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I l bosco è stato per secoli una ricchezza per le popolazioni rurali che ne ricava-
vano il legname necessario per il riscaldamento, la cottura dei cibi, la costruzio-
ne di abitazioni, annessi rustici, attrezzi agricoli, mobilio e utensili di vario tipo.
Oggi, dopo mezzo secolo di sostanziale disinteresse, i piccoli e grandi boschi privati
italiani tornano ad essere guardati con rinnovata attenzione. E lo saranno ancor più
domani. Si pensi allo sviluppo della nuova filiera «legno-energia», in cui il legno pro-
dotto da certe specie diviene un competitivo combustibile per l’alimentazione di cal-
daie di nuova concezione.
Si consideri il crescente fabbisogno di legno di qualità prodotto dalle specie nobili,
Tagliare il bosco non vuol dire assai richiesto dal comparto artigianale e industriale.
distruggerlo, ma tagliarlo senza la Si pensi infine all’importanza di una corretta e lungimirante gestione forestale in
competenza necessaria può portare al molte situazioni di collina e di montagna che vedono nella valorizzazione estetico-
suo impoverimento e degrado.
Questa guida ci aiuta a conoscere ricreativa del bosco una possibilità per incrementare i redditi aziendali. In un’epoca
meglio i nostri boschi e ci insegna a di crisi dell’agricoltura e della zootecnia montane la coltivazione del bosco può aiu-
coltivarli conservandone ed anzi tare a mantenere viva l’economia di queste aree scongiurandone l’abbandono e ga-
incrementandone i valori produttivi, rantendo l’insostituibile funzione di manutenzione del territorio che solo gli agri-
protettivi, naturalistici e ricreativi. coltori possono fornire a vantaggio dell’intera comunità.
Disegno di copertina di Albano Moscardo
VITA IN CAMPAGNA
Mensile di agricoltura pratica e di educazione
ambientale
Direttore Responsabile: Alberto Rizzotti
Vice Direttore: Giorgio Vincenzi
Redazione: Giuseppe Cipriani, Silvio Caltran
Editore: Edizioni L’Informatore Agrario srl -
Via Bencivenga/Biondani, 16 - 37133 Verona
Presidente: Alberto Rizzotti
Vice Presidente: Elena Rizzotti 5 Il bosco, una risorsa da valorizzare
Amministratori delegati: Elena Rizzotti -
Pier Giorgio Ruggiero
Redazione: Via Bencivenga/Biondani, 16 - 7 Gli interventi preliminari per ottimizzare la gestione del bosco
37133 Verona - Tel. 045/597855 -
Telefax (045) 8009240 - Telex 481117 Infagr -
E-mail: vitaincampagna@informatoreagrario.it 13 Le utilizzazioni: ecco le regole
Internet: www.informatoreagrario.it per tagliare correttamente il vostro bosco
Abbonamenti: Direzione Rossana Rizzotti
Casella Postale 467 - 37100 Verona -
Tel. 045/8009477 - Telefax 045/8012980 20 Ecco come migliorare la produzione del vostro bosco
E-mail: abbonamenti.vic@informatoreagrario.it
Abbonamento annuale 2001: Italia L. 60.000; 29 La vendita del legname da lavoro e della legna da ardere
Estero (via normale) L. 95.000
Sono previste speciali quote di abbonamento
per studenti di ogni ordine e grado 31 La difesa del bosco familiare dagli incendi
Una copia L. 7.500 (arretrata il doppio,
per gli abbonati L. 10.000)
Conto corrente postale n. 11024379
34 Le azioni per salvaguardare l’ambiente
Pubblicità: Direttore Giuseppe Colombo e favorire la vita selvatica
Manfroni - Via Bencivenga/Biondani, 16 -
37133 Verona 37 Un bosco ben tenuto ed attrezzato
Tel. 045/8004578 - Telefax 045/8009378
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Stampa: Mediagraf spa - Noventa Padovana
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del 3-11-1982 - Sped. in A.P. - 45% - Art. 2
Comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Verona
Copyright © 2001 Vita in Campagna di 45 Schede tecniche di alcune specie arboree
Edizioni L’Informatore Agrario srl presenti nei boschi privati italiani
Vietata la riproduzione parziale o totale di testi
e illustrazioni - ISSN 1120-3005
50 Ecco a chi rivolgersi per avere assistenza
FEDERAZIONE ITALIANA EDITORI GIORNALI e per richiedere contributi
Una piccola azienda agroforestale per sfruttare le risorse offerte dal bosco
PIANO
BOSCO
BELLO 2 9
COLLE
2
4
1 8 7
3
VALLELARGA
5
A
ARG RIOFR 6
LEL ESCO
VAL
Legenda. 1-Bosco ceduo matricinato (ettari 3.75.00). 2-Bosco ceduo composto (ettari 3.10.00). 3-Bosco d’alto fusto (et-
tari 1.15.00). 4-Arboreto da legno piantato in ex prato. 5-Stagno per la pesca. 6-Centro aziendale. 7-Azienda agrituristi-
ca confinante. 8-Area pic-nic. 9-Percorso naturalistico-didattico-ricreativo
IANO
COP
BOS
1
LAGHETTO
DA PESCA
PIC EA
C
2
-NI
AR
SORGENTE
3 8
4
SCO
FRE
CENTRO
RIO
AZIENDALE
COLLEBELLO
5
7
SORGENTE
Superficie Bosco
Particella (ettari)
1 0.70.00 ceduo composto
VALLELARGA
L’assestamento
del bosco Il bosco ad alto
fusto (o fustaia)
Suddividendo la superficie di bosco è costituito da alberi
ceduo in diverse particelle nati da seme e
si ottiene una produzione distribuiti a gruppi di
costante nel tempo individui aventi circa
la stessa età
Con la collaborazione di un tecnico (coetanei)
forestale, dopo aver valutato la qualità
dei vari tratti di bosco (composizione,
età, stato sanitario, fertilità del terreno, cie di quel tipo di bosco). stabilito un turno medio di utilizzazione
pendenza, accessibilità), avete potuto Visto il tasso di accrescimento del di 21 anni. Ciò è in linea con le norme
stimarne la produttività (cioè di quante bosco e stabilita quella che è la dimen- che localmente regolano il taglio dei bo-
tonnellate di legno utilizzabile si accre- sione media ottimale dei polloni del bo- schi, le cosiddette Prescrizioni di massi-
sce annualmente ogni ettaro di superfi- sco ceduo che volete raccogliere, avete ma e di polizia forestale (PMPF) che po-
1 2 3
In colore sono evidenziati i fusti che vanno lasciati in piedi ad ogni taglio: sono sempre i meglio conformati, appartenen-
ti a specie in grado di produrre in futuro del buon legname da lavoro. 1-Primo intervento. Si lasciano tutte le matricine
(alberi nati da seme) e i polloni meglio conformati: in tutto 600-1.500 fusti per ettaro. 2-Secondo intervento. Dopo 10-20
anni si isolano ulteriormente i soggetti migliori lasciando 400-600 fusti per ettaro. 3-Terzo intervento. Il ceduo è ormai
convertito in fustaia; con i diradamenti si cerca di favorire la rinnovazione naturale del bosco.
Durante tutto il periodo di conversione il bosco continua a fornire legna da ardere in abbondanza
Tutti i polloni
vengono tagliati
allo scadere
del turno (t)
Prima Dopo
Allo scadere del turno
matricine
(t) vengono tagliati
(e=t) tutti i polloni
Ceduo matricinato
ad eccezione dei
meglio conformati
lasciati come
portaseme (matricine)
(e=t); vengono inoltre
polloni lasciati in piedi alcuni
polloni (e=t)
(e=t) giovani alberi nati da
seme. Vengono invece
tagliate le matricine
lasciate in piedi la
volta precedente (e=2t)
tronchi di matricina (e=2t)
Prima Dopo
matricina Allo scadere del turno
(e=t) (t) vengono tagliati
tutti i polloni e le
matricine di età pari
Ceduo composto
a tre-quattro
matricina polloni volte il turno
(e=2 o 3t) (e=t) (e=3t o 4t).
Vengono lasciati in
polloni piedi i giovani alberi
(e=t) nati da seme (e=t)
e le vecchie matricine
meno sviluppate
(e=2t o e=3t)
tronchi di matricina (e=3 o 4t)
Il taglio
del ceduo composto
Fornisce contemporaneamente
legna da ardere e tronchi
da lavoro
Il taglio
dell’alto fusto
Dalle specie pregiate si ricava
legname da lavoro Esbosco con l’ausilio del verricello forestale. Nei boschi cedui di montagna, su
e legna da ardere versanti ripidi serviti da strade forestali, conviene effettuare l’abbattimento di-
rezionato dei polloni concentrandoli lungo fasce orientate secondo le linee di
Allo stato attuale nella vostra pro- massima pendenza del versante. Una volta sramati vengono esboscati «lunghi»
prietà non vi sono vere fustaie di latifo- e depezzati successivamente nel luogo di raccolta della legna, oppure traspor-
glie. I tratti di bosco ceduo che vegeta- tati ancora «lunghi» fino al cortile di casa
no nella parte basale di Collebello, con
esposizione est e nord-est e su terreni
decisamente fertili e profondi, ricchi di gliare (3-10 tonnellate alla volta). della clematide, degli arbusti infestanti).
specie pregiate (ciliegio selvatico, acero La rinnovazione naturale da seme è Tra le giovani piante nate da seme ve
di monte, castagno, tiglio, olmo campe- stata abbondante e la vicinanza all’abi- ne sono numerose di bel portamento
stre), sono stati utilizzati negli ultimi 20 tazione ed alla strada vicinale di Val- che, a causa della serrata concorrenza
anni in modo irregolare, per soddisfare lelarga hanno permesso l’esecuzione di con il ceduo, hanno subito un’autopo-
piccole domande di legna a livello fami- regolari ripuliture (controllo del rovo, tatura (caduta naturale dei rami) sui
A sinistra. Un operatore aggancia alcuni tronchi abbattuti per formare un fascio che verrà esboscato con l’ausilio di un ver-
ricello forestale. A destra. Trattore con verricello durante il lavoro di esbosco
Fasi essenziali dell’abbattimento di un albero ad alto fusto. 1-Preparazione della tacca di direzione: si effettua prima un
taglio obliquo e successivamente un taglio orizzontale; l’angolo della tacca deve essere di 45°. 2-Effettuazione del taglio di
abbattimento sul lato opposto del tronco e poco sopra la tacca di direzione (la distanza tra il taglio e il livello della tacca
deve essere pari a circa un decimo del diametro (d) della pianta da abbattere). 3-Inserimento dei cunei per evitare lo schiac-
ciamento della catena della motosega. 4-Caduta del tronco direzionata dalla «cerniera» formata sulla tacca di direzione
primi quattro-sei metri di altezza e co- sciare, in occasione della prossima uti- di fatto come uno strato di accompagna-
stituiscono pertanto dei buoni «alberi lizzazione del ceduo, un numero molto mento basso di una giovane fustaia.
d’avvenire». elevato di matricine (600-700), scelte Con successivi diradamenti (vedi
Vista la situazione avete deciso di sia tra le piante nate da seme che tra i pag. 26) isolerete i soggetti migliori, av-
convertire questo tratto di bosco ceduo polloni meglio conformati. La fitta co- viandoli a costituire lo strato dominante
(ettari 1.15.00) in bosco ad alto fusto, pertura da esse esercitata provocherà in cui alla fine del turno, tra circa 50-70
adottando la tecnica della «matricina- una limitazione nel riscoppio delle cep- anni, rimarranno solo 80-100 alberi per
tura intensiva»: essa consiste nel rila- paie del bosco ceduo che si comporterà ettaro, di ottimo portamento e dal fusto
di grande valore.
Approfittando del fatto che il ceduo
La dotazione antinfortunistica era stato utilizzato negli ultimi 30 anni
su piccole superfici di 1.000-2.000 me-
e il corretto uso di macchine e attrezzature tri quadrati, seguirete ogni tratto di futu-
ro bosco d’alto fusto in modo indipen-
Spesso si tende a sottovalutare il tema della sicurezza dei lavori forestali con la dente, assecondando la fase evolutiva in
conseguenza che in Italia sono ancor oggi frequenti incidenti gravi o gravissi- cui si trova.
mi. Nei piccoli cantieri di utilizzazione, condotti direttamente dal proprietario In tal modo il bosco alla fine risulterà
e da suoi coadiuvanti, di fondamenta- disetaneo a gruppi, sarà cioè coetaneo
le importanza è la dotazione di dispo- (tutti gli individui hanno la stessa età)
sitivi di protezione individuale: casco, 3
all’interno di ogni piccola area ma dise-
protezioni per la vista e per l’udito, taneo nel suo complesso, con nuclei di
guanti ed indumenti anti-taglio, scar- alberi di età variabile entro un arco di 30
poni o stivali con suola e puntale di anni.
acciaio. 1 Questo tipo di struttura del bosco per-
Oramai presso i rivenditori di motose- mette di avere i vantaggi della fustaia
ghe è comune trovare l’intera dotazio- coetanea (tronchi regolari di elevato va-
ne necessaria per lavorare nel bosco lore, facile gestione, utilizzazioni con-
in sicurezza. L’uso di macchine sempre centrate) e quelli della fustaia disetanea
più efficienti ma nel contempo com- (elevata stabilità ecologica, grande valo-
plesse (trattori, rimorchi a ruote mo- re naturalistico, elevata produttività) e si
trici, verricelli, gru a cavo, motoseghe, presta particolarmente bene per la gestio-
paranchi, ecc.) richiede inoltre ne delle fustaie di latifoglie poste all’in-
un’adeguata preparazione. terno delle piccole proprietà private.
Il «fai da te» per quanto riguarda Si prevede mediamente di ritornare
l’istruzione è oggi possibile, vista la con i tagli ogni 8-12 anni entro la parti-
crescente disponibilità, anche in lin- cella destinata a diventare un bosco d’al-
gua italiana, di manuali che insegnano to fusto per seguire in modo dinamico
il corretto utilizzo delle macchine e 2 l’evolversi della situazione.
delle attrezzature forestali; è comun- Per ora in questo tratto molto pregia-
que sempre vivamente consigliato par- to del vostro bosco è necessario esegui-
tecipare a giornate ed a corsi di for- re solo delle ripuliture (vedi pag. 23),
mazione e di dimostrazione, durante i delle potature (vedi pag. 27), degli sfol-
quali si ha la possibilità di incontrare Attrezzatura antinfortunistica da li (vedi pag. 26) e dei diradamenti (vedi
personale tecnico qualificato ed in utilizzare quando si impiega la pag. 26). Il materiale che ne ricaverete
grado di trasmettere in modo ordinato motosega. 1-Tuta e guanti antitaglio. per ora sarà costituito principalmente da
le nozioni necessarie per lavorare in 2-Calzature con puntale di acciaio. legna da ardere; solo tra una ventina di
sicurezza nel bosco. 3-Casco con visiera e cuffie anni comincerete a ritrarne anche i pri-
mi fusti da lavoro. ❏
Arricchimento. Consiste nella messa a dimora di nuclei di Sottopiantagione. Consiste nella messa a dimora di nuclei
giovani piante di specie pregiate nelle zone più fertili, dopo di giovani piante di specie pregiate all’interno di un popo-
un’utilizzazione forestale, per migliorare il valore del bosco lamento forestale rado per migliorarne la composizione
ed alberi a sviluppo rapido) che coprono o sono di grande interesse produttivo e Vista la prossimità di un’area ricrea-
rapidamente il terreno e creano un bene- naturalistico (carpino nero, ciavardello); tiva, utilizzate un modulo di impianto
fico ombreggiamento laterale. 2) imboschimento di alcuni ex prati che misto, piantate a file leggermente ondu-
Con i successivi sfolli e diradamenti hanno perso ogni valore produttivo nel- late in modo da eliminare lo sgradevole
(vedi pag. 26) regolerete debitamente la la zona di Boscopiano, nei pressi della allineamento degli alberi, utilizzate co-
presenza delle specie di accompagna- futura area attrezzata a pic-nic. È me specie principali alberi di elevato va-
mento in modo che non risulti dannosa importante, per usufruire dei fi- lore produttivo ma nel contempo esteti-
per le specie principali. nanziamenti del Piano di sviluppo rura- camente piacevoli quali il ciliegio selva-
le, che effettuiate la domanda di imbo- tico, il tiglio nostrale, il ciavardello, ac-
Distanza dagli alberi circostanti. Sal- schimento prima di iniziare i lavori e compagnandole con arbusti di valore
vo che nel caso delle sottopiantagioni, che i terreni imboschiti siano stati lavo- estetico e naturalistico adatti alle locali
evitate di piantare a meno di 8-10 metri rati (almeno sfalciati) fino all’anno pre- condizioni ecologiche (ciliegio di S. Lu-
dal piede degli alberi adulti che circon- cedente a quello di impianto. cia, sambuco).
dano la radura o il terreno da imboschi-
re e state comunque fuori dall’area di
proiezione delle loro chiome. Preferite piantine di origine locale
Cosa non imboschire. Se la conserva- Potendo scegliere, è sempre bene utilizzare piantine forestali originate da semi
zione della natura è per voi un impor- o da talee raccolti in popolamenti «locali». La scelta è dettata da due impor-
tante obiettivo, lasciate prive di alberi tanti motivazioni:
alcune radure, i margini dei sentieri, le 1) le piantine di origine locale (indigena), essendo meglio adattate alle condi-
zone prossime ai piccoli corsi d’acqua, zioni ecologiche (terreni, clima, parassiti) del posto, in genere danno migliori
agli acquitrini ed agli stagni, alle zone risultati di quelle di origine non locale (alloctona);
caratterizzate da rocce affioranti. 2) mettendo a dimora piantine di origine locale si evita un grave fenomeno in-
Arricchite invece di specie arboree dicato come «inquinamento genetico» che si origina ogniqualvolta ecotipi (raz-
ed arbustive produttrici di fiori e di frut- ze che si distinguono per particolari adattamenti ecologici) o sottospecie alloc-
ti le zone di margine, creando sempre un toni hanno l’opportunità di incrociarsi con l’ecotipo locale di una specie indi-
«orlo» tra il bosco ed i campi coltivati gena, generando individui a patrimonio genetico ibrido, normalmente meno
(vedi figura a pag. 35). adatti a resistere alle avversità ambientali di quelli locali, selezionati dalla na-
tura in migliaia e migliaia di anni.
Marcatura delle giovani piantine. Per L’inquinamento genetico può dunque diminuire il grado di adattamento delle
facilitare il reperimento delle piantine specie impiegate nei vostri impianti all’ambiente che le circonda, provocando,
durante le ripuliture dei primi anni dopo nella peggiore delle ipotesi, la scomparsa a livello locale degli ecotipi selvatici
l’impianto, marcate il sito di impianto di delle specie da voi impiegate. Purtroppo ciò non è «teoria». Esistono casi mol-
ogni piantina con una piccola canna di to significativi nel mondo animale di scomparsa degli ecotipi locali a causa del-
bambù (altezza 1,5 metri, diametro 0,5 la improvvida introduzione di individui appartenenti a razze esotiche: vedi il ca-
cm) con la sommità colorata di rosso. so della lepre italica e del cinghiale maremmano.
Nel caso del podere Silvaverde gli in- Per scegliere gli individui per i futuri impianti sarà dunque opportuno rivolgersi
terventi di impianto artificiale da ese- solo a vivaisti di fiducia che, onestamente, rispondano alla vostra domanda cir-
guire nei prossimi anni sono due: ca l’origine delle piantine vendute. Alcuni vivai pubblici e privati di alcune re-
1) rinfoltimento delle aree più degrada- gioni italiane recentemente si sono dati norme di autoregolamentazione che
te del ceduo matricinato di Collebello: prevedono tra l’altro che l’origine delle piantine prodotte sia solo «locale».
eseguitelo in occasione dei tagli del ce- L’impiego di piantine di origine locale è in definitiva un modo indiretto ma effi-
duo, effettuando un impianto a gruppi cace per realizzare impianti che riescano bene, permettendo così di risparmiare
con piantine delle specie che hanno denaro (minor necessità di effettuare dei risarcimenti; più rapido sviluppo in gio-
maggiori problemi di disseminazione ventù; minor bisogno di lottare contro le avversità climatiche e biologiche).
(specie a seme grosso come la roverella)
A B
altezza
altezza superiore a
di circa 3-4 metri
3-4 metri
5m
7m
5m
7m
La selezioni degli alberi di latifoglie (querce, frassini, faggi, castagni, aceri, ecc.) per l’avvenire. A-Quando l’altezza
si aggira intorno ai 3-4 metri, potrete cominciare a selezionare 400 fusti per ettaro (vale a dire un albero ogni 25 metri
quadrati), scelti tra i più diritti, vigorosi e sani (alberi candidati), mantenendo se possibile una certa mescolanza tra più
specie di pregio (almeno 2-3) e conservando comunque attorno ad essi una vegetazione «di accompagnamento» costitui-
ta da arbusti e alberi di specie secondarie (per chiarezza non riportate nel disegno). B-Quando l’altezza media supera i
3-4 metri potrete lasciare circa 200 alberi candidati per ettaro.
Al di là dei 6-10 metri di altezza lascerete solo gli alberi d’avvenire. Il loro numero varia a seconda delle specie dominanti
(vedi testo)
4 4
d = 1/3 H
La corretta esecuzione degli sfolli. 1-Albero candidato, da lasciare. 2-Albero di valore da eliminare perché in competi-
zione con l’albero candidato: la distanza d è minore di un terzo dell’altezza H dell’individuo scelto. 3-Albero di nessun
valore, in competizione con l’albero candidato, da eliminare: anche se la distanza d è maggiore di un terzo dell’ altezza
H dell’individuo scelto, la sua chioma lo sovrasta e ne limita lo sviluppo. 4-Vegetazione di accompagnamento
avere un valore per l’avvenire, lascian- cessivi prende il nome di diradamento compagnamento.
do spazio soprattutto a quelli delle spe- (intervento con raccolta di legname). Per eseguire gli sfolli avvaletevi an-
cie più pregiate e nel contempo meglio Nei boschi d’alto fusto questi inter- cora del reticolo dei sentieri di manu-
adatte alla stazione; venti riguardano l’intera superficie; nei tenzione. L’operazione va eseguita a ca-
– ripassate per la stessa superficie in cedui matricinati e composti invece so- denza di 2-5 anni.
senso opposto (ritorno) per confermare no concentrati attorno alle matricine:
o modificare la selezione che è stata fat- normalmente infatti non ha senso dedi- I diradamenti. All’interno di una stes-
ta. A questo punto marcate con un pun- care tempo alla scelta dei polloni da sa superficie di bosco la produzione to-
to di colore tutte le piante che sono sta- conservare sulle ceppaie, lasciando che tale di legno (tonnellate di sostanza sec-
te confermate. sia la selezione naturale ad eliminare ca o metri cubi di legname prodotti an-
quelli meno vigorosi. nualmente) dipende dalla fertilità del
Gli sfolli (selezione degli individui nei Nell’esecuzione degli sfolli potete suolo, dalle specie presenti, dall’età me-
giovani popolamenti). Quando la chio- seguire una pratica facile da memoriz- dia degli alberi ma è indipendente dal
ma dei polloni e dei giovani individui zare: individuato un soggetto da favori- numero di alberi.
nati da seme riesce finalmente a coprire re di altezza H, si sopprimono attorno a Con i diradamenti, proseguendo
completamente il suolo ed a controllare lui tutti gli individui che competono con l’opera avviata con gli sfolli, nei boschi
lo sviluppo della vegetazione erbacea ed la sua cima e che si trovano a distanza coetanei o nei nuclei coetanei dei boschi
arbustiva infestante si entra in una lunga inferiore ad 1/3 di H (vedi figura in al- disetanei a gruppi, si riduce progressi-
fase di «manutenzione ad intensità ri- to). Contemporaneamente eliminate an- vamente il numero degli alberi candida-
dotta» del popolamento forestale. In che gli individui di nessun valore che ti in modo da concentrare su di essi l’in-
questa fase l’obiettivo è quello di dare sovrastano la cima, a qualsiasi distanza tera produzione di legno ed ottenere in
progressivamente spazio agli individui si trovino dal suo piede. Lasciate invece minor tempo grossi fusti.
migliori, eseguendo delle operazioni di tutti gli individui di altezza nettamente Contrariamente a quanto visto con
selezione che nel periodo giovanile inferiore ad H che vegetano anche a po- gli sfolli, durante i diradamenti si effet-
prende il nome di sfollo (intervento sen- ca distanza dall’albero selezionato per- tua anche una certa raccolta di legna da
za raccolta di legname) e negli stadi suc- ché svolgono un’utile funzione di ac- ardere che rende economicamente meno
passivo l’intervento.
Anche nell’esecuzione dei dirada-
1 menti potete seguire alcune semplici re-
1
2 gole che facilitano l’operazione. Tenen-
Hfg 2 do presente quanto detto sulla scelta de-
gli alberi d’avvenire (vedi pag. 25),
comportatevi come segue:
– osservate prima il profilo longitudinale
Ht della chioma dei singoli alberi candidati:
se sono presenti foglie vive per un’altez-
Ht=altezza totale za inferiore alla metà di H (altezza tota-
Hfg=altezza della chioma (con foglie) le), vuol dire che la chioma comincia ad
1=albero candidato, da lasciare essere filata e che le va data luce;
2=albero da eliminare – tra gli alberi che competono lateral-
mente con l’albero candidato che si è de-
La corretta esecuzione dei diradamenti. La chioma dell’albero 1 è «filata» ciso di mantenere, agite, come al solito,
(Hfg è inferiore alla metà di Ht): è necessario togliere tra gli alberi limitrofi su quelli dominanti (alberi le cui chio-
quello (2) che maggiormente compete con l’albero candidato (in questo caso si me occupano lo stesso livello nel piano
elimina quello che comprime lateralmente la sua chioma) della cima), eliminando quelli che com-
primono maggiormente la chioma (vedi