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Guida illustrata alla coltivazione

e alla conservazione del bosco


a cura di Giustino Mezzalira (dottore forestale)
Hanno collaborato:
Mario Brocchi Colonna (dottore forestale): schede tecniche delle specie arboree;
Riccardo Spinelli (dottore agronomo): macchine e attrezzature per le attività forestali

I l bosco è stato per secoli una ricchezza per le popolazioni rurali che ne ricava-
vano il legname necessario per il riscaldamento, la cottura dei cibi, la costruzio-
ne di abitazioni, annessi rustici, attrezzi agricoli, mobilio e utensili di vario tipo.
Oggi, dopo mezzo secolo di sostanziale disinteresse, i piccoli e grandi boschi privati
italiani tornano ad essere guardati con rinnovata attenzione. E lo saranno ancor più
domani. Si pensi allo sviluppo della nuova filiera «legno-energia», in cui il legno pro-
dotto da certe specie diviene un competitivo combustibile per l’alimentazione di cal-
daie di nuova concezione.
Si consideri il crescente fabbisogno di legno di qualità prodotto dalle specie nobili,
Tagliare il bosco non vuol dire assai richiesto dal comparto artigianale e industriale.
distruggerlo, ma tagliarlo senza la Si pensi infine all’importanza di una corretta e lungimirante gestione forestale in
competenza necessaria può portare al molte situazioni di collina e di montagna che vedono nella valorizzazione estetico-
suo impoverimento e degrado.
Questa guida ci aiuta a conoscere ricreativa del bosco una possibilità per incrementare i redditi aziendali. In un’epoca
meglio i nostri boschi e ci insegna a di crisi dell’agricoltura e della zootecnia montane la coltivazione del bosco può aiu-
coltivarli conservandone ed anzi tare a mantenere viva l’economia di queste aree scongiurandone l’abbandono e ga-
incrementandone i valori produttivi, rantendo l’insostituibile funzione di manutenzione del territorio che solo gli agri-
protettivi, naturalistici e ricreativi. coltori possono fornire a vantaggio dell’intera comunità.
Disegno di copertina di Albano Moscardo

VITA IN CAMPAGNA
Mensile di agricoltura pratica e di educazione
ambientale
Direttore Responsabile: Alberto Rizzotti
Vice Direttore: Giorgio Vincenzi
Redazione: Giuseppe Cipriani, Silvio Caltran
Editore: Edizioni L’Informatore Agrario srl -
Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 Verona
Presidente: Alberto Rizzotti
Vice Presidente: Elena Rizzotti 5 Il bosco, una risorsa da valorizzare
Amministratori delegati: Elena Rizzotti -
Pier Giorgio Ruggiero
Redazione: Via Bencivenga/Biondani, 16 - 7 Gli interventi preliminari per ottimizzare la gestione del bosco
37133 Verona - Tel. 045/597855 -
Telefax (045) 8009240 - Telex 481117 Infagr -
E-mail: vitaincampagna@informatoreagrario.it 13 Le utilizzazioni: ecco le regole
Internet: www.informatoreagrario.it per tagliare correttamente il vostro bosco
Abbonamenti: Direzione Rossana Rizzotti
Casella Postale 467 - 37100 Verona -
Tel. 045/8009477 - Telefax 045/8012980 20 Ecco come migliorare la produzione del vostro bosco
E-mail: abbonamenti.vic@informatoreagrario.it
Abbonamento annuale 2001: Italia L. 60.000; 29 La vendita del legname da lavoro e della legna da ardere
Estero (via normale) L. 95.000
Sono previste speciali quote di abbonamento
per studenti di ogni ordine e grado 31 La difesa del bosco familiare dagli incendi
Una copia L. 7.500 (arretrata il doppio,
per gli abbonati L. 10.000)
Conto corrente postale n. 11024379
34 Le azioni per salvaguardare l’ambiente
Pubblicità: Direttore Giuseppe Colombo e favorire la vita selvatica
Manfroni - Via Bencivenga/Biondani, 16 -
37133 Verona 37 Un bosco ben tenuto ed attrezzato
Tel. 045/8004578 - Telefax 045/8009378
Fotocomposizione: pre.grafic snc - Verona può interessare agli amanti della natura
Stampa: Mediagraf spa - Noventa Padovana
Registrazione Tribunale Verona n. 552 39 Le macchine e le attrezzature per le attività forestali
del 3-11-1982 - Sped. in A.P. - 45% - Art. 2
Comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Verona
Copyright © 2001 Vita in Campagna di 45 Schede tecniche di alcune specie arboree
Edizioni L’Informatore Agrario srl presenti nei boschi privati italiani
Vietata la riproduzione parziale o totale di testi
e illustrazioni - ISSN 1120-3005
50 Ecco a chi rivolgersi per avere assistenza
FEDERAZIONE ITALIANA EDITORI GIORNALI e per richiedere contributi

Accertamento Diffusione Stampa


Certificato n. 4137 del 23/11/2000
Vita in Campagna non è in vendita nelle
edicole, viene inviata solo in abbonamento Questa Guida esce come supplemento del mensile «Vita in Campagna» n. 4/2001
Il bosco, una risorsa da valorizzare
S e si chiede all’uomo della strada
«qual è la coltura più diffusa in
Italia?» la risposta sarà probabil-
mente «il mais!» oppure «il grano!» a
seconda che a rispondere sia un cittadi-
La maggior parte dei boschi
italiani è di proprietà privata
Stato e Regioni 7,1% Altri enti 5,3%
la; mancano quasi del tutto, al contrario
di quanto avviene in gran parte degli al-
tri Paesi europei, strutture cooperative di
gestione, quali i Consorzi forestali.
Non potendo agire sul fronte della
no del nord oppure un cittadino del sud. cooperazione tra i proprietari, con questa
Entrambi sbagliano perché, anche se po- Guida Vita in Campagna vuole dare un
trà sembrare strano, la coltura più dif- contributo alla crescita della conoscenza
fusa è il bosco, al nord come al sud! In dei boschi privati, soprattutto delle pic-
Italia sono presenti infatti, secondo i da- cole proprietà possedute da migliaia di
ti ufficiali dell’Inventario forestale na- lettori, mostrando in particolare come si
zionale (1985), 8.675.000 ettari di bosco possono coltivare per ritrarne una vasta
mentre nel 2000 gli ettari coltivati a gamma di prodotti e di servizi.
mais sono stati 1.087.405 e quelli colti- Comuni 27,6% Privati 60% Il momento per parlare di boschi
vati a frumento tenero e a grano duro so- privati è favorevole: in tutte le
no stati 2.317.710. Regioni italiane infatti sono o stanno per
Nonostante le ricorrenti notizie «fer- Circa il 60% dei boschi italiani è di diventare operativi i «Piani di sviluppo
ragostane» sugli incendi boschivi fac- proprietà privata. Secondo i dati dell’ul- rurale» che incentivano i proprietari a
ciano presagire una inesorabile erosione timo Censimento dell’agricoltura (1990) prendersi cura dei loro boschi, offrendo
del patrimonio forestale nazionale, la le aziende che possiedono boschi sono sostegni finanziari per le cure coltura-
superficie forestale italiana da almeno 817.800, con una superficie media di 6,8 li, le migliorie, l’acquisto di macchi-
50 anni è in costante espansione e ormai ettari per azienda. Ciò vuol dire che in nari e di attrezzature, ecc.
non è lontano il traguardo di un terzo del Italia, come in molti Paesi europei, il bo- Un forte impulso alla valorizzazione
Paese ricoperto dai boschi. sco è soprattutto posseduto da una mi- dei boschi privati viene anche dagli in-
Paragonare i boschi alle colture agri- riade di piccoli proprietari. La fram- centivi legati all’utilizzo energetico
cole non è inesatto perché i boschi ita- mentazione della proprietà dei boschi del legno. Per cercare di contrastare
liani sono coltivati da epoche antichissi- non va considerata come un fattore nega- l’aumento della concentrazione dei gas
me per ritrarne, analogamente a quanto tivo in sé: diviene negativa solo se non è che provocano il così detto «effetto ser-
si fa con i campi, una serie di prodotti compensata da una lato da una diffusa ra» (in particolare il diossido di carbo-
«agricoli»: legno, frutti, erba, funghi, cultura forestale e dall’altro dall’organiz- nio), la comunità internazionale si è da-
selvaggina e numerosi altri prodotti. zazione di forme cooperative di gestione. ta degli obiettivi precisi, contenuti nella
Molti boschi sono tali «da sempre», Nel settore agricolo vi sono comparti Convenzione di Kyoto. Il legno rientra
nel senso che la loro superficie non è mai fortissimi costituiti da vasti raggruppa- tra le fonti energetiche che non provoca-
stata disboscata per essere coltivata a pa- menti di piccoli produttori preparati e no l’aumento di gas serra in quanto il
scolo, a seminativo, a frutteto o a vigne- ben organizzati all’interno di consorzi, diossido di carbonio emesso durante la
to. Molti altri invece derivano da rimbo- cooperative, associazioni di produttori combustione pareggia quello sottratto
schimenti effettuati nell’ultimo secolo o (si pensi solo alle cantine sociali, alle all’atmosfera con la fotosintesi clorofil-
dalla ricolonizzazione spontanea da par- cooperative di frutticoltori o di orticolto- liana. Bruciare legno per produrre ener-
te della vegetazione forestale di terreni ri, ecc.). Purtroppo nel caso dei boschi in gia è dunque un’azione « neutrale» dal
precedentemente agricoli. Tutti portano Italia mancano entrambi i fattori che pos- punto di vista delle emissioni di «gas
impressa in modo profondo l’impronta sono compensare la frammentazione serra» e giustamente oggi essa viene in-
dell’uomo e solo piccoli lembi possono della proprietà: la cultura forestale dei centivata da un insieme di norme e prov-
essere definiti come «naturali». proprietari è generalmente scarsa o nul- vedimenti nazionali e regionali. In prati-
ca chi brucia legno per produrre energia
termica ed energia elettrica riceve dei
contributi giustificati dall’obiettivo di
ridurre le emissioni di gas serra.
Infine, indipendentemente da valuta-
zioni di carattere economico, prendersi
cura dei propri boschi rientra tra le atti-
vità che maggiormente mettono in con-
tatto con l’ambiente e con la natura e che
offrono concrete occasioni per migliora-
re entrambi: curando i boschi infatti si
prevengono le frane e gli smottamenti,
si riduce il rischio di incendi, si miglio-
ra l’habitat di molte specie di animali
selvatici, si creano opportunità di svago.
Chi ha la fortuna di possedere un
pezzo di bosco può in definitiva ricava-
re dalla sua coltivazione e valorizzazio-
ne sia benefici di tipo materiale che sod-
disfazioni di tipo ricreativo ed estetico;
A partire dagli anni ’50 la superficie forestale italiana è in costante espansione. essi saranno tanto maggiori quanto più
Oggi il 29% del territorio nazionale è ricoperto da boschi l’agire sarà guidato dalla conoscenza. ❏

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 5


Gli interventi preliminari
per ottimizzare la gestione del bosco
Nelle pagine che seguono prendiamo perso ormai ogni interesse agricolo per- ma verrà posta attenzione a valorizzare
in esame un’ipotetica azienda agrofore- ché di piccola dimensione e di difficile anche gli aspetti ricreativi e naturalistici
stale, il podere «Silvaverde» e vi guidia- meccanizzazione. La proprietà è attra- del bosco;
mo passo dopo passo nella sua gestione versata da un piccolo corso d’acqua e ➥ la superficie del bosco è stata suddi-
e nella realizzazione degli interventi di presenta all’interno alcune sorgenti. visa in tre parti principali che saranno
miglioramento necessari per valorizzare La zona, non lontana dalla pianura, è trattate in modo diverso:
il bosco e il legname prodotto. molto frequentata durante i fine settima- – nella zona più in pendenza, su ettari
na e negli ultimi anni alcune aziende 3.75.00, con terreni superficiali, verrà

I l podere «Silvaverde» si estende per


una superficie totale di 11 ettari, di
cui 8 a bosco, ed è situato in un’area
collinare dell’Italia settentrionale
(«Vallelarga») caratterizzata da terreni
agricole (tra cui una confinante con la
proprietà) hanno avviato un’attività
agrituristica.
L’abitazione principale è dotata di un
impianto di riscaldamento centralizzato
mantenuto un ceduo matricinato (co-
stituito da alberi a ceppaia e da matrici-
ne lasciate in occasione del taglio prece-
dente ed aventi un’età al massimo pari a
due volte il turno del ceduo, vedi figura
di pendenza medio-alta, in parte di buo- alimentato da una caldaia a gasolio ed a pag. 14);
na fertilità ed in parte invece di limitato utilizza già abbondantemente il legno – dove il ceduo invecchiato presenta una
spessore, tendenzialmente secchi duran- per produrre calore (con una termocuci- buona densità di alberi di buona qualità
te l’estate. I boschi sono soprattutto dei na ed alcune stufe) e risparmiare sulla ed è più prossimo alla strada principale
cedui (costituiti da alberi tagliati ripetu- «bolletta energetica». verrà effettuata una conversione (tra-
tamente che ricacciano dalla loro cep- La legna da ardere ha localmente un sformazione) da bosco ceduo in bosco
paia) ricchi di matricine (alberi origina- buon mercato. La zona è abbastanza ric- d’alto fusto su ettari 1.15.00;
ti da seme che non sono mai stati cedua- ca di fauna selvatica e nei boschi è fre- – il resto verrà trattato a ceduo compo-
ti o polloni lasciati in piedi in occasione quente il capriolo. sto (costituito da alberi a ceppaia e da
del precedente taglio) ed invecchiati, Visti i contributi offerti dal Piano di matricine di età pari a 2-3 volte il turno
salvo le zone più prossime alla strada sviluppo rurale e la disponibilità di in- del ceduo), lasciando in piedi un buon
che separa il bosco dai campi coltivati, centivi all’utilizzo delle fonti rinnovabi- numero di alberi ad alto fusto delle spe-
in cui negli ultimi anni si è continuato ad li di energia (tra cui il legno), avete de- cie più pregiate (ettari 3.10.00);
effettuare delle utilizzazioni. ciso di dare una svolta alla gestione del ➥ in collaborazione con la vicina azien-
Il bosco è attraversato da alcuni vec- vostro bosco e di valorizzare, soprattut- da agrituristica, che possiede un bel trat-
chi sentieri e da una buona rete viaria di to entro la vostra proprietà, il legno pro- to di bosco contiguo e dispone di una
servizio, in parte derivante dalla vecchia dotto. Dopo esservi ben informati pres- buona attrezzatura per le utilizzazioni
viabilità interpoderale agraria. La pro- so gli Uffici regionali competenti e aver forestali (verricello, risine, carro con
prietà comprende anche alcuni appezza- richiesto una perizia ad un dottore fore- pinza idraulica), verrà recuperato un
menti di terreno coltivati (vigneto, pra- stale, avete preso le seguenti decisioni: vecchio sentiero e realizzato un percorso
to, cereali) ed alcuni appezzamenti che ➥ l’obiettivo gestionale sarà produttivo turistico-ricreativo; esso passerà attra-
vengono solo sfalciati ma che hanno (legna da ardere e legname da lavoro) verso il tratto di bosco che verrà gover-

Una piccola azienda agroforestale per sfruttare le risorse offerte dal bosco
PIANO
BOSCO

BELLO 2 9
COLLE

2
4

1 8 7

3
VALLELARGA

5
A
ARG RIOFR 6
LEL ESCO
VAL

Legenda. 1-Bosco ceduo matricinato (ettari 3.75.00). 2-Bosco ceduo composto (ettari 3.10.00). 3-Bosco d’alto fusto (et-
tari 1.15.00). 4-Arboreto da legno piantato in ex prato. 5-Stagno per la pesca. 6-Centro aziendale. 7-Azienda agrituristi-
ca confinante. 8-Area pic-nic. 9-Percorso naturalistico-didattico-ricreativo

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 7


Mappa planimetrica
Legenda

= linee di livello = confine di proprietà


= particelle forestali = arboreto da legno
= rete viaria principale = ceduo matricinato
AGRITURISMO
= strade forestali = ceduo composto
= percorso turistico- = bosco ad alto fusto
ricreativo A
ARG
EL
ALL
V

IANO
COP
BOS

1
LAGHETTO
DA PESCA

PIC EA
C
2
-NI
AR

SORGENTE

3 8
4
SCO
FRE

CENTRO
RIO

AZIENDALE

COLLEBELLO
5
7

SORGENTE

Superficie Bosco
Particella (ettari)
1 0.70.00 ceduo composto
VALLELARGA

2 0.85.00 ceduo composto


3 0.90.00 ceduo composto
4 0.65.00 ceduo composto
5 1.30.00 ceduo matricinato
6 1.35.00 ceduo matricinato
7 1.10.00 ceduo matricinato
8 1.15.00 alto fusto

8 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


nato ad alto fusto, si affiancherà al corso
d’acqua che verrà dotato di una fascia di a
vegetazione ripariale da ambo i lati e
passerà anche vicino ad un piccolo la-
ghetto da pesca che verrà realizzato tra-
mite una piccola derivazione del corso Il ceduo matricinato è costituito
d’acqua; da alberi a ceppaia e da
➥ in uno dei tratti di prato ormai privi matricine (a) di età massima
di interesse agricolo verrà creata una zo- pari a due volte
na di sosta attrezzata con alcuni tavoli il turno del ceduo
da pic-nic ed alcuni barbecue in pietra
per cottura dei cibi all’aria aperta;
➥ il resto dei prati verrà imboschito con
latifoglie pregiate creando un tratto di
arboreto da legno;
➥ la casa verrà dotata di una moderna
caldaia a legna ad alta efficienza per po-
ter valorizzare al massimo la legna di Il ceduo composto è
autoproduzione. costituito da alberi
Partendo dalla descrizione delle a ceppaia e da
azioni preliminari ad ogni forma di uti- matricine
lizzo e di miglioramento del bosco (as- di età massima pari a
sestamento ed identificazione della rete 3-4 volte il
viaria), vediamo quali sono i vari lavori turno del ceduo
che dovrete eseguire nelle diverse parti
del bosco nelle diverse fasi della loro
evoluzione.

L’assestamento
del bosco Il bosco ad alto
fusto (o fustaia)
Suddividendo la superficie di bosco è costituito da alberi
ceduo in diverse particelle nati da seme e
si ottiene una produzione distribuiti a gruppi di
costante nel tempo individui aventi circa
la stessa età
Con la collaborazione di un tecnico (coetanei)
forestale, dopo aver valutato la qualità
dei vari tratti di bosco (composizione,
età, stato sanitario, fertilità del terreno, cie di quel tipo di bosco). stabilito un turno medio di utilizzazione
pendenza, accessibilità), avete potuto Visto il tasso di accrescimento del di 21 anni. Ciò è in linea con le norme
stimarne la produttività (cioè di quante bosco e stabilita quella che è la dimen- che localmente regolano il taglio dei bo-
tonnellate di legno utilizzabile si accre- sione media ottimale dei polloni del bo- schi, le cosiddette Prescrizioni di massi-
sce annualmente ogni ettaro di superfi- sco ceduo che volete raccogliere, avete ma e di polizia forestale (PMPF) che po-

Conversione di un ceduo in fustaia. La conversione di un ceduo invecchiato in fu-


staia consiste nel diradare progressivamente i polloni del ceduo, lasciando via via
quelli meglio conformati appartenenti a specie in grado di fornire in futuro dei tron-
chi da lavoro di elevata qualità (faggio, rove-
re, frassino maggiore, acero di monte, cilie-
gio selvatico, ecc.)

1 2 3

In colore sono evidenziati i fusti che vanno lasciati in piedi ad ogni taglio: sono sempre i meglio conformati, appartenen-
ti a specie in grado di produrre in futuro del buon legname da lavoro. 1-Primo intervento. Si lasciano tutte le matricine
(alberi nati da seme) e i polloni meglio conformati: in tutto 600-1.500 fusti per ettaro. 2-Secondo intervento. Dopo 10-20
anni si isolano ulteriormente i soggetti migliori lasciando 400-600 fusti per ettaro. 3-Terzo intervento. Il ceduo è ormai
convertito in fustaia; con i diradamenti si cerca di favorire la rinnovazione naturale del bosco.
Durante tutto il periodo di conversione il bosco continua a fornire legna da ardere in abbondanza

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 9


Il risultato finale delle operazioni de-
I segni in bosco. 1-Confine scritte sopra sarà che:
di proprietà: linea orizzon- ➥ le utilizzazioni forestali interessano
tale di colore con sovrap- delle superfici oscillanti tra 0.70.00 e
posto un punto dello stesso 1.20.00 ettari, un buon compromesso tra
colore posta sul lato che l’esigenza di non creare vaste aree ta-
guarda verso il confine gliate a raso e di avere dei volumi di le-
(simboli e colori variano gname sufficientemente concentrati e
localmente). 2-Confine di 1 4 tali da permettere di organizzare dei
2 3
particella: linea orizzonta- cantieri sufficientemente meccanizzati;
le di colore (varia da Regione a Regione) e numero arabo dello stesso colore che ➥ sarete impegnati nelle operazioni di
indica la singola particella, posti sul lato che guarda verso il confine. 3-Marcatura utilizzazione solo un anno ogni tre e po-
di una matricina da rilasciare: anello di colore bianco (o di altro colore, a secon- trete concentrarvi, gli altri due anni, nel-
da delle convenzioni) a metri 1,3-1,5 da terra. 4-Marcatura di un albero candida- l’esecuzione di tutte le altre operazioni
to (da non tagliare e conservare in piedi): punto di colore posto su giovani alberi colturali indispensabili per mantenere il
di boschi o di nuclei coetanei bosco in buone condizioni (ripuliture,
sfolli, diradamenti, ecc.);
➥ le particelle sono definitivamente fis-
trete conoscere presso gli uffici regiona- terreno in modo definitivo, contempora- sate sul terreno; potrete quindi seguirle
li competenti in materia di foreste o neamente al rilievo dei confini della pro- nel tempo, raccogliendo periodicamen-
presso la locale stazione del Corpo fore- prietà, riportando il tutto su una mappa te dati sul loro stato e sul loro accresci-
stale dello Stato o di altri Corpi foresta- in scala (vedi fig. a pag. 8). Avete se- mento e valutando nel tempo il risultato
li regionali o provinciali (nelle Regioni gnato i confini di ogni particella dipin- delle operazioni colturali effettuate;
e Province autonome). gendo sul tronco degli alberi o su delle ➥ il bosco prende nel suo complesso
Avete quindi suddiviso l’intera su- rocce ben visibili dei tratti orizzontali di una struttura molto articolata, organiz-
perficie di bosco governato a ceduo ma- colore evidente (vedi figura qui sopra), zata a mosaico, in grado di rispondere
tricinato e composto in particelle (aree riportando anche il numero che è stato alle esigenze ecologiche di un elevato
di bosco omogenee sottoposte ad un me- assegnato ad ogni particella. numero di specie di animali e di piante
desimo tipo di gestione) in grado di for- Avete infine previsto di iniziare utiliz- selvatiche ed acquisendo così un eleva-
nire circa la stessa quantità di legna da zando per prime le tre particelle di ceduo to valore naturalistico;
ardere ad ogni utilizzazione (stimata in invecchiato di qualità più scadente che ➥ le operazioni di utilizzazione sono
questo caso in circa 60 tonnellate), verrà trattato a ceduo matricinato; a se- molto concentrate ed interessano in mo-
avendo fissato a priori che si sarebbe en- guire utilizzerete le particelle migliori, do intenso superfici limitate del bosco;
trati in bosco solo ogni 3 anni per effet- partendo da quelle dove il bosco è più anche il valore ricreativo del bosco per-
tuare un’unica utilizzazione concentra- vecchio: nel giro di 21 anni tutta la su- tanto rimane elevato (solo modeste su-
ta. In tutto quindi avete suddiviso il bo- perficie dei cedui verrà utilizzata una perfici sono disturbate dalle attività di
sco ceduo in 7 particelle (21:3) di diver- volta. raccolta del legname) nonostante tutta la
sa estensione in base alla diversa fertilità Il tratto governato ad alto fusto costi- superficie sia considerata produttiva.
delle diverse parti del bosco. tuirà un’unica particella in cui si inter-
Questo tipo di operazione prende il verrà mediamente ogni 9-12 anni, in
nome di «assestamento» e permette di coincidenza con l’utilizzazione di una La rete delle vie
fornire una produzione costante per un delle particelle del ceduo per commer- di accesso e di esbosco
tempo indefinito. cializzare contemporaneamente la legna
Nell’individuazione delle particelle da ardere ottenuta durante l’esecuzione La realizzazione di una efficiente
avete tenuto anche conto dell’accessibi- del taglio di curazione (si chiama così rete di vie di accesso e di esbosco
lità e delle linee di esbosco di modo che il complesso modo di utilizzare le fu- consente di ridurre i costi delle
le future utilizzazioni possano risultare staie disetanee, i boschi d’alto fusto do- operazioni di taglio e
il più concentrate possibile. ve alberi di tutte le età vegetano gli uni i danni al bosco
Avete poi delimitato le particelle sul accanto agli altri su ristrette superfici).
Il taglio del bosco è un’operazione
complessa ed onerosa. Se la viabilità
Rete di esbosco del legname. Una buona non è adeguata i costi di utilizzazione ri-
organizzazione della rete di esbosco 4 sultano facilmente superiori al valore
consente di ridurre della legna che se ne ritrae e l’operazio-
i costi di ne va in passivo.
utilizzazione 3 Anche l’esecuzione di tutte le altre
ed è di grande operazioni colturali risulta molto più
importanza semplice se si dispone di una buona re-
per limitare 3
te di strade e di sentieri. Un bosco per
i danni al bosco. essere gestito in modo economico deve
1-Strada forestale. in definitiva disporre di un’ articolata re-
2-Piazzale di te di vie di accesso e di vie di esbosco,
accumulo. 2
organizzate in tre livelli gerarchici:
3-Piste di esbosco. – strade forestali, lungo le quali possa-
4-Linea di gru no facilmente transitare i trattori che trai-
a cavo. Le frecce nano carri carichi di legname o addirittu-
verdi indicano 1 ra camion: sono delle vere e proprie stra-
le linee di esbosco de, di sezione sufficientemente ampia
(almeno 3 metri), con sottofondo stabile,

10 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


dotate di sistemi di allontanamento delle sono importanti soprattutto nei terreni in che si ha la necessità di accedere ai di-
acque di pioggia (vedi figura qui sotto); forte pendenza; scelte in base alla versi tratti di bosco; importante però è
– piste di esbosco, lungo le quali si morfologia dei versanti permettono di che il disegno della rete delle strade prin-
muovono i trattori durante le operazioni esboscare i tronchi tagliati lungo le fa- cipali sia ben studiato, in grado di servi-
di concentramento e di esbosco: hanno sce laterali. re tutto il bosco e di servire in modo coe-
sezioni minime di 2-2,5 metri e i tratto- La rete viaria e quella delle linee di rente anche le altre proprietà vicine.
ri che le percorrono possono recuperare esbosco si devono studiare attentamente Le strade forestali non devono asso-
facilmente i tronchi che si trovano nelle tenendo conto della morfologia, del tipo lutamente essere solo delle piste aperte
fasce di bosco di lato alla pista, utiliz- di bosco, della viabilità esistente, dei da un bulldozer scaricando a valle il ma-
zando il verricello forestale; mezzi di cui si dispone e delle tecniche teriale rimosso dalla sede della strada:
– linee di esbosco, lungo le quali ven- di esbosco che si pensa di adottare. così facendo infatti, oltre che infliggere
gono montate le linee di gru a cavo (ve- La realizzazione della rete può essere un duro colpo al paesaggio, si innesca-
di pag. 15) o di canalette (vedi pag. 42): progressiva, costruita a mano a mano no facilmente gravi fenomeni erosivi e
si danneggiano le piante che si trovano a
valle, compromettendo i benefici eco-
nomici che la strada può apportare.
Nella loro costruzione va dunque po-
Canalette per sta molta attenzione a ridurre al minimo
l’allontanamento le opere di movimento terra, scaricando
delle acque di pioggia a valle il meno possibile i materiali e ri-
dalle strade forestali pristinando con cura le scarpate sia di
realizzate con travi monte che di valle mediante opere di
15 cm di legno fissate consolidamento e di rinverdimento; par-
e distanziate per ticolare attenzione va posta all’allonta-
mezzo di staffe namento delle acque di pioggia dalla se-
15 cm 10 cm 15 cm
metalliche a omega de stradale di modo che le strade non di-
vengano dei ruscelli durante le forti
piogge.
I lavori nel bosco nei dodici mesi La costruzione di una buona rete di
strade forestali è molto onerosa ma indi-
Operazione Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. spensabile e per questo i Piani di svilup-
Costruzione e po rurale delle Regioni ed altre fonti di
manutenzione rete
viaria (vedi pag.10) finanziamento delle attività forestali
concedono significativi contributi ai
Utilizzazioni proprietari, meglio se consorziati, che
forestali intendono dotare i loro boschi di ade-
(vedi pag. 13) guati sistemi viari.
Messa a dimora Nel vostro caso, esistendo già una
di giovani piante: buona strada vicinale che serve l’intero
– a radice nuda bosco, sarà opportuno identificare defi-
– con pane di terra nitivamente e sistemare la rete delle pi-
(vedi pag. 20) ste di esbosco, costruita e manutenzio-
Gestione dei nata in collaborazione con le altre pro-
sentieri di prietà vicine e tracciare, pure in modo
manutenzione definitivo, la rete delle linee di esbosco.
(vedi pag. 23) In ogni caso i casi sarà bene tener
Individuazione conto delle «emergenze» naturalisti-
alberi d’avvenire che, ambientali e paesaggistiche, cer-
(vedi pag. 25) cando di salvaguardare al meglio i tratti
Ripuliture più pregevoli del bosco e di arrecare il
(vedi pag. 23) minor danno possibile alla sua ricca flo-
Sfolli e ra e fauna selvatica.
diradamenti Per far questo, stimolati anche da-
(vedi pag. 26) gli incentivi contenuti nel Piano di
Potatura sviluppo rurale, potrete costituire
(vedi pag. 27) un piccolo consorzio tra proprietari
Esbosco
che vi permetterà di ricevere dei signifi-
del legname solo quando il terreno è gelato o secco cativi contributi sia per la realizzazione
(vedi pag. 15) della rete delle piste di esbosco, sia per
Azioni di l’acquisto di macchine ed attrezzature
prevenzione dedicate alla utilizzazione del bosco
degli incendi (canalette, gru a cavo leggera, pala fron-
(vedi pag. 31) tale, carro forestale a ruote motrici).
Sistemazione delle Una buona organizzazione della rete
cassette nido di esbosco consente di ridurre i costi di
(vedi pag. 34) utilizzazione ed è di grande importanza
= periodo dell’anno in cui è necessario o preferibile eseguire il lavoro
per contenere i danni al bosco (erosione,
= periodo dell’anno in cui è possibile eseguire il lavoro danneggiamento alla rinnovazione, di-
struzione di micro-ambienti). ❏

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 11


Le utilizzazioni: ecco le regole
per tagliare correttamente il vostro bosco
I l taglio di una particella di bosco è un
po’ come la vendemmia o come la
trebbiatura: si raccoglie quanto si è
stati capaci di produrre, con la differen-
za che il periodo di tempo necessario,
Nel caso dei boschi però il taglio è
solo una fase di un ciclo ininterrotto di
cure il cui obiettivo finale è quello di
preservare la capacità produttiva del bo-
sco, data in ultima analisi dalla fertilità
no l’ecosistema) che lo abita.
Le utilizzazioni forestali non dovran-
no dunque mai comportare un degrado
del suolo (erosione, perdita di fertilità) o
una semplificazione della biocenosi
nel caso dei nostri cedui, è pari ad alcu- del terreno su cui vegeta e dalla com- (perdita di biodiversità): gli squilibri che
ni decenni e, nel caso delle fustaie, può plessità della biocenosi (cioè dell’insie- vengono inevitabilmente provocati (eli-
facilmente superare il secolo! me di organismi viventi che compongo- minazione di alberi adulti, costipazione
localizzata del terreno, disturbo) do-
Una ceppaia vranno pertanto essere sempre soppor-
appena tagliata: tabili.
è importante Nel caso di boschi degradati da seco-
cercare di li di cattiva gestione (come spesso sono
tagliare i i cedui di proprietà privata) si dovrebbe
polloni il anzi cercare di migliorare continuamen-
più rasente te la situazione, ad esempio tagliando
possibile alla meno di quello che è l’incremento pe-
superficie riodico di biomassa (l’accrescimento,
del terreno in tonnellate di legno, del bosco nel pe-
riodo di tempo che intercorre tra due uti-
lizzazioni).
Tutte le operazioni di taglio dei bo-
schi sono regolate da leggi e norme pre-
cise che variano da Regione a Regione;
prima di iniziare qualsiasi operazione di
taglio di alberi nel vostro bosco verifi-
cate di conoscerle molto bene ed even-
Bosco ceduo tualmente rivolgetevi per dei consigli al-
in fase di la struttura o all’ente competente nel vo-
utilizzazione: stro territorio (vedi pag. 50).
i polloni vanno
esboscati il più
possibile «lunghi» Il taglio
per ridurre del ceduo matricinato
il lavoro di
preparazione Vi si può raccogliere ottima legna
della legna da ardere garantendo
la naturale rinnovazione
del bosco

Le particelle di bosco che si trovano


nel versante sud di Collebello, su terre-
ni superficiali ed asciutti, con pendenze
medio-alte, sono costituite da carpino
nero, roverella, orniello, con qua e là,
nei a terreno più acido e profondo, dei
L’abbattimento nuclei a castagno misto a ciliegio selva-
dei polloni va tico. In passato il bosco era stato taglia-
eseguito con to a raso con rilascio di qualche matrici-
un unico taglio na, ottenuta soprattutto lasciando in pie-
obliquo operato di dei polloni e pertanto ora sono molto
in modo da non rari gli individui di grandi dimensioni
strappare la originati dalla precedente matricinatura.
corteccia e Le locali Prescrizioni di massima e di
da favorire polizia forestale (PMPF) stabiliscono
lo sgrondo che per boschi di questo genere si deb-
delle acque bano lasciare in piedi almeno 100 matri-
cine per ettaro.
Il lungo periodo di sospensione dei
tagli e la densità originariamente bassa
del bosco hanno fortunatamente per-
messo che si sviluppasse un discreto nu-
mero di alberi nati da seme che ora in

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 13


molte zone occupano il piano domi- – presentare un rapporto tra altezza e che si disperdono più difficilmente, per
nante (hanno la chioma nello strato alto diametro del fusto, misurato a metri facilitarne la disseminazione.
della volta del bosco). 1,30 da terra, inferiore ad 80 (alberi po- Le matricine vanno contrassegnate
Dopo aver percorso attentamente il co filati, ben stabili, in grado di resiste- con un anello di colore bianco in modo
bosco ed esservi resi conto della situa- re all’isolamento). Ad esempio un albe- che chiunque stia eseguendo il taglio le
zione, individuate le matricine da rila- ro alto 15 metri deve avere un diametro possa vedere.
sciare dopo il taglio, lasciandone una del fusto, misurato a metri 1,30 da terra, Considerato che nel vostro caso il
ogni 80-100 metri quadrati (distanza di almeno 19-20 cm; numero di matricine nate da seme è suf-
media tra le più vicine di 9-10 metri). – appartenere in modo equilibrato alle ficiente, l’utilizzazione prevede il taglio
Gli alberi tra cui scegliere le matricine specie che si vogliono favorire nel bo- a raso di tutti i polloni, di tutte le vecchie
devono avere le seguenti caratteristiche: sco. È bene favorire quelle che, come le matricine (che hanno un’età doppia di
– essere sani e vigorosi, con chioma querce (vedi in questo caso la roverella) quella dei polloni delle ceppaie riscop-
espansa inserita nel piano dominante; ed il castagno hanno semi più pesanti o piati dopo l’ultima utilizzazione) e di

I diversi tipi di bosco ceduo e le modalità di utilizzazione


t=turno e=età
Prima Dopo
Ceduo semplice

Tutti i polloni
vengono tagliati
allo scadere
del turno (t)

Prima Dopo
Allo scadere del turno
matricine
(t) vengono tagliati
(e=t) tutti i polloni
Ceduo matricinato

ad eccezione dei
meglio conformati
lasciati come
portaseme (matricine)
(e=t); vengono inoltre
polloni lasciati in piedi alcuni
polloni (e=t)
(e=t) giovani alberi nati da
seme. Vengono invece
tagliate le matricine
lasciate in piedi la
volta precedente (e=2t)
tronchi di matricina (e=2t)

Prima Dopo
matricina Allo scadere del turno
(e=t) (t) vengono tagliati
tutti i polloni e le
matricine di età pari
Ceduo composto

a tre-quattro
matricina polloni volte il turno
(e=2 o 3t) (e=t) (e=3t o 4t).
Vengono lasciati in
polloni piedi i giovani alberi
(e=t) nati da seme (e=t)
e le vecchie matricine
meno sviluppate
(e=2t o e=3t)
tronchi di matricina (e=3 o 4t)

14 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


tutti gli arbusti del sottobosco (abbon-
danti soprattutto nelle zone di margine e 2
lungo le piste forestali). 1
Organizzate il cantiere di utilizzazio-
ne servendovi della dotazione di mac-
chine ed attrezzature di cui disponete,
acquistata con i fondi del Piano di svi-
luppo rurale e di proprietà in parte – ve-
di voci contrassegnate qui sotto con una 3
(C) – del consorzio dei proprietari bo- Dopo il taglio si deve regolarizzare la
schivi della Vallelarga di cui fa parte la forma della ceppaia, evitando slab-
vostra proprietà: brature e cercando di ottenere una
– trattore da 55 HP; delle forme illustrate qui sopra: 1-a
– gru a cavo leggera (C); «chierica»; 2-a due spioventi; 3-a
– canalette da esbosco (C); singolo spiovente o «fetta di salame»
– motosega professionale;
– attrezzi vari per il cantiere di abbatti-
mento (cunei, zappini, giratronchi,
ecc.); La sramatura
– carro forestale con ruote motrici (C); può essere
– verricello a tamburo (C). effettuata
Abbattete i polloni tagliandoli il più con attrezzi
possibile vicino alla superficie del terre- manuali, tipo
no, eseguendo dei tagli netti, non slab- la roncola, o
brati, leggermente inclinati in modo da con una
favorire lo sgrondo delle acque. motesega
Direzionate la loro caduta in modo leggera.
da facilitare le successive operazioni di Sramate i
sramatura (eliminazione dei rami e dei polloni
cimali, tenendo solo i tratti di tronco o di iniziando
ramo con diametro in punta superiore a dalla base e
4-5 cm), sezionatura (riduzione del fu- procedendo
sto in tronchi elementari), depezzatura verso la cima
(riduzione finale in tronchetti della mi-
sura standard di 1-1,5 metri) ed esbosco
(trasporto dei tronchi dal luogo di taglio sramati, sezionati e depezzati diretta- sommitale con teli plastici o piastre di
al bordo di una pista forestale) e ponen- mente in bosco in tronchetti di 1 metro copertura tipo «Onduline». Ciò favorirà
do attenzione a non danneggiare le cep- di lunghezza. da un lato l’inizio dell’essiccazione del
paie e le matricine da rilasciare. All’imposto infine accatastate ordi- legno, dall’altro la sua misurazione e
Prima di effettuare l’esbosco accata- natamente i tronchetti, realizzando delle vendita a «metro stero», unità di misu-
state le ramaglie rimaste sulla tagliata lunghe cataste a bordo strada o sul limi- ra riferita a legname regolarmente acca-
(superficie interessata dall’utilizzazione tare del bosco e ricopriteli nella parte tastato, corrispondente ad un ingombro
forestale), come prescritto dalle PMPF, complessivo di 1 metro cubo compren-
in modo da favorire le successive opera- sivo degli interstizi vuoti.
zioni di esbosco, lasciare la superficie Per preparare della buona legna da
del bosco in ordine, favorire la decom- ardere ideale sarebbe spaccare a metà
posizione della ramaglia stessa, ridurre già all’imposto, prima di accatastarli, i
il rischio di incendi, creare particolari tronchetti di diametro maggiore in mo-
habitat per la fauna selvatica (rifugi, siti do da favorire una più rapida perdita
riproduttivi). dell’acqua.
Dove è possibile asportate interi i Evitate nel modo più assoluto di
polloni sramati dalla tagliata, in fasci di dare fuoco ai cumuli di ramaglie
peso adeguato alla portata della vostra lasciati in bosco. Evitate inoltre di rea-
gru a cavo, in modo da ridurre il nume- lizzare lunghe andane di ramaglie di-
ro delle operazioni necessarie per estrar- sposte lungo i versanti sia perché la lo-
re il legname dal bosco. ro presenza è antiestetica sia perché in
In questo caso la depezzatura avverrà caso di incendio possono provocare una
«all’imposto», vale a dire lungo la stra- rapida propagazione del fuoco.
da forestale o al margine del bosco, in Nel caso in cui in loco esista un mer-
un luogo a cui potrete successivamente cato che paga bene il legno ridotto in
accedere con il trattore e con il carro o «cip», o «minuzzoli» (piccole scaglie
con un camion per il definitivo traspor- di legno di lunghezza compresa tra 40 e
to della legna fuori dal bosco. 60 millimetri e spesse circa 10 millime-
Nei tratti di bosco più corti potrete tri), sarà da prendere in considerazione
utilizzare le canalette da esbosco che vi l’eventualità di trasformare l’intera pro-
consentono un veloce e pratico esbosco Gru a cavo: permette di esboscare fusti duzione in legno cippato, asportando
su distanze inferiori a 200 m, con pen- «lunghi» da versanti non serviti dalla lunghi, con l’aiuto del trattore o della
denze minime del 20% ed ottimali del viabilità forestale e di ridurre i danni gru a cavo, i polloni non sramati e cip-
25-35%. In questo caso i polloni vanno legati all’esbosco pandoli all’imposto con gli appositi

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 15


macchinari (macchine cippatrici, vedi
foto a pagina 42).

Il taglio
del ceduo composto
Fornisce contemporaneamente
legna da ardere e tronchi
da lavoro

La differenza fondamentale tra un


ceduo matricinato ed un ceduo compo-
sto è che nel ceduo composto le matrici-
ne vengono lasciate in piedi per 2 o 3
turni di taglio del ceduo (al momento
Martello forestale: con l’ascia si stac- dell’utilizzazione del ceduo hanno dun-
ca una piccola placca di corteccia al- que un’età che è due, tre o quattro volte
Per preparare buona legna da ardere la base del fusto (nella parte che resta quella del ceduo); in tal modo le matri-
spaccate a metà già in bosco, prima di sul terreno dopo il taglio dell’albero) cine possono raggiungere diametri con-
accatastarli, i tronchetti di diametro e con il timbro si appone un simbolo siderevoli ed acquisire un elevato valore
maggiore in modo da favorire una rapi- che certifica l’autorizzazione al taglio commerciale, soprattutto se durante il
da perdita dell’acqua loro precoce sviluppo sono state seguite
con le operazioni di potatura e di dira-
damento (vedi pag. 27 e pag. 26).
Di fatto un ceduo composto, come
dice il nome, è costituito da una fustaia
«sovrapposta» ad un ceduo, che convi-
vono sulla stessa superficie, dando nel
contempo il tipico prodotto del ceduo
(la legna da ardere) ed il tipico prodotto
della fustaia (il legname da lavoro).
Quando ci si prepara ad utilizzare un
tratto di ceduo composto si devono indi-
viduare sia le matricine da abbattere che
le nuove matricine da rilasciare. Le pri-
me vengono segnate come si fa nelle fu-
staie, utilizzando il così detto «martello
forestale» (vedi figura qui sopra) con il
quale si esegue una tacca alla base del
fusto e vi si imprime un simbolo che ne
autorizza l’abbattimento. Le matricine
da abbattere sono costituite da due grup-
pi di individui:
1) alberi che hanno raggiunto la piena
maturità tecnologica e che possono es-
sere raccolti;
2) alberi da diradare per far posto a sog-
getti migliori.
Le nuove matricine da rilasciare,
scelte anche in questo caso possibil-
mente da individui nati da seme, vengo-
no selezionate e segnate analogamente a
quanto visto per i cedui matricinati.
I vostri cedui composti si trovano sul
lato nord di Collebello e nella zona di
Boscopiano, caratterizzati da pendenze
moderate, terreni profondi e discreta di-
sponibilità idrica.
In questa zona i boschi sono ricchi di
matricine di latifoglie pregiate (rovere,
ciliegio selvatico, castagno); il ceduo è
costituito soprattutto da carpino bianco,
Esbosco con l’ausilio delle canalette. In questo caso la depezzatura si effettua acero campestre, nocciolo, castagno e,
sul luogo dell’abbattimento e il legname viene portato fuori dal bosco per mezzo in alcune zone limitate, dalla robinia che
delle canalette; queste consistono in lunghi scivoli, costituiti da singoli elementi si è sviluppata negli ultimi 50 anni su
di metallo o materiale plastico lunghi alcuni metri e agganciati l’uno all’altro, terreni ex agricoli abbandonati nell’im-
che consentono di convogliare la legna anche fino a 200 metri di distanza mediato dopoguerra.
Nelle zone più fresche compaiono

16 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


l’ontano nero, il frassino maggiore,
l’acero di monte. Anche in queste zone
in occasione dell’utilizzazione tagliate a
raso tutti i polloni del ceduo ed il sotto-
bosco, assieme alle matricine da utiliz-
zare. Per l’esbosco utilizzate diretta-
mente il trattore che, muovendosi solo
lungo la rete di piste di esbosco (distan-
ziate mediamente 25 metri tra loro), vi
permette di estrarre i singoli tronchi
(matricine) o fasci di polloni (ceduo)
con l’ausilio del verricello: una volta re-
cuperati i tronchi, trascinateli lungo le
piste di esbosco fino agli imposti ricava-
ti lungo la strada forestale. Qui prepara-
te la legna da ardere nel solito modo.
Classificate i tronchi delle latifoglie
più pregiate in base alla specie ed alla
qualità merceologica e disponeteli, per
gruppi omogenei, in aree di facile ac-
cesso per essere venduti (vedi pag. 29) e
caricati sui camion.
Potete approfittare dell’utilizzazione
dei nuclei di robinia e dei tratti più belli
di castagno per produrre anche pali per
il vigneto e per le staccionate e le chiu-
dende dell’azienda, dal momento che
avete in programma di attrezzare l’itine-
rario turistico-ricreativo e l’area pic-nic.

Il taglio
dell’alto fusto
Dalle specie pregiate si ricava
legname da lavoro Esbosco con l’ausilio del verricello forestale. Nei boschi cedui di montagna, su
e legna da ardere versanti ripidi serviti da strade forestali, conviene effettuare l’abbattimento di-
rezionato dei polloni concentrandoli lungo fasce orientate secondo le linee di
Allo stato attuale nella vostra pro- massima pendenza del versante. Una volta sramati vengono esboscati «lunghi»
prietà non vi sono vere fustaie di latifo- e depezzati successivamente nel luogo di raccolta della legna, oppure traspor-
glie. I tratti di bosco ceduo che vegeta- tati ancora «lunghi» fino al cortile di casa
no nella parte basale di Collebello, con
esposizione est e nord-est e su terreni
decisamente fertili e profondi, ricchi di gliare (3-10 tonnellate alla volta). della clematide, degli arbusti infestanti).
specie pregiate (ciliegio selvatico, acero La rinnovazione naturale da seme è Tra le giovani piante nate da seme ve
di monte, castagno, tiglio, olmo campe- stata abbondante e la vicinanza all’abi- ne sono numerose di bel portamento
stre), sono stati utilizzati negli ultimi 20 tazione ed alla strada vicinale di Val- che, a causa della serrata concorrenza
anni in modo irregolare, per soddisfare lelarga hanno permesso l’esecuzione di con il ceduo, hanno subito un’autopo-
piccole domande di legna a livello fami- regolari ripuliture (controllo del rovo, tatura (caduta naturale dei rami) sui

A sinistra. Un operatore aggancia alcuni tronchi abbattuti per formare un fascio che verrà esboscato con l’ausilio di un ver-
ricello forestale. A destra. Trattore con verricello durante il lavoro di esbosco

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 17


2
45° 1 3 4
1/10 d

Fasi essenziali dell’abbattimento di un albero ad alto fusto. 1-Preparazione della tacca di direzione: si effettua prima un
taglio obliquo e successivamente un taglio orizzontale; l’angolo della tacca deve essere di 45°. 2-Effettuazione del taglio di
abbattimento sul lato opposto del tronco e poco sopra la tacca di direzione (la distanza tra il taglio e il livello della tacca
deve essere pari a circa un decimo del diametro (d) della pianta da abbattere). 3-Inserimento dei cunei per evitare lo schiac-
ciamento della catena della motosega. 4-Caduta del tronco direzionata dalla «cerniera» formata sulla tacca di direzione

primi quattro-sei metri di altezza e co- sciare, in occasione della prossima uti- di fatto come uno strato di accompagna-
stituiscono pertanto dei buoni «alberi lizzazione del ceduo, un numero molto mento basso di una giovane fustaia.
d’avvenire». elevato di matricine (600-700), scelte Con successivi diradamenti (vedi
Vista la situazione avete deciso di sia tra le piante nate da seme che tra i pag. 26) isolerete i soggetti migliori, av-
convertire questo tratto di bosco ceduo polloni meglio conformati. La fitta co- viandoli a costituire lo strato dominante
(ettari 1.15.00) in bosco ad alto fusto, pertura da esse esercitata provocherà in cui alla fine del turno, tra circa 50-70
adottando la tecnica della «matricina- una limitazione nel riscoppio delle cep- anni, rimarranno solo 80-100 alberi per
tura intensiva»: essa consiste nel rila- paie del bosco ceduo che si comporterà ettaro, di ottimo portamento e dal fusto
di grande valore.
Approfittando del fatto che il ceduo
La dotazione antinfortunistica era stato utilizzato negli ultimi 30 anni
su piccole superfici di 1.000-2.000 me-
e il corretto uso di macchine e attrezzature tri quadrati, seguirete ogni tratto di futu-
ro bosco d’alto fusto in modo indipen-
Spesso si tende a sottovalutare il tema della sicurezza dei lavori forestali con la dente, assecondando la fase evolutiva in
conseguenza che in Italia sono ancor oggi frequenti incidenti gravi o gravissi- cui si trova.
mi. Nei piccoli cantieri di utilizzazione, condotti direttamente dal proprietario In tal modo il bosco alla fine risulterà
e da suoi coadiuvanti, di fondamenta- disetaneo a gruppi, sarà cioè coetaneo
le importanza è la dotazione di dispo- (tutti gli individui hanno la stessa età)
sitivi di protezione individuale: casco, 3
all’interno di ogni piccola area ma dise-
protezioni per la vista e per l’udito, taneo nel suo complesso, con nuclei di
guanti ed indumenti anti-taglio, scar- alberi di età variabile entro un arco di 30
poni o stivali con suola e puntale di anni.
acciaio. 1 Questo tipo di struttura del bosco per-
Oramai presso i rivenditori di motose- mette di avere i vantaggi della fustaia
ghe è comune trovare l’intera dotazio- coetanea (tronchi regolari di elevato va-
ne necessaria per lavorare nel bosco lore, facile gestione, utilizzazioni con-
in sicurezza. L’uso di macchine sempre centrate) e quelli della fustaia disetanea
più efficienti ma nel contempo com- (elevata stabilità ecologica, grande valo-
plesse (trattori, rimorchi a ruote mo- re naturalistico, elevata produttività) e si
trici, verricelli, gru a cavo, motoseghe, presta particolarmente bene per la gestio-
paranchi, ecc.) richiede inoltre ne delle fustaie di latifoglie poste all’in-
un’adeguata preparazione. terno delle piccole proprietà private.
Il «fai da te» per quanto riguarda Si prevede mediamente di ritornare
l’istruzione è oggi possibile, vista la con i tagli ogni 8-12 anni entro la parti-
crescente disponibilità, anche in lin- cella destinata a diventare un bosco d’al-
gua italiana, di manuali che insegnano to fusto per seguire in modo dinamico
il corretto utilizzo delle macchine e 2 l’evolversi della situazione.
delle attrezzature forestali; è comun- Per ora in questo tratto molto pregia-
que sempre vivamente consigliato par- to del vostro bosco è necessario esegui-
tecipare a giornate ed a corsi di for- re solo delle ripuliture (vedi pag. 23),
mazione e di dimostrazione, durante i delle potature (vedi pag. 27), degli sfol-
quali si ha la possibilità di incontrare Attrezzatura antinfortunistica da li (vedi pag. 26) e dei diradamenti (vedi
personale tecnico qualificato ed in utilizzare quando si impiega la pag. 26). Il materiale che ne ricaverete
grado di trasmettere in modo ordinato motosega. 1-Tuta e guanti antitaglio. per ora sarà costituito principalmente da
le nozioni necessarie per lavorare in 2-Calzature con puntale di acciaio. legna da ardere; solo tra una ventina di
sicurezza nel bosco. 3-Casco con visiera e cuffie anni comincerete a ritrarne anche i pri-
mi fusti da lavoro. ❏

18 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


Ecco come migliorare
la produzione del vostro bosco
U no dei principi su cui si basa la
moderna selvicoltura è quello di
favorire la rinnovazione naturale
del bosco (nascita di nuove piante par-
tendo da semi dispersi dagli alberi).
mento delle giovani piantine potrete ef-
fettuare delle leggere ripuliture al fine
di limitare la concorrenza esercitata dal-
le erbe e dalle specie arbustive (vedi pa-
gina 23).
Scelta delle piantine. Sul mercato esi-
stono fondamentalmente due tipi di
piantine forestali: a radice nuda e con
pane di terra. Ciascun tipo ha pregi e
difetti: le piantine con pane di terra at-
Se le condizioni stazionali (insieme Se invece decidete di ricorrere ad un tecchiscono più facilmente, possono es-
delle caratteristiche del terreno e del cli- imboschimento artificiale, dovete tener sere messe a dimora in un lungo arco di
ma) sono favorevoli e se la gestione del presenti alcune regole fondamentali per tempo e pongono minori problemi di
bosco è corretta, è solitamente facile ot- far sì che l’intervento abbia successo. manipolazione e minori attenzioni al
tenere una sufficiente rinnovazione. momento dell’impianto; per contro esse
Nel caso dei boschi cedui inoltre è Scelta delle specie. Basatevi se possibi- costano molto di più di quelle a radice
sufficiente che solo una parte della su- le su specie locali, scelte in base alla vo- nuda.
perficie venga occupata da giovani pian- stra esperienza, all’osservazione dei bo- La qualità di una piantina da rimbo-
te dopo che è stato effettuato il taglio, al schi circostanti od al consiglio di un schimento si giudica in base alle se-
fine di avere sempre una sufficiente esperto tra quelle che meglio rispondo- guenti caratteristiche:
scorta di giovani matricine che andran- no alle locali condizioni stazionali e che – età di 1 o 2 anni per le latifoglie;
no a rimpiazzare le ceppaie più vecchie saranno in grado di fornire un domani – altezza di cm 30-60;
e deperienti. legna da ardere di buona qualità o le- – rapporto tra altezza e diametro al col-
Vi sono comunque numerose situa- gname da lavoro oppure tra quelle che letto (il punto di passaggio tra fusto ed
zioni in cui è utile o necessario ricorrere hanno maggior valore naturalistico apparato radicale) inferiore ad 80 (ad
all’impianto artificiale di giovani piante (produttrici di frutti ricercati dalla fauna esempio una piantina alta 1,5 m deve
forestali. selvatica); un occhio di particolare ri- avere un diametro al colletto di almeno
guardo va sempre dedicato alle specie di 1,9-2 cm);
interesse apistico, in grado di fornire al- – presenza di una vigorosa gemma api-
L’impianto artificiale le api nettare, polline o melate di buona cale;
di giovani piantine qualità. – presenza (non in tutte le specie) di al-
cuni rametti laterali;
forestali Scelta delle provenienze. Utilizzate – assenza di danni e di segni di malattie;
Vediamo quali sono i casi in cui è quando è possibile piantine di origine – radici fresche (al taglio devono essere
consigliabile ricorrere alla messa a locale (vedi riquadro a pagina 22). di color bianco madreperlaceo);
dimora di piante forestali, la tecnica
d’impianto e le cure da dedicare
alle giovani piantine L’imboschimento di un terreno ex agricolo
I casi più comuni per i quali si ricor- La sequenza delle operazioni è simile a quella che si adotta prima dell’impian-
re all’impianto artificiale sono quattro: to di un frutteto: innanzitutto, ovunque possibile, effettuate una ripuntatura del
1) si vuole imboschire ex novo una su- terreno (operazione che smuove il terreno senza rivoltarlo fino ad almeno 80-
perficie agricola (imboschimento); 100 cm di profondità), utilizzando di preferenza ripuntatori ad una sola anco-
2) la copertura del bosco è localmente ra. Meglio sarebbe ripuntare l’intera superficie ma se ciò è difficile o troppo co-
rada perché, ad esempio, il bosco si è stoso vi potrete limitare a lavorare il terreno con il ripuntatore solo lungo le fi-
spontaneamente insediato su un pascolo le di impianto. Spargete quindi 80-100 tonnellate di letame ad ettaro interran-
abbandonato, oppure la rinnovazione dolo assieme a 5-6 quintali di perfosfato semplice-19 mediante aratura a 30-40
naturale stenta ad insediarsi; è utile allo- centimetri di profondità. Aggiungete cloruro di potassio-60 in ragione di 2-3
ra provvedere a rinfittire la copertura: quintali ad ettaro solo nel caso di ne-
l’operazione prende il nome di rinfolti- cessità accertata da analisi chimica. Le
mento; concimazioni azotate saranno effettua-
3) la stazione è fertile ma il bosco, a cau- te successivamente in superficie secon-
sa di una cattiva gestione passata (tagli do necessità.
eccessivi, pascolamento, incendio) è po- A questo punto il terreno è pronto.
vero di specie pregiate; nelle zone più Prima di effettuare l’impianto rifinite il
fertili si può effettuare un arricchimen- terreno con una erpicatura e con la
to, piantando gruppi di giovani piante di eventuale stesura di un film plastico
specie pregiate; pacciamante. Negli imboschimenti a
4) approfittando delle favorevoli condi- pieno campo adottate un impianto an-
zioni ecologiche prodotte dalla copertu- dante su tutta la superficie con una den-
ra rada di un vecchio bosco di scarso sità di impianto che va dalle 300-400
pregio ed invecchiato (ad esempio un alle 1.000-2.500 piantine per ettaro a
bosco di robinia di 50-60 anni) si vo- seconda del tipo di imboschimento.
gliono introdurre delle specie di mag- Un giovane arboreto da legno Ricordate che al diminuire della densità
gior pregio o valore: l’intervento prende realizzato su un terreno d’impianto aumenta la necessità di as-
il nome di sottopiantagione. in precedenza destinato alle normali sicurare in futuro lunghe ed intense cu-
Se la rinnovazione naturale è suffi- coltivazioni agrarie re colturali alle giovani piante.
ciente, nei primi anni dopo l’insedia-

20 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


m 8-10 m 8-10

= specie a legname = arbusto di accompagnamento


pregiato con scopo protettivo
Rinfoltimento. Per il rinfoltimento di una zona rada (chiaria) nel bosco impie-
Un tratto di bosco da rinfoltire: la co- gate piantine ben sviluppate (almeno 1-1,5 m di altezza) di specie a legname pre-
pertura è rada perché il bosco si è inse- giato, creando dei nuclei di 10-20 individui della stessa specie (impianto «a
diato spontaneamente su un terreno gruppi») e mantenendo una distanza molto ridotta tra i vari individui (m 0,5-1).
agricolo abbandonato Mantenete una distanza di almeno 8-10 metri dal piede degli alberi adulti che
circondano la chiaria, restando fuori dall’area di proiezione delle loro chiome.
– assenza di deformazioni dell’apparato Per proteggere le piantine dalla fauna selvatica contornate il gruppo con una fa-
radicale (soprattutto nel caso di piantine scia di arbusti, scegliendo specie che creano un fitto intrico di rami o specie spi-
con pane di terra coltivate in contenitore). nose (prugnolo, biancospino, ecc.)
Nel caso dei rinfoltimenti vi converrà
utilizzare giovani trapianti (piantine
che hanno avuto un trapianto in vivaio) Nel caso di impianti misti create dei Nel caso intendiate rimboschire del-
«forti», alti almeno 1-1,5 metri, in mo- nuclei monospecifici (della stessa spe- le estese superfici (ex terreni agricoli),
do che sfuggano più facilmente alla con- cie) di 10-20 individui (impianto «a potrete preparare il terreno in modo an-
correnza del sottobosco. gruppi»), mantenendo al loro interno dante (omogeneo su tutta la superficie)
una distanza molto ridotta tra i vari in- con l’utilizzo di normali macchine agri-
Tecnica di impianto. Provvedete innan- dividui (0,5-1 metro); in tal modo i sin- cole (vedi riquadro di pag. 20).
zi tutto ad un’accurata ripulitura della goli gruppi monospecifici copriranno
superficie, ricorrendo a decespugliatori una superficie di qualche decina di me- Creare l’«ambiente forestale». Nei
manuali o portati da un trattore. Nel ca- tri quadrati, l’area che a maturità sarà rinfoltimenti e negli imboschimenti di
so di superfici irregolari e di piccola di- occupata da un solo individuo. Così terreni nudi è importante creare quanto
mensione le buche di impianto avranno operando favorirete la rapida copertura prima un microclima favorevole allo
dimensioni di almeno cm 40x40x40 se del suolo (le manutenzioni saranno di sviluppo delle giovani piantine (detto
utilizzate piantine a radice nuda; le pian- conseguenza ridotte) e potrete un doma- «ambiente forestale»). Per far ciò pian-
tine con pane di terra invece potranno es- ni selezionare progressivamente l’indi- tate ad alta densità oppure piantate as-
sere messe a dimora con l’ausilio del ba- viduo più vigoroso o meglio conforma- sieme alle specie principali delle specie
stone trapiantatore (vedi foto a pag. 22). to (vedi pag. 25). di accompagnamento (spesso arbusti

Arricchimento. Consiste nella messa a dimora di nuclei di Sottopiantagione. Consiste nella messa a dimora di nuclei
giovani piante di specie pregiate nelle zone più fertili, dopo di giovani piante di specie pregiate all’interno di un popo-
un’utilizzazione forestale, per migliorare il valore del bosco lamento forestale rado per migliorarne la composizione

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 21


A sinistra. Piantina forestale a radice
nuda. Al centro. Piantina forestale con
pane di terra. A destra. Le piantine con
pane di terra possono essere messe a di-
mora con l’ausilio del bastone trapian-
tatore

ed alberi a sviluppo rapido) che coprono o sono di grande interesse produttivo e Vista la prossimità di un’area ricrea-
rapidamente il terreno e creano un bene- naturalistico (carpino nero, ciavardello); tiva, utilizzate un modulo di impianto
fico ombreggiamento laterale. 2) imboschimento di alcuni ex prati che misto, piantate a file leggermente ondu-
Con i successivi sfolli e diradamenti hanno perso ogni valore produttivo nel- late in modo da eliminare lo sgradevole
(vedi pag. 26) regolerete debitamente la la zona di Boscopiano, nei pressi della allineamento degli alberi, utilizzate co-
presenza delle specie di accompagna- futura area attrezzata a pic-nic. È me specie principali alberi di elevato va-
mento in modo che non risulti dannosa importante, per usufruire dei fi- lore produttivo ma nel contempo esteti-
per le specie principali. nanziamenti del Piano di sviluppo rura- camente piacevoli quali il ciliegio selva-
le, che effettuiate la domanda di imbo- tico, il tiglio nostrale, il ciavardello, ac-
Distanza dagli alberi circostanti. Sal- schimento prima di iniziare i lavori e compagnandole con arbusti di valore
vo che nel caso delle sottopiantagioni, che i terreni imboschiti siano stati lavo- estetico e naturalistico adatti alle locali
evitate di piantare a meno di 8-10 metri rati (almeno sfalciati) fino all’anno pre- condizioni ecologiche (ciliegio di S. Lu-
dal piede degli alberi adulti che circon- cedente a quello di impianto. cia, sambuco).
dano la radura o il terreno da imboschi-
re e state comunque fuori dall’area di
proiezione delle loro chiome. Preferite piantine di origine locale
Cosa non imboschire. Se la conserva- Potendo scegliere, è sempre bene utilizzare piantine forestali originate da semi
zione della natura è per voi un impor- o da talee raccolti in popolamenti «locali». La scelta è dettata da due impor-
tante obiettivo, lasciate prive di alberi tanti motivazioni:
alcune radure, i margini dei sentieri, le 1) le piantine di origine locale (indigena), essendo meglio adattate alle condi-
zone prossime ai piccoli corsi d’acqua, zioni ecologiche (terreni, clima, parassiti) del posto, in genere danno migliori
agli acquitrini ed agli stagni, alle zone risultati di quelle di origine non locale (alloctona);
caratterizzate da rocce affioranti. 2) mettendo a dimora piantine di origine locale si evita un grave fenomeno in-
Arricchite invece di specie arboree dicato come «inquinamento genetico» che si origina ogniqualvolta ecotipi (raz-
ed arbustive produttrici di fiori e di frut- ze che si distinguono per particolari adattamenti ecologici) o sottospecie alloc-
ti le zone di margine, creando sempre un toni hanno l’opportunità di incrociarsi con l’ecotipo locale di una specie indi-
«orlo» tra il bosco ed i campi coltivati gena, generando individui a patrimonio genetico ibrido, normalmente meno
(vedi figura a pag. 35). adatti a resistere alle avversità ambientali di quelli locali, selezionati dalla na-
tura in migliaia e migliaia di anni.
Marcatura delle giovani piantine. Per L’inquinamento genetico può dunque diminuire il grado di adattamento delle
facilitare il reperimento delle piantine specie impiegate nei vostri impianti all’ambiente che le circonda, provocando,
durante le ripuliture dei primi anni dopo nella peggiore delle ipotesi, la scomparsa a livello locale degli ecotipi selvatici
l’impianto, marcate il sito di impianto di delle specie da voi impiegate. Purtroppo ciò non è «teoria». Esistono casi mol-
ogni piantina con una piccola canna di to significativi nel mondo animale di scomparsa degli ecotipi locali a causa del-
bambù (altezza 1,5 metri, diametro 0,5 la improvvida introduzione di individui appartenenti a razze esotiche: vedi il ca-
cm) con la sommità colorata di rosso. so della lepre italica e del cinghiale maremmano.
Nel caso del podere Silvaverde gli in- Per scegliere gli individui per i futuri impianti sarà dunque opportuno rivolgersi
terventi di impianto artificiale da ese- solo a vivaisti di fiducia che, onestamente, rispondano alla vostra domanda cir-
guire nei prossimi anni sono due: ca l’origine delle piantine vendute. Alcuni vivai pubblici e privati di alcune re-
1) rinfoltimento delle aree più degrada- gioni italiane recentemente si sono dati norme di autoregolamentazione che
te del ceduo matricinato di Collebello: prevedono tra l’altro che l’origine delle piantine prodotte sia solo «locale».
eseguitelo in occasione dei tagli del ce- L’impiego di piantine di origine locale è in definitiva un modo indiretto ma effi-
duo, effettuando un impianto a gruppi cace per realizzare impianti che riescano bene, permettendo così di risparmiare
con piantine delle specie che hanno denaro (minor necessità di effettuare dei risarcimenti; più rapido sviluppo in gio-
maggiori problemi di disseminazione ventù; minor bisogno di lottare contro le avversità climatiche e biologiche).
(specie a seme grosso come la roverella)

22 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


La difesa delle giovani piante dalla sel-
vaggina e dai parassiti. Lepri, conigli
selvatici, istrici, caprioli, daini, cervi,
cinghiali, ma anche pecore, capre, vac-
che, cavalli, possono provocare danni a
volte gravi ai giovani impianti di pianti-
ne forestali, danneggiando i fusti e so-
prattutto i getti apicali. Un valido siste-
ma per difendere le vostre giovani pian-
te è quello di proteggerle con dei parti-
colari manicotti detti «shelter» che im-
pediscono fisicamente agli animali sel-
vatici di brucare e/o sfregare le cortecce
ed i giovani getti. Ne esistono di vari mo-
delli (chiusi, a rete), dimensioni, mate-
riali (in plastica, rete metallica, policar-
bonato) e, ovviamente, prezzo.
In numerose Regioni italiane il A sinistra. Danni provocati da lepre su
costo di acquisto degli shelter vie- una giovane pianta forestale. Sopra.
ne riconosciuto come spesa rimborsabi- Uno «shelter» in rete posto a difesa di
le nell’ambito dei contributi per l’imbo- una piantina forestale per impedire agli
schimento dei terreni agricoli o viene animali selvatici di brucare e/o danneg-
rimborsato nell’ambito delle azioni di giare le cortecce ed i giovani getti sfre-
risarcimento dei danni prodotti dalla gandosi contro di essi
fauna selvatica. Per avere precise infor-
mazioni al riguardo rivolgetevi agli tratto di terreno, inizia una fase molto vegetazione forestale distanziati di 10-
Uffici regionali o provinciali competen- delicata in cui si gioca il futuro del po- 15 m tra loro lungo i quali ci si muove a
ti in tema di agricoltura, caccia o difesa polamento forestale: le erbe selvatiche, piedi muniti di attrezzi leggeri quali de-
dell’ambiente. i rovi, le liane e gli arbusti si sviluppano cespugliatori, roncola a manico lungo,
Visto che nelle aree dove verranno con molto vigore, favoriti dalla grande forbici, seghetti, svettatoi.
effettuati gli impianti vi è una presenza quantità di luce, dalla più rapida mine- Percorreteli almeno una o due volte
significativa di animali selvatici (soprat- ralizzazione di una parte della sostanza all’anno e teneteli liberi dall’invasione
tutto capriolo) che potrebbero danneg- organica e dagli eventuali apporti di della flora infestante soprattutto con
giare le giovani piante, predisponete le concimi e di ammendanti. Seguite le l’uso della roncola a manico lungo; po-
difese all’atto dell’impianto. Le ditte giovani piante di pregio con sfolli e po- trete così osservare ogni angolo del bo-
che producono o commercializzano tature per favorire lo sviluppo di fusti di sco, eseguendo quelle manutenzioni fre-
shelter in Italia (vedi pag. 43) vi potran- grande valore. quenti e leggere che rendono la sua cura
no fornire informazioni precise sui mo- Per poter controllare lo sviluppo del- un’operazione piacevole.
delli più adatti alla difesa dalle singole la flora concorrente e seguire lo svilup-
specie animali. po delle specie di pregio è dunque utile Le ripuliture (eliminazione della vege-
In alterativa potete contornare le sin- creare un fitto reticolo di sentieri di ma- tazione erbacea ed arbustiva concorren-
gole piantine o i singoli gruppi di pian- nutenzione, costituiti da passaggi tra la te). Non è purtroppo raro che tratti di bo-
tine con una fitta barriera di arbusti, sce- sco siano caratterizzati dall’abbondanza
gliendo specie che creano un fitto intri- di vegetazione indesiderata (rovo, cle-
co di rami o specie spinose (prugnolo, matide, arbusti che soffocano la rinno-
biancospino, ecc.). Se la superficie da vazione). La presenza di queste stesse
difendere è grande ed il numero di pian- specie nel bosco è assolutamente natura-
tine elevato, varrà la pena fare due con- le ed anzi normalmente è benefica; essa
ti e vedere se non sia più conveniente può però divenire «patologica» a segui-
erigere una recinzione temporanea. to di tagli di forte intensità, di rinnova-
Raramente in bosco si è costretti ad zione naturale o di imboschimenti su ter-
effettuare dei trattamenti antiparassitari reni abbandonati dall’agricoltura, ecc.
per difendere le giovani piante o gli al- Lo sviluppo dei rovi, delle liane e de-
beri adulti dagli attacchi parassitari: la gli arbusti indesiderati può essere tal-
corretta scelta delle specie e delle pro- mente prorompente da soffocare com-
venienze e la realizzazione di impianti pletamente le specie arboree desiderate.
misti sono in genere una garanzia suffi- Gennaio e febbraio sono i mesi mi-
ciente. Nel caso però in cui il vostro bo- gliori per intervenire per due motivi:
sco venisse attaccato in modo grave da – in assenza delle foglie (solo i rovi ne
qualche parassita o mostrasse segni di mantengono una parte) è più facile muo-
diffuso deperimento, prima di prendere versi nell’intrico della vegetazione e ve-
ogni decisione interpellate gli Uffici de- La roncola a manico lungo è molto dere cosa si sta facendo;
centrati dell’amministrazione forestale utile nelle operazioni di ripulitura: – la fauna selvatica (ed in particolare gli
regionale o la locale struttura responsa- permette di tagliare e tirare a terra uccelli) vengono disturbati in misura
bile per la difesa delle piante. tralci di liane e di rovi, di penetrare minore che in altre stagioni.
nei tratti con vegetazione più fitta, di Un attrezzo di grande valore da uti-
Creare il reticolo di manutenzione. potare grossolanamente rami che im- lizzare nelle operazioni di ripulitura è la
Dopo che si è effettuata un’utilizzazio- pediscono un agevole transito roncola a manico lungo: essa permette
ne forestale o che si è imboschito un di tagliare e tirare a terra tralci di liane e

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 23


di rovi, di entrare nei tratti di vegetazio- Normalmente in un giovane imbo-
ne più fitta lavorando a debita distanza, schimento o in un’area interessata da
di potare grossolanamente rami che im- una utilizzazione forestale il periodo
pediscono un agevole transito. Di gran- delle ripuliture dura 3-7 anni.
de aiuto è inoltre il decespugliatore Se un tratto di bosco è particolar-
meccanico anche se il suo utilizzo è pe- mente invaso da vegetazione infestante,
ricoloso quando si lavora in zone con la ripulitura dovrà partire dalle zone me-
vegetazione molto fitta: in questo caso si no dense per procedere verso quelle più
deve fare grande attenzione a non avere fitte. Tra la vegetazione infestante spes-
altre persone nel raggio di una decina di so sono presenti individui sparsi o nu-
metri finché si sta lavorando. clei di specie di interesse produttivo, na-
Quando effettuate una ripulitura la- ti spontaneamente o piantati apposita-
sciate attorno alle piante di pregio una mente.
cintura protettiva di vegetazione di ac- Mentre si eseguono le operazioni di
compagnamento, larga 0,5-1 m. Essa ripulitura si dovrà cercare di individuar-
avrà numerosi effetti benefici: li e di metterli in evidenza, liberando
– i rami della parte basale del fusto del- prima i loro dintorni ed eventualmente
le specie pregiate rimarranno sottili, fa- segnandoli poi con delle canne segna-
vorendo le successive operazioni di po- piantina per renderli facilmente reperi-
tatura (vedi pag. 27); bili in occasione delle prossime ripulitu-
– sarà leggermente stimolato il loro ac- re (che in queste aree devono essere ini-
crescimento in altezza, riducendo il pe- zialmente frequenti).
riodo durante il quale dovranno essere Procedendo in questo modo alla fine
assicurate le ripuliture; L’impiego del decespugliatore è utile rimarranno delle «isole» al cui interno
– sarà assicurata una maggiore protezio- per il controllo della vegetazione; il suo sono assenti le specie pregiate e dove la
ne dalla selvaggina (vedi pag. 34). utilizzo però è pericoloso quando si la- copertura della vegetazione infestante è
L’importante è che le cime delle pian- vora in zone con vegetazione molto fitta più fitta ed intricata. Prima di dar loro
te di pregio restino sempre libere dalla e le persone eventualmente presenti nel- l’assalto finale sarà bene pensare se ha
concorrenza della vegetazione di accom- la zona devono allontanarsi dal raggio senso eliminarle: nel caso di nuclei di
pagnamento (vedi figura qui sotto). d’azione della macchina vegetazione di 30-50 metri quadrati cir-
condati da aree dove la copertura delle
specie forestali è buona, si potrà tran-
a quillamente lasciarle stare: con gli anni
b b il bosco le coprirà e le farà deperire, ot-
b tenendo alla fine comunque una com-
b pleta copertura della superficie.
La presenza di queste isole di vege-
tazione non sarà allora più «infestante»
perché non nuocerà più alla buona cre-
scita del bosco ma si sarà trasformata in
un grande arricchimento della diversità
strutturale e compositiva del bosco stes-
so con ripercussioni positive sulla fauna
selvatica che lo abita.
Su terreni facilmente meccanizzabili
e su superfici di almeno mezzo ettaro, vi
Prima della ripulitura converrà ricorrere a delle ripuliture
meccaniche, a condizione che le piante
siano poste lungo filari (anche ad anda-
mento sinuoso) e che tra gli stessi vi sia
uno spazio di almeno 3 metri.
Le attrezzature impiegate (decespu-
gliatori, trinciasarmenti) dovranno pas-
sare ad una certa distanza dalle piantine
forestali (0,5-1 metri) al fine di non dan-
neggiarle e di rispettare una fascia di ve-
getazione di accompagnamento suffi-
cientemente larga, all’interno della qua-
le verranno controllati manualmente i
Dopo la ripulitura getti che esercitano un’eccessiva con-
correnza.
Controllo della vegetazione di accompagnamento. Le ripuliture si prolunga- In ogni caso è sconsigliato brucia-
no per un periodo di 3-7 anni dall’impianto e vanno ripetute tutte le volte che le re i sarmenti prodotti durante le ri-
piante sono minacciate da una concorrenza troppo forte (da due volte all’anno puliture. Se possibile triturateli e lascia-
ad una volta ogni due anni). In color marrone sono indicate le piante da favo- teli sparsi sul terreno; altrimenti accu-
rire: a questo scopo si devono eliminare i soggetti di scarso valore eccessiva- mulateli in zone limitate e lasciateli
mente sviluppati (a) e si pota la cima dei soggetti che ombreggiano gli alberi di marcire, arricchendo anche in questo
pregio (b) caso il bosco di interessanti nicchie eco-
logiche.

24 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


La selezione Ecco come ripulire il bosco dalla vitalba
degli alberi «candidati»
Nei cedui matricinati di Collebello vi
Negli impianti artificiali occorre sono dei tratti di bosco in cui gli albe-
riprodurre ciò che avviene in natura ri sono sopraffatti dall’esuberante svi-
lasciando solo gli individui migliori. luppo di una liana che li ricopre fino
Ciò si ottiene con interventi alla cima; il suo peso unitamente a
denominati «sfolli» e «diradamenti» quello della neve può piegare gli albe-
ri fino a spezzarli. La liana si chiama
Sia la natura che l’uomo quando vitalba (Clematis vitalba) e la sua ab-
«piantano» un bosco lo fanno abbon- bondante presenza è segno che nel pas-
dando enormemente di individui. In par- sato vi è stata scarsa manutenzione.
ticolare nelle fustaie, destinate alla pro- Nel vostro bosco familiare il suo con-
duzione di legname di pregio, il numero trollo è abbastanza agevole: durante
degli individui dovrà essere progressi- l’inverno, percorrendo i sentieri di ma-
vamente ridotto in modo da lasciare spa- nutenzione, recidete alla base, con la La vitalba (Clematis vitalba) è una lia-
zio solo ai soggetti migliori – i cosid- roncola a manico lungo, i suoi lunghi na diffusa nei boschi non sottoposti
detti alberi candidati – che potranno tralci, lasciando che secchino abbarbi- a corretta manutenzione
così accrescersi in modo armonioso e cati alle piante che li sostengono.
sui quali avrà senso concentrare le ope- L’operazione è particolarmente importante nei boschi cedui appena utilizzati e
razioni di potatura e, successivamente, nei giovani imboschimenti, perché i polloni e le giovani piante possono essere ir-
di sfollo e di diradamento. Vediamo con rimediabilmente compromessi dalla concorrenza esercitata dalla vitalba.
quale criterio essi vanno individuati. Intervenendo tutti gli anni per i primi 2-3 anni dopo il taglio del bosco l’opera-
Parlando di latifoglie e di boschi coe- zione risulta veloce e di facile esecuzione. Se invece l’intervento viene ritardato
tanei (lo stesso discorso può essere fatto od omesso l’operazione risulta più onerosa e spesso tardiva perché nel frattem-
anche per i boschi disetanei a gruppi, ri- po la vitalba ha gravemente compromesso lo sviluppo del giovane bosco.
ferendosi ai singoli nuclei coetanei), a
maturità in un ettaro possono trovare
spazio 50-200 alberi di valore (in media specie di pregio (almeno 2-3) e conser- come riportato di seguito:
100). Fin che gli alberi sono molto gio- vando comunque attorno ad essi una ve- – querce, frassini, faggio: 50-100 alberi
vani, nella fase delle ripuliture, convie- getazione «di accompagnamento» co- per ettaro;
ne tenerne il maggior numero possibile stituita da arbusti e da alberi di specie – castagno, ciliegio selvatico, aceri:
in modo da garantire una buona coper- secondarie. 100-200 alberi per ettaro;
tura del suolo ed il controllo della vege- Quando l’altezza media supera i 3-4 – conifere: 150-400 alberi per ettaro.
tazione infestante. metri si potranno lasciare circa 200 al- Per la scelta degli alberi potrete adot-
Quando l’altezza è attorno ai 3-4 me- beri per ettaro. tare il seguente metodo, utilizzando la
tri si potrà cominciare a selezionare 400 Quando l’altezza supera i 6-10 metri rete dei sentieri di manutenzione (vedi
fusti per ettaro (vale a dire un albero si lasceranno solo gli alberi d’avvenire pag. 23):
ogni 25 metri quadrati), scelti tra i più (destinati a essere tagliati a maturità); il – passate una prima volta in un senso
diritti, vigorosi, sani, mantenendo se numero di alberi d’avvenire per ettaro (andata) segnando con un nastro colora-
possibile una certa mescolanza tra più varia a seconda delle specie dominanti, to tutti gli alberi che vi sembra possano

A B

altezza
altezza superiore a
di circa 3-4 metri
3-4 metri
5m
7m
5m
7m

La selezioni degli alberi di latifoglie (querce, frassini, faggi, castagni, aceri, ecc.) per l’avvenire. A-Quando l’altezza
si aggira intorno ai 3-4 metri, potrete cominciare a selezionare 400 fusti per ettaro (vale a dire un albero ogni 25 metri
quadrati), scelti tra i più diritti, vigorosi e sani (alberi candidati), mantenendo se possibile una certa mescolanza tra più
specie di pregio (almeno 2-3) e conservando comunque attorno ad essi una vegetazione «di accompagnamento» costitui-
ta da arbusti e alberi di specie secondarie (per chiarezza non riportate nel disegno). B-Quando l’altezza media supera i
3-4 metri potrete lasciare circa 200 alberi candidati per ettaro.
Al di là dei 6-10 metri di altezza lascerete solo gli alberi d’avvenire. Il loro numero varia a seconda delle specie dominanti
(vedi testo)

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 25


prima dopo
1
3

4 4

d = 1/3 H

La corretta esecuzione degli sfolli. 1-Albero candidato, da lasciare. 2-Albero di valore da eliminare perché in competi-
zione con l’albero candidato: la distanza d è minore di un terzo dell’altezza H dell’individuo scelto. 3-Albero di nessun
valore, in competizione con l’albero candidato, da eliminare: anche se la distanza d è maggiore di un terzo dell’ altezza
H dell’individuo scelto, la sua chioma lo sovrasta e ne limita lo sviluppo. 4-Vegetazione di accompagnamento

avere un valore per l’avvenire, lascian- cessivi prende il nome di diradamento compagnamento.
do spazio soprattutto a quelli delle spe- (intervento con raccolta di legname). Per eseguire gli sfolli avvaletevi an-
cie più pregiate e nel contempo meglio Nei boschi d’alto fusto questi inter- cora del reticolo dei sentieri di manu-
adatte alla stazione; venti riguardano l’intera superficie; nei tenzione. L’operazione va eseguita a ca-
– ripassate per la stessa superficie in cedui matricinati e composti invece so- denza di 2-5 anni.
senso opposto (ritorno) per confermare no concentrati attorno alle matricine:
o modificare la selezione che è stata fat- normalmente infatti non ha senso dedi- I diradamenti. All’interno di una stes-
ta. A questo punto marcate con un pun- care tempo alla scelta dei polloni da sa superficie di bosco la produzione to-
to di colore tutte le piante che sono sta- conservare sulle ceppaie, lasciando che tale di legno (tonnellate di sostanza sec-
te confermate. sia la selezione naturale ad eliminare ca o metri cubi di legname prodotti an-
quelli meno vigorosi. nualmente) dipende dalla fertilità del
Gli sfolli (selezione degli individui nei Nell’esecuzione degli sfolli potete suolo, dalle specie presenti, dall’età me-
giovani popolamenti). Quando la chio- seguire una pratica facile da memoriz- dia degli alberi ma è indipendente dal
ma dei polloni e dei giovani individui zare: individuato un soggetto da favori- numero di alberi.
nati da seme riesce finalmente a coprire re di altezza H, si sopprimono attorno a Con i diradamenti, proseguendo
completamente il suolo ed a controllare lui tutti gli individui che competono con l’opera avviata con gli sfolli, nei boschi
lo sviluppo della vegetazione erbacea ed la sua cima e che si trovano a distanza coetanei o nei nuclei coetanei dei boschi
arbustiva infestante si entra in una lunga inferiore ad 1/3 di H (vedi figura in al- disetanei a gruppi, si riduce progressi-
fase di «manutenzione ad intensità ri- to). Contemporaneamente eliminate an- vamente il numero degli alberi candida-
dotta» del popolamento forestale. In che gli individui di nessun valore che ti in modo da concentrare su di essi l’in-
questa fase l’obiettivo è quello di dare sovrastano la cima, a qualsiasi distanza tera produzione di legno ed ottenere in
progressivamente spazio agli individui si trovino dal suo piede. Lasciate invece minor tempo grossi fusti.
migliori, eseguendo delle operazioni di tutti gli individui di altezza nettamente Contrariamente a quanto visto con
selezione che nel periodo giovanile inferiore ad H che vegetano anche a po- gli sfolli, durante i diradamenti si effet-
prende il nome di sfollo (intervento sen- ca distanza dall’albero selezionato per- tua anche una certa raccolta di legna da
za raccolta di legname) e negli stadi suc- ché svolgono un’utile funzione di ac- ardere che rende economicamente meno
passivo l’intervento.
Anche nell’esecuzione dei dirada-
1 menti potete seguire alcune semplici re-
1
2 gole che facilitano l’operazione. Tenen-
Hfg 2 do presente quanto detto sulla scelta de-
gli alberi d’avvenire (vedi pag. 25),
comportatevi come segue:
– osservate prima il profilo longitudinale
Ht della chioma dei singoli alberi candidati:
se sono presenti foglie vive per un’altez-
Ht=altezza totale za inferiore alla metà di H (altezza tota-
Hfg=altezza della chioma (con foglie) le), vuol dire che la chioma comincia ad
1=albero candidato, da lasciare essere filata e che le va data luce;
2=albero da eliminare – tra gli alberi che competono lateral-
mente con l’albero candidato che si è de-
La corretta esecuzione dei diradamenti. La chioma dell’albero 1 è «filata» ciso di mantenere, agite, come al solito,
(Hfg è inferiore alla metà di Ht): è necessario togliere tra gli alberi limitrofi su quelli dominanti (alberi le cui chio-
quello (2) che maggiormente compete con l’albero candidato (in questo caso si me occupano lo stesso livello nel piano
elimina quello che comprime lateralmente la sua chioma) della cima), eliminando quelli che com-
primono maggiormente la chioma (vedi

26 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001


figura a pag. 26 in basso) del candidato.
Per seguire in modo attivo lo svilup-
po del vostro bosco eseguite un leggero
diradamento ogni 8-12 anni, agendo so-
prattutto sul piano dominante (dirada-
mento dall’alto) e lasciando invece un
ricco corteggio di individui dominati ad
accompagnare gli individui che sono
stati isolati.
Nel podere Silvaverde sfolli e dira-
damenti sono necessari soprattutto a ca-
rico delle matricine del ceduo composto
di Boscopiano ed in tutto il ceduo in-
vecchiato che avete deciso di convertire
ad alto fusto attraverso la tecnica della
matricinatura intensiva. Proprio in que-
sto caso sarà particolarmente importan-
te eseguire al momento giusto il dirada-
mento delle matricine che esercitano
concorrenza a carico degli alberi candi- Comparazione fra un albero forestale non potato (a sinistra) e uno potato (a de-
dati che avete individuato seguendo la stra): il primo potrà dare solo legna da ardere; nel secondo il fusto è diritto, pri-
tecnica descritta a pag. 25. vo di nodi e malformazioni, e potrà dare dell’ottimo legname da lavoro

Le potature Ricostituzione della cima degli alberi forestali


L’obiettivo è quello di ottenere fusti
di qualità, diritti e privi di difetti: 1° CASO. La gemma apicale è morta o ha
si ottiene con pochi interventi prodotto un getto poco vigoroso; più in
da effettuare nella fase giovanile basso lungo il fusto si manifestano delle
delle piante nuove cacciate molto vigorose: dopo aver
eliminato le altre, legate con del cordino
Scopo della coltivazione a fine pro- plastico da vivaista (tubolare ed elastico)
duttivo degli alberi d’alto fusto, nei bo- la cacciata migliore e più vigorosa all’as-
schi come negli arboreti da legno, è se centrale della pianta in modo da farle
quello di raccogliere del buon legname assumere una posizione eretta; troncate il
da lavoro, in grado di remunerare con il vecchio getto apicale poco sopra la lega-
suo prezzo il lungo lavoro di coltivazio- tura
ne del bosco.
Un fusto, per essere di qualità,
dev’essere diritto, cilindrico e privo di 2° CASO. La gemma apicale è morta o ha
difetti (carie, nodi, ecc.). La natura solo prodotto un getto poco vigoroso, ma la
raramente produce fusti «perfetti». È pianta ha reagito emettendo una rosetta
pertanto l’uomo che deve intervenire di rami vigorosi, nessuno dei quali è in
per formare un limitato numero di indi- grado di prendere il sopravvento assicu-
vidui, dando loro lo spazio sufficiente rando un corretto allungamento del fusto:
per accrescersi in modo vigoroso ed ar- a fine giugno, non appena i nuovi getti
monioso e potandone la chioma nelle fa- iniziano a lignificare, legate tra loro due
si giovanili. getti antagonisti e troncate il più debole o
La potatura degli alberi da legno si mal conformato appena sopra la legatura
differenzia nettamente da quella degli
alberi da frutto e ornamentali: suo obiet-
tivo è infatti quello di ottenere un albe-
ro dotato nella parte basale (primi 4-6
m) di un tronco diritto e privo di difetti
(vedi figura in alto).
La potatura degli alberi da legno vie-
ne divisa in due fasi:
1) tagli di formazione che servono a pro-
durre un tronco diritto;
2) tagli di produzione che servono ad ot-
tenere un tronco privo di difetti.
Normalmente i giovani alberi di gran
parte delle specie interessanti per la pro-
duzione di legname da lavoro tendono a
crescere diritti. La perdita della rettili-
neità può essere causata dal vento o dal- Corretta tecnica di taglio di un ramo laterale: viene rispettato il cercine che borda
la morte della gemma apicale a causa di il punto di inserzione del ramo; il piano di taglio è perpendicolare all’asse del ra-
gelate precoci o tardive, attacchi paras- mo stesso

SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 4/2001 27


Interventi di potatura
sulle piante forestali.
A sinistra: eliminazione
dei getti concorrenti
con la cima (1);
taglio dei rami
eccessivamente
vigorosi e con 1
portamento ascendente 2
(2); taglio delle
ramificazioni laterali
(al massimo fino ad un 3
terzo del fusto) (3).
A destra: il risultato 4
della potatura
5

Attrezzi occorrenti per una corretta po-


sitari, grandine. Con una serie di mani- di seguito molto sinteticamente quali so- tatura degli alberi da legno: 1-svetta-
polazioni e di tagli può essere facilmen- no le regole che dovete seguire per pota- toio; 2-cesoia a manico allungato; 3-se-
te ricostituita una chioma sostitutiva, re correttamente la parte basale del fusto ghetto a manico allungato; 4-forbice da
agendo come illustrato a pag. 27. di un albero da legno. Per mandarle più potatura; 5-seghetto a serramanico
Per favorire uno sviluppo vigoroso ed facilmente a memoria basta ricordare
armonioso del getto apicale si deve inol- che esse hanno sempre a che fare con il – iniziate a potare partendo dalla base
tre evitare che lungo il fusto si formino numero 3: del fusto, evitando di spogliare più di
rami troppo vigorosi, in grado di compe- – di regola lasciate tutti i rami laterali 1/3 del fusto: questo rapporto (2/3 con
tere con il getto apicale, provocandone (meno quelli, già ricordati, che possono rami - 1/3 senza rami) va mantenuto in-
l’allontanamento dalla verticalità. fare concorrenza con il getto apicale) fi- tervento dopo intervento, fino al rag-
Questi rami, caratterizzati in genere da no a che l’albero abbia raggiunto i 3-4 m giungimento della lunghezza voluta di
un angolo di inserimento sul fusto molto di altezza; fusto sramato (4-6 m a seconda della
stretto, vanno eliminati precocemente. – evitate però che i rami laterali possano specie, della fertilità della stazione, del-
Assicurata la formazione di un fusto superare, nel punto di inserimento sul la modalità di coltivazione);
diritto, si deve fare in modo che il futu- fusto, un diametro di 3-4 cm; se questo – in ogni caso non togliete mai, con un so-
ro tronco da lavoro sia privo di difetti. I avviene, eliminateli, ovunque essi si tro- lo intervento, più del 30% delle gemme.
principali derivano da tardiva e/o cattiva vino lungo il fusto (facendo eccezione, Rispettando queste regole normal-
eliminazione dei rami laterali. Vediamo al limite, con la prima regola); mente eviterete di produrre ferite da ta-
glio difficili da rimarginare ed eviterete
di provocare il riscoppio di succhioni
La potatura verde degli alberi forestali (rami originati da gemme dormienti)
lungo il fusto.
Nei giovani boschi o negli arboreti ricchi di specie a legname pregiato (ciliegio Altro aspetto a cui dovete porre mol-
selvatico, aceri, frassini, sorbi, tigli, olmi, ecc.), come quello realizzato su par- ta attenzione è la modalità di taglio dei
te degli ex prati di Boscopiano, la potatura degli alberi migliori è un’operazio- rami laterali (vedi foto a pag. 27).
ne di grande importanza, a cui è legato il futuro economico della superficie in- Le potature degli alberi forestali ven-
vestita a coltura legnosa. gono concentrate in due periodi princi-
Tradizionalmente il taglio dei rami viene effettuato durante il periodo del ripo- pali: da fine febbraio a fine marzo ed in
so vegetativo. Negli ultimi anni però anche nella coltivazione degli alberi da le- giugno-luglio (potatura verde).
gno si è andata diffondendo la pratica della potatura verde. Essa infatti presenta Il periodo durante il quale gli alberi di
numerosi vantaggi: per molte specie si riduce il rischio di contrarre infezioni a un popolamento forestale (arboreto da
causa delle ferite da taglio (ciò vale in modo particolare per il ciliegio selvati- legno o nucleo coetaneo) vengono pota-
co); in occasione della potatura invernale si può evitare di tagliare in un sol col- ti dura 10-15 anni; complessivamente ad
po la totalità dei rami da eliminare, rinviando alla potatura estiva l’elimina- ogni individuo, a patto che disponiate di
zione di una parte di essi; ripassando almeno due volte all’anno sugli stessi al- un buon reticolo di sentieri di manuten-
beri si ha occasione di controllare meglio l’insorgere di attacchi parassitari. zione e che eseguiate gli interventi al
I principi e le modalità di intervento della potatura verde sono gli stessi già vi- momento opportuno, non dedicherete
sti per la potatura invernale. Ponete particolare attenzione alla scelta degli at- più di 10-15 minuti. Il valore del legno
trezzi da taglio: in questa stagione, infatti, visto che gli alberi sono in attività che ritrarrete dal futuro tronco, per meri-
vegetativa, è più facile provocare il distacco della corteccia all’altezza del pun- to delle potature, aumenta di 2-5 volte:
to di taglio; in modo particolare evitate di utilizzare strumenti che provocano come si vede l’operazione di potare i fu-
schiacciamento della corteccia, quali le forbici ad un solo tagliente. sti degli alberi delle specie di pregio è
Il periodo migliore per l’esecuzione della potatura verde sta a cavallo del mese tutt’altro che inutile o eccentrica!
di luglio; in ogni caso dovrete cercare di intervenire prima della ripresa dell’at- Per eseguire la potatura degli alberi
tività di crescita che molte specie manifestano dopo un periodo di stasi estiva. forestali si utilizza una vasta gamma di
strumenti di taglio (vedi foto in alto). ❏

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