ISSN 1591-5352
3/2013
Società Italiana di Geologia Ambientale
Periodico trimestrale della SIGEA
Geologia dell’Ambiente
COLLANA SIGEA DI GEOLOGIA AMBIENTALE
SIGEA
Società Italiana
di Geologia Ambientale
www.sigeaweb.it Dario Flaccovio Editore
Federico Boccalaro Giuseppe Gisotti Massimo Bastiani Fabio Garbin ~ Sergio Storoni Ridolfi
DIFESA DELLE COSTE LE UNITÀ DI PAESAGGIO CONTRATTI DI FIUME GEOLOGIA E GEOTECNICA
E INGEGNERIA NATURALISTICA Analisi geomorfologica per la pianifica- Pianificazione strategica e partecipata STRADALE
Manuale per il ripristino degli habitat zione territoriale e urbanistica dei bacini idrogeografici I materiali e la loro caratterizzazione
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GEOTERMIA LE CAVE AMBIENTE URBANO DIFESA DEL TERRITORIO
Nuove frontiere delle energie rinnovabili Recupero e pianificazione ambientale Introduzione all’ecologia urbana E INGEGNERIA NATURALISTICA
Aspetti geologici - Ricerca - Utilizzazione Manuale per la gestione sostenibile Manuale per lo studio e il governo Manuale degli interventi di recupero
delle attività estrattive della città ambientale
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Sommario
Geologia dell’Ambiente
Periodico trimestrale della SIGEA
Società Italiana di Geologia Ambientale
Associazione di protezione ambientale a carattere
nazionale riconosciuta dal Ministero dell’ambiente,
della tutela del territorio e del mare,
con D.M. 24 maggio 2007, G.U. n. 127 del 4.6.2007 I Monti Sartorius, sul medio versante nord-orientale
N. 3/2013 dell’Etna: un geo-morfosito importante per il patrimonio
Anno XXI - luglio-settembre 2013 geologico della Sicilia
PIETRO CARVENI, SANTO BENFATTO, SEBASTIANO IMPOSA,
Iscritto al Registro Nazionale della Stampa n. 06352 GIULIANA MELE, MARIA SALLEO PUNTILLO, GIOVANNI STURIALE 2
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 229
del 31 maggio 1994
Valutazione economica del danno per rischio di alluvioni
in base alle linee guida della Direttiva Europea.
Comitato scientifico Il caso della Marina Alta e della Marina Bassa
Mario Bentivenga, Aldino Bondesan,
Giancarlo Bortolami, Felice Di Gregorio, (Alicante-Spagna)
Giuseppe Gisotti, Giancarlo Guado, ANTONIO COVIELLO, ENRIQUE ORTIZ 14
Gioacchino Lena, Giacomo Prosser,
Giuseppe Spilotro
Geoconservazione: principi di base e rilevanza sociale
Consiglio Direttivo nazionale 2013-2016
Fatima Alagna, Federico Boccalaro (Segretario), FRANCESCO GEREMIA, MARIO BENTIVENGA 27
Antonello Fiore (Tesoriere), Daria Duranti,
Fabio Garbin, Sandro Gennaro, Francesco Geremia,
Giuseppe Gisotti (Presidente), Fabrizio Ioiò,
Gioacchino Lena, Vincent Ottaviani, Debora Perazzoli,
Angelo Sanzò, Andrea Vitturi (Vicepresidente),
Francesco Zarlenga
Comitato di redazione
Federico Boccalaro, Giorgio Cardinali,
Giovanni Conte, Gioacchino Lena,
Paola Mauri, Maurizio Scardella
Direttore responsabile
Giuseppe Gisotti
Redazione
SIGEA: tel./fax 06 5943344
Casella Postale 2449 U.P. Roma 158
info@sigeaweb.it
www.sigeaweb.it
Stampa
Tipolitografia Acropoli, Alatri - FR
PREMESSA Carveni & Benfatto, 2004; Carveni et al., 2007 Le falde neogeniche dell’Orogene Appenni-
Monti Sartorius sono una serie di coni pi- a; 2007 b; 2009; 2010; 2011 b). nico-Maghrebide sovrascorrono sull’Avampa-
Figura 1 – Schema strutturale della Sicilia: ai) Avampaese Ibleo; cam) Catena Appenninico-Maghrebide; ckc) Catena Kabilo-Calabride; cs) Catena Sicana; e) edificio vulcanico etneo;
AGC) Avanfossa Gela-Catania; SIM) Scarpata Ibleo-Maltese; SMF) Sistema di faglie Messina-Fiumefreddo (da Finetti et al., 1996)
Figura 3 – Schema del teatro dell’eruzione etnea del 1865 (da Carveni & Benfatto, 2004): A) faglie. B) fratture eruttive. C) coni piroclastici: 1) Monte Corvo; 2) Monte Baracca; 3 e 4) I
Due Monti; 5) Monte Zappinazzo e Monti Conconi; 6) Monte Frumento delle Concazze; 7) edificio anonimo a SW di Monte Frumento delle Concazze; 8) Monti Sartorius; 9) bocche eruttive
del 1928. D) Orlo della Valle del Bove. E) Alti morfologici: 10) Monte Crìsimo; 11) Monte Ragamo; 12) Monte Chiovazzi. , , , e colate emesse nel 1865
Figura 4 e 5 – Schema morfologico della zona dei Monti Sartorius: le lettere dell’alfabeto latino indicano gli edifici piroclastici formatisi durante l’eruzione del 1865 (A ÷ E) e quelli
precedenti (S ÷ Z), le lettere dell’alfabeto greco le colate laviche, le cifre romane le fratture eruttive e le faglie descritte nel testo, le cifre arabe le bocche esplosive, cerchio pieno per
quelle certe, vuoto per quelle presunte (da Carveni & Benfatto, 2004)
IL SISTEMA PRINCIPALE DI FRATTURE ERUTTIVE cuni elementi sono stati descritti da Grassi Monte Frumento delle Concazze, riattivatisi
Dai disegni di Silvestri (1867) il quale ha (1865) e da Silvestri (1867). nel corso dell’eruzione del 1865.
effettuato un’accurata descrizione dei luoghi Il primo segmento attribuibile a questo Presentano forma a scudo con perimetro
durante e dopo l’eruzione, e dalle fotografie di sistema (Fig. 4: V) ha dislocato lateralmente ellittico, con l’asse maggiore lungo la frattura
Paolo Berthier che ne illustrano la nota scienti- il tratto I del Sistema Principale di Fratture eruttiva.
fica, risulta che la zona compresa tra l’orlo della Eruttive. Lungo le pareti della frattura affiora la
Valle del Bove e Monte Frumento delle Concazze Il secondo corrisponde alla frattura erut- seguente successione:
era attraversata da una serie di fenditure con tiva III (Figg. 4 e 5) che ha alimentato le otto - un banco di scorie saldate, di colore rosso,
direzione E-W e andamento quasi rettilineo; fontane di lava descritte da Grassi (1865). con spessore massimo di tre metri, ubicato
oltrepassato l’orlo craterico di Monte Frumento Il terzo segmento ha alimentato le bocche alla base ispezionabile della frattura; dalla
delle Concazze (di cui bordavano la svasatura), dei crateri a1, a2 e a3 (Figg. 4 e 5: VI). giacitura si evince che le piroclastici pro-
le fratture scendevano lungo il versante orienta- Silvestri ha descritto due fessure rettili- venivano da diversi punti di emissione;
le del cono piroclastico (Fig. 4: I) e convergevano nee che emettevano unicamente vapori, tan- - su queste piroclastici poggia un basalto
intorno a quota 1800 metri, punto da cui ebbe genti all’orlo occidentale del cratere dell’e- a fessurazione colonnare, con spessore
inizio l’emissione di materiali incandescenti. La dificio B (Figg. 4 e 5: VII); in corrispondenza compreso tra uno e due metri; sulle pareti
corrispondenza delle fenditure con gli orli della della presunta ubicazione di tali fessure si trovano scorie saldate, presumibilmen-
svasatura del cratere fa supporre che si tratti affiorano rocce che hanno subito un proces- te risalenti all’eruzione del 1865;
di faglie preesistenti, riattivate in occasione so di alterazione causato dai gas emessi da - la superficie sommitale della colata è ri-
dell’episodio eruttivo in oggetto. fumarole. coperta da un banco di bombe vulcaniche
Mentre la parte più a monte di questo Tramite l’analisi di aerofotografie sono e scorie saldate, di colore grigio scuro, con
sistema di fratture non è facilmente indivi- state individuate alcune scarpate ad anda- spessore massimo di 4 metri;
duabile sul terreno, in quanto impostato su mento rettilineo, assimilabili a faglie, con - la serie stratigrafica si conclude con un
piroclastiti, il tratto compreso tra le quote direzione compatibile con il Sistema Secon- banco di scorie saldate e lapilli, con spes-
1800 e 1725 metri (Figg. 4 e 5: II) si presenta dario di Fratture Eruttive (Figg. 4 e 5: VIII, sore massimo di 3 metri, risalente all’e-
beante ed ispezionabile per una lunghezza di IX e X). ruzione in studio; essa è distinguibile da
duecento metri circa. quella sottostante grazie alla presenza di
Lungo questo tratto della frattura sorgono GLI EDIFICI PIROCLASTICI un livello discontinuo di ceneri alterate;
tre bassi edifici conici (Figg. 4 e 5: 1, 2 e 3; Fig. Le piroclastici emesse nel corso dell’eru- queste piroclastici raggiungono il massi-
6), con raggio massimo di 50 metri ed altezza zione formano una serie di coni di scorie a mo spessore in corrispondenza delle tre
di 5 metri, dai versanti debolmente inclinati, forma di scudo, di spatter cones e di edifici bocche eruttive.
formati da accumuli di bombe e scorie salda- troncoconici con crateri sommitali. Lo studio delle fotografie aeree eviden-
te, i quali preesistevano all’eruzione del 1865, zia che questi tre edifici sono ubicati in una
ed erano coperti da un rado bosco di pini, che I CONI A SCUDO 1, 2 E 3 depressione di forma trapezoidale delimitata
furono bruciati durante l’eruzione. Sono tre edifici coalescenti, ubicati sul da scarpate rettilinee, attribuibili a piani di
L’allineamento di alcune delle bocche basso versante nord-orientale di Monte Fru- faglie dirette (Figg. 4 e 5: XI, XII e XIII); il
eruttive dei crateri relativi agli edifici B, C e mento delle Concazze (Figg. 4 e 5: 1, 2 e 3; riscontro sul terreno è difficoltoso, a causa
D individua la frattura IV (Figg. 4 e 5). Fig. 6); in una delle fotografie che illustrano la delle coperture piroclastiche ed epiclastiche.
pubblicazione di Silvestri (1867) si vede che Secondo Silvestri (1867) questi apparati
IL SISTEMA SECONDARIO DI FRATTURE ERUTTIVE essi preesistevano all’eruzione, ed erano co- scagliarono bombe con diametro anche supe-
Il Sistema Secondario di Fratture Erut- perti da un rado bosco di pini; si tratta quindi riore ad un metro fino a 500 metri di distanza
tive è evidenziato dall’allineamento di altre di edifici poligenici, come dimostra anche la (Fig. 8), e il versante di Monte Frumento delle
bocche eruttive e depositi piroclastici, con sezione geologica esposta lungo la frattura Concazze fu coperto da uno strato di scorie e
direzione compresa tra N-S e NNW-SSE; al- eruttiva, collegati ad attività preistorica di lapilli fino a 15 centimetri di spessore.
GLI EDIFICI A, B, C, D ED E
Sono edifici a tronco di cono irregolare con
crateri sommitali.
Esauritasi l’attività vulcanica, gli edifici
sono stati interessati da fenomeni erosivi
che hanno causato l’arretramento degli orli
dei crateri e l’accumulo di materiali detriti-
ci all’interno di questi, con la conseguente
trasformazione delle cavità da crateri a im-
buto con condotto aperto a cavità con forma
semisferica, a volte con fondo piatto. Tracce
della originaria superficie interna del cratere
dell’edificio B sono visibili lungo il margine
occidentale dell’orlo craterico (Fig. 9).
L’edificio A (Figg. 4 e 5; Fig. 10) è un edi-
ficio composito, costituito da due tronchi di
cono coalescenti, ognuno dei quali presenta
un cratere ellittico, con asse maggiore in di-
rezione NNW-SSE (Figg. 4 e 5: a2 e a3); sul Figura 10 – I crateri a2 e a3 visti da SW (Foto di Sandro Surrentino d’Afflitto)
versante NW del cono settentrionale si apre
un piccolo cratere (Fig. 5: a1; Fig. 11). Esso
entrando in attività ha smantellato un preesi-
stente edificio, di cui si conservano le tracce a
settentrione (Carveni & Benfatto, 2004).
All’interno delle tre cavità crateriche non
vi sono tracce delle bocche eruttive; esse,
secondo quanto scritto da Silvestri (1867)
erano una nel cratere a1, tre allineate in di-
rezione NNW-SSE nel cratere a2, evidenziando
la frattura VI, e tre ai vertici di un triangolo
equilatero nel cratere a3.
L’edificio B presenta ben esposti il versan-
te settentrionale, con 60 metri di dislivello tra
l’orlo craterico e la base dell’edificio, e quello
meridionale, con sviluppo di 55 metri; il ver-
sante occidentale è coalescente con l’edificio
A, e quello orientale con l’edificio C. L’orlo
craterico ha forma ellittica, con diametro
massimo di 120 metri in direzione N 60° E,
e un andamento altimetrico con un massimo Figura 11 – Il Cratere a1
Figura 14 – Caratterizzazione del campo lavico basata sulla natura dei prodotti vulcanici: 1) prodotti piroclastici; 2) aree con prevalente morfologia pahoehoe; 3) aree con prevalente
morflologia aa; P.Z.) zona prossimale; M.Z.) zona mediana; D.Z.) zona distale
Figura 15 – Resti di crateri precedenti all’eruzione del 1865 (Y) in parte sepolti dall’edificio E
si sviluppano prevalentemente colate con - le eruzioni parossistiche, in cui il rapporto bruciati durante l’eruzione; se ne ricava che i
superfici scoriacee, a causa dell’elevata ve- è minore dell’unità; risulta intuitivo che suddetti coni a scudo sono edifici poligenici,
locità della lava che produce una notevole queste eruzioni sono caratterizzate da come dimostrato anche dalla sezione strati-
frammentazione della superficie. Tale fase breve durata e da alti tassi di emissione; grafica, collegati a fasi di attività non datate
è seguita da un periodo di stanca dell’at- - le eruzioni intermedie, in cui il rapporto è di Monte Frumento delle Concazze.
tività, causato da un decremento del tasso prossimo all’unità; Il cratere a1 è delimitato a settentrione da
di emissione, con conseguente arretramento - le eruzioni tranquille, in cui il rapporto è un rilievo (Figg. 4 e 5: S) che lo sovrasta di
del fronte attivo della colata, che, stazionan- maggiore dell’unità. circa 6 metri e si sviluppa verso settentrione
do prevalentemente nel tratto mediano del Relativamente all’eruzione etnea del per più di 100 metri; si tratta dei resti di un
vecchio campo lavico, si sposta per brevi 1865, sulla base dei dati forniti da Romano precedente edificio, in parte smantellato dalle
tratti alternativamente verso valle e verso & Sturiale (1982), il rapporto R risulta essere esplosioni verificatesi quando è iniziata l’eru-
monte; tale fase è caratterizzata dallo svi- di 18,98; quindi questa eruzione è da inserire zione del cratere a1, in parte sepolto dalle pi-
luppo di strutture pahoehoe causate dalla nel campo delle eruzioni laterali etnee a ca- roclastiti emesse dalle bocche del cratere a2.
bassa velocità di scorrimento della lava. rattere “tranquillo”. A meridione degli edifici B, C e D affiorano
Il campo lavico generato dall’eruzione L’indice di esplosività E (rapporto tra il i resti discontinui di tre orli craterici (Figg.
del 1865 può in conclusione essere definito volume delle piroclastiti e la somma del vo- 4 e 5: T, U e W), relativi a un basso edificio
come campo lavico composito (sensu Walker, lume delle piroclastiti e il volume delle lave) preesistente all’eruzione; la colata lavica è
1971). è 0,063 (Romano & Sturiale, 1982). fuoriuscita da una bocca ubicata alla base
Nella letteratura vulcanologica esistono del cratere U (Figg. 4 e 5).
svariati parametri adatti a operare il con- TENTATIVO DI RICOSTRUZIONE DELLA MOR- Alla base orientale dell’edificio E affiorano
fronto tra diverse eruzioni laterali etnee. Essi FOLOGIA PREESISTENTE ALL’ERUZIONE i resti di due crateri (Figg. 4 e 5: Y e Z; Fig. 15).
sono basati sull’analisi dei dati riguardanti In mancanza di documenti cartografici
il tasso di emissione medio e istantaneo, sul precedenti, la ricostruzione della morfologia CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI
calcolo dei volumi dei prodotti emessi, sulla preesistente all’eruzione è stata tentata sulla Le implicazioni di carattere strutturale
durata dell’evento, sulla lunghezza della co- base di aerofotografie e di documenti fotogra- riportate derivano dai rilievi effettuati diret-
lata lavica. fici prodotti da Silvestri (1867). tamente in campagna sulle fratture relative
Si ritiene di particolare efficacia l’appli- Il primo documento è la già citata fotogra- all’evento eruttivo. Le implicazioni di caratte-
cazione del rapporto R tra la durata dell’eru- fia di Bertier, pubblicata sull’articolo di Silve- re generale legate alla dinamica dell’edificio
zione, espressa in giorni, e il tasso di emissio- stri (1867); vi appaiono il basso versante me- vulcanico non sono state oggetto del presente
ne medio, calcolato in metri cubi al secondo, ridionale di Monte Frumento delle Concazze, studio; per tale argomento si rimanda agli au-
proposto da Frazzetta & Romano (1984); que- il tratto II del Sistema Principale di Fratture tori che se ne sono interessati recentemente.
sti autori, in base a tale rapporto, distinguono Eruttive e i coni a scudo 1, 2 e 3, ricoperti da L’eruzione etnea del 1865 si è verificata
tre diversi tipi di eruzione: un rado bosco di pini, molti dei quali vennero sul versante nord-orientale dell’edificio vul-
del danno per rischio di alluvioni Imprese di Assicurazioni nella Seconda Università
di Napoli
E-mail: a.coviello@irat.cnr.it
in base alle linee guida della ENRIQUE ORTIZ
Idrologia e Ambiente Srl – Napoli
Direttiva Europea Socio Fondatore della Società Idrologica Italiana
E-mail: enrique.ortiz@idrologiaeambiente.it
Figura 3 – Curva dei danni in funzione dell’altezza dell’acqua e schema di calcolo del rischio
Figura 6 – Curva di vulnerabilità per la tipologia di struttura residenziale al piano terra Figura 7 – Curva di vulnerabilità per un garage sotterraneo
Figura 8 – Curva di vulnerabilità per un giardino privato Figura 9 – Curva di vulnerabilità di base per la rimozione dei detriti dai viali
Figura 10 – Curva di vulnerabilità per danni ai viali Figura 11 – Curva di vulnerabilità per veicoli in garage
Figura 12 – Curva di vulnerabilità per veicoli in sosta nei viali Figura 13 – Curva di vulnerabilità per le attività commerciali
4.10. CURVA DI VULNERABILITÀ USI AGRICOLI giungere che il tipo di coltivazione può variare doppia pendenza, dato che per livelli inferiori
Anche per gli usi agricoli, esiste una gran- nel tempo in uno stesso appezzamento (in base a 1 m, si considera che i danni al raccolto
de varietà di danni in funzione del tipo di colti- alle scelte dell’agricoltore che lo coltiva). saranno più o meno rilevanti, ma i danni
vazione, lo stato vegetativo o le caratteristiche La scelta è stata quella di ricorrere a due alla stessa pianta sono nulli. Oltre questa
del terreno coltivato. Sarebbe opportuna in curve di vulnerabilità basilare, una (Fig. 15) per altezza, i danni agli alberi aumentano pro-
questo senso l’elaborazione di diverse curve di le colture arboricole (sia asciutte che irrigue) e gressivamente, per cui non solo si perderà il
vulnerabilità per ciascuna coltivazione presen- un’altra (Fig. 16) per le altre colture erbacee, raccolto, bensì, nella peggiore delle ipotesi,
te. Tuttavia, la complessità dovuta alla divisio- ortaggi, vigne, ecc., ovvero, tutto quello che non tutta la piantagione dovrà essere sostituita
ne del territorio e l’associazione di un tipo di può essere considerato un arbusto. con quello che questo comporta.
coltivazione a ogni punto dello spazio, la rende La curva di vulnerabilità adottata per le Bisogna sottolineare il fattore del tempo
poco raccomandabile. A Questo dobbiamo ag- colture arboricole presenta ovviamente una di stazionarietà. Il tempo in cui si trattiene
Figura 14 – Curva di vulnerabilità per l’industria Figura 15 – Curva di vulnerabilità per le colture arboricole
Figura 24 – Dettaglio della mappa di pericolosità nel comune di El Verger per lo straripamento del Fiume Girona durante l’evento alluvionale del 2007
della Marina Alta e della Marina Bassa della curve di vulnerabilità per utilizzo del suolo, sembly, Vienna (Austria).
Provincia di Alicante (Spagna), condotta in calibrate e validate con danni reali, fornisce CHOW V. T. 1982. Hidráulica de los Canales Abiertos.
base alle direttrici indicate dalla Direttiva una stima del danno in euro/anno, che appare Diana.
COVIELLO A. 2005, Il governo dei rischi d’impresa.
europea quadro sull’Acqua. Lo studio ricorre indispensabile per la valutazione di un’opera, Il risk management tra prevenzione e trasferi-
all’utilizzo di diversi modelli nelle varie fasi o di un insieme di misure di difesa dalle pie- mento assicurativo, Giappichelli, Torino
del processo (generazione sintetica di piog- ne, attraverso l’analisi costi – benefici e, in COVIELLO A. 2009, The role of risk management:
ge, analisi stocastica della pluviometria, modo speciale, la priorizzazione di azioni nelle results and prospect, Journal of International
trasformazione pioggia-flusso di scorrimento diverse zone di alluvione. Inoltre questa me- Scientific Publication: Economy & Business,
superficiale, analisi stocastica delle massime todologia consente alle società assicurative Volume 3, Part 1
portate di piena, creazione di modelli idraulici di poter stimare i rischi e quindi i costi delle FRANCÉS, F., VÉLEZ J. J., VÉLEZ J. I., E PURICELLI M. 2002.
Distributed modelling of large basins for a real
bidimensionali e valutazione della vulnerabi- polizze assicurative. time flood forecasting system in Spain. En Pro-
lità), con l’obiettivo di definire il rischio nelle ceedings Second Federal Interagency Hydrolo-
zone soggette ad alluvioni delle due Marine. Si 9. RIFERIMENTI gic Modelling Conference. Las Vegas, USA. July
presentano i risultati focalizzati nel Comune BARROCA B., BERNARDARA P., MOUCHEL JM. E HUBERT 2002.
del Verger, dove è stata validata la metodo- G. 2006. Indicators for identification of urban FRANCÉS, F., J. I VÉLEZ, J. I., E VÉLEZ J. J. 2007. Split-
logia nella piana del fiume Girona nell’evento flooding vulnerability. Natural Hazards Earth parameter structure for the automatic calibra-
System Sciences, 6, pp. 553–561 tion of distributed hydrological models. Journal
di piena d’ottobre del 2007. BÜCHELE B., KREIBICH H., KRON A., THIEKEN A., IHRINGER J., of Hydrology 332, 1: 226–240.
I risultati forniscono delle mappe di OBERLE P., MERZ B. E NESTMANN F. 2006. Flood-risk MERZL B., KREIBICH H., THIEKEN A. E SCHMIDTKE R. 2004.
massima altezza d’acqua con un valore di mapping: contributions towards an enhanced Estimation uncertainty of direct monetary flo-
probabilità associato, in termini di periodo assessment of extreme events and associated od damage to buildings. Natural Hazards and
di ritorno, derivati dai modelli idraulici bidi- risks. Natural Hazards Earth System Sciences, Earth System Sciences, 4, pp. 153–163
mensionali. Queste mappe indicano la peri- 6, pp. 485–503 SALSÓN S. E GARCIA-BARTUAL R. 2003. A space-time
colosità delle zone studiate di fronte a eventi BUSSI G., BELLVER V., GARCÍA-BARTUAL R., FRANCÉS F., rainfall generator for highly convective Mediter-
PUJOL L., GABALDÓN R., ORTIZ E., GUNA V. E ANTON ranean rainstorms, Natural Hazards and Earth
idrometeorologici estremi, e sono di fonda- J. 2011. Flash flood risk assessment following System Sciences, 3, 103–114.
mentale importanza per la pianificazione e the European Water Framework Directive. The UNIVERSIDAD DE CANTABRIA. 2007. Atlas de inun-
l’ordinamento territoriale. case of Marina Alta and Marina Baja (Alicante, dación del litoral peninsular español, 59 pp,
Inoltre, è stata fornita una stima mone- Spain). Geophysical Research Abstracts. Vol. Ministerio de Medio Ambiente; Universidad de
taria del rischio di alluvione, che, mediante 13, EGU2011-13049, 2011. EGU General As- Cantabria.
Figura 1 – Veduta panoramica della piega di Brindisi di Montagna e delle Dolomiti Lucane sullo sfondo (Basilicata centro-orientale). Potenziale geosito di interesse internazionale in
area protetta (Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane).
Figura 2 – Gole del Fiume Alcantara (Sicilia nord-orientale). Geosito raro di interesse nazionale in area protetta (Parco Regionale Fluviale dell’Alcantara).
tamento del sottosuolo mediante l’uso delle stenibile, precauzione, sussidiarietà e leale zio e nel tempo, la seconda descrive la diver-
tecnologie più appropriate. collaborazione, diritto di accesso alle infor- sità biotica solamente nel presente (ProGEO,
Attualmente, urge promuovere non solo mazioni ambientali e di partecipazione) an- 2011).
una cultura geologica della prevenzione, ma che la Commissione Europea ha elaborato Secondo Gray (2004) la geodiversità è
anche sensibilizzare ad un uso più sostenibile diversi documenti strategici, tra i quali vi è indicativa della varietà naturale di tutti gli
delle risorse naturali non rinnovabili. Conte- la “Strategia Europea 2020” per una crescita aspetti geologici, geomorfologici e pedologici
stualmente, l’educazione alla sostenibilità intelligente, sostenibile ed inclusiva. della Terra, incluso le loro associazioni, re-
ambientale, come sottolineato dall’UNESCO La “Geoconservazione”, disciplina emer- lazioni, proprietà, interpretazioni e sistemi;
(2006), nell’ambito del Decennio delle Na- gente nel campo delle Scienze della Terra, è pertanto, la geodiversità è ovunque nel pa-
zioni Unite per l’Educazione allo Sviluppo So- da collegare a questa responsabilità sociale esaggio, nelle rocce e persino nelle pietre da
stenibile (2005-2014), è una delle forze più verso un uso più responsabile delle risorse del costruzione e negli edifici (Fig. 1).
efficaci per generare dei cambiamenti nelle pianeta. In particolare, essa è più focalizzata Non tutti i siti sono significativi per la
conoscenze e stili di vita. sulla gestione di quegli elementi geologici di comprensione della storia della Terra. Infatti,
Tutto ciò è coerente con quanto affermato eccezionale valore scientifico, educativo, tu- se la geodiversità è una parte fondamentale
a Rio+20 nella Conferenza delle Nazioni Unite ristico o culturale. della natura, l’insieme di tutti i beni cultura-
sullo Sviluppo sostenibile (Rio de Janeiro, 20- li, nei quali la geologia costituisce l’interesse
22 giugno 2012). GEODIVERSITÀ, PATRIMONIO GEOLOGICO prevalente (luoghi e paesaggi, rocce, minerali
Nel documento finale “Il futuro che vo- E GEOSITI e fossili), prende il nome di patrimonio geolo-
gliamo”, tra l’altro, si auspica uno sforzo con- La geodiversità è un termine che mette gico (ProGEO, 2011).
giunto da parte dei governi di tutto il mondo in risalto l’infinita complessità della geolo- Questo è parte integrante del patrimonio
e dell’intera società civile per raggiungere gia. Tutte le variazioni che caratterizzano la naturale mondiale e comprende tutte quelle
obiettivi comuni di tutela degli equilibri del storia geologica con i suoi cicli sedimentari, località, rocce, minerali e fossili che danno
pianeta e poi si invita ad un approccio inte- eventi vulcanici, modellamento dei versanti, la possibilità di intuire con facilità l’evolu-
grato ed olistico allo sviluppo sostenibile che le periodiche escursioni tidali. zione organica e inorganica della Terra nel
possa guidare l’umanità a vivere in armonia La geodiversità dà luogo alla “biodiver- corso degli ultimi 4.500 milioni di anni, vale
con la natura (United Nations, 2012). sità” e, mentre la prima implica la compren- a dire tutte le prove dell’evoluzione della vita,
A garanzia dei più importanti principi sione del Sistema Terra e della sua varietà dei movimenti delle placche, della genesi di
in tema di tutela ambientale (sviluppo so- biologica, ecologica ed ambientale nello spa- montagne e di come le variazioni del livello
Figura 3 – GSSP (Global Stratigraphic Section and Point) della base dello Zancleano a Eraclea Minoa (Sicilia centro-meridionale). Geosito di interesse internazionale. Il limite fra il Miocene
ed il Pliocene è stato formalizzato dalla Commissione Internazionale per la Stratigrafia (ICS) dell’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche (IUGS) nel 2000.
Dichiarazione Internazionale dei diritti della memoria della Terra (Digne, 1991)
1 “I pianeti, come le persone, hanno una loro storia ed una propria vita – essi sono nati, si evolvono e muoiono. Così come la vita umana è considera-
te unica, è giunto il tempo di riconoscere l’unicità della Terra”
2 “Il nostro pianeta, la Terra, ci sostiene. Noi siamo, ciascuno e tutti, legati ad essa, essa rappresenta il legame fra tutti gli uomini per tutta la loro
vita”
3 “La Terra ha un’età di 4,5 miliardi anni ed è la culla della vita, la quale nel corso delle ere geologiche ha subito numerosi cambiamenti e trasfor-
mazioni. La sua lunga evoluzione e lenta maturazione ha modificato l’ambiente in cui viviamo”
4 “La nostra storia e quella della Terra non possono essere separate. Le sue origini sono le nostre origini, la sua storia è la nostra storia ed il suo
futuro è il nostro futuro”
5 “La superficie della Terra è il nostro ambiente. Questo è diverso non soltanto da quello del passato, ma anche da quello del futuro. Adesso noi
siamo compagni della Terra e suoi custodi, ma lo siamo soltanto nel transitorio”
6 “Come un vecchio albero conserva la registrazione della sua vita e crescita, la Terra mantiene le memorie del passato scritte nelle sue profondità e
nella sua superficie, nelle rocce e nel paesaggio; questo tipo di registrazione può essere osservata e tradotta”
7 “Noi dobbiamo stare attenti alla necessità di preservare le nostre memorie – il nostro patrimonio culturale. È arrivato il momento di proteggere
il nostro patrimonio naturale. Il passato della Terra non è meno importante di quello dell’Uomo. È ora per noi di apprendere a proteggere questo
patrimonio e quindi leggere questo “libro” del passato, scritto nelle rocce e nel paesaggio prima del nostro arrivo”
8 “L’uomo e la Terra condividono un patrimonio comune, di cui noi ed i nostri governi siamo responsabili custodi. Ogni essere umano dovrebbe
comprendere che il minimo danno potrebbe portare a perdite irreversibili per il futuro. Nell’intraprendere qualsiasi forma di sviluppo, noi dovremmo
rispettare la singolarità di questo patrimonio”
9 “I partecipanti del Primo Simposio Internazionale sulla Conservazione del nostro Patrimonio Geologico, comprendendo oltre 100 specialisti prove-
nienti da più di 30 nazioni, richiedono urgentemente a tutte le autorità nazionali ed internazionali che prendano in considerazione e proteggano
questo patrimonio mediante le necessarie misure organizzative, finanziarie e legislative”
Dichiarazione sui diritti della memoria della Terra condivisa dai partecipanti al primo simposio internazionale sulla conservazione del patrimonio
geologico a Digne (Francia) nel 1991.
del mare, nel tempo, hanno modellato la su- di una nuova area di ricerca, ma il processo l’insieme di tutte quelle disposizioni legi-
perficie terrestre (Fig. 2). d’istituzione di una data disciplina scientifi- slative, strumenti amministrativi, misure e
I luoghi della superficie della Terra con ca- ca o area di specializzazione è complesso ed tecniche di analisi, gestione e valutazione,
ratteristiche geologiche d’intrinseco interesse intrinsecamente legato alla professionalizza- comprensive di eventuale recupero e riqua-
geologico sono stati definiti “geositi” (Fig. 3); zione nel campo della scienza ed alla certifi- lificazione, che hanno come obiettivo la pro-
il loro riconoscimento è possibile mediante cazione sociale di una ricerca scientifica com- tezione del patrimonio geologico dal degrado,
l’applicazione del “principio della singolari- petente; nel caso della “Geoconservazione”, il deterioramento o perdita (Fig. 4).
tà”, come indicato nella “Dichiarazione Inter- tema è stato affrontato in modo esauriente da Tali misure sono anche funzionali alla
nazionale dei diritti della memoria della Terra Henriques et al. (2011). Con tale termine s’in- crescita delle tre principali componenti dello
di Digne” (Martiny & Pages, 1991; Wimbledon tende la conservazione di particolari aree, siti sviluppo sostenibile che sono ambiente, so-
et al., 1995) (vedi box Dichiarazione di Digne). ed esemplari, utili per la ricerca scientifica, la cietà ed economia.
didattica e, dove è possibile, per la divulga- In Italia, si è spesso associato il termine
GEOCONSERVAZIONE COME NUOVA DISCI- zione della storia della Terra ad un pubblico “Geoconservazione” all’attività di pianifica-
PLINA SCIENTIFICA più vasto e la promozione di buone pratiche zione territoriale che, attraverso la definizione
Nella storia delle scienze moderne è di- di conservazione (ProGEO, 2011). di appositi piani di gestione, integra le azioni
mostrato che lo sviluppo della conoscenza è Secondo vari Autori (Reynard et al., 2005; di tutela con quelle di fruizione del patrimo-
di tipo esponenziale quando si ha la creazione Hose, 2012) la Geoconservazione comprende nio geologico (vedi box definizioni). Inoltre, la
Tabella 1 – Obiettivi e principali settori di azione e di ricerca della Geoconservazione (modificato da Henriques et al., 2011).
Geoconservazione è stata definita come il ten- La produzione scientifica e la validazione Natura (geodiversità e geositi) dagli obiettivi,
tativo di cercare di proteggere nel tempo la ge- delle conoscenze riguardante la Geoconser- programmi e strategie future dell’IUCN (Diaz-
odiversità per i suoi valori intrinseci, ecologici vazione, sono ormai consolidate a livello di Martinez, 2012).
e di patrimonio geologico, connessi rispettiva- comunità scientifica internazionale tanto che
mente alla semplice esistenza, all’importanza negli ultimi anni i principali congressi nazio- CAMPI DI AZIONE E RICERCA
del mantenimento di un processo biologico di- nali ed internazionali su tematiche attinenti Nell’ambito di quanto detto preceden-
pendente da quello abiotico ed infine alla vo- alle Scienze della Terra, organizzano sessioni temente, è possibile distinguere tre diversi
lontà umana di preservare, per le generazioni specifiche; inoltre, dal 2009 c’è la possibilità livelli di approfondimento e di ricerca (Tab. 1):
future un sito, un paesaggio o semplicemente di pubblicare articoli scientifici, su una rivista • Geoconservazione di base (Basic Geocon-
un oggetto ritenuto significativo. internazionale specializzata“Geoheritage”, servation) per la classificazione, lo studio
Per Burek (2012), invece, la Geocon- della Springer, dove gli autori affrontano e la conoscenza del patrimonio geologi-
servazione è un processo che inizia con la tutti gli aspetti del patrimonio geologico co della Terra, mediante l’uso di diverse
consapevolezza dell’esistenza della geodi- mondiale. metodologie e tecniche di individuazione,
versità seguita da valutazione, valorizzazio- Wimbledon & Smith-Meyer, nel 2012 catalogazione e valutazione dei geositi
ne, riconoscimento di pericolosità e rischio e hanno pubblicato un manuale sul patrimonio (Bruschi et al., 2011; Fassoulas et al.,
protezione mediante atti legislativi. L’Autore geologico in Europa ed il suo stato di conser- 2012; Pena dos Reis & Henriques, 2009).
conclude poi con l’inclusione delle attività di vazione, in cui si fa riferimento alle attività Tali procedure svolgono un ruolo decisivo
geoconservazione nell’ambito più ampio della di ricerca e di divulgazione scientifica svolte per l’individuazione delle strategie più
conservazione della natura con un approccio dalla ProGEO (The European Association for adatte per tutelare, valorizzare e monito-
olistico e/o integrato. the Conservation of the Geological Heritage), rare il patrimonio geologico a livello locale
La “Geoconservazione” è essenzialmente una associazione europea per la conserva- e nazionale (Gisotti ed., 2003; Massoli-
una disciplina scientifica emergente, il cui zione del patrimonio geologico, che, a partire Novelli ed., 2002; Wimbledon & Smith-
scopo principale è la salvaguardia dei geosi- da Digne nel 1991, continua ad organizzare Meyer Eds., 2012) mettendo a punto un
ti, intesi come le unità di base del patrimonio attività a livello nazionale ed internazionale, approccio scientifico sempre più interdi-
geologico della Terra, attraverso specifiche sotto la guida dei gruppi di ricerca interre- sciplinare ed olistico (Erikstad, 2012).
procedure di classificazione, valutazione, gionali o di altre associazioni nazionali, come • Geoconservazione applicata (Applied
conservazione e valorizzazione (Henriques et SIGEA in Italia. Geoconservation) per la conservazione e
al., 2011). A settembre 2012 in Jeiu, Corea del Sud, la tutela del patrimonio geologico della
Secondo la Nomenclatura Standard Inter- per la prima volta il Congresso Mondiale per Terra; le conoscenze di base sono utili per
nazionale dell’UNESCO (1988) tale discipli- la Conservazione della Natura (IUCN), ha altri scienziati (paleontologi, mineralogi-
na è classificata all’interno del campo delle promosso un forum sulla Geoconservazione, sti, ecc.), amministratori locali e politici
“Scienze della Terra e dello Spazio” (codice mettendo in risalto le azioni da intraprendere quando vi sono esigenze di proteggere e
25), dove sono già collocate la Geografia (co- per una corretta gestione e tutela della ge- tutelare aree di rilevante interesse geolo-
dice 2505) e la Geologia (codice 2506), inte- odiversità e del patrimonio geologico. Una gico nazionale ed internazionale (ProGEO,
grandosi bene con la Geografia delle risorse mozione, approvata all’unanimità, invita i 1999; Wimbledon, 2011).
naturali (Codice 2505.03), la Pianificazione propri membri all’uso del termine di “diversi- • Applicazioni di tecniche per la Geocon-
territoriale ed Uso del Suolo (Codice 2505.04), tà naturale” (Nature diversity) invece di bio- servazione (Technical applications of
la Geologia Ambientale (Codice 2506.04), la diversità, quando ci si riferisce alla natura conservation) per una valutazione e valo-
Geomorfologia (2506.07) ed il Rilevamento in generale e non soltanto a specifici aspetti rizzazione del patrimonio geologico della
Geologico (Codice 2506.06). biologici, per non escludere una parte della Terra, attraverso la produzione di mate-
laurea/diploma in____________________________________________________________________________________
professione ________________________________________________________________________________________
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E-mail: _________________________________________
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I suoi interessi principali nel campo della Geologia Ambientale sono:
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(data) (firma)
(1) Indicare Via/Piazza, numero civico, CAP, città, sigla Provincia. Segnare con un asterisco l’indirizzo al quale deve essere inviata la rivista Geologia
dell’Ambiente e la corrispondenza.
(2) La qualità di socio si acquisisce su domanda del candidato e per approvazione del Consiglio Direttivo.
Possono diventare soci ordinari solo le persone che hanno almeno tre anni effettivi di esperienza nel campo della Geologia Ambientale, documentati
mediante curriculum da allegare. Possono diventare soci aderenti le persone che hanno interesse per la Geologia Ambientale. La quota associativa
annuale è unica, ai sensi del nuovo Statuto adottato nel 1999; per il 201 è di euro 30,00. I versamenti a favore della SIGEA possono essere effettuati
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Secondo lo statuto della SIGEA il rinnovo della quota va effettuato entro il 31 marzo di ogni anno.
Per i nuovi soci, la quota di iscrizione pagata dal 1° novembre in poi è valida per l’anno successivo
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Cosa fa SIGEA
• favorisce il progresso, la valorizzazione e la diffusione della Geologia Ambientale, mediante gli “eventi”
sotto riportati, la rivista trimestrale “Geologia dell’Ambiente” e il sito web;
• promuove il coordinamento e la collaborazione interdisciplinare nelle attività conoscitive ed applicative
rivolte alla conoscenza e tutela ambientale; per questo scopo ha costituito le Aree tematiche: “Patrimonio
Geologico”, “Dissesto Idrogeologico”, “Gestione delle Coste”, “Idrogeologia” (con riferimento anche alle tema-
tiche Bonifica siti inquinati e Geotermia), “Infrastrutture e Territorio”;
• opera sull’intero territorio nazionale nei settori dell’educazione e divulgazione, della formazione professio-
nale, della ricerca applicata, della protezione civile e in altri settori correlati con le suddette finalità, attivan-
dosi anche mediante le sue Sezioni regionali;
• organizza corsi, convegni, escursioni di studio, interventi sui mezzi di comunicazione di massa;
• svolge attività di divulgazione scientifica in vari campi d’interesse della Geologia Ambientale, fra cui la
conservazione del Patrimonio Geologico: ad esempio, in collaborazione con ProGEO (European Association for
Conservation of Geological Heritage), ha organizzato il 2° Symposium internazionale sui geotopi tenutosi a
Roma nel maggio 1996 e il 7° Symposium sullo stesso argomento a Bari nel settembre 2012; inoltre è attiva
per svolgere studi, censimenti e valorizzazione dei geositi e per creare collaborazioni con altre realtà europee
afferenti a ProGEO;
• svolge attività di formazione: organizza corsi e convegni di aggiornamento professionale o di divulgazione
su tematiche ambientali, quali previsione, prevenzione e riduzione dei rischi geologici, gestione dei rifiuti,
bonifica siti contaminati, studi d’impatto ambientale, tutela delle risorse geologiche e del patrimonio geolo-
gico, geologia urbana, pianificazione territoriale, pianificazione del paesaggio, contratti di fiume ecc.; inoltre
rende disponibili per i soci le pubblicazioni degli Atti dei convegni SIGEA;
• informa attraverso il periodico trimestrale “Geologia dell’Ambiente”, che approfondisce e diffonde argo-
menti di carattere tecnico-scientifico su tematiche geoambientali di rilevanza nazionale e internazionale; la
rivista è distribuita in abbonamento postale ai soci e a Enti pubblici e privati;
• interviene sui mezzi di comunicazione di massa, attraverso propri comunicati stampa, sui problemi attuali
che coinvolgono l’ambiente geologico;
• collabora con gli Ordini professionali, con il mondo universitario e con altre Associazioni per lo svilup-
po delle citate attività, in particolare nella educazione, informazione e formazione ambientale: con CATAP
(Coordinamento delle Associazioni Tecnico-scientifiche per l’Ambiente e il Paesaggio) cui SIGEA aderisce,
Associazione Idrotecnica Italiana, Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali, Alta Scuola (Scuola di
alta specializzazione e centro studi per la manutenzione e conservazione dei centri storici in territori instabili),
Italia Nostra, Legambiente, WWF, ProGEO ecc.