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A CURA DI

MARINA CLAUSER
PIETRO PAVONE

ORTI
BOTANICI
ECCELLENZE ITALIANE

thè itaE D I Z I O N I
LI ( Milli
SOCI VLMENTE UTILI,
EDI CATI\ I
E PRODITTI \ I
Nel significato comune sensibilizzare vuol dire inte-
ressare qualcuno a qualcosa, a un tema, a un valore,
.
a un ideale Perché ci ò si realizzi è necessario solleci -
tare l' attenzione del singolo e dell' opinione pubbli -
ca in generale sulla tematica che interessa Occorre,.
insomma, creare strumenti capaci di rendere la per
.
sona ricettiva e reattiva agli stimoli forniti La tutela
dell' ambiente, inteso nelle sue multiformi e comples -
se specificit à, oggi diventato un imprescindibile e ur -
gente bisogno, è un dovere che compete non solo ai
governi ma a ogni singolo cittadino poiché riguarda la
.
sopravvivenza planetaria È necessario , dunque, che
ogni individuo s' impegni a proteggere l' ambiente in
cui vive e faccia s ì che l' azione umana non annienti
.
quello che la natura gli offre Ricevere informazioni ,
le più ampie e diversificate possibili, sul mondo che
ci circonda è l' elemento indispensabile da cui partire
per avere consapevolezza delle responsabilit à mo-
rali e sociali di ognuno di noi , iniziando dalla tutela
delle specie di piante esistenti e conservazione della
biodiversit à delle specie vegetali , ambiti in apparen -
za meno minacciati dall' azione stolta e devastatrice
dell' uomo; anche Vittoria Assicurazioni SpA non pu ò
che approvare l' iniziativa dell' Associazione Nazionale
Nuove Direzioni nel pubblicare e diffondere questo
libro di approfondimento sugli Orti botanici italiani.
Questo libro è uno dei tasselli per evidenziare ambien
ti solitamente conosciuti e visitati da addetti scientifi
.
ci, appassionati di botanica e studenti Un libro social
mente utile perché promuove la cultura ambientale a
ogni livello , socialmente educativo in quanto esorta
la cittadinanza a comportamenti individuali virtuosi
e, in ultimo, ma non ultimo per importanza , social-
mente produttivo poiché contribuisce a incentivare
le entrate economiche sotto il profilo della presenza
turistica negli Orti botanici. Buona lettura.

Cesare Caldarelli
Amministratore Speciale di Vittoria Assicurazioni SpA
A CURA DI

MARINA CLAUSER
PIETRO PAVONE

E D I Z I O N I
Editore e proprietà

Coordinamento editoriale Pier Luigi Ciolli

Progetto grafico e copertina Andrea Biancalani

Revisione testi Matteo Radaelli, Caterina Ristori,


Anisa Myrto, Anna Rita Prete

Stampa Genesi Gruppo Editoriale SRL


Via Rosa Luxemburg, 4 (Località Cerbara)
06012 Città di Castello (PG)
www.artegenesi.it

Supplemento al n. 38, nov-dic. 2016


della rivista

Direttore responsabile Riccardo Romeo Jasinski

Contatti 50125 Firenze, via San Niccolò 21


055 2469343 - 328 8169174
info@nuovedirezioni.it
sommario
Un patrimonio preziosissimo da conoscere, salvaguardare e sviluppare 5
di Grazia Semeraro, Presidente Associazione Nazionale Nuove Direzioni

Gli Orti botanici italiani aderenti alla Società Botanica Italiana: un tesoro 7
vivo e in continua trasformazione di Consolata Siniscalco,
Presidente Società Botanica Italiana

Salvaguardia e ripristino della biodiversità: il ruolo strategico della 9


conservazione ex-situ di Pietro Massimiliano Bianco,
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)

ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE 12-37


Gli Orti botanici, nati in Italia nel XVI secolo come luoghi dove studiare le
piante medicinali, si sono diffusi in tutto il mondo diventando, nel corso
del tempo, istituzioni complesse capaci di raccogliere le sfide ambientali
dell’attualità

ATTIVITÀ E RUOLI 38-121


Gli Orti botanici e i Giardini botanici alpini sono luoghi per la ricerca scientifica,
la conservazione della biodiversità, l’educazione e la divulgazione.
Sperimentano soluzioni tecnologicamente innovative, sono sempre più
attenti alla sostenibilità e all’inclusione, danno spazio all’arte e si pongono
come centri informativi. Hanno una buona capacità di fare rete a livello
nazionale e internazionale, valorizzando allo stesso tempo le proprie
specificità e la propria storia.   

CASI STUDIO 122-174


Emozionare per rendere più vicino e comprensibile il mondo delle piante;
utilizzare la musica, il teatro, la pittura per sensibilizzare il pubblico al
rispetto della natura; favorire l’associazionismo e il turismo; includere le
marginalità sociali: la storia e il successo dei singoli Orti botanici sono fatti di
esperienze coinvolgenti che danno valore non solo al rigore scientifico,
ma anche alla creatività

ORTI BOTANICI E GIARDINI ALPINI IN ITALIA   175-293


L’Italia è un grande giardino che ospita da Nord a Sud un’altissima
concentrazione di Orti botanici e Giardini alpini, veri e propri musei viventi,
oltre che luoghi multidisciplinari d’incontro e scambio culturale

Elenco degli autori  295   


__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Gloriosa superba L. - Foto A. Grigioni, Orto botanico di Firenze

______ 4 ______
Un patrimonio preziosissimo da conoscere,
salvaguardare e sviluppare
_____Grazia Semeraro_____
Presidente Associazione Nazionale Nuove Direzioni

P
erché l’Associazione Nazionale Nuove Direzioni pubblica un libro in materia di Orti botanici? Istinti-
vamente verrebbe da rispondere che è quasi fisiologico che questo avvenga, stanti le nostre finalità
statutarie, tra cui la promozione del turismo integrato, l’informazione e l’educazione del consuma-
tore oltre alla collaborazione con persone fisiche e giuridiche pubbliche nell’elaborazione di proget-
ti di valorizzazione del territorio.
Divulgare informazioni sugli Orti botanici, strutture ricche di storia, di cultura e arte, capaci non solo di emo-
zionare il visitatore per il loro fascino, ma di fargli conoscere e comprendere l’importanza del regno vegetale,
della sua straordinaria diversità, della necessità di preservarne le specie, riprodurle e raccogliere, al contem-
po, le sfide ambientali dell’attualità, assume una funzione sociale di educatore civico. Difatti, presso gli Orti
botanici non vengono svolte unicamente attività tecniche in senso stretto, tese alla conservazione di piante
rare fuori dall’habitat di provenienza (coltivazione ex situ) o alla salvaguardia di semi di piante a rischio di
estinzione tramite le Banche del germoplasma o alla partecipazione a progetti finalizzati alla conservazione
della biodiversità direttamente nell’habitat naturale (conservazione in situ), ma anche una serie di interventi
informativi e formativi rivolti non solo agli studenti universitari, ma anche a quelli delle scuole primarie e
secondarie e a un vasto pubblico affinché acquisiscano e tengano comportamenti virtuosi di rispetto della
natura, avendo consapevolezza che la vita sul pianeta, senza le piante, non sarebbe possibile, che la loro so-
pravvivenza è a rischio e quindi vanno conosciute, rispettate, protette.
Tuttavia, affinché gli Orti botanici possano esprimere le loro grandi potenzialità in ambito scientifico, didat-
tico e turistico e rispondere alla domanda di un pubblico sempre più ampio e diversificato, è necessario ga-
rantire maggiori risorse organizzative e finanziare rispetto a quelle a disposizione, proprio per superare le
tante difficoltà relative al loro funzionamento e per soddisfare le tante necessità indispensabili per una valida
gestione in termini di efficacia ed efficienza. Occorre aumentare il numero di figure professionali altamente
specializzate quali agronomi, ricercatori, giardinieri, addetti alle attività di informazione e comunicazione.
Occorre creare spazi adeguatamente attrezzati, non solo per l’accoglienza in occasione d’iniziative pubbliche
e per la didattica, ma anche per nuove serre più moderne rispetto alle tradizionali. Interventi indispensabili
e improcrastinabili che richiedono la dotazione di adeguate risorse economiche e di personale. In sostanza,
l’attività degli Orti botanici, se amministrata e gestita bene, può diventare un’attività di pubblica utilità in
grado di produrre esiti positivi sia sul piano dello sviluppo scientifico ed educativo sia su quello della valoriz-
zazione turistica del territorio. Difatti, molte di queste strutture sono ubicate all’interno di aree urbane; il
che comporta un aumento di presenze di visitatori, un incremento dei servizi connessi e una consequenziale
crescita economica del territorio.
La presente pubblicazione non vuole essere solamente un invito a conoscere e visitare questi luoghi stra-
ordinari, patrimonio preziosissimo di cui l’Italia da Nord a Sud è dotata e dove hanno avuto origine come
istituzioni accademiche, ma anche un appello ai soggetti pubblici chiamati a gestire e tutelare il patrimonio
nazionale e ai privati che investono nell’economia del Paese affinché sostengano con finanziamenti mirati le
spese di funzionamento e d’implementazione dei servizi di queste strutture, che si auspica siano sempre più
rispondenti all’esigenza d’inclusione dei soggetti disabili e delle fasce più deboli.

Buona lettura.

______ 5 ______
__________ORTI BOTANICI__________

______ 6 ______
Gli Orti botanici italiani aderenti
alla Società Botanica Italiana: un tesoro vivo
e in continua trasformazione
_____Consolata Siniscalco_____
Presidente della Società Botanica Italiana

La
Società Botanica Italiana ha sempre ritenuto che gli Orti botanici siano strutture da far
conoscere e da sostenere, perché sono i luoghi in cui la ricerca avanzata e la conoscenza
accumulata nel tempo sulle piante si fondono e vengono comunicate agli studenti, ma
anche a un pubblico ampio. Gli Orti botanici sono infatti le strutture che difendono, divul-
gano e comunicano l’importanza del regno vegetale e della sua straordinaria diversità. Per tale motivo sono
particolarmente contenta di presentare questo libro che è stato scritto da numerosi Soci della nostra Socie-
tà, oltre che da altri botanici, che hanno voluto sintetizzare qui parte della loro conoscenza e dell’esperienza
che hanno maturato negli anni di lavoro sulle piante.
Questo libro è innanzitutto un invito a visitare gli Orti botanici italiani aderenti alla Società Botanica Italia-
na. È un invito costituito da quattro parti: dopo una prima introduttiva, la seconda vuole offrire una serie
di approfondimenti sui numerosi ruoli degli Orti botanici, la terza presenta casi studio sulle loro molteplici
attività e la quarta informa sui singoli Orti botanici e Giardini botanici alpini, la loro organizzazione, le loro
collezioni.
I capitoli introduttivi rispondono alla domanda “Cos’è un Orto botanico” riassumendo la storia dei Giardini e
degli Orti dall’antichità ad oggi, mettendo in evidenza le diverse missioni che a poco a poco si sono aggiunte
a quella iniziale di far conoscere le piante medicinali e giungendo a presentare le nuove sfide che gli Orti de-
vono affrontare in relazione alla consapevolezza della crisi ambientale che, dalla metà del secolo scorso, ha
modificato il nostro modo di considerare i rapporti tra le piante, l’ambiente e l’uomo.
A partire da questo quadro generale i capitoli della seconda parte approfondiscono i diversi ruoli – di ricer-
ca, sociale, educativo-divulgativo, conservazionistico, turistico – degli Orti. Il ruolo della ricerca riguarda la
conoscenza delle specie rare ed endemiche e della loro conservazione. Oggi in alcuni Orti botanici e nelle
Banche del germoplasma vengono moltiplicate queste specie per la conservazione ex-situ, ma anche per la
reintroduzione in situ, con tecniche innovative di coltura e poi di monitoraggio dello stato di conservazio-
ne. Tali attività di ricerca sono poi divulgate al pubblico degli studenti e degli altri visitatori che diventano
consapevoli delle minacce di estinzione delle specie, dei cambiamenti globali, climatici e di uso del suolo,
della necessità di conservazione del patrimonio naturale presente nei territori vicini e lontani. Le collezioni
di piante adattate a condizioni estreme (come quelle dei Giardini alpini e le succulente) rappresentano uno
strumento per spiegare che ogni specie vegetale ha le sue esigenze ecologiche e che le piante stanno alla
base dell’equilibrio dei cicli biogeochimici e delle catene alimentari. Avviene spesso che le persone appren-
dano con stupore che la vita di tutti gli organismi dipende dalle piante e che gli ecosistemi, nella grande
maggioranza, sono costituiti da questi organismi. Oggi la crisi ambientale richiama l’attenzione sul ruolo
fondamentale dei vegetali e, quindi, i temi da proporre negli Orti devono essere vari e calibrati per ogni età e
per ogni tipo di pubblico, da quello esperto di scienza a quello più appassionato alla coltivazione o interessa-
to agli usi delle piante, a partire da quelle più antiche, medicinali, alimentari, tessili, forestali e ornamentali,
fino ad arrivare agli usi biotecnologici più innovativi come la produzione di energia da biomasse o il biorime-
dio di siti contaminati da inquinanti.
La terza parte si basa sulle esperienze che molti botanici hanno affinato nel tempo sulla gestione, la cura e la
valorizzazione degli Orti, nel loro ruolo di Direttori o di comunicatori della scienza e della conoscenza botani-
ca. Molti contributi, infatti, riguardano la comunicazione di temi ambientali al pubblico, anche tramite lavori

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pratici di semina, potatura e cura delle piante attraverso l’esperienza personale. Negli ultimi anni a queste
attività se ne sono affiancate altre, basate sulle emozioni, sull’uso dei cinque sensi, sullo scambio culturale e
sull’arte, coinvolgendo un pubblico sempre più vario e differenziato.
L’ultima parte del volume ci invita a visitare il grande e variegato mondo degli Orti botanici italiani aderenti
alla Società Botanica Italiana, un patrimonio che è un vero tesoro di storia, ricerca, cultura ed arte e che deve
essere valorizzato e continuamente rinnovato per poter esprimere le sue grandi potenzialità e rispondere
alle richieste di un pubblico sempre più ampio.
Gli Orti affascinano la grande maggioranza delle persone, anche quelle meno interessate alla natura, coin-
volgendole a livelli diversi, relativi alla bellezza delle fioriture, alla maestosità degli alberi, ai profumi che
evocano esperienze del passato, ai paesaggi suggestivi e diversi nelle varie stagioni, che ci guidano a un sen-
tire profondo, ancestrale, che ci porta anche a meditare sulle indispensabili relazioni tra le piante e l’uomo.
Oggi gli Orti botanici sono luoghi di elezione delle attività che ho citato e di molte altre ancora, ma per poter-
le svolgere hanno bisogno di risorse di personale qualificato nella ricerca, nella didattica e nella comunicazio-
ne e di risorse economiche perché, ancor più di altre strutture, sono costituiti da organismi vivi, in continua
crescita e trasformazione. Molti Orti botanici universitari, e non solo, si trovano in un periodo di passaggio,
in cui c’è molta richiesta di conoscenza delle piante da parte del pubblico più o meno esperto e da parte delle
scuole e delle università, ma ci si trova davanti a una perenne scarsità di risorse economiche. Gli Orti stanno
cercando di superare le difficoltà finanziarie e organizzative facendo rete, come sottolineato più volte nel
libro, e utilizzando strumenti informatici e nuove tecnologie per farsi conoscere. Sono tanti gli esempi di Orti
che riescono a coinvolgere un numero di persone sempre più ampio per disseminare – attraverso la musica,
l’arte, i laboratori, il gioco, le attività scientifiche, i percorsi per persone diversamente abili, la tecnologia – la
conoscenza dei vegetali e delle relazioni che nel tempo si sono strette tra l’uomo e le piante.

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Salvaguardia e ripristino della biodiversità:
il ruolo strategico della conservazione ex-situ
_____Pietro Massimiliano Bianco_____
ISPRA

In
origine la funzione degli Orti botanici, in particolare di quelli universitari, riguardava preva-
lentemente l’insegnamento e la ricerca: in tempi più recenti, la rapida perdita di diversità
globale causata dalle attività umane non ecocompatibili ha aggiunto alla valorizzazione degli
Orti botanici nuovi significati.
Negli ultimi decenni, nella gestione degli Orti botanici, specie in quelli universitari, l’attenzione alla protezione
delle specie vegetali ha assunto un’importanza sempre maggiore. La Strategia Mondiale della Conservazione
del 1980 ha riconosciuto il loro ruolo promuovendo la nascita del Botanic Garden Conservation Secretariat
(BGCS) presso la International Union for Conservation of Nature (IUCN), per indirizzare l’impegno degli Orti
botanici anche verso la conservazione. Nel 1987 nasce il Botanic Gardens Conservation International (BGCI),
organo dello IUCN con sede a Londra, supportato dai Kew Gardens e dal Giardino Botanico reale di Edimburgo
e che attualmente rappresenta più di 700 membri – soprattutto Orti e Giardini botanici – di 118 paesi.
Nel 1989 il BGCS ha pubblicato la prima versione della Strategia di Conservazione degli Orti botanici in collabo-
razione con il World Wildlife Fund (WWF), poi aggiornata nel 2012 dal BGCI. Questi documenti hanno svolto
una parte importante nel guidare il ruolo di sviluppo di Giardini di conservazione botanici.
Nel 1992 fu sottoscritta a Rio de Janeiro la Convenzione Internazionale per la Conservazione della Diversità
Biologica (CBD, Convention on Biological Diversity) che fu ratificata dall’Italia nel 1994. Seguirono nel 2002, a
livello globale, la Strategia Globale per la Conservazione delle piante (GSPC, Global Strategy for Plant Conser-
vation) e, a livello comunitario, la Strategia Europea per la Conservazione delle Piante (EPCS, European Plant
Conservation Strategy), adottata dal Consiglio d’Europa, congiuntamente a Planta Europa, il network che si
occupa della conservazione, in Europa, di piante e funghi.
Gli Orti botanici italiani, partecipando a queste convenzioni e strategie internazionali, hanno così assunto un
ruolo fondamentale per la conservazione ex situ, la tassonomia, lo sviluppo di protocolli per la conservazione
e l’uso sostenibile delle risorse, l’educazione e la creazione di una coscienza pubblica e di competenze tecnico-
scientifiche. Molti Orti botanici hanno messo in pratica le disposizioni della CBD, inserendone gli obiettivi
nei programmi di lavoro diventando Centri di Riferimento Nazionale e partecipando all’European Botanic
Gardens Consortium nato, a livello europeo, per pianificare e coordinare le iniziative nel contesto dell’imple-
mentazione della CBD.
L’Italia è una delle nazioni europee con la massima concentrazione di specie e cultivar endemiche e sono in
atto efficaci azioni di conservazione in tutti gli Orti botanici, spesso grazie anche alle reti di volontariato. Gli
Orti botanici italiani, a partire da quelli alpini già caratterizzati dalla presenza di specie rare ed endemiche,
seguendo le strategie internazionali, hanno rapidamente sviluppato le collezioni di specie e cultivar in via
d’estinzione. In molti di essi sono state, inoltre, costituite Banche del Germoplasma per la conservazione del
patrimonio genetico sia di specie selvatiche, sia di varietà locali d’interesse agricolo.
In tutta Europa, gli Orti botanici, soprattutto se associati a Banche del Germoplasma, sono riconosciuti come
perni di efficaci attività di riproduzione di specie rare e in estinzione, con la possibilità di utilizzarle per pro-
grammi di recupero ambientale e mitigazione. Sono state quindi realizzate reti di coordinamento regionali,
nazionali e internazionali per scambiare conoscenze e tecnologie, sviluppare sinergicamente azioni su pri-
orità fissate di comune accordo, come la REDBAG (Red Española de Bancos de Germoplasma de Plantas
Silvestres y Fitorrecursos Autóctonos) in Spagna, la rete governativa dei Conservatoires botaniques in

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Francia, la rete RIBES (Rete Italiana di Banche del germoplasma per la conservazione Ex Situ della flora
spontanea) in Italia. I documenti per la salvaguardia della biodiversità globale riconoscono ovviamente che
la conservazione in situ delle specie in pericolo, tramite l’istituzione di Aree Protette e opportune attività di
pianificazione territoriali ecologicamente sostenibili, è preferibile a quella al di fuori del loro habitat naturale
(ex situ), permettendo l’evoluzione naturale delle popolazioni. Riconoscono, strategicamente fondamenta-
le, per il raggiungimento degli obiettivi di conservazione, che oltre a un’adeguata protezione delle specie e
degli habitat nei quali esse vivono, vi sia anche un’appropriata attività di conservazione ex situ. Le piante e le
cultivar agricole a rischio devono essere conservate, per un’opportuna politica di salvaguardia, ex situ negli
Orti botanici, nelle banche dei semi e nelle banche genetiche di campo. Il mantenimento ex situ delle specie
minacciate permette l’attuazione di strategie di conservazione con maggiori possibilità di successo, in attesa
di opportunità per la reintroduzione.
Favorire il buon funzionamento degli Orti botanici non assume solo le fondamentali funzioni di preservare
esemplari delle specie, riprodurli e di favorirne la conoscenza; essi, in sinergia con gli enti di ricerca, con le
loro potenzialità come laboratori scientifici e didattici, sono strategici anche nel contesto determinato dai più
recenti indirizzi di politica agricola e di salvaguardia ambientale promossi a livello nazionale, europeo e inter-
nazionale. Particolare rilevanza per gli Orti botanici hanno il Trattato internazionale sulle risorse genetiche
vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura della FAO del 2004, il Piano Nazionale della Biodiversità di interesse
agricolo approvato in Italia dalla Conferenza Stato-Regioni nel 2008, il protocollo di Nagoya (Access to Ge-
netic Resources and the Fair and Equitable Sharing of Benefits Arising from their Utilization) sull’accesso
e la condivisione dei benefici derivanti dall’uso della biodiversità, adottato dalla Conferenza delle Parti della
CBD nel 2010.
Gli obiettivi di conservazione di tali documenti non riguardano solo le specie selvatiche, ma anche le numero-
sissime cultivar agricole che sono state selezionate in un territorio così vario come quello italiano e che spesso
sono anch’esse in via d’estinzione. Molte collezioni degli Orti botanici contengono specie incluse nel Trattato
internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura della FAO del 2009 e che interessa
tutte le risorse genetiche rilevanti per l’alimentazione e l’agricoltura e facilita l’accesso alle colture e ai foraggi
elencati nel suo Annesso I per promuovere la sicurezza alimentare mondiale. Gli Orti botanici hanno spesso
collaborato proficuamente con gli enti locali favorendo la diffusione – in parchi urbani, giardini e scuole – di
cultivar di pregio negli ormai famosi “Giardini della Biodiversità”. Le collezioni conservate negli Orti botanici
collaborano alla difesa e al mantenimento di genotipi locali e possono concorrere a ricerche di ibridi maggior-
mente resistenti disponendo, spesso, di esemplari “storici”.
Conservazione in situ ed ex situ sono parti complementari di un’unica strategia che può essere efficacemente
associata, negli Orti botanici, ad appropriate iniziative didattiche e divulgative. Solo la diffusione a livello di
massa di un’opportuna conoscenza dei benefici che le piante arrecano all’uomo e dell’importanza della biodi-
versità vegetale sia agricola sia naturale per un’adeguata qualità della vita, può permettere una reale efficacia
delle azioni favorevoli allo sviluppo sostenibile. Gli Orti botanici, abbinando i vari livelli culturali e scientifici di
analisi e di conoscenza, possono strategicamente contribuire alla crescita di una capillare e diffusa coscienza
ecologica.
Dal punto di vista strettamente didattico la conoscenza delle singole specie, del loro ruolo in natura, delle
peculiarità degli ambienti nei quali vivono e delle comunità animali ad esse associate, degli aspetti culturali e
delle tradizioni ad esse legate, aiutano le giovani generazioni a comprendere meglio il territorio e la sua storia
e invitano ad un maggior rispetto della natura.
Gli Orti botanici sono anche centri di ricerche mediche e tassonomiche, con un ruolo centrale nella diffusione
e acclimatazione di piante utili nel mondo e nello sviluppo delle economie nazionali. In sinergia con altri enti di
ricerca, rappresentano potenzialmente veri e propri laboratori scientifici viventi nei quali analizzare le rispo-
ste di un gran numero di specie alle variazioni climatiche e alle diverse condizioni ambientali.
Per le loro caratteristiche di luoghi fruiti dal pubblico e, nello stesso tempo, a disposizione della comunità
scientifica, si prestano anche a strategiche ricerche di metodi biologici e integrati per la cura delle piante in
essi ospitate e all’identificazione di varietà e ceppi resistenti ai patogeni.
Gli scambi di materiale vegetale degli Orti botanici rientrano tra i punti strategici contemplati dal già citato
Protocollo di Nagoya che adotta un quadro giuridico condiviso per regolamentare l’accesso alle risorse gene-

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tiche e garantire alle comunità indigene e locali un’equa ripartizione dei benefici derivanti dal loro utilizzo, in
sinergia con il Terzo obiettivo della CBD che prevede incentivi positivi per la conservazione e l’uso sostenibile
della biodiversità. All’articolo 7 del Protocollo le collezioni quali gli Orti botanici sono citate espressamente
come fonti importanti di risorse genetiche e di conoscenze tradizionali a esse associate. Esse possono contri-
buire in modo decisivo al rispetto degli obblighi che vincolano gli utenti delle risorse o delle conoscenze. Nel
contempo, le collezioni consentono di conservare ex situ componenti importanti della biodiversità e assolvo-
no, quindi, a una funzione determinante nella conservazione della biodiversità a livello globale.
Nonostante la Convenzione sulla Diversità Biologica preveda di integrare, per quanto possibile e appropriato,
la conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica nei piani di settore rilevanti, nei programmi e
nelle politiche locali e nazionali, non vanno dimenticate le forti ristrettezze economiche alle quali sono andati
incontro gli Orti botanici e le collezioni del germoplasma negli ultimi anni, a causa di scelte di politica am-
ministrativa che non considerano strategico un settore che, invece, di fatto, lo è non solo dal punto di vista
scientifico, ma anche culturale e sociale.
Ricordiamo, infatti, che gli Orti botanici, oltre alla missione della conservazione della biodiversità, rappresen-
tano anche un’attrattiva turistica per le collezioni di piante, la bellezza degli allestimenti e la presenza di beni
artistici, archeologici e storici e, allo stesso tempo, assolvono un ruolo sociale: la maggior parte di essi si trova
inglobata nel tessuto urbano e rappresenta un apprezzato e prezioso spazio verde per la cittadinanza e un luo-
go dove si possono incontrare culture diverse e segmenti marginalizzati della società. Per tutte queste ragioni
gli Orti botanici meritano un nuovo impulso economico e una valorizzazione efficace delle loro potenzialità.

______ 11 ______
ORIGINI,
STORIA,
NUOVE SFIDE
Gli Orti botanici, nati in Italia nel XVI secolo
come luoghi dove studiare le piante
medicinali, si sono diffusi in tutto il mondo
diventando, nel corso del tempo, istituzioni
complesse capaci di raccogliere le sfide
ambientali dell’attualità.

______ 12 ______
indice
Dai primi Giardini ai primi Orti botanici:
breve excursus cronologico 14 Claudia Perini

Orti botanici: luoghi dove si amano le piante 17 Franco Pedrotti

I Giardini e gli Orti botanici dall’antichità a oggi 22 Sandro Pignatti

Orti botanici italiani aderenti alla Società Botanica Italiana:


una panoramica sul territorio nazionale 29 Pietro Pavone

Gli Orti botanici e le sfide dell’attualità attraverso


educazione, ricerca, conservazione 34 Gabriele Rinaldi
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Dai primi Giardini ai primi Orti botanici:


breve excursus cronologico
_____di Claudia Perini_____

La
storia ci narra che fin dall’antichità
l’uomo allestiva giardini, spesso re-
cintati, con alberi da frutto e da or-
namento, con animali, anche serpenti. Basti pen-
sare alla Mesopotamia e ai suoi rigogliosi spazi
verdi, dotati di impianti d’irrigazione, che sin dal
Secondo millennio a.C. adornavano palazzi rea-
li o templi. I Giardini pensili di Babilonia, formati
da terrazze digradanti coperte di vegetazione,
erano fra i più famosi e considerati una delle set-
te meraviglie del mondo. In Egitto si ritrovano le
più antiche testimonianze pittoriche ove i giardini
sono raffigurati come luoghi di svago e, al tempo
stesso, come spazi per produrre ortaggi vari, vino
e papiro o per coltivare nuove specie raccolte du-
rante le spedizioni in paesi lontani. Spostandoci
verso oriente, i primi giardini nascevano in Cina fra
il 1600 e 1000 a.C. come grandi parchi chiusi, dove
si cacciava e coltivava avvolti in un magnifico pa-
esaggio; un aspetto quest’ultimo che in qualche
modo si è mantenuto nel corso di 3000 anni e che
vede nel giardino cinese la ricreazione in miniatu-
ra di un paesaggio da scoprire lentamente, un rifu-
gio per meditare.
Non meno maestosi sono i Giardini lirici e religiosi
di origine greca o quelli che si diffusero durante
l’Impero Romano segnando profondamente la
storia del giardino europeo.
Varie sono le forme e i tipi di Giardini presenti nel
Medioevo nella Regione Mediterranea, in Euro-
pa, nell’Estremo Oriente e in America Centrale: se
consideriamo per esempio solo quelli adibiti alla
coltivazione e riproduzione di erbe medicinali,
questi spesso erano situati in prossimità di mona-
steri e caratterizzati da architetture geometriche.
Durante il Rinascimento, il profondo rinnovamen-
to culturale operato dall’Umanesimo coinvolge
anche il settore delle scienze. La grande rivalu-
tazione dei classici, greci e romani, porta alla ri-

______ 14 ______
__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

sibile lo studio di varie specie di ambienti diversi


a tutti gli interessati, egli arricchisce il luogo di
piante raccolte nelle sue numerose campagne di
erborizzazione; inoltre, prepara, per la prima volta
nella storia, campioni di piante essiccate, spesso
accompagnate da curate raffigurazioni, per poter-
le studiare sempre, indipendentemente dal mo-
mento della loro crescita o fioritura.
Nemmeno un anno dopo, nel 1545, a Padova pri-
ma (Fig. 2) e pochi mesi dopo a Firenze (Fig. 3)
vengono creati, rispettivamente l’Hortus cinctus e
il Giardino dei Semplici.
L’Orto di Pisa fu trasferito di sede nel 1562 e si tro-
va nell’attuale dal 1591, mentre quelli di Padova e
di Firenze si trovano ancora nei luoghi originari.
Risulta così l’Orto di Padova il più antico Orto bo-
tanico universitario al mondo ancora situato nella
sua collocazione originaria, anche se Pisa detiene
il primato storico.
A partire dai primi Orti botanici, in connessione
con l’evoluzione delle scienze botaniche, in varie
università e non solo italiane, vengono istituiti
Giardini con l’obiettivo di approfondire, con una
visione diretta, le conoscenze sulle piante.
Sempre nel Mediterraneo e legati allo studio della
medicina vengono così fondati nel 1567 il Jardín
Botánico dell’Università di Valencia in Spagna (Fig.
4) e nel 1593 il Jardin des Plantes a Montpellier, il
più antico della Francia.
scoperta di antiche opere di carattere scientifico Spostandoci verso il Centro Europa, in particolare
che vengono tradotte, analizzate e commentate. in Germania e Svizzera, si parla di un primo Giardi-
Lo studio della natura (“filosofia naturale”) è af- no botanico nella città vecchia di Tübingen, crea-
frontato con realismo, obiettività e razionalità to nel 1535 da Leonhart Fuchs (1501-1566) e nella
attraverso l’osservazione diretta degli organismi città di Zürich creato intorno al 1560 da Conrad
viventi. Ed è proprio durante questa rivoluzione Gessner (1516-1565).
scientifica, per soddisfare le esigenze di ricerca e Tuttavia, di questi Giardini voluti da due grandi na-
didattiche, che verso la metà del XVI secolo sor- turalisti rimane solo il ricordo. Trascorso meno di
gono anche i primi Orti botanici annessi alle uni- mezzo secolo dal primo Orto botanico universita-
versità, più precisamente a istituti botanici, con rio pisano, troviamo a Leipzig e databile al 1580,
strutture adibite alla conservazione di campioni il più antico Botanischer Garten della Germania,
vegetali, i cosiddetti Erbari, e spesso strettamen- anche se un Hortus Medicus annesso al convento
te legate a grandi maestri del campo delle scienze domenicano S. Pauli era stato trasferito all’Univer-
naturali. sità già nel 1542. Poco dopo nasce nel 1587 nei Pa-
Sulla base di dati storici, si può dire con orgoglio esi Bassi, l’Hortus Academicus a Leiden il cui primo
che a livello mondiale si concordi sul fatto che i direttore fu Charles de l’Écluse, forse più cono-
primi veri Orti botanici sono nati proprio in Italia. sciuto come Carolus Clusius (1526-1609), grande
Ed è a Pisa (Fig. 1) che per volontà di Cosimo I dei luminare, forse anche il più influente, della scien-
Medici, nel 1544 nasce il primo Orto botanico e za del giardinaggio. Il medico e botanico fiammin-
viene fondata una cattedra botanica, la “Lettura go orienta le coltivazioni alle piante ornamentali
dei Medicamenti Semplici” affidata al medico e importate da paesi meridionali e orientali; ben
botanico Luca Ghini (1490-1556). Per rendere pos- note sono le sue collezioni di tuberi e bulbi, che

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__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

faranno diventare l’Olanda il paese dei tulipani. Immagini


Dal XVI secolo a oggi, numerosi sono gli Orti bota-
1. Orto botanico di Pisa (Foto P. Pavone).
nici sorti in tutto il mondo: siamo passati da poche
2. Orto botanico di Padova: grande modernità per
decine nel Rinascimento a oltre 3.300 attuali (Fig. l’Orto fondato nel 1545 (Foto “M. Pistore©
5-6-7); oggi presentano estensione, caratteristi- Università di Padova”).
che e collezioni molto diverse fra loro. Numerosi 3. Orto botanico di Firenze (Foto A. Grigioni).
sono anche i compiti che hanno assunto nel corso 4. Orto botanico di Valencia: l’interno dell’Ombraio
(Foto P. Pavone).
dei secoli, evolvendosi da centri di didattica e ri-
5. Real Jardín Botánico de Madrid: fondato nel 1755,
cerca, a importanti strutture per l’educazione e la è attivo nella ricerca scientifica e nelle attività educa-
conservazione della biodiversità e non solo; tutti tive (Foto A. Grigioni).
aspetti questi che troveranno approfondimenti 6. National Botanic Garden of Belgium: conta 18.000
nelle prossime pagine. specie diverse, diversi Giardini, Arboreti e aree
selvatiche, 60 serre (Foto A. Grigioni).
7. Royal Botanic Garden Edinburgh: il settore dedicato
al Rock Garden ospita più di 5.000 specie
alpine (Foto M. Clauser).

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__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

Orti botanici, luoghi dove si amano le piante


_____di Franco Pedrotti_____

L’
Orto botanico, inteso nella sua tipologia
più vasta (Orto botanico, Giardino
Alpino, Arboreto e istituzioni affini) è un
luogo dove si amano e si coltivano tutte le piante
senza distinzione, native ed esotiche, utili e meno
utili. Questa definizione, per altro non troppo
accademica, è la mia risposta alla domanda
Che cos’è un Orto botanico, dopo aver visitato il
Giardino Alpino-polare di Kirovsk nella Penisola di
Kola, oltre il Circolo Polare Artico, dove la media
annua delle temperature è di -12,8°C e la media
delle massime di +0,5°C e aver constatato quali
sono, in tali condizioni climatiche, le difficoltà
di coltivazione delle piante (Fig. 1). Ebbene, nel
giardino di Kirovsk, fondato nel 1931, si trovano
due serre per specie di climi caldi (in una delle
due serre ho visto anche una pianta di fico (Ficus
carica) che costituiscono una vera attrattiva per
i visitatori. Le serre sono riscaldate tutto l’anno,
si possono visitare anche d’inverno quando sono
sepolte sotto la neve, ma al loro interno si trova
una piacevole oasi di verde, fiori e gradevole
temperatura.
Il prototipo del giardino botanico è l’Orto dei muro (Hortus cinctus), che imprime al giardino
Semplici di Padova, fondato nel 1545, il più antico una dimensione cosmogonica (Fig. 2). Arturo
del mondo, rimasto sempre nello stesso luogo; Paganelli2 ha scritto che l’Hortus cinctus può essere
per tale ragione, unitamente ad alcune scoperte di paragonato al Templum degli antichi Romani e
botanici del nostro paese (come la germinazione si ricollega al Templum celeste. Uno dei due viali
della spora dei funghi), Alberto Chiarugi sovente principali, che interseca perpendicolarmente
alludeva compiaciuto al primato degli italiani l’altro e che divide l’Hortus cinctus in quattro parti,
nella botanica. L’Orto di Padova era destinato è il Decumanus.
alla coltivazione e ostensione delle piante L’Hortus sphaericus, a circa 500 anni di distanza
medicinali, i semplici; Pier Andrea Mattioli ne dalla sua fondazione, al visitatore attento appare
parla nei Commentari di Dioscoride1: amplissimo oggi come un luogo solenne dove viene celebrato
giardino per commodo pubblico & ornamento della il “culto della Botanica”. Nell’Orto botanico di
medicina, dove si veggono verdeggiare infinite rare Palermo questa celebrazione avviene nell’edificio
piante. Ha una forma rotonda (Hortus sphaericus) neoclassico del Gymnasium Botanicum, dove
al cui interno le aiuole sono riunite in un’area di i prefetti tenevano le lezioni, come a Padova
forma quadrata; l’Orto è circondato da un grande avveniva nell’ottocentesco Teatro Botanico.

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__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Dal Rinascimento a oggi, gli scopi degli Orti


botanici si sono ampliati e c’è stata un’evoluzione
della concezione di Orto a seconda della
personalità scientifica del fondatore e di quello
che voleva mettere in evidenza.
Carlo Linneo disponeva di due Orti botanici, uno
a Uppsala e l’altro ad Hammarby, da me visitati
nel 1953; in essi le piante sono disposte secondo
il Systema Naturae e secondo la loro fenologia,
dunque secondo un criterio sistematico. L’Orto
di Uppsala è complesso (Fig. 3), si compone di
aiuole, viali, alberi, serre e serviva anche per
l’insegnamento universitario3. Nella casa di Linneo
tutto è in funzione della botanica, la Linnaea
borealis campeggia su ogni pezzo di un servizio
da tè che era stato regalato a Linneo. Quello
di Hammarby, però, è più attraente, perché è
stato ottenuto attorno alla casa di campagna
di Linneo; si compone soltanto di aiuole, siepi,
alberi e qualche vialetto; da Hammarby ha preso
il nome una rara orchidea che vive nelle torbiere,
Hammarbya paludosa.
Il modello classico di Linneo permane nel corso
dei secoli e si perfeziona, per cui l’Orto diventa
un luogo privilegiato per la ricerca scientifica sulle
specie vegetali, considerate anche in relazione
a corologia, sociologia ed ecologia. Sempre più
numerosi sono gli Orti che accolgono specie
minacciate o addirittura estinte in natura (Fig.
4), coniugando una funzione scientifica con la
bellezza dell’esposizione e rigore scientifico (Fig.
5-6).
Il progredire delle ricerche ha permesso la
produzione di grandi opere, come le flore dei vari
stati e le relative iconografie. L’iconografia della
flora italiana di Adriano Fiori, fino a oggi l’unica
esistente per la flora d’Italia e che è servita anche
per la flora di Sandro Pignatti, è stata disegnata
nell’Orto botanico di Padova. Gli Orti botanici,
inoltre, sono un luogo privilegiato per gli Erbari,
come quello di Linneo che oggi è conservato a
Londra dalla Linnaean Society. Annesso a ogni
Orto botanico si trova un Erbario: quello di
Firenze, l’Erbario Centrale Italico è il più grande
del nostro Paese.
Il Giardino botanico alpino Viote di Monte Bondone
(in passato chiamato Viotte), fondato nel 1938
da Giuseppe Dalla Fior e Lino Bonomi, aveva un
carattere sistematico; successivamente è stato
trasformato da Marchesoni negli anni 1956-1961
in un Orto con criteri fitogeografici, riunendo le

______ 18 ______
__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

specie in aiuole diverse a seconda del loro areale


di provenienza4. Oggi un giardino come quello
delle Viote, con un’ulteriore specializzazione, è
denominato Giardino della biodiversità, come
quello istituito a Ucria da Francesco M. Raimondo,
dedicato alle piante della Sicilia5.
Rheinold Tüxen ad Hannover ha creato un
giardino fitosociologico, in modo da costituire le
varie associazioni forestali tipiche delle pianure
della Germania del Nord6. Anche l’Arboretum
Apenninicum di Tuseggia presso Camerino,
fondato nel 1990, è stato creato con lo stesso
criterio, con l’impianto di specie a gruppi, in modo
da formare boschetti delle associazioni forestali
dell’Appennino come faggeta, cerreta, abetina,
mugheta, ostrieto, querceto di roverella, ecc7.
Jean-Marie Géhu a Bailleul, nella Francia del
Nord, ha ricostituito il paesaggio vegetale del
bocage attorno alla sua abitazione, l’Hameau de
Haendries, formato da prati e siepi, ricorrendo a
un criterio paesaggistico (sinfitosociologico) per
creare il suo Orto8.
In passato, i grandi architetti e gli artisti hanno
creato giardini ispirandosi ai paesaggi circostanti:
i giardini storici attorno ai castelli e alle ville di
campagna ne costituiscono un esempio. Per questi
giardini vengono usate anche specie autoctone Altri Orti hanno anche un carattere applicativo
che contribuiscono a stabilire un collegamento come gli Arboreti (per esempio quello di
fra il giardino e l’area geografica nella quale si Vallombrosa, in provincia di Firenze) e le collezioni
trova, una cornice naturale di verde per le specie di alberi da frutto, come quella di Leone Tolstoj a
introdotte da altri ambienti. Nei Giardini storici Jasnaia Poljana, ove prevalgono gli alberi di melo,
di parchi, ville e castelli del Maceratese nelle in parte trasportati in Russia dalla Val di Non13.
Marche, su un totale di 100 specie censite, il 46% L’Hesperidarium di Pescia, o giardino degli agrumi,
sono spontanee dell’Appennino Centrale, il 13% è una collezione di oltre 200 varietà di agrumi
sono state introdotte da altre regioni italiane, il coltivate in vaso e si articola tra vialetti, tunnel
41% sono esotiche9,10,11. Un caso a parte è costituito vegetali e fontane, mentre una grande serra fa da
dai Giardini all’italiana, che fanno ancora uso di mantello al parco e lo protegge dalle intemperie14.
piante locali, soprattutto specie sempreverdi I Giardini di acclimatazione venivano istituiti per
mediterranee, ma adottando forme artificiali, l’introduzione di specie esotiche ai fini della loro
come si può vedere nel giardino di Boboli a utilizzazione; il più noto è il Jardin des Plantes
Firenze, tipico esempio di giardino formale12. di Parigi15; in Italia ha svolto la stessa funzione il
Molti Giardini sono specialistici, nel senso che giardino coloniale di Palermo.
si occupano soltanto di un tema e, per tale Giardini storici, parchi, Orti botanici, sono una fonte
ragione, sono chiamati anche Giardini tematici inesauribile d’ispirazione artistica. Mario Calvino
come il Giardino dell’Iris a Firenze, il giardino della ed Eva Mameli Calvino, che si sono succeduti alla
Sophora toromiro nell’Isola di Pasqua dedicato direzione della Stazione di Floricoltura di Sanremo,
alla sofora, specie scomparsa in natura che si hanno dedicato la maggior parte della loro vita ai
cerca di coltivare ex situ con grandi difficoltà, il giardini; il loro ambiente era quello della riviera,
giardino delle Proteacee di Wittunga in Australia, formato di oliveti, agrumeti, ville, giardini e parchi.
il giardino delle piante acquatiche di Marignolle Essi abitavano a Villa Meridiana, circondata da un
(FI) e molti altri. giardino che è un Orto botanico in pieno centro di

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__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Sanremo, come testimonia Libereso Guglielmi, il Il giardino di Gaia Remiddi è il parco della Rocca
Giardiniere dei Calvino. Per Mario Calvino un parco Borgesca di Camerino, ben delimitato da un
o un giardino ben tenuto è un sollievo dello spirito; recinto, come tutti i parchi e giardini. Il recinto è
Eva Mameli Calvino si preoccupa del rispetto degli ciò che rende il parco diverso, qualcosa d’altro
alberi dei parchi cittadini e scrive: benedico chi ha dall’ambiente esterno, di cui però è parte
rispettato quegli alberi16. integrante. Quando i visitatori la sera escono dal
Per Beatrice Duval, pittrice post-impressionista di parco e se ne vanno, il recinto viene chiuso. In
origine svizzera, che abitava a Sanremo in una villa una bellissima immagine di James Matthew Barrie
immersa in un grande parco-giardino, gli alberi e i riferita ai Giardini di Kensington21, Mamie, una
Giardini sono stati una fonte d’ispirazione per i suoi bambina rimasta nel giardino dopo la chiusura,
quadri. Dopo la perdita del padre, a causa del dolore, con sua grande sorpresa vede gli alberi finalmente
ha smesso di dipingere ed è vissuta per molti anni liberi dalla presenza umana che incominciano
da sola, il giardino attorno alla sua casa era parte a muovere i rami, come fossero lunghe braccia
della sua esistenza. In fatto di giardini, aveva idee a lungo tenute ferme, e a parlare fra loro; forse
particolari, doveva essere un giardino abbandonato un’allusione ante litteram alla necessità di liberare
a se stesso, ove le piante potevano crescere gli alberi e i boschi dalla presenza ossessiva e
liberamente, comprese le erbacce. Il risultato era invadente dell’uomo.
il disordine del giardino, il caos, una selva lasciata Come caso limite, ricordo i giardini inesistenti,
quasi al naturale dove gli uccelli cantavano e come il giardino dei Finzi-Contini, che Giorgio
facevano il nido. La sua amica Eva Mameli Calvino Bassani ha descritto pensando a qualche giardino
vanamente la consigliava di levare qualche pianta di Ferrara, ma che nella realtà non esiste. Oppure
per lasciare respirare e svilupparsi le altre17. il parco che si estendeva attorno al castello di
Il giardino di Lelia Caetani è quello di Ninfa, nella Soplicowo, nella radura di una grande foresta
campagna di Latina, il cui impianto è iniziato nel mai tagliata dall’uomo formata di alberi secolari
1920 sulle rovine di un’antica città romana a opera e maestosi, che Adam Mickiewicz ha descritto
del principe Gelasio Caetani; è una combinazione minuziosamente pensando ai castelli e palazzi di
di ruderi antichi, di acque che sgorgano dalla campagna presenti nelle pianure della Polonia
sorgente di Ninfa alla base dei Monti Lepini e che e Lituania e alla foresta di Bialowieza22. Anche
scorrono attraverso il giardino, di vialetti e piante la siepe del colle dell’Infinito a Recanati non
disposte a gruppi, isolate o riunite in aiuole di varia esiste; era un muretto forse con qualche pianta
forma e dimensione: un trionfo di verde e di colori lungo di esso, eppure ha avuto egualmente la
sgargianti. È stato scritto che l’anima di questo forza di stimolare l’animo e la mente di Giacomo
giardino, ampliato e arricchito con grandissimo Leopardi23.
amore da Lelia Caetani, che era anche pittrice e Se, infine, vogliamo rispondere alla domanda: che
che disegnava i fiori di Ninfa, scaturisce da questo cos’è un Orto botanico, credo si possa rispondere
equilibrio di estetica, botanica e passione18. che l’Orto botanico è un’istituzione di antica
Il giardino di Gerarda Buffa è l’Orto botanico origine che si occupa della coltivazione di piante
di Camerino, che ha dipinto su un’acquaforte19 per scopi molto diversi: scientifici, applicativi,
sulla quale compare soltanto il luogo dove si conservazionistici, didattici, educativi, divulgativi,
trova l’Orto e non le piante che vi crescono, con estetici, di cui in precedenza sono stati riportati
le architetture degli antichi edifici che fanno da alcuni esempi. La letteratura botanica dedicata
sfondo, come se fosse il palco e la quinta di un a Orti, Parchi e Giardini del nostro Paese è molto
teatro. Ne è diventato un giardino idealizzato, ricca24 e ad essa si rimanda per ulteriori notizie:
astratto, senza piante. La sensibilità dell’artista nei capitoli seguenti si possono trovare esempi
ha scoperto il nesso di analogia ritmica che v’è tra di come i diversi aspetti legati agli Orti botanici
la struttura della vegetazione dell’orto e l’edificio; possono essere declinati, nel miglior modo
alle forme imponenti dei giganti verdi sulle teorie possibile, nelle varie realtà italiane.
di aiuole dei semplici corrispondono alternanze di
bastioni possenti e delicate aeree loggette, grandi
arcate e sequenze di balaustre, ha scritto Francesco
De Santis20.

______ 20 ______
__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

Bibliografia 18. Caracciolo M. & Pietromarchi G., 1995. Il giardino


di Ninfa. Umberto Allemandi & C., Torino.
1. Matthioli P.A., 1568. Discorsi nelli sei libri di Pedacio 19. Buffa G., 1998. Il palco e la quinta. L’Orto botanico di
Dioscoride Anazarbeo della materia medicinale. Camerino. Il luogo e le piante. Università degli Studi,
Vincenzo Valgrisi, Venezia. Camerino.
2. Paganelli A., 1992. L’Orto botanico dell’Università 20. De Santis F., 2009. Il palco e la quinta. In Pedrotti
di Padova. In Raimondo F.M. (ED.), Orti botanici F. (ED.), L’Orto botanico “Carmela Cortini”.
Giardini alpini, Arboreti italiani. Ed. Grifo, Palermo: dell’Università di Camerino. Ed. Temi, Trento: 227-230.
141-163. 21. Remiddi G., 1989. Il parco sulla Rocca Borgesca di
3. Svenska Linnésällskapet, 1949. Linnésmuseet i Camerino. Atti incontro “L’Orto botanico e il verde
Uppsala och Linnés Hammarby, Nordiska Museet, di Camerino” (Camerino, 7 maggio 1988), L’Uomo e
Uppsala. l’Ambiente, 11: 71-80.
4. Marchesoni V., 1962. Il Giardino Alpino del Monte 22. Pedrotti F., 2012. Soplicowo, L’uomo in sintonia con
Bondone (m 1.537). Natura Alpina, XIII: 65-80. la natura. Ed. Temi, Trento.
5. Raimondo F. M., 2012. Raccolte e collezioni di piante 23. Pedrotti F., 1999. La siepe dell’Infinito di Giacomo
viventi. In Taffetani F. (ED.), Herbaria. Nardini, Leopardi. Delpinoa, 41: 77-88.
Firenze: 289-303. 24. Raimondo F. M. (ED.), 1992. Orti botanici, Giardini
6. Tüxen R., 1942/43-1946/47. Der pflanzensoziologische alpini, Arboreti italiani. Ed. Grifo, Palermo.
Garten in Hannover und seine bisherige Entwicklung.
Jahresber. Naturhist. Gesellschaft Hannover: 113-
287. Immagini
7. Pedrotti F., 1990. L’Arboreto dell’Università di
Camerino, Inform. Bot. Ital., 22 (3): 303-304. 1. Aiuole per specie erbacee nell’ Orto botanico di
8. Franck J. & Géhu J.-M., 1983. La reconstitution Kirowsk, Penisola di Kola, Russia; si riconosce Berge-
du paysage traditionnel de l’Houtland autour de la nia crassifolia; sullo sfondo Betula pubescens
Station Internationale de Phytosociologie de Bailleul. (Foto F. Pedrotti).
Annuaire Fondation “Marguerite Yourcenar”: 63-67. 2. Orto botanico di Padova, il muro che delimita l’Hor-
9. Cortini pedrotti C., 1989. Ville, Parchi e Giardini tus cinctus o Hortus sphaericus (Foto di archivio, anni
nella campagna di Camerino. Atti incontro “L’Orto ‘20 circa del secolo scorso).
botanico e il verde di Camerino” (Camerino, 7 3. Uppsala, Orto botanico di Linneo; in basso a destra,
maggio 1988), L’Uomo e l’Ambiente, 11: 63-65. la casa dove abitava Linneo (da Svenska
10. Gafta D., 1990. Caratteristiche botaniche e Linnésällskapet, 1949).
paesaggistiche dei parchi di alcune ville nei dintorni di 4. Jordaaniella anemoniflora (Fam. Mesembryanthema-
Camerino (Macerata). Inform. Bot. Ital., 22 (3): 173- ceae), specie estinta in natura e coltivata ex situ nel-
177. l’Orto botanico di Città del Capo, Sudafrica
11. Pedrotti F. & Aleffi M., 1994. Caratteristiche (Foto F. Pedrotti).
botaniche e paesaggistiche dei parchi delle ville e 5. Orto botanico di Città del Capo, Sudafrica, settore
castelli del Maceratese. In Ville e dimore di campagna delle Cicadacee (Foto F. Pedrotti).
del Maceratese. Atti XXVIII Convegno Centro Studi 6. Viale di palme nell’Orto botanico di Antananarivo,
Storici Maceratesi: 99-110. Madagascar (Foto F. Pedrotti).
12. Pedrotti F., 1991. Importanza del Giardino di Boboli
per gli studi botanici. In Acidini c., Giusti M.A.,
Garbero Zorzi E. (EDS.), Boboli 90 - Atti Convegno
Intern. Studi, salvaguardia, valorizzazione del
Giardino (Firenze, 9-11 marzo 1989). Ed. Edifir,
Firenze: 187-194.
13. Chiodi W., de Pellegrin F., Dolzan P., 2009. Il
meleto di Tolstoi. Dalla Val di Non a Tula. Ed. Camera
Commercio Industria Artigianato Agricoltura,
Trento.
14. Fatta Del Bosco G., 2010. Il giardino degli agrumi.
Alcune ambientazioni storiche riproposte da Alberto
Tintori. Le dimore storiche, 72(2): 122-125.
15. Spary E. C., 2005. Le jardin d’utopie. L’histoire
naturelle en France de l’ancien régime à la révolution.
Muséum National Histoire Naturelle, Parigi.
16. Pedrotti F., 2005. Eva Mameli Calvino e la sua
attività per la protezione degli uccelli. Natura Alpina,
56(3-4): 107-111.
17. Pedrotti F., 2010. Beatrice Duval, pittrice e
protezionista. Natura Alpina, 61(3/4): 53-58.

______ 21 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

I Giardini e gli Orti botanici


dall’antichità a oggi
_____di Sandro Pignatti_____

L’
Orto botanico è un giardino nel quale Si ha notizia anche per il tardo Medioevo di Giar-
si coltivano piante d’interesse botanico dini nei quali venivano coltivate piante medicinali,
(non soltanto, quindi, legate a motiva- che in qualche modo possano essere stati il mo-
zioni estetiche o alimentari) che realizza l’obietti- dello per gli Orti cinquecenteschi: uno di questi
vo principale della conservazione naturalistica. era nella Roma del XIV secolo, ma non se ne cono-
I primi Orti botanici sorgono nell’Italia rinascimen- sce precisamente la sede.
tale, nel momento in cui si risveglia l’interesse per Celebri testimonianze medievali sono offerte an-
lo studio della natura e si prepara la grande rivo- che dai Giardini islamici (come quello della Fava-
luzione scientifica galileiana. Si può anzi dire che ra, a Palermo, o i Giardini dell’Alhambra, a Grana-
gli Orti botanici siano tra le più antiche strutture da) che, oltre ad aver influenzato la struttura e
realizzate con fondi pubblici per scopi scientifici. il gusto decorativo dei giardini dell’Italia Meridio-
È tuttavia da ricordare che ogni grande civiltà del nale e dell’Andalusia, hanno lasciato un’impron-
passato sviluppò una peculiare cultura dei Giardi- ta visibile in altre regioni europee quali Spagna e
ni. Ne sono esempi famosi i giardini pensili di Babi- parte della Francia. Analogamente, l’influsso dei
lonia (anche se, probabilmente, ubicati a Ninive), giardini islamici si spinse a oriente fino all’India,
noti come una delle sette meraviglie del mondo dove preziose testimonianze ci vengono offerte
antico; ancora, i Giardini egizi, particolarmente dai giardini Moghul.
originali e artistici. Il primo Orto botanico universitario del mondo oc-
I versi di Omero recano notizia di numerosi ele- cidentale sorse a Salerno, tra il XIII e il XIV secolo,
menti significativi sull’agricoltura ed i Giardini nel a opera di Matteo Silvatico, della Scuola medica
mondo egeo: celebre la descrizione degli Orti del salernitana. Il primo Orto botanico espressamen-
re dei Feaci, vero prodigio di agricoltura irrigua; te destinato a studio e ricerca (detto da Linneo
inoltre, quando Odisseo incontra il padre gli ricor- “Hortus Primigenius”), venne invece istituito a
da le piante che il vecchio gli aveva donato per Padova in data 29 giugno 1545, su proposta di
il suo primo giardino, menzionando 13 varietà di Francesco Bonafede, professore di “Lettura dei
pero, 10 di melo, 40 di fico e 50 di uve diverse, pro- semplici” nella locale Università, e l’occhiuta bu-
va della notevole selezione cui l’uomo aveva già rocrazia della Serenissima ha conservato l’atto del
sottoposto le specie fruttifere all’alba del Primo Consiglio dei Pregadi per l’acquisto del terreno sul
millennio a.C. quale tuttora esiste l’Orto botanico. Dopo questo
Procedendo nella storia dell’Occidente, nel III sec. avvenimento, altre università italiane (Pisa, Firen-
a.C. il re Attalo di Pergamo fece costruire un giar- ze) ed europee (Montpellier) si dotarono di un
dino, di cui scrive Plutarco, con piante tossiche, Orto botanico.
dalle quali ricavare il veleno da freccia per il suo A Roma, intorno al 1550, sorgono gli Orti Farnesia-
esercito. ni, una sorta di Orto botanico privato (Fig. 1). L’Or-
Roma, soprattutto in epoca tarda, sviluppò la col- to botanico di Padova è rimasto immutato come
tivazione dei fiori anche in serre, realizzate con fi- forma nel corso di quasi cinque secoli, e oggi è
nestre a lastre di mica, e l’arte e la cura dei giardini considerato Patrimonio dell’Umanità; altri Orti
cui i Romani diedero vita si diffuse in vari luoghi botanici hanno subito invece modificazioni più o
dell’antico impero. meno profonde (dimensioni, scopo e utilizzazio-

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__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

insegnamento ma, accanto alla dimostrazione del


potere di un monarca illuminato e la competizione
con altri gli Stati europei, non è da trascurare quel-
la di status symbol.
Non di rado l’Orto botanico è fondato da un me-
cenate, con motivazioni simili a quelle relative ai
capi di Stato. Si tratta di strutture importanti, tra
le quali vanno anzitutto ricordati i Kew Gardens di
Londra che, per la ricchezza delle sue collezioni vi-
venti e la straordinaria importanza dell’Erbario (il
più ampio al mondo), occupa oggi una posizione
di leader tra gli Orti botanici europei.
Di poco più recenti, ma anche questi dovuti a dona-
zioni di mecenati, sono l’Orto botanico di New York
(con il supporto di diversi magnati, tra i quali An-
drew Carnegie e J. Pierpoint Morgan) e di Honolulu
ne), ma si sono ancora in gran parte conservati, (Thomas Foster). In Italia l’esempio più importante
anche grazie al fatto di essere sotto l’amministra- è il Giardino della Mortola a Ventimiglia, donato allo
zione delle Università, e dunque di proprietà pub- Stato italiano dagli eredi Hanbury, inglesi di origine.
blica, e il loro interesse rimane elevato, anche per- Con lo sviluppo dei traffici oceanici si accende
ché essi oggi si trovano in posizioni centralissime, l’interesse per le flore tropicali, ricche di specie
spesso in aree monumentali delle città storiche. di grande importanza commerciale, industriale,
In questo scritto, si cercherà di dare un’informa- farmaceutica od ornamentale, e anche questo sti-
zione generale sugli Orti botanici universitari ita- mola la formazione di grandi Orti botanici, come
liani, anche paragonandoli alle analoghe strutture quelli di Calcutta, Bogor (Giava), Singapore e Mel-
di altri Paesi. bourne. In questi casi l’Orto botanico è istituito
per iniziativa dell’amministrazione coloniale, op-
Gli Orti botanici (nel mondo e in Italia) pure anche dalle amministrazioni cittadine, come
Anzitutto alcune domande: a chi si deve la fonda- nel caso di San Francisco in California e Perth
zione di un Orto botanico? E per quali motivi si è nell’Australia Occidentale o di privati. Va ricorda-
arrivati a questa decisione? to, a questo proposito, che l’Orto di Palermo era
Abbiamo già visto come per l’Orto botanico di Pa- stato per molto tempo denominato “giardino co-
dova si sia trattata di una decisione del governo, loniale” e, sempre a Palermo, la famiglia Whitaker
su circostanziata richiesta dell’Università, al tem- ha costruito la Villa Malfitano con un’ampia colle-
po considerata una sorta di Università Nazionale zione di piante tropicali.
della Repubblica Veneta (Venezia, la capitale, non
aveva una propria università). Struttura dell’Orto botanico
Lo stesso è avvenuto in molte altre università, tra Come si è sottolineato all’inizio, l’Orto botanico è
le quali si possono citare Montpellier, Uppsala, e anzitutto un giardino. Ma una definizione di giar-
quella di Roma dopo l’unità d’Italia. In questi casi dino, logica e accettata, per il momento manca. Si
dunque l’Orto viene creato per la ricerca e l’inse- tratta di un’area chiusa, e questo è espresso nella
gnamento. radice indoeuropea dalla quale è derivato il latino
Molti Orti botanici nascono per iniziativa di un hortus e nelle lingue germaniche garten, garden;
monarca: gli Orti di Pisa e Firenze, quasi contem- inoltre vi si trovano fiori o piante ornamentali,
poranei a quello di Padova, nascono per iniziativa ma non tutti i luoghi chiusi nei quali crescono fio-
del Granduca; in altri casi (Napoli, Palermo, Parigi, ri possono dirsi dei giardini: potrebbe trattarsi di
Berlino) il fondatore è invece un re, oppure, nel vivai per floricoltura, agrumeti, cimiteri. Un fatto
caso di Vienna e San Pietroburgo, addirittura l’im- essenziale, secondo me, è che la scelta e disposi-
peratore. zione delle piante debba avere un significato, pro-
Indubbiamente le motivazioni di base che porta- porre un messaggio; secondo Libereso Guglielmi
no alla nascita di un Orto botanico sono ricerca e nel giardino si deve “ricreare l’armonia della na-

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__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

tura in un ambiente che non è naturale”, ma forse


questo è soltanto un modo differente per espri-
mere un concetto molto simile, se il contenuto del
messaggio s’identifica con l’armonia della natura.
Però, anche se con una motivazione comune, i
singoli giardini possono assumere forme del tutto
diverse: così, sia l’esigenza che porta alla fonda-
zione dell’Orto botanico, sia la forma nella quale
esso viene realizzato, progressivamente evolvono
nel tempo.
Vediamo ora qualche elemento generale su stile
e struttura dei giardini in Europa; non prendere-
mo in considerazione le forme sviluppate nell’A-
sia Orientale, particolarmente in Giappone, dove
invece il giardino ha soprattutto il significato di
luogo di culto e meditazione.
Si possono distinguere tre classici modelli:

Giardino all’italiana (geometrico) - Si diffonde in


Italia nei sec. XV-XVI nelle città governate come
signorie e principati, oppure in collegamento con
ville e castelli usati come residenze estive: il giardi-
no ha generalmente piccole dimensioni (al massi-
mo 1-2 ettari), si distende su un’area pianeggiante
e ha varietà di geometrie. Il complesso ha per lo
più forma quadrata o rotondeggiante ed è sud-
diviso in unità geometriche regolari, con un’area
centrale circolare (spesso abbellita da una fon-
tana); comprende soprattutto specie erbacee o maggiore lungo 2,5 km, orientato verso occiden-
basso-arbustive, generalmente sempreverdi, con te. Dalla facciata della reggia si sviluppa un ampio
abbondanti siepi di bosso (Fig. 2). Frutto di una viale, circondato da Giardini all’italiana, che conti-
cultura nella quale la tradizione metafisica tardo- nua con il Grand Canal; viale e canale formano un
medievale viene arricchita con la visione umani- unico elemento prospettico lineare fiancheggiato
stica (il ritorno alle forme dell’arte classica), il cui da quinte alberate: da questo deriva la grandeur
modello è la Villa Medicea La Petraia a Firenze, del monumento, simbolo del potere reale (Fig.
sembra tuttavia chiara una derivazione dal chio- 3). Questa struttura appare coerente allo svilup-
stro medievale e dalla tradizione dell’Hortus con- po della cultura illuministica: uno spazio svilup-
clusus, come simbolo religioso. Tra gli Orti botani- pato da un’idea chiara e distinta, che diventa il
ci, questo modello è applicato ad esempio a quelli simbolo dell’assolutismo illuminato. Esempi di
di Padova, Catania, Pisa e all’Hortus Linneanus di una simile struttura si ritrovano in diverse città
Uppsala. europee, come nel piano originario del Jardin des
Plantes di Parigi; a Vienna, dove l’Orto botanico è
Giardino alla francese (prospettico) - Il modello un simbolo del potere imperiale di Maria Teresa;
viene sviluppato nei secoli XVII e XVIII, attorno nel Grosser Garten di Hannover, dove questo stile
alla corte del re di Francia e presso l’alta nobiltà, trova la sua più vasta realizzazione e del quale
in generale in ambiente periurbano. Il giardino si il miglior esempio in Italia è la Reggia di Caser-
sviluppa su una superficie pianeggiante, di ampie ta. Tra gli Orti botanici universitari italiani nessu-
dimensioni (almeno una decina di ettari), a forma no ha realmente questo aspetto, benché alcuni
rettangolare, con lato maggiore molto allungato. elementi del giardino alla francese si ritrovino
Il modello classico è quello del castello di Versail- nell’Orto di Roma.
les, residenza di Luigi XIII e Luigi XIV, con l’asse

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__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

deputato all’insegnamento dei farmaci (i “sempli-


ci” nella denominazione del tempo), che poteva-
no essere “dimostrati” in natura, con la possibili-
tà di sentirne l’odore e il sapore, per dedurne le
“virtù” medicinali e preparare di conseguenza le
medicine vere e proprie: una sorta di farmacopea
vivente, ben più istruttiva che una semplice colle-
zione di droghe essiccate.
Nell’Europa del sec. XVII, accanto all’uso didattico
per le piante medicinali, si aggiunge la funzione
del “giardino di acclimatazione”: vi si coltivano
le piante importate dalle regioni con clima tem-
perato e subtropicale dell’Asia, Nordamerica e
Sudamerica, molte delle quali sono adatte alla col-
tivazione anche nei climi europei. Arrivano piante
Giardino all’inglese (English landscape park) - A che oggi troviamo dappertutto, come gli agrumi
partire dal XVIII sec. questo tipo di giardino si dif- (dal Sudest asiatico), mais (dal Messico), robinia
fonde prima in Inghilterra e quindi in tutt’Europa. (dal New England), patata (dalle Ande), tabacco,
Anche questo richiede un’ampia superficie, ma si pomodori, melanzane, zucche, meloni e così via.
adatta bene a un ambiente ondulato, nel quale Molte di queste sono già dipinte nell’affresco di
viene riprodotta una vegetazione naturale idealiz- Giovanni da Udine nella Villa Farnesina di Roma,
zata, ispirata alle opere dei paesaggisti (Poussin). risalente ai primi decenni del sec. XVI.
Si diffonde nel contesto culturale che reagisce al Dall’Asia Occidentale arrivano molte piante orna-
razionalismo illuministico e al pensiero dedutti- mentali, in particolare i tulipani, sui quali nel 1637
vo, da un lato con l’utilitarismo britannico di Je- si sviluppa una sfrenata speculazione alla borsa di
remy Bentham e John Stuart Mill e dall’altro con Amsterdam (primo esempio di bolla speculativa
il romanticismo. Mancano le grandi prospettive nel nascente mercato capitalista). Da qui deriva-
e le aiuole geometriche, sostituite da percorsi si- no anche nuove piante, come nel caso del platano
nuosi, irregolari, che portano a punti panoramici, americano (Platanus occidentalis) che, coltivato in
corsi d’acqua, ponti e stagni, spesso anche con vicinanza dell’indigeno P. orientalis, produce l’ibri-
imitazioni di architettura classica oppure ispirata do xP. hispanica, che a sua volta si diffonde in tutta
alle opere di Palladio; le zone aperte hanno ampi l’Europa Meridionale: l’ibridazione sembra sia av-
tappeti verdi e nuclei di alberi (generalmente la- venuta nel sec. XVII, probabilmente in Spagna.
tifoglie) per approfondire la visione d’assieme Con Linneo si accentua la funzione didattico-scien-
(Fig. 4). Su questo schema si sviluppano molti Orti tifica, ora non più imperniata sull’aspetto tecnico-
botanici d’oltremare. Alcuni elementi del giardino preparativo, ma come metodo di comparazione
all’inglese si ritrovano in molti Orti botanici italia- per comprendere il Systema sexuale da lui immagi-
ni, come quelli di Napoli e di Palermo, oppure in nato. Nell’Hortus Linneanus, che tuttora conserva
parchi di particolare pregio come Miramare a Trie- a Uppsala la forma originale, le piante sono rag-
ste e le ville dei laghi insubrici; la Mortola ne of- gruppate in base al numero degli stami, e questo
fre una variazione particolarmente interessante, modello si ripeterà ben presto negli Orti botanici
adattata al clima mediterraneo. di tutt’Europa, e in alcuni permarrà ancora. Si trat-
ta di una disposizione che viene immediatamente
La missione degli Orti botanici compresa ed è facile da ricordare, benché abbia
I brevi cenni sulla storia e la struttura dei diver- dei lati negativi: ad es. nella classe Triandria Mo-
si Orti botanici rendono comprensibile come la nogynia (3 stami e 1 pistillo) troviamo, l’una ac-
“missione” per la quale venivano di volta in volta canto all’altra, valeriana, croco, molte ciperacee
immaginati abbia subito profonde modifiche nel e qualche graminacea, piante cioè che hanno ben
tempo, anche in relazione alle diverse realtà terri- poco in comune. Il sistema linneano è basato su
toriali e nazionali. un’astrazione priva di un vero significato e verrà
All’origine (sec. XVI), l’Orto botanico era il luogo progressivamente sostituito da altri modelli più

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__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

avanzati, quale quello proposto da Engler, tuttora che di naturalisti e botanici legati alla nascita dei
molto diffuso negli Orti botanici di tutt’Europa. grandi giardini tropicali, come Reinwardt a Bogor,
La formazione dei grandi imperi coloniali e Roxburgh e Wallich per Calcutta, Raffles e Ridley
l’insediamento di gruppi d’origine europea nelle in Singapore, Hillebrand a Honolulu.
colonie di popolamento in America, Sudafrica e I nomi di questi studiosi restano immortalati nel-
Australia sveglia l’interesse per le flore esotiche, la nomenclatura botanica e nei titoli dei periodici
soprattutto tropicali, ricche di specie utili, spesso scientifici, assieme a quelli dei grandi esploratori
già note agli indigeni. Accanto a queste, piante come A. von Humboldt nell’America tropicale e A.
di straordinaria bellezza, inimmaginabili per i Schweinfurth in Africa.
conoscitori della sola flora europea, si annoverano Lo sviluppo delle conoscenze sulla flora tropicale
piante medicinali, commestibili oppure sfruttabili non sarebbe stato possibile senza continui scambi
per lavorazioni industriali. Si sviluppa l’esigenza con i maggiori Orti botanici europei e nordameri-
di esplorare e conoscere questo nuovo mondo cani, come Londra (Kew Gardens), Parigi, Leiden,
vegetale e così, soprattutto durante il sec. XIX, Berlino, New York, che diventano le sedi nelle qua-
sono creati i grandi Giardini tropicali a Calcutta, li il materiale tropicale è studiato e rielaborato.
Colombo, Singapore, Bogor (precedentemente Nei grandi Orti europei e nordamericani le piante
Buitenzorg, presso Jakarta), Honolulu, Melbourne, introdotte dai tropici vengono coltivate in grandi
Sydney, Rio de Janeiro, Capetown-Kirstenbosch. serre, come la Tropenhaus di Berlino e la Palmhou-
Questi sono contemporaneamente i grandi centri se nei Kew Gardens di Londra. L’Ottocento è stato
nei quali è elaborata la conoscenza scientifica dei caratterizzato dalla costruzione di grandi serre di
paesi che vengono man mano esplorati. ferro e vetro, per assicurare alle piante tropicali il
Per fare solo un esempio: il Reale Orto botanico calore e la quantità di luce necessari alla loro so-
di Melbourne. Fondato nel 1846, ben presto qui pravvivenza. La più significativa tra queste è sicura-
inizia l’attività di Ferdinand Müller, da poco im- mente la serra di vetro che Paxton costruì a Londra
migrato dalla Germania, che dal 1857 ne diviene per il duca del Devonshire e che fece da esempio
direttore; infaticabile esploratore delle risorse bo- per la costruzione di numerose altre serre.
taniche del continente ancora quasi sconosciuto, Nel sec. XX si assiste a un progressivo declino
raccoglie le piante, le coltiva nell’Orto, le studia, della funzione didattica e scientifica: la prima
descrive centinaia di specie nuove, in continuo passa alle attività d’insegnamento universitario
contatto con i botanici londinesi, soprattutto e la seconda si sviluppa soprattutto nei labora-
George Bentham, pubblica i primi fondamentali tori, mentre la diffusione della cultura scientifica
contributi sulla flora australiana. Va ricordato che avviene mediante libri, e oggi anche attraverso
questo grande botanico inglese, studioso della la rete. Però contemporaneamente, negli Orti
flora asiatica e australiana, era nipote del filosofo botanici, almeno nei migliori, si sviluppano nuo-
Jeremy Bentham, citato in precedenza. In seguito vi interessi e attività: essi diventano luoghi non
sarà fatto nobile, diventando così F. von Müller. solo di studio, di formazione scientifica, di spe-
Lo ricordiamo assieme ad altre figure carismati- rimentazione e di didattica, ma anche di ricerca

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__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

e di diffusione delle informazioni. Questo viene offrire una prospettiva imponente: la grandezza
messo in evidenza molto bene da quanto si leg- della visuale sull’Orto botanico simboleggia il po-
ge nelle prime righe del sito dell’Orto botanico di tere del monarca assoluto. In questo contesto la
New York: esso è concepito come an advocate for botanica svolge soltanto un ruolo subordinato: la
the plant kingdom, la cui missione si esplica attra- prospettiva lineare impone uno schema ripetitivo,
verso collezioni vive e secche, modelli paesistici, con alberi oppure aiuole fiorite sempre eguali; lun-
programmi di educazione ambientale, orto-flo- go l’asse principale regna l’uniformità, mentre la
ricoltura, e una mirata attività di ricerca (Fig. 5). quintessenza dell’Orto botanico è nelle collezioni,
Nuovi compiti si evidenziano quando si decide di nella varietà (quello che oggi si riassume nella bio-
non limitarsi a coltivare una tradizione ultracen- diversità). Così il settore per le attività di studio in
tenaria, ma di aprirsi alla richiesta culturale di un generale si rifugia in un’area defilata, in posizione
pubblico sempre più interessato al problema am- quasi ancillare, che però spesso diviene conflittua-
bientale. le rispetto alla funzione di rappresentanza, quan-
do le esigenze di ricerca richiedono un’espansione
Gli Orti botanici di fronte a nuove sfide delle collezioni.
All’inizio di questo scritto abbiamo indicato come Abbiamo già accennato al legame esistente tra
la natura dell’Orto botanico sia quella di un giardi- lo sviluppo del commercio sulle rotte oceaniche,
no e, in quanto tale, esso è vincolato alla trasmis- l’espandersi dell’attività mercantile e il passaggio
sione di un messaggio. della committenza dal monarca agli operatori, che
Cerchiamo ora di approfondire il contenuto di in queste condizioni avevano trovato l’occasione
questo messaggio. Non è possibile darne una di accumulare ingenti patrimoni e in certi casi (ad
definizione univoca, perché nel corso dei secoli è es. T.S. Raffles, fondatore della città di Singapore)
cambiata la committenza e, conseguentemente, anche il potere politico. In questa nuova situazio-
anche la missione e la struttura dell’Orto botani- ne l’intreccio tra interessi scientifici e interessi eco-
co sono cambiate. In quelli rinascimentali si par- nomici diviene evidente e questo si riflette anche
tiva da un’esigenza universitaria, tanto che esso sulla struttura dell’Orto botanico. Le dimensioni
nasceva come struttura didattica e di ricerca: re- continuano a espandersi perché negli ambienti
alizzato su un’area di piccole dimensioni, centra- coloniali scarsamente popolati (es. Nordamerica,
lizzata e quindi con un piano geometrico unitario, Australia) lo spazio non rappresenta un problema,
così da disporre le varie piante coltivate l’una ac- o comunque esso può essere facilmente sottrat-
canto all’altra, facilitando il confronto delle forme to agli indigeni nelle aree densamente popolate,
e delle condizioni di crescita; la visuale generale come in India e Indonesia. Tuttavia, mancano le
e le esigenze estetiche passano in second’ordine. aree dedicate completamente a effetti spetta-
Con il passaggio alle funzioni di rappresentanza e colari e la superficie è utilizzata razionalmente
come testimone del prestigio reale, la situazione in ambiti diversi per scopi diversi: testimonianze
cambia completamente. Le dimensioni aumen- della vegetazione originaria, coltivazioni speri-
tano di 5-10 volte e viene strutturato in modo da mentali, collezioni botaniche vere e proprie, tratti

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__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

di giardino all’inglese e impianti aperti al pubblico vo di una gita di famiglia: si raggiunge in macchina
per spettacoli o tempo libero. Attorno agli Orti oppure da una vicina stazione della metropolita-
botanici si sviluppano attività agricole e commer- na. In questo modo cambia l’utenza: dai botanici,
ciali, come la diffusione della coltivazione del the e ai tecnici si passa a un settore importante della cit-
della gomma in India a opera dell’Orto di Calcutta tadinanza i cui scopi vanno dal turismo al tempo
(Fig. 6). libero e all’educazione ambientale.
Spesso agli studiosi appena giunti dall’Europa si
chiedeva di risolvere problemi ai quali non erano
preparati, e questo causava gravi errori. Ad es., il Immagini
già citato Ferdinand von Müller, peraltro ottimo
botanico e direttore dell’Orto botanico di Melbou- 1. Carlo Antonini: prospetto degli Orti Farnesiani sul
rne, raccomandava vivamente l’introduzione del- Palatino. Roma, 1780.
https://www.loc.gov/item/90707145/
la volpe in Australia per la tradizionale caccia alla
2. Carlo Antonini: veduta del giardino all’italiana di
volpe dei gentiluomini inglesi, ma la comparsa di Villa Lante in Bagnaja. Roma, 1780.
questo carnivoro, in un ambiente che ne era privo, http://calcografica.ing.beniculturali.it/index.
fu causa di un vero disastro ecologico, e parecchie php?page=default&id=14&lang=it
specie di marsupiali furono decimate o addirittura 3. Veduta del giardino alla francese del castello di
Vaux-le-Vicomte, a Maincy (Foto E. Westerveld).
condannate all’estinzione.
4. Scorcio del giardino all’inglese della reggia di
Non va però trascurato il fatto che gli Orti botani- Caserta (Foto T. Arecco).
ci tropicali sono stati spesso strutture d’avanguar- 5. La biblioteca LuEsther T. Mertz, nell’Orto bota-
dia nella diffusione della cultura scientifica in paesi nico di New York (Foto J. Henderson).
che ne erano privi. A distanza di un secolo o poco 6. Il lago dell’Orto botanico di Calcutta, uno dei
primi Giardini coloniali inglesi, fondato nel 1787
più, ovunque, si sono formate élites di botanici e
(Foto B. Ganguly).
agronomi locali, in grado di affrontare i proble-
mi del territorio senza la necessità di consulenti
esterni.
La consapevolezza della crisi ambientale nella
seconda metà del secolo scorso, soprattutto a
partire dagli anni ’80, ha ulteriormente modifica-
to la situazione: si è già accennato al declino delle
motivazioni scientifiche, a cui si accompagna però
un parallelo aumento dell’interesse da parte di un
pubblico più ampio, che nell’Orto botanico cerca
risposte al problema di un più corretto rapporto
con l’ambiente.
Questo nuovo interesse si collega, almeno in Eu-
ropa, alla profonda trasformazione urbanistica e
sociale della città moderna. Va tenuto presente
che quando è stato creato il Jardin des Plantes di
Parigi, la città aveva circa mezzo milione di abitan-
ti, mentre oggi nell’area metropolitana la popola-
zione è 20 volte tanto. A Firenze il rapporto è di
1 a 5, a Londra 1 a 13, a Berlino 1 a 30. L’area dei
più antichi Orti botanici è divenuta centralissima
e l’amministrazione municipale in alcuni casi ha
ritenuto opportuno utilizzarla per altri scopi, spo-
stando l’Orto botanico in un’area periferica molto
più ampia, attrezzata con ricchezza di mezzi: que-
sto è avvenuto ad es. a Zurigo e Bruxelles. L’Orto
botanico cessa di essere il posto dove gli studenti
vanno a piedi con i libri in spalla e diventa l’obietti-

______ 28 ______
__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

Orti botanici italiani aderenti


alla Società Botanica Italiana:
una panoramica sul territorio nazionale
_____di Pietro Pavone____

G
li Orti botanici sono oggi dei veri e propri
musei viventi, la cui funzione principale è
conservare la diversità vegetale del piane-
ta. Nel corso del tempo hanno subito un vero e
proprio processo evolutivo che li ha trasformati in
base alle esigenze dei diversi periodi storici.
In Italia, i primi Orti botanici accademici furono
fondati a metà del Cinquecento (Pisa nel 1544, Pa-
dova e Firenze nel 1545, Bologna nel 1567) (Fig. 1 e
2) per arricchire e rendere pratica la didattica uni-
versitaria relativa a quelle discipline che per loro
specificità affrontavano, direttamente o indiret-
tamente, lo studio del mondo vegetale in genere
e delle piante in particolare (Botanica, Medicina,
Farmacia). Erano questi gli “Orti dei Semplici”,
Giardini dedicati essenzialmente alla coltivazione
delle piante officinali, all’interno dei quali si avvia-
rono, tra l’altro, le prime attività di sperimenta-
zione, di ricerca e di diffusione delle conoscenze
botaniche.
Dopo la scoperta dell’America, per poter accoglie-
re le piante provenienti dal Nuovo Mondo, questi
luoghi iniziarono a trasformarsi in Giardini di ac-
climatazione grazie alla costruzione delle prime
grandi serre di cristallo e ferro, legno o muratura
(Fig. 3).
In seguito alle due grandi rivoluzioni industriali, tra
la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà
del Novecento, l’ambiente ha iniziato a subire pro-
cessi d’inquinamento irreversibili che hanno gene-
rato l’attuale situazione di allarme ambientale.
La riduzione della diversità biologica e della varia-
bilità genetica, dovute all’impatto antropico ed ai
cambiamenti climatici che hanno caratterizzato
gli ultimi decenni, hanno determinato una vertigi-
nosa riduzione di molti ecosistemi naturali, com-
promettendo seriamente il patrimonio vegetale e
rendendo impossibile la conservazione in natura
(in situ) per diverse specie.

______ 29 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Per tali ragioni è stato necessario ridefinire le fun-


zioni degli Orti botanici in relazione all’impellente
necessità di conservare la biodiversità del nostro
pianeta.
In passato le attività di conservazione degli Orti
botanici erano svolte prevalentemente attraverso
la conservazione e lo scambio di semi tra le varie
strutture (Index seminum), ma dall’inizio del ven-
tunesimo secolo sono state sperimentate altre
strategie di conservazione grazie alla realizzazio-
ne di banche del germoplasma che, attualmente,
rappresentano uno degli strumenti migliori per
prevenire la perdita di biodiversità genetica, pre-
servare la flora minacciata e garantire la conser-
vazione delle specie a lungo termine (Fig. 4 e 5).
Attualmente, secondo la definizione del BGCI (Bo-
tanic Gardens Conservation International), un Giar-
dino botanico è un’istituzione aperta al pubblico
che conserva una collezione ben documentata di
piante vive per promuovere:
• la ricerca scientifica;
• la conservazione della biodiversità vegetale;
• la sua esposizione al pubblico;
• l’educazione naturalistica e ambientale.
Il “Piano d’Azione per i Giardini Botanici nell’U-
nione Europea” delinea le finalità e i compiti per
gli Orti botanici europei, con attenti riferimenti a
quanto previsto dal programma delle Nazioni Uni-
te per lo sviluppo sostenibile.
Anche gli Orti botanici italiani contribuiscono
all’importante missione della salvaguardia della
flora attraverso specifiche attività che prevedono
la conservazione e la cura di piante vive e di semi
(conservazione ex situ), la divulgazione scientifica
e l’educazione ambientale rivolte alla diffusione
di una nuova cultura ambientale, più attenta e ri-
spettosa degli equilibri indispensabili alla soprav-
vivenza di ogni forma di vita. Gardens Conservation International) ed ai lavori
In Italia gli Orti botanici sono distribuiti in modo dello European Botanic Gardens Consortium.
uniforme su tutto il territorio, fatta eccezione per Sedici strutture del Gruppo, partecipando a di-
le aree della Toscana e della Lombardia, dove la versi progetti europei e regionali, hanno allesti-
loro presenza è sensibilmente maggiore rispetto to banche del germoplasma presso le loro sedi,
alle altre regioni. realizzando tecniche di micropropagazione e
Molte di queste strutture fanno parte del Gruppo crioconservazione innovative e permettendo la
di Lavoro per gli Orti botanici e i Giardini storici formazione di personale specializzato. Grazie a
aderenti alla SBI (Società Botanica Italiana), com- questi progetti, sono stati, inoltre, definiti proto-
posto da 76 strutture, 31 delle quali sono gestite colli operativi comuni per specie di difficile conser-
dalle università e 45 da altri enti (comuni, regioni, vazione e propagazione.
ecc.). Le banche italiane del germoplasma hanno dato
I diversi Orti e Giardini botanici del Gruppo parte- vita a una rete nazionale, la rete RIBES (Rete Ita-
cipano al global network europeo BGCI (Botanic liana Banche del germoplasma per la conservazio-

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__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

ciale ed ecologica dei fenomeni climatici in atto.


I risultati ottenuti hanno offerto valide proiezioni
sui rischi e i possibili effetti del cambiamento cli-
matico sulla flora, cosa che ha permesso l’elabo-
razione di modelli predittivi sulla dinamica delle
popolazioni e sulla futura distribuzione geografica
delle specie nel bacino mediterraneo.
Sono state selezionate 64 specie, 31 delle quali
sono state oggetto di conservazione in situ.
L’attività di ricerca svolta negli Orti botanici italia-
ni è strettamente legata alla conservazione delle
specie vegetali e attuata attraverso l’elaborazione
e la sperimentazione di tecniche efficaci di conser-
vazione ex situ di piante vive e di semi, e in situ
attraverso lo studio della vegetazione, interventi
di restauro, di reinforcing e di ripopolamento.
Queste attività sono supportate da specifici inter-
venti di educazione ambientale e di divulgazione
scientifica rivolti alla cittadinanza ed al pubblico in
genere.
In particolare, secondo quanto suggerito dal
BGCI, nel rivolgersi alla cittadinanza, gli Orti bo-
tanici italiani stanno implementando il loro ruolo
ne Ex situ della flora Spontanea), che partecipa al sociale attraverso la realizzazione di specifici pro-
progetto globale della Millennium Seed Bank e alla getti dedicati ai soggetti ed ai gruppi, realmente o
Rete Europea ENSCONET (European Native Seed potenzialmente, borderline e in condizioni di disa-
Conservation Network), con 19 istituti europei ap- gio socio-culturale.
partenenti a 12 stati membri, rappresentanti 5 re- In quanto musei di Scienze Naturali, particolare
gioni biogeografiche europee. valore assumono le collezioni di piante, vive ed
La rete RIBES partecipa, inoltre, al progetto eu- essiccate (Fig. 6), che negli Orti botanici, in virtù
ropeo Interreg GENMEDOC, una rete di centri di delle diverse interpretazioni cui si prestano, sono
conservazione del materiale genetico della flora utilizzate non soltanto per le attività di ricerca e
delle regioni del Mediterraneo Occidentale, che di sperimentazione, ma anche per quelle di edu-
ha già raccolto lotti di semi di 338 taxa di 45 ha- cazione ambientale, di didattica e di divulgazione.
bitat mediterranei, conservati attualmente nelle Queste collezioni, oltre a costituire un patrimonio
banche del germoplasma dei diversi centri che la di altissimo valore scientifico, rappresentano un
costituiscono. Per 66 delle specie raccolte sono importante bene storico-culturale capace di at-
stati sviluppati dei protocolli efficaci di germina- trarre le persone e renderle sensibilmente parteci-
zione allo scopo di garantire la produzione di pian- pi. Negli Orti botanici si realizzano, infatti, diversi
te per possibili future azioni di potenziamento o eventi mirati proprio alla partecipazione consa-
di reintroduzione delle popolazioni nell’ambiente pevole ed emotiva: incontri su tematiche diverse,
naturale. mostre ed eventi culturali e artistici di vario tipo.
Grazie ai risultati ottenuti dalla rete attivata con Queste strutture, pur svolgendo le stesse funzio-
GENMEDOC, all’interno di un successivo progetto ni, non sono però assimilabili a un modello unico
SEMCLIMED (SEMence, CLImat et MEDiteranée), di Orto botanico italiano poiché presentano pecu-
è stato studiato l’impatto provocato dai cambia- liari caratteristiche che creano ricchezza e diversi-
menti climatici sulla flora spontanea del bacino tà all’interno del gruppo.
del Mediterraneo, prevedendo la protezione e La diversità determina anche un differente tipo di
la riabilitazione delle zone colpite da siccità e da fruizione per questi luoghi: il numero di visitatori
desertificazione (Africa soprattutto), realizzando annui varia, infatti, in base alle specifiche capacità
anche azioni di sensibilizzazione sull’ampiezza so- di ogni sede di accogliere gli ospiti e svolgere le

______ 31 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

attività al pubblico. Questo è dovuto all’esistenza Bibliografia


di realtà molto diverse sia all’interno di una stessa
BGCI/IABG, 2001. Piano d’Azione per i Giardini Botanici
regione, sia tra regioni diverse: le diversità sono di
nell’Unione Europea. Informatore Botanico Italiano 33,
tipo strutturale (estensione, spazi strutturati...), supplemento 2, Novembre.
di gestione (personale specializzato, giardinieri, Raimondo F.M. (ED.), 1992. Orti botanici, Giardini Alpi-
educatori...), metodologiche (alcuni svolgono ni, Arboreti Italiani. Edizioni Grifo, Palermo.
prevalentemente attività di ricerca, altri di osten- Bedini G., Rossi G., Bonomi C., 2005. RIBES, la Rete Ita-
liana di Banche del germoplasma per la conservazione Ex
sione), climatiche, ecc.
Situ della flora spontanea. Informatore Botanico Italia-
Così, per esempio, i Giardini di Castel Trautt- no, vol. 37 (X). Ed. S.B.I., Firenze.
mansdorff di Merano, in Trentino Alto-Adige, Hebert P.D.N., Cywinska A., Ball S.L., De Waard JR,
contano circa 400.000 visitatori annui, mentre 2003 (EDS.), 2006. In Biological identifications through
il Giardino botanico alpino delle Viote di Monte DNA barcodes. Proceedings of the Royal Society of
London. Series B, Biological Sciences, 270: 313-321.
Bondone a Trento, nella medesima regione, ne
conta circa 15.000, e ancora, l’Orto botanico di Ca-
tania in Sicilia circa 40.000. Siti web (ultima consultazione marzo 2016)
Nondimeno, tutti gli Orti botanici italiani sono co-
munque impegnati in attività rivolte al pubblico BGCI – Botanic Gardens Conservation International
http://www.bgci.org/
e, in particolare, alle scolaresche e s’identificano
KeyToNature – Dryades project. La biodiversità in rete
come strutture extra-scolastiche svolgendo at- http://www.dryades.eu/home1.html
tività di educazione ambientale con l’obiettivo Orto botanico d’Italia, il portale degli Orti botanici
di sensibilizzare e favorire un atteggiamento più http://www.ortobotanicoitalia.it
consapevole nei confronti dell’ambiente (abiotico
e biotico) e la diffusione di una nuova cultura più Immagini
attenta alla conservazione della biodiversità del
nostro pianeta. 1. Orto botanico di Padova (Foto P. Pavone).
Offrendo l’opportunità di conoscere la natura da 2. Orto botanico di Pisa (Foto P. Pavone).
vicino, si rivolgono a diverse tipologie di utenti: 3. Orto di Napoli: Serra Merola
(Foto Orto botanico di Napoli).
dai bambini in età prescolare agli adulti, dai turisti 4. Banca del germoplasma: laboratorio per la pulizia e
agli amministratori, attraverso specifiche attivi- analisi dei semi (Foto P. Pavone).
tà, quali per esempio i laboratori all’aperto per i 5. Banca del germoplasma: collezioni attive a +5°C
più piccoli che si avvalgono di elementi tratti dal (Foto P. Pavone).
mondo della fantasia (classici della letteratura per 6. Foglio d’erbario di Paolo Boccone, 1680 (Foto Archi-
vio Orto Botanico di Catania).
bambini, fiabe, favole e mitologia) e di elementi
riferiti alla realtà per quelli rivolti alle altre fasce
di età. Tabelle
Per rispondere meglio alle esigenze del pubblico
sono impiegati anche moderni strumenti interatti- 1. Distribuzione degli Orti e dei Giardini SBI per regione.
2. Attività scientifica svolta dagli Orti botanici italiani
vi, come le chiavi dicotomiche KeyToNature - Pro- per la conservazione.
getto Dryades del Dipartimento di Scienze della 3. Attività al pubblico svolta dagli Orti botanici italiani.
Vita dell’Università di Trieste, per il riconoscimen-
to delle piante superiori o dei licheni e muschi.
Vengono, poi, organizzati incontri di approfondi-
mento per adulti e, in particolare, alcuni Orti bo-
tanici realizzano specifici media di supporto per lo
svolgimento delle attività scolastiche dedicate ai
docenti.

______ 32 ______
__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

Tabella 1

Tabella 2

Tabella 3

______ 33 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Gli Orti botanici e le sfide dell’attualità


attraverso educazione, ricerca, conservazione
_____di Gabriele Rinaldi_____

G
li Orti botanici sono luoghi rari di straor-
dinaria importanza o, quanto meno, così
dovrebbero essere orgogliosamente con-
siderati. Qui l’Uomo si interfaccia alle Piante allo
scopo di saperne di più e di goderne l’esistenza.
Ho utilizzato un verbo che deriva da godimento
perché è il più adatto a giustificare la popolarità,
il successo, la longevità e l’attualità degli Orti bo-
tanici che, ormai da secoli, accompagnano l’evo-
luzione delle società, del pensiero scientifico, dei
bisogni che l’Uomo esprime.
Basti pensare che alla fruizione originaria di nic-
chia elitaria delle prime istituzioni universitarie
per il trasferimento di strumenti di conoscenza e
cura farmacologica, si è via via aggiunta la voca-
zione popolare, di prestigio per le città, di fruizio-
ne di massa. Pur non trascurando il segmento for-
mativo costituito da studenti e specialisti, oggi gli
Orti botanici hanno un ruolo fondamentale rico-
nosciuto a livello internazionale nell’educazione
pubblica permanente, sono inseriti nelle dinami-
che culturali delle città, possono potenzialmente
modificare i comportamenti di schiere di studenti
e docenti coinvolti in visite e laboratori didattici
(Fig. 1 e 2), sviluppare progetti rivolti a segmenti Possiamo descrivere l’Orto botanico con una
di pubblico altrimenti ai margini della società, en- metafora: uno spazio teatrale nel quale gli attori
trare in relazione con chi pianifica le città stesse e sono sia le piante, sia le persone intese non solo
influenzarne le decisioni, salvaguardare beni pre- come spettatori, ma anche come interpreti che
ziosi e unici come le specie che rischiano di scom- animano la scena. Gli operatori (giardinieri, opera-
parire dalla faccia della Terra. tori didattici, amministrativi, eccetera) svolgono il
Oltre ad avere i caratteri generali di un museo, gli proprio dovere di supporto affinché la magia dello
Orti botanici hanno quelli specifici che riguardano spettacolo avvenga. Difficile individuare un unico
la gestione e l’esposizione di organismi viventi, e regista della messa in scena, forse il direttore, i
non, di reperti musealizzati come gli erbari o i mo- fondatori, i responsabili dei servizi educativi… for-
delli vegetali: individui e comunità, quindi, compio- se l’insopprimibile desiderio inconscio di legami
no il proprio ciclo sotto i nostri occhi. Questo è un con organismi con i quali conviviamo dagli albori
elemento distintivo di forza, specifico, comunque dell’esistenza, forse le piante stesse in grado di
esperienziale che ogni istituzione coglie a proprio influenzare i comportamenti degli uomini affinché
modo per coinvolgere e educare il pubblico. questi agiscano per assicurarne la sopravvivenza.

______ 34 ______
__________ORIGINI, STORIA, NUOVE SFIDE__________

vegetale e far comprendere i concetti complessi


che sono alla base della nostra sopravvivenza e
di quella degli altri organismi. Anche una sola col-
lezione è sufficiente per introdurre le persone al
sistema che l’Uomo ha utilizzato per classificare
le piante. Lo spettacolo più sontuoso, tuttavia, av-
viene negli Orti botanici più grandi dove maggiore
è la possibilità di immaginare il gigantesco e stu-
pefacente serbatoio biologico della Terra.
Non è un caso che la visita agli Orti botanici sia
un’abitudine imprescindibile per molti viaggiatori,
più o meno manifesta alle diverse latitudini, forse
maggiormente perseguita dagli abitanti del Nord
(olandesi, inglesi, svedesi, tedeschi eccetera sono
visitatori abitudinari degli Orti botanici) ove la
biodiversità è limitata per ragioni climatiche, con
stagioni fredde e condizioni avverse pronunciate,
rispetto a quelli di zone più temperate.
La sfida attuale per chi opera negli Orti botanici
è quella di comprendere quali aspetti del Regno
delle Piante debbano essere comunicati al pubbli-
co e come orientare la propria azione educativa,
considerato anche che queste istituzioni sono
parte del flusso della storia. Gli Orti botanici sono
nelle condizioni di partecipare alla condivisione
delle responsabilità sociali in generale e, in parti-
colare, di quelle che riguardano le piante a livello
locale e globale. Non solo perché gli Orti botanici
sono proprietari di patrimoni vegetali e depositari
di conoscenze tecniche e scientifiche, ma anche
perché interfacciano un pubblico vasto: da quello
scolastico alle famiglie, dal turista allo specialista,
dal disabile psichico al rifugiato politico, dall’indif-
ferente per ogni organismo verde al grande ap-
passionato. Inoltre, quasi sempre, sono istituzioni
sostenute da fondi pubblici e, quindi, impegnate
nel restituire servizi culturali, scientifici, educativi,
inclusivi… alla società.
Non è un caso che siano interlocutori delle orga-
nizzazioni decisionali internazionali quali l’Onu in
Poiché il numero di specie vegetali esistenti al merito alle politiche di conservazione del patrimo-
mondo supera le 400.000, ne discende che ciascu- nio vegetale, come ben espresso dalla strategia
na istituzione è in realtà un catalogo più o meno per la conservazione delle piante1 – dalla quale
ricco del Regno delle Piante, è un campionario in conseguono linee d’azione condivise – e come af-
grado di esprimere le molteplicità delle forme pre- fermato nell’agenda che gli Orti botanici stessi si
senti sull’intero pianeta. Talvolta per comprende- sono dati a livello internazionale2. A tal proposito
re il tutto è sufficiente osservare con attenzione è di fondamentale importanza l’adesione al BGCI
una sola parte: una foglia può far comprendere la (Botanic Garden Conservation International3), una
chioma dell’albero, un albero la foresta e così an- rete internazionale che contribuisce alla crescita
che un Orto botanico di limitate dimensioni è nel- dei singoli nodi e alla diffusione di una cultura pro-
le condizioni di esprimere la molteplicità della vita fessionale inerente alla conservazione.

______ 35 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Gli Orti botanici sono frutti virtuosi che dall’Euro- al punto che in anni recenti è stata introdotta la
pa, con infiniti percorsi, hanno raggiunto una di- necessità di valutare l’efficacia delle azioni educa-
stribuzione planetaria. tive. Ecco quindi che, se negli anni ’90 del secolo
Il paradosso vuole che non vi sia molta coerenza scorso veniva posta la necessità di intensificare il
tra la densità degli Orti botanici e il tasso di bio- networking tra istituzioni, nel primo decennio del
diversità naturale dei territori in cui sono insedia- XXI secolo è diventata imperativa la necessità di
ti. In aree tropicali, ove alloggia una biodiversità raggiungere le masse.
residua molto elevata, vi sono molte meno isti- Sono giustificate le strategie e le ragioni per coin-
tuzioni di questo tipo rispetto a latitudini meno volgere il maggior numero possibile di persone e
favorevoli all’esuberanza della vita biologica, ma segmenti di pubblico che non s’interessa spon-
con popolazioni umane più favorite sotto il pro- taneamente al Regno delle Piante o che mai ar-
filo socioeconomico. Il connubio inscindibile tra riverebbe agli Orti per motivazioni botaniche. Da
Orti botanici e ricerca si manifesta maggiormente decenni non è più un tabù il fatto che negli Orti
dove si conosce già molto della biodiversità, ma botanici avvengano incontri che apparentemente
un gran lavoro deve essere ancora svolto affinché sembrano non aver nulla a che fare con la bota-
tutto ciò sia maggiormente orientato alle emer- nica – disciplina bellissima – quali eventi d’arte,
genze planetarie. In altri termini, là dove oggi sa- performance creative con musica e danza, teatro
rebbe più urgente intervenire con azioni dirette di (Fig. 4), incontri di letteratura, psicanalisi, osser-
studio e conservazione della biodiversità minac- vazione delle stelle, yoga, taj chi chuan, cucina,
ciata dall’Uomo, l’Uomo stesso si dota di minori fotografia… ma anche corsi di pittura (Fig. 5), di
strumenti di comprensione e d’influenza sul feno- giardinaggio e orticoltura, sull’utilizzo ecocom-
meno. Anzi, talvolta le cause ultime del depaupe- patibile delle risorse, la riduzione dell’impronta
ramento sia del patrimonio biologico naturale, sia ecologica e il fai-da-te ecologico, ecc.; gli Orti bo-
di quello che deriva dalla storia dell’Uomo (agro- tanici sono palcoscenici e cornici per conferenze,
biodiversità, specie alimentari locali, ecc.) (Fig. 3) luoghi d’ispirazione e stimolo o punti di ritrovo.
sono paradossalmente da ricondurre ai paesi che, È sufficiente a tal proposito scorrere i calendari
tra le altre cose, hanno Orti botanici meravigliosi. d’istituzioni autorevoli, tra i quali cito volentieri il
Ma così va il mondo; l’Uomo è un soggetto com- Jardin Botanique di Ginevra. Senza contare che gli
plesso, contraddittorio, affascinante e terribile Orti botanici sono vere e proprie oasi di pace in
allo stesso tempo. Ciò spiega anche la ragione per territori urbani nei quali vigono minacciose leggi
cui molte tra le maggiori istituzioni scientifiche dei non scritte, ove la violenza è facile, le ragioni della
paesi economicamente ricchi abbiano progetti convivenza pacifica minate da insicurezza socia-
virtuosi di ricerca nei paesi di altre latitudini, come le, come a Durban, Rio de Janeiro, New York (nel
pure partenariati volti a far crescere la cultura Bronx), ove tali istituzioni hanno valore civile e di
scientifica, la conservazione delle conoscenze tra- pacificazione.
dizionali e, quindi, l’efficacia di azioni dirette alla Non è mai tramontata, anzi è attualissima, la voca-
conservazione del patrimonio naturale o del valo- zione turistica di questi luoghi – uno dei turisti più
re dell’agrobiodiversità locale. famosi della storia degli Orti botanici italiani fu Jo-
Non è questa la sede per descrivere le urgenze hann Wolfgang Goethe che, nel 1786, visitò quello
planetarie, basti solo richiamare le aberrazioni di Padova – che coniugano elementi del paesaggio
causate dalle disuguaglianze e dall’insostenibilità (la componente verde) con l’immediatezza ricrea-
degli stili di vita, le cui conseguenze sono cambia- tiva, data dalla capacità insuperata delle piante,
menti climatici, migrazioni epocali, depaupera- del giardino in generale e dell’ambiente naturale
mento del suolo a scala mai vista, eccetera. percepito come amichevole, di riconciliare l’Uo-
In tal senso, molte istituzioni con radici storiche mo con sé stesso. Gli Orti storici, spesso, sono nel
profonde hanno già riorientato la propria mis- cuore delle città, vedi Padova, Pisa, Roma, Napoli,
sion verso obiettivi di portata globale, necessari Copenhagen, Uppsala (Fig. 6), Milano, altre volte
e sempre più richiesti dall’opinione pubblica. Tra storicamente periferici quali eredità di aristocrazie
le conquiste culturali di chi opera negli Orti bo- regnanti come a Londra o Berlino, a volte addirit-
tanici vi è la consapevolezza che conservazione tura sdoppiati con quello antico al centro e quello
e educazione formano un binomio inscindibile, recente fuori, come a Zurigo, Basilea, Roma, Stoc-

______ 36 ______
__________
__________GLI
ATTIVITÀ E RUOLI__________
ORTI BOTANICI__________

Un obiettivo di base è, quindi, anche solo quello


di far entrare nuove persone ogni anno all’interno
degli Orti botanici, azione apparentemente sem-
plice, ma che richiede sforzi costanti, sfidanti e in
sintonia con i tempi, i gusti e le aspirazioni delle
persone che abitano permanentemente o che
visitano temporaneamente, come turisti, i luoghi
in cui gli Orti botanici sono insediati. Magari con i
cittadini che sentono come proprio dovere civico
quello di frequentare e sostenere queste istitu-
zioni. Che senso avrebbero altrimenti le collezioni
vive artificiosamente mantenute se non fossero in
relazione con l’Uomo?

Bibliografia
e siti web (ultima consultazione aprile 2016)

1. Global Strategy for Plant Conservation (GSPC)


https://www.cbd.int/gspc/
2. BGCI, 2012. International Agenda for Botanic Gardens
in Conservation. 2nd edition. Botanic Gardens Con-
servation International, Richmond, UK.
3. Botanic Garden Conservation International (BGCI)
www.bgci.org

Immagini

1. Visite guidate e laboratori sono strumenti universali


per avvicinare il pubblico al patrimonio botanico degli
Orti (Foto Archivio dell’Orto botanico di Bergamo).
2. La gamma delle proposte didattiche negli Orti
botanici è vastissima, rivolta a pubblici differenti, frut-
to di condivisione tra operatori e di lavoro creativo
(Foto Archivio dell’Orto botanico di Bergamo).
3. L’agrobiodiversità può essere dimostrata con
efficacia anche in piccole collezioni che rimandano a
tradizioni locali, alla domesticazione delle piante, alla
scoperta di nuovi e antichi sapori e molto altro ancora
(Foto Archivio dell’Orto botanico di Bergamo).
4. Gli Orti botanici sono luoghi d’incontro anche in
occasione di eventi creativi, con i linguaggi del tea-
tro, della danza, della musica, della poesia, ecc. Nella
foto, uno spettacolo teatrale nella Valle della Biodi-
colma (Fig. 7). Anche la piccola Bergamo, dove io
versità, Bergamo (Foto Archivio dell’Orto botanico di
lavoro, ha sdoppiato le sedi espositive in relazione Bergamo).
a recenti dinamiche di sviluppo socioeconomico e 5. I corsi di pittura botanica naturalistica, ma anche
culturale. Quelli di recente istituzione sono anche sull’uso dei pigmenti estratti direttamente dalle pian-
in aree totalmente avulse dalle città. Emblematico te dai visitatori, coniugano esperienzialità e creatività
(Foto Archivio dell’Orto botanico di Bergamo).
il caso di Eden Project, in Cornovaglia (Fig. 8), col-
6. Il Giardino di Carlo Linneo, il primo Orto botanico
locato in una grande cava di caolino dismessa in svedese, a Uppsala (Foto G. Rinaldi).
un territorio depresso da un punto di vista econo- 7. Il grande Orto botanico di Stoccolma, in periferia, in
mico e dell’occupazione, in grado oggi di attrarre prossimità del popolarissimo Museo di Storia Natura-
milioni di visitatori ogni anno e di poter dichiarare le (Foto G. Rinaldi).
8. Eden Project in Cornovaglia (UK): un recente Orto
come propria missione quella di voler salvare il
botanico molto ispirativo e di grande successo, lonta-
pianeta. no da centri urbani (Foto G. Rinaldi).

______ 37 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

ATTIVITÀ
E RUOLI
Gli Orti botanici e i Giardini botanici alpini sono luoghi per
la ricerca scientifica, la conservazione della biodiversità,
l’educazione e la divulgazione.
Sperimentano soluzioni tecnologicamente innovative,
sono sempre più attenti alla sostenibilità e all’inclusione,
danno spazio all’arte e si pongono come centri informativi.
Hanno una buona capacità di fare rete a livello nazionale e
internazionale, valorizzando allo stesso tempo le
proprie specificità e la propria storia.
indice
La ricerca scientifica 40 Rosanna Caramiello

Interpretazione ambientale negli Orti botanici del XXI secolo 44 Mara Sugni

Percorsi al buio: visitare gli Orti botanici


attraverso il tatto, l’udito, l’olfatto 48 Cristina Puricelli

Strumenti informatici e nuove tecnologie per la conoscenza


e la fruizione degli Orti botanici 51 Rosanna M. S. Costa

Conservazione in situ ed ex situ e le banche del germoplasma 56 Cristina Salmeri

L’Orto botanico come rifugio sicuro


per piccoli e grandi animali 60 Stefano Vanni, Gianna Innocenti
Simone Cianfanelli

I Giardini botanici alpini 64 Laura Poggio

Crop Wild Relatives e piante CITES negli Orti botanici 68 Carlo Blasi, Sandro Bonacquisti
Ilaria Anzellotti

Il controllo dei fitopatogeni con la lotta biologica 74 Mauro Mariotti

Collezioni botaniche uniche in Italia 78 Gianni Bedini

Florintesa: patrimonio floristico e Orti botanici in Italia 85 Patrizia Menegoni, Riccardo Guarino
Sandro Pignatti

Orti botanici come centri informativi sulla sostenibilità 92 Mauro Mariotti, Genova

Orti botanici come centri di orticoltura avanzata 96 Paolo Cauzzi, Graziano Rossi
Ilda Vagge

Botteghe artistiche negli Orti botanici italiani.


Un percorso cronologico 101 Lucia Tongiorgi Tomasi
Fabio Garbari
Gestione e scambio delle sementi: gli indices seminum
e il database plant search 110 Costantino Bonomi

Reti di coordinamento tra Giardini botanici 113 Costantino Bonomi

L’Erbario e l’Orto botanico, un dialogo mai interrotto 118 Chiara Nepi


__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

La ricerca scientifica
_____di Rosanna Caramiello_____

G
li Orti botanici, senza rinunciare alle loro una possibile reintroduzione. La coltivazione ex
prerogative storiche, hanno recentemen- situ si è realizzata con successo nell’Orto a partire
te intrapreso vie di rinnovamento aumen- dalle spore, per non depauperare le popolazio-
tando i progetti di ricerca al loro interno e trasfor- ni nell’ambiente naturale. Per la conservazione
mando alcuni loro settori in laboratori scientifici. in situ è stata proposta l’istituzione di un nuovo
I temi d’indagine sono spesso limitati dalla dispo- SIC (Sito d’Interesse Comunitario) e, per la rein-
nibilità degli spazi che non possono oggi essere troduzione in ambiente naturale, è stata indivi-
ampliati, essendo molti di questi Orti inseriti all’in- duata un’area nella “Palude di Casalbeltrame”,
terno delle città1. in provincia di Novara, SIC gestito dal Parco delle
È il caso anche di quello torinese che, pur inserito Riserve Pedemontane e delle Terre d’acqua della
nel Parco del Valentino, non può uscire dai suoi Regione Piemonte3.
modesti due ettari, amministrati e gestiti in modo La necessità di salvaguardia di specie minaccia-
autonomo rispetto al restante parco. te ha valenza globale ed un’efficace protezione
Negli ultimi vent’anni sono stati sviluppati nell’Or- richiede anche quella del loro ecosistema, vanifi-
to di Torino alcuni progetti che rispondono a vari cata in molte parti del mondo sia da esigenze di
interessi, specifici dei ricercatori della sede, inseri- utilizzo del territorio, sia da raccolte a scopo di
ti prevalentemente nell’ampio tema della conser- lucro o di collezionismo. In quest’ottica nell’Orto
vazione della biodiversità, seguiti in quasi tutti gli torinese si coltivano, fra le altre, due specie suda-
Orti botanici italiani e stranieri. mericane di Cactacee: Gymnocalycium angelae de-
Uno dei programmi riguarda la coltura in ambien- scritta nel 1998 da Meregalli su una popolazione
te protetto di specie acquatiche a rischio, svolto selvatica di circa 200 individui, ridotti attualmente
nell’ambito del Progetto Regionale «Azioni con- a meno di 100, e Gymnocalycium horstii del Brasi-
crete di conservazione in situ ed ex situ di idrofite le Meridionale, di cui si conoscono una trentina
autoctone a elevato rischio di estinzione». Il pri- di popolazioni, composte ciascuna da pochi indi-
mo studio portato a termine ha riguardato Isöe- vidui, quasi tutte all’interno di fattorie dove sono
tes malinverniana (Fig. 1), licopodio endemico del minacciate dal calpestio degli animali allevati4.
Piemonte e della Lombardia, descritto nel 1858 da Sempre in tema di conservazione, si deve ricorda-
Cesati e De Notaris, il cui areale, come dimostrato re come alla fine del XIX secolo, la ricchezza varie-
da un accurato monitoraggio e dalla comparazio- tale della frutticoltura europea e più in particolare
ne con dati storici d’erbario, è in costante rapida di quella piemontese, alla quale contribuivano se-
riduzione. Studi sulle sequenze del DNA nucleare lezioni locali e cultivar provenienti da vari paesi,
e dei cloroplasti hanno inoltre evidenziato la sua fosse molto ampia: ad esempio, nel 1857 nell’Or-
posizione isolata rispetto alle altre specie del ge- to della Crocetta dell’Accademia di Agricoltura di
nere: secondo i criteri IUCN (Unione Mondiale per Torino si contavano più di 700 varietà di fruttiferi
la Conservazione della Natura)2 le sue caratteristi- coltivati.
che e quelle dell’habitat lo pongono nello stato di Le “Pomone” dell’epoca, ricche di pregevoli illu-
rischio grave che prevede, oltre alla salvaguardia strazioni, e le collezioni di modelli tridimensionali,
in situ, la possibilità di conservazione ex situ per fra i quali in primo luogo quelli prodotti da France-
il mantenimento del patrimonio genetico e per sco Garnier Valletti dalla metà alla fine del XIX seco-

______ 40 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

lo, documentano ampiamente questa situazione. attacchi di crittogame e d’insetti, una lunga con-
La specializzazione della frutticoltura ha determi- servabilità, ecc. La disponibilità di piante innestate
nato in Italia, come negli altri Paesi industrializza- di cultivar antiche sembra oggi assicurata dai vi-
ti, la sostituzione della maggior parte degli anti- vaisti: resta comunque l’esigenza di verificare se
chi fruttiferi favorendo, a partire dalla metà del alla coincidenza dei nomi attualmente riportati
secolo scorso, l’affermazione di poche selezioni, corrisponda un’effettiva identità con le antiche
spesso di origine extraeuropea, con caratteristi- cultivar. In quest’ottica s’inserisce la ricerca intra-
che rispondenti essenzialmente alle richieste del- presa dall’Orto torinese dove è stato realizzato
la distribuzione, contribuendo di fatto alla perdita l’impianto di 59 antiche varietà di piante da frut-
del germoplasma dei comuni fruttiferi autoctoni. to reperite presso vivaisti italiani e francesi, com-
L’esigenza di salvaguardare il pool genetico anti- mercializzate con gli stessi nomi citati sui modelli
co si è concretizzata in progetti mondiali e nazio- di Garnier Valletti. È stata introdotta un’analoga
nali che hanno identificato e raccolto in collezione collezione nel Giardino fenologico “Carlo Allioni”,
centinaia di cultivar a rischio, le cui caratteristiche istituito nel 2001 presso il Parco fluviale del Po, per
di portamento, periodo di fioritura e fruttificazio- valutare l’insorgere e la durata delle fasi fenologi-
ne, aspetto, sapore, conservabilità, ecc. erano in che vegetative e riproduttive delle cultivar scelte,
gran parte ben documentate nei testi dell’’800 e le eventuali variazioni dovute al microclima delle
e ’900. L’analisi di questi dati offre informazioni due stazioni. Poiché la scelta delle cultivar è stata
scientifiche utili per la scelta del germoplasma tra- effettuata cercando di ricostruire alcune “famiglie
dizionale del quale è opportuno tentare il recupe- pomologiche” di pero e di melo note in letteratu-
ro; si tratta, infatti, di cultivar portatrici, oltre che ra, sono state condotte analisi preliminari sul loro
di caratteri organolettici pregevoli, anche di alcu- DNA per evidenziare l’esistenza o meno di affinità
ne caratteristiche fisiologiche positive, fra cui un genetiche, in grado di determinare le caratteristi-
periodo di fioritura tale da renderle naturalmente che morfologiche che servirono nel secolo scorso
resistenti a geli tardivi, una scarsa sensibilità ad per raggruppare le varietà in “famiglie”. Il control-

______ 41 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

lo biomolecolare e il monitoraggio delle risposte ginaria dell’Asia Orientale fu introdotta in Italia


delle varie cultivar alle condizioni climatiche po- nell’Orto di Padova, come ornamentale verso la
tranno essere un punto di partenza scientifica- metà del XIX secolo, spontaneizzandosi rapida-
mente corretto per la certificazione e l’eventuale mente e diventando un pericolo sia in Europa, sia
recupero di antichi germoplasmi (Fig. 2). negli altri continenti nel corso del Novecento. La
Dalle analisi preliminari sulle specie coltivate in coltura in vasi tenuti in serra ha avuto lo scopo di
Orto, è stato possibile individuare caratteristiche valutare le interferenze, in termini di crescita, fra
differenziali che integrano e, solo talvolta, modifi- l’invasiva e le specie autoctone fornendo indica-
cano le suddivisioni elaborate in antico sulla base zioni per la realizzazione di protocolli di controllo
dei soli caratteri morfologici5. della sua distribuzione in ambienti naturali6.
Le osservazioni fenologiche condotte per anni in Un ulteriore recente studio riguarda la coltura
questo Orto su alcune specie guida, fra le quali il nell’Orto della specie aromatica Artemisia annua,
nocciolo, Corylus avellana, hanno permesso di par- originaria della provincia di Hunan (Cina), impiega-
tecipare alle campagne nazionali di rilevamento ta, sin dall’antichità nella medicina cinese, come
coordinate dalla sede universitaria di Bologna: i antifebbrile, recentemente utilizzata come nuovo
dati raccolti dalle numerose stazioni partecipanti antimalarico. La studiosa cinese Youyou Tu, pre-
hanno contribuito alla messa a punto di metodo- mio Nobel per la medicina nel 2015, ha individuato
logie innovative per il monitoraggio delle risposte il principio attivo responsabile degli effetti tera-
delle piante ai cambiamenti climatici (dagli studi peutici nel lattone sesquiterpenico artemisinina,
sui singoli individui al remote sensing), all’interpre- presente in piccole quantità nelle foglie fresche
tazione ecofisiologica della biologia vegetativa e della pianta, con concentrazioni differenti a se-
riproduttiva, alla capacità di previsione attraverso conda delle località di crescita7. Questa caratte-
modelli matematici. ristica suggerisce la presenza di razze locali o di
Anche specie esotiche come Reynoutria japoni- ecotipi e il progetto che si svolge a Torino mira
ca (Fig. 3), considerata dalla World Conservation a confermare tale situazione anche nelle aree
Union una delle peggiori invasive del mondo, sono piemontesi e italiane, per individuare i maggiori
state introdotte in Orto in colture controllate. Ori- produttori di tale sostanza, la cui sintesi è attual-

______ 42 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

Bibliografia

1. Caramiello R., 2012. L’Orto


botanico dell’Università di Torino
dalla fondazione ai giorni nostri.
Centro Studi Piemontesi, Torino.
2. IUCN, 2001. Red List Categories
and Criteria version 3.1 IUCN
Species Survival Commission.
IUCN, Gland, Switzerland and
Cambridge, UK.
3. Barni E., Minuzzo C., Gatto F.,
Lonati M., Abeli T., Amosso
C., Rossi G., Siniscalco C., 2013.
Estimating influence of
environmental quality and
anagerment management of
channels on survival of a threatened
endemic quillwort. Aquatic Botany,
107: 39-46.
4. Meregalli M., Metzing D., Kiesli
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2002. Systematics of the
Gymnocalycium
mente complessa e costosa e la cui importanza paraguayense-fleischerianum group
terapeutica sembra interessare anche altre gravi (Cactaceae): morphological and
molecular data. Candollea, 57: 299-315.
patologie fra cui alcuni tipi di cancro e di affezioni 5. Caramiello R., Me C., Me G., Radicati K., Fossa V.,
cardiovascolari e cerebrovascolari. 2004. Garnier-Valletti ieri e oggi: collezione di modelli
In tutt’altro settore di studio, sempre nell’Orto e di piante vive. Neos edizioni, Torino.
torinese, nell’area del “Boschetto”, costituito da 6. Mincheva T., Barni E., Varese G.C., Brusa G.,
un arboreto ricco di specie del bosco planiziale Cerabolini B., Siniscalco C., 2014. Litter quality,
decomposition rates and saprotrophic mycoflora
padano, sono state realizzate indagini sulla sedi- in Fallopia japonica (Houtt.) Ronse Decraene and in
mentazione pollinica attuale per valutare il grado adjacent native grassland vegetation. Acta
di rappresentatività delle varie specie nella forma- oecologyca, 54: 29-35.
zione della pioggia pollinica totale: utilizzando sia 7. Tu Y., 2011. The discovery of artemisinin (qinghaosu)
trappole naturali (ad esempio suolo o cuscinetti and gifts from Chinese medicine. Nature medicine,17:
1217-1220.
muscinali) sia artificiali (spugne su supporti orien- 8. Caramiello R., Fossa V., 1993. La Palinoteca nella
tati) si sono ottenute valutazioni numeriche utili ricerca scientifica. Webbia, 48: 197-208.
per integrare dati bibliografici riferiti ad ambienti
talvolta abbastanza diversi da quelli delle nostre
zone; in tal modo è possibile interpretare in modo
Immagini
corretto i risultati ottenuti dagli spettri e dai dia-
grammi pollinici del passato, sui quali si basano le 1. Isoetes malinverniana: morfologia generale
ricostruzioni paleo e archeo ambientali. Sempre (Foto E. Ercole).
nell’ambito della ricerca archeobotanica l’Orto è 2. Scheda relativa ad una varietà di melo analizzata dal
punto di vista morfologico, fenologico e
di estrema utilità per l’allestimento delle indispen-
biomolecolare (Foto R. Caramiello).
sabili collezioni di confronto di polline (palinote- 3. Reynoutria japonica: effetti dell’erosione
ca) (Fig. 4), di semi/frutti (carpoteca) e di legni dovuta ai popolamenti della specie invasiva
(xiloteca)8. (Foto E. Barni).
Dalla breve rassegna delle attività svolte presso 4. Palinoteca: cassetto con buste contenenti i campioni
(Foto V. Fossa).
l’Orto torinese si individuano le ampie potenzialità
che strutture del genere offrono oggi alla ricerca,
pur mantenendo le antiche prerogative di luoghi
di ostensione, collezione, introduzione e acclima-
tazione di specie.

______ 43 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Interpretazione ambientale
negli Orti botanici del XXI secolo
_____di Mara Sugni_____

L’
interpretazione culturale è una tecnica comunicazione. Di seguito vengono presentati
comunicativa mutuata dal mondo an- alcuni casi interessanti di approcci interpretativi
glosassone che fa uso di oggetti e di un sviluppati da Orti botanici italiani: gli strumenti
particolare approccio nella trasmissione di conte- utilizzati per comunicare sono diversi e diverso è il
nuti per far sì che i visitatori di luoghi di cultura target al quale essi si rivolgono.
abbiano accesso a saperi altrimenti incompren-
sibili ai più. Interpretare significa tradurre in un
linguaggio accessibile a tutti messaggi culturali 1. Visitors in practice all’Orto botanico di Bergamo:
provenienti dal mondo della scienza, fornendo un’esperienza di coinvolgimento dei visitatori
nuove chiavi di lettura della realtà mediante la
trasmissione di messaggi, piuttosto che di conte- Un gruppo di ricerca dell’Università di Milano Bicoc-
nuti. L’interpretazione ambientale, in particolare, ca ha condotto un’indagine sul pubblico dell’Orto
si occupa di veicolare alla popolazione, in maniera botanico e sull’offerta educativa dell’Orto stesso.
efficace, i saperi legati alla sostenibilità delle pro- Dopo aver analizzato ed elaborato i risultati di tale
prie azioni e alla conoscenza dei delicati equilibri indagine, i ricercatori hanno messo a punto un for-
che sono alla base della nostra sopravvivenza sul mat per un’attività di partecipazione del pubblico
pianeta. Tutto ciò con lo scopo di modificare gli da svolgersi sotto forma di “ingaggio”: i visitatori,
atteggiamenti delle persone nei confronti della infatti, sono stati invitati a cambiare punto di os-
grande crisi ambientale/ecologica che l’umanità si servazione sul Giardino e sulle collezioni vegetali, a
trova ad affrontare in questo secolo. socializzare tra loro, a fare piccole attività come il
Gli Orti botanici sono luoghi speciali per condurre disegno o la composizione di pattern, a dare sem-
azioni d’interpretazione: sono infatti accessibili e plici restituzioni dell’esperienza di visita segna-
dotati di apparati didascalici che, se opportuna- lando i luoghi preferiti ed i punti d’interesse, ma
mente gestiti, possono fungere da efficaci stru- anche dichiarando cosa avrebbero voluto sapere o
menti per interpretare il patrimonio vegetale cu- cosa non avevano apprezzato (Fig. 1, 2, 3).
stodito e veicolarne la cruciale importanza. I risultati dell’indagine iniziale condotta sul pub-
Nel nostro paese questa tecnica comunicativa sta blico hanno suggerito la progettazione di attività
prendendo piede a rilento ed è stata utilizzata pri- molto semplici e non impegnative che fornissero
ma nei parchi: diversi parchi nazionali hanno, in- alle persone lo spunto per riflettere.
fatti, sviluppato il proprio Piano di Interpretazione Il tema che si è scelto di approfondire mediante
Ambientale, uno strumento di indirizzo, che serve il coinvolgimento del pubblico è stato quello
a definire le linee guida per gli interventi previsti del paesaggio, andando a indagare aspetti non
in materia di fruizione, accoglienza del pubblico, consueti per un Orto botanico: l’attenzione
interpretazione e comunicazione. delle persone è stata, infatti, indirizzata sia sulla
Negli ultimi anni, diverse direzioni di Orti botanici componente vegetale, sia su quella antropica, per
si sono avvicinate alla tecnica dell’interpretazione fornire una chiave di lettura del patrimonio su più
chiedendosi come veicolare al meglio il proprio livelli.
messaggio culturale e come raggiungere il mag-
gior numero di persone con le proprie azioni di

______ 44 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

2. Straordinarie scoperte: un percorso autoguida-


to per famiglie con bambini a Villa Carlotta

Come tanti Giardini botanici, Villa Carlotta non


dispone di un servizio di visite guidate, se non su
specifica richiesta anticipata dei visitatori, in modo
da poter programmare il coinvolgimento ad hoc
di un educatore. Per questo motivo il personale
si è adoperato, negli ultimi anni, per sviluppare
proposte di fruizione libera del parco con l’aiuto
e la guida di strumenti che aiutassero i visitatori
singoli o in gruppi famigliari a godere al meglio
l’esperienza della visita. Uno di questi strumenti
è costituito dai percorsi autoguidati, illustrati su
una mappa distribuita in biglietteria, all’ingresso
del parco, e rivolti a target particolari.
Un esempio è il percorso “Straordinarie scoperte”,
elaborato con lo scopo di raccontare alcune specie
del parco facendo in modo che le famiglie abbia-
no la possibilità di vivere un’esperienza piacevole
e allo stesso tempo raccolgano il messaggio cultu-
rale che l’istituzione vuole trasmettere. Il percor-
so si compone di 8 tappe/postazioni, segnalate su
una mappa che i genitori ricevono al loro arrivo. Le
tappe sono riferite ad altrettante specie vegetali

______ 45 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

di cui viene presentato un aspetto curioso e sulle 3. Segnaletica direzionale e pannelli interpretati-
quali le persone sono invitate a compiere piccole vi all’Orto botanico di Firenze
azioni (come annusare, toccare le foglie, toccare
la corteccia, ecc.), oltre che a osservare alcuni par- L’Orto botanico di Firenze ha elaborato due nuovi
ticolari indicati di volta in volta sulla mappa. tipi di segnaletica: una prima serie di pannelli dire-

______ 46 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

liana – fenomeno citato in tutti i libri di testo, ma


difficile da far comprendere, non essendo osser-
vabile a occhio nudo –, diventano facili da ricorda-
re anche per bambini piccolissimi. Un esempio di
attività è quello che prevede una sorta di labora-
torio itinerante di botanica, durante il quale i par-
tecipanti assaggiano la linfa di un albero (es.: linfa
di betulla, acquistabile nei negozi di alimenti biolo-
gici) oppure assaporano il profumo del Liquidam-
bar styraciflua quando l’educatore ne stropiccia
la foglia e propone di annusare l’essenza sprigio-
nata. Molto apprezzato è anche il laboratorio di
erboristeria, che prevede una visita del parco per
scoprire quali piante sono utili all’uomo e perché,
e poi un momento esperienziale in cui gli studenti
realizzano un preparato cosmetico con materiali
semplici, atossici e naturali.

5. Seduzione e repulsione: una mostra itinerante


per gli Orti botanici italiani (ma non solo!)

Anche le mostre possono avere un taglio interpre-


tativo: grande sforzo è stato riposto, ad esempio,
zionali colorati, ma essenziali nelle linee (costituiti nella realizzazione della mostra “Storie di Sedu-
da totem dalla forma di paline a sezione quadrata zione e Repulsione: quello che le piante non dico-
colorate con tonalità vistose), è stata prodotta no”, elaborata dalla Rete degli Orti botanici della
per indicare il nome e la collocazione delle colle- Lombardia e pensata per viaggiare negli Orti bota-
zioni (Fig. 4). Il codice colore utilizzato per i totem nici di tutta Italia e anche all’estero.
direzionali è stato usato anche per i pannelli de- Il tema affrontato è quello dei meccanismi di sedu-
scrittivi che hanno una forma accattivante e im- zione e di repulsione messi in atto dai vegetali nella
magini che colpiscono l’attenzione. Per descrive- lotta alla sopravvivenza; la mostra vuole raccon-
re in maniera più approfondita le collezioni, questi tare non solo il punto di vista dell’uomo ma, per
pannelli riportano un testo bilingue (Fig. 5). una volta, anche quello delle piante che attivano
inaspettate relazioni con gli altri organismi, utiliz-
zando stratagemmi stupefacenti per ingegnosità e
4. Attività educative dal taglio partecipativo arditezza. La scelta di un tema accattivante è stata
a Villa Carlotta accompagnata, nell’ideazione del percorso esposi-
tivo, dall’intenzione di sviluppare una serie di exhi-
Sempre a Villa Carlotta, sul Lago di Como, i Servizi bit che provocassero le persone, che mettessero i
Educativi hanno progettato un ricco catalogo di contenuti da raccontare in relazione con il vissuto
attività educative per le scuole tutte improntate dei visitatori e che rivelassero nuovi significati per
sulla partecipazione attiva degli studenti: i vari gratificare l’audience con il piacere della scoperta.
ambiti tematici che necessitano approfondimen- Si tratta quindi di una mostra da leggere, da annu-
to vengono proposti tramite una moltitudine di sare e da fare: essa prevede anche, infatti, in uno
attività pratiche che prevedono l’uso di oggetti degli exhibit, la costruzione di contenuti culturali
per raccontare, per provocare l’attenzione, per da parte del pubblico che è invitato a dire la sua sul
mettere le persone in relazione con gli argomenti tema seduzione/repulsione (Fig. 6).
di cui si parla, per rivelare significati nascosti. Ecco
quindi che anche le tematiche più difficili da pre- Foto 1, 2, A. De Nicola; foto 3, M. Sugni;
sentare, come ad esempio la fotosintesi clorofil- foto 4, 5, A. Grigioni; foto 6, P. Berera

______ 47 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Percorsi al buio: visitare gli Orti botanici


attraverso il tatto, l’udito, l’olfatto
_____di Cristina Puricelli_____

G
li Orti botanici possono essere conside-
rati dei veri e propri musei viventi, grazie
alle peculiarità del patrimonio culturale,
storico e naturalistico in essi custodito. Rende-
re accessibile a tutte le persone tale patrimonio
è “una responsabilità che ricade sulle istituzioni
stesse, nonché su coloro che lo studiano e ne sono
mediatori e si declina in due ambiti di intervento
correlati. Da un lato ogni individuo dev’essere sol-
lecitato e educato a rapportarsi con il patrimonio
e deve avere la possibilità di accedere ai beni cul-
turali fisicamente e soprattutto cognitivamente,
secondo le proprie esigenze e senza discriminazioni
ideologiche, economiche, religiose, sociali o razziali;
dall’altro i beni culturali devono esprimere in modo
chiaro a tutte le tipologie di pubblico i valori e le co-
noscenze di cui sono portatori e la loro accessibilità
dev’essere modulata, per tempi e modalità, in rela-
zione alle necessità di tutela.”1
Da qualche anno gli Orti botanici italiani si stanno
impegnando per facilitare la fruizione delle loro
aree espositive da parte di utenti particolari, quali
i non vedenti e gli ipovedenti che, muovendosi in
totale autonomia e sicurezza grazie all’adozione
di particolari dispositivi o accompagnati da guide
specializzate, hanno la possibilità di ricevere le
stesse informazioni destinate ai normovedenti e
cogliere gli innumerevoli aspetti della natura che
un Orto botanico può offrire.
Di seguito vengono descritti brevemente alcuni
esempi di percorsi dedicati ai disabili visivi.
All’Orto botanico di Brera un’innovativa tecno-
logia permette al visitatore non vedente di muo-
versi lungo circa 400 metri di percorso. Viene
messo a disposizione uno speciale bastone e uno
smartphone. Il bastone, fungendo da antenna,
capta i segnali provenienti da microchip interra-
ti a pochi centimetri di profondità e li invia allo
smartphone collegato a una base dati esterna che

______ 48 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

fornisce in tre lingue – italiano, inglese e francese


– informazioni sia di carattere pratico sia sul patri-
monio storico e naturalistico presente.
Un’altra oasi verde nella caotica città di Milano,
l’Orto botanico Città Studi, offre un allestimento
multisensoriale composto da piante aromatiche
e di particolare consistenza al tatto. Attualmen-
te è in corso lo spostamento del percorso in una
nuova ubicazione all’interno dell’Orto, più diretta-
mente accessibile.
Negli Orti di Bergamo e di Torino ogni tipo di uten-
te può apprezzare la visita anche grazie a un per-
corso composto di pannelli esplicativi relativi a
specie particolarmente significative che riportano
disegni e testi in rilievo e con scritte in braille.
Lungo un sentiero dell’Arboretum dell’Orto bo-
tanico di Padova si sviluppa un vero e proprio
itinerario didattico caratterizzato da una collezio-
ne di piante coltivate in vasi rialzati e facilmente
sostituibili a seconda delle tematiche affrontate
stagionalmente: dalla flora delle Prealpi, alla flora
euganea, dalle specie medicinali, a quelle aroma-
tiche più comuni. Formelle di alluminio o di cot-
to indicano il nome e le peculiarità di ciascuna in
scrittura braille.
Nel 2013 presso l’Orto botanico di Lucca sono stati
realizzati due sentieri sensoriali: uno ha come pro-
tagonisti gli alberi monumentali, l’altro circa qua-
ranta piante erbacee, tra aromatiche, medicinali,
igrofile, tropicali, selezionate per utilizzo e parti-
colarità morfologiche e coltivate in vasi rialzati in
un percorso delimitato da un corrimano. Il tutto è
corredato da mappe e cartellini in braille, conte-
nitori con frutti o altre parti della pianta in ogget-
to, audio-guida con illustrazione del percorso e di
ogni specie prescelta.
Nel vicino Orto botanico di Firenze sono stati pro-
gettati tre percorsi che interessano la zona ester-
na e le grandi serre. Mappe e cartelli in braille
contengono spiegazioni riguardo alla storia, alla
struttura e alle principali collezioni dell’Orto. Il
percorso creato nella serra calda utilizzando pian-
te medicinali, velenose, tessili e tropicali è stato
completato attraverso l’allestimento di bacheche
dedicate agli aromi provenienti da resine, balsami
e incensi.
Un caso particolare è Siena, dove l’Orto botanico
non offre un percorso alternativo costituito da
specifici sistemi informatici, ma è a disposizione
personale specializzato che accompagna il disabi-
le nella visita, aiutandolo a esplorare tramite tatto

______ 49 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

che agevolmente può essere toccata e annusata,


è correlata da un’etichetta in braille che mostra il
nome scientifico e volgare, la famiglia di apparte-
nenza, il paese d’origine.
Ognuno di questi progetti è stato ideato per av-
vicinare persone con disabilità alla ricchezza del
mondo vegetale. Si tratta allo stesso tempo di
percorsi che riescono a stimolare esperienze di
conoscenza diverse in qualunque visitatore po-
tenziando le sensazioni che anche tatto, udito,
olfatto e gusto, oltre alla vista riescono a offrire.

Bibliografia

1. Bortolotti A., Calidoni M., Mascheroni S.,Mattozzi


I., 2008. Per l’educazione al patrimonio culturale. 22
tesi. Franco Angeli, Milano.

Immagini

1. Non vedente con bastone-antenna che ascolta i


messaggi relativi a una collezione di Salvie
(Foto C. Puricelli).
2. Non vedente che ascolta dallo smartphone i
messaggi relativi a Ginkgo biloba
(Foto C. Puricelli).
3. Non vedente che tocca i semi di cereali
(Foto C. Puricelli).
e olfatto gli esemplari vegetali, descrivendone le 4. Non vedente con bastone-antenna tra le aiuole
caratteristiche botaniche e raccontandone le cu- dedicate alle Poaceae (Foto C. Puricelli).
riosità. 5. Bambini normovedenti nel percorso tattile, con
A Roma il Giardino dei profumi dell’Orto botanico Pterocarya fraxinifolia (Foto C. Puricelli).
6. Pianta di camomilla in un percorso sensoriale tattile,
dell’Università “La Sapienza” è strutturato con
con etichette in braille (Foto A. Grigioni).
una serie di vasche in muratura che accolgono
piante aromatiche particolari accompagnate da
cartellini in braille.
Nell’Orto di Napoli è stata allestita una speciale
struttura al chiuso denominata “Chalet”. All’inter-
no di teche è esposto materiale vegetale, esempi
della notevole variabilità morfologica, che può es-
sere toccato. Alcuni espositori, dedicati alle pian-
te aromatiche, sono costituiti da tappi di sughero
impregnati di oli essenziali: l’utente può sollevare
tali tappi e apprezzare gli odori che essi emanano.
Il tutto è corredato da diciture in braille.
Lungo un viale dell’Orto botanico Pietro Castelli
di Messina si snoda un percorso didattico in cui si
succedono circa ottanta piante erbacee, arbustive
e arboree scelte per rappresentare alcuni aspet-
ti significativi del mondo vegetale: l’evoluzione,
l’importanza per l’uomo, l’ecologia. Ogni pianta,

______ 50 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

Strumenti informatici e nuove tecnologie


per la conoscenza e la fruizione
degli Orti botanici
_____di Rosanna M. S. Costa_____

G
li Orti e i Giardini botanici rappresenta-
no un patrimonio naturalistico unico, la
cui valorizzazione dev’essere in grado
di raggiungere un pubblico quanto più ampio ed
eterogeneo possibile. A questa esigenza rispon-
dono le tecnologie digitali, multimediali e Inter-
net che, attraverso una comunicazione attiva e
una possibilità di fruizione del proprio patrimonio
culturale ormai priva di confini geografici1, consen-
tono di sperimentare molteplici soluzioni di coin-
volgimento del visitatore e di veicolare, in modo
nuovo e accessibile, informazioni anche di livello
scientifico. L’eterogenea tipologia degli utenti,
così come il diverso grado di preparazione nelle
discipline botaniche e scientifiche in generale,
richiede un impegno da parte degli Orti botanici
rivolto a pianificare differenti strategie di comu- namento e navigazione georeferenziati, consen-
nicazione. Oggi, grazie all’impiego di strumenti tendo al visitatore di fruire il Giardino in estrema
(siti, portali, social network, dispositivi mobili) e mobilità e libertà. La tecnologia della Radio Fre-
tecniche (computer grafica, tour virtuale, realtà quency Identification, nota come RFID3, è ampia-
aumentata), le tecnologie informatiche offrono mente utilizzata nel campo della didattica e della
un’ampia varietà di canali attraverso cui divulgare divulgazione culturale. L’Orto botanico di Catania
informazioni. L’adozione delle Information Com- mette a disposizione un software chiamato TGui-
munication Technology rinnova l’immagine e la de (Fig. 1), un Cicerone-palmare in grado di fornire
percezione dell’Istituzione depositaria di cultura, le informazioni richieste grazie a tag RFID, pro-
che è trasformata così da luogo fisico in un net- dotto del progetto di ricerca SEALSPAW (Servizi
work di servizi e di strumenti tali da consentire al Avanzati per la localizzazione dei beni culturali e
fruitore di sentirsi libero di scegliere il grado di ap- turistici sparsi). Il sistema RFID, tramite comunica-
profondimento della visita2. zione via radio, permette lo scambio di dati in let-
Per una nuova fruizione degli Orti botanici è possi- tura/scrittura fra un’etichetta (tag o trasponder)
bile individuare tre campi di applicazione delle tec- e un computer o un dispositivo mobile (reader o
nologie: miglioramento dell’esperienza di visita transceiver). I RFID sfruttano quella che è definita
dell’utente, valorizzazione digitale del patrimonio proximity based interaction, cioè l’interazione ba-
custodito e comunicazione culturale mobile, al di sata sulla prossimità fisica di un individuo rispetto
fuori dei confini fisici degli Orti. a un oggetto. Un codice numerico identificativo
Alcuni Orti botanici hanno sviluppato guide mul- scritto sul tag applicato a un’etichetta botanica
timediali basate su tecniche di riconoscimento permette al software di attivarsi. Il visitatore non
automatico, come tag RFID, QRcode e applicativi ha più la necessità di avviare una procedura di ri-
per smartphone che utilizzano sistemi di posizio- cerca delle informazioni disponibili sull’esemplare

______ 51 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

punto d’interesse è possibile accedere a materiale


multimediale d’approfondimento, gestito da un
server, e ottenere informazioni testuali, immagini,
mappe, audio, narrazioni e videoclip (Fig.2). L’Or-
to botanico di Catania si avvale anche della tecno-
logia dei QRcode, codici a barre bidimensionali di
tipo quick response, cioè a risposta rapida, inseriti
su pannelli didascalici a integrazione della segna-
letica tradizionale e disposti in corrispondenza
di specifici punti d’interesse. Tramite dispositivi
come smartphone e tablet, dotati di fotocamera
e di idoneo programma di lettura e codifica, il QR
scanner e QR Reader, è possibile fotografare i QR-
code e accedere a contenuti aggiuntivi.
Nell’ambito delle tecnologie per la comunicazio-
ne in mobilità, l’Orto botanico di Roma presenta
un sistema integrato Web-GIS, sviluppato su base
Esri ArcGis Server, che permette al visitatore di
scegliere e personalizzare il percorso di visita,
adattandolo al proprio target culturale. L’uten-
te, eseguendo una ricerca su base tassonomica o
spaziale delle specie dell’Orto, localizzate median-
te GPS Differenziale e Stazione Totale Leica, può
ottenere informazioni dettagliate su tutto il patri-
monio botanico. La banca dati georeferenziata è
che sta osservando, poiché il suo approssimarsi stata sviluppata in modo tale da potersi integrare
avvia il dialogo tra il dispositivo che sta utilizzando con quella del Network Nazionale della Biodiversi-
e l’oggetto d’interesse. Ciò consente l’identifica- tà4, promosso dal Ministero dell’Ambiente e della
zione univoca dello stesso, determinando un si- Tutela del Mare e del Territorio.
stema di selezione automatica delle informazioni, Gli Orti botanici di Padova e di Firenze associano
che possono essere già disponibili nella memoria alla tradizionale segnaletica direzionale un siste-
del dispositivo oppure richieste in modalità wire- ma che si avvale della piattaforma NearBee5 e di
less al server. Una voce virtuale presenta l’Orto al emettitori Bluetooth (Fig.3). Una quarantina di
visitatore e lo aiuta nell’utilizzo e personalizzazio- sensori, iBeacon, collocati nel Giardino in corri-
ne del palmare. I percorsi proposti sono tracciati spondenza delle tappe più significative e curiose,
seguendo i punti d’interesse (POI), che possono notificano al visitatore, tramite l’App NearBee, la
essere selezionati prima di cominciare la visita e possibilità di accedere a contenuti di approfondi-
variati in qualunque momento. L’utente, trami- mento. IBeacon sfrutta la tecnologia Bluetooth
te semplici interfacce grafiche, può scegliere se Smart (Bluetooth Low Energy) che consente il
effettuare una visita libera o guidata. Nel caso di trasferimento di dati, elaborati tramite GPS, su
visita non guidata, il visitatore non riceve indica- smartphone e tablet, quando l’utente si trova
zioni relative a un percorso da seguire, ma ottiene all’interno del suo raggio d’azione. IBeacon usa
informazioni sulle piante (associate a RFID) di suo la percezione di prossimità del Bluetooth per tra-
interesse. Per selezionare l’opzione “visita guida- smettere un identificativo unico-universale. Que-
ta” l’utente dovrà localizzarsi avvicinando l’anten- sto è letto dalla specifica App o da un sistema ope-
na del palmare al RFID a lui più prossimo e segui- rativo che svolge varie azioni programmate, come
re le indicazioni testuali indicate sullo schermo. accedere a un social network o inviare una notifica
L’utente, infatti, con la funzione way-finding è in push. Inoltre, nell’Orto botanico di Padova sono
grado di visualizzare la sua posizione e seleziona- presenti tre installazioni multimediali, interattive,
re su mappa i percorsi tematici, le collezioni o gli finalizzate alla diffusione del pensiero scientifico
esemplari da osservare. In corrispondenza di ogni e all’approfondimento di tematiche ambientali.

______ 52 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

il suo percorso. Accanto alla mappa, un monitor


touchscreen consente di interagire con il sistema
e il dispositivo di visualizzazione dei contenuti. La
seconda installazione “Le piante intorno a noi”
permette di approfondire le caratteristiche di 30
specie botaniche. Estraendo da una consolle una
scheda arborea, sui monitor frontali viene visua-
lizzata la sagoma della pianta selezionata con ap-
profondimenti sulle proprietà, tradizioni e utilizzi
da parte dell’uomo (Fig. 4). La terza installazione
“Costruisci il tuo orto planetario” invita a realizza-
re il proprio orto personale. Attraverso interfaccia
dinamica l’utente può selezionare diversi parame-
tri ambientali, condizioni climatiche, sementi e ve-
getali desiderati.
Nell’ambito della fruizione in mobilità, l’Orto bo-
tanico di Bergamo Lorenzo Rota presenta degli
audio-tour in formato mp3. Si tratta di diciotto
itinerari audio guidati, i cui file e mappa sono libe-
ramente scaricabili online6.
Numerosi Orti botanici hanno adottato strumenti
d’identificazione interattiva, adoperati per labo-
ratori sperimentali e interdisciplinari da svolgere
all’aperto; essi sono organizzati in guide che, oltre
a chiavi d’identificazione digitali, contengono in-
formazioni generali sugli organismi e sulle aree di
studio7. Le chiavi d’identificazione sono state rea-
lizzate grazie al progetto Dryades8 che raggruppa
tutte le iniziative e i progetti coordinati dal Di-
partimento di Scienze della Vita dell’Università di
Trieste nel campo della Biodiversità Informatica.
Si tratta di chiavi interattive generate automati-
camente dal software FRIDA (FRiendlyIDentificA-
tion) brevettato dall’Università di Trieste e da basi
di dati create da differenti centri di ricerca e che,
attraverso l’individuazione di semplificati caratteri
distintivi dei campioni vegetali, permettono di de-
terminare una pianta e di accedere a ulteriori con-
tenuti. Gli strumenti per l’identificazione prodotti
da KeyToNature9 sono d’interesse per le istituzioni
museali che vogliono diversificare i propri approc-
La prima installazione dal titolo “I lunghi viaggi ci nella comunicazione e nella didattica10,11,12. Essi
delle piante” invita il visitatore a interagire con sono liberamente fruibili in rete, accessibili trami-
un sistema dinamico alla scoperta delle specie te un comune Web Browser (Internet Explorer,
vegetali utilizzate nel campo dell’alimentazione. Mozilla Firefox, Apple Safari, ecc.) e possono es-
Un grande pannello infografico rappresenta un sere consultati sui media con diversi gradi di usabi-
planisfero che fornisce alcune informazioni riguar- lità: CD o DVD-Rom, per un uso in modalità stand-
danti il legame tra specie vegetali, gastronomia e alone con normali computer desktop o notebook;
territorio. In sovrapposizione al pannello, un pic- dispositivi mobili come palmari e smartphones,
colo display si muove come un cursore meccani- sia in modalità stand-alone, off-line che on-line In-
co, approfondendo le informazioni grafiche lungo ternet10. Per citare alcuni esempi13: l’Orto botani-

______ 53 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

ne. Finanziato con fondi strutturali europei della


FILAS da una rete d’imprese in collaborazione con
l’Università “La Sapienza” di Roma e l’Università
di Trieste, è dedicato alla fruizione del proprio pa-
trimonio e di 25 ville e Giardini della città di Roma.
Attraverso l’App, l’utente può accedere interatti-
vamente a più di 400 schede testuali e iconogra-
fiche di piante, animali e monumenti con oltre
1.000 immagini. Inoltre, l’App offre una chiave per
l’identificazione delle specie arboree di Roma.
Tra le modalità multimediali/multimodali di acces-
so alle informazioni, i tour panoramici in 3D sono
utili per la fruizione dei luoghi a distanza. Il Virtual
Tour è uno strumento tecnologico di comunica-
zione visiva basato sull’elaborazione di foto in
alta definizione. Grazie alla fotografia panorami-
ca sferica, l’utente può “navigare” virtualmente
all’interno delle immagini in modo interattivo. Col-
legandosi al link specifico presente sul sito web
co di Modena e quello di Torino propongono una dell’Orto botanico di Catania14 è possibile ammira-
chiave interattiva per conoscere e riconoscere gli re ogni ambiente a 360 gradi e ottenere informa-
alberi dell’Orto botanico, strumento che consen- zioni sulle piante presenti. Anche l’Orto botanico
te a studenti e non di avvicinarsi alla conoscenza di Palermo offre la possibilità di un Virtual Tour,
degli alberi, osservandone l’aspetto generale, la attraverso fotografie panoramiche interattive e
morfologia delle foglie, dei fiori e dei frutti. L’Orto un elevato coinvolgimento dell’utente che può
dell’Università Politecnica delle Marche ha aderito liberamente aggirarsi tra gli spazi aperti secondo
al progetto Dryades attraverso la creazione di una percorsi prestabiliti15.
Guida Interattiva sulle Piante Legnose della Selva Tra gli strumenti digitali utili per la valorizzazio-
di Gallignano (Ancona), attualmente disponibile e ne del patrimonio custodito degli Orti botanici e
consultabile on line anche sotto forma di libro di- dei beni culturali in generale, sono da segnalare
gitale. L’Orto botanico di Padova propone un’App anche alcuni software e applicativi dei motori di
che guida alla scoperta dell’Orto attraverso un ricerca come Google Earth, Google Street View,
percorso che comprende “il Giardino dei Sem- Google Art Project, ecc. Ad esempio, grazie a Stre-
plici”, “il Giardino della biodiversità”, “In natura et View gli Orti botanici di Napoli, Roma, Catania,
nei parchi del Veneto” e un’App “Caccia al teso- Bologna e Padova sono visitabili virtualmente su
ro botanico”. L’Orto botanico di Catania presen- Google Earth.
ta la guida interattiva “Cento piante da scoprire Nel processo di comunicazione, un ruolo fonda-
nell’Orto botanico di Catania”, dedicata alla sco- mentale è svolto dall’adozione del sito web che,
perta di 100 piante legnose e una sui “Miti e leg- in maniera complementare, si affianca alle attivi-
gende” che accompagna il visitatore alla scoperta tà di divulgazione culturale tradizionale16, garan-
delle leggende mitologiche e dei racconti popolari tendo una fruizione avanzata del patrimonio. Il
delle piante presenti in collezione. Il Cercapiante sito, costruito secondo precise norme, amplia la
di Dryades è uno strumento che dà accesso alle im- visibilità, diffonde contenuti culturali, offre servi-
magini di piante vascolari utilizzate nelle chiavi in- zi didattici e promuove comunità telematiche di
terattive del Progetto Dryades/KeyToNature, il cui settore (MINERVA EC - Thematic Network in the
archivio contiene foto di piante vascolari (sponta- area of cultural, scientific information and scholarly
nee e coltivate) presenti in Italia e include anche content)17. La vetrina digitale, riflettendo l’identità
molte piante esotiche presenti in parchi urbani e e peculiarità delle Istituzioni stesse, documenta
Giardini botanici (Fig.5). il patrimonio botanico custodito, la presenza di
L’Orto botanico di Roma propone un applicativo, piante rare o di esemplari monumentali, di archi-
realizzato nell’ambito del progetto Smart-EcoPho- tetture e di edifici storici di pregio o bellezze na-

______ 54 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

turali, approfondisce temi legati alla biodiversità e 7. Forti G., Nimis P.L., Martellos S., 2010.
all’uso sostenibile delle risorse e offre l’opportuni- KeyToNature: sperimentazione di una rete di accesso
facilitata alla botanica nel Lazio attraverso i musei
tà di accedere a data-base di collezioni biologiche
RESINA. Museologia Scientifica Memorie, 9/20: 152-156.
informatizzate. 8. http://www.dryades.eu/home1.html
L’accessibilità a Internet ha favorito l’affermarsi di 9. http://www.keytonature.eu/wiki/
una networked software society18 e anche gli Orti 10. Martellos S., Nimis P.L., 2008. KeyToNature:
botanici hanno adeguato la modalità della diffu- Teaching and Learning Biodiversity. Dryades, the
Italian Experience. In Munoz M., Jelnek I., Ferreira
sione del proprio messaggio culturale. I nuovi flus-
F. (EDS.), Proceedings of the IASK International
si di comunicazione, diventati multipolari19 gra- Conference Teaching and Learning, 863-868.
zie a blog e mobile social networks system, come 11. Montagnari Kokelj M., Nimis P.L., Pasqualis
Facebook e Twitter, i networks di media-sharing Dell’antonio S., Peroni F., Princivalle F., 2008
quale Youtube, di photo-sharing come Flickr, In- Sistema museale dell’Ateneo di Trieste - smaTs: dal
reale al virtuale. Museologia Scientifica Memorie, 2:
stagram, i geosocial networks come FourSquare,
333-336.
Gowalla e Facebook Places, ecc., consentono agli 12. Nimis P.L., Martellos S., Forti G., 2010.
Orti, attraverso nuovi canali più rapidi e veloci, di KeyToNature, strumenti interattivi per la didattica
comunicare attivamente col proprio pubblico e della biodiversità: una partnership con il sistema
agli utenti di seguire le varie attività, partecipare a museale naturalistico RESINA della Regione Lazio,
Museologia Scientifica Memorie, 6: 324-327.
eventi, commentare, condividere informazioni ed
13. http://www.siit.eu/index.php/strumenti-per-lidentifi
esperienze. azione/2011-06-18-09-09-03
Negli ultimi anni si sono moltiplicate le soluzioni 14. http://www.antoninodelpopolo.it/orto/orto.html
in grado di migliorare il livello e la qualità dell’in- 15. http://musei.unipa.it/virtual.html
terazione tra visitatori e gli Orti botanici. Le nuove 16. Solanilla L., 2002. ‘¿Qué queremos decir cuando
hablamos de interactividad? El caso de los webs de los
forme di comunicazione non sostituiscono inte-
museos de historia y arqueología’.Digit·HVM. Revista
gralmente quelle tradizionali, rappresentate da Digital d’Humanitats, 4: 1-13.
un apparato divulgativo “classico” (didascalie, 17. http://www.minervaeurope.org/
pannelli illustrativi, guide a stampa, visite guidate 18. Bennato D., 2011. Sociologia dei media digitali,
ecc.), ma si aggiungono ad esse. L’adozione della Laterza, Roma-Bari.
19. Solima L., 2008. Oltre il confine: le nuove forme
multimedialità e delle nuove tecnologie consente di produzione e diffusione dei contenuti culturali.
agli Orti botanici di trasformarsi in piattaforme In Grossi R. (ED.) Creatività e produzione culturale.
culturali integrate, di coinvolgere ampi target di Un Paese tra declino e progresso. Quinto Rapporto
utenza e trasmettere velocemente i contenuti Annuale Federculture. 141-151. Allemandi & C., Torino.
connessi con i compiti istituzionali di ricerca, tu-
tela (con le attività di conservazione in situ ed ex Immagini
situ), educazione ambientale e valorizzazione del
proprio patrimonio. 1. Orto botanico di Catania. Sistema TGuide: il software
permette di orientarsi e di visualizzare sul palmare
informazioni d’interesse
(Foto Archivio botanico di Catania).
Bibliografia 2. Orto botanico di Catania. Sistema TGuide: avvicinan-
e siti web (ultima consultazione giugno 2016) do il palmare al tag RFID è possibile visualizzare su
mappa i percorsi predisposti
1. Cataldo l., Paraventi m., 2007. Il museo oggi. Linee (Foto Archivio botanico di Catania).
guida per una museologia contemporanea. HOEPLI, 3. Orto botanico di Firenze. Tecnologia NearBee. I sen-
Milano. sori “iBeacons” notificano al visitatore la possibilità
2. Canina M., Celino I., Frumento E., Pagani A. Simeoni di accedere a contenuti di approfondimento
N., 2008. Beni culturali: lo sviluppo del settore passa (Foto A. Grigioni).
dall’ICT. “Beltel”, 130: 8-13. 4. Orto botanico di Padova. Installazioni multimediali
3. Holloway S., 2006. Rfid. An Introduction, Microsoft interattive su piante, biodiversità e sviluppo sosteni-
EMEA. bile (Foto Studio Dotdotdot, Milano).
4. http://www.naturaitalia.it/ 5. Strumenti d’identificazione interattiva. Dryades
5. http://www.nearbee.it/ KeyToNature. Il Cercapiante consente il riconosci-
6. http://www.ortobotanicodibergamo.it/info mento di 16.480 specie e la visualizzazione di 152.627
audioguide/ immagini (Foto R. Riccamboni).

______ 55 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Conservazione in situ ed ex situ e le banche


del germoplasma
_____di Cristina Salmeri_____

N
egli ultimi decenni, la progressiva perdita
di biodiversità e il crescente degrado degli
ecosistemi naturali, fenomeni aggravati
dai profondi cambiamenti in atto a livello clima-
tico, hanno indotto gli Orti botanici ad assume-
re un ruolo operativo primario nella tutela della
biodiversità vegetale e nella lotta al declino am-
bientale, attraverso l’impegno continuo in azioni
diffuse e coordinate di conservazione in situ, cioè
mantenendo le specie e i relativi habitat in natura,
ed ex situ, vale a dire conservando le risorse fito-
genetiche in sistemi protetti, fuori dall’ambiente
naturale (Fig. 1).
Ad esempio, la Strategia Globale per la Conserva-
zione delle Piante (GSPC) pone tra gli obiettivi da
perseguire entro il 2020 “almeno il 75% delle specie
vegetali minacciate conservate in collezioni ex situ,
preferibilmente nei paesi d’origine, e almeno il 20%
disponibile per programmi di recupero e restauro
ambientale”.
Gli Orti botanici italiani, in virtù della straordinaria
flora vascolare spontanea esistente nel territorio
nazionale, ricca di oltre 7.000 specie e sottospe-
cie1, di cui quasi 1.400 endemiche, cioè esclusive
di precise aree geografiche più o meno circoscrit-
te2, hanno risposto prontamente all’emergenza in
atto e all’allarmante perdita di biodiversità ade-
guando le proprie funzioni e le proprie strutture
per la pianificazione e l’attuazione di azioni bilan- naturali, enti regionali e provinciali, ecc.), hanno
ciate di conservazione in situ ed ex situ idonee alla avviato negli ultimi anni progetti di conservazione
tutela del patrimonio genetico della flora sponta- in situ su diverse specie particolarmente vulnera-
nea locale3. Rientrano nelle azioni in situ la ricerca bili4; solo a titolo d’esempio, citiamo le azioni su
e gli interventi a sostegno della reintroduzione e Anthyllis barba-jovis e Cladium mariscus (Ancona),
introduzione delle specie in natura o del raffor- Leucojum nicaeense (Genova), Periploca graeca e
zamento e del monitoraggio delle popolazioni Iris revoluta (Lecce), Marsilea quadrifolia (Mode-
negli habitat naturali. Sono numerosi gli Orti bo- na), Abies nebrodensis e Zelkova sicula (Palermo),
tanici italiani che, supportati dalle istituzioni uni- Isoetes malinverniana e Leucojum aestivum (Pa-
versitarie d’appartenenza e da altri organismi di via), Hypericum elodes (Pisa), Cyperus polystachius
ricerca o di gestione del territorio (parchi e riserve (Roma).

______ 56 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

alla propagazione e alla conservazione a medio e


lungo termine di semi e di altro materiale ripro-
duttivo (spore, tessuti, ecc.).
La raccolta e la conservazione dei semi negli Orti
botanici sono pratiche piuttosto antiche, ma la rea-
lizzazione d’impianti specializzati si è sviluppata
soprattutto negli ultimi vent’anni. Le banche del
germoplasma degli Orti botanici di Padova (1992),
Palermo (1993), Pisa (1995) e Cagliari (1997)
sono tra le prime ad aver applicato le tecniche di
crioconservazione per il mantenimento a lungo
termine, ma tante altre, come quelle di Catania
(Fig. 2), Genova, Lecce, Pavia, Viterbo, nascono
in rapida successione agli inizi di questo Secondo
millennio, soprattutto tra il 2001 e il 2006, in
risposta alla necessità di adeguarsi alle linee
politiche mondiali in tema di conservazione della
biodiversità e ai protocolli metodologici diffusi e
condivisi a livello internazionale5.
Per operare correttamente, infatti, le banche del
germoplasma hanno dovuto garantire la presenza
di diversi ambienti opportunamente attrezzati: lo-
cali per la pulizia e il primo controllo del materiale
raccolto, laboratori per lo studio qualitativo del
germoplasma, camera di deidratazione con tem-
peratura e umidità controllate (Fig. 3), una o più
celle frigorifere per la crioconservazione, celle di
germinazione e serre per la moltiplicazione6 (Fig.
4). Nel complesso queste strutture custodisco-
no oggi migliaia di accessioni che rappresentano
quasi il 50% delle specie della flora italiana e in-
cludono, per molte regioni, la quasi totalità delle
specie endemiche e quelle maggiormente minac-
ciate ed a rischio di estinzione, oltre a molti dei
progenitori selvatici delle piante coltivate d’inte-
resse agronomico. Questi valori sono destinati ad
aumentare nel tempo grazie al continuo lavoro di
raccolta e trattamento di semi portato avanti dal
personale specializzato presente nelle banche
L’esito positivo di queste azioni in situ dipende del germoplasma.
dall’acquisizione di conoscenze approfondite sul- Anche la realizzazione di campi di collezione e di
la biologia, sul comportamento ecologico e ripro- aree di coltivazione di piante vive che propongo-
duttivo, sulle capacità vitali e sul profilo genetico no strutturalmente alcuni ecosistemi naturali, sep-
delle piante interessate, come pure dalla produ- pure su scala ridotta, come rupi o roccere (Fig. 5),
zione di plantule d’origine certificata. Gran parte stagni e pantani, ambienti dunali o boschivi, sono
di queste attività propedeutiche sono svolte ex pratiche avviate in numerosi Orti botanici per
situ nelle banche del germoplasma, strutture spe- ospitare al meglio e più a lungo le risorse fitogene-
cializzate che la maggior parte degli Orti botanici tiche custodite, soprattutto le specie endemiche e
italiani ha ormai provveduto a creare e mantene- quelle di habitat peculiari che maggiormente ne-
re, potenziandole nel tempo anche dal punto di cessitano di specifiche condizioni micro-ambien-
vista tecnologico, e che sono destinate all’analisi, tali, in termini di natura del suolo, luce, umidità

______ 57 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

l’efficacia di progetti di ricerca e programmi edu-


cativi8. (Per approfondimenti vedere il capitolo
“Reti di coordinamento fra Giardini botanici” di
C. Bonomi).
L’importanza della costituzione di reti trova chia-
ra esplicitazione nell’esistenza di tante esperienze
ben consolidate a livello internazionale, prime fra
tutte la Botanic Garden Conservation International
(BGCI) e la International Association of Botanical
Gardens (IABG), che consorziano centinaia tra Orti
botanici e arboreti in tutto il mondo. Nel campo
specifico della conservazione della biodiversità
vanno citate l’European native seeds conservation
network (ENSCONET) e il Network of Mediter-
ranean plant conservation centres (GENMEDA),
atmosferica, potenziale idrico, ecc. Più frequenti entrambe reti di centri di conservazione per la
negli Orti botanici moderni e di recente costituzio- biodiversità vegetale diffusi in ambito europeo e
ne, le ricostruzioni di ambienti naturali si possono mediterraneo.
osservare in miniatura anche all’interno di diverse A livello nazionale, la Società Botanica Italiana
istituzioni storiche, come ad esempio negli Orti di promuove il coordinamento e lo scambio d’in-
Camerino, Cagliari, Catania, Napoli, Palermo, Pisa, formazioni tra gli Orti botanici presenti in Italia,
Torino, testimonianza del continuo processo di supportandone le attività istituzionali e la visibili-
adeguamento ed evoluzione che contraddistin- tà pubblica anche attraverso il portale web Orto
gue il compito istituzionale scientifico svolto dagli botanico d’Italia (www.ortobotanicoitalia.it), che
Orti botanici rispetto ai comuni giardini, anche di offre spazio e diffusione alle iniziative individuali
valore storico. e collettive (catalogazione delle collezioni, attivi-
Il ruolo degli Orti botanici per la conservazione tà didattico-divulgative, progetti di ricerca), oltre
della biodiversità vegetale non si limita alle azioni che alle informazioni e alle peculiarità dei diversi
dirette sulle piante e relativi habitat, ma si estende Orti e Giardini aderenti.
agli aspetti fondamentali dell’educazione, dell’in- Un esempio rilevante di coordinamento naziona-
formazione e dello sviluppo culturale sui temi le specifico per le attività di conservazione della
della protezione della natura, della valorizzazio- biodiversità vegetale, che vede coinvolti numerosi
ne del patrimonio territoriale, della salvaguardia Orti botanici italiani, è RIBES, la Rete Italiana di Ban-
delle risorse ambientali e della sostenibilità am- che del germoplasma per la conservazione Ex Situ
bientale7. Questo tipo di comunicazione ambien- della flora spontanea italiana. Istituita nel 2005,
tale, sempre più presente nel quadro normativo quest’associazione consorzia ad oggi 18 istituzioni
e programmatico internazionale, comunitario e distribuite su quasi tutto il territorio nazionale e in
nazionale, trova una connotazione intrinseca e prevalenza collegate agli Orti botanici universita-
un’attuazione pressoché implicita nell’attività di ri9. Tra le principali attività svolte da RIBES nei pri-
sensibilizzazione pubblica che da sempre gli Orti mi dieci anni d’istituzione, vi sono la partecipazio-
botanici svolgono attraverso percorsi e laboratori ne alla redazione d’importanti documenti come la
didattici, attività ludico-educative per i più piccoli, Strategia Nazionale per la Biodiversità, pubblicata
seminari, giornate informative e corsi di formazio- dal Ministero dell’Ambiente (MATTM) nel 2010 e
ne professionale, produzione e diffusione di ma- adottata a livello governativo, e un volume sulla
teriale divulgativo e scientifico. conservazione ex situ della biodiversità delle spe-
Uno tra i migliori strumenti di comunicazione cie vegetali spontanee e coltivate in Italia10, come
sia interna, tra le istituzioni, sia esterna, verso il pure il censimento delle collezioni ex situ di specie
pubblico e le amministrazioni, è la creazione di minacciate della flora italiana presenti nelle ban-
reti atte a promuovere la cooperazione, a condi- che del germoplasma, per conto del Ministero
videre competenze e professionalità acquisite, a dell’Ambiente e dell’Istituto Superiore per la Pro-
scambiare materiali e informazioni, a migliorare tezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

______ 58 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

Bibliografia Immagini

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B., Miniati C. 2006. L’archivio degli interventi di
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spontanea italiana: sviluppi e prospettive. Atti 101°
Congresso Società Botanica Italiana (Caserta): 179.
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autoctona. Studi Trentini di Scienze Naturali 90.
6. Bacchetta G., Fenu G., Mattana E., Piotto B.,
Virevaire M. (EDS.) 2006. Manuale per la raccolta,
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7. Dodd J., Jones C. 2010. Redefining the role of
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European Union. Scripta Botanica Belgica 19: 1-68.
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ex situ della flora spontanea italiana: RIBES, una
nuova iniziativa nazionale. Inform. Bot. Ital. 38/1:
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10. Piotto B., Giacanelli V., Ercole S. (EDS.) 2010. La
conservazione ex situ della biodiversità delle specie
vegetali spontanee e coltivate in Italia. Stato
dell’arte, criticità e azioni da compiere. Manuali e
Linee guidan. 54. ISPRA, Roma.

______ 59 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

L’Orto botanico come rifugio sicuro


per piccoli e grandi animali
_____di Stefano Vanni, Gianna Innocenti, Simone Cianfanelli_____

C
ome i parchi e i giardini più estesi, an-
che gli Orti botanici possono costituire
isole di verde all’interno dell’ambiente
urbano e, come tali, ospitano una biodi-
versità animale ben più ricca e diversificata rispet-
to alle aree antropizzate circostanti. Tante sono le
specie che vi trovano rifugio, in quanto possono
rinvenirvi habitat a volte ormai poco frequenti ne-
gli stessi ambienti naturali, come per esempio gli
alberi d’alto fusto. Per ragioni di spazio, ci limite-
remo a un succinto excursus solo su alcune tra le
più comuni o significative specie.
Upupe (Upupa epops), picchi verdi (Picus viridis) e
picchi rossi (Dendrocopos sp.) e certi uccelli not-
turni, come l’allocco (Strix aluco), possono nidi-
ficare o trovare rifugio nel cavo dei grossi alberi
presenti negli Orti. Cinciarelle (Cyanistes caeru-
leus), cinciallegre (Parus major), picchi muratori
(Sitta europaea), rampichini (Certhia brachydacty-
la), torcicolli (Jynx torquilla) e i picchi sopra ricor-
dati ricercano gli animaletti di cui si nutrono sulle
cortecce dei vecchi tronchi o sotto di esse. Molti
altri piccoli uccelli possono cibarsi di semi e frutti
prodotti dalle varie piante dell’Orto e/o degli in-
vertebrati presenti nei prati e nella lettiera; fra i
più comuni, il merlo (Turdus merula, Fig. 1), il petti-
rosso (Erithacus rubecula), la passera d’Italia (Pas-
ser italiae), il verdone (Carduelis chloris), lo storno
(Sturnus vulgaris). Le vasche sono poi una fonte
essenziale di approvvigionamento idrico per tutta
l’avifauna, sia stanziale sia di passo. Tritoni (Tri-
turus carnifex, Lissotriton vulgaris e Mesotriton
alpestris), rane verdi (Pelophylax “esculentus”
complex) e, in certe aree italiane, il discoglosso
(Discoglossus pictus) sono ospiti non rari di que-
ste strutture, mentre i rospi comuni e smeraldini
(Bufo bufo, Fig. 2, Bufo viridis) e talvolta la rana
temporaria (Rana temporaria) vi trovano le condi-
zioni per la loro riproduzione.

______ 60 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

Per il loro ruolo di “isole” per la fauna naturale,


parchi e Orti botanici dovrebbero essere oggetto
di particolare attenzione, scoraggiando tra l’altro
la creazione di colonie feline, le quali, con la pre-
dazione, producono impensabili danni alle locali
popolazioni di uccelli, micromammiferi e rettili. Da
evitare è anche l’introduzione di specie di uccelli
acquatici, come germani, anatre (Fig. 3) e oche che
con le loro deiezioni, tendono a rendere abiotiche
le vasche. Molto negativa è infine la presenza delle
tartarughe palustri americane (Trachemys scripta)
e specie simili, sconsideratamente introdotte nel-
le raccolte d’acqua di parchi e giardini, e dei pesci
rossi (Carassius auratus). Le faune degli Orti varia-
no considerevolmente a seconda della latitudine e
altitudine dei luoghi in cui sono situati. Si può, in
ogni caso, effettuare una suddivisione degli anima-
li che frequentano questi ambienti sulla base delle
loro interazioni, che, da un punto di vista puramen-
te antropico, possono essere classificate come
utili, quando concorrono alla salvaguardia delle
piante, o dannose, quando al contrario portano a
un deterioramento ambientale, se non addirittura
alla distruzione delle piante stesse. Per gli animali
che interagiscono con l’habitat Orto, sfortunata-
mente per i loro curatori, a volte la proporzione fra
le faune definibili come utili e quelle dannose può
essere sbilanciata verso quest’ultime.

Fauna amica degli Orti


Partendo dal suolo, diverse sono le specie di ver-
mi utili per la fertilità del terreno. Gli Anellidi Oli-
gocheti, volgarmente detti lombrichi, hanno un
fondamentale ruolo per l’aereazione dei suoli, nei
quali scavano le loro gallerie, e per la loro fertiliz-
zazione, tramite le deiezioni prodotte a partire
dall’ingestione di terra e detriti organici. Sollevan-
doci dal suolo, troviamo gli insetti impollinatori,
che comprendono numerose specie essenziali per
le piante entomofile. Questo tipo di impollinazio-
ne è effettuato soprattutto da parecchie specie
di imenotteri, come api (Fig. 4) e bombi (Fig. 5),
coleotteri e ditteri floricoli (Fig. 6), lepidotteri o
farfalle (Fig. 7). Vi è poi una categoria faunistica
che, anche se non direttamente, produce effetti
positivi sugli Orti, tenendo sotto controllo il nu-
mero di animali che si nutrono in vario modo di
vegetali orticoli. Uno di questi è il Gasteropode
terrestre Rumina decollata (Fig. 8), una chiocciola
che deve il suo nome al fatto che l’adulto perde
(“si decolla”) la punta della sua conchiglia, che ri-

______ 61 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

mane tronca. Ma la caratteristica più interessante


di quest’animale sta nella sua biologia, in quanto
esso si nutre di altri molluschi e in particolare può
predare le uova e i giovani di Cornu aspersum (Fig.
9), la cosiddetta chiocciola dei giardini, una vera
piaga per le piante appena nate. Per questo, Ru-
mina decollata viene spesso impiegata nella lotta
biologica contro la garden snail (Helix aspersa) in
orti e giardini. Utili distruttori d’invertebrati nocivi
sono poi certi anfibi, come i rospi Bufo bufo e B.
viridis, e rettili, come la lucertola campestre (Po-
darcis sicula), la lucertola muraiola (Podarcis mu-
ralis) (Fig. 10) e il ramarro (Lacerta bilineata). An-
che il biacco (Hierophis viridiflavus), un serpente
frequente anche in città, se non fosse immeritata-
mente ritenuto pericoloso e quindi spesso ucciso,
potrebbe svolgere un importante ruolo positivo,
dato che preda topi e, allo stadio giovanile, grossi
ortotteri dannosi alle colture.

Fauna nemica degli Orti


Gli Orti botanici, essendo una fonte di cibo con-
centrata e facilmente raggiungibile, sono inevi-
tabilmente un’irresistibile tentazione per molte
specie animali “nemiche”. Nel sottosuolo sia
invertebrati, come il grillotalpa (Gryllotalpa gryl-
lotalpa), sia vertebrati, come le talpe (Talpa sp.),
scavano reti di gallerie che possono danneggiare
l’apparato radicale delle piante erbacee. Anche i
porcellini di terra (Crostacei Isopodi Oniscoidei),
pur essendo detritivori, se presenti in gran quanti-
tà, possono causare danni alle piantine in crescita
nelle serre umide. Tra i mammiferi sono varie le
specie potenzialmente dannose quando gli Orti
botanici sono situati in luoghi lontani dalla città
e non adeguatamente recintati; fra esse soprat-
tutto i cinghiali (Sus scrofa), i daini (Dama dama),
i caprioli (Capreolus capreolus) e l’istrice (Hystrix
cristata). Anche vari roditori di piccola o media ta-
glia, quando in gran numero, possono rovinare le
colture cibandosi di germogli, frutti e semi.
Gli Orti botanici sono un ecosistema seminaturale
che può ospitare una fauna assai varia, ma posso-
no anche essere soggetti, al pari degli ambienti
naturali, ad alterazioni dovute a fattori esterni,
come ad esempio l’arrivo di specie alloctone, in
taluni casi particolarmente invasive e oltremodo
dannose. Negli ultimi anni i conservatori degli Orti
si sono dovuti più volte confrontare con questo
tipo di fauna che i loro predecessori ancora non
conoscevano.

______ 62 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

occidentalis e Metcalfa pruinosa. Fra i vertebrati,


particolarmente nociva è la presenza, soprattutto
negli Orti vicino ai corpi idrici, della nutria (Myo-
castor coypus, Fig. 12), che per la sua invasività e i
danni che può provocare è anch’essa inserita fra le
cento specie più problematiche a livello europeo.

Sito web (ultima consultazione aprile 2016)

DAISIE: http://www.europe-aliens.org

Immagini

1. Il merlo (Turdus merula), un uccello che spesso


sceglie gli alberi cittadini per nidificare.
2. Il rospo comune (Bufo bufo) si ritrova spesso sotto
le cortecce e i sassi anche negli Orti botanici situati
nell’ambiente urbanizzato.
3. Germano (Anas platyrhynchos) e anatre germanate
spesso colonizzano i laghetti dei Giardini pubblici e
degli Orti botanici in città.
4. Ape solitaria: a differenza delle api coloniali, che
costruiscono un nido altamente complesso e
specializzato, questi Imenotteri nidificano in fori
nelle cortecce o tra i mattoni. Vicino ad essa un
Coleottero Dasitide.
5. Un bombo (Bombus sp.): volando di fiore in fiore
questi Imenotteri contribuiscono all’impollinazione
delle piante.
6. I Ditteri floricoli sono formidabili impollinatori.
7. Anche le farfalle svolgono un importantissimo ruolo
nell’impollinazione delle piante con fiori.
8. La Rumina decollata si può considerare un mollusco
utile al benessere dell’Orto botanico poiché si
nutre di molluschi erbivori che recano danno alla
vegetazione coltivata.
9. La chiocciola dei Giardini può provocare
ingenti danni negli Orti botanici poiché si nutre
dell’apparato fogliare e, date le sue grandi
dimensioni per essere un mollusco terrestre, può
brucare giornalmente una considerevole quantità di
vegetazione.
10. Lucertola muraiola, uno dei rettili
più comuni e diffusi nell’ambiente urbano.
È il caso, ad esempio, della lumaca arancione 11. Lumaca arancione: a dispetto del
(Arion vulgaris, Fig. 11), considerata una vera cala- suo bell’aspetto, questa lumaca è considerata a
livello europeo una vera peste per le coltivazioni.
mità per le coltivazioni, tanto che è stata collocata 12. La nutria grosso roditore alloctono di origine
tra le cento specie più invasive e dannose presenti sudamericana ormai largamente diffuso lungo i corsi
in Europa (DAISIE), o del punteruolo delle palme d’acqua e i bacini di gran parte dell’Italia.
(Rhynchophorus ferrugineus), un coleottero della
(Foto S. Cianfanelli)
superfamiglia dei Curculionidi di recente arrivo
che sta creando ingenti problemi alle palme, at-
taccandole e conducendole a morte. Gravi danni
ad alberi e arbusti sono provocati pure da altri in-
setti alloctoni, come gli Emitteri s.l. Leptoglossus

______ 63 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

I Giardini botanici alpini


_____ di Laura Poggio_____

Un
Giardino botanico alpino è una
struttura nella quale sono ospitate
in coltura specie appartenenti alla
flora delle fasce altitudinali montana, subalpina,
alpina e nivale a seconda della quota in cui è situa-
to. Se l’Orto botanico, secondo la definizione di F.
M. Raimondo1, è una struttura in cui “si custodi-
scono collezioni vive di piante, per scopi sia scien-
tifici sia didattici e educativi, disposte prevalente-
mente secondo ordinamenti sistematici, biologici,
geografici ed ecologici”, il Giardino botanico, pur
conservando le medesime finalità, si differenzia in
quanto gli aspetti estetici e paesaggistici acquista-
no particolare importanza. I Giardini alpini sono
situati per lo più in luoghi ad alta valenza paesag-
gistica, inoltre particolare attenzione e cura ven-
gono date alla disposizione delle piante coltivate
nelle roccere, alle infrastrutture per la fruizione
(sentieri, luoghi di sosta) e ai “giochi” d’acqua
naturali (cascatelle, laghetti e ruscelli) che, oltre
a permettere la coltivazione di specie igrofile e ac-
quatiche, arricchiscono e movimentano il luogo;
tutto ciò concorre a rendere i Giardini polo d’at-
trazione per un pubblico assai eterogeneo, co-
stituito in prevalenza da turisti e solo in parte da
appassionati o studiosi di botanica. Appare quindi
evidente che il Giardino alpino, pur trattando una
flora particolare, ha anche un importante ruolo
didattico perché può promuovere un’ampia divul-
gazione, non solo su temi strettamente botanici,
ma riguardanti più in generale l’ambiente naturale
della montagna.

Le principali funzioni
La funzione didattico-divulgativa è quindi la “mis-
sione” principale di un Giardino botanico alpino.
Per una corretta educazione ambientale mirata
alla conoscenza, al giusto utilizzo e al rispetto
dell’ambiente naturale, è fondamentale avere

______ 64 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

consapevolezza degli elementi che lo compongo- in montagna. Per quanto riguarda le specie in pe-
no e tra questi le piante. Nei Giardini alpini il visi- ricolo di estinzione, il Giardino alpino può svolgere
tatore può conoscere non solo le diverse specie un’importante funzione di conservazione ex-situ,
che vivono in montagna, ma anche comprendere in quanto rappresenta un’area di rifugio consen-
i complessi meccanismi della vita vegetale e gli tendone la coltivazione e riproduzione per poi
adattamenti che le piante alpine devono mettere tentarne la reintroduzione in ambiente naturale.
in atto per sopravvivere in ambienti spesso assai Occorre però sottolineare che queste reintrodu-
ostili. Lo strumento didattico più diffuso, ma anche zioni sono assai problematiche in quanto le specie
più efficace, è la visita guidata purché l’operatore in coltura possono essere soggette a ibridazioni
abbia buone conoscenze botaniche, ecologiche e con altre specie ed a modificazioni dell’ecotipo.
capacità di comunicazione per assicurare un effi- Riuscire a conservare l’integrità genetica delle
specie naturali origi-
narie è assai diffici-
le, in quanto si deve
ricorrere a tecniche
speciali di coltivazio-
ne ed al rinnovo con-
tinuo delle collezioni
in coltura.
Altro scopo egual-
mente importante
riguarda la ricerca
scientifica rivolta alla
flora spontanea e
alla vegetazione del
territorio in cui sorge
il Giardino, che di-
venta così un centro
di studio e raccolta di
dati, nonché un pun-
to di riferimento per
studiosi e ricercato-
ri della flora alpina.
cace risultato conoscitivo e di sensibilizzazione. Può promuovere o svolgere direttamente speri-
Strumenti altrettanto importanti sono la cartelli- mentazione colturale in diversi settori quali la pro-
natura delle piante, la cartellonistica esplicativa, i duzione di piante officinali, l’agricoltura montana,
depliant e le pubblicazioni specifiche, i percorsi te- la produzione di specie per interventi di ripristi-
matici e gli strumenti di ultima generazione quali no ambientale. Sono inoltre interessanti anche
applicazioni per smartphone e QRcode. gli aspetti tecnico-colturali di un Giardino alpino:
Un’altra importante funzione è quella della con- numerosi sono i problemi che quotidianamente
servazione e protezione della flora autoctona, si devono risolvere riguardanti l’acclimatazione
soprattutto per le specie rare, endemiche o in delle piante raccolte in natura, la coltivazione e
pericolo di estinzione. Molti Giardini sono situa- riproduzione delle specie, la ricostruzione delle
ti all’interno di aree protette (parchi e riserve) o condizioni microclimatiche necessarie e degli am-
in regioni nelle quali tali specie vivono in natura. bienti. Le piante coltivate nei Giardini alpini sono
Consentendo a un vasto pubblico la conoscenza e di regola di origine naturale e mai provenienti da
il riconoscimento di tali specie e fornendo loro le produzioni commerciali vivaistiche.
opportune informazioni che ne illustrano l’impor- Infine non va dimenticata la funzione turistico-
tanza scientifica e i motivi che obbligano a un asso- economica in quanto i Giardini, come già prece-
luto rispetto, si concorre in modo efficace a ridurre dentemente ricordato, dando particolare impor-
il pericolo della loro raccolta durante le escursioni tanza all’aspetto estetico ed essendo situati in siti

______ 65 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

di particolare pregio paesaggistico, sono luoghi frequenti le escursioni in montagna alla scoper-
di notevole attrattiva turistica e di conseguenza ta di nuove vie di accesso alle innumerevoli cime
possono favorire forme di sviluppo di ricchezza ancora inviolate, venendo così a conoscenza di
indotta. specie ancora poco conosciute. Questi Giardini
avevano principalmente lo scopo di raggruppare
Le diverse impostazioni in spazi relativamente ridotti un numero elevato
Diverse possono essere le tipologie d’impostazio- di piante al fine di agevolarne il riconoscimento e
ne di un Giardino alpino, secondo le finalità che lo studio.
si vogliono privilegiare. Nella maggior parte dei Il più antico Giardino alpino d’Europa, ancora oggi
casi, soprattutto per i Giardini d’antica istituzio- in attività, è quello fondato da Henry Correvon,
ne, prevale l’impostazione “classica” nella quale botanico e floricoltore ginevrino, nel 1889 a Bourg
le collezioni di piante sono coltivate nelle roccere, Saint Pierre (Vallese, Svizzera) chiamato Linnea in
curando particolarmente l’aspetto estetico delle onore di Linneo, padre della botanica sistematica.
fioriture o ordinandole secondo la loro origine. Pochi anni più tardi, sempre in Svizzera, nacque-
Un’altra impostazione, che potrebbe essere defi- ro Giardini importanti quali La Thomasia (1890)
nita di tipo “moderno”, presenta al pubblico solo in località Pont de Nant, e La Rambertia (1896)
la flora autoctona dell’area in cui sorge il Giardino, presso Montreux, entrambi nel Cantone di Vaud.
non vengono introdotte altre specie italiane, né In Francia nel 1896 fu fondato il Giardino del Lau-
tanto meno quelle esotiche. Questo tipo di Giar- taret, nei pressi dell’omonimo colle, nella regione
dino ha sicuramente un interesse scientifico note- Hautes-Alpes, oggi ancora in attività e al quale è
vole, in quanto, situato di solito in siti di valenza stata affiancata una stazione di ricerca con labora-
floristica importante, svolge un ruolo fondamen- torio per lo studio degli ecosistemi di alta quota.
tale nella conservazione delle specie in pericolo Sempre tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del No-
di estinzione, ma spesso può risultare di difficile vecento, sorsero diversi Giardini sia nel Tirolo (Au-
comprensione per i “non addetti ai lavori” e ridur- stria) sia sulle Alpi Bavaresi (Germania), non tutti
re in parte la finalità didattico-divulgativa. ancora oggi in attività. Il primo Giardino alpino
Negli ultimi anni il maggior interesse del grande italiano fu Daphnea (1891) situato sul Monte Barro
pubblico verso i temi dell’ecologia e dell’ambien- (Lombardia) e voluto dal C.A.I. di Milano, che però
te naturale ha fatto sì che, in moltissimi Giardini ebbe vita breve. Quindi il Giardino italiano più an-
alpini, venissero trattati anche i concetti di vege- tico ancora in attività è quello di Chanousia (1897),
tazione e di habitat con la ricostruzione degli am- voluto dall’abate Pierre Chanoux e situato al Colle
bienti naturali e delle associazioni vegetali che li del Piccolo San Bernardo. Questo Giardino viene
popolano. considerato italiano anche se, in seguito agli av-
Questo tipo d’impostazione potrebbe essere de- venimenti della Seconda guerra mondiale, si trova
finito “intermedio” tra i due precedentemente oggi in territorio francese.
descritti e, forse, rappresentare il giusto compro- All’inizio del XX secolo altri Giardini nacquero sulle
messo per gli scopi che un Giardino alpino deve Alpi Orientali tra cui Juliania (1926) in Val Trenta
avere. Inoltre i Giardini, proprio per l’eterogeneità (Slovenia), ancora oggi in attività.
dei visitatori, possono essere luoghi in cui presen- Secondo le ricerche effettuate da A. Bernini,2 in
tare tematiche diverse, ma sempre legate al mon- Italia sono in attività 34 Giardini alpini e montani;
do vegetale, come ad esempio la geomorfologia, fra questi alcuni sono situati sull’Appennino e uno
la colonizzazione dei suoli, l’impollinazione, i cam- in Sicilia. Tali Giardini (descritti nella seconda par-
biamenti climatici, ecc., contribuendo in modo an- te del volume) sono gestiti prevalentemente da
cora più completo alla diffusione di una giusta ed enti pubblici di diversa tipologia (regioni, comuni,
equilibrata consapevolezza dell’importanza della comunità montane, università, parchi nazionali e
Natura. regionali), ma anche da associazioni private e/o da
singoli appassionati.
Cenni storici sui principali Giardini alpini
I primi Giardini botanici alpini sorsero soprattutto I Giardini botanici alpini della Valle d’Aosta
in Austria e Svizzera intorno alla metà del 1800, in La Valle d’Aosta possiede una grande ricchezza
quanto in quel periodo furono particolarmente floristica e di ambienti. Delle circa 7.000 specie di

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__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

piante (Pteridofite, Gimnosperme e Angiosper-


me) diffuse in Italia, quasi il 40% sono spontanee
in questa regione, la cui estensione territoriale è di
poco superiore all’1% di quella nazionale.
Questa grandissima ricchezza floristica può es-
sere imputata a diversi fattori. Innanzi tutto le
lontane e complesse vicende climatiche, come le
glaciazioni o i lunghi periodi di clima caldo e ari-
do, hanno contribuito alla diffusione fin nel cuore
delle Alpi di specie di origine artica, mediterranea,
steppica, centro-asiatica, ecc., nonché alla forma-
zione di numerosi endemismi alpici, ossia di specie
esclusive delle Alpi.
Un altro importante fattore responsabile della
varietà della flora valdostana è la variegata com-
posizione litologica. La presenza di rocce molto di-
verse tra loro, dagli gneiss ai calcari e dolomie, ai
calcescisti fino alle pietre verdi, creano un’ampia
gamma di substrati che possono ospitare sia flora
acidofila, sia basofila. Infine, la scarsa omogeneità
del clima attuale di questa regione e l’ampio svi-
luppo altitudinale fanno il resto.
Da questi brevi cenni si comprende anche la ragio-
ne per cui la Valle d’Aosta sia stata fin dalla fine
del Settecento luogo di studi e ricerche da parte
d’illustri botanici. L’opera di valorizzazione e di-
vulgazione della flora alpina, iniziata da questi
studiosi, ha trovato il suo culmine nella creazione
di quattro Giardini botanici alpini: Chanousia tra
la Savoia e la Valle d’Aosta; Paradisia a Valnontey
(Cogne); Saussarea a Courmayeur; Castel Savoia a
Gressoney Saint-Jean. La loro descrizione e le in-
formazioni relative sono riportate nella sezione
dedicata ai singoli Orti botanici italiani.

Bibliografia

1. Raimondo F.M., 1992. Orti botanici - Giardini alpini -


Arboreti italiani. Ed. Grifo, Palermo.
2. Bernini A., 2015. Giardini botanici ed escursioni flori-
stiche. Verba & Scripta, Pavia.

Immagini

1. G.B.A. Chanousia.
2. G.B.A. Paradisia.
3. G.B.A. Saussarea.
4. Paradisea liliastrum, pianta simbolo del G.B.A.
Paradisia.

(Foto N. Gerard, archivio PNGP)

______ 67 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Crop wild relatives e piante CITES


negli Orti botanici
_____di Carlo Blasi, Sandro Bonacquisti, Ilaria Anzellotti_____

Premessa tat, arboricoltura e dendrologia, servizi bibliote-


Gli Orti botanici sono strutture di ricerca che spa- cari e centri d’informazione, educazione ambien-
ziano in diversificati campi della scienza in quanto tale, corsi di formazione per insegnanti, turismo,
musei viventi e punto d’incontro culturale relativo spettacoli per il pubblico, orticoltura e floricoltura
a tematiche scientifiche, artistiche, estetiche ed ornamentale, banche per semi e tessuti vegetali,
umanistiche. Data questa complessità, gli Orti bo- banche genetiche di campo, studi d’erbario, colti-
tanici forniscono anche un’occasione di primaria vazione di piante in vitro, ricerche etnobotaniche,
importanza per discutere e definire nuovi modelli urbanizzazione e uso del territorio. Recentemen-
di sviluppo sostenibile legati ad un’economia più te gli Orti botanici nazionali hanno collaborato at-
attenta al rispetto della piena funzionalità dei si- tivamente all’attuazione della Strategia Nazionale
stemi ambientali e ad una più equa distribuzione per la Biodiversità, alle problematiche connesse
delle risorse tra le popolazioni mondiali. con il trattato di Nagoya e più in generale alla Glo-
Nel “Piano d’Azione per i Giardini botanici nell’U- bal Strategy for Plant Conservation2.
nione Europea”1 si esaltano caratteri, regole e vin-
coli del mondo vegetale senza però mai trascurare Orti botanici e conservazione delle crop wild
l’armonia percettiva, la storia e la cultura umani- relatives
stica comunque presenti in un Orto botanico. I progenitori selvatici di molte piante coltivate
Nell’Unione Europea ci sono circa 470 Giardini bo- (crop wild relatives) sono componenti essenziali
tanici che ricevono annualmente oltre 50.000.000 di ecosistemi naturali e agricoli (Fig. 1). La crescen-
di visitatori. In questo contesto, l’Italia svolge un te industrializzazione del settore agricolo riduce
ruolo particolarmente significativo in quanto è il drasticamente la loro presenza all’interno dei tra-
Paese che ospita la più alta concentrazione di Giar- dizionali agro-ecosistemi.
dini botanici (oltre 100). Tutto ciò tende ulteriormente a peggiorare, a
Nei Giardini europei si coltivano oltre 50.000 spe- causa dei cambiamenti globali ed in particolare
cie, si conservano oltre 40 milioni di exiccata e, dei cambiamenti climatici. Per favorire la mitiga-
nel loro insieme, le collezioni dei loro musei e bi- zione e l’adattamento ai cambiamenti climatici,
blioteche sono tra le più importanti ed estese del gli Orti botanici stanno attivando azioni mirate
mondo. In questi ultimi anni stanno anche aumen- alla conservazione delle piante anticamente uti-
tando le banche del germoplasma, necessarie per lizzate in agricoltura o raccolte direttamente per
conservare collezioni non solo di flora spontanea, usi alimentari. Ciò è valido a scala internazionale,
ma anche di specie d’interesse agricolo e commer- ma ancor di più per il nostro Paese data l’impor-
ciale. Si registrano, infatti, migliaia di accessioni di tanza dell’industria alimentare e la coltivazione e
semi che nel loro insieme costituiscono una delle promozione di prodotti rigorosamente legati alle
maggiori riserve genetiche del mondo. tradizioni colturali ed alle caratteristiche ambien-
A tale scenario l’Italia partecipa con la rete na- tali così diversificate del nostro Paese.
zionale degli Orti botanici, che sviluppa tutte le Le crop wild relatives si rinvengono spesso in si-
principali attività evidenziate dal Piano d’Azione tuazioni ambientali molto differenziate (deserti,
Europeo: conservazione e gestione ex situ ed in praterie, sistemi montuosi, foreste pluviali e am-
situ, reintroduzione di piante e restauro di habi- bienti estremi). Ciò ha stimolato nelle piante l’evo-

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__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

luzione di strategie straordinariamente efficienti mentari a livello planetario. Lo stesso dicasi per i
per sopravvivere in condizioni ambientali partico- progenitori selvatici del pomodoro, dell’orzo, del
larmente difficili. grano e di tante varietà di legumi.
Per questa ragione il loro patrimonio genetico, così Su queste tematiche gli Orti botanici possono ave-
prezioso, potrà permetterci di superare molte del- re un ruolo veramente importante mediante la
le limitazioni imposte dal cambiamento climatico coltivazione diretta di dette specie e lo sviluppo di
che sta favorendo anche la diffusione di patogeni banche del germoplasma finalizzate all’eventuale
in areali attualmente non di loro pertinenza. In più coltivazione e conservazione di specie tradizional-
occasioni le varietà selvatiche hanno permesso di mente utilizzate in passato nei sistemi rurali (Fig. 2).
sviluppare cultivar di riso resistenti a virus che al-
trimenti avrebbero creato danni enormi e crisi ali-

______ 69 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Orti botanici e Convenzione di Washington


(CITES)

La Convenzione di Washington (CITES - Conven-


tion on International Trade in Endangered Species
of wild fauna and flora)3 pone l’attenzione sull’esi-
genza di regolare il commercio di piante e animali
al fine di conservare la biodiversità e tutelare le
popolazioni che da tali risorse aspirano a trarre un
più equo e sostenibile sviluppo economico.
Su questo tema si riportano alcuni risultati otte-
nuti dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare in collaborazione con la
Società Botanica Italiana per realizzare una banca
dati delle piante CITES presenti negli Orti botanici
universitari in Italia. Detti risultati sono presenti
nel documento “Orti botanici universitari e Con-
venzione di Washington (CITES): tutela e valoriz-
zazione delle piante CITES autoctone”4.
Nell’ambito della Convenzione di Washington, gli
Orti botanici sono in grado di migliorare la divulga-
zione degli obiettivi della CITES stessa, di fornire
pareri per la protezione di piante minacciate e, nel
contempo, di svolgere attività di intermediazione
tra soggetti scientifici e imprenditoriali5.
Dalla raccolta di dati provenienti dai diversi Orti
botanici si è ottenuta una banca dati contenente
4.870 individui e 31 popolazioni di piante incluse
nella Convenzione CITES. Detta banca dati è con-
sultabile su base tassonomica (entità, genere e
famiglia) e, per le specie autoctone, su elementi
diversi quali habitat, riferimento sintassonomico
e vulnerabilità6.
La checklist comprende 64 famiglie, 301 generi e
1.604 taxa di cui 219 autoctoni, 1.380 alloctoni e 5
taxa relativi a generi e famiglie che presentano sia
specie autoctone che alloctone.
La lista CITES inviata inizialmente agli Orti botanici
includeva 364 taxa di rango tassonomico diverso
(famiglia, genere e specie).

L’elenco attuale di 1.604 taxa deriva dall’inseri-


mento di:
- taxa CITES alloctoni e autoctoni presenti negli
Orti botanici universitari che hanno partecipato
al progetto;
- entità autoctone e alloctone presenti
spontaneamente sul territorio nazionale
secondo la Checklist della Flora Vascolare d’Italia
e i suoi aggiornamenti7,8, e la Checklist delle
specie vegetali alloctone d’Italia9.

______ 70 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

Specie alloctone
Per quanto riguarda le entità alloctone la banca
dati comprende:
- 59 famiglie, di cui le più numerose sono
Cactaceae con 596 entità, Orchidaceae 181,
Xanthorrhoeaceae 120;
- 268 generi, di cui i più numerosi sono Aloe 120
(Fig. 3), Mammillaria 115, Diospyros 98,
Euphorbia 90 (Fig. 4);
- 1.380 taxa, di cui 1.053 ora esplicitate a livello di
genere, specie o rango inferiore dagli Orti
botanici o in seguito al controllo della Checklist
nazionale delle specie alloctone (Fig. 5).
Gli Orti botanici con il maggior numero di taxa
alloctoni segnalati sono nell’ordine: Padova, Napoli
(Portici), Roma (Sapienza Università), Genova
(Giardini Hanbury - Ventimiglia, loc. La Mortola).

Specie autoctone
Per la nomenclatura e la tassonomia delle specie
autoctone e, in particolare, delle entità endemi-
che, si è fatto riferimento al progetto The Plant
List10 e, nel caso di entità non considerate nel pro-
getto internazionale, si è fatto riferimento al pro-
getto nazionale Acta plantarum: IPFI11, che segue
gli aggiornamenti della Checklist nazionale.
Per quanto riguarda le entità autoctone, l’elenco
realizzato comprende:
- 11 famiglie;
- 38 generi (di cui i più numerosi, Ophrys con 43
entità) (Fig. 6), Epipactis 32, Dactylorhiza 18,
Orchis 16, Serapias 15;
- 199 specie e sottospecie (di cui 109 esplicitate a
livello di specie o rango inferiore grazie al lavoro
di controllo della Checklist nazionale e degli Orti
botanici);
- 7 varietà di Cyclamen (Fig. 7).

Gli Orti botanici con il maggior numero di entità au-


toctone segnalate sono nell’ordine: Siena, Hortus
Bruttiorum (Università della Calabria), Capracotta.

Riferimenti vegetazionali
Nel database sono presenti 99 entità per le quali è
stato possibile indicare anche il rango (syntaxon)
di riferimento vegetazionale, seguendo il Pro-
dromo della Vegetazione d’Italia12. Le classi che
ospitano il maggior numero di entità sono i bo-
schi caducifogli (Querco roboris-Fagetea sylvaticae
Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937) e le praterie aride
e semiaride (Festuco valesiacae-Brometea erecti

______ 71 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl. 1949) con 26 e 24 entità


rispettivamente.

CITES, Direttiva Habitat e Liste rosse


La Direttiva Habitat (92/43/CEE) è il riferimento
per la politica comunitaria in materia di conserva-
zione della biodiversità (habitat naturali, flora e
fauna) ed è la base legale su cui si fonda Natura
2000, la rete ecologica costituita da siti mirati alla
conservazione di habitat e specie13. Al fine di for-
nire indicazioni anche in termini di particolare va-
lore conservazionistico sono state identificate le
entità CITES elencate negli allegati della Direttiva
Habitat e, quando possibile, sono stati segnalati
gli habitat di Direttiva e i siti Natura 2000 in cui la
specie è presente.
Tutto ciò secondo l’ultimo aggiornamento relativo
al 2011 della banca dati Natura 2000 depositato sul
sito dell’Agenzia Europea dell’Ambiente14 e secon-
do dati inediti forniti dal Ministero dell’Ambiente.
Risultano quindi:
- 10 entità autoctone incluse nelle specie di
allegato II, IV o V di Direttiva;
- 171 entità segnalate in siti Natura 2000 (le più
comuni sono Anacamptis papilionacea
(Fig. 8), Serapias vomeracea, Ophrys apifera,
Cephalanthera longifolia);
- 86 entità sono segnalate in Habitat prioritari.

Relativamente al confronto tra piante CITES e


liste rosse nazionali e regionali15,16,17, risultano:
- 99 entità indicate come minacciate a livello
nazionale o regionale secondo i criteri IUCN
nel 1992 (tra cui citiamo Orchis patens, Ophrys
fuciflora oxyrrhynchos, Hammarbya paludosa,
Adonis vernalis, Serapias orientalis, Spiranthes
aestivalis, Anacamptis palustris, Gymnadenia
corneliana, Liparis loeselii, tra le più vulnerabili a
livello nazionale);
- 14 entità incluse attualmente nelle nuove Liste
Rosse nazionali 2013.

Prospettive future
In sintesi sembra quanto mai evidente che si stia-
no aprendo nuovi interessanti spazi per gli Orti
botanici universitari.
In questa sede si è cercato di segnalare alcune
nuove attitudini evidenziando in particolare la col-
tivazione e conservazione delle crop wild relatives.
Per quanto riguarda il contributo degli Orti rispet-
to alle specie tutelate dalla CITES, i dati raccolti

______ 72 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

pongono le basi per possibili nuove collaborazioni 13. Direttiva habitat http://www.minambiente.it
con le imprese floro-vivaistiche. In particolare dal- pagina/direttiva-habitat
14. Agenzia Europea dell’Ambiente: http://www.eea
la banca dati relativa alle piante autoctone CITES
europa.eu/data-and-maps/data/article-17-database
coltivate negli Orti emerge l’importanza dei picco- habitats-directive-92-43-eec
li Orti e dei Giardini storici. Si hanno inoltre inte- 15. Conti F., Manzi A., Pedrotti A., 1992 - Libro Rosso
ressanti elementi di conoscenza in merito a quali delle Piante d’Italia. WWF Italia. Ministero
siano le entità CITES da proteggere in termini di dell’Ambiente, Roma.
16. Conti F., Manzi A., Pedrotti F. 1997. Liste Rosse
Liste rosse e di Direttiva Habitat.
Regionali delle Piante d’Italia. WWF Italia, Società
Botanica Italiana. Univ. Camerino, Camerino.
17. Rossi G., Montagnani C., Gargano D., Peruzzi L.,
Abeli T., Ravera S., Cogono A., Fenu G., Magrini S.,
Bibliografia
Gennai M., Foggi B., Wagensommer R.P.,
e siti web (ultima consultazione giugno 2016)
Venturella G., Blasi C., Raimondo F.M., Orsenigo
S. (EDS.) 2013. Lista Rossa della Flora Italiana.1. Policy
species e altre specie minacciate. Comitato Italiano
1. BGCI/IABG, 2001. Piano d’Azione per i Giardini
IUCN e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
botanici nell’Unione Europea. Inform. Bot. It. 33:2.
Territorio e del Mare, Roma.
2. BGCI, CBD, UNEP, 2002. Global Strategy for
Plant Conservation. Botanic Gardens Conservation
International. London, U.K.
Immagini
3. Convenzione CITES: https://www.cites.org/
4. Anzellotti I., Bonacquisti S., Carli E. 2014. Orti
1. Brassicaceae: Brassica oleracea L. (sfondo) e Sinapis
botanici universitari e convenzione di Washington
alba L. (primo piano), specie crop wild relatives.
(CITES): tutela e valorizzazione delle piante CITES
2. Prunus serratula ‘Kazan’, varietà crop wild relatives.
autoctone. 1-16. CIRBFEP. Roma.
3. Aloe albiflora Guillaumin, specie CITES App. I.
ISBN 978-88-9709101-1.
4. Euphorbiaceae, esposizione di piante del continente
5. Di Salvo I., Sajeva M., Oldfield S., Mcgough N.
Africano, specie CITES.
2009. Manuale CITES per gli Orti botanici. Società
5. Encephalartos lehmannii Lehm., specie CITES App. I,
Botanica Italiana, Firenze.
IUCN status Near Threatened.
6. Banca Dati CITES:
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http:/wwwsocietabotanicaitaliana.it/cites/
CITES App. II.
7. Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C., 2005.
7. Cyclamen hederifolium Aiton, specie CITES App. II.
An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora.
8. Anacamptis papilionacea (L.) R.M.Bateman, Pridgeon
Palombi Ed., Roma.
& M.W.Chase, specie CITES App. II.
8. Conti F., Alessandrini A., Bacchetta G., Banfi E.,
Barberis G., Bartolucci F., Bernardo L.,
(Foto Dipartimento di Biologia Ambientale, Sapienza
Bonacquisti S., Bouvet D., Bovio M., Brusa G.,
Università di Roma)
Del Guacchio E., Foggi B., Frattini S., Galasso G.,
Gallo L., Gangale C., Gottschlich G., Grünanger
P., Gubellini L., Iiriti G., Lucarini D., Marchetti D.,
Moraldo B., Peruzzi L., Poldini L., Prosser
F., Raffaelli M., Santangelo A., Scassellati E.,
Scortegagna S., Selvi F., Soldano A., Tinti D.,
Ubaldi D., Uzunov D., Vidali M., 2007. Integrazioni
alla checklist della flora vascolare italiana. Natura
Vicentina, 10 (2006): 5-74.
9. Celesti-Grapow L., Alessandrini A., Arrigoni P. V.,
Banfi E., Bernardo L., Bovio M., Brundu G.,
Cagiotti M. R., Camarda I., Carli E., Conti F.,
Fascetti S., Galasso G., Gubellini L., La Valva V.,
Lucchese F., Marchiori S., Mazzola P., Peccenini S.,
Poldini L., Pretto F., Prosser F., Siniscalco C.,
Villani M. C., Viegi L., Wilhalm T., Blasi C.,
2009. Inventory of the non-native flora of Italy.
Plant Biosystems. 143:2, 386-430.
10. The Plant List: www.theplantlist.org
11. Acta plantarum:
http://www.actaplantarum.org.flora/flora.php
12. Prodromo della Vegetazione d’Italia (Biondi, Blasi
2014): http://www.prodromo-vegetazione-italia.org/

______ 73 ______
__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

Il controllo dei fitopatogeni


con la lotta biologica
_____di Mauro Mariotti_____

I
Giardini botanici, percepiti come ricche col-
lezioni rappresentative del regno vegeta-
le, sono in realtà sistemi più complessi, con
schiere di animali, funghi e microrganismi (fito-
plasmi, virus, batteri), ognuna delle quali ha rap-
porti con le piante e il suolo nel quale queste im-
mergono le radici. Talvolta sono pochi individui o
piccoli plotoni isolati, ma non di rado diventano
veri e propri eserciti. In una visione dove la natu-
ra ha propri equilibri e processi indipendenti dal-
la volontà dell’uomo, nessuno di essi può essere
definito “nemico”, ma per chi coltiva e desidera
valorizzare piante in piena salute, molti di questi
eserciti rappresentano pericolose avversità e pos-
sono preannunciare tragici destini. Essi potrebbe-
ro ridurre le nostre piante a grigi scheletri o am-
massi in putrefazione in brevissimo tempo, se non
vi fossero truppe alleate di antagonisti (predatori,
parassiti, parassitoidi, patogeni o competitori) a
limitare i danni. In molti casi, però, è opportuno
che l’uomo intervenga a far sì che in queste lotte,
non sempre chiare, gli equilibri pendano a favore
delle collezioni per cui i Giardini botanici sono stati
realizzati e conservati.
In un’ottica di maggior attenzione per la sosteni-
bilità, sono sempre più numerosi gli Orti botanici
che scelgono di ridurre al minimo l’impiego di so-
stanze chimiche di sintesi per contrastare i paras-
siti delle piante, ricorrendo a metodi di controllo
biologico. A differenza del passato, sempre più
frequentemente chi gestisce un Orto botanico
tende ad accettare la presenza di parassiti e dei
loro effetti cercando di contenerli il più possibile,
ricorrendo solo in via eccezionale alla lotta chimi-
ca. È un messaggio educativo nei confronti dei vi-
sitatori, difficile da trasmettere e da comprendere,
soprattutto in Italia, dove molti sanno apprezzare
solo piante splendidamente fiorite tutto l’anno e
macchie di verde prive di qualsiasi imperfezione,

______ 74 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

regolarmente plasmate dalle mani e dalle forbici sostenibile nella quale il controllo biologico dei pa-
dei Giardinieri. rassiti e delle malattie è fondamentale. Soprattut-
La scelta di ridurre l’uso dei chemicals preferendo to possono diventare centri di diffusione di questi
metodi di controllo biologico o, in via subordinata, principi gestionali presso le amministrazioni cui
di lotta integrata, dovrebbe essere meglio comu- compete la cura del verde urbano ed il semplice
nicata anche in relazione alla salubrità dei luoghi cittadino che deve imparare ancora molto sulla
e del rispetto della salute dei visitatori. I Giardini scelta tra aspetto estetico e salute del pianeta. Si
botanici, molti dei quali gestiti da università, dove tratta di una scelta doverosa anche in relazione
la ricerca, l’istruzione e la formazione sono al cen- alla maggiore attenzione verso la sicurezza e la
tro delle finalità istituzionali, hanno la possibilità salute del personale dei Giardini, con particolare
di collaudare o sperimentare metodi di agricoltura riguardo all’applicazione del D.lgs. 81/2008 che
riguarda proprio questi
aspetti.
Quando si parla di lotta
biologica, il pensiero cor-
re subito all’immissione
di organismi per contra-
stare gli agenti fitopato-
geni, ma ci si dimentica
che il primo e più efficace
mezzo di difesa è nelle
tecniche agronomiche e,
ancor prima, in una scel-
ta oculata delle piante da
coltivare, che escluda la
messa a dimora di specie
con esigenze ecologiche
in evidente contrasto con
le condizioni ambienta-
li. Ciò non garantisce la
salute delle piante, ma
è comunque essenziale
perché le piante possano
vivere e non sopravvive-
re. L’agricoltura biologi-
ca ammette l’impiego di
un’ampia gamma di so-
stanze, alcune delle quali
(idrossido di rame, ossi-
cloruro di rame, solfato
di rame, piretroidi, rote-
none, spinosad, ecc.) a
lunga persistenza e/o im-
patto negativo su diverse
componenti ambientali.
Anche gli Orti botanici
ricorrono a questi e altri
prodotti fitosanitari (oli
bianchi, saponi, alcoli,
propoli, olio di Neem, re-
pellenti puri e in miscela,

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__________ORTI BOTANICI, ECCELLENZE ITALIANE__________

agricolle, piretro, lieviti, salicilati, ecc.) per man- ciniglia rossa forte e un’importante infestazione
tenere le collezioni, ma solo alcuni adottano re- da Unaspis yanonensis. Fu necessario ricorrere alla
golarmente l’impiego più sofisticato di organismi tecnica del DNA barcoding per identificare, tra gli
antagonisti. In questi casi, sempre più frequen- antagonisti, Aphytis yanonensis, naturale nemico
temente si tende a usare il termine “controllo” di U. yanonensis e specie morfologicamente quasi
anziché “lotta”, perché più aderente alla realtà identica ad A. melinus. Verosimilmente il controllo
dei risultati, che raramente giungono all’annien- biologico della cocciniglia rossa forte da parte di
tamento dei nemici, limitandosi più spesso a con- A. melinus aveva avuto successo, ma la distruzio-
trastare le avversità e a ridurne gli effetti negativi. ne del parassita aveva determinato anche il decli-
Tra gli Orti botanici che hanno acquisito maggio- no del parassitoide introdotto, lasciando spazio
re esperienza in questo campo vi sono i Giardini ad altre cocciniglie ed ai loro nemici naturali. Que-
botanici Hanbury (GBH), gestiti dall’Università di sto caso insegna che il controllo biologico richiede
Genova, delle cui attività si offrono alcuni esempi. molta esperienza e che occorre adattarlo a singo-
La collezione di agrumi dei GBH include attual- le situazioni, impostandolo nei dettagli, dopo at-
mente antiche varietà da frutto e ornamentali e tento monitoraggio delle popolazioni di parassiti
comprende 270 alberi, riferibili a circa 70 unità e antagonisti, al fine d’ottenere un equilibrio che
tassonomiche. Molte varietà producono frut- garantisca il livello minore di danni e riduca i costi
ti con abbondanti semi e hanno scarsa qualità degli interventi.
commerciale, tuttavia la loro conservazione è Fra gli altri interventi di controllo biologico vi è
importante per il mantenimento della biodiver- l’impiego di olio di Neem o azadiractina (limo-
sità sotto il profilo genetico, storico-culturale e noide estratto dai semi di Azadirachta indica) nei
agronomico. Gli agrumi sono sensibili a numerosi confronti del punteruolo rosso delle palme (Rhyn-
parassiti, fra i quali diverse cocciniglie. Le piante chophorus ferrugineus), insetto che sta danneg-
sono coltivate con tecniche a basso impatto e giando pesantemente gli esemplari sul territorio
nel corso degli anni sono stati impiegati Rodolia nazionale. L’azadiractina è notevolmente seletti-
cardinalis predatore di Icerya purchasi, Cryptolae- va nei confronti dell’entomofauna utile, inclusa
mus montrouzieri predatore di cocciniglie cotono- tra i prodotti fitosanitari ammessi nell’agricoltura
se, Chrysoperla carnea predatore di afidi, Aphytis biologica e rapidamente degradabile nel terreno.
melinus parassitoide della cocciniglia rossa forte, In questo caso è difficile dire se i trattamenti a
Leptomastix dactylopii parassitoide di Planococcus scopo preventivo abbiano agito efficacemente; la
citri, Macrolophus caliginosus predatore di aleuro- diffusione del parassita si è presentata solo nella
didi, Adalia bipunctata predatore di afidi, Anagyrus primavera del 2015 su alcune palme delle Cana-
pseudococci parassitoide di cocciniglie cotonose. rie, dopo una forte azione distruttrice sulle palme
Il controllo biologico è ora impostato con criteri del territorio circostante protrattasi per circa due
scientifici sotto attento monitoraggio ed è op- anni. Attualmente ai GBH si cerca di contrastare il
portuno evidenziare la necessità di approcci più punteruolo rosso trattando le Phoenix col metodo
rigorosi nell’identificazione dei parassiti e dei loro endoterapico SOSPALM®. Il protocollo adottato
nemici (nostri alleati), rispetto a quanto avviene non è propriamente biologico, ma piuttosto inte-
generalmente con la sola consulenza degli agen- grato, perché impiega, in modo controllato e limi-
ti commerciali. Spesso, infatti, si tende a ripetere tato, miscele d’insetticidi e nutrienti alternandole,
immissioni e trattamenti senza valutare nei det- all’occorrenza, con irrorazioni in chioma. Nelle mi-
tagli le dinamiche di popolazione di parassiti e scele è presente l’abamectina, costituita da pro-
antagonisti. Importante è analizzare non singole dotti naturali ottenuti per fermentazione dal bat-
specie, ma comunità, impiegando, se necessario, terio Streptomyces avermitilis, ma anche potenti
tecniche avanzate d’identificazione. I costi ovvia- neonicotinoidi, tuttavia si ritiene che le modalità
mente aumentano, ma gli interventi diventano più di somministrazione e le dosi ridotte, calibrate
precisi ed efficaci. Nel 2008, poiché la cocciniglia affinché vengano completamente assorbite dalle
rossa forte (Aonidiella aurantii) risultava la più dif- piante evitando qualsiasi dispersione nell’ambien-
fusa, venne introdotto l’imenottero parassitoide te siano preferibili rispetto ad altri trattamenti
Aphytis melinus. Nel 2012 un monitoraggio accu- aerei o nel terreno. Gli interventi e i loro effetti
rato evidenziò la scomparsa quasi totale della coc- sono costantemente monitorati anche median-

______ 76 ______
__________ATTIVITÀ E RUOLI__________

te trappole a cattura massale con feromoni. Per correre a tecniche avanzate che non considerino
maggiore prudenza, si stanno avviando verifiche solo i rapporti fra una specie parassita e un suo
per accertare che gli insetticidi impiegati non inci- antagonista, ma esaminino un’intera comunità
dano, attraverso il polline, sulla salute delle api. Le distinguendo gli insetti introdotti da quelli autoc-
poche palme precedentemente colpite sono state toni per ottenere una corretta valutazione dei
sottoposte a dendrochirurgia di risanamento. Oc- risultati di ogni intervento. In un Orto o Giardino
corre peraltro considerare due aspetti: a) le nor-