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it /-/terra-aperta-volontariato-laico-e-cattolico-insieme-al-terzo-settore-per-una-task-force-sull-accog…
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Nasce a seguito dell’invito del consiglio regionale AGESCI a realizzare azioni in difesa dei diritti dei
migranti, l’idea di organizzare una rete territoriale nella Provincia di Pistoia. La risposta del territorio,
infatti, non si è fatta aspettare e, sulla base di questo input, le azioni concrete di accoglienza e
integrazione sono state formalizzate nel Protocollo Terra Aperta.
L’intesa vede collaborare ben 18 diverse realtà tra enti, associazioni, onlus, sindacati e cooperative attive
che, all’indomani dell’entrata in vigore della legge 132/2018 (comunemente detta Decreto Salvini), si
sono interrogate sulle conseguenze effettive e di lungo periodo del provvedimento. “A giugno – entra nel
merito Claudio Curreli, coordinatore provinciale di AGESCI - al termine di un percorso che ha visto
costituire due tavoli di lavoro paralleli per la redazione dei contenuti del Protocollo, abbiamo sottoscritto il
testo finale comprensivo dell’addendum con gli impegni specifici di ciascun firmatario. Siamo partiti subito
da un censimento delle disponibilità di alloggi, servizi, mezzi di trasporto e risorse economiche”. Un
lavoro che, nella pratica di ogni giorno, si traduce in attività di ascolto, orientamento e presa in carico,
gestione dei posti letto e dei luoghi di accoglienza, assistenza legale, psicologica e sanitaria. “Ci siamo
organizzati con una modalità operativa trasversale – continua Curreli – attraverso un gruppo di
coordinamento, formato dai referenti degli enti firmatari, per fare il punto sui percorsi da proporre ai
migranti in uscita, sui risultati dei censimenti in atto, sulla creazione di un conto corrente nel quale
confluiranno le risorse economiche raccolte, e sulla creazione di un canale per l’accesso al microcredito”.
“Ogniqualvolta – conclude il coordinatore di AGESCI - il gruppo di coordinamento, avrà individuato le
specifiche esigenze della persona in stato di bisogno contatterà i referenti dei singoli enti affinché
mettano a concreta disposizione le risorse individuate”.
Una vera task force di cooperazione che unisce a doppio filo il mondo laico e cattolico con il terzo settore
nel tentativo di garantire a tutti una forma di tutela costante. “Organizziamo le nostre esperienze come
punto fermo per ogni persona in stato di marginalità, migrante e non – afferma a tal proposito Aurelio
Grecomoro, presidente della cooperativa Gli Altri – dal momento che tutti gli enti coinvolti vengono da
una lunga esperienza di lavoro sui temi del sociale”. “È evidente che le persone escluse dalla protezione
umanitaria sono cittadini del mondo che, data la nostra Costituzione, devono essere tutelati e che si
ritrovano, invece, per strada, senza titolo ed esclusi dalla possibilità di trovare casa e lavoro. Rimangono,
così, invisibili e con il rischio di diventare gli schiavi del XXI secolo”. Terra Aperta è un’esperienza nata
dal basso che ha messo al centro delle esigenze del territorio quella di fare rete su un tema caldo e che
coinvolge in prima linea anche gli enti locali. “Abbiamo la possibilità di monitorare il territorio attraverso gli
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interventi decisi con la cabina di regia del progetto – conclude il presidente – ed essere di aiuto ai comuni
nel dare risposte concrete al fine di evitare che le persone vivano la condizione dell’abbandono”.
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www.agensir.it /quotidiano/2019/6/17/pistoia-presentata-oggi-terra-aperta-la-rete-territoriale-solidale-e-per-laccoglienza/
Negli ultimi mesi del 2018 sono entrati in vigore la legge 132/2018 e il nuovo schema di capitolato
dell’accoglienza richiedenti protezione internazionale che cambiano profondamente la normativa in
ambito asilo anche in riferimento al sistema di accoglienza. In relazione a questo nuovo scenario alcune
realtà del territorio della provincia di Pistoia si sono interrogate sulle conseguenze effettive a breve e
lungo termine dei cambiamenti innescati e nei primi mesi del 2019 si sono organizzate sul territorio varie
iniziative di approfondimento e sensibilizzazione che hanno dato opportunità di confronto e scambio. Da
questo scambio è nata “Terra Aperta”, la rete territoriale solidale e per l’accoglienza pistoiese, presentata
oggi alla stampa e alla città di Pistoia. L’obiettivo della rete è “contrastare le conseguenze negative dei
cambiamenti normativi in termini di emarginazione e malessere sociale”.
“Le realtà promotrici della rete – ha dichiarato Claudio Curreli, responsabile d’area di Agesci Pistoia –
hanno voluto definire una dichiarazione di intenti che porta avanti istanze legate al tema dell’accoglienza
come opportunità per la società e per il benessere dei cittadini. In questa direzione la rete si propone di
attivarsi per l’informazione, la sensibilizzazione e per la risposta effettiva ai bisogni legati ai migranti e a
tutte le persone al di là di qualsiasi provenienza e differenza, che si trovano e si potranno trovare sul
territorio in situazione di estrema marginalità, privi di beni di prima necessità e di supporto a tutela dei
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loro diritti mettendo a disposizione persone, strumenti, mezzi e capacità in un’ottica di solidarietà
concreta ed effettiva che sarà coordinata su tutto il territorio provinciale”. “La rete – ha continuato Curreli
– vuole essere l’inizio di un processo, di un modus operandi che vuole coinvolgere altre realtà e
soprattutto che intende promuovere azioni che vanno oltre il tema migrazioni per innescare buone
pratiche diffuse e condivise a contrasto delle marginalità sociale, dell’esclusione e finalizzate alla
promozione del benessere sociale, dei diritti e della cittadinanza”.
L’accordo siglato prevede che ogni singola realtà metta a disposizione le proprie capacità e le proprie
risorse per supportare il processo di accoglienza, integrazione e inclusione di ogni persona. Si va dalla
capillare capacità di ascolto e presa in carico dei centri di ascolto delle Caritas, al supporto legale, alla
presa in carico e supporto dal punto di vista sanitario, finanche alla possibilità di frequentare corsi di
lingua italiana e di orientamento al lavoro.
“I centri di ascolto Caritas saranno una delle principali porte di accesso a questo sistema – ha affermato
Francesca Meoni di Caritas Pistoia – che prevede di mettere in campo le diverse competenze delle realtà
associative, cooperative, sindacali, della provincia di Pistoia. Il tentativo è di garantire a tutti una forma di
tutela costante, per non lasciare per strada nessuno”. Tra gli aderenti alla rete, Agesci, Caritas di Pistoia,
Caritas di Pescia, Libera, Arkè, Cgil, Cisl, Uil, Associazione Porta Aperta, Cngei, Gli altri, Pantagruel,
Coeso, Coordinamenmto tutela legali per tutela legale dello straniero avvocati di Pistoia, Gruppo
Incontro, L’acqua cheta, parrocchia Santomato, San Martino De Porres.
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www.agenziaimpress.it /terra-aperta-nasce-pistoia-la-rete-soldale-laccoglienza-risposta-al-decreto-sicurezza/
Nasce a Pistoia ‘Terra aperta’, una rete solidale per l’accoglienza dei migranti in risposta al decreto
sicurezza. L’obiettivo della rete solidale, che coinvolge le realta’ associative, sindacali, cooperative della
provincia di Pistoia e’ «contastare e arginare le conseguenze della legge 132 del 2018».
Anche corsi di lingua e di orientamento al lavoro L’accordo siglato prevede che ogni singola realta’
metta a disposizione le proprie capacita’ e le proprie risorse per supportare il processo di accoglienza,
integrazione e inclusione di ogni persona. Si va dalla capillare capacita’ di ascolto e presa in carico dei
centri di ascolto delle Caritas, al supporto legale e a quello sanitario, e alla possibilita’ di frequentare corsi
di lingua italiana e di orientamento al lavoro. «Un’idea e un modo di lavorare trasversale e innovativo
unico nel panorama italiano – ha detto Claudio Curreli, responsabile d’area di Agesci Pistoia -.
L’obiettivo e’ anche promuovere azioni che vanno oltre il tema migrazioni per innescare buone pratiche
diffuse e condivise a contrasto delle marginalita’ sociale, dell’esclusione e finalizzate alla promozione del
benessere sociale, dei diritti e della cittadinanza». «I centri di ascolto Caritas saranno una delle principali
porte di accesso a questo sistema – ha osservato Francesca Meoni, Caritas Pistoia – che prevede di
mettere in campo le diverse competenze delle realta’ associative, cooperative, sindacali, della provincia
di Pistoia. Il tentativo e’ di garantire a tutti una forma di tutela costante, per non lasciare per strada
nessuno».
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www.dailymuslim.it /2019/06/pistoia-nasce-la-rete-territoriale-solidale-per-laccoglienza-terra-aperta/
Di
Jamal Qadeer
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Negli ultimi mesi del 2018 sono entrati in vigore la legge 132/2018 e il nuovo schema di capitolato
dell’accoglienza richiedenti protezione internazionale che cambiano profondamente la normativa in
ambito asilo anche in riferimento al sistema di accoglienza. In relazione a questo nuovo scenario alcune
realtà del territorio della provincia di Pistoia si sono interrogate sulle conseguenze effettive a breve e
lungo termine dei cambiamenti innescati e nei primi mesi del 2019 si sono organizzate sul territorio varie
iniziative di approfondimento e sensibilizzazione che hanno dato opportunità di confronto e scambio. Da
questo scambio è nata “Terra Aperta”, la rete territoriale solidale e per l’accoglienza pistoiese,
presentata il 17 giugno alla stampa e alla città di Pistoia. “La rete – ha dichiarato Claudio Curreli,
responsabile d’area di Agesci Pistoia – si propone di attivarsi per l’informazione, la sensibilizzazione e
per la risposta effettiva ai bisogni legati ai migranti e a tutte le persone al di là di qualsiasi
provenienza e differenza, che si trovano e si potranno trovare sul territorio in situazione di
estrema marginalità, privi di beni di prima necessità e di supporto a tutela dei loro diritti mettendo a
disposizione persone, strumenti, mezzi e capacità in un’ottica di solidarietà concreta ed effettiva che sarà
coordinata su tutto il territorio provinciale”. L’accordo siglato prevede che ogni singola realtà metta a
disposizione le proprie capacità e le proprie risorse per supportare il processo di accoglienza,
integrazione e inclusione di ogni persona.
Tra gli aderenti alla rete, Agesci, Caritas di Pistoia, Caritas di Pescia, Libera, Arkè, Cgil, Cisl, Uil,
Associazione Porta Aperta, Cngei, Gli altri, Pantagruel, Coeso, Coordinamento tutela legali per tutela
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legale dello straniero avvocati di Pistoia, Gruppo Incontro, L’acqua cheta, parrocchia Santomato, San
Martino De Porres.
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PROVINCIA PISTOIA
IL PRESIDENTE
DECRETA
Pistoia, 20/09/2019 Il
Presidente
MARMO LUCA
Visti gli artt. 41 e 47 dello Statuto della Provincia di Pistoia relativo alle attribuzioni e
competenze del Presidente;
Visto la deliberazione del Consiglio Provinciale n.75 del 28.12.2018 “Regolamento per
la concessione del Patrocinio e l'uso dello Stemma della Provincia di Pistoia.
Approvazione”;
Premesso che, con nota Prot. N.16007 del 09.09.2019 e Prot. N.16617 del 17.09.2019
il Dott. Claudio Curreli, nato a Cagliari il 22.06.1968 e residente a Pistoia, in qualità di
Legale Rappresentante della “Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani”
(A.G.E.S.C.I.) - zona di Pistoia, C.F.80013510476 e delegato di “Terra Aperta”,
chiede alla Provincia di Pistoia la concessione del Patrocinio gratuito per le attività
relative al “Protocollo d’intenti Terra Aperta - Rete territoriale solidale pistoiese per
l’accoglienza”, firmato in data 04.06.2019;
Precisato che con la concessione del patrocinio si autorizza anche l'uso dello stemma
provinciale che deve essere riportato in tutte le forme di pubblicizzazione dell'iniziativa
- come manifesti, volantini, opuscoli, brochure ed altro - con la dicitura “con il
Patrocinio della Provincia di Pistoia”;
Considerata l'importanza dell'iniziativa, volta a far rete per promuovere azioni per
coinvolgere l’intera comunità civile sul tema dell’accoglienza e sensibilizzare chi vive
nel nostro territorio “al senso di umanità, all’importanza oggi di garantire accoglienza
ed accompagnamento a tanti che rischiano di essere spinti ai margini del vivere
sociale”;
Considerato inoltre che il “Protocollo d’intenti Terra Aperta - Rete territoriale solidale
pistoiese per l’accoglienza”, è stato sottoscritto in data 04.06.2019 da 18 Enti e
Associazioni e Cooperative del territorio pistoiese, che con la loro sinergia, mettendo
cioè in relazione esperienze, competenze diverse, e mondi diversi (del volontariato,
della società civile e lavorativo) si impegnano a trovare nuovi modi per realizzare
l’obiettivo del Protocollo di accompagnare i migranti in un pieno inserimento nel
tessuto sociale del nostro territorio provinciale;
1 Documento informatico firmato digitalmente ai sensi del T.U. 445/2000 e del D.Lgs 82/2005 e rispettive norme collegate, il quale sostituisce il documento cartaceo e la
firma autografa; il documento informatico è memorizzato digitalmente ed è rintracciabile sul sito internet per il periodo della pubblicazione:
http://albo.provincia.pistoia.it/albopretorio/
Successivamente l'accesso agli atti viene assicurato dal Dirigente competente in materia ai sensi e con le modalità di cui alla L. 241/90 e s.m.i. e D Lgs. 33/2013 e s.m.i.
PROPONE
3. di pubblicare i dati relativi al presente atto, ai sensi del D.Lgs. 33/2013 e s.m.i.,
sul sito web dell’Ente alla pagina “Amministrazione trasparente” - Sezione
“Provvedimenti - Provvedimenti Organi di indirizzo politico”.
Il Funzionario P.O.
Moreno Seghi
Pistoia
solidarietÁ
Giulia Gonfiantini
Diciotto associazioni si mettono in rete per dare risposte più efficaci ai migranti espulsi dai percorsi di
integrazione La presentazione in Seminario
19 giugno 2019
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PISTOIA. Per le realtà locali impegnate nell'accoglienza dei migranti, è necessario attrezzarsi in vista
delle conseguenze prodotte dalla conversione in legge del “decreto sicurezza”. Nuovi bisogni potrebbero
nascere, ad esempio, dall'uscita dei migranti dagli attuali sistemi di protezione. Ecco perché 18 soggetti
appartenenti al mondo dell'associazionismo e del volontariato pistoiese hanno scelto di unire le forze per
dare delle risposte più efficaci. Ne è nata una rete solidale - denominata “Terra aperta” - unica nel suo
genere: a presentarla ufficialmente, nell'aula magna del seminario vescovile, c'erano il responsabile
d'area degli scout Agesci, Claudio Curreli, la vicedirettrice della Caritas Pistoia, Francesca Meoni, e
Fabiano Pesticcio, presidente del Gruppo Incontro. Per loro, i richiedenti asilo non saranno gli unici
destinatari: «Non ci rivolgiamo solo a loro, ma a tutti coloro che hanno bisogno» precisa Curreli.. L'idea
alla base del progetto, nato da un percorso di riflessione e di confronto avviato negli ultimi mesi dalle
associazioni locali, è di sommare esperienze e risorse delle singole realtà a favore del'integrazione.
«Ci siamo messi attorno a un tavolo lavorando a un protocollo d'intenti e al contempo alle modalità
operative - prosegue Curreli - per arrivare a poter offrire insieme risposte in termini di posti letto, di
assistenza legale e sanitaria, fino alle attività collaterali o all'insegnamento della lingua italiana. Le realtà
promotrici della rete hanno voluto definire una dichiarazione di intenti che porta avanti istanze legate al
tema dell'accoglienza come opportunità per la società e per il benessere dei cittadini».
Terra Aperta avrà nei centri di ascolto Caritas «una delle principali porte di accesso - afferma Meoni - a
un sistema che prevede di mettere in campo le diverse competenze delle realtà provinciali. Il tentativo è
di garantire a tutti una forma di tutela costante, per non lasciare per strada nessuno».
Al momento i soggetti aderenti all'accordo stanno lavorando per censire e determinare le risorse presenti
al proprio interno. Difficile al momento quantificare i bisogni a cui si dovrà far fronte: il numero dei
destinatari non è riducibile a quanti usciranno dai Centri di accoglienza straordinari e in ogni caso il target
di riferimento non si esaurisce con loro.
Di certo, per i firmatari, c'è solo la preoccupazione per gli effetti della legge 132/2018 e del nuovo schema
di capitolato per l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale. «Per molti stranieri sarà arduo ad
esempio accedere alla residenza, che è un prerequisito fondamentale per avere accesso a servizi
sanitari, scolastici, lavorativi: un aspetto, questo, tra i più dirimenti della normativa», dice Pesticcio.
L'accordo, aperto a nuove adesioni, è stato sottoscritto anche dalle cooperative Arkè, Gli Altri e
Pantagruel, le sigle Cgil, Cisl e Uil, il consorzio Coeso, la sezione scout del Cngei (Corpo nazionale
giovani esploratori ed esploratrici italiani), associazione Porta aperta, Libera, L'acqua cheta, il
Coordinamento per la tutela legale dello straniero degli avvocati di Pistoia, la parrocchia di Santomato e
San Martino de Porres. —
Giulia Gonfiantini
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www.lanazione.it /pistoia/cronaca/migranti-parrocchia-strutture-1.4856794
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Un momento della riunione presieduta dal vescovo nel palazzo vescovile di via Puccini
Pistoia, 30 ottobre 2019 - Uscire insieme dall’emergenza. E’ l’obiettivo del vescovo Tardelli attraverso il
tavolo di lavoro: ha proposto una road map per rendere sostenibile il carico di migranti di Vicofaro. L’idea
è seguire il modello toscano dell’accoglienza diffusa, cercando di ridistribuire i migranti di Vicofaro in
alcune strutture del territorio. Un’accoglienza per piccoli gruppi, per favorire e organizzare l’inserimento.
Don Biancalani e i suoi collaboratori – rende noto la Diocesi – hanno spiegato che attorno alla parrocchia
gravitano circa 200 persone. Le loro necessità vengono tamponate dai volontari.
La situazione chiede una soluzione condivisa per proporre un’accoglienza che superi le forme
dell’emergenza e i rischi del sovraffollamento. Su questa linea la Caritas rende disponibile la propria
collaborazione e i suoi servizi, la Regione potrà disporrà forme di aiuto concreto per le strutture. La rete per
l’accoglienza Terra aperta, sosterrà il gruppo di lavoro nella ricerca di soluzioni idonee e concrete. Don
Massimo e i suoi collaboratori hanno dato la piena disponibilità: entro pochi giorni, daranno un quadro
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preciso delle situazioni dei migranti presenti. Il vescovo, con l’accordo di tutti, ha proposto un gruppo di
lavoro stabile che porti avanti le soluzioni concordate.
Erano presenti il vescovo Fausto Tardelli, don Massimo Biancalani con tre collaboratori della parrocchia,
l’assessore regionale Vittorio Bugli, Ledo Gori, capo di Gabinetto del Presidente regionale, Marcello
Suppressa e Francesca Meoni della Caritas, Claudio Curreli per Terra Aperta, il vicario generale Patrizio
Fabbri. «Sono molto soddisfatto del clima – ha commentato il vescovo –. Ma resta ancora molto da fare».
C’è, infine, un botta e risposta tra Biancalani e il sindaco Tomasi a cui è stato chiesto il perché dell’assenza
al tavolo: «Se si fosse dato corso alle indicazioni più volte emerse dai tavoli istituzionali, non saremmo
giunti all’attuale situazione – si legge nella nota –. L’Amministrazione ha nuovamente segnalato agli organi
competenti i problemi collegati alla situazione di Vicofaro chiedendo di affrontare una situazione che,
evidentemente – come evidenziato da tempo dal Comune e come evidenziato adesso dal Vescovo – non
può più protrarsi, anche per i rischi a essa collegata». Ma per don Biancalani conta di più soccorrere
«questa umanità abbandonata» e invita il sindaco «a parlare con i numerosi volontari che danno tante
ore del loro tempo per riempire il vuoto».
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www.migrantesonline.it /2019/06/18/pistoia-presentata-terra-aperta/
18 Giugno 2019 – Pistoia – Negli ultimi mesi del 2018 sono entrati in vigore la legge 132/2018 e il nuovo
schema di capitolato dell’accoglienza richiedenti protezione internazionale che cambiano profondamente
la normativa in ambito asilo anche in riferimento al sistema di accoglienza. In relazione a questo nuovo
scenario alcune realtà del territorio della provincia di Pistoia si sono interrogate sulle conseguenze
effettive a breve e lungo termine dei cambiamenti innescati e nei primi mesi del 2019 si sono organizzate
sul territorio varie iniziative di approfondimento e sensibilizzazione che hanno dato opportunità di
confronto e scambio. Da questo scambio è nata “Terra Aperta”, la rete territoriale solidale e per
l’accoglienza pistoiese, presentata ieri alla stampa e alla città di Pistoia. L’obiettivo della rete è
“contrastare le conseguenze negative dei cambiamenti normativi in termini di emarginazione e malessere
sociale”. “Le realtà promotrici della rete – ha dichiarato Claudio Curreli, responsabile d’area di Agesci
Pistoia – hanno voluto definire una dichiarazione di intenti che porta avanti istanze legate al tema
dell’accoglienza come opportunità per la società e per il benessere dei cittadini. In questa direzione la
rete si propone di attivarsi per l’informazione, la sensibilizzazione e per la risposta effettiva ai bisogni
legati ai migranti e a tutte le persone al di là di qualsiasi provenienza e differenza, che si trovano e si
potranno trovare sul territorio in situazione di estrema marginalità, privi di beni di prima necessità e di
supporto a tutela dei loro diritti mettendo a disposizione persone, strumenti, mezzi e capacità in un’ottica
di solidarietà concreta ed effettiva che sarà coordinata su tutto il territorio provinciale”. “La rete – ha
continuato Curreli – vuole essere l’inizio di un processo, di un modus operandi che vuole coinvolgere
altre realtà e soprattutto che intende promuovere azioni che vanno oltre il tema migrazioni per innescare
buone pratiche diffuse e condivise a contrasto delle marginalità sociale, dell’esclusione e finalizzate alla
promozione del benessere sociale, dei diritti e della cittadinanza”.
L’accordo siglato prevede che ogni singola realtà metta a disposizione le proprie capacità e le proprie
risorse per supportare il processo di accoglienza, integrazione e inclusione di ogni persona.
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www.quinewspistoia.it /pistoia-le-associazioni-fanno-muro-contro-il-dl-sicurezza-accoglienza-migranti.htm
Zelensky prende in giro Putin, la barzelletta sulla guerra nell'intervista con Letterman
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Per continuare a garantire l'accoglienza dei migranti sul territorio numerose associazioni pistoiesi
si sono unite in "Terra Aperta". Caritas capofila
PISTOIA — Nasce in provincia di Pistoia “Terra Aperta”, che si configura come una rete territoriale
solidale e per l’accoglienza dei migranti sul territorio, presentata oggi e avente come obiettivo il
“contrastare le conseguenze negative dei cambiamenti normativi in termini di emarginazione e
malessere sociale”.
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Punto di partenza di "Terra Aperta" è stata la riflessione avviata dalle associazioni operanti
nell'accoglienza dei migranti a seguito dell'entrata in vigore della legge 132/2018 e in vista del nuovo
schema di capitolato dell’accoglienza richiedenti protezione internazionale. Al momento vi hanno
aderito Agesci, Caritas di Pistoia, Caritas di Pescia, Libera, Arkè, Cgil, Cisl, Uil, Associazione Porta
Aperta, Cngei, Gli altri, Pantagruel, Coeso, Coordinamenmto tutela legali per tutela legale dello straniero
avvocati di Pistoia, Gruppo Incontro, L’acqua cheta, parrocchia Santomato, San Martino De Porres.
In "Terra Aperta" ogni singola realtà metterà a disposizione le proprie capacità e le proprie risorse per
facilitare il processo di accoglienza, integrazione e inclusione di ogni persona. In rete, dunque, il centro di
ascolto Caritas e i vari servizi offerti dalle associazioni, dall'assistenza legale al supporto in ambito
sanitario, fino ai corsi di lingua e all'assistenza nella ricerca di un lavoro.
“I centri di ascolto Caritas saranno una delle principali porte di accesso a questo sistema – ha
affermato Francesca Meoni di Caritas Pistoia – che prevede di mettere in campo le diverse competenze
delle realtà associative, cooperative, sindacali, della provincia di Pistoia. Il tentativo è di garantire a tutti
una forma di tutela costante, per non lasciare per strada nessuno”.
“Le realtà promotrici della rete – ha spiegato Claudio Curreli, responsabile d’area di Agesci Pistoia –
hanno voluto definire una dichiarazione di intenti che porta avanti istanze legate al tema dell’accoglienza
come opportunità per la società e per il benessere dei cittadini. In questa direzione la rete si
propone di attivarsi per l’informazione, la sensibilizzazione e per la risposta effettiva ai bisogni legati ai
migranti e a tutte le persone al di là di qualsiasi provenienza e differenza, che si trovano e si potranno
trovare sul territorio in situazione di estrema marginalità, privi di beni di prima necessità e di supporto a
tutela dei loro diritti mettendo a disposizione persone, strumenti, mezzi e capacità in un’ottica di
solidarietà concreta ed effettiva che sarà coordinata su tutto il territorio provinciale”.
“La rete – ha continuato Curreli – vuole essere l’inizio di un processo, di un modus operandi che vuole
coinvolgere altre realtà e soprattutto che intende promuovere azioni che vanno oltre il tema migrazioni
per innescare buone pratiche diffuse e condivise a contrasto delle marginalità sociale, dell’esclusione e
finalizzate alla promozione del benessere sociale, dei diritti e della cittadinanza”.
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REGOLAMENTO PROCEDURALE
SULL’ ATTIVITA’ DISCIPLINARE DEL COLLEGIO DEI PROBIVIRI
Articolo 1
Il Collegio dei probiviri
Il Collegio dei probiviri, con la partecipazione di tutti i suoi componenti o
comunque in numero non inferiore a tre, delibera, a maggioranza dei voti, in
materia disciplinare a norma degli articoli 11 e 11-bis dello Statuto
dell’Associazione Nazionale Magistrati.
Il Presidente convoca il Collegio presso la sede dell’Associazione Nazionale
Magistrati in Roma o a distanza, mediante sistemi di video collegamento,
ogni volta che sia necessario oppure quando almeno tre dei suoi componenti
ne facciano richiesta, con indicazione dell’ordine del giorno da discutere.
Il Presidente, d’intesa con i componenti, può predisporre una tabella di
programmazione semestrale delle riunioni e l’elenco dei procedimenti da
trattare in ogni riunione.
Il Collegio dei Probiviri dovrà informare il Comitato Direttivo Centrale e la
Giunta Esecutiva Centrale periodicamente, mediante resoconto scritto, in
ordine al numero di azioni disciplinari promosse - per le quali non siano state
ancora presentate le conclusioni - ai nominativi iscritti nel registro ed alle
relative incolpazioni, ai tempi di durata del disciplinare, nonché ai criteri di
priorità seguiti nella selezione dei procedimenti.
In ordine allo stato di avanzamento dei procedimenti in corso, ma con
esclusione di ogni informativa sul merito dell’attività istruttoria in corso, il
Collegio riferirà periodicamente alla Giunta Esecutiva Centrale ed al
Comitato Direttivo Centrale.
Il Collegio dei Probiviri dovrà, altresì, informare previamente la Giunta
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Esecutiva Centrale sui tempi di formalizzazione delle conclusioni dei
procedimenti e su ogni altra circostanza che abbia rilievo, anche indiretto,
sulla organizzazione dei lavori del CDC.
Sui contenuti delle indicate informative il CDC si impegna a mantenere
l’assoluta riservatezza.
Art. 2
Il registro dei procedimenti disciplinari
La segreteria dell’Associazione Nazionale Magistrati tiene un registro, anche
informatico, nel quale sono annotati, su disposizione del Collegio, i
procedimenti disciplinari promossi nei confronti dei magistrati iscritti,
contraddistinti con numero progressivo annuale.
Per ogni procedimento iscritto la segreteria forma un fascicolo, anche
informatico, all’interno del quale sono custoditi gli atti del procedimento, dei
quali aggiorna l’indice cronologico.
Nel registro sono annotate le generalità del magistrato, le norme del codice
etico violate, la data della violazione, la fonte dalla quale è stata acquisita la
notizia disciplinare, la data in cui il Collegio ha disposto l’iscrizione,
l’annotazione di eventuali provvedimenti cautelari, la data e l’indicazione
dell’attività istruttoria svolta, la data ed il contenuto del parere conclusivo
sottoposto al Comitato Direttivo Centrale.
Articolo 3
La notizia della violazione disciplinare
Il Collegio dei probiviri prende notizia delle violazioni di cui all’articolo 9
dello Statuto attraverso denunce, segnalazioni, esposti, purché non anonimi,
pervenuti all’Associazione Nazionale Magistrati ovvero su segnalazione
della medesima Associazione.
Delle predette violazioni il Collegio può anche acquisire notizia
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direttamente, su segnalazione di uno o più dei suoi componenti, oppure da
fonti aperte quali la stampa, i mass media e fonti similari.
Appena acquisita la notizia, ne dispone l’iscrizione nel registro di cui all’art. 2
Articolo 4
L’esercizio dell’azione disciplinare
Esaminata la notizia della violazione il Collegio, se non ravvisa le condizioni
per l’immediata archiviazione, - da disporsi con provvedimento comunicato
al CDC entro 15 giorni dalla decisione - promuove l’azione disciplinare
disponendo che si proceda all’istruzione.
Se non è necessario svolgere attività istruttoria, il Collegio presenta le sue
conclusioni al Comitato Direttivo Centrale dopo aver sentito il magistrato
incolpato, ai sensi dell’art. 8.
Articolo 5
La designazione per la trattazione
Il Presidente del Collegio designa uno o più componenti di esso per lo
svolgimento dell’attività istruttoria, sulla quale il designato è tenuto a riferire
al Collegio per la formulazione del parere conclusivo.
Ogni componente può partecipare all’attività istruttoria svolta dal
componente designato.
La designazione viene effettuata assegnando ciascun fascicolo ai singoli
componenti seguendo l’ordine alfabetico in base alla data di iscrizione.
Il Presidente provvede ad eventuali perequazioni periodiche
nell’assegnazione dei procedimenti.
Articolo 6
Avviso al magistrato sottoposto a procedimento
Dell’avvenuta iscrizione il Collegio, se non dispone l’immediata
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archiviazione, dà avviso al magistrato interessato mediante comunicazione
riservata, a cura della segreteria, presso l’Ufficio in cui egli presta servizio o
presso il luogo in cui anche temporaneamente si trova.
La comunicazione contiene, oltre alle generalità del magistrato, la data di
iscrizione del procedimento, l’indicazione delle norme del codice etico
violate, con una sintetica descrizione del fatto, l’avviso che ha facoltà di farsi
assistere da un difensore scelto fra i magistrati iscritti all’Associazione
Nazionale Magistrati e di produrre documenti e presentare memorie, anche
per via telematica, e che sarà sentito dal Collegio dei Probiviri nel corso del
procedimento.
Articolo 7
Sospensione cautelare
Il Collegio dispone sempre la sospensione cautelare del magistrato qualora
nei suoi confronti sia in corso di esecuzione una misura cautelare personale,
e gliene dà contestualmente comunicazione avvertendolo che ha facoltà di
produrre documenti e presentare memorie, anche per via telematica,
assegnandogli a tal fine il termine di dieci giorni dall’avvenuta
comunicazione.
Il Collegio, quando ritiene di applicare nei confronti del magistrato la
sospensione cautelare facoltativa ai sensi del primo comma dell’art. 11 bis
dello Statuto, gliene dà previa comunicazione con l’avviso che ha facoltà di
produrre documenti e presentare memorie, anche per via telematica,
assegnandogli a tal fine il termine di dieci giorni dall’avvenuta
comunicazione. Alla scadenza del termine suddetto il Collegio delibera sulla
sospensione.
Entro il termine di sei mesi dall’emissione del provvedimento cautelare il
Collegio è tenuto a disporre l’audizione dell’incolpato ai sensi dell’art. 8.
4
Articolo 8
Audizione del magistrato incolpato
Prima di adottare il parere da presentare al Comitato Direttivo Centrale il
Collegio convoca il magistrato incolpato. Il Presidente fissa all’ uopo una
apposita riunione, nella quale il magistrato, eventualmente assistito dal
difensore, deve essere sentito dal Collegio sui fatti oggetto dell’incolpazione.
Fino alla data della riunione e nel corso di essa il magistrato incolpato può
depositare memorie e documenti.
Art.9
Deliberazione
Completata l’attività istruttoria, il Presidente fissa la data della discussione,
all’esito della quale il Collegio esprime il parere da rendere al Comitato
Direttivo Centrale oppure dispone, ove occorra, l’integrazione dell’attività
istruttoria. Della decisione adottata è redatto verbale sintetico.
Il componente del Collegio che non ha espresso voto conforme alla decisione
assunta a maggioranza può far constare succintamente nel verbale la sua
opinione dissenziente con l’indicazione dei motivi del dissenso.
5
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328 0827509
Telefono
0573 22355 (c/o Parrocchia di San Michele Arcangelo alle Casermette – Pistoia)
La comunità Figli di Dio è stata fondata da Don Divo Barsotti nel 1948. La Comunità costituitasi a
Pistoia si chiama Gruppo “San Giacomo”.
Chi siamo? La Comunita dei Figli di Dio è costituita da laici che vivono come monaci nel mondo.
Email palma.ceravolo@gmail.com
Priore dell’ordine: Palma Ceravolo
Presidente /
Responsabili Assistente Religioso: Sr. Floriana
L’ordine Secolare dei Servi di Maria (O.S.S.M.) conosciuto anche, specie in passato, come Terz’Ordine Servitano,è
l’estensione locale dello spirito e del carisma dei frati Servi di Maria.
Chi siamo?
1 di 11 13/12/2022, 20:04
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UCIIM
UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi)
Nome
Chi siamo? L’associazione nasce con lo scopo di intensificare i valori cristiani nella scuola.
Curare la formazione dei docenti.
Che cosa facciamo?
Qual è il vostro legame con la Diocesi? L’associazione è in continuo rapporto con la diocesi, seguendone le indicazioni pastorali.
L’ Associazione è nata nel 2009 da un gruppo di persone che avevano fatto esperienza di pellegrinaggi in Terra Santa.
Chi siamo?
Scopi dell’Associazione: Fare conoscere le realtà della terra santa. Favorire la pace tra ebrei, cristiani e
musulmani Aiutare i cristiani di Terra Santa.
Che cosa
Organizziamo e partecipiamo a incontri e convegni sulla Terra Santa, anche in collaborazione con i francescani della
facciamo?
Custodia.
Organizziamo pellegrinaggi in Terra Santa, perchè pensiamo sia il metodo migliore per fare conoscere questa realtà ed
2 di 11 13/12/2022, 20:04
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anche per aiutare i cristiani palestinesi che sopravvivono grazie al turismo. Nei nostri pellegrinaggi cerchiamo di
visitare non solo le chiese ed i monumenti, ma anche le così dette “pietre vive” cioè le comunità dei cristiani che là
vivono.
Raccogliamo fondi grazie a donazioni (progetto 1 € al giorno), organizzazione di gite, cene, e mercatini di Natale per
aiutare realtà bisognose della Terra Santa.
Abbiamo inviato fondi alla Custodia per ristrutturare abitazioni per i cristiani a Gerusalemme, per aiutare i profughi in
Siria, ma soprattutto abbiamo aiutato a ristrutturare, e tuttora sosteniamo, un istituto di Betlemme che ospita bambini
palestinesi con gravi handicap (la Hogar Nino Dios).
vice assistente diocesano del settore giovani e giovanissimi di Azione Cattolica: Don Gianni Gasperini
Siamo un’associazione di laici impegnati a vivere, ciascuno a propia misura, ed in misura comunitaria, l’esperienza di
fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità. In questa prospettiva l’AC è al servizio della Chiesa da circa
Chi siamo? 130 anni.
Percorso catechistico e spirituale per bambini giovani e adulti. I percorsi sono integrati all’interno dei percorsi
Che cosa
parrocchiali e di gruppo. A livello diocesano vengono strutturati incontri, campi scuola e ritiri spirituale di settore (in
facciamo?
base all’età) per un totale di quattro/cinque eventi annuali.
A chi ci Ad ogni individuo di ogni età.
rivolgiamo?
3 di 11 13/12/2022, 20:04
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Cappellania Ospedaliera
Cappellania Ospedaliera
Nome
La cappellania si occupa di far visita agli malati dei vari reparti. Alcuni volontari sono ministri Straordinari della
Comunione, quindi coadiuvano i cappellani in questo servizio di portare la Comunione ai degenti.
Che cosa
facciamo? Il nostro intento è anche quello di coinvolgere il personale ospedaliero con varie iniziative pastorali, oppure con gite
ed altre attività che aiutano a creare rapporti e sostegno reciproco.
La cappellania si rivolge a tutti coloro che si trovano all’interno della struttura ospedaliera cittadina: degenti,
A chi ci
rivolgiamo? personale medico, infermieristico e tutti gli altri operatori nelle varie attività.
MEIC
Nome MEIC – Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale – Gruppo di Pistoia
Indirizzo Piazza san Leone a Pistoia, nei locali della ex Canonica di San Leone.
Telefono (Franco Biagioni) 338 3893480
Email francobiagioni@virgilio.it
4 di 11 13/12/2022, 20:04
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Web http://meicgruppodipistoia.blogspot.it/
Nella Chiesa, la cui missione è quella di “illuminare tutto il mondo con il messaggio evangelico” (GS, 92), noi “Gruppo
Pistoiese del Meic – Movimento ecclesiale di impegno culturale”, siamo come un piccolo rigagnolo di un grande fiume:
approfondendo la conoscenza della Scrittura e della Tradizione, con gli strumenti che ci porge la cultura, per fare ed
essere cultura cristiana, vogliamo esercitare quella “Carità della Verità”, che è la missione a cui ci chiama la nostra
appartenenza.
Il fatto che a Pistoia ci sia un gruppo di persone, non numeroso, ma significativo, che periodicamente si incontra per
Chi siamo? riflettere sulla propria fede, sui suoi fondamenti teologici, scritturistici e anche filosofici, sul rapporto che questa fede ha
col nostro essere persone che vivono in mezzo agli altri, secondo noi è un fatto che può interessare alla città in cui
viviamo.
MOICA
Movimento Italiano Casalinghe (MOICA) – Sezione di Pistoia
Nome
Associazione senza fini di lucro, di ispirazione cristiana, che persegue finalità di solidarietà sociale. Il MOICA è stato
fondato nel 1982 a Brescia e nel 1989 si è costituita la sezione di Pistoia che attualmente ha circa 130 iscritti, in larga
maggioranza donne. Si rivolge principalmente ma non esclusivamente alle casalinghe, ossia a coloro che svolgono
lavoro familiare non retribuito, derivante da responsabilità familiare, e si propone:
5 di 11 13/12/2022, 20:04
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Il programma è vasto e costituito da occasioni diversificate (corsi di formazione e di aggiornamento, visite culturali,
riflessioni con relatori esperti su temi d’attualità, celebrazioni religiose) come riscontrabile nell’allegata sintesi di
quanto fatto nel 2015. In questa attività risulta centrale il servizio di volontariato svolto presso il Museo del Ricamo di
Che cosa
Pistoia costituito nel 2004, insieme alla Curia diocesana, il Comune e la Provincia di Pistoia, per valorizzare un’attività
facciamo?
artigianale tipica del nostro territorio. Il Museo, oltre all’esposizione permanente di manufatti di grande pregio storico
ed artistico, presenta ogni anno particolari allestimenti su temi specifici e tiene corsi, di vario livello, per
l’apprendimento delle tecniche del ricamo.
In primo luogo alle casalinghe, ma più in generale a tutti coloro che hanno a cuore il tema della promozione sociale dei
soggetti deboli in quanto meno tutelati dall’attuale welfare. Per promuovere i propri obettivi statutatri, l’associazione è
A chi ci
aperta al dialogo ed alla collaborazione con le Istituzioni civili e religiose, tanto che si è creato un clima di amicizia che
rivolgiamo?
ha portato il Vescovo, il Sindaco e numerose autorità locali ad iscriversi al MOICA.
Il Movimento, di ispirazione cristiana, partecipa regolarmente alle riunioni delle associazioni laicali promosse dalla
Qual è il vostro Diocesi. Ogni anno, nel mese di novembre, Monsignor Vescovo celebra in Seminario una S.Messa per le nostre iscritte
legame con la ed iscritte. Nel mese di maggio di ogni anno viene organizzato un piccolo pellegrinaggio del Movimento al Santuario
Diocesi? Mariano di Valdibrana, con partecipazione alla S.Messa.
A.G.E.S.C.I Pistoia
Nome A.G.E.S.C.I. – Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, Zona di Pistoia
Indirizzo Via Niccolò Puccini 36, c/o Seminario Vescovile
Email mvsforsi@gmail.com claudio.curreli@giustizia.it
Web http://agesci-pistoia.it/index.php/comitato-di-zona/
Responsabili Maria Veronica Sforzi, Claudio Curreli
Assistente
Padre Alessandro Cortesi op
Ecclesiastico
La ZONA AGESCI di Pistoia è composta da 9 gruppi (Pistoia 1, Pistoia 2, Pistoia 3, Pistoia 4, San Giorgio, Massa e
Cozzile, Uzzano, Chiesina Uzzanese, Quarrata 1). Ogni gruppo è autonomo ed è costituito da una Comunità Capi e dalle
seguenti unità: Branco (bambini dagli 8 ai 12 anni); Reparto (ragazzi dai 12 ai 16 anni); Noviziato (ragazzi di 16
anni); Clan (ragazzi/e dai 17 ai 21 anni).
Chi siamo?
La Zona, a sua volta, ha i suoi rappresentanti legali (i responsabili di Zona) ed alcuni organi: il Comitato di Zona
(composto, nel caso della nostra zona, da 6 capi eletti e che si riunisce circa una volta al mese); il Consiglio di Zona
(composto dai Responsabili di Zona, dal Comitato e dai Capi Gruppo di tutti i gruppi e che si riunisce circa una volta al
mese); l’Assemblea di Zona (composta da tutti i capi della Zona e che si riunisce circa due volte l’anno).
L’AGESCI è una associazione educativa il cui scopo, secondo il Patto Associativo, è quello di “contribuire, secondo il
principio dell’autoeducazione, alla crescita dei ragazzi come persone significative e felici”.
Che cosa Ci rivolgiamo ai giovani come a persone capaci di rispondere liberamente alla chiamata di Dio e di percorrere la strada
facciamo? che porta all’incontro ed alla comunione con Cristo.vOffriamo loro la possibilità di esprimere le proprie intuizioni
originali e di crescere così nella libertà inventando nuove risposte alla vita con l’inesauribile fantasia dell’amore.
6 di 11 13/12/2022, 20:04
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La nostra azione educativa si realizza attraverso esperienze di vita comunitaria, nell’impegno e nella partecipazione
alla vita sociale ed ecclesiale. Operiamo per la pace, che è rispetto della vita e della dignità di ogni persona; fiducia nel
bene che abita in ciascuno; volontà di vedere l’altro come fratello; impegno per la giustizia. La nostra azione educativa
cerca di rendere liberi, nel pensare e nell’agire, da quei modelli culturali, economici e politici che condizionano ed
opprimono, da ogni accettazione passiva di proposte e di ideologie e da ogni ostacolo che all’interno della persona ne
impedisca la crescita. La proposta educativa è vissuta localmente dal Gruppo scout, momento principale della dimensione
associativa, di radicamento nel territorio e di appartenenza alla chiesa locale.
La Comunità Capi, custode dell’appartenenza associativa, è luogo di formazione permanente per i Capi e di sintesi della
proposta educativa. Cura l’attuazione del Progetto educativo, l’unitarietà della proposta scout e il dialogo con le famiglie,
principali responsabili dell’educazione dei ragazzi. Si pone anche come osservatorio dei bisogni educativi del territorio, in
collaborazione critica e positiva con tutti coloro che operano nel mondo dell’educazione.
Per attuare questo programma profondamente umano, pensiamo che solo Cristo è la verità che ci fa pienamente liberi;
questa fede è lo spirito che dà vita alle cose che facciamo.
LA SCELTA SCOUT
I Capi testimoniano l’adesione personale alla Legge e alla Promessa scout. Svolgono il loro servizio secondo il metodo e i
valori educativi dell’Associazione, che si desumono dagli scritti e dalle realizzazioni pedagogiche di Baden-Powell, dalla
Legge e dalla Promessa. Il metodo scout attribuisce importanza a tutte le componenti essenziali della persona, sforzandosi
di aiutarla a svilupparle e a crescere in armonia, secondo un cammino attento alla progressione personale di ciascuno. Il
metodo è fondato sui quattro punti di B.-P.: formazione del carattere, abilità manuale, salute e forza fisica, servizio del
prossimo. Intendiamo valorizzare e far crescere i doni di ciascuno, al di là delle differenze e a partire dalla ricchezza che la
persona è ed ha.
Il metodo si evolve ed arricchisce nel corso della storia associativa e si caratterizza per:
L’autoeducazione
Il ragazzo è protagonista, anche se non l’unico responsabile, della propria crescita, secondo la sua maturazione psicologica
e la sua età. Il Capo, con intenzionalità educativa, fornisce mezzi e occasioni di scelta in un clima di reciproca fiducia e di
serena testimonianza che evita ogni imposizione.
La coeducazione
Le Capo e i Capi dell’AGESCI condividono la responsabilità educativa e testimoniano l’arricchimento che viene dalle
reciproche diversità. Nel rispetto delle situazioni concrete delle realtà locali e personali e dei diversi ritmi di crescita e di
maturazione, offrono alle ragazze e ai ragazzi di vivere esperienze educative comuni, al di là di ogni ruolo imposto o
artificiosamente costituito. Crescere insieme aiuta a scoprire ed accogliere la propria identità di donne e uomini e a
riconoscere in essa una chiamata alla piena realizzazione di sé nell’amore. La coeducazione apre e fonda l’educazione
7 di 11 13/12/2022, 20:04
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all’accoglienza dell’altro.
La vita all’aperto
Giocare, vivere l’avventura e camminare nella natura insegna il senso dell’essenziale e della semplicità, permette di essere
persone autentiche che colgono i propri limiti e la necessità di aiuto e rispetto reciproco tra noi e con tutto il creato. Capi e
ragazzi sperimentano il legame tra l’uomo e la natura come espressione di un unico disegno di Dio Creatore, che ci ha
posti come custodi attivi e responsabili del suo giardino.
Il gioco
Il gioco è un momento educativo in cui, attraverso l’avventura, l’impegno e la scoperta, il ragazzo sviluppa creativamente
tutte le proprie doti, cogliendo meglio limiti e capacità personali, impara a riconoscere le regole e a rispettarle con lealtà.
E’ una costante e progressiva esperienza della comune aspirazione alla gioia, dispone all’entusiasmo, al senso del gratuito,
all’apertura al nuovo, alla ripresa fiduciosa dopo ogni insuccesso, all’accettazione e al completamento reciproco.
Il servizio
Il valore educativo del servizio tende a portare l’uomo a realizzarsi nel “fare la felicità degli altri”. E’ impegno graduale,
concreto, disinteressato e costante ad accorgersi degli altri, a mettersi al passo di chi fa più fatica ed a condividere i doni
che ciascuno porta. La conoscenza della realtà e delle sue contraddizioni mostra come e dove operare, nello spirito di
Cristo, per il bene comune dei fratelli e per il cambiamento di tutto ciò che lo ostacola.
La fraternità internazionale
Lo scautismo si incarna in modi diversi nei vari Paesi, vivendo i propri valori nella specificità delle differenti culture. Capi
e ragazzi dell’AGESCI, nel legame coi loro fratelli nel mondo, vivono la dimensione della fraternità internazionale, che
supera le differenze di razza, nazionalità e religione, imparando ad essere cittadini del mondo e operatori di pace.
LA SCELTA CRISTIANA
I Capi accolgono il messaggio di salvezza di Cristo e, in forza della loro vocazione battesimale, scelgono di farlo proprio
nell’annuncio e nella testimonianza, secondo la fede che è loro donata da Dio. Gesù Cristo è, infatti, la parola incarnata di
Dio e perciò stesso l’unica verità capace di salvare l’uomo. Questa salvezza, che si manifesta nella resurrezione di Cristo,
ci dà la speranza- certezza che ogni partecipazione alla sofferenza e alla morte di Gesù, nei suoi e nostri fratelli, è garanzia
di quella vita che Egli ci è venuto a portare con pienezza. Siamo così uniti dall’amore di Dio con tutti coloro che hanno
questa stessa speranza e ci sentiamo responsabili, da laici e con il nostro carisma e mandato di educatori, di partecipare
alla crescita di questo corpo che è la Chiesa, popolo di Dio che cammina nella storia. Operiamo in comunione con coloro
che Dio ha posto come pastori e in spirito di collaborazione con chi si impegna nell’evangelizzazione e nella formazione
cristiana delle giovani generazioni, anche partecipando alla programmazione pastorale.
Per vivere questa esperienza di fede, che deve sempre crescere e rinnovarsi nell’ascolto della Parola di Dio, nella
preghiera e nella vita sacramentale, apparteniamo a comunità che trovano il loro momento privilegiato nella celebrazione
dell’Eucaristia e che si sforzano di informare la loro vita a uno spirito di servizio, come espressione concreta della carità.
La Comunità Capi propone in modo esplicito ai ragazzi, con il metodo e la spiritualità che caratterizzano lo scautismo,
l’annuncio di Cristo, perché anch’essi si sentano personalmente interpellati da Dio e gli rispondano secondo coscienza.
Per questo impegno la Comunità Capi sostiene la crescita spirituale dei suoi Capi.
L’AGESCI si propone come associazione di frontiera, che spesso rappresenta per molti ragazzi l’unica occasione di
ricevere un annuncio di fede. In una realtà sempre più multiculturale cogliamo come occasione di crescita reciproca
l’accoglienza nelle Unità di ragazze e ragazzi di altre confessioni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di altre
religioni, nell’arricchimento del confronto interreligioso. E’ un dono che interroga l’Associazione su come coniugare
accoglienza e fedeltà all’annuncio del messaggio evangelico, consapevoli che in Cristo tutta la realtà umana ed ogni
esperienza religiosa trovano il loro pieno significato.
8 di 11 13/12/2022, 20:04
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LA SCELTA POLITICA
La scelta di azione politica è impegno irrinunciabile che ci qualifica in quanto cittadini, inseriti in un contesto sociale che
richiede una partecipazione attiva e responsabile alla gestione del bene comune. Il Progetto educativo, elaborato dalla
Comunità Capi sulla base del confronto con la realtà e vissuto nelle Unità, è strumento per un’azione educativa che abbia
valenza politica. La proposta scout educa i ragazzi e le ragazze ad essere cittadini attivi attraverso l’assunzione personale e
comunitaria delle responsabilità che la realtà ci presenta.
L’educazione politica si realizza non solo attraverso la presa di coscienza, ma richiede, nel rispetto delle età dei ragazzi e
del livello di maturazione del gruppo, un impegno concreto della comunità, svolto con spirito critico ed attento a
formulare proposte per la prevenzione e la soluzione dei problemi. La diversità di opinioni presenti nell’Associazione è
ricchezza e stimolo all’approfondimento delle nostre analisi; tuttavia non deve impedirci di prendere posizione in quelle
scelte politiche che riteniamo irrinunciabili per la promozione umana. Ci impegniamo pertanto a qualificare la nostra
scelta educativa in senso alternativo a quei modelli di comportamento della società attuale che avviliscono e
strumentalizzano la persona, come il prevalere dell’immagine sulla sostanza, le spinte al consumismo, il mito del successo
ad ogni costo, che si traduce spesso in competitività esasperata. Ci impegniamo ad educare al discernimento e alla scelta,
perché una coscienza formata è capace di autentica libertà. Ci impegniamo a rifiutare decisamente, nel rispetto delle radici
storiche e delle scelte democratiche e antifasciste espresse nella Costituzione del nostro Paese, tutte le forme di violenza,
palesi ed occulte, che hanno lo scopo di uccidere la libertà e di instaurare l’autoritarismo e il totalitarismo a tutti i livelli,
di imporre il diritto del forte sul debole, di dare spazio alle discriminazioni razziali. Ci impegniamo a spenderci
particolarmente là dove esistono situazioni di marginalità e sfruttamento, che non rispettano la dignità della persona, e a
promuovere una cultura della legalità e del rispetto delle regole della democrazia. Ci impegniamo a formare cittadini del
mondo ed operatori di pace, in spirito di evangelica nonviolenza, affinché il dialogo ed il confronto con ciò che è diverso
da noi diventi forza promotrice di fratellanza universale. Ci impegniamo a promuovere la cultura, le politiche ed i
comportamenti volti a tutelare i diritti dell’infanzia. Ci impegniamo a vivere e promuovere una cultura di responsabilità
verso la natura e l’ambiente, coscienti che i beni e le risorse sono di tutti, non sono illimitati ed appartengono anche alle
generazioni future. Ci impegniamo a sostenere nella quotidianità e a promuovere nell’azione educativa iniziative di equa
ridistribuzione delle risorse e scelte di economia etica. A livello individuale il Capo vive la realtà concreta del suo oggi ed
esercita la propria cittadinanza attiva in coerenza con i valori dell’Associazione.
L’AGESCI, consapevole di essere una realtà nel mondo giovanile, sente la responsabilità di dare voce a chi non ha voce e
di intervenire su tematiche educative e politiche giovanili sia con giudizi pubblici che con azioni concrete. Collabora con
tutti coloro che mostrano di concordare sugli scopi da perseguire e sui mezzi da usare relativamente alla situazione in
esame, in vista della possibilità di produrre cambiamento culturale nella società e per “lasciare il mondo un po’ migliore di
come l’abbiamo trovato”.
Oltre all’attività educativa, che rappresentata il nostro specifico ambito di servizio, i ragazzi della Branca R/S (novizi,
rovers e scolte) vivono, durante il loro cammino scout, specifiche esperienze di servizio in favore di minori, disabili,
anziani, carcerati, tossicodipendenti, vittime di tratta e prostituzione coatta, poveri. L’elenco dei servizi svolti dai ragazzi
della Branca R/S di Zona è contenuto in una “mappa dei servizi”.
A chi ci Dal 2015 la branca R/S della Zona è impegnata sulla piaga della tratta e della prostituzione coatta svolgendo appositi
rivolgiamo? presidi antiprostituzione su Agliana e Montecatini con la frequenza di almeno uno al mese, facendo sensibilizzazione nelle
scuole e promuovendo la proposta di legge Bini ed altri sulla introduzione in Italia del modello normativo scandinavo. Nel
maggio 2017 la Zona AGESCI di Pistoia, unitamente alla sezione CNGEI di Pistoia, ha firmato col comune di Pistoia un
patto di collaborazione per la presa in carico, manutenzione e pulizia del Bosco in Città, bosco che è stato inaugurato ed
intitolato al fondatore dello scautismo ed alla consorte lo scorso 21 ottobre 2017.
Qual è il La zona AGESCI di Pistoia opera sul territorio della Diocesi di Pistoia e di quella di Pescia. Il rapporto con le due Diocesi
vostro è buono ed è in fase di consolidamento. Sono stati recentemente individuati due incaricati, uno per Diocesi, che cureranno
legame con i rapporti con gli organi diocesani sotto il coordinamento dei Responsabili di Zona.
9 di 11 13/12/2022, 20:04
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All’assemblea di zona del 11.4.16 abbiamo avuto l’onore ed il piacere di incontrare il Vescovo di Pistoia. Successivamente
i responsabili di Zona hanno presentato ai Vescovi delle due Diocesi la “mappa dei servizi” di cui sopra ed il progetto di
servizi sul territorio elaborato dalla Branca R/S della Zona.
la Diocesi?
Nel 2017 abbiamo organizzato ed animato, insieme ad altre associazioni del territorio, la Veglia Diocesana sulla tratta,
partecipato alla processione ed alla messa delle Palme in Duomo e alla messa delle parrocchie del centro storico che si è
recentemente celebrata in Duomo.
Unitalsi
Nome Unitalsi Sottosezione di Pistoia
Indirizzo Via Puccini 36
Telefono 0573.308146 – 329.2312092
Email info@unitalsipistoia.it
Web http://www.unitalsipistoia.it
Presidente: Giovanni Giacomelli
Responsabili Collaboratori: Luca Bonaiuti, Fabrizio Cella, Angela Zeloni, Federica Bresci, Michela Innocenti, Enrico Burchietti, Giulia
Giannoni.
L’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) nasce nel 1903 ad
opera di Giovanni Battista Tomassi.Uomo disabile, costretto a vivere su una sedia a rotelle, partì per Lourdes con
l’intenzione di suicidarsi davanti alla Grotta se non fosse avvenuto il miracolo della guarigione.Rimase però talmente
colpito dalla serenità che riscontrò negli altri malati di fronte alla Grotta e dalla presenza di tanti volontari che si
adoperavano per aiutare disabili e ammalati, che la sua rabbia si trasformò in commozione.La sua anima si sentì come
rigenerata, trasformata, e decise di dedicare tutte le sue forze alla fondazione della nostra associazione, con lo scopo di
consentire a quante più persone possibile il pellegrinaggio a Lourdes, specialmente a chi fosse in situazioni di maggior
difficoltà.A poco a poco, dall’originaria attività volta quasi unicamente all’organizzazione di pellegrinaggi, l’associazione
ha compiuto un importante cammino di cui la prima fondamentale tappa è stata ”l’Unitalsi tutto l’anno”. Sulla scia di
questo modo di pensare sono nati i primi soggiorni estivi al mare ed in montagna e, quindi, i primi gruppi che
programmavano un’attività che ci impegnava durante tutto l’anno con assistenza domiciliare, incontri di formazione
spirituale, ritiri spirituali, gite, interventi in occasione di calamità naturali. Poi siamo andati oltre pensando anche al
Chi siamo?
problema del lavoro con le prime cooperative… e poi le altre e più recenti iniziative che, senza questo cammino,
probabilmente non si sarebbero mai realizzate.”Un’associazione di fedeli che, in forza della loro fede e del loro particolare
carisma di carità, si propongono di incrementare la vita spirituale degli aderenti e di promuovere un’azione di
evangelizzazione e di apostolato verso e con gli ammalati ed i disabili attraverso l’opera di volontari”: questa è la
definizione espressa nel primo articolo dello Statuto. La Diocesi di Pistoia conobbe l’U.N.I.T.A.L.S.I. nel periodo fra le
due guerre.Sin dai primi ani di attività l’Unitalsi Pistoiese si è distinta nell’organizzare pellegrinaggi a Loreto e Lourdes
oltre che al Santuario Mariano di Valdibrana.Lo spirito altruistico, caritatevole e perseverante di coloro che negli anni si
sono succeduti al timone dell’associazione, ha fatto si che la sottosezione crescesse sempre più.Negli anni la sottosezione
di Pistoia si è potuta ancor più consolidare grazie alla costante ed amorevole dedizione dell’Assistente Spirituale e
Presidente Monsignor Giuseppe Bonacchi instancabile organizzatore delle innumerevoli attività. Una volta ammalatosi e
constatato l’impossibilità a proseguire con impegno il proprio mandato, nel 1975 ha passato il testimone all’attuale
Assistente Spirituale Mons. Cesare Tognelli, che ha portato avanti con rinnovato vigore le prorpie iniziative, facendo
10 di 11 13/12/2022, 20:04
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conoscere il nome e l’operato della nostra associazione, in tutta la diocesi. In questi anni grazie al grande contributo dei
presidenti Gilberto Giovannini, Antonio Mori e l’attuale Federica Bresci, abbiamo raggiunto un numero di 250 soci che a
vario titolo partecipano con assiduità alle nostre iniziative.
Che cosa
Accompagnamento dei disabili ai santuari mariani (Lourdes Loreto)
facciamo?
A chi ci
A tutte le persone della Diocesi con spirito fraterno di aiutare il prossimo
rivolgiamo?
11 di 11 13/12/2022, 20:04
www.strisciarossa.it /terra-aperta-un-patto-a-pistoia-per-aiutare-gli-ultimi/
Terra aperta. In tempi di mare chiuso anche il nome di un progetto può diventare una rivoluzione, un atto
di disobbedienza civile di fronte alla cattiveria e al cattivismo dilagante. Se poi a gridarlo forte, quel nome
che è già di per sé un manifesto, sono le realtà associative e i sindacati di una piccola provincia toscana,
capiamo fino in fondo quanto le politiche aberranti di questo governo abbiano, di fatto, affondato il colpo
nel cuore del Paese. In quello che un tempo era il cuore rosso, da contrapporre alla pancia sazia di
frustrazione e risentimento dell’Italia.
La pancia, i buoni, la tengono a terra – aperta, la terra, sia ben chiaro – per lavorare il più possibile
all’accoglienza, riempire le voragini spalancate dal decreto sicurezza, tentare di ricucire quella trama
delicata che si chiama integrazione e che è l’unica vera arma da usare per difendere l’Europa che
vorremmo e che vogliamo.
Un progetto inclusivo
“Un progetto inclusivo – ci spiega Fabio Capponi, del dipartimento immigrazione della Camera del Lavoro
di Pistoia – rivolto non soltanto agli immigrati che, per effetto del decreto Salvini, usciranno dai Cas, i
centri di accoglienza straordinaria, ma a tutti quelli che hanno problemi e stanno per entrare in una
situazione di marginalità sociale”.
Concretamente questo spazio di dialogo variegato, mi verrebbe da dire arcobaleno, tanto per provocare i
cattivi, questa alleanza di soggetti che provengono da culture e posizioni molto differenti – dentro ci sono
Cgil, Cisl, Uil, Agesci, Caritas, Libera, mondo cattolico, mondo dell’assistenza rivolta agli immigrati,
mondo delle cooperative sociali – si occuperà, ciascuno per il suo pezzo, di trovare soluzioni e proporre
un aiuto in base alle proprie competenze.
L’ambulatorio sociale
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Ce n’è per tutti i gusti, ci spiega Capponi. Assistenza personale, sindacale, legale, l’idea di creare un
ambulatorio sociale per dare risposte di carattere sanitario ai migranti, visto che le nuove normative
escludono la possibilità, per chi è nei Cas, di richiedere la residenza e quindi gli chiude le porte del
sistema sanitario nazionale.
“Il fatto unico – puntualizza Capponi – è che un’organizzazione così ampia ed eterogenea non si era mai
vista sul nostro territorio e forse persino a livello nazionale. L’idea è nata dall’aver compreso la necessità
e l’urgenza di trovare soluzioni a un problema enorme che riguarda persone deboli. Non abbiamo dati
precisi, quasi impossibile averli, ma ciò che emergeva dalle analisi di inizio anno è l’aumento
esponenziale e rapido di coloro che vengono estromessi dal sistema di accoglienza”.
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www.toscanaoggi.it /Toscana/Pistoia-primo-incontro-del-tavolo-per-superare-emergenza-a-Vicofaro
Toscana
Uscire insieme dall’emergenza. Questo l’obiettivo con cui il vescovo Tardelli ha convocato un tavolo di
lavoro con don Massimo Biancalani, Caritas diocesana, Terra aperta e Regione Toscana. Nell’incontro,
che si è svolto ieri pomeriggio in episcopio, il vescovo Tardelli ha infatti proposto di stilare una road
map per dare discontinuità alla dinamica emergenziale e rendere sostenibile il carico di migranti presente
a Vicofaro.
L’idea, rimarcata anche dall’assessore regionale Bugli e condivisa dai presenti, è quella di seguire il
modello «toscano» dell’accoglienza diffusa, cercando quindi di ridistribuire i migranti di Vicofaro in alcune
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strutture del territorio, orientandosi verso un’accoglienza per piccoli gruppi, così da favorire e
organizzare al meglio percorsi di inserimento. Don Biancalani e i suoi collaboratori, infatti, hanno
spiegato che attorno alla parrocchia gravitano circa duecento persone con le più diverse situazioni e
necessità che ad oggi vengono tamponate dai volontari. La situazione, tuttavia, chiede una soluzione
condivisa per proporre un’accoglienza che superi le forme dell’emergenza e i rischi del sovraffollamento.
Su questa linea la Caritas diocesana rende disponibile la propria collaborazione e i suoi servizi, mentre
la Regione Toscana, che aveva a suo tempo dichiarato la propria disponibilità a venire incontro alla
situazione di Vicofaro, potrà disporrà forme di aiuto concreto per le strutture. La rete per l’accoglienza
Terra aperta, sosterrà il gruppo di lavoro nella ricerca e nel censimento di soluzioni idonee e concrete.
L’incontro, che si è svolto in un clima sereno e di ascolto reciproco è un primo, ma importante passo,
verso il superamento delle criticità verificate nell’esperienza di Vicofaro. Don Massimo e i suoi
collaboratori hanno dato la piena disponibilità a collaborare: in primissimo luogo, entro pochi giorni,
daranno un quadro preciso delle situazioni dei migranti presenti.
Il vescovo, con l’accordo di tutti, ha proposto di realizzare un vero e proprio gruppo di lavoro stabile che,
a partire dall’incontro di oggi, porti avanti le soluzioni concordate.
Erano presenti all’incontro: il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli, don Massimo Biancalani con tre
collaboratori della parrocchia di Vicofaro, l’assessore regionale Vittorio Bugli, il dott. Ledo Gori, capo di
Gabinetto del Presidente regionale, Marcello Suppressa e Francesca Meoni della Caritas diocesana, il
dott. Claudio Curreli, rappresentante di Terra Aperta, il vicario generale della diocesi, mons. Patrizio
Fabbri. «Sono molto soddisfatto del clima che ho riscontrato nell’incontro –ha commentato il vescovo-, e
ho constatato la disponibilità di tutte le parti a collaborare a una, per quanto possibile, rapida soluzione
della situazione a Vicofaro. Resta ancora molto, però, da fare».
2/6
Toscana Oggi Tv
https://youtu.be/HBW2cN03His
Tv Prato
Tsd
3/6
https://youtu.be/r836aAwCftg
TSD Focus - Concerto a San Miniato per l'inizio dell'Anno Giubilare Diocesano
Ctv
https://youtu.be/LgrrXx3oqQQ
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controlli con l'invio di migliaia di gendarmi francesi ma la situazione è pressoché immutata. "Una prassi
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con espedienti vari", tra cui far trovare scontrini italiani nelle tasche dei migranti intercettati sul territorio
francese o riportarli indietro con auto-civetta. Tra loro anche minori. Lo conferma al Sir il vescovo di
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