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La valutazione delle condizioni di stabilità di cavità sotterranee: approcci


semplificati e metodi avanzati di calcolo

Conference Paper · April 2013

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2 authors:

Piernicola Lollino M. Parise


Italian National Research Council Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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LAMPRE View project

Geochemical processes in coastal oil fields karsts of Cuba View project

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Geologia dell’Ambiente
Periodico trimestrale della SIGEA
Società Italiana di Geologia Ambientale
Supplemento al n. 2/2014
ISSN 1591-5352
Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma

Atti del workshop


Le coste pugliesi: tra prospettive di sviluppo ed esigenze di tutela
Monopoli, 18 gennaio 2013

Atti degli Incontri di primavera. Ripartire dalla cultura geologica


della SIGEA Puglia
marzo-giugno 2013
Pozzi per l’Africa -Michele Maggiore-
Preservare le caratteristiche dell’acqua e assicurarne
la disponibilità a favore di tutte le comunità umane
è il principale obiettivo etico dell’idrogeologia, scienza
che esplora i processi che determinano la composizione
e la distribuzione dell’acqua negli ambienti naturali
del nostro pianeta.
Michele Maggiore (1945 - 2010), docente di Idrogeologia
presso l’Università degli Studi di Bari, ha trasmesso
a quanti lo hanno conosciuto la consapevolezza che
“l’acqua è un bene prezioso”, espressione che vibrava
della sua generosità di insegnante e della sua instancabile
passione di studioso.
Realizzare pozzi in Africa è un’iniziativa per donare il bene
prezioso dell’acqua alle popolazioni afflitte da gravi carenze
idriche. La raccolta fondi finanzierà la realizzazione
di uno o più pozzi per l’estrazione di acqua dal sottosuolo,
a vantaggio di piccole comunità dove sono attivi i progetti
idrici sviluppati da Amref.

Per contribuire al Progetto è possibile effettuare


un versamento sul conto corrente bancario
IT19 H01030 03202 000001007932 (IBAN) o sul conto
postale 35023001, intestato ad AMREF Italia Onlus,
Via Boezio 17, 00192 – Roma, riportando la causale
Pozzi per l’Africa – “Michele Maggiore”.

Società Italiana
di Geologia
Ambientale

www.amref.it
www.puglia.sigeaweb.it
Geologia dell’Ambiente
Periodico trimestrale della SIGEA
Società Italiana di Geologia Ambientale
Associazione di protezione ambientale a carattere
Sommario
nazionale riconosciuta dal Ministero dell’ambiente,
della tutela del territorio e del mare,
con D.M. 24 maggio 2007, G.U. n. 127 del 4.6.2007
Presentazione
Supplemento al n. 2/2014 ANTONELLO FIORE, RAFFAELE LOPEZ, SALVATORE VALLETTA 6
Anno XXII - aprile-giugno 2014
Atti del Workshop
Iscritto al Registro Nazionale della Stampa n. 06352 Le coste pugliesi: tra prospettive di sviluppo ed esigenze di tutela
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 229
del 31 maggio 1994
Nuovi scenari e nuove opportunità per una gestione
integrata della costa. Possibili sinergie fra il PPTR
Comitato scientifico
e il PRC
Mario Bentivenga, Aldino Bondesan, FRANCESCO SELICATO, SERGIO SELICATO 10
Giancarlo Bortolami, Felice Di Gregorio,
Giuseppe Gisotti, Giancarlo Guado,
Gioacchino Lena, Giacomo Prosser, La rete di monitoraggio meteomarina
Giuseppe Spilotro della Regione Puglia
Consiglio Direttivo nazionale 2013-2016 MARIA FRANCESCA BRUNO, ANTONIO FELICE PETRILLO 14
Fatima Alagna, Federico Boccalaro (Segretario),
Antonello Fiore (Tesoriere), Daria Duranti,
Fabio Garbin, Sandro Gennaro, Francesco Geremia,
Il contributo dell’idraulica alla salvaguardia
Giuseppe Gisotti (Presidente), Fabrizio Ioiò, dell’ambiente marino
Gioacchino Lena, Vincent Ottaviani, Debora Perazzoli, MICHELE MOSSA 18
Angelo Sanzò, Andrea Vitturi (Vicepresidente),
Francesco Zarlenga
La subsidenza delle piane costiere pugliesi
Comitato di redazione
Federico Boccalaro, Giorgio Cardinali, MASSIMO CALDARA, DOMENICO CAPOLONGO,
Giovanni Conte, Gioacchino Lena, MARIANNA TRIGGIANI, ALBERTO REFICE 30
Paola Mauri, Maurizio Scardella

Direttore responsabile Imprevisto ritrovamento di una singolare cavità


Giuseppe Gisotti in acqua sottostante alla spiaggia, durante i lavori
Procedura per l’accettazione degli articoli di consolidamento del costone roccioso nella zona
I lavori sottomessi alla rivista dell’Associazione, Madonna d’Altomare di Otranto
dopo che sia stata verificata la loro pertinenza
con i temi di interesse della Rivista, saranno VINCENZO COTECCHIA 37
sottoposti ad un giudizio di uno o più Referees.

Redazione Atti del Convegno


SIGEA: tel./fax 06 5943344 Cavità antropiche: aspetti tecnici per il recupero e la valorizzazione
Casella Postale 2449 U.P. Roma 158
info@sigeaweb.it
Le cavità antropiche di San Procopio (Barletta):
www.sigeaweb.it ipotesi di bonifica e valorizzazione
Progetto grafico e impaginazione
ALFREDO DE GIOVANNI 47
Fralerighe
tel. 0774 554497 - fax 0774 2431193 Atti del Convegno
info@fralerighe.it
www.fralerighe.it Il Vincolo Idrogeologico a 90 anni dal Regio Decreto n. 3267/1923:
aspettative, sviluppi, problematiche
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SIGEA Il Vincolo Idrogeologico a 90 anni dal Regio Decreto n.
3267/1923: aspettative, sviluppi, problematiche
Stampa
Tipolitografia Acropoli, Alatri - FR
ALFREDO PITULLO 53

Volume a cura di
Antonello Fiore, Raffaele Lopez & Salvatore Valletta

Chiuso in tipografia il 15 gennaio 2014

Abbonamento annuale: Euro 30,00


Vincolo idrogeologico e difesa del suolo:
aspetti tecnici e criteri applicativi
GIUSEPPE GISOTTI 54

Il ruolo dei Consorzi di Bonifica nella difesa del suolo


e nella tutela del Vincolo Idrogeologico
GIOVANNI RUSSO 56

La gestione del Vincolo Idrogeologico in Capitanata:


esperienze e criticità
CRISTIANO MAIORINO 62

Atti del Convegno


L’attività estrattiva: tra sviluppo economico
e tutela del territorio
Il paesaggio estrattivo, da ferita del territorio
a luogo delle opportunità
FEDERICA GRECO 66

La valutazione della stabilità di cavità sotterranee:


approcci semplificati e metodi avanzati di calcolo
PIERNICOLA LOLLINO, MARIO PARISE 74

Atti del Convegno


Tra geologia e archeologia dell’arco ionico: paesaggi naturali
e insediamenti antropici
Le vicissitudini dell’antica Sybaris e le incidenze
geologiche che ne hanno determinato l’evoluzione
e la scomparsa
ROSSELLA PAGLIARULO 84

La distribuzione degli insediamenti dell’arco ionico


in rapporto agli aspetti morfologici e agli interventi
antropici
FIORELLA DE LUCA, FABIO FABRIZIO 89

Il fenomeno delle specchie nella Murgia tarantina


SABRINA DEL PIANO, MICHELE PASTORE 97

Proposta di itinerario geoarcheologico:


da Punta Penna a Masseria San Pietro
PATRIZIA GUASTELLA, NOEMI LA SORSA 103

Alcune riflessioni sul lavoro del geoarcheologo


GIOACCHINO LENA 107
Atti del Convegno
La Qualità delle Acque Superficiali
La qualità delle acque superficiali
MARIANTONIETTA IANNARELLI 112

Ciappetta Camaggio: cronica emergenza


igienico-sanitaria o possibile ripristino ambientale?
ANNA CHIUMEO 113

Dinamiche biologiche e tutela della risorsa acqua


ELVIRA TARSITANO 114

Acque reflue e agricoltura sostenibile


MARCELLO MASTRORILLI 118

Atti del Convegno


Nuovi studi e ricerche per la definizione della pericolosità
geomorfologica in Appennino Dauno
Applicazione del metodo multi-scalare per la valutazione
della pericolosità da frana nell’Appennino Dauno-Lucano
FEDERICA COTECCHIA, FRANCESCA SANTALOIA, PIERNICOLA LOLLINO,
CLAUDIA VITONE, GIUSEPPINA MITARITONNA 127

Modelli previsionali della suscettibilità da frana


e gradazione del rischio: applicazioni
nel Subappennino Dauno
ROBERTA PELLICANI 139

Soglie pluviometriche per l’innesco di fenomeni franosi


alla scala nazionale e regionale: il caso del Sub-Appennino
Dauno (Puglia settentrionale)
PIERLUIGI LOIACONO, GIUSEPPE AMORUSO,
MARIATERESA BRUNETTI, VITTORIA DRAGONE,
FAUSTO GUZZETTI, MARIO PARISE, SILVIA PERUCCACCI,
MARIA TRABACE, CARMELA VENNARI, GIOVANNA VESSIA 147

Atti del Convegno


La disciplina dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo,
opportunità per una riduzione del consumo di suolo
La disciplina regionale nella gestione delle terre
e rocce da scavo
LAURA LIVIA BRETTI 153

D.M. 161/2012: il campionamento delle terre


e rocce da scavo
MARCELLO PANARESE 156
SezionePuglia
Convegno
L attivitàestratti
L’attività estrattiiva:trasviluppo
iva: tra sviluppo
economicoetute eladelterritorio
Lecce,30aprile2013– ore8.30
ManifattureKnos Ͳ viiaVecchiaFrigole,36
Ore8.30Ͳ
O 8 30 registrazionepartecipanti
it i t i ti
Ore9,00Ͳ salutidelleautorità
SalvatoreValletta Ͳ PresidenteSIGEASezionePuglia
PaoloPerrone Ͳ SindacodiLecce
Francesco Bruni Ͳ PresidenteCommissioneAmbienteProvinciadiLecce
FrancescoBruni Presidente Commissione Ambiente Provincia di Lecce
Ore9,30– Iniziolavori
IntroduceecoordinaAntonioMarte Ͳ SIGEASezionePuglia
Introduceilavori LoredanaCapone Ͳ AssessorealloSviluppoeconomicodellaReegionePuglia
LL’attività
attivitàestrattivanellaPugliameridionale.Ubicazionedicavestoriche,
estrattiva nella Puglia meridionale Ubicazione di cave storiche
sistemidicoltivazioneestrumentidilavorazionedeimaterialilapidei
GiovanniQuarta (IBAMͲCNRLecce)
Imaterialilapideinell'ediliziastoricapugliese.Problematichedidurabilitàeconservazione
AngelaCalia (IBAMͲCNRLecce)
L’attivitàestrattivasotterranea:approccisemplificatiemetodi
avanzatidicalcoloperleanalisidistabilità
Piernicola Lollino &MarioParise (ConsiglioNazionaledelleRicercheͲ IRPI)
p g p
IlpatrimonioIndustrialeestrattivoinPuglia.Recuperoevalorizzazione
AntonioMonte* &EnricoAmpolo** (*IBAMͲCNRLecce,**professionista)
Ilpaesaggioestrattivo:daferitadelterritorioaluogodelleopportunità
L’innovazionenormativainmateriadiattivitàestrattivainPuglia
FedericaGreco (MasterinArchitetturadelPaesaggio;
gruppoPRINReͲcycle 2012Ͳ2014Ͳ PolitecnicodiBari)
Ore11,30Ͳ11,45Break
Strategiedipianificazioneperlacoltivazioneelaricostruzionepaesaggisticadellleareeestrattive
TommasoFarenga &RossanaDeSario (professionisti)
Ilrilevamentodeidatigeologiciperlapianificazionedell’attivitàestrattiva:probllematicheemetodi
StefanoMargiotta (UniversitàdelSalento)
L’attivitàestrattivapugliesenegliultimi30anni:criticitàeprospettive
MarcoIelli (DelegatoConfindustriaperleattivitàestrattive)
( g p )
LasituazionedellecaveinPuglia:prospettivedisviluppo
Segreteriaorganizzativa:
AngeloLefons (UfficioControlloegestionedelP.R.A.E. – RegionePuglia) SIGEASezionePuglia
Ore13,00Interventiprogrammati puglia@sigeaweb.it
Alessandro Reina (PresidenteOrdinedeiGeologidellaPuglia)
AlessandroReina (Presidente Ordine dei Geologi della Puglia) http://puglia.sigeaweb.it
http://puglia.sigeaweb.it
DanieleDeFabrizio(PresidenteOrdinedegliIngegneridellaProvinciadiLecce)
MassimoCrusi (PresidenteOrdinedegliArchitettidellaProvinciadiLecce) Richiesti4creditiAPCpergliiscritti
Ore13,30Dibattitoeconclusionelavori
all’OrdinedeiGeologi

P t i i i hi ti
Patrocinirichiesti:
conilsostegno: CittàdiLecce
ProvinciadiLecce
UniversitàdegliStudidiBari“AldoMoro”
PolitecnicodiBari
UniversitàdelSalento
RegionePuglia
IRPIͲCNR
AutoritàdiBacinodellaPuglia
ARPAPuglia
OrdinedeiGeologidellaPuglia
Atti del Convegno
L'attività estrattiva: tra sviluppo
economico e tutela del territorio
Lecce, 30 aprile 2013
PIERNICOLA LOLLINO
74
La valutazione della stabilità CNR – IRPI, Bari
E-mail: p.lollino@ba.irpi.cnr.it

di cavità sotterranee: MARIO PARISE


CNR – IRPI, Bari
approcci semplificati e metodi E-mail: m.parise@ba.irpi.cnr.it

avanzati di calcolo

ABSTRACT ta a due tipologie di fattori: da un lato, la zione di procedure di calcolo numerico, oggi-
La presenza di cavità sotterranee è di perdita della memoria storica riguardante giorno disponibili commercialmente.
frequente all’origine di fenomeni di sprofon- l’esistenza delle stesse cavità nei processi Come dianzi anticipato, l’instabilità del-
damento, derivanti dalla propagazione verso di sviluppo urbanistico ed infrastrutturale e, le cavità è frequentemente associata alla
l’alto di instabilità prodottesi all’interno degli dall’altro, le modifiche nel corso del tempo dei diffusione di processi di degradazione delle
ambienti ipogei. Nel caso di cavità di origine fattori che controllano la stabilità delle cavità proprietà meccaniche della roccia che cir-
antropica, e specificamente di cave sotterra- stesse, che possono estendersi per interval- conda le cavità a seguito di processi di na-
nee (che presentano in genere notevole svi- li di breve o lungo periodo. Nel primo caso, tura ambientale,quali ad esempio i processi
luppo e complesse geometrie degli ambienti), infatti, le variazioni di uso del territorio pos- di alterazione da agenti climatici o chimici
la conoscenza della presenza dei sistemi ca- sono comportare variazioni di carico agenti (weathering). Pertanto, la stabilità di tali ca-
veali sotterranei e dell’interazione tra questi e sull’ammasso sovrastante le cavità, mentre vità spesso dipende in maniera significativa
il sovrastante ambiente antropizzato, nonché nel secondo si tratta soprattutto di variazioni dal grado di avanzamento nella diffusione
lo stato attuale delle proprietà fisico-mecca- delle condizioni al contorno delle cavità dovu- dei suddetti processi attivi all’interno delle
niche dei materiali, risultano imprescindibili te ad agenti ambientali, le quali comportano cavità,che sono processi dipendenti dal tem-
ai fini della valutazione della suscettibilità a riduzioni anche significative della capacità di po (PARISE, 2008). In particolare, l’infiltrazione
sprofondamenti. Per poter eseguire analisi resistenza dello stesso ammasso. Diversi casi di acqua piovana dalla superficie topografica
numeriche di stabilità in tali contesti, è quindi di studio recenti riguardanti collassi di cavi- o le perdite dalle reti acquedottistiche sovra-
fondamentale disporre di accurati rilievi to- tà sotterranee sono stati proposti nella let- stanti le cavità stesse, l’aumento dell’umi-
pografici delle gallerie sotterranee, di dati su teratura scientifica internazionale, come ad dità relativa all’interno degli ambienti delle
eventi di instabilità occorsi o in atto, e sui esempio quelli che hanno interessato le cavi- cavità, così come l’imbibizione della roccia
caratteri geotecnici dei materiali interessati. tà in calcarenite dell’Italia Meridionale (PARISE per allagamento delle stesse nei casi più
Il presente contributo descrive brevemen- &LOLLINO, 2011; BONAMINI et al., 2013), le cavità estremi, determinano un aumento nel tempo
te i principali approcci, da quelli semplificati delle miniere di metalli in Canada (BETOURNAY, del grado di saturazione della roccia. Que-
ai metodi di calcolo più avanzato, utili alla 2009), le caverne in argilliti a Longyou in Cina sti fenomeni, insieme ai processi ciclici di
valutazione della stabilità di cave sotterra- (LI et al., 2009;YANG et al., 2011), le miniere in imbibizione-essiccamento (wetting-drying),
nee, e illustra brevemente alcune esperienze calcare nei Paesi Bassi (VAN DEN EECKHAUT et sono all’origine della degradazione meccani-
condotte su cave ipogee in diversi contesti al., 2007), per citarne solo alcuni. ca della roccia stessa, che può condurre fino
dell’Italia meridionale, mediante l’applica- Il problema della stabilità delle cavità al collasso della cavità ed alla formazione
zione di codici di calcolo agli elementi finiti, sotterranee è di frequente affrontato mediante di uno sprofondamento(sinkhole, Fig. 1). Ciò
sia in 2D che in 3D.

1. INTRODUZIONE
La valutazione del rischio associato alla
stabilità di cavità sotterranee richiede neces-
sariamente sforzi mirati ad offrire tecniche
e strumenti di supporto alla pianificazione
territoriale in aree urbane ed extraurbane in- Figura 1 – Fasi dei processi di weathering (1) ed innesco dello sprofondamento (2); a) porzione di ammasso schematica
teressate da infrastrutture o attività antropi- interessata dai processi di weathering; b) innesco del crollo
ca. Spesso, infatti, aree periferiche dei centri
urbani o infrastrutture di collegamento extra- l’applicazione di approcci semplificati di tipo è particolarmente vero per rocce altamente
urbano sono ubicate al di sopra di cavità sot- fenomenologico o analitico, che richiedono forti sensibili all’interazione con l’acqua, come ad
terranee di origine antropica, in prevalenza ipotesi a riguardo del meccanismo di rottura esempio le rocce evaporitiche o le rocce poro-
generate dallo scavo di materiali utilizzati per della cavità e sono generalmente inadatti a se tenere, che risultano interessate da veri e
le attività costruttive o industriali, o di origine considerare tutti i principali fattori che gover- propri processi di perdita della cementazione
naturale, come ad esempio le cavità carsiche; nano un simile problema al finito. Infatti, la (NOVA et al., 2003; ANDRIANI & WALSH, 2006; CA-
il rischio associato all’interazione tra cavità soluzione di tale problema dovrebbe richiedere, STELLANZA et al., 2008). Pertanto, occorre tenere
ed ambiente antropizzato sovrastante risul- oltre alle analisi di carattere geologico-struttu- presente adeguatamente questi aspetti nella
ta di frequente sottostimato nelle attività di rale, anche l’uso di metodologie di valutazione scelta dei parametri meccanici utili nelle valu-
gestione e pianificazione del territorio (PARISE, della pericolosità che siano basate su indagini tazioni sulla stabilità delle cavità o nelle ana-
2012). Tale sottostima è in generale correla- di laboratorio e di sito unitamente all’applica- lisi sulla loro possibile evoluzione nel tempo.

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2014


Questo lavoro intende proporre inizial- stivi ai fini di una valutazione integrale delle tensione massima di trazione generata nelle 75
mente un sintetico stato dell’arte sui prin- condizioni di stabilità di una cavità, poiché aree laterali della trave lungo la volta dovesse
cipali metodi che si possono adottare nella non possono contemplare geometrie com- superare il valore della resistenza a trazione
valutazione delle condizioni di stabilità delle plesse, eterogeneità del deposito o presenza della roccia, si innescherebbe un meccanismo
cavità sotterranee e quindi, successivamen- di specifiche discontinuità capaci di condizio- di fratturazione che porterebbe al collasso
te, discute alcuni casi di applicazione dei nare la stabilità complessiva dell’ammasso della stessa trave. Tale meccanismo sarebbe
metodi numerici allo studio dei processi che roccioso. Inoltre, detti metodi non forniscono all’origine della formazione di una volta a cu-
hanno condotto al collasso di alcune cavità informazioni a riguardo dello stato tensiona- pola della cavità che tende a propagarsi pro-
sotterranee di origine antropica nell’Italia le, del livello di deformazione o del potenziale gressivamente verso l’alto (Fig. 3). DIEDERICHS
Meridionale. meccanismo di rottura. & KAISER (1999a, b) hanno invece applicato la
I metodi analitici prevedono l’applicazio- teoria elastica della trave a conci all’analisi
2. I METODI DISPONIBILI PER LA VALUTA- ne di un calcolo semplificato delle condizioni della stabilità di volte di cavità in roccia stra-
ZIONE DELLE CONDIZIONI DI STABILITÀ DI limiti di collasso della volta di una cavità tificata che tuttavia sono interessate anche
CAVITÀ SOTTERRANEE nell’ipotesi di esistenza di un meccanismo di da fratturazione nella direzione verticale, per
I metodi per la valutazione della stabilità di rottura ben definito, per cui sono stimati i valo- le quali l’esistenza di un arco di compressione
cavità sotterranee disponibili nella letteratura ri limiti delle tensioni nella regione di interes- di spessore sufficiente è ritenuta come con-
specifica possono essere raggruppati in tre classi se dell’ammasso mediante l’uso di soluzioni dizione necessaria ai fini della stabilità (Fig.
principali: metodi empirici, analitici e numerici. in campo elastico per problemi a geometria 4). In particolare, sulla base dei risultati di
I metodi fenomenologici o empirici sono semplice; i valori risultanti sono quindi con- analisi numeriche, gli stessi autori propon-
generalmente basati sull’uso di abachi che frontati con le resistenze dell’ammasso roc- gono alcuni abachi che riportano, al variare

Figura 2 – Abaco di POTVIN & MILNE (1992) per la valutazione della stabilità della volta Figura 3 – Parametri geometrici utilizzati nel modello a trave di OBERT& DUVALL (1967) e
di una cavità progressione della rottura verso l’alto

Figura 4 – Schema di arco


di compressione necessario
alla stabilità di una trave a
conci (da OBERT& DUVALL,
1967).

mostrano aree rappresentative di condizioni Figura 5 – Abaco per la va-


lutazione della stabilità di
stabili o instabili della cavità, definite sul- una volta di cavità in roccia
la base di un numero significativo di casi di fratturata considerando
l’effetto del sovraccarico
studio (Fig. 2, POTVIN & MILNE, 1992; NICKSON, (da DIEDERICHS & KAISER,
1992; CARTER, 1992; GOODINGS & ABDULLA, 2002). 1999a)
I dati di ingresso negli abachi sono preva-
lentemente costituiti da parametri geometrici cioso. OBERT & DUVALL (1967) e JAEGER & COOK delle caratteristiche meccaniche della roccia,
della cavità, parametri geologico-strutturali (1979) forniscono, ad esempio, le soluzioni il campo di stabilità di una volta stratificata
dell’ammasso roccioso e parametri di resi- elastiche per cavità di forma circolare, ret- sulla base della luce ammissibile della volta
stenza della roccia, questi ultimi spesso con- tangolare e di forma più complessa all’inter- e dello spessore degli strati e considerando
siderati attraverso l’uso di parametri di qua- no di ammassi rocciosi continui ed omogenei l’effetto del sovraccarico agente sulla trave di
lità dell’ammasso roccioso definiti mediante in condizioni 2-D e 3-D. Anche per i casi di volta (Fig. 5). Inoltre, sia per le situazioni in
le note classificazioni geomeccaniche dispo- ammassi rocciosi stratificati orizzontalmente, cui prevale il comportamento a trave che per le
nibili in letteratura (Barton, Bieniawski).Tali OBERT & DUVALL (1967) forniscono i valori delle cavità con comportamento a piastra, gli stessi
abachi empirici sono di facile utilizzo, tutta- tensioni massime secondo la teoria della trave autori propongono anche abachi per la stima
via non dovrebbero essere considerati esau- elastica.Secondo tale teoria, se il valore della della stabilità al variare delle caratteristiche

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2014


76 co il ruolo dei processi di degradazione della
roccia in alcune cavità dell’Italia Meridionale
nello sviluppo dei processi di collasso che con-
ducono alla formazione degli sprofondamenti.
A titolo esemplificativo, di seguito sono pre-
sentate un paio di applicazioni del metodo degli
elementi finiti allo studio di processi che hanno
generato sprofondamenti (sinkholes) per effetto
del collasso di cavità sotterranee in ammassi di
calcarenite tenera dell’Italia Meridionale.

3. APPLICAZIONE DEI METODI NUMERICI:


CASI DI STUDIO

3.1 MODELLO 2-D AGLI ELEMENTI FINITI DELLE


CAVITÀ DI CUTROFIANO (LE)
L’area del comune di Cutrofiano (provincia
di Lecce, Fig. 7), insieme a numerosi altri co-
muni del Salento, è caratterizzata dalla pre-
senza di un elevato numero di cavità sotterra-
nee scavate nel secolo scorso per l’estrazione
di calcarenite, con buone caratteristiche per
le attività costruttive locali (PARISE, 2010). Le
gallerie sono state scavate per diversi decenni
all’interno della formazione della Calcarenite
Pleistocenica secondo complessi percorsi sot-
terranei ubicati ad una profondità variabile tra
meno di 10 m e oltre 40 m dal piano campagna
Figura 6 – Abaco per la valutazione della stabilità di una volta di cavità in roccia fratturata per modello a trave (a) e (PARISE et al., 2008). All’interno del complesso
modello a piastra (b) (da DIEDERICHS& KAISER, 1999a). delle gallerie sotterranee sono stati osservati
diversi processi di instabilità, che includono
geometriche della volta, dello spessore di la- teriali di tipo non-lineare. Per citarne alcuni, fessure lungo la volta e le pareti laterali, col-
minazione e delle caratteristiche meccaniche BEKENDAM (1998) ha esplorato la stabilità dei lassi locali di porzioni di roccia dalla volta e
della roccia (Fig. 6). Soluzioni in forma chiusa pilastri di calcarenite e calcare nelle miniere in rotture per taglio lungo le pareti laterali delle
che considerano il comportamento elasto- Olanda mediante modelli agli elementi finiti in cavità con distacco ed estrusione dei blocchi
plastico del materiale roccioso per lo studio campo elasto-plastico di tipo bidimensionale, rocciosi. Veri e propri sprofondamenti sono do-
delle cavità circolari sono state recentemente anche implementando gli effetti del creep. cumentati alla superficie a partire dagli anni
fornite da vari autori, quali LIPPMANN (1971), DIEDERICHS (2003) ha indagato con l’ausilio del ’70 in corrispondenza di alcune zone specifi-
RIBACCHI & RICCIONI (1977), BROWN et al.(1983), metodo degli elementi distinti i meccanismi che del sistema di cavità dove si sono gene-
PANET (1995), e CARRANZA-TORRES & FAIRHURST di fratturazione della roccia che portano al rati processi di collasso globale dell’ammasso
(1999). GESUALDO et al. (2001) propongono collasso globale delle cavità a bassi livelli di sovrastante. Numerose evidenze di processi di
una soluzione in forma chiusa per identifica- confinamento tensionale. GHABEZLOO & POUYA alterazione o di imbibizione della calcarenite
re la geometria di collasso locale di blocchi (2004) hanno invece realizzato un’analisi agli immediatamente a ridosso delle cavità, da ri-
dal tetto di cavità in roccia tenera sulla base elementi finiti per lo studio della diffusione dei condursi a fenomeni di infiltrazione idrica dal
del teorema del limite superiore dell’analisi processi chimici legati al carsismo lungo le piano campagna,o a veri e propri allagamenti
limite ed usando nello specifico un criterio di volte delle cavità in calcare in Francia e della delle cavità, sono altresì state osservate sul-
rottura di Mohr-Coulomb. HOEK & BROWN (1994) corrispondente degradazione della resistenza la base di rilievi in sito. Inumerosi processi di
propongono invece un metodo cinematico per a trazione della roccia con il passare del tem- instabilità osservati (PARISE, 2012) sembrano
l’individuazione dei blocchi potenzialmente po. MORTAZAVI et al. (2009) hanno proposto una essere l’effetto delle basse resistenze mec-
instabili lungo il tetto delle cavità in ammas- indagine numerica sul meccanismo di rottura caniche della calcarenite tenera e della pro-
si fratturati sulla base dell’assetto strutturale dei pilastri di cavità sotterranee mediante
delle discontinuità, a cui fanno seguire una l’applicazione del metodo delle differenze fini-
valutazione delle condizioni statiche degli te, prendendo in considerazione l’effetto della
stessi blocchi sulla base della resistenza al geometria del pilastro e della resistenza della
taglio offerta dalle discontinuità. roccia per i casi delle miniere canadesi. FERRE-
Di recente, le tecniche di modellazione nu- RO et al.(2010) hanno condotto uno studio agli
merica hanno offerto uno strumento decisa- elementi finiti di tipo tri-dimensionale di cave
mente più potente ed accurato nella valutazio- antiche di calcare nelle Alpi Occidentali al fine
ne dello stato tenso-deformativo nell’intorno di individuare le aree di massima concentra-
della cavità ed il relativo campo di spostamen- zione degli sforzi di compressione nei pilastri
ti indotto da uno specifico percorso di carico o e valutarne i relativi coefficienti di sicurezza.
da una variazione delle condizioni al contorno, PARISE & LOLLINO (2011) hanno messo in luce Figura 7 – Ubicazione dei casi di studio: a) Cutrofiano (prov.
anche con l’ausilio di leggi costitutive dei ma- con un approccio numerico di tipo parametri- Lecce), b) Marsala (prov. Trapani).

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2014


ca con il metodo degli elementi finiti di tipo 77
bidimensionale(PLAXIS2D, 2012; PARISE & LOLLI-
NO, 2011). Lo schema di calcolo prevede un as-
setto geologico semplificato, con strati com-
posti dall’alto verso il basso rispettivamente
da (Fig. 8): uno strato di sabbia superficiale,
dello spessore di 5 m; uno strato di argilla
grigia dello spessore di 15 m;uno strato di
calcarenite più resistente (denominata ‘maz-
zaro’), pari a 3 m di spessore; e, infine,un ban-
co di calcarenite tenera, all’interno del quale
è stata definita l’area sottoposta a scavo, di
forma rettangolare (B=6m -H=7.2m; Fig. 8). Il
modello costitutivo adottato per i diversi ma-
teriali è di tipo elastico-perfettamente plasti-
co con criterio di resistenza di Mohr-Coulomb,
flusso non associato (y = 0°) e resistenza a
Figura 8 – Maglia di discretizzazione FEM adottata per il modello delle cavità di Cutrofiano trazione limitata (Tab. 1). Le analisi sono state
condotte in condizioni drenate e lo stato ten-
Tabella 1 – Parametri modello FEM di Cutrofiano sionale iniziale assegnato al dominio è quello
 E’ ’ c’ ’ t c risultante dall’applicazione del peso proprio
(KN/m3) (kPa) (kPa) (°) (kPa) (kPa) dei diversi strati e dall’assegnazione di un
Sabbia 18 70000 0.3 0 28 0 - coefficiente a riposo pari a K0 = 1.
Sono state condotte, pertanto, analisi fi-
Argilla 20 40000 0.25 15 20 0 - nalizzate a simulare gli effetti di un processo
Mazzaro 17.5 180000 0.3 360 33 300 2400 di degradazione progressiva della calcareni-
te tenera lungo le pareti delle cavità o della
Calcarenite 15.5 100000 0.3 160 30 160 1400
calcarenite più resistente ubicata sul tetto
delle cavità. In particolare, è stata inizial-
gressiva degradazione fisico-meccanica della cavità fino a valori di dimensioni critiche, oltre mente simulata una progressiva riduzione
stessa come effetto dei processi di alterazione le quali si innescano processi di collasso gene- della coesione della calcarenite tenera lungo
e imbibizione anzidetti. Di conseguenza, pro- rale dell’ammasso sovrastante la volta. le pareti della cavità, con grado di degrada-
cessi di collasso locale tendono a produrre un Al fine di indagare i processi suddetti è zione che è massimo sul contorno del cavo e
progressivo aumento delle dimensioni delle stata eseguita una modellazione numeri- si riduce verso l’interno dell’ammasso. In Fig.

a) b)
Figura 9 – Risulta-
ti modello FEM di
Cutrofiano: a) aree
con diverso grado
di degradazione
delle proprietà
meccaniche; b)
deformazioni di
taglio nell’ipotesi
di riduzione delle
proprietà lungo le
pareti laterali; c)
deformazioni di
taglio nell’ipotesi
di riduzione delle
proprietà lungo la
volta; d) isolinee
degli spostamenti
verticali nell’ipo-
tesi di riduzione
c) d) delle proprietà
lungo la volta.

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2014


78 9a è illustrato lo schema di calcolo adottato gallerie in sito, e l’altezza della stessa è stata niera significativa nello strato sabbioso (Fig.
con l’indicazione degli strati di materiale con aumentata fino ad un valore massimo pari a 10a) ed isolinee degli spostamenti verticali che
caratteristiche degradate (zona 1: massima Hmax = 9.5 m. Questo incremento dell’altezza indicano un meccanismo “a camino” tipico dei
degradazione; zona 4: minima degradazione). del cavo ha pertanto comportato una assotti- sinkholes (Fig. 10b). Per questa analisi, inoltre,
I risultati delle analisi mostrano che un simile gliamento dello spessore del mazzaro fino ad è stato osservato il mancato raggiungimento
processo comporta la formazione di zone di un valore minimo di 0.5 m. Per spessori del delle convergenza numerica come indicatore di
taglio inclinate verso l’alto a partire dalle pa- mazzaro sulla volta della cavità compresi tra 3 un processo di instabilità di tipo meccanico.
reti del cavo, con un livello delle deformazioni m e 1 m, i risultati delle analisi hanno indicato Infine, è stato anche verificato l’effetto dell’e-
di taglio particolarmente elevato nella zona di una formazione di zone plastiche sia all’interno sistenza di due cavità a distanza ravvicinata,
taglio che parte dall’estremità inferiore delle dello strato residuo del mazzaro che nella por- separate da un setto di calcarenite, che risulta
pareti della cavità(Fig. 9b). Un processo di zione argillosa immediatamente sovrastante, una situazione frequente nel complesso siste-
degradazione dello strato di calcarenite più senza tuttavia compromettere la stabilità glo- ma di cavità ipogee a Cutrofiano (Fig. 11). I
resistente ubicato sulla volta della galleria bale dell’ammasso sovrastante la galleria. Per risultati delle analisi mostrano come una confi-
(mazzaro), come probabile effetto di processi queste analisi il valore del coefficiente di stabi- gurazione simile comporti il raggiungimento di
di percolazione di acqua dal piano campagna, lità, calcolato con il metodo della riduzione di una condizione di collasso locale con parametri
induce invece zone di taglio (Fig. 9c) e isolinee resistenza (MATSUI & SAN, 1992), risulta superio- meccanici ben superiori a quelli necessari allo
di spostamenti verticali (Fig. 9d) che sugge- re all’unità e gli spostamenti verticali calcolati, sviluppo di una rottura locale nel caso di cavità
riscono un meccanismo di rottura locale con del valore massimo di pochi centimetri, sono singola (LOLLINO et al., 2013).

a) b)

Figura 10 – Risultati modello FEM di Cutrofiano: a) zone plastiche calcolate nell’ipotesi diaumento delle dimensioni della cavità; b)isolinee degli spostamenti verticali nell’ipotesi di
aumento delle dimensioni della cavità

formazione di una cupola lungo la volta. risultati concentrati solo in un piccola zona 3.2 MODELLO 3-D AGLI ELEMENTI FINITI (CAVE
Quindi, sono state condotte analisi per la centrale al di sopra della volta della galleria. SOTTERRANEE A MARSALA).
simulazione degli effetti dell’incremento, sia L’assottigliamento dello spessore del mazzaro Il territorio di Marsala (provincia di Trapa-
in altezza che in larghezza, delle dimensioni a valori pari a s = 0.5 m comporta invece la for- ni, Sicilia; Fig. 7) è caratterizzato da numerose
delle cavità, come conseguenza dei processi di mazione di un meccanismo di collasso genera- cave abbandonate, utilizzate in passato per
collasso locale fin qui descritti e dunque per la le che richiama i fenomeni di sprofondamento l’estrazione della locale roccia calcarenitica,
verifica delle condizioni di innesco di processi osservati in superficie al di sopra delle cave. ubicate a profondità variabili da pochi metri
di collasso generale (sinkholes). La cavità è Infatti, in queste ipotesi le analisi mostrano a circa 15 m dal p.c., su livello singolo o su
stata allargata fino ad una dimensione pari zone plastiche che si estendono fino al piano due livelli, e scavate con la tecnica di camere
a B = 8 m, valore massimo riscontrato per le campagna, dove peraltro si allargano in ma- e pilastri. A partire dagli anni‘60 le cave sot-

Figura 11 – Risultati modello FEM a due cavità di Cutrofiano: a) isolinee degli spostamenti verticali; b) isolinee delle deformazioni deviatoriche

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2014


terranee sono state interessate da fenomeni di a compressione monoassiale degli stessi, con sprofondamento occorso (Fig. 13). Il model- 79
instabilità, con evidenze di deformazioni delle valori di resistenza in condizioni sature (c = lo costitutivo adottato per la roccia è di tipo
volte e dei pilastri degli ambienti ipogei. Tali 1.3-1.6 MPa) pari circa alla metà dei corri- elastico-perfettamente plastico con criterio di
fenomeni si sono spesso propagati verso l’alto spondenti valori ottenuti nelle ipotesi di grado resistenza di Mohr-Coulomb, flusso non asso-
sino a raggiungere la superficie topografica, di saturazione nullo (c = 2-3 MPa). Nella mo- ciato (y = 0°) e resistenza a trazione limitata.
con formazione di sprofondamenti che hanno dellazione di seguito descritta, è stato assunto Le analisi sono state condotte in condizioni
coinvolto anche aree urbanizzate, producendo un valore di resistenza a trazione pari a 1/10 drenate ed assumendo l’intero dominio di ana-
danni significativi, come ad esempio lo spro- di quella a compressione. Sulla base dei valori lisi al di sopra della falda, che nell’area delle
fondamento avvenuto nel luglio 2011 nella zo- citati, sono stati dedotti parametri medi di re- cavità risulta essere a profondità maggiore,
na orientale della città di Marsala, che ha cau- sistenza al taglio secondo il criterio di rottura come rinvenuto sulla base di misure di sito.
sato danni ad un edificio scolastico. Analisi di Mohr-Coulomb pari a c = 110 - 150 kPa e In particolare, inizialmente è stata condotta
numeriche sono state condotte dagli scriventi  = 35°, nell’ipotesi di calcarenite in condi- un’analisi numerica con caratteristiche mec-
per esplorare i meccanismi tenso-deformativi zioni di saturazione; si sono altresì considerati caniche rappresentative di condizioni di basso
che hanno prodotto il collasso suddetto (BO- valori pari a c = 165 - 220 kPa e  = 35° grado di saturazione (Analisi 1, Tabella 2); suc-
NAMINI et al., 2013;VATTANO et al., 2014). L’area per simulare condizioni di calcarenite a bas- cessivamente, è stata condotta un’analisi che
indagata è caratterizzata da affioramenti di so grado di saturazione. Detti parametri sono implementa parametri rappresentativi di con-
terreni calcarenitici riferibili alla “Calcarenite
di Marsala” del Pleistocene inferiore, appar-
tenenti al Sintema di Marsala (DI MAGGIOet al.,
2009). La cava oggetto di studio (Fig. 12) è
formata da camere di forma circa quadrango-
lare, spesso comunicanti fra loro e/o separate
da sottili pareti o piccoli pilastri in roccia che
fungono da sostegno,di altezza media pari a
circa 2.7 m e larghezza media di 3.5 m. Le
pareti hanno uno spessore compreso tra 20
cm e 4 m, mentre i pilastri hanno larghezze
variabili tra 30 cm e 4 m. Complessivamen-
te l’ipogeo si sviluppa per circa 480 m al di
sotto di uno spessore di roccia compreso tra
8 e 12 m di profondità. Lungo le fratture sono Figura 12 – Planimetria
quasi sempre evidenti i segni dell’imbibizione della cava di Marsala
con indicazione dell’a-
e dell’alterazione della roccia da parte delle rea soggetta a sprofon-
acque di percolazione provenienti dal piano damento nel 2011
campagna. Rilievi in sito hanno evidenziato
l’esistenza di due tipologie di fratture: quelle stati dedotti come approssimazione lineare di dizioni di saturazione della calcarenite (Analisi
di tipo strutturale, cioè pre-esistenti alla colti- inviluppi di resistenza ottenuti secondo il cri- 2, tabella 2). In particolare, tale analisi simula
vazione della cava, e quelle legate ai processi terio di Hoek-Brown con riferimento ad un in- condizioni di imbibizione della calcarenite, che
di instabilità locali della roccia all’interno tervallo di livello tensionale confrontabile con conseguono a prolungati processi di percola-
della cava (VATTANO et al., 2014).Una carat- quello di sito ed avendo ipotizzato un valore zione di acqua dal piano campagna, così come
terizzazione geotecnica di dettaglio della cal- di GSI (Geological Strength Index, HOEK, 1994) osservato sulla base di rilievi in sito. Da ultimo,
carenite pleistocenica di Marsala, a grana pari a 95, ossia rappresentativo di condizioni si è svolta un’analisi rappresentativa di ipotesi
medio-fine, che risulta inquadrabile secondo di roccia massiva e pressoché intatta. In Ta- di saturazione della calcarenite, con parame-
le classificazioni dell’Associazione Geotecnica bella 1 sono sintetizzati i parametri specifici tri di resistenza che contemplano l’influenza
Italiana (AGI) e dell’International Society for adottati nel calcolo di seguito illustrato. di uno discreto grado di fessurazione dell’am-
Rock Mechanics (ISRM, 1978, 1981) come roc- Un’analisi di tipo tridimensionale è sta- masso (GSI = 80), in accordo con quanto os-
cia da molto tenera a estremamente tenera, è ta svolta con il codice di calcolo PLAXIS3D servato nel corso dei rilievi effettuati in sito,
descritta in ARCESet al. (2000). Tali autori evi- (PLAXIS-BV, 2012) per simulare l’evoluzione che hanno evidenziato la presenza di almeno
denziano la significativa influenza del grado tenso-deformativa dell’ammasso e compren- una famiglia di discontinuità ad andamento
di saturazione dei campioni sulla resistenza dere i fattori responsabili del meccanismo di sub-verticale. Per questa analisi, pertanto, si

Figura 13 – Modello PLAXIS-3D di Marsala. Solidi in vista prospettica (a) ed in vista laterale (b).

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2014


80

Figura 14 – Risultati modello FEM-3D di Marsala: Analisi 2 - isolinee delle deformazioni Figura 15 – Risultati modello FEM-3D di Marsala: Analisi 2 - isolinee delle deformazioni
deviatoriche a livello della cava deviatoriche a livello di un piano orizzontale al di sopra della cava

è ipotizzato un inviluppo di resistenza lineare caratteristiche di resistenza della roccia fino lità, indicano un meccanismo di collasso che
equivalente all’inviluppo di Hoek-Brown defini- al raggiungimento del collasso. ben si accorda con la geometria dell’ammasso
to da c = 75 kPa e  = 35° (Analisi 3, Tab. 2). Con riferimento all’analisi 1 (calcarenite successiva allo sprofondamento, così come
Un valore del coefficiente di spinta a riposo pari
con basso grado di saturazione), a seguito ricostruito sulla base dei rilievi topografici in
a K0 = 1 è stato scelto per l’assegnazione dellodell’analisi plastica, i risultati indicano condi- sito (Fig. 7). Infine, l’analisi 3 (calcarenite con
stato tensionale iniziale dell’ammasso. La zioni di stabilità del modello. Tuttavia, l’analisi grado di saturazione S = 1; GSI = 80) conduce
procedura di calcolo adottata per le tre diverseindica limitate zone di deformazioni deviatori- ad un valore del coefficiente di stabilità pari a
analisi prima descritte ha previsto una fase che plastiche nei pilastri che delimitano le ca- F = 1.3. Il meccanismo di rottura associato è
di generazione dello stato tensionale iniziale mere di coltivazione. L’analisi di tipo strength- rappresentato in Fig. 16 in termini di isolinee
ed una fase di simulazione dello scavo delle reduction ha indicato in questo caso un valore degli spostamenti verticali cumulati in una se-
camere di coltivazione fino al raggiungimento del coefficiente di stabilità dell’ammasso pari zione verticale del modello ed in Fig. 17 come
dell’attuale configurazione geometrica, con a F = 1.8. L’analisi 2 (calcarenite con grado di vista laterale dei vettori di spostamento cal-
riferimento alla quale è stata condotta l’a- saturazione S = 1) mostra livelli di deforma- colati. Le analisi svolte suggeriscono, dunque,
nalisi tenso-deformativa. Successivamente, zione deviatorica plastica molto più accentuati che le condizioni che possono aver condotto
nell’ipotesi di convergenza numerica (condi- nelle aree dei pilastri divisori molto più accen- al collasso da sprofondamento nell’area di
zioni di stabilità del modello), ai fini del cal-tuati rispetto al caso precedente, che indicano Marsala siano da ricercarsi presumibilmente
colo del coefficiente di stabilità è stata svoltacondizioni critiche degli stessi pilastri (Fig. 14). nella concomitanza di processi di saturazione
un’analisi di tipo strength reduction (MATSUI & Inoltre, in Fig. 15 sono mostrate le isolinee delle della calcarenite per imbibizione e di stati di
SAN, 1992), che comporta una riduzione delle deformazioni di taglio incrementali calcolate fessurazione presenti nell’area in esame, che
lungo una sezione orizzontale dell’ammasso al nello specifico sono stati considerati mediante
Tabella 2 – Parametri modello FEM di Cutrofiano
di sopra del sistema di cavità, le quali indica- riduzione della resistenza disponibile di un am-
Calcarenite Calcarenite Calcarenite
asciutta imbibita asciutta no un’area a forma sub-circolare di concen- masso continuo equivalente rispetto all’am-
(GSI = 95) (GSI = 95) (GSI = 80) trazione delle deformazioni immediatamente masso reale. Tuttavia, il conseguimento di va-
 (kg/m3) 15 15.5 15.5 al di sopra dell’area dove le cavità sono più lori del coefficiente di stabilità ancora maggiori
E’50 (MPa) 600 300 300 superficiali, che è coerente con l’area effetti- dell’unità nel caso dell’analisi con condizioni di
vamente interessata dallo sprofondamento saturazione e resistenza globale di ammasso
’ 0.3 0.3 0.3
qui in esame. In queste ipotesi, l’analisi di ridotta per considerare l’effetto delle discon-
c’ (kPa) 165 110 75
riduzione della resistenza indica un valore del tinuità (Analisi 3) suggerisce che il collasso
’ (°) 35 35 35 coefficiente di stabilità dell’ammasso roccioso occorso può essere spiegato esaustivamente
t (kPa) 200 130 130 pari a F = 1.6. I risultati ottenuti nell’analisi 2, nell’ipotesi di un maggiore controllo strutturale
c (kPa) 2000 1300 1300 sebbene configurino una condizione di stabi- del meccanismo dovuto alla presenza di speci-
fiche discontinuità lungo cui si è sviluppata la
Figura 16 – Risultati mo-
dello FEM-3D di Marsala: rottura dell’intero ammasso roccioso.
Analisi 3 - isolinee degli
spostamenti verticali lungo
un piano di sezione verticale 4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il presente contributo ha inteso offrire
Figura 17 – Risultati model- alcuni caratteri peculiari dei metodi oggi
lo FEM-3D di Marsala: Anali- attualmente disponibili per lo studio delle
si 3 – vettori di spostamento
al termine dell’analisi di ri- condizioni di stabilità di cavità sotterranee.
duzione di resistenza (vista I metodi descritti sono espressamente rivolti
laterale)

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2014


alla stabilità delle cavità in un mezzo conti- BROWN E.T., BRAY J.W., LADANYI B., HOEK E. (1983), LOLLINO P., PARISE M., REINA A. (2004), Numerical 81
nuo, laddove per i problemi che coinvolgono Characteristic line calculations for rock tunnels. analysis of the behavior of a karst cavern at
ammassi caratterizzati da un comportamento J. Geotech. Engng Div., ASCE,109, 15-39. Castellana-Grotte, Italy. Proceedings of the 1st
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controllato da discontinuità strutturali si ri- plastic response of underground excavations in (Germany), 49–55.
chiedono metodi specifici che contemplino la rock masses that satisfy the Hoek-Brown failure LOLLINO P., MARTIMUCCI V., PARISE M.(2013), Geological
resistenza delle stesse discontinuità (si veda criterion. International Journal of Rock Mecha- survey and numerical modeling of the potential
ad es., LOLLINO et al., 2004, 2013). nics and Mining Sciences, 36(6), 777-809. failure mechanisms of underground caves. Ge-
Tra quelli descritti, i metodi semplificati CARTER T.G. (1992), A new approach to surface osystem Engineering, 16 (1), 100-112.
sono caratterizzati da semplicità ed immedia- crown pillar design. Proc. 16th. Canadian Rock MATSUI T., SAN K.C. (1992), Finite element slope
tezza di applicazione, ma forniscono risultati Mechanics Symp., Sudbury, 75-83. stability analy sis by shear strength reduction
CASTELLANZA R., GEROLYMATOU E., NOVA R. (2008), An at- technique. Soils & Foundation, 32(1), 59-70.
che sono affetti da un grado non trascurabile tempt to predict the failure time of abandoned mi- MORTAZAVI A., HASSANI F.P., SHABANI M. (2009), A nu-
di approssimazione. I metodi avanzati, che ne pillars. Rock Mech. Rock Eng., 41 (3), 377-401. merical investigation of rock pillar failure me-
nello specifico coincidono con i metodi nu- DELLE ROSE M., FEDERICO A., PARISE M. (2004), Sinkhole chanism in underground openings. Computers
merici, esigono massima accuratezza nella genesis and evolution in Apulia, and their inter- and Geotechnics, 36, 691-697.
definizione dei dati di ingresso e nella inter- relations with the anthropogenic environment. NICKSONS. D. (1992), Cable support guidelines for
pretazione dei risultati, e richiedono al tempo Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 4, 747-755. underground hard rock mine operations. MSc
stesso tempi più lunghi nello svolgimento delle DIEDERICHS M.S. (2003), Rock fracture and collapse Thesis, Dept. Mining and Mineral Processing,
under low confinement conditions. Rock Mecha- University of British Columbia, 223 p.
analisi. Tuttavia, essi possono fornire risultati nics and Rock Engineering, 36 (5), 339-381. NOVA R., CASTELLANZA R., TAMAGNINI C. (2003) A con-
con un grado di attendibilità molto maggiore, DIEDERICHS M.S., KAISER P.K. (1999a), Stability of stitutive model for bonded geomaterials subject
a condizione che i dati di ingresso siano affida- large excavations in laminated hard rock mas- to mechanical and/or chemical degradation.In-
bili. Con particolare riferimento ai metodi agli ses: the voussoir analogue revisited. Int. J. Rock ternational Journal for Numerical and Analytical
elementi finiti, che usualmente sono applicati Mech. Min. Sci., 36, 97-117. Methods in Geomechanics,27(9), 705-732.
adoperando per la roccia in esame modelli co- DIEDERICHS M.S., KAISER P.K. (1999b), Tensile strength OBERT L., DUVALL W.I. (1967), Rock Mechanics and the
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corre tenere presente che tali modelli in realtà J. Rock Mech. Min. Sci., 36, 69-96. de convergence confinement. Press de l’Ecole
si discostano dal vero comportamento mecca- DI MAGGIO C., AGATE M., CONTINO A., BASILONE L., CATA- Nationale des Ponts et Chaussés.
nico osservato per le rocce, che generalmente LANO R. (2009), Unità a limiti inconformi utiliz- PARISE M. (2008), Rock failures in karst. Procee-
presenta caratteri di fragilità in condizioni di zate per la cartografia dei depositi quaternari dings of the 10th International Symposium on
post-rottura. In generale, una significativa nei Fogli Carg della Sicilia nord-occidentale. Il Landslides, 1, 275–280.
accuratezza è richiesta nelle procedure di Quaternario, 22 (2), 345-364. PARISE M. (2010), The impacts of quarrying in the
simulazione dell’ammasso e delle condizioni FERRERO A.M., SEGALINI A., GIANI G.P. (2010), Stability Apulian karst. In: ANDREO B., CARRASCO F., LA MO-
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dendo sia quelle più semplici, volte ad acqui- GHABEZLOO S., POUYA A. (2006), Numerical modelling PARISE M., LOLLINO P. (2011), A preliminary analysis
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Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2014


La SIGEA è un’associazione culturale senza fini di lucro, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare come “associazione di protezione ambientale a carattere nazionale” con decreto 24
maggio 2007 (G.U. n. 127 del 4/6/2007). Agisce per la promozione del ruolo delle Scienze della Terra nella
protezione della salute e nella sicurezza dell’uomo, nella salvaguardia della qualità dell’ambiente naturale ed
antropizzato e nell’utilizzazione più responsabile del territorio e delle sue risorse.
È aperta non solo ai geologi, bensì a tutte le persone e agli Enti (persone giuridiche) che hanno interesse alla
migliore conoscenza e tutela dell’ambiente.
La SIGEA è stata costituita nel maggio 1992 a Roma da 19 Soci fondatori (geologi, ingegneri, architetti, geo-
grafi) esperti o cultori di Geologia Ambientale; conta oggi più di 800 iscritti.
Possono far parte di SIGEA, in qualità di soci, persone fisiche o giuridiche.

Cosa fa SIGEA
• favorisce il progresso, la valorizzazione e la diffusione della Geologia Ambientale, mediante gli “eventi”
sotto riportati, la rivista trimestrale “Geologia dell’Ambiente” e il sito web;
• promuove il coordinamento e la collaborazione interdisciplinare nelle attività conoscitive ed applicative
rivolte alla conoscenza e tutela ambientale; per questo scopo ha costituito le Aree tematiche: “Patrimonio
Geologico”, “Dissesto Idrogeologico”, “Gestione delle Coste”, “Idrogeologia” (con riferimento anche alle tema-
tiche Bonifica siti inquinati e Geotermia), “Infrastrutture e Territorio”;
• opera sull’intero territorio nazionale nei settori dell’educazione e divulgazione, della formazione professio-
nale, della ricerca applicata, della protezione civile e in altri settori correlati con le suddette finalità, attivan-
dosi anche mediante le sue Sezioni regionali;
• organizza corsi, convegni, escursioni di studio, interventi sui mezzi di comunicazione di massa;
• svolge attività di divulgazione scientifica in vari campi d’interesse della Geologia Ambientale, fra cui la
conservazione del Patrimonio Geologico: ad esempio, in collaborazione con ProGEO (European Association for
Conservation of Geological Heritage), ha organizzato il 2° Symposium internazionale sui geotopi tenutosi a
Roma nel maggio 1996 e il 7° Symposium sullo stesso argomento a Bari nel settembre 2012; inoltre è attiva
per svolgere studi, censimenti e valorizzazione dei geositi e per creare collaborazioni con altre realtà europee
afferenti a ProGEO;
• svolge attività di formazione: organizza corsi e convegni di aggiornamento professionale o di divulgazione
su tematiche ambientali, quali previsione, prevenzione e riduzione dei rischi geologici, gestione dei rifiuti,
bonifica siti contaminati, studi d’impatto ambientale, tutela delle risorse geologiche e del patrimonio geolo-
gico, geologia urbana, pianificazione territoriale, pianificazione del paesaggio, contratti di fiume ecc.; inoltre
rende disponibili per i soci le pubblicazioni degli Atti dei convegni SIGEA;
• informa attraverso il periodico trimestrale “Geologia dell’Ambiente”, che approfondisce e diffonde argo-
menti di carattere tecnico-scientifico su tematiche geoambientali di rilevanza nazionale e internazionale; la
rivista è distribuita in abbonamento postale ai soci e a Enti pubblici e privati;
• interviene sui mezzi di comunicazione di massa, attraverso propri comunicati stampa, sui problemi attuali
che coinvolgono l’ambiente geologico;
• collabora con gli Ordini professionali, con il mondo universitario e con altre Associazioni per lo svilup-
po delle citate attività, in particolare nella educazione, informazione e formazione ambientale: con CATAP
(Coordinamento delle Associazioni Tecnico-scientifiche per l’Ambiente e il Paesaggio) cui SIGEA aderisce,
Associazione Idrotecnica Italiana, Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali, Alta Scuola (Scuola di
alta specializzazione e centro studi per la manutenzione e conservazione dei centri storici in territori instabili),
Italia Nostra, Legambiente, WWF, ProGEO ecc.

Società Italiana di Geologia Ambientale


Casella Postale 2449 U.P. Roma 158
Tel./fax 06 5943344
E-mail: info@sigeaweb.it
http://www.sigeaweb.it

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