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PAESE :Italia DIFFUSIONE :(6922)

PAGINE :1;3 AUTORE :N.D.


SUPERFICIE :46 %
Taranto Sera
9 febbraio 2023

LA RICERCA
Restaurodegli ambienti
marini degradati:
BagnolicomeTaranto

PAGINA 3

Restaurodegli ambienti
marini degradati,
Bagnoli come Taranto
TARANTO - «Per il restauro degli ambienti mento dei fondalidi Bagnoli, un’area permolti
marini degradati,cioèper ripristinare la biodi- versisimilea Tarantonellasua storiatravagliata
versità e gli habitat marini pesantemente dan- di sviluppoindustriale,cheha lasciatoun ere-
neggiati dalle attività antropiche,è essenziale dità pesante da un punto di vista ambientale»,
saperecomequesti ambientierano nel passato spiega LuigiMusco,docente di ZoologiaalDi-
e quantovelocementelecomunitàdegliorga- partimento di Scienze etecnologiebiologiche e
nismi marini si sianomodificatein rispostaal ambientali UniSalento eresponsabile scientifico
deterioramentoambientale» . del progetto“ ABBaCo”, nell’ambito del quale
È l’argomento di uno studiorecentemente pub- questostudioè statorealizzato.«Il mareospita
blicato sulla rivista “ Environmentinternatio- una grandediversità di organismi,daibatterial
nal , frutto di unacollaborazionefra ricercatori planctonmicroscopicosospeso nell’acqua,dalle
e ricercatricidella Stazione ZoologicaAnton alghee piantemarineattaccateal substratoalla
Dohrn, di Enea, dell’Università di Ginevra, miriadedi organismi,piccoli e grandi, che vi-
dell’Universitàdel Salento, dell’Università degli vono sui fondali.Le attività umanestannoperò
Studidi Urbino, dell’UniversitàPolitecnica del- minacciandol’equilibrio degli ambientimari-
le Marche, dell’Università di Friburgoe dell Ac- ni, in particolarmodo quellodelledensamente
cademia delleScienze dellaPolonia. popolateareemarinecostiere,spessosededi
«Lo scopoprincipaledelprogettoè statoforni- attività industriali.Lo sversamento a mare di
re un quadrodettagliatodello stato di inquina- inquinantidi vario tipo danneggiagravemente

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gli organismi marini riducendola loro diversità: zionale, il cui scopoè proprio quello di indivi-
solo alcunespecie, infatti, riesconoa soprav- duare soluzioni innovativeperil restaurodegli
vivere in acqueo sedimentiinquinati.Grazie ambientimarinidegradati ».
a questostudiointernazionale,èpossibilenon
solo vederelasituazioneattualema anchecapi-
re comeeral’ambiente nel passato e quantove-
locemente le comunitàdegli organismimarini
si sianomodificatein risposta al deterioramento
ambientale- spiegano dall’Universitàdel Salen-
to - I ricercatorihanno prelevatouna carotadi
sedimentonella Baia di Bagnoli-Coroglio, ex-
area industrialedel comunepartenopeo che si
estendesu unasuperficiedi circa 249 ettari a
terra e 1.453 ettari a mare;hannodatatoi vari
strati, hannodeterminatola concentrazione di
sostanzeinquinanti e hannostudiatole tracce
di dnadegliorganismimarini.Queste molecole,
infatti, sopravvivonopercentinaiadi anni ‘in-
trappolate nei sedimentiche si accumulanosul
fondo del mareannodopoanno.Il dnaestratto
dall’ambiente – nel nostrocasodai sedimenti- è
chiamato dna ambientalee rappresentauna sor-
ta di ‘codiceabarre’, diverso daspecieaspecie,
chenepermette l’identificazione. È statopossibi-
le quindiottenereunelencodi organismimarini
presenti nel sedimentoa partiredagli strati più
antichi/profondi dellacarota(1830) fino al pre-
sente. Nellaprimametàdel 1800, nellaBaia di
Bagnoli-Coroglio si affacciavanoterreni agrico-
li, mentresuifondaliprosperava Posidonia oce-
anica e una gran diversità di organismi.Il gra-
duale peggioramentodella qualitàambientale a

partiredalla primadecadedel 1900,quandosi


insediaronoleprimeindustrie,fino alperiododi
massimaespansionenegli anni 1950-1980 con
l’acciaieria Ilva/Italsider, è statoaccompagnato
da notevoli cambiamentidellacomunitàbiolo-
gica. La scomparsadellaPosidonia è repentina;
cambiadrasticamente sia la composizionedegli
organismiunicellularichevivononell’acqua sia
di quellichevivono nel sedimento; diminuisce
la loro diversità e aumentanole specieproba-
bilmente in grado di resisterea concentrazioni
elevatedi idrocarburie metallipesanti ».
«Si trattadi conoscenzepreziose nel campodel

cosiddetto “restauroambientale”, una branca


nuova dellaricercain biologia marina- conclu-
de Luigi Musco - L Università del Salentoè in
primalineain questanuovasfida: la nostraèl u-
nica universitàpugliesepartnerdel Centro Na-
zionale dellaBiodiversità ( NationalBiodiversity
FutureCenter),creatocon fondi Pnrr, che rag-
gruppa le eccellenzenazionali nel campodella
ricerca sullabiodiversità, e l’unica universitàdel
Sud Italia presentenello Spoke 2 del Centro Na-

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«Il dnaambientaleraccontala storia


dell’inquinamentodei fondali». Ecco lo studio

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scientifico del progettoABBaCo nell’ambitodel qualelo studioèstatorealizzato


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Luigi Musco,docente

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