LINEAMENTI IDROGEOLOGICI
I caratteri idrogeologici del territorio sono profondamente influenzati dallelevata permeabilit primaria e secondaria delle formazioni litoidi e dei depositi sciolti presenti, nonch da rocce carbonatiche fratturate. La maggior riserva dacqua sotterranea della regione Veneto contenuta nellacquifero indifferenziato dellAlta Pianura. Per le caratteristiche di permeabilit dei suoli e sottosuoli risulta essere il pi vulnerabile agli inquinamenti, per tale motivo la falda freatica dellalta pianura veneta del bacino del Brenta stata monitorata con una serie di indagini sperimentali sullo stato dellinquinamento fin dal 1983. I principali fattori di ricariche possono essere individuati nella dispersione dei corsi dacqua, nelle precipitazioni, nellirrigazione e negli afflussi sotterranei provenienti dagli acquiferi fessurati presenti nei rilievi prealpini, quali il Massiccio del Grappa.

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___________________________________________________________________________ 7.1 Acque superficiali La circolazione idrica superficiale limitata e nellarea prevalgono i processi di infiltrazione delle acque meteoriche nel sottosuolo, con mancanza di sviluppo di una rete di drenaggio superficiale, ancorch la piovosit media superi i 1500 mm/anno di apporto.

7.2

Acque sotterranee Le acque di infiltrazione alimentano un importante sistema carsico, in cui la

circolazione idrica prevalentemente legata a fratture e cavit sotterranee. Il livello di base di tale circuito sotterraneo molto profondo e determinato dalla profonda incisione del Brenta a valle di Primolano. Landamento dei flussi sotterranei stato determinato in base a valori di portata e chimismo e a considerazione di tipo geologico secondo tracciati per lo pi sub-orizzontali e brevi nelle formazioni pi recenti (calcari cretacei stratificati) e prevalentemente verticali nelle unit giurassiche massicce.

7.3

Sorgenti Nellarea montuosa Grappa Col Moschin si segnalano solo una decina di sorgenti, di

cui la maggior parte con portate trascurabili e temporanee. Tre di esse sono alte sui versanti e sono legate a circolazione locale entro il Biancone o stillicidi nel livello sommitale dei calcari Grigi. Alla base del Massiccio, invece, esistono importanti sorgenti che si localizzano entro i depositi detritici alla base della scarpata meridionale. Tra le sorgenti di maggiore portata si citano, in particolare, i Fontanazzi di Solagna (codice sorgente 2410102) rappresentati da un fronte sorgentifero attivo di circa 200 m di lunghezza. Le misure di portata effettuate da ARPAV durante i primi mesi del 2006 hanno evidenziato che il deflusso della sorgente varia da un minimo di 1,4 m/s a gennaio fino ad un massimo di 8,4 m/s a maggio dopo eventi di pioggia. Vi sono molte bocche di emergenza, principalmente in roccia di cui alcune sommerse del livello del Fiume. Uno di questi punti un esutore carsico per un dislivello di 120 m (a 7 m s.l.m.), raggiungibile percorrendo principalmente un pozzo verticale completamente allagato ed una sottostante galleria inclinata, dove vi il principale flusso dacqua, il quale esce da una bocca posta nella porzione pi meridionale (Gruppo Grotte G. G. M. 2006). La planimetria della stessa cavit mostra un reticolo di cunicoli disposti principalmente in direzione E O e N S nella parte superficiale, e NE SO nella parte pi profonda e distale. Prove di tracciamento condotte
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___________________________________________________________________________ nelle cavit dellAbisso di Monte Oro a quota 1000 m s.l.m. e nellAbisso Spaurasso a quota 1320 m s.l.m. indicano che il bacino di alimentazione comprende la zona di Monte Oro e di Cima Grappa. Nel 2011 il Gruppo Speleologo Prometeo ha effettuato 10 giorni di immersioni per ritracciare la via subacquea distrutta degli eventi meteorici dei mesi precedenti; nelle diverse discese sono state esplorate varie gallerie che si sono immerse fino ad un dislivello che oscilla tra -125 e -130 m dalla quota di imbocco; praticamente sotto il livello del Fiume Brenta. I Fontanazzi di Solagna rivestono anche unimportanza storica in quanto durante la Prima Guerra Mondiale le 2 fontane principali furono utilizzate per la costruzione di un acquedotto militare; inoltre nel 1922 il Consiglio del Comune deliberava di derivare dalle stesse un nuovo acquedotto per usi civili che servisse di acqua potabile il paese ed in particolare la zona di Lanari e Lughi. Di portata ancora superiore sono i Fontanazzi di Cismon del Grappa, con portate medie di 400 l/s, sfruttate dal Comune di Bassano e da alcuni comuni del Canal di Brenta per gli impianti acquedontistici. Pi abbondanti ed importanti le sorgenti sui versanti delle valli settentrionali e orientali, fra cui ricordiamo la Fonte Caup, la Fontana del Moro e le sorgenti del Tegorzo.

7.3.1

Prove con traccianti nel Massiccio del Monte Grappa Negli anni 90 sono state effettuate sul Massiccio del Monte Grappa delle prove con

traccianti per individuare i possibili percorsi sotterranei delle acque meteoriche che si infiltrano nei numerosi inghiottitoi, doline ed abissi presenti. In particolare si riportano i risultati ottenuti nel 1991 dalla Dott.ssa Monica Celi e nel 1998 dal P.M.P. di Treviso. Nel 1991 sono state effettuate delle immissioni di fluoresceina sodica in Val Piana (ovest di Cima Grappa) e nella grotta di Monte Oro ( sud-ovest di Cima Grappa). Nel primo caso il colorante stato ritrovato dopo circa 10 giorni nei Fontanazzi di Cismon, per cui a monte dellarea interessata dal tracciato dell Itinerario della Valsugana Valbrenta - Bassano Ovest. Superstrada a pedaggio; nel secondo caso invece, dopo soli 6 - 9 giorni il tracciante stato individuato nei Fontanazzi di Solagna. In entrambi i casi comunque si dimostrata una velocit di deflusso sotterraneo tra i 15 e 34 m/ora. Nel 1998 si eseguita unaltra prova prendendo come punto di immissione del tracciante una delle pi importanti cavit presenti sul territorio, ovvero lAbisso dello Spaurasso, che si localizza a circa 800 m a nord di Cima Grappa alla quota di 1728 m s.l.m..
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___________________________________________________________________________ La cavit presenta uno scorrimento idrico tutto lanno, per cui limmissione del tracciante avvenuto ad una profondit di 450 m, a quota 1278 m s.l.m. in un torrente che si origina allincrocio di fratture. Bench siano state monitorate 4 sorgenti alla base del Massiccio del Monte Grappa (Fontanazzi di Solagna ad ovest, sorgente di Refoss a nord, sorgente della Madonna del Covolo ad est e sorgente del Tegorzo a nord), il tracciante stato rilevato solamente nei Fontanazzi di Solagna, dopo 15 - 30 giorni. Considerando la distanza ed i tempi di rilevazione medi si sono ottenuti anche in questo esperimento valori di velocit di scorrimento sotterraneo dellordine di 14 - 33 m/ora.

Figura 8 - Prove con traccianti nel Massiccio del Monte Grappa

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___________________________________________________________________________ 7.4 Acquifero sotterraneo dellAlta Pianura del Brenta (APB) In questo bacino idrogeologico presente un acquifero indifferenziato molto potente, tale da rappresentare una delle maggiori riserve dacqua dEuropa. Il limite occidentale corrisponde con la direttrice di deflusso idrico sotterraneo riconducibile alle acque di dispersione in destra idrografica del Fiume Brenta, con direzione Marostica Sandrigo, mentre il limite orientale stato identificato con la direttrice dello scorrimento freatico in sinistra idrografica del Fiume Brenta, con direzione Bassano del Grappa San Martino di Lupari. Lo spessore dellacquifero non risulta omogeneo, a causa della morfologia del basamento roccioso, ma varia da uno spessore minimo in corrispondenza di Bassano del Grappa, fino ad uno spessore massimo di oltre 600 m in prossimit di Cittadella. Lacquifero sostenuto anche dalle infiltrazioni carsiche che si verificano su tutto il Massiccio del Monte Grappa.

8 CRITICITA DELLA PROPOSTA DI PROGETTO


La relazione di indagine geologica e geotermica preliminare (elaborato A.01.01RE.01) della proposta di finanza di progetto - progetto preliminare dell Itinerario della Valsugana Valbrenta - Bassano Superstrada a pedaggio mette in evidenza alcune problematiche di realizzazione dellopera oppure evidenzia delle criticit che, a detta degli stessi redattori degli elaborati, andranno approfondite nelle fasi successive. Come comitato di cittadini crediamo invece che fin dallinizio siano necessari gli studi e gli approfondimenti necessari per verificare la reale fattibilit del progetto e chiarire fin da subito gli aspetti di carattere tecnico, al fine di evitare in fase di realizzazione delle varianti e ladozione di soluzioni progettuali con un aumento esponenziale dei costi dellopera e problemi irreversibili di natura ambientale, specie sulla risorsa acqua. In particolare si vuole sottolineare che per lo studio preliminare i progettisti si sono avvalsi dei numerosi dati bibliografici (cfr. pag. 2 elaborato A.01.01RE.01); ci stato verificato anche dallo scrivente dimostrando che i dati non sono sicuramente sufficienti per inquadrare completamente la situazione geomorfologica del Massiccio del Grappa; si sottolinea che un traforo di circa 12 km necessiterebbe fin dal principio di uno studio strutturale di persistenza e lunghezza delle faglie e fratture presenti nellarea interessata dalle 3 gallerie. Come nella presente relazione, anche nellelaborato in esame del progetto preliminare, si sottolinea la presenza di sistemi tettonici importanti che possono generare eventi sismici
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___________________________________________________________________________ significativi; si sottolinea in particolare che lassetto geologico dellarea interessata dal progetto molto complesso e legato alla cos detta Linea di Bassano - Marostica, piega faglia disgiuntiva (cfr. pag. 8 elaborato A.01.01RE.01); e ancora nello stesso paragrafo riportato Con riferimento allarea di studio, particolarmente importante risulta la struttura impostata a nord di Bassano, lungo il Canale di Brenta, che trova proseguimento sotto la pianura fino verso Padova (Progetto finalizzato Geodinamica CNR) e denominata Faglia di Bassano - Valstagna. Linquadramento sismico che il progetto propone mette in evidenza come Larea come detto caratterizzata da importanti lineamenti geotettonici. nellarea dinteresse segnalata la sorgente sismica composita Linea Thiene - Cornuda, che comprende 3 sorgenti sismiche individuali: la linea Thiene - Bassano, la linea Monte Grappa e la linea Bassano - Cornuda. (cfr. pag. 9 - 10 elaborato A.01.01RE.01). Inoltre nello stesso capitolo, a conclusione della descrizione sismica si conclude evidenziando (cfr. pag. 13 elaborato A.01.01RE.01) Le condizioni geologiche e geomorfologiche locali possono influenzare, in occasione di eventi sismici, la pericolosit sismica producendo effetti diversi (effetti di sito) che devono essere presi in considerazione nella valutazione generale della pericolosit sismica dellarea ai fini progettuali. Gli scenari sismici che si possono individuare qualitativamente attraverso unanalisi di valutazione della pericolosit sismica locale, sono riassunti nella tabella 3.1.1 seguente. Con riferimento al quadro geologico geomorfologico dellarea e al quadro geotettonico ricostruito, evidente come lungo il tracciato siano quindi rilevabili elementi di possibile amplificazione dellonda sismica per fattori di instabilit geomorfologica, per fattori topografici, per fattori litologici, per fattori geometrici e per comportamenti differenziali. Tali elementi dovranno essere oggetto di una attenta individuazione e definizione in fase di studio geologico di supporto alla progettazione definitiva. La descrizione geomorfologica sottolinea la presenza del fenomeno del carsismo con presenza di numerosi fenomeni carsici: doline, inghiottitoi, voragini che si sono sviluppate grazie allazione dellacqua sulle rocce di natura calcarea degli strati pi alti spesso anche fortemente fratturati. Il carsismo si sviluppato anche in profondit, interessando la dolomia negli strati di roccia pi bassi, fino a raggiungere i livelli idrici in corrispondenza del letto del fiume Brenta (cfr. pag. 17 elaborato A.01.01RE.01) In particolare nellanalisi idrogeologica si rileva come il fenomeno del carsismo si sviluppi maggiormente in alcuni tipi di rocce rispetto ad altre, in particolare: Il carsismo si tuttavia sviluppato anche in profondit, nei Calcari grigi di Noriglio e nella Dolomia, fino a raggiungere i livelli idrici in corrispondenza del letto del fiume Brenta, dando cos origine a
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___________________________________________________________________________ varie emergenze di cui le grotte di Ponte Subiolo ed Oliero (versante dellAltipiano di Asiago), Fontanazzi di Solagna e Fontanazzi di Cismon (Massiccio del Monte Grappa) sono le pi significative, testimoniando quindi una circolazione idrica carsica profonda allinterno del massiccio carbonatico e che trova il suo livello di base nel fiume Brenta. Sui versanti sono comunque presenti cavit carsiche relitte, doline, inghiottitoi e altre forme minori come grotte/caverne. Sono per lo pi presenti entro il Calcare di Noriglio e distribuite a varie quote. Mediamente le morfologie ad inghiottitoio si trovano distribuite principalmente sopra i 1.300 metri s.l.m.m., e le doline pi importanti a quote inferiori ai 1.200 metri s.l.m.m.. La profondit delle cavit carsiche pu raggiungere in qualche caso anche pi di cento metri. Le varie forme rilevate rappresentano probabilmente quote di sfioro sorgentizio relitte abbandonate mano a mano che la valle del Brenta si approfondiva e quindi anche la circolazione carsica si approfondiva. Una di queste forme carsiche relitte, denominata Grotta San Francesco, ricade particolarmente vicino al tracciato, a circa 3040 metri di distanza, all'altezza della progressiva 11+200 presso localit San Giorgio. Lo scarso ed incerto reticolo idrografico superficiale sul Massiccio del Grappa, testimonia una tendenza delle formazioni calcaree superficiali fratturate a favorire linfiltrazione a scapito dello scorrimento superficiale. Infiltrazione che va ad alimentare i circuiti carsici profondi. La circolazione ed il fenomeno carsico sono fondamentalmente controllati dallassetto strutturale tettonico e quindi le lineazioni e le discontinuit tettoniche diventano direzioni preferenziali di circolazione idrica e di sviluppo del carsismo. Peraltro tale condizione crea circuiti alimentanti veloci caratterizzati da correlazioni strette tra piogge e ricarica quindi con regimi sorgentizi generalmente caratterizzati da oscillazioni improvvise ed importanti di portata legate alle regime pluviometrico. (cfr. pag. 19 - 20 elaborato A.01.01RE.01). Il fenomeno del carsismo assume talmente tanta importanza che il concetto viene continuamente richiamato nell elaborato A.01.01RE.01; anche nel capitolo descrittivo delle sorgenti si sottolinea la mancanza di una rete idrica superficiale e che le sorgenti pi importanti si sviluppano alle pendici del Massiccio a livello del Fiume Brenta. Come fin qui riportato, anche per quanto riguarda il quadro geotecnico e geomeccanico, il progetto preliminare si rifatto solamente a dati bibliografici, i quali, per stessa dichiarazione dei redattori degli elaborati, sono da intendersi come dati di larga massima e preliminari e quindi andranno rivisti e/o confermati con un attento e opportuno programma di indagini geognostiche e geotecniche in fase di progetto definitivo. (cfr. pag. 28 elaborato A.01.01RE.01). Le capacit geomeccaniche del materiale di escavazione potranno essere
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___________________________________________________________________________ definite solamente attraverso analisi dirette sulle carote estratte da sondaggi geognostici e da rilievi geostrutturali in situ, che attualmente non sono stati effettuati. Dal profilo presentato in elaborato comunque, a differenza di quanto sostenuto dai progettisti, sembra pi verosimile che le gallerie siano impostate per la maggior parte sui calcari grigi, che come litotipo si presenta il pi fratturato e carsificato. Si riscontrano pure dei potenziali effetti inquinanti anche nel tratto che precede il traforo del Monte Grappa, in particolare nel Tratto Svincolo Cave - Imbocco Galleria, sono previsti i rifacimenti di alcuni sottopassi e le fondazioni del viadotto dello Svincolo di Bassano centro che si spingono a profondit di almeno -22 m, per cui molto vicine alla quota della falda freatica, che se generalmente posta a -40 m, presenta oscillazioni di +10 m. Nellultimo capitolo dellelaborato A.01.01RE.01 (Capitolo 8 - problematiche geologiche e criticit lungo il tracciato), vengono messe in rilievo gi nel tratto di pianura possibili inquinamenti dellacquifero freatico, per lalta vulnerabilit dei terreni sovrastanti composti prevalentemente da ghiaie molto permeabili. In merito al tratto in galleria della zona montana le criticit sono solamente ipotizzate, in quanto i dati raccolti non consentono un effettivo esame e presa di coscienza delle reali problematiche che possono esistere. Tutto ci confermato nel paragrafo (cfr. pag. 40) 8.2.1 - Classi geomeccaniche, Lammasso roccioso da scavare quindi prevalentemente costituito da dolomie e calcari grigi che dal punto di vista geomeccanico e di modalit di scavo sono molto simili, tuttavia nei calcari sono pi diffuse le cavit carsiche. Il limite stratigrafico tra queste due litologie non sempre ben netto e considerato che, come evidenzia lo studio si sviluppa allincirca parallelo al tracciato della galleria, le percentuali relative alle due litologie potrebbero, in fase esecutiva, risultare leggermente diverse da quelle prevedibili sulla base degli studi eseguiti e indicati sui profili. Si pu stimare un errore percentuale intorno al 15%. ed ancora Si desume che lo scavo potrebbe intercettare anche alcune strutture minori e/o giunti paralleli alla faglia di Valstagna, non necessariamente sempre individuate sulla carta geologica allegata allo studio, ma la cui presenza pu essere comunque ipotizzata sulla base di indizi geomorfologici quali valli, impluvi e canaloni. Sussistono ad oggi significative incertezze relative alle zone di fratturazione . si passa da zone di fratturazione a vere e proprie faglie, con indizi di attivit carsica. Inoltre, si sottolinea che la permeabilit per fratturazione ricade nella classe medio - alta. Secondo i progettisti Lo scavo della galleria a quote maggiori rispetto al supposto livello piezometrico dei fontanazzi di Solagna., ma A seguito di forti piogge i condotti carsici che alimentano le grotte di Solagna sono sicuramente percorsi da acqua in pressione e
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___________________________________________________________________________ non si pu escludere che in limitati periodi (alcuni giorni), tale pressione provochi la risalita lungo fratture di acqua fino al piano galleria prevalentemente in Canna Nord. Lungo le fratture sono previsti stillicidi e in corrispondenza delle zone di faglia venute. Sulla base degli studi eseguiti non possibile una quantificazione delle portate per metro lineare di galleria, che rimangono al momento un dato a forte grado di incertezza. La presenza nel massiccio calcareo dolomitico di circuiti carsici che trovano proprio lungo i campi di frattura direzioni preferenziali di sviluppo e quindi possibili vie di infiltrazione e circolazione idrica, potr richiedere di prevedere limpermeabilizzazione nelle tratte interessate dalle fratture. In fase di scavo, come segnalato sul profilo, si ha probabilit di incontrare cavit carsiche. Oltre al traforo, gli stessi imbocchi e relative piste di accesso presentano criticit di realizzazione, infatti il paragrafo 8.2.4 - imbocchi e relative piste di accesso, sottolinea la necessita di porre particolare attenzione nella realizzazione di queste opere per potenziali fenomeni di debris-flow, per tratti in forte pendenza, per possibili fenomeni di caduta massi dalle pareti dolomitiche subverticali. Inoltre se limbocco della galleria principale a Romano dEzzelino lambisce solamente il SIC - ZPS IT3230022 Massiccio del Grappa, parte della pista di accesso alla finestra Valle dei Lanari ricade nella zona di Rete Natura 2000.

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9 CONCLUSIONI
La presente relazione, che accompagna la petizione contro il traforo del Monte Grappa e la costruzione della Nuova Valsugana, dopo aver descritto le peculiarit naturalistiche ed ambientali dellarea oggetto di intervento, ha messo in rilievo le criticit geologiche e sismiche presenti nel territorio: il Massiccio del Monte Grappa fa parte del SIC - ZPS IT3230022 della Rete Natura 2000, presenta una spiccata propensione ai fenomeni carsici con quasi totale assenza di circolazione superficiale di acqua e con circolazione sotterranea, che porta allalimentazione di uno dei pi grandi ed importanti acquiferi sotterranei del Veneto, ovvero quello dellAlta Pianura del Brenta. Il progetto preliminare dell Itinerario della Valsugana Valbrenta - Bassano Ovest. Superstrada a pedaggio si basato quasi esclusivamente su dati bibliografici non effettuando studi specifici sismici e geomeccanici sulla natura del terreno che dovr essere traforato, come riportato nellelaborato A.01.01RE.01 - Relazione di indagine geologica e geotermica preliminare. Lo stesso elaborato nellultimo capitolo mette in rilievo le criticit emerse nello studio preliminare e rimanda alle fasi successive di progettazione leffettiva analisi e considerazioni di fattibilit. Per gli scriventi, invece, unopera di queste dimensioni, ovvero una galleria di circa 12 km necessita fin dallindagine preliminare di un adeguato studio strutturale di persistenza e lunghezza delle faglie presenti sul territorio, nonch una adeguata valutazione sulla effettiva possibilit di intercettazione del flusso sotterraneo delle acque con possibili deviazioni e problemi alle sorgenti poste alle pendici del Massiccio del Monte Grappa. Il Decreto del Presidente della Repubblica del 5 ottobre 2010 n. 207 Regolamento di esecuzione e attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle Direttive 2044/17/CE e 2004/18/CE prescrive, nella Sezione II Progetto Preliminare, che il progetto preliminare contenga gli studi necessari per unadeguata conoscenza del contesto in cui inserita lopera, corredati da dati bibliografici, accertamenti ed indagini preliminari quali quelle storiche archeologiche ambientali, topografiche, geologiche, idrologiche, idrauliche, geotecniche e sulle interferenze e relative relazioni ed elaborati grafici atti a pervenire ad una completa caratterizzazione del territorio ed in particolare delle aree impegnate (art. 17 comma 1 lettera d). Inoltre, lart. 17 al comma 3 prevede che qualora il progetto debba essere posto a base di gara di un appalto, di cui allarticolo 53, comma 2, lettera c), del codice o di una concessione di lavori pubblici: a) sono effettuate, sulle aree interessate dallintervento, le indagini necessarie quali quelle geologiche, idrologiche, idrauliche, geotecniche, nonch
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___________________________________________________________________________ archeologiche e sulle interferenze e sono redatti le relative relazioni ed elaborati grafici nonch la relazione tecnica sullo stato degli immobili da ristrutturare;. Tale sollecitazione scaturisce da quanto dimostrato nella presente relazione (capitoli 6.2 Carsismo e 7 Lineamenti idrogeologici) ed in particolare nel paragrafo 7.3.1 Prove con traccianti nel Massiccio del Monte Grappa, nel quale dimostrato come esista correlazione tra il fenomeno carsico presente nel Massiccio del Monte Grappa e lalimentazione delle sorgenti delle pendici, in particolar modo quelle dei Fontanazzi di Solagna, e dellacquifero sotterraneo, che si sviluppa sotto il Fiume Brenta. Inoltre, nella stessa relazione geologica del progetto preliminare (elaborato A.01.01RE.01) si d per scontato che il tracciato dellopera incontri nella zona di galleria cavit carsiche e la circolazione dacqua sotterranea. Questo fatto a detta dello scrivente rischia di comportare uno scompenso nella circolazione sotterranea delle acque con rischio evidente di prosciugare o spostare i Fontanazzi di Solagna, con rischio di inquinare le acque sotterranee, che alimentano limportante bacino dellAlta Pianura del Brenta, in violazione ai principi generali della Direttiva 2000/60/CE. Il comitato di cittadini residenti in questi luoghi si auspica che non accada ci che avvenuto nella galleria della Tav sul Mugello, con sparizione di sorgenti, pozzi e torrenti in un ampio raggio dalla galleria!

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