Sei sulla pagina 1di 11

1

2019

Semestrale dell’Associazione Forestale del Trentino - Anno 40 - Numero 1 - 1° semestre 2019


ISSN 1121-7782

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - Regime Libero 70% - NE/TN - N. 1 - 2019
RIVISTA SEMESTRALE
DELL’ASSOCIAZIONE FORESTALE
SOMMARIO
DEL TRENTINO

Direttore: Alessandro Paletto IN QUESTO NUMERO 5


Direttore responsabile: Sergio Ferrari
Comitato editoriale: Alessandro Ianeselli, Alessandro Lucio Sottovia
Paletto, Leonardo Pontalti, Valentina Rossetti, Remo Le Marocche Di “Nembia” A San Lorenzo In Banale
Tomasetti, Maria Fulvia Zonta. (Tn): dal detrito sassoso alla faggeta termofila 7
Comitato scientifico: Filippo Brun, Marco Ciolli, Isa-
bella De Meo, Donato S. La Mela Veca, Alessandra Alessandro Paletto, Isabella De Meo, Luisa
Lagomarsino, Alessandro Paletto, Sandro Sacchelli, Napoliello, Federico Panichi, Fabrizio Clementel
Tommaso Sitzia. mappatura partecipata a supporto della gestione
forestale sostenibile (gfs): l’esempio della foresta di
Direzione-Redazione-Abbonamenti-Vendite:
Associazione Forestale del Trentino monte morello 18
c/o MUSE Museo delle Scienze
Corso del Lavoro e della Scienza, 3 – 38122 Trento Bergante Sara, Facciotto Gianni (CREA di Casale
tel. + 39 0461 270311 Monferrato)
E-mail: rivista.dendronatura@gmail.com alley coppice: sistema colturale innovativo per la
www.dendronatura.net - www.muse.it produzione di biomassa e legno da opera 31
Abbonamento annuo: € 25,00
con versamento in c/c postale N. 14448385 Federico Bigaran e Marta Villa
con versamento in c/c bancario IBAN beni comuni e domini collettivi: il ruolo della
IT31J0200801803000046069501 (Unicredit - intesta- biodiversità agraria ed agroalimentare nella
to Ass. For. del Trentino) salvaguardia e valorizzazione del patrimonio e
1 copia € 12,50 + spese postali (arretrati il doppio) dell’identità locale. Il case study della vacca di razza
Sito: www.dendronatura.net rendena nei territori del parco naturale adamello-brenta.
E-mail: alessandro.ianeselli@gmail.com 38
Stampa: Esperia Srl - Lavis (TN). Maria Rizzo e Patrizia. Gasparini, Sergio Tonolli,
Autorizzazione del Tribunale di Trento Roberto Zoanetti, Dino Buffoni, Francesco
n. 14331 del 24.10.1979 Dellagiacoma
le foreste private in provincia di Trento: indagine
sulle caratteristiche della proprieta’ e sulle attitudini
“Il simbolo che introduce l’articolo sta a signi- gestionali dei piccoli proprietari 47
ficare che lo stesso è stato sottoposto in forma
anonima all’esame di un revisore esterno” Salvatore Nieddu
proposta di modello di determinazione delle lacune
forestali e della loro valutazione di attitudine ad
In copertina opera di Luciano Zanoni, “Albero di melo”, 2003, interventi di rinfoltimento della copertura forestale 60
cm 340x191x162. Foto di Gianluigi Rocca.
Luciano Zanoni nasce a Caldes il 20 maggio 1943.
Fin dall’adolescenza esercita la professione del fabbro. NOTIZIE
Lavorare il ferro è eredità familiare.
Affascinato dalle forme che il mondo vegetale quotidianamen- Remo Tomasetti
te offre al sua sguardo, le elabora modellando il ferro a colpi di
maglio nella sua fucina-laboratorio e le concretizza artistica- Ricordo di Dario Brol 76
mente in forme scultore.
Nascono così mele, pere, cavoli, barbabietole ed altri ortaggi, APPUNTI
ma anche girasoli, alberi di melo, ulivi, viti, melograni, noc-
cioli.
Paolo Vallorz, che da sempre ha stimolato ed incoraggiato l’at- Leonardo Pontalti
tività artistica di Luciano, così ebbe a scrivere di lui in occa- Trote marmorate e DNA 78
sione di una delle tante personali del Nostro artista: “Le sue
opere sono belle, forti e sensibili: comprensibili. Rappresenta-
no quell’unione felice di ciò che gli sta dentro e del mondo che Sergio Ferrari
fuori lo circonda”. Forestali degli anni ‘50 82
Oggi, dopo oltre 40 di sperimentazione artistica a colpi di ma-
glio, le opere di Luciano Zanoni hanno raggiunto un successo Paola Conzato
ed una fama universale, sia da parte della critica che del pub-
blico. Sono presenti in importanti collezioni pubbliche e priva- I Mirtilli 84
te a cominciare da quel primo ulivo realizzato per la fondazio-
ne di Bill Gates.
Le molte esposizioni artistiche testimoniano la sua notorietà: Allo scopo di facilitare le comunicazioni relative alle
Parigi, Praga, Milano, Brescia, Innbruck, New York e molte iniziative organizzate dall’Associazione, chiediamo
altre. Anche le testimonianze critiche contribuiscono a rendere
importante e prestigioso il Nostro. Hanno infatti scitto di Lui, cortesemente ai soci di far pervenire il proprio
per citare solo i più famosi, Giovanni Testori, Jean Clair, Albe- indirizzo e-mail scrivendo a:
rico Sala, Raffaele De Grada, Giorgio Soavi, Danilo Eccher, rivista.dendronatura@gmail.com
Bruno Passamani.
Grazie
38

FEDERICO BIGARAN, MARTA VILLA

Beni comuni e domini collettivi: il


ruolo della biodiversità agraria ed
agroalimentare nella salvaguardia
e valorizzazione del patrimonio e
dell’identità locale
Beni comuni Non vi è ancora concordanza tra gli studiosi
verso un’unica definizione del concetto di
I cosiddetti “beni comuni”, in linguaggio “bene comune” e sulla individuazione di un
anglosassone commons o common pool re- elenco universalmente riconosciuto di tali
sources, sono da tempo al centro di un im- beni. Essi rappresentano una nuova catego-
portante dibattito a livello globale (OSTROM ria che si affianca a quelle già note di bene
E.1990, 2002; COSTANZA et al., 1997; CO- privato e di bene pubblico e per la loro indi-
STANZA and Daly, 1992; AGRAWAL A. 2003, viduazione appare necessario un approccio
RODOTÀ 2018),1 reso oggi più pressante interdisciplinare fra il settore economico,
dall’individuazione degli obiettivi per lo svi- che individua il bene come risorsa oggetto
luppo sostenibile definiti dall’Agenda 2030 di scambio, quello giuridico che individua
dell’ONU (Risoluzione adottata dall’As- il bene come oggetto di diritti e quello an-
semblea Generale il 25 settembre 2015) e tropologico che lo individua all’interno
dalle evidenze emerse dai recenti rapporti dei valori regolatori delle relazioni umane.
sullo stato della biodiversità a livello glo-
bale (si veda: FAO primo rapporto globale Le difficoltà maggiori si riscontrano nel-
sullo stato della biodiversità; Global asses- la collocazione dei beni immateriali
sment report on biodiversity and ecosystem (patrimonio culturale, conoscenza, tra-
services IPBES-Intergovernmental Scien- dizioni, comunicazione, paesaggio…)
ce-Policy Platform on Biodiversity and e delle risorse naturali (aria, acqua, fo-
Ecosystem Services; 2019). In particolare reste, fauna, flora, biodiversità…).
si è andato progressivamente affermando il
principio della salvaguardia intergenerazio- In sede nazionale il riconoscimento legisla-
nale delle utilità prodotte dai beni comuni e tivo di questa categoria di beni è stato per-
nel contempo è cresciuta la consapevolezza seguito dalla Commissione Rodotà, costi-
delle gravi condizioni di depauperamento e tuita nel giugno 2007 per la modifica delle
scarsità di gran parte di essi. I rapporti degli norme del codice civile in materia di beni
organismi internazionali presentano “pre- pubblici, e con la successiva presentazione
occupanti prove che la biodiversità che sta di un disegno di legge che introduce la nuo-
alla base dei nostri sistemi alimentari stia va categoria dei beni comuni. La proposta
scomparendo, mettendo a rischio il futuro li definisce come elementi materiali ed im-
dei nostri alimenti, dei mezzi di sussisten- materiali, di titolarietà pubblica o privata,
za, della salute umana e dell’ambiente”. che esprimono utilità funzionali all’eserci-
zio dei diritti fondamentali nonché al libero
1 Interessante a proposito dell’argomento trattato in que-
sto articolo, la riflessione teorica di Stefano Rodotà e in
sviluppo della persona e prevede la loro tu-
particolare i capitoli «Il diritto al cibo» e «Verso i beni tela e salvaguardia a beneficio delle genera-
comuni».
39

zioni future nonché la garanzia di una loro sviluppo delle persone e dei quali, perciò,
fruizione collettiva. La proposta prevede la legge deve garantire in ogni caso la fru-
inoltre il coordinamento fra disciplina dei izione collettiva, diretta e da parte di tutti,
beni comuni e la disciplina degli usi civici. anche in favore delle generazioni future.

La teoria economica tradizionale prevede Nello schema di d.d.l. è previsto che, ove
due caratteristiche fondamentali per la de- la proprietà di questi beni sia pubblica,
finizione di un bene economico: la rivalità gli stessi siano collocati fuori commer-
nel consumo (SAMUELSON 1954) e l’esclu- cio, salvo i casi in cui la legge consen-
dibilità (MUSGRAVE, 1959). Un bene vie- ta la possibilità di darli in concessio-
ne definito “rivale” quando il consumo da ne, per una durata comunque limitata.
parte di un soggetto limita o impedisce la In questo senso i beni comuni sono con-
possibilità di godimento del bene da parte cettualmente differenti dai beni pubblici,
di un altro soggetto, un bene viene defini- che oltre ad essere non escludibili sono an-
to “escludibile” se economicamente e/o che non rivali: cambia quindi la natura del
tecnicamente o praticamente è possibile ruolo pubblico per garantirne la fruibilità.
impedire a qualcuno di godere di un deter-
minato bene se non dispone dei necessari
diritti, se non ha pagato per il suo utilizzo.
Domini collettivi
L’applicazione di tali concetti determina,
per gli economisti, una classificazione dei La recente Legge n. 168 del 20 novembre
beni secondo la quale i beni comuni sono 2017, «Norme in materia di domini collet-
beni caratterizzati da rivalità e non esclu- tivi»2 riconosce i domini collettivi, comun-
dibilità. In sostanza tutti possono usufruire que denominati, come ordinamento giuridi-
di tali beni, ma il loro eccessivo utilizzo da co primario delle comunità originarie ed in-
parte di alcuni può portare all’impossibilità dividua le seguenti motivazioni per una loro
di utilizzo da parte di altri. Questo determi- tutela e valorizzazione: i domini collettivi
na la necessità dell’intervento della pubbli- sono stati definiti come elementi fondamen-
ca autorità o comunque di una istituzione tali per lo sviluppo delle collettività locali;
che sancisca il giusto livello di utilizzo del possono esser considerati strumenti per la
bene nell’interesse dell’intera società evi- tutela del patrimonio ambientale nazionale,
tando lo sovra sfruttamento delle risorse. essendo divenuti componenti stabili del si-
stema ambientale; queste istituzioni svolgo-
Secondo tale classificazione sono realmente no da secoli il ruolo di basi territoriali per la
pochi i beni che posseggono pienamente le salvaguardia del patrimonio culturale e na-
caratteristiche di non rivalità e non esclu- turale; sono infatti definibili come strutture
dibilità proprie dei beni pubblici mentre la eco-paesistiche del paesaggio agro-silvo-
maggior parte sono ascrivibili alla categoria pastorale nazionale, fonte di risorse rinnova-
dei beni comuni o dei beni collettivi, in con- bili da valorizzare ed utilizzare a beneficio
siderazione della loro possibile escludibilità. delle collettività locali degli aventi diritto.

Beni comuni sono pertanto quei beni a con-


sumo non rivale, ma esauribile, come i fiu- Nelle varie forme che possono assumere gli
mi, i laghi, l’acqua ed i relativi impianti di assetti fondiari collettivi (Usi Civici, Uni-
distribuzione, l’aria, i lidi costieri, i parchi versità agrarie, Regole, Comunioni familiari
naturali, le foreste, i beni ambientali, la fau-
na selvatica, i beni culturali, i quali, a pre-
scindere dalla loro appartenenza pubblica o
2 Legge 20 novembre 2017, n. 168 Norme in materia
privata, esprimono utilità funzionali all’e- di domini collettivi. GU Serie Generale n.278 del 28-11-
sercizio dei diritti fondamentali e al libero 2017.
40

Montane, Comunali, Beni sociali, Consorzi


di Utenti, Frazioni, Consorterie, Partecipan-
ze agrarie…) elemento comune è la presen-
za di una collettività che detiene dei diritti
di utilizzo e godimento di specifiche esten-
sioni di terreno o di corpi idrici (di proprietà
sia pubblica sia privata) abitualmente riser-
vata ad un uso agro-silvi-pastorale. Collet-
tività, diritti d’uso e patrimonio civico sono
pertanto gli elementi che caratterizzano tale
istituto. Per patrimonio civico si intende “il Figura 1
complesso di risorse materiali ed immate-
riali che concorrono a mantenere l’identità e
l’autonomia dell’assetto fondiario collettivo La biodiversità di interesse agricolo ed
nel tempo e nello spazio mediante l’adatta- alimentare
mento in ambiente evolutivo”. (NERVI 2016)
La Legge 1° dicembre 2015 n. 194 “Dispo-
Alle comunità locali è stata sempre più rico- sizioni per la tutela e la valorizzazione della
nosciuta la capacità di gestire con successo biodiversità di interesse agricolo e alimen-
le risorse fondiarie comuni (GRETTER et al. tare”, adottata in conformità alla Conven-
2016) contribuendo alla conservazione delle zione sulla Biodiversità, (Rio de Janeiro il
risorse naturali e paesaggistiche, degli eco- 5 giugno 1992) e al Trattato internazionale
sistemi semi-naturali e dei servizi che essi sulle risorse fitogenetiche per l’alimenta-
forniscono alle comunità locali. Anche se zione e l’agricoltura (Roma il 3 novembre
termini come biodiversità, servizi ecosiste- 2001), stabilisce i principi per l’istituzione
mici, paesaggio, spesso non compaiono nei di un sistema nazionale per la tutela e di va-
documenti fondanti le organizzazioni che lorizzazione della biodiversità di interesse
gestiscono proprietà collettive, la funzione agricolo e alimentare finalizzato alla tutela
di conservazione delle risorse naturali è in- delle risorse genetiche di interesse alimen-
sita nell’interesse delle comunità locali al tare ed agrario locali dal rischio di estin-
fine di trasmettere alle generazioni future lo zione e di erosione genetica. Tale obiettivo
stesso patrimonio naturale ricevuto dai pre- viene perseguito anche attraverso la tutela
decessori, generando un’intima interrelazio- del territorio rurale, contribuendo a limitare
ne tra dominio collettivo e comunità locale. i fenomeni di spopolamento e a preservare
l’ambiente da fenomeni di inquinamento ge-
Elementi per una gestione di successo netico e di perdita del patrimonio genetico.
sono la comunicazione, la reciprocità, la
fiducia, la reputazione, la creazione di un Costituiscono elementi del sistema nazio-
sistema di relazioni sociali basato sulla co- nale: l’anagrafe nazionale, nella quale ven-
operazione e sulla partecipazione, evitan- gono iscritte a seguito di un’istruttoria le
do lo sfruttamento eccessivo della risorsa risorse genetiche di interesse alimentare ed
“bene comune”, alti costi di gestione ed agrario locali di origine vegetale, animale
inefficienze amministrative. Esiste tuttora o microbica soggette a rischio di estinzio-
un legame saldo tra la gestione tradizio- ne o di erosione genetica, la rete nazionale
nale da parte delle ASUC, la monticazio- composta dalle strutture locali, regionali e
ne della razza autoctona e la presenza di nazionali per la conservazione del germo-
una spiccata biodiversità nei luoghi dove plasma ex situ e dagli agricoltori e dagli al-
il pascolo viene amministrato ancora oggi levatori custodi per la conservazione delle
secondo regole antiche e tradizionali. risorse genetiche in situ/on farm, il portale
nazionale ed il comitato permanente. La
Legge prevede la possibilità, anche da parte
41

delle Regioni e Province autonome, di pro- ché enti pubblici e prevede che anche le
muovere le attività degli agricoltori e degli Regioni e le Province autonome possano
allevatori tese al recupero delle risorse ge- promuovere l’istituzione di tali comunità.
netiche di interesse alimentare ed agrario
vegetale locale e allo svolgimento di attività Tutelare e sviluppare la biodiversità natu-
di prevenzione e di gestione del territorio rale ed agraria è divenuto quindi obiettivo
necessarie al raggiungimento degli obiettivi di varie iniziative e programmi che rico-
di conservazione della biodiversità di inte- noscono in essa un elemento chiave per il
resse agricolo e alimentare. La Legge asse- funzionamento dell’ecosistema Terra e per
gna inoltre alla Regioni ed alle Province au- la sopravvivenza dei suoi abitanti. Gli im-
tonome la definizione delle modalità di con- pegni assunti in sede internazionale dallo
servazione in situ, ossia nell’ambito dell’a- Stato Italiano e dalle Regioni, e le conse-
zienda agricola, delle risorse genetiche di guenti azioni intraprese, evidenziano il va-
interesse alimentare ed agrario del proprio lore sociale, economico, scientifico, educa-
territorio soggette a rischio di estinzione o tivo, culturale, ricreativo ed estetico della
di erosione genetica e l’individuazione de- biodiversità. Appare sempre più chiaro che
gli agricoltori e allevatori custodi che effet- alla perdita della biodiversità corrisponde
tuino tale conservazione nonché, per quanto un impoverimento della qualità della vita,
di propria competenza, l’individuazione dei un incremento dei costi economici e sociali,
soggetti pubblici e privati che consentano nonché la riduzione delle capacità di rispo-
la conservazione ex situ delle risorse gene- sta ai cambiamenti dell’ambiente e dei biso-
tiche, nonché le iniziative per incentivare e gni umani. Gli ecosistemi, compresi quelli
promuovere l’attività da essi svolta. Le Re- agricoli, forniscono un’ampia serie di ser-
gioni provvedono alla loro iscrizione alla vizi (di fornitura, di regolazione, culturali,
Rete nazionale della biodiversità di interes- di supporto) che consentono la vita. L’aria
se agricolo e alimentare. Inoltre la Legge che respiriamo, l’acqua, il cibo, il legna-
prevede che le Regioni e le Province auto- me, le fibre, le piante medicinali, il clima,
nome possano realizzare periodiche cam- il contenimento delle malattie, la protezione
pagne promozionali di tutela e di valorizza- idrogeologica, il benessere spirituale, l’ispi-
zione della biodiversità di interesse agricolo razione artistica e culturale, la ricreazione
e alimentare prevedendo l’individuazione sono influenzate dal livello di biodiversità
di appositi “itinerari della biodiversità” per presente nei vari livelli (territorio, paesag-
promuovere lo sviluppo dei territori inte- gio, ecosistema, genere, specie, genoma…).
ressati, anche attraverso l’indicazione dei
luoghi di conservazione presso le azien- Per le comunità locali, in particolare per
de agricole ed ex situ nonché dei luoghi di quelle che responsabilmente gestiscono
commercializzazione dei prodotti connessi beni comuni, come le ASUC, diviene stra-
alle risorse genetiche oggetto di conserva- tegico individuare quali fra i vari servizi
zione, compresi i punti di vendita diretta. offerti dalla biodiversità possano divenire
La Legge istituisce inoltre le Comunità del forza propulsiva dello sviluppo rurale in
cibo e della biodiversità di interesse agrico- grado di innescare i processi desiderati, ga-
lo e alimentare, ossia ambiti locali derivanti rantire sostenibilità nel tempo e fornire al
da accordi tra agricoltori locali, agricoltori e “sistema rurale” adeguati strumenti di resi-
allevatori custodi, gruppi di acquisto solida- lienza, ossia per aumentare la capacità del-
le, istituti scolastici e universitari, centri di le comunità locali di resistere alle crescenti
ricerca, associazioni per la tutela della qua- minacce al fine di ritrovare le condizioni
lità della biodiversità di interesse agricolo desiderate oppure instaurare nuovi equili-
e alimentare, mense scolastiche, ospedali, bri. Alcuni aspetti divengono fondamentali
esercizi di ristorazione, esercizi commer- nel complesso rapporto fra biodiversità e
ciali, piccole e medie imprese artigiane di sviluppo rurale: l’ecosistema e le sue carat-
trasformazione agraria e alimentare, non- teristiche, le forme organizzative adottate
42

per la tutela e la valorizzazione della biodi- viene ancora oggi allevata e monticata.
versità naturale ed agraria, il grado di par-
tecipazione della popolazione, la presenza La presenza di questa razza bovina con
di adeguate professionalità e competenze. le sue caratteristiche di rusticità ha con-
La complessità delle situazioni, dall’ecosi- sentito di mantenere viva e vitale la prati-
stema alle relazioni socio-economiche ed ca dell’alpeggio che da un lato soddisfa
istituzionali, necessitano di nuove profes- i bisogni fisiologi ed etologici degli ani-
sionalità e competenze in particolare per mali allevati, compreso l’esercizio fisi-
facilitare processi e relazioni, interazione co e l’accesso all’aria aperta e al pascolo,
fra i vari capitali (umano, sociale, naturale, e dall’altro permette di mantenere vivo
territoriale) presenti in un determinato am- il paesaggio tradizionale degli alpeggi e
bito per la ricerca di soluzioni condivise. le funzioni di salvaguardia del territorio.

La Valle Rendena, il Parco Naturale Ada-


mello-Brenta (PNAB) e la razza bovina
Rendena

La Val Rendena, situata nel Trentino occi-


dentale fra il gruppo montuoso del Brenta
(ad est) e quello dell’Adamello (ad ovest)
è percorsa dal fiume Sarca e si estende Figura 2
per circa 30 chilometri da Passo di Cam-
po Carlo Magno fino all’abitato di Tio-
ne. Il suo territorio ricade per gran par- Nel periodo estivo l’intera mandria
te nel Parco Naturale Adamello-Brenta aziendale si sposta negli alpeggi libe-
(PNAB), la più vasta fra le aree protette rando le stalle del fondovalle e con-
del Trentino (620 chilometri quadrati), sentendo così agli allevatori di dedi-
posto tra i 477 ed i 3.558 m d’altitudine. carsi alla cura dei prati ed al foraggio.

Per quanto concerne la biodiversità di inte- La sostenibilità dell’attività zootecnica


resse agrario la Valle si caratterizza per l’e- tradizionale in ambiente montano viene
levata presenza di vacche di razza Rendena. valutata anche in relazione alla fruizione
Mentre in altri contesti, anche alpini, si è turistico-ricreativa del territorio. Prati e
assistito alla massiccia introduzione di raz- pascoli oltre ad avere una importante fun-
ze bovine cosmopolite ad alta produttività, zione produttiva rappresentano una risorsa
in Val Rendena è sempre rimasta attiva una fondamentale per il turismo e svolgono un
zootecnia tradizionale adatta al territorio ruolo fondamentale nel mantenimento degli
montano che trova nella razza bovina og- agro-ecosistemi e degli equilibri idrologici.
getto dello studio il suo partner di elezione. Fra le linee guida proposte per le attività
di gestione della malghe ed in particolare
Uno studio pioniere (BIGARAN, VILLA 2019) per le procedure di affidamento è previsto
ha indagato il rapporto tra il sistema di al- infatti un punteggio di merito per la monti-
levamento della vacca locale di razza Ren- cazione con animali appartenenti alle razze
dena e la protezione attiva del paesaggio locali a rischio di estinzione: il punteggio
attraverso la gestione comune dei pascoli, viene assegnato sulla base del rapporto per-
in particolare dei terreni di proprietà collet- centuale tra i capi monticati appartenenti a
tiva appartenenti alle ASUC situati nel ter- tali razze iscritte nei rispettivi libri genea-
ritorio del Parco Naturale Adamello Brenta logici (razze bovine Grigio Alpina, Ren-
o nelle prossimità, dove la vacca Rendena dena e Bruna alpina originale; razze ovine
43

Lamon, Tingola e Villnoesserschaf; razze dei parti; l’età media dei bovini è di circa
caprine Bionda dell’Adamello e Pezzata sei anni e questo permette una bassa quo-
mochena; razze equine Norica e Caval- ta di rimonta con riduzione dei costi, la
lo da tiro pesante rapido) ed il totale dei sua rusticità la rende particolarmente adat-
capi alpeggiati alla data di monticazione.3 ta per lo sfruttamento dei pascoli montani.

Caratteristiche della razza Rendena

La Rendena è una razza autoctona a duplice


attitudine, ossia utilizzata per la produzione
di latte e carne. Caratteristico è il mantel-
lo liscio e uniforme con varie gradazioni di
colore castano, più scuro nei maschi dove
può essere quasi nero. Peculiari della razza
sono anche i peli color avorio all’interno Figura 3
dei padiglioni auricolari, la striscia dorso-
lombare più chiara, le corna leggere, bian- I programmi di selezione hanno come obiet-
che alla base e nere in punta, e l’orlatura tivo primario il miglioramento della duplice
chiara del fusello di color ardesia. La gio- attitudine della razza (latte e carne), mante-
gaia è piuttosto sviluppata nel toro, meno nendo però inalterate quelle caratteristiche
evidente nelle femmine. Gli arti e l’ossatura positive che la rendono particolarmente
in genere sono robusti ma non grossolani. adatta al pascolamento. La grande adatta-
bilità all’alpeggio non compromette le pro-
La Rendena è una razza, rustica, particolar- duzioni di latte delle vacche della razza as-
mente adatta all’alpeggio, prova ne è che an- sociate alla produzione di vitelli di maggior
cora oggi la quasi totalità delle vacche alle- valore rispetto a quelli delle razze da latte.
vate in Trentino passano i quattro mesi esti-
vi sulle malghe della Val Rendena. Questa Queste caratteristiche peculiari predispon-
caratteristica rende la Rendena particolar- gono la Rendena all’allevamento secondo
mente apprezzata da numerosi allevatori di il metodo dell’agricoltura biologica, scelta
diverse province nelle Alpi e negli Appenni- effettuata in questi anni da diverse aziende
ni che possono disporre dei pascoli in quota. della Val Rendena e dintorni, con risultati
che soddisfano gli allevatori sia sotto il pro-
La produzione media annua di latte si filo economico sia di gestione della mandria.
attesta oltre ai 45 quintali, dato ritenu-
to positivo considerato il minimo ap- La consistenza provinciale dei bovini di
porto di mangime concentrato fornito razza Rendena al 30 agosto 2013 era di
dagli allevatori e l’utilizzo di zone dif- 2061 capi di cui 890 classificati come
ficili e marginali per l’alpeggio estivo. “manze” appartenenti a circa 120 allevatori.

La razza si distingue per alcune caratteri- Da un’indagine condotta su di un grup-


stiche: la fertilità, la longevità e la rustici- po di aziende biologiche della Val Ren-
tà. Il periodo fra parto e concepimento è di dena (dati 2013) emerge che le aziende
circa 85 giorni e questo consente la nascita disponevano a fronte di 941 UBA (Uni-
di un vitello all’anno e la programmazione tà di Bovino Adulto) aziendali comples-
sive di 677 UBA di Razza Rendena pari
al 72%, occupandosi dello sfalcio di 778
3 Si vedano le Linee guida per l’affidamento delle su-
perfici a pascolo e delle malghe e per la redazione dello ha ed utilizzando alpeggi per 2400 ha.
schema contrattuale – APPAG 2015.
44

La vacca Rendena fornisce vitelli scolostra- Un ecosistema integrato: pascoli di uso ci-
ti molto richiesti dal mercato, oltre che vi- vico, razze antiche e biodiversità attraver-
telloni di 400-450 kg all’età di 12-13 mesi. so lo sguardo della ricerca antropologica
e sociale
I vitelloni hanno solitamente rese attor-
no al 58-60% e una qualità delle carcasse Lo studio pilota (BIGARAN, VILLA 2019) con-
con valutazione molto buona. Nel corso dotto con diversi allevatori della Valle Ren-
di vari incontri realizzati con gli operato- dena, con i funzionari del Parco Naturale
ri biologici della Val Rendena è emersa la Adamello-Brenta, con alcuni operatori del
necessità di valorizzare i vitelli maschi che settore turistico e alcuni componenti, an-
nascono nelle stalle da latte a conduzione che con ruoli dirigenziali, delle ASUC della
biologica della valle e che vengono attual- zona ha permesso di sondare l’ipotesi ini-
mente collocati nel mercato convenzionale. ziale di ricerca, ossia un pascolo mantenuto
tradizionalmente di proprietà collettiva o di
È stato quindi attivato il progetto per la va- uso civico, monticato con una razza autoc-
lorizzazione del vitellone di razza Rendena tona (in questo caso la Rendena) e facente
allevato con metodo biologico, finanzia- parte del territorio protetto di un parco natu-
to dalla Provincia Autonoma di Trento, e rale presenta un alto livello di biodiversità?
coordinato dalla locale Federazione Alle-
vatori con il supporto scientifico dell’Uni- Dalle prime indagini effettuate, dal con-
versità degli Studi di Udine (Dipartimento fronti di alcuni dati in possesso dell’ente
di Scienze Agroalimentari, Ambientali e parco, dai colloqui, anche in forma di fo-
Animali DI4a) Tale progetto ha realizzato cus group, con gli attori locali e dalle inter-
un’azione pilota per lo sviluppo di una fi- viste in profondità con alcuni informatori
liera produttiva di carne biologica derivan- chiave è emerso che i terreni con gestione
te da bovini di razza Rendena, valutando le tradizionale collettiva monticati con razze
produzioni e la sostenibilità tecnica ed eco- originarie presentano delle potenzialità sot-
nomica di una mandria di 24 vitelli maschi to il punto di vista paesaggistico, sono una
nati negli allevamenti biologici della Val forte attrazione per il turismo dolce, man-
Rendena ed allevati presso un unico alleva- tengono il territorio protetto anche sotto il
tore sempre secondo il metodo biologico. I punto di vista del dissesto idro-geologico.
dati dei risultati della sperimentazione (CO-
RAZZIN et al. 2014) hanno dimostrato un Diversi allevatori hanno notato in decen-
incremento medio giornaliero di 1,08 Kg. ni di frequentazione dell’alpeggio con le
vacche di razza Rendena una simbiosi ar-
monica tra l’animale e il territorio del pa-
scolo: i capi scendono dopo la lunga esti-
vazione in forze, sani e presentano livelli
di qualità ottimali (anche solo attraverso
un rilevamento percettivo) del loro lat-
te, tale patrimonio caratteristico ricade
ovviamente su tutti i prodotti secondari.

Alcuni allevatori hanno scelto la razza per


le sue peculiarità e per la possibilità di una
gestione naturale dell’alpeggio: la totalità
Figura 4
degli intervistati ha infatti confermato che
l’amministrazione del pascolo è identica
al passato tradizionale di questa zona, le
azioni dell’uomo infatti sono le medesime
dei predecessori, il territorio mantiene del-
45

le caratteristiche uniche, sono presenti nei BIBLIOGRAFIA


prati specie floristiche ed erbacee che al-
trove mancano, la concimazione della vac- AGRAWAL, A. (2003), Sustainable Governance of Com-
mon-Pool Resources: Context, Methods, and Politics,
ca e il suo lavorio durante il pascolamento «Annual Review of Anthropology», 32, 243–262.
rinforzano il terreno e gli assicurano un
BIGARAN F., VILLA M. (2019), Gestione delle aree di Uso
apporto di nutrienti che si riflette sull’inte- Civico, protezione della biodiversità e salvaguardia del
ro ecosistema (specie vegetali e animali). paesaggio: il case study dell’allevamento e monticazio-
ne della Vacca di razza Rendena nei territori a proprietà
collettiva in Provincia di Trento. Un approccio ecologico
La presenza quindi dei fattori citati (pa- ed antropologico, «Archivio Scialoja-Bolla», 1, Giuffrè,
scolo ad uso tradizionalmente collettivo Milano (in corso di stampa).
e razza antica locale) garantiscono un alto BOVOLENTA S., LOLLI S. (2012), Quaderni SoZooAlp. Si-
livello di biodiversità, tale da permettere il stemi agro-zootecnici biologici ed eco-compatibili in am-
mantenimento senza modificazioni di que- biente montano, Vol.7, pp.1 – 278.
sti territori all’interno di un Parco Naturale. CORAZZIN M, PIASENTIER E, SACCÀ E., BAZZOLI I., BOVO-
LENTA S., (2014), Produzione del vitellone di razza ren-
La ricerca antropologica ha permesso sia di dena con metodo biologico: primi risultati di una speri-
mentazione in Val Rendena, «Quaderno SOZOOALP», 8.
acquisire dati legati alla particolare perce-
zione degli informatori chiave, sia di con- COSTANZA, R., D’ARGE, R., DE GROOT, R.S., FARBER, S.,
GRASSO, M., HANNON, B., LIMBURG. K., NAEEM, S., O’NEILL,
tribuire per la prima volta ad un confronto R.V.,PARUELO, J., RASKIN, R.G., SUTTON, P., VAN DEN BELT,
disteso tra i diversi attori coinvolti: la salva- M., (1997), The value of the world’s ecosystem services
guardia della biodiversità in questo contesto and natural capital, «Nature,» 387, 253-260.
non si rivolge esclusivamente al patrimonio COSTANZA Ä, Daly, R.H.E. (1992). Natural capital and
materiale naturale, ma permette di essere sustainable development, «Conservation Biology», 6(1),
37-46.
evidente anche in un patrimonio più sen-
sibile e nascosto quale quello immateriale FAO (2019). The State of the Word’s Biodiversity for Food
and Agriculture, (http://www.fao.org/3/CA3129EN.pdf)
della pratica e del sapere tradizionale lega-
to alla gestione di aree naturali sottoposte IPBES (2019), Summary for policymakers of the global
assessment report on biodiversity and ecosystem services
allo sfruttamento collettivo integrando ap- of the Intergovernmental Science-Policy Platform on Bio-
procci innovativi con consuetudini antiche. diversity and Ecosystem Services, 6 May 2019 (https://
www.ipbes.net/news/ipbes-global-assessment-summary-
Alcune conclusioni preliminari dello stu- policymakers-pdf)
dio ancora in essere permettono di soste- GRETTER, A., MARELLI, B. GIOVANELLA, M. SCOLOZZI, R.,
nere che l’ecosistema integrato presente in (2016), «Tra memoria e futuro: otto secoli di gestione
collettiva alpina», in Porcellana V., Stefani S. (Eds), Pro-
Valle Rendena che vede la collaborazio- cessi partecipativi ed etnografia collaborativa nelle Alpi e
ne stretta tra i beni collettivi, la protezio- altrove, Edizioni dell’Orso, Alessandria.
ne naturalistica del Parco e il lavoro degli GROSSI P. (1977-2017), Un altro modo di possedere: l’e-
allevatori ha permesso di mantenere una mersione di forme alternative di proprietà alla coscienza
porzione di territorio altamente specializ- giuridica postunitaria, Giuffrè, Milano.
zata nella conservazione della biodiver- NERVI P. Assetti fondiari collettivi, identità territoria-
sità e nel contempo ha rinforzato i legami le – risorse per lo sviluppo sostenibile; Usi civici e beni
collettivi nelle Province di Trento e di Bolzano 2016 ed
comunitari, ha mantenuto una relazione Athesia, Bolzano.
uomo-ambiente sostenibile, ha favorito
OSTROM E. (1990), Governing the Commons: the Evo-
una consapevolezza anche nelle nuove ge- lution of Institutions for Collective Action., Cambridge
nerazioni e ha permesso in chiave turistica Univ. Press, Cambridge, MA
la valorizzazione di prodotti salutari e di OSTROM, E. (ed.) (2002), The Drama of the Commons,
un ambiente dall’elevato valore estetico. National Academy Press, Washington DC.
ROBBINS, P. (2004), Political Ecology: A Critical Introduc-
tion. Blackwell, Oxford.
RODOTÀ S. (2018), Vivere la democrazia, Laterza, Bari-
Roma.
46

Federico Bigaran ABSTRACT


Direttore Ufficio per le Produzioni Biologiche The present work starts from an analysis of the current
Provincia Autonoma di Trento meaning of “common goods” and “collective domains”
Via Trener 3, 38100 Trento. and their relationships. Two recent Italian legislative me-
Email: federico.bigaran@provincia.tn.it asures: the law 168/2017 on collective domains and the
law 194/2015 on biodiversity for food and agriculture are
taken into consideration. The first law binds together the
collective land management to the conservation and en-
Marta Villa hancement of natural and cultural heritage, strengthening
the constraints of inalienability, indivisibility, non appli-
PhD Contemporary Anthropology,
cability of the adverse possession norms and the perpe-
Teacher in Cultural Anthropology for Teaching. tual destination of common land for agricultural, forestry
Dipartimento Sociologia e Ricerca Sociale and pastoralism activities. The second law was issued
Università degli Studi di Trento, for the protection and enhancement of the biodiversity
Via Verdi 26, 38100 Trento. for food and agriculture, objective that is also pursued
Email: marta.villa@unitn.it through the protection of rural territory in order to limit
depopulation, pollution and loss of agriculture genetic
inheritance. The case study here reported has made it pos-
sible to deepen the relationship between the existence and
the maintenance of an autochthonous genetic resource,
the breed cow Rendena, and the management of collec-
tive land assets within an overall framework of territory
PAROLE CHIAVE: Beni comuni, domini collettivi, protection and conservation due to the existence of the
biodiversità di interesse agricolo e alimentare. Adamello Brenta Natural Park. Through meetings, focus
groups and interviews (anthropological research metho-
dology) it has been possible to highlight some distincti-
ve characteristics of the collective land management that
provide, through biodiversity, propulsive forces for the
RIASSUNTO whole “rural system”, adequate instruments of resilience,
Il lavoro parte da un’analisi dell’attuale significato as well as social, economic, scientific, educational, cultu-
e delle relazioni fra “beni comuni” e “domini collettivi” ral, recreational and aesthetic values.
alla luce di due recenti provvedimenti legislativi: la Leg-
ge 168/2017, che lega gli assetti fondiari collettivi alla
conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale
e culturale rafforzando i vincoli di inalienabilità, indivi-
sibilità, inusucapibilità e di perpetua destinazione agro-
silvi-pastorale e la Legge 194/2015, dedicata alla biodi-
versità di interesse agricolo ed alimentare, la cui tutela e
valorizzazione viene perseguita anche attraverso la tutela
del territorio rurale al fine di limitare i fenomeni di spo-
polamento e preservare il territorio da fenomeni di inqui-
namento e di perdita del patrimonio genetico. Il caso di
studio riportato ha consentito di approfondire il rapporto
fra l’esistenza e il mantenimento di una risorsa genetica
autoctona, la vacca di razza Rendena, e la gestione degli
assetti fondiari collettivi entro un quadro complessivo di
tutela e di conservazione del territorio per la presenza del
Parco Naturale Adamello Brenta. Attraverso incontri, fo-
cus group ed interviste in profondità (metodologia della
ricerca antropologica) è stato possibile far emergere al-
cune caratteristiche distintive della gestione degli assetti
fondiari collettivi che hanno fornito forza propulsiva al
“sistema rurale”, attraverso la risorsa biodiversità, ade-
guati strumenti di resilienza, nonché valori sociali, econo-
mici, scientifici, educativi, culturali, ricreativi ed estetici.

KEY WORDS: Common pool resources, collective


domains, biodiversity for food and agriculture.

Potrebbero piacerti anche