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Presentation

Slowzine N° 15
Maggio 2023

Slow food e domini collettivi

Cendou Enrica e Sabrina Pasquali


Sostenibilità nelle terre Alte.
Antropologia e cultura dei domini collettivi
SloowFood e Domini Collettivi si trovano legati da un linguaggio e un agire comune fatto di
collaborazione, cura, riscoperta della storia e cultura locale, sostenibilità, rispetto per
l’ambiente e le persone.
Terre alte: luoghi di ibridazione culturale. Identità differenti che si contaminano fra loro

Trentino: identità complessa, stratificata, ricca socialmente e creativa

Le collettività alpine si sono “adattate” ad un ambiente non sempre accogliente (zone di


confine, di passaggio, limite) e hanno saputo creare territori di vita

Economia complessa: proprietà privata


proprietà pubblica
domini collettivi (prima autonormati ora tutelati dalla costituzione
con la L168/2017)
Sostenibilità delle Terre Alte riguarda la relazione natura-cultura che l’uomo ha stabilito
con il territorio su cui vive e da cui trae sostentamento.

La Natura diventa partecipe del benessere dell’uomo, non è solo un oggetto da sfruttare ma
un elemento vivo da proteggere e tutelare. Uomo e natura non sono elementi separati ma
uniti in un sistema collaborante.
Un esempio di questo rapporto virtuoso Natura-Cultura è rappresentato dai Domini collettivi
(A.S.U.C., proprietà collettive, assetti fondiari collettivi, Regole, famiglie di orginari)
sono gestiti da persone che dialogano democraticamente fra di loro
governano il territorio del proprio demanio conservandolo, migliorandolo e valorizzandolo
per il bene della comunità
sanno mediare tra tradizione e innovazione
creano ambienti vivi e vitali
proteggono il territorio comune, regolamentano l’uso delle risorse tenendo conto delle
generazioni future

I domini collettivi governano le funzioni territoriali poiché l’attività umana è legata la


territorio per il soddisfacimento dei bisogno primari.

Bisogna creare reti di fraternità in cui il bene comune viene prima dell’individualismo
La legge 168/2017 per i territori di vita
Legge 168 del 20/11/2017: - riconosce i domini collettivi
- costituita da soli 3 articoli
- formulata da Paolo Grossi (costituzionalista)
- tratta di proprietà, ambiente, lavoro, diritti della persona
sovranità e autonomia delle persone

attua la Costituzione della Repubblica Italiana (art. 2,9,42,43) ed è una legge attuativa:
art. 2: diritti fondamentali dell’uomo e delle formazioni sociali
art. 9: promozione culturale, tutela paesaggio e ambiente anche per le generazioni future
art. 42: riconoscimento proprietà privata di cui quella collettiva è espressione
I domini collettivi sono gruppi di individui che si esprimono socialmente e gestiscono la
proprietà collettiva che diventa “territorio di vita” perchè necessario alla vita.

Proprietà collettiva è: inalienabile, indivisibile, inusocapibile


proprietà delle persone che ci vivono, che l’anno sempre tutelata,
normata e gestita in autonomia
I domini collettivi possono autogovernarsi autonomamente (tutela, gestione e godimento del
territorio) e questo ordinamento è preesistente allo Stato e riconosciuto dallo Stato.
Luoghi di vita (terra) e Persone (umanità) fanno parte dello stesso sistema e sono
indivisibili.
I luoghi di vita non sono un oggetto su cui esercitare la propria volontà ma una condizione
per la vita da tutelare, rispettare e consegnare alle generazioni future.
Negli assetti fondiari collettivi la RES (cosa) è qualcosa di vitale e vivo che dà sussistenza
alle persone che la coltivano, la valorizzano e la proteggono per trasmetterla alle generazioni
future

Il rapporto tra persone e terra è COMPLESSO e non riguarda solo quanto si può ricavare da
essa come risorsa.

Riguarda il rapporto di una intera comunità.

Non è solo un rapporto: - economico


- tecnico-agronomico
ma anche: - spirituale
- culturale

La relazione forte che si crea fra uomo e terra è paragonabile ad un sentimento e fa parte
del costume e della storia di luoghi e persone.
I territori di vita e l’ICCA Consortium
Globalizzazione e sfruttamento natura porta alla morte perchè si va a distruggere l’ambiente
naturale in cui viviamo che è anche fonte di sostentamento.

CBD: Convenzione delle Nazioni Unite sulla Biodiversità


Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici

ICCA Consortium: associazione informale nata circa 30 anni fa. Nel 2010 si è costituita
come associazione globale.

SCOPO:
recuperare rapporto virtuoso tra le comunità locali e il loro territorio;
promozione di politiche pubbliche a sostegno di comunità attive
difesa dei leader indigeni e locali a rischio per il loro attivismo
documentare i modi in cui le diverse comunità difendono e preservano l’ambiente a livello
mondiale

L’associazione opera per grandi regioni a livello del globo che vengono coordinate da
Segretario e Council

Le comunità locali hanno sempre utilizzato e conservato le risorse per le generazioni future
molto meglio di altre forme di tutela (parco nazionale etc.)
Usi civici e proprietà collettive
nel territorio EUREGIO

Progetto S.I.C.O. (Social Impact on Collective Properties) dal 2019 al


2021
misurazione dell’impatto sociale e ambientale dei domini collettivi sui
territori di: Trentino, Alto Adige e Tirolo
Promosso da Università di Trento, Università di Bolzano, Accademia
Austriaca delle Scienze di Vienna
le aree analizzate sono destinate a pascolo e bosco

Le proprietà collettive e gli usi civici che gestiscono l’ambiente e usufruiscono dei frutti
hanno lo scopo di conseguire il bene comune.

L’economia si è sviluppata e non è rimasta solo legata ad attività agro-silvo-pastorali ma ha


risvolti anche nel settore turistico.

Lo studio evidenzia i risultati economico, sociali e ambientali derivati dalla gestione di


questi enti in un contesto di economia più complessa cresciuta nel tempo
Lo SCOPO del Progetto S.I.C.O. è:
individuare problematiche gestionali e riguardanti l’ambiente (sviluppo e tutela )
trovare le modalità per promuovere un miglioramento

Progetto S.I.C.O.
ha individuato dei casi studio nei territori di Trento, Bolzano e Innsbruck
nel territorio di Trento sono stati individuati i casi pilota poi replicati negli altri 2
territori
metodologia trentina svolta attraverso:
- analisi documentazione data dall’associazione delle A.S.U.C.
- analisi documentazione di 2 A.S.U.C. specifiche
- raccolta dati attraverso interviste a persone coinvolte nelle attività delle A.S.U.C.
- codifica di documenti e interviste per individuare dati rilevanti

Applicazione metodologia nelle altre 2 aree ha portato a:


sviluppo matrice di indicatori economici, sociali e ambientali
raffinare la matrice per verificarne l’utilizzabilità
condividere la griglia con gli enti studiati per fornire dati utili alle organizzazioni
RISULTATO:
matrice di indicatori concretamente utilizzabile da proprietà collettive e A.S.U.C.
questa matrice comprende 5 macroaree: istituzionale, sociale, ambientale,
comunicazione ed economia
gli indicatori sono stati suddivisi in fondamentali (46) e opzionali (91)

Esempi di indicatori:
istituzionali: numero dei membri, numero dei membri che partecipano alla gestione,
numero di collaborazioni con altre istituzioni del territorio
ambientali: porzioni di territorio appartenenti ad aree protette, porzioni a pascolo,
porzioni per attività turistiche, numero alberi piantati, legname ricavato, sentieri
sociali: numero volontari e ore di volontariato dedicate a gestione territorio, numero
membri che beneficiano legname da costruzione per prima casa, terreno o immobili usati
per la comunità
comunicazione: numero eventi realizzati per la comunità, numero partecipanti agli eventi
economici: ricavi e costi, entrate e uscite, fondi ottenuti

La matrice restituisce un quadro completo sull’attitudine a produrre valore per la


comunità promuovendo una gestione sostenibile del territorio.

Questo studio può essere di aiuto per gli enti per mostrare i propri risultati qualora richiesti
da altre istituzioni
Associazione provinciale delle A.S.U.C.
Nata nel 1987 durante una assemblea a Gardolo
Scopo: riavvicinare l’associazione all’amministrazione provinciale
Comitato con 9 membri: - rappresentanti dei territori del Trentino
- alcuni esperti
L’associazione promuove il lavoro di squadra (come una famiglia)

Organizzano interventi conoscitivi nelle scuole: oltre a spiegare cosa sia un’A.S.U.C.
(Amministrazione Separata Usi Civici) fanno conoscere la natura, la toponomastica, la storia
locale. Hanno avviato la pubblicazione A.S.U.C. notizie.
Hanno organizzato formazione per conoscenza catastale, tavolare, governance, responsabilità
civile.
Partecipano ad alcune commissioni legislative provinciali: - urbanistica
- gestione grandi carnivori
- foreste
- grandi derivazioni elettriche
Carattere di tutela ecologica, sociale, culturale ed economica attraverso:
difesa delle acque
tutela ambiente e montagna
salvaguardia paesaggio silvo-pastorale Rapporto gente-territorio
equilibrato sviluppo urbanistico
Associazione provinciale delle A.S.U.C.
problemi e soluzioni collettive
Le A.S.U.C. trentine hanno attraversato periodi critici in questi ultimi anni:
VAIA - impoverimento dovuto alla mancanza di introiti e contributi per i danni
COVID19
Bostrico
Concessioni delle derivazioni d’acqua

Legge 168/2017 ha ribadito la capacità di autonormazione dei domini collettivi.

I domini collettivi non hanno però potere esecutivo ma solo di convincimento rispetto a chi
detiene il potere e può prendere le decisioni.
Se le singole A.S.U.C. sosterranno l’Associazione Provinciale si potrà pensare di ottenere
maggiori benefici per i territori comuni.

PRIORITA’: - difendere la proprietà collettiva,


- tutelare il territorio,
- governare il territorio secondo logiche razionali

La comunità ha la capacità e il diritto di autogovernarsi


Rover Carbonare : 2 donne
Selene Signorini: 35 anni
ha aperto un laboratorio del vetro in paese
ha viaggiato molto per il mondo alla ricerca delle
Commons e le ha ritrovate proprio a casa.

Queste 2 ragazze erano ancora poco più che ventenni quando sono entrate a
far parte del Comitato dell’A.S.U.C. locale. Si occupano di gestire i beni
collettivi nella frazione e partecipano attivamente alla vita della comunità.
Selene vorrebbe tutelare alcune piante del territorio perchè diventino le
“piante madri”.

Queste 2 ragazze rappresentano un esempio virtuoso di come la comunità


abbia dato fiducia a 2 giovani donne, la nuova generazione, per preservare e
trasmette il passato (ambiente, storia) e costruire un nuovo futuro
collettivo. Loro hanno ricambiato mettendo la loro fiducia nella comunità.

Lara Simonazzi: 31 anni


ha aperto un laboratorio di produzione di cioccolato e gelato
arte appresa da zio e padre.
E’ stato il padre a spingerla a candidarsi per l’A.S.U.C.
Rover Carbonare
Rover e Carbonare sono 2 frazioni del Comune di Capriana
I toponimi derivano dalla vegetazione arborea costituita da Rovere e dell’attività di
produzione di Carbone di legna.

Queste 2 frazioni hanno una storia antica.


Il territorio di Rover Carbonare confinava con la Regola di Anterivo Alterei (con giurisdizione
autonoma), con la Regola di Castello e con la Regola di Capriana (con giurisdizione tirolese).

Il territorio di Rover Carbonare apparteneva alla Magnifica Comunità di Fiemme ed aveva


pertanto Giurisdizione Vescovile.

Sono pervenuti diversi documenti di concessione del territorio ai privati detti documenti di
investitura. Il primo risale al 1339.
Da tali documenti si evince: - la descrizione molto precisa del territorio concesso
- la durata della concessione (prima 29 anni, poi da fine 1500
19 anni)
- l’entità del canone di affitto (7 lire)
- ad ogni rinnovo dovevano versare 1 libbra di pepe nero
- avevano l’obbligo di mantenere agibile e funzionante il tratto di
strada tra Castello e Capriana ricadente nella proprietà
- rifocillare anche con vino le persone che partecipavano alle
rogazioni
Rover e Carbonare non si strutturò mai come Regola ma ebbe solo un Colonnello come
rappresentante collettivo.

“Il dominio collettivo è un sistema dato dalla combinazione di 2 sotto-insiemi:


collettività e demanio collettivo” Pietro Nervi

Collettività sono Rorederi e Carbonaieri


Demanio collettivo sono 150 ettari della Comunità di Rover Carbonare
Il legame intimo e affettivo tra questi 2 insiemi ne fa una unità.

Le collettività sono da secoli proprietarie e custodi capaci dei loro beni collettivi e questo
non viene sempre compreso da chi non ne fa parte.

L’A.S.U.C. è stata fondata ufficialmente nel 1952 a seguito della legge liquidatoria.
Tale costituzione non ha consentito di rispettare appieno la libertà e autonomia statutaria che
veniva esercitata in passato.

E’ solo grazie alla legge 168 del 2017 che è stato riconosciuto alle comunità l’indipendenza
nella gestione del proprio patrimonio materiale e immateriale.
Rumo Val di Non
Frazion de Mossanic
Se uno deve o doveva raccogliere tronchi e ramaglie all’interno del bosco, o
usufruire dei prati deve chiedere il permesso al Capofrazione e al Sautar
(guardia bosco).

Una volta le pratiche per ottenere i permessi per raccogliere in quel determinato
luogo si facevano nella cucina del Capofrazione, e con essi ci sono anche quattro
consiglieri eletti a scrutinio segreto, essi parlavano e progettavano con i sindaci
un tempo e come ora ai giorni nostri.

Il Capofrazione era come un “Pater Familias”.

Nel 1965 veniva convocata l’assemblea del Consorzio di Miglioramento fondiario di Lanza e
Mocenigo.
Monte Bondone
Il Comitato A.S.U.C. di Sopramonte
Il comitato A.S.U.C. si è costituito il 14 luglio 1952.

Nel decreto di assegnazione delle terre, emanato dal Commissario agli Usi Civici, troviamo la
seguente dicitura: «Quanto all’origine di dette terre, esse appartengono alla nominata frazione
da immemorabile tempo. Nel libro fondiario il diritto di proprietà appare intavolato alla
frazione».

La costituzione del Comitato A.S.U.C. ha permesso la gestione diretta dei beni collettivi e
diverse azioni si sono concentrate sulla ricostruzione e il miglioramento del patrimonio
silvopastoriale, compresi boschi, prati, strutture e strade.

La Comunità di Sopramonte possiede proprietà collettive di circa 970 ettari di terre, tra cui
740 ettari di bosco e 214 di prati, due malghe con pascoli, un comparto storico di S. Anna e
diverse baite.

Dal 2016, il Comitato A.S.U.C. ha finanziato degli scavi archeologici medievali in


collaborazione con la Soprintendenza per i beni culturali e l'Università di Padova, che hanno
coinvolto studenti nazionali e internazionali. Sono stati ritrovati i resti dell'antico monastero
e del cimitero. La salvaguardia del territorio è un compito importante delle comunità, anche
attraverso il Comitato A.S.U.C. I beni collettivi sono accessibili a tutti senza recinzioni, ma
per conservarli è necessario confermarne il possesso e la diretta gestione, realizzando un
presidio di controllo sul territorio.
Monte Bondone
Il Comitato A.S.U.C. di Vigolo Baselga
Il Comitato A.S.U.C. è composto da cittadini eletti dai censiti per gestire i beni collettivi
della frazione, tra cui una malga, tre baite e beni agrosilvopastorali a Vigolo Baselga. La
comunità ha costituito il comitato A.S.U.C. per affrontare questioni ambientali importanti.

La comunità ha costituito il comitato A.S.U.C. per gestire la proprietà collettiva che il Comune
di Trento ha iniziato a sgretolare costruendo manufatti e prendendo decisioni sulla gestione
delle risorse silvopastorali senza coinvolgere la comunità titolare. Ad esempio, è stato
proposto di costruire un parcheggio di 100 posti auto e un parco giochi su territori in
proprietà collettiva. La motivazione principale è stata la preoccupazione per la questione
ambientale.

Nel 2006 viene costituito il comitato A.S.U.C.

Il comitato A.S.U.C ha effettuato interventi per mantenere la biodiversità dei 250 ettari di
prati e bosco, recuperando vecchie radure per gli ungulati e pulendo il terreno ogni anno per
evitare che il bosco sopraffaccia il resto. Questo favorisce la varietà nell'ecosistema e nel
paesaggio per il benessere e la bellezza.

Nel XVI secolo la comunità di Vigolo ha stilato una Carta di Regola che oggi è conservata
presso la Biblioteca Comunale. Gli statuti dimostrano come la comunità gestiva in modo
sapiente il patrimonio agrosilvopastorale del Bondone, che è giunto fino ai giorni nostri.
Monte Bondone
Il Comitato A.S.U.C. di Baselga del Bondone
Il Comitato A.S.U.C. è stato creato nel 2009 in risposta alla questione del campeggio di
Mezzavia, che si trova su terreni di proprietà della frazione di Baselga del Bondone,
precedentemente gestiti dal Comune di Trento.

La Legge Provinciale 6 del 14 giugno 2005 stabilisce che le modifiche urbanistiche che
riguardano i beni frazionali debbano essere condivise con l'ente gestore. Tuttavia, in alcuni
casi, gli aventi diritto vengono chiamati a discutere dei progetti solo quando questi sono già
stati presentati o sono in fase di esecuzione. Nel 2019, questo passaggio ha permesso ai
comitati A.S.U.C. di bloccare l'inserimento di un bacino di innevamento destinato agli impianti
sciistici nella piana delle Viote nel PRG.

Gli impiantisti stanno proponendo di creare un bacino di accumulo d'acqua alle Viote sulla
montagna del Bondone, mediante l'utilizzo di acqua pompata dal fondovalle, nonostante i costi
ambientali e la resistenza dei comitati A.S.U.C. La politica e la società civile devono sostenere
la battaglia dei comitati per proteggere l'ambiente.

Il valore della Comproprietà Intergenerazionale per la Governance Ottimale


La legge 168/2017 riconosce la comproprietà intergenerazionale della proprietà collettiva.
Questo sottolinea l'importanza di mantenere una relazione continua con le generazioni future
nelle scelte di governance. È essenziale pensare con saggezza e razionalità per garantire la
sostenibilità a lungo termine.
Miola
Il Comitato A.S.U.C. di Miola, parte di Baslega di Piné, ha subito danni dalla tempesta VAIA e
ora sta affrontando la pressione del bostrico. In aggiunta al taglio del legname, si sta
svolgendo un'importante operazione di ripristino a pascolo per permettere ai terreni di
rinascere e essere utilizzati dalle aziende agricole.
Il comitato locale collabora con altre associazioni, come La Grènz de Miola, per realizzare
iniziative e pubblicazioni. La Baracca La Casara, una struttura antica per il ricovero degli ovini
e la produzione di formaggi di pecora, è di proprietà collettiva.
La Baracca La Casara è stata ristrutturata negli anni novanta dal comitato A.S.U.C. e ora è un
bivacco coperto per chi è di passaggio.
Ogni anno viene organizzata la giornata ecologica che coninvolge tutta la comunità e altri
comuni limitrofi partecipano più di 150 volontari, e la maggior parte sono giovani.
Il 23 maggio di ogni anno c’è la festa degli alberi che coinvolge i bambini più piccoli e da
poco ai bambini viene fatta anche conoscere la storia e le norme del loro territorio
Cloz
Dopo due anni di lavoro e di raccolta firme, il comitato promotore A.S.U.C. è
riuscito a costituire l'A.S.U.C. di Cloz grazie al referendum del 13 giugno 2021,
nonostante le difficoltà causate dall'emergenza Covid-19. l’A.S.U.C. è entrata in
vigore il 13 settembre 2021. e da subito hanno fissato incontri con le
amministrazioni pubbliche, i corpi forestali, le province di trento e Bolzano e con
le altre associazioni provinciali di A.S.U.C.
Prima del referendum, la non ancora associazione si era offerta di ripulire la strada ciclabile a
Cloz dai danni causati dalle nevicate invernali. Questo sostegno ci ha dato motivazione per
continuare il progetto e i residenti hanno apprezzato l'aiuto.
Durante l'estate, l'A.S.U.C. ha svolto interventi urgenti, tra cui la sistemazione della strada
principale per la montagna, la rimozione di un lotto di piante, l'affiancamento durante i lavori
di sistemazione stradale, il sopralluogo con i forestali per il legname e la pianificazione per
la vendita.
L’A.S.U.C. successivamente ha convocato un assemblea dove ha esposto il programma che vuole
prospettare per i prossimi 5 anni (durata del mandato di operatività degli attuali membri).
Progetto iniziato nel 2021: progressi degli anni successivi
Il primo anno è stato principalmente dedicato alla burocrazia, ma nel 2022 siamo stati in
grado di iniziare a lavorare. Abbiamo identificato aree in cui è possibile segnare e mettere in
vendita legname e piante abbattute, assegnandoli ai residenti mediante sorteggio. Questo è
stato fatto in quattro modalità diverse, a seconda delle preferenze dei censiti, per uso
familiare. Nel corso dei primi mesi del 2023, abbiamo collaborato con altre associazioni della
nostra frazione per organizzare una giornata ecologica. Il 25 maggio 2023 c’è stata la festa
degli alberi, per la prima volta nei pressi della Malga di Cloz.
Saone
Saone è una comunità alpina di poco più di 250 abitanti che si trova al centro
delle Valli Giudicarie nel Trentino occidentale.
Saone ha fatto notizia negli ultimi anni per la sua decisione di difendere il
proprio patrimonio collettivo avviando un contenzioso contro l'amministrazione
comunale. L'amministrazione, con delibera n. 21 del 2012, ha previsto il riordino
delle scritture catastali relative agli immobili del Comune nelle comunità
catastali di Tione e Saone.
La storia di Saone e dei suoi beni comuni è legata alla storia del Principato Vescovile di
Trento, come molte comunità del Trentino. La prima prova storica dell'esistenza di Saone risale
al 1253, quando fu investita del suo status feudale.
Creazione del Comune di Tione di Trento
Il 22 gennaio 1928, il decreto reale n. 109 ha disposto l'aggregazione dei Comuni di Saone,
Tione, Zuclo e Bolbeno, istituendo il nuovo Comune amministrativo di Tione di Trento.
Nel 1934, il Commissario agli Usi Civici ha chiesto a ogni frazione del Comune di Tione di
Trento di creare la propria A.S.U.C. per gestire i propri beni collettivi e prevenire situazioni
promiscue tra proprietà privata e collettiva. L'A.S.U.C. di Saone ha chiesto l'annotazione di
assoggettamento alla Legge 1766/1927 sui propri beni.
Il Commissario ha inserito l'annotazione "conservare senza dissipare per le future generazioni"
sulla maggior parte dei beni della comunità di Saone e della sua A.S.U.C. (34 in totale). Alcune
particelle sono state escluse, come prati, terreni e una pineta. Nel 1951, i comuni
amministrativi di Bolbeno e Zuclo sono stati ricostituiti, mentre Saone e Tione sono rimasti
parte del Comune di Tione di Trento.
Nel marzo 2012, il comitato ASUC di cinque giovani ragazzi scoprì una delibera
del comune di Tione di Trento che riorganizzava tutti i beni del comune e delle
frazioni di Tione e Saone. Il comitato ha notato che alcuni beni collettivi erano
stati catalogati erroneamente. Il comitato ha indetto una riunione frazionale e ha
chiesto l'apposizione dell'annotazione di assoggettamento alla Legge 1766/1927
con natura di terre di uso civico sulle particelle in questione per proteggere e
tutelare il patrimonio da ulteriori speculazioni. Dal 2020, l'A.S.U.C. di Saone si è
rivolta alla Corte di Cassazione per capire l'organo competente per questo tipo di
contenzioso.

La storia dell'A.S.U.C. di Saone è una storia di resilienza e tutela della proprietà collettiva,
che rappresenta l'identità storica e culturale del paese. La malga Stablo rappresenta l'infanzia,
il sudore degli avi e le discese con gli sci, ma anche lo stagno e il tappeto di fiori di crocus
nei prati a inizio primavera.
L'appartenenza ad un gruppo e l'identità condivisa ispirano l'auspicio che i domini collettivi,
come le A.S.U.C., siano considerati una risorsa da parte delle amministrazioni comunali. Questo
potrebbe portare a una collaborazione che mira a proteggere il bene comune e il territorio
circostante.
Canazei
Negli anni passati, Canazei era tra i paesi più poveri del Trentino. Gli abitanti
avevano disponibilità limitate di cibo. Dopo la Prima Guerra Mondiale, gli uomini
hanno iniziato a emigrare per dipingere le stube nei diversi territori alpini e
guadagnare maggior denaro. Questo ha permesso loro di sostenere le proprie
famiglie. Il turismo degli anni del secondo Dopoguerra ha notevolmente migliorato
l'economia valligiana.

Attraverso il comitato A.S.U.C., la frazione ha svolto un ruolo importante nella salvaguardia


dell'ambiente e nel supporto della comunità, presidiando il territorio e valutando le iniziative
in modo oculato. Ha concesso in superficie le stazioni delle funivie e seggiovie in quota invece
di venderle le ha date in concessione per 30 anni, per evitare speculazioni indiscriminate.
La comunità ha una visione lungimirante nel preservare il territorio e gestisce diversi aspetti
come il patrimonio silvopastorale e le cave di inerti. Tuttavia, ha dovuto affrontare eventi
meteorologici catastrofici come VAIA che hanno compromesso il patrimonio ambientale. Il
comitato prepara un piano economico ogni 10 anni per preservare il valore del territorio e
recuperare risorse. La gestione tradizionale dell'ecosistema bosco permette una conservazione
intelligente, ma la visione della comunità e quella della scienza non sempre coincidono.
Canazei sta organizzando serate informative per far conoscere i domini collettivi e la legge
168/2017 sulla salvaguardia dell'ambiente. Sono previsti anche incontri formativi per
coinvolgere i giovani nella gestione dei beni collettivi. La frazione ha investito i proventi
della gestione dei beni collettivi per il bene della comunità, incluso il rinnovo di un bar e
ristorante e la collaborazione con il Comune per la pavimentazione delle strade e altre opere
pubbliche. Gli operai stagionali assunti dalla frazione mantengono il decoro del paese per il
beneficio della comunità e dei turisti.
Terlago
Dopo la fusione dei comuni della Valle dei Laghi nel 2015, alcuni cittadini hanno
richiesto una regolamentazione strutturata per i beni collettivi del territorio.
Tuttavia, nulla è stato fatto per destinare gli introiti derivanti dalla gestione dei
beni collettivi nei singoli abitati. Nel 2021, un comitato di cittadini di Terlago ha
raccolto firme per indire un referendum e costituito l'A.S.U.C. Il 18 dicembre 2022,
la comunità ha approvato il nuovo statuto del dominio collettivo Communitas
Trilaci, basato sul modello dell'Associazione provinciale delle A.S.U.C. e integrato
in alcuni articoli da esperti.
Il comitato gestisce circa 2000 ettari di territorio in proprietà collettiva, che include il Lago
di Terlago, il Lago di Lamar, i boschi e i pascoli sulla Paganella, una zona vicino a Zambana
Vecchia e terreni arativi con terrazzamenti antichi. La comunità di Terlago investe risorse per
mantenere la pulizia dei laghi dalle alghe e assume un bagnino durante i mesi balneabili per
garantire spiagge sicure. Il comitato sta inoltre cercando di ottenere il riconoscimento del
diritto di pesca per i laghi.
Il Dominio Collettivo tutela e valorizza il paesaggio dal valore culturale e storico compreso
tra la chiesetta di San Pantaleone e i laghi di Lamar. Una Sito di Importanza Comunitaria (SIC)
del lago, prati aridi con orchidee rare, manufatti storici come la piazza d'armi austroungarica
e i bersagli, sono presenti in un'area di bene collettivo sottoposto a vincolo nel 1967. Il
comitato A.S.U.C. ha proposto alla Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Trento
di recuperare e valorizzare l'impianto storico e metterlo a disposizione della cittadinanza,
concordando il tracciato delle strade forestali per ulteriore protezione del territorio.
Il Dominio collettivo Communitas Trilaci sta pianificando un progetto per promuovere la
biodiversità agroalimentare su terreni in proprietà collettiva, favorendo attivamente la
comunità e utilizzando il concetto di territorio di vita in modo partecipativo.
Coredo
Il Comitato A.S.U.C. di Coredo è stato creato nel 2015 dopo la fusione di diversi
comuni. Gestisce i beni collettivi di Coredo, tra cui 1600 ettari di bosco, la malga
Coredo, la malga Vecchia, e una cava di marne. Il comitato ha dovuto accendere un
mutuo iniziale per avviare le proprie attività.

Con i fondi del Piano di Sviluppo Rurale, sono stati eseguiti tre interventi di
miglioramento del pascolo per ricostituire un ecosistema che beneficia il
pascolo e l'ambiente.

Il Comitato A.S.U.C. e l'Amministrazione Comunale di Predaia collaborano per la gestione e la


salvaguardia sociale e ambientale del territorio. Il dialogo e la partecipazione delle A.S.U.C.
offrono un lavoro volontario di persone della comunità, che conoscono la realtà naturale
circostante e le modalità di gestione. Ogni anno, la Giornata Ecologica coinvolge oltre 70
volontari per la pulizia dei boschi delle frazioni di Coredo e Smarano, concludendosi con un
pranzo per tutti.

Il comitato A.S.U.C. in collaborazione con altre associazioni ed enti istituzionali, tra cui il
Comune, ha realizzato il percorso Predaia Arte e Natura nei sentieri che circondano i laghi di
Coredo e Tavon. Il percorso presenta opere d'arte in legno realizzate da scultori internazionali
e valorizzate da piedistalli in acciaio Corten. L'iniziativa testimonia l'importanza della
collaborazione e dell'apertura per creare momenti di scambio culturale per la comunità locale
e i visitatori. Il comitato A.S.U.C. distribuisce contributi alle associazioni locali per le loro
attività di animazione, promuovendo le relazioni tra la cittadinanza e il Comune di Predaia.
Peio
A Peio, in Trentino, un comitato A.S.U.C. gestisce il patrimonio agrosilvopastorale
di proprietà della frazione. Il rapporto con l'amministrazione pubblica è positivo
ma ci sono problemi quando terzi cercano di acquisire terreni in proprietà
collettiva. La differenza tra proprietà della frazione e proprietà pubblica non è
ancora chiara per tutti.
Il comitato A.S.U.C. gestisce terre collettive come boschi, pascoli, malghe e strade
forestali a Peio, Italia. L'ultimo caseificio turnario del Trentino si trova nel
complesso della Canonica ed è gestito dal comitato, producendo il Casolet
Presidio Slow Food. Slow Food ha deciso di presidiare questo formaggio a latte
crudo prodotto con latte di malga e caseificato secondo l'antica tradizione,
narrando una storia antica e moderna allo stesso tempo.
Il testo parla dell'importanza dell'acqua come parte integrante dell'ambiente naturale e delle
sorgenti che sono funzionali alla conservazione e valorizzazione dei beni collettivi. Tuttavia,
nel tempo, le consuetudini cambiano e alcuni diritti non vengono più esercitati o sono
sottoposti a regolamentazione. Si fa riferimento anche alla gestione autonoma diretta del
territorio da parte dei cittadini, soprattutto nel caso di Peio, dove il territorio è compreso nel
Parco Nazionale dello Stelvio e gestito dal comitato A.S.U.C. Si cerca quindi di instaurare un
rapporto collaborativo per non depotenziare gli enti gestori incaricati, come i comitati
A.S.U.C.
La crisi climatica ha un forte impatto sul territorio di montagna, ad esempio, per i terreni a
pascolo, la fonte primaria di sostentamento per chi vive e lavora in quota. L'uso del territorio è
cambiato e i comitati A.S.U.C. hanno modificato le modalità di gestione. Il Caseificio Turnario
mantiene vivo il sostegno e la resistenza alla politica che cerca di modificare la produzione
casearia trentina.
Peio
Caso del Turnario di Peio
Nell'ingresso del Caseificio Turnario di Peio ci sono esposti due documenti che
mostrano come il sistema sociale ed economico del Trentino sia cambiato
nell'ultimo secolo. Uno dei documenti riporta l'elenco dei soci del caseificio nel
1935, che include il nome della nonna di uno dei due soci attuali, Riccardo
Casanova. L'altro elenco mostra più di 300 caseifici fondati nelle diverse valli del
Trentino alla fine del XIX secolo, ma solo il Turnario di Peio sopravvive oggi
grazie al lavoro quotidiano di Riccardo Casanova e della sua famiglia, di Giulia
Bontampelli, di Ilaria Dallagiovanna e di Daniele Caserotti.
Il sistema di funzionamento del Turnario, allora come oggi (con qualche piccolo cambiamento)
prevede che ogni caserada, ossia l’insieme delle lavorazioni della giornata, sia a turno di
proprietà di uno dei soci secondo le quantità conferite segnate sul "libro del casèl". Un sistema
che permetteva anche alle famiglie che possedevano una sola vacca di avere formaggio, ricotta,
burro per il proprio sostentamento. Il turnario quindi differisce dalla cooperativa in cui i
conferitori vendono il proprio latte alla cooperativa stessa che poi si occupa della sua
commercializzazione. In questo caso, invece, i conferitori ricevono il servizio della
trasformazione del latte per vedersi poi riconosciuto un quantitativo di prodotto proporzionato
al conferimento. Siamo a 1585 metri, a fianco alla chiesa di San Giorgio, e gli spazi del
caseificio sono di proprietà dell’A.S.U.C. di Peio: le stanze per la stagionatura, la piccola
bottega e gli spazi per la lavorazione con la presenza di tre antiche caldaie in rame.
Tra le produzioni del Turnario il Casolet a latte crudo Presidio Slow Food, un formaggio a
pasta cruda, tenera, morbida, che si consuma generalmente fresco o semi stagionato. Un tempo
si produceva solo in autunno, quando le mandrie erano già scese dagli alpeggi, le vacche si
apprestavano all’asciutta e le mungiture giornaliere erano scarse: era il formaggio di casa per
eccellenza, piccolo, versatile, da consumare prevalentemente in famiglia nei mesi invernali.
Pergine e Sant’Orsola
Il Diritto di Uso Civico dei Capi Famiglia di Pergine risale agli Statuti
cinquecenteschi per il comune di Pergine. Il comitato A.S.U.C. gestisce un
patrimonio silvopastorale di quasi 320 ettari, di cui 30 di pascolo, nella zona
della Panarotta e a quote più basse come la località Rastel, Pozze e vicino alla
pista ciclabile. Tuttavia, i boschi in questi territori sono stati danneggiati dalla
tempesta VAIA nel 2018 e dal bostrico.
La comunità di Pergine possiede la Malga Montagna Granda, affittata al malgaro
Stefano Trentinaglia, che alleva bovini, caprini e suini anche di residenti. La malga
ha una sala mungitura, un caseificio automatizzato e un'area di pascolo bonificata
del 2012. Vicino c'è un ristorante che deve servire piatti con ingredienti locali,
anch'esso di proprietà collettiva.
In questa area si è svolto il progetto formativo “I nostri boschi”: le classi quinte della Scuola
Primaria usufruiscono di una serie di lezioni aventi come tema la struttura degli “Usi Civici
(proprietà collettive)”, l’importanza dei boschi e la conservazione dell’ambiente, poi vengono
accompagnati sul territorio dove raggiungono la Malga partendo da Kamaus (nel comune di
Frassilongo) attraverso una passeggiata didattica. Il progetto con le scuole è molto importante
perché permette di conoscere la realtà dei domini collettivi e di sensibilizzare i giovani
cittadini alla cura e tutela del patrimonio naturale. Il logo è stato scelto dopo un concorso
rivolto ai bambini delle scuole primarie: ha un significato simbolico profondo, due mani si
intrecciano con le radici di un sempreverde che sorge tra loro. Gli abeti di risonanza ci sono
anche nei boschi in proprietà collettiva a Pergine, con alcuni di questi un giovane liutaio di
Canezza ha costruito degli strumenti ad arco poi presentati durante una serata aperta al
pubblico.
Pergine e Sant’Orsola
Sant’Orsola è uno dei primi comuni che si incontrano salendo in Valle dei Mocheni
anche qui c’è un comitato A.S.U.C. presente dal secondo dopoguerra. , gestisce un
patrimonio silvopastorale di circa 450 ettari. La tempesta VAIA prima e il bostrico
ora stanno provocando ingenti danni ai boschi di questa zona montana: una delle
ricadute negative è la scomparsa dei funghi, che in questi territori sono molto
preziosi. Marta Villa, antropologa culturale boschivo oltre ai danni diretti stanno
creando anche gravi danni economici. La nostra comunità da un lato è costretta a
recuperare e tagliare centinaia di miglia di metri cubi di legname per mettere in
sicurezza la zona, ripulire i boschi dagli schianti e arginare la diffusione dell’Ips
thypographus, dall’altro i comitati A.S.U.C., come questo di Sant’Orsola, oltre a
dover vendere il legname sotto prezzo causa la scarsa qualità del legname
schiantato e colpito dal bostrico, nei prossimi decenni, in questo caso 30 anni, non
potranno più tagliare alberi e, quindi, dovranno pensare a come sostituire le risorse
derivanti dalla vendita del legname con altre. I ricavati della vendita del legname,
spesso unica risorsa per le comunità, ad esempio vengono utilizzati dai comitati
per eseguire lavori di manutenzione nel territorio, per sostenere la comunità e per
realizzare opere utili a tutti.
Anche qui si organizza la giornata ecologica, con i bambini delle elementari.
anche qui i soldi dell’associazione vengono utilizzati per la ristemazione del bene pubblico.
Ballino
A Ballino, frazione del Comune di Fiavé (zona Trentino occidentale) c’è un
comitato A.S.U.C. molto impegnato e che amministra diversi beni agrosilvo-
patorali, tra i quali la splendida malga Nardis che si torva a 1782 mt immersa in un
pascolo di 73 ettari.
La zona, oltre ad essere naturalisticamente rilevante, è un importante punto di
passaggio, c’è il Passo del Ballino utilizzato dagli uomini e dalle donne di
montagna da tempo immemore
Questa comunità possedeva una Carta di Regola datata 1794 conservata oggi all`Archivio di
Stato di Trento: le Carte di Regola erano le modalità attraverso le quali i diversi gruppi di
abitanti gestivano e amministravano oculatamente il territorio in modo autonomo. Le comunità
invece seppero resistere e utilizzando diverse strategie mantennero la possibilità di essere
chiamate in prima persona a decidere sui beni di loro proprietà.
Le comunità come quella di Ballino hanno come molte altre ha sempre agito per la
salvaguardia del paesaggio cercando di non depauperare le risorse per trasmetterle alle
generazioni successive.
Con il trascorrere dei secoli la comunità di Ballino si ampliò e decise di dotarsi di un
caseificio turnario che lavorava latte di mucca e di capra (1852) e di una centralina elettrica
(1920) che permise l`illuminazione della chiesa di Santa Lucia a cui la comunità era molto
legata. La gestione della centralina era autonoma attraverso la costituzione di una società
elettrica che rimase attiva per vent`anni.
Ballino
Il presidente della A.S.U.C. Silvio Berti ha avuto l`intuizione di togliere la malga
dall`isolamento: il comitato infatti ha deliberato di creare un sentiero percorribile
a piedi in sicurezza, ha acquistato un mezzo motorizzato adatto per il trasporto dei
materiali necessari alla vita della malga. Nel 2017 dopo due mesi di lavoro
totalmente volontario è stato inaugurato il percorso. Il comitato A. Nel 2018 è
stata installata sulla “casina” una stazione meteorologica in quota, i cui dati sono
raccolti e divulgati tramite internet.
A Ballino c’è una comunità che quotidianamente si prende cura del proprio territorio, che lo
costruisce per le future generazioni, che regola la gestione attraverso forme democratiche di
ascolto e discussione collettiva: questo è uno degli esempi che la nuova stagione della assetti
fondiari auspicata da Pietro Nervi e Paolo Grossi si sta già attuando e sta mostrando i suoi
frutti più eccellenti
Conclusioni

Da questi esempi in cui le persone si sono battute per l’autogestione e la conservazione del
proprio territorio, auspichiamo che le generazioni future possano fare tesoro degli
insegnamenti degli avi e possano proteggere e portare avanti questo lavoro di conservazione e
tutela dell’ambiente per la comunità.

Il turismo è diventato un elemento molto importante per questi territori in quanto è fonte di
ricchezza sia economica che culturale ma questo non deve ridursi a mero sfruttamento del
territorio.
I domini collettivi hanno già dimostrato che lottando per il proprio territorio è possibile
trovare delle soluzioni alternative, compatibili e sostenibili con l’ambiente soprattutto in
questi anni in cui il cambiamento climatico sta diventando sempre più protagonista.

Le terre di vita come già dimostrato, hanno la possibilità di portare avanti e insegnare una
gestione oculata e sostenibile dell’ambiente per le generazioni future.

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